Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento bilancio
Titolo: La Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 68
Data: 09/05/2007
Descrittori:
CASSA DEPOSITI E PRESTITI ( CDP )     
Organi della Camera: V-Bilancio, Tesoro e programmazione


Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

 

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Documentazione e ricerche

 

 

 

 

 

 

 

La Cassa Depositi e Presiti S.p.A.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 68

 

 

9 maggio 2007

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento Bilancio e politica economica

 

SIWEB

 

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File: BI0169.doc

 


INDICE

 

La Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.

1.  Evoluzione storico-normativa. 3

2.  La trasformazione della Cassa depositi e prestiti in società per azioni4

3.  Le attività. 5

3.1.La gestione separata. 6

3.1.1.  Il finanziamento degli enti locali e degli enti pubblici in generale. 6

3.1.2.  Le partecipazioni azionarie. 7

3.1.3.  I fondi per il finanziamento di investimenti12

3.2.La gestione ordinaria. 13

4.  Il bilancio. 14

 


La Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.


1.  Evoluzione storico-normativa

La Cassa depositi e prestiti (CDP) nasce nell’Italia preunitaria quando, seguendo l’esempio francese, fu istituita nel 1850 con sede a Torino. L’origine della CDP è legata all’esigenza di utilizzare per il finanziamento degli investimenti pubblici le ingenti disponibilità finanziarie, provenienti dalla raccolta del risparmio postale. Per circa un secolo la CDP è stata una direzione generale del Ministero del tesoro, pur avendo contabilità e bilancio separati da quelli dello Stato.

 

Con legge 13 maggio 1983, n. 197, la CDP ha acquisito piena autonomia e nel 1993 è stata riconosciuta all’istituto la personalità giuridica (art. 22 del D.L. 18 gennaio 1993, n. 8, convertito dalla legge 19 marzo 1993, n. 68).

Successivamente, con il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 284[1], si è provveduto a riordinare l’assetto organizzativo e funzionale della CDP, ribadendo la natura giuridica di amministrazione dello Stato, dotata di propria personalità giuridica e di autonomia ordinamentale, organizzativa, patrimoniale e di bilancio, che svolge attività di interesse economico generale.

 

Con la legge finanziaria per il 2002 (legge n. 448/2001: art. 47, commi 1-5), si è previsto che la Cassa depositi e prestiti potesse intervenire nel finanziamento del piano straordinario delle infrastrutture e delle opere di grandi dimensioni a livello regionale e locale, individuate dal CIPE.

 

Successivamente, con il D.L. 15 aprile 2002, n. 63[2], la CDP è stata autorizzata a costituire una società finanziaria per azioni, "Infrastrutture S.p.A.", con il compito di finanziare, in via sussidiaria rispetto a banche e altri intermediari, da un lato, le infrastrutture e le grandi opere pubbliche, purché suscettibili di utilizzazione economica, dall’altro, gli investimenti per lo sviluppo. La legge finanziaria per il 2006 (legge n. 266/2005: art. 1, commi 79-83) ha peraltro disposto la fusione per incorporazione con effetto dal 1° gennaio 2006 della Società Infrastrutture S.p.A. nella Cassa depositi e prestiti (nel frattempo a sua volta trasformata in società per azioni: v. infra), la quale ha conseguentemente assunto tutti i beni, i diritti e i rapporti giuridici attivi e passivi di Infrastrutture Spa, incluso il patrimonio separato.

 

2.  La trasformazione della Cassa depositi e prestiti in società per azioni

L’articolo 5 del decreto-legge n. 269/2003 (“collegato” alla legge finanziaria 2004 - convertito, con modificazioni, dalla legge n. 326/2003) ha disposto la trasformazione della Cassa depositi e prestiti in società per azioni, denominata “Cassa depositi e prestiti società per azioni” (CDP S.p.A.).

