Allegato B
Seduta n. 52 del 12/10/2006

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SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
da quanto si evince dall'articolo pubblicato sul quotidiano L'unione Sarda in data martedì 10 ottobre 2006, sembrerebbe che «... il 3 ottobre, all'insaputa di regione e istituzioni locali, il Governo ha revocato i 18 milioni di euro destinati a cinque imprese che dovevano investire in innovazione tecnologica e nuove professionalità ...»;
da quanto si evince dall'articolo «... Confindustria, sindacati e parte della politica nuorese, almeno sul tema della revoca dei finanziamenti delle imprese del Consorzio Creo, sembrano andare d'amore e d'accordo ... la decisione del Governo è pericolosa e rischia di mettere la parola fine alle speranze di ricostituzione di un tessuto industriale appena decente nella Sardegna centrale...»;
secondo quanto testualmente affermato dal vice presidente di Confindustria di Nuoro, il dottor Roberto Bornioli, questa decisione «rischia di trasformarsi in uno schiaffo del Governo alle aspettative di sviluppo, senza garanzie e chiarimenti da parte del Governo si perde ogni speranza di attuazione di un progetto che abbiamo promosso e sostenuto da tre anni superando difficoltà e ostacoli di ogni genere... Parlare di accelerazione degli incentivi alle imprese suona come una beffa, visto che se il Cipe e il Ministero non anno un nuovo ok entro il 31 dicembre il progetto è morto» e la decisione sarebbe stata assunta all'insaputa delle imprese del Creo e delle istituzioni regionali e locali...»;
da quanto si evince dall'articolo pare che siano «... a rischio 18 milioni di euro che 4 aziende nuoresi avevano preordinato di investire per l'innovazione tecnologica e l'assunzione di nuovo personale...»;
da quanto affermato da Ignazio Ganga della Cisl pare che i sindacati siano certi che «... il provvedimento di Bersani sia fondato su un equivoco; quello del Consorzio Creo non è un nuovo contratto di programma: è qualcosa di già acquisito, già decretato del 50 per cento, sul quale va sanato il secondo 50. Sottrarre questi fondi con un atto così netto vanificherebbe il lavoro di anni...» -:
se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero e, in caso affermativo, quali siano le motivazioni politiche che hanno indotto il Ministero dello sviluppo economico a revocare il finanziamento al Consorzio Creo;
se non ritenga opportuno proseguire il finanziamento destinato al Consorzio Creo affinché il progetto possa raggiungere gli obiettivi prefissati quali il risanamento del tessuto industriale della Sardegna centrale.
(2-00180) «Murgia».

Interrogazione a risposta scritta:

OLIVIERI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
alla fine degli anni 60, Snam ha realizzato, in località Panigaglia, nel territorio del Comune di Portovenere, in provincia della Spezia, un impianto per la rigassificazione di Gas Naturale Liquefatto (GNL) che si affaccia sul Golfo della Spezia;
la Società GNL Italia possiede e gestisce lo stabilimento di Panigaglia. La Società GNL Italia è stata costituita il 27 luglio 2001 per ricevere in conferimento, detenere e gestire le attività svolte da Snam Rete Gas Spa relative alla rigassificazione di gas naturale. GNL Italia Spa, divenuta operante il 1o novembre 2001, è consociata alla Società Snam Rete Gas Spa, la quale è, a sua volta, controllata da ENI;
quello di Panigaglia è l'unico insediamento di rigassificazione funzionante in Italia. Tale circostanza è illustrata anche nel documento redatto da Snam Spa e da Snam Rete Gas Spa intitolato «Prospetto informativo relativo all'offerta pubblica di vendita e sottoscrizione e all'ammissione a quotazione sul mercato telematico azionario organizzato e gestito dalla Borsa Italiana Spa delle azioni ordinarie». A pagina 39 del documento, infatti, viene testualmente specificato: «Il terminal GNL di Panigaglia è l'unico impianto di rigassificazione GNL attualmente operativo in Italia»;
sempre nel summenzionato documento, ed ancora a pagina 39, a proposito dell'insediamento di Panigaglia, viene altresì ricordato che: «Tale impianto, di proprietà di GNL Italia, esercita la propria attività in forza di una concessione, avente validità fino al 21 maggio 2013»;
nella Relazione semestrale del 30 giugno 2006, relativa all'attività della Società Snam Rete Gas, a proposito dell'impianto di Panigaglia (pagina 12) si riferisce che lo stesso «...occupa un'area di circa 45.000 metri quadrati, riceve gas allo stato liquefatto (ad una temperatura di circa -160 gradi centigradi) trasportato da navi metaniere, lo riporta allo stato gassoso e lo immette nella rete di trasporto»;
nelle scorse settimane il Consiglio dei Ministri ha dato notizia di avere istituito un gruppo di coordinamento con il compito di valutare l'opportunità di dare corso alla realizzazione di impianti di rigassificazione, anche alla luce di numerosi progetti proposti su iniziativa di diverse società;
la stessa Società GNL Italia avrebbe intenzione di potenziare l'impianto di Panigaglia. Tale ipotesi, riportata anche da un articolo pubblicato nelle pagine della cronaca locale dal quotidiano La Nazione del 4 ottobre 2006, è anche segnalata nelle pagine web della stessa Società GNL Italia, nelle quali si può infatti leggere il seguente brano: «Si segnala che Gnl Italia sta esaminando la possibilità di potenziare il Terminale. Gli interventi previsti sul Terminale, nel caso venissero attivati, comporteranno l'indisponibilità dell'impianto per un periodo di tre anni dal 1o ottobre 2010 al 30 settembre 2013»;
ancora nelle stesse pagine è riportata una tabella relativa alla capacità produttiva dell'impianto di Panigaglia nel periodo 2008-2013. Tale tabella è integrata da una precisazione che testualmente recita: «Per il periodo dal 1o ottobre 2010 al 30 settembre 2013 non vengono rese disponibili per il conferimento pluriennale le capacità di rigassificazione del Terminale, al fine di non precludere la possibilità di realizzare i potenziamenti dello stesso in corso di valutazione da parte di Gnl Italia»;
come si è visto, la concessione per il funzionamento dell'impianto di Panigaglia scadrà il 21 maggio 2013 e GNL Italia sta valutando la possibilità di potenziare l'impianto con lavori che dovrebbero concludersi il 30 settembre 2013. A giudizio dell'interrogante è del tutto evidente che GNL

Italia dia per scontato il rinnovo della concessione in essere, circostanza peraltro non confermata dal Comune di Portovenere, come si evince dalle dichiarazioni dell'Assessore all'Urbanistica, riferite nel già citato articolo de La Nazione;
questo comportamento di GNL Italia Spa appare, a giudizio dell'interrogante, sconcertante. Gli Enti Locali, in primo luogo il Comune di Portovenere, ma anche la stessa Regione Liguria, secondo quanto riferito dall'Assessore all'Ambiente in un colloquio con l'interrogante, non sono state ancora informate ufficialmente né dell'intenzione di GNL Italia di richiedere il rinnovo della concessione in essere, né dell'ipotesi di potenziamento dell'impianto di Panigaglia. Tanto è vero che, secondo informazioni in possesso dell'interrogante, lo stesso Sindaco del Comune di Portovenere, allarmato dalle notizie relative al possibile potenziamento dell'impianto di Panigaglia, qualche settimana fa, ha scritto al Ministro alle Attività produttive per chiedere informazioni delle quali è ancora in attesa;
il rischio evidente, qualora si procedesse al potenziamento degli impianti senza un'intesa preventiva circa il rinnovo della concessione, è che GNL Italia Spa precostituisca surrettiziamente condizioni tali che renderebbero di fatto difficilmente non concedibile il rinnovo della concessione stessa;
sul tema della pericolosità degli impianti di rigassificazione si rimanda alla vastissima letteratura facilmente reperibile in internet, ed in particolare, per quanto riguarda le fonti statunitensi, al «Rapporto della Commissione Energetica della California» del luglio 2003, al «Rapporto CRS per il Congresso USA» del settembre 2003, ancora al «Rapporto CRS per il Congresso USA» del gennaio 2004, al «Rapporto Sandia» del dicembre 2004 nonché ad un approfondito studio per il Pentagono (anch'esso facilmente reperibile in Internet);
per quanto riguarda le fonti italiane, invece, appare utile segnalare il documento «Valutazione integrata degli aspetti di livello strategico di progetti per la realizzazione di terminali di rigassificazione di GNL in Toscana» redatto dalla Regione Toscana del luglio 2004. In particolare nella pubblicazione denominata Prima parte appare significativo il capitolo «Una rassegna degli incidenti rilevanti nella filiera del GNL» (da pagina 80 a pagina 85) e, nella pubblicazione denominata Seconda parte, si evidenzia il capitolo «Rischio di incidenti rilevanti» (da pagina 22 a pagina 85);
i rischi connessi agli impianti di rigassificazione sono del resto di fatto confermati dalle stesse fonti Snam. A pagina 18 del già citato documento redatto da Snam Spa e da Snam Rete Gas Spa si scrive testualmente: «Benché Snam Rete Gas Spa ritenga di svolgere la propria attività nel sostanziale rispetto di leggi e regolamenti in materia di ambiente e sicurezza, il rischio di incorrere in oneri imprevisti e obblighi di risarcimento, ivi comprese le richieste di risarcimento dei danni a cose e persone, in tema di ambiente e di sicurezza è connaturato alla gestione di gasdotti e di impianti di rigassificazione (nota: quello di Panigaglia, essendo l'unico in funzione). Pertanto non è possibile escludere a priori che Snam rete Gas Spa non sia in futuro tenuta a far fronte a oneri od obblighi di risarcimento del tipo sopra ipotizzato. Inoltre, le attuali coperture assicurative potrebbero non essere sufficienti a far fronte a tutte le richieste di risarcimento danni». Sempre nello stesso documento, si può leggere a pagina 48: «...non può escludersi il rischio che eventi di inquinamento ambientale causati da gasdotti e impianti di rigassificazione (nota: sempre quello di Panigaglia, essendo l'unico in funzione) facciano sorgere in capo a Snam Rete Gas oneri od obblighi risarcitori»;
né sfuggono a Snam Spa ed a Snam Rete Gas Spa i rischi connessi ad eventuali attentati terroristici. Ancora nel già citato documento si può leggere alla pagina 19 che: «...eventuali attentati terroristici ai danni delle infrastrutture di Snam Rete

