Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento difesa
Titolo: L'impegno italiano nelle operazioni in Libia
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 222
Data: 18/04/2011
Descrittori:
DIFESA E SICUREZZA INTERNAZIONALE   LIBIA
MISSIONI INTERNAZIONALI DI PACE   ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI MILITARI
Organi della Camera: IV-Difesa

Casella di testo: Approfondimenti 

 


 

18 aprile 2011

 

n. 222/0

 

L’impegno italiano nelle operazioni in Libia

 


L’Aeronautica Militare ha fornito il proprio contributo nell’ambito dell’operazione “Odyssey Dawn” e sta ora contribuendo all’operazione “Unified Protector” della NATO. E’ stato rafforzato il sistema di sorveglianza e difesa dello spazio aereo nazionale che già normalmente l’Aeronautica Militare assicura in maniera continuativa attraverso un sistema integrato di radar e velivoli intercettori. In tutti i giorni dell’anno, infatti, in caso di allarme dato dai centri di sorveglianza aerea, i caccia intercettori delle basi di Difesa Aerea, costantemente pronti ad intervenire, decollano in pochi minuti per intercettare il velivolo “sospetto” e contrastare l’eventuale minaccia portata al territorio italiano. Tale dispositivo è stato potenziato con un maggior numero di velivoli in prontezza operativa.

Inoltre, sulla base di decisioni politiche, l’Aeronautica Militare ha svolto, con i propri velivoli, missioni a supporto della coalizione dei volenterosi e partecipa attualmente alle attività nell’ambito della missione NATO.

L’Italia ha reso immediatamente disponibili (dal 20 marzo 2011) sette basi aeree: Amendola, Gioia Del Colle, Sigonella, Aviano, Trapani-Birgi, Decimomannu e Pantelleria.

Sono stati messi a disposizione della coalizione dei volenterosi, per l'attuazione della "No Fly Zone“ nell’ambito dell’operazione Odyssey Dawn, i seguenti assetti aeronavali:

Ø         4 velivoli Tornado ECR (Electronic Combat Reconnaissance) che possono svolgere missioni di soppressione delle difese aeree nemiche sul terreno (in gergo tecnico dette SEAD - Suppression of Enemy Air Defense) mediante l’impiego di missili aria-superficie AGM-88 HARM (High-speed Anti Radiation Missile);

Ø         4 caccia F-16, che possono essere impiegati per garantire la difesa degli altri velivoli impiegati nella missione contro eventuali aerei ostili e per mantenere così una superiorità aerea per portare a termine la missione assegnata.

A supporto delle operazioni svolte dagli otto aerei sono utilizzati anche 2 velivoli Tornado IDS “tanker”, con compiti di rifornimento in volo.

L’Aeronautica Militare assicura inoltre il supporto tecnico e logistico nelle basi aeree che l’Italia ha messo a disposizione della coalizione. Infatti, sia per gli aerei italiani sia per quelli di altri Paesi che sono stati rischierati sul nostro territorio, occorre fornire una serie di servizi e attività, che includono l’assistenza tecnica, il rifornimento di carburante, il controllo del traffico aereo, il servizio meteorologico, il servizio antincendio e l’assistenza sanitaria, oltre ovviamente all’alloggiamento del personale. In proposito, l’Aeronautica Militare riferisce sul proprio sito che per ogni aeroplano opera un consistente numero di militari e civili della Difesa, fra piloti, tecnici, specialisti e personale di supporto e che, complessivamente, sono circa 5.000 i militari dell’Aeronautica impegnati nelle attività in corso.

Le missioni SEAD, di “accecamento” dei siti radar libici, condotte dai velivoli Tornado ECR dell'Aeronautica militare italiana rientrano nella tipologia di missione che ha come obiettivo quello di rendere inefficaci le installazioni di difesa aerea nemica. Il positivo esito di una missione SEAD può essere di fatto conseguito anche in funzione di deterrenza, quando nell'ambito di un'operazione aerea complessa non viene rilevata la necessità di utilizzare l'armamento in dotazione al velivolo in quanto i sistemi radar presenti sul territorio ostile vengono appositamente spenti per non essere localizzati e poi colpiti.

