XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 231 di mercoledì 2 ottobre 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Bergamini, Brescia, D'Ambrosio, D'Ettore, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Angelis, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Ferri, Gregorio Fontana, Galantino, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giachetti, L'Abbate, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Maschio, Mauri, Montaruli, Morani, Nardi, Rizzo, Paolo Russo, Scalfarotto, Schullian, Stumpo, Tasso, Tateo e Vitiello sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centouno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato della Repubblica, con lettera in data 1° ottobre, ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per le questioni regionali la senatrice Erika Stefani, in sostituzione del senatore Maurizio Campari, dimissionario.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente. Ieri sera abbiamo visto, tutti e tutte, immagini che non avremmo, credo, mai voluto vedere. È successo a Roma qualcosa di molto grave. Durante un presidio pacifico e in una situazione di assoluta tranquillità, lavoratori e lavoratrici di Roma Metropolitane sono stati oggetto, tutti e tutte, di un intervento spropositato, di un atto di forza delle forze dell'ordine, mi scusi il gioco di parole, durante il quale sono rimasti feriti sindacalisti, lavoratori, lavoratrici e anche l'onorevole Stefano Fassina, un deputato della Repubblica. La cosa è di una gravità assoluta.

Sarebbe stato altrettanto grave se fosse successo a qualsiasi deputato o a qualsiasi deputata di questa Camera, a maggior ragione in una situazione di assoluta tranquillità e in un contesto nel quale l'onorevole Fassina si era da tempo qualificato con chi in quel momento dirigeva le operazioni in piazza, segnalando la sua presenza - come era accaduto in tante altre occasioni, come è accaduto, credo, nell'esperienza e nella storia politica di ciascuno e di ciascuna di noi molte volte - non solo come atto di solidarietà rispetto ai lavoratori e alle lavoratrici, ma anche come strumento potenziale per fluidificare, costruire elementi di mediazione e svolgere la propria funzione, quella che è attribuita ai parlamentari della Repubblica.

L'onorevole Stefano Fassina è stato poi trasportato all'ospedale e dimesso in tarda serata con una prognosi di venti giorni, un trauma da schiacciamento toracico.

Io credo che quello che è accaduto ieri sera sia inaccettabile. Chiedo che il Governo venga a riferire su quello che è accaduto. Abbiamo letto ieri sera le parole della Ministra Lamorgese: bene che abbia riaffermato, nella determinazione ad accertare le responsabilità, la necessità che siano garantiti fino in fondo i diritti a manifestare, ma questo non è sufficiente. Non ci accontentiamo delle parole di circostanza della Questura di Roma, che in serata si è limitata a specificare che non ci sono state cariche con caschi e manganelli: questo lo sappiamo, lo abbiamo visto tutti. Tuttavia, l'intervento di ieri sera è stato spropositato, ingiustificato e del tutto inaccettabile.

Chiediamo, dunque, che il Governo venga a riferire, che sia chiaro chi ha gestito ieri sera la catena di comando, chi ha dato l'ordine, e chiediamo che su questo il Parlamento nella sua interezza dica una parola chiara, anche per rivendicare la funzione fondamentale che è attribuita a ciascuno e a ciascuna di noi, che non può essere trattata, come è successo ieri sera nel corso della manifestazione all'onorevole Fassina, come una presenza inesistente o perfino turbativa rispetto allo svolgimento di operazioni come quelle che abbiamo visto ieri di fronte alla sede di Roma Metropolitane.

Dunque, chiediamo che su questo vi sia al più presto una presenza del Governo per riferire e dare fino in fondo chiarezza e ci auguriamo - sarebbe cosa di buonsenso - che all'onorevole Fassina, che come ho detto è finito all'ospedale, arrivino, invece che le giustificazioni, anche le scuse da parte della Polizia di Roma Capitale e, in particolare, della Questura (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borghi sullo stesso tema. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. A nome del gruppo del Partito Democratico, desidero associarmi alle osservazioni fatte dal collega Fratoianni e sottolineare come il fatto in sé rappresenti sicuramente un elemento di gravità, che non può essere sottaciuto e rispetto al quale la nostra solidarietà al collega Fassina è piena.

Riteniamo che i diritti che sono in campo siano diritti significativi, sia quelli della tutela e della salvaguardia del lavoro di ciascuno, sia quelli della sicurezza, e non debbano essere mai, in alcun modo, contrapposti.

Ci ha fatto piacere - quindi, sotto questo profilo, riteniamo sia un elemento di garanzia - che la Ministra Lamorgese sia immediatamente intervenuta, disponendo verifiche rispetto alla catena di comando e rispetto alle responsabilità che un fatto di questo genere comporta.

Crediamo che debbano essere formulate in maniera pubblica, perché un rappresentante della nazione che siede in questo Parlamento, in ogni caso, qualunque sia lo schieramento al quale appartiene, qualunque sia la fede politica che professa, non deve essere trattato come ieri è stato trattato l'onorevole Fassina e, anzi, deve essere messo in condizione di poter esprimere le proprie opinioni e il proprio mandato in assoluta libertà e senza alcuna costrizione.

Quindi, sotto questo profilo, riteniamo che il percorso che - siamo certi - il Ministro ha avviato sarà in grado di appurare fino in fondo quelle che sono le responsabilità su un fatto come questo, per il quale rinnoviamo la nostra solidarietà al collega interessato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Naturalmente, la richiesta di presenza del Governo in Aula su questo argomento è già stata comunicata, quindi, onorevole Fratoianni, facciamo - da parte, immagino, di tutti i colleghi dell'Aula - i migliori auguri al collega Fassina, perché torni presto a questo lavoro e si rimetta presto in salute.

Non essendovi altre richieste di intervento, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 9,55.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 9,55.

Annunzio della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2019.

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 1° ottobre 2019, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 7, comma 2, lettera b), e 10-bis della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2019 (Doc. LVII, n. 2-bis).

Con la medesima lettera, il Presidente del Consiglio dei ministri ha altresì trasmesso la relazione ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Doc. LVII, n. 2-bis - Annesso).

Alla Nota sono inoltre allegati:

la nota illustrativa sulle leggi pluriennali di spesa in conto capitale a carattere non permanente, di cui al comma 3 del predetto articolo 10-bis della legge n. 196 del 2009 (Doc. LVII, n. 2-bis - Allegato I);

il rapporto programmatico recante gli interventi in materia di spese fiscali, di cui al comma 5-bis del medesimo articolo 10-bis (Doc. LVII, n. 2-bis - Allegato II);

il rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva, di cui al comma 1 dell'articolo 10-bis.1 della predetta legge n. 196 del 2009 (Doc. LVII, n. 2-bis - Allegato III);

la relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva, predisposta ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 10-bis.1 (Doc. LVII, n. 2-bis - Allegato IV).

La Nota di aggiornamento e l'ulteriore documentazione richiamata sono trasmesse alla V Commissione (Bilancio) e, per il parere, a tutte le altre Commissioni permanenti e alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1460 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 agosto 2019, n. 75, recante misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali. Sanatoria degli effetti del decreto-legge 11 luglio 2019, n. 64 (Approvato dal Senato) (A.C. 2107) (ore 9,57).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2107: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 agosto 2019, n. 75, recante misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali. Sanatoria degli effetti del decreto-legge 11 luglio 2019, n. 64.

Ricordo che nella seduta del 1° ottobre si è conclusa la discussione generale, e la relatrice ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2107)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato, al quale non sono state presentate proposte emendative (Vedi l'allegato A).

Avverto che dopo l'esame degli ordini del giorno non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 2107)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ha ritenuto ammissibile l'ordine del giorno Foti n. 9/2107/1, che, essendo volto ad impegnare il Governo ad esprimere una valutazione su una materia che non rientra nell'ambito delle sue competenze, si pone in contrasto con l'articolo 88, comma 1, del Regolamento.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, io non contesto la scelta che lei ha fatto, perché oltretutto non vi sarebbero mezzi diversi per potere far rivedere la sua decisione, salvo un suo ripensamento, per le osservazioni che mi permetto di svolgere in questa sede.

L'ordine del giorno è perfettamente in linea con il decreto-legge. Perché? Perché questo decreto-legge di fatto proroga al 31 dicembre 2019 il comitato, che è scaduto in realtà ormai da mesi, esattamente dal 19 giugno, il comitato relativo al Collegio del Garante per la protezione dei dati personali. Su questo non vi è dubbio. Non siamo neppure in regime di prorogatio, perché la prorogatio che il Consiglio di Stato aveva ammesso era una prorogatio di 60 giorni al massimo, il cui termine, come le è noto, scadeva nel mese di agosto 2019. A tal punto che è stata non a caso presentata una norma, oggi in fase di conversione, essendo stato utilizzato lo strumento del decreto-legge, per prorogare la funzionalità del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali fino al 31 dicembre.

Qual è la ratio dell'ordine del giorno? Vi è una parte che potremmo definire legislativa, quella che ci interessa oggi, che è collegata però ad una parte, che potremmo definire non legislativa ma amministrativa, cioè il bando attraverso il quale poi i Presidenti di Camera e Senato scelgono i componenti del Collegio. Ora, l'avviso è stato emesso il 19 aprile, giustamente rispetto al termine in allora fissato della durata del Collegio medesimo del 19 giugno. È evidente che vi poteva essere anche una situazione di una persona che al 19, 20, 25 aprile non aveva la possibilità di presentare la domanda, perché incompatibile o ineleggibile in quel momento, ma che oggi, stante la proroga dei termini, potrebbe essere perfettamente compatibile e perfettamente eleggibile.

E allora qui si apre un vulnus tra una norma che dice una cosa e una pratica che rimane ferma e ne sostiene un'altra. Si dirà che l'impegno al Governo potrebbe essere quello di modificare la norma, ma in realtà la norma il Governo l'ha modificata, perché il Collegio, come noi abbiamo visto, è stato dilatato nelle sue competenze, ancorché per l'ordinaria amministrazione, al 31 dicembre 2019.

E allora vado alla conclusione. A me pare che il sostenere che il Governo, come noi riteniamo nell'ordine del giorno, valuterebbe favorevolmente… Il che non significa che se i Presidenti di Camera e Senato non lo fanno, allora la valutazione sarebbe negativa! Ma di valutare favorevolmente la possibilità che i Presidenti di Camera e Senato riaprano, anche se per un brevissimo tempo, la possibilità di presentare le domande per essere nominati in questo Collegio, ebbene, mi pare che sia ragionevole. Non penso neanche che ci siano effettivamente precedenti: tradizionalmente è ovvio che l'attività degli ordini di coloro i quali presentano l'ordine del giorno è rivolta ad un impegno al Governo perché il Governo faccia; in questo caso il Governo esprime soltanto un giudizio, potrebbe esprimere soltanto un giudizio in questo momento, dicendo: ferma restando l'autonomia del Presidente di Camera e Senato, se riaprono i termini, per quanto ci riguarda non vi sono elementi a contrario, atteso che noi i termini entro i quali potranno operare non più in prorogatio, ma in differimento di termini i componenti del Collegio li abbiamo già decisi nella data del 31 dicembre.

Io quindi le chiedo (e ho concluso, signor Presidente) se ella potrebbe valutare l'opportunità di rivedere la sua decisione, e in ogni caso se potrebbe trasmettere questa mia richiesta al Presidente della Camera, perché in accordo col Presidente del Senato riaprano i termini, come dovrebbe essere fatto in uno Stato di diritto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Foti, lei mi sembra che abbia interpretato bene anche nel suo intervento la non competenza del Governo ad intervenire in questa materia, che è l'oggetto dell'inammissibilità dell'ordine del giorno. Comunque farò presente questa sua richiesta, che ha formulato all'interno del suo intervento.

Per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mulè. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, intervengo per richiamo al Regolamento: articolo 5, in particolare il comma 6, anche sull'ordine dei lavori.

Presidente, noi oggi pomeriggio siamo convocati per votare l'elezione di un questore e di un segretario di Presidenza. L'articolo 5…

PRESIDENTE. Onorevole, Mulè, mi scusi. Colleghi, richiamerei maggior silenzio in Aula. Colleghi, richiamerei maggior silenzio in Aula. Colleghi… Grazie. Prego, onorevole Mulè.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, l'articolo 5 disciplina, come ben sa, la composizione dell'Ufficio di Presidenza, e prevede in maniera precisa che nell'Ufficio di Presidenza devono essere rappresentati tutti i gruppi parlamentari esistenti all'atto delle elezioni e quelli sopravvenuti durante la legislatura. Bene, in questo momento nell'Ufficio di Presidenza sono rappresentati tutti i gruppi esistenti, anche postumi rispetto all'inizio della legislatura, all'interno dell'Ufficio di Presidenza. Siccome questa è una casa di vetro, le notizie che arrivano sono che nel pomeriggio saranno indicati due componenti da parte del gruppo del MoVimento 5 Stelle, in sostituzione del questore e del segretario. Se ciò avvenisse, Presidente, si dovrebbe dare luogo ad una nuova elezione di un segretario, magari la prossima settimana, riconvocando l'Aula, e dando vita ad una sorta di bulimia di questo Ufficio di Presidenza, che, secondo il nostro punto di vista, ubbidirebbe non a necessità di buon andamento di esso, ma a necessità politiche che risiedono nella necessità di avere una maggioranza in capo a chi attualmente governa, e quindi alla maggioranza dell'Esecutivo, all'interno dell'Ufficio di Presidenza.

Allora, il comma 6 dell'articolo 5 recita: “Prima di procedere all'elezione ai sensi dei commi 4 e 5, il Presidente della Camera promuove le opportune intese fra i gruppi”: siccome il Presidente della Camera è persona assai, assai sensibile ai termini dell'economia, in senso lato e in senso particolare, io inviterei caldamente la Presidenza della Camera ad attivarsi, se già non l'ha fatto, affinché si eviti, Presidente - nel nome di quello che all'esterno sarebbe un segnale bruttissimo nel momento in cui la Camera si prepara ad un taglio o a tagliare i parlamentari - di dare questo segnale all'esterno dell'elezione inutile, Presidente, di un nuovo Segretario, dal momento che, attualmente, tutti i partiti sono rappresentati nell'Ufficio di Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). La prego di attivarsi immediatamente, affinché questo pomeriggio noi non offriamo all'esterno uno spettacolo che contraddice in radice quello che viene detto fuori da quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mulè. Prendo nota delle sue richieste: credo che i parlamentari, quando voteranno, lo faranno in maniera libera. Le intese, il Presidente, è chiaro che le ha sempre favorite, poi ci sono i casi in cui si è proceduto alla surroga di componenti, in cui ci sono state le dimissioni, che sono state sempre gestite in maniera diversa.

Comunque, il suo intervento è prezioso e, senz'altro, il Presidente ne farà buon uso.

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2107)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Io volevo solo richiamare l'attenzione dell'Aula sul fatto che stiamo per votare un provvedimento che presenta una proroga, fino alla fine dell'anno, del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali. Questo è il risultato anche di un' impasse che si è avuta, che continua ad esserci, ma soprattutto che si è avuta, che ha portato ad una situazione per cui questa Autorità è sostanzialmente paralizzata, è sostanzialmente ferma già da diversi mesi.

Lo dico, e lo ricordo a tutti i colleghi, perché stiamo parlando di un'Autorità che è riconosciuta direttamente dal diritto europeo e dal diritto comunitario: l'articolo 8 della Carta dei diritti fondamentali, l'articolo 16 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

Sappiamo tutti che gli europei si vantano correttamente di aver adottato il famoso GDPR e, quindi, questa normativa comunitaria di protezione dei dati che è attuabile, è attuata ed è in attuazione dal 25 maggio 2018, cioè, praticamente, da oltre un anno, però noi non ci stiamo dotando, come Paese, di una Autorità che sia messa nelle condizioni di funzionare.

