mercoledì 17 maggio 2017
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI
La seduta comincia alle 10,05.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
GIULIO CESARE SOTTANELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Alli, Bonafede, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bueno, Centemero, Costantino, Covello, De Menech, Dellai, Di Gioia, Fedriga, Garofani, Giancarlo Giorgetti, La Russa, Locatelli, Losacco, Manciulli, Marcon, Merlo, Pes, Pisicchio, Portas, Rampelli, Realacci, Rosato, Sanga, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Annunzio di petizioni.
PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.
GIULIO CESARE SOTTANELLI, Segretario, legge:
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,14). (ore 10,14)
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10,40.
La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 10,45.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
Seguito della discussione della proposta di legge: S. 1261-B - D'iniziativa dei senatori: Elena Ferrara ed altri: Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo (Approvata dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato) (A.C. 3139-B).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato, n. 3139-B: Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo.
(Esame degli articoli - A.C. 3139-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3139-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
PAOLO BENI. Grazie, Presidente. Vorrei iniziare la discussione e la votazione degli articoli da questo articolo 1 di questa proposta di legge, registrando con soddisfazione il fatto che dal ritiro degli emendamenti che erano stati presentati pare evidente che si stia delineando un'intesa per una rapida approvazione del testo che ci è pervenuto dal Senato senza ulteriori modifiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Marazziti. Ne ha facoltà.
MARIO MARAZZITI. Grazie, Presidente. Effettivamente siamo, dopo un lungo lavoro, al primo voto sul primo articolo di una prima legge per cominciare a contrastare con più strumenti il cyberbullismo. È la forma nuova di un tema e di un problema antico ma nuovo - il bullismo -, di ampie dimensioni e di gravità crescente, che deve continuare a impegnare tutte le agenzie educative del Paese, i media, i social media, i legislatori, gli opinion leader e quanti più visibili di altri hanno un impatto positivo o negativo sui comportamenti di tanti altri e, soprattutto, dei più giovani.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3139-B )
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
MILENA SANTERINI. Grazie, Presidente questo articolo 2 è un po' il cuore della legge, perché prevede la possibilità di rimuovere i contenuti che offendono, che fanno male, che insultano, che diffamano, insomma tutto quello per cui il bullismo e il cyberbullismo sono fenomeni crudeli, crudele ma fatto da ragazzini su altri ragazzini, ed è qui che dobbiamo lasciare il discorso, nell'ambito dei minorenni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Riteniamo fondamentale proprio il titolo dell'articolo, la rubrica, che è la tutela della dignità del minore, e dobbiamo partire da loro, dai minorenni, dai più piccoli, perché in realtà riuscire a far passare questo articolo 2 - senza estenderlo immediatamente ai maggiorenni, ma creando una riflessione nel Paese e nella classe politica momentanea – significa capire profondamente come in realtà, sul web e su internet, le relazioni vengano percepite molto più vicine di quelle che in realtà sono.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3139-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3139-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 3139-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3139-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Questo è uno dei nodi più critici del provvedimento; abbiamo cercato di sollecitare il Governo, la maggioranza, che non è possibile stanziare solo 200.000 euro per una legge che prevede tutta una serie di precetti, tutta una serie di oneri, per quanto riguarda i nostri educatori, gli insegnanti, la possibilità di lavorare in rete, in rete significa in una rete territoriale, e all'interno di comunicazioni tra Polizia postale, assistenti sociali, piani di azione; non è possibile stanziare solo 200.000 euro quando abbiamo 40 mila plessi scolastici. Presidente, non è possibile, perché la matematica non è un'opinione. Sono 5 euro a plesso scolastico. Questa è una delle situazioni in cui, nonostante per alcuni settori avremmo potuto criticare aspramente da dove sarebbero stati presi questi soldi, non ci si è nemmeno preoccupati di andarli a prendere, nemmeno in quei 6 miliardi aggiuntivi di raccolta sul gioco d'azzardo; nel momento in cui milioni e milioni di euro vengono stabiliti per progetti vaghi, per situazioni che non hanno il minimo controllo di dove vanno quei soldi, non c'è stata la possibilità di stabilire di andare a prenderli, con una certa contentezza, con una certa fierezza, perché avremmo tranquillamente saputo che di questi soldi nemmeno un euro sarebbe stato sprecato, invece sono stati decisi e stanziati 200.000 euro. Qualsiasi regione, forse qualsiasi comune d'Italia avrebbe fatto di più. Per questa ragione noi ci asterremo su questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Malpezzi. Ne ha facoltà.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Grazie, Presidente. Solo una precisazione di termini, perché dall'intervento appena fatto, ma, magari, ho capito male io, sembra che il finanziamento di cui all'articolo sia il finanziamento per la lotta e il contrasto al cyberbullismo. In realtà, questo finanziamento è un finanziamento aggiuntivo collegato ad un fondo che va direttamente a servizio degli interventi della Polizia postale, perché, infatti, io lo ricordo sempre, la legge n. 107 del 2015, che finanzia tutta una serie di progetti in capo alle scuole, consente alle scuole, nella loro libera autonomia, di mettere in atto, insieme agli enti locali, tutta una serie di ulteriori progetti che possono riguardare anche il bullismo e il cyberbullismo e, sappiamo, proprio perché anche la letteratura ce lo ricorda, la letteratura di questi anni, di tradizioni di scuole che hanno portato avanti progetti in questa direzione. Allora distinguiamo i due aspetti; il fondo in questione riguarda un aiuto ulteriore alla Polizia postale, è un fondo che c'è già, che viene incrementato e che, quindi, dà una mano ulteriore al lavoro che la stessa è chiamata a fare; parallelamente, c'è tutto un filone di finanziamento che è legato a tante altre norme, potremmo citare anche la legge n. 285 del 1997, potremmo citare tante altre norme di legge, che sono finanziate e che insieme agli enti locali consentono gli interventi nelle scuole. La positività enorme di questa legge è il fatto che spinge ulteriormente il lavoro in rete e la collaborazione tra forze di Polizia postale e di Polizia locale che stanno facendo degli interventi meravigliosi di formazione all'interno delle scuole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.
MARCO RONDINI. Presidente, prendo per buone le osservazioni fatte dalla collega Malpezzi, però mi sento di unirmi alla critica mossa dal collega Baroni, perché 200.000 euro sono francamente pochi, anche se vanno ad incrementare un fondo. Le faccio un esempio, quello della regione Lombardia, che ha varato una legge per il contrasto al cyberbullismo e ha stanziato 300.000 euro. Quindi, a dimostrazione di quello che diceva il collega Maroni, c'è l'esempio della regione Lombardia: si poteva stanziare sicuramente di più.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.
MARIALUCIA LOREFICE. Presidente, in realtà intervengo anche per dare forza all'intervento del collega Baroni, perché sembra che oggi gli istituti scolastici e la Polizia postale godano di chissà di quali risorse, invece anche durante le audizioni è spesso emerso il fatto che quelle che mancano sono soprattutto le risorse.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, volevo soltanto riportare all'interno di quest'Aula quanto è scritto nell'articolo, che è altro da quanto raccontato nel mondo delle favole dalla collega Malpezzi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quintarelli. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Presidente, anche il gruppo Civici e Innovatori si asterrà, condividendo quanto espresso dal collega Baroni: sono veramente cifre estremamente esigue per una cosa così importante, meno della metà di quanto costa una rotonda stradale. Pur valutando complessivamente il provvedimento - voteremo favorevolmente al provvedimento, lo preannuncio -, in questo caso specifico ci asterremo.
PAOLO BENI, Relatore per XII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO BENI, Relatore per XII Commissione. Presidente, molto velocemente: capisco quello che i colleghi stanno dicendo, le risorse non sono mai troppe e anche noi avremmo auspicato potessero essere di più, ma questo non significa che tutto il lavoro di cui in questa legge si parla debba essere fatto con 200.000 euro, altrimenti si strumentalizza il tema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Murer. Ne ha facoltà.
DELIA MURER. Presidente, anche noi ci asterremo su questo articolo, perché riteniamo che sicuramente siano validi i riferimenti che faceva adesso il deputato Beni di un lavoro tra istituzioni che prevede anche uso di risorse già presenti, però questa cifra ci pare davvero insufficiente per svoltare su questo tema, per avere risorse adeguate per riuscire a fare un un'efficace azione di contrasto al cyberbullismo. Riteniamo che sia molto importante che la legge si possa varare, che si faccia questo lavoro di prevenzione, ma su questo articolo ci asterremo, mentre voteremo favorevolmente alla legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, i dati più recenti, che ci sono stati forniti il 5 maggio 2017 - quindi possiamo dire proprio la settimana scorsa - dalla Polizia postale, sono impressionanti e fanno davvero paura: lo scorso anno ci sono stati 235 casi di cyberbullismo, 88 casi di minacce, ingiurie e molestie, 70 furti di identità, 42 diffamazioni online, 27 diffusioni di materiale pedopornografico, 8 casi di stalking, 31 i minori denunciati all'autorità responsabile perché ritenuti responsabili di reati, di cui 11 per diffamazione online, 10 per diffusione di materiale pedopornografico, 6 per minacce, ingiurie e molestie. Potrei continuare, ma sono dati della Polizia postale, quindi sono dati facilmente recuperabili da tutti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
(Esame dell'articolo 7 – A.C. 3139-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3139-B)
PRESIDENTE. Passiamo agli ordini del giorno. Se nessuno di intervenire per illustrarli, invito il sottosegretario Toccafondi ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
GABRIELE TOCCAFONDI, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione l'università e la ricerca. Grazie, Presidente. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/3139-B/1 Carrescia, n. 9/3139-B/2 Ascani e n. 9/3139-B/3 Nesi. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 973139-B/4 Palese, purché sia riformulato aggiungendo le parole: “invita il Governo”.
PRESIDENTE. Sono stati espressi molti pareri favorevoli quindi ordini del giorno n. 9/3139-B/1 Carrescia favorevole; n. 9/3139-B/2 Ascani favorevole; n. 9/3139-B/3 Nesi favorevole: vado avanti. Abbiamo all'ordine del giorno n. 9/3139-B/4 Palese una riformulazione: l'accetta? Sta bene. Vado avanti.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3139-B)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Noi Socialisti abbiamo sollecitato anche in queste Aule più volte la rapida approvazione della legge contro il cyberbullismo. I fatti di cronaca, i suicidi di tanti giovani, da Carolina a Tiziana da Andrea a Nadia, vittime della gogna mediatica e lasciate senza tutela e protezione, rendono non più rinviabile un intervento legislativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Incontrando molti giovani che fanno parte della generazione dei nativi digitali, si ha il privilegio e l'opportunità di riconoscere con chiarezza quali sono i loro limiti, ma anche quali sono i nostri limiti. Ecco, allora, che elementi quali la solitudine e l'impulsività digitale sono riconoscibili in giovani che non hanno avuto l'opportunità di vivere l'era pretecnologica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Noi voteremo a favore di questa proposta di legge, che oggi è in terza lettura, avendo già la Camera espresso il proprio voto, e ci sono alcune modifiche apportate dal Senato abbastanza importanti anche queste su disposizioni a tutela dei minori, per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo, sempre più diffuso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nastri. Ne ha facoltà.
GAETANO NASTRI. Grazie, Presidente. Il provvedimento, all'esame di questa Assemblea per la seconda lettura, essendo stato modificato altrettante due volte dall'altro ramo del Parlamento, interviene su una materia particolarmente delicata e sentita oggi dalla nostra società.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marazziti. Ne ha facoltà.
MARIO MARAZZITI. Grazie, Presidente. Questa legge sul cyberbullismo è partita, nella sensibilità di questo Parlamento, anche da tante storie dolorose e da una grande attesa nel Paese da parte delle agenzie educative. Il cyberbullismo è un sintomo di malessere molto evidente delle nostre società occidentali e contemporanee e, forse, non solo occidentali, ma una società seria si pone il problema, mentre cerca di affrontare il sintomo, anche di affrontare il tema delle cause.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stefano Quintarelli. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Grazie, Presidente. Il vocabolario definisce virtuale qualcosa che non è reale, che è solo in potenza, e io ho sentito spesso in quest'Aula parlare di internet come una cosa virtuale. Ma internet è una cosa molto reale, non è virtuale, quindi forse come prima cosa sarebbe opportuno, anche per incasellare il discorso all'interno di un frame concettuale corretto, cominciare a parlare di aspetti immateriali...
PRESIDENTE. Avvicini il microfono, se no non la sentiamo.
GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. ...e di una dimensione immateriale più che di uno spazio virtuale, perché è molto reale. È molto reale perché internet, negli anni, per molti di noi, per me e per molti di noi, progressivamente per tutti noi, è e diventerà sempre di più la sede della nostra dimensione immateriale, la principale interfaccia utente che noi useremo per le nostre relazioni sociali ed economiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mariano Rabino. Ne ha facoltà.
MARIANO RABINO. Grazie, Presidente. Quello che stiamo per approvare definitivamente è un testo che certo non è sufficiente, perché molto ci sarà ancora da fare per sconfiggere il cyberbullismo, ma altrettanto sicuramente è necessario, perché il fenomeno è in rapida diffusione e ha una crescita potenzialmente inarrestabile vista la diffusione degli strumenti informatici in corso da anni, cui però non è seguita un'analoga evoluzione legislativa e sociale. Ciò perché - mi permetto di fare riferimento alla nota frase di Umberto Eco - sino a una decina di anni fa, nei bar e nelle piazze delle nostre cittadine, nessuno si sarebbe sognato di offendere o minacciare per un nonnulla, come accade oggi sui social network. E anche quando ciò accadeva, scattavano immediatamente le sanzioni sociali, prima ancora di quelle penali. Oggi, purtroppo, ingiurie, frasi minatorie, violenza verbale in generale, sono all'ordine del giorno, spesso, troppo spesso, in un'indifferenza diffusa, quasi come se gli altri utenti fossero assuefatti. Lo spazio virtuale si è trasformato da mare in cui navigare in libertà in un lago in cui ristagnano risentimenti, odio, intolleranza, violenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Beatrice Brignone. Ne ha facoltà.
