Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Il negoziato sul Quadro finanziario pluriennale e sulle risorse proprie 2014-2020
Serie: Documentazione per le Commissioni - Attività dell'Unione europea    Numero: 225
Data: 04/02/2013
Descrittori:
POLITICA ECONOMICA   UNIONE EUROPEA
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Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

 

 

 

 

Documentazione per le Commissioni

attività dell’unione europea

 

 

 

 

 

Il negoziato sul Quadro finanziario pluriennale

e sulle risorse proprie 2014-2020

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 225

Edizione aggiornata

 

4 febbraio 2013

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il dossier è stato curato dall’Ufficio rapporti con l’Unione europea
(' 066760.2145 - * cdrue@camera.it)

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I N D I C E

 

Scheda di lettura  

Il negoziato sul Quadro finanziario pluriennale e sulle risorse proprie 2014-2020  1

·         Le proposte della Commissione europea  2

·         La proposta della Presidenza Cipriota e quelle del Presidente del Consiglio europeo Van Rompuy  4

·         Risorse proprie  12

·         Le posizioni degli Stati membri 13

·         Posizione del Parlamento europeo  20

·         Tabelle allegate  24

Documenti 27

·         Tabelle                                                                                                           29

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Scheda di lettura



 

Il negoziato sul Quadro finanziario pluriennale e sulle risorse proprie 2014-2020

Aggiornamento al 4 febbraio 2013

 

 

Il negoziato sul QFP è stato formalmente avviato nel luglio 2011, a seguito della presentazione, il 29 giugno 2011, delle proposte legislative della Commissione in materia[1]. Il 6 luglio 2012 la Commissione europea ha presentato una proposta modificata di regolamento sul quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020, prospettando variazioni sia all’ammontare degli stanziamenti sia alla loro ripartizione rispetto alla proposta originaria che era stata adottata il 29 giugno 2011.

La proposta modificata della Commissione prevede, per il periodo 2014-2020, una dotazione massima complessiva, a prezzi 2011, di 1.033 miliardi di euro in termini di impegno, pari al 1,08% del RNL complessivo dell’UE (contro i 1.025 miliardi di euro della proposta iniziale, pari al 1,05% del RNL complessivo dell’UE) e di 987 miliardi di euro in termini di pagamento, pari al 1,03% del RNL, contro i 972 miliardi della proposta iniziale, pari al 1% del RNL.

A fronte della forti difficoltà emerse nel negoziato per le forti divergenze tra gli Stati membri si è svolto il 22-23 novembre 2012 un Consiglio europeo straordinario sul quadro finanziario pluriennale (QFP) e sulle risorse proprie dell’UE per il periodo 2014-2020 che tuttavia non è riuscito a raggiungere un accordo unanime.

 Il Consiglio europeo ha deciso di dare mandato al Presidente Van Rompuy di proseguire le consultazioni con le diverse delegazioni al fine di raggiungere in accordo all’inizio del 2013.

Il Consiglio europeo è nuovamente convocato per discutere sul quadro finanziario pluriennale 2014-2020 il 7 e 8 febbraio 2013.

 

In vista del Consiglio europeo straordinario del 22 e 23 novembre 2012 la Presidenza cipriota aveva presentato varie proposte di compromesso in merito ai massimali previsti dal QFP e alla distribuzione degli stanziamenti tra le varie rubriche, l’ultima delle quali, adottata il 29 ottobre 2012, prospettava una riduzione minima di 50 miliardi rispetto alla proposta della Commissione europea.

A sua volta, il Presidente del Consiglio europeo Van Rompuy, in seguito a contatti bilaterali con le delegazioni degli Stati membri, ha presentato il 13 novembre 2012 una nuova proposta proponendo un taglio complessivo di 80,7 miliardi di euro rispetto alla proposta della Commissione europea (per comodità di farà riferimento a tale proposta come Van Rompuy I), concentrati nei settori della  politica di coesione e della politica agricola, con invece riduzioni minori (rispetto ai tagli previsti dalla Presidenza cipriota) per quanto riguarda il meccanismo per connettere l’Europa (reti per le infrastrutture di trasporto, energia e reti digitali).

Il 22 novembre 2012, poco prima dell’inizio del Consiglio europeo Van Rompuy ha fatto circolare una ulteriore proposta (per comodità di farà riferimento a tale proposta come Van Rompuy II), nella quale si ritoccava ulteriormente, al ribasso il tetto complessivo delle risorse (una riduzione di 83,1 miliardi di euro delle risorse complessive previste dalla Commissione europea, compresi gli stanziamenti previsti fuori dal QFP) concentrando i tagli soprattutto sulla rubrica 1a e in particolare sull’iniziativa per collegare l’Europa e sulle rubriche 3, sicurezza dei cittadini e 4 ruolo dell’Europa nel mondo.

 

Nei paragrafi successivi sono illustrati gli elementi essenziali delle proposta della Commissione e dei testi di compromesso della Presidenza cipriota e del Presidente Van Rompuy.  Sono quindi riportate, per ciascuna rubrica e settore del QFP, le differenze in termini qualitativi e quantitativi tra le varie proposte.

Le proposte della Commissione europea

La proposta modificata di regolamento sul QFP prevede, per il periodo 2014-2020, una dotazione massima complessiva, a prezzi 2011, di 1.033 miliardi di euro in termini di impegno, pari al 1,08% del RNL complessivo dell’UE (contro i 1.025 miliardi di euro della proposta iniziale, pari al 1,05% del RNL complessivo dell’UE) e di 987 miliardi di euro in termini di pagamento, pari al 1,03% del RNL, contro i 972 miliardi della proposta iniziale, pari al 1% del RNL.

Per un’illustrazione dettagliata della proposta delle Commissione cfr. la tabella 2 allegata alla presente scheda

Il quadro finanziario per il 2007-2013 prevede – in seguito alle revisioni ed aggiornamenti apportati in risposta alla crisi economica e finanziaria - un massimale medio delle spese dell’UE pari all’1,13% del reddito nazionale lordo (RNL) europeo in termini di impegno (pari a 975.777 milioni di euro) e all' 1,07% in termini di pagamento (pari a 925.780 milioni di euro).

 

La proposta modificata della Commissione europea, analogamente a quella originaria non include nel QFP, e quindi nei massimali sopra indicati, le spese per politiche o progetti dell’UE non finanziate dal bilancio europeo (strumenti di flessibilità, Fondo europeo di sviluppo[2], Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione[3], Fondo di solidarietà[4], progetti ITER[5] e GMES[6]), per i quali la Commissione ha previsto una dotazione complessiva di 58 miliardi di euro.

La Commissione ha motivato, in particolare, la scelta di escludere ITER e GMES dal prossimo quadro finanziario in quanto, i relativi costi, anche per il superamento dell’ammontare inizialmente previsto, sono troppo onerosi per essere sostenuti dal bilancio dell'UE.

La Commissione ha, peraltro, prospettato per gran parte dei settori inclusi nel QFP il ricorso a strumenti finanziari innovativi, al fine di offrire una fonte di finanziamento ulteriore e di creare un effetto moltiplicatore per il bilancio dell'UE, attraendo altri finanziamenti pubblici e privati per progetti strategici.

