Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento bilancio
Titolo: Rendiconto 2005 - Assestamento 2006 - A.C. 1253 e A.C. 1254
Riferimenti:
AC n. 1254/XV   AC n. 1253/XV
Serie: Progetti di legge    Numero: 25
Data: 19/07/2006
Descrittori:
BILANCIO DI ASSESTAMENTO   RENDICONTO GENERALE DELLO STATO
Organi della Camera: V-Bilancio, Tesoro e programmazione


Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

 

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Progetti di legge

 

 

 

 

 

 

 

 

Rendiconto 2005
Assestamento 2006

A.C. 1253 e A.C. 1254

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 25

 

 

19 luglio 2006


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento Bilancio e politica economica

 

SIWEB

 

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File: BI0025.doc


INDICE

PARTE I - Rendiconto 2005 (A.C. 1253)

1. Funzioni e disciplina del Rendiconto generale dello Stato. 3

2. Il disegno di legge recante il Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2005 (A.C. 1253)7

3. Il giudizio di parificazione della Corte dei conti sul Rendiconto finanziario per il 2005  9

3.1  Le conseguenze sul bilancio dello Stato dell’abrogazione dell’obbligo di versamento da parte delle banche dell’1,5 per cento delle somme riscosse. 11

4. I risultati di finanza pubblica nel 2005. 14

5. I saldi del conto del bilancio. 16

5.1  I saldi di competenza. 16

5.2  I saldi di cassa. 17

5.3  I risultati di competenza a raffronto con il livello dei saldi fissato nella legge finanziaria: serie storica. 18

5.4  Le regolazioni contabili e debitorie. 20

6. La gestione di competenza. 21

6.1  Entrate finali23

6.2  Spese finali24

6.3  Spese per rimborso prestiti ed entrate da accensione di prestiti25

7. La gestione dei residui26

7.1  Disciplina dei residui26

7.2  Entità complessiva dei residui al termine dell’esercizio 2005. 28

7.3  I residui provenienti dagli esercizi precedenti33

7.4  I residui di nuova formazione. 33

8. La gestione di cassa. 36

9. Il conto generale del patrimonio. 40

9.1  Struttura e funzioni40

9.2  I risultati generali della gestione patrimoniale per l’esercizio finanziario 2005  42

Tavole riepilogative Rendiconto 2005. 45

PARTE II - Assestamento 2006 (A.C. 1254)

1. L’assestamento del bilancio dello Stato. 57

1.1  Funzione dell’assestamento del bilancio dello Stato. 57

1.2  La struttura e il contenuto del disegno di legge di assestamento del bilancio dello Stato per l’esercizio 2006. 58

2. I saldi del bilancio dello Stato risultanti dalle previsioni assestate. 61

3. Le variazioni di competenza. 65

4. Le variazioni di cassa. 71

5. L’accertamento dei residui passivi73

6. Le regolazioni debitorie e contabili74

6.1.I saldi al lordo delle regolazioni debitorie e contabili74

6.2  L’entità delle regolazioni debitorie e contabili74

7. L’emissione di titoli pubblici76

Tavole riepilogative Assestamento 2006. 77

Elenco delle U.P.B. interessate dall’articolo 25 del D.L. n. 223/2006 e dal d.d.l. di assestamento  87

Appendice

Glossario dei principali termini macroeconomici e di finanza pubblica. 95

 

 


 

PARTE I - Rendiconto 2005
(A.C. 1253)

 


1. Funzioni e disciplina del Rendiconto generale dello Stato

Il Rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura del ciclo di gestione della finanza pubblica (anno finanziario) adempie all'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria.

La disciplina del rendiconto generale dello Stato è dettata dagli articoli da 21 a 24 della legge n. 468/1978; in particolare, l’articolo 22 stabilisce che il rendiconto generale dello Stato è costituito da due parti:

1)   il conto del bilancio, che espone l’entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento;

2)      il conto del patrimonio, che espone le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato.

L’esposizione dettagliata delle risultanze della gestione è fornita, su appositi stampati, dal conto del bilancio, che risulta costituito dal conto consuntivo dell’entrata e, per la parte di spesa, dal conto consuntivo relativo a ciascun Ministero.

A seguito della riforma del bilancio, di cui alla legge n. 94/1997 e al D.Lgs. 279/1997, anche i conti consuntivi sono redatti per unità previsionali di base, che costituiscono oggetto di decisione parlamentare.

Le unità previsionali di base sono ripartite per centri di responsabilità amministrativa ed evidenziano l’insieme delle risorse finanziarie affidate alla gestione di un unico centro di responsabilità. L’individuazione dei centri di responsabilità amministrativa viene effettuata in modo che la struttura del bilancio dello Stato corrisponda all’organizzazione dell’amministrazione statale.

In particolare , le UPB di spesa sono contrassegnate da 4 numeri; il primo numero indica il centro di responsabilità amministrativa, il secondo il titolo della spesa (1=spesa corrente; 2=spesa in conto capitale).

 

Per ciascuna unità previsionale di base vengono esposti i risultati relativi alla gestione dei residui, alla gestione di competenza e alla gestione di cassa.

La gestione di competenza evidenzia l’entità complessiva degli accertamenti di entrata e degli impegni di spesa effettuati nel corso dell’esercizio finanziario.

La gestione di cassa evidenzia, per la parte di entrata, le somme riscosse e versate nella tesoreria dello Stato e, per la parte di spesa, i pagamenti compiuti dalle amministrazioni statali.

Nella gestione dei residui vengono registrate le operazioni di incasso e di pagamento effettuate in relazione ai residui (rispettivamente, attivi e passivi) risultanti dagli esercizi precedenti.

 

Un apposito allegato tecnico, predisposto per ogni conto consuntivo, espone i risultati disaggregati per i singoli capitoli che sono compresi in ciascuna unità previsionale di base. A seguito della riforma del bilancio, infatti, la ripartizione delle unità previsionali in capitoli viene demandata ad atto amministrativo; i capitoli, peraltro, rimangono la voce contabile fondamentale ai fini della gestione e rendicontazione.

 

In un’apposita appendice del conto del bilancio i dati di consuntivo della spesa sono classificati, con riferimento a ciascun Ministero, per funzioni-obiettivo, attraverso le quali si evidenziano le finalità della spesa medesima.

 

La classificazione per funzioni obiettivo è articolata su quattro livelli, di cui i primi tre sono definiti in base alla classificazione COFOG (SEC95) adottata in sede comunitaria, mentre il quarto livello, relativo alle “missioni istituzionali”, indica gli obiettivi perseguiti da ciascuna amministrazione.

La ripartizione per “funzioni-obiettivo” di 1° livello delle spese complessive (spese finali + rimborso prestiti) è articolata in 10 voci:

Funzioni-obiettivo – 1° livello

1.

Servizi generali delle pubbliche amministrazioni

2.

Difesa

3.

Ordine pubblico e sicurezza

4.

Affari economici

5.

Protezione dell’ambiente

6.

Abitazioni e assetto territoriale

7.

Sanità

8.

Attività ricreative, culturali e di culto

9.

Istruzione

10.

Protezione sociale

 

A fini conoscitivi, le previsioni del bilancio sono classificate, oltre che in relazione all’analisi funzionale (ripartizione delle spese per funzioni-obiettivo), anche in relazione all’analisi economica (ripartizione delle entrate e delle spese per categorie).

A tale riguardo, a partire dalla legge di bilancio per il 2000, è stata introdotta, in sostituzione delle tradizionali categorie, una classificazione economica degli stanziamenti di spesa elaborata secondo i criteri di contabilità nazionale previsti dal SEC95.

La nuova classificazione economica delle spese finali del bilancio dello Stato, è articolata in 19 voci di 1° livello, di cui 12 di parte corrente e 7 di conto capitale, così definite:


 

Spese finali: Classificazione per Categorie economiche – Sec95

Titolo I – Spese correnti

Categoria 1

Redditi da lavoro dipendente

Categoria 2

Consumi intermedi

Categoria 3

Imposte pagate sulla produzione

Categoria 4

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

Categoria 5

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

Categoria 6

Trasferimenti correnti a imprese

Categoria 7

Trasferimenti correnti a estero

Categoria 8

Risorse proprie CEE

Categoria 9

Interessi passivi e redditi da capitale

Categoria 10

Poste correttive e compensative

Categoria 11

Ammortamenti

Categoria 12

Altre uscite correnti

Titolo I – Spese in conto capitale

Categoria 21

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

Categoria 22

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

Categoria 23

Contributi agli investimenti ad imprese

Categoria 24

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private

Categoria 25

Contributi agli investimenti a estero

Categoria 26

Altri trasferimenti in conto capitale

Categoria 31

Acquisizioni di attività finanziarie

Per quanto riguarda invece le entrate, il rendiconto 2005 conserva ancora la tradizionale classificazione per categorie:

Entrate finali: Classificazione per Categorie economiche

Titolo I - Entrate Tributarie

Categoria I

Imposte sul patrimonio e sul reddito

Categoria II

Tasse e imposte sugli affari

Categoria III

Imposte sulla produzione, consumi e dogane

Categoria IV

Monopoli

Categoria V

Lotto, lotterie ed altre attività di giuoco

Titolo II - Entrate Extratributarie

Categoria VI

Proventi speciali

Categoria VII

Proventi dei servizi pubblici minori

Categoria VIII

Proventi dei beni dello Stato

Categoria IX

Prodotti netti di aziende autonome e utili di gestione

Categoria X

Interessi su anticipazioni e crediti vari del tesoro

Categoria XI

Recuperi, rimborsi e contributi

Categoria XII

Partite che si compensano nella spesa

Titolo III – Alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti

Categoria XIII

Vendita di beni ed affrancazione di canoni

Categoria XVI

Ammortamento di beni patrimoniali

Categoria XV

Rimborso di anticipazione e di crediti vari del tesoro

 

Si segnala infine che la rilevanza dei saldi del bilancio dello Stato come indicatori di finanza pubblica è andata progressivamente attenuandosi.

Ciò è dovuto in primo luogo all’importanza che assume, per il rispetto dei vincoli europei, il saldo dell’indebitamento netto riferito al conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche.

 

A differenza dei saldi del bilancio dello Stato, l’indebitamento netto si riferisce alle operazioni di entrata e di spesa effettuate dal complesso delle amministrazioni pubbliche (amministrazioni centrali, amministrazioni locali, enti previdenziali ed assistenziali) e non soltanto dall’amministrazione statale.

Il conto economico delle amministrazioni pubbliche viene inoltre elaborato secondo le regole di contabilità nazionale, sulla base del criterio di competenza economica.

Le previsioni e i risultati del bilancio dello Stato, invece, sono invece determinati con riferimento ai criteri di competenza giuridica e di cassa.

 

Nell’ambito del conto consolidato delle pubbliche amministrazioni, va comunque riducendosi il peso del bilancio dell’amministrazione statale in conseguenza del massiccio trasferimento di funzioni e competenze alle autonomie territoriali, in atto dalla seconda metà degli anni Novanta e poi tradottosi a livello costituzionale nella riforma del titolo V.

Lo spazio del bilancio dello Stato è destinato a diminuire ulteriormente nel momento in cui sarà data effettiva attuazione all’articolo 119 della Costituzione, che ha riconosciuto agli enti territoriali autonomia di entrata e di spesa.

 


2. Il disegno di legge recante il Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2005 (A.C. 1253)

L’articolo 1 del disegno di legge dispone l’approvazione del rendiconto generale delle amministrazioni dello Stato e dei rendiconti delle amministrazioni e delle aziende autonome secondo le risultanze indicate negli articoli successivi.

 

Gli articoli da 2 a 5 espongono i risultati complessivi relativi alle amministrazioni dello Stato per l’esercizio finanziario 2005.

L’articolo 2 espone i risultati delle entrate:

-          totale degli accertamenti di entrata: 627.413 milioni di euro;

-          totale dei residui attivi alla fine dell’esercizio 2005: 151.248 milioni di euro;

-          totale delle somme versate: 599.124 milioni di euro.

L’articolo 3 espone i risultati delle spese:

-          totale degli impegni di spesa: 635.556 milioni di euro:

-          totale dei residui passivi alla fine dell’esercizio 2005: 119.138 milioni di euro;

-          totale dei pagamenti: 626.598 milioni di euro.

L’articolo 4 espone il risultato della gestione di competenza, pari a un disavanzo di 8.143 milioni di euro, derivante dalla differenza tra il totale di tutte le entrate accertate e il totale di tutte le spese impegnate.

L’articolo 5 espone la situazione finanziaria del conto del Tesoro, che evidenzia, al 31 dicembre 2005, un disavanzo di 292.603 milioni di euro, derivante dal disavanzo della gestione di competenza relativo all’esercizio 2005, sommato al disavanzo del conto del Tesoro al 31 dicembre 2004. Quest’ultimo dato viene calcolato in base alla rideterminazione, nel corso della gestione 2005, dei residui attivi e dei residui passivi lasciati dall’esercizio 2004.

 

L’articolo 6 reca l’approvazione dell’allegato previsto dall’articolo 9 della legge n. 468/1978, contenente l’elenco dei decreti del Presidente della Repubblica, adottati su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, con i quali sono stati effettuati, nel corso dell’esercizio 2005, i prelevamenti dal “Fondo di riserva per le spese impreviste”.

L’allegato indica altresì, per ciascun decreto di prelevamento, le spese per le quali sono state utilizzate le somme prelevate, specificando l’amministrazione e l’unità previsionale di base destinataria del prelievo.

Nel complesso il totale dei prelevamenti effettuati dal Fondo risulta pari a circa 275 milioni di euro in termini di competenza e a 240 milioni in termini di cassa.

 

Con l'articolo 7 viene proposta la sanatoria per le eccedenze di impegni e di pagamenti risultate in sede di consuntivo, rispettivamente sul conto della competenza, sul conto dei residui e sul conto della cassa.

Le eccedenze sono indicate per unità previsionale di base di riferimento e corrispondono a quelle rilevate dalla Corte dei conti nella decisione sul rendiconto generale dello Stato.

Le eccedenze sono state complessivamente pari a 740 milioni di euro in conto competenza, a 2,5 milioni di euro in conto residui e a 799 milioni di euro in conto cassa.

Si indicano di seguito le eccedenze di maggiore consistenza in conto competenza, in conto residui e in conto cassa:

-          Ministero dell’economia e delle finanze, UPB 3.1.6.1, “Pensioni privilegiate”, eccedenza pari a 100,6 milioni di euro (competenza e cassa);

-          Ministero della giustizia, UPB 2.1.2.1, “Spese di giustizia”, eccedenza pari a 141,2 milioni di euro (cassa);

-          Ministero dell’istruzione, UPB 4.1.1.2, “Accademie ed Istituti superiori musicali”, eccedenza pari a 56 milioni di euro (competenza); UPB 8.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 46,6 milioni di euro (competenza e cassa); UPB 11.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 58 milioni di euro (competenza e cassa); UPB 15.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 98,3 milioni di euro (competenza) e a 95,6 milioni (cassa); UPB 19.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 73 milioni di euro (competenza e cassa); UPB 22.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari 52 milioni di euro (competenza) e 55 milioni di euro (cassa); UPB 24.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 81 milioni di euro (competenza e cassa);

-          Ministero della salute, UPB 4.1.1.0, “Funzionamento”, eccedenza pari a 14,3 milioni di euro (competenza e cassa);

-          Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, UPB 1.4.2, “Lotterie nazionali”, eccedenza pari a 263,2 milioni di euro (competenza).

 

L’articolo 8 espone la situazione, al 31 dicembre 2005, del patrimonio dello Stato (conto generale del patrimonio), da cui risultano attività per un totale di 599.547 milioni di euro e passività per un totale di 1.953.594 milioni di euro.

 

Gli articoli da 9 a 18 espongono i dati relativi ai conti consuntivi delle aziende e amministrazioni autonome (Istituto agronomico per l’Oltremare, Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, Archivi notarili, Fondo edifici di culto), indicando per ciascuna il totale delle entrate e il totale delle spese.


3. Il giudizio di parificazione della Corte dei conti sul Rendiconto finanziario per il 2005

Il Rendiconto generale dello Stato, predisposto dal Ministro dell’economia e delle finanze entro il mese di giugno dell'esercizio successivo a quello di riferimento, è trasmesso alla Corte dei conti per il giudizio di parificazione (art. 23 della legge n. 468/1978).

Successivamente, il rendiconto viene presentato al Parlamento attraverso apposito disegno di legge (art. 24), unitamente al giudizio della Corte ed alla relazione da questa predisposta.

Oggetto del giudizio di parificazione da parte della Corte dei conti è la verifica di conformità dei dati sulla gestione finanziaria contenuti nel rendiconto con le scritture contabili in possesso della Corte [1].

La Corte verifica inoltre la conformità dei dati sulle entrate e sulle spese agli stanziamenti contenuti nel bilancio di previsione. Qualora si registrino eccedenze di spesa, la Corte formulerà giudizio di parificazione con riserva di sanatoria delle stesse in sede di legge di approvazione del rendiconto[2].

 

La Corte dei conti, a sezioni riunite, con decisione del 28 giugno 2005 ha disposto la parificazione del rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2005.

La Corte dei conti ha dichiarato regolare il conto del bilancio e i conti allegatiper l’esercizio 2005.

Sono stati peraltro esclusi dal giudizio di regolarità:

I) per quanto concerne il conto dell’entrata:

a)      le voci relative ad alcuni capitoli (indicati negli allegati da B1 a B7), per i quali emergono discordanze tra il conto consuntivo e i conti periodici definitivi;

b)      le somme riscosse e versate in conto residui di cui agli allegati G1-G2 e H1-H2, che espongono, rispettivamente, riscossioni nette imputabili a residui minori delle riscossioni lorde e versamenti netti imputabili a residui di segno negativo;

c)      alcuni capitoli (contenuti nell’Allegato I1 I2), che registrano versamenti di residui per un importo totale di circa 68,8 milioni di euro, in mancanza di residui da versare alla fine dell’esercizio 2004.

d)      le risultanze di cui all’allegato 23 del conto consuntivo

e)      la classificazione dei residui da riscuotere di cui all’Allegato 24 del conto consuntivo, in quanto non viene ritenuta attendibile la classificazione dei residui attivi in base al grado di esigibilità, ivi operata;

f)        le risultanze del capitolo 1262, che ha registrato minori entrate per 5.185 milioni di euro a causa dell’abrogazione dell’obbligo di versamento da parte delle banche entro il penultimo giorno lavorativo dell’anno dell’1,5 per cento di alcune somme riscosse; è venuta conseguentemente a mancare la copertura della spesa del capitolo 3932 dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze. Per un approfondimento della questione di rinvia al § 3.1, a pag.

 

II) per quanto concerne il conto della spesa:

a)      le eccedenze di spesa relative alla gestione di competenza, alla gestione dei residui e alla gestione di cassa riscontrate con riferimento alle UPB indicate nell’allegato M, in cui sono ricomprese le spese effettuate in mancanza di stanziamenti di bilancio, verificatesi nei ministeri dell’economia, delle attività produttive, del lavoro e delle politiche sociali, della giustizia, degli affari esteri, dell’istruzione, università e ricerca, dell’interno, delle infrastrutture e trasporti, delle comunicazioni, della difesa, delle politiche agricole e forestali, dei beni e le attività culturali, della salute, nell’amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e nell’Istituto agronomico per l’oltremare;

Per tali eccedenze sussiste l’esigenza di specifica sanatoria legislativa: a ciò provvede l’articolo 7 del disegno di legge di rendiconto.

b)      delle unità previsionali di base che comprendono capitoli (indicati in dettaglio nell’allegato O) per i quali non è stato possibile dar luogo al giudizio di parificazione, perché i decreti di accertamento residui non sono stati vistati e registrati dalla Corte per la mancata conclusione del procedimento di controllo o perché i decreti medesimi non sono pervenuti.

 

La Corte dei conti ha dichiarato altresì la regolarità del conto del patrimonio per l’esercizio 2004 e dei conti delle amministrazioni ed aziende autonomi ad esso allegati, ad eccezione di lacune poste ed allegati specificamente indicati (allegato R).

La Corte ha inoltre rilevato che:

-       la mancata iscrizione nel conto del fondo di dotazione relativo all’Agenzia del demanio non consente di disporre di adeguati elementi informativi in ordine all’attendibilità delle attività finanziarie iscritte nel conto stesso;

-       il “Conto consolidato della gestione statale e della Patrimonio dello Stato S.p.A.”, essendo privo dei riferimenti metodologici e dei criteri di calcolo, nonché dell’esposizione analitica degli impieghi dei beni trasferiti dallo Stato alla Patrimonio dello Stato S.p.A. e dei risultati conseguiti, non soddisfa le esigenze di trasparenza delle risultanze della gestione patrimoniale.

3.1    Le conseguenze sul bilancio dello Stato dell’abrogazione dell’obbligo di versamento da parte delle banche dell’1,5 per cento delle somme riscosse

L’articolo 3, comma 28, del decreto-legge 30 settembre 2005 n. 203, convertito con modificazioni dalla legge 1° dicembre 2005, n. 248, (collegato alla manovra di finanza pubblica per il 2006) nell’ambito della riforma del sistema nazionale di riscossione e della creazione della società Riscossione Spa, ha abrogato i commi 1, 3, 4, 5 e 6 del decreto-legge n. 341 del 2003.

 

La disciplina abrogata imponeva alle banche che nell’anno precedente avessero riscosso, a titolo di versamento unitario[3] importi complessivamente maggiori di 500 milioni di euro il versamento all’entrata del bilancio dello Stato, entro il penultimo giorno lavorativo dell’anno, dell’1,50 per cento delle somme riscosse nell’anno precedente, ridotto dell’ammontare delle somme anticipate nel medesimo anno precedente e non recuperate.

 

Alle banche era concessa la possibilità di recuperare quanto versato a titolo di anticipazione. Tale recupero veniva effettuato mediante minore riversamento da parte dei concessionari nel corso dell’anno. Di tale recupero si teneva conto comunque al momento del versamento delle anticipazioni di fine anno, dovendosi scomputare dai proventi dell’anno precedente unicamente le somme anticipate e non recuperate. In altre parole, le somme recuperate venivano di fatto riversate con le anticipazioni di fine anno.

L’individuazione dell’importo dovuto da ogni banca era stabilito, entro il 15 dicembre di ciascun anno, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze.

Venivano poi stabilite le modalità per la regolazione contabile dei minori versamenti conseguenti, a decorrere dall’anno 2004, al recupero da parte delle banche delle somme versate nell’anno precedente. Nel bilancio dell’esercizio in cui avviene il recupero si determinavano, infatti, da un lato, minori entrate corrispondenti alle somme recuperate; dall’altro, una maggiore entrata equivalente, in quanto le banche erano tenute a versare, entro la fine dell’esercizio, un importo almeno pari alle somme recuperate nell’anno stesso. Al riguardo, si prevedeva che, a decorrere dal 2004, una somma pari al versamento effettuato nell’anno precedente venga iscritta:

a)      sul versante della spesa, in una apposita unità previsionale di base dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, per scontare i minori versamenti derivanti dal recupero effettuato dalle banche;

b)      sul versante dell’entrata, per evidenziare le maggiori entrate corrispondenti al versamento delle somme recuperate, che le banche sono tenute ad effettuare entro il penultimo giorno lavorativo del medesimo anno in cui vengono effettuati i recuperi.

 

In particolare, le somme da versare all’entrata del bilancio dello Stato per il recupero effettuato dalle banche risultano iscritte nel capitolo n. 3932 dello Stato di previsione del Ministero dell’economia; le somme derivanti dalle anticipazioni delle banche sono iscritte nel capitolo n. 1262 dello Stato di previsione dell’entrata.

In altre parole, si determinava una regolazione contabile tra le somme iscritte nello stato di previsione del Ministero dell’economia come “da versare all’entrata del bilancio dello Stato per restituire alle banche le somme versate nel dicembre precedente” (e corrispondenti ai minori riversamenti effettuati nel corso dell’anno da parte dei concessionari) e le somme iscritte nello stato di previsione dell’entrata relative alle anticipazioni effettuate che ricomprendevano comunque anche l’importo delle somme recuperate nel corso dell’anno.

 

L’articolo 3, comma 28, del decreto-legge n. 203 ha quindi abrogato le disposizioni che prevedono il versamento delle anticipazioni da parte delle banche a fine anno.

 

Merita ricordare che il versamento delle anticipazioni da parte delle banche era stato oggetto di una riclassificazione contabile da parte di EUROSTAT. In particolare, tale versamento è stato riclassificato da EUROSTAT secondo i criteri SEC 95 come operazione di anticipazione finanziaria, con effetto nullo sull’indebitamento netto e peggiorativo sul debito pubblico.

 

Nel giudizio sul rendiconto generale, la Corte dei conti osserva che l’abrogazione delle disposizioni sopra richiamate facendo venire meno le anticipazioni previste per il dicembre 2005 rende prive di fonti di finanziamento le spese del capitolo n. 3932 dello stato di previsione del Ministero dell’economia.

 

Ne deriva, che l’abrogazione delle disposizioni sopra richiamate, se, come si è visto sopra, risulta irrilevante ai fini dell’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni, in quanto le anticipazioni venivano considerate operazioni finanziarie con effetto nullo su tale risultato differenziale, comporta un peggioramento del saldo netto da finanziare di oltre 5 miliardi di euro.

 

In proposito, si ricorda che la regolazione contabile tra il capitolo 3932 dello Stato di previsione del Ministero dell’economia e il capitolo 1262 dello Stato di previsione dell’entrata è stata effettuata con decreto del Ministro dell’economia del 9 maggio 2005. Nel disegno di legge di rendiconto, il capitolo 3932 registra una spesa di 5.183.871.909,55 euro. Il capitolo 1262, invece, a fronte di una previsione iniziale di incasso di 5.184.765.703 ha registrato un “riscosso” di soli 2.055.203,61 euro, con conseguenti minori entrate per 5.182.710.499,39 euro.

 

La Corte dei conti ha conseguentemente escluso le risultanze del capitolo n. 1262 dello Stato di previsione dell’entrata dal giudizio di regolarità sul rendiconto.

 

Si ricorda in proposito che, nel corso dell’esame parlamentare del decreto-legge n. 203/2005, a fronte di una richiesta di chiarimenti sugli effetti sul saldo netto da finanziare della disposizione dell’articolo 3, comma 28, il Governo aveva risposto che la norma non necessitava di copertura (Commissione bilancio, seduta del 17 novembre 2005).


4. I risultati di finanza pubblica nel 2005

Nel corso del 2005 l’economia mondiale ha continuato a registrare un tasso di crescita notevole, nonostante un rallentamento nella seconda parte dell’anno, sostenuta, in particolare, dalla forte crescita degli Stati uniti e dei paesi emergenti, in particolare, di quelli asiatici.

L’economia dell’area dell’euro ha invece manifestato un rallentamento, registrando un tasso di crescita del PIL all’1,3%, più basso rispetto a quello raggiunto l’anno precedente (2%).

Per quanto concerne l’Italia, nel 2005 la crescita del PIL in termini reali è risultata nulla, rispetto all’1,1% registrato nel 2004.

Per quanto concerne il PIL nominale, nel 2005 si è registrato in Italia un aumento del 2,0% e si è attestato, in valore assoluto, a 1.417.241 milioni di euro.

 

La stagnazione dell’economia italiana nel 2005 ha avuto incidenza sui saldi di finanza pubblica.

In particolare, l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è stato pari al 4,1% del PIL, con un peggioramento di 0,7 punti percentuali rispetto al risultato raggiunto nel 2004.

In valore assoluto, l'indebitamento netto si è attestato a 58.174 milioni di euro, in confronto con i 47.652 milioni di euro raggiunti nel 2004.

 

Il valore dell’indebitamento netto è il risultato di un avanzo primario pari allo 0,4% del PIL e di una spesa per interessi pari al 4,6% del PIL. In confronto con il 2004, la riduzione dell’avanzo primario, pari a 0,9 punti percentuali rispetto al PIL, è stata parzialmente compensata dalla diminuzione degli oneri per interessi (-0,1 punti percentuali rispetto al PIL).

Il saldo corrente ha continuato a presentare, nel 2005, un valore negativo, attestandosi a -0,5% del PIL, con un ulteriore peggioramento di 0,1 punti percentuali di PIL rispetto al risultato raggiunto nel 2004 (-0,4%).

 

In particolare, nel 2005 si è registrato un incremento delle entrate correnti in rapporto al PIL dello 0,3% (44,0% del PIL nel 2005 rispetto al 43,7% nel 2004).

Le spese correnti in rapporto al PIL sono aumentate di 0,4 punti percentuali, su cui hanno inciso, insieme alla riduzione della spesa per interessi (-0,1 punti percentuali), l’aumento delle voci relative ai redditi da lavoro dipendente (+0,2 punti percentuali), ai consumi intermedi (+0,1 punti percentuali) e alle prestazioni sociali (+0,2 punti percentuali).

Relativamente alle voci di conto capitale, le entrate in conto capitale hanno registrato una diminuzione, in rapporto al PIL, di 0,4 punti percentuali, dovuto alla contrazione delle imposte di conto capitale (dallo 0,6% del 2004 allo 0,1% del PIL nel 2005), per il venir meno dei proventi delle sanatorie fiscali.

