Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento difesa
Titolo: Il contributo delle Forze armate italiane nella crisi libica
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 228
Data: 02/05/2011
Descrittori:
DIFESA E SICUREZZA INTERNAZIONALE   FORZE ARMATE
LIBIA   MISSIONI INTERNAZIONALI DI PACE
ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI MILITARI     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

 

Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Il contributo delle Forze armate italiane nella crisi libica

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 228

 

 

 

2 maggio 2011

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Difesa

( 066760-4172 / 066760-4939 – * st_difesa@camera.it

 

 

 

 

 

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File: DI0365.doc

 


INDICE

Schede di lettura

L’impegno italiano nelle operazioni in Libia                                                  3

Crisi libica: principali mezzi aerei e navali del dispositivo militare italiano         7

Cronologia dell’impegno italiano nella crisi libica (21 febbraio – 29 aprile 2011)            11

Allegato

§      F. Caffio, Le misure di interdizione navale contro la Libia, in: www.difesa.it27

 

 


Schede di lettura

 


L’impegno italiano nelle operazioni in Libia

L’Aeronautica Militare ha fornito il proprio contributo nell’ambito dell’operazione “Odyssey Dawn” e sta ora contribuendo all’operazione “Unified Protector” della NATO. E’ stato rafforzato il sistema di sorveglianza e difesa dello spazio aereo nazionale che già normalmente l’Aeronautica Militare assicura in maniera continuativa attraverso un sistema integrato di radar e velivoli intercettori. In tutti i giorni dell’anno, infatti, in caso di allarme dato dai centri di sorveglianza aerea, i caccia intercettori delle basi di Difesa Aerea, costantemente pronti ad intervenire, decollano in pochi minuti per intercettare il velivolo “sospetto” e contrastare l’eventuale minaccia portata al territorio italiano. Tale dispositivo è stato potenziato con un maggior numero di velivoli in prontezza operativa.

Inoltre, sulla base di decisioni politiche, l’Aeronautica Militare ha svolto, con i propri velivoli, missioni a supporto della coalizione dei volenterosi e partecipa attualmente alle attività nell’ambito della missione NATO.

 

L’Italia ha reso immediatamente disponibili (dal 20 marzo 2011) sette basi aeree: Amendola, Gioia Del Colle, Sigonella, Aviano, Trapani-Birgi, Decimomannu e Pantelleria.

Sono stati messi a disposizione della coalizione dei volenterosi, per l'attuazione della "No Fly Zone“ nell’ambito dell’operazione Odyssey Dawn, i seguenti assetti aeronavali:

Ø        4 velivoli Tornado ECR (Electronic Combat Reconnaissance) che possono svolgere missioni di soppressione delle difese aeree nemiche sul terreno (in gergo tecnico dette SEAD - Suppression of Enemy Air Defense) mediante l’impiego di missili aria-superficie AGM-88 HARM (High-speed Anti Radiation Missile);

Ø        4 caccia F-16, che possono essere impiegati per garantire la difesa degli altri velivoli impiegati nella missione contro eventuali aerei ostili e per mantenere così una superiorità aerea per portare a termine la missione assegnata.

A supporto delle operazioni svolte dagli otto aerei sono utilizzati anche 2 velivoli Tornado IDS “tanker”, con compiti di rifornimento in volo.

L’Aeronautica Militare assicura inoltre il supporto tecnico e logistico nelle basi aeree che l’Italia ha messo a disposizione della coalizione. Infatti, sia per gli aerei italiani sia per quelli di altri Paesi che sono stati rischierati sul nostro territorio, occorre fornire una serie di servizi e attività, che includono l’assistenza tecnica, il rifornimento di carburante, il controllo del traffico aereo, il servizio meteorologico, il servizio antincendio e l’assistenza sanitaria, oltre ovviamente all’alloggiamento del personale. In proposito, l’Aeronautica Militare riferisce sul proprio sito che per ogni aeroplano opera un consistente numero di militari e civili della Difesa, fra piloti, tecnici, specialisti e personale di supporto e che, complessivamente, sono circa 5.000 i militari dell’Aeronautica impegnati nelle attività in corso.

Le missioni SEAD, di “accecamento” dei siti radar libici, condotte dai velivoli Tornado ECR dell'Aeronautica militare italiana rientrano nella tipologia di missione che ha come obiettivo quello di rendere inefficaci le installazioni di difesa aerea nemica. Il positivo esito di una missione SEAD può essere di fatto conseguito anche in funzione di deterrenza, quando nell'ambito di un'operazione aerea complessa non viene rilevata la necessità di utilizzare l'armamento in dotazione al velivolo in quanto i sistemi radar presenti sul territorio ostile vengono appositamente spenti per non essere localizzati e poi colpiti.

I caccia Tornado ECR sono infatti in grado di rilevare le radiazioni emesse dai radar della contraerea e pertanto la loro missione può considerarsi conclusa positivamente anche senza sparare quando, a causa del loro sorvolo, le forze libiche sono costrette a spegnere i siti radar per evitare che vengano individuati e colpiti. In questo modo si ottiene comunque una efficace azione di deterrenza perchè i sistemi di difesa aerea libici vengono comunque resi di fatto inoffensivi (accecati) e non possono colpire eventuali aerei della coalizione in volo.

 

La Marina Militare ha mobilitato, nell’ambito dell’operazione Odyssey Dawn (dal 20 al 26 marzo) la portaerei Garibaldi (con a bordo i caccia AV8 Harrier), il cacciatorpediniere Andrea Doria, con compiti di difesa aerea, e due unità attualmente inserite nella SNMG1, la forza marittima della NATO: la fregata Euro e il rifornitore Etna.

Dal 30 marzo, nell’ambito dell’operazione Unified Protector della NATO, l’Italia ha messo a disposizione dell’Alleanza, per il rispetto della "No Fly Zone Plus", i seguenti velivoli dell’Aeronautica militare: i velivoli italiani messi a disposizione sono:

Ø        4 velivoli Eurofigher o F16 dell'Aeronautica Militare;

Ø        4 velivoli Tornado dell'Aeronautica Militare.

I 4 caccia F16 precedentemente messi a disposizione per l'operazione "Odyssey Dawn" sono rientrati sotto controllo nazionale.

Ai velivoli dell’Aeronautica militare si aggiungono 4 velivoli AV8-B plus della Marina Militare a bordo della portaelicotteri Garibaldi.