I caccia Tornado ECR sono infatti in grado di rilevare le radiazioni emesse dai radar della contraerea e pertanto la loro missione può considerarsi conclusa positivamente anche senza sparare quando, a causa del loro sorvolo, le forze libiche sono costrette a spegnere i siti radar per evitare che vengano individuati e colpiti. In questo modo si ottiene comunque una efficace azione di deterrenza perchè i sistemi di difesa aerea libici vengono comunque resi di fatto inoffensivi (accecati) e non possono colpire eventuali aerei della coalizione in volo.

 

La Marina Militare ha mobilitato, nell’ambito dell’operazione Odyssey Dawn (dal 20 al 26 marzo) la portaerei Garibaldi (con a bordo i caccia AV8 Harrier), il cacciatorpediniere Andrea Doria, con compiti di difesa aerea, e due unità attualmente inserite nella SNMG1, la forza marittima della NATO: la fregata Euro e il rifornitore Etna.

Dal 30 marzo, nell’ambito dell’operazione Unified Protector della NATO, l’Italia ha messo a disposizione dell’Alleanza, per il rispetto della "No Fly Zone Plus", i seguenti velivoli dell’Aeronautica militare: i velivoli italiani messi a disposizione sono:

Ø         4 velivoli Eurofigher dell'Aeronautica Militare;

Ø         4 velivoli Tornado dell'Aeronautica Militare.

I 4 caccia F16 precedentemente messi a disposizione per l'operazione "Odyssey Dawn" sono rientrati sotto controllo nazionale.

Ai velivoli dell’Aeronautica militare si aggiungono 4 velivoli AV8-B plus della Marina Militare a bordo della portaelicotteri Garibaldi;

La Marina Militare è attualmente impegnata nell'Operazione Unified Protector (dal 27 marzo) con le seguenti unità navali:

Ø         •Unità di supporto logistico Etna, sede del Comando della Forza Nato SNMG1 (Standing NATO Marittime Group 1), in questo periodo assegnato all’Italia (Contrammiraglio Gualtiero Mattesi), con un elicottero AB 212 imbarcato;

Ø         •Portaerei Giuseppe Garibaldi, con otto aerei a decollo corto ed atterraggio verticale AV 8B II plus e 4 elicotteri da pattugliamento marittimo EH 101 imbarcati;

Ø         •Fregata Libeccio, con due elicotteri AB 212 imbarcati;

Ø         •Pattugliatore d’Altura Comandante Bettica, con un elicottero AB212 imbarcato.

Tutte le unità imbarcano un team del Reggimento San Marco, particolarmente addestrato alle operazioni di controllo del traffico marittimo.

Tra le misure emanate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in seguito all'aggravarsi della crisi in Libia particolare importanza riveste la risoluzione n.1973 che prevede il blocco del traffico d'armi via mare mediante operazioni di interdizione navale. L'Ammiraglio di Squadra Rinaldo Veri, alla guida della Componente Marittima della NATO (Allied Maritime Command Naples), ha assunto il comando di una Forza Navale internazionale, costituita da 16 navi (10 fregate, 3 sottomarini, 2 navi ausiliare e la nave sede del comando) dedicata al rispetto dell'embargo sulle armi contro la Libia.

 

Sono strettamente connessi all’argomento oggetto della presente scheda i seguenti approfondimenti:

- Documentazione e ricerche n. 223/0: Cronologia dell’impegno italiano nella crisi libica (21 febbraio –18 aprile 2011)

- Documentazione e ricerche n. 224/0: Crisi libica: principali mezzi aerei e navali del dispositivo militare italiano