XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 55 di mercoledì 17 luglio 2013

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 15.

  VALERIA VALENTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 15 luglio 2013.
  (È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per la coesione territoriale, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Ministro della giustizia e il Ministro delle infrastrutture dei trasporti.

(Iniziative volte a garantire adeguate risorse per la ricostruzione de L'Aquila e degli altri comuni del cratere sismico – n. 3-00207)

  PRESIDENTE. La prima interrogazione all'ordine del giorno è la n. 3-00207 a prima firma del deputato Melilla, concernente iniziative volte a garantire adeguate risorse per la ricostruzione de L'Aquila e degli altri comuni del cratere sismico.
  Avverto che i firmatari dell'interrogazione n. 3-00207 sono i deputati Melilla, Zan, Pellegrino e Zaratti.
  Il deputato Gianni Melilla ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00207 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, il 6 aprile 2009, alle ore 3,32, uno spaventoso terremoto ha devastato L'Aquila e tanti altri comuni abruzzesi: 308 morti, 1.600 feriti, 67.000 sfollati, danni incalcolabili, tutte le attività economiche in ginocchio, migliaia di case distrutte, molti centri storici – a partire da L'Aquila – evacuati, un patrimonio monumentale e artistico gravemente compromesso.
  Non sottovalutiamo gli interventi sinora realizzati dallo Stato a partire da quelli che hanno contrastato l'emergenza immediata. Ma a quattro anni dal sisma, signor Ministro, il centro storico de L'Aquila è ancora disabitato, le case chiuse, i palazzi puntellati: la ricostruzione è in grave ritardo.
  Nell'audizione che lei ha svolto alla Camera ha stimato in dieci anni i tempi per la ricostruzione e in 10 miliardi di euro lo stanziamento necessario, le stesse previsioni che fa il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente.
  Le chiedo quando stanzierete effettivamente queste risorse per la ricostruzione de L'Aquila e degli altri comuni abruzzesi.

  PRESIDENTE. Il Ministro per la coesione territoriale, Carlo Trigilia, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  CARLO TRIGILIA, Ministro per la coesione territoriale. Signor Presidente, ritengo preliminarmente opportuno dare conto delle risorse che risultano complessivamente Pag. 2stanziate a favore dei territori dell'Abruzzo gravemente colpiti dal sisma del 2009. Anzitutto 10 miliardi e 500 milioni di euro per l'emergenza e la ricostruzione sono stati stanziati con il decreto-legge n. 39 del 2009 – come lei sa – e un altro miliardo e 183 milioni di euro per l'edilizia privata, riferiti al periodo 2014-2019, sono stati stanziati con il recente decreto-legge n. 43 del 2013. Riguardo ai 10 miliardi e 500 milioni di euro segnalo che poco meno di tre miliardi sono stati utilizzati per la prima fase di emergenza e sono stati gestiti dalla Protezione civile, 7 miliardi e 600 milioni di euro sono stati destinati alla ricostruzione e, allo stato, sono stati quasi integralmente assegnati. Le rimanenti risorse, pari a circa 100 milioni di euro, sono state finalizzate per interventi di sostegno alle attività produttive e di sviluppo. In particolare, ricordo che proprio qualche giorno fa si è riunito il comitato, al quale ho partecipato, per l'attribuzione di questi fondi a sostegno della ripresa economica dell'area.
  Con riferimento allo stato di attuazione del processo di ricostruzione mi segnalano il rientro a casa di circa il 70 per cento degli sfollati. Il solo comune de L'Aquila, inoltre, ha già erogato circa 23.000 contributi alla ricostruzione privata, per la maggior parte concentrati nella periferia della città.
  Bisogna, tuttavia, riconoscere – io stesso ho potuto constatarlo recandomi qualche settimana fa a L'Aquila – che il problema della ricostruzione del centro storico, così come dei centri storici dei comuni del cratere, resta ancora in gran parte da affrontare. C’è un ritardo da questo punto di vista che il Governo è impegnato a colmare. In particolare, sono stati istituti due uffici speciali per la ricostruzione che adesso stanno lavorando e sono quasi arrivati a regime.
  Tuttavia le risorse disponibili attualmente per la ricostruzione sono pari solo a 630 milioni di euro fino al 2015. Esiste, quindi, un problema di integrazione delle risorse che il Governo è impegnato ad affrontare a partire dalla prossima legge di stabilità.

  PRESIDENTE. Il deputato Gianni Melilla ha facoltà di replicare per due minuti.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, dalle parole del Ministro abbiamo colto l'urgenza di un intervento per la ricostruzione de L'Aquila che dobbiamo mettere in campo nei prossimi mesi. Mi auguro che nella legge di stabilità ci siano le risorse necessarie. Peraltro, il Ministro per la coesione territoriale che ha preceduto questo Governo, Fabrizio Barca, ha svolto un grande lavoro che ha istruito la pratica ricostruzione in modo egregio. E anche lei, nell'audizione a cui ho fatto anche riferimento prima, ha detto che occorrono 10 miliardi di euro in un tempo di dieci anni ed è proprio quello che noi crediamo, che il sindaco de L'Aquila in particolare chiede, di avere certezza dei finanziamenti: un miliardo di euro ogni anno. Noi non possiamo lasciare quella città – capoluogo di una regione – da sola. Il problema della ricostruzione de L'Aquila non è un problema che interessa solo gli aquilani e le migliaia di famiglie che ancora vivono fuori della propria casa distrutta o gravemente danneggiata. È una grande questione nazionale. Lo Stato deve essere consapevole che la ricostruzione de L'Aquila deve essere nelle priorità dell'agenda politica di questo Governo e noi in questo senso, come Sinistra, Ecologia e Libertà, siamo impegnati.

(Iniziative per migliorare la gestione e l'effettivo utilizzo dei fondi strutturali, con particolare riferimento alle regioni del Mezzogiorno – n. 3-00208)

  PRESIDENTE. Il deputato Rughetti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Speranza ed altri n. 3-00208 concernente iniziative per migliorare la gestione e l'effettivo utilizzo dei fondi strutturali, con particolare riferimento alle regioni del Mezzogiorno, di cui è cofirmatario (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  ANGELO RUGHETTI. Signor Presidente, signor Ministro, in una recente Pag. 3audizione, qui alla Camera, lei ha confermato un dato allarmante. L'Italia avrebbe ancora 30 miliardi di euro da spendere entro il 31 dicembre 2015 e ha aggiunto che la nostra capacità di spesa è molto lenta, quindi difficilmente riusciremo a spendere questi fondi entro i termini dati. Gli interroganti oggi vorrebbero conoscere dal Governo e dal Ministro presente quali azioni il Governo intenda attivare per fare in modo che non restino nei cassetti centinaia e centinaia di milioni di euro che in questo momento di particolare crisi sarebbero utili alle famiglie e alle imprese ma soprattutto consentirebbero di fare quelle attività che oggi per scarsità di risorse il nostro Paese non può fare. Mi riferisco all'edilizia scolastica. Mi riferisco al miglioramento del Patto di stabilità. Allora noi pensiamo che sia necessario fare uno scatto in avanti – concludo, signor Presidente – per portare, una volta ogni tanto, l'Italia nella parte alta della classifica in Europa e uscire da questo posto che ci vede relegati alle ultime file e che – ripeto – fa un danno alle famiglie e alle imprese e non è soltanto un problema di carattere contabile.

  PRESIDENTE. Il Ministro per la coesione territoriale, Carlo Trigilia, ha facoltà di rispondere.

  CARLO TRIGILIA, Ministro per la coesione territoriale. Signor Presidente, confermo il dato ricordato dall'onorevole Rughetti e che anch'io ho presentato in sede di audizione sia alla Camera che al Senato. Sono stati fatti degli sforzi notevoli nell'ultimo anno e mezzo per cercare di aumentare la capacità di spesa che è stata portata dal 15 al 37 per cento. Però ancora oggi siamo ad una capacità di spesa intorno al 40 per cento. Quindi questo significa che circa 30 miliardi di euro devono essere spesi. Come ho avuto modo di chiarire in sede di audizione non tutti fortunatamente questi 30 miliardi sono a rischio. Stimiamo che circa due terzi di questi fondi arriveranno alla fine del 2015 spesi e certificati. Però, per la restante parte, c’è una quota che è a rischio che potrà essere probabilmente portata al positivo esito attraverso un'azione di sostegno dei programmi che sono attualmente in difficoltà, ma c’è un'area che è stimabile intorno ai 5 miliardi di euro che deve essere, invece, riprogrammata nonostante le riprogrammazioni che, come lei ricordava, sono già avvenute.
  Abbiamo operato un primo intervento su questa area per circa un miliardo di euro, che sono confluiti nel miliardo e 300 milioni impegnato dal Governo con il precedente decreto sull'occupazione giovanile e quindi queste cifre sono state orientate nella direzione che l'interrogante prospettava, ovverosia soprattutto interventi con un forte carattere antirecessivo.
  Intendiamo proseguire su questa strada con una seconda riprogrammazione che stiamo preparando e che dovrà arrivare a realizzazione pensiamo nelle prime settimane di settembre. Anche in questo caso l'impegno sarà di orientare queste risorse verso un utilizzo fortemente antirecessivo, a sostegno delle imprese e delle economie locali.
  Resta il problema che lei ricordava dell'utilizzo dei fondi nel ciclo 2014-2020; da questo punto di vista io personalmente e i miei uffici siamo impegnati ad una profonda revisione del meccanismo di governo dei fondi europei, in particolare in due direzioni: il rafforzamento di un centro di governo nazionale, che non vuol dire centrale, però nazionale, cioè che ribadisca l'importanza per lo sviluppo di tutto il Paese dell'uso di questi fondi; il secondo aspetto è l'esigenza di una forte selezione e concentrazione degli obiettivi, in modo da raggiungere degli esiti che siano efficacemente a sostegno dello sviluppo del Paese e dei problemi di coesione che esso ha.

  PRESIDENTE. Il deputato Taranto, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  LUIGI TARANTO. Signor Presidente, anzitutto a nome dei colleghi del gruppo del Partito Democratico che hanno firmato Pag. 4l'interrogazione esprimo soddisfazione per la risposta che è venuta dal Ministro, soddisfazione perché dalle questioni che sono state avvistate nella risposta emerge con chiarezza la consapevolezza della necessità di agire insieme, bene e con tempestività. Bene e con tempestività per evitare il rischio di definanziamento anche di una quota dei 30 miliardi di risorse ancora disponibili, a valere sul ciclo 2007-2013 e bene anche in relazione al ciclo di programmazione 2014-2020. Vale la pena di ricordarlo: si tratta di occasioni straordinarie per il Mezzogiorno, per un Mezzogiorno che ha certamente subito sino in fondo tutti i colpi della recessione più lunga e profonda della storia repubblicana, ma di un Mezzogiorno che ha ancora in sé grandi energie e grandi potenzialità, di un Mezzogiorno che può essere quindi volano di crescita, di occupazione e di produttività aggiuntiva per l'intero Paese.
  Da questo punto di vista – e mi ricollego alle questioni che da ultimo venivano avvistate dal Ministro Trigilia – esprimo personalmente l'auspicio che la riflessione su un più strutturato modello di governance possa essere anche recuperare le elaborazioni che erano state sviluppate intorno al tema di un'agenzia per la coesione e insieme che tra le attività strategiche per il miglior utilizzo delle risorse rivenienti dai fondi strutturali venga accolta anche la possibilità di fare riferimento ad essi per operazioni decise di rifinanziamento di istituti come il fondo centrale di garanzia e ciò anche in considerazione del fatto che la stretta creditizia proprio nella macroarea territoriale del Mezzogiorno assume aspetti particolarmente stringenti.

(Iniziative per contemperare la ristrutturazione del Museo nazionale archeologico di Taranto con l'esigenza di garantire la fruibilità del medesimo museo, in particolare nel periodo estivo – n. 3-00209)

  PRESIDENTE. La deputata Labriola ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-00209, concernente iniziative per contemperare la ristrutturazione del museo nazionale archeologico di Taranto con l'esigenza di garantire la fruibilità del medesimo museo, in particolare nel periodo estivo (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  VINCENZA LABRIOLA. Signora Presidente, onorevoli colleghi e signor Ministro, il museo nazionale archeologico di Taranto, per esigenze connesse a lavori di ristrutturazione, a partire dallo scorso 1o luglio aprirà solo durante il fine settimana, per aprire poi a fasi alterne nel periodo tra agosto e settembre e chiudere definitivamente dal 30 settembre al 5 dicembre, al fine di consentire l'allestimento dei nuovi spazi espositivi in vista dell'inaugurazione. A conclusione dell'intervento di ristrutturazione, il museo archeologico offrirà reperti mai visti prima ed ora custoditi nei depositi.
  Se è apprezzabile dal punto di vista della nuova offerta culturale questa ristrutturazione, dall'altra parte l'annuncio dei lavori e la chiusura durante i mesi estivi, che contano il maggior numero di turisti, ha destato una serie di polemiche, non ultima quella che la notizia è coincisa con la candidatura di Taranto a capitale europea della cultura 2019. Anche Confcommercio e Federalberghi hanno ampiamente contestato la decisione della soprintendenza dei beni archeologici della Puglia di chiudere durante il periodo estivo, in quanto si sono fatti promotori di una serie di pacchetti vacanze ed offerte che includevano la visita al famoso Museo degli ori della Magna Grecia.
  Chiedo al signor Ministro quali iniziative intende porre in essere al fine di coniugare i necessari interventi di ristrutturazione e le esigenze del territorio, per il quale, in questo momento di particolare sofferenza per le vicende legate...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  VINCENZA LABRIOLA. ... soprattutto alle questioni ambientali, il Museo rappresenta una risorsa culturale, ma anche turistica troppo importante.

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  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, ha facoltà di rispondere.

  MASSIMO BRAY, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, vorrei innanzitutto sottolineare un dato importante che va salutato con favore e che l'onorevole interrogante non ha mancato di evidenziare. Il Ministero, in un periodo di grandi ristrettezze economiche, ha infatti ottenuto un finanziamento CIPE di importo significativo che ha finalmente consentito di investire sul Museo nazionale archeologico di Taranto, uno dei più importanti musei archeologici d'Europa. Per la precisione, la delibera CIPE n. 38 del 2012 sulla somma complessiva di 70 milioni di euro per i beni culturali a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione ne destina 5 per il polo museale di Taranto. Il 13 dicembre 2012 è stato stipulato l'accordo di programma con il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica. In seguito a questo l'amministrazione ha prontamente redatto il progetto esecutivo celebrando la gara per l'aggiudicazione dei lavori che sono stati, dunque, tempestivamente avviati.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 15,17)

  MASSIMO BRAY, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Ciò detto, l'onorevole interrogante lamenta la circostanza che i lavori siano stati avviati e debbano proseguire anche nella stagione estiva che è quella che registra il maggior afflusso turistico nell'area. Pur comprendendo le ragioni degli operatori del settore turistico della zona che hanno rappresentato le difficoltà, in questa fase l'obiettivo è quello di assicurare la pronta e rapida esecuzione dei lavori, peraltro urgenti e indifferibili. Giova ricordare che, attualmente, è aperta al pubblico solo una ridottissima superficie inaugurata nel 2007 dopo sette anni di chiusura totale del museo. Il completamento consentirà, invece, il raddoppio delle superfici espositive entro il 2013 e il completamento dei lavori nel 2014.
  Mi risulta, d'altra parte, che la soprintendenza ha provveduto a comunicare a tutte le associazioni di categoria e agli operatori turistico-alberghieri della provincia di Taranto il calendario di chiusura del museo e quello degli eventi legati alla manifestazione open day. Non si può d'altra parte non tener conto degli obblighi contrattuali assunti con l'inizio dei lavori. Il programma di aperture concordate negli stessi termini riferiti dall'onorevole interrogante sembra peraltro consentire un bilanciamento ragionevole. Il sabato, nel quadro della campagna «Puglia Promozione», il museo è aperto sino alle ore 23. Sono state, inoltre, messe in campo apposite iniziative dirette a compensare in parte e ad alleviare il disagio. Grazie ad un accordo con la Marina militare, nell'ambito delle visite organizzate dalla Marina nel castello Aragonese, è possibile visitare le aree in corso di scavo archeologico nei diversi ambienti della struttura medievale. La sovrintendenza ha poi sottoscritto un accordo con il comune di Taranto che consente l'apertura nel periodo estivo dei siti statali dati in gestione al comune come, ad esempio, le importantissime tombe a camera, nelle giornate di chiusura del museo, al fine di cercare di rispettare gli impegni con i turisti che arriveranno in città.
  In ogni caso assicuro sin d'ora il mio personale impegno affinché i lavori in questione siano conclusi il prima possibile e con il minore impatto sull'offerta turistica e il mio impegno istituzionale a fare del sistema culturale di Taranto una delle priorità del mio mandato.

  PRESIDENTE. La deputata Labriola ha facoltà di replicare.

  VINCENZA LABRIOLA. Signor Presidente, signor Ministro, volevo intanto ringraziarla per la completezza delle informazioni che mi ha fornito. Desidero esprimere tutto il mio rammarico per la situazione di disagio che dovranno subire gli Pag. 6operatori turistici, i commercianti e gli artigiani a causa della chiusura del museo. Il periodo estivo rappresenta per la città di Taranto un momento di rinascita e di riscatto. I turisti vengono per vedere le meraviglie che la città e soprattutto il museo offrono, ma quest'anno rimarranno delusi, anzi forse si sta già parlando di disdette di prenotazioni e questo determinerà, in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, un ulteriore peggioramento dell'economia. Si sarebbero potute contemperare le esigenze che derivano dai lavori di ristrutturazione e dal rispetto dei termini dell'appalto con quella dell'offerta turistica se ci fosse stata maggior attenzione da parte della sovrintendenza nel salvaguardare gli interessi, anche del territorio, che nel periodo estivo vede il maggiore incremento turistico. Anche in questa occasione devo trarre la conclusione che il Governo riserva poca attenzione alla città di Taranto e alla sua gente.

