XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 287 di mercoledì 10 settembre 2014

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 15.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Balduzzi, Michele Bordo, Brunetta, Catania, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Fedriga, Fico, Fontanelli, Formisano, Giancarlo Giorgetti, Leone, Nicoletti, Pes, Rampelli, Sisto, Speranza, Tabacci, Taglialatela, Valeria Valente e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

(Elementi ed iniziative in ordine alla riduzione delle esportazioni italiane a seguito delle ritorsioni della Federazione russa contro le sanzioni decretate dall'Unione europea in relazione al conflitto in Ucraina – n. 3-01007)

  PRESIDENTE. Il deputato Allasia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01007, concernente elementi ed iniziative in ordine alla riduzione delle esportazioni italiane a seguito delle ritorsioni della Federazione russa contro le sanzioni decretate dall'Unione europea in relazione al conflitto in Ucraina, per un minuto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, Ministro, siamo qui ad interrogarci soprattutto sul futuro del Paese in merito all'embargo che avete intenzione di portare avanti, secondo il diktat europeo, verso la Russia, che, secondo i nostri dati (non solo secondo i nostri dati, ma anche secondo le camere di commercio e i produttori che esportano in quei Paesi), sarà un colpo durissimo per il nostro made in Italy.
  La nostra intenzione è capire quali sono le intenzioni del Governo, quali sono le modalità per intervenire, per compensare tali danni nonché le perdite di posizione future sul mercato russo, essendo sicuramente molto cospicue e, facendo brevi calcoli (calcolatrice alla mano), possono tranquillamente aggirarsi in un anno intorno ai 15 miliardi di euro.

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  PRESIDENTE. La Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  FEDERICA GUIDI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, rispondo all'onorevole Allasia, affermando che la politica del Governo, rispetto alla gestione della crisi russo-ucraina, è in linea con quella europea e che, in considerazione anche dell'ulteriore azione di destabilizzazione seguita alle operazioni condotte da militari russi in territorio ucraino, il 30 agosto, nell'ambito del Consiglio europeo, si è deciso di completare il lavoro preparatorio sulle misure sanzionatorie avviate a luglio e, sulla base di quel mandato, il Consiglio ha ampliato le misure sanzionatorie con un pacchetto integrativo nei medesimi settori adottato l'8 settembre. Le misure settoriali si aggiungono a quelle personali, come il visa ban e l’asset freeze, inizialmente fondate solo su acclarate violazioni dell'integrità territoriale dell'Ucraina e successivamente motivate anche da una grave destabilizzazione della situazione nell'est del Paese.
  L'entrata in vigore delle nuove misure è stata posticipata, comunque, a tempo indeterminato, onde consentire una più puntuale verifica dell'attuazione dell'accordo sul cessate il fuoco. L'Unione europea si è detta pronta, anche sulla base degli sviluppi sul terreno, anche a rivedere eventualmente le misure concordate, in vista di un'auspicabile soluzione politica di questo conflitto.
  In relazione alle misure sanzionatorie UE precedenti, Mosca ha disposto il divieto di importazione per un anno da Unione europea, USA, Canada, Australia e Norvegia di altre categorie di prodotti agroalimentari e non si escludono, da parte russa, ampliamenti delle sanzioni che potrebbero comprendere il divieto di sorvolo del territorio della Federazione per i velivoli americani e dell'Unione europea ed estendere il bando di importazione ad altre categorie merceologiche.
  Forte in particolare è la preoccupazione dell'Unione europea e di Washington rispetto ai possibili effetti sostitutivi che vedrebbero Paesi terzi acquisire naturalmente quote di mercato russo lasciate libere da Unione europea e USA in ragione delle sanzioni.
  Ne consegue che la perdita di valore per l’export italiano stimabile ad oggi, per quello che riguarda il primo pacchetto sanzionatorio, è stimabile al massimo in circa 100 milioni di euro, secondo i dati storici, sulla base 2013, con l’export agosto-dicembre 2013. Per quanto riguarda il secondo pacchetto sanzionatorio, non essendoci ancora l'entrata in vigore, evidentemente non è possibile procedere con una quantificazione, poiché naturalmente ciò dipende anche dalle eventuali iniziative che le autorità russe intenderanno prendere. Comunque, abbiamo dato mandato al nostro ufficio ICE a Mosca di proseguire nelle sue attività promozionali nei settori non colpiti dall'embargo russo.
  Mentre per i settori colpiti dall'embargo la Commissione UE ha già deciso un pacchetto di aiuti di 125 milioni di euro della PAC per il finanziamento dei ritiri dal mercato e mancata raccolta di frutta e verdura, un atto delegato è stato adottato e pubblicato il 22 agosto per le misure di sostegno temporanee eccezionali per le pesche e le nettarine. Misure di sostegno totale ammonteranno a 29,7 milioni di euro per i ritiri dal mercato e 3 milioni di euro per le misure di promozione. Altre misure sono allo studio e contiamo, in particolare, di supportare i settori colpiti dall'embargo russo con adeguate iniziative di promozione su altri mercati esteri.

  PRESIDENTE. Il deputato Allasia ha facoltà di replicare.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, non voglio entrare in polemica, ma indubbiamente sono risposte assolutamente contraddittorie rispetto ai dati reali che le associazioni di categoria ci hanno fornito, perché parliamo di 10,4 miliardi di euro sulle esportazioni, aggiunte ai circa 2 miliardi di euro nel settore turistico del 2013, proprio in rapporto a quello che diceva lei. Pag. 3Lei parla di 100 milioni, noi parliamo di 10 miliardi, senza contare il settore turistico. Indubbiamente, dovreste ascoltare maggiormente le associazioni di categoria e tutti i rapporti che stanno avvenendo in questi ultimi mesi, anche perché vediamo abbastanza contraddittorio che l'Italia, secondo il diktat che voi avete ascoltato dall'Europa, chieda la chiusura del mercato russo; invece vediamo che in Germania, la vostra amica Germania, per i tedeschi, nel solo periodo di luglio, c’è stato un aumento delle esportazioni, arrivando a 101 miliardi di esportazioni. Perciò è abbastanza contraddittorio quello che state dicendo. Notiamo che non avete intenzione di aiutare i settori colpiti, come il settore tessile e il settore enogastronomico, soprattutto quello che sarà più toccato nei prossimi mesi, quello della produzione del formaggio, del Parmigiano Reggiano e affini e indubbiamente anche altri settori, come quello della moda, degli arredamenti e dei macchinari tecnologici. Tutti settori fondamentali, dove il nostro Paese aveva una grande esportazione, e abbiamo sicurezza che, se non si ferma questo embargo, la Russia aprirà nuovi canali verso la Turchia, verso altri Paesi esteri non europei e sappiamo benissimo che questi eventi sicuramente non potranno più essere reversibili. Perciò ci dovranno essere delle posizioni ben precise da parte di questo Governo.

(Stato di avanzamento del procedimento di adozione del decreto ministeriale previsto dal comma 7-bis dell'articolo 12 del decreto-legge n. 145 del 2013 in materia di compensazione tra cartelle esattoriali e crediti delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione – n. 3-01008)

  PRESIDENTE. Il deputato Da Villa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01008, concernente lo stato di avanzamento del procedimento di adozione del decreto ministeriale previsto dal comma 7-bis dell'articolo 12 del decreto-legge n. 145 del 2013 in materia di compensazione tra cartelle esattoriali e crediti delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARCO DA VILLA. Signor Presidente, signora Ministro, in Italia le piccole e medie imprese attendono ormai da troppi anni i pagamenti dei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione. Per questa ragione, già nel giugno 2013, il MoVimento 5 Stelle presentò un ordine del giorno per la sospensione delle cartelle esattoriali nei confronti delle imprese creditrici della PA. Nonostante il parere contrario del Governo, il buonsenso della proposta conquistò adesioni tra i deputati di altri gruppi, tanto che l'Aula approvò l'ordine del giorno all'unanimità. Dopo molti mesi, nello scorso inverno, in sede di conversione in legge del decreto «Destinazione Italia», abbiamo promosso un emendamento dal medesimo contenuto. La riformulazione del Governo, approvata dall'Aula, prevedeva la compensazione di tali crediti limitata al solo anno 2014, affidandone l'attuazione a un successivo decreto interministeriale MISE e MEF, da emanare entro novanta giorni. Trascorso più del doppio del tempo chiediamo conto quindi al Governo di quale sia lo stato di avanzamento della procedura di emanazione di tale decreto attuativo.

