Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Titolo: | Bilancio e Finanziaria 2008 A.C. 3256 e A.C. 3257 Commissione Affari esteri | ||
Riferimenti: |
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Serie: | Progetti di legge Numero: 291 Progressivo: 3 | ||
Data: | 20/11/2007 | ||
Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
Camera dei deputati
XV LEGISLATURA
SERVIZIO STUDI
Progetti di legge
Bilancio e Finanziaria 2008
A.C. 3256 e A.C. 3257
Commissione Affari esteri
n. 291/3
20 novembre 2007
Dipartimento affari esteri
SIWEB
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File: es0199.doc
I N D I C E
PARTE I – Gli obiettivi di finanza pubblica
1. Le previsioni macroeconomiche
2. Gli obiettivi di finanza pubblica per il 2008
PARTE II – La manovra di finanza pubblica per il 2008
1. L’articolazione della manovra
3. La disciplina contabile: la legge finanziaria
PARTE III – Il disegno di legge di bilancio per il 2007
1. La disciplina contabile: il Bilancio dello Stato
§ 1.1 Funzioni e struttura del Bilancio
§ 1.2 La ripresa del processo di riforma del Bilancio dello Stato
§ 1.3 La nuova classificazione del Bilancio dello Stato
2. Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente
§ 2.1 Il quadro generale riassuntivo
§ 2.2 Le variazioni rispetto alle previsioni 2007
3. Emendamenti al disegno di legge di bilancio a legislazione vigente approvati dal Senato
4. Il bilancio per il 2008 come modificato dalle Note di variazioni approvate dal Senato
PARTE IV-Lo stato di previsione delMinistero degli Affari esteri(Tabella 6)
La struttura dello stato di previsione del MAE nel bilancio a legislazione vigente
Gli stanziamenti di interesse degli affari esteri negli altri stati di previsione
L'evoluzione rispetto all'esercizio finanziario 2007
Gli effetti del disegno di legge finanziaria
§ Gli stanziamenti per la cooperazione a dono
L'articolato del disegno di legge finanziaria nel testo approvato dal Senato
L’evoluzione della spesa nel bilancio dello Stato per il 2006-2008 – Tavole allegate
Le previsioni macroeconomiche contenute nel DPEF 2008-2011, presentato nel giugno scorso, sono state riviste nella Nota di aggiornamento al DPEF 2008-2011, presentata in data 1 ottobre.
Per
quanto concerne la crescita,
Anche le previsioni relative al 2009 e 2010 vengono riviste al ribasso dello 0,1 per cento (1,6 e 1,7 per cento rispettivamente, a fronte di 1,7 e 1,8 stimati a giugno), mentre viene confermata la previsione relativa al 2011 (pari all'1,8 per cento).
Tali revisioni sono in gran parte ascrivibili alle persistenti incertezze in ordine all’ampiezza e alla durata degli effetti delle forti turbolenze sui mercati finanziari internazionali indotte dalla recente crisi dei mutui sub-prime statunitensi e, più in generale, alle conseguenze del rallentamento statunitense sull’economia mondiale e, di riflesso, su quella italiana.
Per ciò che riguarda le previsioni degli organi internazionali, la stima dicrescita del PIL indicata dal Governo per il 2008 risulta sostanzialmente in linea con quella formulata dai principali organismi internazionali.
Prodotto interno lordo 2008
Confronti internazionali
(variazioni % a prezzi costanti)
|
Commissione UE |
OCSE |
FMI |
Italia |
1,4 |
1,7 |
1,3 |
2,0 |
2,2 |
2,0 |
|
Spagna |
3,0 |
2,7 |
2,7 |
Germania |
2,1 |
2,2 |
2,0 |
Area euro |
2,2 |
2,3 |
2,1 |
Regno unito |
2,2 |
2,5 |
2,3 |
Ue – 27 |
2,4 |
- |
- |
Usa |
1,7 |
2,5 |
1,9 |
Giappone |
1,9 |
2,1 |
1,7 |
Fonte:Commissione UE: Autumn economic outlook 2007; OCSE: Economic outolook for OECD countries, an interim assessment (settembre 07); FMI: World Economic Outlook (ottobre 2007).
Per quanto concerne le previsioni relative alle principali grandezze macroeconomiche, nel 2008 il buon andamento del reddito disponibile e il previsto rinnovo dei contratti di lavoro nel settore pubblico e privato sosterranno i consumi delle famiglie, che si attestano su una variazione costante dell’1,8 per cento per tutto l’arco di previsione 2008-2011, anche grazie al consolidamento dei livelli occupazionali.
Per quanto riguarda gli investimenti, è previsto un rallentamento costante della componente relativa alle costruzioni, a causa della fine del ciclo espansivo del settore nell’ultimo decennio, segnalata anche dalla tendenziale riduzione della concessione di mutui alle famiglie da parte delle banche.
Analoga flessione è prevista in relazione all’acquisto dei macchinari e attrezzature che tuttavia non dovrebbe spingersi oltre il 2008. Dopo tale anno, infatti, è prevista una ripresa delle variazioni in aumento di tale voce.
Dal lato del mercato estero, il graduale recupero di quote del mercato internazionale da parte della produzione nazionale sosterrà le esportazioni che sono previste in lieve aumento.
Anche per le importazioni vi sarà un incremento durante tutto l’arco 2008-2011, ma il consolidamento della moneta unica su ragioni di scambio bilaterali più elevate rispetto al passato, consentirà una riduzione del deficit corrente della bilancia dei pagamenti rispetto al PIL, che si attesterà su livelli negativi comunque piuttosto bassi.
Il costo del lavoro per unità di prodotto subirà una temporanea accelerazione nel 2008 (+3,4%) per il rinnovo dei contratti scaduti del pubblico impiego e di parte del settore privato. Nell’arco previsivo, tuttavia, è previsto un progressivo rallentamento dovuto ad una riduzione della dinamica incrementale delle retribuzioni.
L’inflazione al consumo è prevista attestarsi in media al di sotto del 2 per cento lungo tutto il periodo 2008-2011.
Nella tavola seguente sono esposte le previsioni relative alle principali grandezze macroeconomiche per gli anni 2008 e successivi.
Quadro macroeconomico programmatico
(variazioni % e contributi alla crescita del PIL)
|
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
PIL |
1,9 |
1,5 |
1,6 |
1,7 |
1,8 |
Importazioni |
1,8 |
2,5 |
3,1 |
3,3 |
3,4 |
Domanda nazionale(*) |
2,0 |
1,4 |
1,5 |
1,6 |
1,6 |
-spesa delle famiglie |
2,0 |
1,8 |
1,8 |
1,8 |
1,8 |
-spesa delle P.A. e delle I.S.P. |
1,6 |
0,3 |
0,0 |
0,0 |
0,0 |
Investimenti fissi lordi |
2,4 |
1,6 |
1,8 |
2,1 |
2,3 |
Variazioni delle scorte(*) |
-0,1 |
0,0 |
0,0 |
0,0 |
0,0 |
Esportazioni |
2,0 |
2,8 |
3,5 |
3,8 |
4,1 |
Esportazioni nette (*) |
0,0 |
0,1 |
0,1 |
0,1 |
0,1 |
(*) Contributo % relativo alla crescita del PIL.
LE PREVISIONI ECONOMICHE D’AUTUNNO DELLA COMMISSIONE EUROPEA[1]
L’economia dell’Unione Europea - Rallentamento della crescita, ma prospettive solide nonostante le difficoltà dell’economia statunitense
In base alle previsioni economiche d'autunno della Commissione UE la crescita dell'economia dell'Unione europea dovrebbe rallentare dal 2,9% nel 2007 al 2,4% sia nel 2008 che nel 2009 (e, nell'area dell'euro, dal 2,6% nel 2007 al 2,2% nel 2008 e al 2,1% nel 2009). Tuttavia, grazie ad un quadro mondiale tuttora favorevole e a fondamentali solidi, la revisione al ribasso rispetto alle previsioni di primavera è limitata a 0,3 punti percentuali nel 2008 per entrambe le aree rispetto a sei mesi fa.
Dopo una crescita solida nel primo semestre del 2007, il rallentamento nella seconda parte dell'anno è spiegato parzialmente dall'impatto delle turbolenze nei mercati finanziari, per quanto la fase ascendente del ciclo potrebbe essersi già conclusa prima dell'inizio di tali turbolenze questa estate. Secondo lo scenario previsivo centrale della Commissione le tensioni finanziarie si esauriranno gradualmente. Nel frattempo esse hanno chiaramente ridotto la propensione al rischio degli investitori e hanno determinato un inasprimento delle condizioni di finanziamento. Finora gli investimenti si sono dimostrati dinamici, ma in questa fase del ciclo dovrebbero attenuarsi, non da ultimo a causa del forte rallentamento nel settore della costruzione verificatosi in alcuni Stati membri. Il consumo privato ha registrato una ripresa e sta diventando il motore principale della crescita grazie a prospettive favorevoli in materia di occupazione, purché la fiducia dei consumatori resti buona.
Sul lato esterno, la
crescita della UE continua ad essere sostenuta dalle prospettive favorevoli dell'economia mondiale, specialmente delle economie emergenti, che compensano ampiamente il rallentamento
negli USA. Pertanto, secondo
Disoccupazione ancora in calo
Una crescita vigorosa dell'occupazione, pari a circa l'1,5% sia nella UE che nell'area dell'euro, dovrebbe aver portato alla creazione di 3,6 milioni di nuovi posti di lavoro quest'anno nella UE (2,3 milioni nell'area dell'euro). Questo miglioramento ha riguardato un gran numero di settori, tipi di contratti di lavoro e Stati membri. In futuro la crescita dell'occupazione dovrebbe decelerare a circa l'1% in media nel 2008-2009 sia nella UE che nell'area dell'euro, di pari passo con la maturazione del ciclo economico. Ciononostante, dovrebbero essere creati 4,5 milioni di nuovi posti di lavoro nella UE nel 2008-2009 (3,2 milioni nell'area dell'euro), il che dovrebbe portare il tasso di occupazione globale ad oltre il 66% entro il 2009. Il tasso di disoccupazione dovrebbe ammontare al 6,6% nella UE e al 7,1% nell'area dell'euro entro il 2009, livelli mai registrati negli ultimi quindici anni.
Le carenze di manodopera stanno diventando più comuni e pertanto i salari dovrebbero crescere un pò più rapidamente nel periodo oggetto delle previsioni, in particolare nel 2008, quando l'andamento rifletterà in parte misure una tantum e di recupero rispetto agli anni precedenti caratterizzati da moderazione salariale. Ma la crescita sostenuta della produttività del lavoro dovrebbe limitare l'aumento dei costi unitari del lavoro e contribuire a contenere le pressioni inflazionistiche.
I rischi di un peggioramento
I principali rischi di un peggioramento delle prospettive di crescita sono collegati ad eventi verificatisi nei mercati finanziari e alla possibilità di un rallentamento più marcato o più protratto del previsto negli USA. In alcuni segmenti dei mercati finanziari continuano a registrarsi disfunzioni e non si può escludere un periodo più lungo di incertezza, il che influenzerebbe più gravemente del previsto le condizioni del credito e di conseguenza i mercati immobiliari. D'altro canto, il mercato del lavoro potrebbe registrare risultati migliori del previsto, il che rafforzerebbe i redditi da lavoro e la fiducia dei consumatori. Per quanto riguarda l'inflazione, ulteriori aumenti del prezzo del petrolio e incrementi dei prezzi degli alimentari e delle materie prime determinano rischi di un'inflazione più elevata rispetto alle previsioni dello scenario di base.
Le previsioni per l’economia italiana - La crescita prosegue, ma rimane al di sotto dell’area Euro
A seguito della debole crescita del PIL reale durante la prima metà dell’anno, le previsioni generali di crescita economica per il 2007 si attestano sull’1,9%, in linea con le previsioni della primavera e con il potenziale di crescita dell’economia. Rafforzati da uno sviluppo favorevole dell’occupazione e dagli incentivi fiscali per l’acquisto di beni durevoli, i consumi privati sono stati i principali veicoli della crescita del PIL nella prima metà dell’anno.
La domanda interna continuerà a svolgere il ruolo di principale contributo alla crescita durante l’anno, grazie anche all’atteso aumento degli investimenti. Per quanto concerne l’evoluzione del settore estero, se da un lato le esportazioni di beni hanno registrato un forte aumento in termini di valore, dall’altro l’Italia sta continuando ad accumulare perdite significative di quote di mercato in termini di volume. Comunque, tenendo conto delle moderate dinamiche di importazione - in particolare di beni energetici - si prevede che le esportazioni nette apporteranno un contributo lievemente positivo alla crescita del PIL nel 2007, sebbene il settore dei servizi, incluso quello turistico, abbia spinto nella direzione opposta. Le previsioni per l’inflazione per il 2007 sono dell’1,9 per cento, in diminuzione rispetto al 2,2 per cento del 2006, grazie anche ad un più basso contributo dei prezzi dell’energia e ad alcune delle misure di liberalizzazione adottate sinora, in particolare nel settore delle telecomunicazioni.
Le prospettive per il 2008 ed il 2009
L’impatto della crescita all’inizio del 2008 sarà considerevolmente più basso di quanto previsto nel 2007.
Nel contesto di un ambiente internazionale ancora favorevole, sebbene lievemente meno dinamico e più incerto, la previsione complessiva di crescita economica nel 2008 è del 1,4%, ossia 0,3 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni della primavera 2007 (a fronte di una previsione del Governo nella Nota di aggiornamento al DPEF pari all’1,5 per cento, rivista al ribasso di 4 decimi di punto rispetto alla previsione del DPEF per tenere conto degli effetti della turbolenze nei mercati finanziari statunitensi dovute alla crisi dei mutui sub-prime).
Per il 2009, la crescita del PIL reale si prevede convergente rispetto al potenziale, all’1,6%, in linea con le previsioni del Governo.
Grazie all’atteso aumento del reddito reale disponibile, i consumi privati continueranno a rappresentare il maggior fattore trainante del PIL in entrambi gli anni, sebbene si preveda una decelerazione nel 2008, sulla scorta di un atteso aumento nel tasso di risparmio. La spesa per investimenti si prevede in decelerazione, a causa delle condizioni finanziarie meno favorevoli, nonché a causa di investimenti pubblici meno massicci. In particolare, nel 2008 gli investimenti in costruzioni residenziali subiranno un rallentamento rispetto agli alti tassi di crescita registrati nel biennio 2005-2007.
L’utilizzazione, attualmente elevata, della capacità produttiva, comporterà che la componente delle attrezzature continuerà a crescere nel 2008, sebbene ad un passo più moderato; si prevede una lieve accelerazione nel 2009. Data la domanda esterna ancora favorevole e l’attuale ristrutturazione nel settore manifatturiero, si prevede che la crescita delle esportazioni rimanga ampiamente stabile nel 2008 ed acceleri nel 2009, con un più alto contributo da parte dei servizi. Dall’altro lato, si prevede che la crescita delle importazioni si assesti su un sentiero coerente ai livelli storici, anche trainato dall’apprezzamento del tasso di cambio. Il risultato è un contributo lievemente negativo alla crescita economica da parte delle esportazioni nette nel 2008 e nel 2009 (a fronte di un contributo positivo dello 0, 1 per cento indicato dal Governo nella Relazione previsionale e programmatica per il 2008). In questo scenario, l’Italia continuerà a perdere quote di mercato in termini di volume.
Mercato del lavoro, costi e prezzi
Nel 2007 la crescita dell’occupazione rallenterà, dopo il forte aumento registrato nel 2006. Tuttavia, la diminuzione del tasso di disoccupazione rimarrà sostanziale. Assieme ad una limitata ripresa del tasso di crescita della forza lavoro, si prevede che il tasso di disoccupazione continui a scendere sia nel 2008 che nel 2009. Dopo il significativo aumento nel 2007, si prevede una decelerazione della produttività del lavoro durante il 2008, e un lieve recupero nel 2009. Nel settore manifatturiero si prevede un rallentamento della crescita della produttività già nel 2007, dopo i risultati sostenuti registrati nel 2006. Una crescita dinamica del costo per unità di lavoro, assieme all’aumento dei prezzi dei generi alimentari e del petrolio, spingeranno lievemente verso l’alto il tasso di inflazione (al 2% nel 2008). Ci si aspetta peraltro una nuova decelerazione per l’anno successivo, all’1,9%, dal momento che le pressioni inflazionistiche saranno contenute.
La stima dell’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche per l’anno in corso è stata pertanto rideterminata al 2,4 per cento del PIL, a fronte del 2,5 per cento indicato nel DPEF di giugno e contenuto nell’aggiornamento annuale del Programma di stabilità (dicembre 2006)[2].
Il quadro tendenziale di finanza pubblica, registrando la favorevole dinamica dei conti pubblici, prospetta, per il 2008, un indebitamento netto pari all’1,8 per cento del PIL, con un miglioramento rispetto alla previsione indicata nel DPEF di 0,4 punti percentuali di PIL.
Sulla base degli andamenti tendenziali delle entrate e delle spese, l’indebitamento netto continuerebbe a diminuire negli anni successivi al 2008 (di 0,2 punti percentuali nel 2009, di 0,4 punti nel 2010 e di 0,2 punti nel 2011), fino a giungere all’1 per cento nel 2011 (contro l’1,3 per cento indicato dal DPEF).
A
fronte del miglioramento degli andamenti tendenziali,
Per il 2008, si mantienepertanto l’obiettivo di indebitamento netto del conto economico delle amministrazioni pubbliche fissato al 2,2 per cento dal DPEF[3].
Sono altresì confermate le stime contenute nel DPEF inerenti la spesa per interessi (4, 9 per cento) e dell’indebitamento netto corretto per il ciclo (2,1 per cento), nonché il percorso di crescita dell’avanzo primario, che nel 2008 dovrebbe attestarsi al 2,6 per cento del PIL.
Il rapporto debito-PIL dovrebbe attestarsi al 103,5 per cento[4].
Sempre per il 2008, le stime fornite dalla Nota prevedono il mantenimento al medesimo livello raggiunto nell’anno in corso della pressione fiscale (43 per cento del PIL), mentre la spesa corrente primaria si dovrebbe attestare al 40 per cento del PIL, con un aumento di due decimi di punto percentuale rispetto al 2007 (39,8 per cento del PIL)
Saldi di finanza pubblica per il 2008
(Valori in % del PIL)
|
Nota di aggiornamento |
Indebitamento netto |
- 2,2 |
Tendenziale |
- 1,8 |
Avanzo primario |
2,6 |
Tendenziale |
3,0 |
Interessi |
4,9 |
Indebitamento netto corretto* |
- 2,1 |
Debito Pubblico Tendenziale |
103,5 103,1 |
* Per il ciclo e al netto delle misure una tantum
Per gli anni successivi al 2008, si prevede un indebitamento netto programmatico dell’1,5 per cento del PIL nel 2009 e dello 0,7 per cento del PIL nel 2010, fino ad arrivare al pareggio di bilancio nel 2011.
L’avanzo primario dovrebbe aumentare progressivamente fino a raggiungere il 4,9 per cento nel 2011, mentre il rapporto debito-PIL dovrebbe risultare pari al 101, 5 per cento nel 2009, al 98,5 per cento nel 2010, e al 95,1 per cento nel 2011.
Ai fini del conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica negli anni 2009-2011 occorrerà pertanto una manovra correttiva annua di almeno lo 0,4 per cento del PIL.
Tali risorse, sulla base delle indicazioni programmatiche del Governo, dovranno essere reperite senza aggravi della pressione fiscale, ma agendo sul fronte della spesa, in continuità con le azioni intraprese nell’anno in corso ai fini dell’attuazione di un programma di riqualificazione della spesa pubblica.
Coerentemente a tale impostazione, è previsto che la pressione fiscale diminuisca dal 42,8 per cento del PIL nel 2009 al 42,5 per cento nel 2011; analogamente, la spesa corrente primaria dovrebbe passare dal 39, 3 per cento del PIL nel 2009 al 38,6 per cento nel 2011.
LE PREVISIONI ECONOMICHE D’AUTUNNO DELLA COMMISSIONE EUROPEA[5]
In base alle previsioni economiche d'autunno della Commissione UE, si prevede che a seguito sia di entrate inattese che degli sforzi di risanamento, il disavanzo di bilancio per il 2007 sia nella UE che nell'area dell'euro scenda al livello più basso da molti anni a questa parte, facendo registrare una media dell'1,1% del PIL nella UE e dello 0,8% del PIL nell'area dell'euro.
Anche il disavanzo strutturale dovrebbe migliorare quest'anno, seppure in misura inferiore, ma successivamente il risanamento finanziario si interromperà.
In particolare,. un peggioramento è previsto nel
Il disavanzo globale per il
2008 dovrebbe salire all'1,2% del PIL nella UE e allo 0,9% nell'area dell'euro,
per poi stabilizzarsi nel
Il debito pubblico è su un sentiero di discesa e dovrebbe calare al 63,4% del PIL nell'area dell'euro entro il 2009 e scendere al di sotto del 60% nella UE già nel 2007.
Per quanto concerne l’Italia, per il 2007 si prevede che l’indebitamento netto si attesti al -2,3 per cento del PIL ( a fronte del -2,4 per cento indicato dal Governo nella Nota di aggiornamento al DPEF).
Il miglioramento rispetto al 4,4 per cento registrato nel 2006 riflette i sostenuti introiti e gli effetti delle misure una tantum, che si innalzano da un valore negativo dell’1,2 per cento del PIL nel 2006, ad un valore positivo dello 0,2 per cento del PIL (tasse sulla rivalutazione delle partecipazioni societarie e ricavi derivanti dalla vendita del patrimonio). Un’apprezzabile parte di questo miglioramento è dovuta alle nuove misure che compensano la perdita del gettito IVA legato alla decisione della Corte Europea di Giustizia relativamente al regime italiano dell’IVA per le auto aziendali, ufficialmente stimato a più dello 0,3 per cento del PIL.
L’avanzo primario è previsto attestarsi al 2,5 per cento del PIL durante il 2007.
Il rapporto entrate/ PIL - al netto delle misure una tantum - aumenterà di oltre l’1 per cento. Circa un terzo di questo aumento deriva dal trasferimento di parte dei flussi del TFR dalle imprese al sistema nazionale di previdenza (INPS), misura che porta risorse ulteriori nel breve termine, ma che non migliora la sostenibilità della finanza pubblica.
Il resto può essere ascritto a varie misure adottate nel 2006 per l’ampliamento della base imponibile, così come ad un gettito eccezionalmente positivo derivante dalla tassazione dei redditi d’impresa.
Per ciò che riguarda la spesa, si prevede un lieve aumento della quota del PIL relativa alla spesa per interessi.
Due pacchetti di misure adottate durante l’anno aventi l’effetto di aumentare il deficit (ci si riferisce ai Decreti Legge n. 81 e n. 159 del 2007), hanno lasciato presagire spese ulteriori, ufficialmente stimate come corrispondenti allo 0,9 per cento del PIL. Come risultato di queste misure, la spesa primaria corrente in termini reali è prevista in aumento del 2,3 per cento rispetto al 2006, al di sopra della crescita potenziale del prodotto.
Si prevede inoltre un aumento ancora maggiore degli investimenti pubblici, ancorché non pari a quanto previsto nelle proiezioni ufficiali, data la caduta registrata nel primo semestre. Ciò spiega le previsioni relative al deficit, inferiori di 0,1 punti percentuali, da parte dei servizi della Commissione. L’esito della spesa potrebbe peraltro essere più basso, se vi sono ritardi nei flussi di cassa, in particolare a livello locale, negli ultimi mesi dell’anno.
Il deficit strutturale - calcolato tenendo conto degli aggiustamenti del ciclo economico, al netto delle misure temporanee ed una tantum - si prevede che sia più basso, rispetto al 2006, di quasi lo 0,75 per cento del PIL.
Nel biennio 2006-2007, l’aggiustamento strutturale generale sarà vicino al 2 per cento del PIL.
Per il 2008, il Governo ha confermato l’obiettivo di un rapporto deficit / PIL del 2,2 per cento, con una crescita del PIL reale all’1,5 per cento.
Partendo da una proiezione di base di un rapporto deficit/PIL dell’1,8 per cento a legislazione invariata, il disegno di legge finanziaria adottato il 29 settembre ha un impatto sulla crescita del deficit di 0,4 punti percentuali. Il medesimo disegno di legge prevede una riorganizzazione della spesa, così come ulteriori spese correnti ed alcuni tagli alle tasse.
Il finanziamento degli accordi salariali del settore pubblico per il biennio 2006-2007 assorbe almeno tre quarti della spesa addizionale netta.
Nelle proiezioni ufficiali, il costo dei salari aumenta di circa il 7 per cento nel 2008 (9 per cento nel periodo 2007-2008).
I tagli fiscali sono principalmente legati alla deducibilità degli affitti ed alla diminuzione dei tributi locali sugli immobili. Il disegno di legge finanziaria prevede inoltre una riduzione delle aliquote IRES e IRAP.
I servizi della Commissione prevedono un deficit attestato al 2,3 per cento del PIL per il 2008 (a fronte di una previsione del 2,2 per cento indicata dal Governo nella Nota di aggiornamento al DPEF). Da un lato, la stima dell’impatto del disegno di legge finanziaria per il 2008 è in linea con la stima ufficiale; dall’altro lato, le proiezioni di base sulla spesa primaria della Commissione sono lievemente più caute, stante l’assenza di misure convincenti per il contenimento della spesa e tenendo conto che alcune spese potrebbero slittare dal 2007 al 2008.
L’avanzo primario è previsto come sostanzialmente invariato.
Ci si attende che la spesa per interessi, rispetto al PIL, cresca ulteriormente dello 0,1 per cento. Non si prevedono miglioramenti nell’assetto strutturale del bilancio (le imposte sostitutive sulla rivalutazione delle partecipazioni societarie e i proventi derivanti dalla vendita del patrimonio dovrebbero ridurre il deficit dello 0,1 per cento del PIL).
Da un lato, è possibile un miglior effetto di trascinamento del 2007, dati i risultati positivi di budget nella prima metà dell’anno e gli sviluppi favorevoli nel fabbisogno del settore statale fino a ottobre. Dall’altro lato, gli scostamenti previsionali simili a quelli registrati nel 2007 potrebbero condurre ad un deficit più alto. Inoltre, l’esito dei cambiamenti sostanziali nella tassazione delle imprese è soggetto a incertezza significativa su entrambi i fronti.
Basandosi sull’usuale assunto dell’invarianza delle politiche, si prevede poi che il deficit nel 2009 rimanga invariato rispetto al livello previsto nel 2008 (2,3 per cento del PIL). Inoltre, anche a causa di una sostanziosa crescita del PIL nominale, si prevede che il debito pubblico diminuisca dal 106,8 per cento nel 2006 al 104,3 per cento nel 2007(a fronte di una previsione del 105 per cento indicata dal Governo nella Nota di aggiornamento al DPEF). Si prevede poi una diminuzione al 102,9 nel 2008 (a fronte del 103,5 per cento indicato dal Governo nella Nota di aggiornamento al DPEF) e, basandosi su uno scenario a politiche invariate, un’ulteriore lieve diminuzione nel 2009.
La manovra di finanza pubblica varata nel Consiglio dei Ministri del 28 settembre è composta da un decreto-legge collegato (n. 159 del 2007), avente impatto principalmente sull'esercizio 2007, dal disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e il bilancio pluriennale per il triennio 2008-2011 (AC 3257), dal disegno di legge finanziaria per il 2008 (AC 3256), e da una serie di provvedimenti collegati elencati nella Nota di aggiornamento al DPEF.
In particolare, i disegni di legge collegati, alcuni già trasmessi al Parlamento ed altri in corso di preparazione[6], riguardano:
§ l’attuazione dell’Accordo su previdenza, lavoro e competitività del 23 luglio scorso tra Governo e parti sociali, cd. Protocollo Welfare(AC 3178);
§ i costi della politica e la razionalizzazione della P.A.;
§ il sostegno ai non autosufficienti, le politiche sociali e la famiglia;
§ la razionalizzazione e l’ammodernamento del sistema sanitario nazionale;
§ le infrastrutture, l’ambiente, l’assetto e la mobilità sul territorio.
Nell'audizione del 4 ottobre presso le Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato il Ministro dell'economia ha precisato che la manovra annuale di finanza pubblica si articola su 4 anni, poiché, oltre a riguardare - come di norma - il triennio futuro (2008-1011), interviene ancora una volta sul 2007, con il decreto-legge n. 159 del 2007.