 

La proposta modificata della Commissione europea introduce, rispetto alla proposta originaria, modifiche in relazione a singoli programmi nell’ambito del quadro finanziario pluriennale 2014-2020 (che saranno illustrate in dettaglio nei paragrafi successivi) motivate alla luce dei seguenti elementi:

·      le assegnazioni a favore della Repubblica di Croazia, da aggiungere alla proposta della Commissione per l’UE-27 in base all’atto di adesione firmato il 9 dicembre 2011 (la Croazia dovrebbe diventare il 28° Stato membro dell’Unione europea a partire dal 1° luglio 2013);

Nella proposta modificata la Commissione propone per il 2014-2020 stanziamenti per la Croazia pari a 13,7 miliardi di euro in termini di impegno e 9, 9 miliardi di euro in termini di pagamento (per una indicazione dettagliata degli stanziamenti aggiuntivi cfr. la tabella 3 allegata alla presente scheda).

In particolare, per le politiche pre-allocate su base nazionale (Coesione e PAC), la Commissione -sulla base degli accordi raggiunti nel quadro del negoziato di adesione - prevede 8,7 miliardi di euro per la politica di coesione e 3,5 miliardi di euro per la Politica agricola comune, di cui 1,2 miliardi per gli aiuti diretti. Per le altre rubriche la Commissione ha attribuito alla Croazia fondi corrispondenti alla sua quota del RNL europeo.

 

·      la disponibilità di nuovi dati riguardanti il PIL regionale e l’RNL nazionale e di previsioni e proiezioni macroeconomiche più recenti, che determinano cambiamenti sia in relazione ai massimali di spesa (espressi in percentuale dell’RNL dell’UE-28) sia in termini di ammissibilità regionale e nazionale a titolo della politica di coesione dell’Unione, rendendo pertanto necessario il ricalcolo delle assegnazioni regionali e nazionali.[7]

A seguito dell’aggiornamento dei dati RNL nazionale e regionale, nonché delle nuove previsioni macroeconomiche la Commissione ha modificato la proposta di allocazione dei fondi per la politica di coesione economica, sociale e territoriali prevedendo una riduzione degli stanziamenti pari a 5,5 miliardi di euro in termini di impegno.

 

La proposta della Presidenza Cipriota e quelle del Presidente del Consiglio europeo Van Rompuy

La Presidenza cipriota, nell’ultima proposta di compromesso presentata il 29 ottobre 2012 ha prospettato tagli per complessivi 50 miliardi di euro rispetto alla proposta modificata della Commissione europea, precisando di ritenere inevitabili, ai fini di un possibile compromesso, ulteriori riduzioni degli stanziamenti complessivi ma che non ha voluto quantificare.

La Commissione europea ha immediatamente reagito negando ogni possibile sostegno alla proposta della Presidenza cipriota.

La prima proposta di compromesso del Presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy, presentata il 13 novembre 2012, prevedeva, rispetto alle proposte della Commissione europea, un taglio di 74,5 miliardi di euro delle risorse complessive per il QFP 2014-2020 euro (83,1 miliardi se si comprendono anche gli stanziamenti fuori QFP), inizialmente concentrati nei settori della  politica di coesione e della politica agricola, con invece riduzioni minori (rispetto ai tagli previsti dalla Presidenza cipriota) per quanto riguarda il meccanismo per connettere l’Europa (reti per le infrastrutture di trasporto, energia e reti digitali).

La seconda proposta Van Rompuy, presentata il 22 novembre 2012, oltre a portare a 83,1 miliardi di euro la riduzione delle risorse complessive rispetto alla proposta dalla Commissione europea concentrando i tagli soprattutto sulla rubrica 1a e in particolare sull’iniziativa per collegare l’Europa e sulle rubriche 3, sicurezza dei cittadini e 4 ruolo dell’Europa nel mondo.

In particolare, la proposta Van Rompuy II - nell’ambito di una ulteriore riduzione della risorse per la rubrica 1 - propone di concentrare maggiormente i tagli sulla rubrica 1a per la competitività, a favore di una maggiore dotazione per la rubrica 1b politica di coesione.

I tagli per la rubrica 1a competitività si concentrano in particolare sull’iniziativa denominata iniziativa per collegare l’Europa, in materia di reti di trasporti, di energia e reti digitali, per la quale gli stanziamenti passano a 41,249 milardi di euro, rispetto ai 46,249 miliardi previsti dalla proposta Van Rompuy I, con una riduzione quindi di circa 5 miliardi.

Per la rubrica 2 risorse naturali, invece, la proposta Van Rompuy II prevede un aumento delle risorse rispetto a quella Van Rompuy I, ma ad esclusivo beneficio degli stanziamenti per le spese di mercato e gli aiuti diretti. Gli stanziamenti per lo sviluppo rurale romangono identici ed invece ulteriori riduzioni sono apportati alla risorse per la politica della pesca e il programma LIFE.

Per la rubrica 3, sicurezza e cittadinanza, la proposta Van Rompuy II prevede un forte taglio delle risorse rispetto alla proposta Van Romuy I e quindi rispetto agli stanziamenti iniziali previsti dalla Commissione europea.

Anche per la rubrica 4, ruolo mondiale dell’Europea, la proposta Van Rompuy II prevede un forte taglio rispetto alla proposta Van Rompuy I e quindi rispetto a quella della Commissione europea.

Per la rubrica 5, relative alle spese amministrative del funzionamento dell’UE, la proposta Van Rompuy II ripropone gli stanziamenti previsti dalla proposta Van Rompuy I, sostanzialmente in linea con quelli proposti dalla Commissione europea.

 

Sul versante delle entrate, le proposta di Van Rompuy (sia la prima che la seconda) prevedono il mantenimento dello sconto britannico, con la previsione che sia però finanziato da tutti gli Stati membri.

 

La tabella riportata nella pagina seguente confronta gli stanziamenti proposti per ciascuna rubrica o progetto (anche esterno al QFP) da Commissione, dalla Presidenza cipriota e dal Presidente del Consiglio europeo:

 

Per quanto riguarda il versante delle entrate, la proposta Van Rompuy II ripropone le proposte in materia di risorse proprie e meccanismi di correzione già avanzate dalla proposta Van Rompuy I (vedi paragrafo sulle risorse proprie del presente dossier).

 

 


TABELLA 1

Confronto tra gli stanziamenti previsti per il QFP 2014 – 2020 dalla Commissione, dalla Presidenza cipriota e dal Presidente del Consiglio europeo

Quadro finanziario pluriennale

2014-2020 (prezzi 2011)

Commissione europea

Luglio 2012

Presidenza Cipriota

Ottobre 2012

Proposta Van Rompuy I

13 Novembre 2012

Proposta Van Rompuy II

22 Novembre 2012

Variazioni Van Rompuy II

rispetto Commissione europea

Variazioni Van Rompuy II

rispetto Commissione europea

Stanziamenti d’impegno

Miliardi di euro

Valori assoluti

%

1. Crescita intelligente ed inclusiva

494,763

472,811

462,147

459,691

-35,072

- 7 %

di cui: 1a. competitività

155,520

146,317

152,652

139,543

-15,977

-10,3%

di cui: 1b. coesione

339,243

326,494

309,495

320,148

-19,095

-5,6%

2. Crescita sostenibile: risorse naturali

386,472

378,972

364,472

372,229

-14,243

-3,7%

di cui: spese di mercato e pagamenti diretti

283,051

277,401

269,852

277,852

-5,199

-1,8%

di cui: sviluppo rurale

92,213

90,816

83,666

83,666

-8,547

-9,3%

di cui: pesca/programma LIFE

11,208

10,755

10,954

10,711

-0,937

-8,36

3. Sicurezza e cittadinanza

18,809

18,109

18,309

16,885

-1,924

-12,2%

4. Ruolo mondiale dell’Europa

70,000

64,650

65,650

60,667

-9,333

-13,3%

5. Amministrazione

63,165

-

62,629

62,629

-0,536

-0,8%

6. Compensazioni

0,027

0,027

0,027

0,027

0

-0%

Totale QFP

1,033,235

997,186

973,222

972,128

60,572

-5,9%

 

