Allegato B
Seduta n. 40 del 22/9/2006

TESTO AGGIORNATO AL 9 OTTOBRE 2006

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:

FABRIS. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 21 settembre 2006 sulla testata giornalista La Stampa è apparso il seguente articolo:
«C'è una fetta della storia recente d'Italia e un estratto dell'Italia che conta negli sterminati elenchi degli spiati dalla Tavaroli &Co. I più interessanti forse li vedremo quando la Procura avrà terminato l'esame delle migliaia di file sequestrati nei mesi scorsi. Oppure non li vedremo mai, distrutti da un raro eccesso di prudenza della premiata ditta. Ma in quella miriade di pagine di persone da controllare, pedinare, spiare, trovano spazio nomi altisonanti, banchieri, finanzieri, immobiliaristi al centro di grandi manovre. Scrive il magistrato: "Oggi sappiamo che quell'archivio contiene una messe di notizie e informazioni acquisite con metodi illegali e che riguardano soggetti disparati ed appartenenti a vari settori, del mondo del lavoro, dell'economia, della politica, dello spettacolo e dello sport. Molti nomi sono criptati. Altri sembrano rimandare a personaggi famosi anche se alcuni particolari come il nome o la data di nascita non corrispondono. Accanto ragazzi nati tra il '75 e l'82, da tenere a portata d'orecchio anche solo per aver presentato domanda d'assunzione in Telecom o in Pirelli. Perchè tenere sotto scacco tanta gente, senza cancellare i file dal computer? Il gip, Paola Belsito, si chiede: Avrebbero potuto essere in futuro nuovamente oggetto di una richiesta da parte del cliente? O è la convinzione di non poter essere né individuato né perseguito? O è la necessità o comunque l'utilità di tenere in vita un archivio che avrebbe potuto tornargli

utile in futuro, magari quale strumento di pressione, o di difesa, o addirittura di attacco? I nomi bruciati, L'elite delle pagine gialle della premiata ditta finora scoperta è finita in un gran falò, organizzato intorno al Natale del 2004. Uno degli arrestati racconta ai magistrati che gli scatoloni pieni di dossier riguardanti nomi che contano sono stati prima cosparsi di alcol, scaraventati in fondo a una buca scavata vicino alle piste di Malpensa e bruciati per bene. In fumo sono finite le pratiche, ad esempio, di Marco De Benedetti, figlio di quel Carlo che Marco Tronchetti Provera non considera certo amico suo, assolutamente da spiare. Gli indizi c'erano tutti: pochi mesi dopo l'allora numero uno di Tim, passato poi amministratore delegato della Telecom riunificata, avrebbe lasciato il gruppo, emarginato dal vertice. Ora guida in Italia il fondo internazionale Carlyle. È in buona compagnia... (...)».
altre testate giornalistiche anno riportato la notizia che i nomi dei parlamentari coinvolti dalle intercettazioni contenute nei detti dossier sono stati secretati;
tali fatti appaiono di eccezionale gravità tenuto conto di tutte le polemiche che sul tema delle intercettazioni di telecomunicazioni si sono sollevate da più parti sin dalla scorsa legislatura;
una proposta di legge attualmente assegnata alla Commissione giustizia e presentata dai Popolari Udeur reca l'istituzione di un'apposita Agenzia pubblica per la sicurezza nell'accesso e nella gestione dei dati di intercettazione -:
quali provvedimenti urgenti intenda assumere il Governo per bloccare e impedire un uso distorto dei dossier illeciti citati nella presente interrogazione, che nulla hanno a che fare con lo svolgimento di indagini giudiziarie, e che secondo quanto si apprende dalla stampa, sarebbero stati acquisiti da soggetti che riferivano ai vertici del gruppo Telecom e che potrebbero influire sulla vita pubblica, economica e politica e fin anche sportiva del Paese;
come siano custoditi e quali siano i soggetti che attualmente detengono il controllo di tali dossier;
come valuti il Governo l'opportunità di adottare interventi urgenti volti a impedire la divulgazione o l'uso strumentale di tali dossier;
se non concordi nel ritenere quanto mai necessario porre in essere ogni atto di Sua competenza mirante ad impedire che un qualsiasi privato possa utilizzare arbitrariamente dati contenuti in intercettazioni telefoniche.
(3-00247)

