Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera | ||||||||
Titolo: | CODICI DEONTOLOGICI E DISCIPLINA DELLA ATTIVITA DI LOBBYING NEI PARLAMENTI DI FRANCIA, GERMANIA, REGNO UNITO E USA | ||||||||
Serie: | Materiali di legislazione comparata Numero: 28 | ||||||||
Data: | 21/05/2012 | ||||||||
Descrittori: |
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Camera dei deputati
XVI LEGISLATURA
Materiali di legislazione comparata
CODICI DEONTOLOGICI E DISCIPLINA DELLA
ATTIVITA DI LOBBYING NEI PARLAMENTI
DI FRANCIA, GERMANIA, REGNO UNITO E USA
N. 28 - Maggio 2012
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File:MLC16027
Indice
Il Code de déontologie dell’Assemblea nazionale
Il Comité de déontologie parlementaire del Senato
La disciplina dell’attività di lobbying nei due rami del Parlamento
Recenti proposte al Senato sulla prevenzione dei conflitti d’interesse dei membri del Parlamento
Le norme di comportamento dei membri del Bundestag
I codici di condotta delle due Assemblee legislative
Il codice di condotta adottato dal Parlamento scozzese
Le discipline autoregolamentari del lobbying
Il Codice di condotta della Camera dei Rappresentanti
Il Codice di condotta del Senato
Francia
Assemblée nationale, Code de déontologie ……………………………. 59
Assemblée nationale, Décision du Bureau relative
au respect du code de déontologie des députés………………………………………….. 61
Assemblée nationale, Code de conduite applicable aux représentants d’intérêts –
Nouvel article 26, paragraphe III-B de l’Instruction générale du Bureau…………………………………………….. 63
Sénat, Code de conduite applicable aux groupes
d’intérêt au Sénat…………………………………………………………………………………….. 64
Germania
Gesetz über die Rechtsverhältnisse der Mitglieder des Deutschen Bundestages – Abgeordnetengesetz, AbgG (Legge sullo status giuridico dei deputati), artt. 44a-44b (traduzione in italiano con testo a fronte)…………………………………………………………………… 66
Deutscher Bundestag, Geschäftsordnung des Deutschen Bundestages, Anlage 1 – Verhaltensregeln für Mitglieder des Deutschen Bundestages (Allegato 1 al Regolamento del Bundestag - Norme di comportamento per i membri del Bundestag) (traduzione in italiano con testo a fronte)………………………………….. 70
Deutscher Bundestag, Geschäftsordnung des Deutschen Bundestages, Anlage 2 – Registrierung von Verbänden und deren Vertretern (Allegato 2 al Regolamento del Bundestag - Registrazione delle associazioni e dei loro rappresentanti) (traduzione in italiano con testo a fronte)…………………………………. 80
Regno Unito
House of Commons, The Code of Conduct for Members of Parliament (da "The Code of Conduct together with The Guide to the Rules relating to the conduct of Members", 2009, aggiornato nel maggio 2010, HC 735)………………………………………………………… 82
House of Lords, The Code of Conduct for Members of the House of Lords (da "Code of Conduct for Members of the House of Lords and Guide to the Code of Conduct", novembre 2011, 2ª ed., HL Paper 81)…………………………………………………………………………… 90
Stati Uniti d’America
U.S. Congress (112th Congress), Rules of the House of Representatives, Rules XXIII-XXVII (Code of Official Conduct; Limitations on Use of Official Funds; Limitations on Outside Earned Income and Acceptance of Gifts; Financial Disclosure; Disclosure by Members and Staff of Employment Negotiations), 5 gennaio 2011………………………………………… 96
U.S. Congress (110th Congress), Senate Select Committee on Ethics, The Senate Code of Official Conduct (Rules 34 through 43 of the Standing Rules of the Senate), aprile 2008…………………….. 114
U.S. Code, Title 18, Chapter 11, § 207 (Restrictions on former officers, employees, and elected officials of the executive and legislative branches)…………………………………………………………… 170
(Wrongfully influencing a private entity's employment decisions by a Member of Congress) 180
Il Code de déontologie dell’Assemblea nazionale
Nell’ambito del vasto dibattito politico, sviluppatosi negli ultimi anni sul tema della prevenzione dei conflitti d’interesse delle più alte cariche pubbliche[1], anche le due assemblee del Parlamento francese hanno avviato una riflessione sulla delicata questione dei conflitti d’interesse per i parlamentari.
Il
I sei principi indicati dal codice riguardano:
· l’interesse generale della nazione e dei cittadini, che deve illuminare l’azione del deputato, con esclusione di ogni soddisfazione di un interesse privato per sé o per i suoi congiunti;
· l’indipendenza da persone fisiche o giuridiche che possano distogliere il deputato dal rispetto dei suoi doveri di parlamentare;
· l’obiettività che deve guidare il deputato nell’intervento nei confronti di una persona senza alcun’altra considerazione se non per i diritti e i meriti della persona stessa;
· la responsabilità in ragione della quale il deputato deve rendere conto delle sue decisioni e azioni ai cittadini da lui rappresentati agendo in modo trasparente;
· la probità che impone al deputato di rendere noto ogni interesse personale che possa interferire con la sua azione di parlamentare e risolvere tali conflitti d’interesse a vantaggio del solo interesse generale;
· l’esemplarità che deve contraddistinguere l’azione del deputato al fine di promuovere egli stesso i principi del codice deontologico nell’esercizio del suo mandato.
Lo
stesso
In primo luogo è prevista (art. 3) l’istituzione di un deontologo presso l’Assemblea nazionale[4], con il compito di vigilare sul rispetto dei principi stabiliti nel Codice e di consigliare i deputati in merito ad ogni questione deontologica che essi pongano. Il deontologo potrà formulare consigli e raccomandazioni nei confronti dei deputati.
In attesa di definire nel dettaglio la struttura dell’Assemblea che riceverà le dichiarazioni d’interesse a partire dalla prossima legislatura, il nuovo deontologo può già, sin da ora, intervenire a sostegno dei deputati nel caso di situazioni delicate. In particolare, egli potrà essere consultato da ciascun deputato in merito ad ogni questione riguardante possibili conflitti d’interesse o il rispetto dei principi fissati nel Code de déontologie.
Viene inoltre resa obbligatoria per tutti i deputati la presentazione di una dichiarazione d’interessi[5] all’inizio del loro mandato.
La dichiarazione, da compiersi entro trenta giorni dall’elezione e da aggiornare su iniziativa dello stesso deputato in caso di modifiche sostanziali alla sua preesistente situazione, deve rendere noti gli interessi personali del deputato, ma anche dei suoi parenti, congiunti e delle persone a lui “vicine” che possano essere in conflitto o comunque in grado d’interferire con l’esercizio delle sue funzioni parlamentari[6]. Il deputato deve dichiarare al deontologo anche i doni ricevuti o le agevolazioni delle quali abbia beneficiato se di valore superiore a 150 euro, così come i viaggi compiuti su invito di una persona fisica o giuridica (art. 4).
Qualora si verifichi un conflitto d’interessi nonostante le raccomandazioni fornite, il deontologo può investire della questione l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea; analogamente, in caso di mancato rispetto del Codice, il deontologo è tenuto ad avvertire lo stesso Bureau, a cui spetta la decisione di rendere pubblica la situazione di conflitto del deputato, consentendo in tal modo l’applicazione dell’art. 40 del Codice di procedura penale.
Il deontologo può anche essere investito dell’elaborazione di studi generali su questioni etiche poste davanti all’Assemblea. E’ inoltre previsto che il Bureau possa affidare al deontologo il compito di presentare proposte sulla trasparenza e disciplinare le modalità di organizzazione dei colloqui nei locali dell’Assemblea o dei circoli parlamentari. Il deontologo informerà regolarmente l’Ufficio di Presidenza dei suoi lavori, i quali saranno resi pubblici con la presentazione, tra l’altro, di un rapporto annuale al Bureau medesimo[7].
Il Comité de déontologie parlementaire del Senato
Presso i rappresentanti della Camera alta francese l’adozione di un codice deontologico era stata già oggetto di esame circa un anno e mezzo prima dell’istituzione del medesimo codice per i deputati. Nel novembre 2009, infatti, l’Ufficio di Presidenza del Senato aveva creato, con l’Arrêté del 25 novembre 2009, un Comité de déontologie parlementaire, composto da un rappresentante per ciascun gruppo politico.
Il Comitato ha funzioni consultive ed è competente per le questioni deontologiche relative al mandato parlamentare e al funzionamento del Senato.
Su domanda del Presidente del Senato o del suo Ufficio, il Comitato adotta pareri su situazioni particolari o su temi più generali relativi all’etica parlamentare. Il Comitato viene ricostituito ad ogni rinnovo triennale del Senato e nessun membro può restare in carica per più di due mandati.
I membri del Comitato non percepiscono alcuna indennità, né usufruiscono di altri benefici.
La disciplina dell’attività di lobbying nei due rami del Parlamento
In seguito ad alcuni episodi occorsi, sia l’Assemblea nazionale che il Senato hanno deciso di adottare delle norme più rigorose per regolare meglio le attività dei gruppi di pressione al loro interno e mirare perciò al raggiungimento dei seguenti obiettivi: garantire una maggiore trasparenza della vita politica, eliminare ogni sospetto sui rapporti tra parlamentari e gruppi d’interesse, limitare gli strumenti suscettibili di essere utilizzati da questi ultimi per convincere i parlamentari della fondatezza delle loro posizioni (pranzi, regali, viaggi di studio, etc.).
Il Bureau
dell’Assemblea nazionale ha adottato, il
Le nuove regole prevedono che i rappresentanti di interessi pubblici o privati, iscritti in un elenco fissato dal Bureau o da una sua delegazione competente, dispongano di badges - validi un’intera giornata - che danno diritto ad entrare a Palais Bourbon con accesso alla Grande Rotonda, al Salone della Pace e alla Sala delle Quattro Colonne (ad eccezione, per quest’ultima, del martedì e del mercoledì) un’ora prima dell’inizio della seduta pomeridiana e fino a mezz’ora dopo la fine del question time o una votazione per scrutinio palese (Instruction générale du Bureau, art. 26, par. III-B).
Per la richiesta d’iscrizione nell’elenco sopra citato i rappresentanti delle lobbies sono tenuti, insieme al loro datore di lavoro, a riempire un formulario relativo alle informazioni sulle loro attività e sugli interessi dei quali sono rappresentanti e indirizzare la richiesta al Segretario generale della Presidenza.
Tutti i “lobbisti” devono anche sottoscrivere il Codice di condotta.