 

In attuazione di quanto previsto dal D.L. 269/2003, è stato emanato, il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 5 dicembre 2003, che ha, tra l’altro, determinato il capitale sociale della CDP S.p.A. in 3,5 miliardi di euro. Il capitale sociale è stato interamente versato su un conto corrente presso la tesoreria centrale dello Stato.

Il capitale sociale è suddiviso in 350 milioni di azioni del valore nominale di 10 euro. Le azioni sono ripartite in 245 milioni di azioni ordinarie e 105 milioni di azioni privilegiate.

 

In data 27 aprile 2005 è stato inoltre adottato, con D.P.C.M. non pubblicato in Gazzetta ufficiale, lo statuto della CDP S.p.A. e sono stati nominati i componenti degli organi sociali[3].

Gli organi sociali sono stati rinnovati il 26 aprile 2007.

 

La società per azioni assume la configurazione di intermediario finanziario non bancario ed è soggetta alla vigilanza della Banca d’Italia nelle forme previste per gli intermediari finanziari iscritti nell’elenco speciale di cui all’articolo 107 del Testo unico bancario[4].

E’ inoltre previsto che altri soggetti pubblici o privati, tra cui sono indicate espressamente le fondazioni bancarie, possono detenere quote di capitale, purché nel complesso tali quote rimangano di minoranza (decreto-legge n. 269/2003: art. 5, comma 2).

 

Attualmente, la proprietà del capitale azionario della società è per il 70 per cento del Ministero dell’economia e finanze e per il 30 per cento corrispondente ad un valore di 1 miliardo e 50 milioni di euro, di un gruppo di 65 fondazioni bancarie.

Complessivamente le fondazioni bancarie hanno sottoscritto la totalità delle azioni privilegiate, che hanno diritto di voto nelle assemblee ordinarie e in quelle straordinarie e che saranno convertite in azioni ordinarie dal 1° gennaio 2010.

 

3.  Le attività

L’attività della società per azioni è strutturata su due aree distinte, che comportano anche una separazione organizzativa e contabile.

 

La prima area, organizzata come gestione separata, prosegue l’attività tradizionale della Cassa depositi e prestiti.

Essa cura la concessione di finanziamenti agli enti pubblici e agli organismi di diritto pubblico, utilizzando, come provvista, il risparmio postale garantito dallo Stato e i fondi provenienti da emissioni di titoli e altre operazioni di raccolta, che possono essere assistiti dalla garanzia dello Stato (v. infra, §3.1).

Alla gestione separata sono altresì assegnate le partecipazioni azionarie di cui la CDP S.p.A. è titolare (v. infra, §3.2.).

Specifiche disposizioni legislative hanno previsto l’istituzione di fondi, destinati al finanziamento di investimenti, che operano presso la gestione separata (v. infra, §3.3.).

 

Fanno parte dei compiti spettanti alla gestione separata anche le attività strumentali, connesse e accessorie.

La gestione separata, infine, può effettuare attività di assistenza e consulenza in favore dei soggetti beneficiari dei finanziamenti da essa concessi.

 

La separazione della gestione alla quale è affidato il finanziamento degli enti pubblici riguarda i profili contabili e organizzativi.

 

La gestione separata è soggetta ad una disciplina speciale, caratterizzata dai seguenti profili:

§      attribuzione del potere di indirizzo al  Ministro dell’economia e delle finanze;

 

In particolare il Ministro, con propri decreti di natura non regolamentare, stabilisce:

-       i criteri per la definizione delle condizioni economiche e generali degli strumenti di raccolta (libretti di risparmio postale e dei buoni fruttiferi postali, nonché titoli emessi e altre operazioni di finanziamento) che sono assistiti dalla garanzia dello Stato;

-       i criteri per la definizione delle condizioni economiche e generali degli impieghi; al riguardo vengono espressamente indicati i princìpi di accessibilità, uniformità di trattamento, predeterminazione e non discriminazione;

-       le norme in materia di trasparenza, pubblicità, contratti e comunicazioni periodiche;

-       i criteri per la gestione delle partecipazioni assegnate.