Che cosa comportano questa paralisi e questa proroga, dal momento che stiamo prorogando le funzioni ordinarie, sostanzialmente? Proroga tanti limiti alla nostra capacità d'azione su questioni fondamentali. Le riassumo velocemente: la prima concerne il fatto che il Garante è bloccato nell'attività significativa che può svolgere rispetto alla tutela dei diritti individuali, e sappiamo tutti benissimo, dentro quest'Aula, in che epoca viviamo, in che situazione viviamo, quanto veloce sia, ad esempio, lo sviluppo della tecnologia e le implicazioni che il progresso tecnologico ha sulla privacy, sulla tutela dei dati, dei diritti fondamentali e delle libertà fondamentali associate a questo.

Secondo: non solo questa attività è sostanzialmente bloccata, ma è ultra bloccato qualsiasi tipo di attività di controllo che l'Autorità del Garante esercita nei confronti degli enti e dei privati che si occupano del trattamento dei dati.

Terzo punto, cito solo questi tre per riassumerli e per semplificare: c'è tutta una normativa secondaria che l'Autorità del Garante deve mettere in atto. Faccio solo due esempi: il trattamento dei dati giudiziari da parte dei tribunali, il trattamento che viene fatto dei dati genetici, biometrici, sanitari.

Presidente, noi ovviamente ci rendiamo conto che, essendo scaduti i termini, non possiamo paralizzare del tutto l'istituzione e che si creerebbe un vulnus senza precedenti, quindi, capiamo il senso di questo provvedimento di proroga.

Vorremmo, però, segnalare in maniera molto netta che stiamo arretrando rispetto alla capacità dell'Italia di tenere il passo con gli altri Paesi europei su una questione fondamentale, che è la tutela dei diritti individuali e dei dati legati alla protezione dei dati individuali. E questo arretramento, il fatto che stiamo abbassando il livello di guardia e che stiamo abbassando, nei fatti, la nostra capacità di essere uno dei Paesi all'avanguardia in Europa e nel mondo, attraverso l'Europa, su questo, non è certamente una bella notizia, soprattutto se non ci sono delle ragioni oggettive che hanno portato a questa impasse, ma delle ragioni che sono più legate al mancato accordo politico su cui deve, poi, essere nominata questa Autorità.

Quindi, chiudo con un chiaro invito a tutta l'Aula e, ovviamente, ai Presidenti di Camera e Senato, a fare in modo che, alla luce delle considerazioni che facevo poc'anzi, quando finalmente supereremo questo stato di proroga e, quindi, ridaremo piena legittimazione e piena operatività al Garante, almeno, abbiamo perso del tempo significativo; facciamo in modo che le persone che, poi, guideranno questa Autorità siano le più competenti e le migliori di cui il Paese dispone per poterci riportare velocemente a quello stato di avanguardia a cui dobbiamo arrivare e che ci meritiamo, proprio per la tutela dei diritti dei nostri concittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali al provvedimento in esame. È evidente l'importanza dell'oggetto in sé, che ovviamente non è la proroga fino al 31 dicembre 2019 del Collegio, ma, come ha sottolineato poc'anzi il collega Fusacchia, l'importanza e il ruolo crescente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali.

Viviamo in un'epoca in cui proprio i dati sono diventati una sorta di miniera da cui estrarre valore, sono diventati, in qualche modo, lo strumento attraverso il quale si governa tutta la nostra vita e, quindi, i limiti che devono essere posti all'invadenza dei cercatori di estrazione di valore credo che siano sotto gli occhi di tutti.

Non posso non osservare il fatto che questo decreto pone delle questioni, però, anche ai due rami del Parlamento: non essere riusciti a rispettare le tempistiche per il rinnovo rappresenta certamente un vulnus. E io credo anche - lo dico in senso autocritico da presidente di gruppo - un richiamo a noi stessi, alla Camera e al Senato, ai due Presidenti e ai presidenti dei gruppi, affinché non ci sia più necessità di provvedimenti come questi e si riesca a rispettare i tempi. Non so anche se non pensare a qualche strumento di tipo legislativo che possa consentire, probabilmente, di anticipare ulteriormente la nomina, quindi anche in presenza del Collegio ancora funzionante, con maggiore anticipo rispetto all'attuale, perché credo che, da questo punto di vista, francamente, usare e, quindi, impegnare il Parlamento con lo strumento del decreto è assolutamente ridondante. Credo che dovremmo prenderci tutti l'impegno affinché questo non possa più e non debba più accadere per il futuro. Ribadisco, comunque, il voto favorevole del gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (IV). Grazie, Presidente. Il disegno di legge che ci apprestiamo a votare reca, in primo luogo, la conversione in legge del decreto-legge n. 75 del 2019, che prevede misure urgenti finalizzate ad assicurare la continuità delle funzioni del Garante per la protezione dei dati personali.

Nel corso della trattazione in Senato è stata, inoltre, inserita nell'articolo 1 del disegno di legge di conversione la sanatoria degli effetti prodotti dal decreto-legge n. 64 del 2019, cosiddetto golden power, relativo all'esercizio dei poteri speciali del Governo in alcuni settori industriali e produttivi, decaduto per la mancata conversione in legge.

L'articolo 1, modificato nel corso dell'esame del provvedimento al Senato, prevede che il Presidente e i componenti del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali continuino ad esercitare le proprie funzioni, limitatamente agli atti di ordinaria amministrazione e a quelli indifferibili e urgenti fino all'insediamento del nuovo Collegio e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2019.

Non più, quindi, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del decreto, quindi il 7 ottobre, come previsto inizialmente.

Il Collegio costituisce l'organo di vertice del Garante per la protezione dei dati personali; è composto da quattro membri, che durano in carica sette anni e non possono essere confermati. I componenti del Collegio, che eleggono nel loro ambito il presidente e un vicepresidente, sono eletti due dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica con voto limitato. Ricordo che la scadenza del Consiglio dell'Autorità era prevista per il 19 giugno 2019, poiché gli attuali membri del Collegio sono stati eletti nelle sedute di Camera e Senato del 6 giugno 2012 e si sono insediati il 19 giugno 2012.

È poi in conformità al parere del Consiglio di Stato del 7 dicembre 2010 che è stato consentito all'attuale Collegio di operare in regime di prorogatio fino al 17 agosto 2019. Il regime di prorogatio, infatti, non può avere durata superiore a sessanta giorni dalla scadenza naturale del mandato del Collegio. Il Consiglio di Stato, nel citato parere, ha infatti precisato come il termine di sessanta giorni non sia ulteriormente prorogabile. Stante, quindi, l'improrogabilità di tale termine, si è ritenuto necessario introdurre nell'ordinamento un'apposita disposizione di legge allo scopo di garantire la funzionalità del Garante per un ulteriore periodo di tempo, in attesa del rinnovo del Collegio. Stiamo parlando, infatti, di un'autorità amministrativa indipendente chiamata ad occuparsi di un aspetto molto delicato della vita delle persone, cioè la protezione dei dati personali. Big data, algoritmi ad uso sociale, raccolta dei dati, profilazione online, fake news, cybersecurity, Internet delle cose, revenge porn, protezione online di minori, cyber bullismo, telemarketing sono solo alcune delle sfide inedite e delicate con cui l'Autorità garante è stata chiamata a confrontarsi negli ultimi anni.

Dico questo per sottolineare che, alla luce dell'estrema rilevanza che riveste l'Autorità garante per la protezione dei dati personali nel sistema complessivo di protezione dei diritti fondamentali dell'individuo, occorre che in tempi molto brevi vengano nominati i nuovi membri del Collegio, perché, se questo ritardo fosse ulteriormente prorogato, ci troveremmo probabilmente nelle condizioni anche di delegittimarne l'attività. Sarebbe quindi forse utile cercare di portare a termine le nomine nei tempi più rapidi possibili proprio per l'importanza che il Collegio del Garante riveste anche nell'ambito della nostra attività parlamentare. A tal proposito, vorrei ringraziare l'attuale Collegio e il presidente per il lavoro svolto in questi anni.

Tornando al provvedimento, con riferimento al disegno di legge di conversione del decreto-legge si evidenzia poi che, sempre nel corso dell'esame al Senato, è stato introdotto il comma 2 dell'articolo 1, che prevede che restino validi gli atti e i provvedimenti adottati e siano fatti salvi gli effetti prodottisi e i rapporti giuridici sorti sulla base del decreto-legge n. 64 del 2019, decaduto per mancanza di conversione. Quest'ultimo decreto-legge interveniva sulla disciplina organica dei poteri speciali del Governo nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni, contenuta nel decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21.

In estrema sintesi, le principali misure previste dal decreto-legge decaduto riguardavano l'ampliamento dell'oggetto di alcuni poteri speciali, specifiche integrazioni agli obblighi di notifica finalizzati all'esercizio di poteri speciali, modifiche alla disciplina dei poteri speciali in tema di tecnologia 5G, per rendere il procedimento sostanzialmente simmetrico rispetto a quello per l'esercizio dei poteri speciali nei settori della difesa e della sicurezza nazionale. Con riferimento ai settori dei trasporti e delle comunicazioni novelle volte a rendere la definizione di soggetto esterno all'Unione Europea simmetrica a quanto disposto in tema di tecnologia e precisare i criteri per determinare se un investimento estero possa incidere sulla sicurezza o sull'ordine pubblico.

Per tutte le ragioni sin qui esposte, dichiaro quindi il voto favorevole anche da parte del gruppo di Italia Viva.

PRESIDENTE. Comunico che, per un mero errore materiale, non è stato incluso tra i deputati collocati in missione il nome del collega Sorte, che è da ritenersi in missione allo stesso titolo dei colleghi della Giunta delle elezioni impegnati nelle attività di verifica delle schede del collegio uninominale 08 della XXIII circoscrizione Calabria.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Collegio oggetto di trattazione quest'oggi si è insediato il 19 giugno 2012, e dunque la scadenza del mandato era prevista per il 19 giugno scorso. In assenza di un rinnovo da parte del Parlamento, in base al parere del Consiglio di Stato del 7 dicembre 2010, è stato consentito all'attuale Collegio di operare in regime di prorogatio fino al 17 agosto scorso, periodo che però non può avere una durata superiore a sessanta giorni dalla scadenza naturale del mandato del Collegio. Questo decreto-legge, oggi oggetto di conversione, è dunque indispensabile per garantire l'operatività di questo organo fondamentale della Repubblica italiana.

Vedete, colleghi, è chiaro a tutti che la sfida è enorme: la presenza, il monitoraggio e il ruolo di guida e di sentinella di questo organo è sempre più importante in un mondo globalizzato, dove si ha il dovere di rispondere istituzionalmente alle problematiche imposte dai nuovi modelli economici, che sono fondati sostanzialmente e in gran parte sullo sfruttamento dei dati.

Ora, gli importanti compiti del Garante li conosciamo bene e il nostro voto, sulla base di queste premesse, diciamo che è in qualche modo obbligato; e dichiaro subito che, nelle more di una situazione ormai definita, praticamente, e tracciata, e non volendo certo paralizzare la funzionalità del Collegio, Fratelli d'Italia si appresta ad approvare questo decreto, ma non rinunciando a segnalare le criticità che afferiscono la politica di tutela del Garante, innanzitutto le scadenze in generale. E allora, innanzitutto, una nota di stile e di sostanza al tempo stesso: noi chiediamo, ogni giorno, ai cittadini di rispettare in modo inflessibile delle scadenze. Bene, è lo Stato che per primo dà il cattivo esempio e continua a entrare in regime di prorogatio e addirittura a dover fare decretazioni per rinnovare e prorogare importanti organi dello Stato, collegi di garanzia, autorità di regolamentazione delle acque e delle energie.

E allora, invece che entrare nel campo dell'arbitrio con le decretazioni, perché di questo si tratta, non parrebbe difficile evitare questo modo di fare sciatto e dannoso. Un'altra criticità, però, che vogliamo rilevare è questa: secondo noi, la terzietà di tali organismi, che per loro natura dovrebbero avere rispetto sì del dibattito politico, ma rappresentare tutte le pluralità di idee, anche nel caso del Garante della privacy non sempre è stata rispettata. La carenza appena evidenziata, purtroppo ed invece, al di là del livello professionale degli appartenenti al Collegio, che volentieri riconosciamo, è stata ben evidente nell'attuale composizione del Garante della privacy, che in qualche occasione, durante questo mandato, ha dismesso i panni del garante dei cittadini italiani, andando a vestire quelli di un vero e proprio organismo di parte, senza garantire neppure una reale pluralità di visioni. Mi riferisco, ad esempio, all'episodio nel quale, secondo il Garante della privacy, non sarebbe stata legittima la recente modifica legislativa che ha comportato l'introduzione nei documenti di identità elettronici dei minori della dicitura “padre” e “madre”, andando a cambiare la precedente “genitore 1” e “genitore 2”. Su questa modifica si è scagliato l'intero mondo della sinistra, che è stato bene interpretato dal Collegio del Garante. Come Fratelli d'Italia abbiamo sempre riaffermato che noi saremo sempre a difesa della famiglia naturale, ma il punto non è questo. Il punto è che la normativa attualmente vigente in riferimento alle adozioni, con la legge n. 184 del 1983, vieta espressamente l'adozione alle coppie omogenitoriali. E, allora, dove sarebbe il sopruso, se la modifica è del tutto in linea con la normativa vigente? Un altro esempio? Le telecamere, idem dicasi sull'uso delle telecamere negli asili nido, quando, invece di suggerire la possibilità di trovare delle modalità che tutelassero sia la riservatezza del lavoratore che la sicurezza dei bambini, ci si è limitati a dichiararne l'illegittimo utilizzo, un altro errore.

Noi avevamo presentato al Senato, poi, un emendamento perché fossero riaperti i termini per la presentazione delle candidature. Questo emendamento è stato costretto al ritiro, il nostro ordine del giorno, che il collega Foti prima ha spiegato bene nelle sue componenti, è stato ulteriormente dichiarato inammissibile.

E allora noi abbiamo il timore che, ancora una volta, non si voglia rispettare questa terzietà e che, alla fine, si finirà per spartire i posti all'interno del collegio come si è sempre fatto, mancando ancora una volta un'occasione importante.