  PRESIDENTE. La Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere.

  FEDERICA GUIDI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, l'adozione del decreto interministeriale richiamato dagli onorevoli interroganti nel testo dell'interrogazione in esame ha richiesto un'approfondita e complessa attività istruttoria che ha coinvolto più soggetti, quindi oltre ai miei uffici, il Dipartimento delle finanze, il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, l'Agenzia delle entrate e la società Equitalia Spa. Naturalmente la delicatezza della misura ha richiesto un'attenta valutazione e si è comunque Pag. 4consapevoli dell'importanza della sua adozione per le positive ricadute sul sistema delle imprese.
  Infatti, si è provveduto a chiudere quanto prima possibile l'attività istruttoria. All'esito di questa attività istruttoria, nello scorso mese di agosto, il Ministero dell'economia e delle finanze ha trasmesso lo schema di decreto al mio dicastero per il preventivo concerto, che è stato immediatamente valutato, ed entro pochissimi giorni procederemo, con il Ministro dell'economia e delle finanze, alla sua sottoscrizione e pubblicazione.

  PRESIDENTE. Il deputato Da Villa ha facoltà di replicare.

  MARCO DA VILLA. Signora Ministro, la sua risposta non può soddisfarci. Abbiamo una situazione finanziaria delle imprese che è tragica: aziende con buoni ordini e fondamentali di mercato sani si ritrovano strangolate, tra banche che tirano la cinghia, clienti che non pagano e un fisco famelico e impaziente. Il beneficio è limitato al 2014. Trovarsi il 24 maggio con la certezza di poter richiedere questa compensazione, conoscendo la relativa procedura, avrebbe messo le aziende in una posizione ben diversa che trovarsi il 10 settembre a sperare per questo mese.
  Questi quattro mesi di troppo hanno fatto il male di tante aziende, tarpando una miriade di potenziali decisioni di investimento favorevoli allo sviluppo economico. Solo sotto la minaccia dell'ostruzionismo del MoVimento 5 Stelle, che avrebbe messo a repentaglio le ferie di Governo e maggioranza, nei primi giorni di agosto avete assunto l'impegno di accelerare l'emanazione dell'atto attuativo su compensazioni tra cartelle e crediti. Accelerare significava, chiaramente, provvedere entro agosto, in un parlare onesto.
  La bassa moralità politica che si evidenzia in queste mancate promesse corrisponde ad una bassa modalità politica che ha caratterizzato i Governi degli ultimi 20 anni, ma che, con l'attuale, tocca un vertice quasi artistico: la politica dell'annuncio, che procura strilli e copertine su TV e giornali, complici del vostro scempio, ma che lascia dietro di sé un'ecatombe di noiosi impegni concreti non mantenuti.
  Dei 914 provvedimenti attuativi previsti dai Governi Monti, Letta e Renzi, 477 sono quelli mai attuati, di cui ben 166 scaduti. Considerare inesistente il termine ordinatorio solo perché non è possibile sanzionarvi per la sua inosservanza è un atteggiamento che unisce superficialità irresponsabile e prepotenza. Aiuteremo i cittadini che ne sono danneggiati a capirlo e a ricordarlo.

(Iniziative volte all'apertura di un tavolo di confronto urgente con il gruppo Ilva e le organizzazioni sindacali al fine di assicurare gli investimenti per il risanamento ambientale e la continuità del reddito per i lavoratori – n. 3-01009)

  PRESIDENTE. Il deputato Quaranta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01009, concernente iniziative volte all'apertura di un tavolo di confronto urgente con il gruppo Ilva e le organizzazioni sindacali al fine di assicurare gli investimenti per il risanamento ambientale e la continuità del reddito per i lavoratori (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, signor Ministro, le sottoponiamo una questione che lei conosce bene, quella dell'Ilva di Genova: 1.750 lavoratori, 1.450 con contratto di solidarietà, che è in scadenza in questi giorni, il 30 settembre. Questa vicenda, come lei sa, parte dalla chiusura dell'altoforno nel 2005 e dall'accordo di programma conseguente, che fu un patto virtuoso tra la città, che ne ebbe grandi benefici, le istituzioni e il Governo, che fu garante per quanto riguarda i lavoratori, perché i loro sacrifici furono compensati da una garanzia di continuità di occupazione e di reddito.
  Oggi la cassa in deroga, che, in qualche modo, si prospetta, cambia, evidentemente, il quadro e lo mette a rischio sia dal punto di vista economico sia dal punto Pag. 5di vista delle garanzie occupazionali, oltre al fatto che, nei prossimi mesi, potrebbe anche avvenire un cambio al vertice, con nuovi proprietari; quindi, un quadro che ulteriormente potrebbe modificarsi.
  Quindi, chiediamo a lei, signor Ministro, e alla Presidenza del Consiglio, più risorse per l'Ilva, che accompagnino il risanamento ambientale, e garanzie serie e vere per i lavoratori genovesi sia dal punto di vista occupazionale che dal punto di vista del reddito.

  PRESIDENTE. La Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere.

  FEDERICA GUIDI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, cercherò di rispondere velocemente. In considerazione della condizione finanziaria critica in cui versa l'Ilva, il Governo ha adottato l'articolo 22-quater del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, che, sostanzialmente, consente all'impresa commissariata di contrarre finanziamenti prededucibili funzionali a porre in essere misure e attività di tutela ambientale e sanitaria, e quindi funzionali alla continuazione dell'esercizio dell'impresa e alla gestione del relativo patrimonio. Il prestito, naturalmente, è subordinato all'attestazione, da parte del Ministero dello sviluppo economico, sentito il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della sua funzionalità per la continuazione dell'esercizio di impresa e per la gestione del relativo patrimonio.
  Nell'incontro svoltosi il 3 settembre presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, alla presenza del MISE e delle organizzazioni sindacali, è stata esclusa la possibilità di una proroga dei contratti di solidarietà perché non praticabile a legislazione vigente. Tuttavia, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in accordo con il Ministro dello sviluppo economico, ha proposto una soluzione articolata secondo le seguenti specifiche: una previsione della cassa integrazione in deroga ministeriale fino al dicembre 2014, con l'impegno sulla base delle risorse attualmente disponibili ad una proroga fino al 31 maggio 2015, tenuto conto anche della insufficienza dei fondi regionali; l'assunzione da parte di Ilva dell'impegno ad anticipare la cassa, a fronte di specifiche autorizzazioni da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali; l'integrazione della CIG con fondi provenienti da una modifica dell'accordo di programma del 2005 cui si richiamano le organizzazioni sindacali e l'utilizzo dei lavoratori in lavori di pubblica utilità da parte della regione Liguria che si farà carico di reperire le risorse relative al pagamento degli stipendi per i due mesi e dieci giorni mancanti fino al 10 agosto 2015, chiedendo un contributo anche ad Ilva. Le organizzazioni sindacali, anche in vista della nuova convocazione per il 15 settembre, che già è stata comunicata, hanno considerato positivamente la soluzione, anche se c’è ancora una riserva da parte della FIOM che ha chiesto l'apertura di un tavolo di trattative a Palazzo Chigi. La regione Liguria ha convocato Ilva per definire i costi di cui dovrà farsi carico, riservandosi di inviare al più presto varie ipotesi definitive che sembrano compatibili con le disponibilità finanziarie. Inoltre, la regione Liguria ha chiesto una prima convocazione a Palazzo Chigi, tenuto conto della necessità di procedere alla modifica dell'accordo di programma in accoglimento delle istanze della FIOM.
  Sulla base di quanto illustrato, Ilva ha presentato istanza al Ministero dello sviluppo economico per l'attestazione della funzionalità delle condizioni per la concessione del prestito ponte per un ammontare di 250 milioni di euro negoziato con primarie banche nazionali. Il Ministero ha già avviato l'istruttoria relativamente all'ammontare di 155 milioni di euro, quota del prezzo diretta alla continuazione dell'esercizio d'impresa; a positivo esito il commissario straordinario sarà in grado di ottenere, in brevissimo tempo, le risorse finanziarie necessarie per assicurare la prosecuzione dell'attività d'impresa, ricorrendo anche all'utilizzo di tutti Pag. 6gli strumenti volti al mantenimento dei livelli occupazionali in caso di crisi aziendale.
  Per quanto riguarda l'apertura di un tavolo di confronto urgente per riavviare anche l'Osservatorio siderurgico, citato anche dagli onorevoli interroganti, osservo che il tavolo nazionale siderurgico è già attivo presso il Ministero dello sviluppo economico (è stato convocato l'ultima volta il 29 maggio scorso) e in autunno è prevista una nuova convocazione, a valle anche dell'incontro avutosi a Bruxelles sullo Steel Action Plan europeo.