 

 

 

 

 

 

Stanziamenti fuori QFP nella proposta della Commissione e ora spostati nel QFP

 

 

 

 

 

 

Grandi progetti (ITER, GMES)

8,548

Rubrica 1

Rubrica 1

Rubrica 1

-8,548

 

Riserva per l’aiuto all’emergenza

2,450

Rubrica 4

Rubrica 4

Spostato di nuovo fuori QFP

0

 

Riserva per le crisi agricole

3,500

Rubrica 2

Rubrica 2

Rubrica 2

-3,500

 

Totale QFP + stanziamenti inizialmente al di fuori ed ora ricompresi

1,047,733

997,186

973,222

972,128

-75,695

-7,2%

 

 

 

 

 

 

 

Al di fuori del QFP

43,819

40,679

37,492

36,892

-7,407

-16,9%

Fondo di solidarietà

7,000

5,250

5,250

4,550

-2,450

-35%

Strumento di flessibilità

3,500

3,395

3,500

3,500

0

0%

Fondo di aggiustamento alla globalizzazione

3,000

1,715

1,848

1,848

-1,152

-38,3%

Fondo europeo di sviluppo

30,319

30,319

26,984

26,984

-3,335

-10,9%

Riserva per l’aiuto all’emergenza

2,450

Rubrica 4

Rubrica 4

1,980

-0,470

- 19,2%

Totali stanziamenti

1.091,552

1.037,865

1.010,714

1.009,020

83,102

-7,6%

Note: La Presidenza cipriota e le proposte Van Rompuy spostano lo stanziamento del meccanismo per collegare l’Europa dalla rubrica 1b Coesione alla rubrica 1a Competitività. Al fine di rendere confrontabili le proposte della Presidenza cipriota e di Van Rompuy con quella della Commissione europea,  lo stanziamento di 40 miliardi di euro che la quest’ultima aveva previsto per il meccanismo per collegare l’Europa dentro la rubrica 1b è stato computato dentro lo stanziamento previsto dalla Commissione europea alla rubrica 1a. La Proposta Van Rompuy II sposta nuovamente i fondi per la riserva per l’aiuto d’emergenza fuori del QFP. La Presidenza cipriota, inoltre non ha fornito cifre per le spese per la rubrica 5 amministrazione.

 

Gli stanziamenti per le singole politiche

Di seguito si riportano per ciascuna rubrica gli stanziamenti proposti dalla Commissione europea e quelli prospettati dalla proposta della Presidenza cipriota e del Presidente Van Rompuy.

Crescita intelligente ed inclusiva (rubrica 1)

Stanziamenti di impegno (prezzi 2011) in miliardi di euro

 

Commissione europea

Luglio 2012

Presidenza Cipriota

Ottobre 2012

Proposta

Van Rompuy I

 

Proposta Van Rompuy II

 

Variazione proposta Van Rompuy I rispetto a quella della Commissione

 

 

 

 

 

Valori assoluti

%

1. Crescita intelligente ed inclusiva

494,763

472,811

462,147

459,691

-35,072

- 7 %

di cui: 1a. competitività

155,520

146,317

152,652

139,543

-15,977

-10,3%

di cui:1b. coesione

339,243

326,494

309,495

320,148

-19,095

-5,6%

 

Per la rubrica 1 la Presidenza cipriota prevede uno stanziamento complessivo di 472,811 miliardi di euro contro i 494,763 proposti dalla Commissione europea, suddivisi in 146,317 miliardi di euro per la sottorubrica 1a competitività per la crescita e l’occupazione (contro i 155,520 proposti dalla Commissione europea) e 326,494 miliardi di euro per la sottorubrica 1b coesione economica, sociale e territoriale (contro i 379,243 proposti dalla Commissione europea).

Ai fini della valutazione della proposta dalla Presidenza cipriota va sottolineato che essa:

·      sposta gli stanziamenti relativi al cosiddetto “Meccanismo per connettere l’Europa” - relativo alla infrastrutture europee per trasporto, energia  e reti digitali - dalla sottorubrica 1b (Coesione economica, sociale e territoriale), come originalmente previsto dalla Commissione europea, alla sottorubrica 1a (competitività per la crescita e l’occupazione).

·      include nella rubrica 1a un finanziamento pari a 14,293 miliardi di euro, i tre grandi progetti Galileo, ITER e GMES. Nella proposta iniziale della Commissione solo il progetto Galileo era finanziato nell’ambito del QFP, mentre, come ricordato in precedenza, ITER e GMES erano finanziati al di fuori del QFP;

·      ricomprende nella rubrica 1a il programma dell’UE di aiuto alle persone più bisognose per circa 2 miliardi di euro, che nella proposta della Commissione era invece finanziato nell’ambito degli stanziamenti previsti per la PAC alla rubrica 2.

Se nella proposta della Presidenza cipriota si sottraggono dalla rubrica 1a le risorse destinate a programmi ed azioni che nella proposta della Commissione europea erano allocate in altre rubriche del QFP o al di fuori di esso, le risorse che la Presidenza prevede per le medesime azioni originariamente previste dalla Commissione nella rubrica 1a sarebbero pari all’incirca a 98 miliardi di euro, (contro i 115,520 previsti dalla Commissione stessa).

 

La proposta del Presidente Van Rompuy I ha ridotto, rispetto alla Presidenza cipriota, la dotazione complessiva della rubrica 1 di ulteriori 10 miliardi (da 472,811 a 462,147) interamente a carico della coesione; gli stanziamenti per la rubrica 1a (competitività per la crescita e l’occupazione) erano infatti fissati a 152,652 miliardi di euro (6,335 miliardi in più rispetto alla proposta della Presidenza cipriota, 12 miliardi in meno rispetto alla proposta della Commissione[8]).

La tendenza verso una riduzione della rubrica 1 è confermata dalla proposta Van Rompuy II (459,691 miliardi di euro), che però concentra i tagli sulla rubrica 1a e in particolare sul meccanismo per connettere l’Europa (vedi oltre), riducendo invece, rispetto alla iniziale proposta Van Rompuy I, i tagli alla politica di coesione.

La proposta Van Rompuy I manteneva inoltre inalterato, nell’ambito della rubrica 1a, lo stanziamento di 14,293 miliardi di euro per i progetti Galileo (6,645 miliardi di euro), ITER (2,707 milardi di euro) e GMES (4,941 miliardi di euro). Mentre, invece, la proposta Van Rompuy II prevede ora una riduzione stabilendo che a tali progetti, sempre nell’ambito della rubrica 1a, siano assegnate complessivamente 12,793 miliardi di euro così ripartiti Galileo (6,300 miliardi di euro), ITER (2,707 milardi di euro) e GMES (3,786 miliardi di euro).

Meccanismo per connettere l’Europa

Nella proposta della Presidenza cipriota gli stanziamenti destinati al Meccanismo per connettere l’Europa sarebbero ridotti a 36,314 miliardi di euro (rispetto ai circa  50 miliardi di euro previsti dalla Commissione europea, comprensivi di 40 miliardi dedicati al meccanismo più ulteriori 10 miliardi attivabili nell’ambito del Fondo di coesione[9]).