Dal 28 aprile gli assetti militari italiani hanno aumentato la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, nell’intento di contribuire a proteggere la popolazione civile libica, sempre nei limiti previsti dal mandato dell’operazione e dalle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Tali azioni comportano una parziale modifica degli assetti aerei impiegati nelle operazioni:

Secondo quanto riferito dal Ministro della difesa La Russa nel corso delle Comunicazioni del Governo sui recenti sviluppi della situazione in Libia, svolte lo scorso 27 aprile davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica “i quattro velivoli di tipo Eurofighter o F16 continueranno ad essere destinati ad assolvere funzioni di superiorità aerea. I quattro Tornado invece potranno essere impiegati in configurazione ECR, come quella che ha operato sino ad oggi per neutralizzare le difese aeree libiche, oppure in configurazione IDS con capacità di impiegare sistemi di armamento di precisione a guida laser o satellitare per azioni contro obiettivi militari selezionati o anche per compiti di semplice ricognizione.

I quattro AV-8B plus imbarcati su nave Garibaldi continueranno ad essere impiegati per compiti di difesa aerea e ricognizione, ma in aggiunta potranno all’occorrenza essere anch’essi equipaggiati con armamento di precisione per azioni contro obiettivi militari selezionati, identici a quelli prima illustrati”.

La Marina Militare è attualmente impegnata nell'Operazione Unified Protector (dal 27 marzo) con le seguenti unità navali:

Ø        Unità di supporto logistico Etna, sede del Comando della Forza Nato SNMG1 (Standing NATO Marittime Group 1), in questo periodo assegnato all’Italia (Contrammiraglio Gualtiero Mattesi), con un elicottero AB 212 imbarcato;

Ø        Portaerei Giuseppe Garibaldi, con otto aerei a decollo corto ed atterraggio verticale AV 8B II plus e 4 elicotteri da pattugliamento marittimo EH 101 imbarcati;

Ø        Fregata Libeccio, con due elicotteri AB 212 imbarcati;

Ø        Pattugliatore d’Altura Comandante Bettica, con un elicottero AB212 imbarcato.

Tutte le unità imbarcano un team del Reggimento San Marco, particolarmente addestrato alle operazioni di controllo del traffico marittimo.

Tra le misure emanate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in seguito all'aggravarsi della crisi in Libia particolare importanza riveste la risoluzione n.1973 che prevede il blocco del traffico d'armi via mare mediante operazioni di interdizione navale. L'Ammiraglio di Squadra Rinaldo Veri, alla guida della Componente Marittima della NATO (Allied Maritime Command Naples), ha assunto il comando di una Forza Navale internazionale, costituita da 16 navi (10 fregate, 3 sottomarini, 2 navi ausiliare e la nave sede del comando) dedicata al rispetto dell'embargo sulle armi contro la Libia.

 


Crisi libica: principali mezzi aerei e navali del dispositivo militare italiano

Eurofighter 2000 Typhoon

L’Eurofighter è un bireattore monoposto supersonico destinato alla difesa aerea, con compito primario di contrasto delle forze aeree e con capacità secondaria di svolgere missioni di attacco al suolo. Il velivolo è considerato il più avanzato aereo da combattimento sviluppato in Europa. Realizzato per le Forze aeree di Italia, Germania, Gran Bretagna e Spagna, ma ordinato anche dall'Austria e dell'Arabia Saudita.

ü      Velocità massima: 2 mach;

ü      autonomia massima: 3600 km h

ü      raggio d'azione: oltre 1350 km;

ü      armamento: 1 cannone Mauser cal. 27 mm, fino a 6500 kg di carichi esterni(serbatoi ausiliari, missili aria-aria a guida radar e infrarossa).

Tornado IDS/IT-ECR

È un velivolo da combattimento bireattore, biposto, con ala a geometria variabile e capacità ''ognitempo'' che l'Aeronautica militare ha acquisito a partire dal 1982. La versione-ECR è specializzata nella soppressione delle difese aeree con l'impiego di missili aria-superficie Harm. Nella versione standard IDS il Tornado può essere impiegato come cacciabombardiere e ricognitore.

ü      Velocità massima: a bassa quota circa 1480 km/h (1,2 mach);

ü      autonomia: 3800 km;

ü      armamento: 2 cannoni cal. 27 mm (1 su IT-ECR), fino a 9000 kg di carichi esterni (serbatoi ausiliari, pod da ricognizione e designazione bersagli, missili aria-aria AIM-9L Sidewinder).

F-16

Utilizzati soprattutto per fronteggiare l'incremento delle intercettazioni di velivoli sospetti e a gestire i dispositivi di protezione creati, in occasione di eventi di particolare risonanza, contro possibili minacce terroristiche provenienti dal cielo.

ü      Velocità massima: 2 mach;

ü      autonomia massima di trasferimento: 3900 km;

ü      armamento: 1 cannone cal. 20 mm a sei canne rotanti, missili aria-aria a guida radar attiva AIM-120 e a guida infrarossa AIM-9L Sidewinder.

AV-8B 'Plus (Harrier II)

L'AV-8B 'Plus", chiamato anche Harrier II, è un caccia ognitempo monoposto subsonico, a decollo verticale, imbarcato sulla portaeromobili Garibaldi e utilizzato principalmente come intercettore per la difesa aerea della flotta, con un ruolo secondario di attacco. L'armamento include: 1 cannone da 25 mm. a 5 canne rotanti 9 punti di attacco subalari per 5000 Kg di carico bellico; 16 bombe Mk.82 o 12 bombe Mk.20; missili Maverik, Sidewinder e Amraam; contenitori per razzi da 70 mm; bombe a guida laser.

Aereo da pattugliamento marittimo Atlantic

Il Breguet Br 1150 Atlantic è un velivolo bimotore da pattugliamento "ognitempo" caratterizzato da elevate autonomia e raggio d'azione. L'Atlantic è dotato di radar di scoperta di superficie, nonché di strumentazione per la scoperta e il tracciamento dei sommergibili, armato di siluri leggeri, bombe di profondità e dispositivi fumo-luce di segnalazione per un totale di 3500 kg di carico utile. Il velivolo è in grado di svolgere anche missioni di sorveglianza marittima o controllo delle linee di traffico; ricerca, salvataggio: e trasporto.

Portaereomobili Giuseppe Garibaldi

Nave portaerei leggera STOVL idonea a fare operare un consistente numero di elicotteri a lungo raggio ed aerei a decollo verticale, e ad assolvere funzioni di comando e di controllo di operazioni da parte di forze complesse. È entrata in servizio nel 1985.