BEATRICE BRIGNONE. Signora Presidente, il gruppo di Sinistra Italiana Possibile voterà favorevolmente questo provvedimento, consapevole che si introducono alcuni strumenti utili, ma non sufficienti per contrastare i fenomeni di violenza in rete a danno dei minori. Siamo, altresì, consapevoli che lo strumento legislativo, per quanto importante, sia di per sé insufficiente quando si parla di un argomento delicato come questo e che la rete non faccia che amplificare atteggiamenti presenti fuori dalla rete. Il cyberbullismo, come ogni forma di bullismo, in generale, è il sintomo e non la causa di problemi più profondi e complessi e su questo non ci stancheremo mai di insistere. Non è facile, signora Presidente, essere un bambino, una bambina, un adolescente, oggi, in questo Paese; un Paese che ha perso, da troppo tempo, quelle stelle polari, pedagogiche ed educative, di cui siamo stati i pionieri nel mondo. Non è facile vivere in un Paese dove non ci sono serie politiche dell'infanzia e giovanili, dove si vive sul web perché non si può più passare il tempo libero all'aperto, per strada, nei parchi, nei campetti, dove lo sport, fondamentale opportunità di crescita è accessibile sempre a meno giovani e rappresenta una delle prime voci tagliate dalle famiglie in difficoltà; dove non si investe in teatro, in musica, in arte e nelle tante discipline culturali che educano all'empatia, alla relazione con l'altro, a mettersi nei panni dell'altro, dove la scuola pubblica viene quotidianamente smantellata, dove si parla spesso di educazione ai sentimenti, ma, poi non si fa, e addirittura è sempre più difficile parlare seriamente di accettazione di sé, di rispetto dell'altro, di educazione alle differenze, di sessualità, perché in un Paese pieno di paure anche parlare di diversità, di rispetto fa innalzare barricate al grido di un inesistente, quanto ridicolo, pericolo gender, dove i numeri di bambini lasciati soli, vittime di privazioni affettive se non di vera e propria violenza fisica e psicologica sono altissimi, dove tutto nel mondo adulto, dalla politica alle trasmissioni televisive, parla un linguaggio dell'odio, perché fa consenso, fa audience, quindi fa like. Quindi, ben vengano, oggi, gli strumenti che introduciamo per ostacolare la diffusione della violenza online ma consapevoli che stiamo solo affrontando la piccola punta di un iceberg molto più grande e profondo e che questa legge non sia solo una dichiarazione di buoni intenti, ma l'inizio di una politica costante che rimetta al centro i più piccoli, anche i piccolissimi, perché mai quando si parla di violenze o di offese che riguardano i minori, siano essi vittime o siano i bulli, nessuno di noi può sentirsi assolto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Rondini. Ne ha facoltà.
MARCO RONDINI. Presidente, secondo una ricerca realizzata nel 2016 dall'Università Cattolica per il CoReCom Lombardia, il 46 per cento degli episodi di bullismo avviene di persona, il 36 per cento via Facebook, il 27 per cento su WhatsApp, il 19 per cento con chiamate o sms sul cellulare, l'8 per cento su Instagram. Dai dati emerge, inoltre, che 230.000 adolescenti milanesi conoscono almeno una persona che ha avuto problemi con reati telematici. Tra il 2014 e il 2017, lo sportello del CoReCom ha raccolto segnalazioni e richieste di vario genere, il 46 per cento per furto di identità o dati personali presi dai profili social senza autorizzazione, il 25 per cento per richiesta di cancellazione di contenuti contenenti offese, diffamazioni o azioni di cyberbullismo, mentre il 29 per cento riguardava la richiesta di rimozione di contenuti, foto o video a sfondo sessuale. Il 32 per cento dei giovani in Lombardia, lo scorso anno, è rimasto in qualche modo turbato da atti riconducibili a fenomeni di bullismo e il 22 per cento, invece, ha ricevuto messaggi a sfondo o con allusioni sessuali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Raffaele Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO'. Presidente, Alternativa Popolare voterà a favore del provvedimento, anche se è comprensibile che la scelta del Senato di limitare questo testo di legge al solo ambito del cyberbullismo e dei minori possa suscitare qualche perplessità, così come l'aver deciso di cassare i rilievi penali previsti nella proposta che era stata inviata da questa Camera, puntando invece tutto su interventi e su misure educative e preventive.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nicchi. Ne ha facoltà.
MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. Conosciamo bene ormai e direi purtroppo il fenomeno del bullismo, una dinamica relazionale rovinosa, che coinvolge nei diversi ruoli chi perseguita, chi subisce e ne soffre, chi assiste più o meno attivamente. Ma il fenomeno ancora più difficile e preoccupante, che oggi è oggetto della nostra proposta di legge, è quando il bullismo si sposta nella realtà della dimensione immateriale - per riprendere l'intervento che ha svolto prima di me il collega Quintarelli - dell'utilizzo della rete, dei social network, per intimorire, molestare, aggredire con sms, e-mail, messaggi in chat e con la diffusione di immagini e video minacciosi, offensivi, non rispettosi della riservatezza di chi è preso di mira, della vittima.
PRESIDENTE. Adesso un saluto ai ragazzi del Liceo scientifico “Galileo Galilei” di Catania, che sono qui e stanno seguendo i nostri lavori (Applausi). Ragazzi, oggi ci occupiamo di un provvedimento che vi riguarda in quanto ragazzi e ragazze.
ANTONIO PALMIERI. Gentile Presidente, io sono contento di essere stato smentito, perché nel mio intervento lo scorso anno in dichiarazione di voto su questo tema avevo prefigurato che la legge sarebbe finita su un binario morto, perché noi qui alla Camera l'avevamo in realtà peggiorata. L'avevamo peggiorata non per un conflitto fra Camera e Senato, semplicemente perché c'era un conflitto all'interno del Partito Democratico: un conflitto tra visioni diverse, che avevano tutte le ragioni di esistere e che aveva portato a una situazione di sostanziale impasse. Per cui sono, e siamo lieti come gruppo di Forza Italia che questo conflitto, questo dissidio sia stato ricomposto con una scelta ragionevole, cioè quella di non toccare ulteriormente un testo del quale apprezziamo l'impostazione, che insiste sul versante educativo, sul versante della prevenzione, l'impostazione voluta dalla senatrice del PD Ferrara. Questo proprio ad indicare il fatto che su questo tema per noi non c'è una distinzione di partiti: c'è una distinzione di impostazione e di modalità di intervento su un tema complesso, per il quale certamente questa legge non è la panacea che risolve tutti i mali. Nessuna legge lo è: nessuna legge può imporre di essere più o meno intelligenti, più o meno rispettosi, più o meno consapevoli di sé e degli altri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.
MARIALUCIA LOREFICE. Grazie Presidente. È passato quasi un anno da quando il disegno di legge sul cyberbullismo arrivò alla Camera, dopo essere stato approvato al Senato, e fu accolto con grande entusiasmo del MoVimento 5 Stelle, perché molto in comune aveva anche con la nostra proposta di legge, soprattutto per quanto riguardava l'aspetto preventivo, la prevenzione quale strumento per contrastare concretamente un fenomeno dai confini non perfettamente circoscrivibili. Ben lontane nello scopo erano altre proposte di legge che avevano previsto l'istituzione, forse sull'onda emotiva di tanti purtroppo spiacevoli episodi, di un nuovo reato, come se punire potesse essere il modo per sconfiggere i fenomeni di cyberbullismo. Protagonisti sono adolescenti, giovani, che conoscono benissimo gli strumenti elettronici e informatici, ma ne ignorano le regole e allora questo dovrebbe essere uno degli obiettivi da porsi cioè insegnare ai nostri giovani che il web può essere una straordinaria risorsa, ma ci sono regole che vanno rispettate e soprattutto dovrebbero imparare il rispetto dell'altro e quanto un'azione possa incidere sulla vita delle persone coinvolte, talmente tanto da poter determinare alle volte gesti estremi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giuditta Pini. Ne ha facoltà.
GIUDITTA PINI. Grazie, Presidente. Oggi siamo qui per approvare in maniera definitiva una legge che ha avuto un lungo iter: è stata approvata per la prima volta il 20 maggio del 2015 e questo è il quarto passaggio che fa tra le due Camere. È stata modificata più volte e finalmente siamo arrivati a un testo, che sarà quello definitivo, che tratta di un argomento antico quanto l'uomo, anche se il nome con cui lo definiamo è relativamente recente, cioè quello del bullismo, vale a dire quando una persona, un gruppo di persone, decide di isolare o di prendere di mira, qualcuno, perché è diverso, perché è affetto da disabilità intellettuale, perché è un disabile, perché è diverso il suo orientamento sessuale, perché è una donna, perché è più piccolino, perché lo sente come una minaccia e, quindi, come reazione, ha quella di isolarlo, molestarlo, fino ad arrivare a delle vere e proprie aggressioni.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PAOLO BENI, Relatore per la XII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO BENI, Relatore per la XII Commissione. Grazie, Presidente. Io ci tengo a ringraziare, in conclusione di questo lavoro, quanti vi hanno contribuito: i colleghi e le colleghe della Commissione affari sociali, della Commissione giustizia, anche della scuola, tutti i gruppi, anche i gruppi di opposizione, con cui il confronto è stato vivace, ma assolutamente costruttivo e positivo visto il risultato. Vorrei ringraziare gli uffici che, con pazienza e competenza, ci hanno sostenuto. In ultimo mi consenta, Presidente, di ringraziare proprio lei per la sensibilità che ha sempre avuto su questo tema e anche perché non ha mancato di svolgere quel ruolo di stimolo critico nei confronti del Parlamento e penso che abbia fatto bene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Colleghe e colleghi, proprio su questo punto, permettetemi di rivolgere un saluto forse irrituale, ma credo doveroso, al dottor Picchio che ci sta seguendo dalle tribune (Applausi). Il dottor Picchio ha seguito questo provvedimento ed è il padre di Carolina Picchio, che, purtroppo, a soli 14 anni, si è tolta la vita ed è stata la prima vittima riconosciuta di cyberbullismo nel nostro Paese. Allora è a lei e alle altre vittime che noi, oggi, dobbiamo dedicare questo provvedimento, che è un primo passo, ma era necessario e doveroso da parte di questo Parlamento. Grazie, dottor Picchio, alle tante strutture che si adoperano per aiutare i nostri ragazzi e le nostre ragazze (L'intera Assemblea si leva in piedi – Applausi generali).
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3139-B)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per i rapporti con il Parlamento, la Ministra della difesa, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della giustizia e il Ministro dell'interno.
(Elementi ed iniziative in ordine a recenti notizie circa l'asserito interessamento della Sottosegretaria Maria Elena Boschi, allora Ministra, in relazione all'acquisizione di Banca Etruria da parte di Unicredit – n. 3-03020)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Laforgia n. 3-03020 (Vedi l'allegato A).
ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, signora Ministra, Ferruccio De Bortoli nel suo ultimo libro descrive un incontro tra l'allora Ministra per le riforme, Maria Elena Boschi, e l'amministratore delegato di Unicredit, Ghizzoni. Oggetto del colloquio la richiesta di acquisizione di una banca sull'orlo del fallimento, Banca Etruria, di cui il padre dell'allora esponente di primo piano del Governo era vicepresidente esattamente in quel periodo.
PRESIDENTE. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere.
ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, signora Presidente. Il quesito nasce dalla lettura della rassegna stampa e, quindi, da presunte rivelazioni contenute nella pubblicazione di un noto giornalista, formulate in riferimento ad un'informazione di cui non si dice come e da chi sarebbe stata acquisita né, tanto meno, verificata. In merito alla vicenda riportata dagli interroganti, la sottosegretaria Boschi ha ribadito di non avere mai fatto pressione per l'acquisto di Banca Etruria da parte di Unicredit, come confermato da un portavoce della stessa banca e riportato da organi di stampa. Inoltre, la sottosegretaria ha confermato quanto già dichiarato in quest'Aula il 18 dicembre 2015 in merito al rispetto di ogni norma di legge, compresa quella sul conflitto di interessi, e di non avere mai favorito la propria famiglia.
PRESIDENTE. Il deputato Arturo Scotto ha facoltà di replicare.
ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, non possiamo ritenerci soddisfatti, per vari ordini di motivi. Il primo: la Ministra sa benissimo che Maria Elena Boschi ha assunto, ha avuto e ha tuttora un ruolo strategico in questo Governo e nel Governo precedente, e che inevitabilmente interviene su tutti gli aspetti della vita legislativa dell'Esecutivo, dunque anche rispetto ai rapporti con enti privati o pubblici strategici e persino le nomine. Secondo: è vero che la circolare della Banca d'Italia n. 263 parla di conflitto di interessi in merito alle questioni che lei citava, ma riguarda anche - e c'è questa definizione - gli stretti familiari. Qui mi sembra che il rapporto di famiglia sia abbastanza evidente, dunque, come dicemmo all'epoca, rischiava di delinearsi un conflitto di interessi potenziale dalla stessa Ministra ammesso, tant'è che tenne a ribadire che in quella situazione preferiva astenersi dal partecipare ai Consigli dei ministri.
(Iniziative di competenza in relazione alla tragica vicenda del naufragio di una imbarcazione carica di migranti, verificatosi l'11 ottobre 2013 a 60 miglia da Lampedusa – n. 3-03021)
PRESIDENTE. Il deputato Marcon ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03021 (Vedi l'allegato A).