La proposta del Presidente Van Rompuy, inizialmente incrementava la dotazione per il meccanismo per finanziare l’Europa di quasi 10 miliardi rispetto alla proposta della Presidenza cipriota (3,8 miliardi in meno rispetto a quella della Commissione europea), portandola a 46,249 miliardi di euro (inclusi 10 miliardi provenienti dal fondo di coesione) stanziamento che però la proposta Van Rompuy II ha ridotto a 41,249 miliardi di euro (inclusi i 10 miliardi provenenienti dal fondo di coesione).

Le proposte prevedono la seguente ripartizione della dotazione complessiva (inclusi gli stanziamenti del fondo di coesione)

 

Miliardi  di euro

 

 

Commissione europea

 

 

Presidenza Cipriota

 

Proposta Van Rompuy I

 

Proposta Van Rompuy II

Trasporti

32, 000

22,222

29,660

26,948

Energia

9,000

7,077

8,266

7,126

telecomunicazioni

9,000

7,015

8,323

7,175

Totale

50,00

36,314

46,249

41,249

           

Coesione (rubrica 1b)

Per la sottorubrica 1b (coesione territoriale, economica e sociale) la Presidenza cipriota prevede stanziamenti pari a 326,494 miliardi di euro a fronte dei i 339,243 proposti dalla Commissione europea (al netto dello stanziamento per meccanismo per collegare l’Europa che la Commissione prevedeva in tale rubrica e che la Presidenza ha spostato nella rubrica 1a).

La proposta Van Rompuy I aveva proposto la ulteriore riduzione dello stanziamento complessivo di 309,495 miliardi di euro, che la proposta Van Rompuy II aumenta leggermente portandolo a 320,148 miliardi di euro.

 

Le risorse sarebbero così ripartite in base alle proposte:

Miliardi  di euro

Obiettivi e fondi

Commissione

Presidenza cipriota

Proposta Van Rompuy I

Proposta Van Rompuy II

Convergenza[10]

162,590

Cifre non fornite

156,136

161,427

Regioni in transizione[11]

38,952

Cifre non fornite

29,187

31,393

Competitività[12]

53,143

Cifre non fornite

47,505

50,872

Cooperazione territoriale

11,700

8,912

9, 814

8,728

Fondo di coesione

68,710

Cifre non fornite

65,9 miliardi

66,341

Regioni periferiche

0,926

Cifre non fornite

0,925

1,387

 

Risorse naturali (rubrica 2)

La Presidenza cipriota propone uno stanziamento di 378,972 miliardi di euro, di cui 277,401 per spese di mercato e pagamenti diretti, a fronte di, rispettivamente, 368,472 e 283,051 miliardi previsti dalla Commissione.

La proposta Van Rompuy I prevede invece uno stanziamento complessivo di 364,472 miliardi di euro, di cui 269,852 per le spese di mercato e  pagamenti diretti.

La proposta Van Rompuy II rialza lo stanziamento complessivo a 372,229 miliardi di euro (14,2 miliardi rispetto alla proposta della Commissione europea), a beneficio esclusivo delle spese di mercato e  pagamenti diretti per le quali sono previsti 277,852 miliardi di euro (circa 5 miliardi in meno rispetto alla Commissione europea). Per quanto riguarda lo sviluppo rurale la proposta Van Rompuy II conferma invece lo stanziamento di 83,666 miliardi di euro, che aveva già proposto prima del Consiglio europeo (8,5 milardi in meno rispetto a quanto previsto dalla Commissione europea).

 

Stanziamenti di impegno (prezzi 2011) in miliardi di euro

 

Commissione europea

Luglio 2012

Presidenza Cipriota

Ottobre 2012

Proposta Van Rompuy I

 

Proposta Van Rompuy II

 

Variazione proposta Van Rompuy II rispetto a quella della Commissione

 

 

 

 

 

Valori assoluti

%

Crescita sostenibile: risorse naturali

386,472

378,972

364,472

372,2290

-14,243

-3,7%

di cui: spese di mercato e pagamenti diretti

283,051

277,401

269,852

277,852

-5,199

-1,8%

di cui: sviluppo rurale

92,213

90,816

83,666

83,666

-8,547

-9,3%

 

Criteri per la convergenza degli aiuti diretti

Nella proposta della Commissione si prevede una riforma del primo pilastro della PAC incentrata su tre interventi:

-       ecologizzazione, subordinando il 30% degli aiuti diretti al rispetto dell'ambiente;

-      convergenza dei pagamenti: i livelli degli aiuti diretti per ettaro sarebbero progressivamente adeguati per garantire una loro più equa distribuzione. Tutti gli Stati membri con un livello di pagamenti diretti inferiori al 90% della media colmeranno un terzo della differenza fra il loro livello attuale e questo livello. Questa convergenza sarà finanziata proporzionalmente da tutti gli Stati membri che beneficiano di pagamenti diretti superiori alla media UE (tra cui l’Italia);

-      fissazione del livello dei pagamenti diretti limitando il livello base del sostegno diretto al reddito che possono ricevere le grandi aziende agricole, tenendo conto delle economie di scala delle strutture più grandi e dei posti di lavoro direttamente generati da tali strutture.

Al riguardo la presidenza cipriota propone che il livello medio di pagamenti diretti per ettaro sia ridotto dello 0,27% per gli anni 2015-2020 e riconosce la necessita di riflettere su una metodologia per la convergenza dei pagamenti diretti che tenga conto, oltre che del criterio della superficie coltivabile, proposto dalla Commissione, anche (come richiesto dall’Italia) di circostanze specifiche quali le aree agricole ad alto valore aggiunto e dei casi nei quali gli effetti di tale convergenza possano avere un effetto sproporzionato. Inoltre, la Presidenza prevede che il processo di convergenza dei pagamenti diretti sia applicato progressivamente in quattro anni dal 2015 al 2018.

Anche la proposta Van Rompuy I, pur confermando il criterio principale della superficie agricola, prevede che si tenga anche conto di specifiche circostanze, come aree agricole ad alto valore aggiunto dove gli effetti della convergenza potrebbero risultare sproporzionati. Non sono però indicati criteri o modalità per la contabilizzazione di tali specifiche circostanze.

Sicurezza e cittadinanza (rubrica 3)

Per quanto riguarda la rubrica 3 (sicurezza e cittadinanza), la Presidenza cipriota propone uno stanziamento di 18,109 miliardi di euro contro i 18,809 miliardi di euro proposti dalla Commissione europea.

Tale importo è sostanzialmente confermato nella proposta Van Rompuy I che prevede uno stanziamento complessivo di 18,309 miliardi di euro.

La proposta Van Rompuy II riduce invece sostanzialemente tale  stanziamento portandolo a 16,885 milardi di euro.

Europa globale (rubrica 4)

La Presidenza cipriota propone uno stanziamento di 64,650 miliardi di euro contro i 70 miliardi di euro proposti dalla Commissione; la proposta Van Rompuy I contempla uno stanziamento complessivo di 65,650 (1 miliardo in più rispetto a quanto proposto Presidenza cipriota e 4,5 miliardi in meno rispetto alla proposta della Commissione europea).

La proposta Van Rompuy II taglia il sopracitato stanziamento a 60,667 milardi di euro.