L’istruttoria delle domande è seguita dalla delegazione incaricata dei rappresentanti d’interessi e spetta all’Ufficio di Presidenza, o alla sua delegazione, la decisione relativa all’iscrizione nell’elenco.
Il
I nomi ammessi nell’Elenco dei rappresentanti d’interessi, e gli interessi che essi rappresentano, sono messi on line sul sito internet dell’Assemblea nazionale.
In caso di mancato rispetto del Codice di condotta, il Bureau, sulla base di un rapporto della sua delegazione incaricata dei rappresentanti di interessi, potrà decidere di ritirare dalla lista, a titolo provvisorio o definitivo, il rappresentante inadempiente o trasgressore.
Il dispositivo non esaurisce i contatti che i rappresentanti dei gruppi di pressione possono avere con i deputati al di fuori di Palais Bourbon o all’interno della stessa Assemblea nazionale sulla base di un appuntamento.
Il
La disciplina dell’attività dei gruppi d’interesse si basa su tre testi:
· un nuovo capitolo dell’Instruction générale dell’Ufficio (Chapitre XXII bis), secondo il quale “il diritto d’accesso al Senato è accordato, nelle condizioni determinate dai Questori, ai rappresentanti d’interessi iscritti in un pubblico registro che si impegnano a rispettare un codice di condotta definito dall’Ufficio”;
· un codice di condotta applicabile ai rappresentanti d’interessi per quanto riguarda il loro comportamento professionale e i loro rapporti con i senatori (Code de conduite applicable aux groupes d’intérêts au Sénat); oltre alle modalità di tenuta del registro, il codice prevede diversi obblighi e divieti di carattere deontologico, tra i quali il divieto di utilizzare “mezzi fraudolenti o sleali” o di presentare ai senatori informazioni “volontariamente incomplete o inesatte destinate a indurli in errore”;
· un arrêté de Questure che regola le condizioni di accesso dei rappresentanti di interessi ai locali del Palais du Luxembourg, sede del Senato (Arrêté de Questure n. 2010-1258 del 1° dicembre 2010).
Il codice di condotta prevede anche la pubblicazione sul sito internet del Senato degli inviti all’estero indirizzati ai senatori, ai loro collaboratori ed ai funzionari del Senato. Inoltre su ogni spostamento preso in esame da un’istanza del Senato (commissione, delegazione, etc.) a seguito di invito da parte di un organismo esterno, il presidente di tale istanza è tenuto a informare l’Ufficio del Senato.
Il mancato rispetto delle regole di deontologia fissate dal Codice di condotta può determinare l’eventuale ritiro del diritto di accesso al Senato.
Recenti proposte al Senato sulla prevenzione dei conflitti d’interesse dei membri del Parlamento
Anche il Senato ha istituito nel 2010 un Gruppo di lavoro sui conflitti d’interesse[8].
Il Gruppo di lavoro ha presentato il
Le norme di comportamento dei membri del Bundestag[9]
L’Allegato n.
1 al Regolamento del Bundestag (Anlage
1 – Verhaltensregeln für Mitglieder des Deutschen Bundestages)[10]rappresenta una sorta di codice di
condotta dei parlamentari. Le norme di comportamento in esso contenute, così
come previsto dal § 18 del Regolamento,
formano parte integrante del Regolamento stesso. Introdotte nel 1972, esse sono
state da ultimo emendate nel
Il fatto che i deputati siano obbligati a porre al centro della loro attività l’esercizio del mandato parlamentare non esclude quindi che essi possano svolgere, parallelamente, un’altra professione.
Molte attività, del resto, sono note ai cittadini già dal tempo della campagna elettorale. I candidati al Bundestag propagandano anche la loro attività professionale, la loro appartenenza a società, associazioni, unioni sindacali e gruppi di interesse, in modo da rendere visibili il loro radicamento e il loro impegno nella società. Non appena eletti deputati, tutti questi impegni diventano “attività collaterali” (Nebentätigkeiten), che non possono né devono in alcun modo creare dipendenza e influenzare il libero mandato parlamentare, soprattutto se entrano in gioco interessi finanziari che possono mettere a repentaglio l’indipendenza e la credibilità del Parlamento.
Da molti anni la prassi e la giurisprudenza concordano sul fatto che i compiti di un deputato debbano rappresentare un lavoro a tempo pieno. Rientra però nella sfera di libertà del parlamentare la possibilità di continuare a svolgere una professione che nella maggior parte dei casi egli ha già esercitato in precedenza. L’incompatibilità tra attività ed esercizio del mandato vale solo per i dipendenti dello Stato, che sono collocati in aspettiva in seguito all’accettazione del mandato. D’altronde, il legislatore ha deciso di consentire l’esercizio di un’attività professionale parallela, anche al fine di rendere più attrattivo il mandato parlamentare per tutte le categorie professionali, di rafforzare l’indipendenza dei deputati e di poter mettere a frutto le loro esperienze professionali.
In considerazione del giustificato interesse dei cittadini nei confronti di una maggiore trasparenza all’interno del Parlamento, si è giunti ad una formulazione più chiara inasprendo, nel contempo, le disposizioni concernenti l’obbligo di denunciare e rendere pubbliche le attività e i proventi dei deputati, contenute nell’Abgeordnetengesetz e nelle regole di condotta allegate al Regolamento del Bundestag. In base alle norme di comportamento attualmente vigenti, tutti i deputati sono obbligati, senza soluzione di continuità, a notificare al Presidente del Bundestag singole attività e funzioni esplicate in concomitanza con il mandato parlamentare. L’obbligo riguarda in particolare l’attività professionale da ultimo esercitata e l’appartenenza ad organi direttivi, a consigli di amministrazione e ad altri comitati. Soggetti all´obbligo di notifica e di pubblicazione non sono soltanto le attività in ambito imprenditoriale, ma anche quelle svolte in enti ed istituti di diritto pubblico. Gli azionisti di società di capitali devono rivelare le loro partecipazioni soltanto se le quote azionarie in loro possesso raggiungono il 25%. Vanno dichiarate anche le attività a titolo onorifico, come ad esempio quelle dei membri dei consigli di amministrazione di associazioni e federazioni di rilevanza non esclusivamente locale o di coloro che, all´interno di queste, svolgono funzioni direttive o di consulenza.
Oltre alle attività collaterali, cioè quelle svolte parallelamente all’esercizio del mandato parlamentare, devono essere dichiarati anche gli introiti da queste derivanti a partire da una soglia minima di 1.000 euro al mese oppure di 10.000 euro all´anno. In concreto, tuttavia, questi proventi non vengono indicati nel loro reale ammontare, ma solo riferiti a tre livelli progressivi di entrate: la prima fascia riguarda gli introiti compresi tra 1.000 e 3.500 euro; la seconda quelli tra 3.501 e 7.000 euro; la terza ed ultima quelli eccedenti 7.000 euro.
Le dichiarazioni presentate dai deputati in adempimento degli obblighi previsti nelle norme di comportamento sono pubblicate nel Manuale ufficiale (parte seconda) e sul sito del Bundestag, nelle pagine dedicate alle schede biografiche dei singoli parlamentari.
Al Presidente del Bundestag sono attribuiti poteri sanzionatori nel caso in cui i deputati non osservino i loro doveri. Le sanzioni in cui possono incorrere vanno dalla semplice ammonizione (Ermahnung) al pubblico rimprovero (öffentliche Rüge), fino all’inflizione di ammende (Ordnungsgelder). La procedura di accertamento dell’infrazione con l’eventuale determinazione di sanzioni, dettagliatamente illustrata nel § 8 delle norme di comportamento, avviene per gradi: se un’infrazione è giudicata dal Presidente del Bundestag di “minore gravità o di colpa lieve” (ad esempio, il superamento dei termini stabiliti per effettuare la notifica), il deputato interessato viene ammonito; qualora invece l’infrazione sia ritenuta più grave, l’Ufficio di Presidenza, dopo aver ascoltato il deputato interessato, verifica la sussistenza o meno di una violazione delle norme di comportamento. La constatazione che siano stati effettivamente violati i doveri previsti dalle norme di comportamento, fatte salve ulteriori sanzioni di cui al § 44a della legge sullo status giuridico dei deputati, viene pubblicata come stampato del Bundestag. La dichiarazione dell’inesistenza della violazione viene invece pubblicata solo nel caso in cui lo richieda il membro del Bundestag interessato. Infine, nel caso in cui attività o redditi soggetti ad obbligo di notifica non vengano dichiarati, l’Ufficio di Presidenza può comminare una sanzione pecuniaria, il cui ammontare può eguagliare la metà dell’indennità annuale di deputato. Spetta poi al Presidente del Bundestag rendere esecutiva l’ammenda mediante un atto amministrativo.
Successivamente all’inizio della 16a legislatura e
all’entrata in vigore delle nuove regole sulla trasparenza delle attività
svolte dai deputati, il
Sulla questione della denuncia delle attività svolte parallelamente al mandato parlamentare e dei proventi da queste derivanti è intervenuto anche il Tribunale costituzionale federale che, con la sentenza del 4 luglio 2007, ha respinto con il voto di quattro giudici contro quattro, i ricorsi presentati da nove deputati eletti nella 16a legislatura che hanno sollevato, nei confronti del Bundestag, l’incompatibilità costituzionale del § 44a, comma 1, della Abgeordnetengesetz relativo all’esercizio del mandato parlamentare, delle disposizioni relative alla denuncia e alla pubblicazione delle attività professionali e degli introiti percepiti dai deputati, contenute nei §§ 44a, comma 4, e 44b della legge sopra citata e nei §§ 1 e 3 dell’Allegato 1 al Regolamento del Bundestag, nonché delle disposizioni applicative emanate dal Presidente del Bundestag e delle sanzioni previste nella legge sopra citata e nel § 8 dell’Allegato 1. I ricorrenti ritenevano che tutte queste disposizioni, introdotte dalle modifiche del 2005, non fossero conformi, in particolare, alle garanzie dello status di deputato sancite nell’art. 38, comma 1, secondo periodo (divieto di mandato imperativo) e nell’art. 48, comma 2[12] della Legge fondamentale. Quello che tuttavia emerge nella sentenza del Tribunale costituzionale e che sembra conciliare in ultima analisi le posizioni dei due blocchi contrapposti al suo interno, è la necessità che i deputati si impegnino ad affrontare i pericoli che minacciano l’indipendenza dell’esercizio del mandato parlamentare. Secondo i giudici costituzionali il mandato parlamentare deve essere posto al centro dell’attività di ciascun deputato, il quale è pertanto obbligato ad evitare i conflitti di interesse che potrebbero insorgere a seguito di attività remunerate svolte al di fuori del mandato. La sentenza esorta quindi i deputati, qualora fosse necessario ma anche in caso dubbio, a non intraprendere attività che potrebbero dar luogo a tali conflitti piuttosto che rinunciare all’esercizio del mandato parlamentare.