GIULIO MARCON. Signora Presidente, signora Ministra, come è stato ricordato, l'11 ottobre del 2013, ad appena 60 miglia da Lampedusa, ci fu un naufragio in cui persero la vita ben 268 persone. Quelle vite si sarebbero potute salvare se alcuni ufficiali operatori della Marina militare non avessero violato l'obbligo di salvataggio di vite umane in mare, che è alla base di tutte le leggi, nazionali ed internazionali, della navigazione. Grazie alla professionalità del giornalista de L'Espresso, Fabrizio Gatti, sono emerse le gravissime responsabilità di alcuni ufficiali e di alcuni operatori della Guardia costiera e della Marina militare, che hanno impedito - letteralmente impedito - alla nave Libra di intervenire in soccorso. Attraverso l'ascolto delle registrazioni delle telefonate che testimoniano la drammaticità della situazione, abbiamo potuto capire come quegli operatori e quegli ufficiali della Guardia costiera coinvolti si siano macchiati di un delitto gravissimo: l'omissione di soccorso in mare. Così sono andate perse 268 persone, quindi chiediamo alla Ministra quali provvedimenti il Governo intenda assumere verso i responsabili di una violazione così grave.
PRESIDENTE. La Ministra della Difesa, Roberta Pinotti, ha facoltà di rispondere.
ROBERTA PINOTTI, Ministra della Difesa. Presidente, la Difesa, dall'inizio dell'emergenza migranti ad oggi, ha tratto in salvo quasi 180.000 vite umane. Questo è avvenuto non solo in esecuzione di quanto stabilito dalle norme, ma certamente anche nella convinzione morale che il salvataggio di esseri umani viene prima di ogni cosa, e sono convinta che il senso di umanità e generosità del nostro personale sia dimostrato con i fatti. Ribadisco, come ho già detto in altre occasioni, che la Difesa, e nello specifico la Marina militare, opera in linea con le fonti normative internazionali e nazionali che riconoscono nel Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto l'istituzione che assicura il coordinamento generale dei servizi di soccorso marittimo.
PRESIDENTE. Il deputato Marcon ha facoltà di replicare.
GIULIO MARCON. Signora Presidente, ringrazio la signora Ministra per la risposta, ma non siamo ovviamente soddisfatti. Non siamo soddisfatti perché ovviamente riconosciamo il lavoro importante che ha fatto la Marina militare in questi anni per salvare vite umane che appunto rischiavano di naufragare e di perdersi, però qui parliamo di un caso specifico, e in questo caso specifico non sono state date risposte soddisfacenti. La sala operativa della Guardia costiera sapeva che la nave era in avaria, sapeva che c'era un centinaio di bambini, sapeva che la barca aveva già imbarcato mezzo metro d'acqua, sapeva che la barca stava affondando, sapeva che c'erano bambini bisognosi di aiuto, e non è stato fatto niente. Ci sono registrazioni di telefonate che testimoniano queste informazioni, alle quali la Marina non dà risposte, cerca di nascondere la nave Libra e cerca di assegnare a Malta la responsabilità, quando la nave era distante 118 miglia da Malta e solo 61 miglia da Lampedusa.
(Chiarimenti in merito all'ipotesi avanzata dalla Ministra della difesa in materia di servizio civile obbligatorio – n. 3-03022)
PRESIDENTE. La deputata Rosanna Scopelliti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03022 (Vedi l'allegato A).
ROSANNA SCOPELLITI. Presidente, Ministra, da fonti stampa abbiamo appreso la notizia della possibilità di reintrodurre nel nostro Paese un periodo obbligatorio di servizio civile, utile a formare i giovani su sicurezza e protezione sociale. Non è chiaro tuttavia se la sua proposta si limiti a un periodo in cui i nostri giovani dovranno prestare obbligatoriamente un servizio civile o se si riferisca ad una riforma dello stesso senza ricorrere all'obbligatorietà. Questa notizia ha sollevato un complesso dibattito nel Paese, soprattutto tra i giovani, anche in considerazione della rilevante mole di questioni socioeconomiche che eventualmente comporterebbe. Per questi motivi le chiedo di fare chiarezza sulla reale portata delle sue dichiarazioni su un tema, lo ripeto, dai notevoli risvolti sociali e che interessa la vita dei giovani.
PRESIDENTE. La Ministra della Difesa, Roberta Pinotti, ha facoltà di rispondere.
ROBERTA PINOTTI, Ministra della Difesa. Grazie, Presidente. La riflessione che ho svolto domenica, a margine dell'adunata degli alpini, riprende l'idea già in parte affermata con la recente legge di riforma del terzo settore di un servizio civile per i giovani in ambiti di sicurezza sociale e di pubblica utilità. Al pari di quanto avviene in altri Paesi europei anche in Italia si è aperto un confronto sul futuro e sul valore di un possibile allargamento del servizio civile che diventi un'esperienza formativa e valoriale per tutti. Per evitare equivoci intendo chiarire ancora una volta che non sto parlando di ripristinare la leva obbligatoria. Ad oggi è già in vigore una legge che ampia la possibilità di aderire al servizio civile volontario. Per il futuro è mio personale convincimento che sarebbe utile valorizzare un momento unificante che accresca nelle nuove generazioni il senso di appartenenza ad una comunità in cui ognuno di noi trova la propria soddisfazione anche nel mettersi a disposizione degli altri non più come scelta volontaria ma come percorso che lo Stato rivolge a tutti i giovani. Si tratterebbe quindi di un servizio a vantaggio della collettività e del prossimo utile alla formazione individuale così come al Paese in grado di formare cittadini maturi, solidali e consapevoli. Tale esperienza che immagino limitata nel tempo e non in contrasto con i percorsi formativi e professionali già previsti da ragazzi e ragazze potrebbe contribuire all'acquisizione di competenze o comunque di crediti da poter utilmente sfruttare nella propria carriera di studio per l'ingresso nel mondo del lavoro. Voglio quindi ringraziare l'onorevole Scopelliti per avermi dato la possibilità di esporre il mio pensiero e di portare anche nell'Aula della Camera un dibattito che si sta sviluppando nella società europea e che anche in Italia potrà trovare uno spazio per un proficuo approfondimento.
PRESIDENTE. La deputata Scopelliti ha facoltà di replicare.
ROSANNA SCOPELLITI. Grazie, Presidente. Grazie Ministra per la sua risposta. Ho ritenuto opportuno sottoporle il quesito proprio perché è indubbio che parliamo di un tema che interessa molto da vicino la vita dei giovani e delle loro famiglie e io concordo con lei che il servizio civile rappresenta un momento importante di aggregazione, un momento formativo per la crescita dei giovani. Tuttavia l'annuncio del ripristino obbligatorio dello stesso ha creato ahimè grosse perplessità proprio nel mondo giovanile: questo è il motivo per cui le ho posto la presente interrogazione. Occorre, infatti, considerare tutti i problemi afferenti la realizzazione di un tale progetto in relazione proprio alla rilevanza delle questioni socioeconomiche ad esso collegate. Sono questioni che richiedono valutazioni e studi approfonditi e che, come peraltro lei ci ha rassicurato, vanno ponderate attentamente e con il tempo necessario. In particolare va considerata con attenzione la questione relativa all'obbligatorietà per le inevitabili conseguenze che comporterebbe sugli aspetti di realizzazione professionale di molti giovani oltre che per le ripercussioni che potrebbe avere in termini di sostenibilità economica. Quindi possiamo discuterne e mi fa piacere che lei lo abbia sottolineato rispondendo alla mia interrogazione e sono sicura che insieme si potrà trovare una soluzione e fare un percorso condiviso.
(Elementi ed iniziative di competenza volte a scongiurare il rischio di un'emergenza rifiuti a Roma – n. 3-03023)
PRESIDENTE. Il deputato Morassut ha facoltà di illustrare l'interrogazione Stella Bianchi ed altri n. 3-03023 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
ROBERTO MORASSUT. Grazie, Presidente. Grazie Ministro, nella capitale si profila un'emergenza rifiuti: ogni giorno si producono 5.000 tonnellate di rifiuti dei quali un terzo viene trattato in due impianti di trattamento meccanico-biologico. Questi impianti sono oggi al limite della pressione e già hanno una efficienza compromessa. Il resto, in assenza di impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti e di luoghi per lo sversamento, ha un destino incerto: ogni giorno da Roma partono 160 TIR di rifiuti verso 8 regioni e 55 localizzazioni di destinazioni delle quali molti sono oggi impossibili da utilizzare nei prossimi mesi. L'Amministrazione Raggi della capitale, il 4 maggio, ha varato un piano industriale, modificandolo nei giorni scorsi e licenziando anche l'amministratore delegato di Ama, l'azienda della nettezza urbana e dei rifiuti.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gianluca Galletti, ha facoltà di rispondere.
GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, signor Presidente. Grazie anche agli onorevoli interroganti per darmi la possibilità di rispondere su un quesito di così grande attualità. Come ho già avuto modo di dire in altre occasioni le criticità sulla gestione dei rifiuti di Roma Capitale continuano a riprodursi ormai in modo ciclico a causa della carenza impiantistica, come ricordava lei. Io sono mesi che denuncio questa situazione. Non mi limito e non mi sono limitato certamente solo a questo: ho avuto modo, con le strutture, di collaborare con la regione Lazio e anche attraverso le strutture dal punto di vista tecnico, con Roma capitale.
PRESIDENTE. La deputata Stella Bianchi ha facoltà di replicare.
STELLA BIANCHI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per le sue parole e per l'attenzione che ha dimostrato ancora oggi e confermo tutta la nostra preoccupazione per il fatto che un sistema così fragile come quello di gestione dei rifiuti di Roma non stia trovando da parte dell'amministrazione comunale guidata dalla sindaca Raggi l'attenzione che spetta alla città per evitare situazioni di degrado come quelle che vivono i cittadini di Roma e come quelle che sono sulle pagine dei giornali di tutto il mondo e per evitare quella che rischia di diventare un'emergenza molto seria verso la quale purtroppo continuiamo a correre.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
STELLA BIANCHI. Allora, noi non vorremmo che la città di Roma fosse esposta a una improvvisazione e a una mancanza di piani concreti per la gestione dei rifiuti e non vorremmo vivere un'emergenza rifiuti nella Capitale.
(Iniziative volte a garantire un adeguato sistema di protezione per le donne vittime di “violenza di genere”, anche dopo la condanna del loro persecutore – n. 3-03024)
PRESIDENTE. La deputata Galgano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03024 (Vedi l'allegato A).
ADRIANA GALGANO. Grazie, signora Presidente, buongiorno Ministro Orlando. La storia di Lidia Vivoli è la storia di un femminicidio mancato. Nel 2012, il suo ex compagno tentò di ucciderla con metodi brutali e fu per questo condannato a quattro anni e sei mesi. Adesso, sta per essere scarcerato e Lidia Vivoli teme, per le minacce ricevute in passato, che tenti di ucciderla di nuovo. Purtroppo, in questi casi il nostro ordinamento non prevede il divieto di avvicinarsi alla persona offesa o ai luoghi che lei frequenta, quindi, chiediamo al Governo quali rapide iniziative intenda porre in essere per colmare questa lacuna legislativa e per proteggere le donne come Lidia, vittime di efferata violenza, per esempio, equiparandole alle vittime di reati di mafia o di altri delitti simili.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.
ANDREA ORLANDO, Ministro della Giustizia. Signora Presidente, la vicenda richiamata nell'atto di sindacato ispettivo in discussione ripropone il tema della violenza contro le donne e degli strumenti di contrasto a questo odioso fenomeno. Nel merito del caso specifico, l'autorità giudiziaria ha comunicato che è in corso di esecuzione la pena di quattro anni e sei mesi applicata, appunto, a Isidoro Ferrante, per i reati di tentato omicidio e di sequestro di persona in danno di Lidia Vivoli. In ordine alla data di rimessione in libertà del condannato, sulla base degli elementi trasmessi, consta che il termine del fine pena è determinato all'8 gennaio 2018 e che su richiesta del condannato il tribunale di sorveglianza ha già valutato, ai fini della liberazione anticipata, la detrazione di alcuni periodi di detenzione. La data di effettiva liberazione potrà essere ulteriormente determinata nell'ambito del procedimento camerale di competenza del predetto magistrato.
PRESIDENTE. La deputata Galgano ha facoltà di replicare.
ADRIANA GALGANO. Grazie per la sua risposta e, soprattutto, per il fatto che seguirà il caso di Lidia Vivoli, però certamente il caso di Lidia Vivoli è uno e le donne sottoposte a efferati tentativi di omicidio sono molte di più e, soprattutto, le vittime di femminicidio purtroppo erano vittime annunciate. Per questo non consideriamo soddisfacente la sua risposta, in termini di tutela e di sanzione in casi come questi. Io vorrei leggere in quest'Aula quello che dichiara Lidia Vivoli al Corriere della Sera. “Da tempo - lei dichiara - c'erano problemi. Era gelosissimo, ogni appuntamento pensava che celasse un tradimento. Poi, non lavorava e praticamente ero io a mantenerlo. Quella notte, dopo l'ennesima discussione, andò in bagno e qualche minuto dopo tornò con una padella di ghisa. Cominciò a colpirmi fino a rompermela in testa. Poi, afferrò le forbici e mi colpì al ventre e alla coscia. Lottai, cercai di resistere, ma lui mi tenne immobilizzata per tre ore. Mi liberò solo con la promessa che non l'avrei denunciato”.
(Elementi ed iniziative in merito ai sistemi di protezione relativi ai servizi informatici del processo telematico – n. 3-03025)
PRESIDENTE. Il deputato Artini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03025 (Vedi l'allegato A).
MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, faccio riferimento a una serie di eventi anche segnalati dal portale del Ministero della giustizia che indicavano alcuni attacchi che hanno rallentato il procedimento telematico e i servizi relativi ma, più in generale, anche in seguito agli ultimi attacchi informatici che hanno colpito praticamente oltre centocinquanta Paesi nel mondo, c'è una situazione che mi preoccupa rispetto a quella che è la situazione dei servizi e lo stato del sistema informatico del Ministero della giustizia. In particolare, una delle preoccupazioni che mi sovvengono riguarda il CED di Napoli che, a mio modo di vedere, non ha gli elevati livelli di ridondanza che per i dati contenuti dovrebbe avere.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.
