Allegato B
Seduta n. 123 del 9/3/2007

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
tutte le mozioni e le risoluzioni discusse ed approvate dalla Camera dei deputati lo scorso 12 dicembre nell'ambito della discussione dei diritti umani in Cina avevano un comune e condiviso orientamento sulla questione tibetana;
da anni il Parlamento italiano segue con particolare attenzione e vicinanza la battaglia nonviolenta del premio Nobel per la pace, Tenzing Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet e del popolo tibetano;
sua Santità il Dalai Lama, capo spirituale e politico dei tibetani, ha da tempo indicato nella «via di mezzo» la propria proposta concreta di soluzione dei rapporti sino-tibetani;
la diaspora tibetana si è organizzata con un Parlamento in esilio democraticamente eletto, con un Governo ed un Primo ministro che hanno riaffermato ed operato assiduamente nell'indirizzo consolidato indicato dal Dalai Lama;
l'approccio della «via di mezzo», con realismo e lungimiranza politica, prevede la rinuncia esplicita alla richiesta di indipendenza statuale per il Tibet, ma chiede il riconoscimento di una genuina autonomia per il territorio del Tibet storico, la difesa della cultura e della lingua tibetana, la libertà di esercizio religioso, prendendo atto della realtà di fatto consolidata da oltre cinquant'anni di occupazione militare cinese;
uno dei problemi più significativi sorti dagli ultimi decenni della colonizzazione cinese risulta essere quello ambientale, aggravatosi ulteriormente a seguito del recente completamento della linea ferroviaria Qinghai-Lhasa. Inaugurata lo scorso luglio dal Governo cinese, è lunga 1.142 chilometri e supera anche un passo ad oltre 5.000 metri, ma è stata definita dal Dalai Lama come una «seconda invasione cinese» e molte organizzazioni ambientaliste internazionali hanno segnalato il forte impatto sul delicato equilibrio ambientale e paesaggistico del «tetto del mondo»;
nel settembre 2002 sono stati avviati dei colloqui negoziali informali fra il governo della Repubblica Popolare di Cina e gli inviati speciali del Dalai Lama: cinque serie di negoziati si sono ripetute dal 2002 ad oggi senza sostanziali risultati;
il 17 gennaio 2007 hanno avuto ufficialmente inizio a Pechino i negoziati per un accordo quadro di cooperazione e di partnership tra Unione europea e Cina e in questo ambito il Governo italiano ha inteso far convergere la propria azione politico-diplomatica per favorire una soluzione della questione tibetana;
i rapporti italiani con la Repubblica Popolare di Cina sono stati ulteriormente rafforzati dalla visita della delegazione composta da membri di Governo e da esponenti del mondo produttivo ed imprenditoriale in Cina del settembre scorso mentre il Parlamento italiano ha ricevuto ufficialmente il Dalai Lama e i suoi collaboratori il 12 ottobre;
le dichiarazioni pubbliche sia delle autorità tibetane sia del Governo della Repubblica Popolare di Cina sono volte a risolvere la questione del Tibet tramite un processo basato sul dialogo, ma l'esistenza di differenze su questioni sostanziali ha finora impedito di raggiungere una qualunque forma di intesa nella relazione storica tra il Tibet e la Cina;
le preoccupazioni del Governo della Repubblica Popolare cinese per l'unità e la stabilità della Cina e la richiesta conseguente di formale adesione alla politica di «Una sola Cina» ha sinora impedito di riconoscere vera e sostanziale autonomia alla Regione Autonoma del Tibet

(TAR) ed alle contee e prefetture autonome tibetane nate dallo smembramento forzato del Tibet storico;
il Parlamento italiano, così come altre istituzioni democratiche, ha più volte denunciato la situazione complessiva dei diritti umani della popolazione tibetana in Cina ed ha puntualmente denunciato singoli casi di violazione delle libertà e dei diritti individuali di monaci e laici tibetani, quali gli incidenti alla frontiera tra Tibet e Nepal del 30 settembre 2006 presso il passo Nanpa La, o l'arresto e la scomparsa del più giovane prigioniero politico al mondo, il Panchen Lama, di cui non si hanno più notizie dal 1995, o come il caso, dimenticato dai più, di Lobsang Tenzin, il prigioniero politico tibetano da più tempo detenuto nelle carceri cinesi per aver manifestato nel 1988 a favore dell'indipendenza tibetana e a sostegno del Dalai Lama;
il Parlamento europeo il 13 febbraio 2007 ha approvato a larga maggioranza una puntuale risoluzione sul dialogo fra il Governo cinese e gli inviati del Dalai Lama che impegna le istituzioni europee ed i singoli Stati membri a favorire il processo negoziale tra le parti,

impegna il Governo:

a continuare nella richiesta di informazioni circa la condizione dei detenuti tibetani nelle carceri cinesi in ogni incontro diplomatico ufficiale, con particolare riguardo al caso di Lobsang Tenzin, chiedendone l'immediata liberazione;
a sollecitare il Governo della Repubblica Popolare cinese e le autorità tibetane a riprendere e continuare un dialogo, malgrado le proprie differenze su alcune questioni sostanziali, che consenta soluzioni pragmatiche che rispettino l'integrità territoriale della Cina e adempiano alle aspirazioni della popolazione tibetana per un Tibet unificato e realmente autonomo;
a favorire, attraverso la propria azione diplomatica, il desiderio del Dalai Lama di effettuare un pellegrinaggio in Cina e la richiesta del Parlamento tibetano in esilio per una riunione tra il Presidente della Cina e Sua Santità il Dalai Lama, incontro che aumenterebbe la fiducia tra le popolazioni del Tibet e della Cina, così come della comunità internazionale;
a sostenere attivamente il rafforzamento del dialogo e, in assenza di risultati tangibili sulle questioni sostanziali ed in consultazione con entrambe le parti, a valutare quale ulteriore ruolo futuro l'Italia e l'Unione europea possano svolgere per facilitare una soluzione negoziata per il Tibet, inclusa la nomina di un Rappresentante Speciale UE per il Tibet;
a invitare la Commissione europea a sollevare la questione del Tibet e la ripresa delle trattative tra le due parti durante i negoziati del nuovo accordo quadro di cooperazione e partnership tra l'UE e la Cina;
a trovare le forme e le modalità più opportune, anche attraverso le organizzazioni sportive, per cercare di inverare, almeno in parte, lo spirito olimpico visto che Pechino si sta preparando ad organizzare un evento mondiale quali le Olimpiadi 2008;
a riferire al Parlamento in merito all'evoluzione del dialogo tra il Governo della Repubblica Popolare cinese e gli inviati di Sua Santità il Dalai Lama nel 2007 e successivamente;
a trasmettere la presente mozione al Primo Ministro della Repubblica Popolare di Cina, al Dalai Lama, al Governo ed al Parlamento tibetano in esilio, al Presidente del Parlamento europeo ed al Segretario delle Nazioni Unite.
(1-00116)
«Mellano, Motta, Zanella, Folena, Marcenaro, Azzolini, Boniver, Forlani, Brigandì, Della Vedova, Zacchera, Del Bue, Servodio».

Risoluzione in Commissione:

La XI Commissione,
premesso che:
l'articolo 15 della legge 9 marzo 1989, n. 88, ha disposto l'attribuzione ad personam di benefici economici per il personale degli enti pubblici che possedevano la qualifica di direttore o di consigliere capo;
l'applicazione di detta norma venne rivendicata dal personale appartenente all'ex categoria direttiva cessato dal servizio prima dell'entrata in vigore della citata legge n. 88 del 1989 con trattamento di pensione a carico del Fondo integrativo, in applicazione dell'articolo 33 del Regolamento di previdenza dell'Inps;
l'applicazione della norma suddetta al solo personale in servizio, ha portato i lavoratori a promuovere dei giudizi innanzi al TAR per ottenere l'accoglimento delle loro istanze;
in seguito ai ricorsi dell'Inps al Consiglio di Stato avverso le sentenze del TAR che hanno riconosciuto il diritto in questione, si è determinata una disparità di trattamento, conseguita al diverso tenore delle sentenze del Consiglio di Stato, alcune delle quali confermative delle pronunce di primo grado, altre di contenuto opposto, con evidenti riflessi sul trattamento integrativo delle persone interessate, in quanto cessate dal servizio prima del 1989;
il numero dei pensionati penalizzati dalle suddette sentenze è alquanto ridotto, trattandosi di circa cinquanta ex funzionari Inps;
si tratta di persone molto anziane in quanto cessate dal servizio prima del 1989;
nella scorsa legislatura il disegno di legge n. 3448, presentato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze prevedeva espressamente all'articolo 3 l'estensione del trattamento pensionistico, in applicazione dell'articolo 15 della legge n. 88 del 1989, anche al personale cessato dal servizio prima della data di entrata in vigore della medesima legge, oggetto di provvedimenti giurisdizionali intervenuti con efficacia di giudicato;
nella descritta situazione l'attività dell'Istituto è vincolata alle sentenze passate in giudicato, anche se risulterebbe discriminante l'adozione di misure che accolgano solo parzialmente le rivendicazioni delle persone interessate,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative, anche normative, al fine di superare definitivamente la situazione di disparità di trattamento che si trovano a vivere i suddetti pensionati, cessati dal servizio prima dell'entrata in vigore della legge n. 88 del 1989, uniformando integralmente il trattamento pensionistico in applicazione dell'articolo 15, comma 1, della legge 9 marzo 1989, n. 88 con quello del personale in servizio alla data di entrata in vigore della legge n. 88 del 1989.
(7-00140)
«Motta, Delbono, Di Salvo, Bellanova, Codurelli, Miglioli».