XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 591 di mercoledì 16 marzo 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 9,35.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  GIANNI MELILLA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Bindi, Boccia, Bueno, Caparini, Capelli, Catania, Di Gioia, Fava, Fico, Fontanelli, Garavini, Marotta, Mazziotti Di Celso, Pisicchio, Portas, Rughetti, Scanu, Schullian, Tabacci e Turco sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centootto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 (ore 9,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016.
  La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta dell'11 marzo 2016.

(Intervento del Presidente del Consiglio dei ministri)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi. Prego, Presidente.

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, onorevoli deputati, prendo la parola per illustrare i contenuti del nuovo Consiglio europeo che si terrà domani e dopodomani, ma, in questa data – e sono certo di interpretare il sentimento di tutto il Governo –, vorrei innanzitutto rivolgere, in questo 16 marzo, un pensiero alle famiglie delle vittime della strage di via Fani e dell'onorevole Aldo Moro, nell'anniversario del tragico rapimento e del barbaro eccidio (Applausi – L'Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi). Che il sentimento di attaccamento al proprio lavoro di quegli uomini della scorta e che la visione lungimirante e strategica del Pag. 2Presidente Moro possano aiutare tutti noi ad essere all'altezza del compito e della responsabilità a cui siamo chiamati.
  Il Consiglio europeo si riunisce, di nuovo, per la terza volta in un mese: già questo è un segnale che qualcosa non va, direi, innanzitutto, nel metodo, prima ancora che nel merito. Il Consiglio europeo è abituato a prendere delle decisioni che devono essere, poi, eseguite: ciò non sta accadendo. Non sta accadendo sui temi della migrazione e, ahimè, non sta accadendo anche in altri settori, forse, meno visibili della vita quotidiana delle nostre istituzioni europee. Questo pone evidentemente una grande questione, che l'Italia ha sottolineato ed evidenziato sia in sede di Consiglio che nei lavori preparatori. Siamo fiduciosi, avendo ascoltato le risposte, le considerazioni, le preoccupazioni dei colleghi, che finalmente si potrà impostare un metodo diverso, ma per il momento dobbiamo prendere atto che l'ordine del giorno è sostanzialmente lo stesso degli ultimi Consigli europei. E il Consiglio europeo straordinario del 7 marzo, quello convocato, ma inatteso, di febbraio e gli incontri che pure si erano svolti nelle settimane precedenti dimostrano che le istituzioni europee hanno bisogno di nuova energia e di un deciso cambio di organizzazione dei propri lavori.
  È del tutto evidente che la ripetizione degli argomenti provoca anche in noi un senso di ripetizione e ripetitività delle questioni che vanno all'attenzione e all'ordine del giorno del lavoro. Col «poeta» potremmo dire: «Non starò più a cercare parole che non trovo per dirti cose vecchie con il vestito nuovo». Chi di voi ama alcune canzoni e un particolare cantautore potrà agevolmente fare riferimento a quella che, peraltro, è una canzone quasi d'amore, per utilizzare il titolo medesimo. Il punto, però, è che noi stiamo cercando un vestito nuovo per parole vecchie: i temi sono sempre gli stessi. Cercherò, dunque, di essere molto sintetico per rispetto al vostro e al mio tempo.
  La questione migratoria è la questione principale nell'agenda di molti Paesi: io trovo che abbia caratteristiche davvero inedite, ma trovo anche che la sottolineatura che viene fatta dei numeri europei strida con la realtà dei fatti di altri Paesi fuori dal nostro continente.
  In queste ore, il Presidente della Repubblica, cui va il nostro deferente ringraziamento, si trova in una visita ufficiale in Africa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia, Democrazia Solidale-Centro Democratico e di deputati del gruppo di Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Misto-USEI (Unione Sudamericana Emigrati Italiani)): ha visitato un campo profughi di decine di migliaia di persone, di centinaia di migliaia di persone. In queste ore, ciò che accade in Turchia è sotto la luce dei riflettori, ma non altrettanto possiamo dire per ciò che accade in alcune zone del sud-est asiatico o che accade, anche più banalmente, in Libano o in Giordania.
  Dunque, la questione migratoria andrebbe reinserita in un quadro più chiaro, più normale, più logico: purtroppo, questo è molto difficile in presenza di una mancanza di attuazione delle decisioni, che pure l'Unione europea aveva preso segnando un passo in avanti non banale, quando aveva finalmente accettato l'idea degli hotspot, delle relocation, dei rimpatri fatti a nome dell'Unione medesima. Gli hotspot sono stati fatti, le riallocazioni e i rimpatri no. È evidente, dunque, che questo è il primo tema da affrontare: quanto noi riusciamo a dar corso alle decisioni che prendiamo.
  C’è un secondo tema che credo sia particolarmente importante: è l'accordo con la Turchia. Lo dico in modo sintetico: non è questa la sede – anche perché ne abbiamo già parlato più volte altrove, e anche qui – di recuperare il filo storico della relazione tra Unione europea e Turchia e anche gli errori che sono stati commessi da alcuni Paesi. Lo dico perché già mi è capitato di sottolinearlo anche in questa prestigiosa Aula: l'Italia si è sempre presentata con una voce uguale nel rapporto con la Turchia nel primo decennio di questo secolo, sia che governasse il Pag. 3centrosinistra sia che governasse il centrodestra. Forse sarà un caso più unico che raro, ma il dato di fatto è che su questa tematica noi abbiamo tenuto sempre la stessa posizione. Non altrettanto possiamo dire per altri Paesi, che hanno frettolosamente interrotto un cammino di negoziato che stava proseguendo e che, però, oggi, è a un punto diverso da quello al quale noi l'avevamo lasciato.
  Sintesi: giusto cercare di fare l'accordo con la Turchia, ma, ovviamente, non a tutti i costi. Ci sono dei principi, nel negoziato con la Turchia, che sono per noi principi fondamentali, a partire da quello dei diritti umani, a partire da quello della libertà di stampa, a partire da quello che riguarda i valori costitutivi, l'identità del nostro continente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Ovviamente, l'accordo con la Turchia è prezioso ed importante, in particolar modo per alcune nazioni, su tutte la Grecia. Credo che tutti noi siamo stati molto colpiti nel momento in cui, due giorni fa, abbiamo visto un razzo partire da una base del Kazakistan e far volare verso Marte la prima esperienza europea verso il «pianeta rosso». È stato un elemento anche di orgoglio per quella parte di noi che sottolinea come un fattore significativo della nostra competitività possa essere il contributo che viene da alcune aziende del nostro territorio. Se si va su Marte, se l'Europa va su Marte è anche grazie all'intelligenza e alla capacità delle donne e degli uomini, degli ingegneri, delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro Paese.
  Tutto questo ci riempie il cuore di orgoglio, ma, allo stesso tempo, io ho provato anche plasticamente a mostrare un'immagine insieme: l'Europa che va su Marte si ferma a Idomeni e vede un bambino costretto ad essere lavato dalla propria mamma con una bottiglia d'acqua, perché quel bambino viene partorito in uno dei campi profughi – chiamiamolo così, se così possiamo chiamarlo – proprio della nostra Europa, del nostro continente, in Grecia. Ecco, l'Europa, che riesce ad andare su Marte, si ferma alle porte di un campo profughi, sia esso in Grecia o sia esso a Calais.
  C’è bisogno di un'Europa che, quindi, agevoli la conclusione dell'accordo con la Turchia, mantenendo salda la propria coerenza e la propria fedeltà ai valori costitutivi.
  Se diciamo Turchia non possiamo, però, non sottolineare che questa settimana si è aperta con un terribile evento, definirlo «uno» è riduttivo, ma si è aperta in Turchia con un terribile evento di stampo, nuovamente, terroristico.
  Nel portare la solidarietà e l'affetto di tutto il Governo e credo di tutti noi alle famiglie delle vittime e al popolo turco, di questo dobbiamo avere bene piena consapevolezza, ma dobbiamo anche aver presente che la fase che stiamo vivendo, la stagione che stiamo vivendo, vede una recrudescenza del fenomeno terroristico, che, a dire il vero, probabilmente, non è mai venuta meno. Forse si è un po’ abbassata, talvolta, l'attenzione mediatica, politica o istituzionale, ma, se guardiamo il filo rosso che lega gli eventi drammatici di sangue, rosso di sangue, del 2015, fino ai primi mesi di quest'anno, troviamo un continuo emergere, esplodere di violenze, in particolar modo di matrice estremista e terroristica, che ha toccato praticamente tutto il mondo, nessuno escluso.
  Ne ha fatto le spese, in questa settimana, non soltanto la Turchia, ma anche la Costa d'Avorio, con il suo resort, come era accaduto in Burkina Faso, come è accaduto in tante parti dell'Africa; e, una volta di più, vediamo colpire i simboli della quotidianità: è accaduto in un albergo, in Costa d'Avorio, come era accaduto in un museo in Tunisia, o come era accaduto drammaticamente in un teatro, o in un ristorante, o davanti a uno stadio in Francia, come accade in una chiesa in Nigeria, come è accaduto per quattro suore nello Yemen, di cui si sono presto dimenticate le tracce su tutti i giornali, che hanno scritto pagine di rara bellezza in una lettera che è sostanzialmente un testamento, come è avvenuto e avviene nelle scuole in Pakistan, nelle università in Pag. 4Kenya. Dunque, il fenomeno, la minaccia, la ferocia terroristica, che colpisce sinagoghe e fedeli musulmani, che colpisce suore cattoliche e studenti del venerdì sera a Parigi, continua a farsi sentire con la sua terribile scia di morte e colpisce al cuore l'idea stessa della nostra Europa.
  Non dimentichiamo, dunque, ciò che sta avvenendo e non cediamo rispetto all'approccio che l'Italia ha dato e che sta trovando, mi permetto di dire, accoglienza favorevole, nel momento in cui evidenziamo la necessità di accompagnare ogni euro investito nel campo della sicurezza, della cyber security, della cyber technology, della polizia, del lavoro, del compenso, anche, verso i carabinieri e i poliziotti, verso le forze dell'ordine, verso i militari, accanto all'attenzione doverosa e sacrosanta ai fenomeni culturali, educativi, di investimento nelle periferie: il principio per cui, per ogni euro investito in sicurezza, occorre avere un euro investito in cultura, il principio per cui, per ogni euro investito in polizia, occorre avere un euro investito in educazione, deve diventare non solo patrimonio politico di una parte dell'Assemblea parlamentare europea – ciò è avvenuto a Parigi nel vertice dei Socialisti europei su richiesta italiana –, ma deve diventare, a mio giudizio, patrimonio comune e condiviso di tutti.
  Non si risolve la questione del terrorismo se, a fronte di un impegno significativo e innovativo nei settori della sicurezza, non mettiamo in campo una risposta culturale ed educativa, verrebbe da dire, ma probabilmente mi allargo troppo, di senso dell'esistenza; e scusate se cito non un prestigioso documento o una relazione riservata, ma un articolo di un settimanale femminile, che ho letto la settimana scorsa: parla di una mamma, di una mamma belga, di una mamma di seconda generazione, che si trasferisce a Bruxelles in alcune delle periferie più significative di quella città; quella madre parla di suo figlio, del cui percorso verso la radicalizzazione non si rende conto, finché, improvvisamente, quel ragazzo non parte per la Siria, inizia ad avere rapporti con lei via whatsapp, via chat, e dopo tre mesi viene ucciso; una telefonata raggiunge i genitori, dicendo: complimenti, suo figlio è morto da martire.
  Leggete le parole di quella madre, il dolore di quella madre, che si è trovata di fronte a un fenomeno così grande e rilevante come un processo di radicalizzazione, che è un processo educativo, o meglio diseducativo, per come possiamo giudicarlo noi, e credo che sia sacrosanto giudicarlo diseducativo: di fronte a quel processo diseducativo, quella madre lamenta la sua solitudine, lamenta la sua mancanza di un appoggio, un sostegno, da parte delle istituzioni, da parte della realtà del volontariato. È un punto molto importante.
  Se noi vogliamo contrastare la minaccia terroristica, occorre essere molto attenti, in prima fila, sull'innovazione tecnologica, sulla sicurezza, sulla nostra capacità di difesa, sulla presenza dei militari nelle strade, tutte cose che portano sicurezza, anche percepibile, da parte dei cittadini, ma accanto a questo c’è bisogno di un lavoro – io credo davvero, condiviso, che è un lavoro educativo, che è un lavoro a monte: per ogni euro investito in sicurezza, un euro investito in cultura (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Democrazia Solidale-Centro Democratico).
  Il Consiglio europeo dovrà, poi, affrontare le questioni della crescita. Su questo, ancora una volta, non posso che ribadire la posizione italiana. Il fiscal compact e le sue declinazioni hanno comportato, a mio giudizio, a nostro giudizio, un danno alla direzione politica economica dell'Europa: non dell'Italia, anche dell'Italia, ma dell'Europa. Lavorare per avere un approccio diverso richiede tanta energia, tanta determinazione e tanta tenacia. Nei primi mesi del nostro mandato, sfruttando il semestre, siamo riusciti ad affermare un principio di flessibilità, che è una delle due colonne su cui si regge l'accordo politico che ha portato all'elezione di Jean-Claude Juncker: da un lato gli investimenti, dall'altro la flessibilità. Sono questi i due elementi di novità, che hanno portato tre gruppi a sostenere la candidatura del Pag. 5Presidente Juncker e a votarla in sede di Parlamento. Tre gruppi: tutti e tre decisivi, perché PPE, ALDE e PSE non avrebbero avuto la forza di eleggerlo, vedendo i numeri, senza qualcuno soltanto dei tre.
  Il principio della flessibilità e il principio degli investimenti sono stati letti, nella stampa, in particolar modo, italiana e nel dibattito politico, in particolar modo, italiano, come una richiesta dell'Italia o, se volete, una concessione, come appunto si trattasse di una elargizione octroyée, secondo i principi francesi del tempo, come se ci fosse dunque stato fatto un regalo, un gentile cadeau per la nostra partecipazione.
  Noi pensiamo, invece, che questi due elementi – il tema della flessibilità e il tema degli investimenti – siano la chiave per cambiare la politica economica in Europa. Possiamo discutere di quanto si sia lavorato, tanto in ordine alla flessibilità, quanto in ordine agli investimenti. Quello che a me pare significativo è che, dopo qualche periodo di polemica e di discussione, appare ormai evidente a tutti – almeno nel palcoscenico europeo, che è quello in questo senso più rilevante – che la posizione dell'Italia non è una posizione tesa a rivendicare qualcosa per sé: è – e questo mi pare finalmente chiaro, nonostante le polemiche dell'inizio di questo anno solare – una posizione che cerca di spostare la direzione politica ed economica dell'Europa.
  Il Consiglio europeo di domani sarà un ulteriore passaggio in questa direzione. Nelle parole del Presidente Mark Rutte, il Presidente di turno, il Primo Ministro olandese, sarà soprattutto il Consiglio di giugno quello dedicato e destinato ai temi della competitività. È nostra intenzione proporre ai più alti livelli, ai livelli di premi Nobel, ai livelli di discussione degli accademici, degli scienziati, degli economisti, una discussione su qual è la strategia di politica economica che viene indirizzata; fatto sta che oggi la realtà dei fatti vede finalmente qualche piccolo segnale nella giusta direzione, ma ancora decisamente troppo timido, in una condizione e in una contingenza nella quale l'economia globale sembra rallentare. E sembra rallentare non più per le difficoltà dei Paesi trainanti, ma per le difficoltà dei Paesi emergenti. Poi, naturalmente, in questo scenario il fatto che l'Europa cresca meno è un elemento che dovrebbe farci riflettere con grande attenzione.
  Dunque, il tema della crescita vede una posizione molto chiara da parte del Governo italiano e, mi permetto di dirlo in quest'Aula, anche una posizione che finalmente è presa da almeno qualche forza politica a livello continentale, nel senso che negli ultimi incontri fatti – e qui parlo, ovviamente, sulla base della mia appartenenza al gruppo dei Socialisti e dei democratici europei – vedo finalmente una condivisione ampia su questo punto che, se messa in atto e finalmente resa operativa, potrà portare a delle risposte, che poi si misurano sul grado degli occupati e non più sulle virgole e sui decimali dei parametri.
  Questo scenario – e ho davvero concluso – è uno scenario che, però, non può che fare i conti con una situazione di progressiva ingovernabilità di alcune nazioni. Può sembrare paradossale che torni al punto dal quale sono partito: la difficoltà di far decidere e di far rendere operative le decisioni che vengono prese. Questo vale per il complicato giuoco degli equilibri europei e continentali. Ma questo sta valendo sempre di più nella dinamica politica europea. Si tende a rappresentare questa dinamica come un crescente sguardo verso il populismo, ma si ignora o si fa finta di ignorare che stiamo parlando di due fenomeni diversi. Se è vero che c’è un'onda di rabbia, di rifiuto della politica tradizionale, di populismo (ognuno lo chiami col nome che preferisce); se è vero che in Europa e, mi permetto di dire con il rispetto che si deve, non soltanto in Europa, cresce un'onda di rabbia verso i sistemi tradizionali della politica e ottiene risultati significativi, dalle primarie americane alle regionali in Germania; se è vero che questo c’è ed è un fatto di natura politica, di sociologia politica, di lettura Pag. 6politica, c’è un fatto che, invece, attiene alla sfera istituzionale, cioè a come funzionano le regole del gioco.
  Quando noi abbiamo iniziato questa legislatura o, meglio, più correttamente, quando abbiamo iniziato il percorso di riforme con questo Governo, la discussione, che era fatta e che naturalmente ha visto molte divisioni anche al nostro interno, era sul modello di legge elettorale. Ricorderete che ciascuno aveva una proposta e, talvolta, anche all'interno dei partiti c'erano più proposte. Ricordo con grande attenzione come il modello spagnolo era immaginato, senza entrare nel merito delle valutazioni, come il sistema della governabilità. Nella nostra discussione si diceva che il modello spagnolo avrebbe garantito governabilità. Oggi vediamo quello che accade in Spagna, ma, se mi permettete, fate l'elenco dei Paesi che, avendo votato, si trovano in difficoltà.
  C’è una parte di Paesi in cui l’austerity come minimo porta al cambiamento di Governo. Io lo dico scherzando ai miei colleghi che sono contro le nostre proposte sulla crescita: guardate che, non parlo di politica, ma l’austerity come minimo porta sfortuna. Infatti, guardate cosa sta succedendo in tutti i Governi che sono guidati da una politica economica legata all’austerity. Ma al di là di queste che sono poco più che battute c’è un punto politico e, cioè, che le istituzioni in molti Paesi non riescono più a eleggere il Governo o meglio non riescono più ad avere un Governo in grado di rappresentarli. Non so come andrà a finire in Spagna e ho pieno rispetto per un Paese amico e alleato. È possibile che si torni a elezioni. Non so come andrà a finire in Irlanda, fatto sta che non ci sono i numeri, se non con una grande coalizione. Non so come andrà a finire in Slovacchia. So che in Portogallo il partito che è arrivato primo si è trovato all'opposizione sulla base di un accordo degli altri partiti. Era già accaduto in Lussemburgo. Si è votato due volte in Grecia.
  Allora, sul sistema istituzionale prima o poi qualcuno farà una riflessione scoprendo forse che il modello istituzionale italiano rischia – può sembrare un paradosso – di essere il più stabile con buona pace delle tante critiche che abbiamo sentito in questo periodo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia, Democrazia solidale-Centro Democratico e di deputati del gruppo Misto).

(Discussione)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri.
  È iscritto a parlare il deputato Nicoletti. Ne ha facoltà.

  MICHELE NICOLETTI. Grazie. Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, non è un momento facile quello in cui si colloca questo Consiglio europeo. Siamo ancora una volta di fronte alla più grande tragedia umanitaria dopo la fine della Seconda Guerra mondiale rappresentata dall'ondata di migranti e profughi che, come ha detto bene il Presidente del Consiglio, sta interessando tutti i continenti e l'Europa solo in piccola parte. E di fronte a questa situazione le autorità politiche sovranazionali, le uniche che dovrebbero essere in grado di mettere in atto provvedimenti efficaci, sembrano sorde, incapaci di reagire. E per questo sosteniamo con forza l'azione del Governo italiano nel continuare a insistere...

  PRESIDENTE. Scusate, colleghi, Scusate !

  MICHELE NICOLETTI. ... e ad esigere un'assunzione di responsabilità in primo luogo dall'Unione europea. Dobbiamo, però, riconoscere che sembra quasi che non ci sia argomento capace di smuovere l'inerzia e la chiusura. Gli argomenti ideali: il richiamo alla solidarietà, alla protezione degli inermi, che sono alla base dell'Unione europea; gli argomenti giuridici: il diritto di asilo sta nelle convenzioni internazionali, nelle nostre Costituzioni. La Convenzione europea dei diritti umani obbliga ogni Stato membro, 47 Paesi, a difendere i diritti di tutte le persone, cittadini, stranieri, arrivati per caso sul Pag. 7loro territorio e a non respingere senza aver esaminato attentamente la loro richiesta nessun richiedente asilo. Eppure, si continua a morire nelle acque europee. Sul territorio europeo sono 10 mila i bambini che sono scomparsi. E, come è stato ricordato, continuiamo a vedere persone nel fango, nei nostri territori, in condizioni disumane. C’è qui un'evidente incapacità di rispettare quel principio fondamentale che è la responsabilità di proteggere, che è quello con cui noi spesso giudichiamo e condanniamo altri Stati all'esterno dell'Europa. Non muovono più perfino gli argomenti emotivi, le immagini dei bambini che avevano scosso quando morivano sulle spiagge. E perfino gli argomenti razionali. Basterebbe leggere i rapporti del Migration Policy Centre dello European University Institute di Firenze che si potrebbero regalare ai nostri colleghi europei e che ci dicono che dal punto di vista demografico il nostro continente non è in grado di reggere il suo sistema produttivo e il suo sistema di welfare se non aumenta il numero di migranti presenti sul territorio europeo. E varrebbe la pena ricordare che l'anno scorso il nostro Paese, tra migranti ed immigrati, ha avuto un saldo negativo. Tutto questo dovrebbe far riflettere. Non sono argomenti impopolari, ma si faccia l'esperimento mentale di pensare che cosa succederebbe se domani su tutto il continente europeo noi ricevessimo la telefonata dei nostri amici immigrati che stanno sui nostri continenti, che lavorano come ricercatori, medici, infermieri, assistenti, addetti alle pulizie e ci dicessero: siamo diventati per voi un problema e domani mattina partiamo. Che cosa succederebbe a questo continente se tutti assieme se ne andassero perché in Australia, negli Stati Uniti o in Canada trovassero delle condizioni migliori ? Si faccia almeno questo esperimento mentale.
  Allora, questa sordità va scossa con una forte iniziativa politica in sede comunitaria, ma anche – lo voglio dire – con forti iniziative bilaterali e di mobilitazione della società. È giusto che si muova il Governo, ma deve muoversi anche il Parlamento, come bene ha fatto la Presidente Boldrini con la sua iniziativa che chiede una maggiore integrazione europea e lo stesso dovrebbe fare la società civile. La posta in gioco non è solo il rispetto delle persone in fuga, ma è il futuro dell'Unione europea. Com’è stato detto, l'Europa è rispetto dello Stato di diritto, dei diritti umani, della democrazia o non è Europa. E bene ha fatto il Governo italiano, a partire dal semestre italiano di Presidenza europea, che ha posto le basi per l'azione attuale, a ricordare che noi non possiamo accettare violazioni dei diritti delle persone. Nel caso della Turchia, io devo anche ricordare che ci sono zone, nel sud-est della Turchia, in cui è stato imposto il coprifuoco e in cui non c’è possibilità di accesso alle cure mediche per le comunità sottoposte al coprifuoco. Non possiamo accettare le compressioni di libertà di opinioni e di stampa, l'indebolimento della divisione dei poteri. Sul territorio europeo vediamo anche la compressione dell'indipendenza della magistratura e delle supreme corti.
  Quindi, va ripreso il cammino di costruzione dell'Europa come comunità politica basata sui diritti umani e sullo Stato di diritto. Per questo è cruciale il nodo della cittadinanza e dell'asilo europeo. Non è un caso che Schengen sia andato in crisi di fronte alla questione dei profughi, perché cittadinanza e asilo si tengono assieme nella storia. E noi dobbiamo ribadire che va mantenuto Schengen e cambiato Dublino e non va fatto l'opposto, ossia mantenuto Dublino e cambiato Schengen. In questo senso, l'iniziativa del Governo è cruciale.
  Su questo terreno c’è già un'iniziativa importante italiana, che è diventata europea a Strasburgo, nel Consiglio d'Europa, con l'approvazione di un rapporto sulla revisione di Dublino, con la continua richiesta e l'impegno del Governo italiano in sede comunitaria. In questi giorni, anche nel Parlamento europeo ci sarà un rapporto della nostra collega Kyenge per richiedere e definire proprio la revisione di Dublino sui punti che sono ormai acquisiti: status europeo di rifugiato, come Pag. 8previsto dai trattati, con il mutuo riconoscimento; gestione comune dell'emergenza, delle coste, delle frontiere; gestione comune dell'accoglienza, secondo quote e con riguardo anche alle preferenze delle persone; gestione comune dei rimpatri dei non aventi diritto. Ma tutto questo richiede una forte governance democratica, come è stato detto.
  E qua dobbiamo ragionare anche sui temi che ci ha posto il Regno Unito. Forse noi dobbiamo ragionare di nuovo sulla centralità del principio di sussidiarietà all'interno della nostra costruzione europea, perché forse abbiamo ecceduto culturalmente e teoricamente in un certo paradigma centralista e statalista. Dobbiamo, invece, ripensare a questo forte elemento di pluralismo come fattore della governance, con un terreno comune di diritti e di regole, ma, al tempo stesso, con una responsabilizzazione di tutti i livelli di governance, dal più piccolo, dalle autonomie locali a quello nazionale, a quello europeo.
  Infine, non è un caso che il tema delle migrazioni sia associato al tema della crescita. È importante. Se noi guardiamo ai fenomeni di razzismo e di intolleranza dell'Ottocento, ci chiediamo: perché sono nati ? Perché si diffondevano le ideologie della decadenza. Era la decadenza dell'Europa, che si sentiva morire, che pensava di essersi ammalata perché arrivavano dall'esterno delle infezioni. Per questo abbiamo visto le ideologie dell'igiene razziale sorgere sul territorio europeo. Quindi, noi dobbiamo sconfiggere questa idea della decadenza, della mancanza di futuro con politiche di crescita. Ma qui servono forti investimenti pubblici, investimenti in cultura e in ricerca.
  Mi permetto di ricordare al Presidente del Consiglio, che sappiamo impegnato su questo terreno, quanto sia importante, per il nostro Paese e per il continente europeo, l'investimento in cultura, in scuola e in ricerca scientifica.
  Ancora – concludo –, ha richiamato, giustamente, il tema di questo giovane che si è lasciato prendere dall'ideale sbagliato, ma pur sempre ideale, ed è divenuto un foreign fighter. Noi dovremmo combattere il terrorismo sullo stesso terreno degli ideali, rilanciando di nuovo buone idee per cui dare la vita, per evitare che altri abbraccino ideali negativi e sacrifichino i loro anni migliori a questo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Democrazia solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Giuseppe Brescia. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Grazie, Presidente. Presidente Renzi, lei ha finito gli argomenti. Ha imparato due storielle a memoria e non fa che ripeterle. La verità è che voi state fallendo come Governo, così come l'Europa sta fallendo come unione. Proprio sulla gestione del fenomeno migratorio sta calando il sipario di queste due grandi messe in scena che sono il Governo da lei presieduto e l'Europa dei popoli, della comunità, della tolleranza, che, in realtà, è solo l'Europa degli interessi delle banche, della finanza e dell’austerity (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In italiano è «austerità»; traduco per favorire la sua comprensione, Presidente. Insomma, parlo di quell'insieme di misure «lacrime e sangue» per i cittadini e mai per i poteri forti.
  In questi giorni drammatici, in cui ci troviamo ancora a contare i morti, abbiamo l'ennesima conferma che l'Europa immaginata da i suoi padri fondatori è solo un bel sogno che, purtroppo, sta svanendo per lasciare il posto a una tremenda realtà fatta di muri e fili spinati. Migliaia di esseri umani stanno scappando dalla disperazione, dalla guerra, dalla fame, dalla povertà e l'Europa che fa ? Si gira dall'altra parte e chiude le frontiere. Molti Paesi sospendono Schengen, ci si affida alla Turchia per frenare questi flussi e si ordina a Italia e Grecia di creare hotspot (punti caldi, Presidente) per gestire coloro che, comunque, attraverso la rotta mediterranea, l'unica percorribile, riusciranno ad approdare sulle nostre coste.
  È uno scenario che ci preoccupa non poco sia sul piano dei diritti umani, che Pag. 9certamente non saranno garantiti ai migranti, sia sul piano della sicurezza interna del nostro Paese. Sì, perché, come sempre, a farne le spese saranno i più deboli, saranno coloro che sperano nell'Europa come ultima ancora di salvezza e, assieme a loro, i cittadini italiani. Vi spiego perché. Per far fronte all'emergenza umanitaria che deriva, in gran parte, dalle situazioni di crisi provocate dalle guerre di Siria e Libia, l'Europa si era impegnata ad effettuare ben 160 mila relocation (ricollocamenti) da Italia e Grecia verso i Paesi centrosettentrionali. Ossia, tutti gli uomini, le donne e i bambini sbarcati nei nostri porti, nel giro di pochi giorni, sarebbero stati smistati in tutt'Europa, al fine di far ricadere in maniera equa e sostenibile il peso dell'accoglienza. Di questi 160 mila ricollocamenti promessi ne sono stati effettuati solo poche centinaia.
  Ciò nonostante, il nostro Governo, nella figura del preparatissimo, adeguatissimo e indagatissimo Ministro Alfano, ha deciso di rispettare comunque la road map (tabella di marcia, Presidente) imposta dall'Europa e ha realizzato diversi hub (centri di smistamento) e hotspot (questo gliel'ho tradotto già prima) su tutto il territorio italiano. È facile immaginare cosa accadrà in questi centri, solo Alfano non ci arriva. In assenza di ricollocamento, i centri si affolleranno sempre di più fino a scoppiare e, con il criminale connubio tra cooperative e partiti che gestiscono le richieste d'asilo che abbiamo in Italia, avremo centinaia di migliaia di persone disperate, bloccate nelle nostre città, che entreranno presto nelle maglie dell'illegalità, assoldate dalle mafie o schiavizzate dai caporali nelle nostre campagne. Scoppieranno tensioni sociali in tutt'Italia e gli italiani, che certo non se la passano bene per via della vostra disastrosa azione di Governo, canalizzeranno la loro frustrazione contro il diverso, scatenando la solita guerra tra poveri. E forse è proprio questo il vostro obiettivo: la guerra fra poveri. A voi, evidentemente, fa comodo avere, da una parte, immigrati disperati con cui fare loschi affari, in perfetto stile «Mafia capitale», e, dall'altra, italiani disperati a cui fare vane promesse negli ultimi trenta giorni di campagna elettorale e avanti così nell'eterno ritorno dell'uguale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Tornando all'Europa, l'Europa si affida alla Turchia per bloccare i flussi.
  Diamo due notizie all'Europa. La prima notizia: i flussi non si possono bloccare perché la disperazione di quella gente è più forte di qualsiasi barriera; seconda notizia: la Turchia non può essere considerata un Paese terzo sicuro e non può assolvere al compito che gli è stato affidato. Non può farlo perché non ha esperienza in materia di politiche di asilo, non ha strutture in grado di gestire arrivi di massa, può concedere asilo solo ai cittadini europei perché applica la Convenzione di Ginevra con restrizioni geografiche e, di conseguenza, non garantisce il principio di non respingimento. Può quindi respingere migranti verso Paesi dove sarebbero sottoposti a trattamenti inumani e degradanti, ad esempio può respingere i siriani verso la Siria. Come se non bastasse sulla costa turca si è sviluppata una vera e propria industria del traffico di esseri umani con un grosso giro d'affari che non sarà debellato facilmente. C’è una guerra civile nel Kurdistan turco: da giugno 2015 sono in atto operazioni militari in violazione delle più elementari norme di diritto umanitario e, infine, nel corso del 2015 la Turchia è stato il Paese da cui è arrivato il più alto numero di denunce alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Quindi quella di affidarsi alla Turchia è una soluzione destinata certamente a fallire e che sta già avendo gravissime ricadute a livello umanitario. È una soluzione alla quale l'Italia dovrebbe opporsi con forza: opponetevi alla conclusione di qualsiasi ulteriore accordo con la Turchia. L'Italia deve interrompere gli aiuti economici già in essere sino a che la Turchia non dimostrerà di rispettare pienamente i diritti umani stabiliti dalle convenzioni internazionali siglate.
  Alla Turchia quindi non possiamo affidarci, i flussi non possiamo bloccarli: cosa fare allora ? Noi cosa fare ve lo Pag. 10abbiamo detto più volte, l'abbiamo anche messo per iscritto nella mozione Manlio Di Stefano del dicembre 2014 votata anche da voi in quest'Aula alla quale non avete mai dato seguito. Ve lo ripetiamo volentieri, comunque certi della vostra totale incapacità o mancanza di volontà di adottare queste misure. La primissima cosa da fare è superare il regolamento di Dublino (quante volte l'avremmo ripetuto !). Solo che ora non c’è più tempo per discuterne: è ora di agire. La primavera è alle porte e con il bel tempo i flussi aumenteranno a dismisura. Noi non siamo pronti a ricevere tutte le persone che arriveranno. Il nostro sistema, se così vogliamo chiamarlo, è interamente improntato sull'emergenzialità e sulla criminalità. Il 70 per cento dei centri d'accoglienza sono straordinari: o si cambiano subito le regole in Europa o assisteremo in Italia ad un'emergenza umanitaria senza precedenti. A fare da teatro a questi drammi saranno ancora una volta i nostri mari e le nostre città. Poi ci ritroveremo qui a fare i minuti di raccoglimento, a fissare sul calendario l'ennesima giornata della memoria: solo di questo siete capaci, ipocriti che non siete altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Assieme al superamento di Dublino bisognerà avviare e implementare le procedure di ricollocamento. Gli Stati europei insieme possono far fronte al fenomeno migratorio: da sole Italia e Grecia non potranno che soccombere. Ogni Stato membro dovrebbe stabilire delle quote di accoglienza in base alla propria condizione economico-sociale e assumersi la responsabilità di quelle persone. Solo rispettando gli impegni presi in materia di relocation – mi segue, Presidente ? – l'Europa dimostrerà di avere un senso. Inoltre, per combattere davvero i trafficanti di esseri umani, l'Europa dovrà immediatamente mettere in atto qualcosa che tra l'altro è già previsto dalla sua normativa ossia l'utilizzo di visti d'ingresso per motivi umanitari. Inoltre si dovrà creare un sistema europeo d'asilo comune, valido per tutti gli Stati membri; fare accordi con i Paesi di transito e pretendere dall'Unione Europea maggiore incisività diplomatica nella ricerca di soluzioni politiche negli ormai numerosi scenari di tensione. Finché l'Europa non assicurerà tutto questo, l'Italia deve sospendere la creazione di hub e hot spot sul proprio territorio. Finché l'Europa non assicurerà tutto questo ci starà prendendo in giro e noi non possiamo più permetterci di farci prendere in giro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo dovreste andare a dire al prossimo Consiglio europeo: dovreste andare ad alzare la voce. Invece voi farete quello che fate sempre: andrete a prendere ordini perché siete solo dei burattini nelle loro mani.
   Concludo, dicendo che siamo ad uno snodo decisivo, un bivio con due strade ben distinte: da una parte l'Unione, la solidarietà, la pace; dall'altra la disgregazione, l'intolleranza, la violenza. Non esagero quando dico che, se non sarete capaci di imboccare la strada giusta, preparerete un terreno fertile per un enorme conflitto che ci vedrà coinvolti in prima persona. So, Mister President, do the right thing, faccia la cosa giusta, signor Presidente: almeno ci provi, vada in Europa e cerchi di imporre questi punti.
  Se necessario riferisca alla Merkel che non pagheremo la quota di partecipazione all'Unione europea, metta sul tavolo la possibilità di uscire dall'euro, si avvalga di un traduttore e provi semplicemente a dire queste cose in italiano. La parlantina non le manca, magari scopriremo che se finora siamo stati completamente ignorati, assolutamente ininfluenti in Europa, è stato solo per via del suo inglese maccheronico (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico). Sono stati 3419 i migranti morti nel 2014, 3771 i morti nel 2015 e sono già 450 quelli del 2016. Quelli che ce l'hanno fatta hanno dovuto affrontare un altro calvario a causa del sistema criminale che voi partiti avete messo in piedi per i vostri sporchi affari. La prossima volta che ci troveremo in quest'aula a parlare di immigrazione vorremmo non dover più parlare di queste tragedie. È davvero ora che tutto questo finisca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).

Pag. 11

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, è vero che l'ordine del giorno dei Consigli europei è stato spesso ripetitivo, però è indubbio, richiamando anche quello che ha appena detto l'onorevole Brescia, che una serie delle cose, molte delle cose che erano contenute in quella mozione sono già in corso...

  PRESIDENTE. Scusate, colleghi, voi richiedete sempre attenzione, quindi attenzione sia data anche agli altri.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. La comunicazione della Commissione sul ritorno a Schengen, l'intenzione di rivedere il Regolamento di Dublino e gli stessi provvedimenti sulla relocation sono stati adottati. Il problema è quello dell'attuazione come è stato detto. Tuttavia è opportuno segnalare in questo tipo di discussioni che non si può volere tutto. Il collega del MoVimento 5 Stelle poco fa ha detto che bisogna fare gli accordi con i Paesi di transito e poi ha detto che non bisogna fare accordi con la Turchia. Ci dice ogni giorno che è stato un errore quello di cacciare Gheddafi perché almeno lui bloccava i flussi e adesso dice che non bisogna parlare con i turchi. La verità è che l'accordo con la Turchia va fatto, è un accordo a cui bisogna arrivare e bisogna ovviamente controllare che la disciplina sul diritto d'asilo e sui rifugiati venga attuata correttamente nel rispetto delle convenzioni ma dire semplicemente «non bisogna parlare con loro e fare accordi» e poi dire «facciamo gli accordi con i Paesi di transito» è semplicemente un controsenso, è una cosa che sfugge a qualsiasi logica.
   È altrettanto evidente che gli interventi fondamentali sono quelli sulla ricollocazione: l'accordo che è stato fatto è un accordo importante, si continua a produrre norme su ricollocazione e rimpatri. Come Commissione Affari Costituzionali stiamo vedendo la disciplina sui rimpatri dei clandestini, sui documenti comuni, sulle banche dati e sulla guardia di frontiera europea: sono tutte norme importantissime. Come la stesse Commissioni parlamentari hanno scritto quando si è parlato dell'agenda di immigrazione europea, credo che si debba tornare a parlare di conseguenze per chi non rispetta gli accordi. Credo che nelle discussioni sul bilancio europeo sia fondamentale introdurre questo concetto perché una cosa è vera: se non ci sono conseguenze economiche per chi non adempie, è evidente che gli Stati continueranno a fare valutazioni di opportunità su questi aspetti. È altrettanto evidente però che non si può pensare di andare in Europa a pretendere l'adempimento e poi dire: «nel frattempo io non faccio gli hot spot». Prima di tutto perché – hot spot o non hot spot – gli immigrati, i rifugiati, i clandestini e non, arrivano lo stesso. Anche l'onorevole Brescia poco lo ha detto: i flussi non si fermano. Allora non si capisce quale sia la soluzione: i flussi arrivano però non li gestiamo, noi dimostriamo di non adempiere e poi chiediamo che adempiano gli altri. È un modo di descrivere i problemi e di fare politica che è semplicemente insensato e quello sì porta ad una perdita di credibilità totale di fronte alle autorità europee.
  Una brevissima considerazione sugli aspetti della crescita. È giusta l'impostazione che ha avuto il Governo: sia la richiesta di investimenti sia la richiesta di utilizzare i margini di flessibilità che poi in parte negli accordi già c'erano. Nonostante una parte della stampa abbia descritto la lettera dell'8 marzo come se fosse una specie di accusa nei confronti del nostro Governo – era l'esatto contrario, era il riconoscimento dei progressi fatti e del fatto che la situazione è sostenibile – per andare per un attimo sulla politica interna però quella lettera dell'8 marzo segnala alcuni aspetti sui quali, come Scelta Civica, insistiamo sempre e cioè degli interventi decisi sul tema della libertà di mercato, delle privatizzazioni, della spending review intesa come lotta agli sprechi e alle società inutili e non necessariamente Pag. 12come taglio in termini assoluti, interventi sui quali dobbiamo continuare ad andare avanti. Per questo, nella discussione sulla risoluzione che sarà approvata oggi, abbiamo chiesto delle piccole modifiche ma che pongono l'accento sulla competitività, sulla continuazione del percorso di riforma e sull'apertura dei mercati. Credo che sia importante che il Governo continui a dare segnali in questo senso per aumentare la credibilità in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.