ANDREA ORLANDO, Ministro della Giustizia. In relazione allo stato delle architetture hardware e software impiegate per la fornitura dei servizi relativi al processo civile telematico, rassicuro gli onorevoli interpellanti riguardo all'elevato livello di sicurezza degli apparati e delle infrastrutture. L'avanzamento dei livelli di digitalizzazione a servizio del processo ha costituito, com'è noto, obiettivo prioritario dell'azione di Governo. Anche a tal fine, il Ministero della giustizia è stato accreditato come organismo intermedio per l'impulso, l'attuazione, il controllo e la rendicontazione dei progetti finanziati dall'Unione europea. Sono state in tal modo reperite le risorse per il finanziamento di fondamentali progetti di modernizzazione del sistema giudiziario, come tra l'altro l'estensione del PCT a tutte le cause civili, il potenziamento delle infrastrutture e dei sistemi di assistenza, ed il pieno dispiegamento del SICP nel settore penale, onde assicurare un complesso recupero di efficienza e di sicurezza dei sistemi.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANDREA ORLANDO, Ministro della Giustizia. Quanto ai rallentamenti di cui al comunicato del 30 marzo 2017, a seguito degli approfondimenti e dei test operati dal gestore della connettività, la competente articolazione ha escluso che le criticità siano state dipendenti dall'infrastruttura di competenza del Ministero della giustizia, precisando come nessun deposito è andato perso e tutti sono stati regolarmente processati, seppur con una certa lentezza dovuta ai tanti messaggi accumulati nelle caselle PEC del Ministero.
PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.
ANDREA ORLANDO, Ministro della Giustizia. Oltre a disposizioni contenute nell'articolo 16-bis, comma 7 del decreto-legge n. 179 del 2012, può soccorrere l'istituto processuale generale della rimessione in termini dell'articolo 153 del codice di procedura civile, che costituisce il rimedio naturale e privilegiato per la parte incorsa in decadenza a causa del mancato perfezionamento della procedura di deposito di atti o documenti in via telematica.
PRESIDENTE. Il deputato Artini ha facoltà di replicare. Vi prego di attenervi ai tempi.
MASSIMO ARTINI. Sarò nei tempi, Presidente.
PRESIDENTE. Grazie, deputato.
MASSIMO ARTINI. Anche perché non mi ritengo, dalle informazioni ricevute dal Ministro, soddisfatto, per un motivo semplice: alcune cose non collimano con la realtà.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MASSIMO ARTINI. Concludo. Spero che non si ripresentino i casi, come per esempio nel tribunale di Udine, di attacchi in ramsonware, dove la mancanza di aggiornamenti o di specifiche policy contro questo tipo di attacchi potrebbero bloccare a catena e a cascata tutto il Ministero.
(Tempi previsti per la riapertura del carcere Giuseppe Montalto di Alba – n. 3-03026)
PRESIDENTE. Il deputato Rabino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03026 (Vedi l'allegato A).
MARIANO RABINO. Presidente, signor Ministro, lei conosce bene la situazione, che però riassumo rapidamente. In seguito all'accertamento di tre casi di legionellosi, il carcere Giuseppe Montalto di Alba, come ricordava la Presidente Boldrini, è stato sgomberato il 5 gennaio 2016, per consentire la bonifica dell'impianto idrico e di condizionamento; l'operazione ha portato al trasferimento di ben 122 detenuti. Ora, io sono qui a chiederle, a incalzarla naturalmente in una dimensione di controllo, di vigilanza, quali siano i tempi previsti, quale la cronologia affinché questo carcere torni ad essere pienamente operativo, e quali siano le fasi della riapertura, nel senso che non si hanno dettagli su quali saranno le tempistiche di riapertura della struttura stessa, con riferimento agli investimenti previsti.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.
ANDREA ORLANDO, Ministro della Giustizia. Signora Presidente, nel gennaio 2016, presso la casa di reclusione di Alba, si sono verificati, come ricordavano gli onorevoli interroganti, tre episodi di contaminazione da batterio della legionellosi. I reiterati episodi e l'adozione di misure urgenti prescritte dalla competente azienda sanitaria locale hanno imposto la chiusura dell'istituto penitenziario, quale condizione indispensabile per pianificare ed avviare interventi strutturali risolutivi. L'intera popolazione detenuta è stata pertanto trasferita, con modalità e destinazioni tali da non pregiudicare il percorso trattamentale già avviato.
PRESIDENTE. Il deputato Rabino ha facoltà di replicare.
MARIANO RABINO. Grazie, signor Ministro. Trattasi di un'operazione, come è noto, complessa. Io la ringrazio per l'assunzione da parte sua dell'impegno, entro un mese, di arrivare ad un calendario preciso dei lavori. Naturalmente avremmo voluto, avrei voluto, che invece questo calendario fosse già manifesto e pubblico, pronunciatamente pubblico. Posso dirle che sul tema c'è la preoccupazione per un verso per i detenuti, gli oltre 120 reclusi che sono stati riallocati in altre case circondariali, ma c'è proprio, come lei ha ricordato, anche tutto il tema del personale di polizia penitenziaria, degli agenti, dei dirigenti, dei funzionari del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, che girovagano tra Saluzzo, Asti, Alessandria. Questo naturalmente crea molti disagi e soprattutto dei costi in capo all'amministrazione giudiziaria. Per cui, io la invito davvero insieme al DAP, insieme alla sua amministrazione centrale, a individuare con celerità, con tempestività, un cronoprogramma molto risolutivo e conclusivo perché - e li ringrazio - Alessandro Prandi, il garante dei detenuti del carcere albese, Bruno Mellano, garante dei detenuti in Piemonte, insieme all'avvocato Ponzio che in qualche modo tutela il personale operativo, e persone che lavorano nel carcere e vogliono bene a questa struttura (ricordo Paolo Lorusso, Agostino Giuliano), quotidianamente, diuturnamente, ci sollecitano. Come parlamentari vorremmo davvero che si arrivasse ad una soluzione, la più tempestiva possibile. Grazie, signor Ministro.
(Chiarimenti ed iniziative in ordine agli accordi sottoscritti al fine di stabilizzare la Libia e bloccare i flussi migratori irregolari, in relazione alla recente intesa raggiunta dal Capo del Governo di accordo nazionale, Fayez al Sarraj, e dal generale Khalifa Haftar – n. 3-03027)
PRESIDENTE. Il deputato Picchi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gianluca Pini ed altri n. 3-03027 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
GUGLIELMO PICCHI. Grazie Presidente. Il 3 maggio come lei ha ricordato c'è stato l'incontro ad Abu Dhabi tra il Primo Ministro libico al Sarraj e il generale Haftar. Parti di questi accordi, che non sono completamente note, ma di cui sono uscite molte indiscrezioni, fanno emergere che il ruolo dell'Italia nel processo di pacificazione libica sia assolutamente un ruolo secondario, tant'è vero che il Ministro Alfano si è dovuto recare in Libia il 6 di maggio, di corsa, per prendere atto di quello che era avvenuto ad Abu Dhabi.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Minniti, ha facoltà di rispondere.
MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Grazie, signora Presidente. Onorevoli deputati: come da lei ricordato all'inizio di maggio si è svolto ad Abu Dhabi un incontro tra il Primo Ministro libico al Sarraj, e il generale Khalifa Haftar. L'incontro, il primo dal gennaio 2016, si inserisce in un quadro di rinnovato slancio verso il dialogo intralibico e la riconciliazione nazionale che ha preso avvio dal precedente incontro tenutosi a Roma il 21 aprile scorso tra il Presidente della Camera dei Rappresentanti Aguila Saleh e il Presidente del Consiglio di Stato Al-Swehli.
PRESIDENTE. Il deputato Picchi ha facoltà di replicare.
GUGLIELMO PICCHI. Grazie Presidente. Naturalmente dalla risposta che ci ha dato il Ministro dell'interno emerge la conferma di quanto abbiamo detto nell'illustrazione di questa interrogazione. Per quanto abbiamo grande rispetto del lavoro che il Ministro dell'interno sta facendo, che le tematiche dell'immigrazione siano strettamente connesse con il problema della sicurezza, ci saremmo aspettati oggi a rispondere il Ministro degli esteri. Quindi è quanto meno curioso, su una tematica così importante, che tocca fino in fondo il ruolo del nostro Paese nel mondo, il fatto che non ci sia il Ministro degli esteri. Ciò ci dimostra, ci conferma anzi, che non solo non abbiamo un Ministro degli esteri, ma la politica estera italiana è se non debole, quantomeno quasi assente. Per quanto le parole del Ministro dell'interno possano rassicurare sul fatto che il memorandum tra Italia e Libia sia in vigore, in fase di attuazione, quanto emerge però dalle fonti legate al processo di pacificazione non va in questa direzione. Per cui è vero che magari abbiamo consegnato le motovedette e continuiamo nel programma di formazione, ma c'è tutto l'interesse di una parte, quella del generale Haftar, a far sì che gli sbarchi continuino, tant'è vero che le notizie degli ultimi giorni affermano che ci siano oltre 800 mila persone pronte a partire. Quindi, siamo di fronte a un'invasione; non è possibile che metà del PIL di un presunto Stato come la Libia derivi proprio dal traffico dei migranti, che ci sia un accordo che bypassa completamente l'Italia, ci lascia al margine di questo processo di pacificazione…
PRESIDENTE. Concluda.
GUGLIELMO PICCHI. …e noi avremo tutti i danni da un'invasione che continua e per cui lo Stato italiano non fa assolutamente niente per mettere rimedio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
(Elementi ed iniziative di competenza in merito alla gestione dei centri di accoglienza per richiedenti asilo, con particolare riferimento a quello di Isola Capo Rizzuto, anche nell'auspicata ottica della chiusura di tali strutture – n. 3-03028)
PRESIDENTE. La deputata Marialucia Lorefice ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sarti ed altri n. 3-03028 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
MARIALUCIA LOREFICE. Grazie. Dopo Mafia Capitale e Mineo ecco una nuova inchiesta. Stavolta coinvolge l'ex CARA di Isola Capo Rizzuto. L'inchiesta ha portato all'arresto di 68 persone, tra cui Leonardo Sacco, presidente della Confraternita delle misericordie, che dal 1999 ha il monopolio nella gestione dell'accoglienza dei migranti sull'isola, il parroco di Isola e poi affiliati del clan di 'ndrangheta degli Arena. La cosca controllava a fini di lucro la gestione del centro d'accoglienza: malaffare di stampo mafioso sulla pelle dei migranti.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere.
MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Signora Presidente, onorevoli deputati, l'interrogazione dell'onorevole Sarti concerne le vicende delle infiltrazioni mafiose nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Poiché anche le due successive vertono sullo stesso tema, vorrei anzitutto scusarmi con voi e con gli altri colleghi se sarò costretto a ripetermi in qualche passaggio. Desidero innanzitutto esprimere l'apprezzamento mio personale e del Governo alla procura della Repubblica di Catanzaro e alle forze di polizia, che hanno portato allo smantellamento della storica e potente cosca di 'ndrangheta facente capo alla famiglia Arena, da decenni al centro di articolati traffici delittuosi nelle province di Catanzaro e Crotone. Le indagini condotte hanno consentito, tra l'altro, di spezzare i collegamenti della 'ndrangheta nella gestione dei centri di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Ritengo inaccettabile che l'accoglienza possa diventare terreno per attività mafiose e/o corruttive. Su questo saremo fermissimi, secondo il principio che un grande Paese gestisce l'accoglienza rispettando i diritti umani e agendo con la massima trasparenza. In questo senso voglio informarvi, innanzitutto, che ho disposto l'immediato avvio di un'ispezione presso la prefettura di Crotone per le necessarie verifiche in via amministrativa. A tal fine è stato costituito un apposito nucleo ispettivo, coordinato dal prefetto di Catanzaro, che dovrà concludere i lavori entro 30 giorni, relazionandomi sull'esito degli accertamenti effettuati.
PRESIDENTE. La deputata Giulia Sarti ha facoltà di replicare.
GIULIA SARTI. Grazie, Presidente. Ministro Minniti, lei ritiene inaccettabile che la 'ndrangheta o le mafie lucrino sul business degli immigrati, ma queste non sono situazioni nuove: è dal 2006 che questo sistema andava avanti a Isola Capo Rizzuto; è dal 2010 che si sapeva che Leonardo Sacco aveva fatto da padrino al battesimo di uno dei figli di un affiliato del clan Arena. Quindi, ci sorprende sinceramente vedere che oggi ci si sbraccia per cercare nuove soluzioni quando, in realtà, la prima cosa da fare ovviamente è escludere la Confraternita delle misericordie da tutta la gestione del business dell'accoglienza, perché non c'è soltanto il centro di Isola Capo Rizzuto e soprattutto qui non ci sono stati i controlli. La prefettura, su cui lei ha avviato un'ispezione, e anche lo stesso Ministero non hanno fatto nulla, perché se nel 2014 un europarlamentare presenta un esposto in cui chiede al Ministero dei dati per avere chiarezza, per avere trasparenza sull'ente gestore e sui suoi bilanci e non arriva nessuna risposta nel giro di tre anni, non è che possiamo poi aspettare sempre la magistratura, che arrivi Gratteri, la procura di Catanzaro o le forze dell'ordine per fare emergere altri scandali.
(Chiarimenti di competenza in merito alla recente vicenda che ha interessato il centro di accoglienza per richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto e iniziative volte a predisporre sistemi di controllo efficaci su tali strutture – n. 3-03029)
PRESIDENTE. Il deputato Roberto Occhiuto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03029 (Vedi l'allegato A).
ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, signora Presidente. Anche noi abbiamo voluto accendere i riflettori, con la nostra interrogazione, sul centro d'accoglienza per i migranti di Isola Capo Rizzuto, perché troviamo odiosa la vicenda che ha riguardato la cronaca giudiziaria degli ultimi giorni. È odiosa perché riteniamo insopportabile - ma credo lo ritengano gli italiani - che il nostro Paese, costretto a spendere così tante risorse per i doveri d'accoglienza, sia poi nella condizione di vedere queste risorse dirottate verso poteri criminali. Infatti, secondo la DDA di Catanzaro negli ultimi anni ben 36 milioni sui 100 milioni destinati a questo CARA sono stati dirottati verso questa cosca di 'ndrangheta.
PRESIDENTE. Concluda.
ROBERTO OCCHIUTO. È vero, signor Ministro?
PRESIDENTE. Grazie…
ROBERTO OCCHIUTO. Non abbia, per favore, comportamenti omissivi rispetto al passato, perché non lo meritano gli italiani e i calabresi.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere.
MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Signora Presidente, onorevoli colleghi, gli interroganti Occhiuto e Santelli ritornano sulla questione. Mi consenta, onorevole Occhiuto, di condividere il termine che lei ha usato: odioso. Da questo punto di vista, penso che il ritorno sul tema dei controlli, da voi giustamente sottolineato, sia certamente di grandissima e rilevante importanza. L'esigenza di considerare la trasparenza e la legalità nella gestione dei centri di accoglienza è considerata da me e dal mio Ministero come un'assoluta priorità nell'azione di Governo. Al riguardo, desidero nuovamente sottolineare i punti qualificanti del nuovo capitolato generale di appalto approvato lo scorso mese di marzo sulla base delle indicazioni dell'Anac e già trasmesso alle prefetture con opportune direttive. Mi riferisco, appunto, al superamento della figura del gestore unico, alla suddivisione dei servizi in lotti, alla tracciabilità dei servizi erogati con maggiore attenzione all'elemento qualitativo dell'offerta.
PRESIDENTE. La deputata Santelli, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, conto molto, signor Ministro, sulla sua competenza, soprattutto sulla sua competenza, per trovare un quadro di controlli preventivi reali. Devo dire che qualche mese fa, non in questo Parlamento, purtroppo, ma il commissario europeo per l'immigrazione, dinanzi al Parlamento europeo, alle proteste dei parlamentari italiani rispose seccamente: l'Italia sull'immigrazione fa business. Questa è la maniera più tragica per poter affrontare anche in Europa un tema di questo genere. Quello che mi preoccupa, signor Ministro, è che sicuramente i suoi uffici, valutando tre interrogazioni, avranno tentato di trovare uno straccio di controllo su questo CARA di Crotone, cosa è stato fatto dal 2007, epoca delle prime informative, ad oggi, e non l'avranno trovato, probabilmente. Quindi, comprendo e mi auguro, però, che non si scarichino soltanto su una prefettura periferica, che ha sicuramente, probabilmente avrà, grosse responsabilità, come quella di Crotone, ma io vorrei sapere, signor Ministro, il Ministero dell'interno, su uno dei più grossi centri d'Italia, d'Europa - il problema è che questo centro è posizionato a Crotone, nella terra di 'ndrangheta più vulnerabile - chi ha controllato cosa, che facevano i servizi, che faceva la Polizia, che facevano le investigazioni. E concludo con la cosa più drammatica che ho letto in questi periodi e che, probabilmente, i colleghi a livello nazionale non hanno avuto la possibilità di leggere, quando un boss della 'ndrangheta sulle intercettazioni ambientali dice: il problema è che oggi è pericoloso, perché è arrivato Gratteri ed è cambiato tutto.
(Iniziative volte a garantire maggiori controlli sulle modalità di aggiudicazione dei bandi per la gestione dell'accoglienza dei migranti e sull'operato delle ditte e delle cooperative titolari dei relativi appalti – n. 3-03030)
PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03030 (Vedi l'allegato A).
FABIO RAMPELLI. Due giorni fa, Ministro, sessantotto persone sono state arrestate in Calabria a seguito di questa maxi operazione denominata Jonny. Quindi, intanto il ringraziamento alla procura, alla direzione distrettuale antimafia, alle forze dell'ordine tutte, cui ci uniamo senz'altro. Tra queste persone il governatore della Fraternità di Misericordia, cioè l'ente che gestisce il centro di accoglienza per immigrati di Isola Capo Rizzuto, uno dei più grandi d'Europa, che sarebbe infiltrato dal clan della ‘ndrangheta della potente famiglia Arena. Secondo la direzione antimafia di Catanzaro negli ultimi anni, dei 100 milioni di euro stanziati, ben 32 sarebbero finiti nelle tasche di questa cosca. Ben sapendo che i soldi destinati agli immigrati sono un piatto ghiotto per la criminalità, Fratelli d'Italia si domanda perché non si sia vigilato, cosa abbiano fatto le prefetture, cosa si intenda fare per evitare che i soldi dei cittadini finiscano nelle mani del circuito mafioso.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere.
MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Grazie, signora Presidente. Onorevole Rampelli, come ha potuto forse facilmente intendere dalle cose che ho detto precedentemente, rispondendo ad altre interpellanze, considero la vicenda di Isola Capo Rizzuto, delle infiltrazioni mafiose nella gestione di un centro di accoglienza, una ferita per la civiltà del nostro Paese. Sul tema dei controlli, che lei esplicitamente ha sottolineato, mi sento di ripercorrere quanto ho appena detto in risposta ad altre interrogazioni sullo stesso tema. Mi riferisco all'ispezione che ho disposto presso la prefettura di Crotone, non per scaricare su qualcuno responsabilità, ma per avere una visione di insieme e per garantire necessarie verifiche in via amministrativa, e poi all'attività dell'Osservatorio permanente per le verifiche sulle strutture di accoglienza, che, come ho appena ricordato, ha avviato proprio nei giorni scorsi un piano di controlli, che prevede 2.130 ispezioni ai centri di accoglienza.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Rampelli.
FABIO RAMPELLI. Ministro Minniti, lei è stato sottosegretario alla Presidenza del consiglio con Renzi capo del Governo e quindi in perfetta continuità risponde, in tutto e per tutto, alle responsabilità del Governo a guida Partito Democratico e voglio rammentare, a lei e a chi ci ascolta, che non è certamente un mistero - non si può cadere dal pero oggi - che la mafia, la criminalità organizzata in genere ha tenuto sotto osservazione questa possibilità, perché l'immissione sul mercato di 5 miliardi di euro l'anno, una finanziaria intera dello Stato, fa gola a tutti, ma soprattutto fa gola ai poteri criminali. Ora, secondo le intercettazioni, tal signor Buzzi, quando Odevaine, funzionario del Ministero degli Interni, già vice capo di gabinetto del sindaco di Roma Veltroni, del Partito Democratico, già capo della sicurezza dell'ordine pubblico quando Zingaretti, Partito Democratico, era presidente della provincia, Buzzi diceva, intercettato anni fa: “Si fanno più soldi con gli immigrati che con la droga”.
PRESIDENTE. Concluda deputato.
FABIO RAMPELLI. …e non solo la vita di quelle persone più robuste, più facoltose, più ricche, che possono permettersi di arrivare vive e vegete, magari perché aiutate dalla mafia, in Italia.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Prima di sospendere la seduta vorrei salutare l'Istituto Professionale Statale “Giorgi” di Potenza, che è qui in tribuna e poi anche studenti e docenti del Liceo Classico presso il Pontificio Seminario regionale di Potenza: benvenuti anche a voi nella nostra Aula. (Applausi).
La seduta, sospesa alle 16,20, è ripresa alle 16,35.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Blažina, Matteo Bragantini, Bratti, Bueno, Capelli, Catania, Cirielli, Coppola, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Epifani, Ferranti, Ferrara, Fontanelli, Giorgis, Lorenzo Guerini, Kronbichler, Locatelli, Manciulli, Marazziti, Marcon, Mazziotti di Celso, Molea, Piccoli Nardelli, Portas, Rampelli, Realacci, Rosato, Sanga, Santerini, Schullian, Spadoni, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Seguito della discussione della proposta di legge: S. 119-1004-1034-1931-2012 - D'iniziativa dei senatori: D'Alì; De Petris; Caleo; Panizza ed altri; Simeoni ed altri: Modifiche alla legge 6 dicembre 1991 n. 394 e ulteriori disposizioni in materia di aree protette (Approvata in un testo unificato dal Senato) (A.C. 4144-A); e delle abbinate proposte di legge: Terzoni ed altri; Mannino ed altri; Terzoni ed altri; Borghi ed altri (A.C. 1987-2023-2058-3480).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge già approvata in un testo unificato dal Senato n. 4144-A: Modifiche alla legge 6 dicembre 1991 n. 394 e ulteriori disposizioni in materia di aree protette; e delle abbinate proposte di legge nn. 1987-2023-2058-3480.
(Esame degli articoli - A.C. 4144-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione, e degli emendamenti presentati.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 4144-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
ENRICO BORGHI, Relatore. La ringrazio signora Presidente, ma nel formulare i pareri riferiti nella fattispecie all'articolo 1 vorrei fare una premessa di carattere metodologico, che illustra anche il lavoro che abbiamo condotto all'interno del Comitato dei nove - per il quale ringrazio tutti i colleghi - e che ci consentono, in alcune fattispecie, come nella circostanza dell'articolo 1,…
PRESIDENTE. Scusi: per favore, colleghi! È possibile abbassare il tono della voce, perché siamo in fase di pareri e vorrei sentire quello che dice il relatore.
ENRICO BORGHI, Relatore. Grazie signora Presidente. Come dicevo, metodologicamente, come nel caso di quest'articolo, abbiamo cercato di condurre, all'interno del Comitato dei nove, un lavoro che facesse già sintesi di una serie di proposte, che diversi colleghi di diverse forze politiche hanno presentato, in maniera tale da potere portare all'attenzione dell'Aula, nel limite del possibile, un elemento di convergenza e svolgere, quindi, un'attività istruttoria, che tenesse conto di un minimo di sintesi.
PRESIDENTE. La devo richiamare, però, relatore Borghi, a darmi magari concretamente parere per parere, perché così stringiamo un po'. Io capisco la ratio che c'è dietro la sua scelta.
ENRICO BORGHI, Relatore. Era un impegno che mi ero assunto nei confronti dei colleghi di doverlo dare in questo senso.
PRESIDENTE. Chiaro, era giusto riferirlo all'Aula.
ENRICO BORGHI, Relatore. Perfetto.
PRESIDENTE. Allora, se vogliamo procedere con i pareri.
ENRICO BORGHI, Relatore. Sull'emendamento 1.800 della Commissione, parere favorevole.
PRESIDENTE. Sì, ma andiamo per ordine, a pagina 2.
ENRICO BORGHI, Relatore. Vuole che li dia uno per uno?
PRESIDENTE. Mi dica il parere.
ENRICO BORGHI, Relatore. Sono tutti invito al ritiro, tranne quelli di cui do parere favorevole.
PRESIDENTE. Benissimo.
ENRICO BORGHI, Relatore. Parere favorevole sull'emendamento l'1.800 della Commissione, a pagina 10 del fascicolo. Poi vi è l'emendamento 1-bis.900, a pagina 18, che è una condizione della Commissione Bilancio.
PRESIDENTE. Rimaniamo all'articolo 1: fermiamoci all'articolo 1 per il parere. Quello è l'articolo 1-bis. Quindi, sull'emendamento 1.800 della Commissione vi è l'unico parere favorevole per l'articolo 1, giusto?
ENRICO BORGHI, Relatore. Giusto.
PRESIDENTE. Benissimo, la ringrazio relatore Borghi. Adesso chiedo il parere al Governo.
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Benissimo, allora cominciamo, colleghi.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie signora Presidente. Vorrei sottolineare l'importanza di quest'emendamento. Che il nostro Paese sia un Paese che trova la sua ragione d'essere nel rapporto col mare è evidente anche dalla cartina geografica. Invece, dal punto di vista delle reti di protezione ambientale, il mare sembrerebbe una parte di serie B del nostro territorio. Infatti finora, nella nostra legislazione, le aree naturali protette marine hanno avuto una posizione marginale e ancillare, non soltanto in termini di finanziamenti, che sono stati praticamente quasi nulla nel corso degli anni, ma anche in termini di competenze.
PRESIDENTE. Scusate colleghi, io non riesco a seguire e come me tanti altri che vorrebbero seguire. Quindi, abbiate pazienza, ve lo chiedo per favore: se non è possibile prestare attenzione, che si esca. Perché non si può stare qui e non seguire i lavori. È chiedere troppo a quest'Aula?
FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente. Come dicevo, l'obiettivo principale di quest'emendamento è quello di attribuire, appunto, a queste aree protette marine la stessa dignità delle aree protette di terra, a partire dalla definizione della classificazione, accogliendo così anche quella distinzione tra parchi, parchi nazionali marini e riserve marine.
PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Zaratti. Io prego i deputati di non voltare le spalle alla Presidenza, grazie.
SALVATORE MICILLO. Presidente, l'emendamento 1.21 Benedetti rafforza l'impianto dell'articolo 1, il quale - si ricorda - interviene sulle aree protette, parchi nazionali, parchi naturali regionali e riserve naturali, inserendo le aree protette marine.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.
SILVIA BENEDETTI. Presidente, io vorrei sottolineare l'importanza di questi emendamenti; per un semplice motivo: perché le aree marine protette sono sempre state considerate un po' la “cenerentola” della conservazione della natura in Italia, e non solo. Però c'è da dire che anche adesso si sente molto spesso parlare dell'importanza che rivestono, perché hanno comunque un forte riverbero anche a livello terrestre. Quindi l'importanza dell'oceano, della conservazione dell'oceano, l'importanza della conservazione dei mari è una cosa che dev'essere prioritaria nei programmi italiani.
PRESIDENTE. Concluda, deputata. Ha finito il suo tempo.