Segnaliamo ancora altri due aspetti negativi che questo Garante non ha risolto durante il suo mandato settennale. Mi riferisco al fatto che l'attuale normativa abbia comportato un cospicuo aumento degli adempimenti a carico delle imprese e dei professionisti, oberati di lavoro per rispondere alla questione privacy, oltre a un aumento esponenziale dei costi; ancora, la tutela dei minori; mi riferisco infine alla scarsa tutela, anch'essa non risolta in questo settennato, che attualmente la normativa garantisce soprattutto ai nostri minori nelle piattaforme online come Facebook e Twitter, dove vengono disseminati dati personali senza grandi tutele e controllo. Anche questi due aspetti, frutto dell'attuale farraginosa normativa sulla privacy, dovrebbero essere oggetto di modifica e di miglioramento. Le lacune avrebbero già dovuto essere risolte, visto che fra i compiti del mandante c'è quello anche di formulare pareri su proposte di atti normativi e amministrativi. Unica nota positiva, nell'aver operato, aggiungendo, in Senato, all'articolo 1, un comma che novella il decreto-legge n. 64 del 2019 proprio in materia di poteri speciali del Governo nei settori difesa e sicurezza nazionale. Con questi auspici - e il nostro appello, signor Presidente, rimane per la questione esposta nell'ordine del giorno - e in virtù di quanto argomentato, annuncio come premesso il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, anche il gruppo del Partito Democratico, come ho già annunciato ieri in discussione generale e come peraltro al pari di tutti gli altri gruppi di questo ramo del Parlamento e al pari di tutti i gruppi del Senato, voterà favorevolmente a questo provvedimento, per le ragioni, peraltro, che sono già esaustivamente state illustrate dai colleghi che mi hanno preceduto, ossia per il fatto che si tratta di un provvedimento che serve a garantire la continuità nell'operatività di un organismo fondamentale della nostra architettura istituzionale, che è quello appunto del Garante per la protezione dei dati personali; un organismo che è venuto a scadenza qualche mese fa e che, in regime di prorogatio, secondo le interpretazioni fornite dal Consiglio di Stato, poteva lavorare per ulteriori sessanta giorni al termine della sua scadenza. Ma nonostante questa proroga, il Parlamento, i due rami del Parlamento sono stati inadempienti, questo dobbiamo riconoscerlo, e questo ha reso necessario, per garantire la continuità di funzionamento, un'apposita norma di legge che consentisse di arrivare fino a fine anno, per consentire al Parlamento di adempiere alle proprie funzioni e quindi di provvedere alla nomina dei quattro membri del collegio dei garanti, all'interno dei quali poi verrà nominato il presidente.

Si tratta, come è stato ricordato bene dai colleghi che mi hanno preceduto, di un organismo che oggi assume un'importanza centrale nella tutela e nella protezione delle persone e dei cittadini, perché è quell'organismo che deve dare le regole per la protezione dei dati personali, e sappiamo oggi che i dati personali sono uno strumento straordinariamente potente, sia per l'accumulazione di ricchezza - perché sappiamo che le aziende che lavorano tramite il web, tramite Internet, sono le aziende che accumulano i big data, i dati personali, e attraverso quelli riescono a fare enormi, giganteschi profitti - sia perché sappiamo che quei dati che vengono accumulati attraverso la rete possono poi essere utilizzati anche in modo improprio, e possono addirittura essere utilizzati in qualche modo per inquinare, deteriorare o spingere in qualche direzione anche l'opinione pubblica e quindi anche avere un uso distorto di natura politica.

Sappiamo molto bene quali sono gli scandali che hanno riguardato anche altre nazioni, altre democrazie occidentali in relazione a un utilizzo illecito dei dati personali delle persone, che sono state profilate e sono state raggiunte anche da propaganda politica di un certo tipo.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 10,35)

ALFREDO BAZOLI (PD). Quindi, un Garante dei dati personali oggi ha una funzione fondamentale, e io credo che non potessimo fare altro, in presenza di un'inadempienza nostra, che credo vada giustamente anche stigmatizzata. Credo che dobbiamo farci anche un'autocritica severa in questo caso, perché non è possibile che si arrivi alla scadenza del collegio dei garanti senza avere avuto l'accortezza di procedere al rinnovo di questa nomina, di questi incarichi. Quindi è doveroso oggi procedere a questa proroga, sperando che questa sia l'ultima volta in cui il Parlamento deve in qualche modo provvedere a tamponare una falla che è stata da esso stesso causata per un'inadempienza. Quindi, noi ovviamente voteremo favorevolmente. Si tratta di una proroga che arriva fino a fine anno, e ci auguriamo che da qui a fine anno saremo messi in condizione di rinnovare questo collegio, in modo che sia messo esso stesso nelle condizioni di tornare a lavorare a tempo pieno e in modo pieno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pittalis Pietro. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Signora Presidente, colleghe e colleghi, il gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente voterà a favore del provvedimento in esame, diciamo però subito che questo non significa un'apertura di credito verso questa maggioranza e verso il Governo, rispetto al quale il nostro giudizio, dal nostro punto di vista, rimane assolutamente negativo. È un voto favorevole per assicurare la continuità istituzionale del Garante, l'Autorità che, come noto, nel corso del tempo ha assunto un ruolo di regolazione e tutela sempre più centrale in corrispondenza con l'emersione e l'affermazione, a livello nazionale, europeo ed internazionale, di quel complesso insieme di istanze, bisogni e diritti connessi ai dati personali. Emersione e affermazione che sono andate secondo due direttrici separate ma inestricabilmente connesse, quella originale della privacy, cioè il vecchio right to be let alone, per usare la notissima citazione della letteratura giuridica americana, ossia la pretesa dell'individuo a lasciare riservata da intromissioni esterne una sfera di sé, e quella più recente, sviluppatasi con la diffusione dei mezzi di comunicazione e delle tecnologie, consistente nel diritto ad una corretta rappresentazione di sé e dei propri dati nella società. Già solo questo basterebbe a spiegare il perché sia necessario oggi votare “sì” alla proroga, ma la necessità di assicurare la continuità istituzionale diventa ancora più forte, urgente, attuale e indifferibile se si considerano i numerosi e capitali dossier sui quali il Garante a stretto giro dovrà pronunciarsi. Uno dei più complessi, nei prossimi mesi, sarà quello relativo alla introduzione della tecnologia 5G, che porterà a significative novità nella circolazione dei dati, con la necessità di un intervento particolarmente complesso e articolato. C'è poi tutto il tema della digitalizzazione della pubblica amministrazione, in particolare per la sanità e il fisco, che richiede una tutela rafforzata su dati sensibili in un contesto in continua evoluzione. Anche le novità introdotte in materia di giustizia, a partire dall'uso dei trojan dovranno essere monitorate. E in un ambito non solo italiano, ma europeo, un altro tema su cui il Garante ha avviato un lavoro che deve essere portato avanti è quello relativo alla scrittura di una cornice di garanzie adeguate per la tutela dei dati nei rapporti commerciali tra Unione Europea e Cina, con riforme come quelle che hanno consentito la conclusione delle privacy shield con gli USA e di un accordo con il Giappone.

A guardar bene, di fronte a tutto questo, più che dover spiegare noi, dai banchi della opposizione, le ragioni del nostro voto a favore, ci dovete spiegare voi, maggioranza, perché siamo arrivati a questa situazione. Non sapevate forse che il Collegio andava in scadenza? Non sapevate forse quali e quanto rilevanti sono le funzioni che il Garante assolve? E in questo mi riferisco soprattutto al MoVimento 5 Stelle, che, come noto da mesi, manovra e tergiversa intorno a queste nomine, e con quale risultato? Un risultato forse positivo dal vostro punto di vista, se letto attraverso gli occhiali ideologici del vostro movimento: da sempre nemici del Parlamento, siete riusciti anche in questo caso a mettere questa assise in un angolo, impedendo di procedere a una nomina di propria competenza e costringendo il Governo, l'onnipresente Governo, a intervenire con la decretazione d'urgenza per prorogare e dilatare i tempi della trattativa. E i colleghi del Partito Democratico, che in questi mesi hanno urlato allo scandalo per questo uso disinvolto della decretazione di urgenza, che posizione assumeranno? Continueranno ad assecondare i desiderata dei pentastellati? Su tali contraddizioni questa anomala maggioranza dovrà pur chiarire le posizioni.

Ma è su un altro tema, quello del golden power, che in ogni discorso di merito arriverebbe fuori tempo massimo, e non è peraltro neppure questa la sede. Si tratta di un problema procedurale che vogliamo segnalare grande come una casa: il Comitato per la legislazione ce lo ha già segnalato, ma chiunque abbia un minimo di dimestichezza con le regole parlamentari, senza scomodare la giurisprudenza costituzionale, può vedere che questa legge di conversione presenta un evidente profilo di illegittimità costituzionale, e cioè l'eterogeneità rispetto ai contenuti dell'originario decreto-legge. La Corte costituzionale e la giurisprudenza parlamentare ci dicono che tanto il decreto-legge quanto la legge di conversione devono essere omogenei sia al loro interno che l'uno con l'altra. Omogenei significa, come tutti sapete, tutti riconducibili ad un medesimo ambito materiale, oppure tutti avvinti da una medesima finalità od obiettivo. E, allora, vorrei davvero chiedere a ciascuno di voi chi davvero pensa che l'articolo di sanatoria del decreto non convertito sul golden power sia omogeneo per materia o per finalità rispetto al decreto di proroga del Collegio del Garante privacy. Come è stato possibile aggiungere il primo nella legge di conversione del secondo, se non tramite una evidente forzatura costituzionale agganciando al primo treno in partenza questo vagone senza padrone. Ricordo che la regola della omogeneità non è un vezzo estetico, ma serve per garantire al Parlamento di valutare in modo compiuto, approfondito e autonomo i decreti-legge del Governo da convertire. Avallare decreti e leggi di conversione eterogenei vuol dire avvallare la marginalizzazione del Parlamento nei processi decisionali; vuol dire far perdere di centralità l'Assemblea, oltre a un patente inquinamento del sistema delle fonti del diritto. Su questo vorrei che l'avvocato del popolo, che nel suo discorso di fiducia si è in qualche modo anche dichiarato avvocato del Parlamento, volendo riportarlo, almeno a parole, al centro della sua scena, si faccia promotore anche per l'innanzi e noi vigileremo affinché, nella sicuramente copiosa decretazione d'urgenza del Governo rosso-giallo, non si assista ai soliti abusi. Ed è la ragione per la quale, ripeto, voteremo favorevolmente - e lo dico senza retorica, ma con tutta la preoccupazione che vi è nei banchi della opposizione - turandoci perfino il naso: proprio perché, a causa dell'eterogeneità dei contenuti, se votassimo “no”, come sarebbe giusto, su un articolo intruso, butteremmo, con l'acqua sporca, pure il bambino, cioè la proroga del Collegio.

E, quindi, è la ragione per la quale vi invitiamo per il futuro a valutare con più serietà quando si discute soprattutto di organi che hanno una valenza costituzionale, di organi importantissimi perché presidiano al settore delicato della privacy del cittadino, ad affrontare questi argomenti con serietà e senso di responsabilità, e non con questo andazzo veramente improntato al dilettantismo che ormai ha contraddistinto l'azione del MoVimento 5 Stelle, a cui si sta bene accodando anche il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Presidente, colleghi deputati, la Camera è chiamata oggi a convertire in legge il decreto-legge n. 75 del 2019, che reca misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni del Garante per la protezione dei dati personali, prorogando la durata in carica del presidente e dei suoi componenti. Il Garante per la protezione dei dati personali è un'Autorità amministrativa indipendente e il collegio dell'Autorità è costituito da quattro componenti due dei quali eletti dalla Camera e due dal Senato, i quali a loro volta eleggono nel loro ambito un presidente. L'incarico di presidente e quello di componente del Collegio hanno la durata di sette anni e non sono rinnovabili. Il Collegio del Garante per la protezione dei dati personali svolge delle funzioni estremamente importanti per la vita dei cittadini, occupandosi appunto della protezione dei dati personali come protezione di sfere di dignità e di libertà personale e come garanzia dell'autodeterminazione decisionale dell'individuo, diritti che assumono rilevanza sempre crescente, specie in relazione alla velocità delle innovazioni tecnologiche e alla massiccia diffusione dei dati attraverso la rete Internet.

Il progresso tecnologico e l'avvento prepotente del digitale hanno, infatti, profondamente mutato le modalità con cui si opera in campo sociale, economico e culturale e hanno portato nello spazio digitale una parte significativa delle attività private e pubbliche di ciascun individuo. Compito dell'Autorità è, dunque, rispondere alle sfide poste dai nuovi modelli economici fondati sullo sfruttamento dei dati e, di conseguenza, rispondere alle accresciute esigenze di tutela dei diritti fondamentali delle persone, assicurando una sempre più efficace protezione dei loro dati.

Ricordiamo che gli attuali componenti del Collegio sono stati eletti nel 2012 e il loro mandato è scaduto il 18 giugno 2019. In conformità al parere del Consiglio di Stato 7 dicembre 2010, n. 5388, è stato consentito all'attuale Collegio di operare in regime di prorogatio fino al 17 agosto 2019. Ebbene, il regime di prorogatio non può avere durata superiore a sessanta giorni dalla scadenza naturale del mandato del Collegio e tale termine non è ulteriormente prorogabile.

In considerazione di quanto sopra, si è pertanto introdotta una specifica disposizione di legge allo scopo di garantire la funzionalità del Collegio per un ulteriore periodo di tempo, in attesa del suo rinnovo. Proprio al fine di scongiurare l'interruzione delle funzioni del Garante è stato, quindi, adottato il decreto-legge in esame, che prevede che il Collegio del Garante per la protezione dei dati personali continui ad esercitare le proprie funzioni limitatamente agli atti di ordinaria amministrazione e a quelli indifferibili e urgenti fino all'insediamento del nuovo Collegio e comunque non oltre il termine del 31 dicembre 2019.

Pertanto, in virtù di quanto sopra, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2107)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2107:

S. 1460 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 agosto 2019, n. 75, recante misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali. Sanatoria degli effetti del decreto-legge 11 luglio 2019, n. 64" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 10,50, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, la Ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, la Ministra per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione e il Ministro dello Sviluppo economico.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza volte ad escludere dall'accesso al reddito di cittadinanza i condannati per gravi delitti, anche alla luce della recente vicenda relativa all'ex brigatista Federica Saraceni – n. 3-00992)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Zangrillo ed altri n. 3-00992 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Paolo Zangrillo se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

PAOLO ZANGRILLO (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, mi rivolgo a lei, proprio a lei, la madrina del reddito di cittadinanza, per esprimerle il sentimento di indignazione e profondo sgomento nell'apprendere che Federica Saraceni, brigatista, condannata a 21 anni e 6 mesi di carcere per l'omicidio di Massimo D'Antona, percepisce dallo Stato, ogni mese, più di 600 euro, in quanto titolare di reddito di cittadinanza. Avete compiuto l'ennesimo capolavoro, una dazione di denaro mensile, sotto forma di reddito di cittadinanza, a chi - un terrorista -, nei migliori anni della sua vita, quella cittadinanza l'ha stuprata, combattendo con violenza fisica e ideologica le istituzioni, perseguendo un folle disegno di destabilizzazione dello Stato e procurando una scia di terrore e lutti che segneranno indelebilmente la storia repubblicana.

Apprendere ora che la Saraceni e, come sembra, altri terroristi vengono soccorsi dallo Stato e sostentati economicamente, per ogni cittadino perbene e di buonsenso, costituisce un insulto irricevibile. Il quesito è semplice, signor Ministro: cosa avete intenzione di fare e in che tempi per rimediare a questo scempio?

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, ha facoltà di rispondere.

NUNZIA CATALFO, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Con questo atto di sindacato ispettivo gli onorevoli interroganti riportano alla memoria di tutti noi pagine particolarmente dolorose per la storia della Repubblica italiana. La mia presenza in questa sede vuole, quindi, testimoniare la massima solidarietà a quei servitori dello Stato che hanno pagato con il sacrificio della vita la crudeltà del terrorismo (Applausi del deputato Fatuzzo). Voglio innanzitutto manifestare la mia personale vicinanza e quella delle istituzioni da me oggi rappresentate alla famiglia del professore Massimo D'Antona, una persona che ha saputo interpretare ideali di giustizia e di servizio al Paese. Perciò, invito tutte le forze politiche oggi presenti in Aula a non strumentalizzare questo caso, quanto, piuttosto, ad assicurare un leale confronto parlamentare.