 

Amministrazione (rubrica 5)

Relativamente a tale rubrica  la Commissione ha proposto stanziamenti per 63,165 miliardi di euro; la Presidenza cipriota non ha quantificato nella sua proposta la dotazione, pur facendo riferimento alla possibilità di risparmi ottenibili da: la diminuzione in percentuale (senza indicare la cifra) del personale di tutte le istituzioni, organi ed agenzie dell’Unione europea; la riforma dello Statuto dei funzionari europei; le spese relative ai costi di funzionamento.

La proposta Van Rompuy I prospetta uno stanziamento complessivo di 62,629 (di soli 536 milioni di euro in meno rispetto alla Commissione), poi confermato anche dalla proposta Van Rompuy II.

Strumenti fuori bilancio

La seconda proposta di Van Rompuy conferma, analogamente alla proposta della Commissione, la collocazione fuori dal quadro finanziario pluriennale 2014-2020 dei seguenti strumenti finanziari,  riducendone significativamente i relativi stanziamenti:

·      strumento di flessibilità (3,5 miliardi di euro);

·      fondo europeo di solidarietà (4,550 miliardi di euro);

·      fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (1,849 miliardi di euro);

·      il fondo europeo di sviluppo (26,984 miliardi di euro);

·      riserva per l’aiuto di emergenza (1,980 miliardi di euro).

Risorse proprie

La proposta della Commissione europea sul sistema delle risorse proprie, presentata nel giugno 2011, si articola in tre elementi principali:

·       la semplificazione dei contributi degli Stati membri, mediante la soppressione della risorsa propria basata sull’IVA a partire dal 31 dicembre 2013;

·       l’introduzione contestuale di due nuove risorse proprie (a decorrere al più tardi dal 1° gennaio 2018), una tassa sulle transazioni finanziarie e un nuovo regime IVA europeo, con riduzione dei contributi diretti basati sul RNL a carico dei bilanci degli Stati membri;

·       la riforma dei meccanismi di correzione. Nel sistema vigente sono previste due tipologie di correzioni:

-      il meccanismo di correzione di bilancio per il Regno Unito (cosiddetto “sconto britannico”), previsto sin dal 1984, e che consiste in una compensazione del saldo netto negativo nella misura dello 0,66% (la misura della compensazione è oggetto di una graduale riduzione in modo che il Regno Unito partecipi integralmente nel 2013 al finanziamento degli stanziamenti diretti ai 12 nuovi Paesi membri, esclusa la spesa per il mercato e per i pagamenti diretti in agricoltura);

-      correzioni specifiche a favore di alcuni tra i maggiori contribuenti netti al bilancio comunitario: per il periodo 2007-2013 l'aliquota di prelievo della risorsa IVA per la Germania è  fissata allo 0,15%, per i Paesi Bassi e la Svezia allo 0,10, e per l’Austria allo 0,225%; per il periodo 2007-2013 i Paesi Bassi beneficiano di una riduzione lorda del loro contributo annuale a titolo di risorsa RNL pari a 605 milioni di euro. La Svezia beneficerà di una riduzione lorda del suo contributo annuale RNL pari a 150 milioni di euro.

In particolare, la Commissione propone di convertire, a decorrere dal 2014, gli attuali meccanismi di correzione in una riduzione lorda forfettaria dei pagamenti RNL annui dei seguenti Stati membri:

·       2500 milioni di euro per la Germania;

·       1050 milioni di euro per i Paesi Bassi;

·       350 milioni di euro per la Svezia;

·       3600 milioni di euro per il Regno Unito.

 

Si deve ricordare che mentre il meccanismo di correzione britannico è un meccanismo permanente (non decade in caso di proroga del QFP), mentre i meccanismi di correzione per gli altri Stati  membri hanno natura temporanea (in caso di proroga dell’attuale QFP non si rinnoverebbero).

 

La Commissione propone inoltre un massimale delle risorse proprie per il 2014-2020 pari al 1,29% del RNL degli Stati membri dell’UE in termini di impegni e 1,23% in termini di pagamenti.

 

Per quanto riguarda le risorse proprie, la Presidenza cipriota nella negotiating box riprende i massimali delle risorse proprie proposte dalla Commissione europea. ma non prende posizione sulle possibili opzioni di riforma del sistema delle risorse proprie, limitandosi a riproporre le opzioni proposte dalla Commissione europea.

Le proposte Van Rompuy I e Van Rompuy II sono invece esplicitamente a favore delle proposte delle Commissione europea di una nuova risorsa basata sull’IVA, che sostituisca la risorsa IVA esistente, a partire al più tardi dal 2021 (anziché dal 2018) e della proposta per l’introduzione di una risorsa propria basata sulla tassazione sulle transazioni finanziarie, da elaborarsi nel quadro della cooperazione rafforzata, che riduca il contributo della risorsa PIL per gli Stati membri che vi parteciperanno.

Le proposte Van Rompuy prevedono, inoltre, il mantenimento del sistema di correzione a favore del Regno Unito, ed il rimborso forfettario per Germania (2800 milioni di euro), Paesi Bassi (1150 millioni di euro) e Svezia (325 milioni di euro) prevedendo però tali meccanismi di corressione siano finanziati da tutti gli Stati membri dell’UE sulla base del criterio del RNL.

Le posizioni degli Stati membri

Nel corso del negoziato sono emersi tre principali punti di conflitto tra gli Stati membri e tra le Istituzioni dell’UE.

Un primo elemento di contrasto è costituito dal volume complessivo del prossimo QFP.

La proposta originaria della Commissione di aumentare del 5%, sia pure in valore assoluto, gli stanziamenti complessivi – recependo le indicazioni del Parlamento europeo – non era stata condivisa da alcuni Stati membri che avevano chiesto una sostanziale riduzione della dotazione.

Anche la proposta modificata della Commissione, che prospetta un modesto ulteriore aumento nominale della dotazione originaria, è stata accolta con sfavore dai medesimi Stati contributori netti.

Un secondo elemento conflittuale attiene alla composizione della spesa, in particolare alla distribuzione degli stanziamenti tra le varie politiche e in seno a ciascuna di essa, sulla quale incide anche il tentativo di ciascuno Stato membro di migliorare il rispettivo saldo netto (c.d. giusto ritorno).

Sulla base dei dati dell’ultima relazione finanziaria sull’esecuzione del bilancio, riferiti al 2011 (vedi tabella in allegato alla presente scheda), presentata dalla Commissione europea il 20 settembre 2012, risulta che l’Italia è il terzo contribuente, in valore assoluto (16 miliardi di euro, pari al 13,4% del totale) al bilancio UE. L’Italia risulta, inoltre, sempre per il 2011, essere il primo contribuente netto con un saldo negativo pari al 0,38% del reddito nazionale lordo, pari a 5,9 miliardi di euro.

Occorre segnalare che il peggioramento del saldo netto dell’Italia (per il 2010 era lo 0,30% del RNL) risente anche di conguaglio relativi alla revisione della base imponibile RNL di esercizi precedenti, senza i quali il saldo netto negativo sarebbe pari allo 0,33%. La composizione del saldo netto negativo dell’Italia risente sia del sistema di finanziamento dell’UE (che prevede rimborsi e correzioni a favore di altri 5 Stati membri) sia della capacità di spesa dell’Italia nell’ambito della politica di coesione e della politica agricola comune.

Un terzo ambito di conflittualità è costituito dal nuovo sistema delle risorse proprie, con particolare riferimento alla introduzione di due nuove risorse e alla razionalizzazione delle correzioni a favore di singoli Stati membri.