(Iniziative per garantire il principio della certezza della pena e per affrontare efficacemente la questione del sovraffollamento carcerario – n. 3-00210)

  PRESIDENTE. Il deputato Guidesi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00210 concernente iniziative per garantire il principio della certezza della pena e per affrontare efficacemente la questione del sovraffollamento carcerario (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GUIDO GUIDESI. Signora Presidente, signora Ministro, la nostra interrogazione fa riferimento al progetto di legge che vede i colleghi Costa e Ferrante come primi firmatari e sui quali la maggioranza ha votato favorevolmente. Noi abbiamo inserito nell'interrogazione, in riferimento al provvedimento che noi abbiamo chiamato giustamente «indulto mascherato», alcuni dati e avvenimenti, che si sono verificati anche negli ultimi giorni, proprio per rendersi conto della realtà che stiamo vivendo dal punto di vista dell'insicurezza quotidiana e dal punto di vista della insicurezza nelle abitazioni, perché il provvedimento tende proprio a toccare quei reati che sono, ormai, quotidiani. Siamo qui a chiederle se non sia più utile, invece, sostenere il già esistente piano di edilizia carceraria ed, altresì, risolvere il problema del sovraffollamento dei nostri istituti penitenziari mediante la stipula di accordi bilaterali per far scontare la pena detentiva dei detenuti stranieri nei loro Paesi di origine (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. La Ministra della giustizia, Anna Maria Cancellieri, ha facoltà di rispondere.

  ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia. Signora Presidente, la condizione di sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani costituisce un dato oggettivo. Al 30 giugno 2013 erano presenti 66 mila e 28 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 47 mila e 22. Questo Governo dedica una grande attenzione al problema del sovraffollamento carcerario anche alla luce della sentenza Torreggiani, emessa dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, l'8 gennaio 2013. Con il decreto-legge n. 78 del 1o luglio 2013, il Governo mira a favorire l'adozione di efficaci meccanismi di decarcerizzazione nei confronti di persone di ridotta pericolosità sociale. In particolare, tale decreto-legge, lungi dal prevedere impunità di sorta, agisce nella duplice direzione di limitare gli ingressi in carcere e di favorire l'uscita dal circuito penitenziario per i soggetti meno pericolosi, incentivando, nel contempo, le opportunità rieducative. Va poi evidenziato che lo stesso testo normativo prevede che il giudice stabilisca il luogo di esecuzione degli arresti domiciliari in modo da assicurare le esigenze di tutela della persona offesa dal reato.
  Sul versante degli interventi per l'edilizia penitenziaria, entro il mese di maggio 2014, saranno disponibili altri quattromila nuovi posti detentivi mentre, a completamento del piano carceri, i nuovi posti saranno circa diecimila.Pag. 7
  È certamente condivisibile l'intento di intervenire sul sovraffollamento promuovendo e attuando la negoziazione di accordi con i Paesi di origine dei detenuti stranieri per fare scontare loro la pena in patria. Al riguardo l'Italia ha stipulato nove accordi bilaterali e ha inoltre aderito, dal 1988 alla Convenzione europea sul trasferimento delle persone condannate. A fronte di tale accordo, risulta tuttavia ancora molto esiguo il numero dei detenuti trasferiti nei Paesi di origine: 82 nel 2013 e 131 nel 2012. Ciò è principalmente dovuto alla complessità delle procedure di omologa delle condanne emesse dall'autorità giudiziaria italiana da parte dei Paesi esteri. È mio intendimento profondere il massimo impegno per rivedere i contenuti degli accordi al fine di accelerare i tempi di trasferimento, nonché stipulare nuove convenzioni con i Paesi, prevalentemente dell'area del Maghreb, da cui proviene la maggior parte dei detenuti stranieri.

  PRESIDENTE. Il deputato Guidesi ha facoltà di replicare.

  GUIDO GUIDESI. Signora Ministro, ci conferma che il provvedimento è trattato, veramente, come un indulto mascherato. Noi stiamo parlando, all'interno di questo provvedimento, di lasciare libere a scontare la propria pena in casa, con una birra e una pizza, persone che hanno commesso reati come truffa, furto, furto con strappo, furto in abitazione, violenza privata, pornografia minorile, atti persecutori come lo stalking, la prostituzione minorile e tanti altri.
  Sono reati che ormai fanno parte della quotidianità e dell'insicurezza che questo Paese sta vivendo. Noi abbiamo deciso di stare dalla parte della gente onesta, cosa che dovrebbe fare lei, signor Ministro, che dovrebbero fare questo Parlamento e questo Governo. Invece voi avete deciso di cancellare la certezza della pena e di tutelare i delinquenti. Noi continueremo a stare con le persone oneste (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

(Iniziative ispettive con riguardo agli uffici giudiziari coinvolti nella vicenda dell'espulsione e del rimpatrio di Alma Shalabayeva e di sua figlia – n. 3-00211)

  PRESIDENTE. Il deputato Scagliusi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Nuti n. 3-00211, concernente iniziative ispettive con riguardo agli uffici giudiziari coinvolti nella vicenda dell'espulsione e del rimpatrio di Alma Shalabayeva e di sua figlia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

Testo sostituito con errata corrige volante   EMANUELE SCAGLIUSI. Signor Presidente, signor Ministro, in relazione all'espulsione, nel caso kazako, vorremmo sapere: come mai un aereo noleggiato dal Kazakistan era già pronto al decollo a Ciampino, mentre il vostro Vicepremier era all'oscuro di tutto ? Perché nei procedimenti giudiziari non si è tenuto conto né dello status di rifugiato di Ablyazov, che avrebbe impedito l'espulsione, né di regolari permessi di soggiorno di Alma Shalabayeva e della piccola Adua ? Come fa il tribunale dei minori, in settantadue ore, ad affidare una bambina di sei anni a tre persone diverse, quando normalmente per un affido di minore passano anni ? Come ha potuto il giudice di pace firmare il decreto di rimpatrio convalidato dalla procura di Roma senza visionare il documento del 30 maggio con cui l'ambasciata kazaka avverte la questura che la signora Shalabayeva è in possesso di due passaporti validi ? Perché tutta questa fretta in questa vicenda ? Cosa intende fare il Ministro per ripristinare il rispetto dei diritti umani ? Si possono trascurare i diritti umani per il petrolio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?   EMANUELE SCAGLIUSI. Signor Presidente, signor Ministro, in relazione all'espulsione, nel caso kazako, vorremmo sapere: come mai un aereo noleggiato dal Kazakistan era già pronto al decollo a Ciampino, mentre il vostro Vicepremier era all'oscuro di tutto ? Perché nei procedimenti giudiziari non si è tenuto conto né dello status di rifugiato di Ablyazov, che avrebbe impedito l'espulsione, né di regolari permessi di soggiorno di Alma Shalabayeva e della piccola Alua ? Come fa il tribunale dei minori, in settantadue ore, ad affidare una bambina di sei anni a tre persone diverse, quando normalmente per un affido di minore passano anni ? Come ha potuto il giudice di pace firmare il decreto di rimpatrio convalidato dalla procura di Roma senza visionare il documento del 30 maggio con cui l'ambasciata kazaka avverte la questura che la signora Shalabayeva è in possesso di due passaporti validi ? Perché tutta questa fretta in questa vicenda ? Cosa intende fare il Ministro per ripristinare il rispetto dei diritti umani ? Si possono trascurare i diritti umani per il petrolio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. La Ministra della giustizia, Anna Maria Cancellieri, ha facoltà di rispondere.

Testo sostituito con errata corrige volante   ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia. Signor Presidente, a seguito della ormai nota operazione di polizia del Pag. 829 maggio 2013, il personale della squadra mobile della questura di Roma collocava temporaneamente la minore Ablyazova Adua, come richiesto dalla madre, Shalabayeva Alma, presso l'abitazione di Casal Palocco, affidandola a Semakin Volodymyr addetto alla casa, attesa la momentanea assenza della signora Seraleva Venera, indicata in precedenza come affidataria. Di ciò, come da prassi, veniva data preventiva informazione alla procura della Repubblica presso il tribunale dei minori. A seguito della convalida del provvedimento di espulsione, la minore veniva ricongiunta alla madre, come previsto dalle disposizioni contenute nel testo unico sull'immigrazione.
  In riferimento al procedimento svoltosi dinanzi al giudice di pace, si rappresenta che dal verbale dell'udienza di convalida dell'espulsione, tenutosi il 31 maggio presso il CIE di Ponte Galeria, non emerge che la Shalabayeva o un suo rappresentante legale abbiano formulato istanza di asilo politico, ovvero abbiano rappresentato problematiche di tipo umanitario o politiche connesse al rientro nel Paese di nazionalità. All'esito della stessa udienza il giudice di pace disponeva quindi la convalida dell'espulsione.
  La procura di Roma è intervenuta nel procedimento di espulsione esclusivamente con il rilascio del nulla osta previsto ai sensi dell'articolo 13, comma 3, del testo unico n. 286 del 1998, e ciò in quanto non venivano rilevate ragioni processuali ostative derivanti dal procedimento penale aperto nei confronti della Shalabayeva stessa per il possesso di passaporto diplomatico ritenuto falso.
  Per quanto concerne la circostanza riferita dall'interrogante relativa all'asserita mancata visione da parte del giudice di pace del documento in data 30 maggio 2013 dell'ambasciata Kazaka, rappresento di avere già richiesto all'ispettorato generale di svolgere accertamenti preliminari in merito.
  ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia. Signor Presidente, a seguito della ormai nota operazione di polizia del Pag. 829 maggio 2013, il personale della squadra mobile della questura di Roma collocava temporaneamente la minore Ablyazova Alua, come richiesto dalla madre, Shalabayeva Alma, presso l'abitazione di Casal Palocco, affidandola a Semakin Volodymyr addetto alla casa, attesa la momentanea assenza della signora Seraleva Venera, indicata in precedenza come affidataria. Di ciò, come da prassi, veniva data preventiva informazione alla procura della Repubblica presso il tribunale dei minori. A seguito della convalida del provvedimento di espulsione, la minore veniva ricongiunta alla madre, come previsto dalle disposizioni contenute nel testo unico sull'immigrazione.
  In riferimento al procedimento svoltosi dinanzi al giudice di pace, si rappresenta che dal verbale dell'udienza di convalida dell'espulsione, tenutosi il 31 maggio presso il CIE di Ponte Galeria, non emerge che la Shalabayeva o un suo rappresentante legale abbiano formulato istanza di asilo politico, ovvero abbiano rappresentato problematiche di tipo umanitario o politiche connesse al rientro nel Paese di nazionalità. All'esito della stessa udienza il giudice di pace disponeva quindi la convalida dell'espulsione.
  La procura di Roma è intervenuta nel procedimento di espulsione esclusivamente con il rilascio del nulla osta previsto ai sensi dell'articolo 13, comma 3, del testo unico n. 286 del 1998, e ciò in quanto non venivano rilevate ragioni processuali ostative derivanti dal procedimento penale aperto nei confronti della Shalabayeva stessa per il possesso di passaporto diplomatico ritenuto falso.
  Per quanto concerne la circostanza riferita dall'interrogante relativa all'asserita mancata visione da parte del giudice di pace del documento in data 30 maggio 2013 dell'ambasciata Kazaka, rappresento di avere già richiesto all'ispettorato generale di svolgere accertamenti preliminari in merito.

  PRESIDENTE. Il deputato Daniele Del Grosso, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  DANIELE DEL GROSSO. Signor Presidente, Ministro, grazie per la sua presenza, ma le risposte, purtroppo, non sono esaustive, come non è stata esaustiva la relazione che ieri il Ministro Alfano ci ha esposto. Queste sono delle giustificazioni, non sono delle risposte all'accaduto. Sono delle giustificazioni di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Questo Governo oggi non fa altro che giustificarsi davanti a tutto, è vergognoso, è completamente vergognoso. Dovete riprendere la responsabilità e portarla dentro queste istituzioni, non lo state facendo più, avete espatriato una bambina di sei anni con un aereo già pronto in aeroporto; io ho un minimo di esperienza di volo e so che un aereo non si prepara con quella velocità, questo è falso, è una vostra falsità e voi ne siete tutti responsabili. L'unica cosa che può riportare dignità all'Italia e a questo Governo sono le dimissioni di Alfano, non c’è niente altro da fare, ci vogliono le dimissioni oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Si è comportato in maniera scandalosa, le giustificazioni non servono a nulla, questo è un vero e proprio complotto, è un complotto che avete organizzato e adesso ognuno cerca di coprire l'altro, adesso abbiamo visto che anche Berlusconi vuole proteggere Alfano e alla fine chi si è dimesso ? Un capo di gabinetto, si fanno cadere sempre le teste più basse, questa è la verità; e oltretutto è di poco fa la notizia che Procaccini aveva informato Alfano dell'evento, quindi non è assolutamente vero che Alfano non era stato informato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e secondo il mio parere sono stati informati tutti i ministri, compresa la Bonino, Ministro degli esteri.
  Non si organizza una cosa del genere nel giro di una nottata, 72 ore per un espatrio di una bambina, 3 affidamenti in 72 ore, un aereo pronto... non è possibile ! Sappiamo che questa famiglia già aveva chiesto asilo a Londra, come è possibile che il Governo italiano non ne fosse a conoscenza ? Io non ho mai visto nessun clandestino essere espatriato in questa Pag. 9maniera, pensate ai vostri nipoti e alle vostre bambine quando pensate a questa ragazzina di sei anni, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative volte alla soluzione della questione del passaggio delle grandi navi a Venezia – n. 3-00212)

  PRESIDENTE. Il deputato Zanetti ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-00212, concernente iniziative volte alla soluzione della questione del passaggio delle grandi navi a Venezia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ENRICO ZANETTI. Signor Presidente, signor Ministro, il prossimo 25 luglio, presso il suo Ministero, si discuterà di un tema molto importante per la mia città, sia dal punto di vista dell'impatto ambientale sulla laguna, sia dal punto di vista delle ricadute occupazionali, perché la crocieristica ha un significato notevole in termini anche di indotto economico. Fino ad oggi sono state proposte delle soluzioni alla ricerca di una ottimizzazione di questi due aspetti, che sono state avanzate, appunto, dal comune e dal porto, ma entrambe ci sembrano poco idonee a dare una soluzione, appunto, il più possibile adeguata per entrambi i profili problematici che ricordavo.
  Noi nella nostra interrogazione ne proponiamo un'altra, che consentirebbe al porto, per quanto riguarda la crocieristica, di rimanere ubicato dov’è ora, come gradiscono gli operatori, e consentirebbe di continuare ad entrare nella laguna di Venezia dall'attuale «bocca di porto» da cui entrano le navi da crociera, evitando la sovrapposizione con il traffico merci, e che consentirebbe al tempo stesso di evitare il bacino San Marco e il Canale della Giudecca, che è il cuore del problema dal punto di vista dell'impatto ambientale e paesaggistico, passando dietro la Giudecca, scavando un canale comunque di lunghezza minore a quello che si scaverebbe secondo alcune delle altre soluzioni proposte. Le chiedevamo la disponibilità del ministero a valutare e ad approfondire anche questo percorso.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Zanetti e i suoi colleghi che hanno posto all'attenzione del Ministero, ma anche del Parlamento, la questione del passaggio delle grandi navi davanti alla città di Venezia. L'interrogante, l'onorevole Zanetti, ha ben inquadrato la questione ricordando che appunto il Ministero ha preso immediatamente in mano la situazione convocando un tavolo tecnico in cui poter affrontare il problema e trovare le soluzioni più idonee ad attuare, lo ricordo, l'articolo 3 del decreto interministeriale del marzo 2012, che prevedeva da una parte il divieto di passaggio appunto nel canale della Giudecca da parte delle grandi navi, e dall'altra l'individuazione di soluzioni alternative. Come lei ha ricordato, lo scorso 14 giugno questa emergenza è stata affrontata e ci si è dati appuntamento alla settimana prossima.
  Nel frattempo, è stato dato mandato dal Ministero agli enti preposti (ricordo che oltre al Ministro Orlando eran presenti il presidente della regione Veneto, il sindaco della città di Venezia, il presidente dell'Autorità portuale, il rappresentante del Magistrato alle acque) di individuare, e di sottoporre a quel tavolo il prossimo 25 luglio, una soluzione delle tante che sono state presentate, verificata da un punto di vista tecnico, verificata da un punto di vista della sua fattibilità, e verificata dal punto di vista della certezza dei tempi in cui questa soluzione, nel breve periodo, nel medio periodo, possa e debba essere attuata.
  È evidente che qualsiasi soluzione alternativa è non solo ben accetta, ma se porta rapidamente all'individuazione di una modalità di una attuazione del decreto interministeriale, ovviamente non può che essere gradita. L'interlocuzione, Pag. 10così come previsto dalla legge, è demandata alle autorità marittime, e quindi agli enti preposti a presentare al Ministero e ai Ministeri (in questo caso al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare) le soluzioni proposte.
  L'invito è quindi a rappresentare alle autorità marittime immediatamente le soluzioni, e a far sì che queste possano essere non solo vagliate, ma che possano essere identificate nella loro – lo dico – fattibilità. Abbiamo assolutamente bisogno (ed è il messaggio che voglio dare anche qui rispetto all'interrogazione dell'onorevole Zanetti) che si attui quella norma: e cioè che si possano trovare soluzioni alternative, che possa essere rispettata la qualità e la ricchezza di una città come Venezia, ma che altrettanto possa essere individuata nella crocieristica e in quello che rappresenta questo settore, anche una risorsa importante, che in Italia, e credo anche a Venezia, non vogliamo perdere.

