Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento finanze | ||
Titolo: | Disposizioni in materia di razionalizzazione dell'utilizzo degli spazi da parte delle amministrazioni dello Stato A.C. 4149 Elementi per l'istruttoria legislativa | ||
Riferimenti: |
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Serie: | Progetti di legge Numero: 565 | ||
Data: | 08/11/2011 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | VI-Finanze |
8 novembre 2011 |
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n. 565/0 |
Disposizioni in materia di razionalizzazione dell'utilizzo degli spazi da parte delle amministrazioni dello StatoA.C. 4149Elementi per l’istruttoria legislativa |
Numero del progetto di legge |
4149 |
Titolo |
Disposizioni in materia di razionalizzazione dell'utilizzo degli spazi da parte delle amministrazioni dello Stato |
Iniziativa |
On. Comaroli ed altri |
Iter al Senato |
No |
Numero di articoli |
1 |
Date: |
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presentazione o trasmissione alla Camera |
8 marzo 2011 |
assegnazione |
31 marzo 2011 |
Commissione competente |
VI Finanze |
Sede |
Referente |
Pareri previsti |
I Affari costituzionali, V Bilancio, VIII Ambiente e XI Lavoro |
La proposta di legge in esame si propone di definire standard tecnici per l’assegnazione degli spazi in uso alle amministrazioni statali, determinando i criteri della quantificazione del fabbisogno di spazio delle amministrazioni dello Stato in rapporto al numero, alla funzione e alle qualifiche del personale impiegato.
Nel dettaglio la proposta, costituita da un unico articolo, stabilisce i parametri che le amministrazioni dello Stato devono applicare nella determinazione dei rispettivi fabbisogni di spazio allocativo che sono tenute a comunicare all’Agenzia del demanio. Sono definiti gli standard ottimali di utilizzazione degli spazi in rapporto al numero, funzione e qualifiche del personale.
Si segnala che tali parametri numerici riprendono quanto stabilito dal decreto del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica del 14 marzo 2001, recante “criteri e modalità per la riduzione degli spazi adibiti ad uffici pubblici”, i cui effetti sono stati successivamente sospesi dalD.M. del 18 luglio 2001.
In particolare la proposta dispone che debbano essere destinate:
-
per la
qualifica di dirigente, un massimo
di una persona per una stanza con una dimensione minima di 25,3 e massima di
-
per la
qualifica di funzionario, un massimo
di tre persone per stanza con una dimensione minima di 13,3 e massima di
-
per la
qualifica di impiegato un massimo di
otto persone per stanza con una dimensione minima di 9 e massima di
Gli standard sopra riportati comprendono sia gli spazi complementari (stanze riunioni, biblioteche, archivi, mense) sia gli spazi relativi alla distribuzione ambientale funzionale (corridoi, ingressi, scale, servizi).
Si ricorda che la materia relativa all'utilizzo degli immobili di proprietà dello Stato da parte delle amministrazioni pubbliche è stata oggetto di una indagine conoscitiva svolta dalla Commissione Finanze della Camera con l’obiettivo di approfondire un aspetto del più generale problema concernente la gestione del patrimonio pubblico e compiere una prima valutazione, in sede parlamentare, sugli effetti delle norme, introdotte nel corso degli ultimi anni, circa l'utilizzo e la gestione, da parte delle amministrazioni pubbliche, degli immobili.
Tra le considerazioni finali del documento conclusivo approvato il 28 luglio 2011 emerge la proposta di individuare, a livello normativo, standard tecnici valevoli per tutte le amministrazioni, sia statali, sia delle regioni e degli enti locali, che definiscano la quota massima di spazio che può essere occupata dalla singola amministrazione o ente, in ragione del numero e della tipologia dei dipendenti, delle funzioni svolte e delle rispettive esigenze di presenza sul territorio.
Il documento sottolinea la necessità di intervenire con una norma di rango legislativo per introdurre in termini vincolanti parametri di fabbisogno, che sono del resto già stati utilizzati autonomamente da alcuni enti, quali ad esempio l’INPS, nel loro processo di razionalizzazione degli spazi.
La definizione dei predetti standard dovrebbe infatti determinare effetti positivi anche indiretti, in quanto potrà costituire un incentivo per ulteriori interventi di modernizzazione organizzativa delle amministrazioni, ad esempio inducendo ad informatizzare i documenti e le relativa modalità di conservazione ed archiviazione, con conseguenti risparmi in termini di spazio. Il modello di riferimento a cui occorre rifarsi – prosegue il documento - è quello del federalismo: come il processo di definizione dei costi standard per lo svolgimento delle funzioni assegnate o devolute ai diversi livelli di governo costituisce uno strumento per razionalizzare su tutto il territorio nazionale l’utilizzo delle risorse finanziarie e per responsabilizzare le amministrazioni nelle proprie politiche tributarie e di bilancio, così anche l’individuazione di parametri oggettivi per la definizione dei fabbisogni di spazi potrebbe contribuire ad affermare i principi di economicità, efficienza e trasparenza nell’utilizzo delle risorse immobiliari da parte delle diverse amministrazioni. Il vincolo costituito dalla individuazione di parametri precisi potrebbe costituire una leva decisiva per sbloccare un meccanismo finora basato sulla semplice buona volontà delle singole amministrazioni, e che rischia dunque di non sortire alcun effetto concreto.