Il Bundestag
è stato il primo Parlamento in Europa a prevedere disposizioni
specifiche volte a regolare i rapporti istituzionali con i gruppi di pressione.
In attuazione di una decisione del
Al momento dell’iscrizione, i rappresentanti dei gruppi di pressione devono fornire le seguenti indicazioni: nome e sede dell’associazione; composizione della presidenza e degli altri organi direttivi; ambito di interesse dell’associazione; numero dei membri; nome dei rappresentanti dell’associazione; indirizzo dell’ufficio presso la sede del Bundestag e del Governo federale. Questi dati vanno inseriti in un apposito modulo di registrazione (Meldeformular), che può essere utilizzato anche per successive modifiche. Il modulo sottoscritto, insieme allo statuto dell’associazione da registrare - nel caso in cui esso rappresenti la base giuridica di quest’ultima -, deve essere inviato per iscritto e a mezzo posta all’archivio parlamentare.
È importante sottolineare che il registro delle associazioni non ha alcuna rilevanza giuridica. È infatti stato istituito allo scopo di garantire la trasparenza dell’attività di lobbying in ambito parlamentare e di fornire all’occorrenza un supporto informativo per i lavori del Bundestag e delle commissioni. Come disposto dal Regolamento parlamentare, l’inserimento nella lista non conferisce automaticamente al gruppo accreditato il diritto di pretendere un trattamento privilegiato, né quello di essere audito dalle commissioni parlamentari. Il Bundestag può infatti decidere di sospendere unilateralmente la validità della tessera di riconoscimento per accedere agli uffici parlamentari e, d’altra parte, le commissioni possono, nel caso lo ritengano necessario, invitare alle riunioni anche associazioni o esperti che non sono iscritti nel registro.
In base ad una decisione adottata dal Presidium del
Bundestag il
Il Regolamento parlamentare stabilisce che la lista debba essere pubblicata annualmente dal Presidente del Bundestag in un supplemento della Gazzetta ufficiale federale (Bundesanzeiger)[14]. Attualmente figurano nel registro, consultabile anche sul sito internet del Bundestag, 2108 associazioni[15]. Col passare degli anni, il numero di iscritti è sensibilmente aumentato (all’inizio i gruppi registrati erano 635, nel 1996 erano diventati 1614) e si sono ampliati i campi d’interesse in cui operano tali organizzazioni. Inizialmente il ruolo principale era svolto dalle lobby del settore primario e secondario, vale a dire del mondo economico agricolo e industriale. Oggi si rileva una maggiore partecipazione del settore terziario e, in particolare, di organizzazioni non governative impegnate nella tutela dell’ambiente e nel volontariato che necessitano dell’accredito del Parlamento per poter svolgere ufficialmente attività politica a livello federale.
Oltre alle audizioni formali in commissione, i principali momenti di contatto e di confronto tra parlamentari e rappresentanti di gruppi di interesse hanno luogo durante le c.d. “serate parlamentari” (Parlamentarische Abende): si tratta di riunioni informali tra deputati, ministri e rappresentanti delle lobby, che vengono organizzate nel corso delle sessioni parlamentari per agevolare lo scambio diretto di informazioni fra politici ed esperti sui temi più svariati.
I codici di condotta delle due Assemblee legislative
I membri delle due assemblee del Parlamento nazionale sono tenuti al rispetto dei principi enunciati nei codici di condotta[16] adottati da ciascuna Camera in attuazione delle raccomandazioni formulate nel 1995 dal Committee on Standards in Public Life (noto anche come Nolan Committee, dal nome del suo presidente), preposto dal Governo, allora presieduto da John Major, all’elaborazione di canoni deontologici applicabili a chiunque detenesse cariche pubbliche.
Risale infatti al rapporto finale[17] del Nolan Committee, pubblicato nel maggio del 1995, l’enunciazione dei principi di trasparenza, integrità, disinteresse personale ed onestà nella vita pubblica di cui, negli anni successivi, è stato perseguito il generalizzato radicamento presso gli organi rappresentativi e l'Esecutivo, così come in ogni ente preposto alla cura di interessi pubblici.
Con riferimento specifico ai parlamentari, il Nolan Committee individuò standards di condotta orientati a
garantirne l’indipendenza, nel presupposto che questa potesse essere messa in
dubbio, ad esempio, dallo svolgimento di consulenze retribuite o dai rapporti
con esponenti o rappresentanti di lobbies;
Dei basilari “sette principi della vita pubblica” inizialmente enunciati dalla Commissione Nolan (Seven Principles of Public Life)[18], vengono in rilievo particolare quelli riferiti alla Selflessness, alla Integrity e alla Honesty[19].
In virtù del primo principio, "i detentori di cariche pubbliche debbono agire solamente in nome del pubblico interesse, e non al fine di perseguire benefici economici o di altra natura per sé stessi o i loro familiari o amici"; in base al secondo, essi "non debbono assumere obblighi di natura economica o di altro tipo verso persone od organizzazioni esterne che potrebbero tentare di influenzarli nello svolgimento del loro ufficio". Il terzo, infine, fa obbligo ai medesimi di "dichiarare ogni privato interesse correlato alle loro cariche pubbliche, e di adoperarsi per risolvere ogni conflitto in maniera da tutelare l'interesse pubblico".
Le conformi previsioni contenute nel codice di condotta parlamentare si ispirano al principio della pubblicità degli interessi (disclosure of interest), perseguito attraverso l'obbligatoria declaration and registration of interests presso l'ufficio del Register istituito in ciascuna Camera[20]. Ne consegue, per i membri del Parlamento (anche qualora ricoprano cariche governative), l’obbligo di dichiarare ogni fonte di remunerazione od interesse finanziario collegati all’assolvimento di incarichi ricevuti nella loro titolarità e capacità di componente di un’Assemblea legislativa (advocacy rule[21]).
Più di recente, talune difficoltà riscontrate
nell’interpretazione e nell’applicazione dei precetti del codice concernenti i
rapporti tra singoli parlamentari e soggetti esterni al Parlamento hanno
indotto
Le modifiche conseguentemente riportate nella versione aggiornata del codice e delle correlate linee guida consistono, innanzitutto, nella delimitazione del suo campo applicativo alle attività svolte dall’interessato nel contesto della sua vita pubblica, con espressa esclusione delle vicende private e personali. Posta questa generale premessa, le linee guida dedicano una serie di previsioni (sotto il titolo “Lobbying for reward and consideration”) idonee a precisare la portata delle regole di condotta, relativamente alla partecipazione ai lavori dell’Assemblea del parlamentare che abbia ricevuto remunerazioni da soggetti esterni in cambio di decisioni loro favorevoli; di tali regole è altresì precisato il campo di applicazione con riguardo all’ipotesi in cui gli interessi trattati siano riferibili al collegio elettorale del parlamentare[22].
Nella sua articolazione interna, il codice della Camera dei Comuni individua, in una parte generale, i “doveri pubblici dei Membri” e ne fissa i “principi generali di comportamento” facendo rinvio ai noti “sette principi”; enuncia quindi le “regole di condotta”, che si sostanziano, in sintesi, nel costante perseguimento dell’interesse pubblico anche se confliggente con quello personale, nel divieto di avvalersi di relazioni istituzionali o di informazioni acquisite nell’espletamento del mandato per trarne vantaggi privati, nonché nel divieto di svolgere attività parlamentari sulla base di incarichi in qualsiasi forma remunerati da soggetti esterni. Il codice stabilisce inoltre gli obblighi (di trasparenza e di cooperazione) del parlamentare dinanzi al Parliamentary Commissioner for Standards e al Committee on Standards and Privileges in relazione all’accertamento di eventuali violazioni del codice.
La parte del testo deontologico costituita dalla guida applicativa (Guide to the Rules relating to the Conduct of Members) contiene l’elenco dettagliato dei registrable interests, ovvero delle attività professionali, degli interessi patrimoniali e di altri elementi personali di cui il membro dei Comuni deve rendere dichiarazione. Il registro è ordinato in base a 12 categorie tipologiche, nelle quali rientrano: i dati concernenti le attività professionali remunerate o comunque produttive di benefici finanziari (cariche direttive societarie, libere professioni, impieghi); i clienti del parlamentare che professionalmente svolga attività di consulenza; le donazioni ricevute ed ogni altra forma di contributo finanziario o di aiuto materiale, se di valore superiore a soglie determinate[23]; i doni e l’ospitalità di cui, in ragione del suo mandato e nel contesto della sua attività, ha beneficiato il parlamentare (oppure il suo coniuge o partner), e i viaggi effettuati all’estero, se di valore superiore all’1% dell’indennità; le proprietà immobiliari; il possesso di quote azionarie (dell’interessato, del coniuge o partner o del figlio a carico); le transazioni finanziarie soggette a notifica (controlled transactions) in applicazione del Political Parties, Election and Referendum Act 2000; i familiari impiegati in rapporti di lavoro remunerati mediante l’indennità parlamentare; ed ogni altro interesse che, sebbene non espressamente menzionato, sia rilevante rispetto alle finalità di trasparenza del codice.
Il quadro vigente delle regole di condotta poste all’osservanza dei membri della Camera dei Comuni è dunque il risultato dell’originario recepimento dei celebri seven principles e dei successivi adattamenti e aggiornamenti della disciplina regolamentare, la cui più recente revisione ha avuto luogo, con riguardo ad alcuni aspetti di natura economico-finanziaria della condotta dei parlamentari, a seguito dell’entrata in vigore del Parliamentary Standards Act 2009.
Approvata in un clima politico caratterizzato dalle
reazioni dell’opinione pubblica circa taluni abusi riportati dalla stampa
relativamente all’uso improprio dei rimborsi spese erogati a membri della House of Commons e dalle successive
dimissioni dello Speaker della stessa
Camera (il
Proprio i profili concernenti il confine tra l’ambito delle prerogative parlamentari (parliamentary privileges) e quello della giurisdizione ordinaria hanno assunto, durante l’esame del progetto di legge, rilievo particolare, dal momento che la nuova legge qualifica come reati, e sanziona penalmente, gli atti e i comportamenti imputabili al membro della Camera che abbia omesso di dichiarare i propri interessi, abbia accettato danaro od altri benefici per sostenere determinati interessi nella sua attività parlamentare, oppure abbia dichiarato il falso per ottenere indennità o rimborsi dalla Camera di appartenenza (false allowance claims). Di qui l’esigenza di contemperare l’autonomia della Camera (exclusive cognisance of internal affairs), radicata nella tradizione costituzionale britannica, con disposizioni legislative dirette ad introdurre limiti e controlli in tale ambito.