 

Per quanto concerne i saldi relativi ai conti di cassa, il fabbisogno del settore statale, al termine dell’esercizio 2005 è risultato pari, al netto delle regolazioni debitorie, a 59.633 milioni di euro.

Il dato risulta superiore di circa 10.262 milioni di euro rispetto a quello registrato nel 2004 (49.371milioni).

Il fabbisogno del settore pubblico, al lordo delle regolazioni debitorie, nel 2005 è risultato pari a 72.177 milioni di euro, con un aumento di 15.504 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente (56.673 milioni).

 

L’ammontare complessivo del debito pubblico nel 2005 è risultato pari al 106,4% del PIL, in crescita rispetto al 2004, in cui il rapporto debito pubblico/PIL era risultato pari al 103,9%.

In valori assoluti il debito pubblico è aumentato da 1.442 a 1.508 miliardi di euro.


5. I saldi del conto del bilancio

Nelle tavole seguenti sono esposti i saldi del bilancio dello Stato registrati a consuntivo nel 2005, sia in competenza che in cassa, posti a confronto con le previsioni iniziali di bilancio e con quelle definitive, nonché con i saldi relativi all’esercizio precedente.

5.1    I saldi di competenza

(dati in milioni di euro)

 

2004

2005

Differenza 2005/2004

 

Consuntivo

Previsioni iniziali

Previsioni definitive

Consuntivo

Saldo netto da finanziare

-21.156

-56.137

-58.446

-35.209

-14.053

Risparmio pubblico (saldo corrente)

15.217

-22.129

-27.020

1.509

-13.708

Saldo primario

39.809

30.025 (*)

17.968

35.461

-4.348

Ricorso al mercato

-214.084

-235.749

-259.929

-203.523

10.561

N.B.:  Dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.

(*)  Ai fini della determinazione delle previsioni iniziali del saldo primario, si considera la spesa per interessi come determinata in base alla classificazione economica per categorie nel bilancio dello Stato per il 2005 (pari a 71.270 milioni di euro).

 

Il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato per il 2005, per quanto riguarda la gestione di competenza, risulta pari (al lordo delle regolazioni debitorie e contabili) a 35.209 milioni di euro, con un peggioramento di 14.053 milioni di euro rispetto al saldo registratosi nel 2004 (-66,4%).

Il risultato mostra, tuttavia, un netto miglioramento rispetto alle previsioni iniziali e a quelle definitive (-23.236 milioni).

 

Al netto delle regolazioni contabili e debitorie, pari a 4.991 milioni di euro, il saldo netto da finanziare nel 2005 assume un valore pari a 30.218 milioni di euro[4], peggiore di 14.538 milioni di euro rispetto al saldo netto registrato nel 2004 (pari a 15.680 milioni).

 

Il valore del saldo netto da finanziare, come determinato dai risultati di gestione, rientra nel limite massimo di 50.000 milioni di euro, fissato, al netto delle regolazioni debitorie (pari a 7.494 milioni di euro), dalla legge finanziaria per il 2005 (legge n. 311/2004).

 

Il saldo corrente (risparmio pubblico) nel 2005 si è mantenuto positivo, risultando pari a 1.509 milioni di euro, anche se notevolmente ridimensionato rispetto all’anno passato, in cui il saldo era risultato pari a 15.217 milioni di euro. Il risparmio pubblico registra comunque un netto miglioramento rispetto sia alle previsioni iniziali che a quelle definitive (+28.526 milioni di euro) che ne indicavano un valore negativo.

L’avanzo primario di bilancio è risultato pari a 35.461 milioni di euro, riducendosi di 4.348 milioni di euro rispetto a quello registrato nel 2004 (39.809 milioni di euro). Il risultato è peraltro risultato migliore delle previsioni.

Il ricorso al mercato si è attestato a 203.523 milioni di euro, evidenziando un miglioramento di 10.561 milioni di euro rispetto al 2004. Il risultato è migliore anche rispetto alle previsioni (-56.406 milioni rispetto alle previsioni definitive).

 

Il valore del ricorso al mercato, nei risultati di gestione, risulta inferiore al limite massimo di 245.000 milioni di euro, fissato dalla legge finanziaria per il 2005 (legge n. 311/2004).

 

In generale, i saldi del bilancio dello Stato hanno pertanto registrato un peggioramento rispetto ai risultati dell’anno precedente ma un netto miglioramento rispetto alle previsioni iniziali e definitive.

5.2    I saldi di cassa

(in milioni di euro)

 

2004

2005

Differenza 2005/2004

 

Consuntivo

Previsioni iniziali

Previsioni definitive

Consuntivo

Saldo netto da finanziare

-33.587

-85.425

-86.041

-48.836

-15.249

Risparmio pubblico (saldo corrente)

-603

-45.157

-46.150

-16.414

-15.811

Saldo primario

27.334

-13.701 (*)

-9.590

21.416

-5.918

Ricorso al mercato

-217.328

-265.037

-296.733

-222.853

-5.525

N.B.:  Dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.

(*)  Ai fini della determinazione delle previsioni iniziali del saldo primario, si considera la spesa per interessi come determinata in base alla classificazione economica per categorie nel bilancio dello Stato per il 2005 (pari a 71.274 milioni di euro).

 

Come già osservato con riferimento alla gestione di competenza, i saldi di cassa nel 2005 risultano peggiori rispetto ai risultati dell’esercizio 2004.

 

In termini di cassa, il saldo netto da finanziare è risultato pari a 48.836 milioni di euro, con un peggioramento di oltre 15.249 milioni di euro rispetto al risultato raggiunto l’anno precedente (33.587 milioni).

Al netto delle regolazioni debitorie e contabili, pari a 1.578 milioni di euro, il saldo netto da finanziare è risultato pari a 47.258 milioni[5]. Rispetto all’anno precedente, in cui si evidenziava un saldo netto da finanziare in termini di cassa pari a 34.036 milioni di euro, si registra pertanto un peggioramento di 13.222 milioni di euro.

 

Il risparmio pubblico evidenzia un valore negativo di 16.414 milioni di euro, che segna un peggioramento pari a 15.811 milioni di euro rispetto al corrispondente valore del 2004, anno in cui il risparmio pubblico si presentava con un valore appena negativo di soli 603 milioni di euro.

 

Anche l’avanzo primario, che si attesta, al lordo delle regolazioni debitorie, a 21.416 milioni di euro, risulta inferiore di 5.918 milioni di euro rispetto al risultato raggiunto nell’esercizio finanziario precedente.

 

Il ricorso al mercato ammonta a 222,9 miliardi di euro, evidenziando un lieve peggioramento (di 5,5 miliardi di euro) rispetto al dato del 2004.

 

Analogamente a quanto evidenziato per la competenza, anche i saldi di cassa risultanti a consuntivo, risultano significativamente migliori delle previsioni, sia iniziali che definitive.

In particolare, rispetto alle previsioni definitive di cassa, il saldo netto da finanziare risultante a consuntivo evidenzia un miglioramento di 37.205 milioni di euro. Analogamente, il risparmio pubblico mostra un miglioramento di 29.736 milioni e il ricorso al mercato un miglioramento di 73.880 milioni di euro.

5.3    I risultati di competenza a raffronto con il livello dei saldi fissato nella legge finanziaria: serie storica

Ai sensi dell’art. 11, comma 3, lettera a), della legge 468/1978, e successive modificazioni, nella legge finanziaria viene stabilito il livello massimo, in termini di competenza, del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato finanziario.

Nella tabella seguente sono riportati, in termini di competenza, i dati a raffronto tra i valori del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato finanziario fissati dalla legge finanziaria ed i risultati di consuntivo registrati in ciascuno degli anni del periodo 1992-2005 (dati in milioni di euro, competenza).


 


 

Saldo netto da finanziare

Ricorso al mercato finanziario

 

L. finanziaria

Consuntivo

Differenza

L. finanziaria

Consuntivo

Differenza

1993

75.317

75.703

386

135.330

124.999

-10.331

1994

79.196

71.059

-8.137

152.200

133.391

-18.809

1995

86.803

73.273

-13.530

192.406

170.424

-21.982

1996

82.788

64.770

-18.018

190.159

162.656

-27.504

1997

55.909

21.725

-34.183

190.418

134.258

-56.160

1998

60.222

43.547

-16.675

221.973

214.184

-7.789

1999

63.618

29.814

-33.805

199.869

206.604

+6.735

2000

58.336

16.312

-42.024

181.173

181.735

+558

2001

55.958

32.775

-23.183

235.091

219.059

-16.032

2002

47.806

43.941

-3.865

224.636

234.733

+10.097

2003

53.960

32.122

-21.838

283.000

262.916

-20.084

2004

61.996

21.156

-40.840

267.000

214.084

-52.916

2005

57.494

35.209

-22.285

245.000

203.523

-41.447

N.B.:     I dati sono al lordo delle regolazioni debitorie; a tal fine, relativamente alle disposizioni della finanziaria, si considera la somma del livello massimo del saldo netto da finanziare, indicato al netto delle regolazioni debitorie, e dell’importo delle regolazioni medesime. Per quanto riguarda il ricorso al mercato, i dati sono al lordo dell'indebitamento all'estero. I dati di consuntivo sono riferiti alla gestione (differenza tra accertamenti di entrata e impegni di spesa).

 

Il raffronto fra il valore del livello massimo del saldo netto da finanziare contenuto nella legge finanziaria ed il valore corrispondente risultante dal consuntivo evidenzia come, a partire dal 1994, i valori di consuntivo si siano costantemente mantenuti inferiori ai “tetti” stabiliti con la legge finanziaria.

Il ricorso al mercato, a consuntivo, è risultato inferiore al valore stabilito dalla legge finanziaria negli anni ‘92-‘98; una eccedenza rispetto al limite posto nella legge finanziaria si è invece registrata nel biennio 1999-2000. Per quanto riguarda gli ultimi cinque anni, fatta eccezione per il 2002 in cui si evidenzia un’eccedenza di 10.097 milioni, il ricorso al mercato tende di nuovo a registrare un valore inferiore al tetto stabilito nelle finanziarie.

Al netto delle regolazioni debitorie, il raffronto tra il valore del livello massimo del saldo netto da finanziare contenuto nella legge finanziaria ed il valore di saldo risultante dal consuntivo è riportato nella tabella seguente, con riferimento agli ultimi cinque anni (dati in milioni di euro):

 

 

Saldo netto da finanziare

 

L. finanziaria

Consuntivo

Differenza

2000

41.058

6.498

-34.561

2001

38.218

16.685

-21.533

2002

33.157

35.356

+2.199

2003

48.200

30.971

-17.229

2004

54.600

15.680

-38.920

2005

50.000

30.218

-19.428


5.4    Le regolazioni contabili e debitorie

Nel 2005 le regolazioni contabili e debitorie sono state pari a 4.991 milioni di euro in competenza e a 1.578 in cassa.

 

Dall’apposita tavola contenuta nella relazione illustrativa al disegno di legge di approvazione del rendiconto, emerge che il consuntivo relativo all’esercizio 2005 espone regolazioni di bilancio in competenza, scritte per pari importo sia in entrata che in spesa, concernenti i rimborsi IVA per l’esercizio 2005 e l’anticipo ai concessionari, per complessivi 18.970 milioni di euro.

Ulteriori regolazioni di entrata hanno interessato il Fondo di ammortamento dei titoli di Stato per 4.045 milioni di euro.

Sul versante della spesa, si sono registrate regolazioni contabili relative a vincite e commissioni del gioco del lotto per 2.312 milioni di euroe regolazioni debitorie per rimborsi relativi a periodi d’imposta precedenti per l’importo complessivo di 2.179 milioni di euro.

Sempre dal lato della spesa, sono state, altresì, registrate in bilancio regolazioni contabili di tesoreria per complessivi 1.829 milioni di euro, di cui 546 milioni di euro per invalidità civile, 150 milioni per il Fondo debiti pregressi dell’ex Ministero delle finanze; 473 milioni quale saldo IRAP relativo al Fondo sanitario nazionale e 573 milioni di regolazioni debitorie relative a entrate erariali di Sicilia e Sardegna (iscritte dal lato delle entrate solo in cassa).

Le regolazioni debitorie propriamente dette, relative alle spese correnti, ammontano a 615 milioni di euro, di cui 365 milioni per spese di giustizia e 171 milioni per fitto locali della Polizia di Stato.

Le regolazioni debitorie relative alle spese in conto capitale, risultano complessivamente pari, in termini di competenza, a 2.101 milioni di euro, di cui 2.000 milioni di euro relativi ai disavanzi delle aziende sanitarie locali.

 

Si rileva l’opportunità, segnalata anche dalla Corte dei conti, di corredare l’esposizione delle regolazioni contabili e debitorie di dati che consentano un collegamento diretto con i relativi capitoli di entrata e di spesa, in modo tale da consentire l’individuazione delle cause di formazione delle regolazioni medesime.


6. La gestione di competenza

L’analisi della gestione di competenza relativa all’esercizio finanziario 2005 fa riferimento, per la parte entrata, agli accertamenti, e, per la parte spesa, agli impegni. I dati sono posti a raffronto, nella tavola seguente, con le previsioni iniziali (A), come risultanti dal bilancio di previsione per il 2005, e con le previsioni definitive (B), nonché con i risultati relativi all’esercizio finanziario precedente.

 

(dati in milioni di euro)

 

2004

2005

Differenza
2005/2004

Variazioni %
2005/2004

 

Consuntivo

Previsioni iniziali
(A)

Previsioni definitive
(B)

Consuntivo

(C)

Differenza
(*)
(C-B)

Entrate tributarie

380.062

375.036

381.431

377.854

-3.577

-2.208

-0,6

Entrate extratributarie

35.715

25.634

29.421

44.105

14.684

8.390

23,5

Totale entrate correnti

415.778

400.670

410.852

421.959

11.107

6.181

1,5

Alienaz., ammort., riscoss.

10.992

8.942

16.386

10.075

-6.311

-917

-8,3

Entrate finali

426.769

409.612

427.238

432.034

4.796

5.265

1,2

Accensione prestiti

209.685

235.749

259.561

195.379

-64.182

-14.306

-6,8

Entrate complessive

636.454

645.361

686.799

627.413

-59.386

-9.041

-1,4

Spese correnti

400.561

422.798

437.873

420.449

-17.424

19.888

5,0

Spese conto capitale

47.364

42.951

47.811

46.794

-1.017

-570

-1,2

Spese finali

447.925

465.749

485.684

467.243

-18.441

19.318

4,3

Rimborso prestiti

192.929

179.612

201.484

168.313

-33.171

-24.616

-12,8

Spese complessive

640.853

645.361

687.168

635.556

-51.612

-5.297

-0,8

Risparmio pubblico (Saldo corrente)

15.217

-22.129

-27.020

+1.509

28.531

-13.707

 

Saldo netto da finanziare

-21.156

-56.137

-58.446

-35.209

23.237

-14.053

 

Saldo primario

39.809

30.025

17.968

35.461

17.493

-4.348

 

Ricorso al mercato

-214.084

-235.749

-259.929

-203.523

56.406

10.561

 

(*)     Maggiori o minori entrate - economie o maggiori spese.

N.B.:  Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

 

L’entità complessiva degli accertamenti di entrata (comprensivi delle entrate per accensione di prestiti) è risultata, nel 2005, pari a 627.413 milioni di euro, con una evoluzione negativa rispetto al 2004 (-9.041 milioni di euro).

L’incidenza del totale delle entrate rispetto al PIL è pari al 44,2%,

Gli impegni di spesa assunti nel 2005 ammontano complessivamente (incluse le spese per rimborso prestiti) a 635.556 milioni di euro e rappresentano il 44,8% del PIL. Rispetto ai risultati dello scorso anno, la gestione presenta un complessivo decremento degli impegni di spesa di 5.297 milioni.

 

Il saldo netto da finanziare registrato nel 2005, pari a 35.209 milioni di euro, corrisponde alla differenza tra un ammontare complessivo degli accertamenti di entrata finali di 432.034 milioni di euro(30,5% del PIL) e un ammontare complessivo degli impegni di spesa finali di 467.243 milioni di euro, pari al 33% del PIL.

Rispetto al consuntivo 2004, si evidenzia un incremento dell’entità complessiva degli accertamenti relativi alle entrate finali di complessivi 5.265 milioni di euro, sostanzialmente riconducibile all’aumento degli accertamenti relativi alle entrate extratributarie (+8.390 milioni di euro).

Anche gli impegni per spese finali assunti complessivamente nel 2005 evidenziano, rispetto all’anno precedente, un aumento di 19.318 milioni di euro, dovuto essenzialmente all’incremento degli impegni relativi a spese di parte corrente di oltre 19.800 milioni di euro.

 

Gli accertamenti per entrate finali rilevati nel consuntivo 2005 risultano superiori in misura considerevole sia alle previsioni iniziali che a quelle definitive, mentre il dato di consuntivo degli impegni relativi alle spese finali si dimostra inferiore alle previsioni definitive.

 

In particolare, per quanto concerne le entrate finali, i risultati evidenziano un incremento rispetto alle previsioni definitive pari a 4.796 milioni di euro. Un divario ancora maggiore emerge dal confronto tra i risultati e le previsioni iniziali (+22.422 milioni di euro).

Dal lato delle spese finali, il consuntivo 2005 ha fatto registrare una diminuzione pari a 18.441 milioni di euro, rispetto alle previsioni definitive, mente emerge un incremento di 1.494 milioni di euro, rispetto alle previsioni iniziali.

 

In linea generale, pertanto, come già emergeva negli anni precedenti, i risultati esposti nel rendiconto 2005 segnano un rilevante scostamento rispetto a quelli previsionali, sia per quanto concerne le entrate che le spese.

In diversi casi, tra i quali si segnala quello relativo alle spese correnti, il divario si accentua se i risultati sono confrontati con le previsioni definitive, anziché con quelle iniziali.

 

I complessivi accertamenti di entrata (627.413 milioni) e i complessivi impegni di spesa (635.556 milioni) manifestano entrambi una riduzione rispetto alle previsioni definitive (-9.041 milioni di euro per quanto concerne le entrate complessive e -51.612 milioni per quanto riguarda le spese complessive), dando luogo ad un disavanzo complessivo della gestione di competenza di 8.143 milioni di euro, alla cui copertura si è provveduto mediante operazioni di indebitamento.

6.1    Entrate finali

Come già accennato, le entrate finali (tutte le entrate del bilancio dello Stato, tranne quelle derivanti dall’accensione di prestiti) hanno registrato, rispetto al 2004, un incremento di 5.265 milioni di euro.

 

Più in particolare, su un valore complessivo di accertamenti di entrata pari a 627.413 milioni di euro, gli accertamenti relativi a entrate tributarie sono risultati pari a 377.854 milioni di euro, evidenziando un leggera diminuzione di 2.208 milioni di euro rispetto al 2004.

Anche dal confronto tra i risultati e le previsioni si rileva che le entrate tributarie accertate sono risultate inferiori di 2.818 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali e di 3.577 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive, evidenziando pertanto una certa sovrastima delle previsioni.

 

Gli accertamenti relativi alle entrate extratributarie sono invece risultati nettamente superiori rispetto all’esercizio finanziario 2004. In particolare, le entrate extratributarie accertate sono stati pari a 44.105 milioni di euro, con un incremento, rispetto all’esercizio 2004, di 8.390 milioni di euro, pari al +23,5%.

Le entrate extratributarie registrano una evoluzione incrementativa sia rispetto alle previsioni iniziali, di 18.417 milioni di euro, sia rispetto alle previsioni definitive, di 14.684 milioni.

 

Gli accertamenti per entrate derivanti da alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti,pari a 10.075 milioni di euro sono invece risultati in diminuzione rispetto al 2004, di 6.311 milioni di euro (-38,5%).

 

Nell’ambito delle entrate tributarie, la riduzione degli accertamenti rispetto al 2004 ha interessato, in particolare, le imposte sul patrimonio e sul reddito, che hanno evidenziato, rispetto al 2004, un decremento di 2.105 milioni di euro, raggiungendo accertamenti pari a 189.865 milioni di euro (+562 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive).

Anche gli accertamenti concernenti la categoria del lotto, lotterie e altre attività di gioco hanno evidenziato un decremento rispetto al 2004, di 3.425 milioni di euro (-25,2%), attestandosi a 10.192,4 milioni di euro, inferiori di 1.346 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive.

Le tasse e imposte sugli affari, invece, hanno fatto registrare accertamenti pari a 139.118 milioni di euro (+1.272 milioni rispetto al 2004) (cfr. la Tavola I riportate in Appendice).

 

Relativamente all’andamento delle singole imposte, nell’esercizio finanziario 2005 risultano aumentati sia gli accertamenti relativi all’IRPEF, da 134.108 milioni a 139.283 milioni di euro (+5.175 milioni di euro), sia quelli relativi all’IRPEG/IRES,aumentati da 30.374 milioni a 36.305 milioni di euro (+5.931 milioni di euro).

Anche gli accertamenti relativi all’IVA risultano incrementati di 7.812 milioni di euro rispetto al 2004, risultando pari a 114.925 milioni di euro, a fronte di 107.113 milioni di euro di accertamenti relativi all’esercizio 2004.

Nell’esercizio 2005 risultano invece drasticamente ridotte le entrate da condoni e sanatorie, con accertamenti per complessivi 851 milioni di euro, a fronte di accertamenti pari a 8.830 milioni di euro nel 2004 (cfr. la Tavola II riportate in Appendice).

 

Per le entrate extratributarie si segnalano, soprattutto, gli interessi su anticipazioni e crediti vari del Tesoro, che hanno raggiunto accertamenti pari a 9.524 milioni di euro, con un incremento di 4.327 milioni rispetto agli accertamenti 2004, e i recuperi, rimborsi e contributi che registrando accertamenti pari a 21.478 milioni di euro denotano un incremento di 3.057 milioni di euro rispetto all’esercizio finanziario precedente.

6.2    Spese finali

La gestione 2005 ha dato luogo ad impegni di spesa relativi ad operazioni finali (tutte le spese del bilancio dello Stato tranne quelle relative al rimborso di prestiti giunti in scadenza nell’esercizio di riferimento) per 467.243 milioni di euro, con un incremento di 19.318 milioni di euro rispetto al 2004 (+4,3%).

Rispetto alle previsioni definitive, gli impegni finali denotano invece una diminuzione di 18.441 milioni di euro.

 

Gli impegni relativi ad operazioni finali sono riconducibili per 420.449 milioni di euro a spese correnti, che risultano incrementate rispetto al 2004 di 19.888 milioni di euro (+5%), e per 46.794 milioni di euro a spese in conto capitale (che presentano, invece, rispetto al 2004 una riduzione di 570 milionidi euro, corrispondente a -1,2%).

 

Tra le spese correnti hanno evidenziato aumenti significativi, rispetto all’esercizio 2004, i trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche, che hanno raggiunto i 175.285 milioni di euro (+7.226 milioni rispetto al 2004); un incremento di una certa rilevanza si rileva anche per le spese per redditi da lavoro dipendente (+2.256 milioni di euro, per un totale di 81.743 milioni) e (cfr. la Tavola VI riportata in Appendice).

Un incremento rispetto al 2004 hanno anche registrato le spese per interessi passivi (+9.707 milioni di euro), pari nel 2005 a 70.671 milioni di euro.

 

Hanno, invece, evidenziato una diminuzione rispetto all’esercizio precedente le spese per consumi intermedi, passate da 13.769 milioni a 12.782 milioni di euro, con una riduzione di 987 milioni di euro nel 2005 (inferiori anche alle previsioni definitive di 416 milioni di euro).

 

Relativamente alle spese in conto capitale, che registrano una contrazione di complessivi 570 milioni di euro rispetto al 2004, diminuiscono sia i contributi agli investimenti ad imprese, pari a 8.233 milioni di euro (-3.472 milioni di euro), sia i contributi agli investimenti alle amministrazioni pubbliche che si assestano a 16.768 milioni di euro, con una riduzione rispetto al 2004 di 2.371 milioni di euro.

Aumentano invece gli altri trasferimenti in conto capitale, che registrano un valore pari al doppio di quello registrato nel 2004 (8.730 milioni di euro rispetto ai 4.445 milioni registrati nel 2004).

Gli impegni di spesa per investimenti fissi lordi passano da 5.659 a 6.170 milioni di euro, con un incremento nel 2005 di oltre 500 milioni di euro.

6.3    Spese per rimborso prestiti ed entrate da accensione di prestiti

Per quanto concerne la spesa per rimborso prestiti, i relativi impegni, pari a 168.313 milioni di euro, hanno registrato una diminuzione rispetto al dato del 2004 di 24.616 milioni di euro (il rimborso prestiti nel 2004 era stato pari a 192.929 milioni di euro).

Gli accertamenti di entrata derivanti da accensioni di prestiti sono stati pari a195.379 milioni di euro, con una diminuzione di 14.306 milioni di euro rispetto al dato dell’esercizio 2004, nel quale gli accertamenti di entrata derivanti da accensioni di prestiti erano stati pari a 209.685 milioni di euro.


7. La gestione dei residui

7.1    Disciplina dei residui

Nel corso dell’esercizio, alla gestione di competenza si affianca la gestione dei residui.

Si definiscono residui attivi le entrate accertate, ma rimaste da versare e da riscuotere; residui passivi le spese impegnate, ma rimaste da pagare.

 

Per gli stanziamenti relativi a spese in conto capitale, in generale, è autorizzata la conservazione in bilancio anche se, entro la fine dell’esercizio finanziario, non sono stati impegnati (residui di stanziamento o residui impropri).

 

Tra i residui occorre altresì distinguere quelli provenienti dagli esercizi precedenti e quelli formatisi nel corso dell’esercizio considerato (residui di nuova formazione).

 

In base alla normativa vigente, i residui propri relativi alle spese correnti sono mantenuti in bilancio per i due esercizi successivi a quello nel quale le somme corrispondenti sono state inizialmente stanziate (art. 36, comma 1, R.D. n. 2440/1923).

Tra i residui di parte corrente hanno un regime particolare quelli concernenti spese per lavori, forniture e servizi, che possono essere mantenuti in bilancio per tre esercizi.

 

 

I residui relativi alle spese in conto capitale sono mantenuti in bilancio per sette esercizi successivi a quello in cui è stato iscritto il corrispondente stanziamento (art. 36, comma 3, R.D. n. 2440/1923).

 

Per quanto concerne invece la conservazione in bilancio dei residui di stanziamento, l’art. 1, comma 6, del D.L. n. 194/2002 (legge 31 ottobre 2002 n. 246), che ha modificato l’articolo 36, comma 2, del R.D. n. 2440/1923, limita ad un solo anno, dopo l’esercizio di iscrizione in bilancio, il periodo di conservazione, quali residui di stanziamento, delle disponibilità di conto capitale non impegnate alla chiusura dell’esercizio. Per gli stanziamenti iscritti in bilancio in forza di disposizioni legislative entrate in vigore nell'ultimo quadrimestre dell'esercizio finanziario, il periodo di conservazione è protratto di un ulteriore anno[6].

 

Specifiche disposizioni sono state introdotte nell’ultimo decennio volte a ridurre l’entità dei residui passivi[7].

In particolare, nell’ambito della riforma del bilancio (art. 3, comma 1, della L. 94/1997 e art. 2, comma 1, del D.Lgs. 279/1997) è stata introdotta una procedura rigorosa per la determinazione dei residui di stanziamento che possono essere mantenuti in bilancio nei singoli esercizi finanziari.

La procedura di conservazione in bilancio dei residui di stanziamento è stata definita dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 gennaio 1998.

La direttiva ha posto a carico delle singole amministrazioni l’onere di dimostrare le esigenze che motivano la conservazione in bilancio dei residui di stanziamento e delle somme relative a spese correnti non impegnate alla fine dell’esercizio.

La stessa direttiva ha previsto che il Ministro dell’economia e delle finanze sottoponga annualmente al Consiglio dei Ministri un prospetto contenente lo schema di conservazione dei residui; tale schema, complessivamente, dovrà realizzare l’obiettivo di mantenere i residui entro la percentuale fissata dal Presidente del Consiglio, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, calcolata sulle somme astrattamente conservabili per l’intero bilancio dello Stato[8].

La procedura di eliminazione dal bilancio dei residui di stanziamento, attraverso l’emanazione del decreto del Presidente del Consiglio, è stata applicata fino al 2002.

Per l’anno 2003, non è stato emanato l’apposito D.P.C.M. con la percentuale massima di conservazione in bilancio dei residui medesimi, ma è intervenuto l’articolo 1, comma 7, del D.L. n. 168/2004 (“Interventi urgenti per il contenimento della spesa pubblica”), convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 191, che ha disposto la riduzione del 50% dei residui di stanziamento relativi a spese in conto capitale accertati alla data del 31 dicembre 2003[9]. Sostanzialmente, con la disposizione di legge richiamata è stata effettuata un’operazione di riduzione dei residui di stanziamento analoga a quella che negli anni precedenti è stata realizzata in via amministrativa, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

L’ammontare dei residui cancellati dal bilancio relativo al 2004 ai sensi del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze n. 84340 del 2004, emanato in attuazione del decreto-legge n. 168/2004 (c.d. “taglia-spese”), con riferimento a quelli provenienti dall’esercizio 2003, è stato pari a complessivi 602 milioni di euro.

