XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 279 di martedì 17 dicembre 2019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FRANCESCO SCOMA , Segretario, legge il processo verbale della seduta del 13 dicembre 2019.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Cancelleri, Carfagna, Castelli, Cavandoli, Ceccanti, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Maria, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Ferraresi, Fioramonti, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Palazzotto, Parolo, Pedrazzini, Rampelli, Ravetto, Ribolla, Rizzo, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Speranza, Tasso, Tofalo, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 16 dicembre 2019, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VI Commissione (Finanze): “Conversione in legge del decreto-legge 16 dicembre 2019, n. 142, recante misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento» (2302) - Parere delle Commissioni I, V, X e XIV.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

(Iniziative volte a scongiurare la chiusura della scuola primaria nel paese di Careri in Aspromonte – n. 3-01206)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Bruno Bossio n. 3-01206 (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe De Cristofaro, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE DE CRISTOFARO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Grazie, Presidente. Onorevole Bruno Bossio, condivido con lei la preoccupazione, di fronte allo spopolamento delle aree interne, in particolare di alcuni paesi siti in Aspromonte, come da lei rappresentato. Questo fenomeno si riflette inevitabilmente anche sulle istituzioni scolastiche del territorio. Difatti, in riferimento allo scorso anno scolastico, la scuola primaria di Careri, alla luce del piano di dimensionamento ed essendovi un numero esiguo di alunni iscritti, non è stata autorizzata quale punto di erogazione del servizio scolastico, come da lei giustamente riferito. Tuttavia, tenuto conto dell'enorme importanza che riveste la presenza delle scuole in tali piccoli paesi, colpiti dal generale fenomeno dello spopolamento, e tenuta in debita considerazione l'appartenenza di tale comunità all'area grecanica ricadente nella provincia reggina, l'ufficio scolastico regionale per la Calabria ha autorizzato, per quest'anno scolastico, un nuovo punto di erogazione del servizio nel comune di Careri, attraverso l'attivazione della scuola primaria “Careri Centro”. L'ufficio scolastico per la Calabria, con propria nota, ha riferito che la difficile situazione da lei rappresentata riguarda una circostanza esistente nel precedente anno scolastico, che si è intesa, per quanto possibile, superare attraverso un'offerta formativa più ampia per l'anno scolastico 2019-2020. Quest'anno, infatti, sussistono nel comune di Careri i seguenti punti di erogazione primaria: primaria “Natile Nuovo”, in via Gasperi, comune di Careri; primaria “Natile Superiore”, comune di Careri; primaria “Careri Centro”.

L'ufficio scolastico regionale per la Calabria ha precisato inoltre che, sia nella scuola primaria “Natile Superiore” sia nella scuola primaria “Careri Centro”, si è reso necessario istituire una pluriclasse, essendovi iscritti, rispettivamente, 13 alunni nella prima e 13 nella seconda.

PRESIDENTE. La deputata Vincenza Bruno Bossio ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione, per cinque minuti.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Signora Presidente, signor sottosegretario, credo di essere soddisfatta, a un anno dalla presentazione della mia interrogazione parlamentare, che oggi è diventata interpellanza. Interrogazione che ho depositato il 2 ottobre 2018, a seguire alle manifestazioni che si sono svolte, non solo nel paesino di Careri, ma in tutto l'Aspromonte, anche a Roccaforte del Greco, così come a Canolo, dove sostanzialmente i genitori e tutta la comunità avevano protestato per questa chiusura.

Tra l'altro, voglio ricordare che il consiglio della città metropolitana, il 25 maggio scorso, aveva prevista questa riapertura a Careri Centro. Questa iniziativa, però, non era stata accolta, a suo tempo, dall'ufficio scolastico regionale, provocando quelle reazioni giuste che ci sono state, sia da parte della comunità sia da parte di molti intellettuali, e che hanno visto nella mia interrogazione parlamentare un ulteriore elemento di protesta. Devo dire che, nel frattempo, non solo il consiglio della città metropolitana, ma anche la regione Calabria aveva approvato, con delibera di giunta, le linee guida, sostanzialmente, che andavano a modificare l'organizzazione e aveva proposto all'ufficio scolastico regionale, appunto, di accogliere questa proposta. Sono, quindi, soddisfatta che il Ministero dell'Istruzione, l'università e la ricerca abbia accolto questa richiesta delle comunità, questa richiesta della città metropolitana, questa richiesta del consiglio regionale della Calabria, questa richiesta della giunta regionale della Calabria e, soprattutto, questa richiesta di grandi intellettuali calabresi, come Vito Teti e Gioacchino Criaco. Mi permetto di sottolineare le cose dette da questi, in particolare da Gioacchino Criaco, il quale ha ricordato - e lo ha detto anche il sottosegretario - che l'opposizione alla chiusura di questa scuola non era semplicemente e soltanto rispetto allo spopolamento, che pure riguarda tutti i paesini di montagna, in particolare della Calabria - ma non solo della Calabria - ma c'era e c'è il rischio della morte di un popolo e di una cultura millenaria, che mantiene le ultime testimonianze greche in Calabria. Ricordiamoci che tutti fummo greci, ma pochi lo siamo ancora oggi, e ai greci, oltre alla cultura, non difettava il coraggio. Quindi, io credo che uno Stato, che finora è stato patrigno in quella realtà dell'Aspromonte, oggi con questa scelta si presenta come Stato padre. Soprattutto, dobbiamo incominciare una marcia, perché, appunto, tutti noi un tempo fummo greci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sospendo brevemente la seduta, per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,20.

(Iniziative di competenza volte a garantire la piena tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità ai sensi della legge n. 179 del 2017 - n. 3-01204)

PRESIDENTE. La Ministra per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Businarolo n. 3-01204 (Vedi l'allegato A).

FABIANA DADONE, Ministra per la Pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. In ordine all'interrogazione esposta, rappresento che, da elementi forniti dal Ministero della giustizia, la procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli ha chiarito che l'arresto dei dieci dipendenti del comune di Pozzuoli è stato determinato da fatti criminosi del tutto diversi rispetto a quelli denunciati dal dipendente comunale.

Per quanto riguarda, però, la tutela del cosiddetto whistleblower, l'obiettivo principale della legge n. 179 del 2017, richiamata per l'appunto dall'interrogante, è proprio quello di garantire la posizione di coloro che abbiano denunciato fatti o comportamenti anomali in ambito di lavoro. La legge ha introdotto il principio dell'intangibilità di whistleblower rispetto a misure ritorsive adottate nei suoi confronti dall'ente di appartenenza e direttamente collegate alle segnalazioni effettuate. È disposto, inoltre, che l'interessato o le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dell'amministrazione presso cui il dipendente presta servizio possano segnalare all'ANAC le eventuali misure ritorsive adottate. L'ANAC, a sua volta, informa il Dipartimento della funzione pubblica o gli organismi di garanzia o di disciplina, affinché assumano eventuali misure di competenza.