  PRESIDENTE. Il deputato Quaranta ha facoltà di replicare.

  STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, io ringrazio il Ministro della risposta, ma devo dire che, laddove non ci sono certezze dal punto di vista occupazionale, per noi la risposta non può essere soddisfacente o quanto meno del tutto soddisfacente. Apprezziamo gli sforzi, però credo che non sia necessario a lei ricordare quanto sia importante questo tipo d'industria nel nostro Paese e quanto sia importante, quindi, salvaguardare anche un'occupazione che sia qualificata e che abbia dimostrato la sua qualità nel tempo. Lei sa – perché al Ministero dello sviluppo economico vi sono tanti tavoli aperti di crisi che riguardano la mia regione, la Liguria, da Esaote a Bombardier per tante altre vicende, Piaggio e così via – che questa però riveste un'importanza particolare per le dimensioni dell'occupazione che va a toccare e perché tutta la comunità genovese, dal mondo politico, alla curia, alle istituzioni, in questi giorni, si è stretta intorno a questa che è una vicenda che ha delle ricadute molto forti sulla città. Credo che, per la qualità e per l'importanza dell'impegno, sarebbe utile fare tutti gli sforzi e coinvolgere la Presidenza del Consiglio. D'altra parte, non vorrei che il risultato finale dell'accordo di programma fosse: che Riva ha ottenuto dei benefici e aree di pregio; l'Autorità portuale di Genova, che ha venduto delle aree, ha ottenuto molte risorse ed, alla fine, gli unici a rimetterci di questo accordo di programma fossero i lavoratori. Quindi, non posso che appellarmi a lei, chiederle massima attenzione per questo caso, perché è davvero un caso fondamentale per la nostra regione e i lavoratori meritano questa attenzione.

(Iniziative per superare le criticità attuative dell'articolo 6, comma 10, del decreto-legge n. 145 del 2013 in materia di credito d'imposta per le piccole e medie imprese per l'attivazione di servizi di connettività digitale – n. 3-01010)

  PRESIDENTE. Il deputato Ottobre ha facoltà di illustrare l'interrogazione Alfreider n. 3-01010, concernente iniziative per superare le criticità attuative dell'articolo 6, comma 10, del decreto-legge n. 145 del 2013 in materia di credito d'imposta per le piccole e medie imprese per l'attivazione di servizi di connettività digitale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, signora Ministro, onorevoli colleghi, il decreto-legge «Destinazione Italia» ha visto l'istituzione di un credito d'imposta fino al 2016 per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese nella misura massima complessiva stanziata dal Governo di 50 milioni di euro nell'ambito della programmazione dei fondi strutturali comunitari 2014-2020.
  Per rendere operativa tale agevolazione è necessario un decreto attuativo del Ministro dello sviluppo economico, che ad oggi non è stato emanato.
  La Ragioneria generale dello Stato ha rappresentato che l'articolo 6, comma 10, non potrà trovare attuazione per carenza di risorse, esprimendo l'esigenza di attendere una fase più avanzata della programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali comunitari, al fine di verificare l'effettiva disponibilità delle risorse.
  Conseguentemente, il Ministero dell'economia e delle finanze all'inizio di Pag. 7luglio ha rinviato lo schema di decreto attuativo al Ministero dello sviluppo economico.
  Chiediamo quindi al Governo quali iniziative intenda intraprendere per superare le attuali criticità attuative e per favorire la competitività delle piccole e medie imprese.

  PRESIDENTE. La Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere.

  FEDERICA GUIDI, Ministro dello sviluppo economico. Signora Presidente, rispondo all'onorevole che, al fine di favorire la digitalizzazione dei processi aziendali e l'ammodernamento tecnologico, soprattutto delle micro, piccole e medie imprese, com’è noto, il decreto-legge n. 145 del 2013, «destinazione Italia», prevede l'istituzione di un credito di imposta a favore delle PMI, fino al 2016, per l'attivazione dei servizi di connettività digitale, nell'ambito di un apposito programma operativo nazionale relativo alla programmazione dei fondi strutturali comunitari 2014-2020 e nell'ambito anche della collegata pianificazione degli interventi nazionali finanziati dal fondo sviluppo e coesione 2014-2020 e dal fondo di rotazione.
  In merito al decreto attuativo di tale beneficio, preciso che le criticità sollevate dal Ministero dell'economia e delle finanze hanno determinato, in effetti, un approfondimento da parte degli uffici in relazione ai profili segnalati dal Ministero dell'economia e delle finanze.
  Considerata comunque la necessità di favorire naturalmente la competitività delle piccole e medie imprese, credo che posso dirle che provvederò entro pochissimi giorni, a questo punto, a firmare il decreto, come richiesto dagli onorevoli interroganti, appena effettuate le ultimissime verifiche da parte degli uffici tecnici competenti.

  PRESIDENTE. Il deputato Ottobre ha facoltà di replicare.

  MAURO OTTOBRE. Signora Presidente, ringraziamo la signora Ministro, perché noi riteniamo che, in una fase perdurante della crisi economica, sia indispensabile sostenere le piccole e medie imprese attraverso misure che ne favoriscano lo sviluppo, in modo da garantire la competitività nel mercato nazionale ed internazionale, per esempio attraverso l'attuazione delle agevolazioni previste dal decreto stesso: la ringraziamo.

(Iniziative in ordine ai progetti industriali del gruppo ENI in Italia finalizzate a garantire la tutela degli investimenti, della produzione e dell'occupazione – n. 3-01011)

  PRESIDENTE. Il deputato Taranto ha facoltà per un minuto di illustrare l'interrogazione Martella ed altri n. 3-01011, concernente iniziative in ordine ai progetti industriali del gruppo ENI in Italia finalizzate a garantire la tutela degli investimenti, della produzione e dell'occupazione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  LUIGI TARANTO. Signora Presidente, Signora Ministro, nel corso del mese di luglio si è sviluppato il difficile confronto tra le organizzazioni sindacali e l'ENI circa la sostenibilità finanziaria dell'attività di raffinazione del petrolio nel nostro Paese.
  Una tappa importante è stata la condivisione del verbale dell'incontro del 31 luglio: con quel verbale le parti convenivano sulla validità degli accordi già assunti relativamente ai siti di Gela e di Porto Marghera; l'ENI si impegnava all'attività manutentiva per l'immediata riattivazione della linea 1 di Gela; si conveniva inoltre che le parti, a livello territoriale, per Porto Marghera si sarebbero attivate congiuntamente per la verifica di tutte le condizioni necessarie alla ripresa della produzione. Il primo settembre le segreterie sindacali hanno tuttavia constatato che le attività previste con quel verbale di incontro non hanno registrato passi operativi.Pag. 8
  Dunque la richiesta dei deputati del gruppo del Partito Democratico, firmatari dell'interrogazione, è di sapere quali iniziative ella intenda assumere per la verifica del rispetto del verbale di incontro del 31 luglio, anche in vista dei già programmati tavoli di confronto nazionali ed anche alla luce dei provvedimenti annunciati con il decreto «sblocca-Italia».