Per gli esercizi finanziari 2004 e 2005, il D.P.C.M. che fissa la percentuale massima di conservazione in bilancio dei residui di stanziamento non è stato emanato.

7.2    Entità complessiva dei residui al termine dell’esercizio 2005

Al 31 dicembre 2005, il conto dei residui presenta residui attivi per un valore complessivo di 151.248 milioni di euro (di cui 108.662 attribuibili a residui pregressi e 42.585 a residui di nuova formazione) e residui passivi, al lordo dei residui relativi al rimborso di prestiti, per 119.138 milioni di euro (di cui 65.879 attribuibili a residui pregressi e 53.259 a residui di nuova formazione), con una eccedenza attiva di 32.110 milioni di euro.

L’esercizio finanziario 2004 presentava, invece, una eccedenza passiva di 4.438 milioni di euro.

(valori in milioni di euro)

 

2004

2005

Provenienti da esercizi precedenti

Di nuova formazione

Totale

Provenienti da esercizi precedenti

Di nuova formazione

Totale

Residui attivi

81.520

35.336

116.856

108.662

42.585

151.248

Residui passivi

63.265

58.029

121.294

65.879

53.259

119.138

 

Dal confronto tra lo stato dei residui al termine dell’esercizio 2005 e quello al termine dell’esercizio precedente, si rileva che:

-          i residui attivi sono aumentati di 34.392 milioni di euro (da 116.856 milioni di euro a 151.248 milioni); in termini percentuali l’incremento è pari al 29,4%;

-          i residui passivi sono diminuiti di 2.156 milioni di euro (da 121.294 a 119.138 milioni); in termini percentuali tale decremento è di circa l’1,8%.

Il decremento dei residui passivi è dovuto alla forte riduzione dei residui relativi al rimborso prestiti.

 

Come si riconosce nella Relazione illustrativa, il fenomeno dei residui rimane ancora nel 2005 su livelli considerevoli, specie quelli passivi nonostante abbiano subito una riduzione dell’1,8% rispetto allo scorso esercizio.

 

L’evoluzione dei residui attivi è imputabile sia ai residui provenienti da esercizi precedenti, che aumentano, rispetto al 2004, di 108.662 milioni di euro, sia ai residui di nuova formazione, che risultano aumentati di 42.585 milioni di euro (pari ad un aumento, rispettivamente, del 33,3% e del 20,5%).

La consistenza complessivamente elevata dei residui attivi provenienti da esercizi precedenti, potrebbe indicare la difficoltà ad acquisire effettivamente alle casse dello Stato somme corrispondenti ad accertamenti di entrata effettuati in esercizi anteriori.

 

Circa i residui passivi va sottolineato un rallentamento del processo di formazione dei nuovi residui, che raggiungono 53.259 milioni di euro nel 2005, rispetto ai 58.029 dello scorso esercizio (-8,2%). In base a quanto indicato nella relazione illustrativa del disegno di legge di rendiconto, l’aumento andrebbe riferito sia alla diminuzione del volume degli impegni assunti nel 2005 rispetto all’esercizio precedente, sia alla riduzione dei pagamenti in conto competenza effettuati dalle Amministrazioni.

 

Si evidenzia inoltre una ripresa del processo di smaltimento dei residui pregressi, che si attestano a 65.879 milioni di euro contro i 63.265 milioni di euro del 2004 (+4,1%), con un incremento del grado di eliminazione della consistenza iniziale, pari al 40,25 contro il 39% registrato nel 2004.

 


Per quanto concerne i residui passivi, la tabella seguente mette a raffronto l’andamento dei residui di parte corrente, di conto capitale e relativi a rimborso prestiti registrati alla conclusione degli esercizi 2004 e 2005, indicando distintamente i residui provenienti dagli esercizi precedenti ed i residui di nuova formazione.

(valori in milioni di euro)

 

Residui passivi 2004

Residui passivi 2005

Pregressi

Nuova formazione

TOTALE

Pregressi

Nuova formazione

TOTALE

Spese correnti

12.630

26.867

39.497

12.471

29.578

42.049

Spese c/capitale

50.569

21.961

72.530

53.343

20.412

73.755

Spese finali

63.199

48.828

112.027

65.814

49.990

115.804

Rimborso prestiti

66

9.200

9.266

65

3.269

3.334

Spese complessive

63.265

58.028

121.293

65.879

53.259

119.138

 

I residui passivi relativi a spese finali, vale a dire al netto dei residui relativi al rimborso di prestiti, ammontano a 115.804 milioni di euro (di cui 65.814 attribuibili a residui pregressi e 49.990 a residui di nuova formazione).

Alla fine dell’esercizio 2004, i residui passivi per spese finali ammontavano a 112.027 milioni di euro.

Pertanto, nell’esercizio 2005 si è registrato un aumento dell’entità complessiva dei residui passivi per spese finali di 3.777 milioni di euro.

 

Con specifico riferimento ai residui relativi a spese finali, quelli relativi a spese correnti risultano, alla fine del 2005, pari a 42.049 milioni di euro e quelli relativi a spese in conto capitale risultano pari a 73.755 milioni di euro.

Rispetto alla fine dell’esercizio 2004 i residui passivi per spese correnti sono aumentati di 2.552 milioni di euro e quelli per spese in conto capitale sono aumentati di 1.225 milioni di euro.

 

Dall’analisi della formazione nel tempo dei residui passivi, risulta che i residui passivi per spese finali provenienti dagli esercizi 2004 e precedenti ammontano a 65.814 milioni di euro e i residui passivi per spese finali di nuova formazione, vale a dire determinati dalla gestione di competenza dell’esercizio 2005, risultano pari a 49.990 milioni di euro.

L’aumento dell’entità dei residui passivi per spese finali al termine dell’esercizio 2005, rispetto all’esercizio 2004, è pertanto riconducibile ad un aumento di 1.162 milioni di euro dei residui di nuova formazione ed ad un aumento di 2.615 milioni di euro dei residui provenienti da esercizi precedenti.

 

Per ciò che attiene invece ai residui passivi relativi a rimborso prestiti, si rileva una considerevole riduzione rispetto all’esercizio 2004 (da 9.266 milioni di euro a 3.334 milioni di euro).

 

Nella tavola seguente l’evoluzione dei residui passivi è analizzata con riferimento alla distinzione tra residui propri e residui di stanziamento.

(valori in milioni di euro)

 

Residui passivi 2004

Residui passivi 2005

Residui propri

Residui distanziamento

TOTALE

Residui propri

Residui distanziamento

TOTALE

Spese correnti

36.423

3.074

39.497

35.717

6.332

42.049

Spese c/capitale

62.490

10.040

72.530

65.576

8.179

73.755

Spese finali

98.913

13.114

112.027

101.293

14.511

115.804

Rimborso prestiti

1.766

7.500

9.266

1.485

1.849

3.334

Spese complessive

100.679

20.614

121.293

102.778

16.360

119.138

 

Tra i residui passivi (considerati al netto dei residui per rimborso prestiti), i residui propri (vale a dire i residui corrispondenti a somme impegnate ma non pagate alla fine dell’esercizio 2005) risultano, alla fine dell’esercizio 2005, pari a 101.293 milioni di euro, di cui 35.717 milioni di euro per spese correnti e 65.576 milioni per spese in conto capitale.

 

I residui di stanziamento (vale a dire le somme, per lo più di conto capitale, che, pur non essendo impegnate alla fine dell’esercizio, sono conservate in bilancio a titolo di residui) ammontano a 14.511 milioni di euro, di cui 6.332 per spese correnti e 8.179 milioni per spese di conto capitale.

 

Alla fine dell’esercizio 2004 i residui propri ammontavano complessivamente a 98.913 milioni di euro e i residui di stanziamento a 10.040 milioni di euro.

Alla fine dell’esercizio 2005 si è, pertanto, registrata, rispetto all’esercizio precedente, un aumento dei residui propri di 2.380 milioni di euro ed un aumento dei residui di stanziamento di 1.397 milioni di euro.

A tale riguardo si segnala che per il 2005, come per il 2004, non è stato emanato il D.P.C.M. che fissa la percentuale massima di conservazione in bilancio dei residui di stanziamento.

 


Nelle tavole seguenti viene riportata la serie storica della consistenza dei residui attivi e passivi negli ultimi 10 anni, distinti per titoli della entrata e della spesa (relativamente ai residui passivi sono riportate tra parentesi le percentuali sugli impegni dell'esercizio).

Residui attivi nel periodo1996-2005

(consistenza - valori in milioni di euro)

 

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

Entrate tributarie

63.093

77.334

80.635

91.191

64.362

74.374

68.324

77.961

64.229

79.343

Entrate extratribut.

9.720

10.664

13.552

16.768

48.395

52.208

49.065

60.556

52.594

71.870

Entrate correnti

72.814

87.999

94.187

107.959

112.756

126.582

117.389

138.516

116.823

151.213

Alienaz. e ammort.

14

15

13

14

106

141

28

34

33

34

Entrate finali

72.828

88.014

94.200

107.974

112.863

126.723

117.417

138.551

116.856

151.247

N.B.:     Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

 

Consistenza dei residui passivi a fine esercizio nel periodo 1996-2005

(consistenza - valori in milioni di euro – percentuale su impegni d’esercizio)

 

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

Spese correnti

53.559

55.433

71.547

62.528

64.907

63.544

55.183

43.099

39.497

42.049

% su impegni

16,4

18,2

21,6

17,9

18,3

16,8

14,6

11,0

9,9

10,0

Spese c/capitale

26.996

35.113

44.137

53.696

62.520

67.697

74.609

71.460

72.531

73.755

% su impegni

59,8

65,7

86,3

87,1

139,8

125,6

128,2

119,0

153,1

157,6

Spese finali

80.554

90.546

115.683

116.224

127.427

131.241

129.792

114.559

112.028

115.804

% su impegni

21,7

25,3

30,3

28,3

31,9

30,3

29,7

25,4

25,0

24,8

Rimborso prestiti

95

108

2.008

4.172

5.037

3.938

2.682

364

9.266

3.334

% su impegni

0,1

0,1

1,2

24,0

3,0

2,1

1,4

0,2

4,8

2,0

Spese complessive

80.649

90.655

117.692

120.397

132.464

135.179

132.475

114.923

121.294

119.138

% su impegni

17,2

18,9

21,3

20,5

23,4

21,8

21,1

16,8

18,9

18,7

N.B.:     Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

Le due serie evidenziano una generale tendenza ad un incremento dei residui finali, sia per i residui passivi che per i residui attivi, fino all’esercizio finanziario 2001.

A partire dal 2002 inizia una nuova fase di riduzione dei residui, in particolare di quelli passivi. In particolare, per i residui passivi, i risultati dell’esercizio 2005 confermano, con l’unica eccezione del lieve incremento registratosi nell’esercizio finanziario 2004, la tendenza alla riduzione.

Per i residui attivi invece, dopo la riduzione evidenziata nel 2002, si registra un andamento altalenante. Nel 2005, in particolare, il livello dei residui attivi si è incrementato notevolmente, assestandosi ad un livello superiore rispetto ai risultati del decennio.

7.3    I residui provenienti dagli esercizi precedenti

(valori in milioni di euro)

 

Residui attivi

Residui passivi

Consistenza al 1° gennaio 2005

116.856

121.294

Operazioni di riaccertamento (maggiori o minori entrate/spese)

+6.103

-11.114

Accertamenti nel corso dell’esercizio 2005

122.959

110.180

Residui incassati/pagati nel corso dell’esercizio 2005

14.296

44.300

Residui da esercizi precedenti al 31.12.2005

108.663

65.879

N.B.:     Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

I residui attivi provenienti dall’esercizio 2004 ammontavano, il 1° gennaio 2005, a 116.856 milioni di euro. Nel corso dell’esercizio 2005 la consistenza è stata rideterminata in 122.959 milioni di euro, di cui sono stati incassati 14.296 milioni di euro e sono rimasti da versare e da riscuotere 108.663 milioni di euro.

 

I residui passivi (con riferimento alle spese complessive, comprensive del rimborso prestiti) provenienti dall’esercizio 2004 ammontavano a 121.294 milioni di euro. Nel corso dell’esercizio 2005 la consistenza dei residui provenienti dall’esercizio 2004 è stata rideterminata in 110.180 milioni (-11.114 milioni), di cui sono stati pagati 44.300 milioni e sono rimasti da pagare 65.879 milioni di euro.

La rideterminazione è dovuta ad economie di gestione per 1.950 milioni di euro e a somme perente agli effetti amministrativi per 9.167 milioni, a fronte delle quali si sono verificate eccedenze di spesa per circa 3 milioni di euro.

 

Per tali eccedenze di spesa viene proposta sanatoria nell’articolo 7 del disegno di legge di rendiconto.

7.4    I residui di nuova formazione

(valori in milioni di euro)

 

Residui attivi

Residui passivi

Previsioni definitive di competenza

686.799

687.168

Accertamenti/impegni

627.413

635.556

Incassi/pagamenti

584.828

582.298

Residui al 31.12.2005 provenienti dalla competenza 2005

42.585

53.259

N.B.:  Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

La gestione di competenza dell’esercizio 2005 ha fatto registrare, rispetto ad una previsione definitiva di 686.799 milioni di euro, accertamenti di entrata per un valore complessivo di 627.413 milioni,in corrispondenza dei quali sono state effettuate operazioni di riscossione e versamento, relative alla gestione di competenza, per un valore complessivo di 584.828 milioni. Si sono formati pertanto residui attivi per un valore complessivo di 42.585 milioni.

I residui attivi di nuova formazione si riferiscono per 26.282 milioni di euro alle entrate tributarie (52,2%), per 16.299 milioni alle entrate extratributarie (47,5%) e per 4 milioni ai proventi da alienazione e ammortamento di beni patrimoniali.

 

Dal lato delle spese di competenza dell’esercizio 2005, a fronte di stanziamenti pari a 687.168 milioni di euro, si sono avuti impegni per un valore complessivo di 635.556 milioni di euro, in corrispondenza dei quali sono stati effettuati pagamenti, relativi alla gestione di competenza, per un valore complessivo di582.298 milioni di euro. Si sono formati pertanto residui passivi (sempre riferiti alle spese complessive, compreso il rimborso prestiti) per un valore di 53.259 milioni di euro.

Questi sono riferibili per 29.578 milioni di euro a spese correnti (35,3%), per 20.412 milioni di euro a spese in conto capitale (61,9%) e per 3.269 milioni di euro a rimborso prestiti (2,8%).

 

Al netto del rimborso prestiti, i residui passivi di nuova formazione ammontano a 49.990 milioni di euro.

 

La Relazione illustrativa al disegno di legge di assestamento per il 2006 (A.C. 1254), evidenzia che l’entità dei residui passivi di nuova formazione nell’esercizio 2005 derivanti da spese di parte corrente risulta superiore di 2.711 milioni di euro rispetto a quelli formatisi nell’esercizio 2004 (29.578 milioni nel 2005 rispetto a 26.867 milioni nel 2004), con una inversione di tendenza rispetto a quanto verificatosi negli esercizi precedenti.

I residui derivanti da spese di conto capitale risultano invece inferiori rispetto al 2004 di 386 milioni di euro (20.412 milioni nel 2005 rispetto a 21.961 milioni nel 2004).

I residui di nuova formazione di conto corrente sono da attribuire, per la maggior parte, a trasferimenti ad amministrazioni pubbliche (17.174 milioni di euro su 29.578), di cui 12.316 milioni in favore delle amministrazioni locali, in particolare, destinati:

-          alle regioni (7.517 milioni di euro), riferibili, per 5.387 milioni al Fondo sanitario nazionalee per 685 milioni al Fondo per il federalismo fiscale;

-          alle province e comuni (1.787 milioni di euro), di cui 820 milioni riguardanti il Fondo ordinario, consolidato e perequativo per la finanza locale;

-          alle Università (2.839 milioni);

-          agli enti di previdenza (4.197 milioni di euro), imputabili soprattutto all’INPS.

 

Entità rilevanti di residui di nuova formazione di parte corrente interessano anche i redditi da lavoro dipendente (4.782 milioni di euro, pari a +262 milioni rispetto al 2004), ascrivibili per 3.011 milioni al Ministero dell’economia, inclusivi del Fondo per i contratti del pubblico impiego e per 737 milioni al Ministero dell’istruzione, e la spesa per consumi intermedi (3.878 milioni di euro), che presenta peraltro una lieve flessione di 711 milioni di euro rispetto al 2004.

I residui di nuova formazione relativi a consumi intermedi riguardano, per la maggior parte, le spese del Ministero della difesa (1.471 milioni) e, per la parte restante, prevalentemente il Ministero dell’economia e delle finanze (1.086 milioni) e il Ministero della giustizia (439 milioni).

 

Anche per i residui di nuova formazione relativi alle spese di conto capitale, un parte rilevante (9.729 milioni di euro), è riferibile a contributi per investimenti a favore delle amministrazioni pubbliche, delle imprese, delle famiglie e all’estero, i quali, peraltro, registrano, rispetto al 2004, una riduzione complessiva di 3.338 milioni di euro.

I nuovi residui relativi a trasferimenti in conto capitale interessano:

-          le amministrazioni centrali per 1.264 milioni di euro;

-          le amministrazioni locali per 3.048 milioni di euro;

-          le imprese per 4.552 milioni di euro.


8. La gestione di cassa

La gestione di competenza e la gestione dei residui concorrono a determinare i risultati della gestione di cassa, che è rappresentata, per la parte di entrata, dagli incassi e, per la parte di spesa, dai pagamenti.

Nella tavola seguente i dati relativi ad incassi e pagamenti (C) sono messi a confronto con le previsioni iniziali di bilancio (A) e con quelle definitive (B), nonché con i risultati di cassa del rendiconto relativo all’esercizio 2004.

 

(dati in milioni di euro)

 

2004

2005


Differenza 2005/2004


 % 2005/2004

 

Consuntivo

Previsioni iniziali
(A)

Previsioni definitive
(B)

Consuntivo

(C)

Differenza

(C-B)

Entrate tributarie

370.679

366.692

373.075

365.199

-7.876

-5.480

-1,5

Entrate extratributarie

25.863

23.281

27.068

28.473

1.405

2.610

10,1

Totale entrate correnti

396.541

389.973

400.143

393.672

-6.471

-2.869

-0,7

Alienaz., ammort., riscoss.

10.992

8.942

16.386

10.073

-6.313

-919

-8,4

Entrate finali

407.534

398.915

416.529

403.745

-12.784

-3.789

-0,9

Accensione prestiti

209.685

265.037

298.262

195.380

-102.882

-14.305

-6,8

Entrate complessive

617.219

663.952

714.791

599.125

-115.666

-18.094

-2,9

Spese correnti

397.144

435.130

446.293

410.086

-36.207

12.942

3,3

Spese conto capitale

43.976

49.211

56.276

42.495

-13.781

-1.481

-3,4

Spese finali

441.120

484.341

502.569

452.581

-49.988

11.461

2,6

Rimborso prestiti

183.741

179.612

210.692

174.017

-36.675

-9.724

-5,3

Spese complessive

624.862

663.953

713.261

626.598

-86.663

1.736

0,3

Risparmio pubblico (Saldo corrente)

-603

-45.157

-46.150

-16.414

29.736

-15.811

 

Saldo netto da finanziare

-33.587

-85.426

-86.040

-48.836

37.204

-15.249

 

Saldo primario

27.334

-13.701

-9.590

21.416

31.006

-5.918

 

Ricorso al mercato

-217.328

-265.037

-296.733

-222.853

73.880

-5.525

 

N.B.:     Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

 

Dall’analisi della gestione di cassa, risultano incassi complessivi per 599.125 milioni di euro (con una riduzione del 2,9% rispetto agli incassi dell’esercizio precedente), di cui 403.745 milioni di euro derivanti da operazioni finali e 195.380 milioni di euro da operazioni di indebitamento patrimoniale.

 

In particolare, per quanto concerne gli incassi finali nel 2005:

-          le entrate tributarie, pari complessivamente a 365.199 milioni di euro, hanno registrato una riduzione di 5.480 milioni di euro rispetto al 2004 (-1,5%);

-          le entrate extratributarie, pari complessivamente a 28.473 milioni di euro, hanno evidenziato un aumento di 2.610 milioni di euro rispetto al 2004 (+10,1%);

-          le entrate derivanti da alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti, pari complessivamente a 10.073 milioni di euro, hanno registrato una diminuzione di 919 milioni di euro rispetto al 2004.

 

Le entrate da accensione prestiti hanno registrato anch’esse una diminuzione di 14.305 milioni di euro rispetto al 2004, passando da 209.685 a 195.380 milioni di euro.

 

Dal lato della spesa, i pagamenti complessivi ammontano a 626.598 milioni di euro, con un lieve incremento dello 0,3% rispetto ai pagamenti dell’esercizio precedente (+1.736 milioni di euro).

I pagamenti complessivi riguardano per 452.581 milioni di euro le operazioni finali e per 174.017 milioni di euro il rimborso delle passività finanziarie.

Il dato relativo alle spese finali risulta aumentato di 11.416 milioni di euro rispetto a quello dell’esercizio 2004 (+2,6%).

Tale incremento è interamente imputabile all’andamento dei pagamenti di parte corrente, che risultano aumentati di 12.942 milioni (da 397.144 a 410.086 milioni di euro), segnando un aumento del 3,3% rispetto al 2004.

I pagamenti di conto capitale risultano invece diminuiti di 1.418 milioni di euro rispetto al 2004, passando da 43.976 a 42.495 milioni di euro.

 

Riguardo ai pagamenti, la relazione illustrativa evidenzia che le economie realizzate sono state pari complessivamente a 87.463 milioni di euro, a fronte delle quali sono state effettuate in vari stati di previsione spese eccedenti le somme stanziate per complessivi 799 milioni di euro.

Anche per dette eccedenze viene proposta sanatoria con l’articolo 7 del disegno di legge di rendiconto, dove le eccedenze sono indicate con riferimento alle pertinenti unità previsionali di base[10].

 

Anche con riferimento alla gestione di cassa, si evidenzia dunque uno scostamento tra dati previsionali e risultati di gestione, ancora più marcato di quello rilevato con riferimento alla gestione di competenza.

 

Nella tavola seguente i risultati della gestione di cassa sono analizzati evidenziando distintamente le operazioni (incassi e pagamenti) relativi alla gestione dei residui sussistenti all’inizio dell’esercizio 2005 e quelle relative agli stanziamenti di competenza per il 2005. In questo modo è possibile evidenziare il rapporto tra l’entità delle operazioni di incasso e di pagamento rispetto al complesso della massa acquisibile (residui attivi provenienti dagli esercizi precedenti + previsioni di entrata) e al complesso della massa spendibile (residui passivi provenienti dagli esercizi precedenti + stanziamenti di spesa).

 

Analisi della gestione di cassa

(milioni di euro)

 

Residui

Competenza 2005

Totale

 

Al 1/1/2005

(A)

Incassi o pagamenti

(B)

Previsioni definitive

(C)

Incassi o pagamenti

(D)

Massa acquisibile o spendibile
(E=A+C)

Totale incassi o pagamenti
(F=B+D)

Rapporto
%

(F/E)

Entrate tributarie

64.229

13.627

381.431

351.572

445.660

365.199

81,9

Entrate extratributarie

52.594

668

29.421

27.805

82.015

28.473

34,7

Totale entrate correnti

116.823

14.295

410.852

379.377

527.675

393.672

74,6

Alienaz., ammort., riscoss.

33

2

16.386

10.071

16.419

10.073

61,3

Entrate finali

116.856

14.297

427.238

389.448

544.094

403.745

74,2

Accensione prestiti

0

0

259.561

195.380

259.561

195.380

75,3

Entrate complessive

116.856

14.297

686.799

584.828

803.655

599.125

74,6

Spese correnti

39.713

19.214

437.873

390.872

477.586

410.086

85,9

Spese conto capitale

72.314

16.114

47.811

26.382

120.125

42.496

35,4

Spese finali

112.028

35.328

485.684

417.254

597.712

452.582

75,7

Rimborso prestiti

9.266

8.973

201.484

165.044

210.750

174.017

82,6

Spese complessive

121.294

44.301

687.168

582.298

808.462

626.599

77,5

N.B.:     Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

 

Nella gestione di competenza i pagamenti finali risultano pari a 417.254 milioni di euro; essi rappresentano l’85,9% delle previsioni definitive (pari a 485.684 milioni di euro) e l’97,8% dell’ammontare complessivo degli impegni di spesa assunti nel 2005 (pari a 467.243 milioni di euro, cfr. la tavola relativa alla gestione di competenza nel § 6).

Con riferimento alla gestione dei residui, sono stati effettuati pagamenti finali per 35.328 milioni di euro, a fronte di residui accertati pari a 112.028 milioni di euro (solo il 31,5%).

 

Di seguito vengono offerte alcune indicazioni relative agli incassi realizzati nell’esercizio 2005, sulla base delle risultanze evidenziate nella Relazione trimestrale di cassa al 31 dicembre 2005 (presentata al Parlamento ad aprile 2006).

I dati relativi alle singole imposte sono stati rettificati sulla base degli elementi evidenziati nella Relazione medesima.

 

Incassi rettificati realizzati

(dati netti in milioni di euro)

 

Anni

Variazioni

 

2004

2005

Assolute

%

IMPOSTE DIRETTE

182.036

179.576

- 2.460

-1,4

- IRE

127.692

132.649

4.957

3,9

- IRES

28.018

33.692

5.674

20,3

- Sostitutiva

6.276

6.763

37

0,6

- Ritenuta sui dividendi

305

478

173

56,7

- Condoni, concordati e pendenze tributarie

7.484

311 (1)

- 7.173

- 95,8

- Altre

11.811

5.683

- 6.128

- 51,9

IMPOSTE INDIRETTE

159.338

162.869

3.531

2,2

Affari

116.644

119.939

3.295

2,8

- IVA

97.053

101.734

4.681

4,8

- Registro, bollo e sostitutiva

9.815

9.416

- 399

- 4,1

- Condoni, concordati e pendenze tributarie

1.327

78 (1)

- 1.249

- 94,1

Produzione

27.677

28.674

997

3,6

- Oli minerali

20.994

21.228

234

1,1

Monopoli

8.509

8.516

7

0,1

- Tabacchi

8.502

8.511

9

0,1

Lotto

6.508

5.740

- 768

- 11,8

TOTALE ENTRATE TRIBUTARIE

341.374

342.445

1.071

0,3

ALTRE ENTRATE

28.832

30.784 (2)

2.502

8,8

TOTALE ENTRATE FINALI (2) (3)

369.656

373.229

3.573

1,0

 

(1)Comprende la quota di condono, ancora da ripartire, di spettanza dell'erario, stimata in milioni 32, attribuibile per 26 milioni alle imposte dirette e per 6 milioni alle indirette.

(2)Al netto della quota di versamenti da parte della Struttura di gestione, relativi ad anni precedenti (mil. 214 per il 2003; mil. 350 per il 2004 e mil. 337 per il 2005).

(3)Al netto delle regolazioni contabili Sicilia e Sardegna (mil. 7.512 per il 2003; mil. 8.364 per il 2004 e mil. 8.729 per il 2005).

Fonte:  Relazione sulla stima del fabbisogno di cassa per l’anno 2006 e situazione di cassa al 31 dicembre 2005 (aprile 2006).


9. Il conto generale del patrimonio

9.1    Struttura e funzioni

Il conto generale del patrimonio è il documento contabile che fornisce annualmente la situazione patrimoniale dello Stato, quale risulta alla chiusura dell’esercizio.

 

Il conto generale del patrimonio comprende:

a)      le attività e le passività finanziarie e patrimoniali con le relative variazioni prodottesi durante l’esercizio di riferimento;

b)      la dimostrazione dei vari punti di concordanza tra la contabilità del bilancio e quella patrimoniale.

 

Nell’ambito della riforma del bilancio dello Stato (legge n. 94/1997 e D.Lgs. n. 279/1997), è stata prevista una ristrutturazione del rendiconto, concernente non solo il conto del bilancio, ma anche il conto generale del patrimonio.

In particolare, per quanto riguarda il conto del patrimonio, la ristrutturazione è stata ritenuta necessaria ai fini di una nuova impostazione del conto stesso sotto il profilo di una sua maggiore significatività in riferimento alla economicità della gestione patrimoniale. Sono state introdotte alcune disposizioni volte a individuare i beni suscettibili di utilizzazione economica e a permettere una analisi economica della gestione patrimoniale[11].

La ristrutturazione è stata attuata con il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 18 aprile 2002 (G.U. n. 24 del 30 gennaio 2003) e ha ricevuto prima applicazione con riferimento al conto patrimoniale presentato nel rendiconto per l’esercizio 2002.

La nuova struttura del conto del patrimonio ha trovato successivamente illustrazione con la circolare del Ministero dell’economia e delle finanze 12 marzo 2003, n. 13.

 

Il conto generale del patrimonio, nella nuova struttura, risulta dunque distinto in due parti.

La Sezione I contiene la classificazione patrimoniale degli elementi attivi e passivi, definiti in modo che possano raccordarsi con il sistema di contabilità nazionale SEC 95.

