Allegato B
Seduta n. 149 del 24/4/2007

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GIUSTIZIA

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
in ordine alle decisioni del Ministro della giustizia sull'ordinamento dei giudici di pace che hanno provocato grave sconcerto tra la stessa categoria dei giudici che ha annunciato l'intenzione di procedere ad un lungo sciopero che paralizzerebbe l'amministrazione della giustizia nel nostro Paese a tutto discapito dei nostri cittadini;
in particolare le associazioni nazionali della categoria dei giudici di pace lamentano la limitazione dell'età massima da 75 a 70 anni, la rinnovabilità del mandato, i trasferimenti obbligatori in diversi circondari del Tribunale dopo otto anni di servizio, la soppressione del coordinatore e la negazione di tutela previdenziale o assistenziale e nessun aumento o razionalizzazione delle indennità;
in particolare l'interpellante sottolinea la necessità di un intervento rapido

del Ministro per fare fronte ai problemi evidenziati dalle associazioni dei giudici di pace che costituiscono, ormai, un importante punto di riferimento per l'amministrazione della giustizia del nostro Paese;
infatti, il supposto annuncio delle categorie, di procedere ad uno sciopero nazionale, produrrebbe un grave danno per i cittadini e per la credibilità giudiziaria del nostro Paese con forti ripercussioni in ordine alla celerità dei procedimenti e all'amministrazione della giustizia in genere;
l'interpellante auspica ancora che l'incontro del Ministro con le associazioni nazionali dei giudici di pace previsto per il 24 di aprile prossimo porti ad una rivalutazione delle decisioni assunte dallo stesso Ministro e scongiuri l'ipotesi dello sciopero nazionale dei giudici di pace che produrrebbe effetti gravi, come già sottolineato in precedenza, sull'amministrazione della giustizia del nostro Paese;
i giudici di pace costituiscono, ormai, da lungo tempo, un punto di riferimento fondamentale per l'amministrazione della giustizia e hanno garantito, con il loro competente ed apprezzato lavoro, una giustizia efficiente e celere a vantaggio dei cittadini del nostro Paese;
l'istituzione e la presenza dei giudici di pace, rappresenta per i cittadini un punto fermo del nostro ordinamento giudiziario anche in relazione all'articolo 24 della Costituzione, secondo cui tutti i cittadini possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi, quindi la loro valorizzazione e la loro tutela costituisce, senza ombra di dubbio, un dovere fondamentale per uno Stato di diritto come è il nostro ed è fondamentale riconoscere il loro ruolo e la loro funzione in relazione alla domanda di giustizia che proviene, sempre con maggiore intensità, da parte dei nostri cittadini;
è, quindi, indispensabile che il Ministro valuti con la dovuta attenzione e accolga le richieste formulate dalle associazioni dei giudici di pace, venga ricomposta questa «diatriba» e permetta ai giudici di pace di poter svolgere al meglio il loro lavoro con le dovute tutele e riconoscendo loro il ruolo importante che attualmente svolgono per l'amministrazione della giustizia del nostro Paese -:
quali siano le intenzioni del Ministro in ordine alle richieste dell'associazione dei giudici di pace espresse in premessa e se non sia necessario accoglierle per scongiurare uno sciopero dei giudici di pace che produrrebbe effetti gravi per l'amministrazione della giustizia del nostro Paese;
quali siano, inoltre, le valutazioni del Ministro in relazione al ruolo fondamentale che rivestono i giudici di pace per i nostri concittadini e se non sia indispensabile valorizzare il loro ruolo e la loro funzione.
(2-00483) «Marinello».

Interrogazione a risposta orale:

SALERNO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 29 marzo 2007 avvenivano incontri tra le sigle sindacali e il vertice dell'Amministrazione Penitenziaria (dottor Ferrara) durante i quali venivano rappresentati, in particolare dall'OSAPP, le strutturali carenze del sistema piemontese nonché varie e gravi irregolarità nella gestione del personale sia a livello Regionale che in vari istituti piemontesi;
in questi vari istituti piemontesi continuano a verificarsi casi di tensione tra gli Agenti e le Direzioni di istituto relativamente ai denunciati (dall'OSAPP) criteri di parzialità a cui parrebbe uniformarsi la gestione del personale in relazione agli incarichi, alle mansioni, al riconoscimento degli straordinari, all'abbassamento del livello dei rapporti informativi e tante altre situazioni al limite della liceità e regolarità comportamentale di alcune direzioni;