In primo luogo, voglio precisare che Federica Saraceni, al momento sottoposta al regime di detenzione domiciliare speciale, aveva già avuto accesso al reddito di inclusione, per una somma pari a 461 euro mensili, prima ancora che in Italia venisse introdotto il reddito di cittadinanza. Infatti, se focalizziamo l'attenzione sulle misure che hanno preceduto il reddito di cittadinanza non si rinviene traccia di limitazioni nell'accesso per la fattispecie in esame. In particolare, già con la cosiddetta social card, creata dal quarto Governo Berlusconi restavano esclusi dalla misura solo coloro che fruivano di vitto assicurato dallo Stato o da altre pubbliche amministrazioni per ricoveri in istituti di cura di lunga degenza o detenzione in istituti di pena; successivamente, il REI non ha disposto questo tipo di esclusioni. Alla luce di ciò voglio evidenziare che il reddito di cittadinanza è una misura più restrittiva nell'accesso per coloro che hanno subito condanne per delitti di particolare gravità. Il comma 3 dell'articolo 7 della legge istitutiva del reddito di cittadinanza individua, infatti, tra le fattispecie penali che escludono il diritto alla percezione del beneficio: la condanna in via definitiva per il reato di associazione con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell'ordine democratico, di attentato per finalità terroristiche o di eversione, di sequestro di persona a scopo di terrorismo o eversione, di associazione di tipo mafioso, di scambio elettorale politico mafioso e altri, nonché per i delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dall'articolo 416-bis del codice penale. Compito del legislatore è quello di garantire una normativa che rappresenti il giusto punto di equilibrio per tutti i cittadini, dotata di quella generalità e astrattezza capace di prescindere dalle peculiarità dei casi specifici. Dagli elementi acquisiti dal Ministero della Giustizia è emerso che la Saraceni è sottoposta a un regime di detenzione domiciliare speciale, comminato…

PRESIDENTE. Concluda, per favore, signora Ministro.

NUNZIA CATALFO, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. …dall'autorità giudiziaria - e concludo - in quanto responsabile, tra gli altri, del delitto di attentato per finalità terroristiche. Questo regime si configura come una particolare modalità di esecuzione della pena, la cui compatibilità con l'attività lavorativa prevista dal reddito di cittadinanza è oggetto di approfondimento. È per questo che conclusa questa seduta di sindacato ispettivo tornerò al Ministero del Lavoro per coordinare, di concerto con il Ministero della Giustizia e l'INPS, l'apposito tavolo tecnico…

PRESIDENTE. Concluda.

NUNZIA CATALFO, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. …per garantire una pronta risposta, anche normativa, per questa vicenda e per tutti quei casi analoghi che potrebbero verificarsi, sia pure nel doveroso rispetto della cornice costituzionale.

PRESIDENTE. Il deputato Paolo Zangrillo ha facoltà di replicare.

PAOLO ZANGRILLO (FI). Signor Ministro, vorrei mettere un po' di ordine. A gennaio di quest'anno la precedente maggioranza ha approvato il decreto sul reddito di cittadinanza, che si proponeva la lotta alla povertà e l'inclusione sociale, obiettivi condivisibili, priorità assolute che, proprio per questo, avrebbero meritato una trattazione adeguata e soluzioni realistiche. A dispetto della sceneggiata del suo predecessore al Ministero del Lavoro, l'onorevole Di Maio, che dal balcone annunciava, saltellando, che “abbiamo sconfitto la povertà”, la realtà ci racconta che oggi non più di un sesto dei 6 milioni di poveri oggi presenti in Italia percepisce il reddito di cittadinanza e a oggi non uno di loro è stato avviato al lavoro. In compenso, rifocilliamo i terroristi. Ecco, signor Ministro, dalla sua risposta mi sarei aspettato altro. È veramente triste constatare che lei, signor Ministro, si è limitata a rincorrere l'ispirato presidente dell'INPS, il professor Tridico, che, nei giorni scorsi, si è affannato a farci sapere che, sì, ci sono tutti i requisiti di legge per riconoscere il reddito di cittadinanza alla terrorista Saraceni.

Ministro, oggi non stiamo discutendo di requisiti tecnici e di orpelli giuridici: oggi noi parliamo di valori, parliamo di cultura dello Stato e delle istituzioni. A lei, che appartiene a un movimento politico che propone la cultura dell'“uno vale uno”, voglio ribadire con nettezza che un cittadino perbene non potrà mai essere equiparato a un terrorista e chi, come lei, ricopre alte responsabilità istituzionali ha il dovere di intervenire tempestivamente laddove la credibilità dello Stato e delle istituzioni è minacciata.

Concludo, Presidente, con un accorato appello al Ministro del Lavoro: si affretti a porre rimedio a questa vergognosa situazione. Se le mancano le idee, si vada a rileggere gli emendamenti presentati puntualmente durante la discussione in Aula sul decreto da parte del mio gruppo politico, Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Richiedevamo con vigore…

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO ZANGRILLO (FI). …di escludere dai potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza chi si fosse macchiato di reati di particolare efferatezza, tra i quali, guarda un po', quelli di terrorismo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative a favore del comparto agricolo, con particolare riferimento al potenziamento delle tecnologie a minor impatto ambientale – n. 3-00993)

PRESIDENTE. La deputata Silvia Fregolent ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gadda e altri n. 3-00993 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente!

PRESIDENTE. Deputato Fatuzzo, lei chiede la parola per richiamo al Regolamento. Io le ricordo che il nostro Regolamento prevede che si possano fare interventi di questo genere ma, nella fase delle interrogazioni a risposta immediata, solo e soltanto se strettamente attinenti alla procedura in atto e indifferibili in ragione delle circostanze. Quindi, la prego di rimandare il suo richiamo al Regolamento alla conclusione dello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Prego, deputata Fregolent, a lei la parola.

SILVIA FREGOLENT (IV). Signor Presidente, signora Ministro, fonti giornalistiche hanno affermato che nel “decreto clima” ci sarebbero dei tagli ai sussidi ambientalmente dannosi, tra i quali si annoverano la riduzione degli sgravi sul gasolio agricolo e l'allineamento del prezzo del gasolio a quello della benzina, con aggravio delle accise. Questo comporterebbe un grave danno all'agricoltura e gli agricoltori hanno manifestato la loro preoccupazione.

Tutti noi sappiamo che i macchinari in agricoltura hanno un'anzianità elevata, dai 20 ai 25 anni di media e, infatti, nel 2016 il Governo Renzi stanziò 40 milioni di risorse dei fondi INAIL per un rinnovo del parco macchine che forse dovrebbe essere stabilizzato.

Ecco, a lei chiediamo quali iniziative sono volte a sostenere il settore agricolo e, soprattutto, a tranquillizzare gli agricoltori sulle voci che in questi giorni sono diffuse sull'aumento della benzina.

PRESIDENTE. La Ministra delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Teresa Bellanova, ha facoltà di rispondere.

TERESA BELLANOVA, Ministra delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Signor Presidente, onorevoli colleghi, affrontare la crisi climatica è un atto e una priorità assoluta per il Governo in ogni sua componente.

Si tratta di una delle sfide più importanti a livello globale e i nostri fari devono essere gli impegni dell'agenda 2030 delle Nazioni Unite. Per questo credo sia urgente avviare un lavoro di progettazione, condivisione e rinnovamento che veda coinvolte istituzioni, parti sociali e organizzazioni delle imprese. Anche l'agricoltura deve fare la sua parte, essere protagonista del cambiamento necessario.

Proprio per l'importanza del tema, quindi, credo vadano studiate attentamente e condivise le scelte strategiche. Per lo stesso motivo voglio dire, con chiarezza, che le agevolazioni fiscali sul gasolio agricolo non subiranno alcun ridimensionamento, in particolare in una fase di rincaro del prezzo del petrolio.

Più in generale, credo che ogni riduzione lineare delle agevolazioni vada evitata a favore di un'analisi puntuale sugli interventi da mettere in campo.

Dobbiamo, invece, valorizzare il lavoro dell'agricoltore nella custodia dei suoli, nella lotta al dissesto idrogeologico, nella conservazione del nostro patrimonio di biodiversità e paesaggistico: il made in Italy è questo. Per farlo serve una visione progettuale e risorse adeguate.

Come sapete, nei prossimi mesi entrerà definitivamente nel vivo il dibattito sulle riforme del bilancio europeo e della politica agricola comune. In tale ambito, i temi della sostenibilità ambientale ed economica, della riduzione delle emissioni, dell'economia circolare, dell'agricoltura di precisione, della qualità e sicurezza alimentare dovranno essere tenuti sempre al centro dell'attenzione.

Le risorse europee post 2020 non dovranno essere inferiori a quelle della programmazione precedente e dovranno essere indirizzate prioritariamente per sostenere investimenti che abbassino l'impatto sull'ambiente attraverso ricerca e tecnologie avanzate. Infatti, l'innovazione è una chiave di futuro della produzione di cibo. La sostenibilità dev'essere ambientale, sociale ed economica. Non vogliamo più burocrazia ma più qualità della terra, dell'aria e dell'acqua.

Sostenibilità per noi significa produrre cibi di alta qualità nel pieno rispetto delle risorse naturali e delle condizioni di benessere animale.

Per rendere questi processi realmente competitivi rispetto alla concorrenza internazionale occorre mettere il consumatore sempre nelle condizioni di decidere consapevolmente cosa mangiare, informandolo correttamente sulla provenienza delle materie prime, sui processi produttivi seguiti e sull'impatto dell'intera catena alimentare.

Posso garantire il massimo impegno mio e del Ministero su queste tematiche, in un dialogo costante e proficuo con il Parlamento.

PRESIDENTE. La deputata Maria Chiara Gadda ha facoltà di replicare.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie, Presidente. Desidero ringraziare, in particolar modo, la Ministra Teresa Bellanova, soprattutto per la sua chiarezza e per la sua concretezza. Ha risposto al nostro quesito in modo molto ben definito.

Dunque, non ci saranno aumenti, perché questa non è la strada da percorrere. L'agricoltura è uno degli ambiti in cui i cambiamenti climatici e le misure e le politiche fatte in ambito di sostenibilità hanno il loro effetto, da un lato più drammatico ma dall'altro più positivo.

Il suo intervento di oggi non dimostra soltanto una risposta chiara rispetto alle preoccupazioni che ci sono state in queste ore e che molto hanno allarmato i cittadini, ma dà un'indicazione precisa: per favorire una transizione verso un modello più sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale non si devono fare tagli lineari ma si devono creare alleanze; si devono creare alleanze con le imprese che creano occupazione sana e che, se pensiamo al mondo agricolo, hanno cura del nostro territorio e creano coesione sociale sul nostro territorio. E queste stesse alleanze devono essere condotte, come lei ha molto ben ricordato, anche nel dibattito europeo perché la nuova PAC, la nuova politica agricola comune ha una sfida importante: riconoscere l'impegno dei produttori, l'impegno del mondo agricolo, rispetto agli obiettivi dell'Agenda 2030, che ci pongono una strada molto chiara da percorrere.

Quindi, da questo punto di vista, deve esserci, deve essere concepita, una corresponsione maggiore proprio per quelle imprese e per quegli agricoltori che rispondono a queste necessità. Allo stesso tempo, si devono creare delle alleanze con i cittadini, perché lei ha fatto molto bene a ricordare i requisiti di trasparenza, di qualità, ma soprattutto di corretta informazione, che devono essere consegnati ai cittadini, affinché possano essere fatte le scelte più opportune. Sicuramente con questi temi torneremo nella legge di bilancio e nella programmazione ambiziosa, che questo Governo ha costruito e ha proposto al Paese.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole, per favore.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Ma oggi abbiamo finalmente fatto chiarezza rispetto a un chiacchiericcio diffuso in queste ore e che aveva molto preoccupato le imprese e gli agricoltori. Partiamo da qui, ma soprattutto partiamo con un piano strategico e con degli obiettivi chiari, quelli dell'Agenda 2030 (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Chiarimenti in merito alla partecipazione di Davide Casaleggio ad una recente iniziativa promossa dal Governo italiano presso le Nazioni Unite in materia di “democrazia digitale” – n. 3-00994)

PRESIDENTE. Il deputato Paolo Formentini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00994 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie Presidente. Sono qui da solo a rappresentare la Lega, perché abbiamo scelto di non partecipare ai lavori d'Aula. Noi non tolleriamo che una brigatista, condannata a 21 anni di carcere, percepisca il reddito di cittadinanza: mettete fine a questa vergogna!

Venendo all'interrogazione, chiediamo come Lega se e in che modo il Governo abbia assicurato il sostegno a Davide Casaleggio e quali siano le ragioni alla base di tale scelta, tenuto conto dei possibili vantaggi commerciali che potrebbero derivarne alla Casaleggio Associati Srl.

PRESIDENTE. La Ministra per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, ha facoltà di rispondere. A lei la parola.

PAOLA PISANO, Ministra per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione. Grazie Presidente e grazie per aver posto la questione, dandomi la possibilità di chiarire quanto accaduto lo scorso 30 settembre a New York.

Questo è un chiarimento al quale tengo molto, perché, benché la vicenda sia iniziata nel Governo precedente, quando il mio Ministero ancora non esisteva e personalmente non avevo alcuna responsabilità di Governo, mi è dispiaciuto constatare che un'iniziativa, come quella in questione, attraverso la quale il nostro Paese ha inteso sollevare all'attenzione della comunità internazionale questioni centrali per il futuro democratico e sostenibile dell'umanità, abbia invece generato attenzione nella comunità politica e mediatica di casa nostra pressoché esclusivamente in ragione del profilo oggetto dell'interrogazione.

Lasciatemi ricordare che l'evento è stato organizzato e promosso dal precedente Governo italiano e, in particolare, attraverso i competenti uffici del Ministero degli Esteri con la cosponsorship dei governi di Finlandia e di Bangladesh, allo scopo di avviare un percorso che porti al riconoscimento di nuovi diritti fondamentali dell'uomo, come quello all'accesso a Internet, all'identità digitale e all'educazione digitale.

All'evento, che si è svolto nel pomeriggio di lunedì a New York, nel Palazzo delle Nazioni Unite, hanno preso parola numerosi esponenti di istituzioni nazionali e internazionali, nonché di enti privati di società civile, che si occupano di democrazia e cittadinanza digitale e che hanno portato il loro know-how e contribuito in qualità di esperti; tra loro Davide Casaleggio, nella qualità di presidente dell'Associazione Rousseau e Salim Hasham della McKinsey Consulting.

Pur non avendo partecipato alla genesi dell'evento, mi è stato riferito che il coinvolgimento di Casaleggio è stato determinato dalle attività svolte negli anni dall'associazione Rousseau, realtà pioniera in Italia e a livello internazionale nella promozione di temi di cittadinanza digitale e di nuovi strumenti di partecipazione democratica, perfettamente coerenti, dunque, con l'oggetto dell'evento.

L'invito a Davide Casaleggio è stato dettato esclusivamente dalla volontà di affiancare, a una serie di interventi di taglio istituzionale e programmatico, il racconto di esperienze provenienti dalla società civile e già concretamente attuate.

Nel corso dell'intervento di otto minuti, il dottor Casaleggio, completamente incentrato sulla tematica della cittadinanza digitale, ha ripetuto la parola “Rousseau” una sola volta, come un esempio tra tanti che sono stati citati, per esempio l'esempio del Brasile, di New York, di Barcellona e della stessa Roma, mentre la Casaleggio Associati non è mai stata nominata. Non credo, quindi, che ciò possa aver rappresentato un endorsement all'attività della Casaleggio Associati. Non è inoltre neppure corretto affermare che il Governo italiano sia intervenuto a sostegno di un'associazione privata…

PRESIDENTE. Concluda, per favore, Ministro.