 

§      integrazione del consiglio di amministrazione con rappresentanti del Ministero dell’economia e delle finanze e con rappresentanti e degli enti locali[5];

§      sottoposizione alla vigilanza di un’apposita Commissione, di cui fanno parte parlamentari;

§      possibilità di avvalersi della rappresentanza in giudizio e della difesa da parte dell’Avvocatura dello Stato.

 

La seconda area (gestione ordinaria) ha per compito la concessione di finanziamenti relativi alle reti e agli impianti destinati alla fornitura dei servizi pubblici ed alle bonifiche. Questi finanziamenti sono concessi a valere sui fondi provenienti da emissioni di titoli e operazioni di raccolta non assistite dalla garanzia dello Stato.

 

Alla CDP S.p.A. è attribuita la facoltà di costituire patrimoni separati, destinandoli specificamente al soddisfacimento dei diritti di portatori di titoli e di altri soggetti finanziatori.

 

Il decreto-legge n. 269/2003 prevede che il Ministro dell’economia e delle finanze, sulla base di apposita relazione presentata dalla CDP SpA, riferisce annualmente al Parlamento sulle attività svolte e sui risultati conseguiti dalla CDP S.p.A (art. 5, comma 16).

Si segnala che non sono state mai trasmesse relazioni in adempimento di questa disposizione.

3.1.   La gestione separata

3.1.1.     Il finanziamento degli enti locali e degli enti pubblici in generale

La prima area di attività affidata alla gestione separata riguarda la concessione di finanziamenti, sotto qualsiasi forma, allo Stato, alle regioni, agli enti locali, agli enti pubblici in generale e agli organismi di diritto pubblico.

 

I soggetti beneficiari dell’attività di finanziamento svolta dalla gestione separata sono principalmente gli enti locali.

L’attività di finanziamento avviene sulla base di criteri di uniformità di trattamento, senza valutazione di merito sui crediti concessi; ciò rappresenta un forte elemento di distinzione rispetto al modus operandi delle istituzione bancarie.

La quota di mercato della Cassa depositi e prestiti S.p.A. sul debito degli enti territoriali risulta pari, nel mese di dicembre 2006, al 29,2% (nel dicembre dell’anno precedente la quota di mercato era del 25,8%)[6].

Le forme di provvista relative ai finanziamenti della gestione separata sono rappresentate, in primo luogo, dal risparmio postale, raccolto attraverso libretti di risparmio postale e buoni fruttiferi postali. La distribuzione di questi prodotti è affidata a Poste italiane S.p.A. o a società da essa controllate e su di essi sussiste la garanzia dello Stato.

E’ inoltre previsto che la CDP S.p.A. possa raccogliere fondi con l’emissione di titoli o, più in generale, l’assunzione di finanziamenti e altre operazioni finanziarie, che possono essere assistite dalla garanzia dello Stato.

 

Allo stato attuale la raccolta è rappresentata quasi esclusivamente da risparmio postale, che ha raggiunto nel 2006 i 145 miliardi di euro.[7]

Per ciò che attiene al finanziamento attraverso l’emissione di titoli, la Cassa depositi e prestiti S.p.A. ha avviato un programma per emettere fino a 20 miliardi di covered bond[8]. Al 30 settembre 2006, i covered bond ammontavano a 8 miliardi di euro.

 

Per ciò che attiene agli impieghi, una parte della raccolta è destinata al finanziamento degli enti pubblici, la restante parte finanzia il conto di tesoreria dello Stato.

Nel 2005, il 46% degli impieghi è stato destinato ai mutui, mentre il 54% ha alimentato il conto corrente di tesoreria.