  LAURA RAVETTO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, non vorremmo che lei si sia detto indisponibile a un calendario serrato e cioè quindicinale del Consiglio europeo e lo abbia fatto rumorosamente perché poi le tocca venire in Parlamento ed esibire una retorica che ormai deve aver stancato persino lei o quelle parole che lei stesso ammette di non trovare. Non vorremmo che evitaste queste riunioni plenarie di Capi di Stato e di Governo dei ventotto anche per non essere misurati sulla capacità di proporre autorevolmente soluzioni che siano realistiche e credibili. Lamentarsi che ci sia questo Consiglio europeo di domani e dopodomani significa non comprendere che il problema dei profughi e della loro sistemazione in sicurezza e senza causare squilibri sociali nei Paesi del loro transito è urgentissimo e la soluzione purtroppo è, ahimè, non solo in senso metaforico, in alto mare. È notizia di lunedì sera che la Federazione russa ha deciso di sospendere le operazioni belliche in Siria, mantenendo però le basi attive. Lascia così spazio alla tregua e alle soluzioni politiche. I negoziati a questo punto possono procedere senza alibi verso una soluzione politica meno impossibile di quanto apparisse fino a pochi giorni fa. Tutto questo prelude a una soluzione federale, a una sorta di libanizzazione della Siria, a una specie di Yalta mediorientale ? Di certo qualsiasi soluzione passa dallo sradicamento dello Stato islamico o Daesh che dir si voglia. Lo scacchiere è terribilmente complicato e confuso, occorre intanto salvare più gente possibile dall'inedia e dalle persecuzioni. Scusate, colleghi pentastellati. Salutiamo quindi positivamente l'istituirsi di corridoi umanitari efficaci, come già ha fatto Papa Francesco. Ci domandiamo però, per una soluzione complessiva, che ruolo stia effettivamente giocando l'Europa e in essa l'Italia. Non abbiamo risposte finora, ma le esigiamo. Noi abbiamo proposto la ripresa dello spirito di Pratica di Mare, non ci pare che finché dureranno le sanzioni alla Russia questo sarà possibile. Registriamo favorevolmente lo svolgimento a Roma dell'incontro tra le rappresentanze militari dei 30 Paesi volenterosi disponibili a sostenere la stabilizzazione della Libia a guida italiana, anche se ancora non è chiara l'analisi della questione libica da parte del vostro Governo. Il Ministro Gentiloni spiega che questo incontro non è per stabilire la missione militare ma immaginiamo che non si preveda il lancio di colombe bianche per la pace. Noi riteniamo che non sia con un intervento militare, con raid aerei affrettati e unilaterali che si risolva alcunché. Di certo Francia e Regno Unito stanno intervenendo già oggi e complicando la situazione a tutela dei loro interessi. Esigiamo che il Governo italiano in Consiglio europeo faccia presente che queste azioni sono inaccettabili al di fuori di una strategia decisa insieme. Lo stato dell'Unione europea non è mai risultato così disastroso. Non pretendo qui di essere originale, non c’è nessuno che osi dire il contrario, del resto lo spettacolo è sotto gli occhi di tutti. Avevate detto agli italiani di aver abbattuto il muro di Dublino, in realtà il muro di Dublino è più solido e anzi, accanto ad esso, sono stati costruiti nuovi muri. Signor Presidente del Consiglio, non è il trattato di Schengen a vivere un'agonia, è l'Europa. Se entro il 30 giugno non si costituisce una polizia comune alle frontiere esterne, se non si cambia davvero rotta, lei, il suo Governo e gli altri Governi europei attualmente in carica passeranno Pag. 13alla storia come i Governi che hanno distrutto l'Europa. Se anziché investire nella difesa di noi stessi ogni Stato continuerà a scaricare sul suo vicino gli oneri di una responsabilità che dovrebbe essere comune, avrete scritto la parola game over al sogno europeo. Il Ministro dell'interno di questo Governo ha detto che i tre pilastri del sistema emigrazione sono: ricollocazioni, hot spot e rimpatri.
  Mi dispiace davvero osservare che di fronte ai numeri ridicoli delle ricollocazioni, che vengono evitate dagli Stati membri come la peste, e dei rimpatri, che sono troppo lenti e troppo pochi, l'unica cosa che si sta facendo sono gli hotspot. Presidente del Consiglio, mentre l'Europa fa i muri, l'Italia fa i centri di accoglienza. Gli hotspot si sono rivelati più che altro dei cold spot, punti di congelamento, dove rimangono bloccate tutte quelle persone che non hanno diritto all'asilo o che non hanno fatto richiesta di protezione. Qual è il destino di queste persone, signor Presidente, chi se ne farà carico ? La verità è che nei fatti l'Europa ha deciso di demandare ai Paesi di frontiera esterna, Italia e Grecia, i compiti di gestione dell'immigrazione. Tornando alla ricollocazione, a fronte dell'impegno preso nello scorso settembre dal Consiglio con i programmi temporanei di ricollocazione con cui l'Italia avrebbe dovuto ridistribuire 39.600 richiedenti asilo, ne sono stati effettivamente ricollocati poco meno di 300 a causa delle continue resistenze degli altri Paesi membri. Cosa è stato fatto per rendere effettiva una spartizione delle responsabilità di cui tanto si parla ? E quanto ai rimpatri, coordinati da Frontex, appare davvero esiguo se non ridicolo il numero di quelli operati nel 2015: solo 3.565. Presidente, in un anno l'Europa ha rimpatriato meno persone di quante ne abbia accolte l'Italia tra gennaio e febbraio di quest'anno. Siamo passati da un'egemonia tedesca forte e indiscussa in asse con la Francia a qualcosa di persino peggiore, cioè a una leadership, sempre tedesca, ma debole e assolutamente isolata, debole per le difficoltà elettorali e di consenso della Cancelliera Merkel all'interno e per aver negoziato in modo solitario un accordo molto gravoso con la Turchia, e questo forse anche perché la Germania deve fare i conti con i 2 milioni di cittadini tedeschi di origine turca che vivono in quel Paese. La strategia dei Paesi europei è paradossalmente uniforme: ciascuno si faccia gli affari propri. Come diceva Eduardo in «Napoli Milionaria», «si salvi chi può». Noi come Forza Italia condanniamo la chiusura di Schengen decisa dall'Austria, volta a trasformare l'Italia e la Grecia in un lazzaretto di disperati in fuga (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Diciamo di no ai muri eretti per salvare il proprio Paese a discapito di quello appena più a sud o a est, ma soprattutto, bisogna dirlo, a danno della povera gente in fuga. Oggi l'Europa non è protagonista di nulla, ma lascia fare ai trafficanti di morte, al terrorismo islamico, lascia fare all'America di Obama che di volta in volta decide se intervenire o non intervenire L'Europa lascia che l'immigrazione clandestina, anche voluta e determinata dallo Stato islamico, abbia il sopravvento. Che cosa fare ? Noi non crediamo si possa fare a meno dell'apporto della Turchia, della Giordania e del Libano. Si tratta di negoziare accordi che mettano al primo posto la soluzione del problema più assillante, che è quello dell'accoglienza dei profughi siriani, iracheni e afgani. Tuttavia il prezzo chiesto dalla Turchia è esoso ed esistono problemi di legalità, l'ha detto lei stesso. A nessuno è ignota l'ambiguità della politica di Erdogan verso la Siria, dove il primo nemico da battere sembrano i curdi piuttosto che il Califfo. Ora si tratta inevitabilmente di negoziare con la Turchia e con altri Paesi contrattando con rigore condizioni di umanità, di decoro e, non ultimo, di autentica libertà religiosa, ma operativamente, Presidente. Avete valutato ad esempio la possibilità di introdurre meccanismi in grado di vincolare lo stanziamento di fondi alla garanzia che la Turchia gestisca in maniera decorosa – a me non piace il termine campi profughi – i centri di accoglienza ? E perché la negoziazione Pag. 14degli aiuti si è orientata tutta e solo verso la Turchia e non ha contemplato Paesi altrettanto prossimi all'Italia, sia geograficamente sia culturalmente, come l'Albania e i Paesi balcanici (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ? Presidente, contro il terrorismo non serve una forte contronarrazione, serve una forte azione. Guardi, anch'io ho firmato una legge con dei colleghi del PD sulla deradicalizzazione, ma questa si fa con gli investimenti nelle scuole, nelle carceri. Contro il terrorismo non serve 1 euro in sicurezza e 1 euro per i bonus ai neo-elettori diciottenni, servono 2 euro in sicurezza. Questo le chiediamo, agisca. Tre cose: negozi e ottenga. La prima è la rinuncia alle sanzioni, minacci il veto al prosieguo delle sanzioni contro la Federazione russa, non per chiudere gli occhi sull'Ucraina ma per promuovere sia la pace, sia l'economia. Secondo, un negoziato serio con la Turchia. Terzo, la messa in mora e il taglio dei contributi europei a quegli Stati che si attaccano alla mammella europea, salvo evitare qualsiasi responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, ancora una volta il Consiglio europeo torna sui temi che agitano il dibattito pubblico del continente da mesi e che continuano ad ipotecare il futuro stesso dell'Europa.
  Torniamo a parlare di immigrazione, di crescita e di occupazione, temi imposti nell'agenda dei Governi europei per l'evidenza travolgente di una situazione che forse non ha precedenti nella storia comunitaria, ma anche – ed è giusto rilevarlo – per l'azione compiuta da alcune cancellerie e dal nostro Governo.
  Come abbiamo già avuto modo di dichiarare in quest'Aula, eventi eccezionali, come la gravi crisi umanitaria nel Mediterraneo meridionale, il referendum inglese e le difficoltà dell'euro, concorrono a creare un clima di pericolosa fragilità delle istituzioni europee, che non sono state mai così vicine ad una fatale slabbratura. Siamo convinti che oggi occorra rispondere con una ripartenza della comunità delle nazioni europee, capace di guardare ad un livello superiore di convergenza delle politiche dei singoli Stati e di integrazione. In una parola, occorre l'avvio di un'Europa federale. Un'Europa, dunque, capace di dare risposte di senso all'emergenza lavoro che l'attanaglia, togliendole il respiro di ogni prospettiva; un'Europa che non dimentichi le sue radici mediterranee.
  Ha fatto bene, Presidente Renzi, a ricordare Aldo Moro. Ecco, Presidente, io vorrei che nel Consiglio di domani lei potesse ricordare anche un pensiero dello statista pugliese, che fu un europeista convinto. A chi gli chiedeva se la sua visione di politica estera lo potesse portare più vicino all'Europa del nord o al Mediterraneo, Moro disse: «Nessuno è chiamato a scegliere tra l'essere in Europa ed essere nel Mediterraneo, perché l'Europa intera è nel Mediterraneo».

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Guido Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, lei evidentemente è qui d'obbligo e anche lei stesso, insomma, ce l'ha praticamente detto. I temi del Consiglio europeo sono gli stessi da tempo: ci dice che in Europa è difficile decidere e quando si decide le decisioni non vengono applicate, dimostrando perciò la poca credibilità ma, soprattutto, la poca sicurezza da parte del Governo italiano rispetto alle tematiche di cui stiamo discutendo e la pochissima influenza. Ci ha dato una spiegazione del populismo e della rabbia, una spiegazione nella quale lei, però, ha dimenticato un passaggio: quella rabbia o quel populismo, come lo chiama lei o in qual si modo lo si voglia chiamare, è determinato dalla democrazia, dalla volontà popolare, dalle elezioni.
  Sul tema dell'ingovernabilità, Presidente, francamente non abbiamo capito se Pag. 15la sua sia stata una sponsorizzazione dell'Italicum o un invito agli altri Paesi, che ancora oggi non hanno deciso come governare, di governare acquisendo consensi e parlamentari dalla controparte politica, esattamente come ha fatto lei, e usando ed utilizzando lo stesso metodo. Mancano alcune spiegazioni rispetto alle politiche italiane e rispetto al confronto con gli altri Paesi dell'Unione europea rispetto alle politiche italiane.
  Sul tema dell'immigrazione, Presidente, nel 2014 solo il 10 per cento dei richiedenti asilo hanno ottenuto lo status di rifugiati. A gennaio 2016 quella percentuale pare sia scesa del 3 per cento e prendendo dei dati non nostri, ma dell'ufficio statistico dell'Unione europea, l'Italia è il Paese che, in base ai decreti sulle espulsioni, rimpatria molto, molto meno rispetto agli altri Paesi. Allora, lei dovrebbe spiegarci per quale motivo gli altri Paesi fanno i rimpatri e noi no e per quale motivo le persone che non hanno diritto a rimanere in Italia ci rimangono e vengono assistite dal sistema dell'accoglienza, che voi avete trasformato in un business dell'immigrazione clandestina che fa fare soldi a qualche cinico imprenditore – e non solo a qualche cinico imprenditore –. E lei, che è così attento ai sondaggi, dovrebbe badare anche al fatto che il 60 per cento degli italiani si è espresso a favore di frontiere più granitiche.
  Sul tema del terrorismo, Presidente, c’è qualcosa che lei salta, che lei non dice. Stiamo parlando di terrorismo islamico, Presidente, di questo stiamo parlando (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) ed è giusto evidenziarlo perché vero è: stiamo parlando di questo.
  E allora lei ci dovrebbe spiegare quali sono innanzitutto le misure che l'Italia porta al Consiglio europeo rispetto al combattimento del terrorismo islamico e, soprattutto, ci dovrebbe spiegare se lei ritiene opportuno che alcune sue amministrazioni comunali in Italia fanno bandi per l'insediamento di nuove moschee, dando dei principi e dei criteri di premialità che favoriscono esattamente la non integrazione. Le faccio alcuni esempi: uno dei criteri di premialità di qualche bando delle sue amministrazioni comunali – Crema in questi giorni, per esempio – dà due punti su 100 all'associazione islamica che partecipava al bando, con due punti su 100 rispetto alla parità tra uomo e donna, rispetto al diniego della violenza in toto, rispetto al rapporto con le altre associazioni. Voi state certificando il fondamentalismo islamico anche all'interno del nostro Paese. E una spiegazione, perlomeno da segretario del Partito Democratico, dovrebbe darcela. Come non riusciamo a capire per quale motivo, al di là delle considerazioni che lei ha fatto rispetto alla gestione politica del Governo turco all'interno del suo Paese, l'Unione europea ha deciso di appaltare il controllo dei propri confini alla Turchia.
  Sulla crisi economica, Presidente – e finisco –, noi abbiamo ricevuto una lettera che parla di Paese sotto osservazione, crescita molto debole, squilibri di bilancio e debito troppo alto. Quali misure, Presidente, lei ha intenzione di prendere ? Lei crede davvero che la flessibilità doni il futuro ai nostri figli ? O lei pensa davvero che ci sia qualche Paese all'interno dell'Unione europea che governa attraverso l'austerità, tanto invocata anche oggi da un gruppo della sua maggioranza (parlo di Scelta Civica) ? Il fiscal compact, Presidente, torna su un tema nostro che noi abbiamo sostenuto e combattuto, ma che il suo partito ha sempre votato. Il «piano Juncker» che fine ha fatto, Presidente ? E le piccole e medie imprese, che sono l'80 per cento dell'economia europea, sono completamente abbandonate.
  Concludo, Presidente, dicendole che in tutto questo dal punto di vista economico il suo partito la scorsa settimana ha dato modo alla produzione di olio tunisino di arrivare anche nel nostro Paese creando, oltre alla crisi del lattiero-caseario...

  PRESIDENTE. Concluda !

  GUIDO GUIDESI. ... anche la crisi di coloro i quali producono olio. A noi sembra Pag. 16che su Marte non ci vada l'Unione Europea, Presidente, ma ci sia lei da un bel po’ (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Paolo Alli. Ne ha facoltà.

  PAOLO ALLI. Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, mi permetta di esprimere apprezzamento per i contenuti che lei ha illustrato qui oggi, pur nella ripetitività causata dalle frequenze di questi Consigli europei che lei stesso ha sottolineato e che rischia un po’ di svuotare questi nostri dibattiti. Io vorrei partire da una considerazione un po’ globale: oggi noi vediamo nel mondo, soprattutto negli ultimi tempi, lo scontrarsi di visioni tattiche o tatticistiche o l'affermarsi di questi tipi di visioni. Faccio alcuni esempi: noi abbiamo la Federazione russa che va in Siria a bombardare, ovviamente aumentando tensioni, ovviamente aumentando l'impatto delle migrazioni sia sul fronte turco sia sul fronte libico, e poi ieri o l'altro ieri improvvisamente, con mossa da abile scacchista, il Presidente della Federazione russa annuncia il ritiro (mossa certamente importante e tutta da verificare). Oppure, vediamo un tremebondo Cameron che, per reggere le sfide interne, minaccia l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, ottenendo in cambio alcune concessioni, oppure oltreoceano, come lei stesso citava, vediamo un candidato che, in nome del populismo, mette in crisi gli equilibri tradizionali del Grand Old Party dei repubblicani.
  Al tempo stesso accadono fatti, come la sconfitta della Cancelliera Merkel in Germania in elezioni molto importanti, e la Cancelliera Merkel dopo questa sconfitta dice: «Non cambierò la mia linea politica: perseguire i populismi». Io non voglio elogiare la Cancelliera Merkel – non ha bisogno del mio elogio –, però, mi è venuto in mente De Gasperi, quando diceva che il politico pensa alle prossime elezioni, lo statista pensa alle prossime generazioni. La dimensione di statista della Cancelliera Merkel mi sembra sia emersa bene in questa circostanza.
  Di fronte a queste due visioni – quella tatticistica e quella strategica –, l'Europa oggi deve scegliere da che parte stare, a mio parere, e deve scegliere da che parte stare in un quadro di sfide globali che la accerchiano: perché noi vediamo, di volta in volta, un pezzo, ma l'Europa è accerchiata dal sud, dalle pressioni che vengono dall'Africa, dalla Libia incontrollata, dal Medio Oriente, dalla Siria, ma anche dal conflitto israelo-palestinese, ancora irrisolto, dal terrorismo islamico che nasce da quelle aree; è circondata anche ad est, dalle nuove tensioni con la Federazione russa che si alzano e si abbassano costantemente: ancora nelle ultime settimane, sul fronte ucraino ci sono tensioni crescenti, numerosi conflitti congelati – la Georgia, la Transnistria –, che mettono la NATO in condizione di ripensare a strategie militari che sembravano abbandonate o superate dopo la fine della «Guerra fredda».
  Ma l'Europa è accerchiata – mi permetta di introdurre un tema che sembra lontano da noi – dal nord, dalla sfida dell'Artico, dalla sfida delle risorse: lo sfruttamento delle risorse dell'Artico e delle rotte commerciali che si aprono grazie allo scioglimento dei ghiacci è la sfida dei prossimi decenni. E a dimostrazione di questo – anche se a noi sembra una cosa lontana –, c’è il fatto che la Cina ha aperto a Rey  avík, in Islanda, un'ambasciata che può contenere cinquecento diplomatici. Ditemi perché la Cina fa questi investimenti, se non perché quell'area è strategica per il futuro.
  In un quadro così, come possono gli Stati europei pensare di affrontare le sfide da soli ? Come possono il Regno Unito o il Lussemburgo o l'Estonia o anche l'Italia e la Germania pensare di affrontare queste sfide da soli ? Come può l'Europa affrontare questi scenari, se non con una visione chiara di politica estera comune ? Perché io credo che sulla politica estera molto più che sulle politiche finanziarie, pure importantissime, si misuri la vera unione politica dell'Europa. Serve più Europa, più Europa giusta, consapevole e, se vogliamo Pag. 17arrivare a quegli Stati uniti d'Europa che anche la Presidente Boldrini in questi giorni giustamente evocava, noi abbiamo bisogno di una forte consapevolezza federale. Ma la consapevolezza federale è quella che mette a fattor comune le politiche estere, perché gli Stati uniti d'Europa devono affrontare il tema delle sfide che vengono dal di fuori insieme.
  In questo senso, il nostro Paese ha un compito preciso. Del resto lei, Presidente Renzi, ha rivendicato questo compito nel momento in cui ha chiesto il ruolo di Alto rappresentante per la politica estera e di difesa comune. Con riferimento a questa scelta, io dico una cosa che so che sarà criticata da molti in quest'Aula: io dico che, alla luce di quanto è accaduto, lei ha fatto bene a fare questa scelta. È stato accusato di aver rinunciato a posizioni più importanti, come l'industria, l'economia o quant'altro. No, io credo che lei abbia fatto una scelta rischiosa, ma lungimirante: rischiosa, perché carica il nostro Paese di responsabilità, una responsabilità enorme di guida, che, però, il nostro Paese può e deve svolgere; lungimirante, perché ci può aiutare a continuare ad affermare il nostro ruolo. Sul tema dell'immigrazione abbiamo una leadership naturale che, ormai, ci viene finalmente riconosciuta da tutti; un compito che abbiamo svolto con responsabilità: lei, il suo Governo e, in particolare, voglio ricordare l'opera del Ministro Alfano. Sarebbe interessante che i colleghi andassero a risentire l'intervento che il Ministro Alfano fece due anni fa in quest'Aula a valle di Lampedusa e risentirebbero parole che, poi, sono risuonate da parte di molti altri.
  Certo, c’è ancora molto da fare, troppo da fare, come è stato detto, sui rimpatri, sulle ricollocazioni. Lei, Presidente Renzi, ha ragione quando dice che le decisioni a livello europeo non vengono realizzate, ma bisogna continuare ad insistere; del resto, il fatto che anche la NATO si preoccupi di aiutare con i pattugliamenti nell'Egeo è un segnale importante.
  Quindi, io credo questo: noi, oggi, sentiamo, in questi giorni, la formula americana «make or break» riferita ai candidati alle elezioni americane, che vuol dire: fare o rompere, riuscirci o uscire di scena. Le immigrazioni sono il «make or break» dell'Unione europea, dell'Europa: quindi, noi dobbiamo andare avanti, Dublino va rivista, Schengen non può essere messo in discussione, bisogna fare l'accordo con la Turchia, stabilizzare la Libia e tutto quanto, non per difendere egoismi nazionali, ma per riaffermare i pilastri veri della costruzione europea.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PAOLO ALLI. Pensiamo pure, quindi, alle prossime elezioni – quelle americane che, giustamente, ci vedono appassionati ed interessati e anche quelle di casa nostra, in cui mi pare che in molti abbiano problemi –, ma pensiamo, soprattutto, alle prossime generazioni.
  L'Italia ha un compito, di cui la storia ci chiederà conto. Vada avanti, Presidente Renzi (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, signora Presidente. Signor Presidente del Consiglio, abbiamo ascoltato con attenzione le sue parole, le cose che lei ha detto e le cose anche che non ha detto.
  Mi sarei aspettato una frase, oggi, nel suo intervento rispetto ad un'intervista, che oggi è stata rilasciata da un grande quotidiano nazionale, del Presidente dell'Egitto al-Sisi, il quale, da un lato, ha annunciato finalmente collaborazione con il nostro Paese rispetto alla vicenda drammatica di Giulio Regeni e, dall'altro lato, però, ha ribadito la relazione speciale con l'Italia. Relazione speciale – vorrei dirlo sommessamente, parliamo di politica estera e quando parliamo di questi temi dobbiamo avere sempre davanti l'interesse nazionale – di un Paese che, tuttavia, ha standard democratici almeno bassi quanto quelli che lei prima ha citato giustamente con riferimento alla Turchia.Pag. 18
  Quando parliamo di Mediterraneo, signor Presidente, quando parliamo di stabilizzazione, quando parliamo della necessità di gettare ponti dobbiamo avere sempre in testa il fatto che il nostro Paese dovrebbe essere alla guida di quelle forze che chiedono, sempre e ovunque, il rispetto dei diritti umani, degli standard democratici e che, tra gli affari e i diritti umani, scelgono i diritti umani. Lì ci troviamo di fronte ad una lesione delle minoranze, della libertà di stampa, di questioni che dovrebbero essere centrali per una politica estera che prova ad affermare la questione della pace.
  L'altro non detto si chiama Libia. Lei ha utilizzato parole prudenti nel corso degli ultimi giorni, qualche Ministro del suo Governo no, perché continua a dire cose che, evidentemente, sono in contraddizione con le sue parole.
  Signor Presidente, possiamo assumere come principio guida della nostra politica estera il tema del disarmo della Libia e del disarmo del Medio Oriente e l'idea che mai più le armi vengano vendute a quei Paesi che fanno la guerra e sparano sui civili (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) ?
  Lei ha citato la frontiera greca: Idomeni è il cuore dell'Europa oggi, così come è stato il cuore dell'Europa Lampedusa. Occorre fare una politica vera sull'immigrazione, sapendo che ci troviamo di fronte a un fenomeno che non è congiunturale e che quando le persone scappano dalla guerra, scappano dai cambiamenti climatici, scappano anche da quella particolare forma di guerra che si chiama povertà e fame. Occorrerebbe che l'Europa scegliesse una linea e non semplicemente qualche pacca sulla spalla in qualche vertice che, ogni giorno, ci dice che Schengen diventa sempre più un miraggio.
  Il nostro Paese dovrebbe ringraziare, oggi, il popolo greco e il suo Governo: vorrei ricordarlo soprattutto a quei commentatori che, nel corso degli ultimi mesi, e qualche mese fa, non avevano esitato a definire quel popolo e quel Governo un Governo di fannulloni e di parassiti. Dovrebbero vergognarsi, perché, oggi, la Grecia sta salvando quell'idea di Europa che noi abbiamo sempre difeso e abbiamo sempre considerato centrale dentro il nostro discorso.
  Vede, signor Presidente, lei citava un vertice di qualche giorno fa, che ha convocato insieme al Presidente François Hollande: un vertice a Parigi, dei socialisti europei, a cui ha partecipato anche il Premier greco, un appuntamento importante.
  Però, vede, io credo che, quando si vuole provare a mettere in campo un'idea alternativa rispetto all’austerity e al rigore rappresentato da quegli alleati che in Europa sostengono Juncker, occorrerebbe non limitarsi a dire cose giuste – crescita, flessibilità – occorrerebbe andare dritto al punto.
  Signor Presidente, o cambiano le regole del gioco, o quelle politiche che lei cita rischiano di essere sostanzialmente impossibili da fare dentro questo sistema che si chiama «Eurozona», e quindi significa fare scelte nette, e richiamarle, altrimenti gli Stati Uniti d'Europa rischiano di essere esclusivamente una evocazione retorica; bilancio federale, federalizzazione del debito, Banca centrale europea, prestatrice di ultima istanza, e anche l'ultimo punto: lei ha citato il fiscal compact, un errore clamoroso, siamo d'accordo. C’è una maggioranza in questo Parlamento per modificare quell'articolo che fu introdotto in Costituzione, che introdusse il pareggio di bilancio: votiamolo insieme e cancelliamo quella scelta sbagliata di tre anni fa. Fu fatta in pochi mesi, possiamo farlo e possiamo dare un segnale di cambiamento reale in Europa e ai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
  Perché, signor Presidente, noi abbiamo iniziato questa seduta citando un grande statista della democrazia italiana ed europea, barbaramente ucciso dalle Brigate rosse trentotto anni fa, e lui diceva una frase che vorrei che lei ripetesse qualche volta, e che noi ripetessimo, perché l'Italia deve tornare ad avere quella funzione che le manca: quando si dice la verità – diceva Pag. 19Aldo Moro – non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante, ci aiuta a essere coraggiosi.
  Insomma, signor Presidente, non basta venire qui e fare lo storytelling delle cose che non vanno, occorre scegliere di fare la storia, e il nostro Governo e questa Europa, in questa fase, stanno navigando a ritroso rispetto a una storia che dovrebbe cambiare e dovrebbe andare nella direzione della giustizia, dell'accoglienza, del cambiamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mario Sberna. Ne ha facoltà.

  MARIO SBERNA. Grazie, signora Presidente, e grazie, signor Presidente del Consiglio. Anche a me piace l’incipit con cui ha iniziato questo discorso e vorrei anch'io che, in questa ennesima riunione, si scrivesse una «Canzone quasi d'amore» in Europa sulla questione dei migranti: amore in senso proprio di caritas, di quello che fa parte delle radici cristiane della nostra Europa, perché, quando sento parlare di muri, di barricate, di frontiere, sembra appunto che «per le mie navi son quasi chiusi i porti», ma nello stesso tempo, continuo la citazione, mi sembra che in questi ultimi tempi abbiamo tentato «goffi voli d'azione o di parola, volando come vola il tacchino». Però questo non è stato il suo – e questo glielo riconosciamo come gruppo – il suo modo di approcciare la tematica; sono state azioni e parole significative, che seguono anche quello che è il proprio, forse, dell'Italia.
  Nel documento che ci è stato consegnato dagli uffici, per l'Assemblea, si parla di 1,83 milioni di attraversamenti nell'anno passato, e pensavo che l'Europa è composta da 500 milioni di cittadini. Vede, io abito in un quartiere alla periferia di Brescia, un quartiere operaio, si chiama quartiere «La Famiglia», forse non a caso; il parroco, qualche tempo fa, ha chiesto ai parrocchiani di ospitare otto profughi: pensi, siamo esattamente alla metà della percentuale; lei pensi se ogni parrocchia di questa nostra Europa con 4 mila abitanti ospitasse otto profughi: che cosa sono otto persone su 4 mila ?
  Senza poi dimenticare quel che ha già detto talmente bene il professore, l'onorevole Micheletti, che non sto a ripetere, però un dato lo voglio ricordare: nel 2050 l'Italia avrà l'84 per cento dalla popolazione inattiva, quindi forse un po'di lungimiranza... e se ce l'ha l'Italia, ce l'ha anche il resto d'Europa, purtroppo. Lei ha anche citato il campo di Idomeni, ovviamente quella scena del bambino ha colpito tutti, non voglio fare polemiche, però a me è capitato spesso di andare in campi rom, anche qui, molto vicino, e scene come quella sono la quotidianità. A me capita tutte le sere di passare, per andare al quartiere San Lorenzo, dalla stazione Termini, che mi pare un campo profughi a cielo aperto. Sono più di 200 le persone che mangiano la polvere e non hanno denti per mangiare, anche qui da noi. Ma certamente Idomeni mi ha colpito. Tra l'altro, anche quel papà, quell'ingegnere siriano – lo abbiamo sentito tutti – che diceva che non era questa l'Europa che si aspettava, non era questo il sogno dell'Europa che pensava di vedere.
  Forse a questo papà – se avessi l'opportunità di abbracciare lui e i suoi figli – potrei dirgli, continuando sempre il suo incipit, che effettivamente siamo tutti uguali, siamo un po’ cattivi e un po’ buoni, siamo vigliacchi e fieri, saggi, falsi, sinceri e poi ci fermiamo, però, fermandoci lì, sappiamo che è parte dell'umanità. Abbiamo sentito anche in questa Aula come l'approccio a una tematica come questa sia così diverso, eppure io sono convinto, per quello che dicevo prima, che l'Europa ha la necessità, la volontà, la capacità, la lungimiranza di riconoscere, nei segni dei tempi che oggi si sono presentati, un cambiamento che non è nemmeno epocale, perché, ripeto, i numeri sono questi: otto persone su 4 mila, otto esseri umani col loro carico di donne, bambini, speranze, gioie. Nell'Europa è evidentemente un fardello di dolori che è ora che il Consiglio d'Europa faccia propri e, abbassando i muri e le barricate, accolga con Pag. 20convinzione il frutto sbagliato di questi nostri tempi per farlo diventare un frutto giusto, perché non vorrei che anche noi ci mettessimo – e concludo, Presidente – su quel cammino che prima ci fa vedere il male, poi ci lascia indifferenti e poi ci porta addirittura a commetterlo: che questo non avvenga mai nell'Europa di oggi e di domani (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Daniele Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghi, il tema immigrazione sarà centrale: al di là dell'auspicabile, ma non facile, intesa con la Turchia, il cuore del problema resta legato alla Siria, con effetti potenzialmente devastanti sull'Italia e, in particolare, sulla Puglia. E, francamente, nel caso, non credo che l'Italicum ci aiuterà a risolvere i problemi. La campagna russa di bombardamenti, di cui l'altro giorno Putin ha annunciato la riduzione, non è stata mirata solo contro ISIS, ma purtroppo anche, temiamo, soprattutto, contro gli avversari del dittatore Assad. Per questo, il tragico rubinetto di profughi è rimasto aperto, con migliaia di persone comprensibilmente in fuga, sia da ISIS, sia da Assad, sia dai bombardamenti, e con un dividendo politico altissimo per la Russia: mantenere al potere Assad e accrescere la pressione migratoria sull'Europa. A ciò si è aggiunto il clamoroso errore della Merkel, con un ingestibile segnale di accoglienza senza limiti.
  Noi diciamo al Governo cinque cose, signor Presidente. Primo: occorre lavorare per un vero rispetto del «cessate il fuoco», in particolare affinché non riprendano i bombardamenti russi non indirizzati contro ISIS. Secondo: occorre fare tesoro della determinazione, soprattutto inglese, a creare almeno un paio di zone protette dentro la Siria, dove i siriani possano stare, dove i bambini possano andare a scuola, dando una concreta speranza ai cittadini di poter vivere già ora una vita normale, evitando di intraprendere il rischioso viaggio verso l'Europa. Terzo: occorre convincere tutti gli attori a concentrare le operazioni militari solo contro ISIS.
  Quarto: una volta finita l'emergenza, nell'ordinario proponiamo la linea del Canada e dell'Australia: indicare anno per anno, non solo quanti, ma anche quali tipologie di lavoratori possano essere accolti dall'Italia. In questo modo, si può avere la certezza che chi arriva sia bene assorbito dal mercato del lavoro con benefici per tutti.
  Quinto e ultimo: oltre questi limiti fisiologici, davanti al rischio di un'ondata assolutamente incontrollabile, occorre considerare come extrema ratio, anch'essa prevista dalla politica australiana, i respingimenti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente. Signor Presidente del Consiglio, l'intesa che i ventotto Capi di Stato e di Governo hanno raggiunto nella notte del 7 e 8 marzo ci ha lasciati perplessi in alcuni punti e ci auguriamo che quanto emerso non sia definitivo. In caso contrario, il grande lavoro svolto dall'Italia sulla gestione dei flussi migratori sino ad oggi verrebbe indebolito.
  Continuiamo a sentirci orgogliosi del modo in cui il nostro Paese ha affrontato in questi anni l'emergenza immigrazione. Ci sarebbe piaciuto che l'atteggiamento italiano verso i migranti fosse stato condiviso dal resto dell'Unione, ma così, purtroppo, non è stato. È chiaro che le regole di Dublino vanno riformate, ma negare protezione internazionale a chi ne ha diritto è inaccettabile, oltre che violazione del diritto internazionale.
  Riguardo alle prospettive di crescita di cui si parlerà nel prossimo Consiglio europeo, crediamo che alle ottime misure attuate dalla BCE vadano affiancate politiche espansive. Troppo a lungo è durata la soggezione alle politiche di austerità, Pag. 21che non solo non sono state efficaci, ma che hanno peggiorato la situazione in molti Paesi.
  È quindi condivisibile la posizione italiana in Europa per chiedere flessibilità e investimenti. In Italia siamo impegnati con le riforme per sbloccare il Paese fermo da troppi anni. Stiamo lavorando con determinazione e, quindi, all'Europa possiamo chiedere e non solo dare. E sappiamo molto bene, signor Presidente del Consiglio, che da questo punto di vista a lei il coraggio non manca (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Baldassarre. Ne ha facoltà.

  MARCO BALDASSARRE. Grazie, Presidente. Il messaggio da dare in Europa è chiaramente quello che non possiamo permetterci il ricatto da parte della Turchia. Non possiamo accettare la richiesta di ulteriori 3 miliardi di euro, quindi per un totale di 6, pur di prendersi in carico il fenomeno migratorio che per alcuni Paesi rappresenta un grande problema politico interno. Penso soprattutto all'Austria o alla Germania. In Germania abbiamo visto anche come il dibattito interno favorisca gruppi di estrema destra.
  Questa è una questione che deve essere presa in carico soprattutto da nazioni con elevati standard di sicurezza, ma che soprattutto hanno anche le idee chiare quando si parla di diritti umani. Dobbiamo chiederci quali garanzie umanitarie ci possano essere da parte di un Paese che reprime la libertà di manifestazione, che chiude i giornali di opposizione al Presidente Erdogan, che toglie la libertà di pensiero e di parola agli oppositori politici. Noi dobbiamo andare in Europa ed opporci chiaramente a questo ricatto e a questo modo di occuparsi dei problemi interni.
  Lei ha anche citato più volte lo slogan: un euro in sicurezza, un euro in cultura. Ma siccome stiamo parlando anche di migrazione e quindi di integrazione, io le vorrei ricordare che lei ha negato il bonus di 500 euro ai neo-diciottenni di origine straniera, in barba alle buone politiche di integrazione. Siccome il tempo è poco e ne parleremo anche dopo, se dobbiamo parlare di crescita, smettiamola con le politiche lacrime e sangue degli scorsi anni e torniamo ad investire nel nostro Paese e a farlo crescere finalmente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, signora Presidente. Signor Presidente del Consiglio, ho apprezzato l'inizio del suo discorso.
  Nel ricordo e nella traccia dei grandi padri della patria ci deve essere l'orgoglio del lavoro per riportare il nostro Paese al giusto ruolo che deve avere in Europa e io direi anche nel mondo. Lei al prossimo Consiglio europeo deve andare, come sono sicuro che farà, con quest'idea: non dobbiamo avere alcun timore di chiedere quello che ci spetta. Il problema dei migranti non è solo un problema italiano, ma è un problema europeo. Il problema della crescita non è solo un problema italiano, ma è un problema europeo. Noi, è chiaro, dobbiamo fare i compiti a casa.
  Sul problema dei migranti, in attesa che, purtroppo, con la bella stagione, ritorni il flusso che temo ci sarà verso la mia Sicilia, dobbiamo organizzare meglio le identificazioni dei soggetti che arrivano, sia per creare a loro stessi migliori condizioni di omogeneità, una volta identificati nei nostri hotspot, ma anche per individuare velocemente quelli che sono i soggetti da rimpatriare e in questo poi chiedere all'Europa che faccia il proprio ruolo, che porti avanti le politiche di riallocazione dei soggetti.
  Per la crescita, noi dobbiamo portare avanti le riforme, le riforme che servono al nostro Paese nel campo fiscale, nel settore della giustizia, nel settore previdenziale. E, come lei ben sa, in questo noi di ALA la sosterremo convintamente.
  Sarà opportuno nei prossimi mesi continuare ad agire, signor Presidente, con Pag. 22determinazione in difesa del mercato unico, avvalendosi di tutti gli strumenti consentiti al fine di tutelare la libera circolazione delle merci e della concorrenza.
  In un momento in cui nuove potenze si affacciano sulla scena internazionale e saranno sempre più competitive, sia in termini politici, che economici, occorre una ritrovata consapevolezza, tanto da parte dell'opinione pubblica, che degli ambienti politici, che l'indebolimento del mercato unico avrebbe conseguenze drammatiche. In una tale circostanza, si assisterebbe allo sgretolamento dell'integrazione economica, dell'integrazione che è alla base della crescita e dell'occupazione in tutta Europa, e soprattutto del sogno anche di quel personaggio che oggi noi ricordiamo con tanto affetto e che ha fatto tanto per il nostro Paese. E proprio per questo mi permetta di chiudere con una battuta, signor Presidente: a noi di ALA non interessa quanto lei parli bene l'inglese, che comunque è importante, ma quanto bene lei lavori e faccia le cose per il nostro Paese.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio dei ministri, colleghi, noi abbiamo ascoltato con attenzione ciò che ci ha detto. Come sa, siamo molto critici sinora, non soltanto nella sua gestione dei rapporti con l'Unione europea, ma soprattutto del comportamento tenuto dall'Unione europea nei confronti dell'Italia.
  Abbiamo apprezzato una serie di sue ultime prese di posizione, ma non vorremmo che rimangano solo prese di posizione verbali a cui non conseguano fatti concreti. Peraltro, crediamo che in questo momento l'Unione europea sia forse più pronta a recepire posizioni dell'Italia lungamente portate avanti un po’ da tutti e credo che, quindi, se lei agisce con la dovuta determinazione, potremmo portare a casa alcuni risultati, innanzitutto la revisione delle regole assurde di Dublino. Siamo un'area Schengen, le frontiere dell'Europa sono frontiere comuni e, certamente, non si può scaricare sui Paesi che vigilano le frontiere europee tutto il peso di emergenze umanitarie come quella che stiamo vedendo, non soltanto in Siria, ma anche la grande emergenza umanitaria che non è conseguente a una guerra, ma è conseguente alla povertà, che viene dall'Africa subsahariana.
  Credo che, innanzitutto, dobbiamo chiedere all'Unione europea una solidarietà economica. Credo che dobbiamo chiedere norme dell'Unione che valgano per tutti i Paesi nella gestione della richiesta degli asili; norme comuni e procedure comuni per regolare le espulsioni dei migranti quando non hanno i diritti per chiedere l'asilo. Penso che, se lei porrà forza su questo accento, potrà ottenere risultati importanti.
  Chiaramente riteniamo che vi sia anche il tema della sicurezza. Rispetto a quello che è accaduto a Colonia e a quello che sta accadendo, con nuove aggressioni e attentati terroristici, si è dimostrata l'infiltrazione di migranti e di foreign fighters e una strategia dell'ISIS. Anche in questo caso, una strategia comune è importante rispetto alla recrudescenza di fenomeni di antisemitismo collegati a questa migrazione da ambienti musulmani.
  Sulla gestione della Libia dobbiamo chiedere un maggiore impegno dell'Unione europea, un sostegno forte all'Italia, perché la stabilizzazione della Libia sicuramente rappresenta uno degli elementi centrali della riuscita di questa strategia.
  Sulla Turchia le segnalo che è evidente che dobbiamo avere, in maniera pragmatica, un rapporto e supportare lo sforzo che la Turchia sta sostenendo, ma, allo stesso tempo, chiarire che la Turchia deve gestire in maniera dignitosa i fondi che gli diamo. Le dico subito che giungono forti e preoccupanti notizie di trattamenti disumani ai quali sono esposti i profughi siriani. Quindi, prima di dare i soldi alla Turchia, noi dobbiamo essere certi che l'Unione europea potrà garantire e potrà Pag. 23controllare la dignità e il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo nei campi profughi in Turchia.
  Altro capitolo è quello relativo a questa aggressività, a questa azione, che ha già destabilizzato la Siria, ma che oggi fortemente si fa sentire in Iraq, da parte della Turchia per spinte sicuramente che nulla hanno a che vedere con la pace nel mondo, che espongono fortemente l'Unione europea e anche la NATO. Credo che le debba richiamare.
  Concludo dicendo che non bisogna dimenticare il capitolo delle sanzioni contro la Russia, che vanno al più presto abrogate, anche per il ruolo importante che la Russia sta svolgendo nel Medio Oriente, oltre alla questione dei danni economici per l'Italia.
  Occorre rivedere l’austerity, ma senza fare nuovi debiti per spese non chiaramente indirizzate per investimenti infrastrutturali. Non vorremmo che questa scusa di cambiare le politiche di flessibilità sul patto che regola i conti interni dell'Europa finisca con l'aumentare a dismisura il debito italiano, senza avere in cambio opere durevoli e importanti, come le infrastrutture di cui abbiamo bisogno, soprattutto al Sud, che possono rilanciare l'economia e, quindi, dare un aumento del PIL e un reale beneficio per i cittadini italiani.

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Marina Berlinghieri. Ne ha facoltà.

  MARINA BERLINGHIERI. Gentile Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, come lei ha ben sottolineato, ci ritroviamo oggi per l'ennesimo dibattito sul Consiglio europeo. La sensazione di un déjà vu è molto forte e mi sembra pienamente fondata la sua affermazione per cui la convocazione di continui Consigli europei è un segnale, l'ennesimo purtroppo, della debolezza dell'Unione europea e della sua incapacità di gestire, con le dovute tempestività ed efficacia, i problemi che si pongono. Si tratta di problemi che spesso trovano origine al di fuori dell'Unione europea, ma che colpevolmente l'Unione europea non riesce ad affrontare nel modo migliore. I continui rinvii, la mancanza di una visione comune e condivisa, la non attuazione delle decisioni prese finiscono, così, per aggravare le difficoltà.
  Oggi le istituzioni europee e i Paesi membri, compresi quelli più solidi, a partire dalla Germania, appaiono angosciati per la difficoltà di gestire il problema della crescita continua dell'emergenza migratoria, alla difficile ricerca di una soluzione accettabile e sostenibile, che tenga insieme l'esigenza di contenere gli arrivi e quella di non negare aiuto umanitario, accoglienza e riconoscimento dello status di rifugiati a chi ne ha diritto.
  Eppure, non ci troveremmo in questa situazione, con alcuni Paesi membri che unilateralmente decidono di chiudere le frontiere interne, se l'Unione europea non avesse tardato tanto a recepire le sollecitazioni italiane perché un'iniziativa comune subentrasse a Mare Nostrum, per un controllo delle frontiere marittime che garantisse anche il salvataggio in mare dei profughi.
  Così come non ci troveremmo ora a dover constatare che, di fatto, non ha trovato attuazione il programma di riallocazione che avrebbe dovuto alleviare, sia pure soltanto parzialmente, gli oneri che gravano sui Paesi più esposti, a cominciare dalla Grecia e dall'Italia, in coerenza con il principio della solidarietà, che, in base ai trattati, dovrebbe informare la politica europea in materia di asilo e immigrazione.
  L'emergenza migranti preoccupa anche per i costi finanziari che essa comporta. Eppure, abbiamo dovuto constatare che soltanto dopo ripetute richieste, la Commissione europea ha convenuto che le maggiori spese che i Paesi più esposti devono sopportare non sono computate nei saldi di finanza pubblica. Più in generale, l'afflusso massiccio di migranti preoccupa e allarma i cittadini europei e alimenta i movimenti xenofobi e populisti, perché si verifica in una fase in cui le economie europee, con poche eccezioni, Pag. 24continuano a registrare enormi difficoltà a superare la drammatica crisi economico-finanziaria che è iniziata nel 2008 e si è protratta fino a tutto il 2013. Se l'Europa crescesse di più, la crisi migratoria peserebbe meno sia sotto il profilo finanziario che dal punto di vista dei timori e delle ansie che suscita nei cittadini dei Paesi membri.
  Eppure, dobbiamo registrare la situazione paradossale per cui le istituzioni europee continuano a reagire con scetticismo alle richieste italiane perché si riorientino le politiche europee verso la crescita della domanda interna, in primo luogo attraverso un rilancio degli investimenti. Infatti, economie mature, come sono quelle europee, non possono fondare le loro prospettive di sviluppo soltanto sulle esportazioni. Senza una crescita della domanda interna, il tasso di inflazione non tornerà ai livelli fisiologici che il Presidente della BCE spera di conseguire e l'Europa resterà destinata ad una triste e prolungata fase deflazionistica, mentre non si esclude all'orizzonte una nuova crisi, che metterebbe ancora più in difficoltà il nostro continente, che non ha ancora recuperato il terreno perso in questi anni, a differenza degli Stati Uniti.
  Invece, le istituzioni europee continuano ad insistere su ricette che erano state concepite in un contesto molto diverso da quello attuale, quando il tasso di crescita delle economie europee era ben più alto di quello attuale, così come il tasso di inflazione. Bene ha fatto e sta facendo, quindi, il Governo italiano ad offrire, con uno spirito positivo e propositivo, alla discussione all'interno dell'Unione europea tanti argomenti per un rilancio dell'Europa, che non deve passare per affermazioni solenni e pronunciamenti retorici, ma che richiede interventi puntuali e mirati. La politica può dimostrare la sua utilità quando riesce a modificare paradigmi e ricette, se necessario, superando la rigida e, alla fine, poco intelligente applicazione meccanica di regole che non sono più valide.
  Insomma, dobbiamo uscire al più presto da questa trappola soffocante per cui l'Europa tarda a capire la portata degli eventi che accadono e, soprattutto, tarda ad aggiornare le sue politiche con quella flessibilità che è necessaria in presenza di scenari in rapidissima evoluzione e spesso in rapido deterioramento, come sono quelli in cui siamo chiamati a muoverci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri.

(Annunzio di risoluzioni)

  PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Rosato, Lupi, Monchiero, Dellai, Pisicchio, Alfreider e Locatelli n. 6-00214, Fedriga ed altri n. 6-00215, Scotto ed altri n. 6-00216, Brunetta ed altri n. 6-00217, Baldassarre ed altri n. 6-00218, Palese ed altri n. 6-00219, Abrignani ed altri n. 6-00220, Battelli ed altri n. 6-00221, Cirielli ed altri n. 6-00222 (Vedi l'allegato A – Risoluzioni). I relativi testi sono in distribuzione.