ü      armamento: linea di volo costituita da 12-18 aeromobili (SH-3D/EH-101 o/e AV-8B Plus); 1 lanciatore a 8 celle Albatros (con missili S/A Aspide); 3 sistemi AM/AA Dardo (con mitragliera Breda da 40/70)

Cacciatorpediniere Francesco Mimbelli

Il cacciatorpediniere lanciamissili della Marina Militare Francesco Mimbelli è un'unità multiruolo per la caccia aerea, subacquea e di superficie. È entrata in servizio nel 1993 ed è dotata del seguente armamento:

ü      artiglieria: 1 cannone 127/54 mm Compatto; 3 cannoni 76/62 mm Super Rapido

ü      missili: 4 Lanciamissili binati Teseo Mk2, 1 Lanciamissili ottuplo, Albatros/ Aspide; 1 Lanciamissili singolo SM-1MR; 1 Sistema missilistico ASW Otobreda/Matra Milas

ü      siluri: 6 tubi lanciasiluri in due complessi trinati da 324mm per siluri MU 90

ü      mezzi aerei: 2 elicotteri AB-212 ASW

Pattugliatore Libra

Consegnato alla Marina Militare nel 1991 è impiegato nella salvaguardia degli interessi economici nazionali in mare, con compiti di difesa delle piattaforme marine, di operazioni di vigilanza pesca e di salvaguardia dei diritti dei pescherecci nazionali.

ü      Velocita' 20 nodi;

ü      autonomia 3300 miglia;

ü      armamento: 1 cannone OTO Melara 76/62; 2 mitragliere da 25/90 mm.; 2 mtg 12,7 mm

Nave Etna

Nave di supporto logistico per il rifornimento in mare di forze navali principali. Trasporta 5.795 t. di gasolio, 1.585 t. di carburante avio, 2.100 m3 di materiali vari e munizioni. È sede del comando del Standing NATO Maritime Group.

Cacciatorpediniere Andrea Doria

Cacciatorpediniere della classe Orizzonte consegnato alla Marina Militare nel 2007; è un’unità multiruolo, in grado assolvere numerose tipologie di missione: di difesa aerea, di superficie e subacquea.

ü      armamento: 3 cannoni OtoBreda 76/62 SR; 2 mitragliere da OtoBreda da 25 mm;

ü      sistema missilistico PAAMS: 1 lanciatore verticale (48 celle) per missili Aster 15 e Aster 30; 8 missili S/S; 2 lanciarazzi SCLAR-H; 2 lanciasiluri binati Eurotorp MU-90; 1 EH101 o NFH90.

Fregate Euro e Libeccio

Fregate della classe Maestrale entrate in servizio nella prima metà degli anni Ottanta. Impiegate principalmente in funzione antisommergibile, anche se dispongono di un elevato grado di flessibilità che le rende idonee anche per il ruolo antiaereo e antinave. Dotate di armamento antisiluro, possono imbarcare due elicotteri.

Pattugliatori Comandante Borsini e Comandante Bettica

Entrati in servizio nel 2001; sono utilizzati per attività operative “a medio raggio”, la cui durata è valutabile in circa 10 giorni consecutivi senza rifornimenti. L’Unità é armata con un cannone Oto-Breda 76/62 super rapido e due mitragliere Oerlikon KBA 25/80. È possibile, inoltre, imbarcare un elicottero

Corvetta Minerva

La corvetta è entrata in servizio nel 1987. Il suo impiego è principalmente orientato verso le attività di presenza e sorveglianza, vigilanza ed assistenza ai motopesca nazionali e controllo dei flussi migratori.

Nave San Giorgio

Nave da sbarco Landing Platform Deck con ponte di volo continuo da cui possono operare fino ad un massimo di quattro elicotteri. L'Unità possiede le caratteristiche ro-ro per l'imbarco e sbarco veicoli e può operare sia in punti attrezzati sia in acque prospicienti spiagge aperte.


Cronologia dell’impegno italiano nella crisi libica
(21 febbraio – 29 aprile 2011)
[1]

21 febbraio

Livello di allerta massimo per le forze aeree italiane. Il grado di prontezza della difesa aerea è stato infatti innalzato al massimo livello (cioè: decollo immediato di velivoli, se necessario, per neutralizzare eventuali minacce aeree) in particolare presso le basi dell'Aereonautica di Trapani e Gioia del Colle (Bari).

22 febbraio

In seguito all’acuirsi della crisi in Libia, la nave San Giorgio è salpata da Brindisi per concorrere alle operazioni di assistenza umanitaria con i propri mezzi aerei, logistici e sanitari.

24 febbraio

La corvetta Fenice e il pattugliatore d'altura Comandante Bettica (che imbarca un elicottero AB-212) sono impegnate nel servizio di sorveglianza marittima nello Stretto di Sicilia con compiti di vigilanza pesca e controllo flussi migratori.

Anche la nave San Giorgio continua ad incrociare nelle acque al largo della Libia in attesa di condurre una missione per il recupero di cittadini italiani nella città di Misurata, per rimanendo al di fuori delle acque territoriali libiche fino a quando non riceva il nulla-osta diplomatico.

Il cacciatorpediniere Mimbelli, partito dalla base navale di Taranto, si trova in acque internazionali per assicurare il controllo dello spazio aereo.

27 febbraio

La nave San Giorgio è rientrata in Italia dalla missione di soccorso umanitario in Libia sbarcando a Catania 258 persone, tra cui 122 italiani, imbarcate il 25 febbraio a Misurata, con i mezzi da sbarco manovrati dagli specialisti del Reggimento San Marco.

28 febbraio

Il cacciatorpediniere Francesco Mimbelli, nel porto di Al Burayqah (Libia), nel Golfo della Sirte, ha imbarcato 298 persone (per la maggior parte lavoratori stranieri impiegati dalle ditte italiane in Libia) per il successivo trasporto verso le coste italiane. La nave rifornitrice Vesuvio fornisce assistenza alle navi del dispositivo aeronavale della Marina Militare impegnato nell'operazione.

1 marzo

Il cacciatorpediniere Francesco Mimbelli è rientrato nel porto di Catania dalla missione di soccorso umanitario trasportando i lavoratori recuperati in Libia. Con l'arrivo del Mimbelli il numero complessivo di persone evacuate è salito a 810, di cui 274 italiani.

5 marzo

Il pattugliatore Libra è partito dal porto di Catania con 25 tonnellate di aiuti e materiale diretto a Bengasi per una missione di soccorso umanitario. La nave trasporta acqua potabile e unità di purificazione per l'acqua, tende, coperte, kit medici per patologie generali, cinque tonnellate di riso e cinque tonnellate di latte.

7 marzo

Il cacciatorpediniere Andrea Doria ha lasciato Taranto alla volta delle acque internazionali tra il basso Jonio e il canale di Sicilia. Il Doria va ad integrare il sistema di controllo degli spazi aerei, nell'ambito della missione di soccorso umanitario in Libia, fungendo da piattaforma per il controllo aereo del Mediterraneo meridionale.

