Allegato B
Seduta n. 122 dell'8/3/2007

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:

GRIMOLDI. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il decreto ministeriale 24 luglio 2006, recante «Riassetto delle scuole di specializzazione di area psicologica», individua le scuole di specializzazione di area psicologica, specialistica, nonché gli obiettivi formativi ed i relativi percorsi didattici;
alle sopra menzionate Scuole di specializzazione accedono coloro che hanno conseguito la laurea specialistica in psicologia (classe 58/S), nonché i laureati in psicologia dell'Ordinamento previgente al decreto ministeriale n. 509 del 1999;
il conseguimento del relativo Titolo di specialista presuppone l'acquisizione di 300 crediti formativi universitari, articolati in cinque anni di corso, e corrispondenti a 25 ore di lavoro/studente;
l'ingresso degli Psicologi nel mondo del lavoro è di per sé difficile, anche alla luce della presenza di figure professionali concorrenti che svolgono analoghe attività psicologiche, quali i cosiddetti counselor o reflector, la cui formazione è stata acquisita attraverso percorsi differenti e aperti ai non-laureati in Psicologia;
l'istituzione di nuove Specializzazioni post-universitarie per l'erogazione di prestazioni di base, quali la somministrazione dei test psicologici, l'Analisi dei rischi e dei fabbisogni Psicologici, la Prevenzione psicologica, il sostegno e il Counseling Psicologico, rappresentano una sovrapposizione alle competenze apprese durante l'anno di tirocinio, e costituiscono di fatto prestazioni erogate dallo Psicologo «non ulteriormente specializzato», ai sensi della legge 18 febbraio 1989, n. 56, che all'articolo 2, commi 1 e 3, recita: «1. Per esercitare la professione di psicologo è necessario aver conseguito l'abilitazione in psicologia mediante l'esame di Stato ed essere iscritto nell'apposito albo professionale; 3. (...) all'esame di Stato sono ammessi i laureati in possesso di adeguata documentazione attestante l'effettuazione di un tirocinio pratico, secondo modalità stabilite con decreti del Ministro della pubblica istruzione (...)»;
la Specializzazione denominata Valutazione Psicologica e Consulenza si configurerebbe come fuorviante rispetto alle competenze dello Psicologo poiché sottintende la necessità di ulteriori cinque anni di studio per erogare le menzionate prestazioni di base. In relazione al conseguimento del titolo di Psicoterapeuta, la previsione della formazione in Consulenza e Diagnosi, abiliterebbe allo svolgimento di prestazioni che non appartengono in maniera specifica alla funzione svolta dallo Psicoterapeuta -:
se, alla luce di quanto precedentemente espresso, non ritenga che sarebbe opportuno valutare la necessità di attuare un nuovo riassetto delle Scuole di specializzazione di area psicologica, istituendo percorsi di formazione che permettano agli Psicologi iscritti all'Ordine Professionale di acquisire competenze più avanzate, rispetto a quelle già in possesso;
se, non ritenga altresì dannoso ritardare l'ingresso dei giovani psicologi, costringendoli a prolungare di ulteriori cinque anni la relativa specializzazione, ai fini della somministrazione di tecniche già acquisite, ai sensi della citata legge 18 febbraio 1989, n. 56;
se non ritenga che sarebbe più opportuno assumere iniziative per operare un distinguo tra la figura dello Psicologo e quelle di «tecnici», come i già menzionati counselor o reflector, onde impedire che vi sia un facile riconoscimento giuridico di figure che non possono essere comparate, sulla base dell'iter formativo-professionale alla figura dello psicologo;
se, infine, non ravvisi la necessità di impedire il dilagare di situazioni di sfruttamento del tirocinio che, laddove viene protratto ben oltre il monte di ore stabilito per legge, blocca l'accesso alla professione

retribuita, poiché soddisfa ampiamente e gratuitamente il fabbisogno delle figure di «Psicologo», in ambito pubblico e privato.
(4-02859)