Le competenze in materia di trattamento economico dei
membri dei Comuni, nonché il controllo sul rispetto delle correlate regole di
pubblicità, sono stati attribuiti ad un nuovo organo,
Sul rispetto delle regole di trasparenza finanziaria da parte dei membri della Camera, e sulla legittimità del trattamento economico ad essi corrisposto, vigila un diverso soggetto, il Commissioner for Parliamentary Investigations: in posizione esterna rispetto all’amministrazione parlamentare, ma attenendosi a regole procedurali stabilite dall’IPSA, questo organo monocratico può, ad esito di accertamenti e previo esame delle deduzioni dell’interessato, esigere la restituzione dell’indebito, ordinare la rettifica o l’aggiornamento dei dati del deputato nel Register of Members’ Interests o, qualora questi non aderisca spontaneamente alle conclusioni dello stesso Commissioner, deferirlo all’organo parlamentare competente – il Committee on Standards and Privileges - per l’esercizio nei suoi confronti dei poteri disciplinari.
L’innovazione legislativa si è dunque limitata a modifiche minime del sistema previgente, tali da mantenere inalterati (nelle parole del Ministro della Giustizia) “gli attuali rapporti tra il Parlamento e le corti”; le disposizioni introdotte, d’altra parte, precludono ogni interpretazione del loro testo riduttiva delle prerogative parlamentari affermate dal Bill of Rights del 1689 (con specifico riferimento all’articolo 9 di questo testo costituzionale, secondo cui “Members and Peers should be able to speak and act freely in Parliament”). Non v’è dubbio, tuttavia, che l’intervento legislativo del 2009 abbia avuto incidenza sul sistema della deontologia parlamentare, sia determinando un aggiornamento delle sue regole, sia sottraendo la materia all’esclusiva e autonoma competenza della Camera dei Comuni (alla quale solamente la legge si applica, in attesa di future decisioni estese alla Camera Alta e ai membri nazionali del Parlamento europeo).
Il codice di condotta adottato dal Parlamento scozzese
Analoga impostazione caratterizza la disciplina adottata dal Parlamento scozzese, che ha nel 2000 approvato (ed aggiornato nell’aprile 2011) un codice di condotta per i propri membri. Alla stessa stregua del codice vigente per il Parlamento di Westminster, il Code of Conduct for Members of the Scottish Parliament pone obblighi di trasparenza attraverso la previa registrazione degli interessi dei parlamentari e fa espresso divieto della paid advocacy, ossia dello svolgimento, nel quadro dei lavori parlamentari, di attività per le quali siano previste forme di remunerazione da parte di soggetti esterni.
Purché ciò non comporti benefici economicamente apprezzabili per il parlamentare, la regola non preclude il sostegno che possa essergli fornito da soggetti esterni, nella forma, ad esempio, dell’assistenza per la redazione di un progetto di legge o di un generico ausilio amministrativo per lo svolgimento dei suoi compiti.
Il codice di condotta del Parlamento scozzese contempla anche alcune regole che riguardano in modo più specifico le attività delle lobbies, benché queste vengano in considerazione, come già osservato con riferimento al Parlamento nazionale, nella prospettiva del contegno che rispetto ad esse deve assumere il parlamentare. Se, infatti, l’attività dei gruppi di pressione è ritenuta nel codice non confliggente, in linea di principio, con i compiti istituzionali dell’Assemblea legislativa (nel presupposto che sia anzi da incoraggiare la partecipazione dei privati e dei corpi sociali ai processi decisionali), è d’altra parte da garantire la trasparenza e la probità dei medesimi processi. Tale obiettivo può essere inficiato, con conseguente discredito del Parlamento – si legge nel codice scozzese -, allorché suoi membri si trovino ad interagire in modo non trasparente con forme di rappresentanza degli interessi che possono, peraltro, coincidere con i diretti esponenti degli interessi rappresentati oppure con organizzazioni professionali incaricate di tale compito (commercial lobbists). A questo riguardo il codice impone, tra i canoni deontologici che devono osservarsi in questi casi, di non riservare un trattamento preferenziale alle organizzazioni di natura professionale rispetto alle altre; di bilanciare le deduzioni ricevute da un determinato gruppo con le differenti opinioni acquisite da altri gruppi; di redigere e conservare una minuta degli incontri effettuati con tali soggetti, avvalendosi se del caso di un proprio assistente.
La violazione di tali obblighi da parte del parlamentare, in relazione alla quale il codice prevede la possibilità di ricorsi e segnalazioni inoltrati allo Standards Commissioner da qualunque cittadino vi abbia interesse, può comportare, ad esito di un articolato procedimento, l’irrogazione di sanzioni da parte degli organi parlamentari e costituisce, inoltre, reato penalmente sanzionabile.
Le discipline autoregolamentari del lobbying
L’ordinamento del Regno Unito non contempla una specifica disciplina delle attività di lobbying, fenomeno la cui individuazione, nel dibattito in materia, sconta divergenze interpretative riguardo alle attività - definite anche di public affairs o di public relations - che ad esso debbono tipicamente correlarsi; né sono previste forme obbligatorie di registrazione dei soggetti che tali attività esercitano.
Il tema, già posto in rilievo, come si è detto, dal Nolan Committee nel più generale contesto delle regole di comportamento da osservarsi nella “vita pubblica”[25], è stato oggetto di una specifica indagine avviata nel 2007 dal Public Administration Committee della Camera dei Comuni, che formulò nella relazione finale raccomandazioni volte a garantire la trasparenza delle decisioni governative rispetto all’influenza di interessi esterni, tra cui quella di istituire un registro pubblico delle lobbies e dei rispettivi agenti o rappresentanti[26].
Sulla base di valutazioni diverse, e nel presupposto che i rapporti tra i gruppi di interesse e le autorità pubbliche fossero già soggiacenti alle generali regole di trasparenza prescritte dal Freedom of Information Act 2000, il Governo ritenne di non dare seguito alla proposta della commissione parlamentare[27]; la stessa commissione Nolan, d’altra parte, aveva a suo tempo formulato parere negativo relativamente all’istituzione di un registro delle lobbies operanti in ambito parlamentare, poiché ciò avrebbe potuto ingenerare nel pubblico l’erronea opinione - con il rischio inoltre di agevolare possibili discriminazioni e distorsioni – che l’unico modo, o quantomeno il più efficace, di entrare in contatto con la rappresentanza politica fosse quello di ricorrere alla mediazione dei gruppi di pressione così formalizzati e ai loro esponenti.
Le considerazioni del Public Administration Committee, ribadite nel
Norme autodisciplinari sono state adottate, in particolare, dalla Association of Professional Consultant (APPC), in recepimento anche delle note raccomandazioni formulate nel 1991 dal Committee on Standards in Public Life. Esse prevedono per le società aderenti – la maggior parte di quelle operanti nel settore della “consulenza politica” - l’iscrizione in un apposito registro e l’impegno a conformare il proprio operato a criteri di trasparenza, che comportano, tra l’altro, la regolare pubblicazione dell’elenco dei clienti che si avvalgono dei loro servizi. Il codice di condotta APPC (aggiornato nel luglio 2010), inoltre, pone alle società aderenti il divieto di assumere membri del parlamento nazionale, europeo o delle assemblee legislative regionali, e di remunerarli in modo diretto o indiretto; al fine di evitare ogni indebita commistione tra la loro attività professionale e l’assunzione di ruoli politici, i political consultants sono altresì tenuti a mantenere la più rigorosa separatezza tra i due ambiti.
Analoga emanazione di norme deontologiche destinate ai propri aderenti ha avuto luogo da parte delle altre maggiori associazioni di categoria: possono menzionarsi, rispettivamente, le regole “di buona pratica” (Best practices guides) della Public Relations Consultancy Association (PRCA), ordinate con riferimento a singoli aspetti operativi, e il codice di condotta adottato dal Chartered Institute of Public Relations (CIPR); nel secondo testo, aggiornato nell’ottobre 2011, sono enunciati i principi di onestà, lealtà, trasparenza, integrità e confidenzialità a cui devono attenersi i soci con l’obiettivo di preservare la reputazione dell’associazione, ed è posto ad essi l’obbligo dichiarato di rispettare le leggi e le prescrizioni di ogni Paese in cui si trovino ad operare. D’altra parte, regole operative e di pratica professionale hanno trovato conforme espressione nei documenti deontologici autonomamente adottati da singole imprese del settore ad integrazione dei codici delle associazioni di categoria[29].
In assenza di una specifica disciplina legislativa delle attività poste in essere dai gruppi di pressione, le discipline deontologiche (oggetto di costante riflessione per quanto concerne la loro adeguatezza ed efficacia nel settore privato[30]), vengono in rilievo, inoltre, quali fonti di obblighi generali in materia di conflitti di interesse, alla cui osservanza sono tenuti i possibili destinatari – i “soggetti passivi” - delle attività delle lobbies al fine di prevenire ogni interferenza tra interesse pubblico ed interessi privati; tali obblighi sono stati trasposti nei codici di condotta destinati rispettivamente al pubblico impiego e ai membri di Governo nonché, come si è gia esposto, nelle regolamentazioni interne delle Assemblee legislative.
Sul versante della pubblica amministrazione, le
regole al cui rispetto sono tenuti i funzionari hanno il diretto antecedente
nei principi a suo tempo dettati dal Nolan
Committee, ma si caratterizzano per la cogenza che deriva dal loro
specifico consolidamento nel Civil
Service Code, emanato inizialmente nel 1996 e munito di base
legislativa dal novembre 2010, secondo quanto disposto dall’art. 5 del Constitutional Reform and Governance Act
Le regole di comportamento derivate dai già richiamati “sette principi della vita pubblica”, infine, connotano l’impianto deontologico delle previsioni in materia di lobbying al cui rispetto sono tenuti, in ragione del loro status, i soggetti che rivestono cariche di governo oppure siano membri del Parlamento.