Tale legame del decreto-legge n. 159 del 2007 con la manovra di finanza pubblica è reso evidente dalla circostanza secondo la quale tale provvedimento anticipa alcuni degli interventi che il DPEF 2008-2011 inseriva nella cosiddetta "Tassonomia delle spese eventuali", relative ad impegni sottoscritti e alle prassi consolidate. Si tratta in particolare di una quota degli oneri del contratto del pubblico impiego, di stanziamenti per la cooperazione internazionale e per gli investimenti di Ferrovie ed ANAS.
Il decreto-legge n.159 del 2007, approvato contestualmente alla manovra di bilancio per il 2008 e attualmente in corso d’esame da parte del Parlamento, reca interventi che operano quasi esclusivamente nel 2007, con effetti onerosi pari a oltre 8400 milioni di euro, coperti, quanto a 5.978 milioni di euro a valere sulle maggiori entrate tributarie nette rispetto alle previsioni registrate nel disegno di legge di assestamento del Bilancio dello Stato, quanto 1.320 milioni di euro mediante utilizzo della riduzione dell’autorizzazione di spesa concernente il contributo al bilancio comunitario, anch’essa già iscritta (per un importo pari a 1300 milioni di euro) nell’assestamento 2007, e quanto 1.100 milioni di euro mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa del Fondo per le aree sottoutilizzate, di cui all’articolo 61, comma 1, della legge n. 289 del 2002.
I principali interventi introdotti dal decreto riguardano, per la spesa corrente, le misure una tantum a favore dei soggetti c.d. incapienti per un importo complessivo di 1.900 milioni di euro, le risorse per il pubblico impiego e la cooperazione internazionale, nonché le risorse per l'istruzione. Le maggiori spese in conto capitale riguardano le risorse a favore dell'edilizia residenziale pubblica, le spese per l'ambiente e le risorse per opere pubbliche e trasporti (investimenti Anas e Ferrovie).
Diversamente dalle manovre adottate negli ultimi anni[7], la manovra finanziaria per il 2008 non ha la funzione di ricondurre il disavanzo tendenziale, vale a dire il disavanzo che si produrrebbe sulla base della legislazione vigente qualora non intervenissero ulteriori provvedimenti, ai valori programmatici.
Il Governo ha infatti confermato l’obiettivo di indebitamento netto del conto economico delle amministrazioni pubbliche indicato dal DPEF al -2,2 per cento del PIL per il 2008, destinando le maggiori risorse resesi disponibili dal favorevole andamento del quadro tendenziale dei conti pubblici e, segnatamente, delle entrate tributarie, al finanziamento di nuovi interventi oggetto dalla manovra contenuta nel disegno di legge finanziaria, la quale, rispetto al quadro tendenziale, reca un effetto espansivo di circa 0,4 punti di PIL nel 2008, 0,3 nel 2009 e nel 2010 e di 0,2 nel 2011.
La manovra finanziaria comporta pertanto un aumento dell'indebitamento netto per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010 rispetto alle previsioni a legislazione vigente.
Nel
La tabella seguente riepiloga gli effetti complessivi in termini di indebitamento netto per il triennio 2008-2010, disaggregandoli in termini di variazione netta delle entrate (composta dal saldo delle minori e maggiori entrate) e delle spese (anch'esse espresse come saldo delle maggiori e minori spese).
Effetti sul conto economico delle Amministrazioni Pubbliche |
|||
(mln euro) |
2008 |
2009 |
2010 |
Maggiori entrate |
707 |
733 |
1.160 |
Minori entrate |
3.052 |
4.568 |
3.532 |
Riduzione Netta Entrate |
2.345 |
3.835 |
2.372 |
Maggiori spese (articolato + tabelle) |
9.767 |
6.860 |
8.973 |
Minori Spese |
5.691 |
5.911 |
5.997 |
Aumento Netto Spese |
4.076 |
949 |
2.976 |
Aumento dell'Indebitamento netto |
6.421 |
4.785 |
5.348 |
Negli anni successivi, il peggioramento dell'indebitamento netto è inferiore a quello che si prevede nel 2008, risultando pari a circa 4.785 milioni di euro per il 2009 e a 5.348 milioni di euro per il 2010.
Tale andamento appare riconducibile ad una serie di fattori.
Gli effetti sul saldo derivanti dalla componente dal lato delle entrate rimangono significativi in ciascuno degli esercizi, con variazioni da un esercizio all'altro dovute principalmente ai meccanismi di saldo-acconto degli interventi operati sulle imposte.
Decrescente risulta invece il contributo netto delle spese. La variabilità del contributo delle maggiori spese è ascrivibile, tra l’altro, alle spese di attuazione del Protocollo Welfare (che mostrano un andamento crescente, nel 2010 pari a 2.750 milioni di euro, a fronte della stima per il 2008 di 1.278 milioni di euro). Il contributo crescente delle minori spese nel triennio dipende principalmente dalla valutazione dei risparmi connessi con la razionalizzazione della spesa delle Pubbliche amministrazioni, soprattutto in relazione alla riduzione dei consumi intermedi.
La riduzione di gettito è ascrivibile principalmente agli effetti degli interventi di natura tributaria sulle famiglie (casa e affitti), mentre l'incremento dal lato della spesa dipende in larga misura da interventi di parte corrente, tra cui, in particolare, le misure in materia di pubblico impiego e le risorse per l'attuazione del Protocollo Welfare, che costituiscono la gran parte delle maggiori spese correnti. La maggiore spesa in conto capitale vede rifinanziamenti nella parte tabellare del disegno di legge finanziaria. I risparmi di spesa riguardano in gran parte le misure di parte capitale e sono ascrivibili per oltre 1500 milioni di euro alla modifica del termine di perenzione dei residui passivi relativi a spese in conto capitale, cui si aggiungono ulteriori interventi di razionalizzazione della spesa di parte corrente, tra i quali una ulteriore riduzione dei consumi intermedi.
Nel complesso, nel 2008 le spese in conto capitale con le misure riportate nell'articolato diminuiscono di 2.554 milioni, in quanto le maggiori spese, pari a 1.337 milioni, risultano inferiori alle misure di contenimento valutate in circa 3.891 milioni.
Rispetto al testo del disegno di legge finanziaria presentato al Senato, le modifiche ivi apportate hanno determinato una riduzione della variazione netta delle entrate, che, per il 2008, sono passate da -2.606 milioni di euro a – 2.345 milioni di euro, a fronte della quale si è registrato un aumento netto delle spese per un importo pari a 261 milioni di euro.
La tabella seguente espone il confronto degli effetti in termini di indebitamento netto per l’anno 2008 tra il testo del disegno di legge finanziaria presentato dal Governo e quello approvato dal Senato.
Effetti sul conto economico delle Amministrazioni Pubbliche |
|||
(mln euro) |
2008 AS1817 |
2008 AC3256 |
Differenza |
Maggiori entrate |
262 |
707 |
445 |
Minori entrate |
2.867 |
3.052 |
185 |
Riduzione Netta Entrate |
2.606 |
2.345 |
-261 |
Maggiori spese (articolato + tabelle) |
8.557 |
9.767 |
1.210 |
Minori Spese |
4.742 |
5.691 |
949 |
Aumento Netto Spese |
3.815 |
4.076 |
261 |
Aumento dell'Indebitamento netto |
6.421 |
6.421 |
0 |
Per quanto concerne il contenuto, si osserva, preliminarmente, come la manovra finanziaria per il 2008 si collochi nella nuova cornice generale della decisione di bilancio, caratterizzata dalla nuova classificazione in Missioni (34) e Programmi (167) del Bilancio dello Stato[9].
La riclassificazione del Bilancio dello Stato per Missioni e Programmi si è infatti riverberata anche nella struttura del disegno di legge finanziaria per il 2008.
La direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 luglio 2007, sopperendo alla mancanza di una procedura formalizzata comune a tutte le Amministrazioni, ha infatti introdotto delle linee guida per le Amministrazioni che hanno consentito una più ordinata e organica predisposizione delle proposte di variazione della legislazione vigente da introdurre nel disegno di legge finanziaria. Conseguentemente, già durante il processo di formazione del disegno di legge finanziaria, le singole proposte provenienti dai Dicasteri sono state strutturate seguendo la classificazione in Missioni e Programmi. Ai sensi della suddetta circolare le proposte di variazione dovevano infatti contenere: a) la definizione di priorità, con l’indicazione delle ragioni delle variazioni ed il grado di priorità rispetto alle altre proposte; b) la redistribuzione delle risorse già in gestione dell’Amministrazione sulla base della legislazione vigente piuttosto che ad un aumento; di conseguenza, le proposte dovevano includere le possibili abrogazioni di normativa vigente per liberare risorse al fine di potenziare i Programmi ritenuti prioritari; c) gli obiettivi da perseguire, anche al fine della realizzazione della c.d. spending review, ossia del piano di analisi e valutazione della spesa pubblica avviato dal Governo.
Le Missioni - ossia le funzioni principali e i grandi obiettivi strategici perseguiti con la spesa pubblica - che interessano il disegno di legge finanziaria per il 2008 sono pari a 29 su un totale di 34 previste dalla nuova classificazione del Bilancio.
Le disposizioni relative a tali Missioni sono inserite al Titolo III, “Interventi sulle Missioni”, Capi I – XXVIII del provvedimento.
La tabella che segue reca l’elenco delle Missioni cui sono ascritti effetti di spesa nell’articolato e nelle tabelle del disegno di legge finanziaria secondo l’allegato 7 riferito al testo presentato al Senato e il corrispondente peso percentuale in termini di saldo netto da finanziare[10].
Anno |
Missioni |
Saldo netto da finanziare |
Quota parte |
3 |
Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali |
10.935,9 |
44,3 |
33 |
Fondi da ripartire |
4.024,1 |
16,3 |
4 |
L'Italia in Europa e nel Mondo |
3.493,7 |
14,1 |
25 |
Politiche previdenziali |
1.631,4 |
6,6 |
28 |
Sviluppo e riequilibrio territoriale |
1.150,0 |
4,7 |
11 |
Competitività e sviluppo delle imprese |
1.067,3 |
4,3 |
26 |
Politiche del lavoro |
880,0 |
3,6 |
13 |
Diritto alla mobilità |
625,4 |
2,5 |
23 |
Istruzione universitaria |
550,0 |
2,2 |
1 |
Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e PCM |
134,0 |
0,5 |
14 |
Infrastrutture pubbliche e logistica |
125,0 |
0,5 |
17 |
Ricerca ed innovazione |
84,3 |
0,3 |
15 |
Comunicazioni |
80,0 |
0,3 |
9 |
Agricoltura-politiche agroalimentari e pesca |
74,7 |
0,3 |
29 |
Politiche economico-finanziarie e di bilancio |
74,1 |
0,3 |
8 |
Soccorso civile |
68,6 |
0,3 |
24 |
Diritti sociali e solidarietà sociale |
58,8 |
0,2 |
27 |
Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti |
51,5 |
0,2 |
30 |
Giovani e sport |
51,0 |
0,2 |
18 |
Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente |
50,0 |
0,2 |
21 |
Tutela e valorizzazione dei beni culturali |
35,4 |
0,1 |
5 |
Difesa e sicurezza del territorio |
30,0 |
0,1 |
16 |
Commercio internazionale ed internazionalizzazione sistema produttivo |
30,0 |
0,1 |
7 |
Ordine pubblico e sicurezza |
24,3 |
0,1 |
31 |
Turismo |
0,0 |
0,0 |
22 |
Istruzione scolastica |
-20,0 |
-0,1 |
varie* |
Misure di razionalizzazione della spesa che interessano più missioni/programmi |
-604,0 |
-2,4 |
|
Totale |
24.705,4 |
100,0 |
Sulla base di tali dati si evince come
rimangano esclusi dalla ripartizione per
Missione gli articoli iniziali del disegno di legge, relativi alle disposizioni di cui al Titolo I e II in
materia di risultati differenziali e di entrata (da
Per quanto attiene agli interventi sulle Missioni recati dal disegno di legge finanziaria presentato dal Governo, si osserva come, sul versante delle spesa, gli effetti più rilevanti in termini di saldo netto da finanziare siano ascrivibili alle Missioni 3 (Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali[11]), 33 (Fondi da ripartire) e 4 (L’Italia in Europa e nel mondo). Di particolare rilievo in termini di impatto quantitativo sono inoltre le diverse misure di riduzione/razionalizzazione della spesa che interessano più Missioni/Programmi (per un approfondimento in ordine alla riclassificazione del Bilancio dello Stato si rinvia alla Parte III del presente dossier).
Sempre in ordine al contenuto del disegno di legge finanziaria, esso reca, sul versante del reperimento delle risorse, una serie di misure di razionalizzazione e riqualificazione della spesa, tra le quali si segnalano:
§ le minori spese in conto capitale ascrivibili alla previsione di riduzione del termine di perenzione dei residui propri di conto capitale, che viene portato da sette a tre anni (art. 142);
§ le minori spese correnti ascrivibili al taglio lineare delle spese per consumi intermedi non aventi carattere obbligatorio (art.126), nonché la limitazione delle iscrizioni di stanziamenti negli stati di previsione dei Ministeri per il 50 per cento dei versamenti riassegnabili all’entrata (art.131).
§ le misure finalizzate alla riduzione dei costi della politica, quali la non applicazione dell’adeguamento annuale all’indennità parlamentare (art. 16), la riduzione dei contributi relativi alle comunità montane oggetto di soppressione (art. 25), e la riduzione degli stanziamenti relativi al rimborso delle spese elettorali (art. 67, co. 1);
§ le minori spese in conto capitale derivanti dalla limitazione: degli investimenti degli enti previdenziali pubblici nella misura del 7 per cento dei fondi disponibili (art. 106); delle spese annue di manutenzione straordinaria degli immobili utilizzati dalle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, nonché delle spese di manutenzione straordinaria degli immobili utilizzati da enti pubblici (art. 131);
§ le minori spese correnti derivanti dalle misure volte alla riduzione del costo degli immobili in uso alle Amministrazioni statali, da attuarsi attraverso un piano di razionalizzazione degli spazi (art. 135).
Tra le misure di razionalizzazione della spesa, si segnalano, inoltre: le disposizioni di contenimento dei costi delle amministrazioni pubbliche concernenti la cilindrata massima delle autovetture di servizio, la riduzione delle spese postali e telefoniche, la razionalizzazione dell’uso delle dotazioni strumentali e informatiche e dei beni immobili (art. 128); le diposizioni in materia di riduzione dei componenti degli organi societari delle società in mano pubblica e pubblicità delle consulenze delle amministrazioni pubbliche (art.137), nonché le misure in materia di limiti alle retribuzioni dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni (art.144).
Per quanto concerne l’utilizzo delle risorse, tra le disposizioni recanti minori entrate, la quota preponderante è rappresentata degli interventi di carattere tributario in favore delle famiglie e, segnatamente, dalle misure agevolative riguardanti l’abitazione principale, tra le quali la detrazione ICI in favore dei proprietari e quelle Ire in favore degli affittuari, che determinano effetti, in termini di indebitamento netto, per circa 2,2 miliardi di euro.
Con riguardo agli interventi in favore delle famiglie, si rammenta che il decreto legge n. 159/2007 collegato alla manovra di finanza pubblica prevede per l’anno in corso l’istituzione di un fondo con una dotazione pari a 1,9 miliardi di euro, destinata all’attribuzione ai soggetti incapienti ed ai relativi familiari fiscalmente a carico di una somma forfetaria a titolo di rimborso di parte delle maggiori entrate affluite all’erario .
Gli interventi inerenti il prelievo sulle imprese appaiono invece caratterizzati da molteplici misure che, a fronte di riduzioni di aliquota (IRES e IRAP), determinano un ampliamento delle basi imponibili, realizzando nel contempo una semplificazione e razionalizzazione del prelievo medesimo.
In materia di pubblico impiego le maggiori spese sono ascrivibili in prevalenza all’integrazione degli stanziamenti per i rinnovi contrattuali del biennio 2006-2007 con riferimento ai protocolli siglati dal Governo con le organizzazioni sindacali nell’aprile e nel maggio 2007; le misure adottate in materia recano complessivamente, in termini di indebitamento netto, maggiori oneri pari ad oltre 2 miliardi di euro per il 2008.
Tra le disposizioni in materia di previdenza e assistenza, il peso preponderante è rappresentato dal finanziamento del Protocollo sul Welfare del 23 luglio 2007, la cui attuazione è rinviata al disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica attualmente all’esame della Camera (AC 3178). Si segnalano, inoltre, le misure nel settore degli ammortizzatori sociali le quali, peraltro, essendo finanziate a valere sul Fondo per l’occupazione, non hanno autonoma incidenza sui saldi.
In materia di sanità, si segnalano le disposizioni che, in attuazione di quanto previsto dai Piani di rientro del disavanzo sottoscritti da alcuni regione, autorizzano lo Stato ad effettuare un’anticipazione a Lazio, Campania, Molise e Sicilia, nel limite massimo di 9.100 milioni di euro, finalizzata all’estinzione anticipata dei debiti sanitari cumulati fino al 31 dicembre 2005 (art. 29).
In materia di enti locali, si segnala, infine, la modifica dei criteri contabili del patto di stabilità interno, finalizzata, tra l’altro, ad agevolare l’utilizzo degli avanzi di amministrazione per il finanziamento della spesa in conto capitale.
La legge finanziaria costituisce lo strumento attraverso il quale viene modificata la legislazione vigente al fine di conseguire gli obiettivi finanziari stabiliti nel DPEF e nell’eventuale Nota di aggiornamento, come approvati dalle relative risoluzioni parlamentari.
A tal fine gli effetti, in termini di
entrata e di spesa, delle disposizioni contenute nella legge finanziaria, una
volta che quest’ultima è stata approvata da ciascun ramo del Parlamento, sono
recepiti nel bilancio dello Stato per effetto dell’approvazione della Nota di
variazioni. Attraverso
La legge finanziaria risulta pertanto lo strumento di attuazione della manovra di finanza pubblica, vale a dire del complesso di interventi per mezzo dei quali viene operata una correzione degli andamenti tendenziali (gli andamenti a legislazione vigente) del bilancio dello Stato e della finanza pubblica, in modo da adeguarli al perseguimento degli obiettivi programmati.
Il contenuto della legge finanziaria è stabilito dall’articolo 11 della legge della legge n. 468/1978, e successive modificazioni.
In base al citato articolo (comma 3), possono essere contenute nell’articolato della legge finanziaria le seguenti disposizioni:
§ il livello massimo di saldo netto da finanziare, in termini di competenza, e di ricorso al mercato finanziario, vale a dire il tetto massimo del nuovo indebitamento aggiuntivo consentito in ciascuno degli anni del periodo considerato nel bilancio pluriennale (lett. a); con riferimento al livello massimo di saldo netto da finanziare, sono distintamente indicate le eventuali regolazioni debitorie pregresse;
§ le variazioni delle aliquote, delle detrazioni e degli scaglioni e le altre misure che incidono sulla determinazione quantitativa della prestazione, relativamente ad imposte indirette, tasse, canoni, tariffe e contributi in vigore, con effetto, di norma, dal 1° gennaio dell'anno cui essa si riferisce, nonché le correzioni delle imposte conseguenti all'andamento dell'inflazione (lett. b);
§ l'importo complessivo massimo destinato, per ciascun anno, al rinnovo dei contratti del pubblico impiego ed alle modifiche del trattamento economico e normativo del personale dipendente da pubbliche amministrazioni non compreso nel regime contrattuale (lett. h);
§ altre regolazioni meramente quantitative rinviate alla finanziaria da norme vigenti (lett. i);
§ norme che comportino aumenti di entrata o riduzioni di spesa, escluse quelle a carattere ordinamentale o organizzatorio, a meno che si caratterizzino per un rilevante contenuto di miglioramento dei saldi (lett. i-bis, introdotta dal comma 17 dell'art. 2 della legge n. 208/1999);
§ norme che comportino aumenti di spesa o riduzioni di entrata, il cui contenuto sia finalizzato direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia, con esclusione di interventi di carattere localistico o microsettoriale (lett. i-ter, introdotta dal comma 17 dell'art. 2 della legge n. 208/1999);
Fin dalla prima applicazione delle innovazioni introdotte con la legge n. 208/1999, la possibilità di inserire nella legge finanziaria interventi espansivi a sostegno dell’economia è stata interpretata, in sede parlamentare, nel senso che tali interventi possono essere finalizzati anche al sostegno del reddito.
§ norme recanti misure correttive degli effetti finanziari delle leggi dalla cui attuazione siano derivati oneri maggiori rispetto a quelli previsti (lettera i-quater, introdotta dal comma 01, lett. a), dell'art. 1 del D.L. n. 194/2002 come modificato dalla legge di conversione n. 246/2002).
Di conseguenza, ai sensi del comma 01, lett. b), dell'art. 1 del D.L. n. 194/2002, come modificato dalla relativa legge di conversione, in allegato alla legge finanziaria sono indicati i provvedimenti legislativi adottati ai sensi dell’art. 11-ter, comma 7, della L. n. 468/1978, per correggere gli effetti finanziari di leggi che abbiano registrato oneri superiori a quelli previsti, e le misure correttive inserite a tal fine nella legge finanziaria medesima.
Nelle Tabelle approvate con la legge finanziaria sono disposti:
§ gli importi dei fondi speciali destinati al finanziamento di provvedimenti che si prevede saranno approvati nel corso d'anno (lett. g). I fondi speciali sono indicati per Ministeri in due distinte tabelle, una per la parte corrente e l'altra per quella in conto capitale (rispettivamente, Tabelle A e B).
La legge n. 468/1978 ha inoltre previsto l'introduzione nei fondi speciali di accantonamenti di segno negativo, relativi cioè a provvedimenti di risparmio di spesa o di aumento di entrata, il cui perfezionamento in corso di anno condiziona per pari ammontare la successiva approvazione di provvedimenti collegati ad accantonamenti positivi;
§ la determinazione per ciascun anno del finanziamento da iscrivere in bilancio per le leggi di spesa permanenti la cui quantificazione è rinviata alla legge finanziaria, sia che si tratti di spese di parte corrente che di spese in conto capitale (Tabella C – lett. d), come modificata dal comma 15 dell'art. 2 della legge n. 208/1999).
Le leggi di spesa quantificate nella Tabella C sono, in gran parte, riferite a trasferimenti di risorse per il funzionamento di enti, organi, autorità amministrative indipendenti e Agenzie di settore, leggi di spesa relative al finanziamento di alcuni fondi (Università, Osservatori, Protezione civile);
§ il rifinanziamento, per un solo anno, di interventi di conto capitale per i quali nell'ultimo esercizio sia previsto uno stanziamento di competenza, nonché il rifinanziamento, per uno o più degli anni considerati nel bilancio pluriennale, di norme vigenti che prevedono interventi di particolare rilievo definiti di "sostegno dell'economia", classificati tra le spese in conto capitale. Mentre il finanziamento annuale può essere autonomamente disposto al momento della predisposizione dalla legge finanziaria, il rifinanziamento pluriennale deve essere previsto dalla legge sostanziale, (Tabella D – lett. f), modificata dal comma 16 dell'art. 2 della legge n. 208);
§ la riduzione per ciascun anno di autorizzazioni legislative di spese: il cosiddetto "definanziamento" (Tabella E – lett. e);
§ la determinazione (le c.d. “rimodulazioni”), per le leggi di spesa a carattere pluriennale, ripartite per settori di intervento, delle quote destinate a gravare su ciascuno degli anni considerati (Tabella F – lett. c) dell'art. 11, comma 3).
Il Bilancio dello Stato è il documento con il quale viene regolata la gestione finanziaria delle amministrazioni dello Stato, attraverso l’indicazione delle entrate e delle spese.
Ai sensi dell’articolo 81, comma primo, della Costituzione, l’iniziativa relativa alla presentazione in Parlamento del bilancio dello Stato è riservata al Governo. Il Parlamento approva il Bilancio con legge.
L’articolo 81, comma terzo, della Costituzione dispone inoltre che “con la legge di approvazione del Bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese”.
In base a tale disposizione costituzionale si è ritenuto che con la legge di approvazione del bilancio non si possa modificare la normativa sostanziale su cui si fonda l’acquisizione delle entrate e l’erogazione delle spese. Il Bilancio pertanto quantifica le previsioni di entrata e di spesa in base alla disciplina vigente al momento in cui viene predisposto.
Sono invece determinate direttamente in sede di bilancio le spese di carattere discrezionale, vale a dire le spese, per lo più connesse all’operatività delle amministrazioni, la cui quantificazione non è riconducibile a disposizioni di legge e che comunque non sono giuridicamente obbligatorie.
Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente, presentato dal Governo entro il 30 settembre di ogni anno, è costituito :
§ da un unico stato di previsione dell’entrata, nel quale sono registrate le entrate di competenza di tutti i Ministeri (principalmente del Ministero dell’economia e delle finanze, ma anche degli altri Ministeri);
§ dagli stati di previsione della spesa, relativi ai singoli Ministeri con portafoglio;
§ dal quadro generale riassuntivo.
Il disegno di legge di bilancio viene esaminato congiuntamente al disegno di legge finanziaria nell’ambito della c.d. sessione di bilancio.
A seguito della riforma della struttura del bilancio dello Stato effettuata nel 1997 (legge n. 94/1997 e decreto legislativo n. 279/1997), all’interno di ciascuno stato di previsione, le voci contabili in rapporto alle quali sono indicate le previsioni di entrata e di spesa, in termini di competenza e di cassa, sono rappresentate dalle unità previsionali di base, che costituiscono l’unità elementare ai fini dell’approvazione parlamentare.
Le unità previsionali di base (UPB) rappresentano le voci fondamentali della struttura del bilancio dello Stato, in quanto costituiscono l’oggetto dell’approvazione parlamentare: esse sono individuate dai singoli disegni di legge di bilancio, con i quali si provvede, di volta in volta, alle eventuali modifiche o integrazioni rispetto alla classificazione dell'anno precedente.
Fino al bilancio 2007, le unità previsionali di base hanno seguito la classificazione delineata dall’articolo 4 della legge di riforma n. 94/97.
In particolare, negli stati di previsione relativi alla spesa, le unità previsionali di base sono articolate, al primo livello, per centri di responsabilità amministrativa, che attualmente corrispondono alle direzioni generali dei singoli dicasteri competenti a gestire le risorse finanziarie assegnate. Al secondo livello, sono articolate sulla base del titolo della spesa (corrente, in conto capitale o rimborso di passività finanziarie). Al terzo livello, le unità previsionali di base sono distinte in base alla tipologia di spesa. Per la spesa corrente le tipologie sono: funzionamento; interventi; trattamenti di quiescenza e altri trattamenti integrativi o sostitutivi di questi ultimi; oneri del debito pubblico; oneri comuni. Per la spesa in conto capitale, le unità previsionali di base sono articolate in: investimenti, oneri comuni; altre spese. Le unità previsionali di base presentano un ulteriore ripartizione (quarto livello), che si riferisce alla specifica destinazione dello stanziamento .Quando ci si riferisce genericamente alle “unità previsionali di base” si intende far riferimento alle unità di quarto livello. Le unità previsionali di base di quarto livello sono quelle che, sino al bilancio 2007, sono state oggetto di emendamenti nel corso dell’esame parlamentare, limitatamente alla parte discrezionale.
Per ogni unità previsionale di base sono indicati:
a) l'ammontare presunto dei residui attivi o passivi alla chiusura dell'esercizio precedente a quello cui il bilancio si riferisce;
b) l'ammontare delle entrate che si prevede di accertare e delle spese che si prevede di impegnare nell'anno cui il bilancio si riferisce (competenza);
c) l'ammontare delle entrate che si prevede di incassare e delle spese che si prevede di pagare nell'anno cui il bilancio si riferisce (cassa), che si riferiscono in modo indistinto sia alle operazioni in conto competenza che a quelle in conto residui.
La ripartizione in capitoli delle unità previsionali di base viene esposta, a scopo esclusivamente conoscitivo, nelle tabelle allegate al disegno di legge di bilancio, concernenti lo stato di previsione dell’entrata e ciascun stato di previsione della spesa. I capitoli costituiscono le unità elementari ai fini della gestione e della rendicontazione.