Le attività si distinguono in tre categorie di primo livello:

1)      attività finanziarie (attività economiche comprendenti i mezzi di pagamento, gli strumenti finanziari e le attività economiche aventi natura simile agli strumenti finanziari);

2)      attività non finanziarie prodotte (attività economiche ottenute quale prodotto dei processi di produzione. Esse comprendono beni materiali e immateriali prodotti, beni mobili di valore culturale, biblioteche e archivi);

3)      attività non finanziarie non prodotte (attività economiche non ottenute tramite processi di produzione. Esse comprendono beni materiali quali terreni, giacimenti, risorse biologiche non coltivate).

Le tre categorie di primo livello sono distinte in ulteriori quattro livelli di dettaglio.

 

Per quanto concerne le passività, è prevista un’unica voce di primo livello che comprende tanto i debiti a breve termine che quelli a medio-lungo termine, nonché le riserve tecniche dei fondi di pensione, le anticipazioni passive e altri conti passivi.

Anche in questo caso, la voce di primo livello è distinta in ulteriori quattro livelli di maggior dettaglio.

 

La Sezione II del conto del patrimonio illustra gli elementi di raccordo tra i dati patrimoniali e quelli del bilancio, mostrando l’incidenza dei risultati della gestione di bilancio sulle componenti patrimoniali attive e passive. La struttura della Sezione II tiene conto, in particolare, dell’articolazione del bilancio dello Stato per unità previsionali di base e della classificazione delle spese per funzioni-obiettivo, corrispondenti, al livello di maggior dettaglio, con le missioni istituzionali perseguite da ciascuna amministrazione.

Tali sezioni sono completate dalla classificazione delle attività e passività per Ministeri, dalle tabelle, dagli altri allegati e appendici al Conto generale.

 

Per effetto dell’articolo 22 della legge n. 468/1978, e successive modifiche ed integrazioni, il Conto del patrimonio contiene anche il Conto del “dare e avere” della Banca d’Italia in quanto organo cui è attribuito il servizio di tesoreria per conto dello Stato e le funzioni di cassiere speciale.

 

A seguito dell’istituzione della società Patrimonio dello Stato S.p.A., con il compito di valorizzare, gestire ed alienare il patrimonio dello Stato, al Conto del patrimonio è allegato il conto consuntivo, economico e patrimoniale della suddetta società (le cui azioni sono interamente possedute dal Ministero dell’economia e delle finanze) nonché il conto consolidato della gestione del bilancio statale e della stessa società in conformità a quanto stabilito dall’articolo 7, comma 12-bis del D.L. 63/2002.

9.2    I risultati generali della gestione patrimoniale per l’esercizio finanziario 2005

A partire dal rendiconto relativo all’esercizio 1997 la legge di approvazione del rendiconto generale dello Stato fa riferimento anche al conto del patrimonio.

In particolare, l’articolo 8 del disegno di legge in esame dispone l’approvazione dei risultati generali della gestione patrimoniale, evidenziati nella successiva tavola.

 

Risultati generali della gestione patrimoniale 2005

(milioni di euro)

Conti generali

consistenza al
31 dicembre 2004

consistenza al
31 dicembre 2005

differenza

Attività finanziarie

432.566

494.547

61.981

Attività non finanziarie prodotte

96.301

102.305

6.004

Attività non finanziarie non prodotte

3.097

2.695

-402

Totale attività

531.963

599.547

67.584

Passività finanziarie

1.870.797

1.953.595

82.798

Totale passività

1.870.797

1.953.595

82.798

Eccedenza passiva

1.338.834

1.354.047

15.213

 

Il totale delle attività ammonta a 599.547 milioni di euro, di cui:

-          494.547 milioni di euro di attività finanziarie (con un aumento di 61.981 milioni di euro rispetto al 2004);

-          102.305 milioni di euro di attività non finanziarie prodotte, che comprendono beni materiali e immateriali prodotti, beni mobili di valore culturale, biblioteche e archivi (+6.004 milioni di euro rispetto al 2004);

-          2.695 milioni di euro di attività non finanziarie non prodotte, che comprendono terreni, giacimenti e risorse biologiche non coltivate (-402 milioni di euro rispetto al 2004).

 

Il totale delle passività ammonta a 1.953.595 milioni di euro e si riferisce interamente a passività di natura finanziaria. Rispetto alla chiusura dell’esercizio 2004 l’entità delle passività finanziarie ha registrato un incremento di 82.798 milioni di euro.

Dai risultati generali della gestione patrimoniale emerge pertanto una eccedenza passiva di 1.354.047 milioni di euro, con un peggioramento, rispetto alla situazione patrimoniale a fine 2004 di 15.213 milioni di euro, derivante da un aumento delle attività per 67.584 milioni di euro e da un più consistente aumento delle passività per 82.798 milioni di euro.

Per quanto concerne le attività finanziarie, nel 2005 si è registrata un incremento delle attività finanziarie di breve termine di 62.995 milioni di euro e una diminuzione di quelle a medio-lungo termine di 1.013 milioni di euro.

Tra le attività non finanziarie prodotte il conto del patrimonio evidenzia un incremento di 6.004 milioni di euro relativo per 6.622 milioni ai soli “beni materiali prodotti” e 740 milioni per i beni artistici.

L’accrescimento delle attività non finanziarie non prodotte di 1.227 milioni di euro è riconducibile pressoché interamente all’aumento dei terreni registrati nel conto del patrimonio (+1.193 milioni di euro).

L’aumento delle passività finanziarie è dovuto per 28.558 milioni di euro alle passività finanziarie di breve termine e per 26.370 milioni di euro a quelle di medio-lungo termine.


10. I rendiconti delle Amministrazioni e aziende autonome

Gli ultimi articoli del disegno di legge di approvazione del rendiconto (articoli da 9 a 18) si riferiscono all'approvazione dei conti consuntivi delle amministrazioni e aziende autonome per l'esercizio 2005.

 

Sono ricompresi nelle ricordate disposizioni la gestione dell’Istituto agronomico per l'Oltremare (artt. 9 e 10), l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (artt. 11-14), gli Archivi notarili (art. 15) e il Fondo per gli edifici di culto (artt. 16-18).

 

Per quanto riguarda tali amministrazioni:

-          l'Istituto Agronomico per l'Oltremare presenta, per la gestione di competenza propria dell’esercizio, un bilancio in pareggio, dal momento che sono state accertate entrate e sono stati assunti impegni di spesa per imposto corrispondente;

-          l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato presenta, per la gestione di competenza propria dell’esercizio, un bilancio in pareggio. Il bilancio evidenzia peraltro un avanzo di gestione pari a 106,3 milioni di euro;

-          la gestione del bilancio degli Archivi notarili presenta un saldo attivo di 9 milioni di euro;

-          il Fondo per gli edifici di culto presenta, per la gestione di competenza propria dell’esercizio, un passivo di 0,145 milioni di euro, che si aggiunge al saldo attivo risultante a conclusione dell’esercizio 2003, il quale, per effetto della rideterminazione dei residui, ammonta a 5,760 milioni di euro. Pertanto, al 31 dicembre 2005, il Fondo registra un saldo attivo pari a circa 5,614 milioni di euro.


Tavole riepilogative

Rendiconto 2005


 

Tavola i - Andamento delle entrate finali per categorie economiche e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(Competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

CATEGORIE

RENDICONTO 2003

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

Previsioni definitive

Accertamenti

%

Previsioni definitive

Accertamenti

%

Previsioni definitive

Accertamenti

%

I -      Imposte sul patrimonio e sul reddito

185.411

189.000

45,1

185.455

191.970

45,0

189.302

189.865

43,9

II -          Tasse e imposte sugli affari

124.548

133.832

31,9

133.048

137.846

32,3

141.102

139.118

32,2

III -    Imposte sulla produzione, consumi e dogane

28.239

28.598

6,8

27.440

27.904

6,5

30.032

29.658

6,9

IV -    Monopoli

8.308

8.056

1,9

9.112

8.726

2,0

9.457

9.020

2,1

V -    Lotto, lotterie ed altre attività di giuoco

9.201

7.922

1,9

9.901

13.617

3,2

11.538

10.193

2,4

Totale Entrate Tributarie

355.707

367.408

87,6

364.956

380.063

89,1

381.431

377.854

87,5

VI -    Proventi speciali

667

630

0,2

703

650

0,2

670

795

0,2

VII -   Proventi dei servizi pubblici minori

4.717

7.861

1,9

7.135

6.098

1,4

6.994

6.943

1,6

VIII –Proventi dei beni dello Stato

419

304

0,1

442

443

0,1

653

327

0,1

IX -    Prodotti netti di aziende autonome e utili di gestione

2.526

2.564

0,6

2.426

3.013

0,7

2.426

3.019

0,7

X -     Interessi su anticipazioni e crediti vari del tesoro

2.306

5.420

1,3

2.334

5.197

1,2

5.850

9.524

2,2

XI -    Recuperi, rimborsi e contributi

12.619

15.659

3,7

13.521

18.421

4,3

10.968

21.478

5,0

XII -   Partite che si compensano nella spesa

2.004

1.712

0,4

2.004

1.893

0,4

1.859

2.019

0,5

Totale Entrate Extratributarie

25.258

34.150

8,1

28.565

35.715

8,4

29.420

44.105

10,2

XIII -   Vendita di beni ed affrancazione di canoni

6.641

17.022

4,1

14.116

10.664

2,5

12.272

5.631

1,3

XIV -  Ammortamento di beni patrimoniali

782

163

0,0

795

163

0,0

833

163

0,0

XV -   Rimborso di anticipazioni e crediti vari del Tesoro

1.098

764

0,2

201

165

0,0

3.281

4.281

1,0

Totale Alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione crediti

8.521

17.949

4,3

15.112

10.992

2,6

16.386

10.075

2,3

Totale Entrate Finali

389.486

419.507

100,0

408.633

426.770

100,0

427.237

432.034

100,0


 

Tavola II - Andamento delle principali imposte e loro incidenza percentuale sulle entrate tributarie

(Competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

 

RENDICONTO 2003

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

 

Previsioni definitive

Accertamenti

%

Previsioni definitive

Accertamenti

%

Previsioni definitive

Accertamenti

%

Entrate tributarie

355.707

367.408

100,0

364.956

380.062

100,0

381.432

377.854

100,0

di cui:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IRPEF

127.951

132.081

35,9

133.816

134.108

35,3

145.648

139.283

36,9

IRPEG/IRES

30.361

30.364

8,3

28.289

30.374

8,0

28.410

36.305

9,6

ILOR

269

500

0,1

143

355

0,1

531

239

0,1

Imposte sostitutive

14.988

15.919

4,3

14.803

17.018

4,5

12.381

11.162

3,0

Ritenute a titolo di imposta definitiva

748

819

0,2

843

852

0,2

829

1.036

0,3

IVA, di cui:

102.019

105.392

28,7

104.874

107.113

28,2

112.168

114.925

30,4

-       scambi interni ed intracomunitari

91.259

94.242

25,7

93.209

95.324

25,1

99.239

102.432

27,1

-       importazione

10.760

11.150

3,0

11.665

11.789

3,1

12.929

12.493

3,3

Altri introiti diretti

1.056

1.427

0,4

1.927

1.853

0,5

1.039

1.258

0,3

Condoni e sanatorie, di cui

11.803

11.281

3,1

8.493

8.830

2,3

514

851

0,2

-   Condoni e sanatorie su tributi diretti

10.038

7.892

2,1

5.635

7.409

1,9

464

582

0,2

-   Condoni e sanatorie su tributi indiretti

1.765

3.389

0,9

2.858

1.421

0,4

50

269

0,1

Lotto, lotterie e giuochi

9.200

7.922

2,2

9.900

13.617

3,6

11.538

10.193

2,7

Accisa e imposta erariale di consumo su:

 

 

 

 

 

 

29.946

29.284

7,8

-       Oli minerali

22.134

21.916

6,0

21.241

21.467

5,6

23.327

22.028

5,8

-       Altri prodotti

6.005

6.514

1,8

6.030

6.203

1,6

6.619

7.256

1,9

Imposte sui generi di monopolio

8.306

8.052

2,2

9.101

8.725

2,3

9.454

9.014

2,4

Imposte sugli affari

1.101

1.265

0,3

1.205

1.235

0,3

1.546

1.454

0,4

Altri tributi indiretti

19.766

23.956

6,5

24.291

28.313

7,4

27.428

22.850

6,0


 

Tavola III – Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

Dati di competenza
(milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)


STATO DI PREVISIONE

RENDICONTO 2003

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Economia e finanze

272.621

258.655

57,3

273.183

249.994

55,8

287.417

271.123

58,0

Attività produttive

4.999

4.943

1,1

6.775

6.736

1,5

4.250

4.248

0,9

Lavoro e politiche sociali

65.693

65.566

14,5

66.368

66.312

14,8

68.956

68.864

14,7

Giustizia

6.576

6.600

1,5

7.832

7.700

1,7

7.655

7.425

1,6

Affari esteri

2.447

2.315

0,5

2.338

2.156

0,5

2.511

2.340

0,5

Istruzione, università e ricerca

50.910

51.873

11,5

51.860

51.964

11,6

51.604

51.835

11,1

Interno

25.714

25.387

5,6

26.898

26.700

6,0

26.749

25.581

5,5

Ambiente e territorio

1.721

1.687

0,4

1.431

1.414

0,3

1.376

1.357

0,3

Infrastrutture e trasporti

8.083

7.334

1,6

8.780

8.080

1,8

7.779

7.414

1,6

Comunicazioni

270

259

0,1

361

352

0,1

396

384

0,1

Difesa

21.373

21.221

4,7

21.203

21.064

4,7

21.335

21.276

4,6

Politiche agricole

1.714

1.677

0,4

1.571

1.460

0,3

1.767

1.687

0,4

Beni e attività culturali

2.570

2.738

0,6

2.390

2.594

0,6

2.392

2.263

0,5

Salute

1.402

1.374

0,3

1.422

1.399

0,3

1.497

1.446

0,3

Totale spese finali

466.093

451.629

100

472.412

447.925

100

485.684

467.243

100

 


 

Tavola IV – Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

Autorizzazioni di cassa
(milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)


STATO DI PREVISIONE

RENDICONTO 2003

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

Previsioni definitive

Pagamenti

%

Previsioni definitive

Pagamenti

%

Previsioni definitive

Pagamenti

%

Economia e finanze

286.411

262.887

57,6

280.328

248.306

56,3

294.810

259.894

57,4

Attività produttive

5.185

4.882

1,1

5.894

3.232

0,7

4.678

3.503

0,8

Lavoro e politiche sociali

67.734

64.215

14,1

69.823

66.170

15,0

71.130

67.390

14,9

Giustizia

6.895

6.791

1,5

7.926

7.109

1,6

7.848

7.440

1,6

Affari esteri

2.510

2.215

0,5

2.397

2.238

0,5

2.478

2.270

0,5

Istruzione, università e ricerca

53.440

53.696

11,8

53.809

52.570

11,9

52.726

51.696

11,4

Interno

27.871

25.339

5,6

28.128

25.587

5,8

28.772

25.981

5,7

Ambiente e territorio

2.726

2.044

0,4

1.996

1.308

0,3

1.846

1.391

0,3

Infrastrutture e trasporti

9.515

7.042

0,0

10.436

7.045

1,6

8.773

5.713

1,3

Comunicazioni

359

276

0,1

480

357

0,1

390

340

0,1

Difesa

21.936

21.284

4,7

21.813

21.509

4,9

22.242

21.959

4,9

Politiche agricole

2.647

1.722

0,4

2.629

1.693

0,4

2.287

1.523

0,3

Beni e attività culturali

2.850

2.272

0,5

3.623

2.347

0,5

2.491

2.147

0,5

Salute

2.094

1.357

0,3

2.241

1.593

0,4

2.097

1.333

0,3

Totale spese finali

492.173

456.022

100

491.523

441.064

100

502.568

452.580

100


 

Tavola V – Evoluzione delle spese finali per funzioni-obiettivo ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 


FUNZIONI-OBIETTIVO

RENDICONTO 2003

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

1 -   Servizi generali delle pubbliche amministrazioni

231.920

218.956

48,5

229.823

208.143

46,5

238.537

226.306

48,4

2 –  Difesa

20.781

20.595

4,6

20.975

20.813

4,6

20.976

20.770

4,4

3 -   Ordine pubblico e sicurezza

19.821

19.555

4,3

22.182

21.884

4,9

22.526

21.971

4,7

4 -   Affari economici

56.894

55.012

12,2

55.247

53.857

12,0

52.891

51.164

11,0

5 -   Protezione dell'ambiente

2.464

2.409

0,5

2.223

2.188

0,5

2.067

2.016

0,4

6 -   Abitazioni e assetto territoriale

1.838

1.703

0,4

1.658

1.592

0,4

1.841

1.649

0,4

7 -   Sanità

10.226

10.109

2,2

9.975

9.069

2,0

14.970

14.636

3,1

8 -   Attività ricreative, culturali e di culto

8.961

9.084

2,0

14.469

14.651

3,3

14.797

12.675

2,7

9 –  Istruzione

48.620

49.767

11,0

49.128

49.203

11,0

49.242

49.441

10,6

10-  Protezione sociale

64.568

64.439

14,3

66.732

66.525

14,9

67.837

66.615

14,3

Totale spese finali

466.093

451.629

100

472.412

447.925

100

485.684

467.243

100

 

 


 

Tavola VI – Evoluzione della spesa finale per categorie ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)


CATEGORIE

RENDICONTO 2003

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Redditi da lavoro dipendente

76.746

77.387

17,1

79.686

79.487

17,7

82.601

81.743

17,5

Consumi intermedi

14.154

13.693

3,0

14.072

13.769

3,1

13.198

12.782

2,7

Imposte pagate sulla produzione

4.209

4.278

0,9

4.374

4.339

1,0

4.414

4.391

0,9

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

159.951

159.534

35,3

169.319

168.059

37,5

177.800

175.285

37,5

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

3.341

3.512

0,8

4.159

4.102

0,9

4.218

3.862

0,8

Trasferimenti correnti a imprese

5.489

5.205

1,2

5.467

5.248

1,2

5.074

4.875

1,0

Trasferimenti all'estero

1.700

1.589

0,4

1.671

1.505

0,3

1.704

1.615

0,3

Risorse proprie cee

13.850

12.822

2,8

14.750

14.138

3,2

15.700

14.480

3,1

Interessi passivi e redditi da capitale

76.139

71.305

15,8

75.120

60.964

13,6

76.413

70.671

15,1

Poste correttive e compensative

42.984

41.520

9,2

50.973

47.662

10,6

51.824

49.294

10,5

Ammortamenti

782

163

0,0

794

163

0,0

833

18

0,0

Altre uscite correnti

5.147

586

0,1

3.478

1.125

0,3

4.094

1.433

0,3

Totale spese correnti

404.491

391.594

86,7

423.863

400.561

89,4

437.873

420.449

90,0

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

5.847

5.747

1,3

5.763

5.659

1,3

6.199

6.170

1,3

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

19.523

19.275

4,3

19.515

19.139

4,3

16.931

16.768

3,6

Contributi agli investimenti ad imprese

13.566

13.441

3,0

11.852

11.705

2,6

8.383

8.233

1,8

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private

258

258

0,1

115

115

0,0

122

122

0,0

Contributi agli investimenti a estero

235

222

0,0

263

252

0,1

404

396

0,1

Altri trasferimenti in conto capitale

15.056

13.977

3,1

4.989

4.445

1,0

9.215

8.730

1,9

Acquisizioni di attività finanziarie

7.117

7.116

1,6

6.052

6.049

1,4

6.557

6.375

1,4

Totale spese conto capitale

61.602

60.036

13,3

48.549

47.364

10,6

47.811

46.794

10,0

Totale spese finali

466.093

451.630

100

472.412

447.925

100

485.684

467.243

100


 

Tavola VII – Andamento delle U.P.B. (III livello) ed incidenza percentuale sulle spese finali del bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

U.P.B. (III livello)

RENDICONTO 2003

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Funzionamento

81.419

81.649

18,1

82.568

82.027

18,3

83.642

82.498

17,7

Interventi

225.597

222.502

49,3

245.659

240.088

53,6

254.709

248.126

53,1

Oneri comuni

19.199

13.893

3,1

18.714

15.601

3,5

21.396

17.378

3,7

Trattamenti di quiescenza

1.460

1.573

0,3

1.159

1.258

0,3

1.081

1.169

0,3

Oneri del debito pubblico

76.816

71.977

15,9

75.763

61.587

13,7

77.045

71.278

15,3

Totale spese correnti

404.491

391.594

86,7

423.863

400.561

89,4

437.873

420.449

90,0

Investimenti

58.137

57.628

12,8

45.440

44.789

10,0

44.904

44.253

9,5

Altre spese in conto capitale

429

429

0,1

182

182

0,0

362

243

0,1

Oneri comuni

3.037

1.979

0,4

2.927

2.393

0,5

2.545

2.298

0,5

Totale conto capitale

61.603

60.036

13,3

48.549

47.364

10,6

47.811

46.794

10,0

Totale spese finali

466.094

451.630

100

472.412

447.925

100

485.684

467.243

100

 


 

PARTE II - Assestamento 2006
(A.C. 1254)


1. L’assestamento del bilancio dello Stato

1.1    Funzione dell’assestamento del bilancio dello Stato

L’articolo 17 della legge n. 468/1978 prevede l'istituto dell'assestamento di bilancio per consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio dello Stato, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente.

Sotto questo profilo, il disegno di legge di assestamento si connette funzionalmente con il disegno di legge di rendiconto relativo all’esercizio precedente: l’entità dei residui, sia attivi che passivi, sussistenti all’inizio dell’esercizio finanziario, che al momento dell’elaborazione e approvazione del bilancio di previsione è stimabile solo in misura approssimativa, viene, infatti, definita in assestamento sulla base delle risultanze del rendiconto.

Più in generale, con il disegno di legge di assestamento le previsioni di bilancio sono adeguate in relazione:

a)      per quanto riguarda le entrate, all’eventuale revisione delle stime del gettito;

b)      per quanto riguarda le spese aventi carattere discrezionale, ad esigenze sopravvenute;

c)      per quanto riguarda la determinazione delle autorizzazioni di pagamento (in termini di cassa), alla consistenza dei residui accertati in sede di rendiconto dell’esercizio precedente.

 

Per quanto riguarda le previsioni di entrata, poiché esse sono il frutto di una valutazione di carattere tecnico, eventuali modifiche possono essere determinate dall’evoluzione della base imponibile e dagli effetti derivanti dall’applicazione della normativa vigente.

 

In riferimento alle variazioni di spesa, la legge di assestamento presenta il medesimo vincolo che sussiste per il bilancio di previsione, cioè il rispetto della legislazione sostanziale vigente.

Non possono pertanto essere modificati, in sede di assestamento, gli stanziamenti di spesa direttamente determinati da norme vigenti.

 

Va infine ricordato che, ai sensi del comma 2 dell’articolo 17 della legge n. 468/1978, anche dopo l’approvazione della legge di assestamento possono essere presentate al Parlamento, comunque entro il 31 ottobre, ulteriori variazioni delle dotazioni di competenza e di cassa per l’esercizio in corso.

1.2    La struttura e il contenuto del disegno di legge di assestamento del bilancio dello Stato per l’esercizio 2006

L’articolo 1 del disegno di legge di assestamento dispone l’approvazione delle variazioni alle previsioni del bilancio dello Stato per il 2006 (approvato con la legge n. 207/2005), indicate nelle annesse tabelle.

Le tabelle si riferiscono allo stato di previsione dell’entrata, agli stati di previsione della spesa dei singoli ministeri e ai bilanci delle Amministrazioni autonome.

 

Il disegno di legge di assestamento, infatti, contiene, sia per lo stato di previsione dell’entrata che per ciascuno degli stati di previsione dei ministeri di spesa, le proposte di variazione degli stanziamenti di bilancio in termini di competenza e di cassa, che vengono effettuate tramite il disegno di legge medesimo e che costituiscono oggetto di approvazione da parte del Parlamento.

In allegato al disegno di legge è invece evidenziata, a fini conoscitivi, sia per lo stato di previsione dell’entrata che per gli stati di previsione della spesa, l’evoluzione, in termini di competenza e di cassa, delle singole poste di bilancio, per effetto sia delle variazioni apportate in forza di atti amministrativi fino al 31 maggio, sia delle variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento medesimo.

Per ciascuna U.P.B. si indicano, inoltre, le variazioni che si registrano nella consistenza dei residui, in linea con le risultanze definitive esposte nel Rendiconto dell’esercizio precedente.

A partire dalla previsione iniziale, le eventuali variazioni intervenute per atto amministrativo o proposte con il disegno di assestamento determinano, per ciascuna U.P.B., la previsione assestata.

 

Le variazioni disposte in bilancio nel periodo gennaio-maggio con atto amministrativo derivano dall’applicazione di nuovi provvedimenti legislativi intervenuti successivamente all’approvazione del bilancio (per le quali il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le conseguenti variazioni) oppure dall’applicazione di procedure previste dalla normativa contabile.

La maggior parte delle variazioni apportate con atto amministrativo non ha effetto sui saldi (variazioni compensative)perché si tratta o dello spostamento di somme tra capitoli di spesa, oppure di modifiche della stessa entità ma di segno contrario dell’entrata e della spesa.

Le variazioni compensative dipendono:

-          dall’utilizzo dei fondi speciali recanti gli accantonamenti di parte corrente e in conto capitale destinati alla copertura di provvedimenti legislativi da approvare nel corso dell’esercizio finanziario;

-          dai prelievi dal fondo di riserva per le spese obbligatorie e d’ordine (ivi compresi i prelievi necessari alla reiscrizione dei residui passivi perenti di conto corrente[12])edal fondo di riserva delle spese impreviste (articoli 7 e 9 della legge n. 468/1978), nonché dal fondo di riserva per l'integrazione delle autorizzazioni di cassa (di cui all’articolo 9-bis della legge n. 468/1978, inserito dall'articolo 8 della legge n. 94/1997) e dal fondo di riserva per l’integrazione delle autorizzazioni di spesa delle leggi permanenti di natura corrente inserite nella Tabella C della legge finanziaria (di cui all’articolo 9-ter della legge n. 468/1978, inserito dall’art. 2 della legge n. 208/1999);

-          dalla reiscrizione dei residui passivi perenti di conto capitale, mediante prelievo dall’apposito fondo di cui all’art. 8 della legge n. 468/1978;

-          dalla riassegnazione ai capitoli di spesa di somme affluite all'entrata nei primi cinque mesi dell’anno in corso, in base alla procedura da ultimo disciplinata con D.P.R. 10 novembre 1999, n. 469 (“Norme di semplificazione del procedimento per il versamento di somme all'entrata e la riassegnazione alle unità previsionali di base per la spesa del bilancio dello Stato, con particolare riferimento ai finanziamenti dell'Unione europea, ai sensi dell'articolo 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997, n. 59”).

 

Tra le variazioni delle dotazioni di bilancio apportate con atti amministrativi hanno invece natura non compensativa, e incidono quindi sui saldi di bilancio:

-          le riassegnazioni ai capitoli di spesa di somme affluite in entrata nell’ultimo bimestre (periodo 1° novembre-31 dicembre) dell’anno precedente, ai sensi di quanto previsto dall’art. 2, comma 2, del citato D.P.R. n. 469/1999;

-          gli slittamenti di copertura, vale a dire l’utilizzo di quote dei fondi speciali stanziate nel bilancio di previsione per l’esercizio precedente e non utilizzate entro il termine di tale esercizio, ai sensi dell’articolo 11-bis, comma 5, della legge n. 468/1978[13];

-          il trasporto all’esercizio in corso di titoli di spesa rimasti insoluti alla chiusura dell'esercizio precedente, con la conseguente integrazione delle autorizzazioni di cassa, ai sensi dell’articolo 17, ultimo comma, della legge n. 468/1978[14].

 

L’articolo 2 del disegno di legge di assestamento si riferisce allo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze.

In particolare, il comma 1 aumenta il limite massimo di emissione di titoli pubblici, stabilito nella legge di bilancio per il 2006 (legge n. 267/2005), da 60.000 milioni di euro a 66.500 milioni di euro.

Il comma 2, novellando l’articolo 2, comma 7, della legge di bilancio per il 2006 (legge n. 267/2006), aumenta da 900 milioni di euro a 1.070 milioni di euro la dotazione del Fondo di riserva per le spese obbligatorie e d’ordine, di cui all’art. 7 della legge n. 468/1978 (Ministero dell’economia e finanze, U.P.B. 4.1.5.10/cap. 3000) e riduce da 600 milioni a 430 milioni di euro la dotazione del Fondo per le spese impreviste, di cui all’art. 9 della legge n. 468/1978 (Ministero dell’economia e finanze, U.P.B. 4.1.5.2/cap. 3001).

 

L’articolo 3 dispone l’approvazione dell’allegato 1 del disegno di legge, nel quale sono contenute le modifiche all’elenco delle unità previsionale di baseindividuate nel bilancio di previsione per il 2006.

 

Si ricorda infine che il decreto-legge n. 181 del 2006, approvato in via definitiva dalla Camera nelle seduta del 17 luglio, ha apportato rilevanti modifiche all’articolazione dei ministeri, alla cui attuazione si provvederà con successivi provvedimenti.