(Replica del Presidente del Consiglio dei ministri)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, onorevoli deputati, la mia non è una replica, ma soltanto una considerazione, una puntualizzazione. Ci sono stati quindici interventi, il tono è stato quasi sempre molto civile e attento ad affrontare i temi veri, reali. Siamo consapevoli che la sfida nella quale ci troviamo non è una sfida che può essere risolta semplicemente con qualche frase ad effetto. Chi viene qui a dire: «Dovreste fare così; dovreste fare cosà» non si rende conto della complessità delle regole delle istituzioni europee, alle quali, pure tutti noi, abbiamo dato un contributo.Pag. 25
  Chi oggi dice «qui c’è una maggioranza», lo dico con affetto all'onorevole Scotto, «per cambiare un articolo della Costituzione», non si rende conto che non c’è una maggioranza nel Parlamento europeo per cambiare una politica economica se non c’è un'iniziativa politica e forse l'onorevole Scotto e il suo gruppo dovrebbero riflettere sul fatto che a quella riunione che egli ha avuto la bontà di indicare come importante – io condivido questo giudizio – partecipava anche il Premier greco che pure si era presentato alle elezioni europee con una proposta alternativa. Ma il fatto che la casa dei socialisti e dei democratici europei si apra all'esperienza di Alexis Tsipras sicuramente deve far riflettere noi ma credo debba anche far riflettere chi, talvolta in nome di un massimalismo ideologico, non riesce a cogliere la concretezza del riformismo possibile. È un tema naturalmente che possiamo affrontare e affronteremo per i prossimi anni.
   Ci sono due punti che vorrei evidenziare prima di chiudere, dopo aver evidenziato con piacere che quei gruppi, che oggi ci hanno spiegato che i flussi non sono bloccabili e sono inarrestabili, evidentemente hanno preso le distanze dalle posizioni filo-Orban che qualche autorevole loro leader aveva avuto in qualche trasmissione televisiva fino a pochi mesi fa. Ricordo oggi di aver sentito delle parole dall'onorevole Brescia, pronunciate in italiano, che hanno un riferimento molto chiaro alla politica che evidentemente rappresenta la linea del MoVimento 5 Stelle sui rifugiati e di cui mi compiaccio. Siamo in presenza di un fatto epocale: diverse erano state le parole di elogio al leader ungherese pronunciate non più di qualche settimana fa da un altro autorevole esponente portavoce e cittadino (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
  Vengo, dicevo, ai due punti che mi sembrano importanti e lascio stare la parte di retorica che viene scritta dagli interventi di chi costantemente deve far riferimento al sistema dell'accoglienza italiano. Se c’è qualcosa che non va, si cambia; se c’è qualcuno che ruba, si persegue; se c’è qualcuno che commette un furto, si manda in galera quello ma non si spara sul mucchio, altrimenti potremmo chiederci in modo molto superficiale e provocatorio come si traduce in inglese la parola «armadietto di una palestra» e dare la responsabilità a tutta una comunità politica che invece non c'entra niente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
  È quindi del tutto logico e naturale che, se ci sono responsabilità su quel modello di immigrazione, cari amici della Lega, che è nato con il Ministro Maroni in questo Paese non con il Ministro Alfano – che è nato con il Ministro Maroni, ripeto – dobbiamo, tutti insieme nessuno escluso, andare a combattere perché i criminali vadano in carcere e gli innocenti facciano politica, sapendo che non ci sono generalizzazioni possibili se non per chi è superficiale e per chi rifiuta la realtà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia). Dicevo e concludo i due punti politici che penso sia assolutamente importante evidenziare. Il primo sull'immigrazione – lo dico all'onorevole Ravetto – qualcosa è cambiato in questo biennio e lei lo sa nella sua veste di presidente del Comitato Schengen. Qualcosa è cambiato, per me non a sufficienza ma qualcosa è cambiato perché l'Italia ha vinto una battaglia culturale. Infatti, se vi andate a riguardare ciò che voi dicevate in quest'Aula, oltre a ciò che dicevamo noi, preparando i Consigli europei dei mesi scorsi, potete trovare le vostre frasi: l'immigrazione è un problema che viene lasciato alla sola Italia, l'Europa non se ne cura, l'Europa non si occupa di tutto ciò. Oggi il dato di fatto, che non è la risoluzione del problema ma che è oggettivo, è che la nostra posizione dal primo giorno dopo il terribile evento dell'aprile 2015 nel nostro mare, vale a dire che sia l'Europa a costruire una risposta organica, è un punto di vista che è unanimemente accettato all'interno delle istituzioni europee. Pag. 26Allora, nel mese di aprile del 2015, c'eravamo soltanto noi e Malta, nessun altro condivideva questo principio.
  Basta guardare i giornali e chi a vari livelli partecipava ai Consigli ricorda la faccia dei colleghi europei: il Consiglio straordinario di aprile che non voleva andare oltre una generica mozione di solidarietà agli italiani e soprattutto alle famiglie delle vittime; il Consiglio europeo di giugno che terminò con una discussione alle tre di notte (ormai è diventata un'abitudine ai Consigli europei), ma semplicemente per ammettere il principio che non poteva essere soltanto lo Stato di approdo lo Stato in grado di dare una risposta al tema dei profughi e non eravamo moltissimi anche allora. Inoltre, ciò che è accaduto nell'estate 2015 con alcuni Paesi importanti che hanno cambiato posizione.
  Certo, poi ci sono molti problemi aperti perché – l'ho detto in introduzione – se le decisioni che prendiamo non vengono poi implementate e concluse, è evidente che la discussione corre il rischio di creare quella vanificazione della politica e quella frustrazione che forse costituisce uno degli elementi della rabbia, come è stato credo giustamente sottolineato ed evidenziato, che è un fenomeno propriamente democratico che va rispettato per quello che è.
  Ma il punto chiave è che sull'immigrazione l'Europa ha cambiato direzione: tale cambio di direzione non si è tradotto in risultati ancora apprezzabili, ma il cambio di posizione è derivato da un'iniziativa italiana che ha visto non soltanto i partiti della maggioranza – lo voglio riconoscere – ma anche altre forze politiche – non tutte quelle presenti in quest'Aula – ma che ha visto altre forze politiche, coerentemente con i rispettivi approcci che abbiamo anche in sede europea, lavorare insieme.
  Mi piacerebbe tanto che, sulle tematiche legate all'Europa, l'Italia e gli italiani potessero sentire una voce comune e condivisa almeno sulle questioni fondamentali e non sentire, quando qualcuno è intervenuto per chiudere il semestre europeo non soltanto il sottoscritto ma anche altri membri del Governo, da alcuni parlamentari europei italiani, soltanto a beneficio delle telecamere, urlare ritmata la parola «mafia, mafia, mafia», semplicemente per poter dare un ulteriore elemento di pregiudizio contro l'Italia e contro ciò che noi siamo perché l'obiettivo era quello di gettare fango sul nostro Paese e non di risolvere i problemi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia). E gli italiani su questo sono decisamente più avanti della politica perché sanno perfettamente che, quando uno va a rappresentarli in Europa, chiunque sia – oggi tocca a noi, domani toccherà ad altri – chiunque sia, dovrebbe rappresentare questo grande Paese. Allora, sull'immigrazione è cambiato qualcosa o no ? La direzione, sì. Si è evitato o no il rischio che Schengen saltasse ? Per il momento sì. Può bastare questo ? No, ma proprio per questo noi lavoriamo con ancora più determinazione. Ma proprio per questo noi pensiamo che la superficialità e la demagogia abbiano le gambe corte.
   Secondo punto, l'economia: noi viviamo una stagione di deflazione che è impressionante. La risposta che ha dato la Banca centrale europea merita tutto il nostro sostegno e il nostro appoggio. E tuttavia, mentre diciamo questo, dobbiamo riconoscerci reciprocamente che non può bastare soltanto uno stimolo di natura monetaria. Non basta, non è sufficiente, non importa aver letto centinaia di manuali di economia per capire che la politica della Banca centrale europea è molto utile ma non è sufficiente a far ripartire non soltanto i consumi, il prezzo, l'inflazione, non è sufficiente a far recuperare competitività al sistema europeo. E, allora, ci sono due questioni che sono l'ABC. Primo, mettere più soldi nelle tasche abbassando le tasse. Ora – mi fa piacere che l'onorevole Bianconi e l'onorevole Palese esprimano in un sussulto il loro entusiasmo: li aspetto magnificare con un comunicato stampa gli 80 euro e poi sarò felice di unirmi a loro nell'elemento di elogio (Commenti del deputato Bianconi) – il punto centrale, però, qual è ?Pag. 27
  È che per abbassare le tasse in un momento nel quale stai facendo una revisione della spesa che, piaccia o non piaccia, ha toccato quota 25 miliardi di euro, e ci sono in questo consesso polemiche per il fatto che vi sono troppi tagli, per il fatto che ci sono spese sbagliate, tagliate e compagnia bella, in questa cornice e in questo contesto, se tu vuoi abbassare la pressione fiscale, devi dare quegli elementi di flessibilità che portano a fare un'operazione sulla pressione fiscale eventualmente anche in deficit, ma senza superare i limiti del deficit, tant’è vero che negli ultimi dieci anni questo del 2016 è stato l'anno con il deficit più basso per quello che riguarda il nostro Paese. Eppure, che cos’è accaduto ? È stata tolta la tassa sulla prima casa, eppure si è fatta l'operazione degli 80 euro, eppure si son fatti gli incentivi e lo dico per chi continua a dire che non è il Jobs Act ma sono gli incentivi fiscali ad aver creato occupazione. Vorrei svelarvi un segreto: gli incentivi fiscali li ha fatti questa maggioranza come secondo pilastro del Jobs Act, c’è una parte normativa e una parte fiscale. Se quelli fatti dal Governo precedente non hanno funzionato e questi sì, fatevi qualche domanda e datevi qualche risposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Ma il punto chiave è che le operazioni fiscali che abbiamo fatto, gli incentivi fiscali, la riduzione dell'IRAP sul costo del lavoro, l'IMU prima casa, gli 80 euro vanno esattamente nella direzione di mettere più soldi in tasca agli italiani. Basta ? No. Cosa occorre ? Investimenti. E se occorrono gli investimenti, diciamoci la verità per una volta fuori dalla camicia dell'appartenenza di parte, cos’è accaduto in Italia dal 2006, 2007, 2008, 2009 ad oggi ? C'erano 40 miliardi di investimenti pubblici. Poi possiamo discutere di quanto fossero corretti e meno corretti, quali avremmo dovuto cambiare e quali no, non entro nel merito adesso perché non è questa la sede. C'erano 40 miliardi di investimenti pubblici, sono diventati, nel giro di un lustro, 20 miliardi. Questa è la realtà dei fatti in Italia. Gli investimenti pubblici sono passati da 40 a 20 miliardi perché i Governi hanno tagliato innanzitutto sugli enti locali e gli enti locali comprensibilmente – facevo il sindaco, posso parlare con consapevolezza – essendo al bivio tra tagliare i servizi e tagliare magari un investimento, preferivano – dal punto di vista economico era un errore, dal punto di vista del consenso era comprensibile – tagliare un investimento a lunga scadenza che non tagliare un servizio, tagliare la ristrutturazione di un grande impianto stradale o di una bonifica anziché tagliare un asilo nido o i servizi sociali per gli anziani.
  Accanto a questo lo Stato ha delle complessità burocratiche per le quali le opere stanziate – penso al dissesto, penso alle bonifiche, penso alla banda larga – sono state troppo a lungo bloccate dalle pastoie burocratiche; a fronte di questo siamo passati da 40 a 20 miliardi.
  Allora, cosa sta accadendo, e chiudo ? Nella direzione di politica economica, l'Italia ha fatto l'agenda in Europa, in primo luogo ottenendo una flessibilità che in questo ramo del Parlamento e nell'altro ramo del Parlamento è stata talvolta criticata. Io so che chi ha votato il fiscal compact era sicuramente in buona fede, ma so anche che, se non si fosse fatta la misura della flessibilità, non vi sarebbero stati qualcosa come 16 miliardi da poter utilizzare per rilanciare la nostra economia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Secondo punto, abbiamo fatto l'agenda dicendo che Juncker e gli investimenti devono essere la centralità dell'azione della politica europea, ma se noi per primi non facciamo l'opera di ristrutturazione e di riforma del nostro Stato per cui la pubblica amministrazione sia più semplice, per cui le pastoie burocratiche non siano più un problema, non saremo credibili.
  Ecco perché – ho finito – nella discussione di politica economica la lotta contro la deflazione non la fai soltanto con le meravigliose misure giuste e sacrosante della Banca centrale europea – sempre sia ringraziata (Commenti del deputato Bianconi), Pag. 28questo lo fa l'onorevole Bianconi – ma si fa anche attraverso una politica attiva: l'abbassamento della pressione fiscale, che non può che passare, in un momento di spending, anche non dall'aumento del deficit, perché il deficit con i Governi precedenti era al 3 e noi siamo sotto il 2,4, quindi è il deficit più basso, ma dalla migliore flessibilità rispetto agli stretti margini dati dall'Europa e, contemporaneamente, con un'operazione di infrastrutture e di investimenti.
  Vale per l'Italia, sono molto fiero, ne parlavo qualche minuto fa con alcuni deputati del territorio, dell'aggiudicazione del tunnel del Brennero, abbiamo lavorato sulla Salerno-Reggio Calabria, dobbiamo sbloccare la ionica, dobbiamo investire finalmente in tutta una serie di opere pubbliche, penso in Sicilia, su tutte, all'elenco di opere pubbliche che ANAS ha pronto, penso a tutto ciò che dobbiamo fare in Italia e contemporaneamente dobbiamo spiegare agli amici europei che se vogliamo davvero rimettere in moto questo Paese, la Germania e gli altri Paesi devono ridurre il loro surplus commerciale, oggi al 7,6 in Germania. Se la Germania arrivasse ai limiti di legge... ai limiti europei, chiedo scusa, che sono il 6 per cento, sarebbe qualcosa come a naso 38-40 miliardi di euro di investimenti da fare in Germania. Vale per l'Olanda, vale per gli altri Paesi – dico qui queste cose perché le ho dette in Consiglio europeo con la franchezza che spero mi sia riconosciuta da tutti – e vale anche da parte nostra nel riuscire finalmente a rendere questa agenda – almeno dopo due anni questo ci sarà riconosciuto – non come un'agenda spot, sporadica, ma come un disegno organico che è iniziato due anni fa e che sta provando, cambiando l'Italia, a cambiare l'Europa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola al sottosegretario Gozi, io vorrei salutare insieme a voi ben tre scuole che oggi sono presenti qui nelle tribune. Abbiamo il liceo Sacro Cuore di Milano, il Collegio salesiano Astori di Mogliano Veneto e l'Istituto tecnico industriale Hensemberger di Monza. Benvenuti a tutti, ragazzi e insegnanti (Applausi).

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Sandro Gozi, che esprimerà il parere sulle risoluzioni presentate.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, esprimo parere favorevole sulla risoluzione Rosato ed altri n. 6-00214, mentre esprimo parere contrario sulla risoluzione Fedriga ed altri n. 6-00215. Sulla risoluzione Scotto ed altri n. 6-00216 esprimo parere contrario sulle premesse, favorevole sugli impegni, se vengono accettate le riformulazioni del Governo. Il primo impegno, «a proporre la possibilità», anziché «a promuovere l'apertura immediata»; al terzo impegno, eliminare le prime due righe, da «a concedere», fino a «e quindi» e sostituirle con «a proporre nuovamente di avviare l'iter per la predisposizione». Il parere è favorevole sul terzo e quarto impegno. Sul quinto impegno, fermarsi dopo «accoglienza dignitosa», eliminando le parole successive. Il parere è favorevole sul sesto impegno e contrario sul settimo. Il parere è favorevole sull'ottavo, sul nono – cioè il penultimo di questa pagina – e sostituire con la parola «a sostenere» con «ribadire la necessità di promuovere un grande piano di investimenti». Pagina successiva, negli impegni, «in riferimento al Semestre europeo», il parere è contrario al primo impegno, favorevole al secondo fino «a revisione dei trattati europei» incluso, eliminare il resto. Il terzo, sul «Green New Deal», «sostenere le varie iniziative volte a proporre un Green New Deal». L'impegno successivo, che comincia con «a sostenere l'attuazione di una dimensione sociale dell'Unione europea», aggiungere «inclusi strumenti comuni di garanzia contro la disoccupazione», e questo sostituirebbe Pag. 29tutto il resto. Sostituire le parole «a rifiutare il Piano Schauble» con «a rifiutare qualsiasi piano di una stretta sui titoli di Stato». Aggiungere sul «Ministro unico del Tesoro» le parole, dopo «avanzata», «in assenza di un vero bilancio della Zona euro». Nella pagina successiva, il parere è favorevole sui primi quattro impegni, contrario sul quinto e sul sesto, favorevole sull'ultimo. Se queste riformulazioni sono accettate, il parere è favorevole sulla risoluzione n. 6-00216. Sulla risoluzione Brunetta ed altri n. 6-00217, il parere è contrario sulle premesse e favorevole sugli impegni se vengono accettate le riformulazioni del Governo. Sul primo impegno, alla terza riga sostituire «controllare» con «gestire». Sull'impegno della pagina 2, h), «a valutare la possibilità di aumentare la ricezione da parte degli Stati, anche dei membri».
  Alla lettera i) «anziché a predisporre» scrivere: «a ribadire la necessità di attuare un piano di accoglienza»; alla lettera successiva: «a proseguire l'azione volta a rivedere le clausole del regolamento di Dublino»; alla lettera l): «neutralizzare i mezzi degli scafisti valutando, nel rispetto del diritto internazionale, le misure che consentono le azioni volte (...) «e poi riprende come nel testo originario; alla lettera m): «avviare, nel momento in cui si realizzano tutte le condizioni necessarie previste, la fase 3 dell'operazione EUNAVFOR Med» ed eliminare il resto; all'ultima pagina, all'impegno n. 2, alla lettera a), anziché: «a chiarire» scrivere: «a presentare nell'ambito del semestre europeo le misure di politica economica che intende mettere in atto per raggiungere gli obiettivi concordati» ed espungere le altre righe; alla lettera b): «ribadire la necessità che la Germania riduca il suo eccessivo surplus della bilancia commerciale» e non: «stimolare la Germania» ma: «ribadire la necessità che la Germania riduca il successivo surplus»; nell'impegno n. 3 il Governo esprime parere contrario sulla lettera a), favorevole sulla lettera b), eliminando nella seconda riga da: «e tutto quanto» fino a: «governi e cittadini» ed eliminando la frase successiva: «a coprire»; e nell'ultimo impegno: «ribadire la necessità che la Commissione vigili sulla corretta e uniforme applicazione» e non: «a richiedere un intervento della Commissione», ma: «ribadire la necessità».
  Sulla risoluzione Baldassarre ed altri n. 6-00218, il Governo esprime parere contrario sulle premesse; il parere è favorevole sugli impegni se riformulati. In particolare, il parere è contrario sui primi due impegni; il terzo: «a mantenere il meccanismo per la verifica degli standard (...)» e non: «a richiedere l'attivazione di un meccanismo (...)» ma: «a mantenere il meccanismo (...)», che è già previsto nell'Accordo; nel periodo successivo: «a ribadire l'obbligo, nel processo di adesione della Turchia all'Unione europea, del rispetto completo e verificabile (...)» e non: «a subordinare (...)» ma: «a ribadire (...)» perché è già uno dei criteri di valutazione; in merito al semestre europeo, nell'impegno successivo: «a valutare la possibilità di proporre misure per rendere strutturali i provvedimenti» e fermandoci a: «grazie ad esso», eliminando quindi le parole successive; il parere è contrario sul secondo, terzo e quarto impegno; favorevole sul quinto impegno e sul sesto.
  Sulla risoluzione Palese ed altri n. 6-00219, il parere è contrario sulle premesse ed è favorevole sugli impegni, se riformulati: nell'impegno n. 1: «a proseguire l'impegno per un vero e totale rispetto del cessate il fuoco (...)»; nell'impegno n. 2: «a valutare le reali possibilità di creare zone protette dentro la Siria» ed eliminare la frase tra parentesi; favorevole sull'impegno n. 3, eliminando la parola: «solo»; il parere è contrario sugli impegni n. 4 e n. 5.
  Sulla risoluzione Abrignani ed altri n. 6-00220, il Governo esprime parere contrario sulle premesse e parere favorevole sugli impegni, se riformulati; nell'ultima pagina, anziché: «a sollecitare un intervento comunitario» scrivere: «a ribadire la necessità di attuare gli accordi relativi alla gestione dei flussi migratori»; nell'impegno successivo anziché: «a richiedere la revisione immediata» scrivere: «a proseguire la sua azione volta alla revisione Pag. 30del regolamento di Dublino»; nel terzo sostituire: «ad evidenziare» con: «a riaffermare la necessità»; il parere è favorevole sul quarto; nel quinto sostituire le parole: «a sollevare il tema» con: «risollevare il tema presso la Commissione Europea»; il parere è favorevole sull'ultimo impegno.
  Sulla risoluzione Battelli ed altri n. 6-00221, il Governo esprime parere contrario.
  Sulla risoluzione Cirielli ed altri n. 6-00222, il parere è contrario sulle premesse; sugli impegni è favorevole, se riformulati; nel quinto impegno sostituire le parole: «ad adoperarsi affinché si giunga» con: «a proseguire nella sua azione volta all'adozione di procedure uniformi»; nell'impegno successivo sostituire le parole: «a promuovere e sostenere ogni iniziativa» con le seguenti: «a proseguire le iniziative volte al potenziamento delle frontiere esterne» e sostituire le parole: «a sostenere con» con le seguenti: «a ribadire la necessità nel prossimo Consiglio europeo» perché si riferisce alla revisione del regolamento di Dublino; nel terz'ultimo impegno dell'ultima pagina: «a sollecitare la rapida conclusione degli accordi di riammissione» su questo punto specificare: «tra Unione europea e Paesi di provenienza» ed eliminare l'ultima riga, da: «a tal fine» fino a: «spesa»; nel penultimo impegno anziché: «ad adoperarsi affinché» scrivere: «a ribadire la necessità che anche attraverso la revisione del regolamento di Dublino le procedure di collocamento cessino di avere un carattere eccezionale»; nell'ultimo impegno scrivere: «a proseguire la sua azione e a sostenere ogni iniziativa», praticamente aggiungendo le parole: «a proseguire la sua azione» prima dell'ultimo impegno.

  PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario Gozi.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, visto che il Governo ha deciso di riformulare in modo sostanzioso le diverse risoluzioni presentate dai gruppi, io le chiedo, affinché non si ripetano problemi che sono avvenuti anche nelle scorse sedute, se fosse possibile fare avere ai gruppi le riformulazioni del Governo per iscritto, perché diventa veramente difficile poi decidere come votare – se si decide il voto separato o altro – perché solo letto così diventa difficile fare una valutazione su come votare.

  PRESIDENTE. Capisco la difficoltà, però il sottosegretario le ha lette anche, diciamo, senza fretta, come accade in altre circostanze. Quindi, direi che dopo diventa difficile fornire il testo, perché si allungherebbero enormemente i tempi. Il fatto che il sottosegretario le abbia lette anche con una certa lentezza è proprio per concedere a tutti di prendere atto delle riformulazioni.
  Quindi, le chiederei una collaborazione in merito a questo, deputato Fedriga.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, nel caso chiederemo a lei, al momento del voto, di farci di nuovo presenti le riformulazioni.

  PRESIDENTE. Se le è sfuggito qualche passaggio possiamo riproporlo...

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Sì, e penso che non solo a me, ma anche a diversi colleghi che magari non sono riusciti a seguire. Quindi, magari chi vorrà chiederà alla Presidenza di ripetere le riformulazioni, perché io penso che l'obiettivo principale non sia quello di accorciare i tempi...

  PRESIDENTE. Certo, se è necessario...

  MASSIMILIANO FEDRIGA. ... ma che i deputati abbiano cognizione di causa su quanto stanno votando.

  PRESIDENTE. Se è necessario, sono sicura che il sottosegretario non avrà problemi a ripetere la riformulazione.

Pag. 31

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Oreste Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente. Signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, siamo molto preoccupati per la gestione europea dei flussi migratori. Sapere che ci sono circa 13 mila persone in condizioni estreme al confine della Macedonia è qualcosa di inaccettabile per l'Europa, per l'idea stessa di spazio comune nella quale hanno creduto i suoi padri fondatori e che abbiamo portato avanti per tutti questi anni.
  La chiusura di Schengen da parte di alcuni Stati rappresenta un fallimento per tutti, con pesanti ripercussioni per l'economia dell'Unione. Le migrazioni di massa di questi anni sono un fenomeno destinato a rimanere e a cui dobbiamo fare fronte attrezzandoci. Negare il fenomeno, chiudendo gli occhi o rafforzando le frontiere comuni o con i fili spinati, è da irresponsabili, oltre che inutile. Non dobbiamo permettere che la crisi migratoria faccia vacillare l'Unione e le faccia perdere la sua anima. Rivedere gli accordi di Dublino non è solo una priorità ma un dovere, così come è un dovere intervenire sulle politiche economiche per favorire consumi, crescita e sviluppo.
  Non spetta solo all'Italia fare i compiti a casa, né sul fronte della gestione dei flussi migratori, sul quale abbiamo fatto tanto e di più di altri Paesi, né su quello dell'economia. Dobbiamo invertire la rotta sostituendo le politiche di austerità con la crescita. È quindi giusta la nostra posizione: in prima fila per chiedere all'Europa flessibilità e investimenti.
  Per questi motivi, la componente socialista voterà a favore della risoluzione di maggioranza che ha sottoscritto e su tutte le altre risoluzioni su cui il Governo ha dato parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mauro Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, Presidente Renzi, evitando anche lo sguardo dei nostri ragazzi che sono qui in Aula, sarebbe bene e opportuno ogni tanto rivedere anche la storia particolare della Prima guerra mondiale. Ebbene, c’è una parte di popolazione che è stata profuga. Anche da noi, in Trentino, su una popolazione di circa 393 mila abitanti di allora oltre 170 mila sono stati profughi.
  L'Italia aveva dichiarato guerra all'Austria-Ungheria, il Trentino era Austria-Ungheria, e le popolazioni hanno dovuto abbandonare, dalla mattina alla sera, le proprie abitazioni allo scoppio della guerra. C'era anche da ricordare il deputato Alcide De Gasperi, l'austriaco, deputato Alcide De Gasperi, che proprio in quel periodo si adoperava per verificare la vita e il momento particolare di questi nostri cittadini che erano profughi. Ecco anche in una piccola popolazione di montagna, quella che della Val di Ledro, dove 3.500 persone, allora, sono diventate profughi dalla sera alla mattina, anche a distanza di cento anni, ancora oggi ci sono delle testimonianze molto importanti. Anche noi avevamo donne, uomini e bambini che con i carri, con gli animali, hanno dovuto abbandonare e hanno trovato ostilità a volte, ma anche tanta umanità e comprensione. Le testimonianze di grande umanità che ancora oggi ci sono negli allora territori della Boemia e della Moravia dimostrano che, comunque, l'essere profugo non significa essere un terrorista.

  PRESIDENTE. Constato l'assenza del deputato Francesco Saverio Romano, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto. Quindi, andiamo avanti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldassarre. Ne ha facoltà.

  MARCO BALDASSARRE. Grazie, Presidente. Se l'Italia risulta ancora tra i Pag. 32Paesi che presentano squilibri eccessivi lo dobbiamo anche alla mancanza di investimenti forti in ricerca, istruzione, università e formazione. Formiamo i nostri giovani per cacciarli dall'Italia, per farli emigrare verso quei Paesi che non fanno scappare laureati, ingegneri, ricercatori, perché non trovano una nazione che crede nel loro potenziale. Per il semestre europeo dobbiamo tornare a parlare di crescita attraverso delle buone politiche che riguardano il lavoro. Siamo la pecora nera dell'Europa anche per quel che riguarda i livelli di disoccupazione, ancora troppo alti. Servono delle riforme per gli italiani; gli italiani si aspettano delle riforme, ma non quelle costituzionali, non fatte in questo modo. Tra le riforme che servono sicuramente, ne serve una, quella delle pensioni che permetta finalmente il ricambio generazionale sui luoghi di lavoro. Una riforma che non può essere un'altra delega al Governo, ma la sintesi di un lavoro soprattutto parlamentare. Una riforma che non può essere rimandata ancora e ancora, una riforma che deve essere fatta subito, e che abbatta finalmente quel dato della disoccupazione giovanile, fermo al 40 per cento, che non dovrebbe esistere in un Paese civile. Avete tappezzato stazioni e città con cartelloni che riportano il dato sull'occupazione, più 764 mila posti di lavoro grazie al Jobs act. A parte il fatto che il Jobs act continua ad essere un insieme di politiche confusionarie e se qualche datore di lavoro sta assumendo qualche dipendente in più lo dobbiamo soprattutto allo sgravio contributivo presente nella legge di stabilità del 2015. Ci credevate talmente tanto che nel 2016 avete portato lo sgravio da 8.060 euro a 3.250 e invece di tre anni sono diventati due. Se questa misura sta funzionando, allora dobbiamo ricominciare a parlare di nuovo di taglio del cuneo fiscale, ma che diventi una misura strutturale, per aumentare seriamente l'occupazione, riproducendo e recuperando gettito fiscale. Il taglio del cuneo fiscale deve essere una misura strutturale fissa, prima che lo sgravio contributivo per soli tre anni si trasformi in una enorme bomba ad orologeria. Noi continuiamo a chiederci cosa accadrà allo scadere dei tre anni. Per continuare a parlare di crescita, dobbiamo puntare anche su una sburocratizzazione seria, che non allontani gli investimenti, sulla questione dell'Agenda digitale; dobbiamo puntare sulla ricerca, perché senza ricerca non c’è sviluppo, non c’è crescita e non c’è futuro !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Il Consiglio europeo del 17 e 18 verte, come ordine del giorno, sul problema dei flussi migratori, che, è inutile nascondersi, è un fenomeno gigantesco, colossale. L'Europa ha sempre sottovalutato il problema dei flussi immigratori, dell'immigrazione. Lo ha sempre sottovalutato e oggi noi siamo davanti ad una sfida pressoché impossibile, colossale, dove l'Europa non solo è tragicamente impreparata, ma soprattutto è divisa.
  Noi riteniamo che questo problema, da sempre, debba essere affrontato in un contesto non sporadico e di emergenza. In questo senso, io sono estremamente preoccupato anche per le notizie di stampa, o peggio ancora per quelle notizie date e poi smentite dal presidente della regione Puglia, circa l'arrivo in massa in Puglia di immigrati. Noi riteniamo che l'accoglienza debba essere – sì – un valore, l'immigrazione debba essere – sì – un problema affrontato a livello europeo, ma in un contesto di grande ordine, di grande possibilità di gestione di Governo. Oggi, signora Presidente, l'Europa è unità solo dai guai. Noi abbiamo più volte ribadito la necessità della crescita. Certamente sono importanti, sono quasi decisive, tutte le decisioni che sono state prese (non quelle ultime) dalla BCE. È importante anche la flessibilità che quest'anno si è ottenuta sui problemi che riguardano le riforme, l'immigrazione e gli investimenti. Però sono tutte misure non sufficienti.
  Signora Presidente, il nostro Paese, qui rappresentato dalla sottosegretario Gozi, Pag. 33dovrebbe far presente pure a livello europeo che tra il 2008 e il 2014, rispetto alle risorse che il nostro Paese ha immesso nel bilancio dell'Europa, abbiamo avuto un trend negativo di 39 miliardi, stando ai dati dalla Corte dei conti in termini di riassegnazione nel contesto europeo. Questo è un problema serio. Così come sono un problema serio – a lei non sfuggirà – le tante misure che sono state approvate, soprattutto ultimamente, e che grande difficoltà hanno creato al sistema agricolo, ai prodotti agricoli del nostro Paese, in particolare il problema dell'olio. Noi ci siamo un Paese fondatore, quindi abbiamo necessità di avere anche grande rispetto all'interno dell'Europa. Io immagino che, come al solito, il clima che si dovrebbe innestare in Europa sia quello della fondazione, il clima di un'Europa che investe soprattutto e costruisce sulla solidarietà e sull'integrazione. Questa è l'unica strada percorribile, tornare ai fondamentali e non tornare invece alle divisioni continue. Il Presidente del Consiglio, signora Presidente, anche oggi, ci ha informato dei continui vertici, ma c’è anche un problema di leadership probabilmente, non è solo un problema che all'interno degli Stati membri non si riesce a trovare una sintesi. Ci sono pure tutti i leader che, a differenza dei leader fondatori, dei leader che hanno costruito l'Europa, probabilmente pensano solo a litigare e non riescono a trovare il bandolo della matassa. Per questo motivo certamente voteremo favorevolmente sulla nostra mozione anche se riformulata. Chiederemo il voto separato sulle premesse su cui il Governo ha espresso parere contrario, ma la parte del dispositivo riformulata sicuramente noi la accoglieremo. Preannuncio inoltre, proprio in termini di spirito di fiducia, per riuscire a determinare all'interno dell'Europa una situazione che realizzi il sogno vero della costruzione Europa, di far star meglio i cittadini europei e non peggio come adesso (questa dovrebbe essere la linea), che noi riteniamo anche di astenerci sulla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti)

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto di istruzione superiore Einaudi-Giordano di San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Benvenuti alla Camera dei deputati.
  Constato l'assenza del deputato Cirielli, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto. Dunque, andiamo avanti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santerini. Ne ha facoltà.

  MILENA SANTERINI. Grazie, signora Presidente. Il Governo italiano si è impegnato in Europa, secondo una strategia che noi condividiamo, ed è questa: salvare Schengen, modificare Dublino. Mi pare che questa formula, efficace, corrisponda a un'idea di Europa che l'Italia sta portando avanti, ed è una idea d'Europa che ha un modello politico: non la vecchia Europa, ma una nuova Europa, che non si contrappone agli altri, ma li integra nella sua migliore tradizione; per realizzarlo, però, ci vuole una visione che noi stiamo contribuendo a difendere.
  È significativo che, su questa idea alta di Europa, l'Italia si ritrovi accanto ad Angela Merkel, perché abbiamo una vocazione europea, perché la Germania non vuole più muri e non vuole più odio, perché la lezione della storia – sia quella della Seconda guerra mondiale, sia quella del muro interno di Berlino – è stata appresa dalla Germania. E anche noi abbiamo avuto muri interni, decenni di provvedimenti restrittivi contro gli immigrati, che non hanno funzionato: penso, ad esempio, al reato di clandestinità, di cui torniamo a chiedere l'abolizione, non solo noi ma anche tutta la magistratura.
  Ci sono due nemici dell'Europa in questo momento davanti a cui l'Italia sta agendo: uno è il gruppo dei Paesi dell'Est, in un certo senso democrazie fragili, uscite non da molto dal blocco sovietico, che blocca gli ingressi e vuole selezionare i profughi in base alla religione o scegliendo i più simili a noi, dimenticando che l'Europa è già multiculturale. Gli stessi Paesi Pag. 34dell'Est sono frutto di una sintesi tra minoranze storiche tradizionali e immigrazione, che già esistono musulmani europei, e che un progetto di convivenza è sempre una scelta, come lo è stata la storia dell'integrazione europea dal dopoguerra ad oggi. L'altro nemico sono i partiti populisti, che, nei Paesi occidentali del benessere, si difendono dagli immigrati con la politica dalla paura, movimenti che abbiamo anche noi, antistorici, ignoranti della realtà, protesi solo a coltivare angoscia per lucro elettorale, incapaci poi di gestire soluzioni.
  Salvare Schengen: la Fondazione Bertelsmann tedesca ha calcolato quasi 500 miliardi di danni all'Europa fino al 2025, se le frontiere si rifiuteranno per le persone e per le merci. Ma anche cambiare Dublino: una nostra mozione, già due anni fa, e poi al Consiglio d'Europa, del collega Nicoletti, aveva messo in luce che Dublino non funziona davanti all'emergenza Siria e Medioriente. Infatti, ad oggi esiste – lo sappiamo – il diritto di chiedere asilo con una protezione sussidiaria, nel primo punto di approdo, e questo rende imprevedibile il numero di quanti arriveranno, alimenta la fuga dei disperati, mette a rischio la vita di decine di migliaia di persone con viaggi pericolosi, in cui si muore, e, dall'altro, crea panico in Europa per l'arrivo di numeri così ingenti. I Paesi di confine non reggono questo urto e favoriscono la spinta verso altri Paesi più interni. Anche l'accordo con la Turchia di questi giorni, con lo scambio tra siriani rientrati e siriani reinsediati, sembra confuso e non del tutto legittimo.
  E mentre investiamo 3 miliardi in Turchia in un anno, sembra decisamente sproporzionato investire soltanto 2 miliardi in ben 23 Paesi africani. Anche il flusso da sud è da considerare. Una risposta più efficace ed equa è realistica, è possibile, concedendo il visto a un numero predefinito di profughi, magari prelevati da Paesi come Turchia, Libano e Giordania, da ridistribuire poi nei Paesi membri in base a criteri oggettivi. Finora, il solo passo in questa direzione è stata la ricollocazione, in deroga al Regolamento di Dublino, di 160 mila richiedenti asilo, da Italia, Grecia e da altri Stati. Purtroppo, lo sappiamo, trascorsi sei mesi dall'entrata in vigore di queste decisioni, sono solo 885, ma l'obiettivo dei ricollocamenti è di arrivare al ritmo di 6 mila al mese, è l'obiettivo fissato dal Commissario europeo Avramopoulos, e qui, davvero, come ha detto il Presidente del Consiglio, l'Italia deve chiedere all'Unione europea di mantenere gli impegni.
  Questa politica più umana, più efficace per tutti, è possibile: consiste non solo nella ridistribuzione, ma della creazione di un modello di asilo europeo, e noi italiani abbiamo almeno due operazioni di cui essere fieri: la prima è stata Mare Nostrum, che ha salvato centinaia di migliaia di vite; la seconda sono i corridoi umanitari, un modello che nasce dall'articolo 25 del Regolamento dei visti europei del 2009, che offre la via giuridica per portare via da guerra e disperazione le persone, senza farle morire in mano a trafficanti, concede un visto a validità territoriale limitata, cioè eccezionale, che è in deroga per motivi umanitari, e avevamo già un precedente di questo tipo in Kosovo. L'articolo 25 è stato utilizzato per i corridoi umanitari: un progetto italiano che è stato promosso con una sponsorizzazione della Federazione delle chiese evangeliche, della Tavola valdese e della Comunità di Sant'Egidio, e che ha fatto arrivare già i primi cento siriani e ne farà arrivare altri mille, in collaborazione con il Ministero degli affari esteri, unico esempio in Europa che unisce, appunto, un intervento unitario di società civile e di istituzioni pubbliche, un impegno apprezzato e citato anche da Papa Francesco, un visto umanitario per persone vulnerabili come minori non accompagnati, donne sole, disabili.
  E poi abbiamo tanti altri modelli virtuosi: penso all'accoglienza diffusa in molte città italiane, che dimostra che, dove c’è un'ampia collaborazione, è possibile gestire l'immigrazione, e non saranno certo provvedimenti, come quello della regione Lombardia contro le moschee, che aiuteranno il faticoso compito della convivenza. E poi si conclude sempre – e non Pag. 35è retorica – con la necessità di un rilancio della cooperazione: non basta dichiararlo. È stato sufficiente un provvedimento a favore dell'olio della Tunisia per rimettere in discussione anche il mantra – che qualcuno sempre ha detto – «dobbiamo aiutarli a casa loro»: quando questo viene veramente fatto, scatta la difesa di interessi nazionali, che sono certamente fondamentali e sono un nostro prioritario interesse, ma in un mondo globale e interdipendente, l'interesse italiano è sempre dipendente anche dalla crescita dei Paesi meno sviluppati, soprattutto se vicini, e per l'Italia il Mediterraneo è, come sappiamo, cruciale.
  Per questo, apprezziamo la prudenza del Governo sulla situazione libica, in cui ci vuole forza, ma anche pazienza, senza avventurismo. Per questo, abbiamo apprezzato e dichiariamo il nostro voto favorevole per l'intervento e per la dignità, uniti anche a una certa dose di coraggio, con cui l'Italia sta credendo a un'appartenenza forte e comune a un'Europa libera e senza paura (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico e di deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stefano Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Capiamo l'imbarazzo del Presidente Renzi, di questo suo non discorso, nel quale, oltre a non avere detto nulla di concreto, è stato implicitamente costretto ad affermare il fallimento delle politiche sue e del suo Governo in campo di immigrazione ed economia, e parimenti anche di quelle di questa Europa, che hanno sempre visto il suo appoggio e la sua condivisione. La realtà, però, al di là di quello che ci ha detto il Presidente Renzi, è molto diversa e problematica: basta leggere, appunto, gli atti del Consiglio europeo, che si terrà nei prossimi giorni. Sul fenomeno dell'immigrazione si legge che ci sono all'ordine del giorno ulteriori misure per affrontare la crisi migratoria dei rifugiati, esaminare l'attuazione delle decisioni già assunte, discutere dell'esigenza di costruire un consenso europeo sulla migrazione. Questo sta chiaramente a significare che il problema c’è, esiste ancora, non è stato risolto e, di fatto, poi, non sono ancora state prese delle decisioni efficaci, volte appunto alla risoluzione di questi gravi problemi.
  Purtroppo, però, mentre si continuano a fare riunioni e si continua solo a parlare, nei fatti vi è l'intensificarsi, per il mancato presidio dei confini comunitari, di flussi migratori irregolari verso l'Europa e il nostro Paese, sia nel Mediterraneo ma anche attraverso le rotte terrestri. In base ai dati forniti dalla Commissione nazionale per il diritto di asilo, se nel 2014 al 10 per cento dei richiedenti asilo veniva riconosciuto lo status di rifugiato, tale percentuale è addirittura scesa, nel gennaio del 2016, al 3 per cento. Riguardo ai dati dell'Ufficio statistico europeo, l'Italia, tra i Paesi maggiormente coinvolti nel problema immigrazione, è quello che rimpatria meno immigrati clandestini. Nel 2015, in Italia, le espulsioni sono state circa 26 mila, ma gli effettivi rimpatri sono stati solo 11 mila, a fronte ad esempio degli 86 mila della Francia e dei 65 mila della Gran Bretagna.
  Ricordo anche al Presidente Renzi, che non è qui presente, che quando Maroni era Ministro dell'interno gli sbarchi diminuirono del 95 per cento ed i rimpatri venivano fatti, a differenza di quanto accade oggi, come purtroppo è sotto gli occhi di tutti a causa soprattutto dell'inerzia sua e del suo Governo. Come se non bastasse, poi, questo fenomeno migratorio è aggravato anche da un'altra problematica ulteriore che è quella relativa alla Turchia. La rotta terrestre dei Paesi mediorientali, da cui l'Italia registra un elevato numero di ingressi, è notoriamente da anni alimentata dalla Turchia la quale, sebbene secondo la Corte europea dei diritti umani e la Commissione UE presenti gravi carenze e violazioni in materia di tutela dei diritti umani, è stata tuttavia destinataria recentemente di ingenti risorse comunitarie con richieste via via sempre maggiori per l'accoglienza Pag. 36ed è stata, altresì, oggetto di attenzione e interesse da parte della Comunità europea per un suo ingresso nell'Unione. A dispetto degli impegni finanziari in loro favore, le autorità turche non sembrano in alcun modo aver migliorato il controllo delle proprie frontiere esterne, circostanza che rende dubbia l'efficacia del tentativo di fermare i flussi di migranti in uscita dalla Turchia corrispondendo al Governo di Ankara cifre di denaro. La Turchia è altresì sospettata di aver tollerato il transito in entrambi i sensi di uomini e donne che sono andati ad arruolarsi nel sedicente «stato islamico» ed è inoltre alle prese con un gravissimo terrorismo interno di incerta matrice politica che dovrebbe indurre alla prudenza anziché all'accoglimento della richiesta turca di liberalizzazione dei visti di ingresso in Europa.
  Quindi, a fronte di questa gravissima situazione, noi vorremmo che si stabilisse un efficace blocco navale al limite delle acque territoriali con il compito di effettuare il respingimento dei barconi dei migranti verso le loro coste. Vorremmo che si applicasse la direttiva sui rimpatri e che si applicassero gli accordi di riammissione stipulati anche a livello comunitario, nonché ottenere adeguate risorse finanziarie onde procedere ai respingimenti e ai rimpatri. Vorremmo che si negassero parallelamente ulteriori fondi alla Turchia fintantoché non si avranno prove tangibili di un suo impegno concreto a ridurre il deflusso dei migranti dal proprio territorio nazionale verso la Grecia. E vorremmo che non si inserisse nel pacchetto di incentivi, con il quale si ipotizza di coinvolgere lo Stato turco nel controllo dei flussi migratori, la predisposizione di una corsia privilegiata per la trattazione della sua accessione all'Unione europea o della liberalizzazione dei visti.
  In sostanza, quindi, fino ad oggi l'Europa non ha saputo dare delle risposte a questo gravissimo problema e questo Governo è stato complice di un'invasione di massa che sembra non avere fine. Ma come se non bastasse, oltre al problema dei flussi migratori, vi è anche un problema notevole che riguarda appunto l'economia del nostro Paese e dell'intera Unione europea, ma soprattutto l'economia del nostro Paese, in quanto vi sono, secondo stime ISTAT di questi giorni, oltre 1.470.000 famiglie, pari a 4.100.000 persone, che vivono sotto la soglia di povertà. La cassa integrazione a febbraio ha registrato 60 milioni di ore, con un aumento del 5,7 per cento sullo stesso mese dell'anno passato e dell'1,9 per cento su base annua. Sono di pochi giorni fa i dati anche sul debito pubblico che hanno visto un incremento di ulteriori 21 miliardi di euro a gennaio e abbiamo visto raggiungere la quota di 2.191 miliardi di euro di debito pubblico in totale. Quindi, tutta una serie di dati che sono assolutamente negativi e che, se si vanno a sommare ad un timido più 0,6 per cento di crescita di PIL, evidentemente di molto sotto le attese, che si è registrato nel 2015, danno bene un quadro di una situazione economica difficile, precaria, al di là di quello che è venuto qui a raccontarci oggi il Presidente del Consiglio. In particolare, poi, vi sono anche dei giudizi che arrivano dall'Europa e che sono molto chiari e molto gravi dal nostro punto di vista. Infatti, il giudizio del rapporto di Bruxelles sull'economia italiana è che l'Italia resta un Paese sotto osservazione, innanzitutto per la mole del debito e la scarsa competitività. Le rilevazioni che arrivano dall'Europa mostrano che la modesta crescita e la debolezza strutturale italiane potrebbero avere rilevanti conseguenze sulle altre economie e impattare in modo avverso sulla ripresa europea e sul potenziale di sviluppo.
  In altri termini, il rapporto che ci arriva dall'Europa disegna l'Italia come un Paese dalla ripresa lenta, che non è riuscito ancora a mettersi in sicurezza. Una prova di ciò è, infatti, data dall'aumento occupazionale registrato nell'ultimo anno a seguito della riforma del mercato del lavoro, il cosiddetto Jobs Act, che, come evidenziato da una recentissima analisi del centro studi dati dell'INPS, prevede che appunto il 61 per cento del totale dei contratti di lavoro a tempo indeterminato attivati nel 2015 sia assistito dall'esonero Pag. 37contributivo, quindi chiaramente da interventi transitori ed estemporanei. Fra tre anni, dunque, terminati gli incentivi, in mancanza di misure strutturali e organiche di riduzione del costo del lavoro che possano agire in maniera incisiva sul cuneo fiscale, la flessibilità in uscita introdotta da questa maggioranza rischia di provocare un ulteriore aumento della disoccupazione.
  Il rapporto di Bruxelles, inoltre, ha anche rilevato che fare business in Italia è significativamente più difficile rispetto alle altre principali economie europee. L'alta tassazione a cui le imprese sono sottoposte, che appare del tutto sproporzionata rispetto alla maggior parte degli altri Paesi della zona euro, rappresenta, dunque, una delle principali minacce della competitività del sistema industriale italiano.
  La situazione economica italiana è ancora caratterizzata da un'alta instabilità finanziaria delle aziende. Tra i principali aspetti che influenzano negativamente il potenziale di crescita e di competitività delle imprese italiane vi sono la scarsa innovazione, l'insufficienza del credito bancario e la scarsa capacità di internazionalizzazione. Occorre, dunque, operare affinché si creino le condizioni per favorire un processo di innovazione e di sviluppo dell'apparato industriale del Paese, con particolare riferimento al settore manifatturiero dove sono concentrate un gran numero di imprese che rappresentano l'eccellenza delle produzioni italiane.
  La svolta nella politica economica dell'Unione europea a favore della crescita e dell'occupazione tanto annunciata sarebbe dovuta arrivare con l'attuazione del piano di investimenti per l'Europa, il cosiddetto Piano Juncker, che nell'arco di tre anni avrebbe dovuto mobilitare ben 315 miliardi di euro da investire in diversi settori, pubblici e privati, concentrandosi in particolare sulle piccole e medie imprese. La portata innovativa di questo piano, da cui l'Europa avrebbe tratto l'opportunità di uscire dalla crisi economica, dopo essere stata per mesi al centro del dibattito politico è attualmente scomparsa dall'agenda comunitaria, allontanando la possibilità così di un'effettiva ripresa economica.
  Dal nostro punto di vista occorre, quindi, migliorare l'occupabilità, la competitività delle imprese italiane e la produttività dell'economia italiana attraverso una riduzione del costo del lavoro per standardizzarlo sulla media europea.
  Secondo noi, serve adottare delle misure di sburocratizzazione degli oneri amministrativi correlati all'attività imprenditoriale al fine di rendere le imprese italiane maggiormente competitive a livello europeo.
  Devono esserci, poi, delle politiche a livello europeo a sostegno dell'innovazione che si traducano in un approccio concreto e sistemico a favore dell'industria italiana ed in particolare del manifatturiero, che puntino, da un lato, a sostenere le eccellenze italiane, autentiche espressioni del made in Italy, e, dall'altro, a favorire il ricambio generazionale all'interno delle aziende, a sostegno della crescita e dell'occupazione.
  Vorremmo che si promuovesse a livello europeo un clima più favorevole alle piccole e medie imprese, che consenta di sfruttare al meglio il potenziale che le stesse sono in grado di esprimere, adottando in loro favore specifiche iniziative per un più ampio ed agevole accesso ai finanziamenti europei.
  Concludo, Presidente, dicendo che questo Governo è in carica da oltre due anni e ha passato anche la Presidenza del semestre europeo. Purtroppo, tutti i problemi che sono oggi all'ordine del giorno c'erano anche due anni fa, non sono stati risolti e sono ben lungi, dal nostro punto di vista, con questo modo di affrontarli, dall'essere risolti. Quindi, esprimiamo tutta la nostra disapprovazione verso la politica che questo Governo ha attuato finora (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