Nel quadro generale riassuntivo sono esposti i seguenti saldi:
- il risultato differenziale tra il totale delle entrate tributarie ed extratributarie e il totale delle spese correnti (risparmio pubblico, che corrisponde al saldo corrente);
- il risultato differenziale tra tutte le entrate e le spese, ad esclusione delle operazioni finanziarie relative alle partecipazioni azionarie, ai conferimenti, alla concessione e riscossione di crediti e all’accensione e rimborso di prestiti (indebitamento o accreditamento netto);
- il risultato differenziale tra il totale delle entrate finali ed il totale delle spese finali, vale a dire il totale delle entrate con esclusione delle entrate relative alle operazioni di accensione di prestiti e il totale delle spese con esclusione delle spese relative a rimborso di prestiti (saldo netto da finanziare);
- il risultato differenziale fra il totale delle entrate finali e il totale delle spese (ricorso al mercato).
In appositi allegati (contenuti, a livello generale, nel quadro generale riassuntivo, e, in modo più dettagliato, negli stati di previsione del disegno di legge presentato dal Governo) gli stanziamenti di spesa sono ripartiti secondo l’analisi funzionale e secondo l’analisi economica. Queste ripartizioni non sono oggetto di votazione in Parlamento ed hanno un valore meramente conoscitivo
L’approvazione del Bilancio con legge ha l’effetto giuridico di autorizzare l’amministrazione a percepire le entrate ed effettuare le spese ivi iscritte.
Le previsioni relative
all’entrata hanno carattere estimativo: le amministrazioni dello Stato hanno
comunque facoltà di accertare tutte le entrate per le quali, nel corso
dell’esercizio, lo Stato acquisisca un credito e di incassare tutte le entrate
versate presso
L’approvazione delle previsioni di spesa ha invece carattere giuridicamente vincolante: le previsioni di spesa iscritte in Bilancio costituiscono, infatti, il limite massimo entro il quale le amministrazioni dello Stato sono autorizzate ad assumere impegni di spesa (autorizzazioni di competenza) e ad effettuare pagamenti (autorizzazioni di cassa).
Nel corso del 2007 è stato svolto un ampio dibattito[12] che è sfociato nell’avvio di un processo di riforma degli strumenti e delle procedure di finanza pubblica, che ha investito vari aspetti della problematica, dal potenziamento degli strumenti per il monitoraggio degli andamenti della finanza pubblica, alla modifica delle modalità con le quali si predispongono le manovre di Bilancio, sino alla riclassificazione del Bilancio dello Stato, anche in funzione di un vasto programma di analisi, valutazione e riqualificazione della spesa pubblica (cd. spending review).
In tale ambito,
-
- un apposito Servizio studi nell’ambito del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, con finalità di raccordo alla Commissione tecnica (comma 476);
- il rafforzamento delle attività e degli strumenti di analisi e monitoraggio degli andamenti di finanza pubblica già esistenti, anche con il potenziamento ed il collegamento fra loro delle strutture di supporto del Parlamento (comma 481);
- un programma straordinario di analisi e valutazione della spesa delle amministrazioni centrali (cd. spending review), affidato al Ministro dell'economia,volto a riesaminare in modo sistematico l’insieme dei Programmi di spesa in atto e valutando la loro corrispondenza agli obiettivi originari ed alle nuove priorità nell’azione di Governo, al fine di migliorare l’efficienza organizzativa e la qualità dei servizi offerti dallo Stato.
Ulteriori passi verso la riforma del Bilancio e un processo sistematico di analisi e valutazione della spesa sono stati:
- la presentazione da parte del Ministro dell’economia al Consiglio dei Ministri e alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato degli “Orientamenti del MEF in materia di struttura del Bilancio e valutazione della spesa” (Gennaio 2007);
- l’indicazione da parte del Presidente del Consiglio dei Dicasteri che avvieranno la spending review: Giustizia, Interni, Istruzione, Infrastrutture e Trasporti, (Aprile 2007);
- la pubblicazione della Circolare del MEF per la predisposizione del Bilancio per l’anno 2008, recante una prima ipotesi di riclassificazione del Bilancio dello Stato (7 Giugno 2007) e della Direttiva del Presidente del Consiglio recante le modalità per la presentazione della legge finanziaria[15](3 agosto 2007);
- la presentazione di un prima relazione sui risultati del programma di analisi e valutazione della spesa e sulle conseguenti iniziative di intervento: “Libro verde sulla spesa pubblica” (6 settembre 2007);
- la presentazione del disegno di legge di bilancio per l’anno 2008 riclassificato per Missioni e Programmi (cfr.oltre).
Per quanto attiene al dibattito svoltosi sul versante parlamentare, si ricorda che in data 13 febbraio 2007, che le Commissioni Bilancio della Camera e del Senato hanno deliberato lo svolgimento di un'indagine conoscitiva congiunta sulle linee di riforma degli strumenti e delle procedure di Bilancio[16].
Le due Commissioni Bilancio della Camera e del Senato, nella riunioni, rispettivamente, del 9 e 10 maggio 2007, hanno costituito, ciascuna al proprio interno, un Comitato permanente per il monitoraggio della finanza pubblica - composto in modo paritetico da rappresentanti dei gruppi di maggioranza e dei gruppi di opposizione e presieduto dal Presidente della Commissione - chiamato a svolgere un'attività conoscitiva avente per oggetto le caratteristiche della spesa pubblica, le dinamiche che regolano il suo andamento, i fattori che ne rendono difficile, in base alla vigente normativa, il contenimento, e l'individuazione dei possibili rimedi ai fini di una più efficace allocazione delle risorse disponibili.
Per quanto concerne il Bilancio dello Stato, il dibattito che ha condotto alla riclassificazione del Bilancio in Missioni e Programmi (cfr.oltre) è scaturito dalla considerazione che la struttura attuale del Bilancio – fondata sulle unità previsionali di base articolate, al primo livello, in Centri di responsabilità amministrativa - non consente ancora una chiara identificazione delle “azioni” svolte attraverso l’utilizzo delle risorse pubbliche.
Fino al 2007 il Bilancio è stato infatti strutturato sulla base dell’organizzazione delle Amministrazioni (chi gestisce le risorse) e non anche sulle funzioni (cosa viene realizzato con le risorse disponibili).
Si è pertanto ritenuto che ciò renda complesso il monitoraggio e la valutazione delle politiche pubbliche, non agevolando la definizione delle priorità dell’azione politica ed amministrativa.
Conseguentemente,si è provveduto ad innovare la struttura del Bilancio ponendo al centro dell’attenzione i criteri di allocazione dell’insieme delle risorse pubbliche e le loro modalità di utilizzo, anche al fine di superare la tradizionale logica "incrementale", in base alla quale è invalsa la tendenza a rifinanziare le politiche di spesa in essere senza valutarne attentamente la qualità e l’efficienza in relazione agli obiettivi che si intendono conseguire.
La nuova classificazione del Bilancio, rendendo più evidente il legame tra risorse stanziate e azioni perseguite econsentendoper tale via una più agevole misurazione e verifica degli obiettivi raggiunti, appare, del resto, strettamente funzionale al processo di valutazione e riqualificazione della spesa (cd. spending review)avviato dal Governo al fine di riesaminare in modo sistematico l’efficienza e l’efficacia dell'insieme dei Programmi di spesa in atto.
In coerenza con il dibattito sviluppatosi e con agli impegni assunti in sede parlamentare, il Governo ha inteso dare una ulteriore spinta alla riforma del bilancio del 1997, procedendo, ai fini della predisposizione del Bilancio di previsione a legislazione vigente per il prossimo anno e per il triennio 2008-2010, ad una profonda revisione in senso funzionale del sistema di classificazione del Bilancio dello Stato, volta a chiarire meglio la relazione fra l’insieme complessivo delle risorse disponibili e le specifiche finalità pubbliche perseguite.
La revisione operata è avvenuta a legislazione vigente.
Al riguardo, la relazione al disegno di legge di Bilancio per il 20008[17], sottolinea come la nuova struttura del Bilancio si basi sempre sulla legge n. 468 del 1978, come modificata dalla legge di riforma n. 94 del 1997; nel riprendere il processo di riforma si capovolge tuttavia l'impostazione precedente, in quanto si passa da uno schema basato sulle Amministrazioni e le sottostanti unità organizzative (Centri di responsabilità che gestiscono le risorse), ad una struttura che pone al centro le funzioni da svolgere, individuando le grandi finalità perseguite nel lungo periodo con la spesa pubblica (le Missioni), e come esse si realizzano concretamente attraverso uno o più Programmi di spesa (cfr.oltre).
Si ricorda che la normativa vigente (articolo 4, comma 2, lettera b), della legge di riforma n. 94 del 1997), prevede che le “funzioni-obiettivo siano individuate con riguardo all’esigenza di definire le politiche pubbliche di settore e di misurare il prodotto della attività amministrativa, ove possibile anche in termini di servizi finali resi ai cittadini”. In linea con tali prescrizioni, nell’ambito del bilancio annuale, sino ad oggi, è stata applicata una classificazione funzionale della spesa, basata per i primi tre livelli (Divisioni, Gruppi, Classi) sulla classificazione COFOG (classification of functions of government - classificazione delle funzioni di Governo, previste dal SEC 95 elaborata in sede OCSE) e per il quarto livello sulle Missioni istituzionali, espressive delle realtà funzionali della spesa pubblica del nostro Paese. La suddivisione percentuale degli stanziamenti di spesa per funzioni obiettivo ha avuto, fino ad ora, un significato solo conoscitivo ed informativo, rivelandosi, ad avviso del Governo[18], insoddisfacente ed inadeguata, stante la sua scarsa capacità di raccordo con il bilancio decisionale votato dal Parlamento e la scarsa significatività nel rappresentare le peculiarità della spesa pubblica italiana. Tale classificazione, inoltre, sviluppandosi strutturalmente in modo trasversale tra i vari Ministeri, non risulta, sempre ad avviso del Governo, idonea a costituire la base per un diverso sistema gestionale diretto alla responsabilizzazione dei dirigenti.
La riclassificazione è stata attuata all’interno della struttura attuale del Bilancio dello Stato, il quale, ai sensi dell’articolo 2 della legge n. 468 del 1978, si articola in stati di previsione, corrispondenti, per quanto riguarda la spesa, ai Ministeri.
Per quanto concerne gli stati di previsione della spesa, la riorganizzazione operata si fonda su una classificazione delle risorse finanziarie secondo due livelli di aggregazione: 34 “Missioni”, a loro volta articolate in 167 “Programmi”.
Si segnala, peraltro, che nella relazione di accompagnamento al disegno di legge di Bilancio presentato al Senato (A.S. 1818), si fa riferimento a 168 programmi, ma in realtà, secondo quanto riportato nell’allegato al medesimo disegno di legge “Riepilogo Missione/Programma”, i Programmi ivi effettivamente contemplati sono 167.
Le Missioni rappresentano le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti con la spesa pubblica. Sono quindi una rappresentazione politico-istituzionale del Bilancio, volta a rendere più trasparenti i grandi aggregati di spesa e a meglio comunicare le direttrici principali dell’azione amministrativa delle singole Amministrazioni.
L’articolazione delle Missioni sottende una visione dello Stato che non svolge solo le funzioni fondamentali - quali, ad esempio, l'amministrazione della difesa (Missione 5), e della la giustizia (Missione 6), la tutela della salute (Missione 20) e la promozione dell’istruzione scolastica (Missione 22) - ma espleta anche compiti di tutela di particolari categorie sociali e di redistribuzione delle risorse, tutelando, ad esempio, i diritti sociali e la famiglia (Missione 24) e i giovani e lo sport (Missione 30), ovvero interessi collettivi, come lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio e dell’ambiente (Missione 18).
Le Missioni non corrispondono alla ripartizione degli stati di previsione, nel senso che vi sono numerosi Ministeri che partecipano a più di una Missione istituzionale e che vi sono Missioni istituzionali affidate alla responsabilità di più Ministeri. Esse possono essere pertanto ministeriali o trasversali a più Dicasteri (interministeriali), a seconda dell’attuale ripartizione di funzioni, superando, come accennato, l’approccio tradizionale che articola la spesa pubblica secondo l’organizzazione amministrativa del Governo.
Le Missioni possono
essere ricondotte ad un concetto di "risorse
di settore", ove
Rispetto alla classificazione funzionale della spesa applicata sino al Bilancio 2007, basata per i primi tre livelli sulla classificazione COFOG (classification of functions of government) - ossia sulla classificazione delle funzioni di Governo previste dal SEC/95 ed elaborata in sede OCSE - e per il quarto livello sulle Missioni istituzionali, espressive delle realtà funzionali del nostro Paese, il nuovo concetto di missione, introdotto per il Bilancio 2008, si avvicina al primo livello della classificazione COFOG (Divisioni), avente lo scopo di confrontare macroaggregati e consentire una rappresentazione sintetica della spesa pubblica. Di converso, se ne allontana per la maggiore capacità esplicativa, considerato che la classificazione in Missioni in oggetto ha ricondotto a funzioni primarie dello Stato italiano attività che, nella classificazione COFOG, vengono considerate al secondo (Gruppi) o al terzo (Classi) livello; nel contempo, non fa riferimento ad alcune funzioni di primo livello COFOG che hanno scarsa capacità esplicativa ( come, ad esempio, gli "Affari economici").
La nuova struttura prevede inoltre due Missioni trasversali, presenti in tutti i Ministeri: "Fonde da ripartire" e "Servizi istituzionali e generali".
La seconda - "Servizi istituzionali e generali" - raggruppa le spese di funzionamento dell'apparato amministrativo, le quali sono trasversali a più finalità e non attribuibili puntualmente alle singole Missioni. Rientrano, in particolare, in tale categoria le spese per "l'indirizzo politico" e per "gli affari generali".
Si segnala, in proposito, come durante il dibattito
parlamentare svoltosi in ordine alla riforma degli strumenti e delle procedure
di Bilancio, sia stato sottolineato come le
due Missioni di carattere generale e trasversale che interessano gli stati
di previsione di tutti i Ministeri tolgano
in parte significatività alla costruzione dei Programmi, e che pertanto
potrebbe in prospettiva valutarsi l’opportunità di ripartire le relative
risorse nell’ambito dei singoli Programmi. Nella audizione dinanzi alle
Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato del 9 ottobre 2007,
Ciascuna Missione è di norma suddivisa in più Programmi[19], ma non mancano Missioni (Missione n. 25 – Politiche previdenziali – Missione n.31 - Turismo) che consistono in un unico Programma (cfr.oltre).
Come accennato, la riclassificazione del Bilancio consente di identificare chiaramente lo stock delle risorse disponibili[20] a legislazione vigente per ciascuna della 34 grandi finalità istituzionali perseguite con la spesa pubblica, offendo pertanto un quadro più ampio e completo di quello offerto dalla legge finanziaria, che si limita invece a definire soltanto le risorse incrementali al margine per il prossimo anno[21].
A tale proposito, analizzando la quota delle risorse disponibili per il 2008 per ognuna delle 34 Missioni rispetto al totale del Bilancio dello Stato, così come rideterminate dalla II Nota di Variazione approvata dal Senato - che ha trasferito nel bilancio a legislazione vigente gli effetti del disegno di legge finanziaria e degli emendamenti al disegno di legge di bilancio approvati dal Senato - emerge come le percentuali maggiori delle risorse siano destinate a:
§ le relazioni finanziarie con le autonomie locali (Missione 3 – Relazioni autonomie territoriali - 23,55 per cento );
§ gli interessi per il servizio del debito (Missione 34 – Debito pubblico - 16,33 per cento)[22];
§ i trasferimenti agli enti previdenziali per la previdenza obbligatoria e complementare (Missione 25– Politiche previdenziali- 14,31 per cento).
Il 10,51 per cento della spesa complessiva è poi destinato alle missioni relative all’istruzione scolastica e universitaria (Missione 22 – Istruzione scolastica – e 23 – Istruzione universitaria), il 5,68 per cento alle relazioni internazionali e alla cooperazione ( Missione 4 – L’Italia in Europa e nel mondo) e il 5,06 per cento è riferito ai diritti sociali e alla solidarietà sociale (Missione 24).
A fronte dell’entità delle risorse destinate alle suddette finalità istituzionali, si segnalano, a titolo esemplificativo, le risorse destinate alla ricerca e all’innovazione (Missione 17- 0,85 per cento); alle politiche del lavoro (Missione 26 - 0,76 per cento) e all’energia e diversificazione delle fonti energetiche (Missione 10 - 0,01 per cento).
La tabella che segue mostra l’ammontare complessivo e in quota percentuale delle risorse disponibili per ciascuna delle 34 Missioni iscritte nel Bilancio 2008, comprensive delle variazioni apportate dalla II Nota di variazione approvata dal Senato[23].
Numero Missione |
Missioni |
Stanziamenti
BLV + II Nota Var. |
% |
3 |
Relazioni autonomie territoriali |
112.792 |
23,55 |
34 |
Debito pubblico* |
78.231 |
16,33 |
25 |
Politiche previdenziali |
68.559 |
14,31 |
22 |
Istruzione scolastica |
41.583 |
8,68 |
4 |
L'Italia in Europa e nel mondo |
27.205 |
5,68 |
24 |
Diritti sociali e solidarietà sociale |
24.234 |
5,06 |
33 |
Fondi da ripartire |
19.961 |
4,17 |
5 |
Difesa e sicurezza del territorio |
19.008 |
3,97 |
13 |
Diritto alla mobilità |
10.514 |
2,19 |
7 |
Ordine pubblico e sicurezza |
9.321 |
1,95 |
29 |
Politiche finanziarie e di bilancio** |
8.920 |
1,86 |
23 |
Istruzione universitaria |
8.760 |
1,83 |
6 |
Giustizia |
7.268 |
1,52 |
28 |
Sviluppo e riequilibrio territoriale |
5.489 |
1,15 |
11 |
Competitività e sviluppo imprese |
4.433 |
0,93 |
17 |
Ricerca ed innovazione |
4.060 |
0,85 |
14 |
Infrastrutture pubbliche e logistica |
3.914 |
0,82 |
8 |
Soccorso civile |
3.755 |
0,78 |
26 |
Politiche per il lavoro |
3.624 |
0,76 |
1 |
Organi costituzionali |
3.334 |
0,70 |
32 |
Servizi generali amministrazioni |
2.830 |
0,59 |
18 |
Sviluppo sostenibile |
1.665 |
0,35 |
21 |
Tutela beni culturali |
1.633 |
0,34 |
27 |
Immigrazione |
1.486 |
0,31 |
9 |
Agricoltura e pesca |
1.364 |
0,28 |
15 |
Comunicazioni |
1.354 |
0,28 |
19 |
Casa e assetto urbanistico |
1.060 |
0,22 |
30 |
Giovani e sport |
958 |
0,20 |
20 |
Tutela della salute*** |
881 |
0,18 |
2 |
Amm.ne generale territorio |
352 |
0,07 |
16 |
Commercio internazionale |
268 |
0,06 |
31 |
Turismo |
113 |
0,02 |
10 |
Energia e fonti energetiche |
59 |
0,01 |
12 |
Regolazione dei mercati |
16 |
0,00 |
TOTALE |
479.004 |
100,00 |
(*)
(**) Al netto delle regolazioni contabili, restituzioni e rimborsi d’imposta.
(***) La voce non include le risorse delle regioni.
Ogni Missione si realizza concretamente attraverso uno o più Programmi.
I 167 Programmi individuati rappresentano “aggregati omogenei di attività svolte all’interno di ogni singolo Ministero, per perseguire obiettivi ben definiti nell’ambito delle finalità istituzionali, riconosciute al Dicastero competente”.
Essi sono prevalentemente di competenza di un unico Ministero, anche se non mancano Programmi condivisi tra più Amministrazioni[24].
Tra i Programmi, sono condivisi tra più Amministrazioni: Indirizzo politico; Servizi e affari generali per le Amministrazioni di competenza; Fondi da assegnare; Prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento; Sviluppo sostenibile; Tutela e conservazione della fauna, della flora e salvaguardia della biodiversità; Vigilanza, prevenzione e repressione in ambito ambientale; Previdenza obbligatoria e complementare, sicurezza sociale, trasferimenti agli enti ed organismi interessati; Rapporti con le confessioni religiose; Oneri per il servizio del debito statale; Rimborsi del debito statale.
Il Programma trova la sua base normativa nell’art. 2, comma 2, della legge 468/78, come modificato dalla legge n. 94/97, e rappresenta il fulcro della nuova classificazione proposta, in quanto, ad avviso del Governo, costituisce un livello di aggregazione sufficientemente dettagliato da consentire all’organo politico di poter scegliere chiaramente l'impiego delle risorse tra scopi alternativi.
I nuovi Programmi derivano sostanzialmente dall'aggregazione delle attuali Missioni istituzionali (4° livello funzionale successivo ai tre livelli della classificazione COFOG), in modo da identificare aggregati più ampi e significativi rispetto a quelli esistenti.
I Programmi indicano quanto più possibile i risultati da perseguire in termini di impatto dell’azione pubblica sui cittadini e nel territorio (outcome). Nel concreto, alcuni Programmi hanno carattere strumentale, indicano cioè input dell’Amministrazione statale per perseguire le sue finalità, o evidenziano prodotti o servizi finali dell’azione dello Stato (output)
Per ogni Ministero esistono due Programmi trasversali, dove vengono allocate le “spese indirette”, non attribuibili ex ante ai Programmi, e le spese di "indirizzo politico", collegati entrambi alla corrispondente Missione "Servizi istituzionali e generali", sopra richiamata.
Ciascun Programma si estrinseca in un insieme di sottostanti "attività" che ogni Amministrazione pone in essere per il raggiungimento delle proprie finalità.
I Programmi sono pertanto frazionati in “Macroaggregati”, i quali evidenziano le diverse tipologie di spesa attribuite a ciascun Programma e costituiscono le unità fondamentali di voto nell’esame parlamentare del disegno di legge di Bilancio, corrispondenti alle voci dell’attuale terzo livello delle unità previsionali di base, previsto dall’articolo 1, comma 4, del decreto legislativo n. 279/1997.
I Macroaggregati evidenziano le risorse attribuite e gestite dal Centro di responsabilità; i Centri di responsabilità vengono pertanto collocati al di sotto dei Macroaggregati, per consentire l'evidenziazione degli stanziamenti di Missioni, Programmi e unità previsionali di base, assegnati agli stessi Centri di responsabilità, secondo le schema seguente:
§ Missioni
§ Programmi
§ Macroaggregati (unità di voto parlamentare)
Per
- 1. Funzionamento
- 2. Interventi
- 3. Oneri comuni
- 4. Trattamenti di quiescenza, integrativi e sostitutivi
- 5. Oneri del debito pubblico
Per
- 6. Investimenti
- 7. Altre spese in c/capitale
- 8. Oneri comuni
Rimborso di prestiti
- 9. Rimborso del debito pubblico
Centro di responsabilità amministrativa
In pratica, nel Bilancio predisposto per la decisione parlamentare, ogni Ministero ha in evidenza, in via progressiva, le “Missioni” sulle quali è coinvolto, i “Programmi” di competenza specifica, con riferimento ai Macroaggregati di spesa e, nell’ambito di questi ultimi, i Centri di responsabilità interessati.
Nell'allegato tecnico al Bilancio, il quale è comprensivo anche dei capitoli sottostanti a ciascun Centro di responsabilità amministrativa, la struttura contabile, per ogni stato di previsione della spesa, alla luce della nuova classificazione, è la seguente:
§ Primo livello di aggregazione:
- 34 Missioni
§ Secondo livello di aggregazione:
- 167 Programmi
Terzo livello di aggregazione:
- Macroaggregati (unità previsionale di base – unità di voto parlamentare), di cui 8 per i tre titoli della spesa - di cui 5 per la spesa corrente e 3 per la spesa in conto capitale – ed uno per il rimborso di prestiti.
Quarto livello di aggregazione:
- Centri di responsabilità amministrativa
· Capitoli
A seguito della
riclassificazione, le unità di voto per
il 2008 presentano una sensibile riduzione rispetto alle unità di voto 2007,
passando da 1.716 per il
La tabella che segue evidenzia la variazione delle unità di voto del nuovo Bilancio di previsione 2008 rispetto all’anno precedente[25]:
Bilancio per unità previsionali di base |
||
Amministrazioni |
Unità di voto 2007 |
Unità di voto 2008 |
Entrate |
164 |
60 |
Economia e Finanze |
295 |
115 |
Sviluppo economico |
84 |
46 |
Lavoro e previdenza sociale |
60 |
26 |
Giustizia |
39 |
16 |
Affari esteri |
85 |
26 |
Pubblica istruzione |
201 |
44 |
Interno |
67 |
47 |
Ambiente, tutela territorio e mare |
61 |
30 |
Infrastrutture |
67 |
31 |
Comunicazioni |
54 |
20 |
Difesa |
81 |
26 |
Politiche agricole e forestali |
59 |
34 |
Beni e attività culturali |
108 |
34 |
Salute |
55 |
25 |
Trasporti |
65 |
40 |
Università e ricerca |
34 |
30 |
Solidarietà sociale |
37 |
26 |
Commercio internazionale |
40 |
14 |
Aziende |
|
|
Monopoli di Stato |
19 |
7 |
Archivi notarili |
15 |
7 |
Istituto agronomico oltremare |
10 |
5 |
Fondo edifici di culto |
16 |
5 |
Totale |
1.716 |
714 |
Tale riduzione è ascrivibile al fatto che le poste 2008 da sottoporre al voto delle Camere sono, come detto, i Macroaggregati, ossia le unità previsionali di base al III livello (spese di funzionamento, spese per interventi, spese di investimento, ecc.) mentre, fino alla redazione del Bilancio di previsione 2007, le unità di voto erano rappresentate dalle unità previsionali di base al IV livello, determinate con riferimento ad aree omogenee di attività, anche a carattere strumentale, scaturenti dall'articolazione delle competenze istituzionali di ciascun Ministero[26].
Ciascun Macroaggregato è a sua volta suddiviso in tre voci corrispondenti alla fonte normativa della previsione di Bilancio.
Sono in particolare evidenziate:
§ la quota della dotazione finanziaria corrispondente a spese predeterminate per legge (c.d. fattori legislativi), vale a dire spese obbligatorie a carattere rigido previste da disposizioni normative che quantificano specificamente lo stanziamento da iscrivere in Bilancio. Questa quota non può essere modificata né in aumento né in riduzione durante l’esame parlamentare, ma solo con altra legge sostanziale. Con riferimento ad essa viene fornito l’elenco delle autorizzazioni legislative sottostanti, con l’indicazione anche dell’apporto finanziario recato da ciascuna di esse;
§ la quota della dotazione finanziaria corrispondente ad oneri inderogabili, vale a dire spese obbligatorie previste da disposizioni normative che tuttavia non quantificano specificamente lo stanziamento da iscrivere in Bilancio, il quale è determinato in base all’effettivo fabbisogno; sono quindi spese vincolate a particolari meccanismi che regolano la loro evoluzione e che possono essere determinati sia dalle leggi che da altri atti normativi. Si tratta, in sostanza, di spese obbligatorie o aventi natura obbligatoria la cui quota iscritta in bilancio può essere modificata solo in caso di necessità di adeguamento al fabbisogno;
§ la quota della dotazione finanziaria corrispondente a spese discrezionali, che rappresentano stanziamenti non prefissati legislativamente che trovano copertura nell'equilibrio complessivo della legge di bilancio individuato in coerenza con i vincoli di finanza pubblica. Si tratta delle spese di funzionamento dei Ministeri, che vengono quantificate tenendo conto delle necessità segnalate dalle Amministrazioni, in funzione dei programmi di spesa da perseguire. Tale quota può essere modificata in sede parlamentare; nella voce spese discrezionali è tuttavia precisata la quota che corrisponde alle spese vincolate, ossia le spese derivanti da obbligazioni giuridiche perfezionate, che pur essendo di natura discrezionale sono relative ad impegni giuridici assunti dall’amministrazione i quali devono in ogni caso essere adempiuti (es. canoni di locazione di immobili). La quota “vincolata” ai contratti in essere, qualificata spesa avente natura obbligatoria, non può essere ridotta senza determinare l’insorgere di un debito a carico dell’Amministrazione, con il conseguente contenzioso.
La ripartizione delle spese negli allegati riferiti a ciascun Macroaggregato in spese discrezionali, oneri inderogabili e spese predeterminate per legge e, segnatamente, la specifica indicazione nell’ambito delle spese predeterminate per legge delle singole disposizioni autorizzative introducono significativi elementi di trasparenza del Bilancio, rendendo più agevole il raccordo tra le disposizioni legislative di spesa e i corrispondenti stanziamenti di Bilancio.
