Allegato B
Seduta n. 36 del 2/8/2006

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POLITICHE GIOVANILI E ATTIVITÀ SPORTIVE

Interrogazione a risposta orale:

RONCONI. - Al Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. - Per sapere - premesso che:
secondo una nota del CONI pubblicata dalle agenzie in data 14 luglio, in risposta ad una interpellanza del senatore Cossiga, il professore Rossi non avrebbe percepito alcun emolumento relativo allo svolgimento delle funzioni di commissario della FIGC;
è stato il professore Rossi a nominare il dottor Francesco Saverio Borrelli, Capo dell'Ufficio Indagini della Federazione Italiana Giuoco Calcio -:
se sia stato accordato ed, eventualmente, a quanto ammonti il compenso dato al dottor Borrelli per lo svolgimento della sua attività e a quanto ammontino fino ad oggi i costi sostenuti dalla FIGC per il processo su calciopoli.
(3-00180)

Interrogazione a risposta scritta:

BELLOTTI. - Al Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 4 comma 2 dello statuto del CONI asserisce che «Il CONI, salvaguardando la sua autonomia da ingerenze di natura politica, religiosa ed economica, in conformità ai principi sanciti dalla Carta Olimpica, intrattiene rapporti di collaborazione con le organizzazioni internazionali, l'Unione europea, le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano e gli enti locali, e coopera con le autorità pubbliche ai programmi di promozione e sostegno dello sport»;
tale concetto, come si evince dal comunicato stampa ANSA del 21 marzo 2006, riportante le dichiarazioni del presidente del CONI Gianni Petrucci a seguito della giunta esecutiva del Comitato Olimpico, verrebbe ribadito con forza dalla stessa giunta che richiederebbe di fatto «una opportuna incompatibilità tra ruolo in giunta esecutiva e cariche politiche»;
nello stesso comunicato ANSA del 21 marzo 2006, il CONI, tramite il suo presidente, rimarcherebbe la necessità che lo sport rimanga fuori dai partiti politici, convinzione che viene sottolineata dalla speranza che il Parlamento legiferi su questa materia;
scongiurare un'eccessiva contiguità tra sport e politica dovrebbe essere prioritario non soltanto su scala nazionale, ma anche a livello locale, dove altrettanto pernicioso risulterebbe l'utilizzo di attività sportive e circoli per fini di condizionamento politico;
nonostante i segnali incoraggianti del mondo dello sport italiano riguardo all'intenzione di eliminare detta contiguità, sussisterebbero ancora fenomeni quantomeno inopportuni di incompatibilità di cariche in capo alla stessa persona;
l'attuale assessore allo sport del comune di Rovigo Giuseppe Osti, infatti, risulta detenere oggigiorno la carica di presidente provinciale del CONI, così come si evince dagli organigrammi pubblicati sui siti del comune di Rovigo e del CONI, acclusi alla presente in copia fotostatica;
da dichiarazioni alla stampa, e più specificamente da quanto riportato sul quotidiano Il Gazzettino del 26 maggio 2006, l'attuale assessore allo sport e presidente del CONI Giuseppe Osti sosteneva che sarebbe stato «il macellaio delle società sportive pro Avezzù», l'ex sindaco di Rovigo, adoperandosi nell'elencare società sportive ed atleti che definisce «vacche grasse che moriranno di fame»;
secondo quanto si evince dall'articolo «Avezzù: Il Coni va commissariato», comparso sul quotidiano Il Gazzettino del 27 maggio 2006, lo stesso mondo dello sport rodigino avrebbe lamentato che Giuseppe Osti disattenderebbe una precisa circolare del presidente del CONI Petrucci, emanata il 3 marzo 2006, in cui si invitano i dirigenti periferici a non svolgere attività politica -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali misure di propria competenza intenda adottare affinché la contiguità eccessiva tra cariche sportive e quelle politiche non nuoccia al mondo dello sport italiano;
se sia intenzione del Governo intervenire, attraverso misura di propria competenza, affinché cariche come quelle di assessore alla sport e presidente provinciale del CONI siano dichiarate incompatibili;
se sia intenzione del Governo intervenire per garantire, attraverso iniziative di carattere normativo e regolamentare, la piena autonomia del mondo dello sport da «ingerenze di natura politica, religiosa ed economica» così come si auspica nell'articolo 4 dello Statuto del CONI.
(4-00888)