Pag. 38

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Nell'aperta e trasparente relazione svolta stamane dal Presidente del Consiglio ho colto alcuni elementi inconsueti sui quali vorrei intervenire, cominciando da un accenno, sul quale quest'Aula davvero dovrebbe riflettere più spesso, sull'incapacità dimostrata dall'Europa negli ultimi tempi, non solo di trovare soluzioni condivise, ma addirittura di dare attuazione alle risoluzioni approvate.
  Partiamo da questo esempio: il fatto che alcuni Paesi abbiano rinnegato i principi del Trattato di Schengen non può essere soltanto frutto di una contingenza, anche grave, quale una politica migratoria che mette in difficoltà questi Paesi di confine. Il fatto che, per affrontare un'emergenza, si rimette in discussione Schengen è ben più pericoloso, perché Schengen è il fondamento dell'Europa. Senza Schengen l'Unione europea non avrebbe più ragione di esistere. Questo episodio molto preoccupante va al di là delle nostre contingenze politiche e pone l'accento su quello che è il problema principale dell'Unione europea in questi tempi.
  Le discussioni sulle politiche europee portano inevitabilmente a visioni diverse e, quindi, a coltivare anche dei dissensi. Negli ultimi tempi, ogni dissenso sulle politiche si è trasformato in un dissenso verso l'idea stessa di Europa, in scelte e richieste dai Paesi, dalle maggioranze dei Paesi, da minoranze agguerrite all'interno di questi Paesi, volte a proporre l'uscita dall'Europa, quasi che entrare e uscire dall'Europa fosse come passare attraverso una porta girevole, come se fosse un meccanismo che può essere continuamente ribaltato. Non è così. L'idea dell'Europa è un'idea irreversibile: o c’è o non c’è, o ne facciamo parte o non ne facciamo parte.
  È con qualche preoccupazione che noi, quando parliamo dell'Europa, rivolgiamo lo sguardo ai profeti dell'Europa e a coloro che l'hanno realizzata. Non è che oggi abbondino gli Altiero Spinelli e meno che mai i De Gasperi, gli Schuman e gli Adenauer, insomma. Il panorama politico europeo non è caratterizzato da uomini di questa statura e il comportamento dei popoli non è così volto all'ideale, come invece poteva accadere dopo una prova tragica, qual è stata la Seconda guerra mondiale. Dopo settant'anni di relativo progresso, anche gli ideali si sono affievoliti.
  Allora, oggi, prima di discutere di politiche, noi dobbiamo ritrovare le ragioni della convivenza europea, convinti che le politiche non sono e non devono essere immutabili. Anzi, una problematica delle politiche europee è proprio la loro viscosità. Ogni cambiamento è lentissimo e questo, in settori dinamici, come la politica economica o come la politica verso l'immigrazione, non può essere accettato. Questo diventa un elemento stesso di criticità. È molto più grave avere una politica che non si realizza o che resta immutabile per troppo tempo, che non commettere qualche errore di valutazione.
  Noi stiamo scontando questa prassi che sta portando l'Europa verso un'uscita dalla famosa porta che non può essere girevole.
  Allora, interroghiamoci nuovamente sulle nostre ragioni per essere in Europa. È ovvio che, quando non si condividono le politiche, sia indispensabile anche un momento di rivendicazione. È ovvio che occorra proporne il cambiamento e questo il nostro Governo l'ha fatto, qualche volta anche alzando la voce, più di quanto a noi di Scelta Civica, europeisti convinti, magari non sia piaciuto.
  Ma, ripeto, al di là della necessità di proporre delle modifiche, noi dobbiamo comunque renderci conto di alcuni problemi che riguardano l'Europa e, soprattutto, dei due problemi che sono in discussione nel prossimo Consiglio. Il primo è quello dell'immigrazione. Io non credo che il problema dell'immigrazione possa essere affrontato soltanto con degli slogan. È una situazione talmente drammatica che richiede concretezza, responsabilità, ma anche capacità di cambiamento. Non esiste una politica dell'immigrazione che valga per tutti i tempi e per tutte le epoche. I richiami, più o meno sentimentali, alla situazione dei nostri nonni – «sono nipote di un emigrante negli Stati Pag. 39Uniti d'America e, quindi, posso parlare con cognizione di causa» – non sono strettamente coerenti con le dimensioni del fenomeno che l'Europa è chiamata ad affrontare.
  In quel caso si trattava di una immigrazione cospicua nei numeri, ma programmata e gestita con attenzione e con rigore, a volte eccessivo, e quelle politiche di rigore magari ci feriscono nel nostro sentimento nazionale. Ma era, comunque, un'immigrazione programmata e gestita dal Paese che ospitava questi nuovi venuti, con una precisa volontà di integrazione.
  Noi abbiamo una dimensione del fenomeno che non favorisce una precisa volontà di integrazione e, quindi, si richiede, a maggior ragione, la disponibilità a discutere una politica comune e ad accettarla da parte di tutti i partner. Lo spettacolo vissuto nel 2015 e all'inizio del 2016, quando ogni Paese europeo ha fatto una sua politica sull'immigrazione, è uno spettacolo che dobbiamo assolutamente superare, di fronte al quale noi riteniamo che l'Italia debba porsi come propositrice di politiche sostenibili, ma anche come propositrice del rilancio dell'idea dell'Unione europea.
  Un breve cenno alle questioni di politica economica. Lo ha detto bene stamattina il Presidente, ha detto una cosa che noi diciamo troppo di rado e sulla quale bisognerebbe riflettere: non esiste una politica economica che possa garantire uno sviluppo; non esiste una politica economica che serva a ridare competitività a chi la competitività l'ha persa; nessuna politica monetaria è sufficiente a fare una buona politica economica. In questo momento l'Europa esprime una politica monetaria che tutti noi condividiamo e non possiamo non esprimere al Presidente della BCE Draghi anche l'ammirazione per il coraggio con il quale porta avanti una posizione spesso solitaria e la porta avanti con fermezza e con decisione davvero inconsuete. Ma non basta questa politica monetaria a ridare competitività a chi la competitività l'ha persa. Nessuna fallimentare politica economica ha messo in discussione i settori in cui il nostro Paese è un'eccellenza. L'industria del lusso, l'eccellenza gastronomica, la moda sono settori nei quali le esportazioni italiane crescono a dispetto di qualsiasi politica monetaria. È sul resto del Paese che manca la competitività e la competitività non la ritroveremo stampando cartamoneta, ma la ritroveremo soltanto se sapremo interrogarci sulle cause di questa nostra debolezza.
  Le cause della nostra debolezza sono molto simili a quelle degli altri Paesi europei, tutti comunque stanno attraversando un momento di crisi. Nel fare una rilevante iniezione di ammodernamento complessivo dell'Europa e del Paese bisogna ripartire da molto lontano. Bisogna ripartire dall'affermazione primaria degli ideali di Europa, affermazione che noi sosteniamo con grande rigore e con grande fermezza. Ed è in questo spirito che noi riteniamo che la risoluzione di maggioranza, che discute delle politiche, che propone delle correzioni alle politiche sino ad oggi attuate, ma in una visione di mantenimento dell'ideale di fondo, in questo momento rappresenti il massimo che sia oggi sostenibile e per questo la voteremo con convinzione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, ci troviamo a una svolta fondamentale della politica europea ed entriamo in un tempo di grande politica, quel tempo nel quale bisogna avere il coraggio di grandi decisioni. Notiamo con piacere che il Presidente del Consiglio ha mostrato senso della responsabilità straordinaria che in questo momento grava sulle sue, ma anche sulle nostre spalle, sulle spalle di tutti i politici responsabili.
  Cominciamo dalla questione dell'immigrazione. La questione dell'immigrazione è una questione identitaria. Un grande poeta, T. S. Eliot, nei cori de «La Rocca», ci mostra la figura dello straniero: lo Pag. 40straniero è quello che sa porre domande, che pone quelle domande che noi abbiamo preferito evitare. Lo straniero che arriva oggi pone una domanda sulla identità dell'Europa.
  La questione dell'immigrazione è questione identitaria e difficilmente troveremo delle risposte se non sapremo affrontarla a partire da una chiara definizione di che cosa è la nostra identità. Certo, esiste una serie di misure concrete da prendere rapidamente. La prima è il controllo comune delle frontiere: abbiamo una comune frontiera europea, abbiamo bisogno di controllarla con lo sforzo e con le risorse di tutti. Non è possibile che qualche Paese, per esempio la Germania, che non ha frontiere esterne rispetto all'Unione sia esentato dal fare i conti con il problema della catastrofe umanitaria che invece investe la gran parte dei Paesi che hanno le frontiere esterne dell'Unione. Abbiamo bisogno di un controllo comune, di una guardia costiera comune, di una guardia di frontiera comune. Abbiamo bisogno di custodire insieme la comune frontiera europea e abbiamo bisogno di un diritto di asilo comune, di definire con generosità e con rigore chi è un perseguitato che ha diritto di entrare in Europa e chi è un immigrante economico, il quale sarà accolto se avremo le possibilità di accoglierlo, se il mercato del lavoro ci permetterà di accoglierlo, ma che non ha un diritto a entrare in Europa. Bisogna definirlo con rigore perché il popolo europeo è abbastanza generoso da accogliere i disperati ma nessuno accoglie volentieri quelli che entrano nella sua casa dalla finestra: chi entra deve entrare dalla porta, deve bussare, dobbiamo sapere chi è e dirgli che può entrare. Recuperare questo controllo è una condizione fondamentale per superare quella situazione di angoscia alla quale si alimentano tutti i movimenti populisti europei. Non è che essi segnalino un indurimento del cuore degli europei ma segnalano una paura e a questa paura si risponde, mostrando che abbiamo il controllo delle nostre frontiere, che chi entra sappiamo chi è, con procedure di identificazione comune – bene gli hotspot – tuttavia, se abbiamo procedure di identificazione comune, dobbiamo avere anche procedure di redistribuzione. Queste due procedure sono state approvate insieme: non è possibile che adesso i nostri hotspot funzionino ma le politiche di redistribuzione invece ancora non funzionano perché evidentemente i Paesi che sono immediatamente investiti dalle ondate migratorie, se non hanno certezza di politiche di redistribuzione, hanno il diritto di essere lassisti sull'identificazione in modo che chi entra possa andare oltre le loro frontiere e ridistribuirsi in modo scriteriato ma comunque che produce un effetto di sollievo per il Paese di primo arrivo all'interno di tutto il territorio europeo. Quindi, le procedure di identificazione comune sono una cosa sola con le procedure di redistribuzione. Inoltre dobbiamo avere procedure di espulsione comuni, superando alcune legittime resistenze, specialmente in Italia, le quali hanno portato a comportamenti lassisti come se chiunque avesse diritto di entrare e come se fosse una violazione dei diritti umani rimandare indietro, magari prolungando indefinitamente gli appelli e le procedure che consentono poi di andare in clandestinità. Su questo abbiamo ancora da fare anche sul terreno nazionale italiano per migliorare le nostre procedure perché in Europa questo ci rimproverano e questo ci chiedono.
  Attenti alla Turchia: io ho grande ammirazione per lo straordinario sforzo umanitario del Governo turco. Il Governo turco non rispetta la libertà di stampa ? È probabile. Il Governo turco non rispetta i diritti umani al proprio interno specialmente quelli delle minoranze ? È sicuro. Però un uomo può fare cose cattive e anche fare cose buone e così uno Stato: quello che stanno facendo, sostenendo 3 milioni di profughi dentro le loro frontiere, è ammirevole e merita il nostro sostegno anche economico per incoraggiarli a trattenere sul loro territorio questi 3 milioni di profughi perché, altrimenti, essi potrebbero facilmente arrivare alle nostre frontiere, ponendo a noi enormi problemi, più gravi di quelli che devono Pag. 41affrontare i turchi. È più facile tenerli in Turchia, legando questa permanenza in Turchia ad un'azione politica forte per ripristinare in Siria le condizioni per tornare a casa. Questa gente non vuole venire da noi: i profughi veri in grande maggioranza non vogliono venire da noi ma vorrebbero tornare a casa ma non hanno più una casa a cui tornare o, se tornano a casa, rischiano la vita e allora abbia bisogno di una politica estera comune per la pace.
  La disunione dell'Europa, la sua incapacità di parlare in modo serio con la Russia, la sua incapacità di trovare un accordo vero con gli Stati Uniti, di mettere attorno a un tavolo le potenze regionali (Egitto, Iran, Arabia Saudita) è la debolezza dell'Europa. La debolezza della politica estera dell'Europa è la causa prima anche delle ondate migratorie. Quindi esprimiamo ammirazione per la Turchia, volontà di cooperare, ma attenti: questo non vuol dire che noi possiamo fare degli sconti sulle procedure di ingresso della Turchia all'interno dell'Unione europea. Ci sono problemi gravi, ci sono problemi delicati, ci sono problemi di rispetto dei diritti umani, ci sono i problemi dei quattro criteri di Copenaghen, ci sono problemi di accettazione da parte delle nostre popolazioni di una cosa che ha un impatto identitario e allora diamo ad essa sostegno e appoggio ma rifiutiamo di fare delle scelte che potrebbero risultare sbagliate come contropartita verso la Turchia in questo momento difficile. In conclusione sulla immigrazione abbiamo bisogno di riaffermare una identità culturale comune dell'Europa e in questa circostanza noi vediamo quanto è stato sbagliato non fare la Costituzione europea e non scrivere nella Costituzione europea le radici ebraico-cristiane della cultura europea. Infatti, se avessimo certezza di identità, saremmo molto più capaci di accoglienza, avremmo la capacità di rassicurare i nostri popoli sulla loro identità, sui criteri fondamentali a cui anche chi viene da fuori deve uniformarsi non perché accetti una religione ma perché accetta una cultura e una civilizzazione della quale chiede di entrare a far parte nel rispetto della sua identità originaria ma affermando una volontà di dialogo con quella storia e con quei valori che sono costitutivi della nostra identità.
  Una parola sui temi dell'economia: sento molte voci contro l'austerità. Amici, l'austerità certo è l'inizio di un percorso, non è la fine di un percorso ma chi non capisce le ragioni dell'austerità non troverà neanche il cammino che porta oltre l'austerità e le ragioni dell'austerità sono molto banalmente una finanza pubblica che era uscita di controllo e il cui controllo ancora adesso non è facilissimo ma è difficile. Il nostro problema non è l'Europa, è il debito pubblico. Immaginate che noi non osservassimo gli inviti dell'Unione europea a contenere il deficit, cosa succederebbe ? Che l'Unione europea ci silura ? No, che i mercati ci silurano. Perché l'Europa è così preoccupata e ci chiede di osservare una politica di rigore sul deficit ? Ma perché ha paura di essere trascinata a fondo da noi, dai mercati. Non sarebbero loro a silurare noi: i mercati silurerebbero noi e loro non vogliono essere silurati insieme con noi, essere trascinati insieme con noi. Quindi attenti: la retorica antiausterità è il modo migliore di non capire. Certo dall'austerità bisogna uscire ma la lotta per contenere i deficit pubblici deve continuare, anche perché oggi noi reggiamo il nostro debito pubblico perché non paghiamo interessi, perché le politiche della Banca centrale europea ci permettono di pagare interessi bassissimi. Ma il quantitative easing non durerà per sempre e, quando finirà, dovremo fare i conti di nuovo col debito pubblico. Dobbiamo realizzare un grande scambio politico: disciplina nei bilanci pubblici nazionali ma apertura di un grande programma di investimenti pubblici europei. L'ultima operazione TLTRO della Banca centrale europea non ha funzionato perché la domanda di investimento privato è debole e continuerà ad essere debole finché non ci sarà una forte domanda di investimento pubblico che apra sulle grandi reti logistiche, digitali, della conoscenza le quali rendono più competitivo il sistema, danno competitività di sistema e consentono, allora Pag. 42sì, ai privati di investire massicciamente. Questo è un problema europeo e va affrontato in sede europea rivedendo il bilancio europeo. Vedo con piacere che nell'ultimo documento del Governo italiano si riprende una cosa che ho detto più volte anche in quest'Aula: usiamo le risorse dell'IFM che ormai sono lì e non verranno usate per ripianare problemi dei bilanci pubblici europei e allora rimobilitiamole per un grande programma di investimento pubblico che traini investimento privato perché migliora la nostra competitività di sistema.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Mi consenta un minuto, signora Presidente, una parola di solidarietà alla signora Merkel. Abbiamo attaccato la signora Merkel pensando che fosse forte. Oggi ci rendiamo conto di quanto sia debole e di quanto sia importante la funzione che lei, i democratici cristiani e i socialisti hanno in Germania per contenere spinte di egoismo nazionale che potrebbero essere rovinose per la Germania stessa ma per tutta l'Europa e anche per noi.
  E infine torniamo alla cultura, l'Europa va ricostruita nella coscienza dei cittadini, abbiamo bisogno di un programma culturale europeo per spiegare cos’è l'Europa, perché c’è l'Europa e quali sono le terribili ombre del domani nelle quali potremmo entrare se rinunciassimo alla nostra coscienza di essere cittadini europei (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,50).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Signora Presidente, signora sottosegretaria, abbiamo ascoltato oggi due discorsi tra loro, devo dire, molto diversi, le comunicazioni e la replica, su questo verrò dopo. Le comunicazioni del Presidente del Consiglio hanno avuto ancora una volta un tratto ormai noto ai lavori di quest'Aula, si sono sviluppate nel segno di un doppio movimento: da un lato l'approccio retorico, costruito su una catena di dichiarazioni di intenti, attorno a un profilo culturale che, si badi bene, non ci sfugge essere questione importante quando in particolare si discute di grandi questioni che hanno a che fare col destino del pianeta, del nostro continente, del nostro Paese, quando in particolare hanno a che fare con la vita di milioni di uomini, di donne e di bambini oggi costretti a una dimensione nella quale dignità e diritti umani rischiano di risolversi in vuota retorica. Ebbene, sì, da questo punto di vista siamo in grado di distinguere e per questo – lo ribadisco, l'ho detto in altre occasioni in quest'Aula – siamo in grado di apprezzare le parole con cui il nostro Presidente del Consiglio continua a chiedere all'Europa uno sforzo e una capacità in più di accoglienza, di rispetto, di tutela dei diritti umani, le parole con cui con forza rivendica la necessità, il diritto e il dovere di salvare le vite e di costruire canali e spazi di futuro per chi oggi non ne ha. Tuttavia, pur apprezzando questo approccio, specialmente in un tempo nel quale a questo approccio si contrappone quello di chi alza muri, fili spinati, quello di chi invoca la paura di ogni differenza come l'argomento su cui costruire qualche piccolo bagaglio elettorale, pur apprezzando questo approccio, vorremmo dire al Presidente del Consiglio e al nostro Governo Pag. 43che questo approccio non basta, che perché questo approccio abbia un effetto, c’è bisogno di una politica, c’è bisogno di scelte concrete. Vorremo dire per esempio al nostro Presidente del Consiglio che mentre apprezziamo le sue parole sull'immigrazione, il suo giudizio sugli standard minimi che oggi sembrano un po’ nascosti nella nebbia turca dei diritti umani, del rispetto delle minoranze, della tutela dei diritti elementari, stipulare con la Turchia un accordo che ha il sapore di un'Europa che prova ancora una volta – come già fatto in passato sui confini a sud con quella Libia che fu di Gheddafi – ad esternalizzare il problema dei migranti, magari dietro pagamento, dietro commissioni, dietro interessi commerciali, che prova ancora una volta a mettere quel problema sotto il tappeto, come si fa con la polvere, e risolvere per quella via una questione che invece va affrontata nella sua dimensione strutturale. Lo diceva il capogruppo Scotto nel suo intervento in discussione generale, lo abbiamo detto fino allo sfinimento ogni volta che si parla di questa questione, di questa grande questione: l'immigrazione non è e non può essere trattata come un fenomeno congiunturale, come un'emergenza che giorno dopo giorno diventa normalità nell'incapacità dei Governi e della politica di costruire risposte all'altezza di una grande questione strutturale. Allora appunto vorremmo discutere della natura, della qualità, dell'efficacia dell'accordo che oggi si costruisce con la Turchia. Noi lo contestiamo nel merito, lo contestiamo nel metodo e lo contestiamo dal punto di vista dell'efficacia, come sempre i migranti dimostrano che quando si scappa dalla guerra, quando si scappa dalla fame, quando si scappa dalla disperazione, se si chiude una frontiera se ne apre un'altra, se si chiude una rotta, se ne apre un'altra.
  E allora, signori e signore del Governo, dobbiamo cambiare strada, lo dobbiamo fare in Europa con più determinazione, lo dobbiamo fare mettendo in discussione questo strumento e lo dobbiamo fare anche qui, da noi, perché, vedete, non c’è dubbio che l'Europa sia il terreno minimo su cui costruire questa battaglia, su cui praticare questa iniziativa, ma non c’è neanche dubbio che, per farlo con credibilità, con forza e con giustizia, sia anche arrivato il momento in questo Paese di fare alcune cose semplici, che pure ancora drammaticamente mancano.
  Nel nostro Paese manca ancora una legge organica sull'asilo; in questo Paese – come è stato ricordato in quest'Aula – il 70 per cento dei centri cosiddetti di accoglienza è di natura straordinaria e cioè al di fuori di un meccanismo organico di costruzione dell'accoglienza e dell'integrazione come fattore di investimento di una politica che sappia rispondere a questa che, ripeto, non è un'emergenza, ma una condizione generale. Ci vuole, appunto, una politica.
  Lo stesso, signora Presidente, potremmo, vogliamo dire a proposito della politica economica. Vede, forse siamo massimalisti, come il Presidente del Consiglio ci ha ricordato, forse siamo malati di massimalismo e, tuttavia, non ho capito una cosa nella sua replica. Abbiamo detto una cosa semplice, vorremmo essere smentiti: c’è una maggioranza in questo Parlamento che ci consente di rimediare a un grande errore, quello che ci ha visto quale unico, o quasi, Paese in Europa – unico o quasi Paese in Europa – ad aver affiancato all'approvazione del fiscal compact l'introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione. Cioè unico, o quasi, Paese in Europa ad aver consegnato definitivamente la capacità della politica di organizzare un'iniziativa sul terreno economico a una regola esterna. Vogliamo mettere mano a questo errore o no (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) ? E possiamo farlo anche quando diciamo che oggi, in Europa, non ci sono ancora le condizioni per cambiare fino in fondo regole sbagliate.
  Secondo, lo vorremmo sapere. Mentre chiediamo flessibilità, mentre mettiamo di fatto in discussione norme che anche oggi – lo ha ricordato il Presidente del Consiglio – finalmente vorrei dire, tutti considerano sbagliate, ricordo, per amor di Pag. 44memoria, che quando qualcuno in questo Parlamento o fuori da questo Parlamento diceva allora che quella norma è sbagliata, è pericolosa, produrrà nuova recessione, non darà risultati, produrrà impoverimento, contrazione dei salari, svalorizzazione del lavoro, perché è su questo terreno che si è costruita questa Europa, quando lo dicevamo, eravamo gufi, cattivi messaggeri, rosiconi, persone poco realiste, sognatori e via, via, via.
  Bene, oggi siamo tutti d'accordo: noi siamo contenti, cambiare idea è un segno di intelligenza e lo apprezziamo, tuttavia vorremmo fare una domanda. Qualche mese fa il Presidente del Consiglio, in una lunga lettera a la Repubblica nella quale rivendicava e inaugurava la nuova stagione della polemica con l'austerità e con quell'impianto di politiche, premetteva a quella lettera queste parole, più o meno vado a memoria: sia chiaro che non vogliamo mettere in discussione le regole, le regole vanno benissimo. No, no, signore e signori del Governo, il problema sta tutto lì, le regole non vanno bene.
  Questa Europa è costitutivamente costruita sulla base di regole che non hanno nessun altro esito – lo ripeto – che la svalorizzazione del lavoro, la svalorizzazione dei salari, l'impedimento strutturale a politiche di investimento pubbliche capaci di rilanciare il ciclo economico e di rimettere al centro il lavoro, la crescita sostenibile come via di risposta compatibile alla crisi che abbiamo davanti.
  E allora queste regole sono sbagliate o no ? Se sono sbagliate, è l'ora di costruire con chi ci sta un fronte dei Paesi europei disponibile a mettere in discussione quelle regole, è l'ora di lavorare per la convocazione di una Conferenza europea sul debito, sulla sua natura, sulle sue dimensioni. È l'ora di lavorare a un fronte che sia in grado di costruire rapporti di forza necessari a cambiare regole senza la cui modifica questa Europa è destinata inesorabilmente alla sua disintegrazione, dal punto di vista della sua costituzione e dal punto di vista, in particolare, della sua tenuta sociale, politica e civile. Quel che vediamo nella reazione, in grandi Paesi europei, alle vicende legate all'immigrazione, cioè la crescita dell'ultradestra razzista e neonazista, è il risultato anche di questa cecità e di questa incapacità di costruire una risposta efficace.
  Dunque, ci vuole una politica – ho finito, Presidente: solo due cose – e non basta ricordarci che al vertice dei Socialisti è stato invitato l'ex Tsipras. Bene, anche questo per noi è un fatto positivo: si prenda atto che lì c’è un Governo, che appunto, qualcuno liquidava con troppa facilità, anche in questo Paese, tempo fa, mentre oggi se ne prende atto. Va bene, a patto che ci si ricordi che, quando quel Governo, in una battaglia durissima contro l'austerità, che oggi critichiamo, chiedeva aiuto e aveva bisogno di aiuto, questo Paese è stato capace di regalargli una cravatta.
  Un po’ di autocritica farebbe bene, non per la dialettica parlamentare, ma per la capacità – anche qui è stato ricordato dal mio capogruppo – di dire la verità, che è sempre questione illuminante.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 13)

  NICOLA FRATOIANNI. Vengo all'ultima cosa, che ci ha – questa sì – un po’ sorpreso (lo dico davvero). Dopo un lungo excursus sulle questioni grandi, l'immigrazione, la politica economica, il futuro del continente, il Presidente del Consiglio ci ha intrattenuto in un'improbabile discussione sulla stabilità europea, per finire a un elogio della sua legge elettorale, quella di cui – vi ricordate ? – ci aveva detto che in pochi mesi la avrebbero copiata tutti. Io sto facendo il conto, ma ancora non ne ho trovati molti. Però, vorrei ricordargli una cosa (ed è l'ultima parola che dico): ha citato il Portogallo come un cattivo esempio. Ha detto: pensate che in Portogallo il partito che è arrivato primo si trova all'opposizione. Sa che c’è ? Glielo voglio dire: in Portogallo i partiti che, alleandosi su un programma chiaro contro l'austerità, che il Presidente del Consiglio critica, hanno fatto il Governo, non hanno solo la Pag. 45maggioranza dei deputati, ma hanno anche la maggioranza assoluta dei voti. Cari signore e signori del Governo, questa è la democrazia: bisogna farci i conti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, signor Presidente. Il Presidente del Consiglio, che, come al solito, dopo aver svolto il suo compitino, abbandona l'Aula e non rimane ad ascoltare le dichiarazioni di voto dei gruppi parlamentari, giovedì e venerdì si presenterà al Consiglio europeo per confrontarsi sulle questioni riguardanti l'immigrazione – e su queste questioni è intervenuta per il mio gruppo la presidente del Comitato Schengen, l'onorevole Ravetto –; si dovrà confrontare, nei prossimi giorni, anche sulle raccomandazioni specifiche per Paese prodotte dalla Commissione europea, nelle settimane scorse, e sulle priorità per il semestre europeo.
  Proprio l'8 marzo, infatti, la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione che sintetizza i risultati delle 26 relazioni per Paese elaborate di recente. In questa relazione l'Italia è in compagnia della Bulgaria, della Croazia, della Francia e del Portogallo tra i Paesi che presentano, sempre secondo l'Europa, squilibri eccessivi.
  La fotografia del nostro Paese, secondo la Commissione europea, è una fotografia impietosa. Cito dalla relazione: «Nel 2015 gli investimenti hanno registrato una drastica flessione, in media più accentuata che nel resto della zona euro. La disoccupazione e la disoccupazione di lunga durata hanno registrato un forte aumento, mentre la produttività totale dei fattori ha continuato a scendere». Di conseguenza, si è allargato il divario che separa la crescita potenziale dell'Italia dal resto della zona euro. Il nostro prodotto interno lordo cresce troppo poco rispetto alla zona euro nel complesso ed è esposto a rischi di revisione al ribasso. Sulle prospettive pesano, in particolare, il rallentamento sui mercati emergenti e le recenti turbolenze sui mercati finanziari.
  Sul debito pubblico, poi, le preoccupazioni dell'Europa si fanno ancora più pressanti. Il Ministro Padoan, nelle scorse settimane e nei mesi passati, ha più volte tentato di rassicurarci, ma i dati dicono il contrario e anche l'Europa, oltre che la Banca d'Italia, ieri lo ha certificato. «L'elevato debito pubblico – dice l'Europa – continua a sua volta a penalizzare la performance economica dell'Italia e a esporre il Paese agli shock esterni. L'elevato rapporto tra debito pubblico e PIL continua ad essere una fonte di vulnerabilità per l'economia».
  Il Governo dice di aver ridotto la pressione fiscale, ma i cittadini e neanche l'Europa se ne sono accorti, se è vero, come è vero, che, sempre secondo la Commissione europea – e cito ancora –, «il sistema fiscale ostacola l'efficienza economica e la crescita in Italia e nel 2014 il rapporto gettito fiscale-PIL dell'Italia era tra i più elevati dell'Unione europea».
  Ora, in sede di replica, il Presidente Renzi, proprio sugli investimenti e sulla pressione fiscale, ha cercato di arrampicarsi sugli specchi. Ci ha ricordato che la spesa per investimenti nel nostro Paese è scesa, negli ultimi anni, da 40 a 20 miliardi, ma ha omesso di ricordare che la spesa per investimenti continua a scendere anche negli anni del suo Governo; ci ha ricordato che avrebbe diminuito – il suo Governo – la pressione fiscale e non è così; ci ha detto che l'avrebbe fatto ricorrendo ai 25 miliardi rinvenienti dalla spending review, che, per inciso – vorrei ricordare –, semmai sarebbero 22 e riguardano le stime nel tendenziale, perché a consuntivo il Presidente del Consiglio sa – e il Ministro Padoan sa molto meglio – che queste risorse probabilmente saranno molto inferiori. Sulla spending review, poi, gli unici tagli veri e certificati che abbiamo registrato da parte di questo Governo hanno riguardato proprio i commissari della spending review.Pag. 46
  Insomma, Presidente Renzi, giovedì e venerdì lei avrà un gran da fare per convincere i suoi colleghi in Europa che il nostro Paese è sulla buona strada. Sia chiaro: noi non siamo fra quelli che tifano per lo sfascio; noi vorremmo che il Presidente del Consiglio fosse realmente forte e autorevole, perché, se è forte il Presidente del Consiglio, che ha la responsabilità di guidare e rappresentare il Paese in Europa, è più forte l'Italia.
  Noi non vogliamo commettere lo stesso errore commesso nel 2011 dalle opposizioni del tempo, quando l'acquiescenza di tutte le forze parlamentari al pensiero dominante in Europa mise fine all'ultimo Governo realmente scelto dagli italiani negli ultimi anni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). No, noi non ci auguriamo questo; noi non ci auguriamo lo sfascio e vorremmo, invece, un Presidente del Consiglio davvero autorevole, meno parolaio, meno supponente, ma forte e autorevole in Europa.
  Però, un Presidente del Consiglio forte e autorevole è un leader che non si attarda nei tatticismi per ottenere qualche punto di flessibilità in più e, magari, per comprare così più facilmente il consenso elettorale attraverso interventi spot. Sono tatticismi fatti di abbracci, di finti abbracci e, poi, di dichiarazioni al fulmicotone e, poi, di nuovo di abbracci.
  Un Presidente del Consiglio davvero forte non si limita a generiche dichiarazioni sulla necessità dell'Europa di occuparsi di più di occupazione e di crescita. Non servono le dichiarazioni generiche e non sono neanche credibili quando le fa il Capo di un Governo che, proprio su crescita e occupazione, sta segnando il passo e sta segnando il passo, questa volta, non per mancanza di flessibilità a livello europeo, perché la flessibilità che ancora l'Europa deve concedere al nostro Paese il Governo italiano l'ha già utilizzata scrivendo una legge di stabilità completamente in deficit, che utilizza, già anticipandola, una flessibilità che non è affatto detto che l'Europa ci conceda realmente e, anzi, noi siamo seriamente preoccupati che la flessibilità, sulla quale Renzi ha costruito la sua legge di stabilità, non venga poi concessa dall'Europa. Infatti, proprio le regole europee prevedono che il Paese che voglia fare ricorso alla flessibilità abbia un andamento discendente del debito pubblico e questa condizione non è rispettata dall'Italia, dove il debito continua a crescere, checché ne dicano Renzi e Padoan con le loro previsioni.
  Quindi, non occorrono, da parte del Presidente del Consiglio in Europa, né tatticismi né vaghe dichiarazioni sulla necessità di crescita e occupazione. Non serve ricordare a Juncker ciò che il Presidente Renzi – e ce lo ha ricordato anche a noi, poco fa – ha sostenuto al vertice della Commissione, perché aveva promesso più flessibilità di bilancio. Servirebbe piuttosto un leader che avesse il coraggio di dire che il piano Juncker per gli investimenti non è sufficiente: non lo è per la quantità delle risorse, non lo è per il suo meccanismo di funzionamento. Servirebbe un leader che avesse l'autorevolezza per chiedere in Europa un grande piano di investimento: un New Deal europeo che vada oltre il Piano Junker, fino a 1.000 miliardi freschi, approfittando dei tassi di interesse che oggi sono bassi e che rimarranno bassi anche negli anni che verranno.
  In questo modo si creerebbe uno slancio che, dalla creazione della moneta unica, l'Europa non ha mai avuto e l'Europa potrebbe davvero diventare competitiva anche rispetto ad altre economie mondiali. Migliorerebbero anche le performance della Banca centrale europea, in quanto la politica monetaria tornerebbe a trasmettersi sull'economia reale.
  Servirebbe un leader che avesse l'autorevolezza per pretendere dalla Germania che si adeguasse alle raccomandazioni che l'Europa le ha rivolto in ordine alla necessità di ridurre l'eccessivo surplus della bilancia commerciale, vale a dire la netta prevalenza delle esportazioni sulle importazioni. Anche qui, in replica, il Presidente del Consiglio ci ha detto che questa cosa vuole farla, ha intenzione di farla, che è una cosa buona e giusta, salvo poi evitare Pag. 47di ricordare che queste cose noi le abbiamo proposte al Governo, al Presidente del Consiglio, l'ha fatto il presidente Brunetta qualche settimana fa, nella assoluta indifferenza del Governo. Bene, se ha questa intenzione, lo faccia, lo faccia veramente: dica alla Merkel che se la Germania, così come chiesto dalla Commissione europea, diminuisse la pressione fiscale e aumentasse la domanda interna, quindi i consumi, gli investimenti, i salari, le importazioni e di conseguenza la crescita, questo genererebbe crescita in tutta Europa e sarebbe una leva importante per lo sviluppo europeo e per la competitività dell'Europa nell'economia mondiale.
  Anche per quello che attiene alla crisi del sistema bancario, noi vorremmo un Presidente del Consiglio che avesse l'autorevolezza per costruire alleanze tra i partner europei al fine di far cadere il veto tedesco sulla garanzia europea comune sui depositi bancari. In un colpo solo si risolverebbe il problema delle banche e si riuscirebbe ad evitare il rischio della vendita in blocco dei titoli di Stato italiano.
  Ecco, noi vorremmo un Presidente del Consiglio che fosse davvero un leader autorevole in Europa. Non siamo tra quanti tifano per lo sfascio, vorremmo un Presidente del Consiglio autorevole. Ci dispiace, però, che chi rappresenta il nostro Paese nel Consiglio europeo, questa stoffa, la stoffa del leader, non abbia ancora dimostrato di averla (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Il nostro Presidente Renzi, come sempre, ci ha raccontato tante favolette, di cui però mi hanno colpito, in particolare, due passaggi. Il primo quando ha detto che chi ruba deve andare in galera. Bene, c’è solo un problema: le patrie galere non hanno abbastanza posti per gli oltre 120 esponenti del Partito Democratico arrestati, indagati o condannati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) soltanto nel 2015, inizio 2016; avete già un trend positivo.
  L'altro passaggio: nella direzione della politica economica, l'Italia ha tracciato la strada in Europa; serviva qui un piccolo approfondimento, la strada verso cosa ? Perché sono appena tornato dal MEF e lì davanti ci sono circa 200 tra i vari truffati di Banca Etruria (circa 130 mila), che aspettano ancora il risarcimento che voi dovreste dargli e chiedono una vera direzione fiscale, che vada a favore dei cittadini, non delle banche. Magari andate a parlare con quelli, prima di venire qua in Aula, e capite che strada state tracciando oggi.
  Entriamo nel merito, poi, del Consiglio europeo. Con l'accordo che avete raggiunto nel vertice sui migranti del 7 marzo a Bruxelles, ancora una volta, l'Occidente ha dimostrato di agire ignorando la repressione dei diritti umani e della libertà di espressione in corso in Turchia, nonché le responsabilità palesi nel disintegrarsi di interi Stati. L'Europa dei diritti umani, a Paesi e a giorni alterni, considera la Turchia un Paese sicuro e le affida il compito del rimpatrio dei migranti che non riusciranno a ottenere un visto umanitario. Cosa importa se l'Alto commissario ONU per i rifugiati, Filippo Grandi, si sia detto profondamente preoccupato per qualsiasi accordo che possa prevedere un respingimento indiscriminato da un Paese all'altro o se gli alleati turchi sono i primi responsabili della protezione fornita ai jihadisti in questi anni, hanno complicità con i gruppi salafiti finanziati dai sauditi e dalle monarchie del Golfo (tra l'altro monarchie con le quali avete grandi affari e ancora ci ricordiamo i Rolex famosi), hanno agevolato il passaggio di migliaia di foreign fighters pronti a raggiungere il cosiddetto Siraq e che il Presidente turco Erdogan è stato il più esplicito tra i leader mondiali nel volere la deposizione del Presidente siriano Bashar al-Assad e che il ruolo della Turchia nel destabilizzare la Repubblica Araba di Siria sia una concausa del massiccio afflusso di rifugiati siriani verso l'Europa.Pag. 48
  Cosa importa se il coinvolgimento della Turchia nel traffico illecito di petrolio dell'Isis sia confermato dalle prove satellitari presentate dalla Federazione russa e che anche il Vicepresidente americano Joe Biden abbia accusato Ankara di non prendere adeguate misure di contrasto ai movimenti jihadisti e di facilitare il passaggio di armi e miliziani attraverso il confine con la Siria. Come vedete, gli unici a non vedere siamo noi, perché poi sia la Russia, che gli Stati Uniti hanno già detto la loro sul Paese turco. Cosa importa se la Turchia sta usando una finta campagna contro lo Stato islamico per giustificare un nuovo conflitto col PKK e le milizie curde, la più efficace forza di terra che sta combattendo oggi contro lo Stato islamico. Cosa importa se la decisione del Governo turco di abbattere un caccia russo sui cieli siriani abbia quasi causato la terza guerra mondiale, e, tra l'altro, la Turchia è un membro della NATO che ha esposto deliberatamente tutta la regione a degli enormi rischi. Cosa importa, infine, se la Turchia è una democrazia totalmente illiberale, uno Stato che celebra elezioni periodiche, tanto così, per farle, ma dove non c’è spazio per il dissenso e il processo politico è truccato a favore del regime in carica. La dimensione autoritaria del partito attualmente al potere in Turchia viene tralasciata a favore di infinite riflessioni sui problemi posti dal terrorismo dello Stato islamico e dell'emigrazione verso l'Europa. Se c’è qualcosa che abbiamo imparato nel corso degli ultimi dodici mesi è che il Presidente turco è pronto a impegnare ogni tattica possibile al fine di preservare la sua presa su Ankara, inclusi il riavvio della battaglia col PKK e il giro di vite sui giornalisti e chiunque altro critica le azioni dell'AKP; tra l'altro in questo è molto simile al vostro Governo che periodicamente accusa e attacca qualche giornalista per aver osato attaccare il sovrano, il nostro re, Matteo Renzi.
  Mentre Renzi prende ordini, i media greci hanno ottenuto una nota interna che suggerisce che Erdogan ha efficacemente ricattato l'Europa, chiedendo pagamenti in contanti in cambio di sforzi per ridurre il flusso di migranti verso l'Europa occidentale. Avrebbe detto, durante l'incontro con Juncker e Tusk, ad Antalya il 15 novembre, di essere in grado di aprire le porte verso la Grecia e la Bulgaria in qualsiasi momento e di poter mettere i profughi sugli autobus. Bene, questo è un nostro, anzi un vostro alleato; Erdogan è il leader sul quale Angela Merkel fa affidamento per contrarre il flusso di migranti, un leader che utilizza i migranti come un'arma, una moneta di scambio per rompere il suo isolamento internazionale. Con questo accordo l'Europa ha venduto definitivamente l'anima al diavolo, l'Europa sta vivendo la peggiore crisi di migranti e rifugiati della sua storia, ma il dibattito che sta sviluppando quasi interamente è senza riferimento alle cause del recente afflusso di migranti dal Nord Africa e dal Medioriente. L'elefante nella stanza – parliamoci chiaro – è la NATO e nessuno vuole davvero parlarne. Una soluzione più semplice ovviamente sarebbe che la NATO ponesse fine alla sua campagna di destabilizzazione del Medioriente e del Nordafrica, ma questo richiederebbe l'accettazione e il riconoscimento di alcune responsabilità pesanti, come l'indegno intervento in Iraq e il rovesciamento di Gheddafi in Libia. In Libia, Siria, Somalia e in Eritrea, l'Occidente si è ritrovato davanti per decenni ad una semplice scelta: sostenere la pace oppure incoraggiare il conflitto. In tutti e quattro i casi, con la vostra complicità, si è scelta la seconda via. Ora che questi Paesi sono stati saccheggiati a sufficienza, l'Europa ci lascia due possibilità per i rifugiati: farli morire in mare o trasformare l'Italia in un centro profughi europeo; entrambe per noi sono soluzioni irricevibili. I politici possono dare la colpa agli scafisti e possono parlare finché vogliono della fortezza Europa, ma, alla fine, il solo modo che l'Occidente ha per fermare le navi e per non trasformare l'Italia nel centro profughi d'Europa è smetterla con l'oppressione e con la guerra in quei Paesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  La crisi ha mostrato, ancora una volta, e forse per l'ultima volta, i limiti dell'Unione Pag. 49europea, la mancanza di una strategia comune e le risposte frammentarie. La governance dell'Europa funziona in modo ottimale quando si tratta di imporre dure misure di austerità o per salvare il sistema bancario, ma è quasi inesistente quando si affronta una catastrofe umana come questa. Insomma, i nostri alleati distruggono e poi chiudono le frontiere, lasciando nei guai Italia e la Grecia: complimenti ! L'Unione europea è già morta, è rimasta solo una struttura finanziaria che si occupa di inflazione e tassi di interesse, un regime che impone povertà, disoccupazione e distruzione dei diritti alle popolazioni del continente, per gli interessi di potentati finanziari e commerciali.
  Questa è oggi l'Europa: un esperimento fallito e fallimentare, in cui Renzi, nonostante i teatrini di facciata e le finte risse con i vari leader europei, non conta assolutamente nulla. Lui può muoversi solamente entro i paletti che le lobby che lo sostengono gli hanno imposto: quando li tradirà, sarà fatto fuori anche lui. Al Consiglio europeo, Renzi parlerà come uno zombie e quello che si diranno non interessa più a nessuno, perché il popolo italiano non è più disposto a prendere ordini da chi ha definitivamente venduto la sua anima al diavolo. La vostra storia politica è già finita, rendetevene conto e fate spazio a chi difende gli interessi del popolo italiano: in fondo, lo sapete anche voi, è solo questione di tempo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Matteo Mauri. Ne ha facoltà.