PAOLA PISANO, Ministra per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione. …giacché il Governo italiano si è limitato a organizzare, in cosponsorship con altri governi, un evento di sensibilizzazione della comunità internazionale. In conclusione, vorrei sottolineare che intendo indirizzare l'azione del mio Ministero anche verso i concetti di inclusività e partecipazione del cittadino. Pertanto, non c'è dubbio che il mio Ministero è e resterà aperto alla collaborazione con la società civile italiana e internazionale, in tutte le sue componenti e in assoluta coerenza con quanto auspicato dall'interrogante.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Paolo Formentini.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Ribadisco che sono qui da solo a rappresentare la Lega, perché stiamo ancora aspettando dal Governo che intervenga e metta fine a quel fatto vergognoso che si è verificato…

PRESIDENTE. Il messaggio era chiaro, già lo ha proferito. La prego di replicare.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Dicevo a quel fatto vergognoso che si è verificato ovverosia che una brigatista, condannata a ventun anni, percepisca il reddito di cittadinanza.

Quanto alla risposta del Ministro, io mi ritengo totalmente insoddisfatto. Crediamo che sia più opportuno, in futuro, invitare a tale tipo di eventi degli esperti terzi rispetto all'Esecutivo.

(Intendimenti in ordine alla richiesta della società Energas per la realizzazione di un deposito costiero di gpl nel comune di Manfredonia, in provincia di Foggia – n. 3-00995)

PRESIDENTE. Il deputato Antonio Tasso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00995 (Vedi l'allegato A).

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie Presidente, Ministro Patuanelli, a Manfredonia la società per azioni Energas, fin dal 1999, ha richiesto l'autorizzazione per realizzare un mega deposito di GPL, con annesso un gasdotto di collegamento al Porto Alti Fondali, distante una decina di chilometri. Si tratta di un insieme di dodici depositi tumulati, per un totale di 60 mila metri cubi di GPL, che lo renderebbe il più grande d'Europa.

I cittadini del territorio hanno espresso la loro ferma contrarietà a questa installazione, anche attraverso un referendum, che ha registrato oltre il 95 per cento di voti contrari. Il comune di Manfredonia, inoltre, ha depositato in Conferenza dei servizi un parere paesaggistico negativo. Per il suo Ministero rimane l'assunzione del parere della regione Puglia, che in diverse occasioni, però, ha comunicato la sua contrarietà all'opera.

Quindi, le chiedo, Ministro Patuanelli, anche alla luce di quanto meglio elencato nel testo dell'interrogazione in suo possesso, quali sono i suoi effettivi intendimenti in ordine a questa vicenda, che costituisce - le posso assicurare - un incubo per gli abitanti di Manfredonia e delle zone limitrofe.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie Presidente. Ringrazio l'interrogante, che richiama l'attenzione sulla vicenda del deposito costiero di prodotti petroliferi e l'annesso gasdotto della società Energas Spa, da realizzare nel comune di Manfredonia in virtù dell'istanza di autorizzazione presentata in data 27 maggio 2015.

Il progetto si propone di costruire un polo nazionale per l'approvvigionamento del GPL, potendo disporre delle infrastrutture per la ricezione e esitazione del prodotto via mare, gomma e su rotaie, a fronte di un investimento previsto di circa 30 milioni di euro.

Com'è noto all'interrogante, sono già state indette tre riunioni della Conferenza dei servizi, nel corso delle quali sono stati acquisiti - li citava prima - i pareri favorevoli delle varie amministrazioni coinvolte. Il sindaco di Manfredonia ha manifestato sin da subito la propria contrarietà all'intervento e si è anche svolto un referendum consultivo sul tema, con esito nettamente contrario alla realizzazione del deposito. Allo stesso modo la regione Puglia, che aveva espresso parere favorevole nell'ambito della valutazione di impatto ambientale, nel prendere atto della contrarietà del comune, ha fatto presente in Conferenza dei servizi che si allineerà alle determinazioni dell'ente locale. L'ultima riunione della Conferenza dei servizi si è conclusa con l'accordo dell'amministrazione di richiedere formalmente alla regione Puglia, non presente alla riunione, di esprimere l'intesa, positiva o negativa, comprensiva degli aspetti paesaggistici. Tuttavia, in data 6 dicembre 2018 la Sovraintendenza per le provincie di Barletta-Andria-Trani e Foggia ha disposto l'annullamento d'ufficio della propria nota del 4 dicembre 2018, con la quale aveva invece espresso parere favorevole.

Conseguentemente, questa iniziativa ha bloccato la conclusione dell'istruttoria e la richiesta di intesa alla regione Puglia. Energas ha impugnato al TAR Puglia il provvedimento della Sovraintendenza, con richiesta di sospensiva cautelare e si è tuttora in attesa del relativo giudizio.

Alla luce di detti fatti, circa le specifiche richieste dell'interrogante, occorre considerare che l'esito del contenzioso in essere influirà sul proseguimento del procedimento: al suo termine, infatti, occorrerà considerare conclusa l'istruttoria e quindi richiedere l'intesa alla regione ovvero proseguire con un supplemento istruttorio per gli aspetti di competenza della Sovrintendenza. Fermi quindi restando tutti gli aspetti tecnici che ho rappresentato, ogni tipo di determinazione politica non prescinderà dall'esigenza da un lato di rispettare il territorio interessato e dall'altro dalla necessità di tutelare i cittadini di quel territorio, anche e soprattutto all'esito del referendum consultivo sul tema, che ha dato un risultato evidente di contrarietà dei cittadini a questo intervento, grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei Ministro Patuanelli.

Il deputato Antonio Tasso ha facoltà di replicare.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie Presidente. Ministro Patuanelli, sono felice di apprendere della sua propensione alla tutela della volontà del popolo.

Il suo predecessore, il Ministro Di Maio, per ben due volte, in assemblea pubblica svoltasi a Manfredonia nel 2015 e nel 2016, si dichiarò fermamente contrario alla realizzazione di questo deposito, promettendo addirittura di incatenarsi alle ruspe qualora fossero cominciati i lavori.

Questa netta avversione della città di Manfredonia non è frutto di un capriccio, ma la risultante di una serie di considerazioni, la prima delle quali è che non crea occupazione, ma solo beneficio per l'azienda privata.

Alta è la possibilità, inoltre, che si verifichino incidenti rilevanti, dalle conseguenze disastrose, considerando l'aumento del traffico di autocisterne sulla statale 89, dove, a pochi chilometri dall'eventuale insediamento, sorge la base aeronautica di Amendola, di elevata importanza strategica; e il collegamento poi con il Porto Alti Fondali, dove attaccherebbe le navi gasiere, con conseguente totale blocco delle attività portuali, verrebbe effettuato con un condotto sottomarino di 10 chilometri, che attraverserebbe tutto il fronte mare della città di Manfredonia e, in caso di incidente, i traccianti odorigeni aggiunti al GPL sarebbero devastanti per l'ecosistema marino.

Per non parlare poi del concreto rischio di una nuova procedura di infrazione da parte della Comunità europea, in quanto la zona interessata è considerata ad alto pregio naturalistico e archeologico.

Insomma, questo deposito non lo vogliono i cittadini, non lo vuole la regione Puglia, che in diverse occasioni ha dichiarato la propria avversione, anche la Sovrintendenza - come lei ha ricordato, Ministro - alla luce della realtà si è rimangiata un precedente parere favorevole.

E per concludere mi sia consentito dire che Manfredonia ha già dato in termini di insediamenti pericolosi e mi viene voglia di ricordare il petrolchimico ANIC, poi divenuto EniChem, per il quale il territorio ancora oggi sta duramente pagando conseguenze devastanti su ambiente, ecosistema, economia e, cosa ancor più grave, la salute dei cittadini.

PRESIDENTE. Concluda per favore.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). E concludo: insomma, noi chiediamo, Ministro, di poter finalmente dare corpo alla vocazione turistica del territorio ed alla buona industria, di cui vi sono eccellenti esempi, grazie.

(Iniziative di competenza volte a mitigare gli effetti sulle bollette delle oscillazioni dei costi di generazione o approvvigionamento dell'energia – n. 3-00996)

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Vallascas ha facoltà di illustrare l'interrogazione Davide Crippa ed altri n. 3-00996 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ANDREA VALLASCAS (M5S). Grazie signor Presidente. Signor Ministro, come sa, dal primo ottobre sono aumentate le tariffe dell'energia elettrica e del gas rispettivamente del 2,6 e 3,9 per cento. Secondo ARERA, i rincari sono da attribuire all'andamento stagionale dei prezzi, alla riduzione della produzione di gas olandese e alle oscillazioni delle quotazioni delle principali commodity energetiche, a seguito degli attacchi alle piattaforme esaurite.

Ricordo che la Cassa per i servizi energetici e ambientali ha il compito principale di riscuotere, presso gli operatori del settore, corrispettivi tariffari accessori, i cui proventi garantiscano la copertura di molteplici esigenze.

Tra queste è inclusa anche la possibilità di mitigare gli effetti delle inattese oscillazioni dei costi di generazione o approvvigionamento dell'energia che, attraverso eccessivi aumenti delle bollette, ricadono sui clienti finali.

Quindi, signor Ministro, le chiediamo di conoscere l'ammontare complessivo della disponibilità in giacenza presso la cassa e quali iniziative di competenza intenda promuovere per rendere meno fluttuante l'andamento stagionale delle bollette, grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei deputato Vallascas.

Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie Presidente e grazie agli onorevoli interroganti. La politica per la transizione energetica, su cui è impegnato il Governo, porterà nel lungo termine ad un sistema energetico più virtuoso sotto il profilo della riduzione delle emissioni di CO2, più sicuro per effetto della riduzione dei consumi e dell'aumento delle energie rinnovabili e della riduzione della dipendenza dalle fonti estere e più stabile sotto il profilo dei prezzi, proprio perché riduce il peso delle fonti di energia di importazione, che attualmente sono alla base delle fluttuazioni relative all'andamento delle bollette.

È intenzione del Governo accelerare e potenziare le politiche pubbliche in questo campo: bisogna continuare a spingere sull'efficientamento energetico, in modo da ridurre sensibilmente il relativo fabbisogno, attraverso l'adozione di nuove tecnologie in tutti i settori (trasporti, industria, edilizia); al contempo è necessario porsi l'obiettivo di ridurre sensibilmente il costo delle bollette per i cittadini e per le imprese.

Venendo ora alla domanda specifica degli interroganti, rappresento che la giacenza dei fondi istituiti presso la Cassa servizi energetici e ambientali, che sono specificamente amministrati da ARERA e sui quali vigila il MEF, a fine 2019 dovrebbe attestarsi, secondo quanto riferito dalla stessa ARERA, intorno ai 3 miliardi di euro, anche tenuto conto del prelievo stabilito dal cosiddetto decreto crescita.

L'Autorità invero ha fatto più volte ricorso a tali risorse per stemperare i picchi di prezzo, anche se in passato tali fondi sono stati utilizzati per manovre di politica governativa con altre finalità, tanto da spingere l'autorità stessa a riequilibrare i conti.

Pertanto, ferma restando l'indipendenza del regolatore nel definire le tariffe, il Governo potrà dare un'indicazione ad ARERA sull'utilizzo di tali risorse, al fine di raggiungere il comune obiettivo di rendere meno fluttuante l'andamento stagionale delle bollette.

A tal proposito, come indicato nella nota di aggiornamento al DEF 2019 approvata nell'ultimo Consiglio dei ministri, nella prossima legge di bilancio saranno introdotti due nuovi fondi di investimento, assegnati direttamente allo Stato ed agli enti territoriali, per un ammontare complessivo di circa 50 miliardi su un orizzonte pluriennale, che si affiancheranno e daranno continuità ai fondi costituiti con le ultime tre leggi di bilancio.

Con le risorse stanziate potranno essere attivati progetti di rigenerazione urbana, di riconversione energetica e di incentivazione all'utilizzo di fonti rinnovabili.

La transizione energetica è però un obiettivo ambizioso e di lungo periodo e di questo bisogna essere consapevoli.

Tenendo ben chiara questa ambizione, nel Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, che sarà definitivamente approvato entro la fine dell'anno, è stato indicato l'insieme delle azioni di rafforzamento del nostro sistema energetico nel settore gas e nel settore elettrico, individuando anche le azioni di supporto allo sviluppo delle rinnovabili necessarie per ridurre i costi complessivi del sistema.

In questa sede, vorrei sottolineare che il MISE, nell'ambito delle proprie competenze, da un lato si impegnerà a garantire che le somme disponibili e in giacenza presso la Cassa servizi energetici ambientali siano utilizzate per le specifiche finalità per le quali il Fondo stesso è istituito, dall'altro promuoverà una serie di azioni finalizzate alla riduzione dei costi fissi delle bollette, grazie.

PRESIDENTE. Il deputato Davide Crippa ha facoltà di replicare.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie Presidente. Signor Ministro, gli oneri di sistema caricati sulle bollette e il prezzo dell'energia per i clienti domestici e per piccole imprese assumono una grande importanza, anche alla luce della prossima scadenza di giugno 2020, quando dovrebbe cessare la maggior tutela.

Ci sono due aspetti che, a mio avviso, dovranno essere attentamente considerati: il primo è rappresentato dal fatto che, nel caso della maggior tutela, abbiamo visto che nel corso dello stesso anno è stato possibile riscontrare sulle bollette dei cittadini di luce e gas, aumenti e diminuzioni trimestrali che spesso hanno sfiorato le due cifre e che non sono stati accompagnati dalla necessaria trasparenza utile a comparare le offerte presenti sul mercato libero con i prezzi praticati dal mercato tutelato.

Il secondo punto, invece, parte dal concetto che in un mercato completamente liberalizzato sarà più complesso bilanciare gli aumenti e la diminuzione della componente legata agli oneri rispetto al costo della materia prima, con il rischio di vedere fluttuazioni ben al di sopra di quelle osservate storicamente con il regime di maggior tutela.

Per questo posso ritenermi soddisfatto e mi auguro che nel prossimo futuro vi possa essere maggiore sinergia tra ARERA e Governo, per rivedere nel complesso tutte le voci di costo non attinenti al sistema energetico e tutto a beneficio di consumatori e imprese, specie considerando che la Cassa detiene ad oggi 3 miliardi, cifra ben al di sopra dei 2 miliardi di euro che, secondo l'ultimo annuario della Cassa per i servizi energetici, sarebbe la soglia necessaria a mantenere in sicurezza i diversi conti gestiti.

Ministro, quel miliardo di differenza sono soldi di cittadini e imprese e a loro deve essere destinato: lavoriamo insieme per questo, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Ritiro dell'interrogazione a risposta immediata Fassina ed altri - n. 3-00997)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interrogazione n. 3-00997 dei deputati Fassina e altri. Avverto che l'interrogazione in oggetto in data odierna è stata ritirata dai presentatori. Approfitto per esprimere la mia solidarietà al deputato Fassina, unitamente agli auguri da parte di tutta la Presidenza, di pronta guarigione (Applausi).