Interrogazioni a risposta scritta:

PEDRINI e PRESTIGIACOMO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
una bimba di dieci anni, orfana bielorussa, da tre anni ospitata nei mesi estivi da una coppia di Cogoleto (Genova) che da tempo ha chiesto la sua adozione, ha trovato il coraggio di raccontare alla madre di aver subito violenze e angherie da parte di coetanei e di ragazzi più grandi, che vivevano nello stesso ambiente;
in data 16 agosto 2006 il Tribunale dei minori di Genova ha affidato questa bambina al Comune di Cogoleto (Genova) a seguito dell'accertamento delle violenze subite in Bielorussia;
in data 7 settembre 2006 lo stesso Tribunale ha emesso improvvisamente un nuovo provvedimento di revoca del precedente e in contraddizione con lo stesso che prevedeva il rientro immediato in Bielorussia della minore;
tale provvedimento di revoca prevedeva che il rientro dovesse avvenire il giorno successivo, ovvero l'8 settembre 2006, così come peraltro, per quanto risulta all'interrogante, il Console bielorusso aveva affermato già da due settimane;
mentre la bambina doveva essere rimpatriata in data 8 settembre 2006, il provvedimento di revoca è stato notificato alla famiglia affidataria solo in data 11 settembre 2006;

risulta all'interrogante che il 5 settembre 2006 il Presidente del Tribunale dei minori di Genova ha inviato un fax al Ministero della giustizia in cui si sottolineava come le relazioni mediche sulla minore impedivano al momento il rientro in Bielorussia della stessa;
è più che mai opportuno che la vicenda sia chiarita, se non altro perché stiamo parlando di una minore di anni 10 che secondo chiare e convergenti perizie psicologiche, oltre che dai suoi racconti, pare sia stata oggetto di abusi e violenze;
secondo l'interrogante sarebbe necessario consentire alla minore di ristabilirsi in Italia, accanto a quella che tutti i medici considerano per lei una risorsa fondamentale, unico punto di riferimento affettivo della minore, orfana naturale -:
se risponda al vero che il Tribunale dei minori di Genova avrebbe ricevuto pressioni dai Ministeri della giustizia e della famiglia;
se il Governo per mezzo del Ministero della giustizia abbia interferito con l'attività della magistratura;
che cosa intenda fare il Governo per tutelare una bimba di 10 anni secondo quanto dettato dalle esigenze del Ministro, dalle norme dell'ordinamento giuridico italiano e delle norme delle convenzioni internazionali recepite nel nostro ordinamento.
(4-01039)