  MATTEO MAURI. Signor Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, nel Consiglio europeo dei prossimi giorni si affronteranno i temi più spinosi, più difficili, ma a cui bisogna dare risposte rapide e convincenti. E l'allarme, che anche oggi il Presidente Renzi ha voluto lanciare, di un'Europa che decide, ma che poi non dà seguito alle decisioni prese, è ancora più preoccupante, se pensiamo: che sul tavolo ci saranno grandi questioni epocali, come il tema dei flussi migratori, il traffico di esseri umani e le modalità di gestione dei rifugiati, a partire dalla revisione degli accordi di Dublino; che ci saranno questioni che sono parte dei principi fondanti dell'Unione, come il ripristino del normale funzionamento di Schengen; e che ci saranno questioni relative al futuro dell'Unione dal punto di vista economico, occupazionale e finanziario, o, per dire in altro modo, sulla capacità della nostra Europa di crescere insieme, di creare posti di lavoro, di essere protagonista dell'innovazione.
  L'Europa – e con lei tutti noi – è sottoposta in questi anni difficili a una doppia dura prova: da un lato, la prolungata crisi economica internazionale, che ha messo i suoi Stati membri e i suoi cittadini in grande difficoltà, e, dall'altro, la pressione data dall'immigrazione. C’è chi, di fronte a queste difficoltà oggettive, vorrebbe riportare le lancette indietro, c’è chi pensa che abolire la libera circolazione delle persone, abolire Schengen e costruire muri, o abolire l'euro per tornare alle vecchie monete nazionali, sia la facile soluzione. Ma se ci sono due cose che hanno rappresentato il vero salto di qualità tra il prima e il dopo, se ci sono due cose che sono entrate sotto pelle ai cittadini italiani ed europei fin da subito, sono state – guardate – proprio l'idea di avere in tasca una moneta comune e, con quella, il fatto di poter andare liberamente in giro per l'Europa, attraversando confini immaginari, senza più sbarre, senza più frontiere, senza essere considerati, da europei, degli intrusi da guardare con sospetto. Non sono certamente cose sufficienti, ma come si può immaginare di dire «abbiamo scherzato» su due cose come queste, che sono ormai la normalità per tutti noi e sono l'unico vero universo conosciuto per diverse generazioni di giovanissimi europei, per i nostri figli ?
  Ma chiediamoci, anche ascoltando il dibattito di oggi, a volte in alcuni passaggi surreale: che ne sarebbe stato di Pag. 50noi se, proprio in questi anni difficili, non ci fosse stata l'Europa ? Di fronte alla competizione globale e ai grandi stravolgimenti planetari, davanti al mondo che verrà, noi saremmo stati spazzati via dal panorama internazionale, saremmo tornati a essere una mera espressione geografica: è questo che vogliamo ? È questo che vogliamo per noi e per le prossime generazioni ? Qualcuno può veramente pensare che ce la saremmo cavata, svalutando sempre di più la nostra liretta o accumulando ancora più debito pubblico di quanto non abbiamo fatto, irresponsabilmente, negli scorsi decenni ? Chi lo dice, non sa di cosa parla o fa finta di non saperlo, per avere solo qualche argomento da sventolare in qualche dibattito televisivo.
  E allora, non è uno slogan dire che «non serve meno Europa, ma serve più Europa», è semplicemente la realtà dei fatti. Certo, un'Europa migliore, ma più Europa: un'Europa che non sia cieca davanti ai bisogni e alle ambizioni dei Paesi che l'hanno fortemente voluta e che ne fanno parte; un'Europa che affronti, unita, i rischi e che li condivida, non lasciando qualcuno ad affrontarli da solo, da quelli finanziari a quelli economici, da quelli che inevitabilmente portano con sé le grandi diseguaglianze mondiali, a quelli legati all'esodo dei profughi; un'Europa che metta in comune la forza e le opportunità che ognuno dei suoi partner può mettere a disposizione dell'interesse collettivo.
  Condividere i rischi e condividere le opportunità: questa è la ricetta dell'Europa che vogliamo: un'Europa che, di fronte all'emergenza del terrorismo internazionale, si dia una strategia comune di contrasto, dentro e fuori i propri confini. E questo, guardate, vale ancora di più oggi, che abbiamo negli occhi le scene di guerriglia urbana di ieri per le strade di Bruxelles, dopo quelle di Parigi e altre ancora; immagini scioccanti, che insieme alle parole di quella mamma europea, che si chiede perché il suo figlio europeo si sia immolato per la Jihad, non possono che convincerci ancora di più che la risposta debba essere «sì», anche sul terreno della sicurezza, ma anche su quello della cultura e dell'educazione. E su questo c’è una proposta di legge, firmata anche in maniera trasversale, proprio per favorire la deradicalizzazione che è in corso in molti giovani europei.
  Ci serve un'Europa abbastanza forte per far rispettare a tutti i patti – a tutti ! –, compreso quello di un'equa distribuzione dei rifugiati. E su questo fatemi ricordare che l'Italia, fin dal novembre del 2013, ha sostenuto che le parole giuste sul tema dei profughi fossero: salvare le vite, garantire l'accoglienza e redistribuire equamente le quote in Europa. Per troppo tempo non ci hanno ascoltato e, poi, forse anche per l'apertura della rotta balcanica, invece, queste parole chiave sono state prese in considerazione. Ora, però, tutto questo deve essere fatto veramente.
  Ci serve un'Europa che sappia difendere i propri confini esterni, che rispetti e faccia rispettare i diritti umani in casa e fuori, che i muri li abbatta e non li lasci erigere, perché con i muri, dalla guerra di Troia in poi, non si è mai risolto niente. Un'Europa che sia sempre di più un organismo vivente, che senta ogni Stato con una propria parte fondamentale, come se fosse un braccio, una gamba o il cuore: questa è l'unica ricetta possibile per contrastare la disgregazione particolaristica, che in parte è già in atto, e cioè per contrastare l'idea che qualcuno possa fare per sé, nella logica dell'egoismo e dell'autosufficienza, perché quella è un'illusione pericolosa che farebbe risvegliare tutti più poveri e più soli, se il sogno europeo non diventasse fino in fondo realtà. Ma tutto questo non possiamo aspettare che lo faccia da solo qualcun altro, questo è un obiettivo che noi dobbiamo contribuire a raggiungere stando in prima fila. E allora domandiamoci: ma noi italiani, oggi, siamo nelle condizioni di avere questo ruolo ? Noi italiani siamo rispettati più o meno di prima ? Le nostre idee hanno più o meno cittadinanza di prima ? Quando andiamo a far sentire la nostra voce in Europa, la Pag. 51nostra voce è forte o è debole ? Bene, io penso di poter dire con certezza che noi oggi siamo più forti, che oggi la nostra voce è più forte, che le nostre idee sono più ascoltate, che siamo più rispettati, che non andiamo più in Europa con il cappello in mano, costretti ad accettare qualsiasi imposizione, e l'evidente cambio di paradigma tra austerità e flessibilità, che c’è stato in buona parte grazie a noi, è lì a dimostrarlo in tutta evidenza. D'altronde, il fatto che l'uomo che sta facendo le scelte più importanti e coraggiose in campo monetario sia un italiano rispettato, come Mario Draghi, è motivo di orgoglio e di forza per il nostro Paese.
  Molte delle riforme che abbiamo fatto, quelle che stiamo portando a compimento e quelle che verranno, sono il carburante necessario per raggiungere i traguardi che servono all'Italia e che servono all'Europa. I risultati che abbiamo ottenuto in Europa sono sufficienti ? No, non lo sono. Ancora molto è da fare, tante battaglie sono ancora da combattere e da vincere, ma la strada è quella giusta e questo – se permettete – non è poco, ma per farlo dobbiamo essere uniti come Paese: questo si chiama interesse nazionale. Non mortifichiamo, con la solita politica provinciale da «Italietta», il lavoro fatto; non mortifichiamoci, con sceneggiate al Parlamento europeo, degne della peggiore commedia all'italiana, che non fanno che alimentare gli stereotipi che tanto male ci fanno; e soprattutto, non mortifichiamo i sacrifici che le italiane e gli italiani si sono caricati sulle spalle, per riemergere dalla situazione quasi disperata in cui eravamo finiti.
  L'Italia è una grande risorsa per il resto del continente. Un'Europa unita, solidale, forte è il posto in cui vogliamo vivere. Noi per questo ci stiamo battendo. Per una volta sarebbe bello se lo facessimo tutti insieme nell'interesse di tutti. Anche per questo noi oggi dichiariamo il voto favorevole alla risoluzione di maggioranza e speriamo che altri escano dai soliti particolarismi e si assumano la responsabilità di votare una cosa che serve all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Rosato, Lupi, Monchiero, Dellai, Pisicchio, Alfreider e Locatelli n. 6-00214, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Catania, Simoni, Tripiedi, Cicchitto, Cassano, Moscatt, Dellai, Porta, Segoni, Portas, Abrignani, Pastorelli, Matarrese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  449   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  297    
    Hanno votato no   152.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Fedriga ed altri n. 6-00215, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Piccoli Nardelli, Giuliani, Cicchitto, Ferranti, Bergamini, Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 52
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti   462   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato   59    
    Hanno votato no   403.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione della risoluzione Scotto ed altri n. 6-00216. Avverto che i presentatori non hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo e, pertanto, il parere deve intendersi contrario alla risoluzione nella sua interezza. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Scotto ed altri n. 6-00216, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Covello, Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  461   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato   29    
    Hanno votato no   432.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione della risoluzione Brunetta ed altri n. 6-00217. Avverto che i presentatori non hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo e, pertanto, il parere deve intendersi contrario alla risoluzione nella sua interezza. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Brunetta ed altri n. 6-00217, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Zanni, Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  454   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato   53    
    Hanno votato no   401.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione della risoluzione Baldassarre ed altri n. 6-00218.
  Avverto che i presentatori di tale risoluzione hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e contestualmente hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il Governo ha espresso parere contrario distintamente da quelle su cui il Governo ha espresso parere favorevole. Pertanto, si procederà dapprima alla votazione della premessa congiuntamente ai capoversi primo, secondo, sesto, settimo e ottavo del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario, e, a seguire, alla votazione dei capoversi terzo, quarto, quinto, nono e decimo del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Baldassarre ed altri n. 6-00218, limitatamente alla premessa e ai capoversi primo, secondo, sesto, settimo e ottavo del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cicchitto, Piccoli Nardelli, Boccuzzi...Pag. 53
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  464   
   Votanti  357   
   Astenuti  107   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato   33    
    Hanno votato no   324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Baldassarre ed altri n. 6-00218, limitatamente ai capoversi terzo, quarto, quinto, nono e decimo del dispositivo, come riformulati su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marti, Monchiero, Cicchitto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  464   
   Votanti  357   
   Astenuti  107   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  324    
    Hanno votato no   33.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione della risoluzione Palese ed altri n. 6-00219.
  Ricordo che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo al dispositivo e contestualmente hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare la premessa distintamente dal dispositivo. Avverto che, analogamente a quanto già avvenuto in precedenti sedute, costituendo la premessa un elemento complementare ed accessorio rispetto al dispositivo, procederemo dapprima alla votazione del dispositivo e, successivamente, solo nel caso in cui il dispositivo risulti approvato, alla votazione della premessa.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Palese ed altri n. 6-00219, limitatamente al dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Greco, Carloni, Berretta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  465   
   Votanti  372   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  343    
    Hanno votato no   29.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  A seguito dell'approvazione del dispositivo della risoluzione Palese ed altri n. 6-00219, ne verrà ora posta in votazione la premessa.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Palese ed altri n. 6-00219, limitatamente alla premessa, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Occhiuto, Formisano, Vignaroli, Giammanco...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 54
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  373   
   Astenuti   90   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  319    
    Hanno votato no   54.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione della risoluzione Abrignani ed altri n. 6-00220.
  Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, pertanto, le parti di tale risoluzione su cui il Governo ha espresso parere contrario devono intendersi espunte.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Abrignani ed altri n. 6-00220, come riformulata su richiesta del Governo, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Mantero.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  444   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  330    
    Hanno votato no   114.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione della risoluzione Battelli ed altri n. 6-00221, sulla quale il Governo ha espresso parere contrario. Avverto che i presentatori ne hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare, dapprima, la risoluzione nella sua interezza, ad eccezione dei primi tre capoversi del dispositivo, e, a seguire, i primi tre capoversi del dispositivo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Battelli ed altri n. 6-00221, ad eccezione dei primi tre capoversi del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Occhiuto, Bossa, Bombassei.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  437   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no   358.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Battelli ed altri n. 6-00221, limitatamente ai primi tre capoversi del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Milanato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  429   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no   354.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione della risoluzione Cirielli ed altri n. 6-00222. Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo al dispositivo e, contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare la premessa distintamente dal dispositivo. Anche in questo caso procederemo, dapprima, alla votazione del dispositivo Pag. 55e, successivamente, solo nel caso in cui il dispositivo risulti approvato, alla votazione delle premesse.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cirielli ed altri n. 6-00222, limitatamente al dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Cariello, Luigi Gallo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  461   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  350    
    Hanno votato no   111.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Lupo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  A seguito dell'approvazione del dispositivo della risoluzione Cirielli ed altri n. 6-00222, ne verrà ora posta in votazione la premessa.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cirielli ed altri n. 6-00222, limitatamente alla premessa, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Dallai, Luigi Gallo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  461   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato   65    
    Hanno votato no   396.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Sono così esaurite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016.

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri e annunzio della sua convocazione.

  PRESIDENTE. Comunico che la Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri, istituita con deliberazione della Camera del 4 novembre 2015, i deputati Donatella Agostinelli, Sofia Amoddio, Massimo Baroni, Eleonora Bechis, Paolo Bernini, Stefano Borghesi, Elena Carnevali, Mario Caruso, Andrea Causin, Benedetto Francesco Fucci, Gianluca Fusilli, Maria Gaetana Greco, Emanuele Lodolini, Salvatore Matarrese, Giovanna Palma, Giovanna Petrenga, Paola Pinna, Michele Piras, Stefania Prestigiacomo, Daniela Sbrollini e Gea Schirò.
  Comunico, inoltre, che la Commissione è convocata per mercoledì 23 marzo prossimo alle ore 14,30, presso la sede di Palazzo San Macuto, per procedere alla propria costituzione.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 15.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, la Ministra dell'istruzione, Pag. 56dell'università e della ricerca, la Ministra dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e la Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative di competenza volte a consentire il rientro a Cagliari del mosaico dell'Orfeo rinvenuto nel quartiere di Stampace nel 1762, provvedendo alla sua piena valorizzazione – n. 3-02109)

  PRESIDENTE. Il deputato Vargiu ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02109 concernente iniziative di competenza volte a consentire il rientro a Cagliari del mosaico dell'Orfeo rinvenuto nel quartiere di Stampace nel 1762, provvedendo alla sua piena valorizzazione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  PIERPAOLO VARGIU. Signor Ministro, Cagliari è oggi una città vecchia, una città moribonda: 2200 settantasettenni risiedono a Cagliari e soltanto 900 ventenni. Cagliari è alla ricerca di una sua identità perché attraverso l'identità si può avere uno sviluppo economico. Una delle identità più importanti della nostra città è quella legata alle sue radici e alla sua storia: la storia dell'Orfeo, un mosaico grande 50 metri quadri, uno dei più belli dell'epoca romana, che – questa è la storia dei deboli – è stato trasferito, dopo che è stato scoperto alla fine del Settecento, nella città di Torino. Ora viene utilizzato nei musei di Torino ed è utilizzato a Torino per girare l'Italia. Vorremmo che fosse nuovamente disponibile per Cagliari e vorremmo che girasse l'Italia e il mondo diventando il logo e il simbolo della Cagliari che non si arrende e che crede nel proprio sviluppo economico e nelle sue radici.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Grazie, Presidente. L'onorevole Vargiu chiede quali sono le iniziative per consentire un rientro a Cagliari del mosaico dell'Orfeo che, come è stato ricordato, è stato ritrovato nel 1762. È un caso particolare perché sia per le circostanze del ritrovamento sia per il suo trasferimento in Piemonte, che appunto è di due secoli e mezzo or sono, il mosaico è entrato ormai da tantissimo tempo a far parte della collezione storica che costituisce il nucleo originario del Museo archeologico della città piemontese. Tale collezione è nata nel Cinquecento come raccolta dinastica, poi è stata incrementata tra il Settecento e l'Ottocento con rinvenimenti provenienti da tutti i territori del Regno di Sardegna, la collezione di antichità dei duchi Savoia. Per questo assume essa stessa un valore di testimonianza storica in quanto collezione, in quanto prova del contesto culturale-politico nel quale si è formata e si è sviluppata. Lo spostamento dall'attuale sede museale a Torino a una diversa collocazione più vicino al luogo di ritrovamento oggettivamente rimetterebbe in discussione il formarsi delle grandi collezioni pubbliche e, quindi, comunque non potrebbe prescindere non da una valutazione del Ministro ma da una valutazione dei competenti organi tecnico-scientifici del Ministero. In ogni caso rilevo che ci sono molte possibilità e anche molte buone prassi che offrono degli strumenti che diano una risposta alle istanze che l'onorevole Vargiu ha rappresentato. Si possono mettere allo studio ipotesi di prestito temporaneo lungo, di percorsi espositivi didattici, insomma fondati sulla collaborazione tra Museo di Torino e il polo museale di Cagliari su cui noi stiamo molto investendo. Questo tema che l'onorevole Vargiu pone spinge ad affrontare un tema più generale che io sto cercando di affrontare con il totale rispetto della comunità scientifica, cioè la conciliabilità fra la cosiddetta storicizzazione di una collezione, che quindi viene storicizzata perché un'opera è da molto tempo in quella collezione in una città diversa da Pag. 57quella in cui è stata ritrovata o dal patrimonio al quale appartiene e, invece, l'esigenza di ridistribuire nel territorio italiano, almeno tra i musei dello Stato, molte opere, in particolare le opere che sono nei depositi. È un tema che stiamo affrontando e che credo consentirà, nel rispetto dei criteri scientifici, di utilizzare appieno tutto il patrimonio museale italiano e anzi quello che oggi sta in posizioni non di primo piano o addirittura collocato nei depositi.

  PRESIDENTE. Il deputato Vargiu ha facoltà di replicare. Le ricordo che ha due minuti.

  PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Ministro, apprezzo il tono dalla sua risposta e anche le aperture che nella sua risposta sono presenti. Non era mia intenzione discutere il modo in cui il mosaico è arrivato a Torino: è evidente che le zone deboli, purtroppo anche i popoli deboli hanno spesso pagato un dazio qualche volta troppo pesante nei confronti di chi li governava o, in qualche caso, li dominava ma non era questo lo spirito dell'intervento e lei lo ha capito benissimo.
  Lo spirito è quello di avere un brand della città di Cagliari, che passa anche attraverso la sua storia, che possa essere utilizzato come vantaggio competitivo per lo sviluppo della città e che è un obiettivo a cui teniamo molto. Quindi noi non vorremmo sequestrare il mosaico dell'Orfeo per averlo a Cagliari invece che a Torino. Noi vorremmo che girasse il mondo, vorremmo che girasse l'Italia, vorremmo prestiti prolungati a Cagliari, come quelli a cui lei ha accennato, che possano consentire alla città di Cagliari di identificarsi in un luogo, identificarsi in una narrativa e proporre se stessa con le radici storiche e culturali fortissime di questa città, che noi vorremmo diventassero un vantaggio competitivo per il nostro sviluppo economico.

(Iniziative in autotutela in relazione alla dichiarazione di illegittimità della disposizione che, con riferimento alla procedura di abilitazione scientifica nazionale, prevede che la commissione esaminatrice deliberi a maggioranza dei quattro quinti dei componenti – n. 3-02110)

  PRESIDENTE. Il deputato Piepoli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02110 concernente iniziative in autotutela in relazione alla dichiarazione di illegittimità della disposizione che, con riferimento alla procedura di abilitazione scientifica nazionale, prevede che la commissione esaminatrice deliberi a maggioranza dei quattro quinti dei componenti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata). Le ricordo che ha un minuto.

  GAETANO PIEPOLI. Signor Ministro, lei sa che chi ha superato l'abilitazione con la maggioranza di tre su cinque, per un'assurda regola alla base della medesima abilitazione, è stato dichiarato non idoneo. Fortunatamente il Consiglio di Stato ha buttato all'aria la legge del concorso e, quindi, il Ministero ha riconosciuto che il provvedimento del Consiglio di Stato ha una validità erga omnes ma ritiene di poter procedere esclusivamente per coloro che sono, come dire, già tutelati in virtù di un ricorso amministrativo. Volevo sapere che cosa pensa il Ministero di poter fare e di dover fare per procedere in via di autotutela per poter riconoscere finalmente dignità a coloro che hanno superato in virtù del loro punteggio, ovvero 3 su 5, e che sono tuttora non vincitori.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere ed ha a disposizione tre minuti.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, signor Presidente. Onorevole Piepoli, l'applicazione o meno del criterio di maggioranza qualificata a cui lei fa riferimento – quindi quattro quinti sulla Pag. 58Commissione deliberante l'abilitazione o meno del candidato all'abilitazione scientifica nazionale – non dipende da scelte discrezionali dell'amministrazione bensì dai diversificati pronunciamenti della giustizia amministrativa su questo specifico punto. Riassumo molto brevemente la sequenza dei fatti: si parte da un regolamento n. 222 del 2011 che prevedeva la maggioranza qualificata e che è stato applicato senza alcuna pronunciamento o parere contrario da parte del Consiglio di Stato fino al 5 febbraio quando, a seguito di ricorsi che erano stati fatti su questa stessa procedura di abilitazione e a seguito di pareri espressi dai tribunali amministrativi e in sede cautelare dallo stesso Consiglio di Stato in maniera discorde, quindi quattro quinti versus tre quinti, si è disposto in maniera in questo caso definitiva l'annullamento della norma regolamentare della maggioranza qualificata. Questo ha portato l'Amministrazione doverosamente a chiedere in maniera tempestiva un parere all'Avvocatura dello Stato sull'applicazione di questo pronunciamento del Consiglio di Stato. Ciò è avvenuto e il parere dell'Avvocatura è stato chiaro. Lo riassumo brevemente: gli effetti della sentenza di annullamento si producono sui giudizi di non abilitazione adottati con tre voti favorevoli al candidato e due contrari relativi ai provvedimenti impugnati o ancora impugnabili. Questo è ciò che il Ministero ha immediatamente applicato informando le commissioni sull'orientamento da assumere nei singoli casi e naturalmente – va da sé ma voglio ribadirlo in questa sede – che fin d'ora, alla luce di ulteriori pronunciamenti in merito a questa complessa vicenda, sempre previa richiesta del parere competente dell'Avvocatura dello Stato, si prenderanno provvedimenti diversi.

  PRESIDENTE. Il collega Piepoli ha facoltà di replicare per due minuti.

  GAETANO PIEPOLI. Sono assolutamente insoddisfatto per il motivo molto semplice che la pronuncia del Consiglio di Stato ha colpito la legge del concorso: quindi abbiamo vincitori vincitori, vincitori non vincitori e vincitori non vincitori che si devono addirittura ripresentare da capo e possibilmente saranno dichiarati non vincitori, pur essendo stato vincitori e avendo avuto tre voti su cinque. Naturalmente questo toglie molto alla credibilità dell'azione dello stesso Ministero, soprattutto anche alla sua scelta dichiarata di dover procedere al riconoscimento delle competenze di chi già positivamente ha dimostrato di averle e tra l'altro è giusto che si riaffermi un favor partecipationis per le successive vicende concorsuali che così viene ristretto nella sua base.
  Trovo che questo sia veramente anomalo e, a mio parere, tra l'altro non risarcisce in alcun modo quel senso di deperimento della propria autostima che un ricercatore che ha studiato avverte in questa condizione.

(Iniziative di competenza volte ad assicurare il rispetto, in ambito scolastico, dell'istituto della famiglia come riconosciuto dall'articolo 29 della Costituzione – n. 3-02111)

  PRESIDENTE. Il deputato Grimoldi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Borghesi ed altri n. 3-02111, concernente iniziative di competenza volte ad assicurare il rispetto, in ambito scolastico, dell'istituto della famiglia come riconosciuto dall'articolo 29 della Costituzione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario. Le ricordo che ha un minuto.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, solo per capire da parte del Ministro se esistano delle linee guida per quanto concerne le nostre scuole, perché noi siamo davanti a fatti di cronaca dal mio punto di vista sempre più inquietanti, di scuole che tolgono la festa del papà, di scuole che tolgono la festa del Natale, di scuole che tolgono la festa della mamma, di scuole che tolgono i crocifissi. Noi pensiamo che il Ministero dovrebbe dare delle linee guida alle quali attenersi che passano Pag. 59attraverso una cultura di riferimento che è quella delle nostre tradizioni, della nostra religione, della nostra identità, della nostra storia, collegate inevitabilmente ai valori della famiglia. Mi sembra che al momento ci siano delle lacune da parte degli indirizzi che il Ministero non dà al corpo docente e alle nostre scuole.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere. Ha tre minuti.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, l'onorevole Borghesi fa riferimento a un quadro generale, ma specificando nell'interrogazione scritta – e da lì parto – un caso molto specifico, che è quello della scuola paritaria del comune di Milano di via Toce, che avrebbe, per quanto dichiarato appunto nell'interrogazione dell'onorevole Borghesi, non rispettato o comunque non valutato la possibilità come normalmente avviene nelle scuole, di celebrare la festa del papà, nella cui imminenza ci troviamo proprio in questi giorni. In realtà in questo caso, come in tutti gli altri, la scuola ha provveduto, nel rispetto qui sì delle linee guida che fanno parte dell'autonomia scolastica (fanno parte della necessità di deliberare in sede del Collegio dei docenti tutte le iniziative didattiche, curricolari e extracurricolari che riguardano la scuola medesima), di celebrare questa festività con modalità proprie, con riferimento e il coinvolgimento dei bambini alla figura dei genitori e con strumenti che sono pienamente compatibili con da un lato il rispetto della libertà di insegnamento e delle decisioni collegiali che ogni scuola, nel pieno rispetto della propria autonomia, assume, ma che sono altresì compatibili con il quadro costituzionale a cui l'onorevole fa riferimento e ai valori condivisi. Quindi sia in questo caso, sia in tutti gli altri casi, il Ministero naturalmente non può e non deve entrare nella specifica scelta delle modalità, delle iniziative didattiche assunte; quello che fa e che naturalmente deve fare per la propria competenza è verificare se ci siano anomalie soprattutto nella non assunzione di decisioni che devono passare dal Piano dell'offerta formativa e dalle valutazioni collegiali. In questo caso ciò è avvenuto e questo, per quello che ci riguarda, avviene sostanzialmente sempre. Quindi mi sembra che il tema sia seguito con la massima attenzione, nel pieno rispetto da un lato della libertà di insegnamento, dell'autonomia scolastica, che sono valori altrettanto importanti sanciti dalla Costituzione, naturalmente in un quadro di riferimento valoriale che è quello a cui facciamo tutti riferimento nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Il deputato Grimoldi ha facoltà di replicare. Ha due minuti.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, signor Ministro, io sul caso specifico di Milano le credo, però crediamo che si debbano dare delle linee guida perché non si possa far fare politica, soprattutto se questa è ideologica, nelle scuole. Io le ricordo che ci sono tre scuole di Bologna che hanno abolito la festa del papà e, già che c'erano, anche la festa della mamma; ci sono due scuole a Roma nelle quali c’è anche polemica con i genitori perché hanno tolto la festa del papà per non offendere qualcuno, ci sono innumerevoli scuole che le cronache ci hanno raccontato aver tolto la festa del Natale per non offendere chi evidentemente non festeggia il Natale e arriva qui a casa nostra, ci sono scuole che non chiamano più «mamma» e «papà» mamma e papà, ma li chiamano genitore uno e genitore due. Ora io penso che il Ministero, il Ministro dovrebbe intervenire sul cercare di non far perdere elementi evidentemente di identità e a difesa della famiglia. Se secondo lei è normale a un bambino dire che questa non è la mamma ma il genitore numero uno, ecco io penso che il Ministero dovrebbe intervenire invece che fregarsene.Pag. 60
  Ci sono scuole che tolgono il salame, che tolgono i würstel perché si offende qualcun altro. Io penso che il non offendere qualcuno sia, invece, il farlo passare attraverso una cultura di riferimento che è quella del Paese ospitante, che è la difesa di determinati valori, che è la difesa inevitabilmente della famiglia.
  Voi state zitti quando il signor Vendola va negli Stati Uniti e si compra un bambino e a momenti riesce persino a dire che l'ha partorito lui, ma poi, quando invece c’è da intervenire nelle scuole per la difesa della famiglia, di valori e tradizioni e del crocifisso, il Ministero dorme sonni profondi con encefalogramma piatto. Ecco ci piacerebbe un Governo che non andasse contro il mondo e che non lavorasse in senso contrario a quello che dovrebbe essere l'elementare buonsenso e la difesa dei nostri valori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

(Misure per ristabilire priorità e merito in relazione alla mobilità territoriale dei docenti, con particolare riferimento ai docenti immessi in ruolo nella fase B del piano straordinario di assunzioni e da graduatoria di merito, anche al fine di salvaguardare i motivi familiari – n. 3-02112)

  PRESIDENTE. La deputata Centemero ha facoltà di illustrare l'interrogazione Centemero e Occhiuto n. 3-02112, concernente misure per ristabilire priorità e merito in relazione alla mobilità territoriale dei docenti, con particolare riferimento ai docenti immessi in ruolo nella fase B del piano straordinario di assunzioni e da graduatoria di merito, anche al fine di salvaguardare i motivi familiari (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata). Ha un minuto.

  ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, l'interrogazione, come è stato sottolineato, riguarda il piano straordinario di mobilità previsto dalla legge n. 107 del 2013. La forte immissione in ruolo che è avvenuta quest'anno dà adito appunto a questo piano straordinario di mobilità, è stato appena firmato quello che è un contratto appunto nazionale e noi chiediamo quali provvedimenti vengano assunti dal Ministro innanzitutto per salvaguardare la continuità didattica dei nostri studenti, poi per ristabilire priorità in merito a tutte le fasi del piano straordinario di assunzione, in modo particolare per quanto riguarda la mobilità della fase B e poi soprattutto sull'utilizzo che verrà fatto dei provvedimenti di utilizzo e di assegnazione provvisoria per permettere a quei docenti che hanno assunto incarico a tempo indeterminato, lontano dalle famiglie, di potersi riavvicinare alle proprie famiglie. Questo è uno dei temi cruciali, uno dei temi sensibili per molti docenti.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere. Ha tre minuti.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, io parto, onorevole Centemero, in questa complessità importante e fondamentale dell'applicazione del comma 108, che riguarda la mobilità, della legge n. 107 del 2015, la «buona scuola», non 2013 naturalmente, da un dato politico. Il dato politico è che l'accordo che è stato siglato e trovato con le forze sindacali del comparto scuola lo scorso 10 febbraio è un punto di partenza e un punto di arrivo molto importante, perché consente di completare l'applicazione della legge su questo punto delicato in cui è necessario, come lei ha in parte implicitamente riferito, un equilibrio tra le esigenze delle diverse tipologie di docenti assunti, che sono legittime e che naturalmente ci impegniamo e ci siamo impegnati, soprattutto grazie a questa ultima fase, a rispettare, e il funzionamento regolare, il più possibile efficiente, sempre più efficiente della scuola italiana.
  Faccio riferimento, comunque, alle linee che la legge molto chiaramente descrive per questo punto, quello della mobilità, Pag. 61e le riassumo in tre punti che sono: l'indicazione dell'ordine di priorità che va seguito per decidere quali docenti potranno spostarsi e dove, e questa è un'indicazione molto precisa, che non riassumo nel dettaglio, ma che ci è nota e deriva direttamente dal dettato della legge; poi il tema della sequenza relativa alle graduatorie di merito e alle graduatorie ad esaurimento, e rispetto a questo punto mi preme sottolineare che l'intesa raggiunta consente anche ai docenti delle graduatorie di merito di chiedere un riavvicinamento, e questa era appunto il quesito più specifico che l'onorevole Centemero poneva; infine, per quello che riguarda i docenti assunti nelle fasi «zero» e «B» del piano di assunzione, anche qui voglio ricordare che sono stati assunti nella propria provincia e che quindi potremo adesso consentire anche a loro di fare una domanda di mobilità. Quindi, anche per questa diversa categoria c’è un'attenzione particolare, che consentirà di mantenere l'equilibrio tra il buon funzionamento e le differenti condizioni di partenza dei singoli docenti.
  Un altro tema che l'onorevole non ha citato nella esposizione orale, ma che è contenuto nell'interrogazione – mi tiene recuperarlo – riguarda la complessità della gestione di questa fase dell'incarico agli uffici scolastici regionali e voglio ricordare che, a questo riguardo, tutte le istanze di mobilità sono state automatizzate. Quindi, questo è lo strumento, insieme naturalmente a un complesso lavoro di sostegno che il Ministero sta facendo giorno dopo giorno, che ci garantisce l'efficienza e ci garantisce anche la sostenibilità di questo strumento.
  Quindi, mi sembra che sia sul piano squisitamente amministrativo, cioè l'applicazione del comma specifico della legge, sia sul piano del risultato politico, cioè la possibilità di trovare un equilibrio tra queste due istanze, quella delle singole tipologie dei docenti e quella, invece, del funzionamento della scuola, che è quello che ci preme – concludo subito, Presidente –, si sia ad un punto di soddisfazione condiviso.

  PRESIDENTE. La collega Centemero ha facoltà di replicare per due minuti.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Innanzitutto voglio sottolineare che per noi di Forza Italia la scuola è una cosa seria, perché riguarda appunto studenti, studentesse e famiglie e che non vogliamo fare di un tema così delicato, come quello della scuola e come quello della mobilità dei docenti, uno strumento per le campagne elettorali. Noi non vogliamo utilizzarlo appunto in modo demagogico e strumentale (questo il primo punto).
  È chiaro che la risposta che lei ha dato non ci soddisfa, nel senso che è talmente complesso il sistema cui siamo di fronte quest'anno che trovare un equilibrio tra quelle che sono le esigenze di funzionalità della scuola e di continuità didattica per i nostri studenti e, dall'altra parte, le esigenze familiari e di mobilità di molti docenti è complesso e difficile. Io comprendo questa cosa e comprendo anche gli sforzi che sono stati fatti e che verranno fatti, soprattutto a livello di uffici scolastici regionali.
  Non ci riteniamo soddisfatti perché nella sua risposta non abbiamo capito, ad esempio, come potrà essere utilizzato – una sorta di finestra di speranza per i docenti – lo strumento, ad esempio, delle assegnazioni provvisorie, che potrebbe consentire a molti docenti, che rimarranno comunque lontani da casa, di riavvicinarsi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

(Iniziative volte a favorire la riconversione dei distributori tradizionali di benzina e gasolio prossimi alla dismissione in distributori di metano e gpl – n. 3-02113)

  PRESIDENTE. Il deputato Pizzolante ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02113, concernente iniziative volte a favorire la riconversione dei distributori tradizionali di benzina e gasolio prossimi alla dismissione Pag. 62in distributori di metano e gpl (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  SERGIO PIZZOLANTE. Grazie, Presidente. Signor Ministro, è in atto una profonda trasformazione delle reti delle stazioni di servizio di carburante tradizionali (meno 54 per cento di vendite in autostrada). Sono circa 3 mila le stazioni considerate ormai obsolete e, nello stesso tempo, il Ministero dell'interno e il Ministero dello sviluppo economico hanno siglato un accordo per la sicurezza e per l'evoluzione della rete. Inoltre, si è legiferato per costituire fondi per lo smantellamento di impianti obsoleti e per l'integrazione con stazioni più sicure e impianti a gas e a metano.
  Si chiede se non si ritenga opportuno incentivare e accelerare ulteriormente la riconversione di tali stazioni, prevedendo nuove misure per incrementare adeguatamente il Fondo predisposto ad hoc.

  PRESIDENTE. La Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  FEDERICA GUIDI, Ministra dello sviluppo economico. Grazie, Presidente. Io rispondo, riguardo alla questione posta dall'onorevole Pizzolante, sottolineando, prima di tutto, l'importanza del Fondo per la razionalizzazione della rete di distribuzione dei carburanti per quello che riguarda la rete stradale ordinaria. Con i suoi 23 mila impianti, la rete italiana ha rilevanti problemi strutturali, specie nel confronto con i principali Paesi europei. Il Fondo è alimentato dai gestori e dai titolari degli impianti non autostradali ed è essenziale per garantire la sostenibilità sociale e ambientale proprio al processo di ristrutturazione della rete. Al momento non è previsto che le sue risorse siano destinate ad altre finalità e un eventuale ampliamento di risorse o di competenze dovrebbe essere comunque concertato con i soggetti, che dicevo prima, che lo finanziano.
  Per quanto riguarda, invece, il settore autostradale, siamo di recente intervenuti, con il decreto interministeriale MISE-MIT del 7 agosto 2015, attraverso varie misure di razionalizzazione della rete e anche di rivisitazione dei servizi all'utenza e in questo contesto le chiusure sono limitate a 25 aree a fronte di 16 nuove aperture.
  Con riferimento agli impianti di erogazione, in Italia vi sono 3.800 impianti GPL, di cui circa 225 in autostrada e mille impianti con metano, di cui 28 in autostrada. La rete del GPL appare, dunque, sviluppata anche in autostrada.
  Sulla distribuzione del metano stiamo invece lavorando su più livelli: in primo luogo, è stato sottoscritto un protocollo per il metano in autostrada da parte di alcune regioni, segnatamente Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Marche e Puglia e associazioni quali Legambiente, Aiscat, Unione Petrolifera, Assopetroli, Federmetano e Assogas Metano. Inoltre, a livello centrale siamo intervenuti con il citato decreto, disponendo che nelle procedure concorsuali per l'affidamento del servizio sia inserito l'obbligo di adeguamento per la fornitura di ulteriori carburanti, in particolare metano, anche nella forma liquida. Ulteriori interventi potranno anche essere inseriti nel decreto legislativo di recepimento della direttiva n. 94 del 2014 sulla realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi.
  Ricordo, infine, che presso il MISE è stato istituito un tavolo di concertazione con le regioni per sviluppare proprio iniziative innovative di distribuzione di metano, compreso il biometano in forma compressa o liquida per la realizzazione di nuovi impianti e per il potenziamento di quelli esistenti sia sulle reti stradali sia su quelle urbane e ordinarie.
  Per quanto riguarda, infine, il finanziamento di queste misure, è allo studio l'utilizzo di fondi europei, specialmente del Fondo di coesione e sviluppo, con particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno, che registrano in effetti un ritardo nella distribuzione e nell'utilizzo di questo carburante.

Pag. 63

  PRESIDENTE. Il deputato Pizzolante ha facoltà di replicare per due minuti.

  SERGIO PIZZOLANTE. Grazie, Presidente. Signor Ministro, dalla sua risposta si evince che c’è da parte del Ministero che lei guida la giusta attenzione all'evoluzione e alla modernizzazione della rete.
  Oltre alle cose che conoscevamo e che erano nella interrogazione, lei ha aggiunto ulteriori elementi che riguardano anche il futuro. Per questo io mi ritengo soddisfatto e, come dire, penso che il Governo e il Parlamento insieme potranno fare ulteriori passi in avanti.

(Chiarimenti in ordine al funzionamento del fondo di previdenza del clero secolare e dei ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla cattolica – n. 3-02114)

  PRESIDENTE. Il deputato Claudio Cominardi ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02114, concernente chiarimenti in ordine al funzionamento del Fondo di previdenza del clero secolare e dei ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla cattolica (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Gestione costantemente in passivo, con risultati economici annuali negativi compresi tra i 56 e i 115 milioni di euro tra il 2002 il 2015; 2,2 miliardi di euro di deficit patrimoniale. Parliamo del Fondo di previdenza presso l'INPS del clero secolare e dei ministri di culto delle diverse confessioni religiose. Chi paga questo disavanzo ? Pantalone, ovviamente !
  Quello che chiediamo è di sapere se, tra la moltitudine di umili parroci beneficiari di questo Fondo, vi siano anche alti prelati con laute pensioni da noi tutti pagate, come il cardinal Bertone, visto il suo tenore di vita ed il suo attico di 700 metri quadrati, recentemente ristrutturato attraverso dubbie risorse economiche.
  Quindi, sono qui a chiedere di che importi siano queste pensioni e se esistano pensionati d'oro anche in Vaticano alle spalle dei contribuenti.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente, e grazie agli interroganti. L'atto, come ricordato, riguarda la situazione finanziaria del Fondo di previdenza per il clero secolare per i ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla cattolica.
  Questo Fondo è disciplinato dalla legge n. 903 del 1973 e dall'articolo 42 della legge n. 488 del 1999. Eroga esclusivamente queste prestazioni previdenziali (pensione di vecchiaia, di invalidità e ai superstiti). L'iscrizione al Fondo è compatibile con l'iscrizione all'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti e con altre forme di previdenza sostitutive di quest'ultima o che ne comportino l'esclusione o l'esonero.
  Tuttavia, le pensioni a carico del Fondo non sono cumulabili, nella misura di un terzo del loro importo, con le pensioni a carico dell'assicurazione generale obbligatoria e con quelle a carico dei fondi sostitutivi esclusivi o esonerativi della stessa. Le somme non cumulabili sono trattenute a cura dell'INPS e devolute al Fondo stesso.
  Per quanto concerne la situazione economica e finanziaria del Fondo, il disavanzo economico origina dal differenziale strutturale tra le entrate contributive, che ammontano, in riferimento al 2014, a circa 33 milioni di euro annui, e le prestazioni a carico della gestione, che ammontano a 82 milioni di euro, sempre nel 2014.
  Pur tenendo conto degli attuali squilibri del Fondo, voglio sottolineare che eventuali interventi modificativi, che al momento non sono allo studio, devono in ogni caso essere valutati attentamente, tenendo conto della peculiarità del Fondo, nonché dell'importo dei trattamenti liquidati in favore dei soggetti iscritti.
  Per quanto concerne i dati richiesti relativi agli importi delle pensioni erogate, posso riferire, dalle informazioni che abbiamo acquisito all'INPS, che nel 2014 il Pag. 64Fondo ha erogato 13.788 pensioni. Dall'altro lato, data la complessità e la specificità dei dati che sono stati qui ribaditi in termini di richiesta dagli onorevoli interroganti e per il tempo molto stretto che abbiamo avuto a disposizione per l'elaborazione degli stessi, mi riservo di fornire agli interroganti, appena disponibile, un quadro preciso e particolareggiato, che possa consentire l'analisi puntuale e il maggiore approfondimento rispetto alle domande che qui ci sono state poste.

  PRESIDENTE. Il collega Cominardi ha facoltà di replicare.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Non sono assolutamente soddisfatto della risposta, innanzitutto perché non abbiamo numeri esaustivi, e poi vedremo di che si tratta, e le spiego inoltre perché. Si stima che la Chiesa abbia un patrimonio immobiliare di mille miliardi di euro, oltre il 15 per cento del valore totale degli immobili in Italia: 115 mila proprietà. Nel mondo può inoltre contare lo stesso numero di ospedali, università e scuole degli Stati Uniti d'America. A questi si aggiungono le case di riposo, gli asili, i fabbricati, gli alberghi, le strutture di ospitalità dei turisti, le abitazioni in affitto e così via, per non parlare del potere finanziario rappresentato dalla famigerata banca vaticana, lo IOR. Riceve donazioni tramite l'8 per mille, i benefattori, le offerte dei fedeli e tramite le esenzioni che lo Stato fa alla Chiesa sulle tasse e in particolare sull'IMU.
  Quindi, pagare anche le pensioni dei prelati da parte dei già tartassati contribuenti italiani mi sembra onestamente eccessivo, soprattutto se si considera che i tre quarti dei 14 mila pensionati in oggetto risultano essere titolari di almeno una seconda pensione.
  Non posso sentirmi rispondere dal Governo che non farà alcun intervento per togliere il contributo regalo dello Stato italiano. Sarebbe stato sufficiente incrementare il contributo di chi versa al Fondo considerando che le prestazioni erogate superano di tre volte i contributi versati.
  Detto ciò, non esiste proprio che i soldi li debba tirare fuori sempre il semplice cittadino. È indecente ! Questo vale per il Fondo clero, 8 milioni di euro all'anno, e vale per i cappellani militari, che vanno in pensione anche dopo tre anni di servizio, percependo fino a 4 mila euro al mese, e che ci costano 6 milioni e mezzo di euro all'anno.
  Quando il Governo, qualche anno fa, decise di riequilibrare il sistema pensionistico, ci ha impiegato pochissimo tempo a far votare l'infame riforma Fornero, che noi abbiamo chiesto di abrogare in questo Parlamento per ben sette volte, più di ogni altro gruppo politico.
  La gente è disperata, abbiamo 4,2 milioni di persone in povertà assoluta in Italia. Dobbiamo tagliare i vitalizi dei politici, le pensioni d'oro e i privilegi di ogni genere come questo, perché, come diceva Gesù (e lo dico per i fedeli e sono convinto che Papa Francesco la pensi allo stesso modo), vi è più gioia nel dare che nel ricevere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Elementi ed iniziative in ordine alla richiesta della Fincantieri relativa al riconoscimento in favore dei lavoratori dello stabilimento di Riva Trigoso del trattamento di cassa integrazione ordinaria – n. 3-02115)

  PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02115, concernente elementi ed iniziative in ordine alla richiesta della Fincantieri relativa al riconoscimento in favore dei lavoratori dello stabilimento di Riva Trigoso del trattamento di cassa integrazione ordinaria (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  LUCA PASTORINO. Grazie, Presidente. Questa interrogazione fa seguito ad un altro atto di sindacato ispettivo svoltosi la settimana scorsa in Commissione lavoro e relativo appunto alla situazione attuale dello stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso, Pag. 65dove dal 7 marzo è in atto un provvedimento di cassa integrazione che coinvolge nei fatti, ad oggi, 15 dipendenti, per un montante complessivo di lavoratori fino a 35. Ciò dal 7 marzo, appunto, fino al 5 giugno.
  Allora il rappresentante del Governo ha sostenuto, in risposta al quesito, che dalle informazioni acquisite dalla direzione territoriale competente non risultava essere stata presentata alcuna istanza volta appunto al riconoscimento in favore dei lavoratori dello stabilimento di Riva del trattamento di cassa integrazione in deroga.
  Beh, insomma, questo non corrisponde alla realtà. Abbiamo allegato a questo nuovo quesito ulteriori elementi di valutazione, anche in ragione di un momento particolarmente positivo sia per quello stabilimento in termini di produttività, sia per il gruppo.
  E, quindi, chiediamo al Ministro se abbia, appunto, intenzione di approfondire meglio questo discorso, anche perché Fincantieri, per il 70 per cento, è in mano pubblica. Chiediamo, appunto, ragione di questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. A fronte dell'integrazione dell'interrogazione e della precedente richiesta, comunque siamo portati a ribadire che, a seguito di un'ulteriore verifica presso l'INPS del territorio, che è competente rispetto alla cassa integrazione ordinaria, ad oggi non risulta essere stata presentata alla direzione provinciale dell'INPS alcuna istanza volta al riconoscimento in favore dei lavoratori dello stabilimento di Riva Trigoso del trattamento di cassa integrazione ordinaria. Aggiungo che, secondo quanto rappresentato dall'INPS, la sospensione dell'attività lavorativa risulterebbe essere iniziata il 7 marzo e, dunque, l'azienda, a termini di legge, ha quindici giorni di tempo da tale data per presentare l'istanza che, al momento, appunto non risulta pervenuta.
  In conclusione, non mi resta che osservare che la concessione dei trattamenti di cassa integrazione ordinaria spetta all'INPS e non al Ministero del lavoro e delle politiche sociali che autorizza solo i trattamenti di integrazione straordinaria. E, sebbene il Ministero del lavoro e delle politiche sociali non possa ingerirsi nelle scelte industriali dell'imprenditore, come sempre sarà cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, per la tutela dei diritti dei lavoratori che è, ovviamente, la nostra priorità. Quindi, nonostante questa vicenda sia tipicamente locale, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali continuerà a monitorare la situazione occupazionale dei lavoratori dello stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso appunto per comprendere come questa situazione stia evolvendo.