SILVIA BENEDETTI. Sì. Sono assolutamente importanti per quanto riguarda la sostenibilità, e anche la possibilità di continuare determinate attività economiche umane, come quella della pesca ad esempio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MIRKO BUSTO. Presidente, questo emendamento è finalizzato ad evitare che l'individuazione e l'istituzione delle aree marine protette sia legata indissolubilmente a dei principi di definizione, che potrebbero però pregiudicare la nascita di nuove aree protette per l'assenza di requisiti, che potrebbero risultare non significativi nella scelta delle zone sottoposte a tutela. L'emendamento è ovviamente l'1.400 De Rosa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Presidente, questo emendamento al comma 4 dell'articolo 1, che riguarda appunto le aree marine, tende un po' a colmare una carenza, che poi è purtroppo molto evidente all'interno di questa riforma. Voglio ricordare infatti come il testo che è stato approvato al Senato prevede soltanto le aree protette marine nazionali. Il testo della Camera invece è vero che dà la possibilità di estendere al mare l'area protetta regionale, ma non di istituire le aree marine protette regionali. Noi riteniamo necessaria l'istituzione di tali riserve marine, soprattutto in corrispondenza dei tratti di costa dove sono già presenti gli enti gestori di aree protette regionali; lì chiaramente dovrebbero avere la priorità nell'ambito della riforma. Questo per evitare anche una doppia gestione di carattere appunto finanziario che determinerebbe degli oneri che vanno a gravare sulla finanza pubblica, in quanto tutte le riserve marine vicino appunto alle coste dovrebbero, a nostro avviso, essere gestite dalle regioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FEDERICA DAGA. La ringrazio Presidente. Le aree protette di mare italiane, malgrado la loro importanza strategica dal punto di vista delle politiche di conservazione, un'importanza peraltro internazionalmente riconosciuta, hanno finora ricoperto una posizione marginale nella nostra legislazione e di conseguenza nelle scelte concrete effettuate dalle istituzioni competenti. L'obiettivo principale di questo emendamento è quindi quello di attribuire ad esse la stessa dignità delle aree protette di terra, a partire appunto dalla definizione e dalla classificazione, accogliendo così anche quella distinzione tra parchi, parchi nazionali marini, e riserve, riserve marine, che permette di fare chiarezza sulla terminologia finora particolarmente confusa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SALVATORE MICILLO. Presidente, con l'1.20 noi chiediamo il formale inserimento delle aree di cui alla rete Natura 2000 e delle zone umide di cui alla convenzione di Ramsar, all'interno dalla classificazione delle aree naturali protette del nostro ordinamento, che permette di ampliare e, nello stesso tempo, di rafforzare il sistema di protezione delle aree protette. Il riferimento infine all'indicazione delle IUCN apre opportune prospettive di dialogo con le aree protette a livello europeo internazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie Presidente. In realtà questo è un emendamento che è stato richiesto negli anni non solo dalle associazioni, ma da tutto il comparto degli ambientalisti, perché era l'unico reale motivo per cui bisognava aprire la riforma della n. 394 ovvero l'inserimento delle aree di Natura 2000. Noi abbiamo fatto la n. 394 nel 1991 e abbiamo classificato alcune aree sul nostro territorio come aree protette e quindi designate a parchi nazionali. Però ci siamo dimenticati della Convenzione del 1971, la Convenzione di Ramsar. Non abbiamo ancora capito per quale motivo ancora oggi all'interno di questa riforma noi non inseriamo le aree Natura 2000 che ci darebbero anche l'internazionalizzazione come accade negli altri Paesi. Ci sembra strano che proprio in questa sede, nell'apertura di questa riforma, noi non acquisiamo anche queste.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SALVATORE MICILLO. Presidente, dal 15 gennaio di quest'anno è entrata in vigore la legge 28 giugno 2016, n. 132, che pone, appunto, l'ISPRA quale componente statale all'interno del sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, con specifici compiti e responsabilità oltre che nuove possibilità e poteri. Altresì l'SNPA è un sistema a rete all'interno del quale sono state portate materie quali, ad esempio, la responsabilità dei dati e delle informazioni ambientali ufficiali, di cui devono fare riferimento le diverse autorità - non solo ambientali - del Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ALBERTO ZOLEZZI. Grazie. Anche con questo emendamento riprendiamo il tema della rete nazionale per la protezione ambientale. Credo sia un po' uno dei motivi principali che ci vede in opposizione su questo testo, cioè il fatto che non ci sia un ruolo preminente del Ministero dell'ambiente e delle sue emanazioni. Cioè, parliamo di una legge dello Stato che assegna un ruolo al sistema nazionale a rete di protezione ambientale. Adesso si crea questo sistema di modifica della normativa sui parchi ma non si assegna alle strutture, volute in qualche modo anche dal Ministero dell'ambiente, un ruolo prioritario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Un altro concetto che non riusciamo a condividere di questa pseudo-riforma è il fatto che i territori contigui ai parchi debbano essere sottoposti proprio alla governance dei parchi. L'individuazione di un territorio che è contiguo all'area nonostante sia esterno al perimetro del parco stesso viene sottoposto a questa governance. Noi riteniamo non opportuno il fatto che il regolamento del parco vada a definire anche l'esercizio delle attività nelle aree ad esso contigue, sottraendo difatti quello che è il ruolo e la competenza che debbono svolgere, invece, i comuni e le regioni. È inaccettabile, infatti, la disposizione del provvedimento che prevede, rispetto appunto alle aree contigue, che ci possano essere dei regolamenti che vanno a disciplinare e a regolamentare quelle che sono una serie di attività come la pesca, la caccia, le attività estrattive e la tutela dell'ambiente, soprattutto se si pensa che la grande estensione del territorio protetto nazionale è un'estensione abbastanza ampia e, quindi, si impongono dei divieti assurdi che non rientrano in quella che deve essere e in quella che è la giurisdizione del parco stesso. Anche su questo punto la Commissione agricoltura e per le questioni regionali aveva chiesto in qualche modo di non scavalcare quelle che sono le competenze delle regioni. Peraltro, occorre anche riconoscere il buon equilibrio che si è sempre raggiunto tra le aree protette e quelle che sono le aree di caccia programmata.
ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, Relatore. Grazie. Ringrazio la collega Castiello dell'intervento che mi consente di precisare quanto ho cercato di esplicitare in precedenza con riferimento a questo punto per chiarire all'Aula un aspetto. Con questa normativa non stiamo genericamente attribuendo delle non meglio precisate aree esterne o aree contigue alla gestione degli enti parco quanto, in realtà, stiamo stabilendo che le aree del territorio nazionale inserite in attuazione della direttiva 2009/147/CE del Parlamento e del Consiglio nonché la gestione dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciale in attuazione della medesima direttiva vengono affidate alla corrispondente gestione dell'ente gestore. Quindi, stiamo parlando di aree che già oggi sono oggetto di una specifica normativa comunitaria e che sono oggi già oggetto di una specifica classificazione e perimetrazione. Appare congruo stabilire una possibilità di gestione, laddove gli enti parco sono coinvolti, in maniera tale da dare una corrispondenza. L'articolo 5-quinquies stabilisce, poi, la facoltà per le regioni di potere affidare in gestione agli enti gestori delle aree protette quelle parti di queste aree summenzionate che siano esterne agli enti medesimi. Quindi, è un aspetto di carattere specifico e di dettaglio, e non riguarda un aspetto di carattere generale, non creando, quindi, una nuova fattispecie di area tutelata, vincolata e protetta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MIRKO BUSTO. Per illustrare questo emendamento 1.406 a prima firma De Rosa, emendamento che chiede di affidare alla Conferenza Stato-Regioni la possibilità di predisporre ulteriori classificazioni, con l'obiettivo di rendere maggiormente efficaci le tipologie di protezione previste dalle convenzioni internazionali e tenendo conto delle indicazioni fornite dall'Unione internazionale per la conservazione della natura.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DAVIDE ZOGGIA. Allora, ritengo che il termine “parzialmente” sia un avverbio troppo generico; tuttavia, avendo parlato con il relatore, riteniamo di poter risolvere questa questione attraverso la presentazione di un ordine del giorno. Per cui, ritiro l'emendamento 1.502 e anche l'1.503.
PRESIDENTE. Va bene, d'accordo, grazie.
PIETRO LAFFRANCO. Presidente, molto brevemente, come è noto, soprattutto ai membri della Commissione che hanno seguito il provvedimento, l'articolo 1 di questo disegno di legge modifica la legge n. 394 del 1991, in particolar modo l'articolo 2, e interviene sulla classificazione delle aree naturali protette, disciplinando la definizione dei parchi nazionali con estensione a mare. In particolare, i capoversi da 5-bis a 5-quinquies introducono delle misure per le aree inserite nella rete europea “Natura 2000”. Il 5-quater affida la gestione dei siti di importanza comunitaria, delle zone speciali di conservazione e quelle di protezione speciale all'ente gestore dell'area protetta, ove anche parte di queste zone rientrino nella stessa area protetta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PIETRO LAFFRANCO. Presidente, vedo che il mio appello è stato raccolto dal relatore e dal Governo con grande disponibilità e allora ci riprovo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie Presidente, il mio intervento è non soltanto per sottoscrivere l'emendamento Laffranco e Crimi, ma anche per cercare di supportare ulteriormente questo ragionamento e cioè ci sono tante competenze che di fatto passerebbero da un soggetto eletto come espressione dei cittadini a un soggetto nominato dal Ministero in questo caso e da altre strutture.
ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, Relatore. Grazie, signora Presidente, pensavo di essere stato esauriente in precedenza, ma evidentemente non lo sono stato e chiedo scusa.
PRESIDENTE. La ringrazio di questo chiarimento.
PIETRO LAFFRANCO. Sì, Presidente, brevissimamente perché credo che sia chiaro il nostro punto di vista, così come è legittimo il punto di vista del relatore: noi pensiamo che le cose stiano diversamente e quel rischio lo vogliamo evitare, tant'è vero che nel caso di questo emendamento, l'1.8 - che sono convinto che verrà sottoscritto anche dal collega Di Stefano di qui a qualche istante -, noi vogliamo escludere questa potestà discrezionale, cioè noi vogliamo eliminare il comma 5-quinquies, laddove si dice che le aree esterne a quelle di cui al comma 5-ter possono essere affidate in gestione agli enti gestori delle aree protette e questo non soltanto per una questione di impostazione politico-istituzionale, che ben ha spiegato poc'anzi il collega Di Stefano, ma io aggiungo anche perché nutriamo dei seri dubbi ogni qual volta una norma conceda una potestà in forma dubitativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Presidente, come aveva previsto in maniera incredibile il collega Laffranco, prendo la parola non soltanto per aggiungere la firma al suo emendamento, ma anche per ribadire il concetto: non è tanto il timore dell'eventuale contenzioso, che sicuramente nella formula dubitativa si apre, ma quanto il sancire il primato, nella gestione del territorio, di un ente eletto democraticamente dai cittadini rispetto ad un ente nominato.
ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, Relatore. Temo di non riuscire a spiegarmi e proverò ad essere un po' più concreto. Qualora approvassimo questo emendamento, noi toglieremmo una potestà alle regioni. La competenza legislativa in materia di aree esterne per la gestione dei siti di importanza comunitaria e delle zone a protezione speciale è delle regioni. Qualora noi abrogassimo questa norma impediremmo alle regioni di poter esercitare una loro facoltà.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PIETRO LAFFRANCO. Grazie, Presidente. Rassicuro i colleghi che è l'ultimo intervento della giornata per quanto mi concerne. Non lo avrei fatto - e infatti avevo segnalato di avere terminato - se il relatore non avesse formulato le sue osservazioni nell'intervento di poc'anzi.
FABRIZIO DI STEFANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Semplicemente per aggiungere la firma, così non le faccio perdere altro tempo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Nel testo attuale si propone di lasciare in via ipotetica la possibilità di gestione delle aree esterne ai siti di interesse comunitario, gestione da affidare, appunto, al gestore dell'area parco, quando l'area sito di interesse comunitario o comunque afferente alla rete Natura 2000 sia compresa in un'area parco.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Presidente, premesso che è chiarissimo il punto di vista del relatore Borghi, quindi non voglio rifare il ping-pong di prima, è chiaro anche il provvedimento; e quindi, per evitare incongruenze o altro, io leggo ciò che è scritto, e quindi l'emendamento nostro che chiede di sopprimere questa parte: “L'istituzione di un nuovo parco assorbe tutte le altre aree protette, nazionali, regionali o locali, comprese nel territorio del parco stesso”. Come può un nuovo parco andare ad assorbire tutte le altre aree protette, nazionali o regionali, comprese nel territorio stesso? Noi riteniamo che questa sia una grandissima forzatura, in quanto risulta pericolosa, andando ad introdurre effetti, con la possibilità di estendere a macchia d'olio il tutto alle aree protette.
SALVATORE MICILLO. Presidente, al comma, 1 lettera b), capoverso 9-quater, a fronte delle funzioni previste per l'ISPRA appare non coerente l'affermazione: “Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Si propone quindi di utilizzare parte dei fondi derivanti da quanto previsto all'articolo 8 della proposta di legge in oggetto. Conseguentemente, dopo l'articolo 29 aggiungere il seguente: copertura finanziaria.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, credo che l'utilizzo e la possibilità che l'ISPRA possa svolgere una funzione a supporto delle aree protette sia un elemento molto importante. Sarebbe stato anche opportuno approvare l'emendamento precedente, che diceva una cosa di buonsenso: che l'ISPRA si può avvalere anche del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente per svolgere queste funzioni di supporto. Ma il punto fondamentale è che spesso facciamo delle leggi, nella nostra Aula, senza dare il supporto finanziario e la possibilità a queste leggi stesse di funzionare.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 18)
FILIBERTO ZARATTI. Ancora una volta, come nel caso specifico dell'ISPRA, gli affidiamo una serie di funzioni che non vedono copertura finanziaria. Con questo emendamento cerchiamo di dire che è possibile che alcune funzioni non vengano poi effettivamente svolte, nonostante la volontà del legislatore di assegnarle a questo istituto. Chiediamo che vengano assegnati 2 milioni di euro all'ISPRA, affinché possa svolgere efficacemente questa funzione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
(Esame dell'articolo 1-bis - A.C. 4144-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
ENRICO BORGHI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario su tutte le proposte emendative, tranne che sull'emendamento 1-bis.900, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e sull'emendamento 1-bis.600 della Commissione, su cui il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SILVIA BENEDETTI. Presidente, l'emendamento 1-bis.205, ma anche il precedente 1-bis.400, e altri successivi, in sostanza mirano a ripristinare quella che è la Consulta tecnica per le aree protette e mirano anche a potenziarla. La Consulta non esiste per bellezza, ma esiste per esprimere dei pareri tecnico-scientifici che sono fondamentali quando si vuole fare conservazione e si vogliono gestire bene i parchi, altrimenti non si fa gestione…
PRESIDENTE. Onorevole Aiello, mi scusi, però non potete urlare in Aula così, abbiate pazienza. Prego, onorevole Benedetti.