  PRESIDENTE. La Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere.

  FEDERICA GUIDI, Ministro dello sviluppo economico. Signora Presidente, come sa l'onorevole, nel mese di luglio di quest'anno è stato attivato, com’è noto appunto, presso il Ministero dello sviluppo economico, un tavolo di confronto con i principali interlocutori istituzionali e sindacali, nell'ambito del quale sono stati comunque già fissati ulteriori incontri ed è stato siglato, come lei ricordava, un verbale che impegna le parti ad un confronto per definire un nuovo protocollo di relazioni sindacali.
  In tale occasione si è anche concordato che comunque il prossimo tavolo di confronto nazionale verrà nuovamente convocato entro il 15 settembre prossimo per procedere alla verifica con le parti interessate – quindi continuerà questa opera di monitoraggio – circa il rispetto degli impegni assunti con il verbale del 31 luglio scorso che possono essere focalizzati su alcuni punti. Prima di tutto, la riconversione dei siti critici italiani, unita a una maggiore integrazione, ottimizzazione e flessibilità delle produzioni. Secondo, la rifocalizzazione su produzioni a più alto valore aggiunto, attraverso il potenziamento selettivo della piattaforma tecnologica, l'ampliamento della gamma di prodotti specialistici, lo sviluppo di una filiera produttiva su base rinnovabile, la cosiddetta «chimica verde», in particolare nei siti da riconvertire, e l'internazionalizzazione del business per presidiare i clienti sempre più globali e i mercati a più alta crescita.
  Nello specifico, il piano proposto da ENI ad esempio per l'area di Gela prevede investimenti per 2,2 miliardi di euro e si articola in diversi ambiti, come lo sviluppo dell'attività upstream in Sicilia. Il piano per quanto riguarda la regione siciliana e l'area di Gela prevede per l'attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi investimenti per circa 1.800 milioni di euro per il periodo 2014-2017 relativi a importanti progetti di sviluppo di giacimenti esistenti, offshore e onshore e nuova attività di esplorazione. Per quanto concerne l’offshore, presso il Ministero dello sviluppo economico sono in corso di completamento i processi, anche autorizzativi, relativi alla realizzazione di progetti già valutati positivamente dal punto di vista ambientale. La seconda linea di attività è la realizzazione di una green refinery da 750 chilotonnellate anno. Terzo, la realizzazione di un hub per la ricezione, lo stoccaggio e la spedizione dei greggi locali. Quarto, la realizzazione di centri di eccellenza e, quinto, il risanamento ambientale del sito.
  ENI, per dar corso a quanto previsto nel verbale sottoscritto, che lei ricordava, del 31 luglio scorso, ha comunque immediatamente proceduto a riattivare le attività manutentive presso la raffineria di Gela al fine di garantire la conservazione degli impianti e il ripristino dell'efficienza operativa della cosiddetta «linea 1». E queste ultime attività saranno completate entro la seconda metà di ottobre 2014 e coinvolgeranno circa 500 risorse dell'indotto ogni giorno. L'ENI ha inoltre avviato il confronto con le organizzazioni sindacali a livello locale per approfondire i contenuti del progetto nell'ambito di incontri che si sono svolti con le segreterie territoriali e le RSU, anche nel giorno 3 settembre scorso, e attualmente sta proseguendo il confronto a livello nazionale. L'obiettivo è quello di realizzare a breve un accordo di programma per Gela che coinvolga tutti gli interlocutori al fine di definire un progetto in grado di dare stabilità di lungo periodo industriale e produttiva al sito di Gela. Analoga attenzione comunque è stata posta anche al sito di Porto Marghera per quanto attiene al settore della chimica e in ogni modo il Pag. 9negoziato con il sindacato è in corso e, quindi, continuerà questa operazione di monitoraggio da parte del Ministero e di attività negoziale fra le parti.

  PRESIDENTE. Il deputato Martella ha facoltà di replicare.

  ANDREA MARTELLA. Signor Presidente, signora Ministro, desidero innanzitutto ringraziarla della risposta, di cui apprezzo gli impegni per il futuro. Le dico subito che noi verificheremo che questi impegni vengano mantenuti e che ci sia da parte del Governo un'azione efficace ed incisiva in tutto questo settore. Voglio fare solo tre valutazioni a commento della sua risposta. La prima: è vero che lo scenario della raffinazione in Italia e in Europa è uno scenario difficile, c’è un contesto difficile, ma non è vero che tutto il business è negativo. Lo dimostra il fatto, per esempio, che ExxonMobil ad Anversa abbia previsto e annunciato un investimento di circa 2 miliardi di dollari, dimostrando di credere fortemente nella raffinazione. Se questo è avvenuto in Italia, è perché ci sono state, anche nel passato, scelte strategiche e gestionali che hanno fortemente penalizzato questo settore. Io credo che il Governo dovrà tentare di invertire questa tendenza e queste politiche.
  La seconda cosa che voglio dirle è che vanno assolutamente mantenuti gli impegni sottoscritti nel 2013 e nel 2014 e anche con il verbale del 31 luglio scorso. Questi impegni allo stato attuale non sono stati ancora mantenuti. A Gela è necessario fare le cose che sono state dette e mantenere la vocazione petrolifera che per trent'anni ha garantito a quel territorio sviluppo delle imprese e dell'indotto. A Porto Marghera bisogna fare molto di più, è necessaria l'integrazione della bioraffineria e degli investimenti che lì è possibile fare con la chimica ed è necessario riavviare subito da questo punto di vista un intervento del Governo su ENI e su Versalis, necessario per riavviare subito l'impianto del cracking. Se non si farà anche questa azione, si rischia che quel problema non venga risolto e che le tensioni occupazionali che lì esistono non possano essere risolte.
  In ultimo dico, e ho concluso, che per tutti gli altri siti va mantenuto l'impegno non solo a mantenerli in vita, ma allo sviluppo produttivo. L'Italia vuole essere un grande Paese e, se vuole essere un grande Paese, ha bisogno di una nuova strategia industriale e di un impegno sulla chimica e sulla raffinazione come fanno gli altri grandi Paesi.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Deve concludere.

  ANDREA MARTELLA. Per questo è necessaria un'azione rilevante da parte del Governo che rivolga all'ENI un impegno preciso perché il business non sia solamente nell'estrazione all'estero ma anche nell'attività della raffinazione e della chimica.

(Elementi in ordine alla corretta attuazione dei programmi operativi del fondo sociale europeo nella regione Lazio, con particolare riferimento a una procedura di conferimento di incarichi di collaborazione da parte di Laziodisu – n. 3-01012)

  PRESIDENTE. La deputata Polverini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01012 concernente elementi in ordine alla corretta attuazione dei programmi operativi del fondo sociale europeo nella regione Lazio, con particolare riferimento a una procedura di conferimento di incarichi di collaborazione da parte di Laziodisu (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, ho preso spunto da alcuni organi di stampa che hanno dato ampio risalto a questa procedura da lei citata con la quale Laziodisu, ente pubblico dipendente dalla regione Lazio per il diritto agli studi universitari, ha selezionato 12 professionisti da impiegare con contratto di collaborazione coordinata e continuativa nell'ambito Pag. 10del progetto «Torno subito» finanziato proprio dal fondo sociale europeo 2007-2013. Secondo alcune informazioni, oggetto anche di un'interrogazione del capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale del Lazio, la scadenza del bando è stata prevista in prima battuta il giorno stesso della sua pubblicazione e precisamente il 30 dicembre 2013, salvo poi rettificarla per posticiparla soltanto di qualche giorno. Al termine della procedura di selezione la gran parte dei vincitori sarebbe riconducibile al partito che esprime il vicepresidente della giunta regionale nonché assessore regionale alla formazione, alla scuola, all'università da cui appunto dipende Laziodisu. Premesso ciò ed evidenziato che si tratta di utilizzo di risorse comunitarie sulle quali è forte l'attenzione della Commissione europea e del Governo nazionale i cui rappresentanti siedono nel comitato di sorveglianza, chiedo di conoscere di quali elementi dispone il Ministro in ordine alla corretta attuazione dei programmi operativi del fondo sociale europeo della regione Lazio.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere.