La tabella 3, allegata al disegno di legge di Bilancio presentato al Senato (A.S.1818), rappresenta l'analisi gli oneri giuridicamente obbligatori per Missioni[27], attestando l'incidenza delle spese legislativamente vincolate sul totale delle spese finali.
In particolare, gli stanziamenti di competenza per l'anno finanziario 2008, direttamente ovvero indirettamente stabiliti dalla legge, risultano pari a 437.442 milioni di euro su un totale di spese finali pari a 466.909 milioni di euro, con una incidenza del 93,76 per cento, definiti nell'ambito delle spese correnti e in conto capitale.
A tale ultimo proposito, si segnala che nella
relazione all’Aula del Senato sul disegno di legge di bilancio (A.S.
Come accennato, al di sotto dei Macroaggregati si collocano i Centri di responsabilità amministrativa.
L’articolazione del Bilancio per Centri di responsabilità è prevista dalla vigente legislazione la quale, all’articolo 2, comma 2, della legge n. 468 del 1978 prevede l’articolazione per “centri di responsabilità amministrativa, cui è affidata la relativa gestione”. Il principio è confermato dall’articolo 1 del D.Lgs. n. 297 del 1997, il quale prevede che le unità previsionali di base costituiscono “l’insieme organico delle risorse finanziarie affidate alla gestione di un unico centro di responsabilità amministrativa”.
Nell’ambito della riclassificazione operata, i Programmi sono stati definiti con riferimento alle attività effettivamente svolte, non alle strutture attualmente esistenti all’interno dei Ministeri; vi sono pertanto casi nei quali più Centri di responsabilità partecipano ad un singolo Programmaattraverso lo svolgimento di specifiche attività che concorrono, in sostanza, al raggiungimento di obiettivi rientranti in uno stesso Programma[28].
Al riguardo, si segnala che nella audizione dinanzi
alle Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato del 9 ottobre 2007,
§ l’insufficiente coerenza tra le strutture del Bilancio (i Programmi) e l’organizzazione amministrativa ( i Centri di responsabilità);
§ l’eccessiva frammentazione dei Programmi tra più Centri di responsabilità;
l’eccessiva eterogeneità delle dimensioni dei Programmi.
I Centri di responsabilità sono peraltro esposti a fini meramente conoscitivi, poiché, come precisato, l’unità elementare di voto è quella dei Macroaggregati.
La costruzione delle Missioni e dei Programmi risulta condizionata dall’attuale ripartizione di competenze nell’ambito delle strutture amministrative, per comprensibili esigenze di continuità gestionale. Ciò implica che il criterio di omogeneità funzionale che dovrebbe presiedere alla definizione delle Missioni e dei Programmi è stato rispettato solo parzialmente. Permane infatti l’asimmetria fra Bilancio “politico” (quello oggetto di approvazione parlamentare) e Bilancio “gestionale” (quello che guida la concreta gestione delle risorse da parte delle amministrazioni), la quale potrà essere completamente superata quando alla riclassificazione in senso funzionale corrisponderà la complessiva riforma delle strutture amministrative, che dovrebbe determinare, nella logica riformatrice del Governo, una completa corrispondenza fra Programmi d’azione inseriti nel Bilancio e Centri di responsabilità affidati alla gestione di un unico dirigente. La riclassificazione operata offre, in tal senso, a tutte le Amministrazioni centrali, l'opportunità di reimpostare la propria organizzazione, rivedendo strutture, responsabilità e attività svolte, identificando nel contempo le possibili sinergie, duplicazioni o sovrapposizioni di attività tra i diversi Centri di responsabilità amministrativa e Ministeri.
Nelle more del
completamento del processo di riforma il disegno
di legge di Bilancio per il
Si tratta di una esigenza emersa con forza negli ultimi anni, stante la rigidità dell’attuale Bilancio - che è il risultato di centinaia di leggi che si sono stratificate nel tempo e che spesso definiscono minuziosamente le modalità di impiego delle risorse (attivando migliaia di diversi capitoli di spesa) – che in quanto tale non incentiva un uso efficiente delle risorse, posto che quelle eventualmente risparmiate non possono essere utilizzate facilmente in altri impieghi se non con modifiche normative difficili da conseguire.
La tendenza, recentemente manifestatasi, a concedere ai Ministeri di spesa una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse si colloca peraltro nell’ambito della speculare tendenza a introdurre meccanismi di contenimento generalizzato della spesa, per la cui sostenibilità è apparsa necessaria la previsione di una maggiore flessibilità gestionale.
Per quanto concerne le norme di flessibilità contenute nel disegno di legge di bilancio per il 2008, si segnala, in particolare, l’articolo 22, comma 22, il quale dispone che, ai fini di assicurare alle Amministrazioni la necessaria flessibilità nella gestione delle risorse a seguito della ristrutturazione del Bilancio, il Ministro dell’economia e delle finanze, su proposta del Ministro competente, è autorizzato ad effettuare con propri decreti - da comunicare alle Commissioni parlamentari e alla Corte dei conti per la registrazione - variazioni compensative tra capitoli della medesima unità previsionale di base di parte corrente «funzionamento, interventi, oneri comuni, oneri del debito pubblico» e di conto capitale «investimenti e oneri comuni», che sono stati frazionati per la loro allocazione sui diversi programmi dello stesso stato di previsione. Inoltre, ai sensi del successivo comma 23, i Ministri competenti, nell’ambito dei programmi concernenti i propri stati di previsione, sono inoltre autorizzati ad effettuare, con propri decreti da comunicare al Ministero dell’economia e delle finanze, anche con evidenze informatiche, eventuali variazioni compensative per la stessa categoria economica tra i capitoli di spese discrezionali relativi ai programmi medesimi, allocati nei diversi centri di responsabilità amministrativa. Tali variazioni non devono peraltro comportare alterazioni dei saldi di indebitamento netto e fabbisogno[29].
Come accennato, a seguito della nuova classificazione del Bilancio, in ciascun stato di previsione si prevede una esposizione che, attraverso le Missioni, i Programmi, i Macroaggregati - cui si aggiungono le analisi che si ritrovano nella parte illustrativa e tecnica del Bilancio, costituita dagli allegati a ciascuno stato di previsione - consente di identificare chiaramente le funzioni e gli obiettivi generali che lo Stato si prefigge di conseguire con la spesa pubblica.
La struttura del documento di Bilancio per la decisione non si discosta dall’impostazione adottata degli anni precedenti.
Il documento, infatti, si articola nelle consuete 19 tabelle (gli stati di previsione): la prima riguarda l’Entrata, le seguenti, dalla n. 2 alla n. 19, i singoli stati di previsione della spesa dei Ministeri.
Esso contiene inoltre l’insieme di “elenchi”, “riassunti”, “riepiloghi” e “tavole” che tendono a migliorare la lettura dei dati e, nel contempo, a fornire più immediatezza alla comprensione delle grandi cifre del bilancio.
Per quanto concerne gli allegati tecnici al disegno di legge di bilancio, essi sono costituiti dalle tabelle relative agli stati di previsione di ciascun Ministero.
La parte iniziale delle predette tabelle è rappresentata dalla Nota preliminare, che ha la funzione di illustrare i criteri utilizzati per la formulazione delle previsioni di spesa in coerenza con i criteri ed i parametri indicati nel DPEF[30].
Le Note preliminari si inseriscono pertanto nel quadro della definizione sia delle finalità da perseguire che delle risorse dirette a realizzarle, al fine di valorizzare l’allocazione delle risorse finanziarie pubbliche verso i risultati da raggiungere.
Nelle Note sono indicate, da parte di ciascun Ministro, le priorità – in coerenza con le scelte di politica economica definite sulla base dello scenario macroeconomico, finanziario ed istituzionale della vigente legislazione di settore - delle iniziative legislative in itinere o in progetto, e individuati gli obiettivi che le Amministrazioni intendono conseguire con riferimento ai propri Programmi, nonché gli indicatori di efficienza ed efficacia che si intendono utilizzare per valutare i risultati.
Gli obiettivi, definiti da ciascun Ministro su proposta dei Centri di responsabilità amministrativa, devono rappresentare le politiche pubbliche di settore di interesse del Ministero, coerenti con le priorità politiche scaturenti dai Programmi dell’amministrazione.
Per quanto concerne la struttura contabile dell’allegato tecnico di ciascun stato di previsione, essa indica, disaggregati per capitolo, i contenuti di ciascuna unità previsionale di base (Macroaggregato) e il carattere giuridicamente obbligatorio e/o discrezionale della relativa spesa.
Tramite i capitoli, individuati nell’ambito di ciascun Centro di responsabilità amministrativa, si ha il collegamento con la classificazione economica e funzionale COFOG, al terzo livello (Divisioni – Gruppi – Classi), cui si procede attraverso l’indicazione percentuale sottostante a ciascun capitolo di spesa in relazione alle finalità perseguite con le rispettive somme stanziate.
La struttura contabile, per ogni stato di previsione, ricalca quella già illustrata, secondo la sequenza: Missioni → Programmi → Macroaggregati → Centri di responsabilità amministrativa → Capitoli.
Lo stato di previsione di ogni Ministero presenta, inoltre, una scheda di analisi “Unità previsionale di base – Macroaggregato” per ciascun Programma. Tale scheda fornisce specifiche informazioni contabili, rilevanti dal punto di vista conoscitivo, concernenti gli stanziamenti ivi previsti.
La scheda è così strutturata:
§ Indicazione della Missione del Ministero;
§ Indicazione del Programma, con la descrizione delle attività sottostanti;
§ Dettaglio contabile delle Unità previsionali di base, con la distinzione, al loro interno, della tipologia di spesa, a seconda che si tratti di: spese discrezionali, oneri inderogabili, spese predeterminate per legge o fattore legislativo.
Relativamente alle spese discrezionali viene riportata la quota vincolata (indicata con asterisco), cioè connessa a obbligazioni giuridicamente perfezionate, che impegnano quota parte dello stanziamento e lo rendono non assoggettabile a riduzioni senza causare l’insorgenza di nuovi debiti. Gli stanziamenti previsti, vengono distinti, a loro volta, per competenza, cassa e residui.
Nell’ambito dei fattori legislativi, vengono, infine, indicate le norme autorizzative su cui si fondano le previsioni di spesa, con il relativo importo. Come accennato, tale indicazione costituisce una innovazione rispetto agli anni precedenti, nell’ottica del perseguimento di una maggiore trasparenza sulla metodologia di costruzione del bilancio di previsione a legislazione vigente.
Nell’ambito della riclassificazione operata il collegamento con il Bilancio gestionale è assicurato mediante la ripartizione dei capitoli per Missioni e Programmi.
La legge di Bilancio,
definitivamente approvata, sarà infatti accompagnata, conte di consueto, dal
cosiddetto "Bilancio per capitoli",
pubblicato con apposito Decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze a
norma dell'art. 1, comma
La funzione che viene di fatto riconosciuta a tale Bilancio gestionale è quella di fornire lo strumento contabile, a disposizione del titolare del Centro di responsabilità amministrativa, per la gestione e la rendicontazione delle risorse finanziarie attribuite.
Il Bilancio gestionale continuerà ad essere strutturato per Centri di responsabilità e, nell’ambito degli stessi, per Missioni, Programmi, macroaggregati e capitoli, a loro volta disaggregati in ulteriori entità contabili, costituite dai piani gestionali.
Il c.d. “il Bilancio per capitoli" assumerà quindi la seguente struttura gestionale:
§ Missioni
§ Programmi
§ Macroaggregati
§ Centro di responsabilità amministrativa
§ Capitoli
Piani gestionali.
Nel caso in cui più Centri di responsabilità concorrano al medesimo Programma occorrerà peraltro un coordinamento all’interno dei singoli Ministeri. Sul punto, la citata circolare del MEF del 5 giugno 2007, sottolinea l’opportunità di una visione unitaria delle risorse relative ad ogni singolo programma, l’istituzione della figura del “coordinatore di programma”.
Nel quadro della riclassificazione del Bilancio dello Stato sopra descritta, riferita in particolare al versante della spesa, si é operata anche la revisione dello stato di previsione dell'entrata, al fine di armonizzarlo alla nuova struttura, migliorando nel contempo il livello qualitativo delle informazioni fornite dal documento.
Nell'occasione, si è operato un avvicinamento della classificazione ai principi posti alla base dei criteri SEC 95, rispettando peraltro le peculiarità connesse all'inquadramento nell'ambito del Bilancio dello Stato.
La nuova classificazione dell'entrata è articolata su quattro livelli di aggregazione.
Nel primo livello si ha una suddivisione per i quattro titoli:
1) entrate tributarie;
2) entrate extra tributarie;
3) entrate derivanti da alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e dalla riscossione di crediti;
4) entrate derivanti dall'accensione di prestiti.
Al secondo livello è stata introdotta la distinzione tra entrate ricorrenti ed entrate non ricorrenti, di particolare rilevanza per la finanza pubblica ai fini della valutazione, per il rispetto del Patto di Stabilità e crescita, dei conti pubblici (in particolare dell’indebitamento strutturale, al netto del ciclo e delle una tantum) da parte dei competenti organismi comunitari.
Nel terzo livello è evidenziata la tipologia dell'entrata: per le tributarie, le voci sono costituite dai tributi più importanti (IRE, IRES, IVA), ovvero raggruppamenti di tributi aventi caratteristiche analoghe (ad esempio, imposte sostitutive, imposte sui generi di monopolio, ecc.); per i restanti titoli, è indicata la tipologia del provento per aggregati più o meno ampi (ad esempio, proventi speciali, redditi da capitale, entrate derivanti da servizi resi dall' amministrazione statale, ecc.).
Per il quarto livello, nelle entrate tributarie si distinguono gli introiti relativi ai singoli tributi in " entrate derivanti dall'attività ordinaria di gestione" ed "entrate derivanti dall'attività di accertamento e controllo", come già previsto nella struttura in essere nel Bilancio di previsione 2007. La suddivisione in parola consente di individuare, tra le entrate relative ad un determinato tributo o aggregato di tributi, la quota che si riferisce ai versamenti effettuati spontaneamente dai contribuenti dalla quota correlata all'attività di accertamento e controllo svolta dagli uffici finanziari, finalizzata alla lotta all'evasione. Nei restanti titoli, al quarto livello, che rappresenta le poste da sottoporre al voto delle Camere, vengono indicate le voci di dettaglio dei proventi che rientrano nelle tipologie di introiti individuate al terzo livello. Si riporta di seguito lo schema sintetico.
ENTRATE
§ Titoli I livello:
- Tributarie
- Extra Tributarie
- Alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione crediti
- Accensione prestiti
§ Natura II livello:
- Entrate ricorrenti
- Entrate non ricorrenti
§ Unità di III livello
- Tipologia dell'entrata
§ Unità di IV livello (unità di voto parlamentare)
- Attività/Proventi
Come
sopra accennato, si ricorda che a seguito della riclassificazione, le unità di voto inerenti l’entrata sono
passate da 164 nel
Il quadro generale
riassuntivo del bilancio di previsione per il
BLV 2008 (A.S. 1818) |
||
|
Competenza |
Cassa |
(1) Entrate
finali |
458.234 |
431.966 |
(2) Spese finali |
466.909 |
488.328 |
(3=1-2) Saldo netto da finanziare |
8.675 |
56.362 |
Il disegno di legge di
bilancio a legislazione vigente per il
Il saldo netto da finanziare, corrispondente alla differenza tra le entrate finali e le spese finali, risulta, in termini di competenza e al netto delle regolazioni debitorie e contabili e dei rimborsi IVA, pari a 8.675 milioni di euro.
Per quanto riguarda il bilancio di cassa, il saldo netto da finanziare risulta pari a 56.362 milioni di euro.
Al lordo delle regolazioni contabili e debitorie, il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2008 (A.S. 1818) prevede:
BLV 2008 (A.S. 1818) |
||
|
Competenza |
Cassa |
(1) Entrate
finali |
491.244 |
464.975 |
(2) Spese finali |
508.969 |
530.402 |
(3=1-2) Saldo netto da finanziare |
17.725 |
65.426 |
Le regolazioni contabili e debitorie e i rimborsi IVA iscritti nel bilancio a legislazione vigente per il 2008 ammontano, per quanto concerne le entrate, a 33.010 milioni di euro e, per quanto concerne le spese, a 42.060 milioni di euro.
Nella successiva Tavola sono posti a raffronto, in termini di competenza, per quanto concerne le entrate finali, le spese finale e i saldi di bilancio, le previsioni iniziali del bilancio per il 2007, le previsioni contenute nel disegno di legge di assestamento, come presentato dal Governo (A.S. 1679) e come modificato dal D.L. n. 81/2007[31] e le previsioni del bilancio a legislazione vigente per il 2008 (A.S. 1818).
Il raffronto è effettuato con i dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili.
(Valori in milioni di euro)
|
Bilancio di previsione 2007 |
Assestato |
Assestato |
B.L.V. |
Entrate finali |
432.304 |
439.882 |
440.301 |
458.234 |
Tributarie |
404.669 |
412.072 |
412.492 |
427.376 |
Extratributarie |
25.497 |
25.671 |
25.670 |
28.604 |
Entrate per alienazione e ammort. beni patrimoniali |
2.139 |
2.139 |
2.139 |
2.254 |
Spese finali |
455.277 |
458.689 |
463.083 |
466.909 |
Spese correnti |
414.558 |
417.643 |
420.410 |
421.860 |
- Spese correnti al netto interessi |
340.508 |
342.228 |
344.988 |
343.249 |
- Interessi |
74.050 |
75.415 |
75.422 |
78.611 |
Spese conto capitale |
40.719 |
41.045 |
42.673 |
45.049 |
Rimborso prestiti |
189.099 |
191.194 |
191.194 |
198.212 |
Spese Complessive |
644.376 |
649.882 |
654.277 |
665.121 |
Saldo netto da finanziare |
22.972 |
18.807 |
22.781 |
8.675 |
Risparmio pubblico |
15.607 |
20.100 |
17.752 |
34.120 |
Avanzo primario |
51.078 |
56.609 |
52.640 |
69.937 |
Ricorso al mercato (*) |
224.591 |
212.310 |
223.285 |
215.937 |
(*) Il ricorso al mercato è calcolato al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.
Le previsioni del bilancio a legislazione vigente per il 2008 registrano una sostanziale riduzione del saldo netto da finanziare rispetto al disegno di legge di assestamento per il 2007, nell’importo di 14,1 miliardi di euro, passando dai 22,8 miliardi dell’assestato 2007, come integrato dal citato D.L. n. 81, agli 8,7 miliardi del BLV 2008.
Il bilancio a legislazione vigente per il 2008 evidenzia, rispetto al bilancio assestato 2007 come modificato dal D.L. n. 81/2007, un incremento sia delle entrate finali, di circa 18 miliardi, che delle spese finali di circa 3,8 miliardi di euro.
In particolare, per le entrate finali, l’incremento rispetto alle previsioni assestate per il 2007, è per la gran parte determinato dall’incremento di circa 14,9 miliardi di euro delle entrate tributarie e di 2,9 miliardi delle entrate extratributarie.
Riguardo alle spese finali iscritte nel bilancio a legislazione vigente per il 2008, quelle di parte corrente registrano, rispetto al bilancio assestato 2007, un incremento di 1,4 miliardi di euro e quelle in conto capitale di circa 2,4 miliardi.
Nell’ambito delle spese correnti, il bilancio a legislazione vigente per il 2008 evidenzia, rispetto al bilancio assestato 2007, un incremento della spesa per interessi di 3,2 miliardi di euro.
La tavola seguente illustra la ripartizione delle spese finali del bilancio dello Stato, ripartite per categorie, secondo la classificazione economica, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, evidenziando il raffronto tra il dato assestato 2007 e il dato a legislazione vigente per il 2008 e indicandone anche la variazione percentuale.
SPESE FINALI DEL BILANCIO DELLO STATO
(competenza-
valori in milioni di euro)
CATEGORIE |
ASS. 2007 |
BLV 2008 |
Var. % |
Redditi da lavoro dipendente |
85.962 |
86.864 |
1,0 |
Consumi intermedi |
10.781 |
9.917 |
-9,9 |
Imposte pagate sulla produzione |
4.485 |
4.529 |
1,0 |
Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche |
191.588 |
193.012 |
0,7 |
Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private |
4.105 |
3.895 |
-5,1 |
Trasferimenti correnti a imprese |
5.952 |
4.564 |
-23,3 |
Trasferimenti all'estero |
2.215 |
1.682 |
-24,1 |
Risorse proprie CEE |
17.400 |
15.800 |
-9,2 |
Interessi passivi e redditi da capitale |
75.422 |
78.612 |
4,2 |
Poste correttive e compensative |
14.983 |
14.054 |
-6,2 |
Ammortamenti |
841 |
847 |
0,7 |
Altre uscite correnti |
6.675 |
8.285 |
24,1 |
Totale Spese Correnti |
420.410 |
421.860 |
0,3 |
Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni |
5.758 |
6.070 |
5,4 |
Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche |
18.004 |
20.407 |
13,3 |
Contributi agli investimenti ad imprese |
8.840 |
8.863 |
0,3 |
Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private |
91 |
68 |
-25,3 |
Contributi agli investimenti a estero |
354 |
175 |
-50,6 |
Altri trasferimenti in conto capitale |
8.830 |
9.115 |
3,2 |
Acquisizioni di attività finanziarie |
797 |
350 |
-56,1 |
Totale spese Conto Capitale |
42.674 |
45.049 |
5,6 |
Totale Spese Finali |
463.084 |
466.909 |
0,8 |
Le spese di parte corrente
Come si rileva nella relazione illustrativa del disegno di legge (A.S 1818), che analizza il raffronto tra i dati a legislazione vigente 2008 e quelli del disegno di legge di assestamento 2007, integrato dal D.L. n. 81, si rileva un incremento delle spese correnti rispetto al 2007 pari a 1.450 milioni di euro.
La variazione delle spese correnti ha riguardato i seguenti comparti:
- redditi da lavoro dipendente (+902 milioni);
- trasferimenti ad amministrazioni pubbliche (1.424 milioni), in particolare dei trasferimenti alle amministrazioni locali (+882 milioni) quale risultante dei maggiori trasferimenti alle regioni per 2.305 milioni e dei minori trasferimenti ai comuni per 2.225 milioni;
- trasferimenti ad enti di previdenza (+1.153 milioni);
- interessi (+3.189 milioni) dovuti all’andamenti dei tassi.
Presentano invece una riduzione, rispetto al 2007, i seguenti comparti di spesa:
- trasferimenti ad imprese (-1.388 milioni);
- consumi intermedi (-1.064 milioni);
- finanziamento al bilancio dell'Unione Europea (-1.600 euro).
Le spese in conto capitale
Le previsioni per il 2008 evidenziano complessivamente un incremento pari a 2.374 milioni di euro della spesa in conto capitale, che passa dai 42,7 miliardi dell’assestamento 2007 ai 45 miliardi del bilancio a legislazione vigente 2008.
|
Residui |
Competenza 2008 |
Massa
acquisibile/ |
Cassa 2008 |
Coeff. |
|
1 |
2 |
3 (1+2) |
4 |
5= 4/3 |
Entrate finali |
155.653 |
458.234 |
613.887 |
431.966 |
70,4 |
- Tributarie |
88.820 |
427.376 |
516.196 |
408.100 |
79,1 |
- Extratributarie |
66.786 |
28.604 |
95.390 |
21.612 |
22,7 |
- Entrate per alienazione e ammort. beni patrimoniali |
47 |
2.254 |
2.301 |
2.254 |
97,9 |
|
|||||
Spese finali |
78.166 |
467.909 |
545.074 |
488.328 |
89,6 |
Spese correnti al netto interessi |
29.464 |
343.248 |
372.713 |
359.639 |
96,5 |
Interessi |
583 |
78.612 |
79.194 |
78.654 |
99,3 |
Totale Spese correnti |
30.047 |
421.860 |
451.907 |
438.293 |
97,0 |
Spese conto capitale |
48.119 |
45.049 |
93.167 |
50.035 |
53,7 |
Il bilancio di cassa per l'anno 2008 reca, al netto di regolazioni debitorie e contabili, previsioni di incassi e pagamenti pari, rispettivamente, a 432 miliardi e 488 miliardi di euro.
La massa acquisibile e la massa spendibile (risultante dalla somma dei residui presunti al 31 dicembre 2007 e la previsione di competenza BLV 2008) vengono indicate, rispettivamente, in 613,9 miliardi e 545 miliardi.
I coefficienti di realizzazione espressi dal raffronto dei flussi di cassa previsti con i corrispondenti potenziali risultano pari al 70,4 per cento per le entrate finali ed al 89,6 per cento per le spese finali.
Di seguito si riportano le variazioni risultanti dagli emendamenti al disegno di legge di bilancio approvati dalla 5a Commissione del Senato.
L’Assemblea non ha apportato alcuna variazione.
(dati in euro)
Tab. 2 - Economia e finanze |
|||
Emendamento |
UPB |
Missione/Centro di responsabilità /Denominazione UPB |
Competenza |
2.Tab. 2.12-5 |
1.3.1 |
Politiche economico-finanziarie e di bilancio (29) - Guardia di finanza - Funzionamento |
+89.698 |
2.Tab. 2.12-5 |
5.1.1 |
Ordine pubblico e sicurezza (7)- Guardia di finanza - Funzionamento |
+50.346 |
2.Tab. 2.12-5 |
25.2.3 |
Fondi da ripartire (34) – Ragioneria generale dello Stato – Oneri comuni di parte corrente |
-140.044 |
|
|
Conseguentemente introduce il comma 22 all’articolo 2 del d.d.l di bilancio fissando in 50 unità il numero massimo di ufficiali ausiliari del Corpo della Guardia di finanza da mantenere in servizio nel 2008. |
|
2.Tab. 2.20-5 |
3.1.1 |
Italia nell’Europa e nel Mondo (4) - Ragioneria generale dello Stato – Funzionamento |
-120.000 |
2.Tab. 2.24-5 |
24.1.1 |
Servizi generali per le amministrazioni pubbliche (32) – Dipartimento amministrazione generale del personale e dei servizi del Tesoro – Funzionamento |
-10.000.000 |
2.Tab. 11.10-5 |
1.2.1 |
Politiche economico-finanziarie e di bilancio (29) - Ragioneria generale dello Stato – Funzionamento |
-1.000.000 |
Tab. 8 - Interno |
|||
Emendamento |
UPB |
Missione/Centro di responsabilità /Denominazione UPB |
Competenza |
2.Tab. 2.24-5 |
3.2.1 |
Ordine pubblico e sicurezza (7) – Dipartimento della pubblica sicurezza - Funzionamento |
+10.000.000 |
Emendamento |
UPB |
Missione/Centro di responsabilità /Denominazione UPB |
Competenza |
2.Tab. 11.9-5 |
4.1.1 |
Servizi generali per le amministrazioni pubbliche (32) – Gabinetto del Ministro - Funzionamento |
-100.000 |
Tab. - 15 Salute |
|||
Emendamento |
UPB |
Missione/Centro di responsabilità /Denominazione UPB |
Competenza |
2.Tab. 11.10-5 |
1.4.1 |
Tutela della salute (20) – Dipartimento dell’innovazione - Funzionamento |
+1.000.000 |
Tab. 17 - Università e ricerca |
|||
Emendamento |
UPB |
Missione/Centro di responsabilità /Denominazione UPB |
Competenza |
2.Tab. 2.20-5 |
2.2.1 |
Ricerca e innovazione (17) Ricerca di base – Dipartimento per l’università - Funzionamento |
+120.000 |
2.Tab. 11.9-5 |
2.1.1 |
Ricerca e innovazione (17) Ricerca applicata – Dipartimento per l’università - Funzionamento |
+100.000 |
Il Governo ha presentato nel corso dell’esame al Senato due Note di variazioni:
§
§
Conseguentemente, il bilancio a legislazione vigente 2008, come integrato dalle due Note di variazioni, al lordo delle regolazioni debitorie e dei rimborsi IVA, viene ad essere così determinato:
(competenza – milioni di euro)
|
BLV 2008 |
I Nota |
Differenza I Nota/BLV |
II Nota |
Differenza |
Differenza |
Entrate finali |
491.244 |
491.289 |
45 |
491.471 |
182 |
227 |
Tributarie |
460.386 |
460.414 |
28 |
459.706 |
-708 |
-680 |
Extratributarie |
28.604 |
28.621 |
17 |
29.511 |
890 |
907 |
Entrate per alienazione e ammort. beni patrimoniali |
2.254 |
2.254 |
- |
2.254 |
- |
- |
Spese finali |
508.969 |
508.995 |
26 |
535.185 |
26.190 |
26.216 |
Spese correnti |
458.220 |
458.251 |
31 |
468.251 |
10.000 |
10.031 |
- Spese correnti al netto interessi |
379.608 |
|
1 |
|
2 |
3 |
- Interessi |
78.612 |
78.612 |
- |
78.616 |
4 |
4 |
Spese conto capitale |
50.749 |
50.744 |
-5 |
66.933 |
16.189 |
16.184 |
Rimborso prestiti |
198.212 |
198.212 |
- |
198.212 |
- |
- |
Spese complessive |
707.181 |
707.207 |
26 |
733.397 |
26.190 |
26.216 |
Saldo netto da finanziare |
17.725 |
17.705 |
-20 |
43.714 |
26.009 |
25.989 |
Risparmio pubblico |
30.770 |
30.785 |
15 |
20.965 |
-9.820 |
-9.805 |
Lo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri per il 2008 è impostato secondo la nuova struttura di cui ampiamente in precedenza, per le generalità della quale dunque ivi si rinvia.