  PRESIDENTE. Il deputato Enrico Zanetti ha facoltà di replicare.

  ENRICO ZANETTI. Signor Presidente, sono senz'altro soddisfatto della risposta del Ministro, che ringrazio per l'attenzione che sta ponendo sulla questione, e anche per la chiara apertura che ha dimostrato. Nei prossimi giorni sicuramente Scelta Civica a Venezia formalizzerà alle autorità competenti il progetto sottostante alla proposta cui ha appena accennato: progetto che – lo ripeto – coniuga secondo noi in modo ottimale tutta una serie di aspetti che nelle altre proposte, viceversa, sono presenti solo in misura parziale, e comunque controbilanciati da alcuni difetti.
  Questa proposta – lo ripeto – consente di mantenere invariato l'ingresso in laguna e il punto di arrivo ove adesso è il porto, consente di evitare il bacino di San Marco ed il canale della Giudecca, scavando un canale di lunghezza inferiore a quella richiesta, viceversa, ove si optasse per altre soluzioni; e cosa oltretutto non da poco, è anche quella economicamente assai meno costosa rispetto a progetti sicuramente importanti, ma anche altrettanto costosi, come quelli che comporterebbero il trasferimento del terminal a Marghera: si parla di non meno di 500 milioni di euro, e poi ci sarebbe tutta la partita delle bonifiche, che spesso porta ad avere dei veri e propri buchi fisici e buchi economici senza poi la conclusione delle opere. Per non parlare poi delle ipotesi di porti offshore, da costruire fuori dalla laguna, sicuramente suggestivi ma che presenterebbero dei costi stratosferici; e forse hanno più fascino per chi vede terminare una fase come quella del Mose, del flusso di denaro arrivato in questi anni in città – peraltro ahimè con dei fenomeni in questo momento all'attenzione della magistratura tutt'altro che commendevoli – piuttosto che un interesse a ricercare veramente la massimizzazione dell'utilità per la città. Posto che quel canale cui facevamo cenno dietro la Giudecca potrebbe tornare poi utile in generale per spostare anche gran parte del traffico minore, creando una vera e propria tangenziale lagunare di cui beneficerebbero non solo il settore della crocieristica, ma un po’ tutti i trasporti acquei veneziani.

(Tempi di realizzazione della tratta ferroviaria alta velocità/alta capacità Brescia-Verona-Venezia – n. 3-00213)

  PRESIDENTE. Il deputato Giancarlo Galan ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-00213, concernente tempi di realizzazione della tratta ferroviaria alta velocità/alta capacità Brescia-Verona-Venezia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  GIANCARLO GALAN. Signor Presidente, signor Ministro, certamente lei è ben conscio che il grande corridoio Lione-Torino-Trieste-Kiev non contiene soltanto il tunnel del Frejus, ma contiene anche interventi abbastanza significativi come l'asse Milano-Venezia-Trieste.
  Si decise in anni ormai lontani, quando si diceva che il Nord-est avesse una grande Pag. 11classe politica fortemente rappresentativa e di grande peso, di privilegiare la Roma-Salerno invece della Milano-Venezia-Trieste. Va bene, può anche essere stato giusto, non voglio tornare su quei temi, ma quello che le voglio chiedere è se, oltre agli interventi sui quali sarebbe gradita una precisazione e una puntualizzazione sui lavori fra Treviglio e Brescia, se anche i cittadini del Nord-est, cioè quelli che vanno dopo Brescia, da Verona, Venezia e poi Trieste, possono sperare di vedere un inizio, un orizzonte soddisfacente.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Baldelli e il presidente Galan per l'interrogazione posta appunto all'attenzione del Ministro delle infrastrutture, anche con la cortesia con cui questa interrogazione è stata proposta. Però, al di là della cortesia mi sembra che l'onorevole Galan ponga una questione fondamentale che riguarda il collegamento delle reti nel nostro Paese, delle reti infrastrutturali di cui questo Paese ha bisogno, inserite all'interno delle grandi reti europee e, in particolare, qui stiamo parlando della rilevanza del corridoio Mediterraneo, cioè quello che va appunto da Madrid e che arriverà fino a Kiev, di cui ovviamente l'asse Milano-Verona-Trieste diventa l'asse ferroviario strategico, non solo per il dovere di poter realizzare questi corridoi, anche perché ricordo che in quest'asse passa il 35 per cento del prodotto interno lordo del nostro Paese e pertanto è dovere di un Paese cercare di rendere competitivo il Paese stesso nell'ambito della concorrenza che diventa sempre più globalizzata.
  Nel merito, sulla tratta Milano-Verona sono in corso di realizzazione due lotti costruttivi relativi al segmento Treviglio-Brescia per un valore di circa 2 miliardi e 50 milioni di euro. I lavori sono stati avviati nel 2011 e ad oggi siamo in presenza di uno stato di avanzamento dei lavori del 28 per cento. Ricordo che questo è l'unico parametro con cui misurare se un'opera si realizza o non si realizza, tutto il resto è sulla carta, sono disegni e programmazioni importanti ma poi bisogna vedere a quanto arriva lo stato di avanzamento dei lavori. Questi dati, che mostrano il rilevante impegno del nostro Paese nel realizzare interventi sul corridoio core network – i corridoi strategici, le reti strategiche europee – saranno utilizzati in sede comunitaria al fine di indicare, tra l'altro, le modalità con cui inserirci all'interno del patto della famosa flessibilità che l'Europa ci avrebbe dato per il bilancio del 2014. Ricordo che la flessibilità è assolutamente legata ai cofinanziamenti che ogni singolo Paese dà nella realizzazione di grandi progetti per il rilancio dell'Europa e dei Paesi stessi. Certamente le reti network – il core network e il complex network – sono questo asse strategico e quindi è inutile sottolineare il fatto che c’è una ragione ancora maggiore per incentivare, accelerare e destinare ulteriori risorse perché il corridoio del Mediterraneo, per quanto riguarda la parte italiana, si realizzi e si realizzi nei tempi dovuti.
  Appare quindi evidente che non ci si può fermare alla tratta Milano-Brescia ma sarà necessario, utilizzando sempre la logica dei lotti costruttivi, definire sin dalla prossima legge di stabilità – questa è l'altra risposta che do al presidente Galan – con quali tempi e con quali risorse dare continuità operativa ad un corridoio plurimodale che soprattutto nella fascia territoriale del nord-est del Paese riveste un ruolo trainante per l'intero tessuto produttivo.

  PRESIDENTE. Il deputato Galan ha facoltà di replicare.

  GIANCARLO GALAN. Signor Presidente, intanto ringrazio il Ministro per la risposta della quale sono soddisfatto, sono soddisfatto per due motivi: in primo luogo perché ha dimostrato di conoscere perfettamente non solo il rilievo ma anche l'importanza per l'intero Paese del proseguimento Pag. 12di un asse di questo genere; in secondo luogo, per averci dato una speranza, per aver per esempio dato a uno come me, di mezza età, magari un po’ avanzata, la speranza, quando ha affermato che il cronoprogramma si farà e la tempistica sarà precisa, di veder realizzato quello che probabilmente forse sarebbe stato bene realizzare qualche anno fa.

(Iniziative per rifinanziare il fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione previsto dalla legge n. 431 del 1998 – n. 3-00214)

  PRESIDENTE. Il deputato Taglialatela ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00214, concernente iniziative per rifinanziare il fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione previsto dalla legge n. 431 del 1998 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, come parlamentare del gruppo Fratelli d'Italia, intendo sottoporre al Governo un problema serio, che riguarda la vita di milioni e milioni di italiani nell'ambito di una sfera di attività che coinvolge la responsabilità del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ma, per le sue complicanze, anche a livello di politiche sociali, di tutto il Governo. Nel 1998 fu stanziata con legge una disponibilità di denaro consistente per intervenire a favore delle famiglie, quelle più deboli, quelle con redditi bassi, nell'ambito della politica dei fitti. Da molti anni in Italia non si costruiscono più case popolari e quindi diventa complicato poter intervenire per garantire un alloggio alle famiglie povere, a quelle che non ce la fanno, alle famiglie monoreddito. Ebbene, dal 1999 ad oggi il fondo si è azzerato. Nel 2012 il Governo ha azzerato il fondo della legge n. 431 del 1998 e questo, di fatto, nel corso degli ultimi mesi, ha creato le condizioni per l'aumento in maniera esponenziale degli sfratti per morosità. Quindi, chiedo al Governo quali interventi intenda assumere per garantire il rifinanziamento della legge n. 431 del 1998.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio anche l'onorevole Taglialatela per aver posto oggi all'attenzione del question-time un tema che è una priorità fondamentale non solo per il nostro Governo, ma credo per tutto il Parlamento e per lo stesso nostro Paese. È un tema che coinvolge milioni di famiglie, tema ancora più sentito in questo particolare momento di grave crisi economica. Convengo con la premessa principale dell'interrogazione: il fondo per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, istituito ai sensi dell'articolo 11 della legge n. 431 del 1998, si è sempre rivelato un utile strumento per alleviare le situazioni di emergenza abitativa connesse a condizioni di particolare bisogno economico. Aggiungo che la necessità di dare risposta alla specifica esigenza posta dall'onorevole Taglialatela deve, a mio parere, essere inserita in una visione complessiva, che vede la risoluzione e la risposta concreta al problema dell'accesso all'abitazione, di cui il fondo è un punto e un perno principale. Bisogna impegnarsi ovviamente, come lei chiede, nella prossima legge di stabilità. Dovremo lavorare in questa direzione per rimpinguare e ridare risorse a questo fondo, ma è uno dei punti della politica abitativa complessiva che un Paese di fronte all'emergenza abitativa deve porre. Penso ovviamente ai tanti e fondamentali strumenti che dovremo affrontare, partendo dal rilancio di un piano di edilizia integrata, dove l'edilizia popolare, l'edilizia convenzionata e l'edilizia libera possano integrarsi in una risposta diversa, ma integrata alle esigenze importanti di abitazione. Lei sa, onorevole Taglialatela, anche per la sua esperienza, ovviamente, che questa materia è di competenza principale delle regioni e di conseguenza poi dei Pag. 13comuni che devono attuarla. Penso, per esempio, ad un piano complessivo che rilanci esperienze come quelle dell’housing sociale, che possono essere strumenti assolutamente innovativi in materia anche per il nostro Paese, di risposta all'emergenza abitativa e in particolare all'abitazione sociale, cioè all'abitazione che dà risposta alle classi più deboli e meno abbienti del nostro Paese. All'interno del Ministero, quindi, ho avviato una ricognizione a tutto campo su questo tema. Questo include, come le ho detto, gli interventi del piano per l'edilizia abitativa, che interviene sia nell'ambito dell'edilizia residenziale pubblica che dell'edilizia privata sociale. Con riferimento alle linee di intervento del piano relativo all'edilizia residenziale pubblica, sono state già assegnate tutte le risorse stanziate.
  Per quanto riguarda la linea di intervento del piano relativo all'edilizia privata sociale, con lo scopo di incrementare l'offerta abitativa in alloggi sociali per coloro che non possono accedere né al libero mercato né all'ERP, è in atto una verifica volta ad accertare le modalità con le quali promuovere il pieno utilizzo delle risorse residue del Fondo Investimenti per l'Abitare, attraverso eventuali agevolazioni pubbliche, esenzioni fiscali...

  PRESIDENTE. Ministro, la prego di concludere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. ... assegnazione di aree e di immobili – ho concluso –, fondi rotativi, fondi di garanzia, agevolazioni di tipo urbanistico.
  È un tema che dovremo affrontare, dovremo affrontare insieme. Il primo segnale, certamente, dovrà arrivare dalla legge di stabilità nella ricostituzione del fondo che lei, ovviamente, ha non solo valorizzato, ma richiamato all'attenzione del Governo e del Parlamento.

  PRESIDENTE. L'onorevole Taglialatela ha facoltà di replicare.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Ministro, la ringrazio per la sensibilità, ma continuo a porre l'accento su una problematica. È certamente vero che il problema dell'edilizia pubblica è un problema importante, ma è anche un problema che fatalmente si scontra con la necessità di non consumare più nuovo suolo e, ovviamente, di non costruire ulteriori metri cubi.
  Vi è bisogno di un intervento equilibrato. Nell'equilibrio, certamente l’housing sociale ha un valore, certamente gli interventi di edilizia residenziale pubblica hanno un valore, ma è indubbio che la legge n. 431 del 1998, nel corso gli ultimi dieci anni, abbia svolto un compito significativo e abbia consentito alle regioni, per il tramite delle amministrazioni comunali, che sono, poi, le destinatarie dei fondi che vengono assegnati alle famiglie, di intervenire proprio per consentire che i fitti potessero ricevere un contributo.
  Vi è un dato sociale preoccupante: stanno aumentando in modo esponenziale – lo ripeto – gli sfratti per morosità. Sono quegli sfratti determinati da chi, non avendo più i soldi per continuare a pagare il fitto, è costretto a lasciare l'abitazione, creando un problema che ogni giorno diventa più grave. L'impegno del Governo per rifinanziare il fondo della legge n. 431, ovviamente, lo prendo come un impegno formale. Sono convinto che, su questo tema, l'Aula non potrà avere un atteggiamento diverso, a prescindere dalla collocazione politica.
  Come parlamentare di Fratelli d'Italia, invito il Ministro anche ad avviare un tavolo di consultazioni con tutti i soggetti, le associazione degli inquilini, le associazioni dei piccoli proprietari, le associazioni sindacali, perché anche attraverso un tavolo di consultazioni permanenti, ovviamente, se vuole, anche con la Commissione che si occupa di queste cose, si potrà dare una risposta. Ma la risposta deve tenere conto che non è solo un problema di infrastrutture, ma è anche e soprattutto un problema di carattere sociale, per il quale vi è bisogno di fondi.

Pag. 14

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16 con il seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative normative per la sospensione del pagamento della rata relativa al 2013 del finanziamento pubblico ai partiti.

  La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alfreider, Berretta, Biancofiore, Brunetta, Cicchitto, Cirielli, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Galan, Giachetti, Giancarlo Giorgetti, Merlo, Migliore, Sani, Speranza e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,06).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione delle mozioni Cozzolino ed altri n. 1-00110 e Migliore ed altri n. 1-00145 concernenti iniziative normative per la sospensione del pagamento della rata relativa al 2013 del finanziamento pubblico ai partiti.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Cozzolino ed altri n. 1-00110 e Migliore ed altri n. 1-00145 concernenti iniziative normative per la sospensione del pagamento della rata relativa al 2013 del finanziamento pubblico ai partiti (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 15 luglio 2013, è stata presentata la mozione Migliore ed altri n. 1-00145, che è già iscritta all'ordine del giorno.
  Avverto altresì che è stata testé presentata la mozione Fiano, Gelmini, Balduzzi ed altri n. 1-00148, il cui testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A – Mozioni).

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro per le riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni presentate.