3.1.2.     Le partecipazioni azionarie

Il D.L. n. 269/2003 ha previsto la possibilità di trasferire, a titolo oneroso alla Cassa depositi e prestiti, con il decreto ministeriale di attuazione della trasformazione in società per azioni,  partecipazioni societarie dello Stato, anche indirette (art. 5, comma 3) e, più in generale, la possibilità per la Cassa di assumere partecipazioni (art. 5, comma 8).

 

La Cassa depositi e prestiti ha pertanto assunto, al momento della trasformazione in società per azioni, un ruolo molto rilevante di strumento attivo nella realizzazione dei programmi di privatizzazione delle partecipazioni ancora detenute dallo Stato.

Per effetto della trasformazione, infatti, la Cassa è stata collocata al di fuori del settore delle amministrazioni pubbliche, per cui i proventi della cessione di attività finanziarie da parte dello Stato possono essere contabilizzati a riduzione del debito pubblico. Per altro verso, il Ministro dell’economia e delle finanze continua ad esercitare un’influenza decisiva sull’attività della Cassa, in conseguenza sia della larga maggioranza detenuta nel capitale dell’istituto, sia degli specifici poteri ad esso attribuiti con riferimento alla gestione separata, alla quale sono affidate le partecipazioni cedute dallo Stato.

 

Il decreto del Ministro dell’economia e della finanze 27 gennaio 2005 ha fissato criteri guida per l’acquisizione di partecipazioni da parte di CDP (ulteriori rispetto a quelle trasferite con il DM di trasformazione in SpA).

La Cassa può acquisire, anche avvalendosi dei fondi provenienti dalla raccolta del risparmio postale, partecipazioni in società la cui attività:

§      è funzionale o ausiliaria al compimento dell’oggetto sociale (partecipazioni strumentali);

§      è legata da un vincolo di interdipendenza con l’oggetto sociale (partecipazioni connesse);

§      è legata da un vincolo di complementarietà con l’oggetto sociale (partecipazioni accessorie).

 

Attualmente le principali partecipazioni detenute dalla Cassa depositi e prestiti

sono le seguenti (per il quadro completo si rinvia a pag.

§      il 10% di ENI SpA, per un valore di libro di 5,3 miliardi di euro;

§      il 10,35% di ENEL SpA, per un valore di libro di 3,2 miliardi di euro;

§      il 35% di Poste Italiane SpA., per un valore di libro di 2,5 miliardi di euro;

§      il 30% di Terna SpA, per un valore di libro di 1,3 miliardi di euro;

§      il 10,1% STMicroelectronics N.V., per un valore di libro di 1,4 miliardi di euro.

 

I valori di libro complessivi delle partecipazioni sono pari dunque a 13,7 miliardi di euro: i valori aggiornati dovrebbero ammontare invece a circa 20 miliardi di euro[9].

 

La cessione alla Cassa depositi e prestiti S.p.A. delle partecipazioni dello Stato in ENI, ENEL e Poste Italiane è stata disposta, contestualmente alla privatizzazione della Cassa medesima, con il D.M. 5 dicembre 2003, che ha definito i rapporti patrimoniali tra la Cassa e il Ministero dell’economia. Complessivamente, in virtù del D.M., sono state cedute, alla Cassa depositi e prestiti S.p.A. partecipazioni dello Stato per un importo di 11 miliardi di euro, prelevato dai conti correnti di tesoreria intestati alla Cassa per essere trasferito sul fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato.

In connessione con la trasformazione della Cassa depositi e prestiti in società per azioni sono state pertanto effettuate operazioni di privatizzazione per un valore complessivo di circa 12 miliardi di euro, di cui 11 miliardi relativi alle partecipazioni cedute dallo Stato alla nuova società e 1 miliardo relativo alla quota del capitale della nuova società ceduta alle fondazioni bancarie.