A tutela del segnalante ne viene inoltre garantito l'anonimato. Qui non ricordo il fatto che si possa fare la segnalazione, perché gli onorevoli interroganti sicuramente se lo ricordano rispetto al fatto che viene assicurato un codice identificativo univoco per garantire l'anonimato rispetto alla denuncia.

Faccio presente che, nonostante siano stati fatti dei passi avanti per garantire l'effettiva tutela dei whistleblower, sono anche consapevole che sia necessario garantire, anche in concreto, poi, l'effettiva applicazione della legge. A tal fine, sottopongo quanto si legge nel 4° Rapporto annuale sull'applicazione del whistleblowing, che è stato predisposto dall'ANAC nel 2019, dal quale emergono dati che sono, comunque, incoraggianti, sia rispetto alla qualità dei tipi di segnalazioni (si sono ridotte notevolmente quelle che erano segnalazioni destinate ad archiviazione e sono, invece, aumentate quelle con un rilievo importante), sia dal punto di vista della quantità, in una crescita, rispetto al 2017, che è passata, nel 2019, a 73 denunce al mese.

Da quanto esposto dagli onorevoli interroganti, emerge comunque la necessità che le amministrazioni si dotino al loro interno di sistemi di compliance adeguati allo scopo. Ciò potrà avvenire sia mediante l'adozione di modelli organizzativi che garantiscano maggiore trasparenza ed eticità dei comportamenti all'interno della PA, che attraverso la diffusione delle migliori prassi, delle best practices.

A tal proposito, mi preme segnalare che l'Ispettorato della funzione pubblica sta portando avanti un importante lavoro con l'Autorità nazionale anticorruzione, al fine di pervenire alla sottoscrizione, alla firma di un protocollo che possa garantire l'attuazione puntuale della legge sul whistleblowing, che finora è stata parzialmente adottata, ma, come dicevo prima, non in tutti i propri aspetti.

Evidenzio, infine, che anche la legislazione europea si sta muovendo nella direzione della tutela dei whistleblower. Lo scorso ottobre, il Consiglio dei ministri dell'Unione europea ha approvato una direttiva sulla protezione degli individui che segnalano violazioni delle norme comunitarie, che si muove nella direzione di garantire un livello di protezione per gli informatori istituendo dei canali che siano sicuri per la segnalazione sia negli enti privati che in quelli pubblici. Quindi, mi impegno, c'è tutto l'impegno da parte mia per la realizzazione di un ulteriore salto nella qualità della legislazione per riuscire a garantire l'effettiva tutela dei whistleblower.

PRESIDENTE. Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto onnicomprensivo di Borgorose, in provincia di Rieti, e dell'Istituto superiore “Margherita Hack” di Morlupo, in provincia di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori (Applausi).

La deputata Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione. Collega, anche lei ha cinque minuti.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Posso ritenermi soddisfatta della risposta della Ministra. A circa due anni dall'introduzione della normativa sul whistleblowing, tirando le somme, è evidente che le criticità presenti nella legge n. 179 del 2017 indicano la necessità di un intervento più incisivo su alcuni punti, in particolare sull'ampliamento della tutela dei whistleblower, poiché, dalle numerose segnalazioni che ci arrivano dai cittadini che ci scrivono, ma anche dalle notizie che appaiono sulla stampa, siamo ancora lontani dalla piena e concreta attuazione della legge. In particolare occorre, tra l'altro, ampliare la tutela nell'ambito privato, che resta parzialmente tutelato rispetto a quello pubblico.

Del whistleblowing si occupano da anni associazioni, come “Riparte il futuro” e “Transparency international Italia”. I dati forniti da quest'ultima nel 2017 indicano l'Italia nella cinquantaquattresima posizione nella percezione dell'indice di corruzione a livello mondiale. Se negli anni la situazione è leggermente migliorata, c'è, però, ancora tanto da fare. La lotta alla corruzione - corruzione che è una piaga dilagante, che si insinua nelle maglie del tessuto socio-economico e produce gravi danni per i cittadini e, più in generale, per il Paese - deve rappresentare una priorità affinché l'onestà ritorni ad essere un valore irrinunciabile, pilastro fondamentale della nostra società.

(Iniziative volte a garantire dati aggiornati relativi al censimento delle vetture di servizio in dotazione alle pubbliche amministrazioni - n. 3-01205)

PRESIDENTE. La Ministra per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Baldino n. 3-01205 (Vedi l'allegato A).

FABIANA DADONE, Ministra per la Pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. In relazione a quanto esposto, sono in grado di rendere all'onorevole interrogante i dati dell'ultimo rapporto realizzato dal Dipartimento della funzione pubblica, in collaborazione con il Formez PA, contenente il censimento 2019 sul numero delle autovetture in servizio presso le pubbliche amministrazioni.

Il censimento 2019 abbraccia un tempo più lungo con riguardo ai dati ivi contenuti, in quanto essi si riferiscono non solo all'intero precedente anno 2018, ma anche al primo trimestre del 2019. Il numero di amministrazioni che hanno comunicato gli aggiornamenti sul parco autovetture risulta aumentato significativamente rispetto al rapporto precedente: sono, infatti, 8.366 in luogo delle 6.884 dell'anno precedente, su un totale di 10.164, con un incremento del 21,4 per cento rispetto all'anno passato.

Le amministrazioni che hanno comunicato i dati, quindi, sono, come dicevo prima, in aumento. La percentuale degli enti rispondenti è, quindi, salita all'82,3 per cento, rispetto al 67,7 per cento del precedente censimento. In particolare, sono stati acquisiti dati relativi al 100 per cento delle amministrazioni dello Stato.

Le regioni e le province autonome hanno un tasso di risposta che va oltre il 90 per cento e il valore si attesta al 96 per cento per le amministrazioni provinciali e le città metropolitane e per i comuni capoluogo di provincia.

A fronte dell'aumento del numero degli enti rispondenti, anche il numero delle autovetture risulta essere aumentato del 14,8 per cento rispetto a quelle censite nel 2017. Si rilevano, infatti, 33.527 auto rispetto alle 29.195 del 2017; quindi, c'è un aumento di 4.332 unità. Questo aumento, comunque, può considerarsi notevolmente contenuto, se viene rapportato all'incremento del 21,4 per cento delle amministrazioni che hanno fornito pronta risposta.