Si segnala al riguardo che, in sede di esame del decreto presso l’Assemblea della Camera, il Governo ha accolto l’ordine del giorno Duilio ed altri, n. 129, che impegna il Governo a procedere all'adeguamento dell'articolazione del bilancio dello Stato in relazione al riassetto delle amministrazioni in un'unica sede, possibilmente in occasione dell'esame del disegno di legge di assestamento per l'anno in corso, eventualmente mediante la trasmissione di una nota di variazione dello stesso, in modo da consentire al Parlamento una valutazione compiuta del complesso delle modifiche che saranno apportate.


2. I saldi del bilancio dello Stato
risultanti dalle previsioni assestate

La relazione al disegno di legge di assestamento del bilancio dello Stato per il 2006 (A.C 1254), evidenzia, sulla base delle previsioni assestate poste a confronto con le previsioni iniziali, un peggioramento del saldo netto da finanziare e degli altri saldi di bilancio sia in termini di competenza che in termini di cassa.

a)      I saldi di competenza

(dati in milioni di euro)

 

2005

2006

 

Rendiconto

Previsioni iniziali

Variazioni per atto amministrativo

Variazioni proposte ddl assestamento

Previsioni assestate

Saldo netto da finanziare

-30.218

-36.664

-312

-1.487

-38.464

Risparmio pubblico
(saldo corrente)

8.444

-6.377

-50

-1.432

-7.859

Saldo primario

40.452

34.736

-297

-1.209

33.229

Ricorso al mercato (*)

-203.523

-232.666

-312

-2.617

-235.595

N.B.:     Dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili. I dati di rendiconto sono riferiti alla gestione.

(*)         Il ricorso al mercato è al lordo delle regolazioni debitorie.

 

 

In particolare, in termini di competenza, le previsioni assestate per il 2006, risultanti delle variazioni apportate per atto amministrativo fino al 31 maggio scorso e da quelle proposte con il disegno di legge di assestamento in esame, determinano, rispetto alle previsioni iniziali di bilancio, un aumento del saldo netto da finanziare,al netto delle regolazioni debitorie e contabili, da 36.664 milioni di euro a 38.464 milioni di euro, con un peggioramento di circa 1.800 milioni di euro.

Tale peggioramento è da porre in relazione all’andamento delle spese finali, soprattutto delle spese correnti primarie, che registrano un incremento solo parzialmente bilanciato dal miglioramento delle previsioni relative alle entrate finali.

 

In particolare, le entrate finali, come determinate sulla base delle previsioni assestate, registrano un aumento di circa 2.200 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali di bilancio (394.311 milioni di euro), risultando pari a 396.521 milioni di euro.

Tale aumento, come specificato nella relazione illustrativa al disegno di legge (A.C. 1254), deriva dall’inclusione nelle previsioni assestate di un incremento 2 miliardi di euro del gettito derivante dal comparto tributario, correlato alla revisione delle stime del gettito delle entrate tributarie operata con la recente “due diligence” sulla finanza pubblica.

Sempre per ciò che concerne il comparto tributario delle entrate, come ogni anno il Governo specifica che non sono ancora conosciuti tutti gli elementi necessari per una puntuale quantificazione del gettito dell’esercizio finanziario 2006. In particolare non sono ancora noti i dati concernenti relativi all’autoliquidazione delle imposte sui redditi.

Pertanto, nella relazione illustrativa si evidenzia la possibilità, in via successiva, della presentazione di un apposito emendamento al disegno di legge di assestamento qualora gli andamenti ipotizzati ai fini del bilancio di previsione 2006 non siano in linea con quelli effettivi, una volta disponibili gli elementi summenzionati.

Le spese finali, sulla base delle previsioni assestate, ammontano a 434.985 milioni di euro a fronte di una previsione iniziale di 430.975 milioni di euro, con un incremento di 4.010 milioni di euro.

 

Al lordo delle regolazioni debitorie, pari a 8.341 milioni di euro, il saldo netto da finanziare si attesta intorno a 46.804 milioni di euro, a fronte di una previsione iniziale di 43.741 milioni di euro.

 

La legge finanziaria per il 2006 (articolo 1, comma 1, della legge n. 266/2005) ha fissato per il 2006 il limite massimo del saldo netto da finanziare in termini di competenza, al netto delle regolazioni debitorie, in 41.000 milioni di euro, al netto di 7.077 milioni di euro per regolazioni debitorie.

Il valore del saldo netto da finanziare che si determina sulla base delle previsioni assestate rientra, in tal modo, nel limite massimo stabilito dalla legge finanziaria per il 2006.

 

Negli anni precedenti si è invece spesso verificato il superamento del limite massimo indicato nella legge finanziaria.

La tavola seguente riepiloga i valori del limite massimo del saldo netto da finanziare fissato dalla legge finanziaria, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, del saldo risultante dal bilancio di previsione e di quello derivante dalle variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento, a raffronto con il dato di consuntivo. La tabella è redatta al netto delle regolazioni debitorie, fatta eccezione per i risultati relativi agli anni 1996-1997, in quanto il rendiconto di quegli anni fornisce soltanto dati al lordo di tali regolazioni.


 

Evoluzione del saldo netto da finanziare nel ddl di assestamento

(miliardi di lire – milioni di euro, competenza)

Anno

Legge finanziaria

Legge di bilancio

Ddl di assestamento

Consuntivo

Limite massimo

Regolazioni debitorie

miliardi di lire

1996

147.900

12.400

147.738

147.277

125.412 (*)

1997

91.500

16.754

91.457

99.576

42.066 (*)

1998

87.800

28.807

87.740

84.040

46.398

1999

60.700

33.267

60.590

57.932

30.188

2000

79.500

33.454

78.666

72.820

12.581

milioni di euro

2001

38.218

17.740

38.136

43.087

16.685

2002

33.157

14.649

32.763

36.155

35.356

2003

48.200

5.760

47.764

56.105

30.971

2004

54.600

7.396

53.873

62.223

15.680

2005

50.000

7.494

48.643

51.102

30.218

2006

41.000

7.077

36.664

38.463

 

N.B.:     Dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili. I dati di consuntivo sono riferiti alla gestione.

(*)         Per i consuntivi 1996 e 1997, i dati sono al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.

 

In corrispondenza con l’evoluzione del saldo netto da finanziare, le previsioni assestate evidenziano anche un peggioramento, rispetto alle previsioni iniziali, del saldo corrente (risparmio pubblico) e del saldo primario (differenza tra entrate finali e spese finali al netto della spesa per interessi).

In particolare, il saldo corrente passa dalla previsione iniziale di un valore negativo pari a 6.377 milioni di euro ad una previsione assestata pari a un valore negativo di 7.859 milioni di euro, con un peggioramento di 1.482 milioni di euro.

Rispetto alle previsioni iniziali, l’avanzo primario si riduce da 34.736 milioni di euro a 33.229 milioni di euro (-1.506 milioni di euro).

 

Anche il ricorso al mercato (che risulta dalla differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso di prestiti), evidenzia un peggioramento di 2.929 milioni di euro, da 232.666 a 235.595 milioni (il dato comprende anche le regolazioni debitorie).

 

In relazione al valore del ricorso al mercato, si ricorda che l’articolo 1, comma 1, della legge finanziaria per il 2006 (legge n. 266/2005) ne ha fissato il livello massimo in 244.000 milioni di euro (compreso l’indebitamento all’estero per un importo non superiore a 2.000 milioni).

Anche il valore del ricorso al mercato che si determina sulla base delle previsioni assestate risulta dunque nel limite massimo stabilito dalla legge finanziaria per il 2006, diversamente da quanto avvenuto nei due anniprecedenti.

 

b)     I saldi di cassa

(dati in milioni di euro)

 

2005

2006

 

Rendiconto

Previsioni iniziali

Variazioni per atto amministrativo

Variazioni proposte ddl assestamento

Previsioni assestate

Saldo netto da finanziare

-47.258

-65.538

-815

-1.244

-67.598

Risparmio pubblico
(saldo corrente)

-12.661

-31.616

2.670

-1.643

-30.589

Saldo primario

22.994

5.861

-753

-966

4.142

Ricorso al mercato (*)

-222.853

-261.539

-2.224

-2.412

-266.175

N.B.:  Dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili.

(*)            Il ricorso al mercato è al lordo delle regolazioni debitorie.

 

In modo analogo all’evoluzione registrata in termini di competenza, anche in termini di cassa le previsioni assestate evidenziano sui saldi di bilancio (calcolati al netto delle regolazioni debitorie, contabili e dei rimborsi IVA) una incidenza negativa.

In termini di cassa, il saldo netto da finanziare, al netto delle regolazioni debitorie e contabili (pari a 8.341 milioni di euro), si attesta a 67.598 milioni di euro, con un aumento di 2.060 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali (65.538 milioni di euro).

Il saldo corrente (risparmio pubblico) in termini di cassa mostra un leggero miglioramento, passando da un valore negativo iniziale di 31.616 milioni di euro a un valore negativo di 30.589.

Il saldo primario, che nelle previsioni iniziali era pari a 5.861 milioni di euro, nelle previsioni assestate viene quantificato in 4.142 milioni di euro con una riduzione di 1.719 milioni

Il ricorso al mercato in termini di cassa, che nel bilancio di previsione era quantificato in 261.539 milioni di euro, sale, nelle previsioni assestate, a 266.175 milioni di euro (al lordo delle regolazioni debitorie), con un peggioramento di circa 4.636 milioni di euro.


3. Le variazioni di competenza

Nella tavola seguente è esposto il quadro analitico, in termini di competenza, al netto delle regolazioni debitorie e contabili e dei rimborsi IVA, delle previsioni iniziali contenute nel bilancio per l’esercizio in corso, delle variazioni intervenute mediante atti amministrativi, delle variazioni conseguenti alle proposte recate dal disegno di legge di assestamento e, infine, del complesso delle previsioni assestate.

I dati sono altresì posti a raffronto con i risultati di consuntivo relativi all’anno 2005, come esposti nel disegno di legge di rendiconto (A.C. 1253).

 

Variazioni al bilancio 2006 - Competenza

(milioni di euro)

 

2005

2006

 

Rendiconto

Previsioni iniziali

Variazioni per atto amministrativo

Variazioni proposte ddl assestamento

Previsioni assestate

          Entrate

Entrate finali:

409.019

394.311

78

2.132

396.521

- Entrate tributarie

 

363.708

-

2.000

365.708

- Entrate extratributarie

 

28.730

78

132

28.939

- Alienazione, ammortamento

 

1.874

-

-

1.874

          Spese

Spese finali:

439.237

430.975

390

3.619

434.985

- Spese correnti netto interessi

 

327.415

113

3.285

330.813

- Interessi

 

71.400

15

278

71.693

- Spese conto capitale

 

32.161

262

56

32.478

Rimborso prestiti

 

188.925

-

-134

188.791

 

Saldo netto da finanziare

-30.218

-36.664

-312

-1.487

-38.464

Risparmio pubblico

8.444

-6.377

-50

-1.432

-7.859

Avanzo primario

40.452

34.736

-297

-1.209

33.230

Ricorso al mercato (*)

-203.523

-232.666

-312

-2.617

-235.595

N.B: Dati al netto delle regolazioni debitorie, contabili e rimborsi IVA. I dati di rendiconto 2005 sono riferiti alla gestione.

(*)  Il ricorso al mercato è al lordo delle regolazioni debitorie.

 

Negli allegati al disegno di legge di assestamento (A.C. 1254/I-II-III) sono esposte, a fini conoscitivi, le variazioni agli stanziamenti di bilancio determinate da atti amministrativi e intervenute nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 maggio 2006.

 

In termini di competenza, le variazioni conseguenti ad atti amministrativi adottati nei primi cinque mesi dell’esercizio finanziario hanno determinato:

a)        un incremento delle entrate finali di 78 milioni di euro, derivante totalmente dall’aumento delle entrate extratributarie;

b)        un incremento delle spese finali di 390 milioni di euro, dovuto per 113 milioni di euro alle spese correnti al netto degli interessi e per 262 milioni di euro alle spese in conto capitale.

 

Come indicato, le variazioni conseguenti ad atti amministrativi adottati sulla base della legislazione vigente nei primi cinque mesi dell’esercizio finanziario sono esposte, negli allegati al disegno di legge di assestamento, a scopo meramente conoscitivo.

Sono invece oggetto di approvazione parlamentare le variazioni alle previsioni di bilancio che il Governo propone con il disegno di legge di assestamento.

 

Per quanto riguarda le entrate, il disegno di legge di assestamento presenta un incremento di 2.000 milioni di euro delle previsioni relative alle entrate tributarie.

Come indicato nella relazione illustrativa, tale aumento è correlato alla revisione delle stime operata con la recente “due diligence” sulla finanza pubblica.

Nel dettaglio, l’aumento di 2.000 milioni delle entrate tributarie, per effetto della richiamata revisione delle stime, risulta così dettagliata:

 

UPB/capitolo

Denominazione

Euro

1.1.4

Imposte sostitutive

900.000.000

1.1.5

Ritenute a titolo di imposta definitiva

100.000.000

1.1.7

Altri introiti diretti

300.000.000

1.1.8

IVA su scambi interni e intracomunitari

300.000.000

1.1.11

IVA su importazioni

200.000.000

1.1.20

Altri tributi indiretti

200.000.000

 

 

Nell’ultimo Bollettino delle entrate tributarie, diffuso a giugno 2006 dal Dipartimento delle politiche fiscali, il Ministero dell’economia e delle finanze ha reso noto che nel periodo gennaio-maggio 2006 le entrate tributarie dello Stato, calcolate secondo il criterio della competenza, vale a dire in termini di accertamenti, sono risultate pari a 133.004 milioni di euro, con un aumento dell’ 8,7% rispetto alle entrate accertate nel corrispondente periodo dell’anno precedente.

 

Il gettito delle imposte dirette nel periodo gennaio-maggio 2006 si è attestato a 64.010 milioni di euro, registrando un aumento dell’10,2% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.

In particolare, l’IRPEF ha determinato entrate per 55.550 milioni di euro.

Il gettito dell’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze è praticamente raddoppiato, con un incremento di 663 milioni (+95% rispetto al corrispondente periodo del 2005), così come risulta aumentato di 1.090 milioni il gettito da ritenute su interessi (+44,4%) .

 

Il gettito delle imposte indirette, pari complessivamente a 68.994 milioni di euro, ha registrato un aumento del 7,4% (+4.741 milioni di euro). In particolare, tra le principali imposte indirette, il gettito relativo all’IVA, nei primi cinque mesi del 2006, è risultato pari a 41.305 milioni di euro, con un incremento del 9,4% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, mentre le imposte di fabbricazione sugli olî minerali sono risultate stabili rispetto al precedente periodo. Sul fronte dei giochi, mentre si è registrata una riduzione dei proventi del giuoco del lotto (-10,7%) e delle altre attività di gioco (-3,3%), risultano incrementati del 57,2% i proventi da apparecchi e congegni di gioco (+277 milioni).

 

Per quanto concerne, invece, le entrate extra-tributarie, il provvedimento di assestamento in esame determina una variazione in aumento di 132 milioni.

 

Relativamente alle spese finali, la relazione illustrativa del disegno di legge evidenzia che, nella predisposizione dell’assestamento, è stato seguito il criterio, già adottato negli scorsi anni, in forza del quale non si è intervenuti a modificare gli stanziamenti relativi a una serie di oneri che si potrebbero configurare più propriamente, come spese eccedenti la relativa previsione normativa. Gli oneri in questione sono individuati “in benefici assimilabili a diritti soggettivi ... ovvero spese aventi natura obbligatoria” e il mancato intervento, in sede di assestamento, per adeguare le dotazioni interessate alle spese effettivamente intervenute viene ricondotto, nella relazione medesima, alle disposizioni contenute nel decreto-legge n. 194/2002, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 246/2002 (c.d. “decreto-legge tagliaspese”)[15].

In altre parole, secondo l’interpretazione adottata nella relazione, le disposizioni del decreto-legge tagliaspese implicano che le autorizzazioni ovvero le previsioni di spesa relative a benefici assimilabili a diritti soggettivi o a spese aventi natura obbligatoria si configurino come determinazione per legge del relativo stanziamento. Da qui l’impossibilità di apportare modifiche attraverso l’assestamento, che può intervenire soltanto sugli stanziamenti di spesa non riconducibili a fattore legislativo.

La relazione illustrativa prospetta, peraltro, la possibilità che le spese in questione siano rifinanziate attraverso appositi provvedimenti legislativi, ovvero in sede di legge finanziaria, come già avvenuto con le leggi finanziarie precedenti.

La legge n. 266/2005 (legge finanziaria per il 2006) ha disposto l’approvazione, come già le leggi finanziarie precedenti, in un apposito allegato (Allegato n. 1), di ulteriori autorizzazioni di spesa necessarie a far fronte ai maggiori oneri che si sono determinati, per specifiche voci di bilancio, rispetto alle relative previsioni di spesa.

A tal fine, l’allegato 1 ha disposto l’assegnazione di ulteriori risorse per 2.711,6 milioni di euro per il 2006 (in tale importo è peraltro compreso anche il finanziamento di oneri che si sono determinati nel 2005 e, in taluni casi, negli anni precedenti, per un importo complessivo di 2.015,5 milioni di euro), 696,1 milioni di euro per il 2007 e 756,1 milioni di euro per il 2008.

Gli importi riferiti agli anni precedenti vengono trattati come regolazioni debitorie.

 

 

Le variazioni proposte nel disegno di legge di assestamento relativamente alle spese finali comportano un incremento complessivo di 3.619 milioni di euro.

Tale variazione risulta quasi interamente da un aumento delle spese correnti al netto degli interessi per 3.285 milioni di euro e da un incremento delle spese in conto capitale per 56 milioni di euro.

La spesa per interessi viene incrementata di 278 milioni di euro.

 

L’aumento delle spese correnti interessa, in particolare, le dotazioni relative a:

-        spese di personale (+490 milioni), connesse principalmente all’incremento dei capitoli relativi alle retribuzioni del personale del comparto scuola;

-        consumi intermedi (+670 milioni di euro), dei quali buona parte riguardanti le maggiori occorrenze necessarie per il funzionamento del sistema informativo, dei Ministeri e delle spese relative al Ministero della difesa (+400 milioni);

-        trasferimenti correnti alle amministrazioni locali: regioni (+803 milioni) e comuni (+901 milioni di euro);

-        la spesa per interessi per 278 milioni, determinata dall’aumento degli interessi sui conti correnti di tesoreria, sui CCT e sul Fondo da ripartire fra gli interessi derivanti dalle operazioni di ricorso al mercato; contestualmente, si registra il decremento degli interessi sui BTO e BTP nonché degli interessi sui mutui della Cassa depositi e prestiti per effetto della rinegoziazione dei mutui;

-        altre uscite correnti per 250 milioni di euro, per il rimborso a Vodafone relativo al contributo di istallazione e fornitura di reti di telecomunicazione pubbliche, in esecuzione della sentenza del TAR Lazio del 4 gennaio 2005 (Ministero dell’economia e finanze, U.P.B. 3.1.1.0, cap. 1417).

 

Si ricorda che il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223 (Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all’evasione fiscale) attualmente all’esame del Senato (AS 741) dispone (art. 25), tra le misure di contenimento della spesa, l’accantonamento e l’indisponibilità di quote di stanziamento di UPB specificamente indicate del bilancio dello Stato 2006, relative principalmente a consumi intermedi, ai fini del successivo versamento all’entrata dello Stato (entro il 30 novembre 2006).

Alcune di queste UPB sono oggetto di variazioni in aumento da parte del ddl di assestamento in esame (v. allegato a pag. 87).

Appare al riguardo opportuno un chiarimento da parte del Governo in ordine alle ragioni che hanno indotto ad intervenire sulle medesime upb in aumento in sede di assestamento e in riduzione in sede di decreto-legge n. 223/2006.

 

 

Nell’ambito della spesa in conto capitale si registra, invece, una riduzione di 136 milioni di euro dei contributi alle amministrazioni pubbliche, ascrivibile essenzialmente a minori contributi agli investimenti a favore degli enti locali (-57 milioni di euro) e alle regioni (-69 milioni di euro).

Di contro, aumentano i contributi ad investimenti alle imprese (+225 milioni).

 


Le variazioni rispetto alle dotazioni del bilancio 2006 delle singole categorie di spesa sono evidenziate nella tabella seguente (dati di competenza):

 

CATEGORIE

Legge Bilancio
2006

Atti amministrativi

Ddl assestamento

Assestato
2006

Redditi da lavoro dipendente

83.571

332

490

84.393

Consumi intermedi

8.921

665

670

10.257

Imposte pagate sulla produzione

4.398

2

34

4.434

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

178.949

104

1.748

180.800

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

4.605

-4

23

4.624

Trasferimenti correnti a imprese

4.513

75

3

4.591

Trasferimenti all'estero

1.487

49

56

1.592

Risorse proprie cee

15.850

-

-

15.850

Interessi passivi e redditi da capitale

71.400

15

278

71.693

Poste correttive e compensative

17.006

-14

12

17.004

Ammortamenti

840

-

-

840

Altre uscite correnti

7.274

-1.095

250

6.429

Totale spese correnti

398.814

128

3.563

402.507

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

3.546

305

-32

3.819

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

12.083

16

-136

11.963

Contributi agli investimenti ad imprese

6.389

219

225

6.833

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private

34

-

-

34

Contributi agli investimenti a estero

189

-

-

189

Altri trasferimenti in conto capitale

9.510

-359

-

9.150

Acquisizioni di attività finanziarie

410

81

-

490

Totale spese conto capitale

32.161

262

56

32.478

Totale spese finali

430.975

390

3.619

434.985

N.B:      Dati al netto delle regolazioni debitorie, contabili e rimborsi IVA.


4. Le variazioni di cassa

Nella tavola successiva viene riepilogata l’evoluzione delle entrate, delle spese e dei saldi del bilancio dello Stato in termini di cassa, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, con riferimento ai risultati di consuntivo per il 2005, alle previsioni iniziali del bilancio per il 2006 e alle previsioni assestate.

 

Variazioni al bilancio 2005 - Cassa

(milioni di euro)

 

2005

2006

 

Rendiconto

Previsioni iniziali

Variazioni per atto amministrativo

Variazioni proposte ddl assestamento

Previsioni assestate

          Entrate

Entrate finali:

378.433

380.330

78

2.132

382.539

- Entrate tributarie

 

352.071

-

2.000

354.071

- Entrate extratributarie

 

26.385

78

132

26.594

- Alienazione, ammortamento

 

1.874

-

-

1.874

 

Spese finali:

425.691

445.868

893

3.376

450.137

- Spese correnti netto interessi

 

338.673

-2.654

3.496

339.515

- Interessi

 

71.400

62

278

71.740

- Spese conto capitale

 

35.795

3.485

-399

38.882

Rimborso prestiti

 

188.925

1.409

-96

190.237

 

Saldo netto da finanziare

-47.258

-65.538

-815

-1.244

-67.598

Risparmio pubblico

-12.661

-31.616

2.670

-1.643

-30.589

Avanzo primario

22.994

5.861

-753

-966

4.142

Ricorso al mercato (*)

-222.853

-261.539

-2.224

-2.412

-266.175

N.B:   Dati al netto delle regolazioni debitorie, contabili e rimborsi IVA. I dati di rendiconto 2005 sono riferiti alla gestione.

(*)     Il ricorso al mercato è al lordo delle regolazioni debitorie.

 

 

Dal quadro delle variazioni delle autorizzazioni di cassa, si evidenzia, analogamente a quanto registrato in termini di competenza, un complessivo peggioramento dei saldi di bilancio, come risultano dalle previsioni assestate.

 

Per ciò che riguarda le variazioni apportate in conseguenza di atti amministrativi nei mesi gennaio-maggio 2006, esse comportano, in termini di cassa, un incremento delle entrate finali per 78 milioni di euro (corrispondente a quello registrato in termini di competenza) e un incremento delle spese finali per 893 milioni di euro.

 

Con il disegno di legge di assestamento risultano proposte maggiori autorizzazioni di pagamenti finali per 3.376 milioni di euro; mentre, per le entrate risultano previste maggiori autorizzazioni di incasso per 2.132 milioni, dei quali 2.000 milioni dalle entrate tributarie.

 

Per quanto riguarda le autorizzazioni di cassa relative a spese finali, con il disegno di legge di assestamento si propone un aumento complessivo di 3.376 milioni di euro, risultante, da un lato, da una maggiore spesa corrente al netto degli interessi per 3.496 milioni di euro, e, dall’altro, da minori autorizzazioni di cassa riconducibili e alle spese in conto capitale (-399 milioni di euro).

Più precisamente, le variazioni disposte dal disegno di legge di assestamento, con riferimento alle autorizzazioni di cassa relative alle spese correnti al netto degli interessi, sono concernenti:

§       i redditi da lavoro dipendente (+680 milioni di euro), di cui 450 milioni relativi ai maggiori pagamenti del personale del comparto scuola;

§       i consumi intermedi (+684 milioni di euro);

§       i trasferimenti correnti alle amministrazioni locali (+1.680 milioni di euro).

 

Le variazioni apportate alle autorizzazioni di cassa tengono conto dell’entità dei residui passivi accertati al 31 dicembre 2005 in sede di rendiconto (vedi, più in dettaglio, il successivo paragrafo).

 


5. L’accertamento dei residui passivi

Nella definizione del bilancio di previsione l’entità dei residui passivi viene stimata, in modo presuntivo, sulla base di un calcolo che fa riferimento alla massa spendibile e alle autorizzazioni di cassa risultanti dal bilancio dell’esercizio in corso a quel momento.

Solo con l’assestamento viene iscritta in bilancio la consistenza effettiva dei residui al 1° gennaio dell’esercizio in corso, quale è stata accertata sulla base delle risultanze del rendiconto per l’esercizio precedente. Pertanto, il disegno di legge di assestamento del bilancio per il 2006 tiene conto dell’entità effettiva dei residui esistenti all’inizio dell’esercizio, come determinata nel disegno di legge di approvazione del rendiconto per l’esercizio 2005.

 

Dal lato della spesa, i residui passivi accertati al 31 dicembre 2005 ammontano complessivamente a 119.138 milioni di euro.

Se dal totale dei residui passivi accertati al 31 dicembre 2005 si scomputano i residui relativi al rimborso prestiti (3.334 milioni di euro) i residui passivi relativi a spese finali ammontano a 115.804 milioni di euro.

 

In sede di formazione del bilancio di previsione per il 2006, la consistenza complessiva dei residui passivi al 31 dicembre 2005 era stata determinata in via presuntiva in circa 54.800 miliardi di euro.

Il Rendiconto relativo al 2005 ha pertanto evidenziato una consistenza complessiva dei residui passivi effettivamente accertati maggiore di 64.338 milioni di euro rispetto a quella dei residui presunti nel bilancio di previsione iniziale.

Lo scostamento rispetto alle previsioni ha interessato, in particolare, il Ministero dell’economia e delle finanze per oltre 52.571 milioni di euro, il Ministero del lavoro per 2.316 milioni e quello delle infrastrutture e trasporti per 3.168 milioni.

 

Per un’analisi più dettagliata dei residui attivi e passivi, risultanti alla fine dell’esercizio 2005, si rinvia alla Parte I del dossier, relativa al Rendiconto per l’esercizio 2005.

 


6. Le regolazioni debitorie e contabili

6.1.   I saldi al lordo delle regolazioni debitorie e contabili

Nel presente dossier, come nella relazione illustrativa al disegno di legge di assestamento, si è fatto riferimento alle variazioni delle previsioni di bilancio e alle conseguenti variazioni dei saldi considerate al netto delle regolazioni debitorie e contabili.

Se si prendono in considerazione i dati al lordo delle regolazioni debitorie, contabili e dei rimborsi IVA, le variazioni dei saldi in senso negativo risultano ancora più accentuate.

 

Le regolazioni debitorie esposte nel bilancio assestato 2006 ammontano, in termini di competenza, a 8.341 milioni di euro.

Più in particolare, sulla base delle previsioni assestate si registrano, sul lato delle entrate, regolazioni di bilancio per 24.364 milioni di euro e, sul lato della spesa, regolazioni di bilancio, contabili e debitorie per 32.705 milioni di euro.

 

A fini di confronto, il bilancio di previsione iniziale per il 2006 esponeva regolazioni debitorie per 7.077 milioni di euro. Il rendiconto relativo all’esercizio 2005 evidenzia regolazioni debitorie per 4.991 milioni.

 

Il saldo netto da finanziare, in termini di competenza, al lordo di dette regolazioni, passa da una previsione iniziale di bilancio di 43.741 milioni di euro ad una previsione assestata di 46.805 milioni di euro, con un peggioramento di 3.064 milioni di euro.

 

Tale scostamento è imputabile a maggiori regolazioni debitorie per 1.264 milioni di euro, proposte dal disegno di legge di assestamento 2006 in esame.

 

Nella tavola seguente sono esposte le regolazioni debitorie, iscritte in termini di competenza in sede di bilancio di previsione, di assestamento e di consuntivo (con riferimento alla gestione di competenza) negli esercizi 2004, 2005 e 2006.

