Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento difesa
Titolo: Elementi di documentazione sul Programma JSF(Joint Strike Fighter)
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 36
Data: 15/01/2007
Descrittori:
AEREI MILITARI   ARMAMENTI E APPARECCHIATURE MILITARI
Organi della Camera: IV-Difesa


Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

 

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Documentazione e ricerche

 

 

 

 

 

Elementi di documentazione sul
Programma JSF(Joint Strike Fighter)
(16 gennaio 2007)

 

 

 

 

 

 

 

n. 36

 

 

 

15 gennaio 2007


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento difesa

 

SIWEB

 

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File:DI0050.doc


INDICE

 

Scheda illustrativa

Documentazione

§      F. Covella, JSF, letale e con capacità di sopravvivenza,in: Rivista Aeronautica, n. 7-8/2005  3

§      G. Sgamba, JSF: interoperabilità e NCW, in: Rivista Aeronautica, n. 7-8/2005  3

§      Il Joint Strike Fighter in Europa, a cura di C. Asti (Centro Militare di Studi Strategici), n. 8-9/2005  3

§      F. Giunchi, L’Aeronautica militare e il JSF, in: Rivista Aeronautica, n. 1/2006  3

§      L. Montinaro, Automic Logistics, in: Rivista Aeronautica, n. 1/2006  3

§      G. Calvello, Pronostics and Health Management: il catalizzatore logistico, in: Rivista Aeronautica, n. 1/2006  3

§      S. Cosci, Aspettando il JSF,in: Rivista Aeronautica n. 2/2006  3

§      R. Ferretti, Il punto sul JSF, in.: Panorama Difesa, n. 242/2006  3

§      R. Ferretti, JSF, via alla produzione, in: Panorama Difesa, n. 248/2006  3

 

 

 


Scheda illustrativa

 


PROGRAMMA PLURIENNALE DI R/S N. SMA 002/2002 RELATIVO ALLO SVILUPPO DEL VELIVOLO JOINT STRIKE FIGHTER - JSF (ATTO N. 99)

(a cura del Servizio Studi)

 

1. Obiettivo del programma.

Il programma costituisce la seconda fase di sviluppo del velivolo Joint Strike Fighter – JSF, risultante da una cooperazione internazionale con Stati Uniti, Canada e Regno Unito, con la successiva firma di supplementi bilaterali tra Stati Uniti e altri paesi, tra cui Olanda, Turchia, Danimarca e Norvegia. In particolare, la partecipazione al primo livello vede coinvolto solo il Regno Unito, che ha firmato il memorandum con il governo statunitense nel 2001; al secondo livello è presente l'Italia - che ha firmato il memorandum il 24 giugno 2002 per circa mille milioni di dollari - e l'Olanda; al terzo livello partecipano, con diverse quote di investimento, la Turchia, il Canada, l'Australia, la Danimarca e la Norvegia, infine si sono aggiunti Israele e Singapore. Questi ultimi, tuttavia, non partecipano come partner al programma, ma hanno sottoscritto accordi bilaterali con gli Stati Uniti (Secutity cooperation participation), che gli permettono di avere accesso ad un numero limitato di informazioni, ma non di avere accesso ai ritorni industriali, come per l’Italia.

Il JSF è un velivolo monoposto, monorotore, supersonico e caratterizzato da una bassa osservabilità da parte dei sistemi radar, con capacità di trasporto di carichi in stive interne ed un peso massimo di circa 30 tonnellate. Nasce in tre distinte varianti: convenzionale, a decollo corto e navale. Per l’Italia il JSF risponde alle esigenze operative della Marina e dell’Aeronautica: i velivoli, che saranno pienamente operativi a partire dal 2013, potranno infatti sostituire i velivoli di attacco al suolo AM-X e parte dei Tornado, per l’Aeronautica, e, per la Marina, gli AV8B imbarcati per la difesa delle forze navali, che le rispettive Forze armate hanno in programma di dimettere gradualmente tra il 2015 ed il 2020. La spesa complessiva prevista per il nostro paese è di circa 1.190 milioni di euro, a decorrere dal 2002, pari a circa il 4 per cento della fase di sviluppo.

 

 

2. Il parere approvato dalla Commissione Difesa nella XIV legislatura.

Nel corso delle sedute del 30 maggio e del 4 giugno 2002, La IV Commissione Difesa della Camera, nell’ambito dell’esame del suddetto programma pluriennale, ha giudicato indispensabile la partecipazione dell’Italia, in quanto i nuovi velivoli risulteranno, per le intrinseche caratteristiche tecniche, di livello tale da rendere più funzionale la componente aerea imbarcata della Marina Militare Italiana e quella di attacco al suolo dell'Aeronautica Militare, anche in relazione al nuovo scenario internazionale che vede notevolmente accresciuto il ruolo del nostro Paese.