(Iniziative a favore del settore automobilistico, con particolare riferimento al sostegno della domanda di veicoli a bassa emissione – n. 3-00998)

PRESIDENTE. Il deputato Diego Zardini ha facoltà di illustrare l'interrogazione n. 3-00998 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

DIEGO ZARDINI (PD). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come certifica la Nota di aggiornamento al DEF, nella prima metà del 2019 si è registrata a livello europeo una forte contrazione del settore dell'auto e anche in Italia la produzione, da aprile 2019 rispetto all'anno precedente, è calata del 17 per cento. Questa situazione rischia di essere aggravata anche dalla guerra dei dazi, visto che l'export verso gli Stati Uniti vale circa 9 miliardi di euro, senza contare l'indotto della componentistica specializzata. Un'ulteriore contrazione del mercato potrebbe anche essere determinata dalle misure adottate con la legge di bilancio del 2019, che prevedono un meccanismo bonus-malus con una tassazione progressiva delle autovetture a combustione. Nonostante questo dato negativo, risulta in maniera positiva, invece, la registrazione dell'incremento delle auto elettriche, che nei primi otto mesi del 2019 hanno visto immatricolate 6.453 vetture, con una crescita tendenziale di oltre il 100 per cento, solo che il 50 per cento di queste auto elettriche in circolazione è prodotto in Cina. E mentre in Germania Porsche e Mercedes hanno già presentato modelli totalmente elettrici, e Francia e Germania hanno anche un piano industriale per il 2030 che prevede investimenti di diversi miliardi di euro, in Italia invece siamo un po' più fermi. Quindi noi chiediamo sicuramente e chiederemo un avvio di un'indagine conoscitiva per il futuro del settore e chiediamo anche al Ministro interrogato se intenda adottare iniziative per la filiera e incentivare la domanda di veicoli a basse emissioni, specialmente quelli elettrici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie Presidente e grazie agli onorevoli interroganti. Il Governo è in prima linea per sostenere la filiera produttiva di autoveicoli con particolare attenzione all'incentivazione dei veicoli elettrici a basse emissioni. Nella proposta di Piano nazionale integrato per l'energia e il clima si prevede, entro il 2030, una crescita estremamente rilevante delle auto Full Electric, dei veicoli ibridi plug-in, quelle ricaricabili direttamente alla presa elettrica, nonché di altre tipologie di veicoli a ridotto impatto ambientale.

Il Piano delinea un complesso di misure raggruppabili in due sottoinsiemi: il sostegno alla domanda di veicoli a basse emissioni e il sostegno allo sviluppo delle infrastrutture connesse. La più importante misura di sostegno alla domanda promossa dal MiSE è il cosiddetto Ecobonus Auto, che è già stato citato nella domanda, attuato con il decreto ministeriale del 20 marzo 2019. La misura ha previsto contributi per chi acquista ed immatricola in Italia veicoli di categoria M1, elettrici e ibridi, nuovi di fabbrica. Grazie al “decreto crescita” l'Ecobonus è stato esteso anche a tutte le categorie di mezzi a due e tre ruote. Per agevolare le richieste di contributi è stata creata la piattaforma Ecobonus e, a partire dal 5 luglio 2019, è stata aperta la seconda finestra di prenotazione su tale piattaforma per i veicoli M1. La scadenza di questa nuova fase di prenotazione è fissata al 20 novembre 2019 e si tratta, quindi, di una misura ancora in corso. Come ricordato dagli onorevoli interroganti, l'Ecobonus ha determinato una sensibile impennata delle vendite di veicoli elettrici, che ad aprile 2019 sono state quattro volte quelle dell'aprile 2018.

Un secondo strumento, che diventerà operativo mediante prossima emanazione del cosiddetto “decreto vehicle green”, consentirà ai veicoli elettrici di partecipare vantaggiosamente alla fornitura di servizi a sistema elettrico e favorirà la diffusione della tecnologia di integrazione tra i veicoli elettrici e la rete elettrica.

Per quello che riguarda gli interventi a sostegno dello sviluppo delle infrastrutture connesse, insieme al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministero dello sviluppo economico sta aggiornando il Piano nazionale infrastrutture di ricarica e sta predisponendo un decreto che prevede la realizzazione di una piattaforma unica nazionale delle colonnine di ricarica e l'avvio di misure per favorire la diffusione delle colonnine.

Un altro settore a cui il MiSE sta dedicando attenzione è quello delle batterie ad alta capacità di accumulo, che consentiranno ai veicoli elettrici di funzionare come un deposito di energia che può essere utilizzato in caso di mancanza di energia elettrica, tenuto conto, altresì, della strategia europea sviluppata con la Battery Alliance. A questo scopo, è in via di definizione a livello europeo un IPCA, che vede il coinvolgimento del nostro Paese con vari stakeholder, tra cui ovviamente FCA. La Legge di bilancio 2020 sarà, comunque, l'occasione per incentivare ulteriormente il percorso di transizione verso una mobilità elettrica a basse emissioni, in maniera comunque equilibrata e senza creare effetti distorsivi sul mercato.

Come ho, infatti, già annunciato è mia intenzione convocare il tavolo automotive per favorire la transizione tecnologica verso la mobilità elettrica e a basse emissioni, sostenendo la graduale riconversione della filiera produttiva nazionale, in un'ottica di condivisione e confronto con tutte le parti interessate e aggiungo, ovviamente, in piena sintonia con il Parlamento, che potrà fare le proposte che riterrà necessarie nella prossima legge di bilancio anche attraverso un'indagine conoscitiva.

PRESIDENTE. La deputata Francesca Bonomo, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

FRANCESCA BONOMO (PD). Grazie, Presidente, grazie Ministro. Come Partito Democratico, ci dichiariamo soddisfatti della risposta del Ministro e siamo contenti che si potrà interloquire, anche a seguito di un'indagine conoscitiva, che, come detto, inizierà a svilupparsi all'interno della nostra Commissione. Crediamo che sia importante, in questo momento, lavorare su una strategia industriale forte dell'Italia sul tema dell'elettrico. Per farlo, però, abbiamo bisogno di due assi.

Un asse che si occupi anche del breve termine: come abbiamo detto, il comparto industriale dell'auto è molto in difficoltà, abbiamo i dati, in Europa, che ci dicono che si vendono ancora poco auto elettriche (il 2 per cento in Europa, lo 0,3 per cento in Italia), quindi la transizione sarà una transizione lenta. Dobbiamo, dunque, accompagnare questa transizione e, quindi, potrebbe essere necessario un rinnovo anche complessivo del parco auto italiano, prevedendo, per esempio, nella legge di bilancio un incentivo alla rottamazione dagli Euro 1 agli Euro 4 per risollevare il mercato ed accompagnare questa transizione, eventualmente anche incentivando il leasing, oltre che la vendita del nuovo.

Dall'altra parte, però, siamo d'accordo e siamo soddisfatti anche della risposta del Ministro, perché serve una grande strategia, un piano industriale italiano a lungo termine sul tema dell'elettrico. Serve, probabilmente, forse, una cabina di regia anche a livello nazionale. Siamo d'accordo, come Partito Democratico, anche con la proposta fatta dal presidente Boccia di Confindustria di vedere Torino – 50 per cento della filiera produttiva dell'auto – come luogo di insediamento di questa cabina di regia, perché crediamo che sia necessario portare avanti una strategia nazionale, come abbiamo detto, sul tema dell'incentivo, quindi allargare l'ecobonus non solo al 2019, ma ampliarlo negli anni a venire, fare una strategia nazionale anche sul tema delle colonnine di ricarica per incentivare i privati, perché da 4 mila italiane dobbiamo aumentare il numero delle colonnine, ma anche una strategia nazionale sul tema della produzione delle batterie.

Grazie per il lavoro che si potrà fare insieme (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative volte a garantire la continuità dell'attività e la tutela dei livelli occupazionali della società Manital – n. 3-00999)

PRESIDENTE. Il deputato Marco Silvestroni ha facoltà di illustrare l'interrogazione n. 3-00999 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Ministro Patuanelli, a giugno, quando il suo collega Di Maio era Ministro, i tavoli aperti al MISE erano circa 158, i dati sono sindacali perché ancora il Ministero non dà i dati reali, per cui stiamo parlando, se sono 158, all'incirca di 300 mila lavoratori, con indotto compreso. Secondo i dati INPS, c'è stata un'esplosione ad oggi, passato un anno da qui, per cui la cassa integrazione è aumentata del 78 per cento. Ora, io mi auguro che con il cambio di Ministro le cose possano cambiare ed è per questo - perché, chiaramente, per Fratelli d'Italia il lavoro è una importantissima priorità - che la interroghiamo per i 10 mila impiegati del consorzio Manital, che, come lei immagina, coinvolge famiglie, mogli, mariti, figli. Ed è inammissibile, Ministro, che, ancora ad oggi, questi dipendenti Manital non sappiano quale sarà la loro fine.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Presidente, grazie agli onorevoli interroganti. A prescindere dalla risposta poi sul punto, voglio soffermarmi sul fatto che, rispetto ai tavoli di crisi, i dati che lei ha citato, onorevole, sono dati probabilmente corretti, e sto facendo anch'io una ricognizione. Quello che però voglio sottolineare è che stiamo costituendo finalmente una struttura per le crisi aziendali nel decreto-legge in conversione in questo momento al Senato, che arriverà poi alla Camera penso fra circa due settimane: con quel decreto riusciamo finalmente ad istituire un'unità di crisi dotata di dodici persone, che potrà affrontare in modo più concreto le crisi aziendali. Pur rubando tempo alla risposta puntuale, ma che casomai poi ovviamente lascerò agli atti, ritengo che però il ruolo del Ministero dello Sviluppo economico sia quello di anticipare le crisi: noi dobbiamo dotarci degli strumenti che consentono al Ministero di evitare che si aprano nuovi tavoli di crisi.

Ad ogni modo, il consorzio Manital ha sede legale a Ivrea e conta diverse unità sul territorio nazionale, fornisce i servizi di pulizia per scuole e altre pubbliche amministrazioni, occupando circa 6 mila dipendenti diretti e 7 mila indiretti, tra consorziate e fornitori e subappaltatori. A fronte dei ritardi nei pagamenti delle commesse e di una possibile crisi occupazionale, nonché del mancato pagamento delle retribuzioni ai lavoratori del consorzio, è stato avviato un tavolo di confronto con tutte le parti interessate presso il MISE. L'11 luglio 2019 si è tenuto un incontro del tavolo presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, alla presenza dei vertici della società, con la partecipazione di Consip, del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (tra i Ministeri esposti economicamente nei confronti di Manital), delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e delle aziende consorziate: ciò al fine di risolvere da un lato, le problematiche relative alle mancate retribuzioni dei lavoratori, dall'altro, per verificare lo stato dei pagamenti relativi alle commesse delle stazioni appaltanti. Nel corso del citato incontro, Manital ha rappresentato la sussistenza di difficoltà finanziarie, dovute, a parere della stessa, al ritardo con cui molte amministrazioni pubbliche nazionali e territoriali hanno proceduto a liquidare i compensi dovuti per le prestazioni ricevute.

Ulteriori incontri con le parti interessate si sono tenuti successivamente. Nell'ultimo tavolo del 30 luglio Manital ha manifestato la volontà di avviare una serie di azioni per sbloccare quanto prima la situazione, ma, ad oggi, risulta che gli impegni assunti in quell'occasione dai vertici aziendali non siano stati purtroppo del tutto mantenuti; in particolare, risultano pagate le mensilità di giugno 2019 e parte delle retribuzioni di luglio.

Pertanto il tribunale di Ivrea ha valutato l'opportunità di disporre l'assoggettamento in amministrazione straordinaria della società Manital Idea, e a tal fine ha richiesto la designazione di tre commissari giudiziali per la dichiarazione dello stato di insolvenza. Il MISE ha indicato i commissari in data 16 settembre 2019. Sentito il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, informo che la società ha riconosciuto diversi trattamenti di integrazione salariale…

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. …per i lavoratori che svolgono i servizi di pulizia (c'è l'elenco di tutte le situazioni di integrazione salariale erogate presso molte stazioni ferroviarie e presso lo stabilimento Mirafiori, di FCA). È chiaro ed evidente, dunque, che il Governo ha messo il massimo impegno per garantire la tutela occupazionale del consorzio in esame, e sarà ora compito dei commissari straordinari valutare per il futuro tutte le possibili soluzioni…

PRESIDENTE. Deve concludere, Ministro.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. …per risolvere lo stato di difficoltà in cui versa il consorzio, fermo restando che il MISE, adottando ogni iniziativa di competenza, continuerà a monitorare la situazione al fine di rassicurare i lavoratori e mantenere i livelli occupazionali. Ricordo che il M ha un compito di vigilanza sulla struttura commissariale, ed è in questo esercizio che il Ministero darà tutta la massima collaborazione alla struttura commissariale.

PRESIDENTE. Ministro Patuanelli, mi corre l'obbligo di precisare che il documento può essere anche consegnato brevi manu all'interrogante, ma non può essere allegato agli atti, perché la caratteristica delle interrogazioni a risposta immediata, come dice la parola stessa, è risposta immediata e circostanziata alla fattispecie della seduta che stiamo svolgendo.

Il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Ministro, tratterremo l'indignazione, perché - come dire? - lei è erede di Di Maio, e diciamo che, a volte, è meglio essere orfani: in questo caso sicuramente, se uno deve parlare di raccogliere l'eredità di Di Maio al MISE o al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, certamente sarebbe meglio essere orfani. Però, vede che ci viene difficile accettare di sentire, in quest'Aula, proclamare che il Governo ha messo il massimo impegno nel nominare i commissari giudiziali: quanto a Manital, è da luglio che la regione Piemonte vi dice di segnalare a tutti gli enti statali di pagare in surroga i dipendenti che non prendono lo stipendio da giugno, nonostante Manital abbia monocommittenza pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Sono 7 mila persone che attendono 6-700 euro al mese, che hanno fatto da banca all'imprenditore privato con la complicità del Ministero!

Oggi lei ci viene a raccontare che costituirete un'unità di crisi. Ma ci vuole un'unità di crisi per scoprire che dovete 17 milioni di euro, come Ministeri, a Manital e che, se aveste pagato quei 17 milioni di euro, probabilmente oggi sarebbero già nelle tasche dei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? O, ancora, che se aveste pagato in surroga, come vi chiede la regione Piemonte amministrata dal centrodestra con l'assessore di Fratelli d'Italia, oggi quei lavoratori avrebbero in tasca i loro soldi? Voglio dire, è un'eredità difficilissima, è meglio essere orfani che eredi di Di Maio sul mondo del lavoro; però, Ministro, oggi non può venirci a parlare di questo straordinario impegno! Perché, vede, quando convocavate i tavoli di crisi…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …eravate - non lei, ma chi l'ha preceduta - oltre il ridicolo - e termino -, perché il Ministero convocava il tavolo di crisi convocando se stesso, che era un debitore insolvente, con grave riverbero per il profilo occupazionale e per le famiglie di 7 mila persone, che voi con i vostri “puffi” avete contribuito a sbattere in mezzo ad una strada. Siete stati velocissimi a nominare i commissari giudiziali…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). ...dovevate essere bravi ad evitare una crisi, e lo potevate fare perché i debitori insolventi eravate voi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per richiamo al Regolamento, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, per richiamo al Regolamento: articolo 30, comma 5, del Regolamento; che ovviamente lei conosce a memoria, ma per chi ci vedesse in questo momento recita: “Salvo autorizzazione espressa del Presidente della Camera, le Commissioni non possono riunirsi nelle stesse ore nelle quali vi è seduta dell'Assemblea”.

Quindi, primo: chiedo di vedere l'autorizzazione espressa del Presidente della Camera, che ha autorizzato la Commissione XI, di cui faccio parte, a riunirsi proprio in questo momento, a partire dalle ore 14 fino alle 15,30; anzi, fino alle 16, perché io in questo momento avrei dovuto prendere la parola con riferimento ad un'interrogazione presentata dall'onorevole Polverini sul reddito di cittadinanza, a cui non posso partecipare perché ritengo di prendere parte a questa seduta.