SILVIA BENEDETTI. Dicevo: altrimenti non si fa gestione della natura e non si ha alcun vantaggio rispetto appunto all'esistenza delle aree protette, rispetto al territorio normale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Grazie, Presidente. Intervengo sull'emendamento della collega Pellegrino e anche su quello successivo del collega Zaratti. I due emendamenti parlano di una delle misure più significative che abbiamo introdotto nel lavoro di Commissione e che è già presente nel testo, cioè il ripristino del piano triennale che c'era già nella legge n. 394 del 1991 originariamente e che noi, con la formulazione che adottiamo nel testo che viene votato alla Camera, dotiamo di un significativo finanziamento - sono 30 milioni di euro in tre anni - e di un sistema di regole, per cui le aree nazionali e le aree regionali entrano a far parte di un unico sistema, sono un pezzo della politica di contrasto ai mutamenti climatici, della politica ambientale italiana, e almeno il 50 per cento di queste risorse vanno destinate ai parchi regionali e alle riserve marine. Mi sembra che questo sia anche lo spirito che anima i due emendamenti della collega Pellegrino e del collega Zaratti che, peraltro, hanno votato in Commissione anche l'emendamento che adesso è inserito nel testo. Per questo, l'invito al ritiro dei loro emendamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Ci tenevo che l'onorevole Realacci sottolineasse proprio questo, perché è importante comprendere il lavoro che si fa e quando si vuole fare un lavoro di concerto si ottengono davvero i risultati. Però, dispiace, purtroppo, che situazioni come queste, che dovrebbero essere oggettive e riconosciute in modo oggettivo perché sono dentro la legge n. 394, debbano comunque essere sempre ribadite. Di fatto, per noi sembrano delle cifre incredibili 30 milioni di euro; in realtà, sono 10 milioni all'anno e sono proprio delle briciole rispetto a quello che la Ragioneria di Stato su altre voci di capitolo di investimento, diciamo così, elargisce.
FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare…
PRESIDENTE. Onorevole Zaratti, io non posso darle la parola se l'emendamento è ritirato.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Anch'io intervengo per ritirare l'emendamento perché effettivamente su questo punto, sul piano triennale, è stato fatto un ottimo lavoro - lo ricordava il presidente Realacci e la collega Pellegrino -, un buon lavoro che ha permesso di reintrodurre il piano triennale che già era previsto dalla legge n. 394 del 1991, piano che era incredibilmente scomparso nel testo approvato dal Senato e che noi abbiamo reintrodotto. Oltre a reintrodurre il piano c'è questa importante - non importantissima ma importante - copertura finanziaria, questi 10 milioni all'anno che serviranno a dare un po' di ossigeno a questa rete delle aree protette del nostro Paese che ha sofferto così tanto la crisi in questi anni perché forse è stato uno dei settori maggiormente penalizzati dai tagli ai ministeri negli anni precedenti.
PRESIDENTE. Quindi, anche questo emendamento viene ritirato.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 4144-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
ENRICO BORGHI, Relatore. Parere favorevole sull'emendamento 2.600 della Commissione.
PRESIDENTE. E su tutti gli altri ha un parere negativo. Mi dia il parere anche sugli articoli aggiuntivi.
ENRICO BORGHI, Relatore. Sull'articolo 2-bis intende?
PRESIDENTE. Sull'articolo aggiuntivo 2.0200 Venittelli.
ENRICO BORGHI, Relatore. Su questo chiedo un accantonamento e anche sui successivi fino al 2.04 Pellegrino.
PRESIDENTE. Va bene, d'accordo, grazie. Il Governo?
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
(Esame dell'articolo 2-bis - A.C.4144-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2-bis (Vedi l'allegato A), a cui è riferito soltanto l'emendamento 2-bis.900 della Commissione bilancio, interamente soppressivo dell'articolo.
ENRICO BORGHI, Relatore. Sì Presidente, ovviamente essendo una condizione della Commissione bilancio, sull'emendamento 2-bis.900 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) il parere è favorevole e a seguito di questa c'è un parere favorevole anche dell'emendamento 2-bis.050 Tino Iannuzzi, qualora venga approvato l'emendamento 2-bis.900 della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Il Governo?
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
TINO IANNUZZI. Grazie Presidente, penso che questo sia un passaggio di un qualche significato del percorso di questa nostra legge di riforma della disciplina sui parchi, la n. 394, perché, alla luce delle condizioni poste dalla Commissione bilancio, abbiamo con questo emendamento l'istituzione, con un fondo specifico e stabile, a partire dal 2018, presso il Ministero dell'economia, di un fondo per sostenere e poter finanziare misure di agevolazioni e incentivazioni fiscali nell'ambito delle aree protette, per promuovere iniziative economiche ed interventi che sono compatibili con quelle che sono le finalità di fondo della legge istitutiva delle aree protette.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie Presidente, dal momento che è stato soppresso l'articolo 2 e quindi di conseguenza anche un emendamento che noi avevamo presentato, che aveva una ratio omologa e che di fatto comunque estende e dà degli incentivi agli imprenditori sotto i quarant'anni (un emendamento che noi avevamo già presentato al Senato e che non è andato in porto e intendeva di fatto favorire ed incentivare lo sviluppo di attività economiche improntate alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio naturale, alla promozione delle risorse locali e all'incremento dell'occupazione giovanile, nel rispetto delle aree protette: noi crediamo che questo sia il vero capitale su cui investire), quindi prendiamo anche per buono l'emendamento dell'onorevole Iannuzzi e intendo sottoscrivere questo emendamento, perché comunque va nella stessa direzione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 4144-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
ENRICO BORGHI, Relatore. I pareri sono tutti un invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Parere conforme.
PRESIDENTE. Allora, la prima è una serie a scalare, voteremo tre emendamenti.
DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente. L'articolo 3 del provvedimento all'esame modifica l'articolo 8 della legge n. 394 del 1991, che – ricordo - prevede che le riserve naturali statali siano istituite con decreto del Ministero dell'ambiente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie Presidente. Noi avevamo un emendamento identico ma, quando c'è stato chiesto di segnalare degli emendamenti, abbiamo dovuto necessariamente fare la spunta e questo era uno di quelli. Pertanto, ritengo che valga la pena sottoscrivere l'emendamento dell'onorevole Duranti e tutto il nostro gruppo parlamentare sottoscrivere l'emendamento 3.2 Duranti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie signora Presidente. L'onorevole Duranti ha detto poc'anzi che l'emendamento non è dettato da ragioni ideologiche. Bene, io per ragioni ideologiche voto contro quest'emendamento, perché sono a favore dell'esercito e dell'attività che l'esercito deve fare per prepararci alla difesa.
GIANLUCA RIZZO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA RIZZO. Grazie Presidente, per chiedere di sottoscrivere anch'io l'emendamento della collega Duranti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie Presidente. Intervengo per sostenere l'emendamento della collega Duranti. Qui non si tratta di ideologia, si tratta di buonsenso e si tratta di proteggere le nostre aree, “protette” per l'appunto, da un'attività che può risultare dannosa a queste aree.
TATIANA BASILIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TATIANA BASILIO. Mi scusi, Presidente, la ringrazio, anche noi vorremmo sottoscrivere l'emendamento 3.2 Duranti a nome di tutto il gruppo.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Basilio, abbiamo appena concordato con l'onorevole D'Uva che il gruppo ci manderà i nomi dei sottoscrittori, perché non è possibile sottoscrivere tutti insieme così. Si può sottoscrivere solo a titolo personale, ma il gruppo ci farà avere i vostri nomi, quindi, va bene.
SERENA PELLEGRINO. Grazie Presidente. Qua non si tratta di ideologie. Io credo che l'onorevole Longo non sia mai passato dopo un addestramento nei poligoni di un'area protetta. Penso che non sia mai passato, io, invece, purtroppo, li ho visti, quando si fanno i lanci dei carri armati. Per venti giorni quelle aree non sono toccate e non è possibile accedere; e poi, nel momento in cui si può accedere, si trova la devastazione. E lì il territorio, prima che riprenda di nuovo la sua originaria dimensione ecosistemica, devono passare mesi, forse qualche volta anche degli anni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Presidente, questo emendamento chiede che per lo meno si evitino le attività dei poligoni di tiro e le esercitazioni a fuoco: chi conosce le aree destinate ai poligoni di tiro e alle esercitazioni a fuoco nel nostro Paese, ne comprende tutte le difficoltà, le ricadute negative, in particolare sulla tutela dell'ambiente. Ce ne sono tantissimi, di poligoni di tiro nelle aree protette; parlo di due della regione Puglia. Uno è Torre Veneri, in una zona costiera della Marina di Frigole, nel Leccese; l'altro è il Parco dell'Alta Murgia: sono due poligoni di tiro situati nelle aree protette tra le più belle del nostro Paese. Lì noi abbiamo evidenziato, non soltanto come Commissione difesa, ma anche come Commissione di inchiesta sull'uranio impoverito che c'è una inquinamento pregresso così importante, che la bonifica di quei territori durerà sicuramente anni, che avrà un costo altissimo; e però purtroppo è una bonifica che tarda ad arrivare. Per cui le ricadute negative dell'utilizzo delle aree protette per le esercitazioni a fuoco sono ricadute che vanno molto, molto al di là nel tempo, vanno oltre la generazione che le ha conosciute, per così dire.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 4144-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
ENRICO BORGHI, Relatore. Emendamento 4.206 Realacci, parere favorevole nella versione corretta consegnata. Chiedo l'accantonamento dell'emendamento 4.510 Sanna. Emendamento 4.900, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole. Emendamento 4.507 Realacci, parere favorevole. Emendamento 4.601 della Commissione, parere favorevole. Sugli altri, su tutti gli altri, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. C'è l'emendamento 4.800 della Commissione, onorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.79 Micillo.
SALVATORE MICILLO. Presidente, con questo articolo iniziamo un po' il cuore del provvedimento: l'articolo 4 è la modifica della disciplina dell'ente parco, con particolare riferimento alla governance. Le principali novità riguardano: la procedura di nomina del presidente, la composizione e procedura di nomina del consiglio direttivo, gli otto componenti del consiglio direttivo, il direttore, e tutto questo senza precise competenze organiche. In pratica, non ci sono delle competenze in cui rispondere alla direzione degli enti parco, non ci sono specifiche per portare avanti delle decisioni importantissime che sono quelle relative alla salvaguardia di questi territori. Nell'emendamento specifico, per esempio, al comma 1, lettera a), capoverso 3, cerchiamo di stabilire che la riconferma delle nomine di chi ha portato avanti i parchi in maniera lodevole si possa solo verificare nel caso in cui essi realizzano o abbiano realizzato in pieno gli obiettivi di gestione, al fine del migliore funzionamento dell'ente parco e, dunque, della conservazione del patrimonio ivi presente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente. Questo emendamento è una versione un poco più lieve di quello precedente. Il principio è molto semplice e penso facilmente condivisibile: esclusivamente nel caso in cui vi sia stato il conseguimento, anche parziale - questa è la differenza rispetto all'emendamento precedente - degli obiettivi di gestione. Quindi, stiamo inserendo un principio meritocratico in questo caso, anche se più lieve di quello espresso nell'emendamento precedente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MIRKO BUSTO. Presidente, con questo emendamento noi cerchiamo di assicurare un'elevata e specifica qualificazione della funzione del presidente del parco, che è una condizione veramente necessaria e indispensabile per dare a questa figura chiave non solo un'autorevolezza necessaria per coprire questo ruolo ma anche per i compiti che sono complessi, i nuovi compiti che queste modifiche introdotte da questa riforma alla legge n. 394 prevedono. Quindi, l'effettiva capacità sia di indicare le prospettive generali del parco - e quindi di indirizzare l'ente - sia da affrontare i problemi concreti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Grazie. Abbiamo appunto il Ministro Galletti, che un po' l'ossimoro dell'ambiente, l'antitesi delle politiche ambientali, che dovrebbe nominare dei direttori di parchi senza che questi abbiano alcuna competenza ambientale, quindi omologando a se stesso questa politica davvero necessaria. Questa cosa è assolutamente chiara e rende questo testo assolutamente ridicolo. Tutto questo è davvero tragicomico, i parchi possono risollevare l'Italia, però forse bisogna sollevare dall'incarico Galletti prima.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SERENA PELLEGRINO. Grazie Presidente. Molto probabilmente molti di voi in queste settimane, anche in questi ultimi mesi, hanno sentito la discussione in merito alle aree protette. Uno dice: ma di che cosa si sta parlando? La maggior parte persone non riesce a capire qual è il motivo reale per cui c'è stata questa grossa discussione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. Intervengo ancora sulla questione della governance dei parchi, che non è un aspetto marginale, ma è fondamentale. Che i parchi siano una delle principali ricchezze del nostro Paese credo che sia una questione che l'opinione pubblica già ha maturato completamente. Un Paese come il nostro, che vive di turismo e che vive di bellezza, non può ignorare il fatto che le aree protette e i parchi naturali rappresentano un veicolo fondamentale per rappresentare l'immagine del nostro Paese all'estero, per fare in modo di incrementare quel PIL che da troppo tempo langue nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Micillo. Ne ha facoltà.