Ai primi si applica il Ministerial Code (aggiornato nel maggio 2010, subito dopo l’insediamento dell’attuale Governo liberal-conservatore), che individua in dettaglio comportamenti dai quali astenersi in quanto possono esporre il beneficiato al rischio, reale od apparente, di influenze estranee o determinare l’insorgenza di conflitti di interesse: in particolare, agli ex-ministri è espressamente precluso lo svolgimento di attività di lobbying per il biennio successivo alla cessazione della carica, e l’accettazione da parte loro di incarichi nello stesso periodo è in ogni caso sottoposta al vaglio di una commissione ad hoc , l’Advisory Committee on Business Appointments (art. 7.25).
Ai membri del Parlamento, come si è già evidenziato, si applicano il Code of Conduct e le correlate risoluzioni della Camera di appartenenza, che a tutela della dignità e dell’indipendenza dell’istituzione dichiarano la totale incompatibilità con il mandato parlamentare della paid advocacy e di ogni attività parlamentare svolta nell’esclusivo interesse di soggetti esterni e da questi remunerate.
Il Codice di condotta della Camera dei Rappresentanti
Il codice di condotta ufficiale (Code of Official Conduct), adottato
nel 1968 dalla Camera dei Rappresentanti (House
of Representatives), è parte integrante del regolamento
della Camera (ultima versione del
Ai sensi di tale disciplina, i membri e i dipendenti[32] della Camera devono comportarsi sempre in maniera da riflettere rispettabilità nei confronti dell’istituzione cui appartengono: essi non possono ricevere compensi, né accettare regali e onorari per pronunciare discorsi e scrivere pubblicazioni o attività simili, tranne nei casi espressamente consentiti. Un membro o dipendente della Camera non può ricevere compensi né ricevere vantaggi di alcun tipo, la cui accettazione potrebbe derivare dall’influenza impropriamente esercitata per la sua posizione nel Congresso. Essi devono conformarsi e aderire allo spirito del regolamento parlamentare, devono inoltre tenere separati i propri fondi personali da quelli usati per le campagne elettorali e non usare questi ultimi per fini personali. Quando un membro o dipendente della Camera ha accesso a informazioni riservate, si impegna con un preciso giuramento a non rivelare tali informazioni senza autorizzazione della Camera. Anche l’utilizzo di mezzi aerei da parte dei deputati è oggetto di disciplina, con precise indicazioni di spesa ed elencazione delle condizioni di utilizzo e di pagamento[33].
La regola XXIII è integrata dalle successive norme del regolamento, in materia di:
· limitazioni all’uso di fondi ufficiali (limitations on use of official funds) (rule XXIV);
· limitazioni ai redditi esterni e all’accettazione di regali (limitations on outside earned income and acceptance of gifts) (rule XXV);
· dichiarazione della situazione finanziaria (financial disclosure) (rule XXVI).
I membri della Camera non possono disporre di un conto d’ufficio non ufficiale per ricevere fondi. Sono, inoltre, stabilite delle limitazioni all’utilizzo di corrispondenza in franchigia e la spedizione di grandi quantità di posta (mass mailing) con tariffe ridotte deve essere preventivamente sottoposta al vaglio della Commission on Congressional Mailing Standards, che valuta se la spedizione risponde ai requisiti previsti dalla legge o dal regolamento (rule XXIV).
Un membro o dipendente della Camera dei Rappresentanti non può avere redditi esterni annuali che eccedano il 15% dello stipendio base fissato per alcune cariche pubbliche[34], né ricevere onorari, ad eccezione di alcuni dipendenti della Camera. Un membro o dipendente della Camera non può ricevere, tra l’altro, compensi per l’affiliazione o l’impiego presso aziende, associazioni, società o enti fornitori di servizi professionali (tranne quelli in campo medico) che prevedano un rapporto fiduciario, né per l’esercizio di una professione (eccetto per la pratica medica), sempre in presenza di un rapporto fiduciario; non può inoltre ricevere alcun emolumento quale membro di consigli di associazioni, società e altri enti. Per svolgere attività di insegnamento retribuite è obbligatorio informarne preventivamente il Committee on Ethics della Camera dei rappresentanti, che deve concedere la sua approvazione. Un membro o dipendente della Camera non può ricevere pagamenti anticipati su diritti d’autore, né ricevere diritti in forza di un contratto firmato a partire dal 1° gennaio 1996, senza che il contratto stesso non sia approvato dal medesimo Committee on Ethics (rule XXV).
I gifts (doni) sono disciplinati dalla rule XXV, clause 5. I membri e i dipendenti della Camera non possono accettare doni se non nei casi previsti dal regolamento. La regola generale prevede che non sia possibile accettare regali da un lobbista registrato (registered lobbyist)[35], da un agente di un committente straniero (agent of a foreign principal)[36] o da un ente privato che utilizza tali categorie di soggetti. È possibile accettare unicamente doni che abbiano un valore inferiore a $ 50, per un totale massimo di $ 100 annui provenienti dalla medesima fonte (i doni di valore inferiore a $ 10 non sono computati). Possono essere accettati i regali provenienti da parenti o amici personali. La norma definisce il “gift” in maniera molto ampia, comprendendovi mance, favori, sconti, forme di divertimento, ospitalità, prestiti, tolleranza verso scadenze di pagamento o altri elementi di valore monetario; il termine comprende, inoltre, regali di servizi, formazione, trasporti, alloggio e pasti, se forniti in natura, mediante acquisto di un biglietto, pagamento in anticipo, o rimborso dopo che la spesa è stata sostenuta. Allorquando un membro o dipendente della Camera riceve un dono o qualsiasi altro servizio, è necessario accertare se esso rientri all’interno delle ipotesi contemplate dalla regola. Anche la partecipazione a un evento, nel caso in cui il pubblico abbia pagato un biglietto, ha un valore monetario, così come l’accettazione di un pasto. Analogamente, i regali in favore dei familiari di un deputato o di un dipendente sono sottoposti alla medesima regolamentazione, qualora essi siano stati accettati dal deputato o dipendente o fatti in relazione alla carica che essi rivestono. Le disposizioni in materia di doni non si applicano nei casi in cui il bene sia stato acquistato a normali condizioni di mercato; viceversa, è vietato acquistare una proprietà da parte del parlamentare o dipendente a un valore inferiore a quello di mercato, così come non è consentito ricevere per la vendita di un bene un controvalore maggiore rispetto a quello di mercato. Relativamente ai viaggi, è permesso ai membri e ai dipendenti di viaggiare con fondi derivanti da privati (ad esclusione dei lobbisti registrati e degli agenti stranieri) per missioni informative e per assistere a riunioni, pronunciare discorsi o partecipare ad altri eventi legati alle loro funzioni ufficiali. I viaggi sono limitati a una durata di quattro giorni per gli Stati Uniti e a sette giorni per l’estero.
Per quanto concerne le dichiarazioni relative alla
situazione finanziaria, la rule XXVI
richiama il titolo I dell’Ethics
in Government Act of 1978 (“Financial
Disclosure Requirements of Federal Personnel”) equiparato al regolamento
della Camera. I membri, i dirigenti e gli impiegati della Camera che superino
un determinato reddito[37] sono
tenuti a presentare, entro il 15 maggio di ogni anno, la propria dichiarazione
patrimoniale relativa all’anno precedente; nel caso di dipendenti di recente
assunzione la dichiarazione deve essere presentata entro trenta giorni; nel
caso di cessazione del mandato o di fine del rapporto la dichiarazione va
ugualmente resa entro trenta giorni. In essa devono essere indicati: fonte,
tipo e quantità o valore di reddito di qualsiasi provenienza; fonte, data e
ammontare degli onorari di qualsiasi provenienza ricevuti nell’anno precedente,
da $
Le dichiarazioni patrimoniali sono rese disponibili per sei anni.
Come
accennato, presso
L’insieme delle regole da seguire in materia etica è esemplificato nello House Ethics Manual (2008, ultima edizione)[39], un corposo documento diviso in capitoli. Ogni capitolo richiama la disciplina del regolamento accompagnandolo con commenti e spiegazioni, fornendo numerosi esempi per comprendere in specifici casi quale sia il comportamento etico da seguire da parte del deputato (o del dipendente). Nella redazione del manuale è adottato lo schema domanda-risposta per cercare di chiarire la maggior parte dei casi possibili che si possano verificare. In particolare, il capitolo 1 riporta gli standard etici generali, ribadendo che i membri e i dipendenti della Camera si comportino in ogni occasione in maniera tale da riflettere rispettabilità sulla Camera, essi sono invitati altresì a non usare il proprio ruolo per scopi privati. Ad esempio, il capitolo 2 è dedicato ai regali (gitfs), in cui si ricorda la regola generale della non accettazione da parte di lobbysti registrati e agenti stranieri e, d’altra parte, sono elencate le 23 categorie di regali che i deputati possono accettare. Nel capitolo 3, dedicato ai viaggi (travels), si stabilisce, tra le altre norme, che la partecipazione a viaggi pagati da un privato deve essere preventivamente approvata dal Committee on Ethics. Per quanto concerne le attività svolte nelle campagne elettorali (Campaign Activities), nessuna di tali attività è consentita negli uffici o locali del Congresso e nessun impiegato può essere utilizzato a questi fini. In materia di eventi ufficiali o sponsorizzati dai privati (Official or Privately-Sponsored Events), i membri della Camera non possono accettare denaro da singoli od organizzazioni private per partecipare a un evento.
Esiste anche un
altro organo competente in materia etica, l’Office
of Congressional Ethics (OCE), istituito dalla Camera dei Rappresentanti
nel 2008. Si tratta di un’autorità indipendente non legata ai partiti, che ha il
compito di effettuare indagini in merito ad accuse di comportamento scorretto
nei confronti dei membri della Camera e dei dipendenti e, quando necessario, di
riferire all’House Committee on Ethics.
La missione dell’OCE è quella di aiutare
Il Codice di condotta del Senato
Il Senato degli Stati Uniti ha deliberato l’istituzione del suo primo Codice di condotta (Senate Code of Official Conduct)nel 1968.