  PRESIDENTE. Il collega Pastorino ha facoltà di replicare.

  LUCA PASTORINO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, chiaramente la risposta non ci soddisfa ed evidentemente dovrò porre il quesito a un Ministro diverso. L'ultima parte sì, nel senso che, se lei ha bene in mente la tutela dei lavoratori, comunque potrà quantomeno, leggendo il testo dell'interrogazione, chiedersi come mai tale situazione di fronte ad una produttività e ad una mole di lavoro attualmente presente nello stabilimento di Riva Trigoso, che conta 672 dipendenti, contro i 950 del 2008, e conta il 55 per cento di lavorazioni su scafi e allestimenti date all'esterno. Insomma, è un provvedimento che riguarda 15 lavoratori su questa mole qui. Quando ci sono tre navi in costruzione, quando la legge navale che questo Parlamento ha approvato l'anno scorso dà garanzie e prospettive a tutto il gruppo nella parte militare per essere tranquilli per i prossimi cinque, dieci anni, lei capisce che forse qualcosa non va. Nell'ambito specifico della sua competenza, io però ho ricordato – sarà sicuramente vera Pag. 66la questione dei quindici giorni – che Confindustria a Genova già il 4 febbraio 2016 comunicava ai sindacati la necessità da parte dello stabilimento di Riva Trigoso di procedere con carattere d'urgenza ad adottare questo provvedimento. Quindi, voglio dire, va bene che siamo in un Paese in cui magari gli enti non si parlano, ma tutto questo è sembrato strano. Lo dico perché c’è stato l'interessamento della regione Liguria, c’è stato l'interessamento in questo senso e la mobilitazione da parte dei sindaci del territorio in una riunione svoltasi recentemente presso il comune di Sestri Levante. C’è stato per la preoccupazione che non si torni magari a discorsi quali lo scorporo della meccanica da questo stabilimento e, quindi, problematiche che già in passato sono aleggiate per quella zona d'Italia e della Liguria in particolare.
  Chiudo, dicendo che, nell'economia del buon momento del gruppo, ieri l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, commentava positivamente un accordo che Fincantieri avrebbe siglato o sta per siglare, attraverso la sua controllata Vard, per la costruzione di quattro nuove navi da crociera. Quindi, l'accordo, secondo l'amministratore Bono, è di fondamentale importanza per l'intero gruppo Fincantieri e di questo ne siamo tutti contenti. Anche in ragione di questo e di tante altre cose mal si concilia...

  PRESIDENTE. Concluda, per favore.

  LUCA PASTORINO. ... questo periodo decisamente positivo con la messa in cassa integrazione di 15 lavoratori a Riva Trigoso.

(Iniziative volte a verificare l'utilizzo dello strumento dei cosiddetti voucher, in vista di una riconsiderazione della relativa disciplina finalizzata in particolare a rafforzare le procedure di tracciabilità delle prestazioni – n. 3-02116)

  PRESIDENTE. La deputata Gnecchi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Damiano ed altri n. 3-02116, concernente iniziative volte a verificare l'utilizzo dello strumento dei cosiddetti voucher, in vista di una riconsiderazione della relativa disciplina finalizzata in particolare a rafforzare le procedure di tracciabilità delle prestazioni (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  MARIALUISA GNECCHI. Grazie, Presidente. Noi siamo veramente molto preoccupati perché nel 2015 si è arrivati a ben 115 milioni di buoni voucher da 10 euro. Noi siamo veramente preoccupati proprio perché i lavoratori e le lavoratrici, che usufruiscono dei voucher, non hanno alcun diritto né tutele minime, tenuto conto che non si matura né il trattamento di fine rapporto né le ferie, non si ha diritto alle indennità di malattia e di maternità né agli assegni famigliari e non si matura il diritto al sussidio di disoccupazione.
  A nostro parere, la cosa più preoccupante, che pensiamo preoccupi anche il ministro, è che l'uso distorto dei voucher entra in forte contraddizione con gli obiettivi di stabilizzazione del lavoro, con tutto quello che la delega lavoro si prefiggeva e quindi siamo assolutamente convinti che, per questi giovani, che sono per il 54,1 per cento sotto i trentacinque anni, utilizzatori dei voucher, bisogna assolutamente non solo monitorare, ma entrare veramente nella modifica dello strumento.
  Ci teniamo anche a sottolineare che solo il 13 per cento del voucher va nel fondo adeguamento pensioni, rispetto al 33 per cento di tutti gli altri lavoratori, e ben il 5 per cento va in spese al concessionario.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente, grazie onorevole Gnecchi, ribadisco evidentemente l'opinione del Governo e del ministro rispetto al tema del lavoro che va fatto per impedire che si producano situazioni di irregolarità all'interno al Pag. 67mercato del lavoro; quindi il tema del monitoraggio, dell'applicazione delle regole e dei contratti, a seguito della nuova legge di riforma del mercato del lavoro è un impegno che il Governo e il Ministero del lavoro stanno sviluppando quotidianamente.
  Abbiamo dedicato un'attenzione particolare al tema dei voucher, anche se debbo ricordare che, rispetto al Jobs Act, gli unici due interventi che sono stati fatti sul tema dei voucher riguardano l'innalzamento da 5 a 7000 euro del compenso massimo annuale che ciascun lavoratore può ricavare dal lavoro accessorio e il divieto di utilizzare il lavoro accessorio all'interno degli appalti. Nei prossimi giorni pubblicheremo un report completo, con tutti i dati e con tutti gli elementi in nostro possesso; un report che abbiamo costruito insieme ad INPS, affinché tutti possano puntualmente valutare la situazione che si è determinata e quindi anche gli eventuali interventi nel merito.
  Al momento, quello che posso anticipare è che la utilizzazione dei voucher ha segnato una impennata a partire dalle modifiche introdotte con la legge n. 92 del 2012, che ha ampliato i campi di attività dove è possibile utilizzare i voucher e che, a livello settoriale, i dati più significativi di incremento riguardano il commercio, i servizi e il turismo. L'analisi che abbiamo sviluppato, anche per valutare l'osservazione che è stata fatta dagli interroganti intorno al tema se i voucher abbiano cannibalizzato altre forme contrattuali, al momento permette di dire che gli elementi che abbiamo riscontrato segnalano che i lavoratori, che avevano avuto nei sei mesi precedenti un rapporto di lavoro con l'impresa che poi ha utilizzato nei loro rapporti i voucher, valgono circa il 10 per cento, con una particolare significatività nei settori che ho appena citato, quindi turismo e servizi. Questo potrebbe far pensare che una parte dei contratti a chiamata siano stati in qualche misura sostituiti da questa situazione. L'intenzione del Governo è molto chiara: al fine di eliminare comportamenti illeciti o aggiramenti della norma, nel prossimo intervento che realizzeremo di prima modifica dei decreti di attuazione del Jobs Act, introdurremo un intervento che amplia la strumentazione per la tracciabilità di questi strumenti, introducendo l'obbligo per l'impresa di una comunicazione via sms o telematica prima dell'inizio dell'utilizzo dei voucher. Questa è la prima cosa che possano fare in tempi molto veloci; naturalmente continueremo il monitoraggio e, a fronte di problematicità che continuino a verificarsi, naturalmente a quel punto dovremo fare riflessioni diverse in termini di applicazione e di costruzione di una nuova e diversa normativa.

  PRESIDENTE. Il deputato Damiano ha facoltà di replicare.

  CESARE DAMIANO. Grazie, Presidente. Naturalmente apprezzo il fatto che il Governo abbia intenzione di migliorare la tracciabilità di questo strumento, ma non basta. Io voglio ricordare quello che era lo spirito e la lettera della legge Biagi; le prestazioni accessorie erano meramente occasionali – piccoli lavori domestici o di giardinaggio, o lavori di emergenza – e riguardavano soggetti particolarmente deboli.
  Oggi siamo di fronte ad una esplosione di questo strumento. Quindi, noi chiediamo sicuramente maggiore tracciabilità, ma anche di tornare a delimitare l'uso di questo strumento. Perché ? L'abbiamo istituito nel 2008, l'ho fatto quando ero ministro del lavoro, soltanto per la vendemmia. Per i lavoratori ? No, era per gli studenti e i pensionati. Furono venduti 500.000 voucher, mentre l'anno scorso 115 milioni; vuol dire che si è moltiplicato per 230 volte l'utilizzo di questo strumento. Uno studio della UIL dice che almeno un voucher è andato nelle mani di 1.600.000 lavoratori nel 2015. Qui c’è una contraddizione, ministro; il Jobs Act punta tutto sul contratto a tutele crescenti per dare stabilità, ma, se noi non limitiamo l'uso dei voucher corriamo il rischio di creare una nuova generazione di precari «voucherizzati», che è la quintessenza della precarietà, e consideriamo che queste persone Pag. 68sul voucher hanno il 13 per cento che va a pensione. Precari e poveri pensionati non è il futuro; questa contraddizione va eliminata, tornando lo ripeto allo spirito e alla lettera della legge Biagi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Chiarimenti in ordine alla disponibilità dei fondi statali non ancora trasferiti alla regione Campania finalizzati all'occupazione dei cosiddetti precari Bros – n. 3-02117)

  PRESIDENTE. Il deputato Taglialatela ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02117, concernente chiarimenti in ordine alla disponibilità dei fondi statali non ancora trasferiti alla regione Campania finalizzati all'occupazione dei cosiddetti precari Bros (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MARCELLO TAGLIALATELA. Grazie Presidente. Ministro, come avrà letto dalla mia interrogazione, fondamentalmente cerchiamo di capire se esistano ancora fondi, che erano oggetto di un'intesa interistituzionale tra regione Campania, provincia di Napoli, comune di Napoli e Ministero, il suo Ministero, del 2009. Si tratta di 20 milioni di euro che dovevano servire per avviare al lavoro soggetti che erano già stati formati attraverso progetti del Ministero del lavoro. Pare che siano stati utilizzati solo in parte quei 20 milioni, 12 milioni e mezzo; ne sarebbero disponibili ancora 7 milioni e mezzo. Il comune di Napoli sta avviando strane procedure con le quali immagina di poter utilizzare questi fondi, senza indicare con precisione le modalità nella scelta dei soggetti e anche la finalità dei progetti stessi. In sintesi, le chiediamo se questi 7 milioni e mezzo sono ancora disponibili presso il Ministero, se potranno essere utilizzati dal comune di Napoli, quali sono le procedure che eventualmente il comune di Napoli ha avviato, insieme alla regione Campania. Questo, tenendo conto che siamo in prossimità di una campagna elettorale e vogliamo immaginare che sia lontana l'idea di utilizzare il clientelismo per queste attività che riguardano i disoccupati.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Taglialatela, che riguarda il finanziamento a carico del Fondo sociale per l'occupazione e formazione del progetto Bros, posso confermare e ribadire quanto segue. Nel 2009, il Ministero del lavoro, la regione Campania, la provincia di Napoli e il comune di Napoli, hanno siglato una convenzione che prevede un finanziamento di 10 milioni di euro, a carico del Fondo sociale per l'occupazione e la formazione, del progetto denominato Bros; questo progetto, lo ricordo, è volto a realizzare azioni dirette all'inserimento occupazionale dei disoccupati, degli inoccupati, ed in generale dei soggetti in condizione di svantaggio occupazionale della regione Campania.
  Con successiva convenzione è stato stabilito che il trasferimento delle risorse alla regione Campania avvenisse in quattro tranche. La prima quale anticipo; le tre successive sulla base dell'attivazione di specifiche opportunità di lavoro. La regione, pertanto, avrebbe dovuto fornire al Ministero del lavoro una relazione periodica sul raggiungimento degli scopi prefissati. Nel marzo del 2010 il Ministero del lavoro ha erogato alla regione la prima tranche delle risorse, per un importo pari a 2,5 milioni di euro; tuttavia, poiché la regione non ha fornito alcun riscontro in ordine all'utilizzo di queste risorse, il Ministero del lavoro ha provveduto al recupero delle stesse mediante compensazione con altri crediti vantati dalla regione Campania. Ad oggi, sebbene il Ministero del lavoro abbia dimostrato, anche recentemente, la disponibilità ad affrontare la questione in esame, la regione non ha formulato alcuna proposta finalizzata all'occupazione del personale coinvolto nel progetto Bros.Pag. 69
  Conseguentemente, le risorse residue, pari a 7,5 milioni di euro, non sono state a tutt'ora né impegnate, né erogate. Posso pertanto confermare, ancora una volta, la disponibilità del Ministero del lavoro ad erogare queste risorse qualora la regione Campania formuli idonee e concrete proposte attuative volte alla realizzazione del progetto così come era stato convenuto.

  PRESIDENTE. Il deputato Taglialatela ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Ministro, la ringrazio per la risposta precisa ed esaustiva. Rimane la perplessità sulla mancanza di un dialogo, da quello che comprendo, tra il suo Ministero, la regione Campania ed eventualmente il comune di Napoli e la città metropolitana che ha, di fatto, superato l'amministrazione provinciale. È evidente che stiamo parlando di una cifra significativa, 7,5 milioni; non penso che ci siano in tante altre regioni cifre di questo tipo disponibili dal 2009. Quindi, avere da parte sua un'informazione ancora più dettagliata sulle procedure, che attualmente sarebbero ancora possibili da utilizzare per fare in modo che questi 7,5 milioni vadano nel solco della intesa interistituzionale, è certamente qualche cosa di molto utile, tenendo conto della drammatica situazione della disoccupazione giovanile, e non solo, nella nostra città. Le ricordo che quelli erano progetti che non avevano limiti di età, quindi andavano ad intercettare anche fasce di età superiori a quelle che normalmente vengono coperte, per esempio, attraverso Garanzia giovani. Quindi, le chiedo, Ministro, di essere ancora più preciso, eventualmente interpellando direttamente la regione Campania e il comune di Napoli sulle procedure che stanno utilizzando.

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto tecnico Enrico Mattei di Casamicciola Terme, in provincia di Napoli, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Chiarimenti in merito alla nomina dell'avvocato Andrea Gentile a consigliere d'amministrazione dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano – n. 3-02118)

  PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02118, concernente chiarimenti in merito alla nomina dell'avvocato Andrea Gentile a consigliere d'amministrazione dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ARTURO SCOTTO. Grazie Presidente. Signora Ministra, l'Istituto nazionale dei tumori di Milano è un polo d'eccellenza per l'attività di ricerca biomedica e di prevenzione delle patologie oncologiche, principale polo di oncologia pediatrica in Italia, secondo in Europa. La Ministra Lorenzin, nel disappunto della comunità scientifica, ha nominato la scorsa settimana l'avvocato penalista Andrea Gentile, figlio del sottosegretario alle infrastrutture Antonio Gentile, nel CdA dell'Istituto nazionale dei tumori. Ora, quell'istituto non può essere trattato come un ufficio di collocamento del Nuovo Centrodestra e del Governo.
  Chiediamo alla Ministra quali siano le ragioni di questa nomina chiaramente ispirata a una pratica nepotista e spartitoria (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. La Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente. Rispondo ovviamente in sostituzione del Ministro Lorenzin a cui era rivolto il quesito e, sulla base degli elementi forniti dal Ministro Pag. 70della salute, che è competente in via esclusiva alla nomina di cui si sta discutendo.
  Gli onorevoli interroganti riportano una vicenda che è stata oggetto negli ultimi giorni di attenzione su alcuni organi di stampa e che concerne una designazione compiuta nel rispetto delle norme di legge e statutarie vigenti. La Fondazione IRCCS-Istituto nazionale dei tumori di Milano ha un consiglio di amministrazione di sette componenti, di cui quattro designati dal presidente della regione Lombardia, uno dal sindaco di Milano, uno dal Ministro della salute e uno dai soci partecipanti della Fondazione ove esistenti, in caso negativo dalla regione Lombardia. L'avvocato Andrea Gentile è stato designato dal Ministro Lorenzin il 16 settembre 2015 quale componente del citato consiglio di amministrazione. La normativa vigente, segnatamente l'articolo 3, del decreto legislativo n. 288 del 2003 e l'articolo 12 dello statuto della Fondazione non stabiliscono specifici requisiti per i componenti del consiglio di amministrazione. Pertanto, priva di supporto normativo si palesa l'affermazione degli interroganti secondo cui i componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione dovrebbero essere necessariamente medici o comunque soggetti in possesso di competenze sanitarie.
  Ed invero, le competenze del consiglio di amministrazione sono stabilite all'articolo 13 dello statuto della Fondazione e tra queste non rientrano competenze che implicano il necessario possesso della laurea in medicina ovvero di titoli di studio professionale in materia sanitaria. Non è infatti un caso che tra i componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione designati dalla regione Lombardia e dal comune di Milano compaiono soggetti non muniti di laurea in medicina ovvero di titoli di studio professionali in materie sanitarie. Infatti, tra i componenti del CdA, oltre all'avvocato Gentile, figurano un diplomato ragioniere programmatore elettronico, designato dal comune di Milano, un laureato in scienze politiche, un laureato in lettere moderne, entrambi designati dalla regione Lombardia, due laureati in medicina e chirurgia, un laureato in farmacia, designati dalla medesima regione. Ne discende che la designazione dell'avvocato Andrea Gentile, dottore di ricerca in diritto penale delle scienze mediche e biotecnologiche e docente universitario a contratto presso l'Università LUISS-Guido Carli di Roma, risponde ai criteri normativi sopra esplicitati. Quanto poi alla circostanza che l'avvocato Andrea Gentile è il figlio dell'attuale sottosegretario dello sviluppo economico, Antonio Gentile, si evidenzia da un lato che all'epoca della designazione, avvenuta il 16 settembre 2015, il senatore Gentile non era stato investito dell'incarico governativo, dall'altro, che tale rapporto di filiazione non integra causa di inconferibilità o incompatibilità.

  PRESIDENTE. Il collega Scotto ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, signor Presidente. La sociologia lo chiama familismo amorale, ed è una delle cause principali dell'arretratezza di alcune aree del Paese. Il messaggio che lei ha lanciato, che ha lanciato la sua collega Lorenzin, è devastante, perché questa nomina segna un principio, che l'unica competenza attribuita all'avvocato penalista Gentile è essere figlio del sottosegretario allo sviluppo economico, Gentile. Non basta dire all'epoca non lo era. Come è noto a tutti, c'era in corso un'indagine che aveva allontanato quel sottosegretario dalla possibilità di avere un incarico di Governo a cui è stato reintegrato successivamente.
  Vedete, signora Ministra, da due anni voi tagliate nastri, raccontate storie di successi, parlate di merito, mi dispiace dirlo, sono tutte fandonie. Con questo atto non fate altro che dire alla nostra migliore gioventù che se è sola, se ha un cognome che non è quello giusto, o deve confidare nella fortuna e nella buona sorte, o se vuole che il suo talento le venga riconosciuto, deve fare le valigie e andare via da questo Paese. Questa nomina Pag. 71mi auguravo fosse – come dire – ispirata a criteri di competenza che non vedo. Le altre figure che sono inserite all'interno del consiglio d'amministrazione hanno già da anni affrontato un lavoro in quel settore, per cui mi pare di capire che questa risposta non possa essere assolutamente soddisfacente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 16,15 con il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge recante: Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi.

  La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amici, Bocci, Boccia, Michele Bordo, Bueno, Caparini, Capelli, Catania, Cicchitto Cirielli, Dambruoso, Dellai, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Garofani, Losacco, Manciulli, Mazziotti Di Celso, Nicoletti, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Ravetto, Rosato, Rossomando, Sani, Schullian, Scotto e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centonove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Gadda ed altri; Galati; Mongiello ed altri; Causin ed altri; Faenzi ed altri; Sberna ed altri; Mantero ed altri; Nicchi ed altri: Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi (A.C. 3057-3163-3167-3191-3196-3237-3248-3274-A) (ore 16,16).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 3057-3163-3167-3191-3196-3237-3248-3274-A: Gadda ed altri; Galati; Mongiello ed altri; Causin ed altri; Faenzi ed altri; Sberna ed altri; Mantero ed altri; Nicchi ed altri: Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi.
  Ricordo che nella seduta del 14 marzo si è conclusa la discussione sulle linee generali ed il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre la relatrice vi ha rinunciato.
  Avverto che nella stessa seduta del 14 marzo la Commissione affari sociali ha proceduto all'abbinamento dalla proposta di legge Lenzi ed altri n. 1716 «Disposizioni concernenti la donazione di medicinali non utilizzati e la loro utilizzazione e distribuzione da parte di organizzazioni non lucrative di utilità sociale e modifica dell'articolo 157 del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, in materia di raccolta di medicinali non utilizzati o scaduti», che si intende pertanto ricompresa nella relazione sulle proposte di legge in esame.

(Esame degli articoli – A.C. 3057-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge nel testo della Commissione.
  Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 9.100 e 18.100 che sono in distribuzione; con riferimento all'emendamento Pag. 729.100 risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.
  Avverto che fuori della seduta gli emendamenti Moretto 11.52, Nicchi 12.51 e Fiorio 16.58 sono stati ritirati dai presentatori.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3057-A ed abbinate), che sono in distribuzione. In particolare, tale ultimo parere contiene sei condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86 comma 4-bis del Regolamento.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 3057-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3057-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Grazie, Presidente. Sull'emendamento Rondini 1.50 il parere è contrario; sull'emendamento Zolezzi 1.7 il parere è contrario, sull'emendamento Busto 1.51 il parere è contrario, sull'emendamento Cimbro 1.52...

  PRESIDENTE. L'emendamento Cimbro 1.52 è stato ritirato.
  Il Governo ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. I pareri del Governo sono conformi a quelli espressi dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 1.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento e con qualche altro che abbiamo presentato cerchiamo di eliminare il riferimento alla donazione di farmaci all'interno del provvedimento in esame in Aula. Questo perché, se è vero, come è vero, che la ratio delle norme che si riferiscono alla donazione di farmaci è improntata a dei buoni propositi, perché tali norme vanno incontro alla sburocratizzazione della donazione delle eccedenze di farmaci, è altrettanto vero che l'argomento, secondo noi, doveva essere affrontato da un provvedimento ad hoc, dedicato esclusivamente alla donazione dei farmaci, mentre il testo base del presente provvedimento che è arrivato in Commissione, di fatto, dedicava il 90 per cento dell'articolato alla donazione degli alimentari e non alla donazione dei farmaci. Torno a dire che non siamo contrari a rendere più semplice la donazione dei farmaci, ma riteniamo che non dovevano trovare spazio all'interno di questo provvedimento norme che riguardano la donazione dei farmaci.

  PRESIDENTE. Ne approfitto per avvertire che risultano altresì ritirati fuori della seduta, oltre all'emendamento Cimbro 1.52, anche gli emendamenti Cimbro 8.50, 8.57 e 9.61, nonché l'emendamento Stella Bianchi 3.70.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 1.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Blazina, Basilio, Cardinale, Lo Monte, Toninelli, Rubinato, Villarosa, Grillo, Simoni, Zoggia, Benamati, Vignaroli, Fiorio, Frusone, Giammanco, Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 73
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  348   
   Votanti  286   
   Astenuti   62   
   Maggioranza  144   
    Hanno votato   16    
    Hanno votato no   270.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Binetti, Chaouki, Salvatore Piccolo, Vazio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  356   
   Votanti  346   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no   255.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busto 1.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  351   
   Votanti  348   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no   249.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ruocco, Brescia, Spessotto, Ottobre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  370   
   Votanti  337   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  331    
    Hanno votato no   6.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 3057-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3057-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Nicchi 2.15 e Silvia Giordano 2.50, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Fiorio 2.51, con la seguente riformulazione: Al comma 1, lettera b), sostituire le parole: «soggetti cessionari» con le seguenti: «soggetti donatari». Conseguentemente: all'articolo 3, comma 1, sostituire le parole: «soggetti cessionari» con le seguenti: «soggetti donatari», sostituire le parole: «soggetto cessionario» con le seguenti: soggetto donatario«, comma...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole relatrice, siccome mi pare che l'emendamento Pag. 74sia lungo, basta che ricordiamo che, ove ricorra quella parola, essa è sostituita da quell'altra, così...

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Si conferma, si sostituisce il termine «soggetti cessionari» con «soggetti donatari».

  PRESIDENTE. Bene.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Capone 2.52, con la seguente riformulazione: al comma 1, lettera b), dopo le parole: «soggetti cessionari», aggiungere le seguenti: «gli enti pubblici nonché». La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Silvia Giordano 2.53 e Grillo 2.54.

  PRESIDENTE. Il Governo, anche sulle riformulazioni della relatrice ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Grazie, Presidente. I pareri del Governo sono conformi, anche relativamente alle riformulazioni proposte dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 2.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Peluffo, Fossati, Sorial, Marzana, Alli, Borghi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  382   
   Votanti  358   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   29    
    Hanno votato no   329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 2.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonafede, Gigli, Colletti, Baroni... Ci siamo, onorevole Bianconi ? Va bene ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  381   
   Votanti  354   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no   262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fiorio 2.51.
  Immagino che l'onorevole Fiorio accetti la riformulazione. Bene, quindi vi è il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Mi sia consentita una perplessità di mero carattere lessicale. Vedo che la riformulazione proposta dalla relatrice e accettata propone la sostituzione di «cessionari» con «donatari», anziché con «donatori». Allora, se io vado a vedere la norma, poiché il donatario, in genere, è il soggetto che riceve, il donante è una cosa e il donatario è quello che riceve, allora, se l'articolo 2, lettera b), fa riferimento agli enti privati, senza scopo di lucro, che promuovono e realizzano attività di interesse, mi chiedo: questo vuol dire che questi enti sono solo soggetti che ricevono, senza conferire alcunché ? È questo il senso ? Chiederei al relatore un chiarimento, perché, dato che nella originaria formulazione si parlava di «cessionari», quindi che cedono, aver Pag. 75cambiato la parola vuol dire che muta il senso della norma, cioè non è soltanto un mutamento lessicale.
  Nella originaria stesura la parola era «cessionari», quindi soggetti che cedono; ora diventa «donatari», quindi che ricevono. Vorrei sapere se questo mutamento, che non è soltanto lessicale, sottende anche un mutamento di ratio della norma e, se sì, perché.

  MASSIMO FIORIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà per dichiarazione di voto.

  MASSIMO FIORIO. Grazie, Presidente. Un chiarimento sulla questione: il soggetto che riceve, in quel caso la ONLUS, diventa soggetto donatario, cioè riceve dall'esercizio commerciale piuttosto che dalla grande distribuzione; diventa donatario. Il cedente è quello che dona, quello che fa il donatore; il donatario è colui che riceve. In quel caso, spetterà poi, nelle operazioni di distribuzione delle derrate piuttosto che dei farmaci, operare al soggetto donatario, che è il soggetto che, però, ha ricevuto direttamente dal cedente, che è l'esercizio piuttosto che la grande distribuzione piuttosto che l'operatore agricolo.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Sisto, non posso darle la parola, perché non è il relatore, non è il Governo; quindi, non gliela posso dare, onorevole Sisto, purtroppo. Se c’è qualche collega che può parlare per lei, ma non posso darle la parola.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Soltanto per chiarire che, quindi, chi riceve queste derrate a sua volta non li può ricevere. Questo mi sembra che sia il senso della modifica. Bene ? Grazie.

  PRESIDENTE. Ringraziamo soprattutto «l'ordine dei lavori», che ci aiuta a uscire dalle difficoltà.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fiorio 2.51, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Placido, Ferraresi, Carra...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  381   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  376    
    Hanno votato no   5.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Avverto che, qualora i presentatori vi acconsentano (quindi, prego di ascoltare), gli emendamenti recanti il riferimento ai «soggetti cessionari» (Brignone 3.18 e 3.58, Fiorio 3.56, Nicchi 3.68, Mantero 3.69) saranno posti in votazione intendendosi tale riferimento sostituito con quello ai «soggetti donatari», introdotto nel testo a seguito dell'approvazione dell'emendamento Fiorio 2.51, come riformulato.
  Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Capone 2.52.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dalla relatrice.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Presidente, intervengo per dichiarare voto favorevole a questo emendamento, che porta avanti Pag. 76una posizione che avevamo espresso anche noi in Commissione: estendere non solo agli enti privati e alle associazioni la possibilità di ricevere donazioni alimentari e di distribuirle poi agli indigenti, ma anche agli enti pubblici.
  Era una posizione che abbiamo portato avanti in Commissione anche con degli emendamenti e apprezziamo che l'onorevole Capone e gli altri firmatari, che in Commissione hanno votato contro i nostri emendamenti, abbiano, invece, cambiato idea e adesso abbiano proposto questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, intervengo per esprimere, invece, la posizione contraria di Forza Italia a questo emendamento, perché fatalmente si verificherà, nella scelta fra enti pubblici ed enti privati, che le ONLUS, cioè quelle strutture che aiutano il pubblico a svolgere questo tipo di compito, saranno penalizzate.
  Noi riteniamo che questo tipo di provvedimenti debba essere rivolto proprio a coloro che fanno del volontariato anche una missione vera e propria ed estendere al pubblico significa snaturare questo impegno e, in qualche modo, far convergere fatalmente tutto quello che accade su centri di interesse che hanno già nel loro scopo, nella loro mission, il perseguimento di tali obiettivi.
  Quindi, con grande convinzione, proprio a tutela di quegli interessi che questa legge vuole proteggere, noi voteremo contro questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, intervengo per annunciare che anche la Lega Nord voterà contro questo emendamento: intanto per le motivazioni alle quali faceva riferimento il collega Sisto; ed in più, durante l'esame in Commissione, il riferimento agli enti locali, che era presente nel testo base, era stato stralciato, proprio perché, come sottolineava anche il collega Sisto, la legge doveva andare incontro alle esigenze di sburocratizzazione, quindi favorire l'attività delle ONLUS, che hanno come mission quella di sollevare l'indigenza delle fasce più deboli della popolazione.
  Ed invece, oggi cosa facciamo ? Riesumiamo anche gli enti locali, che vengono ricompresi nella definizione più ampia di enti pubblici ! Ente pubblico è un parco, ci sono vari enti pubblici: non credo che inserire nell'ambito degli enti, che diventano poi quelli che erano i soggetti cessionari, anche gli enti pubblici sia utile, in particolare perché non viene chiarito quali enti pubblici dovranno assolvere eventualmente a questo compito.
  Voteremo, quindi, anche noi convintamente contro questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capone 2.52, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Zoggia, Blazina, Tancredi, Simone Valente, Alli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  394   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  353    
    Hanno votato no   41.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Micillo ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

Pag. 77

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Silvia Giordano 2.53.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Presidente, il testo all'esame amplia i soggetti verso cui sono effettuate le cessioni gratuite di prodotti alimentari: oltre alle ONLUS, introduce gli enti del terzo settore.
  In Senato è in corso la riforma del terzo settore, già approvata, come noi in Commissione ben ricordiamo, alla Camera: essa ha, tra le altre finalità, quella di censire in qualche misura questi enti, prevedendo l'istituzione di un elenco presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
  Il terzo settore, come noto, include numerose tipologie di enti e soggetti, come, ad esempio, anche le imprese sociali: l'emendamento ha, quindi, lo scopo di circoscrivere gli enti che possono ricevere cessioni gratuite per le finalità della presente legge; e a tal fine si prevede che siano enti i cui statuti riportano espressamente l'attività di beneficenza, l'iscrizione in apposita sezione dell'elenco tenuto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ove siano presenti gli enti che effettuano distribuzione gratuita agli indigenti di prodotti alimentari.
   Tale attività di cessione gratuita agli indigenti, se non censita e correttamente monitorata, rischia di generare situazioni non trasparenti, che possono poi contrastare con la finalità e il buon spirito della legge, ovvero quello di ridurre lo spreco alimentare.
  Quindi, pensiamoci bene, e spero ed auspico un cambio di parere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 2.53, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Gigli, Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  396   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no   305.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 2.54, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Gigli, Manfredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  379   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato   88    
    Hanno votato no   291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Marazziti, Cassano e Monaco hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Albini, Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 78
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  377   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  370    
    Hanno votato no   7.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 3057-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3057-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Presidente, sugli emendamenti Vignaroli 3.10, Lorefice 3.50 e Brignone 3.18 il parere è contrario. Sugli emendamenti Rondini 3.51 e Moretto 3.52 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Silvia Giordano 3.53, Nicchi 3.5 e 3.4, Vignaroli 3.54 e Faenzi 3.55 il parere è contrario. Sull'emendamento Fiorio 3.56 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Gagnarli 3.57, Brignone 3.58 e 3.59, Zolezzi 3.60, 3.61 e 3.62, Baroni 3.63, Grillo 3.64, Zolezzi 3.65, 3.66 e 3.67, Nicchi 3.68 e 3.7, Mantero 3.69 e Brignone 3.17 il parere è contrario. Sull'emendamento Stella Bianchi 3.70...

  PRESIDENTE. Questo è stato ritirato. Il Governo ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Vignaroli 3.10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Presidente, questo è un emendamento piuttosto semplice, che però ha lo scopo di rendere in qualche maniera cogente l'obbligo, per gli operatori del settore alimentare, della cessione gratuita delle eccedenze alimentari, sulla falsariga di quanto fatto in Francia, che ha anche istituito un reato di spreco alimentare.
  Mentre con questa proposta di legge si cerca di favorire con delle detrazioni le aziende che scelgono di donare le eccedenze alimentari, noi, invece, chiediamo che questo diventi un obbligo, che tutti siano obbligati.
  Ci sono, poi, altri emendamenti sulla falsariga di questo, avanti nel testo. Chiediamo che ci sia un obbligo della cessione delle eccedenze; questo ovviamente porterebbe a un notevole risparmio, una notevole riduzione degli sprechi alimentari, perché non sarebbe più su base volontaria ma su base obbligatoria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiorio. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FIORIO. Presidente, intervengo per rispondere al collega Mantero. Noi crediamo che l'atto di donazione debba essere un atto gratuito, quindi riteniamo che vincolarlo, renderlo cogente sia una contraddizione in termini. In realtà c’è anche una questione pratica: si può cedere, si può donare nelle condizioni anche per cui si è in grado di ricevere quel prodotto. Rischiamo con questa formulazione di mettere in condizione gli esercizi commerciali, piuttosto che gli operatori del settore alimentare, di cedere, ma di gettare poi del cibo o degli alimenti, perché poi le soluzioni per ricevere, legate alle questioni di trasporto e via dicendo, non è detto che siano adeguate a un sistema che obbliga tutti quanti a cedere. Quindi, bisogna essere in grado non soltanto di cedere ma anche di ricevere.Pag. 79
  Questo emendamento mette in una condizione di difficoltà gli operatori, quindi crediamo che debba essere mantenuto con chiarezza che l'atto di donazione, di cessione, è un atto gratuito volontaristico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Presidente, qui si vede proprio la differenza di obiettivo che è stato portato avanti anche nella discussione in Commissione, nel senso che l'obiettivo principale per noi era cercare di ridurre il più possibile lo spreco alimentare e non solo quello di aumentare la donazione.
  Per questo, in determinati casi, come la ristorazione, era opportuno rendere obbligatoria la cessione degli alimenti.
  In merito al problema organizzativo, ha ragione il collega Fiorio: c’è. Per questo avevamo anche proposto, durante la discussione, di dare un po’ di tempo per permettere di adeguarsi a un modulo organizzativo opportuno che potevamo decidere, che poteva essere anche concedere un anno di tempo – che sembra alquanto congruo – e dire: entro un anno cerchiamo di organizzarci, tra un anno tutti gli alimenti in più devono essere ceduti. «Devono» non «possono» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vignali. Ne ha facoltà.

  RAFFAELLO VIGNALI. Presidente, non è una questione di visione, è una questione di realtà e di realismo. Concordo esattamente con le parole del collega Fiorio. Intanto, non è detto che gli enti abbiano questa capacità, ma l'atto di donazione deve essere giustamente volontario, non siamo ancora in un regime che impone ai privati cosa devono fare.
  Prendiamo un caso molto specifico, quello dei prodotti surgelati: come fanno le ONLUS a garantire la catena del freddo ? Capite che si creano dei problemi, anche di ordine sanitario, mostruosi ? Ripeto, di questo emendamento si capisce la finalità, ma è completamente sbagliata, sia per chi dona che per chi riceverebbe. Magari le nostre ONLUS fossero in grado di avere quelle strutture che gli garantiscono di gestire la catena del freddo ! Nel caso dei surgelati sarebbe anche una grande opportunità, perché su questo fronte c’è uno spreco enorme, purtroppo, proprio perché non sono in grado di garantire il trasporto nelle condizioni che ne garantirebbero la salubrità per chi li riceve. Quindi, è veramente un emendamento fuori luogo e credo che sia giusto che venga respinto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Presidente, io non leggo nessuna parola «obbligo». Sappiamo perfettamente che il dono è il dono, altrimenti non sarebbe così, ma qui stiamo parlando semplicemente che togliamo la parola «possono»; diciamo semplicemente che «cedono» l'esubero, quello che gli resta come esubero.
  Mi sembra veramente una cosa assolutamente in linea con i principi di questa norma e che tutti i gruppi parlamentari stanno andando in questa direzione. Accipicchia, si tratta semplicemente di sostituire le parole «possono cedere» con «cedono». Direi che forse i nostri colleghi possono rivedere il loro pensiero e il loro favore o meno a questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignaroli 3.10, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carfagna, Romele.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 80
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  366   
   Astenuti   43   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no   274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Falcone ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 3.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silvia Giordano, Fragomeli, Pili, Berlinghieri, Causi, Baroni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  367   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   72    
    Hanno votato no   295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brignone 3.18, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciriacì e Greco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  393   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no   308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 3.51, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Girolamo, Palma, Boccuzzi, Campana, Matarrelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  406   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  398    
    Hanno votato no   8.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Moretto 3.52, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silvia Giordano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  418   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  416    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  L'emendamento Silvia Giordano 3.53 è precluso dall'approvazione dell'emendamento Moretto 3.52.Pag. 81
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 3.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Righetti, Colaninno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  413   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no   304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Andrea Romano ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 3.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Pastorino, Piepoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  418   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no   322.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignaroli 3.54, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Carinelli, Palma, De Mita.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  392   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no   300.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 3.55, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Caso, Binetti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  405   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato   55    
    Hanno votato no  350.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cominardi ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fiorio 3.56.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente anche su questo chiedo un chiarimento al presentatore dell'emendamento, che sostiene che in difetto di informazione sull'etichettatura, che non sia riconducibile a quelle specifiche indicazioni Pag. 82– data di scadenza, sostanze o prodotti che provocano allergie o intolleranze – il prodotto possa comunque essere oggetto di cessione. Io gli chiedo se, fra le irregolarità di etichettatura, siano soltanto queste quelle che possono essere tranquillizzanti rispetto alla possibilità di cessione; per esempio, mi riferisco anche alla provenienza dei prodotti che sono oggetto di cessione: molte volte, la provenienza di questi prodotti e la difformità fra prodotto e provenienza potrebbe essere un motivo di perplessità in ordine alla cessione. Gli chiedo se queste valutazioni siano state effettuate e se magari non sia il caso di effettuare una scannerizzazione più accurata di tutte le irregolarità di etichettatura che possano «tranquillamente» consentire comunque la cessione. Da questa spiegazione poi dipenderà il voto di Forza Italia su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiorio. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FIORIO. Grazie, Presidente. Ancora per chiarire al collega Sisto che in tutto il provvedimento noi abbiamo cercato di valutare fino in fondo il fatto che i prodotti siano a posto dal punto di vista igienicosanitario, che non abbiamo problemi o che soltanto possa sorgere il sospetto di tale rischio.
  Noi riteniamo che questa formulazione, approfondita anche con gli uffici, sia sufficiente, e lo abbiamo riportato in altre parti del testo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fiorio 3.56, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Romele
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  425   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  370    
    Hanno votato no  55.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Iacono ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gagnarli 3.57.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Grazie, Presidente. L'emendamento che noi abbiamo proposto al comma 5 era solo per chiarire che, visto che si parla di attività di donazione, coloro che vanno a fare i servizi a prestazione presso l'azienda agricola siano loro stessi responsabili. Si voleva chiarire meglio proprio per evitare qualsiasi responsabilità dell'azienda stessa che offre il prodotto; tutto qui. Quindi, c'era un richiamo alla sicurezza sul lavoro che sicuramente secondo noi poteva chiarire meglio il passaggio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente noi ci asterremo su questo emendamento, perché siamo convinti che nessuna norma possa esemplificativamente escludere la necessità di rispettare il Testo Unico in tema di sicurezza sul lavoro. Allorquando nella proposta si fa riferimento a norme in materia di igiene e sicurezza alimentare, a nostro avviso non si esclude, anzi non vi è affatto un'esclusione della necessità di rispettare le norme in tema di sicurezza; è chiaro che il Pag. 83riferimento per tema è soltanto al prodotto che viene scambiato, ceduto, ma questo, ovviamente, non esonera chicchessia dal rispetto delle norme vigenti nel momento in cui una certa attività viene posta in essere. Se così fosse noi dovremmo dire che questa semplificazione libera, per esempio, dal rispetto delle norme in tema di caporalato – non mi sembra che questo possa essere sostenibile, ovviamente ho usato un paradosso – quindi non è un richiamo per escludere, è un richiamo per rapportare l'attività di cessione ad una specifica normativa che il settore esige venga richiamata, ma mi sembra che – e in questo sono d'accordo con l'emendamento presentato – vada sottolineato, anche a livello di interpretazione, che non si tratta di un'esclusione di norme, ma di una inclusione per una più ferrea applicazione di questi parametri.
  La sicurezza sul lavoro va certamente applicata e niente e nessuno può escluderla dai parametri applicativi. Ci asterremo pertanto per queste ragioni su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gagnarli 3.57, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, D'Ambrosio, Palese, Sandra Savino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  401   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  293    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo quindi alla votazione dell'emendamento Brignone 3.58. Essendo stato precedentemente soppresso il comma 3, l'emendamento sarà posto in votazione espungendo il riferimento a tale comma.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brignone 3.58, con parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sarti, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  425   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no   325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brignone 3.59, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  410   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no   326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zolezzi 3.60.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Grazie Presidente.
  Questo emendamento e gli emendamenti successivi fanno una cosa che noi riteniamo piuttosto importante, ovvero Pag. 84dare la possibilità ai comuni di dare agevolazioni fiscali e di fare pubblicità sul sito del comune a tutte quelle attività principalmente portate alla somministrazione di alimenti e bevande che facciano pratiche virtuose sul territorio comunale; ovvero che utilizzino principalmente, almeno per l'80 per cento, prodotti della filiera locale, prodotti rientranti nell'area appunto della provincia e del comune locale, utilizzino per almeno il 50 per cento prodotti alla spina, oppure pratichino attività di autocompostaggio delle eccedenze alimentari biodegradabili. Con un aumento della tassazione sulle bevande zuccherate, diamo una copertura per poter destinare a queste attività virtuose una agevolazione sui territori comunali. Riteniamo che sia piuttosto importante incentivare queste attività, che già normalmente vengono fatte da questi esercizi, proprio perché riducono notevolmente l'impatto ambientale che hanno le attività, in questo caso, di somministrazione, utilizzando prodotti a filiera corta, riducendo i rifiuti autocompostandoli e quindi vi chiediamo di votare favorevolmente a questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, Presidente. Con grande rispetto per i colleghi presentatori, ma intervengo per esprimere il più totale e netto dissenso per almeno tre buone ragioni. Numero uno, perché siamo sempre contrari per qualunque ragione a qualunque tipo di aumento di tasse, non c’è mai una buona ragione per aumentare le tasse. Secondo, perché non bisogna usare, lo Stato non deve usare le tasse come una specie di martello morale nei confronti dei comportamenti e dei consumi che non condivide, se passa il principio che chi consuma caffeina o chi consuma birra o chi consuma un'altra sostanza o chi consuma Coca Cola, debba essere tassato di più, perché alla maggioranza politica del momento, al governo del momento, agli uni o agli altri non piace la Coca Cola o non piace la birra o non piace la caffeina, è un principio assolutamente fuori da ogni metodo e sistema liberale, colleghi !
  Io capisco anche le buone intenzioni con cui a volte scrivete gli emendamenti, ma vi prego di riflettere sul modello di società che costruite. Terzo, spiace dovere a volte ricompitare l'alfabeto liberale, ma il compito di uno Stato può essere al massimo quello di promuovere un dibattito pubblico e una informazione sui rischi legati al consumo di alcune sostanze, alla corretta o scorretta alimentazione, offrire al cittadino consumatore elementi maggiori di conoscenza per prendere da solo le proprie decisioni, ma pretendere di usare le tasse per premiare o punire i consumatori dell'una o dell'altra sostanza è semplicemente fuori dalla realtà (Applausi Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 3.60, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sarti, Ruocco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  419   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no   329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Capodicasa e Rubinato hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zolezzi 3.61.Pag. 85
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. La società non è diversa, non è che la possiamo impostare noi. La società ha sempre da fare i conti con l'ambiente, con la salute, con la propria salute, con la propria economia. Quello che manca è questa considerazione normale di che cosa sia la società, per cui ci sono oggetti che vengono venduti senza che il loro prezzo valuti il loro ciclo di vita, il famoso LCA (life cycle assessment) o quant'altro. Per cui noi stiamo cercando semplicemente di ovviare a questa carenza della politica nella qualificazione della società. La politica interferisce con la società mirando alla sopravvivenza e alla convivenza.
  In questo emendamento Zolezzi 3.61, cerchiamo di dare delle agevolazioni a chi mira all'economia circolare, che non è un'opinione, è una necessità e forse siamo già molto in ritardo. In pratica, cerchiamo di favorire chi favorisce la filiera corta alimentare nei propri esercizi commerciali, pratica che, piano, piano, si sta diffondendo. Ma è chiaro che se si parla di favorire l'opinione delle persone, l'opinione per adesso è fatta da una serie di media che sono piuttosto sbilanciati verso le speculazioni, verso i grandi centri commerciali, verso la grande distribuzione organizzata.
  Quindi, è chiaro che dobbiamo trovare il modo di favorire chi voglia e chi stia già lavorando in maniera etica, favorendo la filiera corta, che vuol dire cibo più salutare, vuol dire meno spreco alimentare; dovrebbe essere questa la finalità di questa proposta di legge. Per cui semplicemente andiamo a tassare nel senso di armonizzare il ciclo di vita di alcuni composti che danno un effetto sulla salute dei cittadini assolutamente non considerato nel loro prezzo, come l'eccesso di zuccheri, l'eccesso di caffeina o di altri edulcoranti. Per cui questo è semplicemente un emendamento di norma, noi siamo politicamente indietro, stiamo cercando di adeguarci a quella che è la realtà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente. Intervengo per dare il nostro parere favorevole a questo emendamento e per cogliere l'occasione anche per riprendere un po’ il ragionamento che l'onorevole Capezzone ci faceva in quest'Aula, allorché affermava che per una logica liberale, per certi versi anche antiproibizionista, diciamo così, è impossibile aumentare la tassazione per quanto riguarda quei prodotti che hanno un eccesso di zucchero o di altre cose. Vorrei ricordare all'onorevole Capezzone, per il tramite suo, Presidente, che questo principio nel nostro ordinamento, nella nostra vita quotidiana, è già inserito ampiamente perché, per esempio, c’è una tassazione significativa per quanto riguarda l'uso del tabacco, delle sigarette ed altro, proprio perché quel prodotto è accertato che danneggia la salute di chi lo usa e danneggia anche la salute delle persone che si trovano intorno. La similitudine è efficace rispetto alla questione che stiamo affrontando ora perché è ormai acclarato che l'uso eccessivo di zuccheri, l'uso eccessivo di edulcoranti, l'uso eccessivo di grassi, in alcuni prodotti, causa un danno certo alla salute, pertanto mi pare assolutamente logico che si possa aumentare la tassazione di questi prodotti con la finalità intanto di proteggere la salute delle persone e, soprattutto, anche di creare quella forma di educazione necessaria e di informazione fondamentale affinché questi prodotti vengano consumati sempre meno e che i produttori, oltre tutto, si impegnino in una politica di scelta industriale che vada anche non soltanto a incrementarne le loro tasche, ma anche a tutelare la salute dei cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