  FEDERICA GUIDI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, l'atto di sindacato ispettivo dell'onorevole Polverini è relativo alla procedura di selezione pubblica per titoli ed esami finalizzata al conferimento di incarichi di collaborazione coordinata e continuativa nell'ambito del progetto denominato «Torno subito» anni 2014-2015, la cui realizzazione è stata affidata a Laziodisu nell'ambito del programma operativo del fondo sociale europeo gestito in piena autonomia, salvo i poteri di vigilanza, sui quali mi soffermerò in seguito, della regione Lazio nel quadro delle proprie prerogative istituzionali.
   I regolamenti comunitari che disciplinano l'uso dei fondi strutturali per il periodo di programmazione 2007-2013 prevedono che per ogni programma operativo approvato dall'Unione europea sia costituito un comitato di sorveglianza, organismo deputato alla valutazione periodica dei progressi compiuti nel conseguimento di obiettivi specifici di ciascun programma, dello stato di avanzamento e anche dei principali risultati ottenuti. Il comitato pertanto non ha tra le proprie funzioni la verifica delle singole procedure attuative e la valutazione dei singoli progetti che sono finanziati a valere sulle risorse stanziate nell'ambito del programma operativo. Tuttavia naturalmente è intenzione del Governo fornire indirizzi per stimolare le regioni ad una maggiore qualità e trasparenza degli interventi allo scopo di facilitare il percorso di realizzazione degli obiettivi e un più efficace impiego delle risorse.
  Nel corso dell'ultima riunione del comitato di cui ho parlato prima, che si è svolta nel mese di giugno 2014, peraltro l'unica intervenuta successivamente al verificarsi dei fatti segnalati, i temi trattati hanno riguardato lo stato di avanzamento del programma e il grado di soddisfacimento degli indicatori e l'approvazione del rapporto annuale di esecuzione relativo al 2013 e l'illustrazione delle attività di audit. I regolamenti comunitari, infatti, prevedono che il controllo sulle singole procedure di affidamento di appalti e di incarichi di collaborazione coordinata e continuativa sia effettuato da parte di altri organismi individuati nell'ambito delle strutture organizzative della amministrazione titolare del programma, nel caso di specie la regione Lazio.

  PRESIDENTE. La deputata Polverini ha facoltà di replicare.

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, naturalmente mi auguro che il Governo, attraverso il Ministro e attraverso i suoi rappresentanti, voglia seguire con particolare attenzione, anche perché non ho parlato di cifre, ma la cifra impegnata in questo bando era una cifra importante: parliamo di 820 mila euro, quindi ci avviciniamo al milione di euro.
  Ma la cosa che mi ha incuriosito particolarmente è che uno dei vincitori di Pag. 11questo bando è il capo progetto: nel caso specifico, al momento del bando, guarda caso, era nella segreteria dell'assessore che ha la competenza su Laziodisu. Quindi, per carità, non voglio andare oltre, anche perché è lontano da me fare nomi e cognomi, però credo che la trasparenza e la procedura riguardo ai fondi comunitari vada seguita con una particolare attenzione, proprio laddove, appunto, ci sono dei rappresentanti del Governo, che, a sua volta, è controllato dalla Commissione europea. Quindi, mi auguro, Ministro, che la sua attenzione sia sempre puntuale anche rispetto alle procedure di bando e alla loro trasparenza.

(Iniziative per salvaguardare gli stabilimenti delle aziende Terna Spa ed Enel distribuzione siti nella regione Calabria – n. 3-01013)

  PRESIDENTE. Il deputato Maietta ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rampelli n. 3-01013, concernente iniziative per salvaguardare gli stabilimenti delle aziende Terna Spa ed Enel distribuzione siti nella regione Calabria (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), che ha sottoscritto in data odierna, per un minuto.

  PASQUALE MAIETTA. Signor Presidente, nell'ambito di una fase di riorganizzazione le aziende Terna Spa ed Enel distribuzione sembra abbiano intenzione di dismettere le proprie sedi calabresi. Terna si appresterebbe a chiudere la sede di Cosenza, definita ad esaurimento, e quella di Castrovillari, che sarà accorpata definitivamente a quella di Rotonda, in Basilicata, nonostante l'80 per cento degli asset che saranno gestiti da quest'ultima si trovino in territorio calabrese.
  Enel distribuzione, invece, nel piano nazionale predisposto, che prevede un taglio del 30 per cento delle strutture a livello nazionale, in Calabria pare abbia intenzione di chiudere il 50 per cento delle zone e il 40 per cento delle unità operative. Le attuali sei zone potrebbero, quindi, diventare tre con la cancellazione, insieme ad altre due, di quella di Castrovillari.
  Non appaiono chiare né le ragioni di un taglio così pesante a carico degli impianti calabresi, né le conseguenze per l'utenza.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PASQUALE MAIETTA. Quindi, intendiamo sapere quali urgenti iniziative il Governo intenda assumere al fine di salvaguardare gli stabilimenti e gli insediamenti produttivi delle citate aziende nella regione Calabria e al fine di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e di servizio attualmente esistenti.

  PRESIDENTE. La Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere.

  FEDERICA GUIDI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, io rispondo che, per quanto concerne il piano di riassetto dell'attuale struttura organizzativa della società Terna Rete Italia nella regione Calabria, in realtà, la stessa società conferma che dall'attuazione del predetto programma non deriverà alcun ridimensionamento delle unità operative ricollegate all'esercizio della rete di trasmissione, ma, al contrario, saranno effettuati investimenti finalizzati a un più elevato presidio sul territorio, anche con maggiori deleghe operative e autonomie decisionali di gestione degli asset.
  In particolare, è previsto il mantenimento e il potenziamento dell'esistente sede di Feroleto e il trasferimento del personale nella sede di Castrovillari presso la vicina sede di Rotonda, in Basilicata, e infine la gestione ad esaurimento, condivisa naturalmente con le organizzazioni sindacali, delle attuali risorse della sede di Cosenza.
  Per quanto riguarda il programma previsto da Enel, evidenzio che l'obiettivo della riorganizzazione posta in atto sull'intero territorio nazionale, già oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali di categoria, è quello di realizzare un'ottimizzazione Pag. 12delle strutture e delle risorse esistenti mediante una serie di aggregazioni fra strutture territoriali, comportanti in taluni casi una ridefinizione dei perimetri territoriali di competenza, tali da realizzare condizioni di maggiore efficienza ed efficacia anche complessiva del funzionamento.
  In merito alla riduzione in Calabria da sei a tre zone e, in particolare, all'accorpamento della zona di Castrovillari con quella di Cosenza, Enel conferma che non sono previste riduzioni del personale che presidia e gestisce la rete elettrica in tale area e che saranno confermate le sedi di lavoro, assicurando il presidio dei processi sui territori di competenza.
  Detto questo, in ogni caso, naturalmente, il Ministero dello sviluppo economico, unitamente anche all'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, per gli aspetti di reciproca competenza, continuerà ad operare per controllare, fare i controlli necessari, affinché i programmi di riorganizzazione sopra citati, vengano attuati, nel rispetto, prima di tutto, degli obblighi delle concessionarie e, naturalmente, al fine di garantire elevati livelli di qualità del servizio e il regolare sviluppo delle infrastrutture, a vantaggio del territorio.

  PRESIDENTE. Il deputato Maietta ha facoltà di replicare.

  PASQUALE MAIETTA. Signor Presidente, intervengo soltanto per ringraziare il Ministro: mi ritengo soddisfatto della risposta.