 

In data 26 novembre 2004, Cassa depositi e prestiti  S.p.A. e Finmeccanica hanno stipulato l’accordo definitivo per il trasferimento alla CDP del 10,3% del capitale sociale di STMicroelectronics N.V.[10], per un valore di 1,44 miliardi di euro.[11]. L’operazione ha costituito la principale fonte di finanziamento di Finmeccanica per l’acquisizione della quota del 50% della joint venture elicotteristica AgustaWestland N.V.

 

In data 15 settembre 2005, la Cassa depositi e prestiti ha acquisito da ENEL S.p.A. il 30 per cento del capitale sociale di Terna S.p.A.[12]. L’operazione è stata giustificata dall’esigenza di rafforzare il ruolo della Cassa depositi e prestiti nella realizzazione di investimenti infrastrutturali strategici e di consolidare la liberalizzazione nel settore elettrico.

Contestualmente, è stata disposta l’acquisizione da parte di Terna S.p.A. del ramo di azienda della società Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale S.p.A (GRTN) organizzato per l’esercizio dell’attività di trasmissione dell’energia elettrica, alla scopo di unificare in capo ad un unico soggetto la proprietà della Rete di trasmissione nazionale dell’energia elettrica (detenuta da Terna per il 94%) e la gestione della stessa, in attuazione dell’articolo 1-ter del decreto-legge n. 239/2003[13].

A tale proposito, si segnala che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, in data 4 agosto 2005, ha emesso un’autorizzazione con condizioni alle operazioni di concentrazione relative all’acquisizione da parte di Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. del 30% del capitale sociale di Terna S.p.A. e del ramo di azienda della società Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale S.p.A[14].

In particolare, l’Autorità garante ha autorizzato l’operazione prescrivendo la cessione, a decorrere dal 1° luglio 2007 ed entro i 24 mesi successivi, da parte della Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. della partecipazione detenuta nella società ENEL S.p.A. (pari al 10,2% del capitale sociale), nonché specifiche misure a garanzia della neutralità dell’operato della Cassa[15]. L’Autorità garante ha infatti ritenuto che l’acquisizione da parte di Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., azionista di rilievo dell’ENEL, di una posizione dominante nel mercato della trasmissione dell’energia elettrica è idonea ad ostacolare la concorrenza nei mercati, verticalmente connessi, della vendita di energia all’ingrosso e dei servizi di dispacciamento.

Il TAR del Lazio, con sentenza del 13 marzo 2006, ha riconosciuto la legittimità della delibera dell’Autorità garante, respingendo il ricorso presentato dalla Cassa depositi e prestiti. La sentenza del TAR è stata nella sostanza confermata dal Consiglio di Stato, con decisione  del 12 febbraio 2007[16].

 

Si segnala inoltre che, in data 23 gennaio 2007 la Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., insieme a Unicredit, Banca Intesa Infrastrutture e Sviluppo, alcune delle principali fondazioni e la Cassa Previdenziale Geometri, ha costituito la società F2i SGR S.p.A., che avrà il compito di promuovere e gestire il fondo chiuso di investimento “Fondo Italiano per le Infrastrutture – F2i”.

A fine marzo 2007 la CDP deteneva una partecipazione del 40% nel capitale di F2i SGR S.p.A., destinata ad essere ridotta nel corso del 2007 al 14,3%, in seguito all’ingresso di nuovi soci.

 

La seguente tabella sintetizza il quadro delle partecipazioni detenute dalla CDP SpA, evidenziando per ciascuna partecipazione la quota del capitale sociale detenuta ed il relativo valore di bilancio (la tabella non considera la partecipazione in F2i SGR S.p.A.).

 (dati in migliaia di euro)

Società non quotate

 

Società quotate

 

Private equity

Posta Italiane S.p.A

35%

2.578.406

 

Eni S.p.A

10%

10.199.347

 

Galaxy S.àr.l.

40%

13.099

 

 

 

 

 

Europrogetti &
Finanza S.p.A (EPF)

31,8%

2.125

 

Enel S.p.A

10,2%

4.904.134

 

Fondo PPP Italia

 

 

 

 

 

Istituto per il Credito
Sportivo (ICS)

21,6%

2.066

 

STMicroelectronics N.V.