 

Di seguito si riportano le posizioni dell’Italia e degli Stati membri sui principali elementi del negoziato quali risultano da documenti di posizione ufficiali, da atti parlamentari (nel caso della Camera le audizioni dei Ministri competenti presso commissioni permanenti) e, in mancanza, da fonti informali o dalla stampa.

Dimensioni del quadro finanziario pluriennale

Gli Stati membri facenti parte del gruppo dei cosiddetti “contributori netti” (Germania, Regno Unito, Svezia, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Finlandia, Danimarca, Austria) ritengono l'aumento del massimale di spesa globale proposto dalla Commissione europea non coerente con l'attuale crisi economica e con gli sforzi di risanamento di bilancio degli Stati membri, ed hanno ribadito le loro richieste di tagli significativi, facendo anche riferimento ad una migliore qualità della spesa.

In particolare la Germania e la Repubblica ceca ritengono che il QFP non debba superare l’1% del RNL dell’UE; per Paesi Bassi e Svezia il QFP deve essere ridotto di almeno 150 miliardi per gli impegni e 100 miliardi per i pagamenti, rispetto a quanto proposto dalla Commissione europea. Per il Regno Unito il QFP 2014-2020 andrebbe stabilizzato in termini reali a quello del periodo 2013-2017 ed il primo ministro britannico ha più volte ventilato la possibilità di porre il veto sull’approvazione del QFP.

Per il gruppo dei contribuenti netti i tagli dovrebbero concentrarsi su politica di coesione, PAC e spesa amministrative (rubrica 5).

Le medesime delegazioni hanno pertanto caldeggiato, ai fini dello svolgimento del negoziato un approccio "top-down", per cui la definizione del tetto di spesa è prioritaria rispetto alla distribuzione degli stanziamenti tra le singole rubriche.

La Francia, che inizialmente aderiva alla posizione degli altri Stati membri contribuenti netti, ha progressivamente mutato atteggiamento, in considerazione delle forti ripercussioni sulla PAC della riduzione del massimale complessivo di spesa.

L’Italia, come indicato dal Ministro per gli affari europei, Moavero Milanesi, in occasione di un’audizione sugli esiti del Consiglio europeo di novembre 2012, svoltasi il 28 novembre 2012 presso le Commissioni esteri, bilancio e politiche UE di Senato e Camera, si colloca in una posizione intermedia tra i paesi contribuenti netti e i Paesi favorevoli ad un aumento delle risorse finanziarie, ritenendo condivisibile in linea generale la proposta della Commissione europea di un bilancio a risorse costanti. Al riguardo, il Governo ritiene necessario contemperare tre diversi fattori: la necessità di non peggiorare il proprio saldo netto negativo; la capacità delle politiche europee di consentire complessive economie di scala, favorevoli all’Italia, al di là del ritorno materiale diretto; il fatto che l’Italia ha beneficiato in passato delle solidarietà di paesi contribuenti netti e quindi non può non offrire ora solidarietà ad altri paesi.

In particolare, il Ministro ha osservato che, anche alla luce dell'esperienza recente, quanto versato nel bilancio dell'Unione europea consente di ottenere risparmi superiori a livello dei bilanci dei 27 Paesi; coprendo soltanto determinate aree e azioni, il bilancio dell'Unione assicurerebbe infatti, a livello dei bilanci nazionali, economie di scala potenzialmente superiori alla taglia del bilancio stesso.

 

Secondo quanto riportata dalla stampa, Il Consiglio europeo del 22 e 23 novembre non è riuscito a raggiungere un accordo unanime, soprattutto in quanto la proposta Van Rompuy II non è stata ritenuta ancora sufficiente in termini di tagli da parte di alcune delegazioni dei paesi appartenenenti ai contributori netti. In particolare le delegazioni di Regno Unito, Paesi Bassi, Svezia, Finlandia, Danimarca hanno ribadito la richiesta di tagli alle risorse complessivd pari ad almeno 100 miliardi, rispetto alle proposte della Commissione europea (i Paesi bassi avrebbero addirittura chiesto una riduzione pari a 150 milliardi). Una richiesta di ulteriore anche se minore riduzione delle risorse complessive sarebbe stata presentata anche dalla Germania.

 

Politica di coesione

Le richieste di riduzione del volume complessivo del bilancio avanzate dai Paesi contributori netti hanno un forte impatto sulla politica di coesione in quanto principale area di spesa nell’ambito del QFP.

Alcune delegazioni, tra cui l’Italia e la Polonia, quest’ultima a nome di Paesi “amici della coesione” (tutti i nuovi Stati membri più Spagna, Portogallo e Grecia) hanno invece espresso nell’arco dell’intero negoziato forti riserve verso la riduzione delle risorse finanziarie per la politica di coesione, già prospettata dalla proposte originarie della Commissione e poi accentuata dalla proposta modifica e dai testi di compromesso del Consiglio e del Presidente Van Rompuy.

La Francia, in chiave tattica, si è progressivamente avvicinata ai Paesi che difendono la politica di coesione, sottolineandone il valore sociale analogamente alla PAC.

Nel corso della richiamata audizione del 28 novembre 2012, il Ministro Moavero ha sottolineato come l’Italia consideri prioritario che gli stanziamenti per la politica di coesione e i relativi parametri di riparto non determinino un aggravio del saldo netto negativo del nostro Paese.

A questo scopo, l’Italia, come sottolineato dal Ministro Barca, nel corso dell’audizione presso le Commissioni bilancio e politiche UE della Camera del 24 gennaio 2012:

·      ha subordinato le proprie valutazioni sulle proposte relative alla coesione a due condizioni. La prima è che i fondi siano sufficienti e che i parametri di riparto siano favorevoli al nostro Paese; la seconda è che le regole di impiego di queste risorse siano modificate nella direzione della modernizzazione e della semplificazione;

·       ha mantenuto una forte perplessità rispetto al nuovo obiettivo “regioni in transizione”, volto a rendere meno pesante per la Germania, la Francia e in parte anche per la Spagna, l'impatto finanziario derivante dalla fuoriuscita di alcune regioni dall'obiettivo Convergenza, ma pregiudizievole per l’Italia, in quanto comporta un lieve aumento di risorse per alcune regioni che, però, non compensa il peggioramento per le regioni dell’obiettivo convergenza.

     Pertanto l’Italia ha considerato non equilibrata né la proposta modificata della Commissione né la proposta della Presidenza cipriota, poiché a fronte di una riduzione della prosperità relativa delle regioni italiane meno sviluppate, comporterebbero una riduzione delle allocazioni pro capite di tali regioni di circa il 15% rispetto alla situazione corrente.

Condizionalità macroeconomica

Alcuni dei contribuenti netti (Germania, Paesi Bassi, Finlandia ed Austria) hanno invitato a non retrocedere rispetto a quanto previsto dalla proposta della Commissione europea in tema di condizionalità macroeconomica (che subordina il versamento degli stanziamenti dei fondi strutturali ad uno Stato membro al rispetto dei criteri del Patto di stabilità e di crescita, delle raccomandazioni specifiche di politica economica e delle regole in materia di Sorveglianza macroeconomica).

Molti dei paesi beneficiari della coesione chiedono invece che la condizionalità macroeconomica sia applicata non solo ai fondi strutturali ma anche all’intero QFP, assicurando così una parità di trattamento tra politica di coesione e le altre politiche.

Spagna e Slovenia si oppongono ad ogni forma di condizionalità macroeconomica.