Ancora in continuità con la legge 3 aprile 1997, n. 94, peraltro, che ha introdotto la distinzione tra bilancio per la decisione parlamentare e bilancio per la gestione, la decisione parlamentare attualmente continua a non investire più i singoli capitoli, ma le aggregazioni di questi ultimi in unità previsionali di base (UPB), ossia aree omogenee di attività in cui si distinguono le competenze dell'amministrazione. Nella nuova struttura del bilancio, tuttavia, ciascuna UPB coincide con uno dei macroaggregati (funzionamento, interventi, investimenti, ecc.) in cui viene suddiviso lo stanziamento dei vari Programmi.
Pertanto, non sussiste più l’articolazione organizzativa del Ministero degli Affari esteri, incardinata nel 1999, in 20 Centri di responsabilità, o meglio - giacché essi continuano a sussistere in relazione alle ripartizioni amministrative del Ministero degli Affari esteri -, i Centri di responsabilità vengono ad essere in qualche modo contenuti pro quota nei macroaggregati, cui dunque vanno riferiti.
Ciò premesso, l’attuale impostazione dello stato di previsione degli Esteri vede il riferimento a tre missioni:
n. 4 - L’Italia in Europa e nel mondo, con uno stanziamento di competenza per il 2008 di 1.892,5 milioni di euro;
n. 32 - Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche, 279,2 milioni;
n. 33 - Fondi da ripartire, 50,9 milioni.
La seguente tabella illustra le sottoarticolazioni di tali stanziamenti, con le relative percentuali:
(in corsivo i Programmi e i relativi totali e percentuali)
MISSIONE |
Programma |
Obiettivo |
Stanziamento (in milioni di euro) |
% della Missione |
% dello stato di previsione |
n. 4 L’Italia in Europa e nel mondo |
|
|
1.892,55 |
100 |
85,14 |
|
4.1 Rappresentanza dello Stato |
4.1.1 Snellimento delle procedure del Cerimoniale Diplomatico |
5,18 |
0,27 |
0,23 |
|
4.2 Cooperazione allo sviluppo e gestione sfide globali |
4.2.1 Mantenimento degli impegni internazionali, specialmente in vista della realizzazione degli Obiettivi del Millennio |
675,68 |
35,70 |
30,39 |
|
4.4 Cooperazione economica, finanziaria e tecnologica |
|
69,06 |
3,64 |
3,10 |
MISSIONE |
Programma |
Obiettivo |
Stanziamento (in milioni di euro) |
% della Missione |
% dello stato di previsione |
|
|
4.4.1 Iniziative per il consolidamento del ruolo dell’Italia nei più importanti scenari geopolitici e delle problematiche globali |
47,51
|
2,51 |
2,13 |
|
|
4.4.2 Progetti per l’internazionalizzazione del sistema produttivo italiano all’estero |
21,54
|
1,13 |
0,96 |
|
4.6 Cooperazione politica, promozione della pace e sicurezza internazionale |
|
828,39 |
43,77 |
37,26 |
|
|
4.6.1 Iniziative in seno alle principali Organizzazioni internazionali per garantire pace, sicurezza e rispetto dei diritti umani |
319,40 |
16,87 |
14,36 |
MISSIONE |
Programma |
Obiettivo |
Stanziamento (in milioni di euro) |
% della Missione |
% dello stato di previsione |
|
|
4.6.2 Contributo alla prevenzione e risoluzione dei conflitti nel Mediterraneo e nel Medio Oriente |
4,82 |
0,25 |
0,21 |
|
|
4.6.3 Iniziative, in ambito UE e NATO, rivolte alla stabilizzazione e democratizzazione nelle aree di crisi, con particolare riferimento ai Balcani e alla CSI |
14,27 |
0,75 |
0,64 |
|
|
4.6.4 Attenuazione degli effetti delle crisi internazionali sui connazionali e i loro interessi all’estero |
16,74 |
0,88 |
0,75 |
|
|
4.6.5 Personale della rete all’estero e obblighi assunti in sede internazionale |
473,14 |
25,00 |
21,28 |
MISSIONE |
Programma |
Obiettivo |
Stanziamento (in milioni di euro) |
% della Missione |
% dello stato di previsione |
|
4.7 Integrazione europea |
4.7.1 Sostegno al rilancio del processo di integrazione, nonché al rafforzamento dell’azione della UE sul piano delle politiche operative (soprattutto PESC e PESD) |
13,11 |
0,69 |
0,58 |
|
4.8 Italiani nel mondo e politiche migratorie e sociali |
|
88,12 |
4,65 |
3,96 |
|
|
4.8.1 Miglioramento dei servizi e delle strutture per gli italiani all’estero |
0,90 |
0,04 |
0,04 |
|
|
4.8.2 Miglioramento della gestione dei flussi migratori e contrasto ai traffici di persone |
23,43 |
1,23 |
1,05 |
MISSIONE |
Programma |
Obiettivo |
Stanziamento (in milioni di euro) |
% della Missione |
% dello stato di previsione |
|
|
4.8.3 Politiche a favore delle collettività italiane all’estero e del rafforzamento dei legami con l’Italia |
63,78 |
3,37 |
2,86 |
|
|
4.8.4 Miglioramento dell’offerta di servizi della rete consolare, anche mediante risorse informatiche |
- |
- |
- |
|
4.9 Informazione, promozione culturale, scientifica e dell’immagine del Paese all’estero |
|
212,98 |
11,25 |
9,58 |
MISSIONE |
Programma |
Obiettivo |
Stanziamento (in milioni di euro) |
% della Missione |
% dello stato di previsione |
|
|
4.9.1 Promozione all’estero della lingua e della cultura italiana, nonché della cooperazione scientifica |
191,83 |
10,13 |
8,63 |
|
|
4.9.2 Iniziative di comunicazione a vantaggio dell’immagine internazionale dell’Italia |
20,30 |
1,07 |
0,91 |
|
|
4.9.3 Promozione di eventi culturali itineranti e diffusione della lingua italiana |
0,84 |
0,04 |
0,03 |
n. 32 Servizi generali e istituzionali delle Amministrazioni pubbliche |
|
|
279,28 |
100 |
12,56 |
|
32.2 Indirizzo politico |
32.2.1 Iniziative per la pace e la sicurezza nel mondo |
12,72 |
4,55 |
0,57 |
MISSIONE |
Programma |
Obiettivo |
Stanziamento (in milioni di euro) |
% della Missione |
% dello stato di previsione |
|
32.3 Servizi e affari generali per le Amministrazioni di competenza |
|
266,56 |
95,44 |
11,99 |
|
|
32.3.1 Snellimento organizzativo e procedurale, soprattutto nella gestione e nelle spese degli uffici all’estero, nonché miglioramento dei relativi livelli di sicurezza nell’ambito delle nuove minacce |
232,55 |
83,26 |
10,46 |
|
|
32.3.2 Attività istituzionale della Direzione generale per il personale |
34,00 |
12,17 |
1,52 |
n. 33 Fondi da ripartire |
33.1 Fondi da assegnare |
33.1.1 Efficace ripartizione dei fondi disponibili |
50,94 |
100 |
2,29 |
In termini complessivi, dunque, lo stato di previsione del Ministero degli affari esteri reca per il 2008 stanziamenti di competenza pari 2.222,6 milioni di euro: tale importo incide sul totale delle spese finali del bilancio dello Stato per lo 0,43 per cento.
L'ammontare dello stanziamento di competenza è quasi interamente destinato alle spese di parte corrente (2.215,2 mln di euro),che assorbono il 99,66 per cento dello stanziamento. Tale ammontare si suddivide in 970,7 milioni per le spese di funzionamento (più mirate alla riproduzione della struttura) e in 1.195,7 milioni di spese per gli interventi (che propriamente consentono l'attuazione delle missioni istituzionali): completano il quadro 48,8 milioni per oneri comuni.
Le spese in conto capitale ammontano a 7,3 mln di euro, appostati quasi tutti in soli due capitoli: cap. 7330 (spese per lo sviluppo del sistema informativo – 5 mln di euro)[32], e cap. 7247 (spesa per la ristrutturazione del Quartier Generale NATO a Bruxelles - 1 mln di euro)[33].
A fronte di uno stanziamento di competenza già indicato in 2.222,6 mln di euro, lo stato di previsione reca 44,3 mln di euro di residui presunti e prevede autorizzazioni di cassa nella misura di 2.264,8 milioni di euro. Rispetto al volume della massa spendibile (residui+competenza), pari a 2.266,9 mln di euro, il coefficiente di realizzazione (rapporto tra autorizzazioni di cassa e massa spendibile) risulta del 99,90 per cento. Si tratta senza dubbio di uno dei più elevati coefficienti di realizzazione delle previsioni di bilancio degli Esteri, testimonianza dell’elevata capacità di effettiva erogazione delle somme impegnate raggiunta dall’Amministrazione della Farnesina.
Per quanto invece concerne la classificazione economica, nelle spese correnti le categorie in cui sono distribuite le somme di competenza più rilevanti sono:
- Categoria 6: trasferimenti correnti a estero........ 1.051 mln di euro
- Categoria 1: redditi da lavoro dipendente............ 817,4 mln di euro
- Categoria 2: consumi intermedi............................. 212 mln di euro
- Categoria
5: trasferimenti correnti a famiglie e
istituzioni sociali private ....................................... 79,3 mln di euro
Nelle spese in conto capitale la Categoria più rilevante è quella degli investimenti fissi lordi e acquisti di terreni, con 6,3 milioni di euro.
Può essere comunque utile una ricognizione della ripartizione assoluta e percentuale degli stanziamenti di competenza per il 2008 del Ministero degli Affari esteri, in rapporto ai diversi Centri di responsabilità e in raffronto alle previsioni di bilancio per il 2007, come risulta dalla seguente tabella:
Centro di responsabilità |
Ammontare 2008 (in migliaia di euro) |
% 2008 |
Ammontare 2007 (in migliaia di euro) |
% 2007 |
Variazione 2008-2007(in migliaia di euro) |
Gabinetto e uffici di diretta collaborazione all'opera del Ministro |
12.725 |
0,57 |
12.464 |
0,65 |
+ 261 |
Segretario generale e Segreteria generale |
16.741 |
0,75 |
18.781 |
0,99 |
- 2.040 |
Cerimoniale diplomatico della Repubblica |
5.183 |
0,23 |
5.425 |
0,28 |
- 242 |
Ispettorato generale del Ministero e degli uffici all'estero |
2.631 |
0,11 |
3.145 |
0,16 |
- 514 |
Direzione generale per il personale |
35.332 |
1,58 |
27.062 |
1,42 |
+ 8.270 |
Direzione generale per gli affari amministrativi, di bilancio e il patrimonio |
715.345 |
32,18 |
690.800 |
36,46 |
+ 24.545 |
Servizio stampa e informazione |
21.392 |
0,96 |
21.355 |
1,12 |
+ 37 |
Centro di responsabilità |
Ammontare 2008 (in migliaia di euro) |
% 2008 |
Ammontare 2007 (in migliaia di euro) |
% 2007 |
Variazione 2008-2007(in migliaia di euro) |
Servizio per l’informatica, le comunicazioni e la cifra |
34.959 |
1,57 |
33.011 |
1,74 |
+ 1.948 |
Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo |
713.745 |
32,11 |
449.953 |
23,75 |
+ 263.792 |
Direzione generale per la promozione e la cooperazione culturale |
191.793 |
8,62 |
183.776 |
9,70 |
+ 8.017 |
Direzione generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie |
87.260 |
3,92 |
77.263 |
4,07 |
+ 9.997 |
Direzione generale per gli affari politici multilaterali e i diritti umani |
257.360 |
11,57 |
258.167 |
13,62 |
- 807 |
Direzione generale per la cooperazione economica e finanziaria multilaterale |
44.097 |
1,98 |
33.625 |
1,77 |
+ 10.472 |
Istituto diplomatico |
2.161 |
0,09 |
2.205 |
0,11 |
- 44 |
Direzione generale per i paesi dell’Europa |
45.460 |
2,04 |
42.909 |
2,26 |
+ 2.551 |
Direzione generale per i paesi delle Americhe |
7.069 |
0,31 |
6.491 |
0,34 |
+ 578 |
Direzione generale per i paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente |
6.404 |
0,28 |
5.901 |
0,31 |
+ 503 |
Centro di responsabilità |
Ammontare 2008 (in migliaia di euro) |
% 2008 |
Ammontare 2007 (in migliaia di euro) |
% 2007 |
Variazione 2008-2007(in migliaia di euro) |
Direzione generale per i paesi dell'Africa subsahariana |
5.623 |
0,25 |
5.078 |
0,26 |
+ 545 |
Direzione generale per i paesi dell'Asia, dell'Oceania, del Pacifico e l'Antartide |
4.272 |
0,19 |
4.211 |
0,22 |
+ 61 |
Direzione generale per l'integrazione europea |
13.118 |
0,59 |
12.708 |
0,67 |
+ 410 |
Parimenti utile appare riportare uno schema, relativo alle spese correnti, che mostra la diversa incidenza, rispetto ai vari Programmi in cui si articola lo stato di previsione del MAE, delle spese di funzionamento e di quelle per gli interventi:
(milioni di euro)
Programma |
Funzionamento |
Interventi |
4.1 – Rappresentanza dello Stato nelle relazioni internazionali |
5,2 |
- |
4.2 – Cooperazione allo sviluppo e gestione sfide globali |
62,1 |
613,5 |
4.4 – Cooperazione economica, finanziaria e tecnologica |
19,4 |
49,7 |
4.6 – Cooperazione politica, promozione della pace e sicurezza internazionale |
498,4 |
329 |
4.7 – Integrazione europea |
4,9 |
8,2 |
4.8 – Italiani nel mondo e politiche migratorie e sociali |
11,2 |
76,9 |
4.9 – Informazione, promozione culturale, scientifica e dell’immagine del Paese all’estero |
94,1 |
118,6 |
32.2 – Indirizzo politico |
12,7 |
- |
32.3 – Servizi e affari generali per le amministrazioni di competenza |
260,6 |
- |
33.1 – Fondi da assegnare |
2,1 |
- |
Nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze (Tabella 2) sono collocati alcuni stanziamenti relativi a materie di interesse della III Commissione. Si segnalano in particolare taluni aspetti della partecipazione italiana alle Comunità Europee:
Centro di responsabilità 3 - Tesoro
cap............ 2125[34] - Indennità mensile ai rappresentanti italiani in seno al Parlamento europeo. 10,3 mln di euro
cap. .......... 1647[35] - Applicazione degli Accordi UE-ACP (Convenzioni di Lomé-Accordo di Cotonou)350 mln di euro
Centro di responsabilità 4 – Ragioneria generale dello Stato
cap............ 2751[36] - Risorse complementari basate sul PIL o provenienti dall'I.V.A. ............. 13.300 mln di euro
cap............ 2752[37] - Regime "risorse proprie" - Dazi doganali, prelievi agricoli, contributi zucchero2.500 mln di euro
cap. 7493[38] – Somme da versare per l’adeguamento dell’ordinamento interno e delle politiche nazionali al quadro comunitario ................ .
5.698 mln di euro
cap. 3004[39] - Fondo per la proroga delle missioni internazionali di pace
1.000 mln di euro
Sempre nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze riveste un certo interesse per la Commissione Affari esteri il cap. 7256[40] (Indennizzi a cittadini e imprese italiane che hanno perduto beni o diritti in territori prima soggetti alla sovranità italiana), esposto in Finanziaria – tabella C. Il capitolo, nel ddl di bilancio a legislazione vigente, è dotato per il 2008 di 24,9 mln di euro.
Rispetto alle previsioni assestate per il 2007, gli stanziamenti di competenza iscritti nello stato di previsione del MAE a legislazione vigente per il 2008 fanno registrare una diminuzione complessiva di 232,4 mln di euro, risultante da un decremento di 229,5 mln di euro nella parte corrente, e di 2,8 mln di euro nel conto capitale. Infatti gli stanziamenti di competenza nello stato di previsione del MAE per il 2007 (previsioni assestate) erano pari a 2.455,1 mln di euro, di cui 2.444,8 mln di euro per la parte corrente e 10,2 mln di euro per il conto capitale.
La consistenza dei residui stimatial 1° gennaio 2008 ammonta - come in precedenza illustrato - a 44,3 mln di euro, tutti di parte corrente. Rispetto ai residui accertatiin sede di rendiconto 2006 e iscritti in bilancio di assestamento 2007(legge 6 novembre 2007, n. 211), pari a 412 mln di euro, si prevede un decremento di 367,7 mln di euro. Occorre peraltro ricordare che l'effettiva consistenza dei residui dipende dall'andamento della gestione e che le stime vengono adeguate a tale andamento in sede di rendiconto.
La maggior parte dei residui riguarda il Programma 4.6 – Cooperazione politica, promozione della pace e sicurezza internazionale, la cui sezione dello stato di previsione ne assorbe da sola 42 milioni: più precisamente, si tratta del Macroaggregato 1.4.2 – Interventi, all’interno del quale sul capitolo 4241[41] risultano appostati residui per 41,9 milioni di euro.
La manovra di finanza pubblica per il 2008 incide sullo stato di previsione del Ministero degli affari esteri per una serie di aspetti che verranno nel seguito analizzati. Per quello che riguarda in particolare la cooperazione allo sviluppo, si rinvia al successivo punto della scheda per un’analisi più dettagliata.
Si ricorda anzitutto che l’approvazione in prima lettura dei disegni di legge finanziaria e di bilancio comporta l’incorporazione delle previsioni della finanziaria nella struttura del bilancio (mentre all’atto della presentazione la finanziaria equivale a un’ipotesi di effetti sul bilancio stesso). Una serie di modifiche allo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri, riportate nella II Nota di variazioni al bilancio, sono dunque l’effetto di appositi emendamenti, ovvero della mera dell’applicazione alla struttura e agli importi del bilancio delle disposizioni della finanziaria come approvate dal Senato.
Il disegno di legge finanziaria ( A.C. 3256), come trasmesso alla Camera dopo l'approvazione da parte del Senato, reca già nell'articolato alcune previsioni di interesse degli Affari esteri: si rinvia peraltro per il loro contenuto al successivo punto della presente trattazione, dedicato alle schede di lettura sul testo del ddl finanziaria.
Nelle tabelle del disegno di legge finanziaria, scontando anche qui gli effetti delle modiche del Senato, compaiono poi una serie di interventi che incidono direttamente sullo stato di previsione degli esteri. In particolare, le singole Tabelle recano:
Tabella A Indicazione delle voci da includere nel fondo speciale di parte corrente:
Nella Tabella A compaiono accantonamenti[42] di 67,478 mln di euro per il 2008, nonché di 69,244 mln di euro per il 2009 e 68.775 mln di euro per il 2010, che, come chiarisce la relazione introduttiva al ddl finanziaria presentato al Senato, sono destinati a far fronte essenzialmente agli oneri derivanti dalla prevista ratifica ed applicazione di accordi internazionali.
Tabella B Indicazione delle voci da includere nel fondo speciale di conto capitale:
Nella Tabella B compaiono accantonamento a favore del MAE, per il 2008, di 3 mln di euro per ciascuna delle annualità 2008-2010.
Tabella C Stanziamenti autorizzati in relazione a disposizioni di legge la cui quantificazione annua è demandata alla legge finanziaria:
Nella Tabella C vengono disposte per il 2008 - rispetto al ddl di bilancio - variazioni relative ai seguenti capitoli di interesse degli Affari esteri:
- Capp. 2150, 2152-2153, 2160-2162, 2164-2166 e 2168-2170 Esteri e capp. 2180-2184 e 2195 Esteri - (Cooperazione a dono)[43]: va segnalato un incremento di 100 mln di euro, rispetto alle previsioni di bilancio, a favore di ciascuna delle annualità 2008-2010, le quali si attestano conseguentemente su 742,2 mln di euro per il 2008, e su 748,9 mln di euro per il 2009 e il 2010.
Per tutti i rimanenti capitoli, di seguito elencati, il ddl finanziaria non ha previsto variazioni rispetto agli stanziamenti di bilancio a legislazione vigente, che risultano dalla seguente tabella:
(milioni di euro)
CAPITOLO/I
|
2008 |
2009 |
2010 |
cap. 2201-Esteri, (Riordino dell’Istituto agronomico per l’oltremare)[44] |
2,687 |
2,739 |
2,739 |
cap. 2210 - Esteri, (Fondo per lo sminamento umanitario)[45] |
2,207 |
2,249 |
2,249 |
cap. 3749-Esteri, (Contributo all’Agenzia internazionale per l’energia)[46] |
0,960 |
0,978 |
0,978 |
cap. 4052-Esteri, (Partecipazione italiana al Fondo europeo per la gioventù)[47] |
0,268 |
0,274 |
0,274 |
CAPITOLO/I
|
2008 |
2009 |
2010 |
capp. 4061 e 4063 - Esteri, (Iniziative culturali per la storia e le tradizioni del gruppo etnico italiano in Jugoslavia)[48] |
2,687 |
2,739 |
2,739 |
cap. 4131-Esteri, (Contributo all’Istituto italo-latinoamericano)[49] |
2,399 |
2,445 |
2,445 |
cap. 1163 - Esteri, (Contributi ad enti e altri organismi)[50] |
5,949 |
6,064 |
6,064 |
CAPITOLO/I
|
2008 |
2009 |
2010 |
cap. 3421 - Esteri, (Contributo volontario all’AIEA)[51] |
3,454 |
3,521 |
3,521 |
cap. 4534-Esteri,[52] (Finanziamento italiano della politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea) |
4,798 |
4,890 |
4,890 |
CAPITOLO/I
|
2008 |
2009 |
2010 |
cap. 3105 –Esteri, (Contributi ad associazioni ed enti che operano a favore delle collettività italiane all’estero)[53] |
2,303 |
2,347 |
2,347 |
Inoltre, la tabella C reca, nella sezione concernente il Ministero dell'economia e delle finanze, lo stanziamento triennale per il già citato cap. 7256: rispetto ad esso il ddl finanziaria non opera variazioni, e quindi il capitolo risulta dotato di 24,948 mln di euro per il 2008, e di 25,461 mln di euro per il 2009 e il 2010.
Infine, sempre con riferimento al Ministero dell'economia e delle finanze, si segnala in Tabella C lo stanziamento triennale per il parimenti già richiamato cap. 1647, che pure non subisce variazioni di stanziamento, e risulta dotato di 350 mln di euro per ciascuna delle annualità 2008-2010.
Tabella D Rifinanziamento di norme recanti interventi di sostegno dell'economia classificati tra le spese in conto capitale:
In questa tabella figurano stanziamenti per il rifinanziamento di norme di interesse degli Affari esteri, a carico di un solo capitolo dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, anch’esso in precedenza citato:
- cap. 7493[54]– Fondo per l’adeguamento dell’ordinamento interno e delle politiche nazionali al quadro comunitario: a fronte di uno stanziamento, a legislazione vigente, di 5.698 mln di euro per il 2008, la tabella D opera un rifinanziamento di 3.200 mln per il 2008, di 2.000 mln per il 2009 e di 300 mln per il 2010.
Tabella E Variazioni da apportare al bilancio a legislazione vigente a seguito della riduzione di autorizzazioni legislative di spesa precedentemente disposte:
La Tabella non reca alcuna previsione.
Tabella F Importi da iscrivere in bilancio in relazione alle autorizzazioni di spesa recate da leggi pluriennali:
Nella tabella in questione - che è una tabella essenzialmente di registrazione degli effetti della manovra finanziaria complessiva - compare il seguente capitolo dello stato di previsione del MAE:
- cap. 7247 (spesa per la ristrutturazione del Quartier Generale NATO a Bruxelles): la tabella F si limita alla registrazione del già ricordato stanziamento di bilancio di 1,026 milioni di euro per il solo 2008.
Inoltre, la tabella F recepisce il rifinanziamento, descritto in relazione alla tabella D, a carico del citato capitolo 7493 dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze: lo stanziamento complessivo risultante - tenendo conto sia delle precedenti appostazioni di fondi che delle rimodulazioni operate appunto in Tabella F - è per il cap. 7493/Economia e finanze di 8.898 mln di euro per il 2008, di 6.897 mln di euro per il 2009 e di 5.298 mln di euro per il 2010.
Infine, la tabella F si limita a registrare il finanziamento di 4 milioni già previsto in bilancio per il cap. 7259/Economia e finanze[55].
Si ricorda anche che il ddl finanziaria 2008 – nella versione, giova ricordare, approvata dal Senato - reca l’allegato n. 1, nel quale sono indicati gli stanziamenti necessari per far fronte ai maggiori oneri, rispetto alle previsioni, che si sono determinati in relazione a specifiche voci di bilancio.
Più precisamente nell’allegato n. 1, vengono indicate, ordinate per stato di previsione: 1) le voci di bilancio interessate, descritte con riferimento all’oggetto ovvero alla legge contenente la relativa autorizzazione di spesa; 2) lo stanziamento necessario, per ciascuno degli anni 2006-2008, per far fronte agli oneri eccedenti le previsioni; 3) l’anno in cui si esaurisce l’autorizzazione di spesa in questione ovvero se si tratta di un’autorizzazione di spesa permanente.
L’allegato in questione è stato inserito in applicazione dell’articolo 11, comma 3, lettera i-quater), della legge n. 468/1978, introdotto dall’articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 194/2002 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 246/2002). La disposizione richiamata prevede che nel disegno di legge finanziaria possano essere inserite misure correttive degli effetti finanziari di leggi in relazione alle quali, in fase di attuazione, si sono verificati scostamenti rispetto alle previsioni.
Nel settore degli Affari esteri le eccedenze di spesa rispetto agli stanziamenti di bilancio sono solitamente dovute all'applicazione di accordi internazionali da coprire con legge di ratifica; i maggiori oneri sono dovuti all'oscillazione delle spese connesse all'applicazione degli accordi, in particolare dove si prevede l'erogazione di contributi ad enti internazionali la cui quantificazione è determinata annualmente sulla base dei bilanci degli stessi enti.
Per quanto concerne gli Affari esteri, pertanto, troviamo nell’Allegato 1 solo il cap. 3393[56], a favore del quale, in conseguenza dell’art. 2 della legge 848/1957 (Esecuzione dello Statuto delle Nazioni Unite), a titolo di contributo alle spese dell’ONU, vengono stanziati ulteriori 153,7 milioni per il 2008 – si ricorda che lo stanziamento di bilancio per il cap. 3393 è di 240 milioni per il 2008 - ed eventuali anni pregressi, mentre 169,7 milioni riguardano ciascuna delle annualità 2009 e 2010.
Gli stanziamenti destinati all'aiuto pubblico allo sviluppo sono suddivisi tra numerosi capitoli degli stati di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero degli Affari esteri. Si segnalano in particolare:
a) La cooperazione a dono. Fino a tutto il 1994 i relativi stanziamenti erano assegnati al cap. 4620/esteri "Fondo speciale per la cooperazione allo sviluppo", che aveva carattere di gestione fuori bilancio; a partire dal bilancio 1995 il fondo è stato riportato a regime ordinario, ai sensi dell'art. 4 della legge 23 dicembre 1993, n. 559 "Disciplina della soppressione delle gestioni fuori bilancio nell'ambito delle Amministrazioni dello Stato". Gli stanziamenti del Fondo sono attualmente ripartiti tra 18 capitoli[57], tutti afferenti al Centro di responsabilità 9 (Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo), ma alcuni relativi al Macroaggregato 1.2.1 – Funzionamento, ed altri al Macroaggregato 1.2.2 – Interventi: tutti i capitoli fanno comunque parte del Programma 4.2, Cooperazione allo sviluppo e sfide globali.
b)Fondo rotativo presso il Mediocredito centrale(cap.7415[58]/Ministero dell’economia e delle finanze). A valere su questo fondo sono erogati i crediti d'aiuto per programmi e progetti di sviluppo rispondenti alle finalità della legge e basati normalmente su accordi bilaterali. Fa altresì capo al fondo rotativo il sostegno alle joint-ventures che rientrano nelle finalità della legge.
c) Le attività di cooperazione multilaterale, per le quali sono previsti appositi stanziamenti, si sostanziano nella partecipazione alle iniziative comunitarie e nei contributi obbligatori e nei finanziamenti a banche e fondi di sviluppo. I relativi stanziamenti sono attribuiti a vari capitoli in diversi stati di previsione.