10,1%**

 

 

Fondo Abitare Sociale 1

 

 

 

 

 

Sistema Iniziative
Locali S.p.A (Sinloc)

11,85%

5.554

 

Terna S.p.A

30%

1.311.330

 

 

 

 

 

 

 

Tunnel di
Genova S.p.A

33,3%

                     0**

 

 

 

 

*     Partecipazione indiretta, controllata tramite STMicroelectronics Holding N.V. di cui CDP possiede il 30,0%, per un valore di bilancio di 1.507 milionidi euro.

**   Partecipazione svalutata al 31 dicembre 2006.

 

3.1.3.     I fondi per il finanziamento di investimenti 

Presso la gestione separata operano altresì alcuni Fondi per l’erogazione di crediti, istituiti da specifiche disposizioni legislative.

 

Si segnalano in particolare:

§          il Fondo per la contribuzione agli investimenti per lo sviluppo del trasporto merci per ferrovia, con particolare riferimento al trasporto combinato e di merci pericolose ed agli investimenti per le autostrade viaggianti (cd. Fondo intermodalità), istituito dalla legge n. 166/2002[17] (art. 38, comma 6);

§          il Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI), istituito dalla legge finanziaria 2005 (legge n. 311/2004: art. 1, commi 354-361). finalizzato alla concessione di finanziamenti agevolati alle imprese in forma di anticipazione di capitali rimborsabile secondo un piano di rientro pluriennale. La dotazione iniziale del Fondo è stata stabilita in 6 miliardi di euro, da finanziare con le risorse del risparmio postale[18].

Una quota, pari ad almeno il 30 per cento della dotazione, è destinata, sulla base delle previsioni del decreto-legge cd. “competitività”[19] al sostegno di attività, programmi e progetti strategici di ricerca e sviluppo delle imprese, da realizzare anche congiuntamente a soggetti della ricerca pubblica[20].

La legge finanziaria 2007 (legge n. 296/2006: art. 1, commi 855-859) ha esteso il campo di operatività delFondo agli interventi previsti da leggi regionali di agevolazione ovvero conferiti alle regioni ai sensi del decreto legislativo n. 112 del 1998[21] per gli investimenti produttivi e per la ricerca. A tal fine, la Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. è stata autorizzata ad incrementare la dotazione del Fondo fino ad un massimo di 2 miliardi di euro.

 

 

3.2.   La gestione ordinaria

La seconda area di attività che il decreto-legge n. 269/2003 attribuisce alla Cassa depositi e prestiti S.p.A. ha per oggetto la concessione di finanziamenti, sotto qualsiasi forma, per opere, impianti, reti e dotazioni relativi alla fornitura di servizi pubblici e alle bonifiche ed è affidata alla gestione ordinaria.

 

La provvista per questi finanziamenti è  reperita attraverso l’emissione di titoli e, più in generale, l’assunzione di finanziamenti e l’effettuazione di altre operazioni finanziarie.

 

La competenza a deliberare le operazioni di raccolta di fondi, sotto qualsiasi forma, spetta all’organo amministrativo della CDP S.p.A.

Non si applica il divieto, per i soggetti diversi dalle banche, di raccolta del risparmio tra il pubblico.

Per quanto concerne i finanziamenti concessi dalla gestione ordinaria per reti ed impianti destinati a servizi pubblici è escluso peraltro che la CDP S.p.A. possa raccogliere fondi rimborsabili a vista.

La raccolta dei fondi per i finanziamenti della gestione ordinaria è effettuata esclusivamente presso investitori istituzionali.

 

In ogni caso, per quanto concerne la raccolta dei fondi da destinare all’attività della gestione ordinaria è espressamente esclusa la garanzia dello Stato.

 

L’ambito di operatività della gestione ordinaria risulta al momento ben più limitato di quello della gestione separata, anche se in crescita.