9 marzo

Il pattugliatore Libra è rientrato alla base navale di Augusta dopo aver consegnato nel porto libico di Bengasi gli aiuti umanitari imbarcati a Catania. Oltre all’equipaggio di 83 militari, si sono aggiunti per l'espletamento di quest'ultima missione anche 18 fucilieri del Reggimento San Marco. Ad Augusta è sbarcato anche il giornalista francese Jean Marie Lemaire di France TV, che era stato ferito nella zona di Bengasi.

15 marzo

Il traghetto “Mistral Express”, con a bordo oltre 1.800 immigrati, quasi tutti marocchini, provenienti dalla Libia, partito da Tripoli il 13 marzo, è fermo nelle acque internazionali di fronte al porto siciliano di Augusta. La nave, diretta in Marocco, ha chiesto di sostare nel porto siciliano per fare rifornimento. Alla nave è stato vietato l’ingresso nelle acque territoriali italiane dalla corvetta della Marina militare “Sfinge”, dopo che il Ministero dell’Interno aveva chiesto a quello della Difesa di evitare l'avvicinamento della nave prima che si faccia chiarezza sulle persone a bordo e sulle loro reali intenzioni.

Il pattugliatore della Marina Militare Spica è entrato nel porto di Lampedusa per far sbarcare 129 persone tratte in salvo la notte precedente da un barcone alla deriva che stava imbarcando acqua a circa 20 miglia a Sud dell'isola.

16 marzo

Il traghetto “Mistral Express”, dopo aver terminato il rifornimento che si è svolto durante la notte nella rada del porto siciliano di Augusta, è ripartito, scortato dalla corvetta della Marina militare “Sfinge”, con destinazione Marocco.

18 marzo

Nell’ambito dell’operazione “Odyssey Dawn” l’Italia ha messo a disposizione della coalizione di Paesi: 4 velivoli Tornado ECR, 4 caccia F-16 con compiti di scorta e 2 velivoli Tornado IDS “Tanker” per il rifornimento in volo. La Marina Militare ha mobilitato la portaerei Garibaldi (con a bordo i caccia AV8 Harrier), che è salpata da Taranto per dislocarsi in Sicilia, il cacciatorpediniere Andrea Doria, che si occuperà della difesa aerea, e due unità che sono attualmente inserite nella SNMG1, la forza marittima della NATO: la fregata Euro e il rifornitore Etna.

20 marzo

La prima missione italiana nell’ambito dell’operazione “Odyssey Dawn” è iniziata alle ore 20.00 con il decollo di sei velivoli Tornado dell’Aeronautica Militare dall’aeroporto di Trapani Birgi per condurre azioni di accecamento o soppressione delle difese aeree radar libiche. La missione si è conclusa positivamente con il rientro dei velivoli alle 22.20 nell’aeroporto di partenza.

Sono stati impiegati quattro Tornado ECR supportati da due Tornado “Tanker” per il rifornimento in volo. L’Aeronautica militare ha spiegato che la missione ha come obiettivo quello di rendere inefficaci le installazioni di difesa aerea nemica e che tale obiettivo può essere conseguito anche senza l’utilizzo di armamenti, in quanto i sistemi radar presenti sul territorio ostile vengono appositamente spenti per non essere localizzati e poi colpiti.

Prosegue intanto l’attività della Marina Militare con una nuova missione del pattugliatore Libra della Marina militare, che è giunto nel porto di Derna – in Cirenaica, a est di Bengasi – per scaricare aiuti umanitari.

21 marzo

Nuova missione aerea italiana condotta da tre Tornado (due dei quali ECR e uno Tanker) e due F-16 (con funzioni di difesa aerea e scorta) e iniziata alle 13.50 dalla base di Trapani, con destinazione ignota. Tutti i velivoli sono rientrati alle 16.25 alla base.

E’ stato chiuso al traffico aereo civile a causa delle operazioni dell'Aeronautica militare che riguardano la Libia, l'aeroporto di Trapani Birgi.

22 marzo

L’Aeronautica Militare ha condotto due missioni in territorio libico, entrambe svolte da 5 velivoli (due Tornado ECR, un Tornado Tanker e 2 F-16).

In aggiunta alle missioni svolte dai velivoli dell’Aeronautica Militare in ambito coalizione, le Unità navali della Marina Militare sono in navigazione nell’area sud e cooperano con gli assetti dell'Aeronautica per il controllo e la difesa dello spazio aereo nazionale. Nel Canale di Sicilia sono anche presenti la nave rifornitrice Etna ed il pattugliatore di squadra Borsini, che sta svolgendo la missione di vigilanza pesca e controllo dei flussi migratori.

23 marzo

Proseguono le attività dell’Aeronautica Militare, che ha condotto due missioni, svolte dai velivoli Tornado e F-16, cui si è aggiunto un C130J con funzioni di rifornimento in volo.

Nell’ambito delle attività di concorso fornite dal Ministero della Difesa al Ministero dell’Interno riguardanti l’“Emergenza Profughi”, la Nave San Marco è arrivata nelle acque antistanti l'isola di Lampedusa ed ha iniziato le operazioni di imbarco di circa 550 migranti extracomunitari, che verranno trasportati presso il porto di Augusta.

24 marzo

Quattro missioni svolte dai velivoli Tornado, F-16 e C130 dell’Aeronautica Militare in territorio libico. Sono finora dieci le missioni effettuate dai velivoli italiani, per un totale di trentadue sortite, durante le quali non è stata rilevata alcuna significativa emissione dai radar libici.

Dopo aver sbarcato circa 550 persone di nazionalità tunisina nel porto di Augusta in Sicilia, la nave anfibia San Marco è ripartita nuovamente alla volta dell'isola di Lampedusa dove proseguirà le attività di trasferimento.

25 marzo

Gli aerei dell’Aeronautica militare italiana hanno svolto due missioni in territorio libico.

Nell’ambito delle attività di supporto alla Protezione Civile, la Nave San Marco è giunta nuovamente a Lampedusa. Inoltre, per il supporto al dispositivo di vigilanza attuato sull’isola di Lampedusa, è stato completato il rischieramento di ulteriori 50 soldati portando così a 200 il totale degli uomini impegnati a Lampedusa e Mineo. La nave San Marco ha ultimato, nel tardo pomeriggio, l’imbarco di 547 cittadini extracomunitari ed è salpata alla volta di Taranto.