Gas Spa potrebbero avere ripercussioni sulla situazione finanziaria e sui risultati economici di Snam rete Gas Spa, anche considerando che la copertura assicurativa potrebbe essere insufficiente a coprire integralmente eventuali danni»;
l'impianto di Panigaglia è ubicato in un'area densamente popolata e nella quale si trovano numerosi impianti militari e depositi di carburante, l'Arsenale della Marina Militare, il Balipadio, la base degli incursori al Varignano, vicinissima peraltro al terminal di Panigaglia, la Centrale Enel di Vallegrande, il porto commerciale. Inoltre nella rada della Spezia sostano, saltuariamente, sommergibili a propulsione nucleare e dotati di armamenti nucleari. L'ipotesi di potenziamento dell'impianto, alla luce di quanto sovraesposto, suscita allarme e preoccupazione anche perché aumentando la capacità produttiva dell'impianto si accrescerebbero le dimensioni di un non escludibile evento disastroso -:
se anche l'ipotesi di potenziamento dell'impianto di Panigaglia sia oggetto della valutazione del gruppo di coordinamento istituito dal Consiglio dei Ministri;
in caso di risposta negativa, se non si ritenga di dovere sottoporre all'attenzione del gruppo di coordinamento anche la proposta di ampliamento dell'impianto di Panigaglia ovvero per quali ragioni si ritenga di non doverlo fare;
se e come il Governo intenda rapportarsi il Comune di Portovenere, la Provincia della Spezia e la Regione Liguria, ai fini di una decisione consapevole e condivisa;
se, nella decisione finale circa la proposta di ampliamento dell'impianto di Pamigaglia, si terrà conto delle particolarità del sito, descritte dall'interrogante;
se non ritenga di sottoporre l'intero processo di utilizzazione del gas naturale tramite liquefazione e rigassificazione, in uso nell'impianto di Panigaglia, ad un'attenta valutazione tecnica per verificarne l'effettiva pericolosità;
se ritenga che il progetto di potenziamento dell'impianto di Panigaglia, qualora fosse effettivamente proposto, debba essere oggetto di una rigorosa valutazione di impatto ambientale e strategica, escludendo pericolose semplificazioni, del tipo di quelle previste dalla Legge Obiettivo sulle grandi opere.
(4-01270)