Nella gestione si rileva una tendenziale correlazione tra volume di raccolta ed ammontare di erogazioni.

 

L’attività di raccolta avviene principalmente attraverso emissioni di titoli nell’ambito dell’Euro medium Term Notes Programme.

 

Il volume complessivo di finanziamenti erogati risulta nel 2006 pari a 1,1 miliardi di euro.

 

 

4.  Il bilancio

L’esercizio 2006 si è chiuso con un utile di esercizio della Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. di 2 miliardi di euro, in crescita del 25% rispetto all’anno precedente (1,6 miliardi di euro). L’utile è stato peraltro influenzato in positivo da ricavi di natura non ricorrente.

Il rapporto utile/patrimonio netto iniziale (ROE) si è attestato al 19,4%, in linea con l’anno precedente.

 

(valori in milioni di euro)

Dati economici

Esercizio 2006

Esercizio 2005

Variazione
%

Margine di interesse

1.780

2.035

-12,5

Margine di intermediazione lordo

2.716

2.180

24,6

Risultato netto della gestione finanziaria

2.681

2.178

23,1

Risultato di gestione

2.614

2.110

23,9

Utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte

2.617

2.100

24,6

Utile d’esercizio

2.053

1.642

25,0

 

 

Il patrimonio netto a fine 2006 ha raggiunto i 13,3 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 10,6 miliardi di euro del 2005[22].

(valori in milioni di euro)

Patrimonio netto

Esercizio 2006

Esercizio 2005

Variazione
%

Capitale

3.500

3.500

0,0

Riserva legale

61

14

325,7

Riserve FTA e altre riserve

1.211

415

191,5

Riserve da valutazione

6.460

5.015

28,8

Utile dell’esercizio

2.053

1.642

25,0

Totale

13.284

10.586

25,5


 



[1]     In attuazione dell’art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59.

[2]     Convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n. 112.

[3]     Organi della società sono l’Assemblea, il Consiglio di amministrazione, composto da 9 membri, e il Collegio sindacale, composto da 5 sindaci effettivi e da 2 sindaci supplenti.

      Il Consiglio di amministrazione nomina il Direttore generale.

      E’ prevista, inoltre, l’istituzione di un Comitato di indirizzo con funzioni consultive e propositive nei confronti del Consiglio di amministrazione, relativamente alla formulazione degli indirizzi strategici della società. Il Comitato di indirizzo è composto dal Direttore generale e da 8 membri nominati dal Consiglio di amministrazione.

[4]     L’articolo 107 del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385) prevede l’iscrizione in un elenco speciale degli intermediari finanziari che presentano determinati requisiti, relativi all'attività svolta, alla dimensione e al rapporto tra indebitamento e patrimonio, individuati dal Ministro del tesoro, sentite la Banca d'Italia e la CONSOB.

[5]     Il consiglio di amministrazione della CDP S.p.A. è integrato, per gli atti di amministrazione relativi alla gestione separata, dal ragioniere generale dello Stato, dal direttore generale del Tesoro e da tre esperti in materie finanziarie in rappresentanza, rispettivamente, delle regioni, delle province e dei comuni, nominati con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, scegliendoli da terne presentate dalla Conferenza dei presidenti delle giunte regionali, dall'UPI e dall'ANCI.

[6]     Il dato è tratto da CDP SpA – Sintesi del bilancio 2006, pubblicato sul sito internet della CDP.

[7]     In particolare, su 144.540 milioni di euro, 70.583 milioni sono stati raccolti attraverso libretti postali e 73.957 attraverso buoni fruttiferi.

[8]     I covered bond, o obbligazioni bancarie garantite, sono titoli obbligazionari connotati dalla presenza di una garanzia su specifiche categorie di attività del soggetto emittente.

