Allegato A
Seduta n. 52 del 12/10/2006

INTERPELLANZE URGENTI

(Sezione 1 - Questioni concernenti le procedure di adozione di bambini provenienti dalla Bielorussia)

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per le politiche per la famiglia, il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
sui quotidiani di questi giorni stiamo vivendo il caso di Maria, la bimba bielorussa trattenuta dai coniugi di Cogoleto (Genova) per tutelarla da abusi che avrebbe subito nell'orfanatrofio di Vileika; tale situazione si inserisce nell'ambito della problematica delle adozioni di bambini provenienti dalla Bielorussia;
a partire dal disastro di Chernobyl, l'Italia si è impegnata ad organizzare «percorsi d'accoglienza», due volte l'anno, per 30 mila bambini, con l'obiettivo di diminuire l'esposizione alla radioattività;
tali soggiorni sono diventati, soprattutto per i bambini provenienti dagli orfanotrofi, l'occasione per trovare una nuova famiglia;
a partire dal 2003, il complesso percorso adottivo internazionale è divenuto sempre più estenuante, finché nell'ottobre 2004 il Governo bielorusso ha bloccato le adozioni, lasciando «congelati» negli uffici e nei ministeri i dossier completi di 150 bambini;
dopo intensi contatti diplomatici, solo alla fine del 2005 è stato firmato un protocollo tra Italia e Bielorussia per la riapertura delle adozioni, ma solo 150 di queste sono state sbloccate e solo un numero esiguo di bambini, poco meno di 30, hanno fatto il loro ingresso in Italia, lasciando senza risposta oltre 400 domande già inoltrate -:
quali iniziative intenda adottare perché venga rispettato il nuovo termine indicato dalla Bielorussia (1o dicembre 2006) per l'esito delle 150 domande di adozione sospese dal 2004 e per trovare una soluzione, che, a breve, possa dare una risposta alle oltre 400 richieste di adozioni di bambini bielorussi;
se non ritenga opportuno realizzare nuovi accordi con la Bielorussia per stabilire dettagliatamente i termini del processo burocratico per le ulteriori adozioni che verranno richieste dalle famiglie italiane e per consentire l'affido preadottivo internazionale nelle famiglie italiane, a tutti i bambini legittimamente richiesti in adozione, fino alla conclusione positiva dell'iter adottivo;
se non ritenga necessario assicurare ai bambini bielorussi la possibilità di continuare a beneficiare dei soggiorni nelle famiglie italiane ospitanti e garantire la tutela dell'interesse superiore del fanciullo, che deve essere a fondamento della rapida soluzione di controversie diplomatiche e di inutili lungaggini burocratiche di iter adottivi, tutelando il diritto del minore, che norme nazionali e convenzioni internazionali pongono come principio cardine, cornice normativa entro cui adottare futuri comportamenti e provvedimenti.
(2-00144) «Barbieri, Adolfo, Ciro Alfano, Bosi, Casini, Cesa, Ciocchetti, Compagnon, Riccardo Conti, D'agrò, D'alia, De Laurentiis,

Delfino, Drago, Forlani, Formisano, Galati, Galletti, Greco, Lucchese, Marcazzan, Martinello, Mazzoni, Mele, Mereu, Peretti, Romano, Ronconi, Ruvolo, Tabacci, Tucci, Volontè, Zinzi».
(26 settembre 2006)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per le politiche per la famiglia, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
la drammatica vicenda della bambina bielorussa trattenuta illegalmente in Italia rischia di determinare pesanti conseguenze sui progetti di accoglienza dei bambini bielorussi nel nostro Paese e sul programma di adozioni;
da quasi un mese una coppia di coniugi liguri trattiene, secondo gli interpellanti, illegalmente una bambina bielorussa da loro ospitata nell'ambito del sistema di accoglienza iniziato all'indomani del disastro di Chernobyl;
ogni anno circa 30.000 bambini bielorussi vengono ospitati da altrettante famiglie italiane, provenienti sia da istituti (internat) che da famiglie, spesso con storie tragiche alle spalle e un grande vuoto di affetti;
i soggiorni del bambini bielorussi non attribuiscono giuridicamente alcun titolo alle famiglie ospitanti e, pertanto, le famiglie non sono affidatarie dei piccoli, ma solo persone che cedono temporaneamente la propria abitazione a questi soggetti extracomunitari;
quello che vorrebbe essere un atto d'amore per una bambina, che avrebbe subito maltrattamenti, può tradursi in un gesto di egoismo, che rischia di avere conseguenze terribili per i tanti bambini bielorussi bisognosi di cure, di affetto, d'amore, di una famiglia che li accolga;
la Bielorussia non è il Paese degli orfanotrofi lager, come molte famiglie italiane hanno potuto constatare andando a visitare i bambini ivi ospitati, ma, anzi, proprio in questi istituti trovano quella protezione che non hanno avuto nelle famiglie naturali, dove hanno vissuto condizioni di grave disagio sociale;
gli abusi di cui sarebbe stata vittima la bambina sarebbero una gravissima eccezione e non la regola: non è giusto generalizzare, in quanto episodi di violenza avvengono anche nel nostro Paese, sia in famiglia che in strutture scolastiche, e la Bielorussia è in grado di punire gli eventuali colpevoli e di tutelare la piccola;
la Bielorussia ha dato al nostro Paese garanzie, oltre ogni ragionevole dubbio, circa la tutela della bambina, che sarebbe seguita da una equipe medica mista italo-bielorussa e che verrebbe destinata ad altra struttura, e, a seguito di tali assicurazioni e garanzie, il tribunale dei minori di Genova ha disposto il rientro della bambina in patria; nonostante tutto, i coniugi liguri hanno scelto, secondo gli interpellanti, con la presunzione di restare impuniti, la via della illegalità, senza valutare le gravi conseguenze che questo gesto rischia di avere nei confronti del sistema dell'accoglienza dei bambini e del programma di adozioni;
sarebbe profondamente sbagliato avallare la prassi che in Italia il sequestro di persona sia una soluzione di fronte al dilungarsi di una procedura adottiva. Come immediata conseguenza la Bielorussia ha disposto il congelamento dei programmi di accoglienza e già nel prossimo Natale i bambini non verranno mandati in Italia;
il rifiuto di riconsegnare la bambina al suo Paese può avere pesanti conseguenze per le migliaia di bambini che vengono ospitati, soprattutto per i più deboli e bisognosi di cure, quali quelli ospitati negli istituti, e, secondo gli interpellanti, mette in discussione il valore della legalità e della giustizia, danneggia l'immagine dell'Italia nel mondo e, inoltre,

rischia di compromettere la difficile opera di ricucitura, che il Governo italiano sta portando avanti per la concreta attuazione del protocollo d'intese sulle adozioni -:
quali provvedimenti, nell'ambito delle proprie competenze, intendano mettere in atto al fine di ripristinare la legalità a difesa dei programmi di accoglienza e dei procedimenti adottivi.
(2-00146) «Sanna, Sereni, Attili, Cogodi, Fadda, Palomba, Satta, Schirru, Soro, Bressa».
(26 settembre 2006)