Gli stanziamenti sub a) e b), sono di norma annualmente definiti con legge finanziaria, mentre gli altri sono regolati da accordi internazionali o da apposite leggi.
Come si è già accennato, l'art. 4 della legge 23 dicembre 1993, n. 559 "Disciplina della soppressione delle gestioni fuori bilancio nell'ambito delle Amministrazioni dello Stato", ha previsto, a partire dal 1° gennaio 1995, la soppressione del Fondo speciale per la cooperazione allo sviluppo, stabilendo che gli stanziamenti già destinati al fondo fossero iscritti in apposita rubrica dello stato di previsione degli esteri.
A seguito di tale norma, dal disegno di legge di bilancio per il 1995 è stato soppresso il capitolo 4620, che recava gli stanziamenti del Fondo speciale, e gli stanziamenti ad esso destinati sono stati redistribuiti in 21 capitoli di nuova istituzione nell'ambito della Rubrica 8 "Cooperazione con i Paesi in via di sviluppo”; con la ristrutturazione del bilancio dello Stato a seguito della citata legge 3 aprile 1997, n. 94, i 21 capitoli sono confluiti insieme ad altri nel Centro di responsabilità n. 3 - Cooperazione allo sviluppo.
Dopo la riorganizzazione dello stato di previsione degli Esteri operata nel novembre 1999 i capitoli sono divenuti 20 - per la soppressione del cap. 2151, che riguardava incentivi di produttività al personale della cooperazione allo sviluppo -, posti attualmente, insieme ad altri[59], nell’ambito del Programma 4.2, Cooperazione allo sviluppo e sfide globali, del Programma 4.6, Cooperazione politica, promozione della pace e sicurezza internazionale, e, per una minima quota, del Programma 4.4, Cooperazione economica, finanziaria e tecnologica. Già a partire dal disegno di legge di bilancio per il 2006 i capitoli sono tuttavia divenuti 18, in quanto il cap. 2167 (spese per analisi sullo stato degli interventi di cooperazione in corso nei PVS) è stato riportato solo per memoria, mentre il cap. 2163 (spese per il funzionamento di comitati e commissioni) risultava soppresso già dall’esercizio finanziario 2005.
Lo stanziamento ora previsto dal disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2008 per l'intero Centro di responsabilità 9, è, come si è visto, pari a 713,7 mln di euro (di cui 642,2 mln di euro riguardano i 18 capitoli della ex rubrica 8).
Come si è visto in precedenza, tuttavia, la tabella C del disegno di legge finanziaria 2008 incrementa lo stanziamento a favore dei 18 capitoli della cooperazione a dono, nella misura di 100 mln di euro, portando la loro dotazione finanziaria complessiva per il 2008 a 742,2 mln di euro, e quella del Centro di responsabilità n. 9 a 813,7 mln di euro.
La legge di bilancio per il 2007, nonché le successive previsioni assestate, non recano per il vero stanziamenti per il capitolo 7415/economia e finanze (ex cap. 8140/tesoro). Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2008 conserva il capitolo ai soli fini della gestione dei residui - che ammontano presuntivamente alla somma di poco più di 270.000 euro – e il disegno di legge finanziaria non opera alcun intervento al proposito.
Si ricorda che l’articolo 26 della legge 24 maggio 1977, n. 227 ha istituito presso il Mediocredito centrale un Fondo rotativo per la concessione di crediti finanziari agevolati ai Paesi in via di sviluppo, da ultimo disciplinato con l'art. 6 della legge 26 febbraio 1987, n. 49. L’attività di concessione del credito d’aiuto a valere sul Fondo è autorizzata dal Ministro del tesoro su proposta del Ministro degli esteri, e deve rispondere alle finalità della citata legge 49/87 che reca la più recente disciplina organica della cooperazione dell’Italia con i Paesi in via di sviluppo. Questa, infatti, all’articolo 2, prevede che l’attività di cooperazione si svolge attraverso due modalità: finanziamenti a titolo gratuito (dono) e crediti a condizioni particolarmente agevolate (credito d’aiuto), concessi attraverso il canale bilaterale, multilaterale o multibilaterale. Gli stanziamenti destinati alla cooperazione sono determinati nella Tabella C della legge finanziaria e, per quanto riguarda il Fondo rotativo, confluiscono nel capitolo 7415 (ex cap. 8140/tesoro) dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze.
Nella tabella che segue è riportata la serie storica, a partire dal 1981, degli stanziamenti destinati al Fondo rotativo dalle leggi di bilancio:
Anno |
Stanziamento (in miliardi di lire) |
1981 |
288,0 |
1982 |
430,0 |
1983 |
797,0 |
1984 |
712,5 |
1985 |
800,0 |
1986 |
700,0 |
1987 |
1.100,0 |
1988 |
1.080,0 |
1989 |
1.156,0 |
1990 |
1.207,0 |
1991 |
1.134,0 |
1992 |
1.186,8 |
1993 |
919,8 |
1994 |
304,0 |
1995 |
48,2 |
1996 |
100,0 |
1997 |
53,0 |
1998 |
40 |
1999 |
20 |
2000 |
40 |
2001 |
50 |
2002 |
40 |
2003 |
39 |
2004 |
39 |
2005 |
39 |
2006 |
- |
2007 |
- |
E’ opportuno precisare che le reali disponibilità del Fondo sono costituite, oltre che dagli stanziamenti di bilancio, anche dai rientri pervenuti al Mediocredito, derivanti dai crediti concessi negli anni precedenti, nonché dalle somme non spese negli anni precedenti.
Gli stanziamenti relativi alle comunità italiane all'estero fanno capo, pur nella nuova struttura dello stato di previsione degli esteri, al Centro di responsabilità n. 11, Direzione generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie, che del resto si risolve integralmente nell’ambito del Programma 4.8, Italiani nel mondo e politiche migratorie – il quale, tuttavia, reca uno stanziamento leggermente superiore, imputabile a 865.000 euro del Centro di responsabilità n. 5 (Direzione generale per il personale).
Il Centro di responsabilità n. 11, comunque, reca stanziamenti complessivi pari a 87,2 mln di euro per l'anno 2008.
Il testo del ddl finanziaria 2008 trasmesso alla Camera (A.C. 3256) contiene diverse previsioni di diretto interesse degli affari esteri, che di seguito si illustrano.
L’articolo 31 reca razionalizzazione degli organici e del personale degli Uffici all’estero.
Il comma 1 reca norme per la prosecuzione del processo di razionalizzazione e revisione organizzativa dei Ministeri di cui all’articolo 1, comma 404, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (finanziaria 2007). Con particolare riferimento alla lettera g) - dedicata alla riorganizzazione delle rete diplomatica, consolare e degli istituti di cultura – il comma in esame prevede, entro il mese di giugno 2008, l’adozione di un decreto del Ministro degli Affari esteri, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze e con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella P.A. Nel decreto in questione dovranno essere individuate le tipologie professionali connesse con lo svolgimento dell’azione degli Uffici all’estero, al fine di ottenere una razionalizzazione della spesa destinata alle relative funzioni, contestualmente riducendo i costi per l’utilizzazione degli esperti con incarico biennale inviati presso gli uffici all’estero, di cui all’art. 168 del DPR 5 gennaio 1967, n. 18 (Ordinamento dell’Amministrazione degli Affari esteri).
Si
ricorda che – in data 8 novembre 2007 –
La legge finanziaria 2007 ha intrapreso un vasto programma di riorganizzazione dei Ministeri. Il programma era finalizzato al contenimento delle spese di funzionamento, da attuare attraverso l’adozione di regolamenti di delegificazione da emanarsi, su proposta da ciascuna amministrazione, ai sensi dell’art. 17, comma 4-bis, della L. 400/1988[60].
Il comma 4-bis in questione prevede che l'organizzazione e la disciplina degli uffici ministeriali siano determinate con regolamenti emanati ai sensi del precedente comma 2, ovvero mediante Decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri e sentito il Consiglio di Stato. Tale modalità si applica ai regolamenti volti a disciplinare materie non coperte da riserva assoluta di legge in base alla Costituzione, e per le quali le leggi della Repubblica, autorizzando l'esercizio della potestà regolamentare del governo, determinano le norme generali regolatrici e dispongono l'abrogazione delle norme vigenti. Sempre il comma 4-bis specifica che i regolamenti in oggetto sono da emanare su proposta del Ministro competente, d'intesa con il Presidente del Consiglio dei ministri e con il Ministro del Tesoro (attuale Ministro dell'economia e finanze), e devono procedere:
- al riordino degli uffici di diretta collaborazione con i Ministri ed i Sottosegretari di Stato, stabilendo che tali uffici hanno esclusive competenze di supporto dell'organo di direzione politica e di raccordo tra questo e l'amministrazione;
- all’individuazione degli uffici di livello dirigenziale generale, centrali e periferici, mediante diversificazione tra strutture con funzioni finali e con funzioni strumentali e loro organizzazione per funzioni omogenee e secondo criteri di flessibilità eliminando le duplicazioni funzionali;
- alla previsione di strumenti di verifica periodica dell'organizzazione e dei risultati;
- all’indicazione e revisione periodica della consistenza delle piante organiche;
- alla previsione di decreti ministeriali di natura non regolamentare per la definizione dei compiti delle unità dirigenziali nell'ambito degli uffici dirigenziali generali”.
Va inoltre ricordato che il comma 4-bis fa riferimento alla necessità che i regolamenti vengano emanati nel rispetto dei principi posti dal Decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 e successive modificazioni: il Decreto legislativo 29 del 1993 è stato in effetti abrogato dall'articolo 72 del Decreto legislativo 30 marzo 2001, 165 (Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche).
Il comma 404 dell’art. 1 della legge n. 296 del 2006, al fine di “razionalizzare e ottimizzare l'organizzazione delle spese e dei costi di funzionamento dei Ministeri” aveva disposto l’emanazione di regolamenti ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis della legge n. 400 del 1988, fissando peraltro il termine del 30 aprile 2007.
Nell’indicare con maggiore dettaglio le finalità di tale opera di riorganizzazione la legge finanziaria precisava i seguenti punti:
- riorganizzazione degli uffici di livello dirigenziale generale e non generale, procedendo alla riduzione in misura non inferiore al 10 per cento di quelli di livello dirigenziale generale ed al 5 per cento di quelli di livello dirigenziale non generale (lettera a) del comma 404);
- gestione unitaria del personale e dei servizi comuni anche mediante strumenti di innovazione amministrativa e tecnologica (lettera b) del comma 404);
- rideterminazione delle strutture periferiche (lettera c) del comma 404);
- riorganizzazione degli uffici con funzioni ispettive e di controllo (lettera d) del comma 404);
- riduzione degli organismi di analisi, consulenza e studio di elevata specializzazione (lettera e) del comma 404);
- riduzione delle dotazioni organiche in modo da assicurare che il personale utilizzato per funzioni di supporto (gestione delle risorse umane, sistemi informativi, servizi manutentivi e logistici, affari generali, provveditorati e contabilità) non ecceda comunque il 15 per cento delle risorse umane complessivamente utilizzate da ogni amministrazione, mediante processi di riorganizzazione e di formazione e riconversione del personale addetto alle predette funzioni che consentano di ridurne il numero in misura non inferiore all'8 per cento all'anno fino al raggiungimento del limite predetto (lettera f) del comma 404).
Una specifica previsione era poi dedicata al Ministero degli Affari esteri. Infatti la lettera g) del comma 404 prescriveva l’” avvio della ristrutturazione” della rete diplomatica, consolare e degli istituti di cultura ed in particolare l'unificazione dei servizi contabili degli uffici della rete diplomatica aventi sede nella stessa città estera. A quest’ultimo proposito si precisava che le nuove norme dovessero prevedere che le funzioni delineate dagli articoli 3, 4 e 6 del regolamento di cui al DPR n. 120 del 2000 dovessero essere svolte dal responsabile dell'ufficio unificato per conto di tutte le rappresentanze medesime.
Va ricordato che a norma dell’articolo 3 – che opera l’estensione della responsabilità contabile per l’attività degli uffici all’estero - sono funzionari delegati presso gli uffici all’estero non più i soli capi degli uffici stessi, ma anche i funzionari amministrativi investiti delle funzioni di commissario amministrativo o commissario amministrativo aggiunto, seppure limitatamente alle spese di mantenimento e funzionamento degli uffici e alle spese per stipendi e indennità del personale, e comunque sotto indirizzo e vigilanza dei preposti agli uffici.
In base all’articolo 4 la gestione delle risorse finanziarie assegnate compete a coloro che sono funzionari delegati ai sensi del precedente articolo 3. In particolare l’articolo 4 riguarda le spese di mantenimento e funzionamento degli uffici, le risorse relative alle quali vengono determinate in base alla relazione previsionale predisposta annualmente, entro il mese di ottobre, dai titolari degli uffici, sentito il commissario amministrativo o il commissario amministrativo aggiunto. Le risorse stabilite vengono assegnate con decreto del dirigente preposto alla Direzione generale del personale e dell’amministrazione del Ministero degli Affari esteri, che può con analogo strumento procedere anche ad integrazioni delle somme, in caso di esigenze nuove e inderogabili. La disponibilità dei fondi assegnati è assicurata con ordini di rimessa valutaria.
L’articolo 6 conferma il meccanismo degli ordini di rimessa anche per i fondi relativi alla terza categoria di spese degli uffici all’estero, ossia le retribuzioni e indennità del personale. L’articolo introduce altresì la possibilità di somministrazione di questa categoria di fondi mediante ordini di accreditamento a favore dei funzionari delegati a norma dell’art. 3.
Va altresì ricordato che tra gli interventi volti alla semplificazione organizzativa e alla razionalizzazione della spesa nell'attività degli uffici all'estero del Ministero degli affari esteri figura, in attuazione di una delega contenuta nella legge di semplificazione per il 2005, il decreto legislativo 15 dicembre 2006, n. 307, recante riassetto normativo in materia di gestione amministrativa e contabile degli Uffici all'estero del Ministero degli affari esteri, a norma dell'articolo 4 della legge 28 novembre 2005, n. 246.
In particolare, l’art. 2 del D. Lgs. 307/2006 introduce modifiche alle funzioni delle diverse figure professionali amministrative e contabili operanti negli uffici all’estero, in connessione con le innovazioni normative che hanno interessato negli anni tali professionalità, e rinviando alla contrattazione collettiva per i contenuti e le specifiche professionali riferiti al profili del personale interessato. L’art. 3 individua specificamente, al comma 2, la tipologia delle spese di competenza degli uffici all’estero, mentre, al comma 1, attribuisce la responsabilità degli obiettivi e della conseguente programmazione al titolare dell’ufficio. L’art. 5 prevede l’istituzione di Centri interservizi amministrativi che operino presso le Ambasciate, per coordinare la gestione delle spese degli uffici all’estero. L’art. 6 dispone, in materia di contratti da eseguire all’estero che, in caso di incompatibilità fra ordinamento italiano ed ordinamento locale, il titolare dell’ufficio può direttamente autorizzare l’applicazione della normativa locale. L’art. 7 attribuisce al titolare dell’ufficio all’estero la piena competenza in ordine alla dismissione di beni mobili di pertinenza dell’ufficio, con l’eccezione di autovetture di servizio e di rappresentanza ed oggetti d’arte, per i quali resta necessaria l’autorizzazione dell’amministrazione centrale. L’art. 8 prevede interventi volti all’applicazione del D.lgs. n. 82 del 2005 (Codice dell’amministrazione digitale) anche alle comunicazioni fra la sede centrale e gli uffici all’estero.
Il D.P.R. n. 18 del 1967[61], all’art. 168 prevede che l'Amministrazione degli affari esteri può utilizzare negli uffici centrali o nelle rappresentanze diplomatiche e negli uffici consolari, per l'espletamento di specifici incarichi che richiedano particolare competenza tecnica e ai quali non si possa sopperire con funzionari diplomatici, esperti tratti da personale dello Stato o di enti pubblici appartenenti a carriere direttive o di uguale rango.
Qualora per speciali esigenze anche di carattere tecnico o linguistico non possa farsi ricorso per incarichi presso uffici all'estero ad esperti tratti dal personale dello Stato e da enti pubblici, l'Amministrazione degli Affari esteri può utilizzare in via eccezionale e fino ad un massimo di trenta unità, persone estranee alla pubblica Amministrazione purché di notoria qualificazione nelle materie connesse con le funzioni del posto che esse sono destinate a ricoprire.
L'esperto inviato in servizio presso un ufficio all'estero, a norma dei precedenti commi, occupa un posto espressamente istituito, sentito il consiglio di amministrazione, ai sensi dell'articolo 32, nell'organico dell'ufficio stesso, in corrispondenza, anche ai fini del trattamento economico, a quello di primo segretario o di consigliere o di primo consigliere, nel limite massimo di otto posti, ovvero di console aggiunto o console ed assume in loco la qualifica di addetto per il settore di sua competenza.
Gli incarichi sono biennali. Alla stessa persona possono essere conferiti più incarichi purché, nel complesso, non superino gli otto anni.
Gli esperti che l'Amministrazione degli affari esteri può utilizzare a norma del presente articolo non possono complessivamente superare il numero di centosessantacinque, di cui cinque da destinare a posti di addetto agricolo, con l'esclusione delle unità riservate da speciali disposizioni di legge all'espletamento di particolari compiti relativi alla tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza nazionale nonché al contrasto della criminalità organizzata e delle violazioni in materia economica e finanziaria a tutela del bilancio dello Stato e dell'Unione europea, di cui all'articolo 4 del decreto legislativo 19 marzo 2001, n. 68, Adeguamento dei compiti del Corpo della Guardia di finanza, a norma dell’articolo 4 della L. 31 marzo 2000, n. 78.
Il comma 2 precisa che, a seguito dell’emanazione del decreto di cui al comma 1, il contingente degli impiegati a contratto delle rappresentanze diplomatiche e consolari e degli istituti di cultura all’estero, di cui all’articolo 152 del citato D.P.R. 5 gennaio 1967, n. 18, viene conseguentemente adeguato, mediante decreto del Ministro degli affari esteri di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.
Il D.P.R. 5 gennaio 1967, n. 18, all’art. 152 dispone chele rappresentanze diplomatiche, gli uffici consolari di prima categoria e gli istituti italiani di cultura possono assumere personale a contratto per le proprie esigenze di servizio, previa autorizzazione dell'Amministrazione centrale, nel limite di un contingente complessivo pari a 2.277 unità[62]. Gli impiegati a contratto svolgono le mansioni previste nei contratti individuali, tenuto conto dell'organizzazione del lavoro esistente negli uffici all'estero.
Il contratto di assunzione è stipulato a tempo indeterminato, con un periodo di prova di nove mesi, alla scadenza del quale, sulla base di una relazione del capo dell'ufficio, si provvede a disporre la conferma o la risoluzione del contratto.
Il comma 3 stabilisce che parte delle risorse derivanti dalle iniziative di cui ai commi precedenti, previa verifica ed accertamento, è destinata ad alimentare, nel limite di 5 milioni per l’anno 2008 e nel limite di 7,5 milioni a decorrere dall’anno 2009, il Fondo per i consumi intermedi del MAE di cui all’articolo 3, comma 39, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 (finanziaria 2004). Il Fondo, per l’anno 2008, è inoltre integrato di 45 milioni di euro, e a decorrere dall’anno 2009 è integrato di 42,5 milioni di euro.
La legge 350 del 2003 all’art. 3, comma 39 ha istituito, nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri, e precisamente nell'ambito della unità previsionale di base 6.1.1.2 - Uffici all'estero, un Fondo da ripartire per eventuali maggiori esigenze per consumi intermedi, relativi agli uffici all'estero, la cui dotazione iniziale era commisurata al 10 per cento degli stanziamenti per consumi intermedi iscritti nella medesima unità previsionale di base, che venivano corrispondentemente ridotti.
La ripartizione del fondo è disposta con decreti del Ministro degli affari esteri comunicati, anche con evidenze informatiche, al Ministero dell'economia e delle finanze, tramite l'Ufficio centrale del bilancio, nonché alle competenti Commissioni parlamentari e alla Corte dei conti.
Il comma 4 dispone che nel medesimo Fondo per consumi intermedi confluiscono, altresì, le maggiori entrate derivanti dall’applicazione della tariffa consolare, ai sensi dell’articolo 1, comma 568 della citata legge finanziaria 2007, non oltre il limite di 40 milioni di euro, nonché quota parte delle dotazioni delle unità previsionali di base dello stato di previsione del Ministero degli affari esteri da porre a disposizione degli uffici all’estero.
Il comma 568 dell’art. 1 della legge finanziaria 2007 ha disposto in merito alle risorse da reperire a valere sulla riscossione dei diritti consolari, la cui tariffa è fissata in una tabella allegata al DPR 200/1967 (“Disposizioni sulle funzioni e sui poteri consolari”), come modificata dalla legge 185/1983 e, da ultimo, dall’art. 80, comma 41, della legge finanziaria per il 2003.
In particolare, ilcomma 568 ha destinato risorse aggiuntive a carattere permanente al funzionamento e agli interventi di razionalizzazione delle sedi all’estero, da reperire a carico delle maggiori entrate annue derivanti dall’applicazione della tariffa consolare. Le risorse aggiuntive non potranno comunque eccedere l’importo annuo di 10 milioni di euro, ed è per esse prevista la certificazione con decreto del Ministro degli Affari esteri.
Il comma 5 prevede che, ai fini suesposti, il Ministro dell’economia e delle finanze, su proposta del Ministro degli affari esteri, sia autorizzato ad effettuare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Si ricorda che gli originari commi 6 e 7 sono stati stralciati ai sensi dell’art. 126, comma 3, del Regolamento del Senato.
L’attuale comma 6, aggiunto durante l’esame al Senato in Commissione bilancio, autorizza, per l’attuazione di politiche di sostegno agli Italiani all’estero e di promozione dell’immagine dell’Italia all’estero, la spesa ulteriore di 18 milioni di euro così ripartita: 12,5 milioni per la tutela e l’assistenza ai connazionali; 5,5 milioni per iniziative scolastiche e di formazione professionale di cui alla legge n. 153 del 1971, Iniziative scolastiche, di assistenza scolastica e di formazione e perfezionamento professionali da attuare all'estero a favore dei lavoratori italiani e loro congiunti.
Si ricorda che in base alla richiamata legge del 1971, il Ministero degli affari esteri promuove ed attua all'estero iniziative scolastiche, nonché attività di assistenza scolastica e di formazione e perfezionamento professionali, a favore dei lavoratori italiani e dei loro congiunti emigrati. Tra le iniziative scolastiche e le attività di assistenza scolastica (art. 2) sono da ricordare: i corsi per l'inserimento dei congiunti dei lavoratori italiani nelle scuole dei paesi di immigrazione; corsi integrativi di lingua e cultura generale italiana per i congiunti; corsi per la preparazione dei lavoratori italiani e dei loro congiunti agli esami di idoneità e di licenza di scuola italiana elementare e media; corsi di scuola popolare per lavoratori italiani; scuole materne e nidi d’infanzia.
Tra le attività di formazione e perfezionamento professionale di cui all’art. 3 vi sono: corsi di integrazione ed aggiornamento dell’istruzione di base; corsi di preparazione tecnico-professionale; corsi di insegnamento pratico della lingua locale, diretti a favorire l'accesso dei lavoratori italiani e dei loro congiunti all'ambiente di lavoro ed ai corsi stranieri che perseguano scopi di formazione professionale.
Si ricorda che i programmi di insegnamento, le norme per lo svolgimento degli esami e per il rilascio dei titoli di studio delle classi, corsi e scuole di cui all'articolo 2 sono stabiliti con decreto del Ministro per gli affari esteri, di concerto con il Ministro per la pubblica istruzione.
Altre norme della stessa legge riguardano l’equipollenza dei titoli di studio e il personale docente.
Per le politiche di sostegno degli Italiani all’estero in generale v. quanto diffusamente commentato relativamente al successivo articolo 33.
L’articolo 32 reca disposizioni volte alla Organizzazione del vertice «G8» in Italia nel 2009 e all’approvazione della decisione comunitaria n. 2007/436/CE, Euratom
La disposizione del comma 1 è volta ad assicurare copertura finanziaria alle spese per lo svolgimento del vertice dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi del G8 in Italia nel 2009, stanziando a tale scopo la somma di 30 milioni di euro per l’anno 2008.
Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
21 settembre 2007, recante dichiarazione di "grande evento" relativa
alla Presidenza italiana del G8 nell'anno
L'articolo 5-bis, comma 5, del decreto-legge citato estende l'ambito di applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 5 della legge n. 225 del 1992[64] anche ai grandi eventi rientranti nella competenza del Dipartimento della protezione civile e diversi da quelli per i quali si rende necessaria la delibera dello stato di emergenza.
L'articolo 5 della legge 2005 relativo allo stato di emergenza e al potere di ordinanza, disciplina anzitutto il potere del Consiglio dei ministri di dichiarazione dello stato di emergenza, sulla base del quale possono anche essere adottate ordinanze in deroga ad ogni vigente disposizione, ma nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico. Il Presidente del Consiglio dei ministri, ovvero, per sua delega, il Ministro per il coordinamento della protezione civile, può emanare altresì ordinanze finalizzate ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o a cose, nonché avvalersi di commissari delegati per gli interventi di emergenza.
Si ricorda che dal 1975, i Capi di Stato o di Governo dei principali Paesi industrializzati si incontrano annualmente per esaminare le maggiori problematiche economiche e politiche.
I sei Paesi che si incontrarono al primo Vertice,
tenutosi a Rambouillet in Francia nel novembre 1975, furono
A partire dal Vertice di Napoli del 1994 il G7 e
I Vertici del G7/G8 hanno più volte affrontato questioni di macroeconomia, relative al commercio internazionale ed alle relazioni con i paesi in via di sviluppo. Argomenti come le relazioni economiche Est-Ovest, l'energia ed il terrorismo sono stati più volte oggetto di dibattito.
Partendo da questi temi iniziali l'agenda del Vertice si è estesa in modo considerevole negli anni includendo temi come l'occupazione e le reti d'informazione; grandi questioni transnazionali come l'ambiente, il crimine e la droga; ed una serie di questioni politiche e di sicurezza che vanno dai diritti umani al controllo delle armi, alla sicurezza regionale. Per affrontare tali questioni il G7/G8 ha altresì sviluppato una serie di incontri a livello ministeriale. Infatti i Ministri del G7/G8 si riuniscono ad hoc per affrontare le questioni più pressanti. Infine anche Gruppi di esperti o Gruppi di lavoro vengono convocati su determinati argomenti.
Si ricorda dunque che il vertice G8 si tiene ogni
anno; l’ultima edizione si è svolta a Heiligendamm in Germania nel 2007 e la
prossima si terrà in Giappone, nel 2008. Nel 2009 sarà ospitato in Italia, a
Il comma 2, è diretto a dare esecuzione alla decisione n. 2007/436/CE, Euratom del Consiglio del 7 giugno 2007, relativa al sistema delle risorse proprie delle Comunità europee[65].
Si ricorda che le risorse proprie sono costituite dai dazi doganali[66], dai prelievi riscossi sulle importazioni di prodotti agricoli[67], dai proventi dell’IVA[68] e da un’ultima risorsa, istituita con l’Accordo interistituzionale sulla disciplina di bilancio del 1988. Tale risorsa consiste in contributi versati dagli Stati membri nell’ipotesi in cui le precedenti risorse non siano sufficienti a garantire la copertura del bilancio comunitario. In seguito alla Decisione del Consiglio del 29 settembre 2000, relativa al sistema delle risorse proprie delle Comunità europee, tali contributi non vengono più calcolati in percentuale sul prodotto nazionale lordo (PNL) dei singoli Stati membri, bensì calcolando il reddito nazionale lordo (RNL).