26 marzo

Sono state effettuate cinque missioni da parte di aerei dell’Aeronautica Militare italiana. Tutte le missioni si sono concluse con il rientro a Trapani degli ultimi velivoli alle ore 21.00 circa.

27 marzo

L’Aeronautica ha svolto quattro missioni nell’ambito dell’operazione “Odyssey Dawn”:

Ø    due per la soppressione delle difese aeree libiche (con velivoli Tornado ECR e “Tanker”, nonchè di un C130J);

Ø    due di pattugliamento condotte da velivoli F-16.

L’Italia ha trasferito alla NATO il controllo operativo di 4 velivoli a decollo verticale della Marina Militare AV8 Bravo plus (rischierati a bordo di Nave Garibaldi) e di 4 caccia dell’Aeronautica Militare Eurofighter per concorrere alle operazioni connesse con l’implementazione della “no fly zone” nell’ambito dell’Operazione “Unified Protector” della NATO. Contestualmente, sono stati ripresi sotto controllo nazionale i 4 caccia F16.

La nave anfibia San Marco ha completato il suo secondo trasferimento di cittadini nordafricani sbarcando a Taranto 547 uomini di nazionalità tunisina da trasferireto al centro di accoglienza allestito a Manduria. Il gruppo di migranti essere stato rifocillato dal personale di bordo, è sbarcato. Al termine delle operazioni di sbarco, Nave San Marco ha ripreso la navigazione verso le coste della Sicilia.

28 marzo

Sono state effettuate sei missioni italiane nell’ambito dell’Operazione “Odyssey Dawn”, con l’utilizzo di Tornado ECR, Tornado Tanker e C130J.

29 marzo

Continua la predisposizione degli assetti da impiegare nell’operazione “Unified Protector", sotto il comando della NATO. Nell’ambito della risoluzione ONU 1973, la missione ha i compiti di protezione dei civili, anche attraverso l’implementazione della “No Fly Zone Plus” che ingloba la precedente area di interdizione al volo e “l’embargo navale”. La missione per il rispetto della No Fly Zone in Libia è prevista per un periodo di 90 giorni, prorogabile secondo necessità, il cui comando sarà insediato presso la base Joint Force Comande di Napoli, che si avvale del centro operativo CAOC (Combined Air Operations Center) di Poggiorenatico (Ferrara). Lo scopo della missione è la chiusura completa dei cieli libici, con la sola esclusione dei voli autorizzati. Il divieto riguarderà sia gli aerei del regime di Gheddafi sia quelli dei ribelli. Il mandato consente il diritto all'autodifesa.

Per la “No Fly Zone Plus” l’Aeronautica militare ha messo a disposizione i seguenti velivoli:

§   4 velivoli Eurofigher Typhoon;

§   4 velivoli Tornado ECR.

Nella giornata sono state svolte dall’Aeronautica italiana:

Ø    due missioni di pattugliamento aereo con l’impiego di due coppie di caccia Eurofighter 2000 Typhoon;

Ø    due missioni di pattugliamento per la difesa aerea del dispositivo navale, da parte di due coppie di velivoli AV8B II Harrier, a decollo verticale, della Marina Militare italiana, imbarcati sulla portaerei Garibaldi.

La Marina Militare ha messo a disposizione dell’Operazione “Unified Protector”, già dal 26 marzo, le seguenti unità navali:

§   unità di supporto logistico “Etna”;

§   portaerei “Giuseppe Garibaldi”, con a bordo 4 aerei a decollo verticale AV 8B II plus e 4 elicotteri da pattugliamento EH 101;

§   fregata “Libeccio”, con a bordo due elicotteri AB 212;

§   pattugliatore d’altura “Comandante Bettica”, con a bordo un elicottero AB212.

Tutte le unità navali della NATO che partecipano all’operazione Unified Protector sono poste alle dipendenze dell’Ammiraglio di Squadra Rinaldo Veri nella sua funzione di Comandante NATO di MCC (Maritime Component Command), di stanza a Napoli.

Continua infine il concorso della Marina Militare alla difesa aerea nazionale, con la presenza del cacciatorpediniere “Andrea Doria”, e all’emergenza immigrazione con la nave “San Marco”.

30 marzo

Sono state effettuate dieci missioni da velivoli AV8-B, Eurofighter, Tornado, riforniti in volo dai Tornado Tanker.

Per quanto riguarda “l’emergenza immigrazione”, continua il concorso della Marina Militare con la presenza della nave “San Marco” nelle acque antistanti Lampedusa, mentre l’Esercito Italiano ha inviato sull’isola, oltre a quelli già dislocati da giorni, ulteriori 11 militari del Genio, in supporto alle Autorità locali, per un totale di 160 unità.

31 marzo

Gli assetti militari italiani sono passati sotto il controllo NATO nell’ambito dell’operazione “Unified Protector”. Anche le sette basi aeree, precedentemente rese disponibili per l’operazione “Odyssey Dawn”, sono da oggi a disposizione delle operazioni NATO.

Gli assetti aerei italiani hanno messo a punto cinque missioni, tutte condotte da coppie di aerei: una di Tornado (ricognizione), due di AV-8 B Plus (difesa aerea e ricognizione), due di Eurofighter (sorveglianza aerea). Gli aerei dell’Aeronautica Militare sono stati riforniti in volo da Tornado Tanker.

È stato riaperto parzialmente al traffico civile dalle 7.30 di stamattina l'aeroporto di Trapani Birgi.

1° aprile

Sono state effettuate dodici missioni:

§   la prima, la seconda e la terza condotte da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione:

§   la quarta e la quinta da due Eurofighter 2000 con funzione di sorveglianza aerea;

§   la sesta e la settima da AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione;

§   l'ottava e la nona da due coppie di Eurofigther 2000 con compiti di sorveglianza aerea,

§   la decima con due Tornado per ricognizione

§   la undicesima e dodicesima da una coppia di AV-8B Plus con funzioni di difesa aerea e ricognizione.

Il cacciatorpediniere Andrea Doria è rientrato alla base navale Mar Grande di Taranto dall'attività di sorveglianza nello Stretto di Sicilia, dopo più di tre settimane di navigazione, durante le quali ha operato per garantire la sicurezza nelle aree di crisi che stanno interessando i paesi del nord Africa e in particolare la Libia.

2 aprile

Sono state svolte nove missioni:

§   la prima e la seconda condotte da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione;

§   la terza da due Eurofighter 2000 con funzione di sorveglianza aerea;

§   la quarta da due AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione;

§   la quinta da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione;

§   la sesta e la settima da due AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione;

§   l’ottava e la nona da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione.