Si evidenzia, peraltro, che la percentuale di auto per amministrazione è migliorata durante il 2018, passando dal 4,24 per il 2017 al 4,01 per il 2018. Si evidenzia altresì che, al fine di una corretta interpretazione dei dati, la definizione di “auto blu” va esclusivamente riferita alle autovetture di servizio per il trasporto di persona con autista, ad uso esclusivo o non esclusivo.

Il 90 per cento delle auto censite, quindi 30.161, risulta essere in uso a più uffici o servizi senza autista, mentre solo il 10 per cento, quindi 3.366, risulta essere ad uso esclusivo e non esclusivo con autista, quindi risulta essere di fatto un'auto blu. Il dato disaggregato mostra 1.223 autovetture ad uso esclusivo con autista, mentre sono 2.143 le autovetture ad uso non esclusivo con autista. L'impiego a livello nazionale di tale tipologia di “auto blu” non risulta quindi particolarmente rilevante, e si attesta in linea con quello rilevato in altre nazioni confrontabili con l'Italia per l'articolazione amministrativa.

In merito alle modalità con cui il Governo intende assicurare la completezza della risposta al censimento da parte delle amministrazioni, si fa presente che la previsione normativa è già vigente e prevede l'applicazione, alle amministrazioni che omettano di inserire i dati, una sanzione che prevede tagli alle voci di spesa inerenti all'acquisto, alla manutenzione, al noleggio ed esercizio di autovetture nonché all'acquisto di buoni taxi. Inoltre, l'inadempimento all'obbligo di comunicazione costituisce elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale, eventuale causa di responsabilità per danno all'immagine della pubblica amministrazione, ed è comunque valutato ai fini della performance del dirigente. A tal fine, per rendere più agevole l'adempimento da parte delle pubbliche amministrazioni per fornire i dati del censimento, è allo studio da parte del Dipartimento funzione pubblica un progetto che coinvolga anche la Motorizzazione civile al fine dell'utilizzo di un database da essi gestito, in modo che si possa estrapolare un elenco delle autovetture e quindi le pubbliche amministrazioni debbano semplicemente digitare quali sono di loro appartenenza e quali no, e quindi semplificare il loro adempimento burocratico. In tal modo si troveranno un elenco sul quale semplicemente confermare la disponibilità, e riusciremo ad ottenere dei dati il più completi possibile, nei tempi più brevi possibili e senza aggravi burocratici ai danni dell'amministrazione.

PRESIDENTE. La deputata Vittoria Baldino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione. Collega, anche lei ha cinque minuti.

VITTORIA BALDINO (M5S). Presidente, ringrazio la Ministra Dadone per la risposta, e mi dichiaro soddisfatta per l'attenzione che questo Governo sta riponendo sulla questione delle auto blu e delle auto di servizio, in particolare sulla razionalizzazione delle autovetture, dei mezzi in servizio per la pubblica amministrazione. Sono rassicurata dai dati forniti dalla risposta, perché rappresentano un'importante operazione di trasparenza, visto che, appunto dagli esiti del censimento, risulta in sensibile aumento il numero delle amministrazioni che stanno rispondendo. Quanto al numero delle autovetture, questo risulta in aumento, ma ciò pare ascrivibile proprio all'aumento delle amministrazioni che stanno rispondendo al censimento. Quindi leggo con favore questi numeri e l'impegno che il Governo sta ponendo su questo tema, visto che sul punto, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo sempre fatto e stiamo conducendo una battaglia sulla razionalizzazione dei costi della politica e delle pubbliche amministrazioni. Perché? Perché fare questa operazione di razionalizzazione significa un maggior risparmio per le casse dello Stato, e questo può conseguentemente significare che queste risorse e queste stesse autovetture possano essere destinate ad altri fini. Penso, ad esempio, alla tutela dei soggetti istituzionali che ogni giorno rischiano per la propria incolumità, come i magistrati che conducono indagini coraggiose contro la criminalità organizzata di stampo mafioso; ma penso anche e soprattutto alle forze dell'ordine, quindi alla possibilità di ampliare il parco auto a disposizione della polizia e delle altre forze dell'ordine, che sempre di più denunciano una carenza di uomini e soprattutto una carenza di mezzi. Sono certa che questo Governo continuerà in questa direzione, anche attraverso interventi che possano scongiurare in futuro un utilizzo per così dire disinvolto delle auto di servizio, come dimostrano i voli blu e le moto d'acqua blu dell'ex Ministro Salvini. Quindi ringrazio la Ministra Dadone e le auguro buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Misure per garantire presso il tribunale di Vicenza adeguate risorse umane, sia con riferimento ai magistrati che al personale amministrativo – n. 2-00512 e n. 3-01207)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Zanettin n. 2-00512 e all'interrogazione Businarolo e Ascari n. 3-01207, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Pierantonio Zanettin se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente, per la parola. Con questa mia interpellanza, che ho depositato il 4 ottobre scorso, ho voluto portare all'attenzione del Governo la situazione del tribunale di Vicenza. Il tribunale di Vicenza, a partire da una grave crisi dell'anno 2014, che aveva portato anche l'ordine degli avvocati provocatoriamente a dichiarare il fallimento della giustizia a Vicenza, è uscito da questa crisi anche attraverso tutta una serie di iniziative molto innovative da parte del presidente del tribunale, il dottor Alberto Rizzo. Sicuramente la situazione stava migliorando, ma, ahimè, nell'ultimo periodo, si sono verificati, soprattutto nel settore penale, due eventi assolutamente imprevedibili che richiamano la nostra attenzione, in particolare due maxiprocessi: il primo, il maxiprocesso relativo al crac della Banca Popolare di Vicenza; il secondo, un altro maxiprocesso, che è quello riferito all'inquinamento delle falde acquifere da parte dei cosiddetti PFAS, che interessano un'ampia e vasta platea di cittadini. Sono due maxiprocessi nei quali, in particolare nel processo per la Banca Popolare di Vicenza, si sono costituiti parte civile ben 8.200 cittadini; in quello dei PFAS siamo ancora nella fase dell'udienza preliminare, però anche lì si registreranno sicuramente numeri straordinari. Ecco, questi due eventi assolutamente imprevedibili rischiano di mandare in tilt il settore penale ordinario, perché ci sono solo dieci magistrati addetti al settore penale: tre sono tutti assegnati in via esclusiva al processo per la Banca Popolare di Vicenza, due giudici sono stati recentemente trasferiti, e un altro magistrato è già entrato nel periodo di maternità obbligatoria. Se si considera che il processo dei PFAS probabilmente sarà di competenza della Corte di Assise, quindi altri due magistrati saranno dedicati a questo, i rischi di mandare in tilt l'intero sistema penale sono molto probabili. Da questo punto di vista, poi, non parliamo della situazione del personale amministrativo, per la quale qui ricordo alcuni numeri che sono aggiornati ad horas: per quanto riguarda in particolare la funzione di direttore, abbiamo in tutto tre posizioni su sette, quindi una scopertura del 57 per cento; per quanto riguarda la figura del funzionario giudiziario, abbiamo in tutto sedici funzionari amministrativi, quindi abbiamo una scopertura del 48,39 per cento; per quanto riguarda la funzione del cancelliere esperto, abbiamo in funzione undici operatori amministrativi su ventidue, una scopertura del 50 per cento, quindi numeri straordinari. Poi ricordiamo sempre che ci possono anche essere i magistrati, ma se non ci sono i cancellieri e i funzionari amministrativi che prendono le sentenze, le scaricano e le pubblicano, anche se ci sono scritte delle sentenze, questo non serve a niente. Nello scorso mese di ottobre, l'ordine degli avvocati di Vicenza ha segnalato questa tematica molto importante al Consiglio superiore della magistratura e al Ministro, e di questo richiamo dell'ordine degli avvocati ho voluto farmi interprete e portavoce con questa interpellanza, chiedendo appunto che il Ministro, per quanto di sua competenza, ci dica cosa intende fare per ovviare a queste carenze, sia di magistrati, che evidentemente non sono di sua competenza, ma soprattutto di personale amministrativo.