Pag. 86

  MATTEO MANTERO. Grazie Presidente. Intervengo anche per rispondere all'onorevole Capezzone e per dire che già in questo momento i nostri acquisti sono condizionati da una pubblicità incessante delle industrie alimentari che ci fanno un vero e proprio lavaggio del cervello, molto spesso usando i nostri figli. Come diceva anche il mio collega Zolezzi, molto spesso il prezzo di un alimento non tiene conto di quello che è il reale costo ambientale, dei costi indiretti ambientali e sanitari. L'utilizzo eccessivo di alimenti grassi o di alimenti zuccherini, e così via, può portare tutta una serie di patologie, come sovrappeso e obesità, che creano un costo per la società. Noi, andando ad aumentare una piccola tassa su quei prodotti, andiamo invece a incentivare attività che vanno in realtà a ridurre l'impatto ambientale e anche a favore della salute dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente. Io ritengo che l'impostazione che è stata qui illustrata dal collega Capezzone abbia la necessità di essere supportata in tutta la sua interezza, facendo anche degli esempi. Ma noi pensiamo veramente che aumentandolo l'accisa quanto più è possibile sugli alcolici si possano veramente raccogliere dei risultati ?
  Che cosa sta succedendo con i nostri giovani soprattutto nel periodo estivo nelle discoteche ? Un disastro. Non sarebbe forse molto più produttivo fare una campagna di informazione sugli effetti deleteri sulla salute, in particolare sulla parte epatica del fegato, che può avere negli anni successivi per chi è alcolista, per chi utilizza in modo smisurato alcool ? Noi stiamo parlando di questo. Noi possiamo aumentare quanto vogliamo le sanzioni, ma se non informiamo i giovani soprattutto rispetto alla situazione del consumo dell'alcol, tra dieci anni avremo cirrotici, avremo una serie di conseguenze devastanti dal punto di vista della loro salute. Noi abbiamo fallito, di questo parliamo. Per non parlare pure della situazione del fumo. Noi il costo delle sigarette e quant'altro lo possiamo aumentare quanto vogliamo, ma mi sembra che sia stato molto più efficace il divieto che fu assunto, su proposta di Sirchia, dal Parlamento, votato all'unanimità, lo ricordo perfettamente, che in quel momento fece diventare il fumatore nei locali pubblici socialmente sanzionabile da parte di chiunque. Quello sì che ha ridotto il consumo del fumo e ha fatto aprire gli occhi.
  Quindi, non è certo attraverso l'aumento della tassazione che noi possiamo raggiungere dei risultati; si raggiunge esattamente l'obiettivo opposto. Occorre invece informare da parte dello Stato il cittadino, informare perbene su quali sono gli effetti deleteri di queste situazioni, in questo caso rispetto alla situazione degli alimenti (poi lo spiegheremo meglio nel prosieguo del corso della discussione di questo provvedimento e nella dichiarazione di voto), su cosa occorre mai fare per ottenere un obiettivo fortissimo sia sul problema degli sprechi e sia anche, e soprattutto, dal punto di vista dell'educazione. Le scuole, Presidente ! Le scuole, quello è il fulcro vero su cui impostare gli stili di vita nuovi, non l'aumento delle tasse. Sull'aumento delle tasse facciamo un danno e basta (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, solo per segnalare la strana antinomia di questo emendamento con lo spirito del provvedimento. Noi stiamo chiedendo a soggetti di conferire, di contribuire a sollevare dei problemi di indigenza, mediante una volontaria cessione di beni che siano, secondo le regole, comunque commestibili sia per l'uomo, sia, vedremo dopo in seguito, anche per gli animali. Mi sembra strano che in questo contesto in cui si chiede un gesto di Pag. 87liberalità e uno sforzo organizzativo, certamente importante, si individuano dei momenti di tassazione per chi produce. Io lo trovo di un conflitto logico intollerabile, è come se non si vedesse l'ora di individuare per chi produce delle forme di ostacolo, giuste o sbagliate, condivisibili o non condivisibili, a chi, in qualche modo, immette sul mercato dei prodotti. A noi sembra la sede assolutamente sbagliata. Qui si chiede liberalità, si chiede aiuto, si chiede disponibilità e si risponde con delle nuove tasse. Noi voteremo decisamente contro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gagnarli. Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Grazie Presidente. Io intervengo a favore di questo emendamento perché è impossibile non correlare una legge sullo spreco alimentare al discorso dell'educazione alimentare. Sembra in questo momento che il Ministro della salute ignori dei dati assolutamente sconcertanti sulla obesità infantile, su quello che stanno mangiando i nostri bambini e in che direzione stanno andando a livello di salute. Le raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità vengono ignorate, così come il rapporto della Commissione per la lotta alla obesità infantile. Il Ministro risponde che non si possono attuare certe pratiche, buone pratiche, perché si va contro alle buone pratiche gastronomiche italiane, ma le bevande zuccherate, con aggiunta di zuccheri non sono buone pratiche gastronomiche italiane. Quindi non si vuole andare contro l'industria alimentare, il problema è che non si vuole tutelare la salute dei nostri bambini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie Presidente. Intervengo semplicemente e brevemente per annunciare il voto contrario della Lega a questo emendamento. Condividiamo magari lo spirito che si propone questo emendamento con il quale si cerca di favorire la filiera corta. Non condividiamo, però, nella maniera più assoluta, la copertura che viene trovata dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, perché andare a penalizzare sul territorio nazionale i produttori di questo tipo di bevande non vuol dire impedire la vendita di questo tipo di bevande che può provocare dei danni alla salute. Vorrebbe dire, in qualche modo, favorire comunque le aziende che producono queste bevande e che le importano sul mercato italiano e penalizzare, invece, le aziende italiane. Quindi, siamo fortemente contrari a questo emendamento proprio per il tipo di copertura che gli amici del MoVimento 5 Stelle vanno trovando.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente; intervengo giusto per fare delle precisazioni. Innanzitutto, qui non si parla di alcol, ma dei produttori di bevande analcoliche con zuccheri aggiunti; oltretutto, se l'obiezione principale è il problema della tassazione, noi abbiamo presentato vari emendamenti al riguardo – proprio perché immaginavamo che si facesse leva su questa obiezione – che prevedono un altro tipo di copertura e, quindi – mi riferisco in particolare all'onorevole Palese – potreste votare quelli successivi. Ancora, non è vero che c’è un'antinomia, perché si parla di limitazione degli sprechi e qui, nei vari emendamenti, parliamo di prodotti alla spina e, quindi, con una chiara limitazione degli sprechi, dell'imballaggio e del trasporto e, soprattutto, di un incentivo alla filiera locale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

Pag. 88

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. In effetti, non siamo stati abbastanza chiari nell'informare i colleghi relativamente a come è cambiato il mondo; le informazioni sul web sono comunque una fonte, adesso, primaria di informazione per la popolazione italiana. Ricordiamo, per esempio, che la Coca Cola Zero, che in Italia è ancora possibile comprare, contiene un edulcorante, il ciclammato, che è cancerogeno ed è vietato negli Stati Uniti. Ricordiamo che l'aspartame nella Coca Cola dietetica è già considerato un edulcorante di tipo cancerogeno per cui, in relazione alle stesse mentine di cui il collega che è intervenuto prima normalmente si nutre per una sorta di rito, sarebbe bene che il collega Capezzone controllasse che tipo di edulcorante contengono, perché non è una questione di tassazione, qui è una questione di educazione e la tassazione, oltre al divieto, può essere un disincentivo a una corretta alimentazione.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Per cui chiediamo a Capezzone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Baroni.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Parentela. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Grazie, Presidente. Io volevo aggiungere un'altra cosa; già il Ministro della salute non recepisce le osservazioni dell'OMS in merito allo zucchero, figuriamoci se possiamo aspettarci che faccia una campagna di informazione sull'educazione alimentare. E poi come la vogliamo combattere ? Con una pubblicità, magari, alle due di notte su Rai Tre ? Assolutamente, sicuramente serve una campagna di informazione, sicuramente, ma noi vogliamo che sia lo Stato a incidere sulle scelte politiche che fa; ovviamente, in questo caso noi vogliamo premiare le aziende virtuose, le aziende che puntano sull'economia circolare e sull'economia locale a discapito di quelle grandi aziende che, magari, ci vendono una lattina di Coca Cola che costa addirittura meno dell'acqua in bottiglia. Siamo veramente alla follia pura.

  PRESIDENTE. Concluda.

  PAOLO PARENTELA. Quindi, invitiamo davvero i colleghi a una riflessione e ad approvare questo emendamento. Chiediamoci, altrimenti, quanto costano i malati cronici, anche di diabete, al Servizio sanitario nazionale ? Costano un accidente, questo potrebbe essere un ottimo contributo ! (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Saluto gli alunni e i docenti dell'Istituto paritario Fondazione Sacro Cuore di Milano, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Per me, personalmente, non viviamo in un sistema liberale, infatti, non possiamo assolutamente confrontare gli spazi pubblicitari di cui usufruiscono le multinazionali che abbiamo citato prima – come la Coca-Cola, come la Nestlé, ma ne potremmo citare tante altre, che godono di spazi pubblicitari, appunto, enormi in televisione, con messaggi veramente al limite del subliminale – con, invece, gli spazi per la pubblicità progresso che, come ricordava anche il mio collega Parentela, sono molto più esigui.
  Quindi, non c’è una competizione alla pari con gli spazi pubblicitari che promuovono stili alimentari sostenibili, attenti a quella che è la sicurezza alimentare e la salute dei cittadini. Quindi, liberale di cosa ? Abbiamo veramente condizioni di confronto tra multinazionali che propongono stili alimentari non sostenibili e non salutari rispetto alla pubblicità progresso Pag. 89veramente sperequative (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Signor Presidente, questo tema è stato ampiamente dibattuto in Commissione, come questo dibattito odierno conferma. Vorrei semplicemente segnalare all'Assemblea che il provvedimento riguarda nel modo specifico le donazioni e le cessioni a titolo gratuito a fini di solidarietà sociale. Questi sono temi sicuramente importanti che meritano un'attenzione particolare legata all'alimentazione, legata all'educazione, che sicuramente sono degni di nota, ma vorrei tornare al tema, vorrei suggerire di tornare al tema oggetto della proposta di legge che è, appunto, la donazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 3.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  408   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zolezzi 3.62.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Sì, il titolo del provvedimento è di cinque righe per cui ricordo che si parla anche di limitazione degli sprechi. Se in una legge si riesce a essere comunque omogenei penso che non ci si debba stupire di chiedere di affrontare il tema con qualche grado in più, magari arrivando a 360 gradi che è proprio il simbolo dell'economia circolare. Con questo emendamento, addirittura, in effetti, sì, ci spingiamo un po’ oltre, cercando di spingere gli esercizi commerciali che praticano l'autocompostaggio. Ricordiamo un'altra cosa ancora più lontana, il fatturato stimato delle ecomafie è pari a 16 miliardi all'anno, in maggioranza dovuto proprio alla mala gestione del rifiuto organico, gestione cattiva perché porta al percolato e non porta, invece, al recupero della materia. Adesso, con il recupero della materia si può davvero favorire la donazione, perché la gestione dei rifiuti solidi urbani costa circa 10 miliardi all'anno, ma quella dei rifiuti speciali costa oltre 24 miliardi. La fonte di ciò è anche la televisione di Stato per cui ci dobbiamo credere. Con questo emendamento si cerca di favorire sempre questo tipo di pratica virtuosa; non è difficile eseguire l'autocompostaggio, anzi si produce qualche materiale positivo e si allontanano le ecomafie che gestiscono questa cosa e questo turismo vergognoso dell'organico che viaggia dalla Campania al Veneto; adesso c’è il progetto dalla Basilicata alla Lombardia, in pratica, in Italia, gli unici che possono circolare agevolmente sono i rifiuti. Chiaramente, poi, pagando tasse importanti sulla gestione dei rifiuti solidi urbani e sui rifiuti speciali per gli esercizi commerciali non c’è lo spazio per organizzare una donazione di nulla, neanche delle eccedenze, perché si è già abbastanza occupati a cercare di arrivare a fine anno con i bilanci in pareggio. Per cui questo contributo, lo abbiamo già spiegato, semplicemente avvicina alla valutazione del ciclo di vita, avvicina a un'educazione, anche, su quello che è il rifiuto organico che non è un rifiuto, che è stato creato proprio dall'ecomafia stessa. L'autocompostaggio è semplicissimo: avviene Pag. 90a casa proprio, nel proprio giardino, nello spazio del proprio esercizio commerciale o con piccoli impianti elettromeccanici da massimo mille tonnellate e nei comuni. Non avviene, invece, con i mega impianti, tanto più se questi hanno bisogno di incentivi, come gli impianti a biogas (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Colleghi, mi scuso con voi e, soprattutto, con gli alunni e i docenti dell'Istituto di istruzione superiore «Ettore Bolisani» di Isola della Scala, in provincia di Verona, che assistono ai nostri lavori, e non come ho erratamente detto prima (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, signor Presidente. Non ho ancora avuto modo di leggere fino in fondo il fascicolo degli emendamenti, ma mi attendo che, sulla scorta di quanto è stato detto negli ultimi 10-15 minuti, troveremo anche un emendamento che tassa gli italiani che circolano senza la maglietta della salute. Ma, in attesa di quello, che certamente troveremo, ci occupiamo di quanto stiamo trattando in questi tre emendamenti consecutivi. Esordisco con il dire che fa veramente specie che la forza politica a noi dirimpetta, che si è contraddistinta e si contraddistingue per delle battaglie che chiedono la liberalizzazione dell'assunzione delle sostanze stupefacenti, oggi difenda l'aumento della tassazione su alcuni prodotti alimentari, adducendo a giustificazione di questa proposta il fatto che l'assunzione di questi prodotti comporterebbe qualche danneggiamento alla salute.
  Mettetevi un po’ d'accordo con voi stessi, perché, se vale questa presunzione, poi dovete rivedere un attimino tutta la formulazione della vostra concezione teorica sull'assunzione delle sostanze stupefacenti. E voglio rivolgermi, per il suo tramite, signor Presidente, ad alcuni colleghi del MoVimento 5 Stelle che hanno parlato relativamente all'emendamento che ha preceduto, sostanzialmente simile, identico, per le finalità, a quello di cui trattiamo adesso, che dicevano che con l'assunzione...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole, Corsaro. Colleghi, colleghi, c’è un collega che sta parlando ! Adesso capisco che siamo felici, ma... Prego.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. ...con l'assunzione di determinati alimenti, le persone, come dire, possono aggravare le loro condizioni di salute, e quindi comportano un aggravio sulla socialità, e quindi mettere le tasse serve a impedire un aggravio sui costi sociali. Ora, Presidente, anche qui, se questo fosse il tema, se per davvero volessimo condizionare le scelte soggettive sull'uso di un tipo di alimentazione piuttosto che l'altro giustificando questa circostanza con il fatto che l'assunzione di alcuni alimenti comporta un danneggiamento alla salute e che questo danneggiamento alla salute, poi, determina un aggravio dei costi sociali per l'assistenza sanitaria, che percentualmente aumenterebbe verso i fruitori di un bene piuttosto che di un altro, basterebbe semplicemente dire che chi si reca presso le strutture pubbliche per avere un tipo di assistenza sanitaria e si accerta che quel tipo di prestazione sanitaria viene determinato per via di una volontaria e coscienziosa assunzione di sostanze insalubri, beh, a fronte di quelli, non vale il pagamento gratuito delle prestazioni sanitarie.
  Ma vede, Presidente...

  PRESIDENTE. No, onorevole Corsaro, non vediamo più, perché è finito il tempo.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Concludo, concludo, Presidente. Il tema vero è che noi stiamo cercando di sostenere che con questa concezione tassiamo i comportamenti sbagliati. Non è questo il tema: il tema vero è che qui, una volta di più, si vuole far cassa cercando di...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

Pag. 91

  MASSIMO ENRICO CORSARO. ...alimentare la costruzione del monte fiscale esattamente a carico delle cose cui i cittadini tendenzialmente fanno più fatica a rinunciare: il carburante delle automobili...

  PRESIDENTE. Onorevole Corsaro, deve concludere.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. ...l'assunzione di determinate bevande...

  PRESIDENTE. Onorevole Corsaro, non mi metta in difficoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. ...o di determinati alimenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Non sfuggirà a nessuno che, nonostante ci sia una grande tassazione sul tabacco e sulle sigarette, è possibile acquistarle nel nostro Paese, cioè, se si va al tabaccaio, qui, alla Camera e si vuole comprare un pacchetto di sigarette, si può fare. Voglio tranquillizzare il collega Corsaro. Né da parte nostra c’è l'idea di voler impedire la vendita e il consumo di quei prodotti che hanno un eccesso di grassi, un eccesso di zuccheri.
  Stia tranquillo, onorevole Corsaro, che domani mattina potrà fare colazione con una merendina, tranquillamente, e potrà bere la sua Coca-Cola, non ci sono problemi.
  Quello che diciamo è che, per questi prodotti che hanno un eccesso di zuccheri e di grassi, che è acclarato a livello mondiale, l'Organismo mondiale della sanità dice che sono prodotti che danneggiano la salute, se si può mettere, se è consentito, una piccola tassazione, per permettere l'informazione, diciamo, ai cittadini su quello che mangiano e su quello che consumano, e se è possibile che questa piccola tassazione possa essere utilizzata per informare che c’è un altro modo di alimentarsi. Tutto qui ! Non facciamo discorsi che non c'entrano nulla; in altra occasione spero che lo potremo fare e spero che finalmente quest'Aula possa affrontare seriamente il problema della legalizzazione delle droghe leggere, cosa che credo che sarebbe opportuno fare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 3.62, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ne approfitto, onorevole Palese, per informare che la componente Conservatori e Riformisti del gruppo Misto ha esaurito, dopo l'intervento dell'onorevole Corsaro, il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi, la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.
  Micillo, Caso, Carloni, Castelli, Terzoni, Simone Valente, Mannino, Sottanelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  412   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 3.63, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Fregolent, Terzoni, Bolognesi, Minnucci, Monchiero, Rizzetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 92
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  411   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 3.64, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Vignaroli, Chimienti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  419   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 3.65, con il parere contrario di Commissione e Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Ermini, Moscatt, Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  415   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no  320.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 3.66, con il parere contrario di Commissione e Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Marzana, Marco Di Maio, Roberta Agostini, D'Uva, Dell'Aringa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  432   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Capodicasa e Paola Bragantini hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 3.67, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Carloni, Carrozza, Grassi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  433   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Cassano e Fabbri hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

Pag. 93

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 3.68.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Presidente, il nostro emendamento prevede che i supermercati con superficie superiore a 250 metri quadrati e parte della grande distribuzione organizzata siano tenuti, con una sorta di vincolo in più, più stringente, a conferire gratuitamente ai soggetti cessionari prodotti alimentari a qualunque titolo ritirati dalla vendita, e che siano idonei per essere consumati a fini di solidarietà.
  È una norma che è stata adottata in Francia, che riguarda un pezzo, la grande distribuzione, quindi si comincia da lì; lasciando, secondo il nostro emendamento, il tempo necessario a questi punti vendita di organizzarsi, perché poniamo questo vincolo entro un anno dall'entrata in vigore della legge.
  Noi consideriamo questo un punto importante, perché è bene chiarirsi: noi pensiamo sicuramente al valore di tutte le azioni premianti di indirizzo che sostengano e favoriscano; pensiamo, però, che si debba trovare, insieme a questa strategia di convinzione e di incentivazione, l'equilibrio con alcuni obblighi, con alcuni vincoli, e noi chiediamo che la grande distribuzione sia, entro un anno dall'entrata in vigore della legge, tenuta ad attivare tale forma di donazione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, intervengo per ribadire che anche noi siamo favorevoli a questo emendamento, che rende in qualche modo più pressante la cessione delle eccedenze alimentari alle associazioni che li utilizzeranno per fini solidaristici: esattamente come si è fatto in Francia per gli esercizi commerciali sopra un certo limite, questo donare gli alimenti, invece che buttarli, diventa obbligatorio. Direi che anche l'eccezione che hanno sollevato la maggioranza e l'onorevole Fossati, che ci vogliono dei tempi di adeguamento, è fuori luogo, perché è sufficiente prevedere che l'obbligo per questi esercizi sia entro un anno; e ovviamente le associazioni si struttureranno in modo da ricevere tutte queste donazioni, esattamente come hanno fatto in Francia. Se l'hanno fatto loro, non penso che noi siamo da meno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 3.68, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastorino, Caso, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  416   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  312.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Tartaglione ha segnalato che voleva votare contro).

  Ricordo che l'emendamento Nicchi 3.7 è stato ritirato.Pag. 94
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantero 3.69.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, riteniamo questo emendamento piuttosto importante: ha lo scopo di rendere trasparente e pubblico il processo della cessione. Diamo la possibilità ai comuni di utilizzare i loro siti, anche in forma associata, per pubblicizzare quelle che sono sia le aziende del settore alimentare che donano le eccedenze alimentari, sia le associazioni che le ricevono; questo per rendere più trasparente il processo di donazione, per stimolare il principio di rotazione, e anche per permettere all'ente donatore e all'ente ricevente di entrare più facilmente in contatto. Riteniamo che sia quindi utile dare la possibilità ai comuni di svolgere questo tipo di attività, e chiediamo di votare favorevolmente e riconsiderare il parere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 3.69, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moscatt, Caso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  412   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brignone 3.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri, Gallinella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  399   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   82    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ricordo che l'emendamento Stella Bianchi 3.70 è stato ritirato prima della seduta.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silvia Giordano, Tancredi, Pannarale.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  386   
   Astenuti   47   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  380    
    Hanno votato no  6.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 95

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 3057-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 3057-A ed abbinate).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Presidente, sull'emendamento Rondini 4.50 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  MARCO RONDINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Presidente, intervengo solo per chiedere alla relatrice qual è la motivazione del suo parere.

  PRESIDENTE. Onorevole Rondini, c’è anche il parere contrario della V Commissione (Bilancio).

  MARCO RONDINI. Presidente, lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Romele, Piepoli, Mantero, Lorefice.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  387   
   Astenuti   43   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  383    
    Hanno votato no  4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito a votare).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 3057-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3057-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Presidente, sull'emendamento Fiorio 5.50 il parere è favorevole. Sull'emendamento Gagnarli 5.51 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fiorio 5.50, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mantero, Fossati, Sorial.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  382   
   Astenuti   42   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  377    
    Hanno votato no  5.    

Pag. 96

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gagnarli 5.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vargiu.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  384   
   Astenuti   45   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  378   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  377    
    Hanno votato no  1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 3057-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3057-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Presidente, sull'emendamento Patriarca 6.50 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «Al comma 1, capoverso, dopo le parole: cessione gratuita aggiungere le seguenti: a enti pubblici nonché». Contestualmente, si chiede di riformulare l'emendamento Mantero 6.51 con la medesima riformulazione. Sull'emendamento Silvia Giordano 6.52 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, comprese le riformulazioni.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento Patriarca 6.50. Chiedo però ai presentatori di tale emendamento e del successivo Mantero 6.51 se accettano la proposta di riformulazione avanzata dalla relatrice, avvertendo che, in tal caso, i due emendamenti risultano di identico contenuto e saranno posti in votazione congiuntamente. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti Patriarca 6.50 e Mantero 6.51, così come riformulati dalla relatrice, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Molteni, Simonetti, Donati, Gribaudo, Lattuca.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 97
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  397   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  385    
    Hanno votato no  12.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 6.52, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Sandra Savino, Pannarale.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  414   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  312.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  398   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  389    
    Hanno votato no  9.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 3057-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3057-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Presidente, sull'emendamento Capone 7.50 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «Al comma 1, dopo le parole: sono sostituite dalle seguenti: aggiungere le seguenti: Gli enti pubblici nonché». Di conseguenza, l'emendamento Mantero 7.51 viene riformulato nello stesso modo. Sugli emendamenti Colonnese 7.52 e Nicchi 7.53 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice, comprese le riformulazioni.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo all'emendamento Capone 7.50. Come prima, chiedo però ai presentatori di tale emendamento e del successivo Mantero 7.51 se accettano la proposta di riformulazione avanzata dalla relatrice, avvertendo che, in tal caso, i due emendamenti risultano di identico contenuto e saranno posti in votazione insieme. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Capone 7.50 e Mantero 7.51, Pag. 98nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Tancredi, Mantero, Occhiuto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  404   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  394    
    Hanno votato no  10.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 7.52, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  408   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Baradello voleva votare contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 7.53, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  415   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  391   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  380    
    Hanno votato no  11.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 3057-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3057-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
  Ricordo che l'emendamento Cimbro 8.50 è stato ritirato.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Silvia Giordano 8.51. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Rondini 8.52, con la Pag. 99seguente riformulazione: «Al comma 1, lettera a), dopo il numero 5) aggiungere il seguente: 6) formulazione di proposte per favorire la messa in rete e l'aggregazione delle iniziative promosse da soggetti pubblici e privati che distribuiscono derrate alimentari agli indigenti su base territoriale».
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lorefice 8.53, con la seguente riformulazione: Dopo il comma 1 aggiungere il seguente 1-bis): «le attività del tavolo sono rese pubbliche nel sito Internet del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e costituiscono oggetto di una relazione annuale alle Camere». La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Nicchi 8.54.

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole relatrice, qui dobbiamo intendere che il riferimento è al comma 1 e non al comma 3, proprio all'inizio dell'emendamento dell'onorevole Nicchi: è una questione tipografica, c’è stato un errore e lo correggiamo in corso d'opera.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Donati 8.55, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Mantero 8.56.

  PRESIDENTE. L'emendamento Cimbro 8.57 è stato ritirato.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Lorefice 8.58, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 8.200 della Commissione bilancio.
  La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Busto 8.050 e Nicchi 8.051.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 8.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastorino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  409   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione dell'emendamento Rondini 8.52.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 8.52, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Pilozzi, Caparini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  356   
   Astenuti   77   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  352    
    Hanno votato no  4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 100

  Dovremmo ora passare all'emendamento Lorefice 8.53. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dalla relatrice. Avverto quindi che in questo caso l'emendamento Lorefice 8.53 sarà posto in votazione dopo l'emendamento Lorefice 8.58.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 8.54, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  420   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  419    
    Hanno votato no 1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Donati 8.55, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mantero.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  401   
   Astenuti   37   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  316    
    Hanno votato no  85.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 8.56, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silvia Giordano, Mantero, Toninelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  407   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   78    
    Hanno votato no  329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Antezza ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Avverto che l'emendamento Cimbro 8.57 è stato ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lorefice 8.58.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Intervengo per dichiarare il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Grazie Presidente. Con questo emendamento chiediamo di unire al tavolo anche un rappresentante dei tecnologi alimentari. Nel tavolo c’è già di tutto: rappresentanti di cinque diversi ministeri, se non sbaglio, rappresentanti di associazioni, rappresentanti dell'industria alimentare, circa 27 o 28 persone. Non vedo come una persona in più, che peraltro sono tecnici che hanno lo scopo di studiare la vita dei prodotti: il packaging, come permettere l'allungamento della vita dei prodotti, sia prima che dopo l'acquisto, e che quindi potrebbero Pag. 101andare a stimolare proposte di questo tipo all'interno del tavolo. Non vedo che problema possa dare includere una persona in più, quindi chiediamo di cambiare parere su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Mantero, noi stiamo parlando dell'emendamento 8.58, dove c’è un parere contrario, non c’è una richiesta di riformulazione.

  MATTEO MANTERO. Certo.

  PRESIDENTE. Bene, ci siamo intesi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie Presidente. Semplicemente per annunciare il voto favorevole da parte della Lega Nord a questo emendamento e per unirmi all'appello del collega Mantero e chiedere alla relatrice se vuole rivedere il parere o perlomeno spiegarci la motivazione che l'ha indotta e che ha indotto il Governo a dare parere contrario all'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice, onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. La filiera economica è ampiamente rappresentata nel tavolo e sono rappresentate tutte le necessità, altrimenti avremmo dovuto inserire anche altri ordini che sono attinenti alla materia. Quindi prevederne soltanto uno, quando anche altri ordini possano avere una competenza, ma il tavolo comunque si può avvalere anche della consulenza gratuita e dei suggerimenti dei tecnologi alimentari, così come di tutti gli altri ordini che possono appunto dare suggerimenti utili in materia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 8.58, parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  404   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  253.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 8.53, nel testo riformulato, parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Massa, Lattuca, Colaninno, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  421   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  416    
    Hanno votato no  5.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, col parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sisto, Carloni..
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 102
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  415   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  414    
    Hanno votato no  1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  374   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  373    
    Hanno votato no  1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 18,20)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Busto 8.050, parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  416   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  304).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Nicchi 8.051.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Questo è un emendamento che introduce una funzione molto delicata e anche importante: quella del monitoraggio. L'obiettivo di questa legge, lo ripeto, è ridurre lo spreco e aumentare le donazioni, ma il punto di partenza è la riduzione degli sprechi. Noi prevediamo allora, e non si capisce per quale motivo venga respinto, la possibilità di organizzare un'attività di monitoraggio per capire bene dove si crea lo spreco in tutta la filiera agroalimentare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice, onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. L'attività di monitoraggio è prevista all'articolo 8, comma 4, tra le competenze del tavolo di coordinamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Nicchi 8.051, parere contrario di Commissione e Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Rabino, Greco, Lattuca, Moscatt.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  414   
   Votanti  405   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 140    
    Hanno votato
no  265).    

Pag. 103

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 3057-A e abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3057-A e abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Sull'emendamento 9.200 della Commissione Bilancio parere favorevole. Sugli emendamenti Brignone 9.50, Mantero 9.51, Mantero 9.52, Silvia Giordano 9.53, Silvia Giordano 9.54, Busto 9.55 e Brignone 9.56 parere contrario.

  PRESIDENTE. Sull'emendamento 9.100 della Commissione ?

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sul suo emendamento 9.100, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Faenzi 9.57 e Rondini 9.58.
  La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Fiorio 9.59 e 9.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Mantero 9.60.

  PRESIDENTE. L'emendamento Cimbro 9.61 è stato ritirato.
  Il Governo ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. I pareri sono conformi, anche ovviamente sulle condizioni della V Commissione.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento. Avverto che a seguito dell'eventuale approvazione della condizione della Commissione bilancio 9.200, integralmente sostitutiva del comma 1, dell'articolo 9, risulterebbe precluso l'emendamento Brignone 9.50 che aggiunge un periodo a tale comma. Poiché, tuttavia, l'emendamento reca una disposizione che pur formalmente riferita al comma 1, risulta autonoma rispetto allo stesso, la Presidenza, qualora la presentatrice ne avanzasse richiesta consentirà che venga posto comunque in votazione come comma aggiuntivo.
  Prendo atto che l'onorevole Maestri, mi comunica che l'emendamento della sua collega Brignone 9.50 verrà comunque posto in votazione.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole dalla Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, Donati, Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  402   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 396    
    Hanno votato
no    6).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brignone 9.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Iacono...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  399   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
 139    
    Hanno votato
no  260).    

Pag. 104

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantero 9.51.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente. Per dichiarare il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Grazie Presidente. Questo emendamento prevede l'etichettatura per prodotti che abbiano un alto contenuto di acidi grassi saturi, di zuccheri liberi, di sali e di oli ritenuti dannosi per la salute, come quello di palma, con l'indicazione in etichetta che l'uso eccessivo di questo prodotto può provocare obesità e gravi patologie. Purtroppo, l'utilizzo di cibo spazzatura porta, soprattutto nei bambini e nei ragazzi, ad aumento del peso, con tutta una serie di patologie correlate. Quindi, crediamo che sia opportuno l'indicazione in questi prodotti proprio che l'uso eccessivo può recare problemi alla salute.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 9.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nesci, Ottobre, Lacquaniti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  394   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 127    
    Hanno votato
no  267).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantero 9.52.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Presidente, questo emendamento, in analogia con il precedente, prevede l'etichettatura in maniera esplicita su tutti i prodotti che contengono olio di palma, con l'indicazione che l'uso eccessivo di questo prodotto può essere dannoso per la salute. Riteniamo che sia molto importante questa etichettatura, perché c’è un abuso da parte dell'industria alimentare di questo olio vegetale di origine tropicale di scarsa qualità che ha un notevole impatto sull'ambiente. Per produrre questo tipo di olio, molto utilizzato dall'industria alimentare, in Indonesia e Malesia si procede alla deforestazione di quantità enormi di foresta pluviale, quasi il 90 per cento delle terre agricole indonesiane e malesiane sono utilizzate per la coltivazione di questo prodotto; si creano notevoli problemi ambientali, problemi alle biodiversità e problemi alle popolazioni locali. Ci sono articoli di stampa in questi giorni che ci dicono che Sumatra sia infestata dai fumi dovuti alla combustione delle foreste pluviali, proprio per lasciare spazio alla coltivazione dell'olio di palma. Ma oltre a questo, oltre ad essere insostenibile a livello ambientale, l'olio di palma ha un altissimo contenuto di acidi grassi saturi, principalmente l'acido palmitico, che portano tutta una serie di patologie correlate, quindi ipertensione, l'aumento del colesterolo, sovrappeso e così via; e che sono presenti in tantissimi prodotti, soprattutto nei prodotti dolciari, ma anche nei prodotti della panificazione, biscotti, cracker. Quindi, è molto, molto difficile, non utilizzare quel tipo di prodotti. L'Istituto superiore di sanità si è espresso recentemente dicendo che i nostri bambini, soprattutto, abusano di olio di palma, ed è ovviamente facilissimo superare il limite. Vi faccio un esempio molto banale, un biscotto, una macina del Mulino Pag. 105Bianco, contiene 2,5 grammi di olio di palma, la quantità giornaliera dovrebbe essere inferiore ai 20 grammi, capite quanto è facile: è sufficiente che un bambino mangi 4 o 5 macine per colazione, una spinacina a pranzo, che ne contiene 15 grammi, e una merendina che ne contiene altri 10 o 15, perché riceva il doppio della quantità di olio di palma che può ricevere. Questo porta grandissimi problemi per la salute soprattutto dei più piccoli. In questo periodo, tra l'altro, l'industria dell'olio di palma, l'industria alimentare che tiene a non cedere questo business, che è un business da 350 mila tonnellate anno (noi importiamo 350 mila tonnellate all'anno di olio di palma, anche a discapito di oli più pregiati come l'olio d'oliva che noi produciamo in Italia, quindi anche a discapito del made in Italy), ha iniziato una campagna fuorviante sul cosiddetto olio di palma sostenibile che in realtà sostenibile non può essere.
  Quindi, è opportuno che a questo si metta un limite, indicando in maniera palese sulle etichette dei prodotti che lo contengono che, appunto, contengono olio di palma e che possono essere dannosi per la salute. Riteniamo che sia importante un cambiamento di parere e un voto favorevole a questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Presidente, noi crediamo che sia giusto introdurre questa indicazione; il tema, però, è un altro: non è giusto che questa indicazione venga introdotta in una norma del genere. La questione è tutt'altra, è una questione antica e riguarda, devo dire, la tracciabilità del prodotto, da una parte, e l'etichettatura, dall'altra parte, ed è evidente che forse dovremmo ritornare su tali questioni per introdurre alcuni elementi informativi che possono essere utili al consumatore. Viceversa, introdurre, qui, elementi che incidono non sulla vicenda dello spreco alimentare, ma che incidono complessivamente sulla norma della vendita dei prodotti della filiera agroalimentare credo che sia un elemento non straordinariamente corretto e, soprattutto, sicuramente poco chiaro per l'intelligibilità della norma stessa, ma anche per l'intelligibilità da parte del consumatore. Per cui, per quanto apprezziamo la sollecitazione e il suggerimento che viene più volte ripetuto negli emendamenti, ci permettiamo di suggerire, e per questo ci asterremo su questo emendamento, che forse non è questa la sede propria di questa norma; non è questa, sicuramente, la sede nella quale andiamo ad incidere sull'etichettatura dei prodotti, che troppi sanno già essere prevista da una norma che, devo dire, per ora è stata poco applicata, soprattutto perché l'Europa ha inciso negativamente. Per questa ragione indichiamo e chiariamo la nostra posizione favorevole nel merito, ma esprimiamo un voto di astensione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, noi non sappiamo se questa legge è il veicolo giusto per introdurre questa norma; certo che noi voteremo «sì» perché è una norma di buonsenso e secondo me, oltretutto, questa norma potrebbe anche essere collocata nella legge, facendo un ragionamento un po’ più ampio. Lo diceva prima il collega Mantero, l'utilizzo dell'olio di palma comporta la distruzione totale della foresta pluviale e di intere coltivazioni alimentari nei Paesi dell'est del mondo e in altri Paesi. Il fatto di utilizzare olio di palma nel nostro Paese significa impoverire la dieta alimentare di milioni e milioni di persone dall'altra parte del mondo. Ora, io penso che questo c'entri nel nostro ragionamento, perché noi non possiamo pensare di approvare una legge che cerca di affrontare un problema importante, che è quello, appunto, del recupero degli alimenti per poterli comunque donare a chi in questo momento si trova in difficoltà, e poi, Pag. 106contemporaneamente, per lo stesso principio, affamare quelli che sono dall'altra parte del mondo. È sbagliato ! Io per questo penso che questa norma c'entri in questa legge e, pertanto, debba essere approvata. È chiaro che serve anche un ragionamento diverso, lo diceva il collega Russo, più ampio sul quale confrontarsi. La vicenda dell'olio di palma è particolarmente importante, perché non soltanto viene utilizzato a fini alimentari come stiamo discutendo oggi, ma anche a fini di produzione di energia, il che comporta ulteriormente dei grandissimi danni anche a livello ambientale nel nostro Paese.
  Quindi io penso che dovremmo affrontare quell'argomento e anche i temi dell'ambiente e della salute che sono strettamente correlati. Sarebbe opportuno affrontarli in un testo più compiuto, ma, per il ragionamento che facevo prima, io ritengo che questa norma all'interno della legge ci debba essere. Non posso in coscienza votare una legge che affronta il problema della povertà alimentare nel nostro Paese a discapito di un'altra parte del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Presidente, in realtà è molto pertinente l'inserimento di questo emendamento, perché c’è un abuso dei prodotti contenenti olio di palma. È proprio notizia recente che in parecchi prodotti soprattutto per la prima infanzia è contenuto olio di palma, per esempio nei biscotti. Chiunque abbia una vita normale con dei bambini sa che è facile l'abuso dell'utilizzo di biscotti. Allora, cosa è successo ? È successo che le più grosse ditte che producono biscotti hanno risposto e hanno prontamente cambiato la loro produzione e tolto l'olio di palma dai propri prodotti. Questa è la risposta che viene data dal commercio. Ora, sarebbe interessante avere anche una risposta dal punto di vista legislativo. Quindi, l'inserimento dell'emendamento e, soprattutto, il voto favorevole farebbero capire che c’è un reale intento contro lo spreco e l'abuso di olio di palma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Mannino. Ne ha facoltà.
  Abbassiamo il tono della voce, colleghi, è troppo alto...

  CLAUDIA MANNINO. Presidente, intervengo anch'io per due ragioni; uno perché, appunto, non credo che sia una novità, all'interno di questi organi istituzionali, che, nel momento in cui si scrivono alcune norme, magari ci possano essere degli argomenti che vanno un po’ oltre le righe. Ne abbiamo tonnellate di questi provvedimenti ! In un argomento così delicato credo che possiamo permetterci, eventualmente – se qualcuno la interpreta come sbavatura – una sbavatura di questo genere. Tuttavia, considero più importante l'argomento relativo all'effetto sanitario di questo emendamento, perché proprio ieri sera, in una trasmissione televisiva andata in onda in prima serata, si è consultato l'Istituto superiore di sanità che ha dichiarato che è impossibile che un uomo di peso medio di 60 chili possa assumere 30 grammi di olio di palma nell'arco della sua giornata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, il consumo dell'olio di palma va ridotto soprattutto nei bambini tra i 3 e i 10 anni e negli adulti con fattori di rischio cardiovascolare. Questa, in sintesi, la conclusione del parere pubblicato recentemente sul sito del Ministero della salute in merito alla tossicità dell'olio di palma, e che si basa sulle raccomandazioni di una sana e corretta alimentazione delle principali organizzazioni e agenzie internazionali. Quindi, questo emendamento Pag. 107va semplicemente nella stessa linea dello stesso Ministero della salute, ovvero del Governo: gradirei capire come mai il Governo ha potuto dare un parere contrario a un emendamento che praticamente esegue quanto a parole viene pubblicato addirittura sul sito del Ministero della salute. Quindi, invito i colleghi a cambiare cortesemente il loro parere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Parentela. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Presidente, anni fa il cittadino non sapeva se un prodotto conteneva olio di palma, c'era scritto in etichetta: olio vegetale. Quindi, siamo stati anche presi in giro da un certo punto di vista per diversi anni, dopodiché è stata introdotta la normativa europea – il Regolamento (UE) n. 1169/2011 – che, appunto, obbliga a stabilire in etichetta e anche di specificare quali sono questi oli vegetali; tra questi c’è la colza, la palma e così via. Ora, tutti ormai conoscono le conseguenze sull'ambiente, sulle popolazioni in Indonesia, nelle foreste pluviali e i danni che sta causando questa follia, che poi è portata avanti dalle grandi aziende per risparmiare sulla questione dei conservanti.