L’Italia, come ribadito dal Ministro Barca nella citata audizione, non ha una preclusione sul principio della condizionalità macroeconomica, ma ritiene che debbano essere ulteriormente approfondite le modalità tecniche per la sua applicazione.

Politica agricola comune

Sulla PAC riduzioni consistenti degli aiuti diretti sono stati richiesti vari Stati  facenti parte del gruppo dei contribuenti netti (in particolare Svezia, Regno Unito e Danimarca), mentre i nuovi Stati membri hanno chiesto che le riduzioni del primo pilastro siano concentrate sui Paesi con un livello di aiuti per ettaro al di sopra della media UE.

La Francia, con Irlanda, Romania e Grecia, ha criticato la riduzione degli aiuti diretti. 

L’Italia, come ribadito nella richiamata audizione del Ministro Moavero del 28 novembre 2012, non ha una posizione netta sull’ammontare degli stanziamenti, ma considera necessario che i relativi criteri di riparto non determinino un peggioramento del saldo netto negativo dell’Italia.

A questo riguardo, in una audizione del febbraio 2012 il Ministro Moavero aveva osservato, più dettaglio, che il governo considera la proposta della Commissione sulla convergenza degli aiuti diretti molto penalizzante, e pertanto:

·      rileva che, con l’adozione della superficie coltivabile quale unico criterio per calcolare il livello degli aiuti, essa dovrebbe sostenere da sola un terzo dell’intero onere della convergenza;

·      chiede che tra i criteri di allocazione delle risorse per gli aiuti diretti e lo sviluppo rurale sia considerato non solo il criterio della superficie, ma anche quello del valore aggiunto della produzione agricola;

·      sostiene un metodo lineare di convergenza degli aiuti diretti (sul quale si oppongono invece  Germania e Francia) ed è contraria al metodo proporzionale;

·      è a favore di un periodo di 6 anni per realizzare la convergenza, contro i 4 proposti dalla Commissione europea;

·      è scettica sulla proposta di “greening” degli aiuti diretti, poiché ciò comporterebbe un incremento delgi oneri amministrativi per gli agricoltori;

·      si attende una compensazione delle perdite sul primo pilastro con un incremento delle risorse del secondo pilastro, relativo allo sviluppo rurale.

 

Meccanismo per connettere l’Europa

L’Italia, secondo fonti informali, ha espresso critiche per la forte riduzione apportata dalla negotiating box della Presidenza cipriota ai finanziamenti previsti nell’ambito del cosiddetto “Meccanismo per connettere l’Europa”, relativo alla infrastrutture europee per trasporto, energia  e reti digitali, ed in particolare per i forti tagli subiti per i trasporti. Qualora fossero necessari ulteriori tagli, l’Italia ritiene che si debbano considerare altri settori del “Meccanismo” ed in particolare l’energia in cui il mercato può svolgere un ruolo rilevante.

Critiche analoghe ai tagli operati dalla Presidenza cipriota sono state espresse da Austria, Belgio ed Estonia, mentre invece ulteriori tagli sono stati chiesti da Finlandia e Repubblica Ceca.

RAL (reste à liquider)

Particolare rilevanza ha assunto nel corso del negoziato la questione dei c.d. RAL i residui della gestione di cassa determinati dall’applicazione della regola del “disimpegno automatico” (“N+2”), secondo la quale una spesa impegnata in una annualità debba essere spesa nei due anni successivi. I RAL sono molto consistenti per paesi come l’Italia che registrano ritardi nell’assorbimento dei fondi (in particolare, l’Italia presenta una quota di RAL doppia rispetto a quella della Germania: 13,6 miliardi di euro contro 7,5).

Al riguardo, vi è una forte contrapposizione tra il gruppo di paesi “contribuenti netti” favorevoli ad includere la questione dei RAL nei negoziati sul QFP (in particolare Germania e Regno Unito) e il gruppo dei paesi beneficiari della politica di coesione che ritengono i RAL devono essere considerati, come avviene attualmente, nell’ambito della procedura annuale di bilancio. L’Italia sostiene quest’ultima posizione.

Risorse proprie

L’Italia, come ribadito nella richiamata audizione del Ministro Moavero del 28 novembre 2012, considera che la discussione delle risorse proprie (e dei meccanismi di correzione a vantaggio di alcuni paesi) debba essere parte integrante dell’accordo complessivo sul prossimo quadro finanziario pluriennale e debba essere affrontata subito e non rinviata a ridosso della conclusione dei negoziati.

In relazione alle proposte della Commissione europea sulla nuova risorsa IVA e sulla tassa sulle transazioni finanziarie Regno Unito, Irlanda, Svezia, Lettonia e Repubblica Ceca hanno espresso la contrarietà a qualsiasi ipotesi di riforma.

Meccanismi di rimborso e correzione

Il dibattito sui meccanismi di rimborsi e correzioni nell’ambito della risorse proprie è stato avviato in sede di Comitato dei rappresentanti permanenti  (COREPER) sulla base di due documento informali (non paper) presentati rispettivamente dalla Presidenza cipriota e dalla Commissione europea.

Nel non paper della Presidenza cipriota si indica che:

·      la discussione sulle risorse proprie è parte essenziale dell’accordo complessivo da raggiungere sul quadro finanziario pluriennale e che la questione delle correzioni è un elemento fondamentale;

·      la metodologia per affrontare la discussione delle correzioni deve fondarsi sul rispetto del principio stabilito al Consiglio europeo di Fontainbleau del 1984 per cui “…ogni Stato membro con un onere di bilancio eccessivo rispetto alla propria prosperità relativa potrà beneficiare di una correzione a tempo debito”.

Nel documento presentato dalla Commissione europea, si avanzano delle proposte su come impostare la discussione sulla riforma dei meccanismi di correzione ritenuta inevitabile, sia da punto di vista della loro non più giustificazione alla luce del livello della prosperità relativa dei paesi che ne beneficiano, sia da punto di vista tecnico, in seguito alle modifiche al sistema delle risorse proprie prospettato dalla Commissione che eliminerebbe alcune delle basi per il calcolo delle correzioni (il calcolo avviene sulla base della attuale risorsa IVA, che la Commissione ha proposto di abolire).

La Commissione ritiene che per il futuro occorrerà comunque prevedere un sistema di correzione, che dovrebbe essere ispirato a tre principi: 1) temporaneità; 2) carattere forfettario; 3) finanziamento di tutte le correzioni da parte di tutti gli Stati membri, secondo il criterio del RNL.

 

L’Italia, come ribadito nella richiamata audizione del Ministro Moavero del 28 novembre 2012, non ha richiesto uno sconto, ma intende vigilare affinché gli sconti agli altri Paesi non diventino un elemento distorsivo.

Al riguardo il Ministro ha osservato che attualmente la Francia e l’Italia sono i maggiori finanziatori degli sconti accordati a Paesi che hanno un indice di prosperità superiore al nostro (quali Germania e Svezia). In particolare, l'Italia, che nell’UE è in decima posizione per indice di prosperità relativa, sale al terzo posto come Paese contribuente netto.

Il Ministro ha sottolineato peraltro che il nostro Paese sino al 2001 è stato un beneficiario netto del bilancio dell’UE ed abbia, pertanto, il dovere di essere ora contribuente netto, visto che l'Unione europea si è allargata a Paesi che hanno un indice di prosperità inferiore. Tale contributo dovrebbe tuttavia intervenire in un ambito di equilibrio nei confronti degli altri Paesi contribuenti netti.