(Iniziative per attrarre gli investitori stranieri e per l'aumento della competitività
– n. 3-01014)

  PRESIDENTE. Il deputato Fauttilli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01014 concernente iniziative per attrarre gli investitori stranieri e per l'aumento della competitività (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  FEDERICO FAUTTILLI. Signora Presidente, Ministro, secondo l'ultimo report di Fdi Markets del Financial Times sul trend degli investimenti esteri l'Italia, nonostante sia la seconda potenza manifatturiera del continente, risulta agli ultimi posti della classifica – classifica che vede il Regno Unito, la Germania e la Francia saldamente sul podio dei Paesi che riescano ad attirare il maggior numero di investitori esteri – preceduta anche dalla Spagna ed all'Irlanda. Il nostro Paese, quindi, presenta un deficit di attrattività e non regge il confronto con quanto offrono altre nazioni altrettanto provate dalla crisi, come quelle della penisola iberica, ma che al contrario dell'Italia hanno già imboccato con maggiore determinazione la via delle riforme.
  Servono quindi le riforme, ma più che le norme ciò che è veramente mancata è stata la determinazione nell'attuazione di queste; la stessa determinazione che tutti si aspettano per riconoscere fattività al decreto «sblocca Italia». Ma non c’è solo una criticità nell'attrattività, ma anche carenza di competitività. A dirlo è l'ultima classifica del Word Economic Forum che per il secondo anno consecutivo mette l'Italia al quarantanovesimo posto. Ci precedono anche qui la Spagna, il Portogallo, le Repubbliche del Baltico e Malta.

  PRESIDENTE. Deputato Fauttilli, concluda.

  FEDERICO FAUTTILLI. Le chiediamo, quindi, Ministro, quali iniziative il Governo intenda adottare per sviluppare una vera e seria strategia per attirare gli investitori e per aumentare la competitività.

  PRESIDENTE. La Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere.

  FEDERICA GUIDI, Ministro dello sviluppo economico. Signora Presidente, rispondo che naturalmente l'attrazione degli investimenti comporta tre diverse tipologie di attività che corrispondono a tre diverse fasi del fenomeno: promozione, naturalmente, Pag. 13delle opportunità del nostro Paese, l'assistenza tecnica all'operatore estero e il radicamento, anche, naturalmente, sul territorio di questo soggetto estero. Fino ad oggi l'attrazione degli investimenti esteri in Italia è stata penalizzata anche dalla mancanza di conoscenza da parte degli investitori stranieri delle potenzialità concrete del nostro Paese e dei vantaggi che i diversi territori sono in grado di offrire anche per un mancato coordinamento tra una pluralità di attori pubblici che si occupano delle politiche di internazionalizzazione commerciale. Proprio per superare queste criticità, il Governo ha approvato una norma, nel decreto «sblocca Italia», che per potenziare la presenza sui mercati internazionali delle imprese italiane, con particolare riguardo alle piccole e medie imprese, e più in generale per accrescere anche la competitività del nostro Paese nei mercati esteri prevede l'integrazione dell'azione di soggetti pubblici coinvolti nell'attrazione degli investimenti. Tale integrazione avverrà, in concreto, attraverso l'adozione di un piano per la promozione straordinaria, l'internazionalizzazione e l'attrazione degli investimenti esteri in Italia concertata nei Ministeri competenti, ovvero il mio Ministero unitamente a quello degli esteri e delle politiche agricole, alimentari e forestali.
  Inoltre, al fine di garantire immediata efficacia ed efficienza all'azione pubblica l'attuazione del piano sarà attribuita a un soggetto unico che dovrà trasformare le aziende potenzialmente esportatrici in esportatrici abituali. Oggi sono 210 mila le aziende esportatrici ed esiste però la concreta possibilità di aggiungerne almeno ventimila in un anno delle circa settantamila che ne hanno le potenzialità. In secondo luogo occorre cogliere l'opportunità legata alla crescita della domanda globale e all'incremento della classe media; ancora, espandere la presenza nei mercati in cui il potenziale è maggiore. Si stima che nei prossimi anni nel mercato mondiale ci sarà un export aggiuntivo di circa 50 miliardi di dollari su cinque Paesi avanzati e 30 mercati emergenti. Da ultimo, accrescere la capacità di intercettare investimenti esteri stimati in 20 miliardi di dollari di flussi aggiuntivi di investimenti verso l'Italia.
  Le maggiori risorse saranno destinate al piano straordinario e saranno orientate ad azioni concrete come il sostegno all'immagine del made in Italy anche attraverso il supporto delle più rilevanti manifestazioni fieristiche, la promozione dei prodotti italiani presso le reti distributive dei diversi Paesi, la realizzazione di campagne di promozione strategica nei mercati più rilevanti, la valorizzazione delle produzioni agroalimentari tipiche e, anche, e soprattutto, il contrasto al fenomeno dell’italian sounding, nonché l'erogazione di contributi sotto forma di voucher alle piccole e medie imprese per sostenere la loro crescita organizzativa e professionale attraverso l'utilizzo di temporary export manager e, naturalmente, il sostegno all'attrazione degli investimenti esteri in Italia.
  Il Governo quindi vigilerà naturalmente sul raggiungimento di tutti questi ambiziosi obiettivi attraverso un comitato interministeriale istituito anche con il decreto «sblocca Italia» e assicurerà una governance coesa e la sinergia fra tutti gli attori pubblici, centrali e locali, in relazione all'intero ciclo del processo di internazionalizzazione delle nostre imprese e attrazione degli investimenti.

  PRESIDENTE. Il deputato Fauttilli ha facoltà di replicare.

  FEDERICO FAUTTILLI. Presidente, Ministro, io la ringrazio, soprattutto per la risposta così articolata e puntuale che ci ha voluto dare, ma anche per le informazioni, credo estremamente positive, che lei ha voluto elencare nell'intervento. Però, torno a dire che purtroppo le classifiche internazionali ci danno in posti sicuramente non da noi accettabili, come posizioni positive. Pertanto, noi riteniamo che il Governo debba ancora di più puntare alla realizzazione di servizi alle imprese, con l'obiettivo di dare risposte che il mercato della produzione richiede. I settori maggiormente interessati sono sicuramente Pag. 14quelli delle telecomunicazioni, del comparto dei trasporti e della logistica, dell'energia e delle biotech. E l'idea di realizzare servizi alle imprese da più parti avanzata, ad iniziare dal pacchetto di semplificazioni e agevolazioni varate per le start up, può essere la strada giusta per dimostrare che si possono creare condizioni per attrarre investimenti per fare impresa e far ritornare i talenti fuggiti all'estero, come noi riteniamo non sia più rinviabile la riforma della giustizia civile, al fine di ridurre i tempi lunghissimi dei nostri processi, non più sostenibili in un mercato globale e fortemente competitivo che esige giustamente, riteniamo, certezza e velocizzazione.
  Infine, Ministro, i decreti attuativi delle leggi di riforma: forse questi prima di ogni altra iniziativa governativa. Quindi, Ministro, io di nuovo la ringrazio e confidiamo soprattutto in uno slancio rinnovato e più convincente del Governo per superare questo deficit di attrattività che oggi purtroppo dobbiamo constatare.

(Chiarimenti e iniziative con riguardo al completamento del collegamento autostradale Asti-Cuneo – n. 3-01015)