  GAETANO QUAGLIARIELLO, Ministro per le riforme costituzionali. Signor Presidente, per quanto concerne il tema delle forme di finanziamento della politica e dei partiti, il Governo, in conformità alle dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio dinanzi alle Camere, ha tempestivamente presentato al Parlamento un disegno di legge che attua una vera e propria rivoluzione copernicana, prevedendo l'abolizione della disciplina dei rimborsi elettorali e l'introduzione di un regime agevolato di contribuzione volontaria e indiretta in favore di partiti e movimenti politici.
  Come è noto, in passato il Parlamento in più occasioni è intervenuto sulla materia, Pag. 15modificando la legge di riforma del sistema del finanziamento dei partiti e le relative disposizioni che dettavano i criteri per il riparto delle somme. Le citate disposizioni, venute alla luce dopo la cancellazione, attraverso il referendum del 1993, delle precedenti norme in materia di finanziamento pubblico, avevano reintrodotto, infatti, con la formula dei rimborsi elettorali, un contributo diretto a carico dell'erario e all'attività dei partiti.
  L'ammontare delle risorse destinate ai partiti ha raggiunto il suo valore massimo nel 2008, quando l'ammontare era equivalente a quasi 292 milioni di euro. Da allora, anche sotto la spinta della crisi economica, tale importo è stato progressivamente ridotto, con una serie di interventi normativi succedutisi negli anni. La legge finanziaria per l'anno 2008 aveva ridotto di 20 milioni di euro, a decorrere dal 2008, l'autorizzazione di spesa destinata all'erogazione dei rimborsi delle spese elettorali e referendarie, previsto dalla legge n. 157 del 1999. Successivamente, l'articolo 5, comma 4, del decreto-legge n. 78 del 2010, aveva previsto ulteriori tagli ai rimborsi per le spese relative alle elezioni politiche.
  Tale trend è proseguito con il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, che ha ridotto i rimborsi per le spese elettorali di un ulteriore 10 per cento che, cumulandosi alle precedenti riduzioni, aveva determinato una riduzione complessiva dei rimborsi elettorali nella misura del 30 per cento.
  Con l'approvazione, lo scorso anno, della legge 17 maggio 2002, n. 96, il budget a disposizione dei partiti è stato infine dimezzato, attestandosi nel complesso a 91 milioni di euro. Possiamo dunque dire che lo stanziamento destinato ai partiti negli ultimi cinque anni è stato ridotto di oltre 200 milioni, con un taglio pari al 69 per cento.
  Ma il tema del finanziamento della politica non può essere limitato semplicemente ad un problema di quantità di risorse. Accanto a questo aspetto occorre infatti considerare anche il profilo dei criteri e delle procedure che disciplinano l'erogazione delle risorse stesse. Ciò che, infatti, è diventato sempre di più oggetto di contestazione è il fatto che lo Stato destini proprie risorse ai partiti in modo del tutto indipendente e indifferente rispetto alle richieste e alle preferenze dei cittadini. Su questo è intervenuto il disegno di legge del Governo che prevede l'abolizione completa del finanziamento dei partiti nella forma vigente dei rimborsi elettorali e l'affermazione di un'impostazione innovativa, basata da un lato sulla previsione di requisiti minimi di trasparenza e democraticità dei partiti stessi e dall'altro sull'agevolazione delle forme di contribuzione volontaria e indiretta. E proprio per garantire tale transizione, il disegno di legge governativo, nel disporre l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, prevede per i primi tre anni la sua graduale riduzione nella misura del 40, del 50 e del 60 per cento annuale, fino a giungere al suo totale azzeramento.
  Occorre infine valutare un'ulteriore circostanza: larga parte delle organizzazioni politiche, contando sui rimborsi ad esse spettanti, oltre a sostenere oneri anche per il personale e ad assumere impegni di natura contrattuale, anche pluriennali, si sono avvalse della facoltà, prevista dalla normativa vigente, di cedere a terzi o anche cartolarizzare le somme e i crediti da esse vantati a titolo di finanziamento pubblico.
  Appaiono, dunque, evidenti, le anomalie e anche i possibili contenziosi che deriverebbero da un intervento legislativo che sospendesse, a pochi giorni dalla scadenza del 31 luglio, l'erogazione dei rimborsi spettanti ai partiti, senza tener conto peraltro che ciò comporterebbe una violazione del principio generale di tutela del legittimo affidamento, che potrebbe avere un impatto negativo sui terzi che hanno intrattenuto rapporti negoziali con i partiti stessi. Qualora si interrompesse in modo immediato ogni forma di contribuzione pubblica, senza che le nuove procedure di finanziamento su base privata siano già in atto, sono facilmente prevedibili le ripercussioni negative che subirebbero i dipendenti dei partiti, le cui retribuzioni sono in Pag. 16gran parte coperte dalle risorse provenienti dal finanziamento pubblico, il cui taglio integrale potrebbe trasformarsi, di fatto, in una sorta di licenziamento collettivo.
  Da tale circostanza deriva che un'abolizione integrale del finanziamento pubblico, disposta senza criterio di gradualità, acuirebbe oltremodo le difficoltà finanziarie e amministrative dei partiti nel passaggio al nuovo sistema, atteso che si determinerebbe un lasso di tempo nel quale agli stessi non verrebbe corrisposta alcuna forma di sostegno, né diretto né indiretto e ciò, ad avviso del Governo, non sarebbe accettabile, poiché la democrazia ha un costo, che è condizione essenziale per l'esercizio delle insostenibili funzioni affidate ai partiti politici nel sistema costituzionale, un costo che deve essere sostenuto e correttamente disciplinato affinché esso risulti sostenibile, congruo e trasparente dinanzi all'opinione pubblica.
  Il corretto e trasparente finanziamento della politica è garanzia dell'indipendenza dei partiti da interessi economici dei più forti. In questa ottica, quindi, è bene distinguere il costo della politica che può e, anzi, deve essere ridotto, dal costo della democrazia, contenente irrinunciabile di un sistema politico avanzato.
  Peraltro, anche in ambito europeo la raccomandazione agli Stati membri del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa n. 4 del 2003, sulle norme comuni contro la corruzione nel finanziamento pubblico dei partiti e delle campagne elettorali, ha affermato che lo Stato deve provvedere a supportare finanziariamente i partiti politici, assicurando che il contributo da parte dello Stato non interferisca con l'indipendenza dei partiti politici stessi. Proprio tale indipendenza, se non la stessa sopravvivenza dei partiti politici, sarebbe invece messa in pericolo senza quella gradualità nell'abolizione del finanziamento pubblico prevista dall'iniziativa del Governo.
  Le ragioni del rigore e della sobrietà imposte dal difficile contesto della crisi economica devono quindi essere puntualmente declinante nella realtà per prevenire quei fenomeni di degenerazione che si sono manifestati negli ultimi anni, avendo tuttavia presente che non esiste al mondo una democrazia liberale che non preveda agevolazioni e forme di sostegno pubblico, diretto o indiretto, volte a favorire la partecipazione dei cittadini alla vita politica del Paese.
  Quello che occorre in ogni caso scongiurare è il rischio che, attraverso un'affrettata riforma degli strumenti di finanziamento dei partiti, si determini in via di fatto un'abrogazione tout court dei partiti stessi.
  Cari colleghi, più volte nel corso della storia c’è chi ha ritenuto che democrazie più avanzate potessero essere democrazie senza i partiti, c’è chi ha teorizzato leggi ferree sulla oligarchia dei partiti politici; è sempre finita che ad essere favorita è stata l'instaurazione di sistemi autoritari o totalitari. Nelle democrazie contemporanee i partiti sono soggetti insostituibili nel funzionamento delle istituzioni, soggetti che, se dal punto di vista formale sono semplici e libere associazioni private, assumono al contempo in via di fatto un ruolo istituzionale essenziale nella raccolta, nell'organizzazione e nella veicolazione delle opinioni, degli interessi e delle necessità dei cittadini: una funzione istituzionale che rimane tuttora assai significativa, anche di fronte a quel processo di profonda evoluzione nella forma partito che ha interessato, negli ultimi decenni, le democrazie europee e ha coinvolto anche il nostro Paese.
  Anzi, colleghi deputati, proprio l'affermazione di nuovi modelli sociali meno strutturati, più rapidi e integrati, l'affermazione di quella che viene definita «società liquida» rende ancora più centrale il ruolo dei partiti, che oggi rappresentano l'unico soggetto in grado di esercitare quella funzione di coordinamento delle opinioni pubbliche necessaria affinché i meccanismi della democrazia riescano a produrre esiti coerenti, funzionali al benessere delle collettività e rispettosi delle libertà di ciascuno.
  Proprio in questi giorni stiamo toccando con mano gli effetti, in termini di Pag. 17derive tecnocratiche e di espansione del ruolo delle strutture burocratiche, che sono inevitabilmente connessi con l'indebolimento del ruolo della politica e della sua capacità di guida dei processi di Governo.
  Venendo al merito degli strumenti di indirizzo all'esame della Camera, il Governo, per le ragioni fin qui esposte, non può che esprimere parere contrario rispetto alla mozione Cozzolino ed altri n. 1-00110, diretta semplicemente a sospendere l'erogazione della rata di luglio che, secondo la legislazione vigente, spetta ai partiti. Un intervento del genere, infatti, non introdurrebbe nell'ordinamento nessun elemento di miglioramento e di progresso in termini di trasparenza e responsabilità dei partiti. Al contrario, la mera sospensione della rata finirebbe, sulla base di suggestioni estemporanee, dettate da quell'ondata di antipolitica che si è registrata negli ultimi anni, solo per peggiorare la qualità dei nostri partiti e, quindi, in fondo la qualità della nostra democrazia.
  Considerazioni differenti devono essere svolte in relazione alla mozione Migliore ed altri n. 1-00145, che impegna il Governo a istituire una commissione di studio per analizzare sia il tema del finanziamento della politica...

  PRESIDENTE. Un po’ di attenzione, per favore lasciatelo parlare.

  GAETANO QUAGLIARIELLO, Ministro per le riforme costituzionali. ... e delle fondazioni – grazie signor Presidente, ma io parlo – ad essa collegate sia la disciplina delle lobby.
  Al riguardo, ritengo sicuramente condivisibile l'esigenza di un adeguato approfondimento di tali tematiche perché gli interventi legislativi siano realmente efficienti.
  Quanto al tema del finanziamento pubblico, ritengo anche che le esigenze di approfondimento debbano essere soddisfatte scongiurando il rischio che le stesse possano essere interpretate dalla pubblica opinione come meccanismi di dilazione della decisione politica. La I Commissione, che ha all'esame il provvedimento del Governo, ha già svolto un ciclo di audizioni di esperti nelle sedute del 26 e del 27 giugno 2013. Naturalmente se si dovesse ritenere che il risultato di tali audizioni non sia pienamente soddisfacente rispetto alle esigenze conoscitive del Parlamento, la Commissione potrà sempre decidere di disporre nuove attività istruttorie. L'importante è riuscire a coniugare l'esigenza di deliberare in modo pienamente informato con quella, altrettanto importante, di deliberare in modo tempestivo.
  Per quanto attiene al tema della regolamentazione delle attività delle lobby, il Governo, il 5 luglio ultimo scorso, ha avviato l'esame di un disegno di legge volto a introdurre nell'ordinamento una rigorosa disciplina dell'attività dei portatori di interessi particolari al fine di rendere trasparente la loro partecipazione ai processi decisionali pubblici. Proprio al fine di approfondire la discussione e garantire al provvedimento una coerenza con gli altri Paesi europei, il Governo, trattandosi di materia molto delicata, ha incaricato il Ministro Moavero di svolgere un esame comparato con la normativa dei Paesi UE, oltre quella che vige per il Parlamento europeo e per la Commissione europea. Le risultanze di questo approfondimento saranno la base per proseguire l'esame in sede di Consiglio dei ministri, il quale riferirà al Parlamento il risultato di tale lavoro quando approverà in via definitiva il disegno di legge.
  Per quanto concerne la regolamentazione delle fondazioni politiche, si tratta di tema assai importante. In questa fase storica, infatti, il ruolo delle fondazioni politiche è significativamente aumentato. L'evoluzione della struttura dei partiti ha favorito la nascita di soggetti che, dall'esterno dei partiti, svolgono un'essenziale funzione di studio, analisi, approfondimento dei temi che poi sono posti al centro dell'agenda politica del Paese. Tale evoluzione non è stata accompagnata da una qualche formalizzazione del nuovo ruolo a livello legislativo. Le fondazioni politiche sono rimaste sotto la disciplina Pag. 18generale delle fondazioni previste dal codice civile. Si tratta di una disciplina che comunque garantisce in modo più penetrante rispetto a quella relativa alle associazioni private non riconosciute, i profili essenziali della trasparenza e della correttezza della gestione. È chiaro, peraltro, che se l'ordinamento del Parlamento fosse nel senso di prevedere a livello legislativo una maggiore integrazione tra i partiti e le fondazioni che fanno riferimento alle stesse, come accade, ad esempio, in Germania, sarà allora necessario intervenire per irrobustire i profili della vigilanza sulle fondazioni stesse.
  Dunque, condividendo le esigenze di approfondimento che sono presenti nella mozione Migliore ed altri n. 1-00145, il Governo ritiene però che queste debbano essere trasferite in sede parlamentare, come sin qui è stato. E quindi, evidenziando una condivisione che questo passo venga fatto dopo che siano state studiate tutte le implicazioni che il tema del finanziamento ha con quello della democrazia, il Governo si rimette a che questo tema venga recepito dal Parlamento nelle sedi opportune, non opponendosi a questa ricezione e, anzi, tenendone conto. È solo alla luce di questa dichiarazione che il Governo esprime parere negativo, solo per non assumersi un impegno che, invece, su questa tematica è molto più congruo e giusto che sia il Parlamento a portare avanti.
  Per quel che riguarda infine la terza ed ultima mozione presentata, rifacendosi essa in maniera esplicita al disegno di legge presentato dal Governo, quest'ultimo non può che esprimere parere favorevole.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro per questa dettagliata relazione.

  EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, alla luce della presentazione di due ulteriori mozioni chiederei una sospensione dei lavori per trovare un punto di contatto, un punto comune su questo argomento, essendo le due mozioni ulteriori dello stesso argomento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non so se i gruppi vogliono esprimere un parere su questa proposta.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, noi non abbiamo obiezioni se si tratta di una sospensione di cinque o dieci minuti per acquisire qualche informazione sul testo, a me sembra comunque che il testo sia molto chiaro e sia anche la sintesi del dibattito che si è svolto in settimana sull'argomento. Però nulla osta a fare una breve sospensione, se il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha necessità di approfondire qualcosa.

  PRESIDENTE. Sentiamo gli altri gruppi.

  SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, nonostante ci sia stata una sospensione abbastanza ampia dei lavori, pur tuttavia se c’è una richiesta di un approfondimento ulteriore credo sia di buon senso accedere a tale richiesta.

  TITTI DI SALVO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, anche noi siamo disponibili alla sospensione richiesta.

  GIORGIA MELONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 19

  GIORGIA MELONI. Signor Presidente, nessuna contrarietà da parte nostra. Peraltro, è l'unico provvedimento oggi all'ordine del giorno, quindi non c’è problema.

  LORENZO DELLAI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LORENZO DELLAI. Signor Presidente, siamo favorevoli anche noi ad una breve sospensione.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, interveniamo anche noi per dare l'assenso ad una breve sospensione.

  PINO PISICCHIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signor Presidente, se è possibile trovare una convergenza siamo tutti quanti d'accordo.

  PRESIDENTE. Va bene, allora facciamo una sospensione di dieci minuti.
  Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 16,25, è ripresa alle 16,45.

  PRESIDENTE. Chiedo ai gruppi di comunicare all'Assemblea l'esito dei loro contatti, l'esito di questa pausa.

  EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, vi è stata una discussione. Purtroppo, non abbiamo trovato un punto di accordo e, quindi, andiamo avanti con le votazioni delle mozioni.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Signor Presidente, affrontiamo oggi un tema delicato che merita riflessione e mi auguro anche attenzione di quest'Aula perché che il sistema non funzioni è evidente e negarlo sarebbe sbagliato e sciocco. Che ci siano state e ci siano distrazioni di denaro pubblico ed usi illegittimi anche. Mi piace ricordare che già al tempo dell'antico Egitto i funzionari prendevano la «stecca» sui materiali destinati a costituire le piramidi dei faraoni. Nell'Atene del 388 a.C. pare che il pugile Eupolus avesse offerto doni a tre avversari perché questi andassero al tappeto prima del tempo. Per non parlare di Roma al tempo degli imperatori e arrivare magari anche al Vaticano dei giorni nostri.
  Questo per dire che sarebbe da grandissimi ipocriti sostenere che il vizietto di rubare fondi pubblici sia nato con la modernità ed abbia raggiunto vette impensabili con la Repubblica fondata sui partiti. Gli scandali ci sono stati, tanti, diffusi, sempre e ovunque. Questo non vuol dire così fan tutti e, dunque, non facciamo nulla. No, perché un rimedio va trovato. D'altra parte, con la crisi gli italiani sono ancora più sensibili al tema della spesa pubblica e sono propensi a tagliare, abolire, cancellare qualunque programma di spesa. Sappiamo bene quanto sia difficile andare contro corrente e quanto facile lisciare il pelo ad un'opinione pubblica furibonda per gli scandali e l'inefficienza dello Stato e dei partiti. Ma quando il sistema non funziona dobbiamo chiederci cosa fare per aggiustarlo, magari andare oltre i nostri confini e vedere come fanno gli altri, non semplicemente abolirlo.
  Il finanziamento della politica coincide con la democrazia. È un tutt'uno ed è davvero strano che arrivi la spinta maggiore Pag. 20per la sua abrogazione da parte di alcuni esponenti anche del centrosinistra. Meno strano è che questa spinta arrivi da gruppi editoriali ed economici in senso lato. Fu durante il quarto Governo Giolitti, un secolo fa, che venne introdotto lo stipendio ai parlamentari per consentire alle classi meno abbienti di essere rappresentate. Una riforma cruciale che poi trovò la sua codificazione nell'articolo 69 della Costituzione. Un secolo fa era sufficiente lo stipendio del parlamentare a garantire un accesso minimo di tutti alla democrazia parlamentare. Non c'era la propaganda elettorale di oggi, gli spot in TV, l'uso massiccio dei mezzi di informazione. Molti sindacalisti a sinistra e pochi volontari costituivano il nerbo dell'organizzazione dei partiti. Poi nel dopoguerra la politica comincia ad aver bisogno di risorse crescenti. È inutile ricordare che il finanziamento pubblico venne introdotto nel 1974 con la legge Piccoli per sostenere ed agevolare l'iniziativa politica sull'onda degli scandali proprio come antidoto alla corruzione, accompagnata, quella legge, dal divieto del finanziamento privato.
  Il meccanismo è stato più volte corretto ed emendato ed oggi se ne vuole la totale cancellazione per tornare al punto di partenza, cioè al finanziamento privato. In altre parole, si pensa, almeno qualcuno lo pensa, che l'Italia dovrebbe fare come in Europa fanno soltanto Malta, Andorra, Svizzera, Bielorussia e Ucraina. Oppure come India, Bangladesh, Libano, Singapore, Senegal, Mauritania, Sierra Leone e altri Stati centroamericani. Pensate che siano questi i nostri modelli di riferimento ? O magari la straordinaria democrazia kazaka di cui si sta discutendo in queste ore ?
  I Paesi che prevedono il finanziamento pubblico annuale o totale o parziale sono 96, cioè il 44 per cento dei Paesi del mondo. Poi ce ne sono altri 57 che prevedono fondi pubblici in relazione alle spese sostenute in campagna elettorale.
  In Francia i partiti hanno un finanziamento pubblico in due tranches, in Germania nel 2013 154 milioni di euro, in Gran Bretagna, in Spagna 130 milioni di euro l'anno. Qualcuno dice: facciamo come in America, cioè un finanziamento tutto privato che ha comportato la privatizzazione della politica, lo strapotere delle lobby, l'uso massiccio delle leggi ad personam anzi «ad aziendam». Qualcuno si ricorda, per stare ai casi più recenti, la vicenda della legge per regolamentare l'uso privato delle armi ?