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Simona Flavia Malpezzi, ha facoltà di rispondere.

SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Presidente, con specifico riguardo alle problematiche organizzative del tribunale di Vicenza rispetto alla gestione di processi particolarmente complessi ed articolati, va preliminarmente chiarito che la distribuzione degli affari e l'organizzazione interna agli uffici giudiziari sono questioni strettamente afferenti alla materia tabellare, che, come tali, esulano dalla sfera di competenza del Ministero della Giustizia, in quanto rimesse alle valutazioni e alle determinazioni dei capi degli uffici e del Consiglio superiore della magistratura.

Per quanto attiene alla dotazione del personale giudiziario ed amministrativo della predetta sede, va detto in primo luogo che, a seguito della riforma della geografia giudiziaria, la pianta organica è stata incrementata di 1 posto di presidente di sezione, di 14 posti di giudice e di 63 posti di personale amministrativo.

Per quanto qui rileva, va sottolineato l'approccio dinamico di questo Dicastero al tema delle piante organiche del personale giudiziario, la cui revisione, a cui ho appena fatto cenno, non può essere intesa come una cristallizzazione definitiva delle scelte già adottate in passato, ma deve costituire oggetto di una continua analisi funzionale a periodici interventi integrativi e correttivi con cadenza tendenzialmente triennale.

Un tale progressivo progetto di scrutinio dell'efficacia delle scelte dovrà certamente alimentarsi del prezioso contributo di informazioni e valutazioni provenienti dagli uffici giudiziari e dalla stessa classe forense, nell'ottica di un innovativo percorso condiviso di “revisione permanente” delle piante organiche. Proprio in questa direzione, lo scorso 27 febbraio, presso il Ministero della Giustizia, è stato costituito uno specifico tavolo di lavoro per la definizione delle dotazioni organiche in relazione agli uffici giudiziari di primo e secondo grado. Tale scelta strategica va ad armonizzarsi con lo storico incremento del ruolo organico della magistratura di 600 unità, con l'attribuzione di 530 unità agli uffici giudiziari diversi da quelli di legittimità. A quanto detto si aggiungano le immissioni in servizio, disposte con l'attuale legge di bilancio, dei nuovi magistrati ordinari vincitori del concorso bandito con decreto ministeriale del 31 maggio 2017, che, a decorrere dal 1° gennaio 2020, verranno immessi in servizio.

La procedura di revisione è stata già avviata con il decreto ministeriale 17 aprile 2019 ed in tale contesto di generale ridistribuzione delle nuove risorse disponibili, saranno tenute nella massima considerazione, in una ineludibile ottica comparativa, le situazioni delle varie sedi del territorio, a partire da quelle con maggiori scoperture o con particolari esigenze operative, tra cui, evidentemente, il tribunale di Vicenza, che, va comunque rimarcato, allo stato soffre di una scopertura contenuta, in quanto pari al 14 per cento nel ruolo dei magistrati togati ed al 12 per cento in quello dei magistrati onorari.

Per quanto riguarda il personale amministrativo, il tribunale di Vicenza ha recentemente fruito di un incremento complessivo di 12 posti di assistente giudiziario, coperti con le recenti assunzioni da concorso a 800 posti, che vanno ad aggiungersi alle 26 assunzioni complessive avvenute nel corso degli ultimi anni, di cui 15 nel profilo di assistente giudiziario per concorso, 1 nel profilo di direttore amministrativo e 5 nel profilo di funzionario giudiziario per mobilità volontaria, 3 nel profilo di funzionario giudiziario per scorrimento graduatorie di altre amministrazioni e 2 nel profilo di operatore giudiziario per assunzioni dirette.

Inoltre, proprio a dimostrazione della centralità che le linee operative di questo Dicastero riservano all'efficienza dell'organizzazione giudiziaria come strumento di efficientamento anche dell'attività giudiziaria, in occasione della trattazione di ponderosi procedimenti penali presso il tribunale di Vicenza come quello relativo al crack della Banca Popolare di Vicenza, in tempi rapidissimi, è stata consentita l'applicazione di due assistenti DAP, sono state fornite risorse aggiuntive, si è proceduto al finanziamento dei lavori di adeguamento dell'aula C per quasi 50 mila euro e all'acquisto di scrivanie e sedie per le aule C e B per 12 mila euro. In una prospettiva più generale che guarda all'intero distretto veneto, è utile innanzitutto rimarcare che le assunzioni di cui tale distretto ha fruito negli ultimi anni risultano in numero di 297. Con specifico riguardo al concorso a 800 posti di assistente giudiziario, ad oggi, nel distretto veneto, anche per effetto degli scorrimenti di graduatoria, sono state assunte 215 unità, a cui se ne aggiungeranno altre 16, previste dall'ultimo scorrimento pubblicato lo scorso 11 dicembre 2019.