SALVATORE MICILLO. Grazie, Presidente. È sempre il discorso delle competenze che ci preoccupa talmente tanto da avere presentato tanti emendamenti proprio per sottolineare quale sia la competenza per portare avanti un parco. Ci sono tante lauree che parlano di ambiente, parlano di geologia, parlano di competenze specifiche per portare avanti parchi nazionali, che sono patrimonio, sono cultura, sono biglietto da visita dell'Italia all'estero. Ecco, non vogliamo pensare male, ma è quello che facciamo. Chi dovrà pensare domani ai parchi ha un incarico politico, non ha competenze. È soltanto chi viene messo da una poltrona a un'altra a garantire incarichi politici, come dicevamo prima. Allora, qual è il discorso che non torna? Non torna il fatto che la competenza viene messa da parte. È l'ennesima volta che le competenze specifiche per portare avanti un patrimonio culturale di questo livello vengono messe da parte. Non serve la competenza, serve la conoscenza di qualcuno; non serve la competenza, serve altro. Ecco, poi non chiediamo ai nostri giovani di andare fuori all'estero, quando potremmo tranquillamente aprire un dibattito di chi, con le specifiche competenze, possa garantire ai nostri patrimoni naturali e naturalistici di poter portare avanti quel nome grandioso dei parchi nazionali. Nello specifico di questo emendamento, noi chiediamo quell'elevata e specifica qualificazione del presidente che è condizione necessaria per dare a tale figura non solo l'autorevolezza richiesta dal ruolo, ma anche, in considerazione soprattutto dei nuovi complessi compiti che le modifiche della legge n. 394 prevedono, l'effettiva capacità sia di indicare le prospettive generali del parco, e quindi indirizzare l'ente, sia di affrontare i problemi concreti. Nello stesso tempo, si ritiene che le modalità di nomina qui proposte migliorino ulteriormente quelle indicate nel testo, perché, ricordiamolo, il presidente è scelto in considerazione dell'alto livello culturale e della specifica competenza in materia di ambiente e in particolare di aree protette e tutela della biodiversità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI. Grazie, signora Presidente. Ringrazio i colleghi presentatori di questi emendamenti perché ci consentono di poter portare all'Aula anche l'illustrazione del ragionamento che ci ha condotti sino a qui e che ci consente di poter dire che la formulazione proposta all'Aula è certamente un'innovazione ed un passo in avanti rispetto all'attuale stesura della legge n. 394, perché l'attuale legge n. 394, per quanto attiene alla determinazione delle caratteristiche del presidente degli enti parchi, non fa alcun riferimento, non declina nessuna modalità, non attribuisce nessun paletto ai soggetti chiamati a doverlo esprimere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. In riferimento a quanto detto poc'anzi dall'onorevole Borghi, ritengo che, a proposito proprio di Angelo Vassallo, potrebbe essere uno dei più qualificati a presiedere in questo consesso e all'interno del parco. Il nostro problema qual è, Presidente? È che non vorremmo che questa diventasse un'autostrada per coloro che, magari, non hanno occupato ruoli come, per esempio, in questa sede. Un deputato che si candida a fare il deputato non diventa deputato, però per la sua compagine politica - perché questo è: l'incarico politico viene dato alla nomina del presidente - costui, anche se non ha nessuna idea di che cosa voglia dire un'area protetta, può diventare il presidente, perché tanto il presidente basta che abbia un ruolo politico. Invece, nello specifico, Angelo Vassallo non solo aveva un ruolo politico, ma era anche molto competente e ha difeso il suo territorio fino a dare la propria vita; e, quindi, io non utilizzerei la figura proprio di Angelo Vassallo, che deve essere onorata sempre e comunque da qui all'eternità. Pertanto, la figura del presidente non può essere - passatemi questa definizione - il “trombato” di turno, che è una delle parole che definisce meglio questo ruolo; deve essere una persona trasparente, competente, deve conoscere la materia e insieme, di concerto con il direttore, gestire un patrimonio strepitoso come quello dei nostri parchi nazionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Busto. Ne ha facoltà per un minuto.
MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente. Secondo me, qui si scontra una differenza grande nell'ambito di che cosa vuole dire anche essere politici e fare politica, perché se uno fa politica dal mio punto di vista significa avere visione e sapere dove si vuole portare, conoscere la direzione che si vuole prendere. Quindi, fare politica nel senso più alto non è certamente avere persone che stanno all'interno di un ruolo perché sono stati “trombati” o piuttosto perché hanno dei ruoli di gestione per favorire poteri locali o qualcos'altro.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
MIRKO BUSTO. …il valore di un intervento che distrugge il patrimonio faunistico? Come fa se non ha una competenza specifica? Ecco, qualcuno potrebbe dirmi: “Ci sono i funzionari: le danno una mano, le danno dei pareri”. Ma la valutazione non può essere solo tecnica, a maggior ragione deve essere politica, quindi di visione: politici con una formazione però, quelli che mancano sempre in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Busto.
Interventi di fine seduta (ore 19,30). (ore 19,30)
PRESIDENTE. Allora, sempre che i colleghi consentano e non urlino troppo, ci sono alcuni interventi di fine seduta: il primo di questi è dell'onorevole Maestri Andrea. Prego, ne ha facoltà.
ANDREA MAESTRI. La ringrazio, signora Presidente. Io vorrei richiamare in quest'Aula, tramite la Presidenza, il Governo ad una risposta alla nostra interrogazione a prima firma Civati del 17 febbraio, presentata esattamente tre mesi fa per accendere finalmente un faro sulla gestione del CARA di Isola Capo Rizzuto, a seguito dell'inchiesta de L'Espresso intitolata: “Angelino nel sacco”.
GIULIO MARCON. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Colleghi, abbassate un po' il tono della voce, per favore! Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie, signora Presidente. Ieri mattina è morto Antonio Papisca, professore emerito dell'Università di Padova, guida della facoltà di scienze politiche, ma soprattutto persona impegnata da sempre per i diritti umani e la pace. Dagli anni Ottanta per noi pacifisti è stata una guida fondamentale, ispiratore e talvolta estensore dei documenti delle marce per la pace Perugia-Assisi, delle convenzioni e degli incontri del Movimento per la pace. Io l'ho conosciuto per la prima volta nel settembre del 1991: facemmo una carovana per la pace da Trieste a Sarajevo e con noi c'erano don Albino Bizzotto, Alex Langer e molti altri e l'ultima volta che l'ho visto e che l'ho incontrato è solo il 4 aprile scorso, qui alla Sala del refettorio, per un incontro sui corpi civili di pace.
GIULIA NARDUOLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIULIA NARDUOLO. Grazie Presidente, è mancato ieri il professor Antonio Papisca, professore emerito dell'Università di Padova, dove ha insegnato relazioni internazionali, tutela internazionale dei diritti umani e organizzazione internazionale dei diritti umani e della pace.
ALESSANDRO ZAN. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN. Grazie Presidente, esattamente 27 anni fa, il 17 maggio 1990, l'OMS rimuoveva l'omosessualità dall'elenco delle malattie mentali.
SILVIA CHIMIENTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVIA CHIMIENTI. Sì grazie Presidente, il 17 maggio si celebra la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia, ricorrenza promossa dall'Unione Europea.
WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente Sereni. Presidente, io vorrei che lei si facesse portavoce, veramente portavoce, con la Presidente Boldrini, rispetto ad un fatto accaduto nel dicembre 2015. A dicembre 2015 Alessia Della Pia, una ragazza di trentanove anni, è stata massacrata dal suo convivente e suo compagno, che pare essere - perché l'uomo, il gentiluomo evidentemente è fuggito - il tunisino Mohamed Jella.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
La seduta termina alle 19,45.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
1
Nominale
Pdl 3139-B - articolo 1
375
374
1
188
374
0
99
Appr.
2
Nominale
articolo 2
409
408
1
205
408
0
96
Appr.
3
Nominale
articolo 3
406
405
1
203
405
0
95
Appr.
4
Nominale
articolo 4
406
405
1
203
403
2
95
Appr.
5
Nominale
articolo 5
405
404
1
203
404
0
95
Appr.
6
Nominale
articolo 6
427
255
172
128
255
0
93
Appr.
7
Nominale
articolo 7
427
425
2
213
425
0
93
Appr.
8
Nominale
Pdl 3139-B - voto finale
433
432
1
217
432
0
86
Appr.
9
Nominale
Pdl 4144-A ed abb. - em. 1.25
355
316
39
159
83
233
114
Resp.
10
Nominale
em. 1.21, 1.24, 1.200
390
364
26
183
94
270
108
Resp.
11
Nominale
em. 1.400
401
378
23
190
99
279
108
Resp.
12
Nominale
em. 1.18
392
349
43
175
74
275
107
Resp.
13
Nominale
em. 1.31
401
401
0
201
65
336
107
Resp.
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
14
Nominale
em. 1.401
394
354
40
178
65
289
106
Resp.
15
Nominale
em. 1.20, 1.23, 1.202
400
394
6
198
95
299
106
Resp.
16
Nominale
em. 1.404
406
406
0
204
97
309
105
Resp.
17
Nominale
em. 1.403
410
409
1
205
95
314
104
Resp.
18
Nominale
em. 1.22
403
395
8
198
107
288
104
Resp.
19
Nominale
em. 1.408
395
387
8
194
118
269
103
Resp.
20
Nominale
em. 1.203
402
400
2
201
60
340
103
Resp.
21
Nominale
em. 1.405
400
398
2
200
99
299
103
Resp.
22
Nominale
em. 1.406
400
399
1
200
100
299
103
Resp.
23
Nominale
em. 1.28
405
402
3
202
59
343
104
Resp.
24
Nominale
em. 1.6
402
400
2
201
66
334
103
Resp.
25
Nominale
em. 1.7
397
395
2
198
67
328
103
Resp.
26
Nominale
em. 1.8, 1.15
389
386
3
194
66
320
103
Resp.
27
Nominale
em. 1.9
396
394
2
198
69
325
103
Resp.
28
Nominale
em. 1.800
407
403
4
202
402
1
103
Appr.
29
Nominale
em. 1.407
398
395
3
198
113
282
101
Resp.
30
Nominale
em. 1.27
394
393
1
197
72
321
101
Resp.
31
Nominale
em. 1.206
396
394
2
198
70
324
101
Resp.
32
Nominale
em. 1.207
399
399
0
200
35
364
101
Resp.
33
Nominale
em. 1.409
398
396
2
199
114
282
101
Resp.
34
Nominale
em. 1.29
387
385
2
193
118
267
101
Resp.
35
Nominale
em. 1.32
397
396
1
199
94
302
101
Resp.
36
Nominale
em. 1.30
381
379
2
190
91
288
102
Resp.
37
Nominale
articolo 1
390
284
106
143
282
2
101
Appr.
38
Nominale
em. 1-bis.400
383
377
6
189
100
277
101
Resp.
39
Nominale
em. 1-bis.205
376
369
7
185
85
284
102
Resp.
40
Nominale
em. 1-bis.420
376
369
7
185
84
285
102
Resp.
41
Nominale
em. 1-bis.421
381
375
6
188
86
289
102
Resp.
42
Nominale
em. 1-bis.900
388
286
102
144
282
4
102
Appr.
43
Nominale
em. 1-bis.401
385
378
7
190
89
289
102
Resp.
44
Nominale
em. 1-bis.402
394
385
9
193
91
294
102
Resp.
45
Nominale
em. 1-bis.405
393
386
7
194
95
291
102
Resp.
46
Nominale
em. 1-bis.403
402
394
8
198
90
304
102
Resp.
47
Nominale
em. 1-bis.406
389
371
18
186
86
285
102
Resp.
48
Nominale
em. 1-bis.409
405
377
28
189
89
288
102
Resp.
49
Nominale
em. 1-bis.407
401
359
42
180
68
291
102
Resp.
50
Nominale
em. 1-bis.412
407
336
71
169
74
262
102
Resp.
51
Nominale
em. 1-bis.411
392
333
59
167
73
260
102
Resp.
52
Nominale
em. 1-bis.413
406
400
6
201
91
309
102
Resp.
53
Nominale
em. 1-bis.414
405
372
33
187
93
279
102
Resp.
54
Nominale
em. 1-bis.416
404
371
33
186
93
278
102
Resp.
55
Nominale
em. 1-bis.203
405
397
8
199
52
345
101
Resp.
56
Nominale
em. 1-bis.600
405
375
30
188
370
5
101
Appr.
57
Nominale
articolo 1-bis
408
338
70
170
336
2
101
Appr.
58
Nominale
subem. 0.2.600.1
400
393
7
197
91
302
101
Resp.
59
Nominale
em. 2.600
396
393
3
197
390
3
100
Appr.
60
Nominale
mantenimento articolo 2-bis
395
338
57
170
94
244
100
Resp.
61
Nominale
art. agg. 2-bis.050
389
386
3
194
383
3
99
Appr.
62
Nominale
em. 3.2
369
365
4
183
90
275
99
Resp.
63
Nominale
em. 3.402
364
360
4
181
86
274
100
Resp.
64
Nominale
em. 3.400
370
366
4
184
91
275
99
Resp.
65
Nominale
em. 3.403
364
359
5
180
87
272
99
Resp.
66
Nominale
em. 3.1, 3.201
352
343
9
172
84
259
99
Resp.
67
Nominale
articolo 3
359
357
2
179
328
29
100
Appr.
68
Nominale
em. 4.79
335
334
1
168
121
213
99
Resp.
69
Nominale
em. 4.400
342
340
2
171
124
216
99
Resp.
70
Nominale
em. 4.402
336
332
4
167
76
256
99
Resp.
71
Nominale
em. 4.201
330
330
0
166
86
244
99
Resp.
72
Nominale
em. 4.34, 4.83, 4.200
306
304
2
153
76
228
100
Resp.