Prima
di tale data, sia il Senato che
Nel 1977 il Senate Code of Conductfuprofondamente modificato. In
particolare furono disposti: l’obbligo, introdotto per la prima volta, di
pubblicità della dichiarazione sulla situazione finanziaria di senatori,
dirigenti e dipendenti del Senato (first
public financial disclosure requirements for Members, officers and employees of
the Senate)[40]
aventi un determinato reddito; le prime limitazioni sulla ricevibilità di doni
e di onorari per prestazioni esterne da parte dei senatori; la franchigia
postale (franking privilege);
l’utilizzo degli studi radiotelevisivi del Senato; il divieto di conto di
ufficio non ufficiale per le spese dei senatori (unofficial office accounts); ladisciplina dei viaggi all’estero dei senatori. Nel 1977 fu inoltre
stabilito che
Negli
anni successivi il Codice fu ulteriormente emendato. In particolare, le
modifiche furono introdotte dopo l’approvazione dell’Ethics in Government Act del 1978 e dell’Ethics Reform Act del 1989 che, tra le varie misure disposte,
stabiliva il divieto per gli ex parlamentari e i membri del loro staff di rappresentare interessi per
conto di terzi presso il Congresso (attività di lobbying) nell’anno immediatamente successivo alla scadenza del
mandato o dell’incarico. Inoltre, il Codice fu emendato anche dopo
l’approvazione del Legislative Branch
Appropriations Act, FY (Fiscal Year)
del
Le regole di comportamento dei membri del Senato sono state formalizzate nel Regolamento parlamentare[41].
Gli artt. 34-43 del Regolamento del Senato (Rules of the Senate) disciplinano infatti leregole etiche, che costituiscono il Codice di condotta per i senatori (The Senate Code of Official Conduct, ultima versione dell’aprile 2008).
Nel
1993, inoltre, il Select Committee on Ethics
ha disposto l’istituzione di una Commissione di studio sulle regole etiche per
i senatori -
Il Codice di condotta disciplina i seguenti ambiti:
· dichiarazione della situazione finanziaria, sottoposta ad un regime di pubblicità(public financial disclosure) (rule 34);
· doni (gifts) (rule 35);
· reddito di lavoro svolto al di fuori del mandato parlamentare (outside earned income) (rule 36);
· conflitto di interessi(conflict of interest) (rule 37);
· divieto di conto d’ufficio non ufficiale(prohibition of unofficial office accounts) (rule 38);
· viaggi all’estero(foreign travel) (rule 39);
· franchigia postale e utilizzo degli studi radiotelevisivi del Senato(franking privilege and radio and television studios) (rule 40);
· attività di gestione di fondi per il finanziamento della politica; definizioni(political fund activity; definitions) (rule 41);
· pratiche relative all’assunzione e al trattamento del personale del Senato(employment practices) (rule 42);
· rappresentanza di presentatori di petizioni da parte dei senatori (representation by members) (rule 43).
Con
riferimento alla dichiarazione della
situazione patrimoniale, sottoposta ad un regime di pubblicità(public
financial disclosure), la rule 34
dispone innanzitutto che si applichino ai senatori, ai funzionari e agli altri
dipendenti del Senato le norme previste dal Titolo I dell’Ethics in Government Act del
In linea generale, ogni senatore e dipendente del Senato il cui reddito superi un determinato valore[43], deve presentare una dichiarazione annuale sulla propria situazione patrimoniale (relativa all’anno precedente). La dichiarazione va presentata entro il 15 maggio di ogni anno. Nel caso di dipendenti di recente assunzione, la dichiarazione va presentata entro trenta giorni dall’inizio dell’attività lavorativa presso il Senato. Anche in caso di cessazione del mandato, o di fine rapporto, la dichiarazione va presentata entro trenta giorni. Sono tenuti a presentare la dichiarazione patrimoniale anche i candidati alla carica di senatore, se hanno ottenuto o speso più di $ 5.000 per la campagna elettorale.
Le dichiarazioni sono messe a disposizione dei privati cittadini, che possono ottenerne copia dietro lieve compenso.La dichiarazione presentata deve rendere noti gli interessi finanziari del coniuge e degli eventuali figli a carico. Il dichiarante deve inoltre comunicare i doni con valore superiore ad una certa cifra, ricevuti nell’anno precedente. I doni aventi un valore superiore a $ 250, ricevuti da una persona in virtù di una personale amicizia con l’interessato, sono accettati solo previa autorizzazione del Select Committee on Ethics[44].
Con riguardo specifico alla questione della ricevibilità dei doni, la rule 35 prevede in sostanza le stesse limitazioni che sussistono per i membri della Camera dei Rappresentanti. I senatori, infatti, al pari dei funzionari ed impiegati del Senato, non possono accettare regali da un lobbista registrato (registered lobbyist), da un agente di un ente straniero o da un ente privato in cui operano tali individui. Inoltre, in linea generale, il senatore o dipendente del Senato può accettare regali che abbiano un valore inferiore a $ 50, per un totale massimo di $ 100 annui che provengano dalla medesima fonte (non sono computati i regali che hanno un valore inferiore a $ 10). Il Codice stabilisce tuttavia alcune specifiche eccezioni a tale regola (Gift Rule Exceptions), in base alle quali gli interessati possono accettare determinati doni. Ad esempio, possono essere accettati doni di qualsiasi valore da un parente dell’interessato, così come da amici personali, eccettuati i casi in cui si provi che il dono è stato offerto non per motivi di amicizia, bensì per approfittare della posizione professionale ricoperta da colui che riceve il dono. Inoltre, per l’accettazione di regali che abbiano un valore superiore a $ 250, ricevuti da individui in ragione di una personale amicizia con l’interessato, è necessaria, come già sottolineato, la previa autorizzazione del Select Committee on Ethics.[45]
La rule 35 (comma 1, (b) 1) definisce il “gift” come dono in senso lato, comprendendovi mance, favori, sconti, forme di divertimento, ospitalità, prestiti, tolleranza verso scadenze di pagamento o altri elementi di valore monetario. In base al Regolamento, anche l’accettazione da parte del senatore o dipendente del Senato di un pasto o di un trasporto gratis, ovvero la sua partecipazione ad una conferenza, nel caso in cui il pubblico abbia pagato un biglietto, possono essere considerati come un regalo con valore monetario.
Allo stesso modo, i regali offerti ai familiari di un senatore o di un funzionario o dipendente del Senato - che siano stati da questi ultimi conosciuti e “accettati” - sono sottoposti alla medesima regolamentazione se viene valutato che sono stati presentati per “ingraziarsi” il parente di colui che riceve il dono.
Le disposizioni in materia di regali non si applicano nei casi in cui il bene sia stato acquistato a normali condizioni di mercato; al contrario rientra nel divieto l’eventuale acquisto di una proprietà da parte del parlamentare o funzionario o dipendente del Senato a un valore inferiore a quello di mercato, così come la vendita di un bene ad un valore superiore a quello di mercato.
La rule 36 dispone innanzitutto il divieto per senatori e dipendenti del Senato di ricevere onorari. Inoltre, la regolapone un tetto massimo al reddito degli stessi dovuto ad attività professionali esterne. In particolare è previsto che i senatori e alcuni dipendenti del Senato che ricevono dall’amministrazione dell’organo parlamentare una certa retribuzione, non possano avere redditi esterni annui superiori al 15% del salario base fissato per alcune cariche pubbliche (Executive Level II salary)[46].
La rule 37 stabilisce le limitazioni per senatori e dipendenti del Senato nell’esercizio di alcune attività che possono determinare conflitti di interesse[47].
La rule 38 dispone che i membri del Senato possano disporre di un conto d’ufficio ufficiale per ricevere i fondi. Un conto d’ufficio non ufficiale è proibito[48]. La rule 39 stabilisce il regime delle autorizzazioni e delle limitazioni per i viaggi all’estero dei senatori, funzionari e dipendenti del Senato[49]. La rule 40 stabilisce limitazioni all’utilizzo di corrispondenza in franchigia e per la spedizione di grandi quantità di posta (mass mailing) con tariffe ridotte[50]. La rule 41 reca le disposizioni relative alla gestione dei fondi per l’attività politica[51].La rule 42 stabilisce il divieto di discriminazione per gli individui che lavorano in Senato. In particolare la norma stabilisce che un senatore, un funzionario o un Senate employee non possa assumere, licenziare o decidere la progressione di carriera e il trattamento economico di un dipendente, operando discriminazioni in ragione della razza, della religione, del sesso, della nazionalità, dell’età o dello stato di handicap fisico dell’interessato.La rule 43 stabilisce le modalità con cui un membro del Senato fornisce assistenza ad un cittadino presentatore di petizioni.
Con riferimento
specifico alla procedura per la
valutazione di un “illecito disciplinare” commesso da un senatore, si
evidenzia che
Negli Stati Uniti il fenomeno del lobbying costituisce un aspetto in certa misura strutturale dell’organizzazione del sistema della rappresentanza politica, che, sotto questo aspetto, presenta caratteristiche proprie e differenti dall’esperienza degli ordinamenti continentali europei. L’approccio ricorrente nell’analisi del fenomeno compiuta dall’angolo visuale della tradizione politico-istituzionale europea tende, com’è noto, a valutare se esso rappresenti, all’interno del circuito democratico, un elemento positivo di prossimità e di dialogo tra rappresentanti e rappresentati, o piuttosto un indice di inefficienza del sistema parlamentare, in quanto esso sarebbe così esposto al rischio di essere “catturato” dagli interessi particolari promossi dalle lobby più influenti, con immaginabili ricadute sull’effettività dei principi di democrazia ed uguaglianza.
Sebbene tali rischi non siano ignorati negli Stati Uniti, e trovino anzi riscontro nella sterminata produzione scientifica dedicata al tema, la possibilità per i cittadini di rivolgersi direttamente ai loro rappresentanti per tentare di ottenerne la tutela in sede istituzionale di propri interessi non è un aspetto in sé considerato negativamente; è la stessa Costituzione, nel primo emendamento, a garantire il “right to petition the government for redress or grievances”, che costituisce dunque un elemento non solo tipico, ma costituzionalmente garantito della struttura della rappresentanza politica statunitense.
La piena liceità del lobbying e l’ampia diffusione che il fenomeno da tempo ha avuto
negli Stati Uniti, propiziata dal peculiare modello costituzionale, non hanno
tuttavia impedito che si ponesse la questione di disciplinarlo per impedirne la
degenerazione. Tralasciando i precedenti legislativi del XIX secolo[55] –
che attestano in ogni caso il radicamento storico del fenomeno e la precocità
della risposta ordinamentale -, una prima organica disciplina fu introdotta con
il Federal Regulation of Lobbying Act
del 1946, nelle cui disposizioni si rispecchiava l’approccio normativo rivolto,
per un verso, ad assicurare la
trasparenza del fenomeno, e per altro verso a sanzionare i comportamenti
illegittimi, ossia posti in essere travalicando i limiti del right to petition
garantito dalla Costituzione federale. Tali finalità erano perseguite dalla
legge (inserita nel più ampio Legislative
Reorganization Act) principalmente attraverso l’obbligo di registrazione
posto su quanti svolgevano attività di lobbying,
assieme a quello di redigere rendiconti periodici delle spese e dei
finanziamenti ottenuti. In particolare, essa prescriveva la registrazione dei lobbyists presso
L’efficacia della legge federale fu tuttavia minata dalle difficoltà applicative determinate dalla mancanza di concreti poteri attribuiti alle figure che avrebbero dovuto garantirla in ciascuna delle due Camere, il Clerk of the House e il Secretary of the Senate, e dallo scarso coordinamento di questi uffici tra loro e con il Dipartimento della Giustizia. La sua incidenza fu inoltre indebolita dalla giurisprudenza della Corte Suprema, che, pur dichiarando nel 1954 costituzionalmente legittime le sue disposizioni, ne limitò in effetti la portata applicativa[56].