PAOLO RUSSO, FASOLINO, CESARO e ALFREDO VITO. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
a pochi metri dal mare del golfo di Napoli si trova la stazione Dohrn. Protetta da lecci e platani secolari, all'interno di quella che fu la Real passeggiata Borbomica e che oggi è chiamata «villa comunale», storia nella storia, la stazione appare in tutta la sua austera bellezza;
fu voluta dal celebre naturalista tedesco Anton Dohrn e l'edificio, a pianta rettangolare, fu realizzato da A. Hildebrand. La stazione fu iniziata nel 1873 e terminata nel 1886; successivamente, nel 1906, furono aggiunte al corpo centrale due ali con le quali la stazione assunse l'aspetto odierno. Sull'esempio di precedenti studiosi Napoletani del settecento che avevano, come Stefano Delle Chiaje, Achille ed Oronzo Costa, Filippo Cavolini, riconosciuto e catalogato un vasto campionario della vita marina del golfo e ispirandosi alle nuove teorie su basi evoluzionistiche di Charles Darwin, Dohrn volle istituire a Napoli una stazione di studio di biologia marina con annesso Acquario. Come molti dei viaggiatori ottocenteschi del cosiddetto Grand Tour, al pari di Goethe, Dumas, Douglas, Munthe, è affascinato dalle bellezze della città e del suo golfo ed alla quale dedica un gioiello che porta, giusta causa, il suo nome;
esso sembra più dedicato allo studio che ad un'esposizione chiassosa, è più elegante che funzionale; in un'aiuola, di fronte all'ingresso, c'è una lapide dedicata a Heinrich Schliemann, scopritore delle rovine di Troia. L'atmosfera che si respira è quella dei santuari del sapere, silenziosi ma allo stesso tempo accoglienti e desiderosi di schiudere segreti e meraviglie al visitatore attento. Sembra che qui il tempo si sia fermato e che si possa quasi vedere, attraverso i finestroni dei laboratori e degli studi al piano superiore, il volto pieno di meraviglia del vecchio naturalista curvo sul microscopio;
gran parte dell'edificio della stazione è occupato dall'istituto di biologia marina, che dal 1923 è eretto in ente morale, mentre la parte dedicata all'acquario occupa il piano inferiore nella parte destra rispetto all'ingresso. Entrare per poi riuscire da questa piccola, ma integralmente mediterranea, esposizione è come tuffarsi e poi riemergere da un'incantevole immersione nelle acque del golfo;
tutti gli ambienti sono ben rappresentati come discreta è la presenza di tutte le specie più diffuse; non è possibile rappresentare tutto dal momento che la gran parte delle specie viventi in mediterraneo è presente nel golfo. Il plancton (la base della catena alimentare), il necton (gli organismi che si spostano indipendentemente ed attivamente) ed il benthos (insieme degli organismi che vivono in stretto contatto col fondo, fissandosi o spostandosi su di esso) sono rappresentati in maniera molto naturale; nessuna voglia di stupire, nessun effetto speciale. I parametri biochimici sono una perfetta riproduzione di quelli del golfo, con una temperatura che oscilla tra i 14o in inverno ed i 26o in estate, ovviamente negli strati superficiali;
a volte, osservando le vasche, si può immaginare tranquillamente di trovarsi in mare con muta e bombole. I pesci erbivori come le salpe (boops salpa), le vope (boops), le occhiate (Oblata melanura), i muggini pattugliano in gruppi numerosi i fondali prossimi alla superficie ricchi di alghe verdi come l'ulva. Una vasca accoglie pesci di grandi dimensioni: veloci predoni del mare come dentici, orate, ricciole, spigole. In questa vasca, che è la più grande, sono ospitate spesso tartarughe del tipo caretta caretta;
la stazione funge, grazie anche all'impegno dell'attuale presidente Giorgio Bernardi il quale visto l'alto profilo professionale

e l'esperienza maturata ha saputo preservare questo angolo di paradiso;
preoccupa adesso, visto l'approssimarsi della scadenza del mandato al presidente predetto, che possano prevalere logiche politiche e clientelari favorendo una eventuale nomina di soggetti che non abbiano le necessarie capacità tecniche e professionali e di esperienza atte a ricoprire l'incarico -:
se non intenda, alla luce di quanto in premessa, vigilare sulle procedure di nomina affinché - attraverso una selezione accurata e scrupolosa che tenga conto del curriculum maturato dagli eventuali soggetti candidati a ricoprire l'incarico - venga garantita l'imparzialità e l'alto profilo professionale del soggetto futuro presidente della stazione zoologica, evitando che protettorati locali, pur se ben inseriti ma di modesto profilo scientifico - accademico possano condizionarne e scelte.
(4-02866)