Per una ricostruzione normativa della materia in esame meritano di essere richiamate le norme dirette a ridimensionare gli assetti organizzativi esistenti attraverso la riduzione degli uffici e delle dotazioni organiche. In particolare, l’articolo 1, comma 482, della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007) ha posto gli obiettivi di riordino, accorpamento, soppressione e trasformazione di enti strutture ed organismi pubblici.
Il decreto-legge n. 112 del
Al riguardo l’articolo 2, comma 8-bis, del decreto-legge n. 194 del
Più in dettaglio,
analogamente a quanto già previsto per gli enti previdenziali, l’articolo 12 decreto-legge n. 98 del
Con specifico riferimento alla questione degli spazi, l’articolo 2, comma 222, della legge n. 191 del 2009 (finanziaria 2010) ha introdotto l’obbligo, per le amministrazioni pubbliche, di trasmettere una serie di comunicazioni all’Agenzia del demanio relativamente agli immobili da esse utilizzati, con l’obiettivo di unificare in capo alla stessa Agenzia le procedure riguardanti le locazioni passive e di razionalizzare gli spazi utilizzati dalle medesime amministrazioni.
Le amministrazioni dello Stato sono quindi tenute a comunicare all’Agenzia del demanio, entro il 31 gennaio di ogni anno, la previsione triennale del loro fabbisogno di spazio allocativo e delle superfici da esse occupate che non risultano più necessarie.
Al fine di
attuare in modo compiuto tale disposizione, il comma 9 del citato articolo 12 del decreto-legge n. 98 del
Le
amministrazioni che utilizzino o detengano, a qualunque titolo, immobili di
proprietà dello Stato o di proprietà delle stesse, sono tenute a trasmettere al
Dipartimento del tesoro del Ministero dell'economia e delle finanze l'elenco
contenente l’identificazione di tali beni. La trasmissione dell’elenco è
finalizzata alla redazione del conto patrimoniale dello Stato a prezzi di
mercato, di cui all'articolo 6, comma 8, lettera e), del D.P.R. n. 43 del 2008,
e del conto generale del patrimonio dello Stato, di cui all'articolo 14 del
decreto legislativo n. 279 del 1997. Al riguardo il decreto ministeriale 30
luglio
Entro il 31 gennaio di ciascun anno successivo a quello di trasmissione del primo elenco, tutte le amministrazioni pubbliche comunicano le eventuali variazioni intervenute e, qualora emerga l'esistenza di immobili di proprietà dello Stato non in gestione dell'Agenzia del demanio, tali immobili vengono fatti rientrare nella gestione dell'Agenzia. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze l'obbligo di comunicazione può essere esteso ad altre forme di attivo ai fini della redazione dei predetti conti patrimoniali.
E’ altresì
prevista una disciplina sanzionatoria,
che si è andata rafforzando nel corso del tempo: innanzitutto, in caso di
inadempimento dei predetti obblighi di comunicazione, l'Agenzia del demanio ne
effettua la segnalazione alla Corte dei Conti. Successivamente, l’articolo 12 del decreto-legge n. 98 del
Per un'efficace e
immediata attuazione di quanto previsto in tema di razionalizzazione della
spesa delle amministrazioni pubbliche, l'articolo
6, comma 6-ter, del decreto-legge n. 138 del
Alla proposta di legge è allegata la relazione illustrativa.
La proposta di legge interviene in una materia che ha recentemente visto numerosi interventi regolatori di rango legislativo, determinati dalla necessità di governare la gestione dell'attivo del bilancio pubblico, e segnatamente del demanio e del patrimonio dello Stato.
Si osserva, peraltro, che la definizione dei parametri numerici che le amministrazioni dello Stato devono applicare nella determinazione dei rispettivi fabbisogni di spazio allocativo era stata precedentemente stabilità con un provvedimento di rango amministrativo (decreto del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica del 14 marzo 2001, recante “criteri e modalità per la riduzione degli spazi adibiti ad uffici pubblici”, i cui effetti sono stati successivamente sospesi dalD.M. del 18 luglio 2001).
La proposta di legge interviene nella materia dell’ordinamento e dell’organizzazione dello Stato e degli enti pubblici nazionali, riservata alla competenza legislativa esclusiva dello Stato ai sensi dell’art. 117, comma 2, lettera g) della Costituzione.
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