Nella precedente audizione del febbraio 2012, il Ministro Moavero aveva indicati quali capisaldi della posizione italiano in merito agli sconti, le seguenti richieste:

·      la necessità di avviare la discussione sulla riforma dei meccanismi di correzione subito, non rinviandola a ridosso della conclusione dei negoziati;

·      una eliminazione totale di ogni correzione o, in subordine, nella consapevolezza che una loro eliminazione totale non sarà possibile, una sostanziale revisione dei meccanismi di correzione basata su criteri di semplicità, equità e trasparenza, secondo i principi proposti dalla Commissione europea (vedi sopra).

 

La Francia, sulla stessa linea dell’Italia, considera insostenibile il regime attuale e necessario riformarlo prevedendo un più forte legame e corrispondenza tra il livello del saldo netto e quello della prosperità nazionale. In tal senso, l’ipotesi di un sistema di rimborsi forfettari, limitati nel tempo, finanziati da tutti secondo il criterio del RNL rappresenterebbe un netto miglioramento del sistema attuale.

La Germania concorda sul fatto che il sistema attuale debba essere cambiato perché alcuni Stati membri sopportano oneri eccessivi, e concorda con i principi indicati dalla Commissione, ad eccezione dell’ipotesi del finanziamento da parte di tutti gli Stati membri con il criterio del RNL.

Sull’altro fronte, Paesi Bassi, Svezia e Austria (che beneficiano di sconti) hanno ribadito che il mantenimento delle correzioni di cui beneficiano attualmente rappresenta per loro una “linea rossa” per l’accordo finale.

La Danimarca (che non benefica di sconti), nel caso rimanga il sistema attuale, ha chiesto a sua volta una correzione (quantificata in 150 milioni di euro).

Il Regno unito si è espresso contro la proposta di rimborsi forfettari formulata dalla Commissione, sostenendo che, essendo il vigente meccanismo di correzione in proprio favore legato ai livelli delle risorse, una riduzione del QFP, nei termini chiestio dallo stesso Regno Unito, comporterebbe automaticamente una riduzione dello sconto britannico.

La maggior parte degli altri paesi, beneficiari netti del bilancio europeo, pur ribadendo di essere contrari al sistema delle correzioni, riconoscono che nella situazione attuale sia molto difficile eliminarlo del tutto ed hanno espresso un orientamento di massima favorevole alla proposta della Commissione di rimborsi forfettari.

 

 

 

Posizione del Parlamento europeo

Il Parlamento europeo ha approvato il 23 ottobre 2012 una risoluzione sul quadro finanziario pluriennale 2014-2020 nella quale ha definito le sue priorità nei confronti dei negoziati in corso. Il Parlamento europeo, in particolare per quanto riguarda i:

Livelli di spesa

Grandi progetti

Qualità della spesa

Durata del QFP e riesame intermedio

Necessità di un QFP più flessibile

Unità del bilancio

Risorse proprie

Negoziati interistituzionali

 


Tabelle allegate

Tabella 2

QFP (UE-28) proposto dalla Commissione europea nel luglio 2012


 

Tabella 3

Importi aggiuntivi per la Croazia nel QFP 2014-2020

 


 


 

Documenti


 



[1] Si tratta delle seguenti proposte: la proposta di regolamento per il nuovo Quadro finanziario pluriennale 2014-2020 (COM(2011)398; la proposta di decisione sul sistema delle risorse proprie dell’UE (COM(2011)510; la proposta di decisione sulle misure di applicazione per il sistema delle risorse proprie (COM(2011)511; la proposta di regolamento concernente le modalità e la procedura di messa a disposizione delle risorse proprie tradizionali e della risorsa basata sull'RNL nonché le misure per far fronte al fabbisogno di tesoreria  (COM(2011)512); la proposta di accordo quadro interistituzionale tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione sulla cooperazione in materia di bilancio ed corretta gestione finanziaria (COM(2011)403).

 

[2]   Il Fondo europeo di sviluppo (FES) rappresenta lo strumento principale degli aiuti comunitari per la cooperazione allo sviluppo con gli Stati ACP, nonché con i paesi e territori d'oltremare (PTOM).

[3]   Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) ha la funzione di sostenere coloro che hanno perso il lavoro a seguito di mutamenti strutturali del commercio mondiale.

[4]   Il Fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE) è nato per rispondere alle calamità naturali ed esprimere la solidarietà europea alle regioni colpite.

[5] ITER (in origine International Thermonuclear Experimental Reactor, poi usato nel significato originale latino, “cammino”) è un progetto inteso a realizzare un reattore a fusione nucleare in grado di produrre più energia di quanta ne consumi per l'innesco e il sostentamento della reazione di fusione.

[6] GMES (Global Monitoring for Environment and Security) è un programma di osservazione satellitare della Terra lanciato nel 1998 dalla Commissione e da un pool di agenzie spaziali.

[7] In particolare, le assegnazioni relative alla politica di coesione contenute nella proposta della del giugno 2011 si basavano sugli ultimi dati allora disponibili (PIL regionale medio relativo agli anni 2006 - 2008, dati regionali sull’istruzione e sul mercato del lavoro relativi agli anni 2007 - 2009, RNL medio per gli anni 2007 - 2009, previsioni macroeconomiche di primavera 2011 con le relative proiezioni a medio termine). A seguito della pubblicazioni dei dati più recenti, la nuova proposta tiene conto, ai fini dell’ammissibilità ai vari obiettivi fondi strutturali, della media triennale riferita al periodo 2007-2009 per il PIL regionale e al periodo 2008-2010 per l’RNL. Inoltre le dotazioni massime per gli Stati membri soggetti a un limite del 2,5% del PIL nazionale (capping) sono calcolate sulla base delle previsioni di primavera 2012 e delle proiezioni a medio termine aggiornate.

 

[8] Ai fini di una corretta comparazione delle cifre globali, il raffronto con lo stanziamento previsto dalla Commissione per la rubrica 1a  tiene conto del fatto che nella proposta della Commissione europea il finanziamento del meccanismo per collegare l’Europa è collocato non nella rubrica 1a, come proposto dalla Presidenza cipriota e dalla proposta Van Rompuy, bensì nella rubrica 1b.

[9] Gli stanziamenti del fondo di coesione sarebbero destinati a progetti nei paesi eleggibili a partecipare al fondo di coesione solo fino al 31 dicembre 2016, oltre tale periodo i fondi non utilizzati saranno rimpiegati su nuovi progetti. Possono beneficiare del Fondo di coesione gli Stati membri con un prodotto nazionale lordo (PNL) pro capite inferiore al 90 % della media europea. Attualmente beneficiano di tale fondo i Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Slovenia, Slovacchia e Romania.

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[10] Rientrano in tale obiettivo riservato alle regioni con un PIL pro capite inferiore al 75% della media UE-28 (per l’Italia, Campania, Calabria, Sicilia e Puglia).

[11] La nuova categoria di regioni in transizione comprenderebbe: le regioni attualmente ammissibili all'obiettivo "convergenza", ma il cui PIL pro capite ha superato nel corso della programmazione 2007-2013 il 75% della media dell' UE-27, che manterrebbero i due terzi della loro dotazione attuale; le regioni che, anche se attualmente non ammissibili a titolo dell'obiettivo "convergenza", hanno un PIL pro capite compreso tra il 75% e il 90% della media dell'UE-27 (per l’Italia: Abruzzo, Molise, Sardegna e Basilicata).

[12] L’obiettivo sarebbe aperto alle regioni con PIL pro capite superiore al 90% della media UE.