La Commissione ha altresì osservato che lo sviluppo e la successiva acquisizione dei citati velivoli JSF dovranno coniugare l'esigenza di sviluppo della base tecnologica nazionale in settori produttivi di contenuto strategico, con la primaria necessità di soddisfare le politiche e le esigenze basilari della difesa nazionale, garantendo al contempo un'adeguata partecipazione del nostro Paese, con pari dignità, alle operazioni di peace-keeping e peace-enforcing. Conseguentemente, ha espresso parere favorevole, invitando al contempo il Governo, nel prosieguo delle attività del programma, ad assicurare ritorni tecnologici e benefici industriali per l’Italia, a salvaguardare le capacità industriali nazionali di integrazione del velivolo con eventuali armamenti sviluppati in ambito europeo, e ad individuare adeguate risorse economiche. Nel parere approvato dalla Commissione si impegna infine il Governo a riferire al Parlamento, entro e non oltre i 24 mesi, tutte le informazioni disponibili sull'andamento del progetto.

 

 

3. Audizione del capo del IV reparto della Segreteria generale del Ministero della difesa, generale Giuseppe Bernardis, sullo stato di attuazione del programma (28 luglio 2004).

Sempre nella XIV legislatura il Governo, a distanza di circa due anni dall’approvazione del parere, ha reso alla competente Commissione informazioni sull’evoluzione del progetto, mediante l’audizione del Generale Giuseppe Bernardis, responsabile del IV reparto della Segreteria generale del Ministero della Difesa. Nel corso dell’audizione, svoltasi il 28 luglio 2004, è emerso che, fino ad allora, da parte dell’Italia erano stati già pagati importi per un ammontare pari a 315 milioni di dollari, a fronte della destinazione all'Italia di 65 milioni di dollari, negoziati con gli Stati Uniti, necessari all'effettuazione di investimenti diretti nell'industria nazionale.

Il Gen. Bernardis aveva inoltre chiarito che, dall'inizio della fase di sviluppo – ovvero il 2001 – si era verificato un allungamento del programma, dovuto ad affinamenti tecnici finalizzati all'abbattimento del peso del velivolo per decollo corto: a ciò era conseguito un incremento dei costi complessivi del programma, interamente sostenuto dagli Stati Uniti.

Quanto all'andamento e allo sviluppo del velivolo, dei tre previsti blocchi di velivoli, l'Italia acquisirà il terzo blocco a partire dal 2013 o dal 2014, per un totale di 131 esemplari. L'accordo bilaterale siglato tra il Ministero della difesa italiano e Lockheed Martin ha previsto un minimo garantito di partecipazione industriale pari a 320 milioni di dollari ed un'aspettativa per 590 milioni di dollari. In realtà, secondo quanto riferito dal Generale Bernardis, relativamente a questa fase di sviluppo l’Italia aveva già concluso contratti per 138 milioni di dollari, ed ottenuto impegni per altri contratti garantiti per ulteriori 515 milioni di dollari.

La partecipazione allo sviluppo, inoltre, dovrebbe garantire un minore costo di acquisizione dei velivoli di produzione, nonché un recupero dei costi investiti tramite i diritti che deriveranno dalla vendita del velivolo a paesi terzi. I trasferimenti di tecnologia, uniti ad un significativo livello di partecipazione dell'industria nazionale, potrebbe consentire, ad avviso del Generale, la creazione di una linea di assemblaggio in Italia, e quindi di un supporto logistico autonomo, ferma restando l’esigenza di una verifica costante delle disponibilità finanziarie nel corso dello sviluppo del programma.

 

4. Ultimi sviluppi.

Il 19 febbraio 2006, il primo prototipo dell’F-35 ha lasciato la linea di assemblaggio e ha superato pienamente il test dell’impianto combustibile. Sono inoltre state validate le versioni a decollo convenzionale (F-35A) e a decollo corto ed atterraggio verticale (F-35B). A dicembre 2006 risulta positivamente concluso anche il test radar.

A tutt’oggi risulta imminente la firma del memorandum denominato PFSD (Production Sustainment and follow-on Development), in cui gli Stati Uniti e gli otto paesi partecipanti al programma dovranno concordare i quantitativi da produrre ed i relativi tempi di consegna: in tale circostanza ogni partner sarà quindi chiamato ad indicare il numero preciso di esemplari che intende acquisire. Tale passaggio è pertanto funzionale all’organizzazione delle linee di produzione, di approvvigionamento e di manutenzione, nonché all’assegnazione dei relativi contratti.

 

 


Documentazione