  PRESIDENTE. Il deputato Monchiero ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01015 concernente chiarimenti e iniziative con riguardo al completamento del collegamento autostradale Asti-Cuneo (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIOVANNI MONCHIERO. Presidente, signor Ministro, questa nostra interrogazione ha lo scopo di porre l'accento su una situazione di cattiva gestione di un'opera pubblica che è davvero emblematica della situazione attuale del nostro Paese: mi riferisco naturalmente all'autostrada Asti-Cuneo, che, dopo essere stata reclamata da decenni, iniziati i lavori ormai da quasi vent'anni, è arrivata ad un punto di stallo incomprensibile. Da Asti ad Alba si viaggia in autostrada, sulla nuova autostrada; da Cuneo a Cherasco si viaggia sulla nuova autostrada, e da Cherasco ad Alba, invece, i lotti non sono nemmeno iniziati, in qualche caso non esiste neanche una progettazione esecutiva di questi due lotti mancanti, che sono nel bel mezzo dell'autostrada. Per cui, l'autostrada di fatto è inutilizzabile, sostanzialmente inutilizzabile, con gravissimo pregiudizio delle comunità locali. Noi, non solo vorremmo richiamare la sua attenzione su questo problema, vorremmo anche che questo problema venisse finalmente affrontato e concluso, perché la situazione, così com’è sotto gli occhi di tutti, è una situazione che oserei dire tragicomica.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Monchiero e gli altri colleghi deputati che hanno posto questa interrogazione riguardante l'Asti-Cuneo. Premetto che in questi mesi più volte, presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sia sollecitato dai colleghi deputati ma anche dalle istituzioni locali, sindaci e presidente della provincia, abbiamo affrontato anche con il concessionario la questione, descritta in maniera corretta ed evidente dagli interroganti. Per cui, sul tema il Ministero c’è e l'obiettivo è quello che viene posto nella domanda finale, cioè di arrivare ad una soluzione concreta, perché quell'asse autostradale è un asse strategico importante per il collegamento di un territorio, ricco di imprese piccole, medie e anche grandi, e il resto non solo della regione ma della dotazione infrastrutturale del Paese. Nel brevissimo tempo che ho a disposizione, rispetto alle domande specifiche che mi sono state poste, rispondo in questo modo: ovviamente, purtroppo, i tempi di realizzazione originariamente previsti della Asti-Cuneo erano stimati in 72 mesi, oggi si stimano in 171 mesi; il costo degli investimenti allora previsto era di 988 milioni (era stata una stima di 11 anni fa, del 2003), oggi la stima dei costi è di 2 miliardi e mezzo.Pag. 15
  Quali sono le ragioni che sono state verificate, ovviamente, dall'organo di vigilanza che costantemente controlla e deve controllare la corretta attuazione della concessione e che hanno portato a questa dilatazione di tempi e ancora di più di costi ? In primo luogo, dal 2003 al 2014 sono sopravvenute normative riguardanti l'infrastruttura stradale: barriere di sicurezza, opere d'arte, impianti. In secondo luogo, è stata una delle discussioni che abbiamo più volte fatto con gli amministratori locali, ci sono state prescrizioni determinate nella realizzazione dell'opera stessa, una fra tutte la conosce in particolare chi si occupa come voi ed è sempre attento all'opera, il passaggio dell'autostrada sotto il fiume Tanaro, che ha portato da una progettazione preliminare ad una progettazione definitiva a far lievitare i costi. Terzo, ovviamente non solo l'applicazione di un tariffario che è aggiornato ma innanzitutto uno scenario che è totalmente cambiato.
  Queste autostrade sono in concessione e rivedono, a fronte di un project financing, il ritorno da parte dell'investimento attraverso la tariffazione.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. È evidente che non solo il calo del traffico, e ho concluso Presidente, ma anche uno scenario di crisi di sei anni è totalmente cambiato per cui, posta la strategicità e la condivisione della realizzazione di questa opera che è importante nella sua conclusione troverete nello «sblocca Italia» una norma che recupera e riprende finalmente la questione più volte posta da voi ma anche in Commissione, che non varrà solo per la Asti- Cuneo. Ma a fronte della certezza degli investimenti e della strategicità e dell'interesse nazionale degli investimenti, a fronte delle tariffe che devono rimanere bloccate e che non possono più subire aggiornamenti e a fronte di tempi certi di realizzazione, nel dialogo con l'Europa dobbiamo prendere in esame eventuali opportunità, per esempio di accorpamento delle diverse concessioni in modo da spalmare gli investimenti su una lunghezza della gestione delle autostrade che sia il più possibile per ammortizzare i costi e meno a carico dei cittadini e degli utenti.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Questa è la strada che stiamo percorrendo, la ringrazio per i secondi in più che mi sono preso e le chiedo scusa però mi sembrava opportuno rispondere nel merito e puntualmente all'interrogazione giusta che è stata posta all'attenzione del Ministro.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro, siamo stati più tolleranti perché siamo alla penultima interrogazione. L'onorevole Rabino, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti, non se ne approfitti.

  MARIANO RABINO. Signor Presidente, farò di tutto per non approfittarne. Intanto, unitamente al collega Giovanni Monchiero, sono felice che ci ha raggiunto anche la collega Gribaudo che è espressione della provincia di Cuneo. Ringraziamo il Ministro per la tempestività, l'efficacia e l'efficienza con cui si muove da quando è Ministro delle infrastrutture e conosciamo la sua attenzione al tema e la sua competenza e cognizione di causa.
  Le forze economiche, le istituzioni, i cittadini, gli enti chiedono da anni questa opera. Lei Ministro ha fatto riferimento allo «sblocca Italia», a quello che consente lo «sblocca Italia», ha detto giustamente che c’è un problema di rinnovo delle concessioni autostradali che va affrontato in una maniera nuova ma mi verrebbe da dire, ci verrebbe da dire anche in una maniera più autorevole da parte dell'ente pubblico, in questo caso lo Stato. C’è un'anomalia colossale per cui c’è una confusione tra concedente e concessionario per cui una parte del concessionario è anche concedente.
  Premesso tutto ciò, Ministro, noi ci aspettiamo e ci auguriamo che a breve, Pag. 16presente anche e disponibile – abbiamo parlato con lui sabato mattina – il Presidente della regione Sergio Chiamparino, si faccia un tavolo che noi proponiamo ad Alba, nell'albese perché quello è il territorio che oggi è centro principale di questa attenzione. Un tavolo per valutare complessivamente la situazione con i concessionari della rete piemontese, ligure e lombarda che insistono su questa opera per arrivare ad una soluzione che preveda opere complementari se del caso. C’è un problema grande che il nostro territorio ha, che è la strada di adduzione al nuovo ospedale di Verduno, frutto di una scelta virtuosa e di razionalizzazione degli enti locali del territorio. C’è bisogno di questa opera, c’è bisogno di un incontro a breve.
  Signor Ministro la aspettiamo ad Alba insieme al concessionario, al concedente, agli enti locali e alla regione Piemonte.

(Problematiche riguardanti la realizzazione di due gallerie nel territorio della provincia di Caltanissetta nell'ambito dei lavori per l'ammodernamento della strada statale n. 640 – n. 3-01016)