L’Ammiraglio di Divisione Claudio Gaudiosi, attuale vice comandante del Comando di Vertice Operativo Interforze (COI), è stato nominato Comandante dell’operazione militare, denominata EUFOR Libya, svolta nel quadro della Politica di sicurezza e difesa comune (CSDP). Il Quartier Generale della missione è situato all’interno dell’aeroporto di Centocelle a Roma. La decisione adottata definisce il quadro giuridico per l’operazione e l’avvio della missione avverrà a seguito della decisione del Consiglio dell’UE dopo l'approvazione della pianificazione militare discendente attualmente in fase di elaborazione. La decisione prevede che EUFOR Libya, su richiesta dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli affari umanitari (OCHA), conduca un'operazione militare al fine di:

•     Contribuire alla circolazione sicura e l'evacuazione degli sfollati incondizioni di sicurezza;

•     Sostenere, con capacità specifiche, le attività delle agenzie umanitarie.

3 aprile

Sono state effettuate nove missioni:

§   la prima e la seconda condotte da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione;

§   la terza e la quarta da due Eurofighter 2000 con funzione di sorveglianza aerea;

§   la quinta e la sesta da due AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione;

§    la settima e l'ottava da una coppia di Eurofighter 2000 con compiti di ricognizione;

§   la nona da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione.

I velivoli dell'Aeronautica Militare sono stati riforniti in volo da un KC130 e da Tornado con funzioni tanker.

4 aprile

Sono state effettuate otto missioni:

§   la prima, la terza e la quinta condotte da due Eurofighter 2000 con funzione di sorveglianza aerea;

§   la seconda, la quarta e la sesta da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione;

§   la settima e l’ottava da due AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione.

I velivoli dell’Aeronautica Militare sono stati riforniti in volo da un KC130 e da Tornado con funzioni tanker.

5 aprile

Nelle ultime ventiquattro ore sono state effettuate otto missioni:

§   la prima condotta da un coppia di Eurofighter 2000 con compiti di sorveglianza aerea;

§   la seconda e la terza da due Tornado con compiti di ricognizione;

§   la quarta e la quinta due AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione;

§   la sesta da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione;

§   la settima e l’ottava da due AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione.

Le navi della Marina Militare continuano a pattugliare l’area di competenza al fine di garantire il rispetto del mandato ricevuto.

6 aprile

Sono state portate a termine dieci missioni:

§   la prima e la seconda condotte da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione;

§   la terza e quarta da due Eurofighter 2000 con funzioni di sorveglianza aerea;

§   la quinta e la sesta da due AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione;

§   la settima da due Eurofighter 2000 con compiti di sorveglianza aerea;

§   la ottava e la nona da due AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione;

§   la decima da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione.

7 aprile

Sono state effettuate otto missioni:

§   la prima e la quarta condotte da una coppia Eurofighter 2000 con funzioni di sorveglianza aerea;.

§   la seconda, la terza e l’ottava da due Tornado con compiti di ricognizione;

§   la quinta, la sesta e la settima da due AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione.

Sono centootto le missioni compiute finora dagli aerei italiani messi a disposizione dell’Italia, inizialmente per l’operazione “Odyssey Dawn”, poi evoluta in “Unified Protector” a guida NATO.

8 aprile

Sono state svolte nove missioni:

§   la prima e l’ottava condotte da una coppia di Eurofighter 2000 con compiti di sorveglianza aerea;

§   la seconda e la terza da un Eurofighter 2000 ciascuna, con funzioni di sorveglianza aerea;

§   la quarta e la quinta da due Tornado con compiti di ricognizione;

§   la sesta da un AV-B8 Plus con compiti di a difesa aerea e ricognizione;

§   la settima e la nona da due AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione.

Salgono a centodiciassette le missioni compiute finora dagli aerei messi a disposizione dell’Italia.

L’Aeronautica Militare, nell’ambito della cooperazione con il Ministero degli Affari Esteri, ha inviato, questa mattina, a Bengasi due aerei C-130 per operazioni umanitarie a favore della popolazione libica che sono stati rispettivamente impiegati, il primo per il trasporto di sedici tonnellate di beni medici e il secondo per il trasporto in Italia di 25 feriti che verranno curati in ospedali della Lombardia.

In applicazione dell’intesa Italo-Tunisina relativa all’emergenza immigrazione, la Marina Militare ha avviato le operazioni di sorveglianza e monitorizzazione in prossimità delle acque territoriali tunisine mediante l’impiego di corvetta Minerva. All’attività prende anche parte un aereo da pattugliamento marittimo Atlantic.

9 aprile

Sono state concluse sette missioni:

§   la prima la seconda e la quinta condotte da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione;

§   la terza e quarta da due Eurofighter 2000 con funzioni di sorveglianza aerea;

§   la sesta e la settima da due AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione.

Sono rientrati in Italia i due C-130J dell’Aeronautica Militare inviati a Bengasi nell’ambito della cooperazione con il Ministero degli Affari Esteri per operazioni umanitarie a favore della popolazione libica.

Per quanto riguarda “l’emergenza immigrazione”, la Marina Militare attualmente è impegnata con due navi ed un aereo. Nave “San Giorgio”, nella giornata di ieri ha imbarcato 285 migranti da Lampedusa e stamane ne ha sbarcati 87 a Porto Empedocle. I restanti arriveranno a Pozzallo domani mattina. Inoltre in applicazione dell’intesa Italo-Tunisina, proseguono le operazioni di sorveglianza e monitorizzazione in prossimità delle acque territoriali tunisine.

10 aprile

Sono state effettuate tre missioni: le prime due condotte da una coppia di AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione, e la terza da due Tornado con compiti di ricognizione.

Per quanto riguarda “l’emergenza immigrazione”, la Marina Militare è impegnata con due navi ed un aereo. La nave “San Giorgio” nella prima mattinata ha sbarcato a Pozzallo gli ultimi 198 migranti imbarcati a Lampedusa.

11 aprile

Sono state concluse otto missioni:

§   la prima, la seconda e l’ottava condotte da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione.

§   la terza da due Eurofigther 2000 con funzioni di sorveglianza aerea.

§   la quarta, la quinta e la sesta da un Eurofigther 2000 ciascuna con funzioni di sorveglianza aerea.

§   la settima da una coppia di AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione.

12 aprile

Nella giornata sono state portate a termine otto missioni:

§   la prima, la seconda e l’ottava condotte da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione;

§   la terza da due AV-8B Plus adibiti a difesa aerea e ricognizione;

§   la quarta , la quinta, la sesta e la settima da una coppia di Eurofigther 2000 con funzioni di sorveglianza e difesa aerea.