in particolare viene denunciato dall'OSAPP che nel/nella:
CC. Alba: il Provveditore non convocherebbe il tavolo superiore richiesto da tutte le organizzazioni sindacali sin dal 16 ottobre 2006;
CR. Alessandria: vi sarebbe una mobilità selvaggia, trattenute in busta paga dello straordinario a seguito, così parrebbe, di disposizioni del Provveditore Regionale, gravi disfunzioni Nucleo Operativo riscontrate nei giorni 20 gennaio, 8 e 9 febbraio;
CC. Aosta: vi sarebbe un impiego degli Assistenti Capo ad espletare funzioni di Sovrintendenti benché questi ultimi presenti in vari Uffici e, inoltre si riscontrerebbe una cattiva gestione dell'area sanitaria dal 2005 al marzo 2006;
CC Cuneo: Delegati OSAPP sarebbero stati denunciati per rifiuto di obbedienza... e vi sarebbe una cattiva gestione delle risorse umane;
CC Biella: vi sarebbe una cattiva gestione delle risorse umane;
CC Novara: sarebbe avvenuto un interrogatorio tenutosi in danno ad un Delegato OSAPP in permesso sindacale con mancato rispetto di norme contrattuali e sindacali;
PRAP Torino: vi sarebbero state rimozioni di Delegati OSAPP, assenza di interpelli, mobilità selvaggia con mancati interventi per ovviare alla carenza di organico presso l'ufficio (U.S.T.);
verrebbe omesso il pagamento del Fondo Incentivante nonostante un accordo siglato tra il Provveditorato Regionale e le organizzazioni sindacali;
non è più procrastinabile oltre una verifica approfondita di queste problematiche nonché una iniziativa volta a rimuovere cause e motivi strutturali all'origine di questa situazione - secondo l'interrogante malsana - con l'adozione di soluzioni adeguate ai rischi ed alla delicatezza e complessità delle funzioni che sono chiamati a svolgere gli agenti, oggi, come sappiamo, sotto organico e malpagati -:
se il Ministro sia a conoscenza della gravità delle problematiche emerse negli incontri tra le varie organizzazioni sindacali e il Capo dell'Amministrazione dottor Ferrara;
in che modo intenda attivarsi in relazione alle problematiche suesposte;
se non ritenga di valutare l'opportunità di adottare immediate ed urgenti misure a garanzia di un adeguato svolgimento dei servizi degli Agenti;
se si intendano attivare immediatamente ispezioni per verificare la regolarità e l'efficacia dei servizi penitenziari.
(3-00840)

Interrogazioni a risposta scritta:

CATONE. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Tribunale di Avezzano è una delle realtà più importanti della Regione Abruzzo, dato che per mole di lavoro si attesta al terzo posto tra i tribunali regionali;
per il tribunale di Avezzano l'organico di giudici al completo è stimato di undici unità;
attualmente, risultano in servizio solo nove magistrati, un giudice è stato trasferito il mese scorso;
un magistrato è stato da poco nominato in Cassazione e l'attuale Presidente, dal prossimo maggio, dovrebbe essere trasferito nel capoluogo della regione Abruzzo, facendo diminuire l'organico fino a sette magistrati;
è evidente anche la carenza di personale amministrativo, sia al Tribunale sia negli uffici della Procura;
sono scarse anche le risorse per le spese di cancelleria per gli uffici;

tra le carenze di magistrati e di personale amministrativo, inevitabilmente si creano difficoltà per tutti gli operatori del diritto, non da ultimi gli Avvocati; ma il disagio prevalente è per i cittadini -:
se non ritenga opportuno avviare l'immediata pubblicazione dei posti vacanti, prevedendo l'intera copertura di undici magistrati proprio in considerazione del carico enorme di lavoro del terzo tribunale d'Abruzzo;
se non ritenga altresì indispensabile incrementare il personale amministrativo e le risorse per le spese di cancelleria.
(4-03409)