Dopo alcuni
infruttuosi tentativi, per una riforma legislativa in materia si è dovuti
attendere il 1995 e l’approvazione del Lobbying Disclosure Act
(Public Law 104-65,
La legge del
Viene stabilita, inoltre, la rilevante distinzione tra le lobbying firms e le lobbying organizations: le prime costituite sia da persone fisiche che svolgono direttamente l’attività, sia da persone fisiche o giuridiche che impiegano altri soggetti per prestare il servizio ad un cliente terzo; le seconde costituite da enti o persone giuridiche (società, associazioni) che si avvalgono dell’attività di altri soggetti che effettuano attività di lobbying per conto dell’ente medesimo. Il cliente che si avvale dell’opera del lobbista, in base alla legge, è la persona o l’ente che impieghi persone dietro compenso pecuniario o di altro genere per svolgere attività di lobbying per proprio conto. Una volta individuati i profili soggettivi dell’attività, la legge ne definisce la natura e l’oggetto: integra l’attività di lobbying sia la comunicazione orale o scritta (lobbying contact) diretta ad un covered executive or legislative branch official e posta in essere nell’interesse di un cliente in riferimento a determinate attività istituzionali, sia ogni attività di preparazione, ricerca e, in generale, predisposizione di strumenti preordinata all’esecuzione di attività lobbistiche proprie od altrui (lobbying activity). Destinatari del contatto lobbistico possono essere, nell’Esecutivo, il Presidente ed il vice Presidente, i membri riferibili al suo staff ed altri soggetti che ricoprano posizioni di una certa rilevanza nell’amministrazione secondo le normative del settore; nel Legislativo, ovviamente, i membri del Congresso e ogni altro soggetto che per la posizione ricoperta si trovi con essi in diretto contatto. Le attività istituzionali in riferimento alle quali il contatto o la comunicazione assumono la qualificazione di lobbying sono individuabili, utilizzando categorie proprie del nostro sistema, nell’attività legislativa, negli atti di indirizzo politico, nell’attività amministrativa, nei poteri di nomina a cariche che richiedano la ratifica del Senato.
Su queste premesse è intervenuta, nel 2007, l’ulteriore riforma
introdotta con l’Honest
Leadership and Open Government Act (Public
Law 110-81,
In tale prospettiva la legge reca modifiche anche alla legislazione in materia di finanziamento delle campagne elettorali (segnatamente il Federal Election Campaign Act del 1971) e ai regolamenti parlamentari delle due Camere del Congresso, per la parte che di essi concerne la deontologia parlamentare nonché puntuali aspetti del procedimento legislativo (è il caso del cosiddetto fenomeno degli earmarks dei progetti di legge, ossia della prassi diretta a destinare, su impulso di lobbies e per mezzo di leggi ad hoc, risorse finanziarie a determinate categorie di soggetti in elusione dei diversi criteri allocativi stabiliti dall’Esecutivo). Altre regole, poste dalla legge o da questa aggiornate, codificano principi di “etica pubblica” alla cui osservanza sono tenuti anche gli esponenti dell’Esecutivo o i titolari di determinate funzioni all’interno delle amministrazioni pubbliche.
Rafforzando il già vigente criterio delle “incompatibilità successive”, il legislatore, in primo luogo, ha esteso a due anni il periodo (cosiddetto cooling-off period) in cui il funzionario precedentemente in servizio presso l’amministrazione del Senato con grado elevato (senior executive personnel), oppure prima assegnato all’ufficio di un Senatore, non può intraprendere l’attività professionale di lobbyist. Analoga limitazione, per la durata di un anno, è prevista per gli altri funzionari del Senato nonché per gli ex membri della Camera dei Rappresentanti.
La legge pone altresì obblighi di trasparenza con riguardo ai
finanziamenti in favore di esponenti politici, ponendo regole applicabili alle
diverse forme ed occasioni in cui, nell’esperienza politica degli Stati Uniti,
conferimenti di denaro possono aver luogo: contributi elettorali, donazioni
alle biblioteche presidenziali, erogazioni a comitati inaugurali oppure a
convenzioni di partito per le elezioni primarie. Tali obblighi gravano pertanto
sugli esponenti delle lobbies,
richiedendo che essi rendano pubbliche, con cadenza semestrale, le donazioni
superiori a $ 200 effettuate in favore di candidati in competizioni politiche
federali, nonché a detentori di cariche pubbliche, a comitati elettorali e a
partiti politici; per converso, a tali soggetti è richiesto di rendere note le
donazioni in loro favore raccolte da un lobbista il cui ammontare superi $ 15.000
nell’arco di un semestre. La violazione, consapevole e fraudolenta, di tali
prescrizioni da parte del lobbista lo espone all’irrogazione di pene pecuniarie
(da $
Come già illustrato nei paragrafi relativi ai codici etici delle due Assemblee legislative, l’aderenza a regole deontologiche del contegno dei membri del Congresso, così come dei candidati ad un seggio parlamentare o alla carica presidenziale, è disciplinata anche con riguardo a fattispecie particolari (talora già disciplinate nei regolamenti parlamentari), quali la partecipazione ad eventi sportivi o il viaggio a bordo di aerei gestiti da vettori non commerciali (casi in cui è richiesto al beneficiario il pagamento della prestazione secondo le tariffe di mercato) e la prescritta astensione dall’utilizzazione di aerei a titolo gratuito, a meno che ciò non sia determinato da comprovate ragioni di sicurezza.
Altre disposizioni della novella legislativa del 2007 riguardano le campagne elettorali e, precisamente, sono ritagliate su alcuni aspetti e momenti di queste, caratteristici della vita politica statunitense. Può segnalarsi, ad esempio, il divieto posto ai membri del Congresso di partecipare a manifestazioni organizzate in loro onore dal partito cui appartengono, se direttamente finanziate da un lobbista, a meno che il parlamentare medesimo non vi prenda parte in qualità di candidato alla carica di Presidente o di Vice-Presidente degli Stati Uniti.
[1] Il dibattito, sorto a seguito dell’affaire Woerth-Bettencourt, è culminato nei lavori della Commissione per la
prevenzione dei conflitti d’interesse nella vita pubblica, creata nel settembre
2010 (Décret
n. 2010-1072 del
[2] Il Gruppo di lavoro sulla prevenzione dei
conflitti d’interesse è stato costituito dall’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea
nazionale il
[3] Per un’analisi giuridica del Codice deontologico adottato dall’Assemblea nazionale si segnala il saggio di Marc Deschamps, Quand la déontologie faitson entrée officielle à l’Assemblée nationale…des questions juridiques et institutionnelles surgissent (aprile 2011), pubblicato sul sito del Gruppo di ricerca GREDEG del CNRS francese e dell’università di Nice Sophia Antipolis(GREDEG-CNRS).
[4] Con voto unanime del Bureau dell’Assemblea nazionale, il
[5] L’obbligo di presentare la dichiarazione d’interessi entrerà in vigore solo a partire dalla prossima legislatura.
[6] L’art. 4 della Decisione definisce i conflitti come “una situazione d’interferenza tra i doveri del deputato e un interesse privato che, per sua natura e sua intensità, può ragionevolmente essere ritenuto in grado di influenzare, anche solo apparentemente, l’esercizio delle sue funzioni parlamentari”.
[7] L’attuale deontologo, Jean Gicquel, ha presentato il suo primo Rapport annuale il
[8] Il Gruppo di lavoro sui conflitti d’interesse, costituito
in seno alla Commissione giuridica il
[9] In Germania le norme deontologiche riguardanti i parlamentari esistono per il solo Bundestag, costituito da deputati eletti a suffragio universale e diretto, mentre non sono previste per i componenti del Bundesrat, in quanto rappresentanti degli esecutivi dei Länder.
[10] Una traduzione in italiano dell’Allegato
[11] Una traduzione in italiano degli artt. 44a e 44b della ABgG, a cura della Biblioteca della Camera, è presente nella documentazione allegata al dossier.
[12] L’art. 48, comma 2, recita: “A nessuno può essere impedito di assumere e di esercitare la carica di deputato. Ogni denuncia di contratto e ogni licenziamento per tale motivo sono inammissibili”.
[13] Una traduzione in italiano dell’Allegato
[14] La versione
ufficiale della lista è stata pubblicata sul Bundesanzeiger n. 77a del
[15] Sul sito del Bundestag
è disponibile l’elenco
delle associazioni registrate presso il Parlamento, aggiornato alla data del
[16] Il codice di condotta relativo ai membri della
Camera dei Comuni - The
Code of Conducttogether with TheGuide to the Rules relating to the conduct of
Members -, è stato approvato in versione modificata il
[17] Standards in Public Life: First Report of the Committee on Standards in Public Life, Chairman Lord Nolan (Vol. 1: Report, Cm 2850-1, May 1995).
[18] Con generale riguardo alla pubblica amministrazione l’applicazione di tali principi è ora posta sotto la vigilanza di un organismo indipendente, il Committee on Standards in Public Life, le cui relazioni annuali sono consultabili presso il sito internet della Commissione medesima; nella sfera parlamentare, invece, essi sono stati recepiti negli interna corporis acta delle Camere attraverso i rispettivi Code of Conduct, sulla cui applicazione vigila il Parliamentary Commissioner for Standards. Quest’ultimo, istituito in via regolamentare (Standing Order n. 149) in conformità ad una specifica raccomandazione del Nolan Committee e sottoposto a sua volta allo scrutinio di un’apposita commissione parlamentare (il Committee on Standards and Privileges, previsto dallo Standing Order n. 150), pubblica, dal 2003, relazioni annuali sulla propria attività e ha inoltre avviato, a partire dal 2004, consultazioni finalizzate alla periodica revisione del codice di condotta. La relativa documentazione è reperibile sulla pagina internet ad esso dedicata.