Per quanto riguarda “l’emergenza immigrazione”, la nave “San Giorgio” ha affiancato la corvetta “Minerva” nell’attività di sorveglianza e monitorizzazione in prossimità delle acque territoriali tunisine.

13 aprile

Sono state effettuate nove missioni:

§   la prima, la quarta e l’ottava condotte da una coppia di AV-8B Plus con compiti di difesa aerea e ricognizione

§   la seconda, la terza e la nona da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione;

§   la quinta, la sesta e la settima da una coppia di Eurofigther 2000 con funzioni di sorveglianza e difesa aerea.

14 aprile

Sono state portate a termine sei missioni:

§   la prima e la sesta condotte da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione;

§   la seconda con due AV-8B Plus con funzioni di difesa aerea e ricognizione;

§   la terza, la quarta e la quinta una coppia di Eurofigther 2000 con compiti di sorveglianza e difesa aerea.

15 aprile

Sono state svolte sette missioni:

§   la prima condotta da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione;

§   la seconda, la terza e la settima da due AV-8B Plus con funzioni di difesa aerea e ricognizione;

§   la quarta, la quinta e la sesta da una coppia di Eurofigther 2000 con compiti di sorveglianza e difesa aerea.

La corvetta “Sfinge” ha sostituito la corvetta “Minerva” nell’attività di sorveglianza e monitorizzazione in prossimità delle acque tunisine, in applicazione dell’intesa italo-tunisina.

Con il rifornimento notturno del Hms Liverpool (nave della Royal Navy), Nave Etna ha tagliato il traguardo dei 50 rifornimenti in mare in tre mesi esatti di attività operativa quale flagship dello Standing NATO Maritime Group 1.

16 aprile

Sono state effettuate tre missioni:

§   la prima e la seconda condotte da una coppia di AV-8B Plus con funzioni di difesa aerea e ricognizione;

§   la terza da due Tornado con compiti di ricognizione.

17 aprile

Nelle ultime ventiquattro ore sono state effettuate sette missioni:

§   la prima, la seconda e la settima condotte da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione;

§   la terza, la quarta e la sesta da due Eurofighter 2000 con funzioni di sorveglianza e difesa aerea;

§   la quinta da due AV-8B Plus con compiti di difesa aerea e ricognizione.

Le navi della Marina Militare continuano a pattugliare l’area di competenza al fine di garantire il rispetto del mandato ricevuto, nell’ambito della missione NATO, e a operare per l’applicazione dell’intesa italo-tunisina in materia di immigrazione.

18 aprile

Sono state effettuate cinque missioni:

§   la prima condotta da due Tornado con compiti di ricognizione;

§   la seconda, la terza e la quarta da una coppia di Eurofighter 2000 con funzioni di sorveglianza e difesa aerea;

§   la quinta da due AV-8B Plus con funzioni di difesa aerea e ricognizione.

Continua l’impegno della Marina Militare:

Ø      nell’ambito della missione NATO “Unified Protector” con la portaeromobili Giuseppe Garibaldi, la fregata Libeccio, la nave rifornitrice Etna e il pattugliatore Comandante Bettica;

Ø      in applicazione dell’intesa italo-tunisina in materia di immigrazione con la corvetta “Sfinge”, la nave “San Giorgio” e un aereo Atlantic.

19 aprile

Nelle ultime ventiquattro ore sono state effettuate sei missioni:

§   le prime due condotte da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione;

§   la terza e la quarta da una coppia di Eurofighter 2000 con funzioni di sorveglianza e difesa aerea;

§   la quinta e la sesta da una coppia AV-8B Plus con funzioni di difesa aerea e ricognizione.

Per quanto riguarda “l’emergenza immigrazione”, in applicazione dell’intesa italo - tunisina, Corvetta “Sfinge”, Nave “San Giorgio” e un aereo Atlantic  sono impegnati nella sorveglianza e monitorizzazione in prossimità delle acque tunisine.

20 aprile

Sono state svolte otto missioni:

§   le prime due condotte da una coppia di Tornado con compiti di ricognizione;

§   le cinque successive da una coppia di Eurofighter 2000 ciascuna, con funzioni di sorveglianza e difesa aerea;

§   la settima da una coppia AV-8B Plus con funzioni di difesa aerea e ricognizione.

21 aprile

Sono state effettuate sei missioni:

§   la prima, la terza e la sesta condotte da una coppia di Eurofighter 2000 con funzioni di sorveglianza e difesa aerea;

§   la seconda e la quinta da due Tornado con compiti di ricognizione;

§   la quarta due AV-8B Plus con funzioni di difesa aerea e ricognizione.

22 aprile

Sono state effettuate sette missioni:

§   la prima, la quinta e la settima condotte da una coppia di AV-8B Plus con funzioni di difesa aerea e ricognizione;

§   la seconda e la terza da due Tornado con compiti di ricognizione;

§   la quarta e la sesta da una coppia di Eurofighter 2000 con funzioni di sorveglianza e difesa aerea.

23-28 aprile

Nell’ultima settimana sono state effettuate 38 missioni.

Dal 28 aprile gli assetti militari italiani hanno aumentato la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, nell’intento di contribuire a proteggere la popolazione civile libica, sempre nei limiti previsti dal mandato dell’operazione e dalle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Il 28 aprile sono inoltre atterrati all’aeroporto di Bengasi gli istruttori italiani destinati ad operare, insieme con i colleghi britannici e francesi, a sostegno del personale libico operante nel costituendo comando operativo del CNT (Consiglio Nazionale Transitorio).

Continua l’impegno della Marina Militare:

Ø      nell’ambito della missione NATO “Unified Protector” con la portaeromobili Giuseppe Garibaldi, la fregata Libeccio, la nave rifornitrice Etna e il pattugliatore Comandante Bettica;

Ø      in applicazione dell’intesa italo-tunisina in materia di immigrazione con la corvetta “Sfinge”, la nave “San Giorgio” e un aereo Atlantic.

29 aprile

Il Ministro della difesa ha comunicato alla stampa che l’Italia fornisce gli assetti aerei alla NATO e che sarà eventualmente sempre la NATO a dare informazioni sulle missioni. “La NATO non distingue tra l'aereo francese, l'italiano, l'inglese: ha a disposizione i mezzi delle varie nazioni che partecipano alle azioni” Non sarà pertanto il Ministero della difesa italiano a “dire cosa fa l'aereo italiano rispetto al francese o all'inglese. Lo farà, se vorrà, soltanto la NATO”. Allo Stato maggiore della Difesa, il Ministro ha dato disposizioni “per proseguire nella diffusione di un comunicato settimanale. Se ci saranno notizie particolari, ci sarà anche un comunicato al giorno”.