Per quanto riguarda le posizioni dirigenziali, con interpello del 10 ottobre scorso sono state pubblicate le 6 posizioni attualmente vacanti del distretto, mentre con PDG dello scorso 6 dicembre è stato disposto lo scorrimento della graduatoria degli idonei alla procedura di riqualificazione del personale in servizio risalente ai bandi del 2016, per la copertura di ulteriori 313 posti nella figura del funzionario giudiziario. Inoltre, a seguito della determinazione del ruolo organico dei profili professionali di funzionario tecnico e di assistente tecnico, a cui si è proceduto con il decreto ministeriale del 18 aprile 2019, è stato previsto un incremento di complessive 6 unità in favore della Corte di appello e della Procura generale di Venezia. Si tratta di un altro segno tangibile del fermo proposito di migliorare la funzionalità degli uffici giudiziari, che questo Ministero persegue riservando particolare attenzione anche al settore del personale amministrativo, partendo dal consolidato assunto della rilevanza del suo contributo per il buon andamento della giustizia.

Le procedure di reclutamento finora realizzate hanno interessato l'intero territorio nazionale e, pertanto, è stato necessario ripartire le unità da assumere tra tutti gli uffici giudiziari sulla base di criteri uniformi che tenessero conto delle esigenze dei vari territori, dei progetti di miglioramento della funzionalità degli uffici, della riduzione dell'arretrato e delle attività di innovazione organizzativa e tecnologica.

Resta fermo comunque l'impegno dell'amministrazione a proseguire le politiche di incremento del personale amministrativo nella già richiamata convinzione che il supporto di collaborazione amministrativa sia essenziale all'attività giurisdizionale dei magistrati. In questa direzione, l'ulteriore capacità assunzionale per l'anno in corso consentirà in tempi contenuti l'ulteriore scorrimento della graduatoria dei concorsi recentemente espletati.

La politica di rafforzamento del personale beneficerà, altresì, delle ulteriori assunzioni previste ex lege n. 68/1999 in tema di disabilità, per effetto delle quali al distretto di Venezia saranno destinate 9 unità; della procedura di assunzione di 616 operatori giudiziari, mediante avviamento degli iscritti ai centri per l'impiego, grazie alle quali al distretto di Venezia verranno destinate 27 unità; dell'assunzione di 97 unità di ausiliario di Area prima F1, disposta il 27 agosto scorso e del bando di concorso, pubblicato il 26 luglio scorso, per il reclutamento di 2.329 unità di personale non dirigenziale a tempo indeterminato per il profilo di funzionario, da inquadrare nell'area funzionale terza, fascia economica F1, di cui si sono di recente svolte le prove preselettive. In conclusione, la pianificazione di un poderoso ingresso di nuove risorse umane negli organici dell'organizzazione giudiziaria apporterà evidenti benefici su larga scala, attraverso una sensibile implementazione delle dotazioni organiche delle varie sedi giudiziarie, tra cui saranno certamente tenuti in debita considerazione il tribunale di Vicenza e, più in generale, tutti gli uffici del distretto di Venezia, rispetto a cui alto è il livello di attenzione anche con riferimento al profilo logistico, come dimostrato dai prossimi lavori di ampliamento della cosiddetta Cittadella giudiziaria di Venezia, finalizzati ad una razionalizzazione degli spazi, che verrà perseguita allocando presso un unico plesso più uffici giudiziari, a beneficio dell'efficienza e della funzionalità del servizio.

PRESIDENTE. Il deputato Pierantonio Zanettin ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Ahimè, non sono assolutamente soddisfatto delle risposte che ci sono state date oggi dal Governo. Reputo la risposta che ci è stata fornita fredda, burocratica, generica, del tutto insoddisfacente: tanti numerini, ma che non danno poi nerbo a sostanza. Io vorrei citare, allora, ancora in maniera più esplicita, alcuni dati sul personale amministrativo che oggi è in dotazione al tribunale di Vicenza, perché il sottosegretario ci ha detto che è, invece, una situazione magnifica o, comunque, accettabile.

Io, sul dato complessivo del personale amministrativo, ho i dati aggiornati a ieri, fatte le verifiche attraverso l'Ordine degli avvocati. Abbiamo una scopertura complessiva per quanto riguarda il personale amministrativo sul piano teorico del 29,79 per cento; sul piano della scopertura effettiva del 34,75 per cento. Non credo, sottosegretario, che questo possa essere considerato un dato accettabile per una realtà come quella che lei stessa ha citato: avere in carico processi di quelle dimensioni, di quella portata e anche di quella rilevanza sociale come il crac della Banca Popolare di Vicenza di grande attualità, tenuto conto di ciò di cui abbiamo sentito parlare in questi giorni per quanto riguarda il problema della Banca Popolare di Bari e la richiesta che vengano accertate le penali responsabilità degli amministratori. In ogni occasione in cui parliamo di giustizia viene citato il famoso aumento della pianta organica di 600 magistrati. Ricordiamoci che una pianta organica tabellare è assolutamente irreale. Lei stessa ha ricordato che probabilmente dal 1° gennaio verranno assunti i neo-magistrati del concorso 2017. Peccato che in tutto il 2019 non sia stato assunto un solo magistrato; peccato che la graduatoria di questi vincitori di concorso sia stata dichiarata chiusa e definitiva da parte del Consiglio superiore della magistratura il 16 ottobre scorso, quindi più di due mesi fa e fino ad oggi non si è proceduto a nessuna assunzione, quando la storia ci dice che le assunzioni da parte del Ministero della Giustizia avvenivano al massimo - questo è sempre stato in tutta la storia - entro 20 giorni dal decreto del Consiglio superiore della magistratura e dall'approvazione della graduatoria. Per questo dico che la sua risposta, onorevole sottosegretario, dimostra che, in tema di giustizia, c'è stato prima un Governo giallo-verde e ora un Governo giallo-rosso ma nulla è cambiato. Proseguono toni trionfalistici e propagandistici che il Ministro Bonafede ci propina ogni volta che viene in Aula mentre negli uffici giudiziari la situazione nel concreto si deteriora sempre più. Quindi reputo quella di oggi un'occasione sprecata. L'Ordine degli avvocati di Vicenza con grande senso di rispetto per le istituzioni aveva rivolto un accorato appello al Ministro della Giustizia e al Presidente della Repubblica, segnalando le difficoltà del settore penale. Quello che invece oggi abbiamo ascoltato è la dimostrazione che quell'appello non è stato raccolto. Voglio ricordare al Governo che la provincia di Vicenza continua ad essere, pur in questa fase difficile, la prima provincia industriale d'Italia per valore pro capite, un autentico motore del Paese e quindi la nostra provincia, una simile provincia non meritava una risposta così evasiva e generica e reputo tale risposta un autentico affronto alla nostra comunità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. La deputata Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Posso ritenermi abbastanza soddisfatta della risposta. Le problematiche evidenziate nell'interrogazione non caratterizzano purtroppo soltanto l'attuale situazione in cui versa il settore giustizia in Veneto ma si ravvisano in molte altre sedi giudiziarie nel nostro Paese che da anni lamentano criticità diverse soprattutto per l'inadeguatezza delle piante organiche relative a magistrati, cancellieri e in generale a tutti gli operatori della giustizia con enormi rallentamenti nello smaltimento dell'ingente mole di lavoro loro affidata e a cui si aggiungono l'inadeguatezza di fondi per le opere di edilizia sanitaria, anche per quelli relativi al completamento di opere che da anni attendono di essere completate, e la carenza di investimenti che garantiscano all'apparato giudiziario di fornire un servizio efficiente e adeguato ai cittadini per cui è assolutamente necessario un intervento tempestivo che restituisca ai cittadini speranza e fiducia nella macchina della giustizia troppo spesso farraginosa e lenta.