FITTO, LEONE, BRUNO, CARLUCCI, DI CAGNO ABBRESCIA, FRANZOSO, LAZZARI, LICASTRO SCARDINO, MAZZARACCHIO, SANZA e VITALI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il 30 giugno 2006 il consiglio regionale della Puglia ha approvato la legge regionale «Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini di Puglia»;
con questa legge, già al comma 1 dell'articolo 1, si stabiliscono princìpi e diritti soggettivi per una platea di persone molto vasta, tra cui oltre alle famiglie, anche i cosiddetti «nuclei di persone»;
in particolare il comma 2 dell'articolo 2 prevede che: «la Regione promuove la tutela e il potenziamento delle risorse di solidarietà della famiglia, attraverso il sostegno alla formazione di nuove famiglie, attraverso la valorizzazione dell'associazionismo familiare, attraverso l'integrazione tra strutture pubbliche, strutture di privato sociale e reti parentali;
il comma 2 dell'articolo 27 prevede che: «Il sistema integrato dei servizi destinati alla famiglia, diversi da quelli individuati al comma 2 dell'articolo 22, sono estesi ai nuclei di persone legate, così come previsto all'articolo 4, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223 (Approvazione del nuovo regolamento anagrafico della popolazione residente), da vincoli di parentela, affinità, adozione, tutela e da altri vincoli solidaristici, purché aventi una coabitazione abituale e continuativa e dimora nello stesso comune. Salvo che per le persone legate da parentela o affinità, per coabitazione abituale e continuativa s'intende quella tra due o più persone che perduri da almeno due anni»;
con l'approvazione di questa legge sono state compiute due scelte, una tecnica, l'altra ideologica: tecnica perché la regione Puglia, stabilendo nuovi diritti soggettivi e aumentando la platea dei destinatari, di fatto è ora obbligata a garantire quei diritti e la legge in oggetto non ha sufficiente copertura finanziaria; ideologica perché questa legge estende i diritti già tutelati dalle leggi nazionali e regionali precedenti anche ai nuclei solidaristici, quindi non solo a coppie di fatto ma anche a unioni omosessuali;
si apprende da notizie di stampa (Corriere della Sera, La Repubblica, La Gazzetta del Mezzogiorno del 9 settembre 2006) che nel corso della riunione del Consiglio dei ministri dell'8 settembre, il

Ministro per gli affari regionali, Linda Lanzillotta, ha proposto di impugnare la legge pugliese affermando, come si legge a pagina 23 de La Repubblica del 9 settembre che «la parte sui vincoli solidaristici ha delle difformità sia rispetto alla Costituzione che alle leggi nazionali. In pratica quella definizione "vincoli solidaristici" definita "troppo larga" potrebbe ampliare così tanto il numero dei beneficiari dei nuovi servizi da creare seri problemi di bilancio»;
si apprende sempre dalla stampa che la proposta del Ministro Lanzillotta ha acceso un vero e proprio scontro nel Governo, con i Ministri Pecoraro Scanio, Bindi, Pollastrini e Ferrero contro la proposta della Lanzillotta e il Vicepresidente Rutelli a favore, quindi contro la legge;
sempre in base a quanto riportato dalla stampa, grazie alla mediazione del Presidente del Consiglio, il Governo avrebbe deciso di non mettere ai voti la proposta del Ministro Lanzillotta e, quindi, di «salvare» la legge pugliese -:
se non ci siano motivazioni di «colore politico» dietro la leggerezza con cui si è ritenuto di non mettere neanche ai voti la proposta del Ministro Lanzillotta che sollevava dubbi etici e di costituzionalità sulla legge pugliese;
se non ritenga quantomeno inopportuno che su temi etici quale quello del riconoscimento delle coppie di fatto (quindi dei Pacs) si apra una sorta di mercanteggiamento tra ministri senza tuttavia approfondire le questioni di costituzionalità e copertura finanziaria;
se non ritenga di aver «forzato la mano» e di essersi assunto una grande responsabilità evitando di mettere ai voti la proposta del Ministro Lanzillotta;
se il Governo abbia assunto la decisione di non impugnare la legge pugliese in seguito ad una corretta e scrupolosa verifica della sua compatibilità con la Costituzione e con le leggi nazionali e, se si, si chiede di conoscere l'esito di tale verifica;
se il Governo abbia assunto la decisione di non impugnare la legge pugliese dopo aver verificato l'effettiva copertura finanziaria rispetto alla platea di diritti soggettivi stabiliti dalla legge stessa;
se non ritenga che, piuttosto, in Consiglio dei ministri la legge pugliese sia stata «utilizzata» come banco di prova della tenuta politica della maggioranza, propedeutico alla prossima discussione e approvazione di una legge nazionale che riconosca i Pacs.
(4-01044)