  PRESIDENTE. Il deputato Pagano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01016, concernente problematiche riguardanti la realizzazione di due gallerie nel territorio della provincia di Caltanissetta nell'ambito dei lavori per l'ammodernamento della strada statale n. 640 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, signor Ministro, come è stato detto, si tratta di due gallerie contigue che insistono in prossimità di Caltanissetta e riguardano l'autostrada Agrigento-Caltanissetta, che è in fase di costruzione. Tutti gli studi geologici del territorio nonché la facoltà di ingegneria dell'università di Palermo sono concordi nel dire che queste gallerie sono perlomeno a rischio. Un territorio come quello di Caltanissetta, conosciuto geologicamente da secoli come afflitto da un fenomeno di vulcanismo; un territorio che ha faglie differenti che creano gradini tettonici che ricadono in maniera trasversale sul tracciato sconsiglia in maniera chiara la costruzione di questa galleria, o perlomeno sconsigliava, perché i lavori oggi sono abbastanza avanzati. In passato ho presentato ben due atti che però – non c'era ancora lei, ministro, visto che stiamo parlando del 2011 – restarono senza risposta. Adesso i problemi sono seri, nel senso che c’è una preoccupazione vera e concreta – mi avvio a concludere – da parte della popolazione ed è chiaro che l'ANAS è stata per lo meno fin troppo silente. Abbiamo l'esigenza di comprendere come questa zona, che le posso assicurare è incantevole, Ministro, tra l'altro con forte densità abitativa, debba essere tutelata. Allora vogliamo sapere...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ALESSANDRO PAGANO. ... ecco la conclusione. Se non è il caso di un supplemento di indagine, se non è il caso di promuovere attività pubbliche, se non è il caso di portare avanti un progetto di conoscenza che ovviamente assume anche delle responsabilità da parte dell'ANAS.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Pagano, vedo a fianco a lui anche l'onorevole Minardo, che da sempre sono attenti alla realizzazione delle infrastrutture e alla dotazione infrastrutturale della regione Sicilia e del loro territorio. Come ha ben detto l'onorevole Pagano, è una storia che si sviluppa negli anni e oggi siamo in una situazione diversa da quella del 2011, la realizzazione di un'opera comunque indispensabile, comunque importante, quale è quella della Agrigento-Caltanissetta. Già nel 2011 fu concordato con ANAS e stipulato un contratto di ricerca con l'università di Catania sotto la responsabilità del professor Monaco, ordinario di geologia strutturale, per Pag. 17uno studio geologico, geostrutturale e idrogeologico di dettaglio dell'area, allo scopo di delineare al meglio le possibili criticità. L'ANAS ha approfondito in fase di progettazione definitiva tutti gli aspetti legati alla realizzazione dell'opera, mentre il contraente generale, responsabile della progettazione esecutiva, ha seguito specifiche campagne geognostiche conoscitive e consultato i migliori esperti del settore. Tra l'altro il CIPE nella delibera n. 37 del 26 giugno 2009 ha approvato anche il progetto definitivo e informo, come ha detto giustamente l'onorevole Pagano, che i lavori sono stati consegnati in data 1o ottobre 2012 e la loro ultimazione è prevista per il luglio 2016, con un attuale stato di avanzamento pari a circa il 26 per cento. Nel mese di giugno 2014 è stato avviato lo scavo della galleria naturale Caltanissetta a mezzo di fresa con bilanciamento e pressioni sul fronte di scavo. Siamo arrivati a 650 metri scavati su un totale di 4 mila. La sostanza dove sta, ed è l'impegno che credo fosse compreso nell'interrogazione posta al Ministro: attenzione, siamo nella fase ormai di avanzamento dei lavori, c’è bisogno di un'ulteriore attenzione da parte di ANAS e del soggetto realizzatore, un coinvolgimento chiaro e preciso riguardo non solo a tranquillizzare la popolazione locale ma a dare certezza nel prosieguo dei lavori che ci sia grande attenzione alla sicurezza, all'impatto ambientale e ovviamente alle conseguenze che i lavori possono comportare. Credo sia sbagliato ovviamente interrompere i lavori, perché è un'opera assolutamente determinante. Mi sembra di poter raccogliere l'osservazione e la sollecitazione degli interroganti e chiedere ad ANAS un ulteriore incontro, approfondimento che possa permettere di aggiornare nello stato di avanzamento dei lavori della galleria su tutti i temi che gli interroganti hanno posto non solo per sé ma credo per gli interessi di un territorio e della popolazione. Questo è l'impegno che ovviamente il Ministro si prende rispetto all'interrogante.

  PRESIDENTE. Il deputato Pagano ha facoltà di replicare.

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, Ministro, io condivido pienamente l'impegno che lei sta mettendo, però qui c’è l'esigenza di una vigilanza vera e continua che non può essere ovviamente occasionale.
  Lei comprenderà che qui ci sono riflettori puntati da parte della città da ben due anni e la precedente amministrazione dell'ex sindaco Campisi del comune di Caltanissetta nel settembre del 2013 ha fatto pervenire un documento ufficiale, sia all'ANAS sia a chi l'ha preceduta in quella sede di via XX settembre, che c'era un rischio grossissimo. Comunque il dato è che oggi c’è una preoccupazione da un punto di vista geologico, Ministro. Non è un problema infrastrutturale: è chiaro che l'opera deve essere completata, ma il problema è che, da un punto di vista geologico, sappiamo con certezza che si tratta di una zona ad altissimo rischio ed è ovvio che tutto questo non può restare così, con le notizie opache che sono state finora date dall'ANAS.
  Quella è una zona bellissima – lei l'ha visitata, è venuto più volte – ci sono ville di pregio e c’è addirittura anche l'ospedale ed è una collina siciliana straordinaria, a ridosso della città di Caltanissetta. Quindi, stiamo parlando di qualcosa che è veramente ad alta densità abitativa. Io ritengo che questo debba essere oggetto di un'attenzione totale da parte dell'ANAS rispetto a queste faglie, rispetto ai gradini tettonici che sono stati identificati, rispetto alla presenza di fanghi e di gas, perché quella è una zona vulcanica.
  Io penso che tutto questo debba uscire fuori dalla disinformazione e che l'ANAS debba assumersi una responsabilità ben precisa, pubblica. Ecco perché chiediamo che sia fatto un confronto serio con la città, con l'autorità, con chi ha promosso tutto questo, in primis con l'università di Palermo; lei ha citato l'università di Catania, ma l'università di Palermo ha detto cose forti e le ha dette pubblicamente. Io penso che tutto questo debba essere oggetto Pag. 18di attenzione, senza più parlare dell'aspetto infrastrutturale su cui siamo tutti d'accordo, per quanto – e lo dico senza problemi – questa galleria è inspiegabile, visto che se si fosse raddoppiato il tracciato già esistente l'opera sarebbe costata esattamente la metà. Ma tutto questo attiene ai misteri di un'Italia che parla di spending review e poi non sa o non vuole applicarla.
  Ovviamente, Ministro, la polemica me la tengo tutta per me, ma la lascio anche alla riflessione di tanti italiani che ci ascoltano.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Avverto che la riunione del Parlamento in seduta comune, prevista per le ore 16,15, è differita alle ore 16,35.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani, avvertendo che, ove dovesse essere convocato il Parlamento in seduta comune, la seduta dell'Assemblea avrà inizio alle ore 15.

  Giovedì 11 settembre 2014, alle 9,30.

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 1o agosto 2014, n. 109, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni per il rinnovo dei comitati degli italiani all'estero (C. 2598-A/R).
  — Relatori: Marazziti, (per la III Commissione) e Carlo Galli, (per la IV Commissione), per la maggioranza; Sibilia e Gianluca Pini (per la III Commissione) e Artini e Marcolin (per la IV Commissione), di minoranza.

  2. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   BOLOGNESI ed altri: Introduzione nel codice penale del reato di depistaggio e inquinamento processuale (C. 559-A).
  — Relatore: Verini.

  3. – Seguito della discussione delle mozioni Ottobre, Giachetti, Vito, Leone, Kronbichler, Marcolin, Dellai, Corsaro, Pisicchio, Di Lello, Bruno ed altri n. 1-00291 e Corda ed altri n. 1-00406 concernenti iniziative a tutela del cittadino italiano Enrico Forti, condannato e detenuto negli Stati Uniti.

  4. – Seguito della discussione delle mozioni Marcon ed altri n. 1-00424, Gianluca Pini ed altri n. 1-00563, Basilio ed altri n. 1-00577, Causin ed altri n. 1-00578, Scanu ed altri n. 1-00586 e Cicchitto ed altri n. 1-00590 concernenti la partecipazione italiana al programma di realizzazione e acquisto degli aerei Joint Strike Fighter-F35.

  5. – Seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge:
   GARAVINI ed altri; NICCHI ed altri; CARFAGNA e BERGAMINI; D'INIZIATIVA DEL GOVERNO; GEBHARD ed altri: Disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli (C. 360-1943-2044-2123-2407-A).
  — Relatore: Marzano.

  6. – Seguito della discussione delle mozioni Brambilla ed altri n. 1-00460, Gagnarli ed altri n. 1-00559, Vezzali ed altri n. 1-00571, Nicchi ed altri 1-00573, Rondini ed altri n. 1-00580, Cova ed altri n. 1-00581 e Dorina Bianchi ed altri n. 1-00585 concernenti iniziative, nell'ambito del semestre di Presidenza italiana del Pag. 19Consiglio dell'Unione europea, per la tutela dei diritti degli animali.

  7. – Seguito della discussione delle mozioni Gallinella ed altri n. 1-00160, Prataviera ed altri n. 1-00360, Palese ed altri n. 1-00576, Kronbichler ed altri n. 1-00579, Galgano e Mazziotti Di Celso n. 1-00583, Berlinghieri ed altri 1-00587 e Dorina Bianchi e Bernardo n. 1-00589 concernenti iniziative per la riforma dei criteri di formazione del bilancio comunitario, con particolare riferimento al meccanismo del cosiddetto «sconto inglese».

  La seduta termina alle 16,05.