(Iniziative, anche normative, volte a prevedere un adeguato sistema di comunicazione degli esiti dei ricorsi al prefetto in merito a sanzioni per violazioni del codice della strada - n. 2-00600)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Baldelli ed altri n. 2-00600 (Vedi l'allegato A). Chiedo al deputato Baldelli se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. La illustra, prego.

SIMONE BALDELLI (FI). Velocissimamente, Presidente. Se si fa un ricorso al prefetto, lo si porta magari al comando dei vigili e, se si domanda cosa ne sarà, la risposta che ti danno è la seguente: se non le arriva niente a casa, vuol dire che è stato accolto; altrimenti significa che è stato rigettato e quindi le arriverà la sanzione raddoppiata con tutte le conseguenze del caso. Forse è il caso di prevedere che uno che fa ricorso possa andare a consultare o sul sito della prefettura o sul sito del comune, in base al numero di verbale, l'esito del ricorso. Per cui credo sia una questione di civiltà e credo sia anche una questione di buonsenso e quindi, a questo punto, chiediamo se il Governo, almeno su questo, intenda prendersi un impegno e ringrazio la sottosegretaria Malpezzi per la presenza e per la risposta. Io avrei dovuto discutere l'interpellanza qualche minuto fa ma ero impegnato nella Conferenza dei presidenti di gruppo, per cui mi scuso per il ritardo.

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Simona Flavia Malpezzi, ha facoltà di rispondere.

SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. In via preliminare appare opportuno evidenziare che in base all'articolo 203 del codice della strada, entro 60 giorni dalla notifica del verbale di accertamento, l'interessato può accedere al pagamento in misura ridotta della sanzione. Ricordo che, a seguito di un recente intervento normativo, detta somma è ulteriormente ridotta del 30 per cento ove il pagamento sia effettuato entro cinque giorni dalla contestazione o dalla notificazione, salvo che per la specifica infrazione non sia prevista la confisca del veicolo o la sospensione della patente. L'interessato, sempre entro 60 giorni, può proporre avverso il verbale di accertamento ricorso al prefetto ovvero opposizione al giudice ordinario. Per quanto attiene, nello specifico, la proposizione del ricorso al prefetto, lo stesso può essere presentato, sia tramite l'organo accertatore che ha elevato la sanzione, che direttamente al prefetto. In quest'ultimo caso il procedimento istruttorio prevede, entro trenta giorni dalla ricezione del ricorso, la trasmissione degli atti all'ente cui appartiene lo stesso organo accertatore che, a sua volta, entro 60 giorni, è tenuto a rimettere al prefetto le controdeduzioni del caso. Ricevuta la citata documentazione il prefetto deve adottare la sua decisione entro i successivi 120 giorni. La legge stabilisce la perentorietà di tali termini che peraltro si cumulano tra loro. La Corte di cassazione ha stabilito la cumulabilità dei due termini che consente al prefetto di usufruire per il complessivo svolgimento della sua attività di accertamento e decisione del tempo massimo previsto dalla somma dei predetti termini. Sempre secondo la Suprema Corte, le due fasi del procedimento amministrativo di ricorso al prefetto non sono autonome, bensì costituiscono ripartizioni di un unico procedimento. Conseguentemente, per stabilire se un'ordinanza-ingiunzione è tempestiva, è necessario avere riguardo alla circostanza che il ricorso sia stato presentato all'organo accertatore oppure al prefetto. Nel primo caso l'ordinanza deve essere emessa entro 180 giorni (60 più 120), dalla ricezione del ricorso; nel secondo caso entro 210 giorni (30 più 60 più 120). Decorsi detti termini senza che sia stata adottata l'ordinanza da parte del prefetto, il ricorso si intende accolto e si tratta dell'ipotesi di silenzio-assenso prevista nella fattispecie dall'articolo 204, comma 1-bis, del codice della strada. La procedura fissata dal legislatore prevede, infine, al comma 2 dell'articolo 204, in 150 giorni il termine entro cui deve essere notificata al ricorrente l'ordinanza-ingiunzione emanata dal prefetto. Qualora, invece, il ricorso sia accolto, il prefetto emette un'ordinanza motivata di archiviazione degli atti e la comunica all'organo accertatore che ha elevato la sanzione. Quest'ultimo è tenuto a darne notizia al ricorrente. Appare opportuno aggiungere pertanto che il ritardo o l'omissione della comunicazione medesima non producono alcun effetto negativo per il ricorrente.

Tali termini, stabiliti dal legislatore, tengono conto del carico di lavoro delle prefetture in materia di sistema sanzionatorio-amministrativo, che, ricordo, attiene ad ambiti anche diversi dalla circolazione stradale, e hanno avuto nel corso degli anni una progressiva estensione, di cui l'ultima con il decreto legislativo 15 gennaio 2016, n. 8, recante “Disposizioni in materia di depenalizzazione”.

In merito a quanto prospettato dall'onorevole interpellante sulla possibilità di pubblicare gli esiti del ricorso al prefetto su un'apposita sezione del sito della prefettura, informo che in alcune sedi è operativo il cosiddetto sistema informativo Sana. Detto sistema consente già la gestione automatizzata dei procedimenti relativi ai ricorsi al prefetto in materia di violazione al codice della strada e, grazie allo stesso, il cittadino che ha presentato ricorso può consultarne lo stato della trattazione attraverso uno specifico portale, tramite l'inserimento di alcune informazioni relative alla propria istanza. Il sistema informativo Sana è in via di progressiva estensione a tutte le prefetture, e sarà oggetto di una graduale reingegnerizzazione a partire dai primi mesi del 2020.