  PRESIDENTE. Deputato Di Lello, concluda.

  MARCO DI LELLO. Mi avvio a concludere. Allora, c’è qualcuno che pensa che anche un 2 per mille versato dai pensionati possa avere la stessa forza del 2 per mille versato da imprenditori e professionisti di successo ? Noi non possiamo essere così ipocriti e concludo: mediti a fondo questo Parlamento; i socialisti sono nati 121 anni fa per difendere i diritti dei più deboli e dei meno abbienti. Nell'Italia del 2013 c’è da difendere, anche, il diritto, per tutti, di partecipare alla vita politica, indipendentemente dal censo e dalla nascita.

  PRESIDENTE. Concluda, per favore.

  MARCO DI LELLO. Ne va della nostra democrazia. Noi abbiamo ben chiaro da quale parte stare, oggi e in futuro. Mi auguro, davvero, che lo sappia anche la sinistra e magari, chissà, la maggioranza di questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI) e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signor Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colleghi, comprendo perfettamente i rischi di una discussione che ha al centro il tema delle risorse destinate ai partiti. Rischierebbe, probabilmente, un giudizio di eccentricità colui il quale, in quest'Aula, si proponesse come paladino del finanziamento ai partiti.

Pag. 21

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 16,50).

  PINO PISICCHIO. In una stagione difficile, in un contesto in cui la politica non è riuscita a convincere il corpo elettorale della sua innocenza, in un tempo in cui la liquidità della forma partito è tale da impedire il consolidamento di partiti appena nati e largamente suffragati nel voto di febbraio ed oggi già in fase di declino, la difesa del principio diventerebbe esercizio di ostinazione ammirevole, ma non proprio popolare.
  Eppure, non è possibile liquidare la questione con il rito di un mantra contro la politica. Al netto, allora, della condivisione di una necessità del ridimensionamento delle spese della politica, dobbiamo riflettere seriamente sul ruolo della forma partito e sulla sua necessità democratica. Il punto: in una società profondamente mutata rispetto a quella delle costituzioni del secondo dopoguerra dello scorso secolo, di fronte allo sgretolamento di ogni riferimento ideologico, è ancora valida la forma partito ? È stato fatto, e in modo appropriato, riferimento all'articolo 49 della Costituzione; potrei aggiungere che quell'articolo rappresenta il punto di approdo di un dibattito molto importante svoltosi in seno alla Costituente e che ebbe in Costantino Mortati uno dei suoi più alti protagonisti.
  Il riconoscimento costituzionale della forma partito irrompeva così nel nostro ordinamento, offrendo la sanzione giuridica più alta al fenomeno partitico che aveva tenuto a battesimo la Repubblica democratica costruendo, con il CNL, il Comitato nazionale di liberazione, la prima forma istituzionale, di fatto, che avrebbe trovato accoglimento, in punto di diritto, con la Costituzione. Così ragionava il costituzionalista eccelso Crisafulli. Mortati, e con lui Moro e Dossetti, ponevano la questione, tuttora irrisolta, della democrazia interna, ma la considerazione condivisa dai costituenti era rappresentata dalla straordinaria novità dell'irruzione del partito democratico nel corpo sociale del Paese.
  Torna dunque la domanda: il partito politico, oggi, è ancora necessario nella dialettica democratica italiana ? Credo che solo due atteggiamenti possano trovare accoglimento nel nostro dibattito. Un primo è quello che nega l'opportunità di mantenere un impianto che risponda ai criteri della democrazia rappresentativa, come fa il MoVimento 5 Stelle, perseguendo l'obiettivo della democrazia diretta affidandola, peraltro, alle nuove tecnologie. È una posizione che non condivido, ma che rispetto e con cui potrebbe essere utile aprire, in quest'Aula, un confronto, un dibattito.
  Poi c’è l'altro atteggiamento possibile, quello che accetta il canone della democrazia rappresentativa, su cui poggia l'impianto delle democrazie contemporanee ed anche della nostra. Ebbene, nella democrazia rappresentativa il partito diventa un riferimento fondamentale e ineludibile, e il partito va messo nelle condizioni di operare con strumenti capaci di realizzare il diritto dei cittadini alla partecipazione. È questo, dunque, il punto. Sì – vogliamo usare un'espressione di Latouche – alla decrescita felice dei costi della politica (se vi può essere una felicità nella decrescita della spesa); no allo spossessamento dei partiti da parte di lobby, di potentati o di satrapie. Sì al partito partecipato, no al partito personale: è questo l'obiettivo che dobbiamo raggiungere con la riforma del partito politico in attuazione dell'articolo 49 della Costituzione; obiettivo concreto, da conquistare insieme con il processo legislativo e non certamente recitando il facile mantra contro la politica, che non è condivisibile affatto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, colleghi deputati, rappresentante del Governo, non vorrei essere banale, evidentemente Pag. 22le considerazioni che sono state fatte sin qui sono tutte sagge, lineari, comprensibili, del resto ci stanno accompagnando non solo nel dibattito d'Aula, ma anche nel dibattito in Commissione. Infatti, ci sono almeno due provvedimenti incardinati con i quali stiamo affrontando sia la problematica del finanziamento ai partiti, della trasformazione del finanziamento pubblico, dei rimborsi elettorali prevalentemente, in altre formule di finanziamento indiretto, sia una disciplina per l'attività di lobbying che tenda in buona sostanza anche a fare chiarezza rispetto al rapporto tra i gruppi di interesse più o meno grandi e i partiti stessi e, quindi, indirettamente, verso le istituzioni e i Governi.
  Io penso – lo dico soprattutto a quei colleghi che hanno chiesto la sospensione dell'erogazione dei rimborsi elettorali – che oggi è vero che c’è una sorta di tsunami di antipolitica che si è scaraventato verso le istituzioni, però è anche vero che la risposta, a mio giudizio, che pretendono i cittadini non è una risposta demagogica, è una risposta di autenticità, anche di assunzione di responsabilità. È questo che è mancato negli ultimi dieci anni, negli ultimi periodi in cui si è messa la testa sotto la sabbia, si è avallato un processo di gestione monocratica dei partiti, si è avallato un processo di rimborsi elettorali che viceversa non avevano praticamente niente a che fare con le spese sostenute dai partiti nella campagna elettorale, perché si poteva fare con questi fondi praticamente qualunque tipo di attività, da quelle di tipo immobiliare agli investimenti in diamanti piuttosto che altre attività che abbiamo potuto constatare anche attraverso la lettura dei grandi quotidiani e quindi dalle inchieste giornalistiche che ne sono scaturite.
  Si è potuto fare con i rimborsi elettorali praticamente qualunque genere di attività, tranne quella di rispondere pedissequamente, appunto, alle reali spese sostenute in campagna elettorale. Io penso che sul finanziamento pubblico, su una sua nuova disciplina, su una sua riduzione – che peraltro è avvenuta nella parte finale della scorsa legislatura –, sulla necessità di disciplinare il rapporto con le lobby e i centri di interesse, il popolo italiano si aspetti una soluzione che sia rispettosa sia del regime di sobrietà, che non dovrebbe mai mancare quando si ha a che fare con le istituzioni pubbliche, e a maggior ragione quando c’è una fase di crisi economica che mette a repentaglio anche il tenore sociale della popolazione, ma penso che contemporaneamente noi si debba fare grande attenzione alla salvaguardia di un principio, che è quello della sovranità popolare, che rischia di venire meno se andiamo a falcidiare alcuni strumenti di garanzia come quelli che, appunto, in quota parte stiamo tentando di aggredire con alcune iniziative di questo periodo.
  Noi, come Fratelli d'Italia, non abbiamo atteggiamenti talebani e ideologici, abbiamo studiato, abbiamo visto, ce lo dicevano i colleghi che mi hanno preceduto poco fa, come funziona il rapporto tra cittadini e partiti nelle altre democrazie occidentali. Praticamente in tutta l'Europa continentale esiste un regime di finanziamento pubblico; magari quel che ci si aspetta è intanto che in Italia ci siano dei controlli maggiormente rigorosi e severi e che appunto si possa impedire che con i rimborsi si facciano le attività ampiamente descritte fin qui. Anche nell'Europa extracontinentale, mi riferisco alla Gran Bretagna, c’è un sostanziale equilibrio tra finanziamento pubblico e finanziamento privato; bisogna andare in alcuni Paesi, diciamo così, che hanno scoperto la democrazia più di recente, piuttosto che nella patria della democrazia, come vengono definiti gli Stati Uniti d'America, dove, comunque, intanto c’è una sorta di norma di salvaguardia che fa accedere al finanziamento pubblico i partiti neo-costituiti, ma poi bisogna fare attenzione perché lì, come abbiamo potuto constatare dalla lettura di alcuni grandi quotidiani nelle settimane scorse, ci sono stati dei piccoli difetti di fabbricazione, cioè le grandi lobby che hanno finanziato la politica, parliamo della campagna elettorale del Partito democratico di Obama, alla Pag. 23fine si sono trovati in mano la possibilità di esprimere il fior fiore degli ambasciatori che sono stati distribuiti in diversi Paesi del pianeta, quindi mi riferisco ovviamente a coloro i quali hanno potuto garantire una elargizione di un contributo a Obama e alla sua campagna elettorale al di sopra di una determinata soglia sancita come requisito per accedere, evidentemente, ad alcune posizioni di privilegio.
  Quindi, bisogna fare attenzione a non essere demagogici; noi siamo per il rigore assoluto, siamo soprattutto per ancorare la vita dei partiti al rispetto di regole democratiche, perché il problema non è soltanto quello dell'uso delle risorse, che ovviamente va assolutamente monitorato e controllato, ma il problema è anche quello del monitoraggio degli strumenti di partecipazione democratica.
  Ci sono partiti qui che magari sono più movimenti che partiti, che non hanno statuti, ma ci sono anche partiti che sono «partiti partiti», che hanno statuti e che non hanno mai rispettato i propri statuti e che magari percepiscono egualmente, o hanno percepito ugualmente, rimborsi elettorali, fregandosene altamente del ruolo di cerniera e quindi di camera di compensazione tra palazzo, istituzioni e cittadini, corpi intermedi, categorie produttive, sindacati, territorio, che sono il sale della democrazia; quindi attenzione a non gettare, come si dice in gergo, il bambino con l'acqua sporca.
  Su questo, come Fratelli d'Italia, stiamo riflettendo, abbiamo presentato una nostra proposta di legge che è in discussione nella Commissione competente, riteniamo che questa sia una discussione fuorviante; ci sono degli ottimi spunti che abbiamo attenzionato, altrimenti voteremmo contro tutte le mozioni, proprio ritenendo appunto questa discussione abbastanza surreale, invece vogliamo comunque attenzionare alcuni di questi spunti perché li riteniamo validi.
  Ma la madre di tutte le battaglie è, a nostro giudizio, quella di ancorare i partiti in quanto tali a svolgere il proprio ruolo precipuo che è stato smarrito, in modo particolare nell'arco degli ultimi 18 anni, perché questo è stato il problema, e non è un problema che ha evidentemente coinvolto soltanto un segmento del Parlamento, un partito piuttosto che un altro; abbiamo vissuto, dopo decenni di assemblearismo o di democrazia forse paradossalmente troppo partecipata e quindi inconcludente, abbiamo vissuto 18 anni di leaderismo monocratico, con decisioni prese quasi sempre in tutti i partiti da delle oligarchie vere e proprie, e questo evidentemente ha contribuito ad allontanare i cittadini dalla politica.
  E poi abbiamo discusso anche di legge elettorale, e mi concedo un'ultima battuta. Quando discuteremo anche della legge elettorale attenzione anche lì a non fare come capita troppo spesso in Italia, che per anni, decenni, le cose vanno male e non si vogliono evidentemente mitigare ed aggiustare, e poi all'improvviso si prende, si abolisce tutto e si passa dalla padella alla brace.
  Anche sulla legge elettorale, i cittadini ci chiedono di poter partecipare: non ci chiedono di passare dal Porcellum al Mattarellum, cioè ad un altro strumento arbitrario e soggettivo attraverso il quale le oligarchie dei partiti scelgono i candidati nei collegi uninominali, tanto per cambiare magari favorendo qualche persona amica del segretario di turno e penalizzando qualche altra persona, mandandola in collegi evidentemente meno buoni.
  Queste riflessioni quindi dovrebbero, a mio giudizio, diventare parte integrante di un pacchetto complessivo che dovrebbe vedere in maniera trasversale una discussione costruttiva tesa a coinvolgere i cittadini, a riscattare una brutta pagina della storia nazionale, che evidentemente è stata così dipinta, così si è articolata nel corso del tempo, e ha prodotto le anomalie che in più persone abbiamo denunciato anche all'interno del Parlamento; e per affrontare questa discussione bisogna avere – e concludo – degli obiettivi strategici. Il nostro obiettivo strategico è innanzitutto la salvaguardia del diritto alla libertà dei cittadini, a vedere comunque le proprie istanze manifestate, rappresentate all'interno del Parlamento, senza che qualcuno Pag. 24le monopolizzi, anche attraverso il finanziamento privato o addirittura l'esclusivo finanziamento privato. Anche perché non siamo un Paese di centinaia di milioni di abitanti, non abbiamo migliaia e migliaia di grandi industrie: c’è quindi il rischio, se dovesse passare una norma «talebana» da questo punto di vista, che ogni grande gruppo industriale (e si possono contare in Italia sulla punta delle dita di due mani) vada a fare la spesa al banco ortofrutticolo, e si compri letteralmente un partito, a discapito della libertà dei cittadini, e a discapito della sovranità popolare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Gentile Presidente, signor Ministro, care colleghe e cari colleghi, riprendiamo oggi una discussione iniziata lunedì; e l'altro giorno, intervenendo in Aula, il deputato Fontana spiegava la crisi dei partiti novecenteschi, la raccontava individuando l'approdo al modello privatistico di partito come auspicabile, anzi come obiettivo della sua forza politica. Un modello fondato sul rapporto diretto tra leader ed elettori, dove la democrazia interna va garantita ma evitando inutili liturgie.
  Io dissento radicalmente: è un modello che ha poco a che fare con le parole «democrazia» e «partecipazione». Si tratterebbe, in qualche caso già si tratta, di soggetti politici in cui gli aderenti e gli elettori contano sempre meno, diretti quasi sempre da un uomo solo al comando, in cui il principio non è quello previsto dalla nostra Costituzione, ma viene soppiantato da una forma di delega assoluta: una delega che in Italia, in assenza di una seria normativa sul conflitto di interessi, si spinge e si è spinta sino a giustificare spesso nell'elettorato l'utilizzo di pubblici poteri per fini privati.
  Mi permetta poi, signor Presidente, di dissentire dal PdL: sentire dal PdL la critica del «partito pesante, burocratico, che permea i gangli vitali della società condizionandoli» suona alle mie orecchie paradossale. Quel partito non sarà stato pesante e burocratico, ma sicuramente ha tentato, e in molti casi è riuscito, a permeare i gangli della società condizionandoli (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Noi abbiamo un'altra idea della politica, in cui nei partiti si discute e ci si confronta: partiti dunque, non aziende. Non è più l'epoca dei partiti di massa novecenteschi, ma non per questo ci convincerete a sposare il modello dei partiti di plastica. Questo è il punto chiave, dunque: garantire a tutti i cittadini la possibilità di contribuire al dibattito pubblico, e di pari passo garantire che sia rispettata la democrazia all'interno, nei partiti, e verso l'esterno.
  Per svolgere un proficuo dibattito sul tema, è bene che ci raccontiamo tutte le cose, con coraggio. La Corte dei conti ha presentato qualche anno fa una tabella in cui sosteneva che i partiti avessero incassato 2 miliardi di euro e speso soltanto 500 milioni. Con il rispetto che si deve ad un'istituzione come la Corte dei conti, voglio dire che questi dati sono parzialmente veri. Intendo dire che in quel conteggio venivano considerati soltanto gli ultimi 30 giorni di campagna elettorale prima del voto, quando è noto a chiunque abbia organizzato una campagna elettorale che molte delle spese sono sostenute molto prima.
  Ad esempio, ci sono fattispecie di pubblicità proprio espressamente vietate dalla normativa negli ultimi trenta giorni di campagna elettorale, come ad esempio le affissioni e quelle nelle grandi stazioni. Inoltre non sono stati mai conteggiati i costi relativi alle campagne elettorali comunali e provinciali per le quali non è previsto alcun contributo. Con questo voglio dire che i soldi erano pochi ? No, assolutamente, infatti bene ha fatto il Parlamento con la legge n. 96 dell'anno scorso a dimezzare i fondi, fondi che oggi sono al di sotto della media europea, ma vedete come spesso un'informazione approssimata – anche qui lo dico con il Pag. 25rispetto che si deve a chi svolge il mestiere di giornalista – possa eliminare solo parzialmente le questioni connesse al tema del finanziamento della politica.