[9]     Cfr. audizione del 7 febbraio 2007 presso la Commissione bilancio della Camera del viceministro per l’economia e le finanze sul ruolo della Cassa depositi e prestiti e sulle sue prospettive future.

[10]    La STMicroelectronics è stata costituita nel 1987 dalla fusione tra l’italiana SGS Microelettronica e la francese Thomson Semiconducteurs ed opera nel settore della produzione di componenti elettronici a semiconduttore.

[11]    Il trasferimento è avvenuto tramite la cessione di una quota del capitale sociale della holding italo-franceseSTHolding Microelectronics N.V., attraverso la quale Finmeccanica e FT1CI (la holding partecipata da Areva e France Télécom) detenevano le rispettive partecipazioni in STM. La quota acquisita ha assicurato alla CDP la soglia rilevante al fine del mantenimento della governance congiunta italo-francese di STH (e quindi di STM) e ne ha fatto il socio di maggioranza della compagine italiana.

[12]    Terna - Trasmissione Elettricità Rete Nazionale S.p.A. è la società responsabile in Italia della trasmissione e del dispacciamento dell’energia elettrica sulla rete ad alta e altissima tensione su tutto il territorio nazionale. Terna è una società per azioni quotata in Borsa. Il collocamento delle azioni è avvenuto nel giugno 2004. Attualmente l’azionista di maggioranza relativa è la Cassa Depositi e Prestiti, che detiene il 29,99% del pacchetto azionario.

[13]    Convertito, con modificazioni, dalla legge n. 290/2003. Cfr. anche il DPCM 11 maggio 2004.

[14]    Provvedimento n. 14542 del 4 agosto 2005.

[15]    E’ stata in particolare disposta l'adozione da parte della Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.,, in via transitoria e fino alla prescritta cessione della quota di capitale di ENEL, dei seguenti impegni:

-       approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione della società Terna S.p.A., entro sei mesi dalla unificazione tra la proprietà e la gestione della Rete di Trasmissione Nazionale, di una delibera che disponga le procedure idonee a definire il ruolo dell'organo denominato Comitato di Consultazione di cui all'articolo 1 del D.P.C.M. 11 maggio 2004;

-       nomina di almeno sei dei sette consiglieri della società Terna S.p.A. nell'ipotesi di un Consiglio di Amministrazione composto da dieci membri, con caratteristiche di indipendenza tali da garantire una gestione improntata al rispetto dei principi di neutralità ed imparzialità,. con mantenimento di analoga proporzione qualunque sia il numero dei membri del consiglio di amministrazione.

[16]    Il Consiglio di Stato ha annullato la delibera dell’Autorità garante limitatamente alla prescrizione relativa alla nomina dei consiglieri di amministrazione di Terna (cfr. nota precedente).

[17]    Disposizioni in materia di infrastrutture e trasporti.

[18]    La ripartizione del Fondo è rimessa a delibere del CIPE sottoposte al controllo preventivo della Corte dei conti: il Fondo è ripartito per essere destinato ad interventi agevolativi alle imprese, individuati dalle stesse delibere sulla base degli interventi già disposti a legislazione vigente e per i quali sussiste apposito stanziamento di bilancio. Al Ministro competente è attribuita la funzione di stabilire, con decreto di natura non regolamentare i requisiti e le condizioni per l'accesso ai finanziamenti agevolati .

[19]    Decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito con modificazioni dalla legge 14 maggio 2005, n. 80.

[20]    L’individuazione degli obiettivi e delle modalità di utilizzo è affidata al Programma Nazionale della Ricerca (PNR), approvato annualmente dal CIPE.

[21]    Recante “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della L. 15 marzo 1997, n. 59”, pubblicato nella G. U. 21 aprile 1998, n. 92, S.O.

[22]    I dati tengono conto della nuova applicazione dei principi contabili IAS/IFRS; il patrimonio netto al 31 dicembre 2005 rilevato con l’applicazione dei principi contabili italiani risultava pari a 5,8 miliardi di euro.