 

I saldi di Competenza al lordo delle regolazioni debitorie

(milioni di euro)

6.2    L’entità delle regolazioni debitorie e contabili

La legge di bilancio per il 2006 esponeva, in termini di competenza, nella parte di entrata, regolazioni di bilancio per 24.364 milioni di euro, (di cui 4.464 milioni per rimborsi IVA e 19.900 per anticipo ai concessionari) e, nella parte di spesa, regolazioni per complessivi 31.441 milioni di euro, con un saldo negativo di 7.077 milioni di euro, corrispondente all’importo per regolazioni debitorie indicato dall’articolo 1, comma 1, della legge finanziaria per il 2006.

Le regolazioni debitorie indicate nella legge di bilancio si riferivano per la parte della spesa (in termini di competenza e di cassa) alle seguenti voci di parte corrente:

-          4.464, per anticipo concessionari;

-          19.900 per rimborsi IVA–pregressi;

-          3.150 milioni di euro, per rimborsi di imposte dirette relativi ad esercizi pregressi;

-          1.102 milioni di euro conseguenti alle minori entrate IRAP destinate al finanziamento della spesa sanitaria.

-          403 milioni di euro per spese di giustizia;

-          171 milioni di euro destinati a spese per accasermamento e fitto locali per le forze di Polizia di Stato;

-          150 milioni di euro per debiti pregressi dell’ex Ministero delle finanze.

Per quanto concerne le voci in conto capitale, nel bilancio iniziale di previsione per il 2006 erano iscritte le seguenti regolazioni debitorie:

-          26 milioni in favore dei profughi istriani e dalmati;

-          75 milioni per disavanzi pregressi delle università;

-          2.000 milioni di euro per disavanzi delle ASL.

 

Il disegno di legge di assestamento introduce regolazioni debitorie in aumento, per la parte di spesa corrente, di 1.264 milioni sia in competenza che in cassa.

Tali maggiori regolazioni debitorie si riferiscono per 100 milioni di euro alla SIAE, per 936 milioni di euro al versamento di oneri sociali pregressi e per 228 milioni di euro quali entrate erariali da assegnare a Sicilia e Sardegna.

 

Complessivamente, pertanto, le regolazioni debitorie iscritte nel bilancio assestato ammontano a 8.341 milioni di euro in competenza e 8.341 milioni di euro in cassa.

 

Secondo i dati esposti nella Tabella 2 della relazione al disegno di legge di assestamento (pag. IX dell’A.C 1254), non sono intervenute variazioni per atto amministrativo che interessassero le regolazioni contabili e debitorie.


7. L’emissione di titoli pubblici

L’articolo 2 del disegno di legge di assestamento ridetermina il limite massimo all'emissione di titoli pubblici, in Italia e all'estero, in 66.500 milioni di euro, al netto dei titoli da rimborsare e dei titoli per regolazioni debitorie, elevando di 6.500 milioni l’importo fissato dalla legge di bilancio per il 2006 (pari a 60.000 milioni, ai sensi dell’articolo 2, comma 3, della legge n. 267/2005).

 

Più volte, in sede di assestamento, è stata effettuata la revisione in aumento del limite massimo all’emissione di titoli pubblici, la cui determinazione si connette alle esigenze derivanti dal fabbisogno di cassa del settore statale.

 

Nella Relazione trimestrale di cassa al 31 dicembre 2005, presentata il 5 aprile scorso, il fabbisogno del settore statale per il 2006, al lordo delle regolazioni debitorie, viene stimato 66.500 milioni di euro.

 

L’ultimo comunicato del Ministero dell’economia e delle finanze (3 luglio) riguardo all’andamento del fabbisogno del settore statale monitorato mensilmente registra, nel primo semestre 2006, un fabbisogno pari complessivamente a 35.600 milioni di euro, inferiore di circa 15.000 milioni di euro rispetto a quello rilevato nell’analogo periodo del 2005 (50.620 milioni di euro).

 

La tabella seguente evidenzia l’evoluzione trimestrale del fabbisogno del settore statale registrato nell’anno 2005, a raffronto con l’andamento del fabbisogno nel 2006, al netto delle regolazioni debitorie.

 

Evoluzione trimestrale del fabbisogno (-) del settore statale

(milioni di euro)

 

2005

2006

Gennaio – marzo

-26.585

26.290

Gennaio – giugno

-50.619

-35.600

Gennaio – settembre

-68.639

 

Gennaio – dicembre

-59.633

 

Fonte:  anno 2005, Comunicato Ministero dell’economia e delle finanze del 3 aprile 2006, “Serie mensile del fabbisogno del settore statale con revisioni ISTAT”;

             anno 2006: dati tratti dai comunicati mensili del Ministero dell’economia.


Tavole riepilogative

Assestamento 2006


Tavola i - Andamento delle entrate finali per categorie economiche e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(Competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

CATEGORIE

RENDICONTO 2005

BILANCIO 2006

ASSESTATO 2006

Previsioni definitive

Accertamenti

%

Legge Bilancio

%

ddl
assestato

%

I -  Imposte sul patrimonio e sul reddito

189.302

189.865

43,9

197.780

47,2

199.080

47,3

II -Tasse e imposte sugli affari

141.102

139.118

32,2

139.206

33,2

139.906

33,2

III -Imposte sulla produzione, consumi e dogane

30.032

29.658

6,9

29.093

6,9

29.093

6,9

IV -     Monopoli

9.457

9.020

2,1

9.816

2,3

9.816

2,3

V -Lotto, lotterie ed altre attività di giuoco

11.538

10.192

2,4

12.177

2,9

12.177

2,9

Totale Entrate Tributarie

381.431

377.853

87,5

388.072

92,7

390.072

92,7

VI -     Proventi speciali

670

795

0,2

495

0,1

510

0,1

VII -    Proventi dei servizi pubblici minori

6.994

6.943

1,6

6.890

1,6

6.932

1,6

VIII –  Proventi dei beni dello Stato

653

326

0,1

392

0,1

392

0,1

IX -     Prodotti netti di aziende autonome e utili di gestione

2.426

3.019

0,7

3.842

0,9

3.948

0,9

X -Interessi su anticipazioni e crediti vari del tesoro

5.850

9.524

2,2

4.200

1,0

4.200

1,0

XI -     Recuperi, rimborsi e contributi

10.968

21.478

5,0

10.905

2,6

10.951

2,6

XII -    Partite che si compensano nella spesa

1.859

2.019

0,5

2.006

0,5

2.006

0,5

Totale Entrate Extratributarie

29.420

44.104

10,2

28.730

6,9

28.939

6,9

XIII -    Vendita di beni ed affrancazione di canoni

12.272

5.631

1,3

1.008

0,2

1.008

0,2

XIV -   Ammortamento di beni patrimoniali

833

163

0,0

840

0,2

840

0,2

XV -    Rimborso di anticipazioni e crediti vari del Tesoro

3.281

4.281

1,0

26

0,0

26

0,0

Totale Alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione crediti

16.386

10.075

2,3

1.874

0,4

1.874

0,4

Totale Entrate Finali

427.237

432.032

100,0

418.676

100,0

420.885

100,0


 

Tavola II - Andamento delle principali imposte e loro incidenza percentuale sulle entrate tributarie

(Competenza – milioni di euro - dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

 

RENDICONTO 2005

BILANCIO 2006

ASSESTATO 2006

 

Previsioni definitive

Accertamenti

%

Legge Bilancio

%

ddl
assestato

%

Entrate tributarie

381.432

377.853

100

388.072

100

390.073

100

di cui:

 

 

 

 

 

 

 

IRPEF

145.648

139.283

36,9

143.419

37,0

143.419

36,8

IRPEG

28.410

36.305

9,6

37.512

9,7

37.512

9,6

ILOR

531

239

0,1

165

0,0

165

0,0

Imposte sostitutive

12.381

11.162

3,0

12.411

3,2

13.311

3,4

Ritenute a titolo di imposta definitiva

829

1.036

0,3

848

0,2

948

0,2

IVA, di cui:

112.168

114.925

30,4

115.354

29,7

115.854

29,7

-       scambi interni ed intracomunitari

99.239

102.432

27,1

102.290

26,4

102.590

26,3

-       importazione

12.929

12.493

3,3

13.064

3,4

13.264

3,4

Altri introiti diretti

1.039

1.258

0,3

1.984

0,5

2.284

0,6

Condoni e sanatorie, di cui

514

851

0,2

1.782

0,5

1.782

0,5

-   Condoni e sanatorie su tributi diretti

464

582

0,2

1.442

0,4

1.442

0,4

-   Condoni e sanatorie su tributi indiretti

50

269

0,1

340

0,1

340

0,1

Lotto, lotterie e giuochi

11.538

10.192

2,7

12.177

3,1

12.177

3,1

Accisa e imposta erariale di consumo su:

29.946

29.284

7,8

29.012

7,5

29.012

7,4

-       Oli minerali

23.327

22.028

5,8

22.701

5,8

22.701

5,8

-       Altri prodotti

6.619

7.256

1,9

6.311

1,6

6.311

1,6

Imposte sui generi di monopolio

9.454

9.014

2,4

9.814

2,5

9.814

2,5

Imposte sugli affari

1.546

1.454

0,4

1.430

0,4

1.430

0,4

Altri tributi indiretti

27.428

22.850

6,0

22.164

5,7

22.365

5,7


 

Tavola III – Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

STATO DI PREVISIONE

RENDICONTO 2005

BILANCIO 2006

ASSESTATO 2006

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Legge Bilancio

%

ddl
assestato

%

Economia e finanze

287.417

271.123

58,0

271.561

58,7

271.989

58,2

Attività produttive

4.250

4.248

0,9

2.378

0,5

2.392

0,5

Lavoro e politiche sociali

68.956

68.864

14,7

71.880

15,5

72.035

15,4

Giustizia

7.655

7.425

1,6

7.819

1,7

7.884

1,7

Affari esteri

2.511

2.340

0,5

1.956

0,4

2.074

0,4

Istruzione, università e ricerca

51.604

51.835

11,1

50.453

10,9

52.084

11,1

Interno

26.749

25.581

5,5

25.580

5,5

26.807

5,7

Ambiente e territorio

1.376

1.357

0,3

1.056

0,2

1.061

0,2

Infrastrutture e trasporti

7.779

7.414

1,6

7.126

1,5

7.151

1,5

Comunicazioni

396

384

0,1

239

0,1

252

0,1

Difesa

21.335

21.276

4,6

17.782

3,8

19.252

4,1

Politiche agricole

1.767

1.687

0,4

1.401

0,3

1.446

0,3

Beni e attività culturali

2.392

2.263

0,5

1.843

0,4

1.882

0,4

Salute

1.497

1.446

0,3

1.342

0,3

1.380

0,3

Totale spese finali

485.684

467.243

100

462.416

100

467.689

100

 


 

Tavola IV – Le spese complessive per funzioni-obiettivo ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

FUNZIONI-OBIETTIVO

RENDICONTO 2005

BILANCIO 2006

ASSESTATO 2006

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Legge Bilancio

%

ddl
assestato

%

1 -Servizi generali delle pubbliche amministrazioni

436.403

391.939

61,7

419.823

64,5

422.751

64,4

2 –     Difesa

21.055

20.772

3,3

16.634

2,6

17.664

2,7

3 -Ordine pubblico e sicurezza

22.566

22.054

3,5

22.183

3,4

22.295

3,4

4 -Affari economici

53.666

51.638

8,1

45.177

6,9

45.676

7,0

5 -Protezione dell'ambiente

2.081

2.021

0,3

1.179

0,2

1.697

0,3

6 -Abitazioni e assetto territoriale

2.505

2.276

0,4

2.089

0,3

1.624

0,2

7 -Sanità

16.114

15.788

2,5

13.480

2,1

12.533

1,9

8 -Attività ricreative, culturali e di culto

14.770

12.690

2,0

12.377

1,9

12.413

1,9

9 –     Istruzione

49.265

49.441

7,8

48.434

7,4

49.814

7,6

10- Protezione sociale

68.871

66.935

10,5

69.965

10,7

70.012

10,7

Spese complessive

687.296

635.554

100

651.341

100,0

656.479

100,0

 


Tavola V – Evoluzione della spesa finale per categorie ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

CATEGORIE

RENDICONTO 2005

BILANCIO 2006

ASSESTATO 2006

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Legge Bilancio

%

ddl
assestato

%

Redditi da lavoro dipendente

82.601

81.743

17,5

83.570

18,1

85.329

18,2

Consumi intermedi

13.198

12.782

2,7

9.646

2,1

10.980

2,3

Imposte pagate sulla produzione

4.414

4.391

0,9

4.398

1,0

4.434

0,9

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

177.800

175.285

37,5

180.051

38,9

182.130

38,9

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

4.218

3.862

0,8

4.605

1,0

4.624

1,0

Trasferimenti correnti a imprese

5.074

4.875

1,0

4.513

1,0

4.591

1,0

Trasferimenti all'estero

1.704

1.615

0,3

1.487

0,3

1.592

0,3

Risorse proprie cee

15.700

14.480

3,1

15.850

3,4

15.850

3,4

Interessi passivi e redditi da capitale

76.413

70.671

15,1

71.400

15,4

71.693

15,3

Poste correttive e compensative

51.824

49.294

10,5

44.520

9,6

44.618

9,5

Ammortamenti

833

18

0,0

840

0,2

840

0,2

Altre uscite correnti

4.094

1.433

0,3

7.274

1,6

6.429

1,4

Totale spese correnti

437.873

420.449

90,0

428.154

92,6

433.110

92,6

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

6.199

6.170

1,3

3.668

0,8

3.819

0,8

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

16.931

16.768

3,6

12.148

2,6

12.038

2,6

Contributi agli investimenti ad imprese

8.383

8.233

1,8

6.278

1,4

6.833

1,5

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private

122

122

0,0

34

0,0

34

0,0

Contributi agli investimenti a estero

404

396

0,1

215

0,0

215

0,0

Altri trasferimenti in conto capitale

9.215

8.730

1,9

11.509

2,5

11.150

2,4

Acquisizioni di attività finanziarie

6.557

6.375

1,4

410

0,1

490

0,1

Totale spese conto capitale

47.811

46.794

10,0

34.262

7,4

34.579

7,4

Totale spese finali

485.684

467.243

100,0

462.416

100,0

467.689

100,0


 

Tavola VI – Andamento delle U.P.B. (III livello) ed incidenza percentuale sulle spese finali del bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

U.P.B. (III LIVELLO)

RENDICONTO 2005

BILANCIO 2006

ASSESTATO 2006

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Legge Bilancio

%

ddl
assestato

%

Funzionamento

83.642

82.498

17,7

78.480

17,0

81.757

17,5

Interventi

254.709

248.126

53,1

247.722

53,6

250.042

53,5

Oneri comuni

21.396

17.378

3,7

28.834

6,2

27.935

6,0

Trattamenti di quiescenza

1.081

1.169

0,3

1.090

0,2

1.066

0,2

Oneri del debito pubblico

77.045

71.278

15,3

72.028

15,6

72.310

15,5

Totale spese correnti

437.873

420.449

90,0

428.154

92,6

433.110

92,6

Investimenti

44.904

44.253

9,5

30.844

6,7

31.300

6,7

Altre Spese in conto capitale

362

243

0,1

122

0,0

122

0,0

Oneri comuni

2.545

2.298

0,5

3.296

0,7

3.157

0,7

Totale conto capitale

47.811

46.794

10,0

34.262

7,4

34.579

7,4

Totale spese finali

485.684

467.243

100

462.416

100

467.689

100

 


Allegato


Elenco delle U.P.B. interessate dall’articolo 25
del D.L. n. 223/2006 e dal d.d.l. di assestamento

 

 

Bilancio
2006

Accantonamento
ex art. 25, co. 1, D.L. n. 233/2006
Elenco 1

Variazioni da DDL di assestamento 2006

 

 

 

 

 

MINISTERO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE

 

 

 

 

 

 

 

 

Mercato

 

 

 

2.1.1.0

Funzionamento

17.278.685

-431.695

2.466

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

 

 

 

 

 

 

 

 

Famiglia, diritti sociali e responsabilità sociale delle imprese

 

 

 

6.1.1.0

Funzionamento

1.465.490

-14.103

210.000

 

 

 

 

 

Politiche previdenziali

 

 

 

11.1.1.0

Funzionamento

6.085.957

-19.884

167.781

 

 

 

 

 

Risorse umane e affari generali

 

 

 

13.1.1.0

Funzionamento

284.248.522

-986.890

381.263

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MINISTERO DELLA GlUSTIZIA

 

 

 

 

 

 

 

 

Organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi

 

 

 

3.1.1.0

Funzionamento

3.046.288.402

-4.018.466

30.104.981

 

 

 

 

 

Amministrazione penitenziaria

 

 

 

4.1.1.0

Funzionamento

2.338.641.158

-3.203.299

4.821.505

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

 

 

 

 

 

 

 

 

Personale

 

 

 

5.1.1.1

Uffici centrali

22.868.238

-54.485

200.000

 

 

 

 

 

Affari amministrativi, bilancio e patrimonio

 

 

 

6.1.1.1

Uffici centrali

176.884.593

-74.589

2.000.000

6.1.1.2

Uffici all’estero

553.492.936

-298.300

6.621.945

 

 

 

 

 

Stampa e informazione

 

 

 

7.1.1.0

Funzionamento

2.974.439

-607

50.000

 

 

 

 

 

Informatica, comunicazioni e cifra

 

 

 

8.1.1.1

Uffici centrali

14.002.893

-136.489

1.400.000

8.1.1.2

Uffici all’estero

1.012.112

-46.032

500.000

 

 

 

 

 

Promozione e cooperazione culturale

 

 

 

10.1.2.1

Promozione e relazioni culturali

37.420.252

-126.898

1.000.000

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

 

 

 

 

 

 

 

 

Istruzione

 

 

 

3.1.2.5

Interventi diversi

2.870.777

-7.016

1.029.000

 

 

 

 

 

Università, alta formazione artistica, musicale e coreutica e ricerca scientifica e tecnologica

 

 

 

4.1.1.2

Accademie ed Ist. sup.musicali, coreutici e per le ind. artistiche

349.295.620

-48.754

141.000

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per la Lombardia

 

 

 

7.1.1.1

Uffici regionali

23.586.736

-497.209

545.384

7.1.1.2

Struttura scolastiche

5.067.354.455

-457.902

170.688.212

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per il Piemonte

 

 

 

8.1.1.1

Uffici regionali

14.756.115

-257.622

322.435

8.1.1.2

Strutture scolastiche

2.467.966.219

-409.523

130.690.203

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per la Liguria

 

 

 

9.1.1.1

Uffici regionali

7.441.349

-110.437

164.263

9.1.1.2

Strutture scolastiche

828.677.550

-146.789

37.600.892

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per il Veneto

 

 

 

10.1.1.1

Uffici regionali

12.245.404

-214.639

307.107

10.1.1.2

Strutture scolastiche

2.613.480.591

-443.634

147.333.872

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per l’Emilia Romagna

 

 

 

11.1.1.1

Uffici regionali

13.328.320

-188.648

314.115

11.1.1.2

Strutture scolastiche

2.081.388.266

-353.467

133.537.020

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per il Friuli-Venezia Giulia

 

 

 

12.1.1.1

Uffici regionali

5.662.970

-75.491

123.415

12.1.1.2

Strutture scolastiche

715.192.296

-117.394

36.946.278

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per la Toscana

 

 

 

13.1.1.1

Uffici regionali

13.993.385

-220.434

314.222

13.1.1.2

Strutture scolastiche

2.052.860.990

-349.222

96.150.770

 

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per l’Umbria

 

 

 

14.1.1.1

Uffici regionali

4.782.562

-59.047

106.146

14.1.1.3

Strutture scolastiche

560.819.583

-97.451

26.966.354

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per il Lazio

 

 

 

15.1.1.1

Uffici regionali

19.410.484

-292.185

440.943

15.1.1.2

Strutture scolastiche

 

3.417.936.710

-557.277

191.860.903

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per le Marche

 

 

 

16.1.1.1.

Uffici regionali

6.781.196

-98.484

152.182

16.1.1.2

Strutture scolastiche

1.000.312.831

-175.485

42.601.286

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per il Molise

 

 

 

17.1.1.1

Uffici regionali

4.087.710

-77.253

85.822

17.1.1.2

Strutture scolastiche

279.415.233

-44.903

-8.703.157

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per l’Abruzzo

 

 

 

18.1.1.1

Uffici regionali

8.332.275

-126.330

182.044

18.1.1.2

Strutture scolastiche

947.621.960

-163.385

2.608.263

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per la Puglia

 

 

 

19.1.1.1

Uffici regionali

19.648.100

-340.894

439.967

19.1.1.2

Strutture scolastiche

3.201.342.127

-540.637

41.154.622

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per la Campania

 

 

 

20.1.1.1

Uffici regionali

34.808.712

-483.431

623.955

20.1.1.2

Strutture scolastiche

4.990.302.856

-688.300

113.493.903

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per la Calabria

 

 

 

22.1.1.1

Uffici regionali

14.219.599

-210.173

325.806

22.1.1.2

Strutture scolastiche

1.939.758.273

-344.461

66.785.965

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per la Sardegna

 

 

 

23.1.1.1

Uffici regionali

9.709.078

-123.339

219.403

23.1.1.2

Strutture scolastiche

1.309.702.605

-227.491

12.216.168

 

 

 

 

 

Ufficio scolastico regionale per la Sicilia

 

 

 

24.1.1.1

Uffici regionali

27.671.453

-221.323

589.670

24.1.1.2

Strutture scolastiche

4.102.065.812

-725.057

147.984.309

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO

 

 

 

 

 

 

 

 

Vigili del fuoco soccorso pubblico e difesa civile

 

 

 

3.1.1.1

Spese generali di funzionamento

1.489.749.265

-1.335.302

25.046.899

3.1.1.2

Formazione e addestramento

4.134.000

-536.896

4.769

 

 

 

 

Libertà civili e immigrazione

 

 

 

4.1.1.0

Funzionamento

26.126.731

-35.537

2.145.485

 

 

 

 

 

Pubblica Sicurezza

 

 

 

5.1.1.1

Spese generali di funzionamento

6.455.243.744

-15.418.452

53.107.819

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO

 

 

 

 

 

 

 

 

Gabinetto e uffici di diretta collaborazione all’opera del Ministro

 

 

 

1.1.1.0

Funzionamento

12.286.942

0

41.000

 

 

 

 

 

Qualità della vita

 

 

 

3.1.1.0

Funzionamento

7.098.661

-33.112

25.000

 

 

 

 

 

Salvaguardia ambientale

 

 

 

5.1.1.0

Funzionamento

16.418.942

-38.822

3.500.000

 

 

 

 

 

Difesa del suolo

 

 

 

6.1.1.0

Funzionamento

19.723.402

-46.981

37.000

6.1.2.1

Manutenzione opere idrauliche

346.289

-34.844

- 37.000

 

 

 

 

 

Servizi interni del ministero

 

 

 

7.1.1.0

Funzionamento

19.533.467

-28.401

-18

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

 

 

 

 

 

 

 

 

Coordinamento dello sviluppo del territorio, personale e servizi generali

 

 

 

2.1.1.0

Funzionamento

121.856.075

-1.451.204

500.000

 

 

 

 

 

Infrastrutture stradali, edilizia e regolazione dei lavori pubblici

 

 

 

3.1.1.0

Funzionamento

12.872.190

-168.330

- 446

 

 

 

 

 

Trasporti terrestri

 

 

 

5.1.1.0

Funzionamento

214.189.645

-4.223.638

- 441

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI

 

 

 

 

 

 

 

 

Segretariato generale

 

 

 

2.1.1.0

Funzionamento

2.497.250

-19.022

4.100

 

 

 

 

 

 

Pianificazione e gestione dello spettro radio elettrico

 

 

 

5.1.2.1

Controllo emissioni radioelettriche

533.808

-65.547

300.000

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MINISTERO DELLA DIFESA

 

 

 

 

 

 

 

 

Bilancio e affari finanziari

 

 

 

2.1.1.1

Spese generali di funzionamento di bilancio e affari finanziari

43.706.671

-87.721

201.761

 

 

 

 

 

Segretariato generale

 

 

 

3.1.1.1

Spese generali di funzionamento

1.810.645.495

-40.345.484

42.009.032

3.1.1.2

Assistenza e benessere del personale

17.464.675

-49.084

- 3.500.000

3.1.1.4

Mezzi operativi e strumentali

472.995.534

-125.048.377

38.236.758

 

 

 

 

 

Esercito Italiano

 

 

 

4.1.1.1

Spese generali di funzionamento

3.828.262.708

-16.440.317

- 86.122.484

4.1.1.4

Mezzi operativi e strumentali

155.830.058

-77.547.395

- 5.840.393

 

 

 

 

 

Marina Militare

 

 

 

5.1.1.1

Spese generali di funzionamento

1.413.114.769

-12.866.353

22.897.506

5.1.1.3

Formazione e addestramento

14.467.280

-6.763.224

8.570.880

 

 

 

 

 

Aeronautica Militare

 

 

 

6.1.1.1

Spese generali di funzionamento

2.089.119.473

-7.828.540

- 9.418.896

6.1.1.4

Mezzi operativi e strumentali

155.397.362

-43.894.211

13.150.000

 

 

 

 

 

Arma dei Carabinieri

 

 

 

7.1.1.1

Spese generali di funzionamento

5.115.506.672

-11.049.196

- 9.992.055

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento delle politiche di sviluppo

 

 

 

3.1.1.0

Funzionamento

27.630.829

-1.851.447

18.000.000

 

 

 

 

 

Ispettorato centrale repressione frodi

 

 

 

4.1.1.0

Funzionamento

38.629.556

-802.342

295.568

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento per i beni archivistici e librari

 

 

 

3.1.1.0

Funzionamento

265.243.212

-6.621.675

- 135.814

 

 

 

 

 

Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici

 

 

 

4.1.1.0

Funzionamento

470.932.070

-3.474.156

- 27.107

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 

 

 

 

 

 

 

 

Qualità

 

 

 

2.1.1.0

Funzionamento

52.051.282

-681.022

1.494

 


Appendice


Glossario
dei principali termini macroeconomici e di finanza pubblica

 

Accensione di prestiti

Ammontare delle operazioni di indebitamento a medio e lungo termine (debito patrimoniale), con esclusione di quelle di durata inferiore all’anno (debito fluttuante). In sede previsionale, nel bilancio dello Stato, l’accensione di prestiti coincide con il ricorso al mercato [®].

 

Aliquota

Quota d’imposta [®] per ogni unità di base imponibile.

 

Amministrazioni pubbliche

Nell’ambito del sistema di contabilità nazionale, complesso delle unità istituzionali la cui funzione principale consiste nella produzione di beni e servizi non destinabili alla vendita ovvero nella redistribuzione del reddito e della ricchezza del paese; le risorse principali sono costituite da versamenti obbligatori effettuati direttamente o indirettamente da unità appartenenti ad altri settori.

Il settore delle amministrazioni pubbliche è composto di tre sottosettori:

1)  amministrazioni centrali, che comprendono i ministeri, la Presidenza del Consiglio, gli organi costituzionali (Camera, Senato, Presidenza della Repubblica, Corte costituzionale) e quelli a rilevanza costituzionale (Corte dei Conti, CSM, CNEL) e gli enti centrali con competenza su tutto il territorio del paese (quali ANAS, CONI, CNR, ISTAT, Autorità amministrative indipendenti ...);

2)  amministrazioni locali, che comprendono gli enti la cui competenza è limitata ad una parte del territorio nazionale (quali regioni, province, comuni, ASL, Aziende ospedaliere, IRCCS, camere di commercio, università, autorità portuali …)

3)  enti di previdenza e assistenza.

Le pubbliche amministrazioni costituiscono il settore di contabilità nazionale preso a riferimento in ambito europeo per la definizione dei parametri di finanza pubblica previsti dal Trattato di Maastricht.

Le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato [®]sono individuate annualmente in un elenco pubblicato dall’ISTAT. Per l’anno 2006, l'elenco è contenuto nel Comunicato ISTAT 29 luglio 2005, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 29 luglio 2005, n. 175. La compilazione di tale elenco risponde a norme classificatorie e definitorie proprie del sistema statistico nazionale e comunitario. Secondo il SEC95 (Sistema europeo dei Conti) [®], ogni unità istituzionale viene classificata nel settore delle pubbliche amministrazioni sulla base di criteri di natura prevalentemente economica, indipendentemente dal regime giuridico che la governa.

 

Ammortamento

Secondo il SEC95 [®], è la perdita di valore subita dai capitali fissi (quali macchinari, impianti, mezzi di trasporto) nel corso dell'anno a causa dell'usura fisica, dell'obsolescenza (perdita di valore economico dei beni capitali per il progresso tecnico incorporato nei nuovi beni) e dei danni accidentali assicurati. Il concetto di ammortamento economico differisce da quello fiscale o finanziario in senso lato.

 

Avanzo (complessivo, corrente, primario)

 

[®] “Saldo complessivo”, “Saldo corrente”, “Saldo primario”.

Base imponibile

Valore o grandezza a cui si commisura un’imposta, costituendo la traduzione quantitativa del presupposto [®].

 

Capitolo

Voce contabile individuata nell’ambito di ciascuna unità previsionale di base [®], rilevante ai soli fini della gestione e della rendicontazione. I capitoli non sono oggetto di approvazione parlamentare.