[19] Gli altri quattro principi riguardano
[20] Aggiornato all’inizio di ciascuna sessione
parlamentare, il Register of Members’
Interests è consultabile presso l’apposita pagina
del sito Internet del Parlamento. Per completezza va aggiunto che anche
[21] Nella definizione riportata nella Risoluzione
approvata dalla Camera dei Comuni il 15 luglio del 1947 ed emendata il
"It is inconsistent with the dignity of the House, with the duty of a Member to his constituents, and with the maintenance of the privilege of freedom of speech, for any Member of this House to enter into any contractual agreement with an outside body, controlling or limiting the Member's complete independence and freedom of action in Parliament or stipulating that he shall act in any way as the representative of such outside body in regard to any matters to be transacted in Parliament; the duty of a Member being to his constituents and to the country as a whole, rather than to any particular section thereof: and that in particular no Members of the House shall, in consideration of any remuneration, fee, payment, or reward or benefit in kind, direct or indirect, which the Member or any member of his or her family has received is receiving or expects to receive-
advocate or initiate any cause or matter on behalf of any outside body or individual, or
urge any other Member of either House of Parliament, including Ministers, to do so,
by means of any speech, Question, Motion, introduction of a Bill or Amendment to a Motion or a Bill."
[22] In relazione alle fattispecie richiamate, la sezione 3 della Guide to the Rules relating to the Conduct of Members così delimita la portata applicativa del codice di condotta:
“The Committee on Standards and Privileges has provided the following Guidelines to assist Members in applying the rule:
1. Parliamentary proceedings: When a Member is taking part in any parliamentary proceeding or making any approach to a Minister or servant of the Crown, advocacy is prohibited which seeks to confer benefit exclusively upon a body (or individual) outside Parliament, from which the Member has received, is receiving, or expects to receive a pecuniary benefit, or upon any registrable client of such a body (or individual). Otherwise a Member may speak freely on matters which relate to the affairs and interests of a body (or individual) from which he or she receives a financial benefit, provided the benefit is properly registered and declared.
2. Constituency interests: Irrespective of any relevant interest which the Member is required to register or declare, he or she may pursue any constituency interest in any proceeding of the House or any approach to a Minister or servant of the Crown, except that:
— where the Member has a financial relationship with a company in the Member's constituency the guidelines above relating to parliamentary proceedings shall apply;
— where the Member is an adviser to a trade association, or to a professional (or other representative) body, the Member should avoid using a constituency interest as the means by which to raise any matter which the Member would otherwise be unable to pursue.
The Committee on Standards and Privileges has made it clear that it would regard it as a very serious breach of the rules of the House if a Member failed to register or declare an interest which was relevant to a proceeding he had initiated.”
[23] A questo riguardo è utile segnalare che, con una
risoluzione del
[24] Ne fanno parte il presidente ed altri quattro membri ordinari, nominati dalla Sovrana su indicazione della Camera dei Comuni tra candidati selezionati da un apposito comitato (Speaker’s Committee for the Independent Parliamentary Standards Authority) e in possesso di particolari requisiti (almeno un componente proviene dalle giurisdizioni superiori, uno dal National Audit Office ed uno è designato tra ex-parlamentari cessati dalla carica da almeno cinque anni).
[25] Merita ricordare come il Nolan Committee abbia espressamente riconosciuto la liceità dell’attività di lobbying e affermato l’opportunità di regolamentarlo, sostenendo che "it is the right of everyone to lobby Parliament and Ministers, and it is for public institutions to develop ways of controlling the reaction to approaches from professional lobbyists in such a way as to give due weight to their case while always taking care to consider the public interest" (First Report of the Committee on Standards in Public Life, p. 35).
[26] House of Commons, Public Administration Select
Committee, Lobbying:
Access and influence in Whitehall (Vol.
1: Report and Appendix, together with formal minutes, HC 36-1,
[27] House of Commons, Public Administration Select Committee, Lobbying:
Access and Influence in Whitehall: Government Response to the Committee’s First
Report of Session 2008-09 (HC
1058,
[28] House of Commons, Public Administration Select
Committee, Lobbying:
Developments since the Committee’s First Report of Session 2008-09 (HC 108,
[29] A titolo di esempio può richiamarsi il cosiddetto “Luther code of conduct”, adottato nel 2010 da una nota società del settore.
[30] Il Public
Administration Select Committee della Camera dei Comuni ha dedicato al tema
lobbying il dibattito del
[32] La norma fa riferimento agli officer e agli employee della Camera, vale a dire dirigenti e impiegati. Agli impiegati sono altresì equiparati, in alcuni casi, quei soggetti il cui compenso è a carico della Camera a titolo di consulenza.
[33] Sull’argomento è possibile consultare il paragrafo “I codici di condotta dei parlamentari” (pp. 211-216) all’interno del capitolo dedicato ai rapporti tra gruppi di pressione e Congresso statunitense, nel volume di Pier Luigi Petrillo, Democrazie sotto pressione. Parlamenti e lobby nel diritto pubblico comparato, Milano, Giuffrè, 2011.
[34] Si tratta del cosiddetto II livello, disciplinato dalla sezione 5313 del titolo 5 dello United States Code. Il limite è di $ 26.955 per l’anno 2011.
[35] Per lobbista registrato si intende un soggetto così definito ai sensi della normativa federale rappresentata dal Lobbying Disclosure Act del 1995 e dalle disposizioni successive.
[36] Tali agenti sono individuati in base al Foreign Agents Registration Act del 1938.
[37] Si tratta dei dipendenti che sono retribuiti più del 120% della scala salariale GS-15 ($ 119.553,60 per l’anno 2011).
[38] In materia si veda anche il capitolo Le funzioni “non legislative” del Congresso
degli Stati Uniti d’America di Antonio D’Aloia e Paola Torretta, nel volume
“Le funzioni parlamentari non legislative: studi di diritto comparato”, a cura
di Renzo Dickmann e Sandro Staiano, Milano, Giuffrè,
[39]. Sul sito della House of Representatives è disponibile una scheda sintetica per punti: Highlights of the House Ethics Rules.
[40] I Senate employees sono persone che svolgono attività professionale presso il Senato, come ad esempio il personale dello staff di un senatore, nonché i consulenti o gli operatori che svolgono servizi per il Senato. I Senate employees sono retribuiti dal Secretary of the Senate.
[41] Per una presentazione generale delle principali norme del Codice di condotta del Senato, cfr. Pier Luigi Petrillo, Democrazie sotto pressione. Parlamenti e lobby nel diritto pubblico comparato, cit., pp. 211 e ss.
[42] L’attuale edizione del Manuale risale al 2003, ma è in via di aggiornamento sulla base delle nuove regole etiche approvate dal Senato. Nella sezione “News” del sito del Select Committee on Ethics è presente una Guida, che contiene informazioni sulle nuove norme non ancora inserite nel Manuale.
[43] La regola si applica ai dipendenti del Senato il cui reddito è superiore al 120% della scala salariale GS-15 relativa al livello di salario di base (nel 2011 il GS-15 ammontava a $ 119.553,60). Se un senatore non ha nel suo staff un dipendente che guadagna al di sopra di tale cifra, deve scegliere un “assistente principale” (principal assistant) che è tenuto a compilare la dichiarazione patrimoniale annuale. Cfr. sull’argomento, Senate Ethics Manual, cit., pp. 125 e ss.
[44] Cfr. la scheda Financial Disclosure Reports: Quick Reference nel sito della Commissione del Senato. Cfr. inoltre la scheda Financial Thresholds & Limits sul medesimo sito.
[45] Cfr. la scheda esplicativa relativa ai Gifts sul sito del Senate Committee on Ethics. Cfr. inoltre, sul medesimo sito, la scheda “New Ethics Rules. Gifts and Events”.
[46] Si tratta, come si è già evidenziato nel paragrafo relativo al Codice di condotta della House of Representatives, del cosiddetto II livello disciplinato dalla sezione 5313 del titolo 5 dello United States Code. Il limite è di $ 26.955 per l’anno 2011. Cfr. inoltre United States Code, Titolo 5, app. 7, sezione 501 (“Outside Earned Income Limitation”).
[47] Per una presentazione dettagliata dei divieti cui sono soggetti i senatori, i funzionari e i dipendenti del Senato per evitare possibili conflitti di interessi, cfr. la scheda informativa relativa ai “Conflicts of Interest” sul sito della Commissione. Cfr. inoltre Senate Ethics Manual, Cap. 3, pp. 64 e ss.
[48] Cfr. la scheda “Prohibition on Unofficial Office Accounts” sul sito della Commissione.
[51] Cfr. la scheda “Campaign Activity” sul sito della Commissione.
[52] Per reperire informazioni riguardo ai componenti della Commissione cfr., sul sito della stessa, la sezione “Committee Members”. Per informazioni sulla storia e sulla procedura adottata dalla Commissione per l’organizzazione dei suoi lavori, cfr. la sezione “History”.
[53] Per una presentazione generale delle funzioni del Senate Committee on Ethics, cfr.Le funzioni parlamentari non legislative: studi di diritto comparato, a cura di Renzo Dickmann e Sandro Staiano, cit., pp. 64 e ss.; cfr. inoltre Senate Ethics Manual, cit., pp. 3 e ss.
[54] Select
Committee on Ethics, Rules
of Procedure (adottate il
[55] Occorre risalire al 1852 per rintracciare una prima embrionale disciplina del lobbying nella legge approvata dalla House of Representatives con cui veniva vietato a determinati soggetti di accedere al floor of the House. Risale, invece, al 1854 l’istituzione di un comitato preposto a vigilare sul conferimento di prebende ai membri del Congresso finalizzate a remunerarne il voto favorevole o contrario nelle votazioni dell’Assemblea.
[56] Per effetto della sentenza pronunciata nel caso United States v. Harris (347 U.S. 612 (1954)), l’efficacia della legge venne sostanzialmente ridotta dalla Corte Suprema ai soli casi in cui l’attività lobbistica si esplicasse attraverso la raccolta di finanziamenti espressamente finalizzati alle operazioni di condizionamento dei lavori parlamentari concernenti un determinato provvedimento, e mediante contatti diretti con membri del Congresso allo scopo di persuaderli ad ostacolarne o facilitarne l’approvazione; di conseguenza, parte cospicua del fenomeno lobbistico sfuggiva alla disciplina federale. Nel 1991, il General Accounting Office poteva infatti affermare che circa 10.000 dei 13.500 individui od organizzazioni operanti a Washington non era censita nei registri.
[57] Tali motivazioni sono espressamente svolte nella relazione di
accompagnamento alla legge del 1995 presentata dal Committee on the Judiciary della Camera dei Rappresentanti (