Seconda osservazione: ritengo che non sia corretto non consentire al deputato che desidera partecipare sia ai lavori del Parlamento che ai lavori della propria Commissione, di farlo e che debba compiere una scelta: o la Commissione o il Parlamento. Mi sembra una riduzione dei diritti del parlamentare a svolgere la propria attività.

Io non sono d'accordo, ma se il Regolamento effettivamente dichiara regolare questa impossibilità, mi sembra corretto che io protesti la mia convinzione che è un Regolamento che non va verso il diritto dei parlamentari di esprimere appieno la propria opinione sulle leggi e su tutti i documenti di cui trattiamo, che sono molto importanti.

E poi c'è l'argomento che non mi si è data la parola perché c'è la RAI che segue questa seduta della Camera. Presidente, se avessi voluto farmi notare, parlare per farmi notare, ho qui sia il gilet blu sia la bandiera: non mandi i commessi, che non li faccio vedere.

PRESIDENTE. Esatto, li lasci lì che è meglio. Grazie.

CARLO FATUZZO (FI). Cioè, se avessi voluto illustrare questo argomento, cioè questa mia opinione sull'applicazione del Regolamento secondo me da cambiare, che non va bene, per farmi vedere, avrei avuto tanti modi per farlo.

Ritengo invece proprio - e lo ripeto, e ho piacere di ripeterlo - che sia assolutamente da cancellare (ammesso che sia previsto dall'interpretazione del Regolamento che qualcuno dovrebbe aver fatto, avendo il diritto a farlo) che non mi si dia, non tanto a me, ma a chiunque tra di noi che voglia partecipare ai lavori della propria Commissione e anche ai lavori della Camera, la possibilità di poterlo fare.

Poi, tra l'altro, tra ieri e oggi, ci saremmo riuniti qualche ora, quindi c'era la possibilità di tenere le riunioni di Commissione in orario diverso dall'orario dell'Aula. Tanto volevo dire, ho terminato.

PRESIDENTE. Grazie, deputato Fatuzzo. Le sue osservazioni sono assolutamente legittime, anche motivate. Come più volte precisato dalla Presidenza, l'applicazione dell'articolo 30, comma 5, del Regolamento, che lei ha richiamato, è sempre stata nel senso che le Commissioni possono comunque riunirsi durante le fasi delle sedute dell'Assemblea nelle quali non sono previste votazioni e, dunque, anche durante lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Si tratta di una prassi consolidata fondata sull'esplicito dettato regolamentare, che è stata, del resto, puntualmente confermata - cosa importante - anche dalla Giunta per il Regolamento, che vi ha dedicato una riunione, più esattamente quella del 4 ottobre 2006, determinandosi secondo le conclusioni che le ho anticipato.

Il fatto che si tratti di un principio assolutamente consolidato è ulteriormente confermato dal fatto che, proprio durante lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, nella trasmissione televisiva appare periodicamente, in sovraimpressione, la frase: “Durante il question time” - che, poi, cercheremo di correggere, così diamo delle indicazioni anche alla RAI per parlare in italiano - “sono riunite le Commissioni parlamentari”.

Naturalmente, è sempre possibile modificare questa regola: ella, se lo ritiene, potrà farsi promotore di una iniziativa di riforma del Regolamento in tal senso. Quindi, ha facoltà di intraprendere l'iniziativa, da solo o in compagnia del suo gruppo; ma, comunque, le cose, allo stato, così sono.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,30 con la votazione per l'elezione di un Questore e di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 8, del Regolamento. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,40.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boccia, Brescia, Gallo, Gebhard, Giachetti, Paolo Russo, Schullian, Sisto, Tasso e Vitiello sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Votazione per l'elezione di un Questore e di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 8, del Regolamento.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per l'elezione di un Questore e di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 8, del Regolamento, a seguito della cessazione dalle rispettive cariche dei deputati Federico D'Incà e Mirella Liuzzi, dimissionari, in quanto chiamati a far parte del Governo.

A ciascun deputato saranno consegnate due schede: una di colore arancione per l'elezione di un Questore e una di colore verde per l'elezione di un Segretario di Presidenza.

Avverto che ciascun deputato può scrivere su ciascuna scheda un solo nome.

Le schede recanti più di un nominativo saranno considerate nulle.

Le preferenze espresse in favore di deputati aventi lo stesso cognome non saranno considerate valide ove non rechino anche il nome del deputato ovvero - quanto meno - la lettera iniziale del nome o il gruppo di appartenenza.

Saranno eletti coloro che otterranno il maggior numero di voti.

Per agevolare il computo dei voti ogni deputato deporrà le schede in due urne distinte, collocate al di fuori delle cabine di voto.

Indìco la votazione per schede.

Avverto che, come da prassi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo.

Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Invito i deputati Segretari a procedere allo spoglio delle schede.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 18,35, è ripresa alle 19,10.

Comunicazione del risultato della votazione per l'elezione di un Questore e di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 8, del Regolamento.

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione per l'elezione di un Questore:

Presenti e votanti…398

Hanno ottenuto voti: Francesco D'Uva 268; Gianfranco Di Sarno 5.

Voti dispersi…17

Schede bianche…94

Schede nulle…14.

Proclamo pertanto eletto Questore il deputato Francesco D'Uva (Applausi).

Comunico il risultato della votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza ai sensi dell'articolo 5, comma 8, del Regolamento:

Presenti e votanti…398.

Hanno ottenuto voti: Luigi Iovino 243; Flora Frate 6.

Voti dispersi…20

Schede bianche…107

Schede nulle…22.

Proclamo pertanto eletto Segretario di Presidenza il deputato Luigi Iovino (Applausi).

Hanno preso parte alla votazione:

Acquaroli Francesco

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Aiello Piera

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aprile Nadia

Aresta Giovanni Luca

Ascari Stefania

Azzolina Lucia

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Barbuto Elisabetta Maria

Baroni Annalisa

Baroni Massimo Enrico

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bella Marco

Bellucci Maria Teresa

Benamati Gianluca

Benedetti Silvia

Benigni Stefano

Berardini Fabio

Bersani Pier Luigi

Biancofiore Michaela

Bilotti Anna

Boldrini Laura

Bologna Fabiola

Bond Dario

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bucalo Carmela

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Butti Alessio

Cabras Pino

Cadeddu Luciano

Calabria Annagrazia

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cannizzaro Francesco

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Cappellacci Ugo

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Carè Nicola

Carelli Emilio

Caretta Maria Cristina

Carinelli Paola

Carrara Maurizio

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Maurizio

Ceccanti Stefano

Cecconi Andrea

Cenni Susanna

Chiazzese Giuseppe

Ciaburro Monica

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Cirielli Edmondo

Colucci Alessandro

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corda Emanuela

Corneli Valentina

Costa Enrico

Costanzo Jessica

Crippa Davide

Cristina Mirella

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Daga Federica

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dal Moro Gian Pietro

D'Ambrosio Giuseppe

D'Arrando Celeste

De Carlo Luca

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

Deiana Paola

Deidda Salvatore

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Delmastro Delle Vedove Andrea

Del Monaco Antonio

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

Del Re Emanuela Claudia

Delrio Graziano

Del Sesto Margherita

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Menech Roger

De Micheli Paola

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Maio Marco

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

Donno Leonardo

Donzelli Giovanni

Dori Devis

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Emiliozzi Mirella

Epifani Ettore Guglielmo

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Fasano Vincenzo

Fascina Marta Antonia

Fatuzzo Carlo

Federico Antonio

Ferraioli Marzia

Ferri Cosimo Maria

Ferro Wanda

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fontana Gregorio

Fontana Ilaria

Forciniti Francesco

Fornaro Federico

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Frassinetti Paola

Frate Flora

Fratoianni Nicola

Fregolent Silvia

Frusone Luca

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galantino Davide

Galizia Francesca

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gebhard Renate

Gemmato Marcello

Germanà Antonino

Giachetti Roberto

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giannone Veronica

Giarrizzo Andrea

Giordano Conny

Giuliano Carla

Giuliodori Paolo

Gribaudo Chiara

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Ianaro Angela

Incerti Antonella

Invidia Niccolò

Iorio Marianna

Iovino Luigi

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Lollobrigida Francesco

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Lucaselli Ylenja

Lupi Maurizio

Macina Anna

Madia Maria Anna

Magi Riccardo

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Mandelli Andrea

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Marrocco Patrizia

Martina Maurizio

Martinciglio Vita

Maschio Ciro

Masi Angela

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Melilli Fabio

Menga Rosa

Miceli Carmelo

Micillo Salvatore

Migliorino Luca

Milanato Lorena

Minniti Marco

Misiti Carmelo Massimo

Mollicone Federico

Mor Mattia

Morani Alessia

Morassut Roberto

Moretto Sara

Morgoni Mario

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Mura Romina

Muroni Rossella

Musella Graziano

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Occhiuto Roberto

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Osnato Marco

Padoan Pietro Carlo

Pagani Alberto

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palazzotto Erasmo

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Pastorino Luca

Paxia Maria Laura

Pedrazzini Claudio

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Perego Di Cremnago Matteo

Pettarin Guido Germano

Pezzopane Stefania

Piccoli Nardelli Flavia

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Plangger Albrecht

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Portas Giacomo

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Prisco Emanuele

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Raciti Fausto

Raduzzi Raphael

Raffa Angela

Ravetto Laura

Ricciardi Riccardo

Rizzetto Walter

Rizzo Gianluca

Rizzone Marco

Rizzo Nervo Luca

Romaniello Cristian

Romano Andrea

Rospi Gianluca

Rossello Cristina

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rostan Michela

Rotelli Mauro

Rotta Alessia

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Giovanni

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Sarti Giulia

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schirò Angela

Schullian Manfred

Scutellà Elisa

Segneri Enrica

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Sgarbi Vittorio

Siani Paolo

Sibilia Carlo

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestri Francesco

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Siracusano Matilde

Siragusa Elisa

Sisto Francesco Paolo

Sorte Alessandro

Soverini Serse

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Spena Maria

Sportiello Gilda

Stumpo Nicola

Sut Luca

Tabacci Bruno

Tartaglione Annaelsa

Tasso Antonio

Termini Guia

Terzoni Patrizia

Testamento Rosa Alba

Toccafondi Gabriele

Tondo Renzo

Topo Raffaele

Torto Daniela

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Trizzino Giorgio

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valente Simone

Vallascas Andrea

Varchi Maria Carolina

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Vianello Giovanni

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Villarosa Alessio

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Vito Elio

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zolezzi Alberto

Zucconi Riccardo

Sono in missione:

Ascani Anna

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Berti Francesco

Billi Simone

Boccia Francesco

Bonafede Alfonso

Borghi Claudio

Buffagni Stefano

Businarolo Francesca

Castelli Laura

Colletti Andrea

Comaroli Silvana Andreina

Dadone Fabiana

De Carlo Sabrina

Dieni Federica

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Ehm Yana Chiara

Fassino Piero

Ferraresi Vittorio

Fioramonti Lorenzo

Fraccaro Riccardo

Franceschini Dario

Gelmini Mariastella

Giaccone Andrea

Giorgis Andrea

Grande Marta

Grimoldi Paolo

Guerini Lorenzo

Invernizzi Cristian

Liuzzi Mirella

Maggioni Marco

Maniero Alvise

Marzana Maria

Migliore Gennaro

Molinari Riccardo

Montaruli Augusta

Morelli Alessandro

Parolo Ugo

Ribolla Alberto

Rosato Ettore

Russo Paolo

Saltamartini Barbara

Scalfarotto Ivan

Speranza Roberto

Suriano Simona

Tateo Anna Rita

Tofalo Angelo

Volpi Leda

Zoffili Eugenio

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Intendo intervenire perché è di oggi una notizia pubblicata dal quotidiano la Repubblica, in un testo del giornalista Sandro De Riccardis, secondo noi di particolare gravità, che riguarda un tema che in quest'Aula abbiamo trattato più volte chiedendo, all'epoca del precedente Governo, che della vicenda riferisse l'allora Ministro dell'Interno, Matteo Salvini. L'ultima notizia è che gli inquirenti, che svolgono un lavoro che ovviamente non concerne i compiti dei parlamentari – ma purtuttavia i parlamentari osservano le notizie che vengono pubblicate e della cui attendibilità ovviamente rispondono coloro che le pubblicano – gli inquirenti avrebbero reperito sul materiale investigato presente sui telefonini delle persone coinvolte nel cosiddetto affaire Moscopoli la riproduzione di uno schema, sui telefonini sequestrati, per esempio, al signor Savoini e ad altri, all'avvocato Gianluca Meranda, uno schema di una ripartizione di una presunta tangente di un'operazione di compravendita di carburante, di petrolio, il cui 4 per cento sarebbe stato destinato, in questo schema, al Partito della Lega. Ovviamente uso il condizionale: sono notizie delle quali non posso verificare la veridicità e purtuttavia sono talmente gravi le notizie, parliamo del partito che in questo momento, secondo i sondaggi, è il primo partito italiano e parliamo di fatti occorsi quando questo partito era forza di Governo, esprimeva il Vice Presidente del Consiglio nonché Ministro dell'Interno. Sono notizie di grande gravità, sulle quali l'allora Ministro dell'Interno avrebbe dovuto sentire il dovere, chiamato a questo scopo dal Parlamento, di riferire alla nostra Aula o all'Aula del Senato.

Oggi ovviamente la situazione è cambiata, signor Presidente, perché il senatore Salvini non può ovviamente riferire in alcun modo alla Camera e non ha il compito oggi di Ministro dell'Interno. E purtuttavia, penso che il senatore Salvini dovrebbe trovare comunque e sentire comunque il dovere di riferire agli italiani circa le notizie che lui conosce su questo caso. Stiamo parlando di un'ipotesi di reato gravissima; del possibile accordo sviluppato per la corresponsione di una tangente economica da parte di attori di un Paese straniero ad un partito italiano. È un'accusa, ovviamente stiamo parlando di un'ipotesi di accusa di reato, gravissima, sulla quale è necessario che faccia luce la magistratura, alle quali risultanze ovviamente tutti ci atterremo, ma riguarda anche il dovere per il segretario di un partito così importante di riferire al Parlamento quale sia la verità dei fatti che oggi vengono raccontati; se sia vero che lo schema per la spartizione dell'affare con i russi avrebbe dovuto portare 65 milioni di dollari nelle casse di via Bellerio. Intervengo, quindi, sull'ordine dei lavori, Presidente, perché non ritengo che sia esaurita la necessità che questo riferimento venga fatto all'Aula. Noi crediamo che sia fondamentale che questo Parlamento debba avere notizie su ciò che sta venendo fuori da questa inchiesta.

Ho chiesto di intervenire, a nome del Partito Democratico, sull'ordine dei lavori perché immagino che, anche se pochi colleghi sono qui presenti in Aula, possano condividere le domande che tutti noi ci facciamo su questo caso.