  C’è quindi il tema della quantità del denaro, ma anche quello del suo utilizzo. Negli ultimi anni abbiamo assistito in molti casi a un utilizzo di risorse pubbliche dissennate, in alcuni casi criminale, dall'uso dei fondi dei partiti per acquisti personali privati, fino all'utilizzo improprio dei fondi dei gruppi consiliari. È così che la politica – a dire il vero qualcuno più di altri – ha perso la sua credibilità e l'ha persa ulteriormente quando è stato incapace di dare risposte ai problemi del Paese. Queste vicende hanno aperto un dibattito profondo nell'opinione pubblica giustamente indignata; il punto è dunque prevedere prima di tutto un sistema di controlli efficace e puntuale e su questo la legge dell'anno scorso, che ho già citato, ha introdotto alcune novità, ma non basta. Manca una forte normativa che estenda limiti e divieti non solo ai partiti, ma anche agli altri attori politici, come ad esempio associazioni e fondazioni politiche.
  Per noi dunque il finanziamento pubblico della politica è garanzia dell'accesso alla cosa pubblica per tutti, in altre semplici parole, è una questione di democrazia. È evidente che dietro l'offensiva della retorica in favore dell'abolizione totale del finanziamento pubblico si nasconde l'idea di trasformare i partiti e le forze politiche in collettori di interessi particolari; non a caso questo modello ha tra i suoi grandi supporter i maggiori gruppi editoriali e imprenditoriali che vorrebbero accrescere a dismisura il loro potere. In altre parole, si immagina un modello in cui il singolo parlamentare, o l'eletto a qualunque livello, sempre di più diventi espressione di potentati e sempre meno dei suoi elettori; è un modello molto lontano da quello immaginato dai padri costituenti, in cui la politica si parlamentarizza nel senso deteriore del termine, si chiude nelle Aule parlamentari lasciando fuori la società. Quest'Aula non sarebbe più il luogo di un confronto di idee, proposte e visioni diverse, spesso radicalmente, che si trovano nella società, ma il luogo in cui si rappresentano interessi dei grandi gruppi che, inevitabilmente, sarebbero dietro l'elezione di questo o di quel parlamentare.
  Nel merito della mozione presentata dal deputato Cozzolino, che chiede la sospensione della rata dei rimborsi di fine luglio, voglio svolgere qualche considerazione brevissima, si chiede un intervento del Governo che non potrebbe avvenire se non tramite un decreto. Si tratterebbe di una forzatura inaccettabile, è del tutto evidente che questa è una materia di esclusiva competenza del Parlamento ed è davvero strano tra l'altro che questa richiesta venga proprio da chi ha fatto della battaglia contro la decretazione uno dei punti di fondo dell'azione parlamentare in questi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Inoltre un intervento come quello immaginato nella mozione, all'atto pratico sarebbe del tutto inutile; infatti anche dopo l'entrata in vigore del provvedimento del Governo, sulla quale nessuna forza politica ha fatto ostruzionismo in Commissione ed il cui esame sta procedendo secondo i tempi condivisi da tutti i gruppi parlamentari, la rata in questione risulterebbe inalterata. Insomma, siamo di fronte ad una mozione di propaganda in cui la sostanza è invisibile.
  Nel merito ho già detto, il finanziamento della politica per noi è questione di democrazia; non posso dunque che annunciare il nostro voto contrario alla mozione Cozzolino. Una posizione chiara e precisa, al contrario del cedimento culturale di chi ammicca a questo tema tanto per racimolare qualche voto in più (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), mentre poi pensa a modelli dove il contributo pubblico rimane ma diventa esclusivamente indiretto e magari basato soltanto sul censo e non sul consenso – ma questo è un tema che affronteremo durante l'esame della legge –; per questo voteremo anche contro la mozione a primo firmatario Fiano.
  Sulla nostra mozione, rileviamo che la vicenda del finanziamento pubblico non è Pag. 26analizzabile se non procedendo di pari passo con la regolamentazione del conflitto di interessi e dei grandi gruppi di pressione, le cosiddette lobby. In quale Paese normale si pensa di poter separare questi due argomenti che sono fortemente connessi, anzi sono ulteriormente intrecciati all'annoso tema del conflitto di interessi ? Sulle lobby il Governo ha espresso la necessità di effettuare indagini, l'abbiamo sentito anche dal Ministro, sulla legislazione del resto d'Europa.
  Siamo d'accordo, ma l'Europa vale soltanto per la legislazione sulle lobby, o anche per le leggi sul finanziamento pubblico della politica ? Vedete, la relazione del disegno di legge del Governo cita soltanto l'Australia tra i Paesi, non cita nessun Paese europeo e dimentica che in Australia esiste – anche in quel Paese – un finanziamento pubblico una tantum per le elezioni.
  Nel 2010, sono stati distribuiti ai partiti oltre 37 milioni di euro. Ma dobbiamo intenderci sulle parole: che cos’è un Paese normale ? A mio parere – lo abbiamo visto anche con l'Australia – un Paese normale è un Paese dove esiste il finanziamento della politica e lo dico – è una mia idea – anche al Ministro: la raccomandazione che c’è stata citata – e che abbiamo citato anche in Commissione – parla di finanziamenti pubblici, e io credo che non si possa eludere il problema del finanziamento indiretto dicendo che comunque è pubblico. I finanziamenti pubblici sono quelli diretti, altrimenti si tratta di sostegno al finanziamento privato.
  In dissonanza con il resto del Continente, però, questo dibattito vede un'assenza: non c’è alcuna discussione sulle fondazioni politiche, e ci torno soltanto per dire che è insopportabile che, mentre giustamente ai partiti è vietato di ricevere soldi dalle società partecipate, oggi ciò è permesso dalle associazioni e dalle fondazioni politiche (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Noi immaginiamo un sistema diverso in cui il finanziamento non viene abolito, ma vengono eliminati abusi e sprechi, in cui – per dirne una – le spese devono essere giustificate a piè di lista e si vieta la patrimonializzazione, cioè l'arricchimento per mezzo dei fondi pubblici ricevuti per la politica, soldi per finanziare la politica, dunque, non per arricchire i politici.
  Sono concetti molto diversi. Per questo, nella nostra mozione, che ovviamente voteremo, proponiamo di estendere lo stesso metodo che l'Esecutivo Letta ha immaginato nella disciplina delle lobby.
  Ecco, io credo, care colleghe e cari colleghi, che, quando si tratta di questioni che attengono alla democrazia, evitare fretta, demagogia e slogan, significa entrare nel merito. Dare giudizi e individuare soluzioni: è questo il miglior servizio che possiamo fare al nostro popolo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, quello che gran parte degli italiani esecrano nel finanziamento dei partiti è che sia un finanziamento pubblico, oppure che ciò che non va sia la lacunosità della normativa e la carenza dei controlli ? Io credo che a questa domanda la storia, anche referendaria, dell'istituto e le vicende, sovente assolutamente scandalose che si sono susseguite, conducano ad una risposta che non sia difficile da esprimere almeno nel suo nucleo essenziale. È questo finanziamento che va cambiato. E allora, il vero segnale che dobbiamo dare all'opinione pubblica è che abbiamo capito, abbiamo inteso il fastidio, il disagio dell'opinione pubblica e il disagio di molti di noi – spero di tutti noi – nel vedere che il momento più alto della vita democratica, quello chiamato a svolgere un ruolo che solo la nostra Costituzione assegna ai partiti politici, di tramite con i cittadini per concorrere a determinare la politica nazionale – nessun'altra Costituzione ha questo ardire – ebbene, è svilito a tal punto, cioè, che abbiamo inteso questo disagio e che vogliamo dare una risposta non banale, non effimera, ma seria.Pag. 27
  Lo vogliamo fare completando e migliorando l'assetto della legge del 2012 ed è quello che stiamo facendo in Commissione affari costituzionali. Ma allora le mozioni di oggi a che cosa servono ? Credo che, innanzitutto, servano a sostenere il nostro sforzo, sottolineando i nodi scoperti del sistema attuale: anzitutto, un sistema di risorse la cui destinazione è spesso opaca, così opaca da far apparire sproporzionato il contributo pubblico, nonostante sia, in fondo, in regola e in linea con quello dato negli altri Paesi europei, e, certamente, un sistema di controllo molto inadeguato.
  Abbiamo avuto in Commissione – e c’è il resoconto stenografico – l'audizione del presidente della Commissione per la trasparenza e il controllo della rendicontazione, che ha espresso le caratteristiche di questo controllo, un controllo ancora inadeguato. Ma le nostre mozioni, pur diverse, servono anche e soprattutto ad un'altra cosa: a segnare il cammino. C’è una discussione in atto, di cui il disegno di legge governativo è espressione, e che credo non solo per ragioni di forma di Governo sia stato preso come testo base. Stavo per fare un complimento al Ministro Quagliariello, ma glielo ripeterò a voce. C’è la preoccupazione che il nostro dibattito non sia sufficientemente attento alle esigenze costituzionali, che non soltanto conoscono l'articolo 49, ma anche l'articolo 3, in particolare il secondo comma dell'articolo 3, quindi la necessità che anche per la partecipazione politica valga il principio di eguaglianza sostanziale, almeno nel senso dell'eguaglianza di opportunità. C’è la necessità di esplicitare meglio il principio che ai finanziamenti privati deve essere messo un tetto, proprio per rispettare quelle esigenze costituzionali. C’è la necessità di garantire trasparenza e tracciabilità dei flussi finanziari. Ecco perché Scelta Civica voterà la mozione Fiano ed altri, perché contiene tutto questo, quello che ho appena individuato. Esprimerà voto contrario sulla mozione Cozzolino ed altri, perché volta a sospendere la rata del 2013, prevedendo che comunque entro il nuovo termine occorrerà – cito dalla mozione Cozzolino ed altri – procedere in ogni caso al pagamento delle somme dovute ai soggetti aventi diritto e ammettere che i patti devono essere rispettati, ma se devono essere rispettati, rispettiamoli e andiamo a confrontarci su quello che sarà il futuro. Scelta Civica si asterrà sulla mozione Migliore ed altri per le ragioni adombrate con precisione nell'intervento del Ministro Quagliariello. Certamente la discussione che viene chiesta è una discussione utile, noi siamo già andati però un po’ più avanti e, quindi, a questo punto c’è da fare il bilanciamento tra l'obiettivo e i tempi che ci siamo dati. Credo, per concludere, che la discussione che abbiamo avviato e che da domani comincerà a confrontarsi con gli emendamenti potrà permettere davvero di dare il vero segnale, che dovrà essere un segnale, per usare l'espressione di uno dei più noti costituenti, proprio in questa difficile materia: come si fa a pensare che i partiti politici possano infondere democrazia nell'ordinamento se essi stessi non vivono le esigenze della democrazia e la prima esigenza della democrazia è quella anzitutto della legalità e della trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, signor Ministro, il passaggio da un sistema di finanziamento pubblico dei partiti basato sulla logica del rimborso elettorale ad un sistema di finanziamento di tipo indiretto e su base volontaria è un impegno che il Popolo della Libertà ha assunto in campagna elettorale ed è un principio che non va minimamente messo in discussione. Questo innanzitutto per rinsaldare il rapporto tra politica e cittadini, che da ormai diverso tempo si caratterizza per sfiducia e scarsa simpatia. È quindi più che mai necessaria un'inversione di tendenza in tal senso, per restituire ai partiti e alla politica quella dignità, quella credibilità e quel decoro che per alcuni aspetti sono andati perduti. Pag. 28Solo la fiducia dei cittadini nella politica può portare alla piena legittimazione delle istituzioni che li rappresentano. E questa fiducia non può che ripartire dai partiti, da quei gruppi politici che, in quanto legittimati dal consenso elettorale, rappresentano un ponte tra la società civile e la società politica. La politica ha già offerto diversi segnali per realizzare questa inversione di tendenza. Esattamente un anno fa la legge n. 96 del 2012 aveva ridotto i contributi a carico dello Stato in favore dei partiti politici del 50 per cento, realizzando così importanti risparmi di spesa, che in un momento di crisi economica come quella attuale, hanno rappresentato un segnale rilevante. La stessa legge, come è noto, ha inoltre già modificato il sistema di contribuzione pubblica alla politica, introducendo per la prima volta un sistema di cofinanziamento e avviando così il superamento del principio dell'automatismo dei finanziamenti. Oggi Governo e Parlamento stanno lealmente lavorando insieme al fine di giungere a un testo che superi il sistema di finanziamento diretto e coniughi democrazia e partecipazione con le nuove forme di finanziamento incentrate sulla libera scelta dei cittadini.
  La questione è inserita all'interno della mozione presentata testé dal MoVimento 5 Stelle, poi modificata e firmata da altri. È, quindi, stata già posta e già sono in campo tutti gli strumenti utili per meglio definire il passaggio a un nuovo modello di finanziamento, che di sicuro non si concretizzerà in maniera automatica con la sospensione della rata del rimborso elettorale di luglio, come si chiede nella mozione.
  Tale passaggio, che segna un momento importante di cambiamento nel modo di intendere la politica, i partiti e il rapporto con la società civile, va quindi compiuto in tempi rapidi, ma comunque con criterio, come dimostra l'ampio dibattito sulle proposte legislative attualmente all'esame della I Commissione, che vede relatori i colleghi Gelmini e Fiano.
  Il testo del Governo, adottato come testo base della discussione, si sforza, proprio per questo motivo, di andare in maniera più che accettabile ad equilibrare diverse esigenze e punti di vista, ma potrebbe, comunque, essere migliorato. Per questo, sarà oggetto di dibattito sulla base degli emendamenti presentati e siamo certi che si arriverà ad un punto di caduta che, partendo dall'abolizione del finanziamento pubblico così come inteso fino ad oggi, porterà ad introdurre nel nostro ordinamento, con i tempi e le modalità opportune, un finanziamento di tipo indiretto su base volontaria.
  Qualche ulteriore riflessione di merito va, però, fatta. Innanzitutto, per quanto riguarda la struttura dei partiti, sono in gioco due importanti principi sanciti dalla nostra Costituzione: la libertà di associazione e la tutela del principio democratico. Partendo da questi principi costituzionalmente garantiti, è evidente che il modello di partito delineato dalla Costituzione non è monolitico, ma sono ammesse diverse tipologie, che non si possono, dunque, irrigidire attraverso un'interpretazione dell'articolo 49 della Costituzione che preveda un modello pesante e definito di partito.
  Adottiamo, quindi, definitivamente la strada di un modello di partito finanziato su base volontaria, rigidamente separato dallo Stato, più coerente con il modello di democrazia liberale nel quale crediamo e abbiamo sempre creduto, sapendo, però, che la strada da percorrere deve allontanare qualsiasi pericolo di ritorno alle burocrazie, alle correnti, agli apparati, sia sul piano nazionale che locale.
  Bisogna pensare, quindi, al partito come a un luogo dove si discute, dove si programmano le politiche future, dove si realizzano rapporti con i settori dinamici della società. Le forze politiche devono puntare tutto sulla loro capacità di coesione, di progettazione, di programmazione. Solo così i partiti riusciranno a conquistare e a mantenere la fiducia degli elettori, ovvero di quelle persone che poi potranno anche scegliere di contribuire volontariamente alla crescita del proprio partito attraverso le forme di finanziamento che saranno introdotte.
  Confermiamo, quindi, il pieno sostegno alla iniziativa legislativa del Governo e Pag. 29l'impegno assunto con l'Esecutivo di portare avanti l'esame del provvedimento nei tempi previsti. E così, con l'impegno assunto con gli elettori, riformeremo la materia in un'ottica costruttiva e responsabile. Questa è la migliore, e riteniamo l'unica, risposta a una polemica puramente strumentale, che non possiamo accettare. Contro ogni forma sterile di antipolitica noi abbiamo fiducia nella politica e nella democrazia dei partiti, e quindi siamo pronti ad accettare il giudizio dei cittadini, che si concretizzerà attraverso la loro scelta di finanziare chi li dovrà rappresentare nelle istituzioni.
  Il Popolo della Libertà, su questo, ha le idee chiare e rifiuta qualsiasi strumentalizzazione della questione, che deve essere discussa nelle sedi opportune e deve incontrare la volontà dell'Esecutivo e di questo Parlamento, che siamo sicuri porterà avanti il tema con determinazione, senso di responsabilità e spirito serio e costruttivo, che i cittadini italiani meritano, per restituire fiducia alla politica e legittimazione alle istituzioni di questo Paese.
  Per tutti questi motivi, il gruppo del Popolo della Libertà voterà convintamente contro la mozione del MoVimento 5 Stelle (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e voterà altrettanto convintamente a favore degli impegni contenuti nel testo presentato dai gruppi di maggioranza – che porta la prima firma dei capigruppo in I Commissione Fiano, Gelmini e Balduzzi e al quale vorrei anche apporre la mia firma, signor Presidente – ovvero dai rappresentanti di quelle forze politiche che stanno concretamente portando avanti quella riforme necessaria alla politica che riguarda il finanziamento dei partiti (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Grazie, Presidente. La mozione del Movimento 5 Stelle chiede di sospendere la rata dei finanziamenti ai partiti prevista entro il 31 luglio – di 91 milioni di euro – nell'attesa che questo Parlamento licenzi una nuova legge proprio sul finanziamento ai partiti.