LARATTA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la giustizia italiana è afflitta da innumerevoli problemi. È noto a tutti che emerge, con la crudezza dei numeri, dalle allarmanti relazioni rese annualmente dal Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione e dei Procuratori Generali presso le Corti di Appello;
non ci si può esimere dal rilevare, purtroppo, che l'amministrazione della giustizia, con i numeri attuali, non è in grado di assicurare l'effettività del diritto. Basti pensare all'arretrato dei procedimenti penali e civili ormai divenuto di dimensioni spaventose. Prova ne sia la semplice constatazione dei tempi di un processo: in media un processo civile giunge a sentenza dopo un iter processuale di circa 15 anni ed un processo penale raggiunge il suo epilogo sovente dopo circa dieci anni. Per far fronte a tale situazione, il legislatore della riforma del 1998 aveva previsto come figura temporanea quella del giudice onorario, che invece, dal 2003, si riproduce di proroga in proroga;
attualmente, i giudici onorari, sia in materia penale che civile, rappresentano una colonna di sostegno per l'enorme mole di carichi processuali che aumentano in maniera esponenziale. La presenza dei vice procuratori della Repubblica, nella quasi totalità delle udienze, rappresenta la sola concreta possibilità per celebrare i processi e per permettere ai sostituti procuratori lo svolgimento dell'attività istruttoria e di indagine. Prova ne sia l'elevatissimo numero di deleghe conferite ai vice procuratori della Repubblica. È difficilmente confutabile, che la magistratura onoraria, nel nostro Paese, non ha più un ruolo complementare ed occasionale in rapporto all'amministrazione della giustizia; ma anzi, svolge una funzione fondamentale nella risposta di giustizia che sempre più proviene dai cittadini;
infatti, i giudici onorari e i vice procuratori onorari, sono presenti in ogni sede giudiziaria, in numero pari alla metà di quelli togati, tenendo udienze con una media di 20/25 fascicoli per il penale, 50/60 per il civile, emettendo ordinanze e sentenze, sciogliendo riserve in sostituzione dei togati, quando quest'ultimi si assentano e spesso sono assegnatari di autonomi ruoli vertenti su fattispecie giuridiche rientranti nelle loro competenze, individuate tabellarmente dal Consiglio Superiore della Magistratura;
il loro numero complessivo sul territorio nazionale è di alcune migliaia di unità. A fronte di questa sempre più crescente importanza della magistratura onoraria a vario titolo, non è corrisposta un altrettanta considerazione, da parte del legislatore e più specificatamente dei vari Governi che si sono succeduti alla guida del Paese negli ultimi lustri. Per cui, oggi, ci troviamo di fronte a diverse categorie di giudici onorari (g.o.t. e giudici di pace) con diversi riconoscimenti economici e con diversa durata di mandato: ma tutti improntati all'assoluta precarietà che non corrisponde alla qualità e al ruolo nevralgico da loro ricoperto;
in particolare, le funzioni di g.o.t. e v.p.o., sono compensate con una indennità fissa ad udienza (nessuna remunerazione è prevista per le sentenze e i decreti emessi invece retribuiti ai Giudici di pace) pari a euro 98,13 euro lordi - più o meno 73 netti, con un mandato della durata di tre anni, rinnovabile una sola volta in egual misura;

dalla descritta situazione emerge come necessario e indispensabile un ragionevole ed urgente riassetto della magistratura onoraria poiché il problema, finora, è stato sempre stato trascurato concependo il g.o.t. come clone del giudice professionale, buono per tutte le necessità perché «massa di manovra a basso costo» -:
quali provvedimenti il Governo intende assumere per il superamento del precariato in essere nella magistratura onoraria, ovvero trasformare il mandato dei Got e dei Vpo a tempo indeterminato, ovvero la possibilità per i Got e Vpo di essere confermati nell'incarico temporaneo per un illimitato numero di volte sino all'età pensionabile;
quali modifiche intenda apportare all'ordinamento della Giustizia per agevolare l'immissione dei magistrati onorari negli organici della magistratura ordinaria, mediante appositi concorsi in cui venga esonerato dalla preselezione chiunque abbia maturato almeno un mandato di Got o Vpo;
ovvero bloccare per un tempo stabilito i concorsi pubblici di accesso in magistratura ordinaria al fine di agevolare il riassorbimento dei magistrati onorari precari;
quali misure intende adottare per scongiurare la sparizione per legge dei got e vpo, dal momento che in alcuni tribunali italiani, tra cui Cosenza, i magistrati onorari arrivano ad emettere oltre la metà delle sentenze penali e civili;
che cosa intende fare per assicurare ai got e vpo l'erogazione dei servizi assistenziali e previdenziali; il pagamento anche dei decreti e delle sentenze, alla stregua dei giudici di pace; rendere i pagamenti puntuali;
cosa intende fare per adeguare, ovvero aumentare le indennità per i got e vpo, attualmente pari a euro 98,13 euro lordi a udienza, al fine di garantire la sussistenza economica, dal momento che alla magistratura onoraria, composta per lo più da giovani avvocati, è fatto divieto di esercitare la libera professione nello stesso distretto giudiziario in cui opera come magistrato onorario.
(4-03414)