La parte del bilancio non finanziata da risorse proprie, è costituita da imposte e prelievi effettuati sui redditi del personale, interessi bancari, rimborsi di aiuti comunitari non utilizzati, interessi di mora e il saldo dell’esercizio precedente.
In virtù dell’articolo 11 della decisione 2007/436/CE,
Euratom, per l’adozione della decisione gli Stati membri notificano al
Segretario generale del Consiglio l’espletamento delle procedure richieste
dalle rispettive norme costituzionali.
La decisione 2007/436/CE, Euratom, che ha effetto a partire dal 1o gennaio 2007, sostituisce la decisione del 2000/597/CE, Euratom, sul sistema delle risorse proprie[70]. Essa riprende i contenuti dell’accordo politico sul bilancio dell’Unione europea definito dal Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre 2005, accordo che ha modificato il sistema di finanziamento delle risorse proprie dell’Unione.
Il massimale è mantenuto all’1,31 per cento del RNL per stanziamenti di impegno e all’1,24 per cento del RNL per stanziamenti di pagamento, come previsto per il periodo 2000-2006 dalla decisione vigente (articolo 3 della decisione).
L’aliquota dell’IVA viene fissata allo 0,30 per
cento, anche se sono introdotte correzioni a favore di alcuni fra i maggiori
contribuenti netti al bilancio comunitario. In particolare, per il periodo
2007-2013 l’aliquota di prelievo della risorsa IVA per
È prevista inoltre una riduzione lorda del proprio contributo
RNL annuo pari a 605 milioni di euro e a 150 milioni di euro
rispettivamente per i Paesi Bassi e
È prevista anche la risorsa RNL, da determinare secondo la procedura di bilancio tenuto conto di tutte le altre entrate, relativa a un alla somma dei redditi nazionali lordi di tutti gli Stati membri.
Per quanto riguarda la compensazione britannica[71], essa viene sostanzialmente ribadita nella decisione, anche se con talune limitazioni in quanto dopo un periodo di introduzione graduale previsto fra il 2009 e il 2011, il Regno Unito dovrà partecipare integralmente al finanziamento dei costi dell’allargamento, ad eccezione dei pagamenti diretti nel settore agricolo e delle spese connesse al mercato e delle spese per lo sviluppo rurale originate dal Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG).
L’articolo 33, introdotto durante l’esame presso la 5a
Commissione del Senato, autorizza la
spesa, per l’anno 2008, di 14 milioni di euro da destinare alle politiche
concernenti le collettività italiane residenti all’estero ed alle
iniziative di promozione culturale ad esse rivolte. Tra le attività da
realizzare, si ricordano, in modo particolare,
L’articolo in oggetto, pur riferendosi in maniera generica ai vari ambiti di attività beneficiari dello stanziamento, trova tuttavia una sua unitarietà nel riferimento agli interventi da compiere sulla rete consolare: questa, infatti, che ben può necessitare di autonomi provvedimenti di razionalizzazione[72], trova nel proprio rafforzamento anche un potenziamento delle numerose competenze che la vigente normativa attribuisce ad essa nei confronti dei nostri connazionali residenti all’estero, tanto come individui quanto come collettività locali.
Va ricordato anzitutto che le attribuzioni dei Consolati nelle diverse materie di interesse dei singoli cittadini italiani all’estero sono previste dal DPR 5 gennaio 1967, n. 200, recante disposizioni sulle funzioni e sui poteri consolari. Per quanto invece concerne le collettività italiane all’estero, queste ricorrono nei riferimenti normativi alla stregua di nozione di fatto, cui i vari provvedimenti si rapportano.
Nel complesso, comunque, le competenze consolari vanno dalla formazione e trascrizione di atti di stato civile, quali la celebrazione di matrimoni, al rilascio e rinnovo di passaporti. I Consolati hanno inoltre la facoltà di compiere atti inerenti alla cittadinanza, nonché alla navigazione marittima nazionale all'estero. Presso i Consolati possono altresì compiersi funzioni inerenti ad atti notarili e testamenti, autentiche di firma, traduzioni e legalizzazioni, così come certificazioni doganali connesse al rimpatrio.
Più recentemente hanno assunto particolare importanza gli atti consolari inerenti al servizio elettorale, che in precedenza si limitavano all’organizzazione delle elezioni per gli organismi di rappresentanza locale (COMITES – Comitati degli italiani all’estero) e generale (CGIE – Consiglio generale degli italiani all’estero) dei nostri connazionali all’estero, nonché all’allestimento di apposite sezioni elettorali in occasione delle elezioni europee. Con l’approvazione nella XIII Legislatura delle necessarie modifiche costituzionali, e nel dicembre 2001 della legge 27 dicembre 2001, n. 459[73], i cittadini italiani residenti all’estero hanno acquistato il diritto di partecipare alle consultazioni politiche e referendarie in Italia, con la modalità del voto per corrispondenza, affidata per la preparazione, appunto, alla rete consolare.
Inoltre, i Consolati esercitano importanti funzioni sociali, nella misura in cui prestano assistenza per lo svolgimento di pratiche pensionistiche o assistenziali, ovvero provvedono all’erogazione di sussidi o al pagamento di spese mediche a favore di connazionali in stato di indigenza. Quest’ultima funzione viene talvolta esercitata da associazioni operanti nella circoscrizione consolare, che ricevono dal Ministero degli Affari esteri appositi contributi.
La protezione consolare si estende anche ad altre fattispecie: in particolare, i Consolati assistono i cittadini italiani detenuti o perseguiti nella circoscrizione di pertinenza, e quelli che subiscono incidenti (incluso il rimpatrio delle salme); è inoltre intrapresa la ricerca di connazionali che non danno più notizia di sé, e viene prestata l'assistenza necessaria a genitori italiani ai quali il coniuge straniero o doppio cittadino abbia sottratto un figlio portato all'estero.
Per quanto concerne poi la promozione culturale a favore delle collettività italiane, essa corre, nell’attività della rete diplomatico-consolare, parallelamente al più ampio contesto della diffusione della cultura e della lingua italiane all’estero, che il Ministero degli Affari esteri svolge in stretta collaborazione con il Ministero per i beni e le attività culturali e con il Ministero dell’istruzione, università e ricerca.
Oltre agli 89 Istituti italiani di cultura all’estero, è soprattutto la rete delle scuole italiane all’estero ad assicurare la diffusione della lingua italiana: nei confronti delle collettività italiane all’estero, in particolare, assumono importanza peculiare i corsi di lingua e cultura italiana previsti dall’art. 625 e disciplinati dall’art. 636 del D.Lgs. 16 aprile 1994, n. 297[74]. I corsi sono attualmente circa trentamila, e sono organizzati da enti, associazioni, comitati o scuole a livello locale, tutti finanziati dal Ministero degli Affari esteri. I docenti impiegati sono assunti in base alla normativa locale, purché in possesso di un titolo di studio valido per l’insegnamento. Si stima che gli allievi dei corsi di lingua italiana siano nel mondo oltre mezzo milione. La vigilanza sulla conduzione dei corsi spetta al Consolato competente per territorio, ove sono istituiti uffici scolastici con personale dei ruoli dirigenziale, docente e amministrativo.
Talora, e più spesso nei Paesi europei, a provvedere ai corsi sono insegnanti di ruolo distaccati presso il Ministero degli Affari esteri, che provvede a smistarli nelle varie circoscrizioni consolari.
Un’ulteriore modalità per la diffusione della lingua italiana è quella della stipula, nelle circoscrizioni consolari ove maggiore è la presenza di una comunità italiana, di convenzioni con le autorità scolastiche locali per l’inserimento dell’italiano nei rispettivi sistemi educativi. Le autorità italiane contribuiscono in tal caso alla formazione dei docenti locali, nonché con la fornitura di materiale didattico.
Per quanto poi concerne la valorizzazione del ruolo degli imprenditori italiani all’estero, va ricordata la legge 31 marzo 2005, n. 56[75]. In tale contesto operano i circa 150 Uffici commerciali presso le Rappresentanze diplomatico-consolari, unitamente ai 104 Uffici dell’I.C.E. (Istituto per il commercio estero) e alle 66 Camere di commercio italiane all’estero; inoltre la citata legge n. 56/2005 ha previsto la costituzione di sportelli unici all’estero, operanti in raccordo con le Rappresentanze diplomatico-consolari, per la consulenza e l’assistenza alle imprese, e soprattutto mediante il coordinamento delle iniziative promozionali realizzate localmente da tutti gli attori nazionali, incluse le regioni. La prima fase dell’iniziativa ha visto già nel 2004 l’integrazione fra rappresentanze diplomatico-consolari e Uffici dell’I.C.E.
In merito alla Conferenza
dei Giovani Italiani all’estero si ricorda che la prima sessione ha avuto
luogo a Roma dal 3 al 7 dicembre
Il viceministro degli Affari esteri con delega per gli Italiani all’estero, ha annunciato l’istituzione del Museo nazionale delle Migrazioni, in occasione del convegno organizzato dalla Farnesina "Museo Nazionale delle Migrazioni. L’Italia nel mondo. Il mondo in Italia" svoltosi il 26 ottobre 2007. Il viceministro ha precisato che il Museo dovrebbe essere concepito non come un semplice luogo espositivo, ma come una testimonianza multimediale dei fenomeni dell’emigrazione italiana e dell’immigrazione nel nostro Paese. Il nuovo museo dovrebbe entrare in rete con i centri museali delle migrazioni presenti in tutto il mondo e con quelli regionali che già operano in Italia.
L’articolo 86 riguarda solo parzialmente gli Affari esteri, e segnatamente nel comma 2, che riguarda la partecipazione dell’Italia ad iniziative internazionali relative agli obiettivi di Sviluppo del millennio e alla cancellazione del debito dei Paesi poveri
L'originario comma 2 è stato parzialmente stralciato ai sensi dell'art. 126, comma 2, del Regolamento del Senato.
L’attuale comma 2 - nel testo modificato dalla 5a Commissione del Senato - autorizza la spesa di 2.074 milioni di euro così ripartita: 40 milioni per il 2008, 50 milioni annui dal 2009 al 2048 e 34 milioni per il 2049 non solo - come nell’originaria formulazione - a favore di iniziative di cancellazione del debito dei Paesi poveri nei confronti delle istituzioni finanziarie internazionali, ma più in generale a favore di iniziative di sostegno al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio, attraverso anche la partecipazione ai nuovi Meccanismi innovativi di finanziamento dello sviluppo.
Per conseguire il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio[76], la nuova formulazione del comma in commento mira a consentire l’utilizzo di meccanismi innovativi, capaci di sostenere lo sviluppo dei Paesi poveri, (tassazioni internazionali, International Financial Facility, diritti speciali di prelievo, rivalutazione delle riserve auree, uso e valorizzazione delle rimesse, contributi privati volontari) a fianco dei più tradizionali canali di finanziamento dell’Aiuto pubblico allo sviluppo.
Si ricorda che l’Italia, dando corso all’impegno assunto, nell’ambito delle Nazioni Unite, con la Dichiarazione di Ginevra nel 2004 di aumentare il livello degli aiuti per lo sviluppo in maniera costante fino al 2015, ed anche a seguito del successivo rapporto sui Meccanismi finanziari innovativi redatto nel 2004, si è attivata per esplorare e sperimentare canali di finanziamento ulteriori e complementari rispetto a quelli tradizionali, che consentano di colmare il divario tra le risorse necessarie e quelle effettivamente disponibili.
In particolare, nel 2007, è stata autorizzata con la legge finanziaria per il 2007 la partecipazione dell’Italia all’IFFIm (International Facility for Immunisation), meccanismo innovativo che prevede, mediante l’emissione di titoli obbligazionari, la raccolta di fondi per l’acquisto di farmaci e vaccini da parte del GAVI (Global Alliance for Vaccines and Immunisation).
Inoltre l’Italia segue attentamente le altre iniziative in campo internazionale per la messa a punto di ulteriori meccanismi innovativi di finanziamento e di misure utili all’individuazione di tasse globali di scopo, sulla scia della nota proposta della Tobin Tax[77]. A tal fine, l’Italia ha annuciato la sua intenzione di entrare a far parte del Leading Group on Solidarity levies to fund development, noto anche come gruppo Lula-Chirac.
In tema di riduzione del debito, la legge 25 luglio 2000, n. 209[78] definisce il quadro normativo italiano per decidere misure, in sede bilaterale e multilaterale, di riduzione del debito dei Paesi poveri e maggiormente indebitati, nonché misure a favore della riduzione della povertà di tali Paesi (art.1). Condizione per l’annullamento del debito è che il Pese debitore si impegni a rispettare i diritti umani, a rinunciare alla guerra e a perseguire il pieno sviluppo sociale e umano, favorendo la riduzione della povertà (art. 1, comma 2 e art. 2). Per quanto riguarda le condizioni, le modalità e i termini dell’annullamento (art. 3), essi sono stabiliti in appositi accordi intergovernativi bilaterali con i singoli Paesi interessati. L’art. 4 precisa inoltre che l’annullamento può essere perseguito mediante utilizzo di tutti gli strumenti e meccanismi contemplati nell’ambito di intese multilaterali raggiunte tra i Paesi creditori. L’art. 6 prevede, infine, che il Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica (ora Ministro per l’Economia e finanze) presenti al Parlamento una relazione annuale sullo stato di attuazione della legge in questione.
Dalla Relazione al Parlamento (Doc. CLXXXIII n. 1) sulla riduzione del debito dell’ottobre 2006, risulta che il totale cancellato dall’Italia ha raggiunto i 6 miliardi di euro nei confronti di 35 Paesi beneficiari. Tali risorse sono state allocate dai beneficiari su programmi di sviluppo e di riduzione della povertà, nel rispetto delle condizioni poste dalla legge n. 209 del 2000.
Si ricorda che le principali iniziative assunte a livello internazionale per la cancellazione del debito dei Paesi poveri sono la Heavily Indebted Poor Countries (HIPC) e la Multilateral Debt Relief Initiative (MDRI).
Nel 1996 al Vertice G7 di Lione del 1996 fu adottata l' "Iniziativa HIPC" (Heavily Indebted Poor Countries) per rendere sostenibile nel medio-lungo periodo il debito estero dei Paesi più poveri (low income countries).
Il Vertice G7/G8 di Colonia del 1999 decise di: aumentare il numero dei Paesi eleggibili all'Iniziativa (alleggerendo le condizionalità per l'accesso); elevare l'ammontare del debito eleggibile a cancellazione (dall'80% di Lione al '90% ed oltre, ove necessario' del debito 'pre-cut-off-date'; accelerare i tempi di messa in atto del Programma attuativo dell'Iniziativa e rafforzare il legame fra risorse finanziarie liberatesi dalle cancellazioni debitorie, Programmi nazionali di Riduzione della Povertà (Poverty Reduction Strategy Papers - PRSP) e sviluppo economico. La nuova più incisiva Iniziativa venne ridenominata "Iniziativa HIPC rafforzata" (Enhanced HIPC Initiative). All' Iniziativa possono accedere quei Paesi che oltre ad essere eleggibili ai prestiti altamente concessionali della International Development Association - IDA della Banca Mondiale (c.d. Paesi "IDA-only"), abbiano un debito insostenibile in base alle apposite analisi finanziarie degli esperti delle IFI (c.d. Paesi "IDA-only" HIPC).
A seguito dei risultati conseguiti dall’iniziativa HIPC di cancellazione attuata dai creditori del Club di Parigi, in esecuzione della quale ha avuto luogo una serie di cancellazioni debitorie, i Paesi del G8 hanno approvato nel vertice G8 di Gleneagles del giugno 2005 un’ulteriore iniziativa per l’alleggerimento del debito estero dei PVS denominata Multilateral Debt Relief Initiative (MDRI).
L’Italia è stata fra i promotori dell’Iniziativa HIPC ed ha sostenuto l’MDRI in ambito G8 dando la piena disponibilità a contribuire al finanziamento dell’iniziativa.
L’Iniziativa prevede la cancellazione del 100% del debito verso tre Istituzioni Finanziarie Internazionali (IFI): Fondo Monetario Internazionale-FMI, la Banca Mondiale e la Banca Africana di Sviluppo. La MDRI intende principalmente assistere i Paesi debitori nel raggiungimento degli Obiettivi del Millennio (Millennium Development Goals-MDGs) individuati in ambito Nazioni Unite, che mirano a dimezzare la povertà entro il 2015.
Il FMI, accogliendo anche il suggerimento di numerosi Paesi in via di sviluppo, ha deciso di includere nell’iniziativa anche i Paesi non-HIPC che abbiano un reddito pro-capite annuo inferiore a 380 dollari.
Il 21 dicembre 2005 il Consiglio Esecutivo del Fondo ha completato la valutazione del primo gruppo di Paesi eleggibili, qualificandone 19 per l’Iniziativa (Benin, Bolivia, Burkina Faso, Cambogia, Etiopia, Ghana, Guyana, Honduras, Madagascar, Mali, Mozambico, Nicaragua, Niger, Ruanda, Senegal, Tagikistan, Tanzania, Uganda e Zambia). Il debito che verrà cancellato nei confronti del FMI ammonta complessivamente a 3,3 miliardi di dollari.
In data 5 gennaio 2006 è divenuta operativa la decisione adottata il 21 dicembre 2005 dal Consiglio Esecutivo del FMI di cancellare il 100% del debito dei 19 Paesi poveri e successivamente è stato acquisito il necessario assenso ai fini dell’avvio dell’iniziativa di tutti e 43 i Paesi creditori che partecipano finanziariamente a coprire i costi per il FMI della cancellazione.
La Banca Mondiale ha approvato nel marzo 2006, i dettagli del finanziamento e dell’attuazione del proprio contributo alla MDRI, che porterà alla cancellazione del debito IDA di alcuni fra i Paesi più poveri a partire dal 1° luglio 2006. Dalla cancellazione dei debiti IDA è previsto un alleggerimento debitorio di oltre 37 miliardi di dollari per un periodo di 40 anni (di cui 22,15 sono debiti dei Paesi Africani che hanno raggiunto il completion point dell’HIPC).
Si ricorda infine l’impegno richiesto, nell’ambito dei negoziati in corso per la XV ricostituzione delle risorse dell’Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA), ai Paesi donatori a provvedere, in aggiunta al contributo per la ricostituzione delle risorse, alla copertura dei costi dell’iniziativa MDRI per la cancellazione del debito dei Paesi più poveri.
Si riporta infine il quadro riassuntivo delle modifiche allo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri per il 2008, conseguenti all’approvazione del ddl finanziaria da parte del Senato, i cui effetti si riflettono nella II nota di variazioni al bilancio (A.C. 3257/6-ter) :
Stanziamenti complessivi di competenza: 2.544,5 mln di euro
Spese di parte corrente: 2.537,1 mln di euro
di cui per Funzionamento: 1.028,8 milioni di euro
e per Interventi: 1.459,5 milioni di euro
Spese in conto capitale: 7,3 mln di euro
Le spese di parte corrente assorbono ora il 99,7 per cento dello stanziamento.
Residui presunti al 1° gennaio 2008: 44,3 mln di euro
Autorizzazioni di cassa: 2.586,7 mln di euro
Massa spendibile: 2.588,8 mln di euro
Coefficiente di realizzazione: 99,91 per cento
La ripartizione degli stanziamenti di competenza tra i Programmi attorno ai quali si organizza lo stato di previsione degli Esteri è ora la seguente:
(migliaia di euro)
Programma |
Variazione |
Stanziamento |
4.1 – Rappresentanza dello Stato nelle relazioni internazionali |
- 179 |
5.003 |
4.2 – Cooperazione allo sviluppo e gestione sfide globali |
+ 99.994 |
775.563 |
4.4 – Cooperazione economica, finanziaria e tecnologica |
- 220 |
67.792 |
4.6 – Cooperazione politica, promozione della pace e sicurezza internazionale |
+ 159.173 |
950.441 |
4.7 – Integrazione europea |
- 25 |
13.093 |
4.8 – Italiani nel mondo e politiche migratorie e sociali |
+ 22.798 |
110.923 |
4.9 – Informazione, promozione culturale, scientifica e dell’immagine del Paese all’estero |
+ 2.357 |
215.346 |
32.2 – Indirizzo politico |
- 4 |
12.720 |
32.3 – Servizi e affari generali per le amministrazioni di competenza |
- 6.617 |
259.944 |
33.1 – Fondi da assegnare |
+ 44.606 |
95.549 |
Tavola I Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato;
Tavola II Evoluzione della spesa finale per categorie e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato;
Tavola III Le spese complessive per funzioni-obiettivo e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato;
Tavola IV Andamento della spesa finale delle unità previsionali di base (III livello) e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato;
Tavola V Andamento delle Missioni ed incidenza percentuale sulle spese complessive del bilancio dello Stato
Tutti i dati delle spese sono al lordo dei rimborsi IVA e delle regolazioni debitorie.
I dati del disegno di legge di assestamento 2007 sono riferiti al testo approvato dal Senato (A.C. 3170).
(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)
(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)
|
Rendiconto 2006 |
2007 |
2008 |
||||||||
Previsioni definitive |
Impegni di spesa |
% |
Assestato |
% |
BLV |
% |
I Nota |
% |
II Nota |
% |
|
Redditi da lavoro dipendente |
85.642 |
88.213 |
18,9 |
85.720 |
17,3 |
86.863 |
17,1 |
86.864 |
17,1 |
88.972 |
16,6 |
Consumi intermedi |
12.593 |
12.163 |
2,6 |
10.813 |
2,2 |
9.916 |
1,9 |
9.916 |
1,9 |
9.882 |
1,8 |
Imposte pagate sulla produzione |
4.667 |
4.844 |
1,0 |
4.488 |
0,9 |
4.529 |
0,9 |
4.529 |
0,9 |
4.525 |
0,8 |
Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche |
183.939 |
182.512 |
39,1 |
191.079 |
38,5 |
193.012 |
37,9 |
193.014 |
37,9 |
199.456 |
37,3 |
Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private |
4.920 |
4.668 |
1,0 |
4.075 |
0,8 |
3.896 |
0,8 |
3.898 |
0,8 |
4.101 |
0,8 |
Trasferimenti correnti a imprese |
4.739 |
4.598 |
1,0 |
5.730 |
1,2 |
4.564 |
0,9 |
4.564 |
0,9 |
4.202 |
0,8 |
Trasferimenti all'estero |
1.739 |
1.576 |
0,3 |
1.945 |
0,4 |
1.682 |
0,3 |
1.682 |
0,3 |
1.938 |
0,4 |
Risorse proprie cee |
15.850 |
14.577 |
3,1 |
16.100 |
3,2 |
15.800 |
3,1 |
15.800 |
3,1 |
15.800 |
3,0 |
Interessi passivi e redditi da capitale |
75.695 |
70.801 |
15,2 |
75.415 |
15,2 |
78.612 |
15,4 |
78.612 |
15,4 |
78.616 |
14,7 |
Poste correttive e compensative |
46.750 |
43.274 |
9,3 |
44.428 |
8,9 |
50.214 |
9,9 |
50.214 |
9,9 |
50.232 |
9,4 |
Ammortamenti |
840,0 |
163,0 |
0,0 |
841 |
0,2 |
847 |
0,2 |
847 |
0,2 |
847 |
0,2 |
Altre uscite correnti |
2.184 |
751 |
0,2 |
6.105 |
1,2 |
8.285 |
1,6 |
8.311 |
1,6 |
9.680 |
1,8 |
Totale spese correnti |
439.558 |
428.140 |
91,7 |
446.739 |
90,0 |
458.220 |
90,0 |
458.251 |
90,0 |
468.251 |
87,5 |
Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni |
4.196 |
4.138 |
0,9 |
5.759 |
1,2 |
6.070 |
1,2 |
6.071 |
1,2 |
6.270 |
1,2 |
Contributi investimenti ad amministrazioni pubbliche |
14.817 |
14.769 |
3,2 |
17.501 |
3,5 |
20.407 |
4,0 |
20.407 |
4,0 |
24.780 |
4,6 |
Contributi agli investimenti ad imprese |
10.223 |
10.107 |
2,2 |
8.140 |
1,6 |
8.863 |
1,7 |
8.863 |
1,7 |
10.357 |
1,9 |
Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private |
130 |
130 |
0,0 |
91 |
0,0 |
68 |
0,0 |
68 |
0,0 |
110 |
0,0 |
Contributi agli investimenti a estero |
399 |
399 |
0,1 |
354 |
0,1 |
175 |
0,0 |
175 |
0,0 |
215 |
0,0 |
Altri trasferimenti in conto capitale |
9.190 |
8.626 |
1,8 |
17.535 |
3,5 |
14.816 |
2,9 |
14.810 |
2,9 |
15.681 |
2,9 |
Acquisizioni di attività finanziarie7 |
868 |
784 |
0,2 |
370 |
0,1 |
350 |
0,1 |
350 |
0,1 |
9.520 |
1,8 |
Totale spese conto capitale |
39.823 |
38.953 |
8,3 |
49.750 |
10,0 |
50.749 |
10,0 |
50.744 |
10,0 |
66.933 |
12,5 |
Totale spese finali |
479.381 |
467.093 |
100 |
496.489 |
100 |
508.969 |
100 |
508.995 |
100 |
535.185 |
100 |
(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)
|
Rendiconto 2006 |
2007 |
2008 |
||||||
|
Previsioni definitive |
Impegni di spesa |
% |
Assestato |
% |
BLV |
% |
II Nota |
% |
1 -Servizi generali delle pubbliche amministrazioni |
234.367 |
225.326 |
48,2 |
445.383 |
64,8 |
465.195 |
65,8 |
481.600 |
65,7 |
2 – Difesa |
19.291 |
19.319 |
4,1 |
19.679 |
2,9 |
18.564 |
2,6 |
18.514 |
2,5 |
3 -Ordine pubblico e sicurezza |
23.717 |
23.437 |
5,0 |
20.977 |
3,1 |
21.003 |
3,0 |
20.981 |
2,9 |
4 -Affari economici |
50.450 |
48.272 |
10,3 |
55.138 |
8,0 |
56.430 |
8,0 |
62.600 |
8,5 |
5 -Protezione dell'ambiente |
1.866 |
1.833 |
0,4 |
1.557 |
0,2 |
1.406 |
0,2 |
1.988 |
0,3 |
6 -Abitazioni e assetto territoriale |
1.973 |
1.891 |
0,4 |
1.608 |
0,2 |
1.522 |
0,2 |
1.529 |
0,2 |
7 -Sanità |
11.910 |
11.706 |
2,5 |
13.064 |
1,9 |
10.928 |
1,5 |
11.936 |
1,6 |
8 -Attività ricreative, culturali e di culto |
12.798 |
9.832 |
2,1 |
10.289 |
1,5 |
9.927 |
1,4 |
10.033 |
1,4 |
9 – Istruzione |
52.651 |
55.848 |
12,0 |
50.517 |
7,3 |
50.218 |
7,1 |
51.213 |
7,0 |
10- Protezione sociale |
70.360 |
69.629 |
14,9 |
69.472 |
10,1 |
71.988 |
10,2 |
73.003 |
10,0 |
Spese complessive |
479.383 |
467.093 |
100 |
687.684 |
100 |
707.181 |
100 |
733.397 |
100 |
(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)
|
Rendiconto 2006 |
2007 |
2008 |
||||||||
Previsioni definitive |
Impegni di spesa |
% |
Assestato |
% |
BLV |
% |
I Nota |
% |
II Nota |
% |
|
Funzionamento |
87.774 |
90.325 |
19,3 |
83.173 |
16,8 |
81.708 |
16,1 |
81.708 |
16,1 |
81.366 |
15,2 |
Interventi |
257.142 |
250.540 |
53,6 |
259.770 |
52,3 |
263.611 |
51,8 |
263.614 |
51,8 |
273.090 |
51,0 |
Oneri comuni |
17.330 |
14.856 |
3,2 |
26.688 |
5,4 |
33.687 |
6,6 |
33.715 |
6,6 |
34.578 |
6,5 |
Trattamenti di quiescenza |
1.164 |
1.187 |
0,3 |
1.104 |
0,2 |
soppresso |
|
|
- |
- |
- |
Oneri del debito pubblico |
76.147 |
71.232 |
15,3 |
76.005 |
15,3 |
79.214 |
15,6 |
79.214 |
15,6 |
79.218 |
14,8 |
Totale spese correnti |
439.557 |
428.140 |
91,7 |
446.740 |
90,0 |
458.220 |
90,0 |
458.251 |
90,0 |
468.252 |
87,5 |
Investimenti |
36.509 |
36.098 |
7,7 |
37.014 |
7,5 |
46.973 |
9,2 |
46.968 |
9,2 |
63.425 |
11,9 |
Altre spese in conto capitale |
492 |
413 |
0,1 |
122 |
0,0 |
122 |
0,0 |
122 |
0,0 |
122 |
0,0 |
Oneri comuni |
2.823 |
2.444 |
0,5 |
12.613 |
2,5 |
3.654 |
0,7 |
3.654 |
0,7 |
3.386 |
0,6 |
Totale conto capitale |
39.824 |
38.955 |
8,3 |
49.749 |
10,0 |
50.749 |
10,0 |
50.744 |
10,0 |
66.933 |
12,5 |
Totale spese finali |
479.381 |
467.095 |
100 |
496.489 |
100 |
508.969 |
100 |
508.995 |
100 |
535.185 |
100 |
(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)
|
2008 |
||||||
MISSIONI |
BLV |
% |
I Nota |
% |
II Nota |
% |
Differenza |
1 - Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio |
3.233 |
0,5 |
3.233 |
0,5 |
3.334 |
0,5 |
101 |
2 - Amministrazione generale |
353 |
0,0 |
353 |
0,0 |
352 |
0,0 |
-1 |
3 - Relazioni finanziarie autonomie territoriali |
100.023 |
14,1 |
100.023 |
14,1 |
112.792 |
15,4 |
12.769 |
4 - L'Italia in Europa e nel mondo |
24.048 |
3,4 |
24.048 |
3,4 |
27.205 |
3,7 |
3.157 |
5 - Difesa e sicurezza del territorio |
19.172 |
2,7 |
19.172 |
2,7 |
19.008 |
2,6 |
-164 |
6 – Giustizia |
7.275 |
1,0 |
7.275 |
1,0 |
7.268 |
1,0 |
-7 |
7 - Ordine pubblico e sicurezza |
9.422 |
1,3 |
9.425 |
1,3 |
9.321 |
1,3 |
-101 |
8 - Soccorso civile |
3.710 |
0,5 |
3.710 |
0,5 |
3.755 |
0,5 |
45 |
9 - Agricoltura e pesca |
1.255 |
0,2 |
1.255 |
0,2 |
1.364 |
0,2 |
109 |
10 - Energia e fonti energetiche |
59 |
0,0 |
59 |
0,0 |
59 |
0,0 |
- |
11 - Competitività e sviluppo imprese |
5.574 |
0,8 |
5.574 |
0,8 |
4.433 |
0,6 |
-1.141 |
12 - Regolazione dei mercati |
16 |
0,0 |
16 |
0,0 |
16 |
0,0 |
- |
13 - Diritto alla mobilità |
7.960 |
1,1 |
7.960 |
1,1 |
10.514 |
1,4 |
2.554 |
14 - Infrastrutture pubbliche e logistica |
3.778 |
0,5 |
3.778 |
0,5 |
3.914 |
0,5 |
136 |
15- Comunicazioni |
896 |
0,1 |
896 |
0,1 |
1.354 |
0,2 |
458 |
16 - Commercio internazionale |
234 |
0,0 |
234 |
0,0 |
268 |
0,0 |
34 |
17 - Ricerca ed innovazione |
3.968 |
0,6 |
3.968 |
0,6 |
4.060 |
0,6 |
92 |
18 - Sviluppo sostenibile |
1.017 |
0,1 |
1.017 |
0,1 |
1.665 |
0,2 |
648 |
19 - Casa e assetto urbanistico |
1.060 |
0,1 |
1.060 |
0,1 |
1.060 |
0,1 |
- |
20 - Tutela della salute |
702 |
0,1 |
702 |
0,1 |
881 |
0,1 |
179 |
21 - Tutela beni culturali |
1.380 |
0,2 |
1.380 |
0,2 |
1.633 |
0,2 |
253 |
22 - Istruzione scolastica |
41.609 |
5,9 |
41.609 |
5,9 |
41.583 |
5,7 |
-26 |
23 - Istruzione universitaria |
8.168 |
1,2 |
8.168 |
1,2 |
8.760 |
1,2 |
592 |
24 - Diritti sociali e solidarietà sociale |
24.046 |
3,4 |
24.046 |
3,4 |
24.234 |
3,3 |
188 |
25 - Politiche previdenziali |
66.903 |
9,5 |
66.908 |
9,5 |
68.559 |
9,3 |
1.656 |
26 - Politiche per il lavoro |
2.701 |
0,4 |
2.701 |
0,4 |
3.624 |
0,5 |
923 |
27 - Immigrazione |
1.427 |
0,2 |
1.427 |
0,2 |
1.486 |
0,2 |
59 |
28 - Sviluppo e riequilibrio territoriale |
4.545 |
0,6 |
4.539 |
0,6 |
5.489 |
0,7 |
944 |
29 - Politiche finanziarie e di bilancio |
65.007 |
9,2 |
65.004 |
9,2 |
65.125 |
8,9 |
118 |
30 - Giovani e sport |
902 |
0,1 |
902 |
0,1 |
958 |
0,1 |
56 |
31 - Turismo |
113 |
0,0 |
113 |
0,0 |
113 |
0,0 |
- |
32 - Servizi generali amministrazioni |
2.920 |
0,4 |
2.920 |
0,4 |
2.830 |
0,4 |
-90 |
33 - Fondi da ripartire |
17.286 |
2,4 |
17.312 |
2,4 |
19.961 |
2,7 |
2.675 |
34 - Debito pubblico |
276.417 |
39,1 |
276.417 |
39,1 |
276.421 |
37,7 |
4 |
TOTALE |
707.181 |
100,0 |
707.207 |
100,0 |
733.397 |
100,0 |
26.216 |
[1] Fonti: Sito internet dell’Unione Europea. Il testo completo delle previsioni economiche di autunno della Commissione è disponibile al seguente indirizzo: http://ec.europa. eu/economy_finance/index_en.htm.