L’articolazione delle U.P.B. in capitoli - in relazione allo specifico oggetto per l’entrata e secondo il contenuto economico e funzionale della spesa – è effettuata, annualmente, con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, adottato contestualmente all’entrata in vigore della legge di approvazione del bilancio.

 

Cassa (bilancio di)

Bilancio nel quale le previsioni di entrata si riferiscono agli incassi e le previsioni di spesa ai pagamenti [® “Entrata (procedimento contabile)”, “Spesa (procedimento contabi­le)”].

Il bilancio annuale di previsione dello Stato viene redatto sia in termini di cassa che in termini di competenza [®].

 

Centro di costo

Unità organizzativa cui è assegnata la responsabilità di gestire risorse che generano costi. E’ la struttura in riferimento alla quale sono effettuate le rilevazioni della contabilità economica per centri di costo [®].

 

Centro di responsabilità amministrativa

Ufficio di livello dirigenziale generale cui sono attribuite, nell’ambito di ciascuno stato di previsione, le risorse finanziarie individuate da un insieme di unità previsionali di base [®] deliberate dal Parlamento. I centri di responsabi­lità amministrativa sono individuati in modo da assicurare il costante adeguamento della struttura del bilancio dello Stato all’organizzazione dell’Amministrazione statale.

 

Classificazione economica

Aggregazione delle spese e delle entrate secondo la loro natura economica, articolata in categorie.

Le principali categorie della tradizionale classificazione economica delle entrate del bilancio dello Stato sono: Imposte sul patrimonio e sul reddito, Tasse e imposte sugli affari, Imposte sulla produzione, consumi e dogane, Monopoli, Lotto, lotterie ed altre attività di giuoco, Proventi dei beni dello Stato, dei servizi pubblici minori e speciali, Interessi su anticipazioni e crediti vari del tesoro.

La classificazione economica delle spese finali del bilancio dello Stato è stata rielaborata secondo i criteri di contabilità nazionale previsti dal SEC95 [®]; le principali voci sono: Redditi da lavoro dipendente [®], Consumi intermedi [®], Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche, a famiglie e istituzioni sociali private, a imprese, Interessi passivi e redditi da capitale, Investimenti fissi lordi [®] e acquisti di terreni, Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche e a imprese, Acquisizioni di attività finanziarie.

 

Classificazione funzionale

Aggregazione delle spese in base alle finalità cui sono destinate, articolata in funzioni-obiettivo [®].

 

Competenza (bilancio di)

Bilancio in cui vengono iscritte, relativamente al periodo considerato, le entrate sulla base degli accertamenti e le spese sulla base degli impegni [® “Entrata (procedimento contabile)” e “Spesa (procedimento contabile)”].

Il bilancio annuale di previsione viene redatto sia in termini di competenza (giuridica) che in termini di cassa [®].

 

Consumi finali

Rappresentano il valore dei beni e servizi impiegati per il soddisfacimento diretto dei bisogni umani, individuali e collettivi.

Si dividono in:

a)   consumi delle famiglie residenti;

b)   consumi delle pubbliche amministrazioni e delle istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie.

Sono utilizzati due diversi concetti: la spesa per consumi finali e i consumi finali effettivi. La differenza sta nel trattamento riservato ad alcuni beni e servizi che sono finanziati dalle amministrazioni pubbliche [®]o dalle istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie, ma che sono forniti alle famiglie come trasferimenti sociali in natura; questi beni sono compresi nel consumo effettivo delle famiglie, mentre sono esclusi dalla loro spesa finale.

 

Consumi intermedi

Corrispondono al valore dei beni e dei servizi consumati quali input nel processo di produzione nelle attività delle pubbliche amministrazioni, con esclusione del capitale fisso (il cui consumo è registrato come ammortamento). I beni e i servizi possono essere trasformati oppure esauriti nel processo produttivo.

 

Contabilità economica per centri di costo

Secondo quanto disposto dalla legge n. 94/1997, a partire dal 2000, per le Amministrazioni dello Stato è stato introdotto un sistema di contabilità analitica per centri di costo, volta ad individuare i costi di gestione di ciascuna organizzazione, cioè il valore dei fattori produttivi impiegati per la produzione di determinati beni o l’erogazione di determinati servizi. Il sistema di contabilità economica analitica si articola in centri di costo [®], servizi (che rappresentano le attività svolte dai singoli centri di costo) e piano dei conti (che rappresenta lo strumento, articolato su più livelli, mediante il quale viene effettuata la rilevazione economica dei costi).

 

Conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni

Conto che espone le entrate e le spese del settore isti­tuzionale delle amministrazioni pubbliche [®], nell’ambito del sistema di contabilità nazionale. Esso viene predisposto in termini di competenza economica.

Nel conto economico consolidato delle P.A. sono registrate solo le operazioni finali in grado di incidere sulla situazione economica o patrimoniale degli altri soggetti istituzionali, mentre sono escluse tutte le operazioni finanziarie con le quali ad una passività di un settore corrisponde una attività di un altro (concessione di mutui, partecipazioni e conferimenti, riscossione di crediti).

Il conto consolidato delle P.A. è il quadro contabile di riferimento per la programmazione degli obiettivi di finanza pubblica, sia a livello comunitario (negli aggiornamenti annuali del programma di stabilità) sia a livello nazionale (nel documento di programmazione economico-finanziaria).

 

Conto economico delle risorse e degli impieghi

Riassume la situazione macroeconomica del Paese, mettendo in evidenza l’equilibrio tra l’offerta, rappresentata dalle risorse (PIL [®]ed importazioni [®]) e la domanda, data dagli impieghi (consumi finali delle famiglie, delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni sociali private [®]ed investimenti fissi lordi [®], cui vanno aggiunte le variazioni delle scorte e degli oggetti di valore, nonché le esportazioni [®]).

 

Conto riassuntivo del Tesoro

Documento che, pubblicato mensilmente in Gazzetta ufficiale, dà conto di tutte le operazioni di tesoreria [®] (incassi e pagamenti in termini di competenza e residui; debiti e crediti di tesoreria). Per ciascun periodo di riferimento evidenzia: il risparmio pubblico [®], il saldo da finanziare [®], il disavanzo complessivo [® saldo complessivo] e la situazione del Tesoro.

 

Contributi sociali effettivi

Nel SEC95 [®], comprendono i versamenti effettuati agli organismi della sicurezza sociale dai datori di lavoro, a beneficio dei loro dipendenti, e dai lavoratori dipendenti o non dipendenti o anche da persone non occupate, a proprio beneficio al fine di garantirsi le prestazioni sociali. Tali versamenti comprendono tutti i contributi obbligatori e volontari, relativi all'assicurazione contro i rischi di malattia, maternità, invalidità, vecchiaia e superstiti, disoccupazione, infortuni sul lavoro e malattie professionali e per gli assegni familiari.

 

Contributi sociali figurativi

Nel SEC95 [®], sono definti come la contropartita delle prestazioni sociali erogate direttamente – cioè senza passare per gli organismi della sicurezza sociale - dai datori di lavoro pubblici ai loro dipendenti, ex dipendenti ed aventi diritto. Comprendono, ad esempio, le pensioni provvisorie corrisposte dallo Stato e da altre amministrazioni pubbliche ai propri dipendenti in quiescenza (da contabilizzare al netto delle ritenute pensionistiche), le aggiunte di famiglia, l’equo indennizzo, i sussidi al personale, le rendite, le indennità temporanee e le spese per cure e infortuni. Il loro ammontare si stima pari alle prestazioni versate al netto dei contributi sociali effettivi a carico dei lavoratori dipendenti.

 

Debito delle amministrazioni pubbliche (debito pubblico)

 

E’ l’insieme delle passività finanziarie del settore delle amministrazioni pubbliche; è consolidato tra e nei sottosettori, ossia esclude le passività incluse nell’attivo degli enti appartenenti allo stesso settore.

L’aggregato include i seguenti strumenti finanziari:

a) le monete e i depositi; questi comprendono le monete in circolazione, i depositi presso la tesoreria statale intestati a soggetti non appartenenti al settore delle amministrazioni pubbliche e la raccolta postale inclusa nel passivo di queste ultime;

b) i titoli diversi dalle azioni (esclusi gli strumenti finanziari derivati) emessi dallo Stato e dalle amministrazioni locali;

c) i prestiti erogati in favore di enti appartenenti alle Amministrazioni pubbliche o il cui onere di rimborso sia a carico di queste ultime.

Il debito delle amministrazioni pubbliche è calcolato dalla Banca d’Italia in coerenza con i criteri definiti dall’Unione europea.

 

Deduzioni

Spese che non concorrono alla determinazione della base imponibile.

 

Detrazioni

Importi relativi a spese che devono essere sottratti, in tutto o in una determinata percentuale, dall’imposta lorda, come risultante dall’applicazione dell’aliquota al reddito imponibile, al fine di determinare l’imposta netta.

 

Disavanzo (deficit)

 

Saldo negativo dei conti di finanza pubblica. Se riferito a conti economici corrisponde all’indebitamento netto [®]; se riferito a conti finanziari coincide con il fabbisogno [®].

In base ai parametri definiti in sede europea, per disavanzo si intende l’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni [®].

 

Disavanzo (complessivo, corrente, primario)

 

[®] “Saldo complessivo”, “Saldo corrente”, “Saldo primario”.

Entrata

(procedimento contabile)

 

Come disposto dal regolamento di contabilità generale, le entrate dello Stato sono costituite da tutti i redditi, proventi e crediti di qualsiasi natura, che lo Stato ha il diritto di riscuotere in virtù di leggi, regolamenti o altro titolo.

Il procedimento contabile di entrata si articola in tre fasi:

1) accertamento: fase in cui sorge per lo Stato il diritto a percepire una determinata somma attraverso l’iden­tificazione della ragione del credito e la persona che ne è debitrice; 2) riscossione: fase che consiste nell’esigere dal debitore la somma dovuta allo Stato; 3) versamento: fase in cui le somme riscosse sono versate nella tesoreria dello Stato.

 

Entrate complessive

Costituiscono la somma totale delle entrate.

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni [®], corrispondono alla somma delle entrate correnti [®]e delle entrate in conto capitale[®].

Nel bilancio dello Stato corrispondono alla somma dei quattro titoli delle entrate: Titolo I – “entrate tributarie”, Titolo II – “entrate extratributarie” (che insieme costituiscono le entrate correnti), Titolo III – “alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti” (entrate in conto capitale) e Titolo IV – .”accensione di prestiti” [®].

 

Entrate correnti

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni [®], sono costituite principalmente da entrate tributarie (imposte dirette e indirette [®]) e dai contributi sociali (effettivi e figurativi) [®].

Nel bilancio dello Stato, corrispondono ai primi due titoli delle entrate: Titolo I – “entrate tributarie”, in cui rientrano le entrate di natura fiscale (IRPEF, IRPEG, IRAP, IVA ecc.) e Titolo II – “entrate extratributarie” nel quale sono considerati tutti i proventi diversi da quelli di carattere fiscale, che non incidono sul patrimonio.

 

Entrate in conto capitale

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni [®], sono le entrate derivanti da imposte in conto capitale [®], da cofinanziamenti dell’Unione europea e da trasferimenti in conto capitale delle imprese e delle famiglie.

Nel bilancio dello Stato, corrispondono al Titolo III delle entrate – “alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti”.

 

Entrate finali

Nel bilancio dello Stato, sommatoria dei primi tre titoli delle entrate: Titolo I – “entrate tributarie”, Titolo II – “entrate extratributarie” (che insieme costituiscono le entrate correnti) e Titolo III – “alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti” (entrate in conto capitale).

Esse rappresentano le risorse definitivamente acquisite al bilancio per il raggiungimento dei fini istituzionali, con esclusione delle entrate derivanti dall’accensione di prestiti [®].

 

Esportazioni

Sono costituite dai trasferimenti di beni e di servizi da operatori residenti a operatori non residenti.

Le esportazioni di beni includono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del paese per essere destinati al resto del Mondo.

Le esportazioni di servizi comprendono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità residenti a unità non residenti.

Le esportazioni di beni sono valutate al valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione.

 

Esportazioni nette

Risultano dalla differenza tra le esportazioni [®] e le importazioni [®].

 

Fabbisogno

Risultato differenziale relativo ai conti di cassa, che evidenzia l’eccedenza dei pagamenti rispetto agli incassi con riferimento al complesso delle operazioni di parte corrente, in conto capitale e finanziarie. Quando gli incassi superano le erogazioni si ha la cd. “disponibilità”.

Il fabbisogno è un dato monetario, in quanto costituisce il quantitativo di risorse monetarie e finanziarie necessarie a colmare lo squilibrio tra i flussi di entrate e di spese dello Stato o di aggregati più vasti.

Nella Relazione trimestrale di cassa, esso viene calcolato con riferimento al settore statale [®] e al settore pubblico [®].

 

Fabbisogno complessivo

 

E’ il fabbisogno [®] aumentato delle regolazioni debitorie pregresse [®] effettuate (o da effettuare) in contanti nei confronti dei soggetti esterni al settore cui si riferisce il conto e diminuito dei crediti maturati a fine periodo da parte dei fornitori.

 

Fabbisogno primario

E’ il fabbisogno [®] calcolato al netto delle uscite per interessi passivi.

 

Fondi speciali

 

Somme, iscritte su apposite unità previsionali di base (una di parte corrente e una in conto capitale) dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, destinate alla copertura finanziaria dei provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati dal Parlamento negli esercizi finanziari compresi nel bilancio pluriennale. L’ammontare del fondo speciale di parte corrente e del fondo speciale di conto capitale è determinato, rispettivamente, dalla tabella A e dalla tabella B della legge finanziaria. Le tabelle A e B indicano altresì gli accantonamenti relativi ai singoli Ministeri nei quali ciascun fondo è ripartito. Le quote del fondo speciale di parte corrente e, se non corrispondono a progetti di legge già approvati da un ramo del Parlamento, di quello in conto capitale non utilizzate entro l’anno cui si riferiscono costituiscono economie di bilancio.

 

Forze di lavoro

Comprendono le persone occupate [®] e le persone in cerca di occupazione [®].

 

Funzioni obiettivo

Voci della classificazione funzionale [®] individuate con riguardo all’esigenza di definire le politiche pubbliche di settore. La classificazione per funzioni obiettivo è articolata su quattro livelli, di cui i primi tre sono tratti dalla classificazione standard adottata in sede europea (COFOG-SEC95), mentre il quarto livello, determinato in sede nazionale, indica gli obiettivi perseguiti da ciascuna amministrazione. Il primo livello (divisioni) rappresenta i fini primari perseguiti dalle Amministrazioni; il secondo (gruppi) esprime le specifiche aree di intervento delle politiche pubbliche; il terzo (classi) identifica i comparti di attività in cui si articolano le aree di intervento del livello precedente; il quarto livello (missioni istituzionali) rappresenta gli obiettivi perseguiti da ciascuna Amministrazione.

Le funzioni-obiettivo di primo livello sono 10: Servizi generali delle pubbliche amministrazioni; Difesa, Ordine pubblico e sicurezza, Affari economici, Protezione dell’ambiente, Abitazioni e assetto territoriale, Sanità, Attività ricreative, culturali e di culto, Istruzione, Protezione sociale.

 

ICI (imposta comunale sugli immobili)

Presupposto dell’imposta [®] è il possesso di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli siti nel territorio dello Stato destinati a qualsiasi uso. La base imponibile [®] è il valore degli immobili. Il valore dei fabbricati è determinato dal rapporto tra le rendite catastali e appositi moltiplicatori diversificati per gruppi immobiliari. Il valore delle aree fabbricabili è quello di mercato al 1° gennaio di ciascun periodo di imposta. Il valore dei terreni agricoli è il risultato del prodotto tra il reddito dominicale e un moltiplicatore pari a 75. L’aliquota è determinata dal Comune, ciascun anno per l’anno successivo, e deve essere definita in un valore compreso tra il 4 e il 7 per mille. In assenza di delibera comunale si applica l’aliquota del 4 per mille.

 

Importazioni

Sono costituite dagli acquisti all’estero di beni e di servizi, introdotti nel territorio nazionale. Le importazioni di beni comprendono tutti i beni (nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, entrano nel territorio del paese dal resto del Mondo. Le importazioni di servizi includono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità non residenti a unità residenti.

Le importazioni di beni possono essere valutate:

a)      al valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione;

b)      al valore “cif” (cost, insurance, freight) che comprende: il valore “fob” dei beni, le spese di trasporto e le attività assicurative tra la frontiera del paese esportatore e la frontiera del paese importatore.

Nel conto economico delle risorse e degli impieghi [®] sono valutate al valore “fob”.

 

Imposta

Prelievo obbligatorio e senza contropartita che le amministrazioni pubbliche pongono a carico dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni private per far fronte alle spese pubbliche.

 

Imposta diretta

Imposta il cui presupposto è costituito da una manifestazione immediata di capacità contributiva, quale la percezione di un reddito o il possesso di un patrimonio.

 

Imposta di bollo

Imposta indiretta reale applicata su tutti gli atti civili e commerciali, giudiziali e stragiudiziali, su scritti, avvisi, manifesti, registri indicati in un elenco previsto dalla legge, che distingue tra atti per i quali è obbligatorio il bollo e atti soggetti a bollatura solo in caso di uso.

 

Imposta di registro

Imposta indiretta reale che viene applicata in relazione alla registrazione, in molti casi imposta dalla legge, di atti di varia natura (negoziale, amministrativa, giudiziaria: cessioni di immobili e atti societari, contratti di locazione degli immobili).

 

Imposta indiretta

Imposta il cui presupposto è costituito da una manifestazione mediata di capacità contributiva, rilevata, ad esempio, al momento del consumo o dello scambio di un bene o del trasferimento di un’attività patrimoniale. .

 

Imposta personale

Imposta il cui ammontare è determinato anche in funzione di caratteristiche soggettive del contribuente (livello del reddito, carichi familiari, stato di salute).

 

Imposta reale

Imposta il cui ammontare è determinato solo in relazione all’oggetto dell’imposta, indipendentemente dalle caratteristiche soggettive del contribuente.

 

Imposta sostitutiva

Imposta proporzionale [v. proporzionalità] applicata a componenti del reddito che non rientrano nella determinazione del reddito complessivo. Si applica principalmente, in determinate ipotesi, ai redditi di capitale [®] ed ai redditi diversi [®].

 

Imposta sulla produzione (o accisa)

Imposta indiretta reale che colpisce la produzione di un determinato bene. Tra queste possiamo ricordare le imposte sugli olî minerali (gasolio, olio combustibile, benzine) e sui prodotti alcolici.

 

Imposte in conto capitale

Sono le imposte percepite a intervalli irregolari, e solo saltuariamente, sul valore delle attività o del patrimonio netto o sul valore dei beni trasferiti per effetto di lasciti, donazioni o altri trasferimenti.

Comprendono:

a) le imposte sui trasferimenti in conto capitale, quali le imposte sulle successioni e sulle donazioni, con esclusione delle imposte sulle vendite di beni (che non costituiscono trasferimenti);

b) le imposte straordinarie sulle attività o sul patrimonio netto (quali i condoni).

 


Indebitamento netto

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni [®], è il saldo conclusivo risultante dalla differenza tra le spese complessive [®] e le entrate complessive [®]; se le entrate superano le spese, si ha “accreditamento netto”. Quando si indica genericamente l’indebitamento netto, si intende fare riferimento a questo saldo, che è il parametro di riferimento per il rispetto dei vincoli sul disavanzo (o deficit) previsti a livello europeo.

Analogamente, nel bilancio dello Stato si definisce indebitamento (o accrescimento) netto il saldo risultante dalla differenza tra le entrate complessive [®] e le spese complessive [®], escluse le operazioni finanziarie (partecipazioni azionarie e conferimenti, concessione e riscossione di crediti e accensione e rimborso di prestiti).

 

Indebitamento netto strutturale

È l’indebitamento netto (riferito al conto economico consolidato della pubbliche amministrazioni) [®] depurato degli effetti del ciclo economico. Con lo stesso termine può peraltro intendersi l’indebitamento netto depurato degli effetti del ciclo economico e al netto delle misure una tantum.

 

Indice di Gini

L’indice di concentrazione di Gini è una misura sintetica del grado di disuguaglianza della distribuzione del reddito. È pari a zero nel caso di una perfetta equità della distribuzione dei redditi, quando tutte le famiglie ricevono lo stesso reddito; è invece pari a uno nel caso di totale disuguaglianza, quando il reddito totale è percepito da una sola famiglia.

 

Indici a catena

Sono utilizzati dall’ISTAT dal marzo 2006 per le valutazioni reali degli aggregati economici, in accordo con gli standard definiti dai regolamenti comunitari.

Il metodo degli indici a catena prende a riferimento in ciascun anno i prezzi dell’anno precedente. Il nuovo metodo risponde all’esigenza di introdurre un indicatore delle variazioni di prezzo o di volume che non tenga solo conto dei valori assunti dalle variabili considerate in due tempi precisi, l’anno corrente e l'anno base (come avveniva del sistema precedente), ma che incorpori l'andamento complessivo presentato dal fenomeno nell'intervallo temporale esaminato.

Il principale vantaggio della metodologia del concatenamento è che viene utilizzato un sistema di ponderazione che si rinnova annualmente in virtù delle dinamiche del mercato, in modo da garantire la migliore rappresentazione della crescita reale degli aggregati economici.

Il principale svantaggio è invece la perdita della proprietà dell’additività quando le serie sono concatenate rispetto ad un anno di riferimento fisso; l’additività viene mantenuta solo quando vengono presentati gli aggregati in valori ai prezzi dell’anno precedente. L’additività è la proprietà delle misure in volume per cui dalla somma delle componenti deflazionate di un aggregato si ottiene l’aggregato totale a sua volta deflazionato; essa consente dunque di ottenere il valore totale di un aggregato dalla somma dei suoi componenti, così come accade con le valutazioni a prezzi correnti.

 

Inflazione

L'inflazione al consumo è un processo di aumento del livello generale dei prezzi dell'insieme dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Generalmente, si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, cioè uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi, chiamato paniere, rappresentativo dei consumi delle famiglie in uno specifico anno.

L'ISTAT produce tre diversi indici dei prezzi al consumo:

§      l’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale (NIC), che misura l'inflazione a livello dell'intero sistema economico italiano.

§      l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) [®], si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (non agricolo). E' l'indice usato per adeguare periodicamente i valori monetari (ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato);

§      l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) [®], sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione comparabile a livello europeo. Prende a riferimento l'intera collettività nazionale, ma si differenzia dagli altri due indici perché il paniere esclude, sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto, i concorsi pronostici e i servizi relativi alle assicurazioni sulla vita. A differenza degli altri due indici, inoltre considera non il prezzo pieno di vendita ma prezzo effettivamente pagato dal consumatore (ad esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato europeo il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota effettivamente a carico del consumatore, cioè il ticket); l’indice armonizzato europeo tiene inoltre conto delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni).

L’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale e l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati sono calcolati anche al netto dei tabacchi.

 

Inflazione programmata

Rappresenta il tasso di inflazione fissato nel Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) come valore di riferimento per l’anno successivo. Tale tasso viene rapportato all’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, esclusi i tabacchi [® “Inflazione”]. Il tasso di inflazione programmata rappresenta il parametro di riferimento per la definizione degli aumenti salariali nella contrattazione nazionale.

 

Investimenti fissi lordi

Sono costituti dalle acquisizioni, al netto delle cessioni, di capitale fisso effettuate dai produttori residenti (cui si aggiungono gli incrementi di valore dei beni materiali non prodotti). Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali prodotti destinati a essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno.

Sono fissi in quanto non comprendono le variazioni delle scorte e degli oggetti di valore.

Sono lordi in quanto includono gli ammortamenti [®].

 

IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive)

Il presupposto dell’imposta è costituito dall’esercizio di un’attività diretta alla produzione o allo scambio di beni e alla prestazione di servizi. Soggetti passivi sono gli imprenditori individuali, le società, gli enti commerciali e non commerciali, gli esercenti arti e professioni, le amministrazioni pubbliche, enti e società non residenti (per il valore aggiunto prodotto nel territorio regionale). La base imponibile è costituita, in via generale, dal valore aggiunto netto prodotto nel territorio nazionale. Per un’impresa in contabilità ordinaria, essa è calcolata per differenza tra il valore della produzione (ricavi, variazioni delle rimanenze e lavori in corso) e una serie di costi di produzione, tra cui i costi di acquisto delle materie prime, i costi di ammortamento delle immobilizzazioni materiali e immateriali. Non sono invece deducibili i costi di personale e gli interessi passivi (fatta eccezione il costo dei contratti di apprendistato, del costo dei contratti di formazione e lavoro, delle spese relative ai disabili e dei costi sostenuti per il personale addetto alla Ricerca e Sviluppo). L’aliquota è pari al 4,25 per cento. Alle regioni è attribuito il potere di variare l’aliquota fino ad un massimo di un punto percentuale. In via transitoria l’aliquota per i soggetti addetti nel settore agricolo è stata fissata all’1,9 per cento e, per il 2006, al 3,75 per cento.

 

IRES (imposta sul reddito delle società)

Imposta diretta sulle persone giuridiche. Soggetti passivi sono: a) le società per azioni e in accomandita per azioni, le società a responsabilità limitata, le società cooperative e di mutua assicurazione; b) gli enti pubblici e privati diversi dalle società, sia che abbiano sia che non abbiano per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali; c) le società e gli altri enti di ogni tipo con o senza personalità giuridica non residenti nello Stato limitatamente ai redditi prodotti nel territorio dello Stato. La base imponibile è determinata dal reddito d’impresa (la differenza tra i ricavi, da un lato, e i costi d’esercizio, gli ammortamenti e gli interessi passivi, dall’altro). L’imposta è proporzionale [v. proporzionalità] ed è prelevata con un’aliquota unica del 33 per cento. Dal 1° gennaio 2004, come previsto dal decreto legislativo 12 dicembre 2003, n. 344, l’imposta ha sostituito la preesistente imposta sul reddito delle persone giuridiche (IRPEG).

 

IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche)

Imposta diretta di tipo personale; il presupposto dell’imposta [®] è costituito dal possesso di un reddito attribuibile ai soggetti passivi che sono le persone fisiche residenti (con riferimento sia ai redditi prodotti in Italia sia a quelli prodotti all’estero) e non residenti (unicamente per i redditi prodotti in Italia) nello Stato. La base imponibile è costituita dalla somma di tutti i redditi del soggetto passivo (redditi fondiari; redditi di capitale [®] e redditi diversi di natura finanziaria [®]; redditi di lavoro dipendente; redditi di lavoro autonomo e redditi d’impresa, quest’ultimi assoggettati all’IRPEF solo se prodotti da imprenditori individuali o da società di persone). Essa viene determinata sottraendo al reddito complessivo del soggetto (vale a dire la somma algebrica delle diverse componenti del reddito sopra richiamate) le deduzioni [®] “tradizionali” (contributi previdenziali e assistenziali per lavoratori autonomi; rendita catastale dell’immobile adibito ad abitazione principale; spese mediche per l’assistenza ai portatori di handicap; oneri contributivi pagati per domestici e per addetti a servizi personali). Dal reddito imponibile lordo così ottenuto devono essere altresì “sottratte” –in misura decrescente al crescere del reddito - le deduzioni volte a determinare il livello minimo di reddito escluso dalla tassazione (c.d. no tax area) e quelle per carichi di famiglia in modo da ottenere il reddito imponibile a cui, per determinare l’imposta lorda, verranno applicate le aliquote dell’imposta, volte a garantirne la progressività [®] (attualmente, a seguito della riforma operata dalla legge 30 dicembre 2004, n. 311: 23 per cento per i redditi fino a 26.000 euro; 33 per cento per i redditi fino a 33.500 euro; 39 per cento per i redditi fino a 100.000 euro; per i redditi superiori a 100.000 euro si applica l’aliquota del 39 per cento maggiorata di un “contributo di solidarietà” pari al 4 per cento). All’imposta lorda dovranno essere applicate le detrazioni [®] per determinare l’imposta netta. Negli ultimi anni sono state istituite delle addizionali regionali, provinciali e comunali dell’IRPEF. La legge 7 aprile 2003, n. 80, recante la delega per la riforma del sistema fiscale, prevedeva la sostituzione dell’IRPEF con l’IRE (imposta sul reddito). La delega non ha trovato tuttavia attuazione con riferimento a tale aspetto.

 

IVA (Imposta sul valore aggiunto)

Imposta indiretta reale che colpisce il valore degli scambi di merci e delle prestazioni di servizi effettuate in un dato periodo di tempo. In particolare, l’IVA si applica agli incrementi di valore realizzati in ciascuna fase del processo di produzione e di commercializzazione del bene o del servizio. Soggetti passivi dell’imposta sono gli imprenditori, gli esercenti arti e professioni e tutti i soggetti che effettuano importazioni o acquisti intracomunitari. I soggetti tenuti al versamento dell’imposta hanno l’obbligo giuridico di rivalersi sull’acquirente. La base imponibile è costituita dall’ammontare complessivo dei corrispettivi dovuti a colui che cede il bene o al prestatore del servizio. L’aliquota normale è del 20 per cento; sono inoltre previste due aliquote ridotte del 4 e del 10 per cento. La disciplina è regolata sulla base di principi uniformi stabiliti dalla normativa europea, che vieta altresì l’istituzione di altre imposte sulla cifra d’affari.