  La nostra mozione, fino a poche ore fa, viveva di vita propria. Invece, da poche ore, ha due sorelle, due mozioni sorelle, anzi direi due sorellastre: l'una è la mozione di maggioranza, che mi permetto di definire «ridicola», perché non fa che chiedere al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) la stessa cosa che il Governo ha già fatto con il proprio disegno di legge, appunto, sui finanziamenti ai partiti; l'altra sorellastra è la mozione di SEL, che chiede invece di costituire una Commissione di studio, appunto, sui finanziamenti ai partiti. Mi viene da chiedermi, sinceramente: ma cosa dobbiamo sapere ancora sui finanziamenti ai partiti ? Sappiamo già tutto sul finanziamento dei partiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Questo Parlamento è di fronte ad un bivio: da una parte, c’è la strada dei privilegi che non finiscono mai; dall'altra, siamo di fronte, invece, a una nuova via, e questa via è quella, finalmente, del buon esempio, del senso di responsabilità che la politica deve avere verso questo Paese.
  Tutti noi siamo qui, anche e soprattutto, per questo: per dare il buon esempio, quell'esempio che poi, a pioggia, ricade su tutto e tutti, e che potrà far dire un giorno «Tanto fan tutti così !», ma, questa volta, in una accezione diversa, di onestà e di senso civico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  
C’è davvero bisogno, oggi più che mai, che i partiti tornino a comportarsi come associazioni di cittadini, come prevede la Costituzione. Fuori da queste aule i cittadini subiscono quotidianamente la crisi economica; hanno già constatato sulla propria pelle che il mondo è cambiato. Hanno già cambiato il loro stile di vita, naturalmente in peggio, i cittadini italiani; hanno già rinunciato ad aspettative degne di un Paese civile, come il diritto al lavoro, al lavoro per tutti, ad esempio. Ora tocca a noi farlo, anzi tocca a voi, perché il Pag. 30Movimento 5 Stelle ha già rinunciato a 42 milioni di rimborsi elettorali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ora sta a voi toccare con mano la realtà economica e, come hanno già fatto e stanno facendo tutte le altre associazioni, a differenza vostra, dovete compiere un gesto di responsabilità, cedendo parte dei privilegi di cui avete goduto e di cui ancora godete, nonostante tutto.
  Questa mozione, la dovete vedere come una iniezione di fiducia all'Italia intera, come un inizio di ricostruzione di quel ponte di collegamento tra la politica e la società civile che è stato troppe volte attaccato dalle classi politiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Questa mozione, la dovete votare per dimostrare che i vostri dipendenti hanno la stessa dignità dei dipendenti, ad esempio, dell'Ilva o dell'Indesit, o di qualsiasi altra impresa italiana, oggi in crisi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Questa mozione, la dovete votare perché non potete fare altro, perché lo avete promesso in campagna elettorale; la dovete votare per coerenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) con le parole che avete speso nei confronti dei cittadini in campagna elettorale, tutte le forze politiche.
  Questa mozione, la dovete votare, semplicemente, perché è strettamente connessa con le proposte di legge che le Commissioni tra pochi giorni, in questo Parlamento, dovranno valutare per licenziare un testo, appunto, sui finanziamenti ai partiti.
  Questa mozione, la dovete votare perché non potete chiedere ai cittadini di stringere ancora di un buco la propria cintura, mentre voi ve la allargate ancora, mentre voi ancora chiedete di più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se la crisi è ora, ed è ora – perché è ora veramente –, lo è per tutti, e non solo per i cittadini e le imprese.
  Questa mozione, la dovete votare perché non avete più alibi, e a dirlo non siamo noi, ma sono i dati della Corte dei conti: dal 1994 – l'anno successivo alla votazione del referendum che aboliva i finanziamenti ai partiti – ad oggi, i soldi percepiti dai partiti a titolo, fintamente, di rimborsi elettorali sono di circa il 400 per cento superiori alle spese effettivamente sostenute dai partiti politici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E come volete giustificare ai cittadini questo dato sconcertante ? Forse dicendo loro: «no, scusate, non possiamo votare la mozione, perché in questi vent'anni abbiamo avuto le mani bucate e abbiamo speso tutto e ora ci servono più soldi». Non penso che sia una risposta che i cittadini italiani potranno accettare.
  Infine, questa mozione la dovete votare perché ve lo chiedono appunto i cittadini tutti, compreso il vostro elettorato. Regalate, abbiate il coraggio di regalare loro una speranza, fate in modo che questa Aula faccia vedere 630 luci verdi. Noi questa luce verde su questa mozione la accenderemo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato d'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, il finanziamento pubblico ai partiti fu introdotto dalla «legge Piccoli» del 2 maggio 1974, n. 195, che interpretava il sostegno all'iniziativa politica come puro finanziamento alle strutture dei partiti presenti in Parlamento, con l'effetto già da allora, di penalizzare le nuove formazioni politiche. Il flusso dei fondi, il mare di fondi, direi, ha avuto anche l'effetto di rafforzare gli apparati burocratici interni dei partiti e di disincentivare la partecipazione. Ecco spiegato l'indecoroso spettacolo che la politica quotidianamente offre a tutti gli italiani. Questa norma, proposta da Flaminio Piccoli, proveniente dalla storica Democrazia Cristiana, il cui richiamo non è casuale, fu approvata con il consenso di tutti i partiti, tranne il Partito Liberale, in solo 16 giorni.
  Certo, dobbiamo ammetterlo, tutti gli italiani devono ammetterlo: abbiamo da Pag. 31sempre una classe politica brava e rapida nel fare ciò che la riguarda in prima persona. Il fare quello vero però, non il decreto spot che ci aspetta nei prossimi giorni e che, invece, guarda caso, dovrebbe interessare i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quando appunto le cose da fare riguardano gli italiani – per capirci: la pressione fiscale troppo alta, la riforma Fornero che va rivista, lo Stato che dovrebbe pagare le imprese in trenta giorni, le retribuzioni dei manager e dirigenti pubblici che sono un filino eccessive, una nuova legge sul conflitto di interessi, della legge elettorale nemmeno a parlarne – in quel caso avete bisogno dei saggi. Saggi sono anche i commissari che vi scegliete, ad esempio come nel caso dell'Ilva, dove il vostro saggio, e sottolineo «il vostro», ha già velocemente scoperto qual era la fonte dei problemi di inquinamento ambientale a Taranto: un gruppo di anziani che si ritrovavano la sera a giocare a carte nel rione Tamburi e che fumavano troppo, Presidente, addirittura qualcuno fumava qualche sigaro.
  Ma torniamo a noi, purtroppo torniamo a noi. Il Presidente Letta ha detto, cito testualmente: «Il finanziamento pubblico ai partiti è un tema su cui si deciderà. A chi non piace la proposta presentata ne faccia altre». Il MoVimento 5 Stelle ne ha una semplice e la scandisco in tre parole, comprensibili anche ai bambini: abolizione, finanziamento, pubblico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voi però preferite giocare con gli annunci, ultimo il famoso tweet dello stesso Presidente del Consiglio e preferite dimenticare che il risultato di un referendum, nello specifico quello del 1993, per la Costituzione è vincolante. Così il 31 luglio, quando finiranno i fondi per la cassa integrazione, vi spartirete milioni di euro di finanziamenti pubblici pagati dai cittadini. Vorrei ricordare che si tratta di 46 milioni di euro per il Partito Democratico, 38 milioni per il PdL e così via a seguire con gli altri.
  Presidente, mi consenta anche una piccola parentesi, in cui mi rivolgo al mio collega, il presidente Fico: la questione dei finanziamenti, nella sua logica ed etica, riguarda anche la RAI. Infatti, la cosiddetta televisione pubblica è, come sanno anche gli uscieri di via Teulada, in realtà proprietà dei partiti, una vostra appendice, propaganda gratis di voi e di chi, quindi, a spese dei cittadini, pagando il canone tutti i contribuenti, si fa ogni giorno campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Anche questo non è più accettabile, i cittadini pretendono una TV pubblica – sottolineo pubblica – libera dai condizionamenti dei partiti e per questo vanno tolti i soldi dalle televisioni e dai partiti stessi. Solo il MoVimento 5 Stelle ha tenuto fede alle promesse elettorali e ha già rifiutato – sottolineo, ha già rifiutato – 42 milioni di euro, circa 80 miliardi delle vecchie lire, che gli sarebbero spettati pur avendo speso solo 348 mila euro. E voi questi li chiamate rimborsi ? Io li chiamerei furto, furto ai danni dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Devo ammetterlo, Presidente, come dei novelli Arsenio Lupin, avete un notevole senso dello humour, siete abili trasformisti, capaci di truccarvi, travestirvi secondo le occasioni e secondo, soprattutto, le trasmissioni televisive in cui fate sfoggio di furbizia, ironia e grande audacia, in particolare quando rifilate agli ascoltatori balle spaziali. Peccato, però, che il famoso personaggio Lupin, uscito dalla penna di Leblanc, rubava non solo per sé, ma anche per i più bisognosi e sempre e solo ai più facoltosi. Purtroppo, temo che in questa ultimissima parte ci sia stata un'inversione di applicazione: qui i facoltosi non li toccate quasi mai, mentre i bisognosi sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Avete fatto la stessa manovra del far sparire per poi ricomparire anche con il finanziamento pubblico ai partiti, abolito ma rientrato come rimborso elettorale e oggi nuovamente abolito forse dal 2017, con appresso una fila di «ma» e di «però» per cui abilmente cambierete l'ordine degli addendi, ma il totale non cambierà Pag. 32mai, soprattutto quello a favore vostro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Poi, signor Presidente, ci sarebbe il capitolo delle rendicontazioni, per una volta non parliamo delle rendicontazioni del MoVimento 5 Stelle, ma di quelle dei partiti, che vi vede a turno dileguarvi quando qualche coraggioso giornalista – merce rara, purtroppo – si avvicina a chiedervi di dimostrare, documenti alla mano, come li avete spesi tutti questi soldi. Balbettate, arrossite, vi infilate magari in una bella auto blu o vi fate soccorrere da qualcuno della scorta. È ovvio questo comportamento: come potreste mai giustificare il fatto che dei soldi presi in tutti questi anni non sareste in grado che di rendicontarne solo una minima parte ?
  Il MoVimento 5 Stelle continua a ribadire e sottolineare una proposta, una proposizione chiara e semplice; per cui anche in questo caso vi rivolgo la nostra proposta: avrete mai il coraggio di introdurre e votare una proposta che preveda l'obbligo di rendicontazione dei finanziamenti ai partiti, anche retroattivamente ? Sarebbe una grande dimostrazione di trasparenza verso gli italiani, dimostrando che non avete nulla da nascondere e nulla da temere. Ma comprendo che ciò non è possibile perché anche a coloro di voi che silentemente la pensano come noi mancano ancora una volta gli attributi politici per venire allo scoperto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ogni voto al MoVimento 5 Stelle, Presidente, non è costato nulla ai cittadini italiani, mediamente è costato 40 centesimi di euro ai soli sostenitori e attivisti del MoVimento. Questa è la politica, non quella vostra, in cui ha primeggiato la regola de «L'appetito vien mangiando», come avete fatto dal 1993-1994, con successive rapine – vere e proprie rapine – elettorali, nel 1999, dove avete riproposto senza pudore il finanziamento pubblico per le elezioni politiche europee e regionali, ancora nel 2002 e nel 2006, ancora più bulimici, avete deciso di darvi il rimborso per i cinque anni di legislatura anche in caso di scioglimento delle Camere. Dalla crisi del Governo Prodi del 2008 avete percepito quindi il doppio dei finanziamenti, per poi abolirli nel 2011.
  Qui, alla mia sinistra, sento tante volte parlare di «sistema Italia» da paragonare ad una azienda e allora mi sorge spontanea una domanda: ma in quale azienda accadrebbe una cosa del genere, quale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Ma voi siete stati capaci di andare anche oltre l'inimmaginabile: ci sono alcuni partiti che formalmente esistono ancora, ma non fanno più attività politica, se mai l'hanno fatta. Alcuni sono diventati amministrativamente delle fondazioni, ma hanno sedi, uffici, dipendenti e patrimoni e continuano a gestire soldi pubblici. Secondo il buon senso, un partito disciolto non solo dovrebbe non percepire più nulla, ma anzi dovrebbe restituire subito i milioni di euro pubblici ricevuti e non spesi, e non tenerli all'interno dei propri partiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Signor Presidente, concludo dicendo che è evidente che, alla luce di tutto questo, non possiamo che votare semplicemente la nostra mozione, anche perché ricordiamo, come tutti ricordano forse più ancora fuori da quest'aula, alcuni nomi che ci rimbombano all'interno della nostra testa quali Belsito, Lusi, Fiorito e sappiamo che questi soldi magari erano soldi dei cittadini italiani che sono finiti non sappiamo dove: aspettiamo di saperlo. Però chiediamo ancora una volta, l'ultima volta forse, a questi partiti, quando davvero vogliono accettare quest'ultima possibilità di mettere in difficoltà i cittadini italiani, sospendendo questi oltre 90 miliardi di euro di rimborsi ai partiti, metterli in difficoltà perché questo sarebbe un rimedio. Oggi, ora, avete questa possibilità. Forse un'ultima possibilità. E, votando la nostra mozione, dimostrerete una volta per tutte quanto i nostri soldi, quelli di tutti cittadini italiani, siano veramente lontani da questi partiti e poco importanti per voi. Vi prego, dimostratelo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, noi crediamo di avere in queste settimane un compito molto delicato: approvare insieme un testo di legge, partendo da quello presentato dal Governo, che, se da un lato rivoluziona completamente il sistema di contribuzione diretta ai partiti trasformandolo, per quella che è la proposta che ha fatto il Governo, in un sistema di contribuzione indiretta basato sulla scelta volontaria dei cittadini, dall'altro si intesta l'onere di attuare finalmente nel nostro Paese l'articolo 49 della Costituzione, rendendo vivo quell'articolo, facendo sì che le regole di democrazia interna della vita dei partiti divengano la condizione irrinunciabile e obbligatoria per poter avere accesso, per i partiti che le seguono, al nuovo sistema di finanziamento basato sulla scelta volontaria dei cittadini.
  Noi, con questa mozione che abbiamo presentato, ricalchiamo il dettato del disegno di legge che è stato presentato dal Governo. E da qui diciamo oggi nella discussione che facciamo su queste mozioni, che noi vogliamo occuparci della qualità della democrazia nel nostro Paese. E voglio dire, tra parentesi, penso che lo vogliano tutti coloro che hanno parlato fino ad adesso in questo dibattito in Aula, anche coloro che hanno presentato mozioni sulle quali noi daremo parere contrario.
  Noi pensiamo che quella qualità della democrazia che noi ricerchiamo proprio in questi giorni, in questi mesi, in questi anni in cui più acuta è la connessione tra la crisi della democrazia e la crisi economico-sociale non dovrà mai fare a meno dei partiti o dei movimenti politici. Infatti non c’è democrazia dove non c’è libertà di associarsi in partiti o movimenti che possano concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale, come dice esattamente il dettato della Costituzione. Noi pensiamo che questo diritto di associarsi debba essere salvaguardato e questo diritto che deve essere salvaguardato lo è anche e viene rafforzato attraverso la rivoluzione del sistema di finanziamento che propone il disegno di legge che in questi giorni voteremo in Commissione affari costituzionali della Camera e che poi porteremo, secondo i tempi previsti, e, quindi, molto celermente al voto di quest'Aula.
  Noi ci stiamo impegnando ad una rapida approvazione in Commissione, insieme alla maggioranza, di questo disegno di legge perché, per quello che ci riguarda – lo dico in riferimento alle parole del collega D'Ambrosio – esso è esattamente l'applicazione di quanto abbiamo promesso in campagna elettorale, l'attuazione di quanto abbiamo promesso in campagna elettorale.
  E vorrei dire: sono state fatte battute poc'anzi, dal collega D'Ambrosio, circa il fatto che noi arrossiremmo o che i nostri tesorieri possano arrossire o imbarazzarsi quando vengono fatte domande sui nostri bilanci. No, guardi, collega cittadino D'Ambrosio, per quello che riguarda il Partito Democratico la risposta è molto semplice: basta che lei vada – da cinque anni lo può fare – sul sito del Partito Democratico e potrà esaminare – e lo può fare dal giorno di fondazione del Partito Democratico – il bilancio del Partito Democratico, rigo per rigo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avrà la dimostrazione di tutte le spese che noi abbiamo sostenuto per la vita del partito e delle campagne elettorali, spesa per spesa, riga per riga.
  E anzi, rispondendo alla sua domanda, io gliene lascio una che sino adesso è rimasta stranamente inevasa nel dibattito politico, e che riguarda il vostro movimento politico, perché fino ad oggi gli italiani ancora non sanno, signora Presidente, quale relazione ci sia fra il fatturato del blog del movimento di Beppe Grillo e le spese sostenute dal vostro movimento politico: decidete di risponderci, prima o poi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi polemici dei Pag. 34deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Per questo... (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Colleghi ! Colleghi, lasciate concludere il deputato Fiano.