PRESIDENTE. Il deputato Simone Baldelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, io sono, a seconda dell'ottimismo o del pessimismo del momento, parzialmente soddisfatto, ma anche parzialmente insoddisfatto. Soddisfatto nella parte intanto di aver ricevuto una risposta, e già questo di questi tempi è un fatto da salutare con gioia; e anche per il fatto che il sistema operativo Sana nell'idea del Governo sia prossimo ad essere incentivato, e quindi diffuso. Non so quanto sia sufficiente, però la cosa che dico è che noi abbiamo dei tempi molto, molto lunghi; atteso che questi ricorsi vengano effettivamente vagliati, visti, perché ci sono anche leggende, narrazioni - come si dice oggi - secondo le quali si risponde e i ricorsi si rigettano quasi in fotocopia.

Ma il principio è: 180 giorni sono sei mesi. Noi possiamo pensare che una famiglia, un automobilista o un motociclista che ricevono una multa di 100 euro debbano aspettare sei mesi per sapere se ne devono pagare 200? Con tutto il pasticcio che c'è, legato, per esempio, alla decurtazione dei punti, nel senso che, se io faccio ricorso, anziché al prefetto, al giudice di pace, però devo comunque comunicare all'organo accertatore che ho fatto il ricorso al giudice di pace, perché così mi si sospende la decurtazione dei punti, altrimenti io perdo i punti. Oppure il pagamento in misura ridotta: se io pago in misura ridotta, cautelandomi, è un'ammissione di colpa, per cui non devo pagare, e poi però il pagamento in misura ridotta non so neanche se viene o no ammesso, una volta che ti viene respinto il ricorso; ma non credo, perché la multa è raddoppiata.

Per cui, insomma, un grande pasticcio intorno a quella che è diventata per molte amministrazioni locali una questione di sopravvivenza. Io mi limito a sottolineare il fatto che qualche tempo fa, in ordine alla disciplina degli autovelox, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ci ha risposto in Commissione che le è arrivato l'allarme delle province e dei comuni, per cui il Governo ha difficoltà a disciplinare, dopo dieci anni, l'uso dello strumento degli autovelox, perché i comuni e le province dicono che altrimenti saltano i loro bilanci. C'è, allora, qualcosa di profondamente storto in questo meccanismo.

Intanto, ben venga il sistema operativo Sana, ma insomma, io non lo so, il comune di Roma ha 24 mila dipendenti: ci sarà uno che si può mettere lì a scrivere e a mettere su un sito il fatto che il ricorso sul verbale n. 1234567 è stato rigettato oppure è stato accolto: insomma, non credo che sia una grande fatica, al di là del sistema operativo delle prefetture. Fatelo fare a qualcuno! Date indicazioni che questa cosa la si faccia!

Che la si faccia a invarianza di risorse investite, perché comunque gli uffici il personale ce l'hanno, i comuni i siti ce li hanno, per cui una pagina sia dedicata a questa roba: che diventa un modo per non far perdere tempo ai cittadini! Se uno presenta un ricorso rischiando di pagare la multa raddoppiata, è perché pensa di avere ragione, perché pensa che quella multa gli sia stata comminata in maniera sbagliata.

Noi dobbiamo allora essere dalla parte del cittadino, che magari ritiene leso un proprio diritto. Poi, se dopo una valutazione vera e attenta del ricorso, il ricorso viene rigettato, pazienza; ma se il ricorso viene accolto, perché uno deve aspettare sei mesi, quando col silenzio assenso è tenuto… Lei mi ha letto un testo in cui c'è scritto che l'ente accertatore “è tenuto a darne notizia al ricorrente”: se è tenuto a darne notizia, è tenuto! Diamo, allora, almeno formalmente seguito a questa cosa: è tenuto a darne notizia, e si ritiene che abbia ottemperato a questo obbligo attraverso la pubblicazione sul sito del comune.

Non è difficile: ogni comune ha un sito, anche quelli più piccoli, che peraltro spesso e volentieri vivono di cassa con le multe. Per cui il comunello che manda avanti il proprio bilancio grazie all'autovelox piazzato sulla strada statale, sulla strada provinciale, ebbene, si attrezzerà anche per fare in modo che, se poi c'è il ricorso, pubblica l'esito del ricorso sulla propria pagina. Perché io credo sia un diritto quello di sapere che fine fanno. Così come con grande celerità ti dormono sullo zerbino quando devi pagare, o ti mandano la cartella esattoriale, o ti applicano l'interesse sulla cartella esattoriale non pagata che, se non sbaglio, è del 6 per cento a semestre: una roba che siamo nel mondo del tasso usuraio, ecco!

Per cui ci sono tante cose e vanno messe in fila. Io ringrazio il Governo per avermi risposto, anche per la risposta elaborata, che ho apprezzato, ma c'è tanto da fare.

Allora, mi rivolgo alla sottosegretaria Malpezzi, che per sua natura, essendo sottosegretaria per i rapporti con il Parlamento, ha il dono dell'onniscienza, e anche la facoltà di trasferire ai Dicasteri interessati, se vi sono proposte, esiti nelle interpellanze che ha la buona cura e la disponibilità di venire a discutere per conto terzi, cosa per la quale la ringrazio ancora una volta. Ecco, forse il messaggio che può arrivare al Dicastero interessato - nel caso specifico l'Interno - è quello di dare disposizioni affinché quel “tenuto a darne notizia al ricorrente” diventi operativo attraverso una circolare ai comuni, che dica ai comuni: svegliatevi, mettete su questa roba. Avete sui siti migliaia di cose? Metteteci pure questa: magari molte sono meno utili, questa forse è utile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative di competenza in materia di requisiti per l'assunzione della carica di presidente di camera di commercio, alla luce di dichiarazioni di Pietro Agen, presidente della Camera di commercio del Sud Est Sicilia, relative alla sua appartenenza ad una loggia massonica - n. 3-01042)

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico, Alessandra Todde, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Suriano n. 3-01042 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRA TODDE, Sottosegretaria di Stato per lo Sviluppo economico. Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in discussione, rappresento in via preliminare che la Sicilia è una regione a statuto speciale, e che la materia delle camere di commercio è regolamentata dalla legge regionale del 2 marzo 2010, n. 4, che dispone l'applicazione, in quanto compatibili con l'ordinamento regionale, delle disposizioni della legge 29 dicembre 1993, n. 580, e delle disposizioni transitorie e finali al decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 23.

Ai sensi degli articoli 11 e 16 della legge su richiamata, il presidente della camera è eletto tra i componenti del consiglio camerale, entro 30 giorni dalla nomina del consiglio stesso, con la maggioranza dei due terzi dei componenti medesimi. L'articolo 12, comma 5, stabilisce, al riguardo, che il consiglio camerale è nominato dal presidente della giunta regionale, mentre l'articolo 13 prevede i requisiti per accedere alla carica di consigliere camerale nonché le cause ostative alla nomina medesima.