Ho inteso intervenire perché rimanga a verbale che il Partito Democratico è capace di fare differenze e separazione tra le competenze della magistratura e le competenze della politica e lo svolgimento dei lavori dell'Aula, ma, proprio perché parliamo di un partito politico importante e del segretario di quel partito, noi sentiamo il bisogno, ancora, di chiedere che agli italiani su questa vicenda, gravissima, venga data chiarezza nelle Aule del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Con la giusta elasticità che si deve agli interventi conclusivi della nostra seduta, abbiamo ascoltato volentieri il suo richiamo all'ordine dei lavori, anche se non è chiaro, diciamo così, lo sviluppo di questo richiamo. Non so se lei intende coinvolgere il Governo in un'informativa al riguardo o cosa. Magari ce lo fa sapere. L'abbiamo comunque ascoltata con attenzione. Ha chiesto di parlare sempre sull'ordine dei lavori il deputato Salvatore Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Solo per ricordare che oggi, grazie a una legge istituita dal Parlamento nel lontano 2005, il 2 ottobre è la Festa dei nonni. Ricade nella festività cattolica della Festa degli angeli custodi grazie a un parlamentare che era di Alleanza nazionale e di tutto il gruppo dell'allora Alleanza Nazionale: votata all'unanimità dal Parlamento, fu istituita questa giornata. Considerata la figura centrale che rappresentano i nonni nella famiglia e per tutti noi - mia nonna ha 101 anni e ancora oggi è una guida per la mia famiglia - vorrei chiedere alla Presidenza se, in vista del prossimo anno, aprirà il Parlamento durante questa festività, coinvolgendo i nonni e le persone più anziane, perché troppo spesso, le forze politiche tutte, ci riempiamo la bocca di attenzione verso le persone anziane, ma dedichiamo loro un pensiero a volte soltanto quando accadono fatti spiacevoli. Dovremmo, invece, far sentire le istituzioni vicine a questa persone e – perché no ? – magari far sedere in questi banchi persone che non hanno mai provato questa emozione. Questo è un pensiero e un invito che rivolgo alla Presidenza perché, se il Parlamento istituisce festività civili, la politica e le istituzioni si devono ricordare di festeggiare e di celebrarle nel dovuto modo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie a lei, deputato Deidda. Se avesse fatto questo intervento magari con un po' d'anticipo, avremmo potuto forse provvedere - ma nondimeno lo facciamo ora - a fare gli auguri a tutti i nonni d'Italia. Comunque, farò pervenire al Presidente Fico la sua proposta, in modo tale che possa essere oggetto di riflessione da parte del Presidente.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carlo Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Naturalmente, Presidente, mi associo alla proposta testé presentata dal collega di Fratelli d'Italia.

Con questo mio intervento di fine seduta voglio sottolineare che ho avuto notizia da una circolare dell'INPS che il presidente dell'INPS, Tridico, ha dato il via allo spostamento delle roulotte e di altre modalità per far conoscere ai cittadini che desiderano avere informazioni sui loro diritti a pensione di recarsi presso di loro in ogni modo possibile. È vero: è dal 1979 che tutte le settimane, in televisioni private, io continuo a dire e constatare che nove pensionati su dieci prendono meno di quanto spetta loro e non lo sanno. Ma voglio anche ricordare al presidente dell'INPS che sarebbe bene che, oltre che fare giustamente questa opera di informazione, pagasse le pensioni ai cittadini riconosciuti inabili subito, il giorno dopo che ha deciso di dare una pensione di inabilità o una pensione di invalidità o una pensione di reversibilità.

Questo è un lavoratore con gravi malattie, di Pavia; sono quattro mesi che è stato riconosciuto inabile, sta lavorando, peggiorando, quindi, le sue condizioni di salute, ma ancora non vede un centesimo di questa pensione né sa la misura della pensione. Questo è un fatto gravissimo; l'Istituto nazionale della previdenza sociale deve dare a chi ha diritto alla pensione almeno un cospicuo acconto di quanto gli spetta in attesa che faccia le addizioni e le sottrazioni, che richiedono, poi, due mesi, tre mesi o quattro mesi; diano, immediatamente, un cospicuo acconto. Viva i pensionati, pensionati all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Patrizia Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Presidente, si è consumato ieri, a Roma, un duplice omicidio, “quer pasticciaccio brutto”, direbbe il grande Gadda, cioè l'amministrazione capitolina, in accordo con una classe di dirigenti inerti e anche conniventi, dopo aver, per sei volte cambiato il consiglio di amministrazione AMA, ha messo in liquidazione Roma Metropolitane, la stazione che appalta i servizi di trasporto pubblico a Roma, ma, con questo, ha ucciso anche la dignità di tanti lavoratori che hanno dovuto subire persino l'onta della pressione fisica operata dalla polizia, mentre erano pacificamente a manifestare sotto la propria sede, in difesa dei posti di lavoro. Ebbene, la solidarietà ai colleghi politici e ai sindacati va bene, ma vorrei ricordare che oggi è ancora ricoverato al Pertini un lavoratore di Roma Metropolitane, a cui va l'affetto e l'abbraccio solidale di tutto il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), cosa che la sindaca Raggi, per esempio, ha omesso di fare, però si è ben ricordata di cancellare l'azienda, quell'azienda importante che avrebbe potuto fare azioni concrete a favore del trasporto pubblico.

A questo proposito, ricordo che fu proprio il Ministro Delrio, nel 2017, a dare un contributo di 426 milioni di euro per l'adeguamento antincendio e per l'ammodernamento delle linee A e B, soldi, tra l'altro, vincolati ad un'obbligazione che impone come termine ultimo il 31 dicembre 2020 per le operazioni di espletamento e aggiudicazione della gara. Ad oggi, udite, udite, di questi soldi non solo non c'è traccia, ma nessuno ha investito un euro, di questi soldi. In questo senso, la Raggi è assolutamente inerte, con buona pace della qualità e della sicurezza del servizio del trasporto pubblico e dei cittadini romani, costretti ad assistere, rassegnati ed impotenti, al lento declino di quella che, una volta, è stata una grande capitale d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cosimo Maria Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Presidente, vorrei portare in quest'Aula la voce di tanti lavoratori dell'azienda Sanac, della provincia di Massa Carrara, che, ancora una volta, ieri, hanno protestato, hanno scioperato, hanno mostrato la loro preoccupazione e il loro disagio - e insieme a loro i sindacati, le istituzioni - e vorrebbero chiarezza.

È una storia che va avanti, purtroppo, da parecchio tempo; l'azienda Sanac di Massa è entrata in amministrazione straordinaria dal marzo del 2015, è una controllata dell'Ilva ed è legata alle sorti dell'Ilva, quindi, ci auguriamo che col decreto cosiddetto crisi di impresa, che verrà convertito in questi giorni, si possa dare una risposta. Però, ad oggi c'è molta incertezza; i lavoratori non sanno quale sarà il loro destino, sono in cassa integrazione, gli ordini dell'azienda diminuiscono, non c'è una risposta, non c'è chiarezza nelle politiche industriali.

Più volte abbiamo sollecitato il Ministro Di Maio, nel precedente Governo; proprio in data 6 dicembre 2018, su una mia interrogazione, rispondeva e si impegnava, dopo le opportune verifiche – leggo tra virgolette – “da parte dei commissari, di aggiornare la nota a seguito delle informative che perverranno dagli stessi organi della procedura, al fine di valutare le opportune iniziative”. Risposta che è rimasta senza contenuti e noi chiediamo, oggi, con forza, al Ministro Patuanelli. di occuparsi di questa vicenda della Sanac, di dare una risposta e di consentire ad ArcelorMittal, che è l'unica azienda che ha presentato un'offerta, di impegnarsi e di adempiere agli impegni che ha preso, perché aveva un termine entro il quale adempiere a un piano industriale, aveva presentato una garanzia, anche bancaria, e le era stato dato un termine che, purtroppo, è stato prorogato ancora una volta al 20 dicembre, guarda caso è lo stesso termine che è stato concesso ad ArcelorMittal per adeguarsi alle prescrizioni dell'altoforno 2 nell'Ilva di Taranto…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Pertanto, è chiaro che questa coincidenza del termine, questo destino collegato, Ilva-Sanac, preoccupa i lavoratori della Sanac. Chiediamo, quindi, chiarezza e risposte immediate, per dare quella serenità, quel posto di lavoro che questi lavoratori hanno da tempo e che non vogliono perdere, in un'azienda che può investire ancora di più e può dare molto anche all'economia, non solo della provincia di Massa e Carrara, ma dell'intero Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Monica Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, essere sindaci di piccoli comuni, piccolissimi anche, è sempre più una missione laica: gli organici scarseggiano, le risorse latitano, eppure questi amministratori, ogni giorno, con un grande senso del dovere, sono lì, per far sì che i loro comuni abbiano la forza di continuare ad erogare i servizi e quindi essere vicini ai cittadini e dare risposte precise e puntuali. I sindaci dei piccoli comuni sanno perfettamente che sono, molto sovente, l'unico presidio dello Stato in vallate e colline delle aree interne della nostra patria.

Il mio intervento odierno è teso a mettere alla vostra attenzione e a portare la più assoluta e totale solidarietà, sia personale che di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, all'amico sindaco di Oncino, Alfredo Fantone, un piccolo comune della Valle Po, in provincia di Cuneo, nella regione Piemonte, ed al suo segretario comunale, la dottoressa Sonia Zeroli, che sono stati oggetto di un ignobile e vile atto intimidatorio.

Ebbene, il sindaco e il segretario comunale, seppur provati da questo atto che, in qualche modo, intimorisce quella che è l'attività nei perimetri di legalità e del rispetto delle norme, con tanta fatica e sacrificio, mi hanno ribadito la loro volontà di continuare a tenere alta questa legalità dello Stato, anche tra le alte terre della Valle Po. È, però, arrivato il tempo che anche la politica si interroghi e sappia non solo dare un'umana solidarietà, ma faccia atti concreti, per far sì che vengano assunti nuovi segretari comunali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non è più concepibile che un solo segretario debba occuparsi contemporaneamente di sei, sette, otto, nove o addirittura dieci comuni contemporaneamente, segretari responsabili di tutto, soli, dei parafulmini senza tutele.

La difesa dei nostri borghi, anche e soprattutto di quelli più marginali e isolati, è dovere dello Stato e deve essere il nostro orgoglio per la difesa della nostra identità. Le comunità sono vive ed attive solo se hanno la nostra bandiera che sventola sul pennone del municipio, così le nostre genti si sentono sicure che lo Stato c'è e che per ogni necessità un sindaco è sempre presente, attento e disponibile a far sì che tutto possa svolgersi al meglio e nel totale rispetto della legge.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MONICA CIABURRO (FDI). Sto concludendo, grazie. Questi amministratori locali, troppo spesso abbandonati dai Palazzi e dalla politica dei provvedimenti che stiamo portando avanti, sono il vero nerbo della nostra democrazia. Ora, tocca a noi far sì che essi possano avere fiducia e un sostegno concreto e reale dalle istituzioni. È tempo che dalle parole si passi ai fatti, che ci siano i trasferimenti nei tempi certi, che ci sia un vero sostegno alle popolazioni delle Alte Terre…

PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.

MONICA CIABURRO (FDI). …perché, ricordiamocelo, la difesa dei territori delle aree interne è il primo, ma sostanziale passo per quel mondo sostenibile di cui tutti parliamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca Flati. Ne ha facoltà.

FRANCESCA FLATI (M5S). Presidente, intervengo in quest'Aula per sostenere pubblicamente gli amministratori locali del MoVimento 5 Stelle, attivi da tempo sull'annoso problema dei roghi nella zona sud di Roma. Il 9 settembre, infatti, l'area tra via Laurentina e via Castel di Leva è stata interessata da un incendio che ha aggravato ulteriormente lo sforzo delle istituzioni locali, già in opera sul problema ambientale che coinvolge i quartieri di Fonte Laurentina, Casal Fattoria e Vallerano. Infatti, ancora oggi, nonostante il pronto intervento dei Vigili del fuoco, ci sono fumi che fuoriescono dal terreno e che rendono l'aria irrespirabile. I cittadini lamentano anche disturbi fisici, tra cui bruciore a occhi e gola o difficoltà respiratorie. A seguito delle segnalazioni, è stato lo stesso presidente del IX Municipio ad effettuare, assieme alla Polizia locale, diversi sopralluoghi che hanno portato all'individuazione di un accampamento abusivo responsabile dei roghi.

Peraltro, l'area è divisa in due parti: quella di proprietà di città metropolitana di Roma, posta sotto sequestro, è in attesa di pronuncia della magistratura; sulla seconda invece, privata e occupata da vecchi rifiuti, è stata imposta una disposizione di bonifica che è attualmente in corso. Risulta, quindi, evidente che le forze dell'ordine abbiano già eseguito le azioni del caso, così come gli esponenti del MoVimento 5 Stelle che si sono attivati a ogni livello istituzionale per poter finalmente dare una soluzione definitiva al problema. Basti pensare che oggi stesso, 2 ottobre, il presidente del municipio e l'assessore all'ambiente sono stati nuovamente sul posto e che proprio ieri si è riunita la commissione ambiente del municipio IX, alla presenza anche dei rappresentanti del nucleo ambientale della Polizia municipale. Inoltre, in Campidoglio è stata convocata una seduta della commissione ambiente per il prossimo 9 ottobre che effettuerà un sopralluogo e a breve anche la relativa commissione regionale calendarizzerà un incontro sul tema. Ci sono, quindi, azioni concrete che avvengono nel silenzio ma che sono necessarie per giungere a una soluzione ed è, quindi, bene che vengano sottolineate anche tramite quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Silvana Nappi. Ne ha facoltà.

SILVANA NAPPI (M5S). Grazie, Presidente. Con questo intervento voglio ricordare la morte dell'ennesima vittima di cyberbullismo, che è quel fenomeno in cui intenzionalità e ripetitività della violenza fissano in modo statico i ruoli di bullo e vittima. Una bambina di tredici anni domenica scorsa si è suicidata a Roma, gettandosi dal nono piano del suo palazzo e lasciando un biglietto di addio. Già a casa stava vivendo una situazione di particolare sofferenza per la separazione dei genitori ed era spesso sola nella sua stanza con lo smartphone, cercando di riempire quel vuoto con lo spasmodico utilizzo dei social.

La giovane era diventata vittima dei suoi coetanei che le inviavano messaggi violenti in forma anonima su vari social, tra cui Instagram. L'anonimato nella messaggistica oggi viene garantito dall'utilizzo di una nuova piattaforma, ThisCrush. Purtroppo, strumenti come questo, che dovrebbero essere utilizzati per giocare tra amici, diventano mezzi per uccidere. Le minacce psicologiche in una giovanissima portano con sé contraccolpi che si riversano nella quotidianità e, infatti, la tredicenne non ha retto al peso di tale sofferenza e non ha trovato altri rimedi che porre fine alla sua giovane vita. La vittima di cyberbullismo è sempre più debole psicologicamente e subisce le prepotenze senza riuscire a reagire e presenta sintomi autolesivi e autodistruttivi. Le vittime abbandonano spesso la scuola e si chiudono in se stesse, si isolano e si vergognano e, pur di non essere giudicate, sopportano il dolore in solitudine. Il disagio adolescenziale è un mostro silenzioso che troppe volte in casa viene sottovalutato. Il tema mi sta particolarmente a cuore perché ritengo che il nostro compito sia quello di aiutare i giovani e sostenerne una sana crescita.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

SILVANA NAPPI (M5S). La problematica richiede un impegno comune di tutti gli attori coinvolti, genitori, famiglie, istituzioni, vari operatori del mondo digitale, psicologi dell'età evolutiva. Parlarne qui oggi è alla base di tutto quello che potremo fare in futuro. Come membro della Commissione affari sociali e come madre voglio esprimere la mia totale vicinanza alla famiglia della vittima…

PRESIDENTE. Deve concludere.

SILVANA NAPPI (M5S). …e spero che con questo intervento si smuovano le coscienze e che, a livello istituzionale, si possano mettere in atto strumenti di controllo e di prevenzione nei confronti di questo terrificante fenomeno.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 4 ottobre 2019 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 19,30.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2107 - voto finale 369 369 0 185 369 0 90 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.