  EMANUELE FIANO. Sarà lecito fare domande, no ? Immagino che sia lecito fare domande (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Silenzio ! Fate proseguire il deputato Fiano.

  EMANUELE FIANO. Per questo, perché noi come voi siamo innamorati della trasparenza (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per questo stiamo lavorando... (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Colleghi !

  EMANUELE FIANO. Ma non credo che una domanda debba emozionare tanto, sono le risposte quelle importanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per questo noi stiamo lavorando ad una rivoluzione copernicana del sistema di finanziamento ai partiti (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per questo noi ci impegniamo, noi e tutti i partiti di maggioranza, ad una rapida approvazione del disegno di legge – ovviamente col contributo di tutte le proposte di modifica e di tutti gli emendamenti che verranno in discussione prima in Commissione e poi in Aula – che si baserà... (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Presidente, io vorrei continuare...

  PRESIDENTE. Deputato Fiano, un attimo. Chiedo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle di consentire al deputato Fiano di concludere il suo intervento con lo stesso silenzio che ha accompagnato gli interventi dei deputati del MoVimento 5 Stelle pochi minuti fa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Prego, deputato Fiano.

  EMANUELE FIANO. Presidente, la ringrazio. Per questo noi pensiamo che l'idea più compiuta di attuazione della Costituzione, l'idea di attuazione della democrazia rappresentativa, passi oggi anche attraverso la proposta di cambiamento che è insita in quel provvedimento. E lo diciamo anche perché nessuno di noi può essere sordo oggi a quello che succede a milioni di nostri concittadini, all'aggravarsi continuo della condizione economica e sociale di milioni di italiani. Per questo anche noi, come ho sentito dire a voi, pensiamo che si debba togliere ogni possibile dubbio sulla trasparenza dell'attività dei partiti. Per questo pensiamo che un'altra delle risposte che si debbano dare a questi cittadini, nostri concittadini italiani che sono sottoposti da anni a drammatici sacrifici, è che la forma di finanziamento più giusta per i partiti sia quella che passa dalla loro scelta volontaria, senza però abdicare mai alla scelta di mantenere vivo il ruolo fondamentale e necessario di partiti e movimenti nella vita della democrazia. Cercare pulizia, cercare trasparenza, cercare un rapporto diretto con le scelte dei cittadini non vuol dire cercare la morte dei partiti e dei movimenti.
  La democrazia ha necessità della forma associativa dei partiti o dei movimenti politici. Per questo noi non vogliamo e non dimenticheremo mai le gravi e deprecabili vicende di corruzione che sono state nella storia di questo Paese anche molte volte connesse con modalità indebite e colpevoli di utilizzo del finanziamento pubblico. Tutti noi conosciamo la relazione che c’è tra quelle vicende e l'aggravarsi della disaffezione dei cittadini verso la politica. È anche per questo che vogliamo dare una risposta nuova a quel tema, al tema della disaffezione verso la politica. E anche per questo noi pensiamo che ci sia un passaggio fondamentale in quel disegno di legge che noi vogliamo salvaguardare, ed è il legame tra la qualità della vita democratica interna ai partiti e la possibilità Pag. 35che quei partiti, solo quelli che accettano un grado di democrazia alta nella loro vita interna, possano accedere alle nuove modalità di finanziamento.
  Anche questo fa parte della medicina per guarire la democrazia e anche qui sorge una domanda che faccio a tutti i colleghi, a tutti partiti: noi siamo disponibili, noi pensiamo che una regolamentazione precisa e dettagliata delle regole di democrazia interna dei partiti sia condizione necessaria ineludibile per accedere alla nuova forma di finanziamento. Siete tutti disponibili a questo ? Siete disponibili che tutti i partiti e i movimenti politici che vogliono accedere al finanziamento abbiano delle regole chiare e trasparenti sulla loro democrazia interna ? Che ci sia l'obbligo di avere determinati passaggi democratici interni ? Che tutti noi possiamo sapere come, dove e per quanto tempo si elegge il leader di un partito ? Come, dove e ogni quanto si svolge un congresso ? Che si possa sapere quali sono le modalità, per esempio, visto che è capitato, di espulsione di un membro di un partito e dove quel membro di un partito possa recarsi per fare ricorso ed avere giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Perché se qualcuno non è favorevole – ed ho finito – al fatto che sia regolamentata la vita della democrazia interna dei partiti, evidentemente non abbiamo lo stesso concetto di democrazia.
  Ho concluso, signora Presidente. Noi vogliamo cambiare il sistema, vogliamo che questo cambiamento tra la legge vigente attualmente e quella che verrà io penso celermente approvata dal Parlamento, sia un passaggio necessariamente graduale. Vogliamo riconnetterci il più possibile con i cittadini basando la nostra possibilità di vita di partiti alle loro scelte volontarie. Vogliamo ribadire il ruolo centrale dei partiti nella democrazia e continuare, anche così, a batterci ogni giorno per la democrazia nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Voglio rassicurare i colleghi del MoVimento 5 Stelle che il tempo utilizzato dal deputato Fiano è stato, con il margine di flessibilità che sempre la Presidenza adopera, esattamente quello di una dichiarazione di voto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, colleghi, appena un anno in questo Parlamento è stato deciso di ridurre notevolmente il finanziamento pubblico ai partiti. Serietà vorrebbe che tutti ci accingessimo, nella Commissione competente e anche altrove, a discutere di questo problema e di vederne la soluzione migliore per tutti. Invece noi quest'oggi, mentre si sta discutendo in sede competente di questo problema, siamo chiamati con una mozione che, secondo me, ha solo lo scopo di rendere visibile eternamente questo movimento. Perché non c’è altra logica. Infatti, se il problema è all'ordine del giorno della politica, non capisco perché oggi 630 persone sono riunite su questo grande problema di sospenderlo, per poi ridarlo, come si dice nella mozione, a tempo più debito. Questo dice la mozione e io sto a quello che dice la mozione.
  Ora, al di là – e lo ripeto – che siamo ormai abituati a questi espedienti dialettici e propagandistici, rimane un fatto, ossia che è intollerabile che in quest'Aula si continui ad offendere partiti politici e uomini politici. Siamo stati qualificati dei ladri, non lo dimentichiamo. E detto a chi proviene da un partito politico che non ha mai fruito di grandi elargizioni dal mercato.
  Noi del Partito Comunista abbiamo costruito sezioni, federazioni, con le braccia e con i soldi degli operai e della classe operaia e non possiamo, oggi, da questi ultimi arrivati, ricevere lezioni di onestà (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia – Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Nella Camera del lavoro del mio paese esiste ancora la gigantografia di un assegno Pag. 36del 1973 con cui gli operai agricoli di quel paese donarono 43 milioni di lire dell'epoca per acquistare la Camera del lavoro che è ancora aperta oggi (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico) ! Quindi, respingiamo con sdegno l'accusa di latrocinio soprattutto rivolta ad esponenti della classe operaia e dei movimenti operai. Noi, lo ripeto ancora una volta, non possiamo ricevere lezioni e io non mi adatto, neanche, a giocare dialetticamente in difesa parlando di finanziamento «no», rimborsi elettorali «sì». Io sono per il finanziamento pubblico ai partiti così come noi siamo per l'8 per mille o per il 5 per mille (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  È ovvio che l'argomento dovrà essere trattato con sobrietà e con serietà ma non potrà concludersi con la vecchia, e ormai stantia, formula «meno Stato e più mercato», con cui state mangiando la democrazia in Italia, state affidando tutto al mercato. Oggi la statistica, con un messaggino, dice che ci sono dieci milioni di poveri in Italia ! Dovrebbero finanziarsi, sì che dovrebbero finanziarsi, ma devono pagare i ricchi con le tasse quanto serve alla democrazia, anche per i dieci milioni di poveri di cui la statistica, oggi, ha parlato.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cozzolino ed altri n. 1-00110, non accettata dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesa, Gadda, Verini, Latronico, Carfagna, Dambruoso, Roccella, Cani, Martino... un momento, vedo arrivare alcuni colleghi, li aspettiamo, consentiamo che tutti raggiungano il loro posto, è la prima votazione... colleghi, sapete che non si possono fare fotografie... è venuto adesso l'assistente parlamentare, stiamo calmi ! I colleghi sanno tutti che in Aula non si possono fare fotografie; siete pregati di non fare fotografie, ci sono già i fotografi professionisti, lasciate fare a loro il lavoro... bene, hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Vedi votazioni).

   (Presenti  525   
   Votanti  523   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  262   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  407).    

  (Il deputato Romele ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Migliore ed altri n. 1-00145, non accettata dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione – I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle abbandonano l'Aula lasciando fogli che riproducono banconote sui banchi del Governo).

  Colleghi, evitate di depositare carta ai banchi del Governo. Uscite perché avete deciso di uscire, è legittimo. Non usate comportamenti che non sono consentiti nell'Aula e non si facciano foto, lo ripeto, non si facciano foto. Lo dico per tutti, vale per tutti quello che abbiamo detto poco fa. Colleghi, lasciate l'Aula tranquillamente (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !
  Hanno votato tutti ? Dambruoso non riesce a votare, aiutate il collega Dambruoso... Boccuzzi... ci sono altri che non riescono a votare ? Vedo delle mani alzate, Pag. 37però sono troppo lontani da me. Ci sono altri colleghi che non riescono a votare ? Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  422   
   Votanti  378   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  35    
    Hanno votato
no  343).    

  (Il deputato Romele ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fiano, Gelmini, Balduzzi ed altri n. 1-00148, accettata dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Capua, Di Lello, Totaro, Dellai, Dambruoso, Rostan, Monchiero, Ferrari, Ribaudo, Galan...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  431   
   Votanti  407   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 366    
    Hanno votato
no   41).    

  (Il deputato Romele ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Sui lavori dell'Assemblea (ore 18).

  PRESIDENTE. Comunico che, su richiesta dei presidenti delle Commissioni I e V ed acquisito il consenso dei gruppi parlamentari, l'esame del disegno di legge n. 1248 – Conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia (da inviare al Senato – scadenza: 20 agosto 2013) avrà luogo da lunedì 22 luglio (ore 9 e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni non prima delle ore 16) e proseguirà nelle successive giornate di martedì 23, mercoledì 24 e giovedì 25 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 26 luglio) (con votazioni).
  L'inserimento in calendario del disegno di legge n. 1310 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, recante disposizioni urgenti per il recepimento della direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale (approvato dal Senato – scadenza: 4 agosto 2013) sarà valutato alla luce dell'andamento dei lavori del decreto-legge recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia, prevedendone la discussione sulle linee generali al termine delle votazioni nelle giornate di martedì 23 o mercoledì 24 luglio.

Modifica del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea e conseguente aggiornamento del programma.

  PRESIDENTE. A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato poi stabilito che venerdì 19 luglio, alle ore 9, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze urgenti.
  È stato infine stabilito che venerdì 26 luglio (antimeridiana/pomeridiana, comunque al termine delle eventuali votazioni, con eventuale prosecuzione notturna) avrà luogo la discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 1154, proposta di legge n. 664 e abbinate – Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità Pag. 38dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (deliberata l'urgenza);
   proposta di legge n. 245 e abbinata – Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, e al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, per il contrasto dell'omofobia e della transfobia (ove concluso dalla Commissione);
   proposta di legge n. 925 e abbinate – Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante (ove concluso dalla Commissione).

  La discussione sulle linee generali dei disegni di legge n. 1326 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013 (approvato dal Senato) e n. 1327 – Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013 (approvato dal Senato) e della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2012 (Doc. LXXXVII, n. 1) (ove conclusi dalla Commissione) è iscritta in calendario lunedì 29 luglio (antimeridiana), dopo gli argomenti già previsti ed il seguito dell'esame da lunedì 29 (pomeridiana, e nei giorni successivi del mese), sempre dopo gli argomenti già previsti.
  Nella seduta di mercoledì 31 luglio si procederà, di concerto con il Senato, all'elezione dei componenti del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e del Consiglio di presidenza della Corte dei conti.
  L'esame delle mozioni Fiorio ed altri n. 1-00052 e Gagnarli ed altri n. 1-00088 concernenti iniziative volte a ridurre gli sprechi alimentari potranno essere inserite nel calendario di agosto.
  L'organizzazione dei tempi di esame dei disegni di legge nn. 1326 e 1327 e del Doc LXXXVII, n. 1, sarà pubblicata dopo la conclusione dell'esame in Commissione.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo.

  FRANCA BIONDELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCA BIONDELLI. Signor Presidente, il presidio di gastroenterologia della ASL Novara, Borgomanero, non riesce più a garantire tutta l'agenda di prenotazione delle prestazioni strumentali erogate; in questi anni la struttura ha gestito il 50 per cento dei casi di cancro al colon di tutta la provincia di Novara, d'ora in poi non potrà più dare risposte in tempi certi. Si va ad una lista di attesa di oltre sei mesi, tutto questo per carenza di medici.
  La regione Piemonte ha negato l'assunzione in deroga a tempo indeterminato di un medico per sopperire all'assenza per gravidanza di una dottoressa, inoltre mancava già personale medico. Chiedo che il Ministro intervenga anche se so benissimo che in materia di sanità ha competenza la regione, ma qui si tratta di dare continuità assistenziale e un malato di cancro non può aspettare sei mesi per avere una diagnosi. Se si vuol parlare di risparmio si potevano abolire le federazioni inutili del Piemonte e non negare alla gastroenterologia l'assunzione di un solo medico.

  MAURO OTTOBRE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, solo per segnalare alla Presidenza che il sottoscritto non riceve risposta a delle interrogazioni, in particolare le nn. 3-00014, 3-00022, 3-00061. Quindi, invito lei a far sì che il Governo possa rispondere Pag. 39alle mie interrogazioni. È già veramente mortificante stare qui in questa Aula che a volte non sembra un'Aula ma sembra, non so cosa dire, un parlatoio e, quindi, chiederei un po’ di attenzione e un po’ di rispetto anche per il lavoro dei neo-deputati, grazie.

  WALTER VERINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  WALTER VERINI. Signor Presidente, vorrei ricordare in questa Aula, credo che sia giusto farlo, una persona che oggi ci ha lasciato: Vincenzo Cerami (Generali applausi). Lo hanno già detto in tanti oggi, se ne va con lui un intellettuale straordinario che ha aiutato l'Italia ad essere migliore. È stato davvero tanto: poeta, scrittore, sceneggiatore, autore, regista. Ha imparato ad amare la cultura sui banchi di scuola, come allievo di Pierpaolo Pasolini, con cui collaborò a capolavori come Uccellacci e Uccellini. Ha rappresentato straordinariamente, poi, le inquietudini e le paure e l'Italia degli anni ’70 in quel capolavoro librario e cinematografico che è stato Un borghese piccolo piccolo.
  Ha lavorato con tutti i più grandi maestri del cinema italiano contemporaneo; è stato un intellettuale profondamente legato al popolo, alle periferie, alla sua Roma. Cultura per lui ha significato anche impegno civile che ha sempre attraversato la sua vita; nel 2008 accettò di far parte del Governo ombra come ministro della cultura del Partito Democratico, e qualche mese dopo, quando gli amici di una piccola grande città, Spoleto, mi chiesero l'aiuto per trovare una personalità disposta a fare l'assessore alla cultura, lui accettò subito, incarico che ha svolto fino ad ieri nonostante il male, perché per lui cultura, e ho finito Presidente, significava anche sporcarsi le mani.
  Sua figlia un mese fa al Quirinale, leggendo una lettera che lui non poteva leggere, raccontava queste parole: «La nostra speranza è che lo Stato decida insieme alle imprese di investire di più sulle bellezze d'Italia e la cultura».
  Ho concluso. Roberto Benigni oggi ha detto di lui: «Mi ha insegnato a far battere il cuore della gente». Il cuore di tutti noi non smetterà mai di battere ogni volta che rivedremo il loro capolavoro, il loro Oscar La vita è bella. Grazie, Vincenzo, per tutto quello che hai dato all'Italia (Applausi).

  PRESIDENTE. Grazie, deputato Verini. La Presidenza si associa, e anche io personalmente, a questo suo ricordo di una personalità straordinaria come Vincenzo Cerami.

  CELESTE COSTANTINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, c'era una volta un impiegato nei nostri ministeri ad un passo dalla pensione, che si chiamava Giovanni Vivaldi. È la storia classica di una famiglia italiana: viveva con la moglie Amalia e il figlio Mario, disoccupato ma con in tasca un diploma di ragioneria. In quell'Italia che somiglia a quella di oggi c’è anche la storia di un concorso per 1.200 nuovi posti al Ministero: il figlio Mario potrebbe ambire a questo lavoro, ma Giovanni è sicuro che potrebbe non farcela a superarlo.
  Da qui inizia la storia di Un borghese piccolo piccolo. Non è una storia qualunque: ci sono tutti gli ingredienti del Paese di oggi, il puzzo del compromesso, la precarietà, la disoccupazione giovanile e un'intera generazione sotto ricatto. Poi la disperazione e il disagio sociale: proprio come oggi, che quasi 5 milioni di italiani vivono in una condizione di povertà assoluta, a cui la politica spesso non dà risposte.
  Volevo ricordare anch'io Vincenzo Cerami con ciò di più caro che ci lascia: con la sua visione del mondo, della vita e delle classi sociali, partendo da una storia immortale, tanto nel suo libro che al cinema, con un grandissimo Alberto Sordi nei panni di Giovanni Vivaldi; dietro la macchina da presa un eccezionale e indimenticabile Mario Monicelli. Oggi piangiamo la Pag. 40perdita di uno scrittore, sceneggiatore e drammaturgo che in oltre quarant'anni di carriera ha lavorato per artisti come Bellocchio, Amelio, Scola, Sergio Citti, Pasolini, Benigni, con cui è stato candidato all'Oscar con La vita è bella. Ci lascia un intellettuale, che con la sua opera ci pone tante domande e vuole tante risposte a meno di non essere anche noi dei borghesi piccoli piccoli (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Grazie anche a lei per questo ricordo.

  MARCO DI LELLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Signor Presidente, non vorrei scendere molto di livello. Purtroppo c’è una deputata, che appartiene evidentemente a quest'Aula, che non ha il coraggio di esprimerci le sue opinioni qui, ma scrive su Facebook che il partito che mi onoro di rappresentare è un partito che ha un know-how in termini di ruberie. Essendo lei ignorante sarebbe fatica sprecata darle lezioni su cosa in termini di democrazia ha portato il Partito Socialista a questo Paese. Le chiedo solo che venga a dircelo qui, se lei può farsi tramite, perché oggi era assente (spero un'assenza non retribuita).
  Non la querelerò perché essendo voltairiano e un democratico credo che anche quelle come lei possano esprimere idee, ammesso che questa possa essere un'idea. La aspetterò qui per darle lezioni di onestà, trasparenza e democrazia (Applausi di deputati dei gruppi Misto, Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Venerdì 19 luglio 2013, alle 9:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 18,20.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 3)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Cozzolino e a. n. 1-110 525 523 2 262 116 407 42 Resp.
2 Nom. Moz. Migliore e a. n. 1-145 422 378 44 190 35 343 42 Resp.
3 Nom. Moz. Fiano e a. n. 1-148 431 407 24 204 366 41 41 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.