Tra le cause ostative che comportano la decadenza dalla carica di consigliere, in particolare, è previsto che “non possano fare parte del consiglio coloro che siano iscritti ad associazioni operanti in modo occulto o clandestino e per la cui adesione siano stati richiesti un giuramento o una promessa solenne”.

Tuttavia il provvedimento che dichiara la citata decadenza è adottato dall'autorità competente per la nomina; pertanto - si evidenzia - l'adozione dell'eventuale provvedimento di rimozione dalla carica risulta esplicitamente attribuita all'autorità regionale (legge n. 580 del 1993). Pertanto, alla luce della problematica emersa, i competenti uffici del Ministero dello Sviluppo economico hanno preso contatti con l'assessorato alle attività produttive della regione Sicilia, per conoscere se siano stati o meno valutati gli aspetti inerenti la permanenza della nomina in discussione. Allo stato attuale siamo in attesa delle richieste informazioni e sarà nostra cura provvedere a un pronto aggiornamento. Per ciò che concerne la diffida del Codacons, il MiSE ha sentito il Ministero dell'Interno, che ha riferito quanto segue. In data 23 maggio la prefettura di Catania ha ricevuto, da parte del Codacons, la diffida, peraltro reiterata e sollecitata in data 16 settembre, a far dichiarare la decadenza del presidente della camera di commercio del sud-est Sicilia, cui si fa cenno all'interrogazione in esame. Tale diffida è stata formulata in considerazione della circostanza che il presidente della camera di commercio avrebbe eluso le norme statutarie dell'ente. Al riguardo - riferisce la citata prefettura - si sono condotti gli opportuni approfondimenti ed è emerso che, come già ricordato, alla luce della normativa vigente, è la regione siciliana ad avere la competenza esclusiva in materia di vigilanza e controllo sugli organi camerali. Pertanto, la prefettura, lo scorso 27 settembre, ha provveduto a trasmettere al presidente della regione siciliana e all'assessorato regionale all'economia l'atto di diffida in oggetto, per i profili di propria competenza. In conclusione, ferma restando la competenza della regione a statuto speciale in materia di vigilanza della camera di commercio di cui si discute, il Ministero dello Sviluppo economico potrà aggiornare tali informazioni, se richiesto, alla luce dell'ulteriore documentazione, che la camera di commercio interessata si è riservata di inviare.

PRESIDENTE. La deputata Suriano ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione, per cinque minuti.

SIMONA SURIANO (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio la sottosegretaria per la risposta. Mi ritengo ovviamente soddisfatta, perché conferma quanto già da noi appunto sospettato. Infatti, le denunce e le richieste sono state rivolte anche alla regione siciliana. Ovviamente, non ci siamo limitati a chiedere al Ministero se conoscesse, appunto, la gravità della situazione di un presidente della camera di commercio che ha pubblicamente dichiarato di essere iscritto alla massoneria, ma “in sonno”. Lo stesso giornalista ha ricordato che non ci si tira fuori mai dalla massoneria: chi è massone lo è per sempre. A noi preme avere chiarezza su questa figura, perché attualmente la camera di commercio del sud-est, che detiene una quota importante della società di gestione dell'aeroporto catanese, ha intenzione di dismettere queste quote. Quindi, abbiamo interesse che quanto mai questa operazione avvenga nella maggiore trasparenza, anche di chi conduce questa operazione di alienazione, dove appunto l'aeroporto di Catania per la Sicilia orientale è un bene essenziale per i cittadini siciliani. Quindi, chiediamo quanto mai trasparenza, chiediamo al presidente della regione siciliana che dia definitivamente una risposta, perché appunto la competenza, come ha giustamente ricordato, è sua. La Sicilia ha recepito, con legge regionale, la legge nazionale, quindi, rimane l'incompatibilità della figura del presidente della camera di commercio del sud-est, proprio per quanto previsto dalla legge n. 580 del 1993. Quindi, ringrazio la sottosegretaria e il Ministero per la risposta. Ovviamente chiediamo, se avrete ulteriori ragguagli e informazioni, di farcele sapere. Noi continueremo a chiedere anche al presidente della regione di pronunciarsi quanto prima.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendo a questo punto brevemente la seduta, che riprenderà per la lettura degli esiti della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo e dell'ordine del giorno della prossima seduta.

La seduta, sospesa alle 12,10, è ripresa alle 12,55.

Assegnazione alla V Commissione (Bilancio) del disegno di legge di bilancio.

PRESIDENTE. A norma del comma 1 degli articoli 72 e 120 del Regolamento, il seguente disegno di legge è assegnato alla V Commissione (Bilancio), in sede referente, con il parere di tutte le altre Commissioni permanenti e della Commissione parlamentare per le questioni regionali:

S. 1586. - "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022" (approvato dal Senato) (2305) e relativa nota di variazioni (2305/I).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stata stabilita la seguente articolazione dei lavori per l'esame del disegno di legge n. 2305 – Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022 (Approvato dal Senato):

l'esame presso le Commissioni di settore dovrà concludersi entro le ore 14 di giovedì 19 dicembre;

l'esame presso la Commissione Bilancio dovrà concludersi entro sabato 21 dicembre;

l'esame in Assemblea avrà luogo domenica 22 dicembre, a partire dalle ore 9,30, con prosecuzione nella giornata del 23 dicembre.

Ai fini dell'esame in Assemblea, i termini per la presentazione degli emendamenti e degli ordini del giorno sono fissati, rispettivamente, alle ore 9,30 e alle ore 12 di domenica 22 dicembre.

Il termine per le iscrizioni a parlare nella discussione sulle linee generali in Assemblea è fissato alle ore 16 di sabato 21 dicembre.

Le votazioni per l'elezione di due componenti il Garante per la protezione dei dati personali e di due componenti l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, già previste per la giornata di giovedì 19 dicembre, alle ore 10,30, sono differite ad altra data.

E' altresì differita ad altra data la convocazione delle Commissioni bicamerali di inchiesta sul sistema bancario e finanziario e sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto”, ai fini della loro costituzione, già prevista per giovedì 19 dicembre, alle ore 9.

L'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge di bilancio n. 2305 e dell'eventuale nota di variazioni, nonché della mozione n. 1-00302 concernente iniziative urgenti volte a far fronte alla rilevante carenza di segretari comunali, anche tramite un'efficace semplificazione e accelerazione delle procedure selettive, sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Vedi l'allegato A).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 18 dicembre 2019 - Ore 15:

1. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 13.