 


Allegato

 


Le misure di interdizione navale contro la Libia

di Fabio Caffio

Era dai tempi dell’embargo navale contro l’Iraq del 1991 e contro la ex Jugoslavia del 1992 che le Nazioni Unite non decretavano un embargo navale contro un Paese violatore della legalità internazionale. In tutti questi anni non si era più fatto ricorso a quella che è una classica misura di peace-enforcing navale applicabile in alto mare ai sensi dell’articolo 42 della Carta delle Nazioni Unite, anche quando – come nel caso del conflitto tra Israele e Libano del 2006 - sarebbe forse stato necessario per rendere efficace l’azione delle Forze navali operanti sotto egida UNIFIL incaricate di impedire l’ingresso clandestino di armi in Libano. Ora il Consiglio di Sicurezza, con Risoluzione 1973 ha con decisione imboccato la strada dell’interdizione navale del traffico d’armi facente capo alla Libia nell’evidente intento di far fronte alla situazione che si creerà in futuro quando il conflitto passerà dalla fase virulenta a quella della insidiosa guerra di posizione e di destabilizzazione. Quello che si profila, in aggiunta alle operazioni di neutralizzazione aerea nella “No fly zone” ed alle altre misure sanzionatorie di natura penale e finanziaria previste dalla Risoluzione 1973, è dunque un embargo del traffico d’armi via mare. Vale a dire una misura selettiva che, pur non essendo un blocco navale indiscriminato di chiusura dei porti libici né un embargo esteso anche a forniture non militari, dovrebbe servire a tenere sotto stretto controllo i traffici marittimi del Mediterraneo e dell’adiacente Mar Rosso ad evitare il riarmo delle fazioni in lotta ed il dilagare di minacce terroristiche.

L’embargo delle armi
Il divieto di import ed export, sia diretto che indiretto, di qualsiasi tipo di armi e materiali d’armamento (esclusi quelli non letali per uso umanitario o protettivo) era stato imposto alla Libia ed a tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite dalla Risoluzione 1970. Benchè il bando fosse totale, la mancanza di strumenti coercitivi extraterritoriali rischiava – come nel caso dei vincoli imposti alla Corea del Nord dalla Risoluzione 1874 (2009- di limitarne la valenza all’applicazione spontanea da parte dei singoli Stati. Le Forze navali della Nato avevano perciò cominciato dallo scorso 10 marzo ad effettuare esclusivamente un monitoraggio del traffico marittimo in prossimità delle coste libiche senza tuttavia esercitare poteri coercitivi: qualcosa di simile alle attività condotte nel Mediterraneo orientale dalle Forze partecipanti all’operazione “Active Endeavour” in risposta alla crisi dell’11 settembre.

L’interdizione navale
Ora sarà invece possibile impedire la navigazione di un mercantile trasportante armi o materiali d’armamento diretto o proveniente dalla Libia. Le navi da guerra operanti in mare sotto l’egida delle N.U. potranno così, sulla base della Risoluzione 1973, “ to use all measures commensurate to the specific circumstances to carry out such inspections” . Questo vorrà dire, alla luce della prassi dei precedenti embarghi navali, che esse avranno il diritto in alto mare di: a) visitare ed ispezionare (visit and search) il carico sia delle navi mercantili
con bandiera di qualsiasi Stato qualora vi siano fondati sospetti che le stesse siano coinvolte in violazione dell’embargo di armi contro la Libia; b) esercitare la forza, secondo i principi della necessità e proporzionalità, nel caso che un mercantile opponga resistenza alla visita o cerchi di sfuggire; c) dirottare (divert) il mercantile , qualora risulti coinvolto nel trasporto di carichi vietati, verso un porto diverso da quello in cui era previsto lo scalo. In alternativa a questa forma di dirottamento, nel caso in cui la visita non sia possibile in mare per avverse condimeteo o per inaccessibilità del carico (si pensi al problema dei containers), la nave da controllare potrà essere instradata verso una “diversion area” costiera per la successiva eventuale adozione di provvedimenti di confisca del carico e di sequestro della nave qualora questo sia previsto dalla legislazione del Paese ove l’illecito è stato accertato.

L’area da controllare
La Risoluzione 1973 autorizza le attività di interdizione in alto mare. Non vengono stabiliti limiti geografici sicchè in teoria l’embargo potrebbe essere applicato in tutto il Mediterraneo, a seconda delle capacità delle forze navali operanti. Nulla impedirebbe peraltro alle stesse forze di effettuare azioni mirate anche in Mar Rosso considerato che la Libia confina con il Sudan e che armi possono provenire dalla penisola arabica o esservi dirette. Non a caso per molti anni la Marina statunitense ha controllato l’applicazione dell’embargo contro l’Iraq nel Golfo di Aqaba e nello stesso Mar Rosso al fine di evitare che i traffici di armi vietati dalle Nazioni Unite con la Risoluzione 665 (1990) seguissero vie indirette.

La stabilizzazione del Mediterraneo
Il Consiglio Atlantico ha approvato il piano di operazione dell’embargo lo scorso 20 marzo. A breve inizierà quindi una nuova missione navale che dovrebbe essere svolta dalla Forza Nato SNMG1 (Standing NATO Marittime Group 1) attualmente sotto comando italiano affidato al Contrammiraglio Gualtiero Mattesi imbarcato su Nave “Etna” . L’operazione –il cui termine non è al momento prevedibile- richiederà comunque uno stretto coordinamento con eventuali analoghe operazioni condotte unilateralmente da altri Stati secondo quanto espressamente stabilito dalla Risoluzione 1973. L’obiettivo primario sarà come ovvio quello dell’interdizione del traffico di armi. Ma è senz’altro ipotizzabile che il controllo stringente del traffico marittimo determinerà il blocco di tutte quelle attività illegali che si svolgono via mare. Il loro contrasto, soprattutto per quanto riguarda il terrorismo e le minacce alla sicurezza energetica, è peraltro divenuto un compito istituzionale delle Forze NATO dopo il summit di Lisbona del 2010. Se così è l’embargo navale contro la Libia va inquadrato in un ambito più vasto come strumento per la stabilizzazione del Mar Mediterraneo ad evitare che l’onda d’urto della crisi del Nord Africa si propaghi senza incontrare ostacoli verso la sponda europea.

Fabio Caffio (*)

(*) Ufficiale della Marina Militare in congedo, esperto di diritto internazionale marittimo.

 

 

 

 

 

 



[1] Fonte: Ministero della difesa, ANSA