  PRESIDENTE. Concluda.

  PAOLO PARENTELA. Quindi, per un mero risparmio di queste aziende sacrifichiamo la salute dei nostri ragazzi e dei nostri cittadini. Invito veramente a un voto di buonsenso anche il Partito Democratico: sono molti i cittadini che hanno firmato tantissime petizioni online per chiedere questo alla politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Bernini. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Presidente, il Parlamento ha il dovere di far sapere ai cittadini che ci sono questi veleni alimentari all'interno del loro cibo o dovremo affrontare un grave problema di obesità in Italia, in un futuro molto prossimo. Inoltre, la produzione di olio di palma è la prima causa di distruzione della foresta pluviale indonesiana e della morte di tantissimi animali che la abitano, in primis gli oranghi. L'olio di palma danneggia la salute, distrugge l'ambiente e uccide i nostri amici animali. Pensateci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Presidente, io chiedo al sottosegretario De Filippo una risposta e l'attenzione sul tema e su questo emendamento. Noi stiamo chiedendo di introdurre questa dicitura nei prodotti alimentari: «questo prodotto contiene olio di palma, l'assunzione eccessiva può essere dannosa per la salute». Fermo restando che quanto le ho appena detto corrisponde a quanto avete scritto più o meno nel sito del Ministero della salute, quindi è un controsenso e lei stesso dovrebbe cambiare parere per coerenza, faccio presente a tutti, compresi i colleghi del PD, che sono maggioranza, ma anche al collega Russo, che poc'anzi ha detto qualcosa di assolutamente illogico, che l'olio di palma, solo con riguardo agli effetti della salute, crea aumento del colesterolo, questo secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, aumenta il rischio cardiovascolare, secondo l'Agenzia francese per la sicurezza alimentare, e aumenta gli effetti dell'acido palmitico sulla proteina p66shc, che crea il diabete alimentare. Quindi, il sottosegretario cambi il parere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

Pag. 108

  MASSIMILIANO BERNINI. Signora Presidente, questo emendamento è intriso dello spirito liberale evocato poc'anzi dal collega Capezzone. Infatti, noi non vietiamo i prodotti contenenti olio di palma, ma chiediamo che questa indicazione venga riportata in etichetta, per colmare quella che è un'asimmetria informativa. Visto che fare la spesa è oggi più che mai anche un gesto politico, mettiamo nelle condizioni i cittadini consumatori di fare delle scelte e degli acquisti oculati, promuovendo alimenti sostenibili da un punto di vista ambientale e sostenibili da un punto di vista della salute (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Non mi dilungo ulteriormente per spiegare il perché l'emendamento è pertinente con questa legge, l'abbiamo già spiegato, e riguarda la limitazione degli sprechi, ma vorrei, in questo caso, riferirmi in particolare al sottosegretario. Bisogna stare molto attenti e questa dicitura potrebbe sollevarci anche da molte responsabilità, dalle vostre responsabilità in quanto Ministero della salute, perché l'olio di palma è contenuto anche in quei prodotti che vengono venduti in quanto possono aiutare la salute, lo stato fisico delle persone, ad esempio i multivitaminici.
  Mi è capitato ieri di andare in farmacia e nel multivitaminico che uno teoricamente prende perché dovrebbe aiutare lo stato fisico della persona si trova scritto «olio di palma». Ora, io me ne faccio carico, lo leggo, dico che lì è presente, però cerco anche di non farne un uso eccessivo, perché, appunto, anche l'etichetta mi dice che è dannoso. Il Ministero se ne dovrebbe prendere tutta la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, quello che chiediamo è che dovremmo estendere il principio di precauzione nel momento in cui abbiamo già avuto una dichiarazione dell'Istituto superiore di sanità che già molto tempo fa, per esempio, prese una posizione contraria alla Food and Drug Administration in merito all'uso dello sugar free, dell'aspartame. Non si diede retta all'Istituto superiore di sanità, si andò dietro al Food and Drug Administration e trovammo che poi questa sostanza è considerata cancerogena.
  In questo caso è abbastanza acclarato, perché abbiamo ricercatori ancora indipendenti, nonostante la volontà del PD di cercare di privatizzare l'Istituto superiore di sanità, e troviamo che assolutamente, in una circolarità relazionale, un aspetto importantissimo sono le colture intensive nel sud-est asiatico e in Sudamerica. Per cui, facciamo politica innanzitutto anche al supermercato con i nostri figli, con le nostre microdecisioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se non riuscite a prendere...

  PRESIDENTE. Concluda.

  MASSIMO ENRICO BARONI. ...delle decisioni importanti – la prego, Presidente – cerchiamo almeno di cambiare le piccole abitudini dei nostri legislatori.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Baroni, ha finito il suo tempo da un po’.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie, Presidente. Allora, l'olio di palma è insostenibile: non è solamente un pericolo per la salute umana, come è stato descritto dai miei colleghi, ma è un pericolo per le popolazioni e i diritti umani delle popolazioni indigene di alcune parti del mondo, che vengono sfruttate e a cui viene sottratto terreno e territorio da coltivare per fare queste piantagioni. È pericoloso per degli ecosistemi che sono tra i più fragili del mondo, per la deforestazione causata Pag. 109dalla coltivazione dell'olio di palma, per gli animali in via d'estinzione, che vengono espropriati del loro territorio per le piantagioni di olio di palma.
  Quindi, l'impegno che dobbiamo prendere è una dicitura in etichetta, che ci porta a vedere, magari, il mondo, la produzione e quello che mangiamo non solo come qualcosa su cui lucrare, e quindi utilizzare l'olio di palma perché è qualcosa che costa meno rispetto ad altri ingredienti. Infatti, questo è l'unico motivo, Presidente, per cui l'olio di palma è così diffuso: il prezzo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 9.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Mantero, Preziosi, Sberna, Aiello, Manlio Di Stefano, Cominardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  368   
   Votanti  351   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  249).    

  (Il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Silvia Giordano 9.53.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Presidente, questo emendamento è molto importante ed è un po’ il nostro approccio a questa proposta per la riduzione dello spreco alimentare: noi vogliamo guardare anche alla prevenzione, oltre che alla destinazione per gli indigenti delle risorse prodotte in eccesso; alla prevenzione e, quindi, alla riduzione di una produzione eccessiva di alimenti. L'emendamento prevede il divieto di pubblicizzare sulle reti televisive pubbliche e private, durante le trasmissioni rivolte ai minori, alimenti che contengono un alto livello di acidi grassi saturi, grassi animali, zuccheri liberi e olio di palma, che possono essere dannosi per la salute.
  Questo emendamento è perfettamente in linea con la legge, perché, se noi nella legge andiamo a toccare soprattutto la parte della distribuzione e della produzione, non tocchiamo per nulla la parte finale della filiera, ovvero quella domestica. Dobbiamo tenere presente che quella parte della filiera riguarda circa il 50 per cento dello spreco alimentare nel nostro Paese, ovvero 2,5 milioni di tonnellate l'anno, quasi quanto il resto dell'intera filiera. E l'industria alimentare fa leva sui minori, sui ragazzi e sui bambini, perché sa che sono molto influenzabili dalla pubblicità; usa pubblicità, veicolandole con personaggi rassicuranti come mamme e nonni, con campioni dello sport, con cartoni animati, perché sa che i minori sono in grado di influenzare gli acquisti delle famiglie.
  Questo ci porta ad acquistare una certa quantità e a creare veri e propri bisogni indotti di cibo, di cui, in realtà, non abbiamo bisogno; a portare nell'alimentazione dei nostri figli questo cibo spazzatura, e ci porta in Italia ad avere – questo è un parere dell'Istituto superiore di sanità – il primato in Europa per i bambini sovrappeso e obesi. Un bambino su tre in Italia è sovrappeso e un bambino su dieci in Italia è obeso.
  Gli esperti ci dicono che i bambini in sovrappeso, i bambini obesi diventeranno poi adulti obesi, e l'obesità porta con sé tutta una serie di patologie correlate: ovvero l'ipertensione, ovvero patologie come il diabete, tutta una serie di tumori, malattie cardiovascolari; e il costo stimato della cura di tutte queste malattie è di circa 6 miliardi di euro. Andiamo quindi ancora ad alimentare un altro spreco !
  Gli esperti ci dicono che la prossima generazione sarà la prima generazione con Pag. 110aspettative di vita minori di quelle precedenti: i nostri figli, grazie al lavaggio del cervello di una continua pubblicità, alimentati con prodotti di scarsa qualità, avranno aspettative di vita minori rispetto alle nostre; per la prima volta nella storia le aspettative di vita si riducono ! Noi siamo uno dei pochi Paesi che non ha normato in tal senso: in Francia già nel 2007 si erano vietate le pubblicità di cibo negli orari rivolti ai minori, in Gran Bretagna nel 2008, in Spagna nel 2005; in Olanda, Svezia, Danimarca e Norvegia si sono vietate le pubblicità di alimenti per tutte le trasmissioni rivolte ai minori di 12 anni; in Svezia si è vietato l'utilizzo nella pubblicità di cartoni animati, come in Australia, in America. L'Organizzazione mondiale della sanità e l'Unione europea ci dicono che è importante normare in tal senso: è importante limitare l'impatto, il lavaggio del cervello che la pubblicità continua di cibo spazzatura esercita sui nostri figli.
  Questo è un emendamento fondamentale, che è in linea con la legge e che è importante approvare per la salute dei nostri figli e per la riduzione dei costi sociali, che – ricordo – sono 6 miliardi di euro legati alle malattie causate dall'obesità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Signora Presidente, in realtà è un'ambizione che si ha nei confronti di una legge che parla di sprechi alimentari e di abuso di alcuni alimenti: quando si parla di pubblicità, soprattutto a carattere alimentare, che viene rivolta a dei minori, a dei bambini, ci sono anche dei genitori che vengono illusi che alcuni prodotti non siano nocivi. Abbiamo ampiamente detto che l'olio di palma, se consumato in eccesso, diventa una cosa nociva, soprattutto per i bambini: creare un desiderio è una cosa sbagliata. Soprattutto, noi abbiamo l'opportunità per legiferare e per cercare di limitare l'abuso dell'olio di palma; e anche per far capire che un prodotto buono dev'essere fatto con ingredienti buoni, quindi con ingredienti che possono essere adatti a dei minori. L'invito è quindi quello di rivedere soprattutto questi emendamenti e di accettarli, proprio perché, se la funzione di questa legge è anche educativa, è anche di tutela della popolazione, deve modificarsi in questo senso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 9.53, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Antezza, Marzano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  384   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 9.54, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Capelli, Ghizzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  382   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 111

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busto 9.55, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Senaldi, Mantero, Roccella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  380   
   Votanti  373   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  261).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brignone 9.56, con il parere contrario di Commissione e Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  386   
   Votanti  378   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  280).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.100 della Commissione, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Binetti, Fossati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  395   
   Votanti  386   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 381    
    Hanno votato
no    5).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 9.57.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Presidente, questo emendamento introduce l'unico elemento incidente, necessario: la formazione, l'introduzione in ogni scuola, di ogni ordine e di ogni grado, di un elemento formativo rispetto alla coscienza che si vuole sia più attenta nei confronti dei modelli di consumo alimentare consapevole, sano, sostenibile dal punto di vista ecologico. Per questa ragione non comprendo il parere contrario della relatrice e del Governo: se c’è una cosa che serve più delle altre – per questa norma ma anche per indicare un modello rispetto all'attenzione sul consumo, sullo spreco del cibo, sullo spreco alimentare – è l'informazione, è la formazione, quella pratica, che nelle scuole potrebbe rappresentare davvero la chiave di volta anche rispetto a questo provvedimento ! L'aspirazione non è quella di avere più materiale e più prodotto che si spreca per poterne usare di più per gli indigenti: la finalità è un'altra, è quella di avere un consumo maggiormente consapevole, in modo tale che se ne produca meno, di spreco.
  E come si può fare questo se non attraverso un'azione formativa ? Come si può giungere al risultato se non attraverso un'azione educativa, se non spiegando, se non ragionando nelle classi dei nostri istituti ? Come altro si potrebbe fare ? Attraverso comportamenti etici derivanti da tassazioni, attraverso indicazioni di guru ? Qual è la soluzione ?
  La soluzione è una sola, quella della formazione, dell'istruzione, dell'educazione Pag. 112a modelli di consumo consapevoli. Per questa ragione, esprimiamo il nostro voto favorevole a questo emendamento, sperando che la relatrice e il Governo possano riflettere sulla necessità di cambiare parere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 9.57, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vargiu.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  383   
   Votanti  380   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
  65    
    Hanno votato
no  315).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 9.58, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Incà, Marazziti, Monchiero,
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  381   
   Votanti  319   
   Astenuti   62   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  272).    

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fiorio 9.59, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matteo Bragantini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  385   
   Votanti  376   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 368    
    Hanno votato
no    8).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Terrosi, Sgambato, Daga.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  392   
   Votanti  381   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 379    
    Hanno votato
no    2).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 9.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marco Di Maio, Corda.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 113
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  400   
   Votanti  373   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  292).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Giorgio Piccolo, Nizzoli, Silvia Giordano, Centemero.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  307   
   Astenuti   92   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato
 290    
    Hanno votato
no   17).    

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 3057-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3057-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Presidente, sull'emendamento Rondini 10.50 il parere è contrario. Sull'emendamento Russo 10.51 il parere è favorevole. Sull'emendamento Mantero 10.52 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 10.50, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.... Scusate, revoco l'indizione della votazione, non mi era stato segnalato che l'onorevole Rondini voleva intervenire. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Presidente, molto brevemente, con questo emendamento inseriamo il Ministero delle politiche agricole quale soggetto, insieme al Ministero dalla salute, che dovrà emanare le indicazioni rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, comunitarie e sociali, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione di alimenti, in quanto la competenza sull'educazione alimentare, secondo noi, deve essere comunque mantenuta in capo al Ministero delle politiche agricole, al fine di evitare sovrapposizioni e possibili discordanze tra strumenti che perseguono gli stessi obiettivi e compiti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 10.50, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capelli, Paola Bragantini.Pag. 114
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  390   
   Votanti  325   
   Astenuti   65   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato
  82    
    Hanno votato
no  243).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 10.51, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silvia Giordano, Marzana.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  393   
   Votanti  380   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 369    
    Hanno votato
no   11).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantero 10.52.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Presidente, su questo emendamento chiedo un attimo l'attenzione del Governo, perché riteniamo che il parere negativo sia un errore, in quanto qui prevediamo una piccola modifica al decreto legislativo n. 104 del 2013, riguardante le misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca. All'articolo 5, comma 5-bis, di questo decreto si parla in maniera generica di ridurre, all'interno delle scuole, gli alimenti che possono essere dannosi per la salute – esattamente come chiedevamo noi, ad esempio, con il divieto della pubblicità –, di indicare i grassi trans – che sarebbero i grassi idrogenati – e in maniera generica gli oli vegetali. Il problema è che questo decreto è stato votato nel 2013, antecedentemente al recepimento della direttiva europea, nel dicembre 2014, in cui si indicava di palesare in etichetta la tipologia degli acidi grassi. Quindi, non c’è più una denominazione generica di oli vegetali o grassi vegetali ma deve essere indicato espressamente quali tipi di oli sono presenti. Se si lascia l'indicazione generica di «oli vegetali» si tenderà a portare alla riduzione di tutti gli oli vegetali, anche quelli che sono invece positivi per la salute, come ad esempio l'olio extravergine di oliva.
  Se infatti si guarda l'articolo 5-ter, in quell'articolo si parla proprio di incentivare l'utilizzo di prodotti della dieta mediterranea (pesce, legumi e così via e anche l'olio extravergine di oliva), quindi in un articolo andiamo a dire che bisogna limitare gli oli vegetali e quindi anche l'olio extravergine d'oliva e, nell'articolo successivo, invece, diciamo che bisogna incentivarlo, quindi c’è proprio un errore palese e lapalissiano a cui si può semplicemente provvedere, sostituendo la dicitura «oli vegetali» con la dicitura «oli vegetali di palma» o «grassi vegetali idrogenati», che sono appunto quelli invece dannosi per la salute, sono gli acidi grassi vegetali che hanno un alto contenuto di acidi grassi saturi. Quindi, su questo inviterei un attimo sia il Governo, che la relatrice a riflettere, perché dare un parere contrario e un voto contrario è proprio un errore formale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 10.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi e Capua.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 115
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  388   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  267).    

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10 nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  383   
   Votanti  296   
   Astenuti   87   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato
 285    
    Hanno votato
no   11).    

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 3057-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3057-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Mantero 11.50. L'emendamento Marazziti 11.51 dovrebbe essere stato ritirato.

  PRESIDENTE. Onorevole Marazziti, il suo emendamento 11.51 è stato ritirato ?

  MARIO MARAZZITI. Sì, lo avevo già detto agli uffici.

  PRESIDENTE. Mi scusi, ma a me non risultava, mentre risultava alla relatrice.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. L'emendamento Moretto 11.52 è stato ritirato. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Rondini 11.53, 11.54 e 11.55, nonché sull'emendamento Russo 11.56. La Commissione propone l'accantonamento dell'emendamento Russo 11.57 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Silvia Giordano 11.58. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Busto 11.59, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Patriarca 11.60. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Colonnese 11.61.

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Gadda, a me risulterebbe una riformulazione sull'emendamento Patriarca 11.60. È possibile ? Se fosse così, me la dovrebbe leggere.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. No, Presidente.

  PRESIDENTE. Allora è un errore: il parere è semplicemente favorevole. Mi scusi, ma siccome ho una prescrittura sul fascicolo. Andiamo avanti.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Colonnese 11.61, Gregori 11.62, Nicchi 11.63 e Lorefice 11.64. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 11.200, che recepisce la condizione espressa dalla Commissione bilancio, e sull'emendamento accantonato Russo 11.57.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 116

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantero 11.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Dichiaro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Con questo emendamento, chiediamo di non destinare 2 milioni di euro aggiuntivi al fondo AGEA, non perché riteniamo sbagliato il fondo AGEA, ma semplicemente perché pensiamo che abbia un intento diverso rispetto a quello della presente legge, ovvero il fondo AGEA è fatto appunto per l'acquisto di prodotti per gli indigenti, vengono fatti dei bandi e ogni anno vengono acquistati un certo quantitativo di prodotti. Ad esempio, sono stati acquistati l'anno scorso 4 milioni di euro di prodotti per l'infanzia, 3 milioni di euro di biscotti per l'infanzia, 3 milioni di euro di olio di semi, 4 milioni e trecento di barattoli di pomodoro e così via. Quindi, sono prodotti destinati ad indigenti, ma non si va a disincentivare lo spreco alimentare, quindi il fondo AGEA è giusto che ci sia, ma non dovrebbe essere compreso in questa legge.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 11.50, parere contrario Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Di Vita, sgambato, Pastorino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  384   
   Votanti  369   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
 104    
    Hanno votato
no  265).    

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 11.53.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Presidente, molto brevemente, semplicemente per motivare la presentazione di questo emendamento. Viste le diverse e molteplici finalità alle quali dovrebbe tendere il nuovo fondo che viene istituito, destinato al finanziamento di progetti innovativi anche relativi alla ricerca e allo sviluppo tecnologico nel campo del confezionamento dei prodotti alimentari finalizzati alla limitazione degli sprechi e all'impiego di eccedenze, con particolare riferimento ai beni alimentari e alla loro destinazione agli indigenti, nonché per promuovere la produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili, anche in riferimento alla compostabilità degli stessi e al loro riutilizzo, con questo emendamento noi chiediamo almeno che la dotazione del fondo passi da 1 a 2 milioni, perché riteniamo che il fondo così istituito di un solo milione non riesca a far fronte alle finalità che il fondo si propone.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 11.53, parere contrario Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 117

  Baradello, Marzano, Sgambato, Zan.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  370   
   Votanti  368   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
 128    
    Hanno votato
no  240).    

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 11.54, parere contrario Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luigi Gallo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  373   
   Votanti  313   
   Astenuti   60   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no  241).    

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Rondini 11.55 e Russo 11.56, parere contrario di Commissione e Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  379   
   Votanti  378   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
 133    
    Hanno votato
no  245).    

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 11.57, parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Villarosa, Pastorino, Marantelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  383   
   Votanti  382   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 380    
    Hanno votato
no    2).    

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 11.58, parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastorino, Luigi Gallo, Nicchi, Kronbichler...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  381   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 381).    

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

Pag. 118

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busto 11.59.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Bernini. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Con questo emendamento chiediamo che il Fondo da un milione di euro sia utilizzato anche per la promozione di diete alimentari, caratterizzate dal consumo di prodotti di origine vegetale, in considerazione dei forti impatti sulle risorse naturale connessi al consumo di carne. Il consumo di carne nel mondo si sta aprendo a nuovi devastanti scenari di cui non si può non tenere conto. Mentre i consumi dei Paesi occidentali si sono più o meno stazionati, nei Paesi cosiddetti in via di sviluppo l'andamento è in forte ascesa. La sola Cina, dal 1963 ha decuplicato i suoi consumi di carne, e anche la vegetariana India pare stia cambiando le proprie abitudini alimentari e produttive, piazzandosi addirittura nei primi posti in classifica per le esportazioni di carne bovina. Secondo uno studio tedesco ogni anno nel mondo si macellano: 58 miliardi di polli, 2,8 miliardi di anatre, quasi un miliardo e mezzo di suini, 650 milioni di tacchini, 500 milioni di pecore, 430 milioni di capre, 296 milioni di bovini, e questi numeri continueranno ad aumentare in questo olocausto animale. Nella seconda metà del Novecento il consumo globale di carne è aumentato di cinque volte, passando da 45 milioni di tonnellate all'anno nel 1950 a 233 milioni di tonnellate nell'anno 2000, e la FAO ha stimato che entro il 2050 si arriverà 465 milioni di tonnellate. Ma cosa significano questi numeri ? Ovviamente nessuno di voi li capirà. Per comprendere l'enorme impatto ambientale e sociale di questi numeri partiamo dal piatto.

  PRESIDENTE. Onorevole, scusi onorevole Bernini, non è che più parla forte il collega che interviene e più tutti quanti parlano forte, perché altrimenti diventa una roba insostenibile, quindi provate ad abbassare la voce, così anche il povero che interviene riesce a parlare in modo normale. Prego onorevole.

  PAOLO BERNINI. Bene. Nel vostro piatto per produrre una bistecca di carne bovina da 450 grammi sono necessari circa 460 litri d'acqua, più o meno due mesi di docce di quattro minuti al giorno. In tutto il mondo le mucche bevono più di 170 miliardi di litri di acqua e mangiano più di 61 milioni di tonnellate di cibo ogni giorno.
  L'allevamento animale è responsabile per il 20-33 per cento del consumo di tutta l'acqua al mondo, così, mentre l'industria della carne garantisce ogni giorno al bestiame allevato la quantità giusta di acqua, 700 milioni di persone rimangono senza acqua potabile. Ma non è solo questione di acqua: gli animali da allevamento producono ogni anno 32 milioni di tonnellate di CO2, un equivalente del 52 per cento di tutte le emissioni di gas serra del pianeta; basti pensare che le emissioni che vengono dal settore trasporto – tutte ! – sono responsabili del 13 per cento. Per capire quanto è importante la portata della carne sul fronte dell'inquinamento: una bistecca di carne di bovino (250 grammi) è associata all'immissione di quasi 3,4 chili di CO2 (l'equivalente di una automobile di cilindrata medio-grande che percorre 16 chilometri)...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, davvero ! Onorevole Baldelli, ci si mette pure lei ! Prego, onorevole Bernini.

  PAOLO BERNINI. Si vede che non interessano il futuro e il cibo che mangiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La produzione dello stesso quantitativo di patate in confronto alla carne provoca l'emissione di 0,06 chili di CO2, ben cinquantasette volte inferiore a quella di una bistecca ! Mentre sprigionano CO2, gli allevamenti animali ci tolgono ossigeno. L'approvvigionamento dell'alimento animale è responsabile infatti del 91 per cento dalla distruzione della foresta amazzonica, il polmone del nostro modo, del nostro pianeta. Ma non finisce qui. Ovviamente quando si parla di impronta ecologica e di impatto ambientale non si può non considerare il fatto che Pag. 119ogni volta che favoriamo la distruzione del nostro pianeta con la nostra alimentazione non facciamo danno solo a noi stessi, all'ambiente e alle future generazioni, cui lasceremo sempre meno risorse e sempre più problemi, ma stiamo danneggiando anche i nostri sempre più numerosi vicini di casa. Chi sono questi ? Al mondo ci sono 7 miliardi e mezzo di persone ! Sette miliardi: troppi ? No, veramente no. Attualmente produciamo cibo per sfamare oltre 10 miliardi di persone, il problema è che più della metà di questo cibo, invece di essere utilizzato per sfamare le persone, viene dato agli animali da allevamento. L'82 per cento dei bambini che muoiono di fame vivono in Paesi dove il cibo viene dato agli animali da allevamento e questi vengono cresciuti per diventare carne nei piatti degli occidentali. Sessantamila metri quadrati di terreno possono produrre quasi 17 tonnellate di alimenti di derivazione vegetale, mentre lo stesso terreno può produrre 170 chili di carne. È interessante infine notare che, a fronte di 800 milioni di persone denutrite nel mondo ce ne sono più di 1 miliardo e mezzo in sovrappeso e più di 500 milioni addirittura obese. Tra l'altro, mi sa che ce ne saranno anche qua: mentre gli altri muoiono per la fame, qua si mangia bistecche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, però, onorevole. Ha finito il tempo.

  PAOLO BERNINI. Per non parlare poi degli ospedali, che sono pieni di persone con problemi cardiovascolari causati da alimentazione a base di animali. In appena un'ora di tempo, al mondo più di 8 milioni di animali d'allevamento per la carne sono stati macellati e 114 tonnellate di grano è stato dato da mangiare a questi animali.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Bernini, semmai consegni il testo scritto, se ha ancora molto da parlare, perché ha esaurito il suo tempo; aveva cinque minuti.

  PAOLO BERNINI. Volevo parlare del fatto che in un'ora 350 bambini muoiono di fame, a forza di latte, derivati, e non frega niente di informare su una dieta vegetale... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernini.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cova. Ne ha facoltà.

  PAOLO COVA. Presidente, intervengo dopo aver ascoltato questo intervento e penso soprattutto al tema dello spreco alimentare e della qualità dell'alimentazione delle persone. Se andiamo a vedere l'esempio che ha citato il collega, partendo dagli anni Cinquanta l'alimentazione è veramente cambiata, ed è cambiata in meglio, tant’è vero che la qualità della vita e la sua durata sono aumentate, in tutti questi anni. Questo lo dobbiamo anche grazie agli interventi che sono stati fatti in tutti i settori, non solo quello che riguarda gli ortaggi, gli alimenti vegetali, ma anche quello che riguarda l'alimentazione che proviene dalla zootecnia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per cui, è facile fare queste affermazioni. So che non tutti condividono quello che sto dicendo, ma io lavoro in mezzo al mondo della zootecnia, in mezzo ai bovini: che stare in mezzo a una stalla o che un prato verde con dei bovini inquini molto di più di un'azienda o delle nostre autostrade lo lascio solamente a voi, non lo devo immaginare io. Forse ognuno di voi preferisce vivere in mezzo a un'autostrada (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) o in mezzo a una città con problemi del PM10, piuttosto che in una stalla o in un allevamento dei suini, perché l'inquinamento è superiore. Poi abbiamo queste immagini dei prati verdi che sono quelli che danneggiano le persone e questo è quello che ci sta trasmettendo il collega che è intervenuto in precedenza. Io preferisco una vita vissuta in mezzo a dei prati, in mezzo a delle aziende agricole, e non in mezzo a una città con delle aziende e delle fabbriche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 120

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. La qualità del tema dell'intervento che mi ha preceduto in effetti ha fatto eco rispetto alla qualità dell'ascolto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) relativamente all'intervento che ha fatto il mio collego Paolo Bernini, perché io non credo di aver mai visto un'Aula così disinteressata relativamente a delle informazioni che potevano anche avere – potevano anche avere – un approccio o un taglio di tipo radicale da questo punto di vista. Ma quando mai non si scoprono le cose fino al momento in cui la vita non ci mette di fronte a una situazione in cui noi siamo costretti a vedere le cose da un punto di vista radicale, per cui se qualcuno di voi è stato anche vegetariano per un determinato periodo della propria vita ha potuto constatare attraverso la propria esperienza la qualità della propria situazione psicofisica che è migliorata. Però, evidentemente, ciò avviene nella miopia di fare delle leggi, di essere legislatori per una singola legislatura, per cercare di mantenere il proprio deretano (Commenti) dentro questa situazione di privilegio, di essere parlamentari della Repubblica e non essere autenticamente interessati a cercare di cambiare alcune abitudini sbagliate sia proprie, che del proprio Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie Presidente. Io penso che siamo veramente usciti fuori tema con questo emendamento, sebbene noi ovviamente condividiamo la ratio della richiesta dell'emendamento dell'onorevole Busto. Io penso che veramente sarebbe il caso di cominciare a concentrarci su questo provvedimento, su quello che stiamo andando ad analizzare e a votare fino in fondo e che poi alla fine ci vedrà, tutto sommato, tutti concordi. Questo è un problema, quello della carne, che è enorme, e mi dispiace dissentire con quanto sentito dal collega del Partito Democratico prima. Il problema della carne ha un'incidenza enorme come impatto ambientale, gigantesco. Io penso che dovremmo veramente prenderci carico di questo argomento e cominciare ad analizzarlo anche a livello parlamentare. Per cui chiedo alla Presidenza veramente di non dare più adito a questi argomenti. Per quello che riguarda anche noi, noi non lo voteremo sicuramente, perché come le ripeto la ratio ci trova concordi, ma vogliamo e chiediamo anche al Governo di andare in questa direzione, di cominciare ad aprire un dibattito serio, perché gli sprechi alimentari non sono soltanto nella quantità, ma soprattutto nella qualità.
  Non possiamo più continuare a pensare di mangiare risorse del nostro pianeta, perché fra poco la madre terra ci darà un grande sfratto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana- Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Capua. Ne ha facoltà.

  ILARIA CAPUA. Grazie Presidente. Io volevo soltanto aggiungere un aspetto che non è stato preso in considerazione relativamente all'allevamento intensivo degli animali. Io ritengo che ognuno di noi possa scegliere se avere una dieta totalmente vegetariana, vegana o a base anche di prodotti animali, sia essi di carne, sia essi, ad esempio, uova, oppure latte, oppure formaggio. Vorrei soltanto ricordare che vi è una parte molto significativa dell'industria italiana che si regge sull'agroalimentare.
  Vi sono migliaia e migliaia di posti di lavoro che ruotano intorno all'agroalimentare e quindi qualunque cambiamento che si voglia portare a questo sistema, è un cambiamento che può essere discusso e di cui se ne può parlare in questa o in altre sedi; è ovvio però che Pag. 121noi non possiamo mandare migliaia di famiglie in mezzo a una strada, perché decidiamo, di punto in bianco, che l'allevamento del bovino, l'allevamento del suino, l'allevamento dei volatili, non sono per questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia – Commenti del deputato Baroni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sberna. Ne ha facoltà.

  MARIO SBERNA. Signora Presidente, forse è sfuggito all'Aula, ma io non accetto che sia sfuggito. Affinché resti: si è utilizzato un termine per parlare di tacchini, un termine che può essere utilizzato solo per ricordare una delle immani tragedie come è stata l'Olocausto. Credo che qui dentro nessuno possa più permettersi di utilizzare il termine olocausto per parlare di tacchini (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico e Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Taricco. Ne ha facoltà.

  MINO TARICCO. Presidente, solo per una brevissima osservazione: io credo che tutta questa questione sulla qualità degli alimenti, dall'olio di palma, adesso sulla carne o altre questioni, meriterebbero altra trattazione che nulla c'entra con ciò di cui stiamo parlando in questo momento. Mi permetto solo di fare un'osservazione sulla questione carne così come è stata posta: recentemente sono stati fatti degli approfondimenti tecnici relativamente all'impatto della zootecnia in merito alla «direttiva nitrati», che hanno certificato in modo chiaro e puntuale che l'impatto della zootecnia è di gran lunga inferiore a quello che era stato stimato negli anni passati; e non lo dice Mino Taricco, lo dicono gli studi commissionati dal Ministero dell'agricoltura e dall'ISPRA. Quindi, tutto ciò meriterebbe poi una discussione approfondita, ma non per luoghi comuni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Con il rispetto appunto della ricerca della verità, che non ho io, ma non credo che abbia il collega precedente, l'ISPRA ci informa che la qualità delle acque superficiali in tutte le zone di pianura è un bollino rosso. Per cui annuncio che io sto cercando di mandare l'Italia in infrazione europea per questo. Anche la zootecnia contribuisce per oltre un 30 per cento a questo bollino rosso di qualità delle falde superficiali e anche delle falde idropotabili della nostra acqua, della nostra vita; ma questo non lo capisce la maggioranza e, infatti, la vuole privatizzare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, intervengo semplicemente per dire che concordo con gli interventi precedenti che chiedono un approfondimento della tematica, perché la tematica è molto delicata. Ci sono vari dati che devono essere approfonditi, non possiamo liquidare l'argomento in maniera così superficiale o come con uno scontro di parti contrapposte. I dati che attestano il fatto che la zootecnia abbia un forte impatto sui cambiamenti climatici e su una buona agricoltura ci sono; ciò non toglie che non possiamo prendere una posizione radicale, soprattutto se nei vari soggetti politici, le pratiche di ognuno di noi non sono coerenti poi con quello che portiamo avanti. Io credo che il minimo sia appunto un maggiore approfondimento nelle sedi opportune, nelle Commissioni competenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 122
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busto 11.59, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Mantero, D'Ambrosio, Occhiuto, Lainati, Misuraca, Camani, Magorno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  353   
   Votanti  345   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
 103    
    Hanno votato
no  242).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Patriarca 11.60, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi, Zan, Pastorino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  347   
   Votanti  292   
   Astenuti   55   
   Maggioranza  147   
    Hanno votato
 283    
    Hanno votato
no    9).    

  Allora, ci sono altri sei emendamenti per finire l'articolo 11, se l'Aula concorda finiamo l'articolo 11, se no...
  Bene, proviamoci. Passiamo alla votazione dell'emendamento Colonnese 11.61.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 11.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silvia Giordano, Mantero, Villarosa, Pastorino ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  356   
   Votanti  354   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  236).    

  (La deputata Sbrollini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gregori 11.62, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Covello, Lauricella, Vazio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  358   
   Votanti  356   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  235).    

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 11.63, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zan...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 123
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  356   
   Votanti  355   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  240).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lorefice 11.64.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Presidente, per dichiarare il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Presidente, con questo emendamento si introduce l'attività di monitoraggio, assente nel testo e ritenuta fondamentale per la finalità che la proposta si prefigge. A tal fine si prevede che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, in collaborazione con l'ISTAT, stabilisca uniformi procedure di rilevazione per un efficace monitoraggio. Le informazioni rilevate e acquisite sono rese pubbliche attraverso l'istituzione di una banca dati, obiettivo peraltro presente anche nel piano di prevenzione dello spreco alimentare come definito dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare il 5 giugno 2014. Quindi, uno si dovrebbe solo adeguare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 11.64, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matarrese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  352   
   Votanti  349   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  243).    

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ottobre, Palma, Camani, Tartaglione, Molea, Marco Di Maio, Cozzolino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  359   
   Votanti  358   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
 352    
    Hanno votato
no    6).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Sandra Savino...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 124
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  355   
   Votanti  270   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  136   
    Hanno votato
 261    
    Hanno votato
no    9).    

  Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 9,30.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

  PRESIDENTE. Comunico che con lettera pervenuta in data odierna il deputato Guglielmo Picchi, già iscritto al gruppo parlamentare Forza Italia – il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini. La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo.

  FRANCESCO CARIELLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Volevo riportare all'attenzione dell'Assemblea un fatto accaduto nel mio comune, nel comune di Bitonto, riguardante atti intimidatori ricevuti da un dirigente comunale che lavorava ad un'istruttoria per una variante al piano regolatore e un altro episodio avvenuto questa mattina ai danni del sindaco. Praticamente la polizia sta indagando su un fatto, su una vettura, sulla vettura del sindaco che era parcheggiata nell'atrio dell'abitazione dello stesso sindaco e al di sotto della quale è stato rinvenuto un GPS. La polizia sta accertando l'episodio, ma quello che mi preme sottolineare è la mancata creazione dell'Osservatorio presso il Ministero dell'interno di cui Alfano parlava circa un anno fa, appunto riguardante il monitoraggio di tutti gli atti intimidatori verso i sindaci. Non dimentichiamo che dire «no» a delle richieste, a delle pressioni è da parte di un sindaco veramente una cosa molto difficile; non da ultimo ricordiamo anche l'episodio di Parma, in cui lo stesso Pizzarotti si è trovato a ricevere delle intimidazioni. Quindi, vorremmo che, comunque, da parte del Ministero dell'interno ci fosse un reale approccio sistemico affinché tutti i sindaci siano e si sentano un po’ più tutelati dallo Stato. Auspichiamo anche la risposta, da parte del Ministro, ad una serie di interrogazioni che sono state depositate in merito a queste vicende e sulle quali chiediamo una celere risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 17 marzo 2016, alle 9,30:

  Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   LENZI ed altri; GADDA ed altri; GALATI; MONGIELLO ed altri; CAUSIN ed altri; FAENZI ed altri; SBERNA ed altri; MANTERO ed altri; NICCHI ed altri: Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi (C. 1716-3057-3163-3167-3191-3196-3237-3248-3274-A).
  — Relatrice: Gadda.

  La seduta termina alle 19,55.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ris. Rosato e a. n. 6-214 460 449 11 225 297 152 77 Appr.
2 Nom. Ris. Fedriga e a. n. 6-215 462 462 232 59 403 77 Resp.
3 Nom. Ris. Scotto e a. n. 6-216 463 461 2 231 29 432 77 Resp.
4 Nom. Ris. Brunetta e a. n. 6-217 459 454 5 228 53 401 77 Resp.
5 Nom. Ris. Baldassarre e a. n. 6-218 p.I 464 357 107 179 33 324 77 Resp.
6 Nom. Ris.Baldassarre e a. n.6-218pIIrif 464 357 107 179 324 33 77 Appr.
7 Nom. Ris. Palese e a. n. 6-219 rif. p.I 465 372 93 187 343 29 77 Appr.
8 Nom. Ris. Palese e a. n. 6-219 p.II 463 373 90 187 54 319 77 Resp.
9 Nom. Ris. Abrignani e a. n. 6-620 rif. 463 444 19 223 330 114 77 Appr.
10 Nom. Ris. Battelli e a. n. 6-221 p.I 463 437 26 219 79 358 77 Resp.
11 Nom. Ris. Battelli e a. n. 6-221 p.II 457 429 28 215 75 354 77 Resp.
12 Nom. Ris. Cirielli e a. n.6-222 rif. pI 463 461 2 231 350 111 77 Appr.
13 Nom. Ris. Cirielli e a. n. 6-222 p.II 462 461 1 231 65 396 77 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. T.U. pdl 3057 e abb.-A - em. 1.50 348 286 62 144 16 270 101 Resp.
15 Nom. em. 1.7 356 346 10 174 91 255 101 Resp.
16 Nom. em. 1.51 351 348 3 175 99 249 101 Resp.
17 Nom. articolo 1 370 337 33 169 331 6 101 Appr.
18 Nom. em. 2.15 382 358 24 180 29 329 100 Resp.
19 Nom. em. 2.50 381 354 27 178 92 262 100 Resp.
20 Nom. em. 2.51 rif. 391 381 10 191 376 5 100 Appr.
21 Nom. em. 2.52 rif. 398 394 4 198 353 41 100 Appr.
22 Nom. em. 2.53 397 396 1 199 91 305 99 Resp.
23 Nom. em. 2.54 390 379 11 190 88 291 99 Resp.
24 Nom. articolo 2 406 377 29 189 370 7 98 Appr.
25 Nom. em. 3.10 409 366 43 184 92 274 96 Resp.
26 Nom. em. 3.50 408 367 41 184 72 295 96 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 3.18 408 393 15 197 85 308 96 Resp.
28 Nom. em. 3.51 414 406 8 204 398 8 96 Appr.
29 Nom. em. 3.52 421 418 3 210 416 2 96 Appr.
30 Nom. em. 3.5 419 413 6 207 109 304 96 Resp.
31 Nom. em. 3.4 422 418 4 210 96 322 96 Resp.
32 Nom. em. 3.54 428 392 36 197 92 300 96 Resp.
33 Nom. em. 3.55 429 405 24 203 55 350 96 Resp.
34 Nom. em. 3.56 rif. 429 425 4 213 370 55 96 Appr.
35 Nom. em. 3.57 425 401 24 201 108 293 96 Resp.
36 Nom. em. 3.58 rif. 429 425 4 213 100 325 96 Resp.
37 Nom. em. 3.59 430 410 20 206 84 326 96 Resp.
38 Nom. em. 3.60 425 419 6 210 90 329 96 Resp.
39 Nom. em. 3.61 409 408 1 205 98 310 96 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 3.62 414 412 2 207 95 317 95 Resp.
41 Nom. em. 3.63 414 411 3 206 96 315 95 Resp.
42 Nom. em. 3.64 421 419 2 210 100 319 95 Resp.
43 Nom. em. 3.65 418 415 3 208 95 320 95 Resp.
44 Nom. em. 3.66 433 432 1 217 101 331 95 Resp.
45 Nom. em. 3.67 435 433 2 217 103 330 95 Resp.
46 Nom. em. 3.68 427 416 11 209 104 312 94 Resp.
47 Nom. em. 3.69 426 412 14 207 103 309 94 Resp.
48 Nom. em. 3.17 425 399 26 200 82 317 94 Resp.
49 Nom. articolo 3 433 386 47 194 380 6 94 Appr.
50 Nom. articolo 4 430 387 43 194 383 4 94 Appr.
51 Nom. em. 5.50 424 382 42 192 377 5 94 Appr.
52 Nom. em. 5.51 429 384 45 193 105 279 94 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo 5 422 378 44 190 377 1 94 Appr.
54 Nom. em. 6.50, 6.51 rif. 428 397 31 199 385 12 93 Appr.
55 Nom. em. 6.52 425 414 11 208 102 312 93 Resp.
56 Nom. articolo 6 431 398 33 200 389 9 93 Appr.
57 Nom. em. 7.50, 7.51 rif. 425 404 21 203 394 10 93 Appr.
58 Nom. em. 7.52 421 408 13 205 113 295 93 Resp.
59 Nom. em. 7.53 420 415 5 208 100 315 93 Resp.
60 Nom. articolo 7 423 391 32 196 380 11 93 Appr.
61 Nom. em. 8.51 423 409 14 205 116 293 93 Resp.
62 Nom. em. 8.52 rif. 433 356 77 179 352 4 93 Appr.
63 Nom. em. 8.54 428 420 8 211 419 1 93 Appr.
64 Nom. em. 8.55 438 401 37 201 316 85 93 Appr.
65 Nom. em. 8.56 430 407 23 204 78 329 93 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 8.58 407 404 3 203 151 253 93 Resp.
67 Nom. em. 8.53 rif. 424 421 3 211 416 5 93 Appr.
68 Nom. em. 8.200 416 415 1 208 414 1 93 Appr.
69 Nom. articolo 8 405 374 31 188 373 1 93 Appr.
70 Nom. articolo agg. 8.050 417 416 1 209 112 304 92 Resp.
71 Nom. articolo agg. 8.051 414 405 9 203 140 265 92 Resp.
72 Nom. em. 9.200 411 402 9 202 396 6 92 Appr.
73 Nom. em. 9.50 411 399 12 200 139 260 92 Resp.
74 Nom. em. 9.51 398 394 4 198 127 267 92 Resp.
75 Nom. em. 9.52 368 351 17 176 102 249 92 Resp.
76 Nom. em. 9.53 387 384 3 193 96 288 92 Resp.
77 Nom. em. 9.54 383 382 1 192 94 288 92 Resp.
78 Nom. em. 9.55 380 373 7 187 112 261 92 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 9.56 386 378 8 190 98 280 92 Resp.
80 Nom. em. 9.100 395 386 9 194 381 5 92 Appr.
81 Nom. em. 9.57 383 380 3 191 65 315 92 Resp.
82 Nom. em. 9.58 381 319 62 160 47 272 92 Resp.
83 Nom. em. 9.59 385 376 9 189 368 8 92 Appr.
84 Nom. em. 9.201 392 381 11 191 379 2 92 Appr.
85 Nom. em. 9.60 400 373 27 187 81 292 92 Resp.
86 Nom. articolo 9 399 307 92 154 290 17 92 Appr.
87 Nom. em. 10.50 390 325 65 163 82 243 92 Resp.
88 Nom. em. 10.51 393 380 13 191 369 11 92 Appr.
89 Nom. em. 10.52 388 388 195 121 267 92 Resp.
90 Nom. articolo 10 383 296 87 149 285 11 92 Appr.
91 Nom. em. 11.50 384 369 15 185 104 265 92 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 11.53 370 368 2 185 128 240 92 Resp.
93 Nom. em. 11.54 373 313 60 157 72 241 92 Resp.
94 Nom. em. 11.55, 11.56 379 378 1 190 133 245 92 Resp.
95 Nom. em. 11.57 383 382 1 192 380 2 92 Appr.
96 Nom. em. 11.58 381 381 191 381 92 Appr.
97 Nom. em. 11.59 353 345 8 173 103 242 92 Resp.
98 Nom. em. 11.60 347 292 55 147 283 9 92 Appr.
99 Nom. em. 11.61 356 354 2 178 118 236 92 Resp.
100 Nom. em. 11.62 358 356 2 179 121 235 92 Resp.
101 Nom. em. 11.63 356 355 1 178 115 240 92 Resp.
102 Nom. em. 11.64 352 349 3 175 106 243 92 Resp.
103 Nom. em. 11.200 359 358 1 180 352 6 92 Appr.
104 Nom. articolo 11 355 270 85 136 261 9 92 Appr.