 

Monopolio fiscale

Istituto in base al quale lo Stato si riserva la produzione e/o la vendita di determinati beni. I monopoli fiscali principali riguardano la vendita dei tabacchi, il lotto e i giochi di abilità e i concorsi pronostici.

 

Occupati

[®] “Persone occupate”.

 

Occupazione

[®] “Unità di lavoro standard”, “Tasso di occupazione”.

 

Output gap

E’ la differenza tra PIL nominale [®] e PIL potenziale [®] in percentuale del PIL potenziale. Se il PIL nominale è inferiore al PIL potenziale, l’output gap risulta di valore negativo; viceversa, se il PIL nominale è superiore al PIL potenziale, l’output gap è di valore positivo.

 

Perenzione amministrativa

 

Eliminazione dalla contabilità finanziaria dei residui passivi [®] per i quali non siano state effettuate le relative operazioni di pagamento.

I residui passivi relativi a spese correnti si intendono perenti decorsi due esercizi finanziari successivi a quello della loro iscrizione in bilancio (con l’eccezione dei residui relativi a spese per lavori, forniture e servizi, che si intendono perenti decorsi tre esercizi finanziari). I residui passivi relativi alle spese in conto capitale possono essere mantenuti in bilancio non oltre il settimo esercizio finanziario successivo alla prima iscrizione.

 

Persone in cerca di occupazione

Nella rilevazione sulle forze di lavoro, comprendono le persone non occupate tra 15 e 74 anni che:

§      hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nei 30 giorni che precedono l’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista;

oppure:

§      inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla data dell’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.

 

Persone occupate

Nella rilevazione sulle forze di lavoro, comprendono le persone residenti di 15 anni e più che nella settimana di riferimento:

§      hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura;

§      hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente;

sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia). I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera i tre mesi oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50 per cento della retribuzione. Gli indipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se durante il periodo di assenza, mantengono l’attività; fanno eccezione i coadiuvanti familiari, che sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.

 

PIL – Prodotto interno lordo

(nominale e reale)

Corrisponde alla produzione totale di beni e servizi dell’economia, diminuita dei consumi intermedi [®] e aumentata dell’IVA [®] e delle imposte indirette [®] sulle importazioni [®]. È altresì pari alla somma dei valori aggiunti delle varie branche di attività economica, aumentata delle imposte sui prodotti (incluse l’IVA e le imposte sulle importazioni), al netto dei contributi ai prodotti e dei servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati (SIFIM).

Quando gli importi sono espressi in termini di valori correnti ci si riferisce al PIL ai prezzi di mercato o PIL nominale.

Per determinare il PIL reale, al fine di disporre di un indicatore sulla crescita dell’economia depurato dall’inflazione, è necessario fare riferimento al PIL a prezzi costanti o, in base alla nuova metodologia adottata dall’ISTAT nel marzo 2006, al PIL calcolato sulla base degli indici a catena [®].

 

PIL potenziale

E’ la produzione massima che il sistema economico può sostenere senza generare spinte inflazionistiche; esso corrisponde al livello della produzione che si ottiene quando il tasso di utilizzazione del capitale è considerato a livelli “normali”, il fattore lavoro impiegato è coerente con il tasso naturale di disoccupazione ed la produttività totale dei fattori coincide con quella di lungo periodo.

 

Prestazioni sociali

Sono trasferimenti correnti, in denaro o in natura, finalizzati a sollevare queste ultime dagli oneri derivanti da determinati rischi o bisogni (quali malattia, vecchiaia, morte, invalidità, disoccupazione…).

Comprendono trasferimenti correnti e forfettari dei sistemi privati di assicurazione sociale con o senza costituzione di riserve e i trasferimenti correnti da amministrazioni pubbliche e istituzioni senza scopo di lucro, al servizio delle famiglie non subordinati al pagamento di contributi (assistenza).

 

Presupposto dell’imposta

Situazione di fatto alla quale la legge ricollega l’obbligo di pagare l’imposta.

 

Progressività dell’imposta

Un’imposta risulta progressiva quando l’aliquota media aumenta all’aumentare della base imponibile. In base all’articolo 53, secondo comma, della Costituzione “il sistema tributario è informato a criteri di progressività”: la disposizione riguarda tuttavia il sistema nel suo complesso e non impone la progressività di ciascuna imposta.

Proporzionalità dell’imposta

Un’imposta risulta proporzionale se l’aliquota media rimane costante all’aumentare della base imponibile.

 

Redditi da lavoro dipendente

Secondo il SEC95 [®], corrispondono al costo sostenuto dai datori di lavoro a titolo di remunerazione dell'attività prestata alle proprie dipendenze dai lavoratori sia manuali che intellettuali. Sono composti dalle retribuzioni lorde e dai contributi sociali effettivi e/o figurativi [®].

 

Redditi di capitale

Redditi derivanti dall’impiego di capitale finanziario, quali interessi e dividendi. In generale, tali redditi possono essere sottoposti ad imposta sostitutiva [®] ovvero a ritenuta alla fonte a titolo d’acconto [®]. Sono comunque previste due aliquote: 12,5 per cento per titoli pubblici ed equiparati, obbligazioni e titoli similari privati con scadenza non inferiore a 18 mesi; cambiali finanziarie, dividendi relativi a partecipazioni non qualificate, fatta eccezione per quelli relativi a titoli non quotati di società residenti in paesi a fiscalità privilegiata che concorrono alla base imponibile delle imposte sui redditi per il loro intero ammontare; 27 per cento per depositi e conti correnti bancari e postali; certificati di deposito e buoni fruttiferi delle banche; obbligazioni e titoli similari con scadenza inferiore ai18 mesi. I dividendi relativi a partecipazioni qualificate concorrono alla base imponibile delle imposte sui redditi per il 40 per cento del loro ammontare (si definiscono qualificate le partecipazioni che rappresentino almeno il 2 per cento dei diritti di voto esercitabili nell’assemblea ordinaria o il 5 per cento del capitale della società partecipata, nel caso di titoli quotati, ovvero il 20 per cento dei diritti di voto esercitabili nell’assemblea ordinaria o il 25 per cento del capitale della società partecipata, nel caso di titoli non quotati). Inoltre, i redditi di capitale, se percepiti nell’esercizio dell’attività di impresa individuale, costituiscono componenti del reddito di impresa e concorrono alla base imponibile IRPEF.

 

Redditi diversi (di natura finanziaria)

Plusvalenze derivanti principalmente dall’impiego di capitale finanziario. Questi redditi sono sottoposti a tassazione sostitutiva con l’aliquota del 12,5 per cento, fatta eccezione per le plusvalenze derivanti da cessione di partecipazioni qualificate che sono ricondotte alla base imponibile dell’IRPEF per il 40 per cento del loro ammontare, e per quelle relative a titoli non quotati di società residenti in paesi a fiscalità privilegiata, che concorrono alla base imponibile delle imposte sui redditi per il loro intero ammontare. Se percepiti nell’esercizio di attività di impresa individuale, i redditi diversi costituiscono componenti del reddito di impresa e concorrono anch’essi alla base imponibile IRPEF.

 

Regolazioni contabili

Definizione contabile di partite debitorie e creditorie tra lo Stato e gli altri soggetti giuridici con iscrizione del relativo importo nei rispettivi bilanci.

 

Regolazioni debitorie pregresse

Operazioni con cui lo Stato regola in contanti o in titoli la posizione debitoria propria o di un altro soggetto pubblico, relativa a transazioni effettuale in esercizi precedenti.

 

Residui (propri)

 

Si distinguono in residui attivi, che corrispondono a entrate accertate ma non ancora riscosse o versate e residui passivi, che corrispondono a spese impegnate ma non ancora pagate [® “Entrate (procedimento contabile)” e “Spesa (procedimento contabile)”].

I residui vengono accertati al momento della chiusura dell’anno finanziario ed iscritti nel Rendiconto generale; essi vengono mantenuti nella contabilità degli esercizi successivi fino a quando non siano effettuale le relative operazioni di incasso o pagamento oppure, nel caso dei residui passivi, siano eliminati per perenzione [®].

I residui attivi, che rappresentano dei credito vantati dallo Stato, vengono classificati in funzione della loro esigibilità: quelli considerati assolutamente inesigibili vengono eliminati dalle scritture contabili con decreto ministeriale.

 

Residui di stanziamento

(impropri)

Stanziamenti di bilancio relativi a spese per i quali è autorizzata la conservazione in bilancio anche se, entro la fine dell’esercizio finanziario, non hanno dato luogo all’assunzione di impegni verso terzi (per questo differiscono dai residui propri).

In via generale i residui di stanziamento relativi a spese in conto capitale possono essere mantenuti in bilancio fino all’esercizio finanziario successivo alla prima iscrizione; se iscritti in forza di disposizioni legislative entrate in vigore nell’ultimo quadrimestre, possono essere mantenuti in bilancio fino al secondo esercizio finanziario successivo alla prima iscrizione. La conservazione in bilancio dei residui di stanziamento è subordinata alla ricognizione da parte del Ministe­ro dell’economia e delle finanze dello stato di attuazione dei programmi per i quali le somme sono state stanziate.

 

Ricorso al mercato

 

Con riferimento al bilancio dello Stato, risultato differenziale tra le entrate finali [®] e le spese complessive [®].

Esso esprime l’entità dell’indebitamento a medio e a lungo termine relativo all’anno di riferimento. In sede previsionale il limite del ricorso al mercato è fissato dalla legge finanziaria.

 

Risparmio pubblico

 

Con riferimento al bilancio dello Stato, è il saldo corrente [®], risultante dalla differenza tra il totale dei primi due titoli delle entrate (entrate tributarie+entrate extratributa­rie=entrate correnti [®]) e il primo titolo della spesa (spese correnti [®]).

 

Ritenuta alla fonte

Regime di imposizione applicato per alcune categorie di redditi (in particolare, redditi di lavoro dipendente e determinate ipotesi di redditi di capitale), che prevede che la ritenuta sia effettuata da parte del soggetto emittente al momento della corresponsione. La ritenuta è eseguita a titolo d’imposta, se con essa si esaurisce l’obbligo tributario; a titolo di acconto, se il reddito con cui è operata concorre alla formazione del reddito complessivo del soggetto.

 

Saldo complessivo

Saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate complessive [®]e le spese complessive [®].

 

Saldo corrente

Saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate correnti [®] e le spese correnti [®].

 

Saldo finale

Nel bilancio dello Stato, saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate finali [®] e le spese finale [®].

 

Saldo in conto capitale

Saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate in conto capitale [®] e le spese in conto capitale [®].

 

Saldo netto da finanziare

 

Nel bilancio dello Stato, risultato differenziale tra le entrate finali [®] e le spese finali [®]; sono dunque escluse operazioni di accensione e rimborso prestiti.

Il limite massimo del saldo netto da finanziare in termini di competenza è indicato nel DPEF e, quindi, fissato normativamente nella legge finanziaria, per ciascuno degli anni considerati dal bilancio pluriennale.

Se le entrate superano le spese si parla di “saldo netto da impiegare”.

 

Saldo primario

Saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate complessive [®] e le spese complessive [®], al netto della spesa per interessi passivi.

 

SEC 95
(Sistema europeo dei conti nazionali e regionali)

Sistema armonizzato di contabilità nazionale, che permette una descrizione quantitativa completa e comparabile della situazione economica dei paesi membri dell'Unione europea (UE), attraverso un sistema integrato di conti di flussi e di conti patrimoniali definiti per l'intera economia e per raggruppamenti di operatori economici (settori istituzionali). I settori istituzionali individuati sono cinque: società non finanziarie; società finanziarie; amministrazioni pubbliche; famiglie; istituzioni sociali private. In rapporto all’Unione economica e monetaria assume specifico rilievo il settore istituzionale delle amministrazioni pubbliche [®].

Per la registrazione delle operazioni viene adottato il criterio della competenza economica [®]. Il SEC95 è stato approvato con regolamento (CE) n. 2223/96 del Consiglio, del 25 giugno 1996.

 

Settore pubblico

 

Aggregato costituito dal settore statale [®], dagli altri enti delle amministrazioni centrali, dalle amministrazioni locali e dagli enti di previdenza.

Gli enti minori centrali, locali e previdenziali non corrispondono esattamente a quelli inclusi dall’ISTAT nelle amministrazioni pubbliche.

 

Settore statale

 

Aggregato costituito dalla gestione del bilancio dello Stato, dalla gestione di tesoreria (quest’ultima ricomprende principalmente le operazione dei bilanci delle ex aziende atunome).

In sostanza, tale settore è costituito dagli enti che imputano direttamente le loro operazioni di cassa sulla tesoreria statale.

 

Spesa (procedimento contabile)

 

Come disposto dal regolamento generale di contabilità, sono spese dello Stato quelle alle quali si deve provvedere a carico dell’erario a norma di legge, decreti, regolamenti o altri atti di qualsiasi specie e quelle, in genere, necessarie per il funzionamento dei servizi pubblici che dipendono dalle amministrazioni dello Stato.

Il procedimento contabile della spesa si articola in quattro fasi:

1) impegno: atto con cui nell’ambito di uno stanziamento di bilancio, una determinata somma viene destinata in modo specifico ad un provvedimento di spesa; l’impegno ha l’effetto di costituire un vincolo per la somma impegnata, che non potrà essere utilizzata per destinazioni diverse; 2) liquidazione: fase in cui viene determinata la persona del creditore e l’ammontare del debito; 3) ordinazione: fase in cui si dà ordine alla tesoreria o agli altri organi competenti di pagare la somma in precedenza liquidata; 4) pagamento: fase in cui gli agenti pagatori o la tesoreria adempiono materialmente all’obbligazione.

 

Spese complessive

Costituiscono la somma totale delle spese.

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni [®], corrispondono alla somma delle spese correnti [®]e delle spese in conto capitale[®].

Nel bilancio dello Stato corrispondono alla somma dei tre titoli delle spese: Titolo I – Spese correnti [®], Titolo II – Spese in conto capitale (che insieme costituiscono le spese finali) [®], Titolo III – Rimborso prestiti.

 

Spese correnti

Spese destinate alla produzione ed al funzionamento dei vari servizi statali, nonché alla redistribuzione dei redditi per fini non direttamente produttivi.

Nel conto consolidato delle pubbliche amministrazioni, le spese correnti sono costituite principalmente da spese per: redditi da lavoro dipendente [®], consumi intermedi [®], prestazioni sociali in denaro [®] e interessi passivi.

Fra le ulteriori spese correnti, si ricordano: le prestazioni sociali in natura [®], gli ammortamenti [®], le imposte indirette [®], i contributi alla produzione, gli aiuti internazionali e gli ulteriori trasferimenti correnti (all’UE, alle istituzioni sociali private, alle famiglie e alle imprese).

Nel bilancio dello Stato, sono individuate dal secondo numero delle unità previsionali di base [®], che corrisponde a “1”.

 

Spese finali

Nel bilancio dello Stato, sommatoria dei primi due titoli delle spese: Titolo I – Spese correnti [®] e Titolo II – Spese in conto capitale [®].

Rappresentano le somme necessarie per le amministrazioni statali per perseguire i propri scopi o fini istituzionali. Dalle spese finali sono quelle escluse relative al rimborso di prestiti (titolo III della spesa), definite “spese strumentali”.

 

Spese in conto capitale

Spese che incidono, direttamente o indirettamente, sulla formazione del capitale.

Nel conto consolidato delle pubbliche amministrazioni le spese correnti sono costituite principalmente sono costituite principalmente da spese per investimenti fissi lordi [®]. Fra le ulteriori spese in conto capitale si ricordano i contributi agli investimenti (soprattutto in favore di imprese) e altri trasferimenti in conto capitale (anch’essi soprattutto in favore di imprese).

Nel bilancio dello Stato, sono individuate dal secondo numero delle unità previsionali di base [®], che corrisponde a “2”.

 

Tassa

Corrispettivo di un servizio fornito dallo Stato (rientrano in questa categoria le tasse scolastiche e quelle giudiziarie).

 

Tasso di attività

Rapporto tra le forze di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione) la popolazione nella corrispondente classe di età. L’ISTAT fornisce generalmente il tasso di occupazione riferito alla popolazione di età compresa tra i 15 ed i 64 anni.

 

Tasso di disoccupazione

 

Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione).

Questo tasso può essere corretto per la CIG (cassa integrazione guadagni), considerando tra le persone disoccupate gli addetti equivalenti alle ore per le quali risulta concesso l’utilizzo della CIG per il periodo di riferimento [® “Unità di lavoro standard].

 

Tasso di inflazione

[®] “Inflazione”.

 

Tasso di occupazione

 

Rapporto tra le persone occupate e la popolazione nella corrispondente classe di età. L’ISTAT fornisce generalmente, in linea con i criteri Eurostat, il tasso di occupazione riferito alla popolazione di età compresa tra i 15 ed i 64 anni.

 

Titoli di Stato

Titoli obbligazionari del Tesoro. Comprendono i prestiti emessi sui mercati esteri, e le seguenti tipologie di titoli emessi sul mercato interno: BOT (Buoni ordinari del Tesoro, privi di cedole, emessi con scadenza variabile da 1 a 12 mesi), BTP (Buoni del Tesoro poliennali a tasso fisso con cedola semestrale, emessi con durata compresa tra i 2 e i 30 anni; dal 2003 sono emessi anche BTP indicizzati all’inflazione) e alcune tipologie di certificati del Tesoro (Titoli obbligazionari emessi dal Tesoro).

 

Unità di lavoro standard(o Equivalente tempo pieno)

 

È l’indice utilizzato per l’occupazione nelle stime di contabilità nazionale.

Rappresenta la quantità di lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da lavoratori che svolgono un doppio lavoro, a prescindere dalla residenza del lavoratore.

Questo indicatore non è più legato alla singola persona fisica, ma risulta ragguagliato a un numero di ore annue corrispondenti a un’occupazione esercitata a tempo pieno, numero che può diversificarsi in funzione della differente attività lavorativa. Esso quantifica dunque in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano al processo di produzione realizzato sul territorio economico di un paese.

 

Unità previsionale di base

 

Unità fondamentale della struttura del bilancio dello Stato, come determinata dalla riforma introdotta dalla legge n. 94/1997.

Le UPB formano oggetto di approvazione parlamentare.

Le UPB di spesa sono classificate per centri di responsabilità amministrativa [®] e sono determinate con riferimento ad aree omogenee di attività in cui si articolano le competenze istituzionali di ciascun ministero.

In particolare , le UPB di spesa sono contrassegnate da 4 numeri; il primo numero indica il centro di responsabilità amministrativa, il secondo il titolo della spesa (1=spesa corrente; 2=spesa in conto capitale).

 

 

 



[1]     In particolare, l'istruttoria del giudizio di parificazione è volta ad accertare se i dati siano conformi, sul versante dell'entrata, ai dati contenuti nei conti periodici e nei conti riassuntivi generali trasmessi alla Corte dalle varie amministrazioni e, sul versante delle spese, alle scritture tenute dalla Corte stessa (per gli impegni di spesa assoggettati al controllo preventivo di legittimità) ovvero alle scritture che le ragionerie centrali (adesso uffici centrali del bilancio) sono tenute ad inviare alla Corte (anche attraverso il sistema informativo di collegamento diretto).

[2]     A rigore, sono da ritenersi sanabili con l'approvazione del disegno di legge di rendiconto unicamente quelle eccedenze relative ad impegni (o pagamenti) che oltrepassano i limiti dell'autorizzazione contenuta nel bilancio di previsione, ma che comunque risultano conformi alle leggi di merito che dispongono la spesa.

Diverso è il caso di eccedenza in violazione non solo della legge formale di bilancio, ma anche della legge sostanziale che dispone la spesa. In tal caso, il giudizio contabile si concluderà con una decisione di parificazione parziale del rendiconto e la sanatoria in sede di approvazione del rendiconto non sembra legittima, dovendosi allo scopo far ricorso ad apposita norma di legge sostanziale.

[3]    Si ricorda che, in base all’articolo 17 del decreto legislativo n. 241 del 1997 prevede che i contribuenti eseguono versamenti unitari delle imposte, dei contributi dovuti all’INPS e delle altre somme a favore dello Stato, delle regioni e degli enti previdenziali, con eventuale compensazione dei crediti, dello stesso periodo, nei confronti dei medesimi soggetti, risultanti dalle dichiarazioni e dalle denunce periodiche presentate successivamente alla data di entrata in vigore del decreto.

[4]    Nella relazione illustrativa al disegno di legge di rendiconto è riportato per un mero errore materiale un dato diverso (30.572 milioni di euro).

[5]    Nella relazione illustrativa al disegno di legge di rendiconto è riportato per un mero errore materiale un dato diverso (45.305 milioni di euro).

[6]    Il comma 6-bis del D.L. n. 194/2002 ha previsto una disciplina transitoria, per i residui di stanziamento iscritti in bilancio negli anni 2003-2005, per effetto della quale:

-        i residui di stanziamento derivanti da somme iscritte in bilancio negli esercizi 2000 e 2001 (nonché nell’ultimo quadrimestre dell’esercizio 1999) venivano mantenuti in bilancio fino alla chiusura dell’esercizio 2003;

-        i residui di stanziamento derivanti da somme iscritte in bilancio nell’esercizio 2002 (nonché nell’ultimo quadrimestre dell’esercizio 2001) venivano mantenuti in bilancio fino alla chiusura dell’esercizio 2004;

-        i residui di stanziamento derivanti da somme iscritte in bilancio nell’esercizio 2003 (nonché nell’ultimo quadrimestre dell’esercizio 2002) venivano mantenuti in bilancio fino alla chiusura dell’esercizio 2005.

[7]    Con l’art. 54, comma 16, della legge n. 449/1997 (collegato alla finanziaria per il 1998) si è stabilito che determinate tipologie di spesa del bilancio dello Stato (spese relative a regolazioni contabili, a regolazioni debitorie mediante titoli di Stato, ad assegni alle categorie protette, spese per pensioni, assegni per invalidi) fossero imputate alla competenza dell'esercizio in cui sono disposti i pagamenti effettivi, cessando pertanto di costituire residui. Contestualmente, riguardo alle spese pluriennali, si è disposto che le annualità non utilizzate dei limiti di impegno o dei contributi pluriennali fossero cancellate dal conto residui e riportate in conto competenza alla fine del periodo di ammortamento, sempre che l’impegno formale fosse avvenuto entro l’esercizio finanziario successivo alla prima iscrizione in bilancio.

[8]     Per la parte delle somme non impegnante eccedente tale percentuale, e sempre nel rispetto degli obiettivi generali di contenimento della spesa, è prevista una procedura di valutazione: in relazione a programmi di particolare rilievo, ritenuti assolutamente indispensabili per il perseguimento degli obiettivi delle rispettive Amministrazioni in relazione all’attuazione del programma di Governo e alle priorità indicate nel DPEF, le Amministrazioni possono chiedere al Ministero del Tesoro la conservazione di ulteriori importi.

[9]     Sono stati esclusi dalla riduzione i residui concernenti le spese relative alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’interno, alle aree sottoutilizzate, alla cooperazione allo sviluppo, alle calamità naturali, ad accordi internazionali, al federalismo amministrativo, all’informatica a al Fondo per l’occupazione.

[10]    Le eccedenze di spesa rilevate nella gestione di cassa riguardano, principalmente, gli stipendi, retribuzioni ed oneri sociali ed altri assegni fissi al personale per 556 milioni, di cui 526 milioni relativi al Ministero dell’istruzione e 26 milioni al Ministero del lavoro; le pensioni di guerra e privilegiate evidenziano eccedenze per 100,6 milioni e le spese di giustizia 141,2 milioni.

[11]    L’art. 5 della L. 94/1997, nel delegare il Governo ad emanare un decreto legislativo diretto ad individuare le unità previsionali di base del bilancio, ha stabilito nel comma 2 che con il medesimo decreto si provvedesse anche a ristrutturare il rendiconto generale dello Stato. Per quanto riguarda, in particolare, il conto del patrimonio, la disposizione di delega ha previsto che venisse introdotto un livello di classificazione idoneo ad individuare i beni dello Stato suscettibili di utilizzazione economica, anche ai fini di un’analisi economica della gestione patrimoniale.

Le disposizioni della legge delega relative al conto generale del patrimonio hanno trovato riscontro nell’art. 14 del D.Lgs. 279/1997.

Ferma restando la vigente suddivisione in categorie dei beni dello Stato, l'articolo 14, comma 1, ha previsto l’introduzione nel conto generale del patrimonio una ulteriore classificazione, indicata nella Tabella C allegata al decreto legislativo, al fine di consentire l'individuazione dei beni suscettibili di classificazione economica. E’ stata altresì prevista la possibilità di modificare o integrare la suddetta tabella C con decreto del Ministro del tesoro.

Il comma 2 ha stabilito che i beni indicati all'articolo 822 del Codice civile (Demanio pubblico) siano valutati in base a criteri economici ed inseriti nel Conto generale del patrimonio dello Stato.

Il comma 3 ha disposto che ai fini dell'analisi economica della gestione dei beni dello Stato, al conto generale del patrimonio, sia allegato un documento contabile in cui sono rappresentati i “componenti” positivi e negativi, nonché gli indici di redditività della gestione stessa.

[12]    La perenzione dei residui, vale a dire l’eliminazione contabile dal bilancio non implica il venir meno dell’obbligazione assunta per contratto o in compenso di opere prestate o di lavori e di forniture eseguiti; nel momento in cui deve essere effettuato il relativo pagamento, le somme di volta in volta occorrenti vengono prelevate dal fondo in questione con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze e reiscritte nei capitoli pertinenti (la procedura è stata recentemente ridisciplinata con D.P.R. 24 aprile 2001, n. 270).

[13]    Ai sensi dell’articolo 11-bis, comma 5, della legge n. 468/1978, le quote dei fondi speciali di parte corrente e, se non corrispondono a progetti di legge già approvati da un ramo del Parlamento, di quelli di parte capitale non utilizzate entro l'anno cui si riferiscono costituiscono economie di bilancio. Tuttavia, nel caso di spese corrispondenti ad obblighi internazionali ovvero ad obbligazioni risultanti dai contratti del pubblico impiego o dalla disciplina del trattamento economico e normativo del personale dipendente da pubbliche amministrazioni non compreso nel regime contrattuale, la copertura finanziaria prevista per il primo anno resta valida anche dopo il termine di scadenza dell'esercizio a cui si riferisce purché il provvedimento risulti presentato alle Camere entro l'anno ed entri in vigore entro il termine di scadenza dell'anno successivo. Le economie di spesa da utilizzare a tal fine nell'esercizio successivo formano oggetto di appositi elenchi trasmessi alle Camere a cura del Ministro dell’economia e delle finanze entro il 25 gennaio; detti elenchi vengono, altresì, allegati al conto consuntivo del Ministero dell’economia e delle finanze.

[14]    Ai sensi dell’articolo 17, ultimo comma, della legge n. 468/978, il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad integrare, con propri decreti da registrarsi alla Corte dei conti, le dotazioni di cassa in correlazione al trasporto all'esercizio successivo di titoli di spesa rimasti insoluti alla chiusura dell'esercizio precedente, limitatamente a quei capitoli di spesa le cui dotazioni di cassa non presentino, nelle more dell'assestamento, sufficienti disponibilità per il pagamento dei titoli trasportati.

[15]    Sotto il profilo normativo, le affermazioni contenute nella relazione si riferiscono all’articolo 1, comma 1, lett. a), del D.L. n. 194/2002, ai sensi del quale “ciascuna legge che comporti nuove o maggiori spese indica espressamente, per ciascun anno e per ogni intervento da essa previsto, la spesa autorizzata, che si intende come limite massimo di spesa, ovvero le relative previsioni di spesa, definendo una specifica clausola di salvaguardia per la compensazione degli effetti che eccedano le previsioni medesime”.

      Nel caso in cui, in fase di attuazione, si determinino oneri superiori ai limiti della spesa espressamente autorizzata, il D.L. n. 194/2002 ha introdotto una specifica procedura che determina la cessazione dell’efficacia delle disposizioni onerose (art. 1, comma 1, lett. b).

      In ogni caso, qualora dall’attuazione di disposizioni di legge derivino oneri maggiori rispetto a quelli previsti, il Ministro dell’economia e delle finanze è tenuto a riferire al Parlamento e ad assumere le conseguenti iniziative legislative (art. 1, comma 2 del D.L. n. 194/2002, che novella l’art. 11-ter, comma 7, della L. n. 468/1978).

      Il D.L. n. 194/2002 ha, peraltro, previsto che misure correttive degli effetti finanziari di disposizioni, dalla cui attuazione siano derivati oneri maggiori a quelli previsti possano essere inserite anche nella legge finanziaria. Ha inoltre disposto che in allegato alla relazione al disegno di legge finanziaria siano indicati i provvedimenti legislativi adottati ai sensi dell’art. 11-ter, comma 7, della L. n. 468/1978, per correggere gli effetti finanziari peggiorativi rispetto alle previsioni, e le misure correttive inserite nella legge finanziaria medesima (D.L. n. 194/2002, art. 1, comma 01).