[2] Tale stima incorpora anche gli effetti del decreto legge n.159/07 adottato contestualmente alla Nota di aggiornamento. Tale decreto, la cui adozione è stata resa possibile dai favorevoli andamenti di finanza pubblica, che si sono rivelati migliori rispetto alle previsioni, a causa sia del virtuoso andamento del gettito tributario, sia di una crescita più contenuta della spesa primaria corrente rispetto a quella stimata in precedenza, si configura come un manovra di carattere espansivo che comporta un incremento dell’indebitamento netto rispetto al valore tendenziale pari allo 0,5 per cento del PIL. Il quadro a legislazione vigente indica, infatti, per il 2007, un indebitamento netto tendenziale del 1,9 per cento, inferiore di 0,2 punti percentuali rispetto alle previsioni del DPEF di giugno ante decreto legge n.81/07.
[3] La manovra finanziaria per
il 2008 comporta, dunque, un peggioramento
del’indebitamento netto rispetto al quadro tendenziale a legislazione
vigente parti allo 0,4 per cento del
PIL (sul punto, cfr., oltre,
[4] A fronte del 103, 2 per cento stimato per il 2008 dal DPEF di giugno.
[5] Fonti: Sito internet dell’Unione Europea. Il testo completo delle previsioni economiche di autunno della Commissione è disponibile al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/economy_finance/index_en.htm.
[6]
[7] Al riguardo, si osserva, come dall’anno 2000 le manovre finanziarie annuali abbiano sempre operato una correzione netta sul saldo di riferimento, al fine di ricondurre l’andamento tendenziale dei conti pubblici agli obiettivi programmatici, ad eccezione tuttavia dell’esercizio 2001, nel quale la manovra netta – al pari di quella prevista per il prossimo anno - è risultata negativa, ossia ha prodotto un effetto di peggioramento sull'indebitamento netto. Si ricorda che nelle valutazioni relative alle manovre annuali di finanza pubblica la manovra netta corrisponde alla correzione netta operata sul saldo di riferimento; rappresenta cioè la somma algebrica del complesso degli interventi disposti con la manovra annuale. Con la dizione manovra lorda si fa invece riferimento al complesso delle risorse attivate, comprensive quindi di quelle destinate a finanziare interventi di spesa o di riduzione di entrata.
[8] I dati contenuti nel presente paragrafo sono stati elaborati sulla base di un allegato 7, aggiornato alle modifiche apportate nel corso dell’esame al Senato, acquisito per le vie brevi dalla Ragioneria generale dello Stato.
[9] Cfr., oltre,
[10] Si ricorda che le Missioni cui l’allegato 7 riclassificato non ascrive effetti di spesa nell’articolato della legge finanziaria per il 2008 sono: Missione 2, Amministrazione generale e supporto alla rappresentanza di governo; Missione 12, Regolazione dei mercati; 19, Casa e assetto urbanistico; 29, Politiche economico-finanziarie e di bilancio; 31, Turismo e 34, Debito pubblico.
[11] La quota particolarmente elevata degli importi in termini di saldo netto da finanziare ascrivibile a tale Missione è imputabile, per la gran parte, alle operazioni di ristrutturazione del debito concernenti i disavanzi dei servizi sanitari regionali.
[12] Si veda, al riguardo, il dossier del Servizio Studi, Documentazioni e ricerche, “Il dibattito sulla riforma degli strumenti e delle procedure di bilancio”, n. 73.
[13] Legge 27 dicembre 2006, n. 296, art. 1, commi 474-481.
[14] Istituita dalla Legge finanziaria per il 2007, è stata costituita con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 16 marzo 2007.
[15] In base a tale atto di indirizzo, al fine di razionalizzare il processo di formazione del disegno di legge finanziaria, i singoli Dicasteri sono stati chiamati a formulare le proprie proposte - sulla base della nuova classificazione del Bilancio in Missioni e Programmi - distinte per programma e a indicare, in ordine di priorità, le opzioni di riallocazione di risorse all’interno dello stesso stato di previsione, specificando altresì gli obiettivi che si intendono perseguire.
[16] Si rinvia, al riguardo, al citato dossier del Servizio Studi, Documentazioni e ricerche, “Il dibattito sulla riforma degli strumenti e delle procedure di bilancio” n. 73.
[17] Atto Senato n.1818
[18] Cfr. la relazione al disegno di legge di Bilancio 2008 presentato al Senato (A.S. 1818).
[19] Si segnalano, ad esempio,
[20] Al netto di alcune partite finanziarie - quali i rimborsi del debito statale - il Bilancio 2008 ripartisce tra le 34 Missioni ivi contemplate circa quasi 480 miliardi di euro.
Si ricorda, peraltro, come la legge finanziaria per il 2007 abbia previsto alcuni istituti (accantonamenti del comma 507 e Fondo TFR) che fanno sì che taluni stanziamenti di bilancio non corrispondano più all’effettiva disponibilità. A tale riguardo, nel corso del sopra richiamato dibattito parlamentare in ordine alla riforma degli strumenti e delle procedure di bilancio, è stato sottolineato, tra l’altro, come, a fini di trasparenza, appaia opportuno che nel bilancio sia data evidenza contabile a queste situazioni, sottolineandosi, altresì, come il meccanismo di flessibilità gestionale previsto dal comma 507 (possibilità di apportare variazioni nell’ambito degli accantonamenti), concepito con riferimento alle unità previsionali di base del bilancio 2007, possa comportare problemi di applicazione se trasposto nel nuovo bilancio, data la maggiore ampiezza, rispetto alle unità previsionali di base, dei macroaggregati (cfr.oltre), ai quali sembrerebbero doversi riferire gli accantonamenti.
[21] A fronte di un bilancio di oltre 470 miliardi di euro (al netto delle partite finanziarie concernenti i rimborsi del debito statale e di imposta), le variazioni proposte dalla legge finanziaria per il 2008 dal lato della spesa – che riguardano 29 delle 34 missioni dello Stato - incidono per circa il 3 per cento del bilancio.
[22] Considerando
[23] Si veda anche
[24] Si segnala che nel disegno di legge di bilancio presentato al Senato (A.S. 1818), reca un allegato nel quale è esposto il riepilogo delle 34 Missioni con i relativi Programmi.
[25] Il prospetto in esame riproduce la tabella n. 4 del disegno di legge di bilancio, AS. 1818.
[26] Si ricorda che la tabella 4 del disegno di legge di Bilancio per il 2008 reca il prospetto che per ogni Ministero mette a confronto le unità previsionali di base, presenti nel disegno di Bilancio di previsione 2008, con le unità previsionali di base esposte nel Bilancio di previsione 2007.
[27] Al netto delle regolazioni contabili, debitorie, dei rimborsi iva, ecc.
[28] Al fine di convogliare attività e risorse in processi che rispondano ad esigenze di efficacia e di efficienza, la circolare n.21 del 5 giugno 2007 del Ministero dell’Economia e delle Finanze prevede la figura del “coordinatore di programma” che, nell’ambito di ogni Ministero, dovrebbe assumere il compito di razionalizzare l’impiego delle risorse disponibili. Tale coordinamento, realizzato dal Ministro ovvero da un suo delegato, è volto a garantire una visione unitaria delle risorse relative ad ogni singolo programma
[29] Il comma 19 del medesimo articolo 22 dispone inoltre che con decreti del Ministro dell’economia e delle finanze, su proposta del Ministro competente - da comunicare alle Commissioni parlamentari e da inviare alla Corte dei conti - possono essere effettuate variazioni compensative tra capitoli delle unità previsionali del medesimo stato di previsione della spesa, fatta eccezione per le autorizzazioni di spesa di natura obbligatoria, per le spese in annualità e a pagamento differito e per quelle direttamente regolate con legge. Per una migliore flessibilità gestionale del bilancio, il Ministro dell’economia e delle finanze, su proposta del Ministro competente, è autorizzato ad apportare con propri decreti da inviare alla Corte dei conti per la registrazione, variazioni compensative in termini di cassa, nell’ambito di ciascun titolo di bilancio, tra capitoli delle unità previsionali di base del medesimo stato di previsione.
[30] Cfr. art. 2 della legge n. 468/1978 come modificata dalla legge n. 94/1997.
[31] Si tratta del decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 127 del 3 agosto 2007, con il quale il Governo, alla luce dei favorevoli andamenti tendenziali di finanza pubblica, ha realizzato, contestualmente alla presentazione del DPEF, una manovra di carattere espansivo pari a circa lo 0,4 per cento del PIL.
[32] Afferente al Centro di responsabilità n. 8 - Servizio per l'informatica, le comunicazioni e la cifra, a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 2.2.6 – Investimenti, relativo al Programma 32.3.
[33] Afferente al Centro di responsabilità n. 6 - Direzione generale per gli affari amministrativi, di bilancio e il patrimonio, a sua volta ricompresa nel Macroaggregato 1.4.6 – Investimenti, relativo al Programma 4.6. Il capitolo citato è stato istituito in base alla legge 1° agosto 2002, n. 182.
[34] Ricompreso nel Macroaggregato 3.1.3 – Oneri comuni di parte corrente, relativo al Programma 4.10 (Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE).
[35] Ricompreso nel Macroaggregato 3.2.2 – Interventi, relativo al Programma 4.11 (Politica economica e finanziaria in ambito internazionale).
[36] Ricompreso nel Macroaggregato 3.1.2 – Interventi, relativo al Programma 4.10 (Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE).
[37] Ricompreso nel Macroaggregato 3.1.2 – Interventi, relativo al Programma 4.10 (Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE).
[38] Ricompreso nel Macroaggregato 3.1.6 – Investimenti, relativo al Programma 4.10 (Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE).Capitolo esposto nella tabella F della legge finanziaria.
[39] Ricompreso nel Macroaggregato 4.1.3 – Oneri comuni di parte corrente, relativo al Programma 5.8 (Missioni militari di pace). lo stanziamento dipende dal comma 1240 dell’articolo unico della legge finanziaria 2007.
[40] Afferente al Centro di responsabilità n. 3 – Dipartimento del Tesoro, a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 17.1.6 – Investimenti, relativo al Programma 24.5 (Protezione sociale per particolari categorie).
[41] Spese derivanti dalla partecipazione dell’Italia ad iniziative di solidarietà internazionale, afferente al Centro di responsabilità n. 17 - Direzione generale per i paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente
[42] Importi risultanti da modifiche intervenute nel corso dell’esame al Senato, durante il quale sono stati ridotti rispettivamente di 6,2, di 4,6 e di 5 milioni di euro.
[43] Per un più preciso inquadramento nello stato di previsione degli Esteri, si veda il successivo punto sulla Cooperazione allo sviluppo.
[44] Legge n. 1612/1962, Riordinamento dell'Istituto agronomico per l'oltremare, con sede in Firenze. Il capitolo afferisce al Centro di responsabilità n. 9 (Cooperazione allo sviluppo), a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 1.2.2 – Interventi, relativo al Programma 4.2.
[45] Legge n. 58/2001, Istituzione del Fondo per lo sminamento umanitario. Il capitolo afferisce al Centro di responsabilità n. 9 (Cooperazione allo sviluppo), a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 1.2.2 – Interventi, relativo al Programma 4.2.
[46] Legge n. 883/1977, Approvazione ed esecuzione dell'accordo relativo ad un programma internazionale per l'energia, firmato a Parigi il 18 novembre 1974. Il capitolo afferisce al Centro di responsabilità n. 13 (Cooperazione economica e finanziaria multilaterale), a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 1.3.2 – Interventi, relativo al Programma 4.4.
[47] Legge n. 140/1980. Il capitolo afferisce al Centro di responsabilità n. 15 (Paesi dell’Europa), a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 1.3.2 – Interventi, relativo al Programma 4.4.
[48] Legge n. 960/ 1982, Rifinanziamento della legge 14 marzo 1977, n. 73, concernente la ratifica degli accordi di Osimo tra l'Italia e la Jugoslavia. I capitoli afferiscono al Centro di responsabilità n. 15 (Paesi dell’Europa), a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 1.3.2 – Interventi, relativo al Programma 4.4.
[49] Legge n. 794/1966, Ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale per la costituzione dell'Istituto italo-latino americano, firmata a Roma il 1 luglio 1966. Il capitolo afferisce al Centro di responsabilità n. 16 (Paesi delle Americhe), a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 1.4.2 – Interventi, relativo al Programma 4.6.
[50] Il capitolo afferisce al Centro di responsabilità n. 2 (Segreteria generale), a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 1.4.2 – Interventi, relativo al Programma 4.6.
Il capitolo 1163 è stato finanziato, nel ddl di bilancio, in base alle previsioni dell'articolo 32, commi 2 e 3, della legge finanziaria per il 2002 (legge 28 dicembre 2001, n. 448). La norma citata si inserisce in una complessa vicenda normativa che ha interessato negli ultimi anni i finanziamenti del Ministero degli Affari esteri ad enti e associazioni varie, della quale si dà conto di seguito.
I contributi ad enti e associazioni varie, anche per quanto concerne il Ministero degli Affari esteri, prima della legge 549/1995 (provvedimento collegato alla manovra finanziaria per il 1996) erano appostati in singoli capitoli di bilancio, correlati a leggi: con i commi 40-43 dell’articolo 1 della legge n. 549 del 1995 fu stabilito che i contributi di interesse di ogni Ministero fossero raggruppati in un unico capitolo del relativo stato di previsione. Mentre l'importo complessivo annuale dei contributi continuava ad essere determinato con legge (finanziaria, tabella C), la ripartizione di essi veniva affidata a decreti ministeriali, da adottarsi di concerto con il Ministro del tesoro e previo parere delle competenti Commissioni parlamentari. Il comma 44 disponeva poi una riduzione degli stanziamenti del 20 per cento annuo nei successivi tre esercizi finanziari (1996-1998).
Una prima deroga alla normativa suesposta, per quanto concerne il Ministero degli Affari esteri, si è avuta con l'articolo 2, comma 178, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, "Misure di razionalizzazione della finanza pubblica" (provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica per il 1997): ivi è stato stabilito che le disposizioni dell'art.1, comma 40, della legge 549/1995 non si applicassero ad una serie di enti e organismi, tra i quali quelli di interesse del Ministero degli Affari esteri erano:
I) Organismi nazionali ed internazionali nell'ambito delle relazioni culturali con l'estero (inclusi i fondi per borse di studio connesse ad Accordi internazionali);
II) Centro internazionale di alti studi agronomici mediterranei;
III) UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale);
IV) Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologica;
V) Centro internazionale di perfezionamento professionale e tecnico di Torino;
VI) Istituti italiani di cultura all'estero.
Successivamente, il comma 1 dell’articolo unico della legge 3 agosto 1998, n. 296, “Disposizioni concernenti gli organismi internazionali e gli istituti italiani di cultura all'estero”, ha introdotto una nuova deroga ai commi 40-43 della legge 549/1995, escludendo da detta normativa i seguenti organismi di interesse del Ministero degli Affari esteri:
Associazione internazionale di archeologia classica
Società “Dante Alighieri”;
Maison d’Italie (Parigi);
Associazione “Villa Vigoni” di Menaggio;
Collegio del Mondo Unito nell’Iniziativa centro-europea;
Istituto internazionale per l’unificazione del diritto privato (UNIDROIT);
Istituto italo-latinoamericano (IILA);
Enti a carattere internazionalistico sottoposti alla vigilanza del Ministero degli Affari esteri;
Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente (ISIAO);
Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF);
Istituto internazionale delle Nazioni Unite per la ricerca sulla criminalità e la giustizia (UNICRI);
Scuole non governative all’estero;
Istituzioni scolastiche ed universitarie straniere;
Scambi socio-culturali giovanili internazionali;
Corsi di formazione per docenti di lingua italiana;
Enti e associazioni per l’assistenza delle collettività italiane all’estero;
Comitati degli italiani all’estero (COMITES).
Di conseguenza è stata indirettamente ripristinata la precedente normativa sui contributi del Ministero degli Affari esteri ad enti e associazioni, in quanto aggiungendo gli effetti del comma 1 della legge 296/1998 alla deroga disposta dalla legge n. 662 del 1996, per tutti gli enti e associazioni di interesse del MAE sono decadute le previsioni dei commi 40-43 dell’art. 1 della legge n. 549 del 1995.
La legge finanziaria per il 2002 (legge 28 dicembre 2001, n. 448) ha disposto all'articolo 32, commi 2 e 3, un parziale ripristino della disciplina dettata dalla legge 549/1995, che riguarda anche alcuni enti di interesse del Ministero degli Affari esteri. I citati commi 2 e 3 infatti dispongono che i contributi - a favore degli enti e associazioni di cui alla Tabella 1 allegata alla legge finanziaria per il 2002 - di interesse di ogni Ministero vengano raggruppati in un'unica UPB (Unità previsionale di base) del relativo stato di previsione. La ripartizione dei contributi viene affidata a decreti ministeriali, da adottarsi di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e previo parere delle competenti Commissioni parlamentari entro il 31 gennaio di ogni anno. La quantificazione annuale dell’UPB che ogni Ministero attribuisce al finanziamento di enti e associazioni avviene nella Tabella C della legge finanziaria.
Per quanto riguarda gli enti e associazioni interessati da tali previsioni cui contribuisce il Ministero degli Affari esteri essi sono:
Enti e associazioni per l’assistenza delle collettività italiane all’estero;
Enti a carattere internazionalistico sottoposti alla vigilanza del Ministero degli Affari esteri;
Società “Dante Alighieri”;
Istituto internazionale per l’unificazione del diritto privato (UNIDROIT);
Collegio del Mondo Unito nell’Iniziativa centro-europea;
Organismi internazionali per la partecipazione ai quali il MAE contribuisce.
[51] Legge n. 91/2005, Concessione di un contributo volontario al Fondo di cooperazione tecnica dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA). Il capitolo afferisce al Centro di responsabilità n. 12 (Affari politici multilaterali e diritti umani), a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 1.4.2 – Interventi, relativo al Programma 4.6.
[52] Legge n. 299/1998, Finanziamento italiano della PESC (Politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea) relativo all'applicazione dell'articolo J.11, comma 2, del trattato sull'Unione europea. Il capitolo afferisce al Centro di responsabilità n. 20 (Integrazione europea), a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 1.5.2 – Interventi, relativo al Programma 4.7.
[53] DPR n. 200/1967, Disposizioni sulle funzioni e sui poteri consolari. Il capitolo afferisce al Centro di responsabilità n. 11 (Italiani all’estero e politiche migratorie), a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 1.6.2 – Interventi, relativo al Programma 4.8.
[54] Art. 5 della Legge n. 183/1987, Coordinamento delle politiche riguardanti l'appartenenza dell'Italia alle Comunita' europee ed adeguamento dell'ordinamento interno agli atti normativi comunitari.
[55] Afferente al Centro di responsabilità n. 3 (Dipartimento del Tesoro), a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 3.2.6 – Investimenti, relativo al Programma 4.11 (Politica economica e finanziaria in ambito internazionale). Il capitolo è stato istituito in dipendenza dell’art. 1, comma 98, della legge n. 266/2005 (legge finanziaria 2006), in relazione all’iniziartiva del G8 per la cancellazione del debito dei PVS.
[56] Il capitolo afferisce al Centro di responsabilità n. 12 (Affari politici multilaterali e diritti umani), a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 1.4.2 – Interventi, relativo al Programma 4.6.
[57] Si tratta dei capitoli di cui nell'esposizione della tabella C del disegno di legge finanziaria.
[58] Afferente al Centro di responsabilità n. 3 (Dipartimento del Tesoro), a sua volta ricompreso nel Macroaggregato 3.2.7 – Altre spese in conto capitale, relativo al Programma 4.11 (Politica economica e finanziaria in ambito internazionale).
[59] Questi ultimi recano stanziamenti a favore di vari organismi internazionali.
[60] L. 23 agosto 1988 n. 400, Disciplina dell'attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
[61] Ordinamento dell'Amministrazione degli affari esteri.
[62] La legge finanziaria per il 2007 all’art. 1,
comma
[63] Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile e per migliorare le strutture logistiche nel settore della difesa civile.
[64] Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile.
[65] La base
giuridica della decisione 2007/436/CE, Euratom, è rappresentata dall’art. 173
del Trattato che istituisce
[66] Ossia quelli della tariffa doganale comune e gli altri diritti fissati dalle Comunità sugli scambi con i paesi non membri
[67] Cioè tutti i prelievi, supplementi, importi supplementari o compensatori, importi o elementi addizionali e altri diritti fissati dalle istituzioni comunitarie sugli scambi con i paesi non membri, nel quadro della politica agricola comune, nonché i contributi e altri diritti previsti nell’ambito dell’organizzazione comune dei mercati nel settore dello zucchero
[68] Ottenuti mediante applicazione di un tasso inizialmente pari all’1%; secondo quanto stabilito nel corso del Consiglio europeo di Berlino (24-25 marzo 1999) il suddetto tasso è passato allo 0,75% nel 2002 e allo 0,50% nel 2004
[69] Per l’adozione delle disposizioni relative alle risorse proprie, l’articolo 269, paragrafo 1, del Trattato CE prevede una procedura particolare, che sfocia in una raccomandazione agli Stati membri ad adottare le disposizioni secondo le rispettive procedure costituzionali.
[70] Alla decisione 2000/597/CE, Euratom sulle risorse proprie della Comunità, è stata data attuazione mediante la legge 448/2001 (legge finanziaria per il 2002).
[71] Il Consiglio di Fontainebleau ha deciso nel giugno 1984 di introdurre la compensazione britannica, attraverso la quale il Regno Unito riceve una compensazione pari allo 0,66 per cento del suo saldo netto.
[72] Si ricorda, in proposito che l’atto del governo n. 180, su cui
[73] Norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero.
[74] Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado.
[75] Misure per l'internazionalizzazione delle imprese, nonché delega al Governo per il riordino degli enti operanti nel medesimo settore”.
[76] Tali obiettivi, conseguenti alla Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite del 2000 e miranti in ultima analisi a dimezzare la povertà entro il 2015, sono otto e precisamente: eliminare l’estrema povertà e la fame; garantire la formazione scolastica di base; promuovere la parità fra i sessi e l’empowerment femminile; ridurre la mortalità infanitle; migliorare la salute delle madri; combattere HIV/AIDS, malaria e altre malattie; garantire un ambiente sostenibile; sviluppare una partnership mondiale per lo sviluppo.
[77] Com’è noto, la tassa, proposta dall’economista statunitense James Tobin, mirava a colpire, in misura moderata, tutte le transazioni sui mercati valutari al fine di stabilizzarli e al contempo ricavare delle entrate da destinare alla riduzione della povertà estrema.
[78] Misure per la riduzione del debito estero dei Paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati.