XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 42 di giovedì 27 giugno 2013

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 10.

  RICCARDO FRACCARO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Baretta, Berretta, Bressa, Brunetta, Carrozza, Cirielli, D'Alia, Dambruoso, Damiano, Dellai, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Gitti, Legnini, Leone, Lorenzin, Melilla, Merlo, Migliore, Pisicchio, Realacci, Santelli, Speranza, Toninelli e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 10,07).

  WALTER VERINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  WALTER VERINI. Signor Presidente, intervengo soltanto per un minuto perché credo sia giusto che anche in questa sede, oggi, si ricordi che trentatré anni fa, il 27 giugno 1980, sui cieli sopra Ustica un aereo, un DC9 Itavia, venne abbattuto e 81 persone morirono. Trentatré anni caratterizzati non solo da dolore e tenacia dei familiari – guidati da Daria Bonfietti, che è stata anche nostra collega – ma anche da continui depistaggi e opacità. Proprio in questi giorni organi di informazione hanno anche ricordato le connessioni inquietanti tra quella strage, rimasta ancora formalmente oscura, e altri gravissimi inquietanti episodi, altre stragi, come quella che avvenne a Ramstein, dove morirono anche piloti italiani.
  Insomma, credo che sia giusto non solo rendere omaggio a quelle persone, ma credo che oggi sia giusto ribadire la necessità che il Governo italiano faccia di tutto, ancora oggi – poiché i Paesi europei hanno comunque iniziato, grazie anche ad alcuni passi compiuti, a collaborare per rispondere alle rogatorie chieste, come la Francia ad esempio – affinché questa collaborazione avvenga. Infatti, si sa che quella sera su quei cieli ci fu un'azione di guerra, ma si deve anche sapere, per verità e giustizia, da chi quell'azione di guerra fu comandata e guidata, perché si pensava che su quei cieli vi fosse un aereo, probabilmente, che aveva a bordo l'ex dittatore libico Gheddafi.
  Un'ultima cosa: proprio questa mattina il Presidente della Repubblica Napolitano ha dichiarato in un messaggio alla senatrice Bonfietti il dovere di tutte le istituzioni di sostenere le indagini tuttora in corso per accertare responsabilità, nazionali e internazionali, rimaste coperte da Pag. 2inquietanti opacità e ombre, e ha concluso, anche sulla base della sentenza recente della Corte di cassazione, che in sede civile ha riconosciuto il risarcimento, ribadendo l'impegno delle istituzioni e di tutti i cittadini perché si onorino i principi di verità e giustizia. Ecco, le parole del Presidente Napolitano, ancora una volta, interpretano i sentimenti del popolo italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 10,10).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative volte a garantire gli incentivi all'autoimprenditorialità e all'autoimpiego – n. 2-00089)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Censore n. 2-00089, concernente iniziative volte a garantire gli incentivi all'autoimprenditorialità e all'autoimpiego (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo all'onorevole Censore se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  BRUNO CENSORE. Signor Presidente, mi sia consentito di dire preliminarmente che con l'interpellanza intendo innanzitutto dare voce a chi spesso non ha voce. Dico questo, signor Presidente e onorevoli colleghi, perché sono convinto di interpretare il pensiero di moltissimi disoccupati e di migliaia di giovani ancora in cerca di prima occupazione. Per questo, signor Presidente, auspico che principalmente a loro possa fornire risposte esaustive e rassicuranti l'autorevole rappresentante del Governo.
  Mi sia permesso, altresì, di ricordare un recente accurato appello che il Capo dello Stato ha rivolto a tutti noi: bisogna restituire centralità al lavoro, tema su cui – ha ricordato Giorgio Napolitano – abbiamo il dovere politico e morale di concentrarci.
  Riassumo, quindi, il senso di questa interpellanza, in quanto la questione è molto chiara: è imperativo agire immediatamente per impedire che la mancata riattivazione della dotazione finanziaria per le linee di finanziamento, di cui al decreto legislativo n. 185 del 2000, possa avere un impatto ancora più negativo sulle prospettive dei giovani e dei disoccupati. In questo momento di crisi diffusa e di grande difficoltà soprattutto per i giovani, sarebbe miope, infatti, non incentivare l'ampliamento della base produttiva ed occupazionale, in particolar modo, nelle aree economicamente svantaggiate del Paese.
  Il decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, in attuazione dell'articolo 45, comma 1, della legge 17 maggio 1999, n. 144, ha previsto incentivi all'autoimprenditorialità e all'autoimpiego, attraverso contributi a fondo perduto e mutui agevolati. Tali disposizioni erano dirette a favorire la creazione e lo sviluppo dell'imprenditorialità, anche in forma cooperativa; a promuovere la formazione professionale degli imprenditori; ad agevolare l'accesso al credito per le imprese a conduzione o a prevalente partecipazione giovanile; a favorire la creazione e lo sviluppo dell'impresa sociale; a promuovere l'imprenditorialità e la professionalità dei soggetti svantaggiati; a favorire lo sviluppo di nuova imprenditorialità in agricoltura; a promuovere l'imprenditorialità e la professionalità degli agricoltori; ad agevolare l'accesso al credito per i nuovi imprenditori agricoli e per le imprese sociali, di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b), della legge 8 novembre 1991, n. 381.
  Tali agevolazioni sono state gestite da Invitalia (Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa), che agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo. I risultati sono notevoli: da dati aggiornati al 2011, risultano 102.296 iniziative Pag. 3finanziate, con 172.306 nuovi occupati grazie, appunto, alle misure agevolative per l'autoimpiego.
  Dal 26 aprile scorso, però, per esaurimento delle risorse finanziarie, non è possibile presentare nuove domande di ammissione alle agevolazioni di Invitalia. Un vero e proprio paradosso, considerato che le linee di finanziamento, di cui al decreto legislativo n. 185, costituivano il principale strumento di sostegno alla realizzazione e all'avvio di piccole attività imprenditoriali da parte di disoccupati o persone in cerca di prima occupazione. Infatti, ai sensi dell'articolo 2, comma 3, del decreto legislativo n. 123 del 1998, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, con comunicato apparso sulla Gazzetta Ufficiale n. 96, ha reso noto l'avvenuto esaurimento delle risorse finanziarie disponibili, concernenti gli incentivi in materia di autoimprenditorialità ed autoimpiego previste rispettivamente dal titolo I e II del decreto legislativo n. 185 del 2000. Con l'esaurimento di fondi di Invitalia e con il mancato rifinanziamento delle erogazioni, in una situazione occupazionale critica, diventa ancor più difficile attenuare la crisi occupazionale e la costituzione di piccoli comparti imprenditoriali, che, poi, costituiscono l'ossatura del sistema economico italiano, con forti ricadute sul PIL.
  Signor Presidente, onorevoli colleghi, è evidente, dunque, la necessità di rifinanziare una delle poche leggi che consentono, in Italia, di sostenere con soldi pubblici l'avvio di nuove iniziative imprenditoriali.
  È indispensabile, dopo la battuta d'arresto degli ultimi mesi, dovuta all'esaurimento dei vecchi fondi, incentivare l'avvio di nuove attività imprenditoriali, soprattutto in un contesto storico in cui, secondo i dati ISTAT, il tasso di disoccupazione è balzato al 12 per cento, mai così male dal 1977, e la percentuale dei senza lavoro tra i quindici e i ventiquattro anni è pari al 41,9 per cento, il massimo storico in assoluto. Ecco perché, insomma, chiedo al Governo di sapere se non reputi opportuno riattivare tempestivamente la dotazione finanziaria per le linee di finanziamento di cui al decreto legislativo n. 185 del 2000.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Claudio De Vincenti, ha facoltà di rispondere.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, condividiamo con gli onorevoli interpellanti la valutazione positiva dell'efficacia del decreto legislativo n. 185 del 2000 nel contrastare la disoccupazione giovanile e accompagnare percorsi di start up d'impresa qualificati e qualificanti.
  Proprio per questo negli ultimi anni è stata attivata e costantemente incrementata, nell'ambito dei programmi operativi, una dotazione finanziaria ad hoc. Alcuni provvedimenti li ha già ricordati l'onorevole interpellante, ricordo rapidamente: l'assegnazione di 150 milioni di euro, già dal decreto direttoriale del Mise del 30 luglio 2009, a valere sulle risorse liberate dal programma operativo nazionale «Sviluppo imprenditoriale locale»; l'allocazione, nell'ambito dei «progetti I fase», di quasi 84 milioni di euro a valere sulle risorse del PON Ricerca & Competitività 2007-2013, per effetto di una convenzione firmata il 5 ottobre 2010 tra Invitalia e il Mise, Ministero dello sviluppo economico; il cofinanziamento, per un importo superiore a 54 milioni di euro nell'ambito del Poin, Programma operativo interregionale «Attrattori culturali, naturali e turismo», di iniziative già agevolate proprio dal decreto legislativo n. 185 del 2000, a seguito della convenzione conclusa tra Invitalia e il Ministero dello sviluppo economico, il 31 gennaio 2012; un'ulteriore assegnazione di risorse, perfezionata tramite il decreto direttoriale del Ministero dello sviluppo economico del 7 gennaio scorso, per complessivi altri 90 milioni di euro, di cui 40 milioni di euro a valere sulle risorse del PON Ricerca & Competitività e 50 milioni di euro sul Piano di azione e coesione; infine, con la delibera CIPE n. 36 del 23 marzo 2012, al fine di garantire l'operatività Pag. 4delle misure agevolative di cui al decreto legislativo n. 185 del 2000, titoli I e II, è stata disposta un'assegnazione di 60 milioni di euro a favore di Invitalia, con oneri a carico del Fondo sviluppo e coesione.
  Vengo al punto chiave dell'interpellanza, laddove l'onorevole Censore e gli altri interpellanti segnalano come Invitalia abbia reso noto l'avvenuto esaurimento delle risorse finanziarie disponibili per gli interventi previsti dal decreto legislativo n. 185 del 2000 e chiedono, quindi, cosa intenda fare il Governo.
  Nell'ambito di una nuova rimodulazione del PON Ricerca & Competitività, cofinanziato dai fondi strutturali, alle misure in favore dell'imprenditorialità giovanile di cui al decreto legislativo n. 185 del 2000 sarà destinato un importo aggiuntivo pari a 75 milioni di euro. Ulteriori cento milioni di euro saranno destinati a questa misura nell'ambito della riprogrammazione dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali, in fase di avvio in questi giorni.
  Quindi, intendiamo rifinanziare gli interventi previsti dal decreto legislativo n. 185 del 2000 e aumentare e incrementare la dotazione a disposizione del programma, fronteggiando, quindi, l'avvenuto esaurimento dei fondi con nuovi fondi, proprio perché il giudizio che diamo sull'efficacia del decreto legislativo n. 185 del 2000 è un giudizio estremamente positivo, esattamente come quello formulato dall'onorevole Censore e dagli altri interpellanti.

  PRESIDENTE. L'onorevole Censore ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  BRUNO CENSORE. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la puntualità, per l'esposizione e anche per il merito delle questioni. Mi ritengo soddisfatto, perché è una risposta importante, una risposta positiva, che consentirà a tantissimi giovani del Mezzogiorno di poter coronare un sogno, di poter avviare una propria attività, contribuendo così ad alleviare il problema della disoccupazione e anche a dare un segnale positivo attraverso questo rifinanziamento a un'area come il Mezzogiorno che da tempo aspetta segnali importanti per il suo rilancio, per il suo sviluppo.
  Io ritengo che, attraverso questo rifinanziamento, il Governo Letta abbia mantenuto gli impegni che ha preso il giorno della fiducia qui davanti ai rappresentanti del popolo italiano e penso che questo sia di buon auspicio non solo per il Mezzogiorno ma per tutto il Paese.

(Intendimenti del Governo in merito al rilancio dell'azienda Ansaldo Breda e alla riorganizzazione di Finmeccanica – n. 2-00096)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Epifani n. 2-00096, concernente intendimenti del Governo in merito al rilancio dell'azienda Ansaldo Breda e alla riorganizzazione di Finmeccanica (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo all'onorevole Bini se intenda illustrare l'interpellanza Epifani n. 2-00096 di cui è cofirmataria.

  CATERINA BINI. Signor Presidente, vorrei che su questo tema ci fosse un'attenzione da parte del Governo e anche dei colleghi presenti, per il fatto che questa, che per troppo tempo è stata considerata una realtà di alcune città italiane, di alcune regioni italiane, di alcuni territori, è diventata, e lo è sempre più, una questione nazionale. Credo non sia un caso se il primo firmatario di questa interpellanza è l'onorevole Epifani, che, oltre ad essere il presidente della Commissione attività produttive, è anche il segretario nazionale del nostro partito.
  È una questione nazionale perché ci sono vari temi. Non si tratta semplicemente del numero di occupati – che peraltro in quattro regioni contano 2.250 addetti senza considerare i numeri dell'indotto –, ma si tratta di una questione che interessa la politica industriale del Pag. 5Paese, una politica industriale nella quale da tempo speriamo si metta fino in fondo la testa.
  Crediamo che un settore come quello del trasporto ferroviario debba e possa a pieno titolo fare parte, anzi, vorrei dire di più, fare da traino per lo sviluppo dell'economia industriale, anche e soprattutto perché si tratta di una mobilità sostenibile, anche e soprattutto perché questo settore non è un settore in crisi, a differenza di altri. È un settore che cresce del 3,5 per cento all'anno nel mondo e in tutti i Paesi – penso soprattutto a quelli in via di sviluppo, ma anche in altri – si acquistano treni, metropolitane, tranvie, tutto quello che riguarda, appunto, la mobilità sostenibile del territorio. Noi abbiamo un'azienda importante, che ha una storia importante nel nostro territorio e non capiamo fino in fondo quanto e se ce ne vogliamo occupare.
  Ci sono vari temi all'interno di questa interpellanza, io parto dall'ultimo, ma più urgente. Recentemente abbiamo appreso della volontà di concludere la commessa Belgio-Olanda, di rescindere questa commessa importante, che creerebbe un ulteriore problema all'azienda Ansaldo Breda: questo è stato un attacco fortissimo da parte del Belgio e dell'Olanda.
  Addirittura in quei Paesi le trasmissioni sono state interrotte per mandare in onda la notizia che era stato deciso di interrompere questa commessa, prendendo in giro il nostro Paese e dicendo che in Italia si fanno buone soltanto le pizze e che quei treni non sono sicuri per i passeggeri, quindi creando un danno non semplicemente ad un'impresa, ma creando un danno anche all'immagine nazionale dell'Italia.
  Lo dico perché è evidente che non posso immaginare che i Governi belga e olandese non siano stati protagonisti in questa vicenda. Chiedo, quindi, se e come il Governo italiano stia seguendo questo aspetto, considerando che in questa vicenda, come dicevo, a repentaglio non c’è solo la nostra azienda: c’è un ente certificatore, che aveva garantito quei prodotti – un ente terzo –; c’è un'immagine del Paese, perché Ansaldo Breda sta attualmente costruendo l'ETR 1000, che, a detta di tutti, sarà il treno più veloce e più bello di tutta Europa. Quindi, evidentemente, se lasciamo che quest'immagine venga costruita in tal modo, rischiamo di provocare un danno molto più ampio di quello attuale.
  Nessuno vuole evidentemente sottacere che ci possano essere stati o che ci siano dei problemi tecnici sulla commessa, tant’è che operai Ansaldo Breda erano stati trasferiti in quei Paesi a seguire tali aspetti; è però anche abbastanza singolare che, rispetto a problemi tecnici, invece di cercare di risolverli, tutt'a un tratto si decida di rescindere un contratto.
  L'altra questione è quella più generale, che citavo in premessa. Pensiamo, riguardo al ruolo di Finmeccanica e, quindi, al ruolo della politica industriale del Paese, che il settore civile all'interno di Finmeccanica e che il settore ferroviario nella politica industriale del Paese possano avere un peso, oppure ci possiamo permettere il lusso di lasciare indietro un settore che potrebbe crescere ?
  Lo dico perché in questi anni, siccome il Governo detiene la golden share di Finmeccanica, abbiamo visto dare un sostegno all'azienda Ansaldo Breda, ma solo di natura economica: non c’è mai stata la sensazione che ci fosse la volontà di investire realmente e di credere davvero in questo settore. Lo abbiamo visto con l'avvicendarsi di management diversi, che cambiavano e che in qualche modo si scaricavano vicendevolmente le responsabilità. Non abbiamo mai visto la voglia di investire fino in fondo in un progetto di sviluppo del nostro Paese.
  Ci sono state recenti indiscrezioni – più che indiscrezioni, il presidente di Finmeccanica fece dichiarazioni a mezzo stampa (e anche questo credo sia uno stile abbastanza singolare) – circa la volontà di vendere Ansaldo Breda. Poi si è parlato di partnership e si sa che ci sono interessamenti da parte di Hitachi, di General Electric, però, lo leggiamo sempre sui giornali.Pag. 6
  Anche su questi temi vorremmo capire se il Governo se ne stia occupando, che cosa ritenga utile, se sia strategico per il Paese mantenere questo settore e se, soprattutto, ci deve essere comunque una maggioranza italiana anche in un'ipotesi di eventuale partnership, ovvero se quest'azienda deve rimanere soltanto l'officina di un'altra azienda europea o mondiale o se – poiché qui si progettano e si costruiscono ormai da tanti anni le nostre metropolitane e i nostri treni, che sono sparsi per tutto il mondo – riteniamo che, anche nel caso di una partnership, una parte importante, soprattutto il cervello e il motore dell'azienda, debbano rimanere comunque nel nostro Paese.
  Queste sono le principali questioni, anche perché attorno a quest'azienda ruota un indotto importante, un indotto fatto di tante piccole e medie imprese, che sono cresciute. Penso alla mia regione: Ansaldo Breda per Pistoia è come la FIAT per Torino. Siamo una piccola città, non solo in termini di occupati, ma anche di storia della città. C’è una rete di piccole e medie imprese intorno, che ha costruito il proprio lavoro, e in tutta la Toscana c’è un distretto ferroviario tecnologico che è stato istituito dalla regione proprio per dare l'idea che si riesce a costruire un treno, una metropolitana, dalla A alla Z; lo stesso può valere per la Campania o per altre regioni italiane.
  Crediamo sia un tessuto produttivo importante, crediamo sia un tessuto produttivo da non perdere, crediamo che possa dare un grande impulso allo sviluppo del Paese e per questo appunto interpelliamo il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Claudio De Vincenti, ha facoltà di rispondere.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo da tempo segue con attenzione le prospettive industriali di Finmeccanica e le problematiche di riorganizzazione del gruppo. Non riteniamo che nell'individuazione del core business del gruppo, nella focalizzazione del core business, che peraltro riteniamo essere necessaria, non ci sia spazio per il settore civile, che non riguarda solamente la vicenda di Ansaldo Breda – su cui poi interverrò –, ma riguarda una serie di settori connessi alle telecomunicazioni, all'elettronica, eccetera, che stanno all'interno dell'orizzonte strategico di Finmeccanica. Quindi, il primo problema su cui è impegnato il management di Finmeccanica – il Governo sta seguendo attentamente la costruzione del piano industriale – è il chiarimento sulla focalizzazione industriale di Finmeccanica; all'interno di questo chiarimento pensiamo che ci sia uno spazio per il settore civile.
  Vengo ad Ansaldo Breda: il Governo condivide la valutazione degli onorevoli interpellanti circa l'importanza del settore del materiale per il trasporto ferroviario, settore che cresce a livello internazionale, e al tempo stesso siamo consapevoli delle problematiche specifiche che riguardano Ansaldo Breda all'interno dello sviluppo del settore nel mercato mondiale. Sono tematiche che non riguardano la qualità del prodotto – come diceva prima l'onorevole Bini, la qualità dei treni (parte locomotore, parte carrozze, eccetera, insomma il materiale ferroviario e rotabile) è molto elevata ed è sicuramente all'avanguardia in Europa e nel mondo –, ma i problemi principali che riguardano Ansaldo Breda sono legati alla competitività di costo, il che ha reso negli ultimi anni problematico per Ansaldo Breda aggiudicarsi alcune importanti gare, per esempio nello scenario europeo. Questo significa che Ansaldo Breda in questo momento vive anche un problema, legato proprio alla competitività di costo, di carico di lavoro sui suoi stabilimenti, poiché abbiamo una sottoutilizzazione degli impianti di Ansaldo Breda.
  Quindi, due sono le tematiche fondamentali da affrontare: per un verso, c’è il problema di una riorganizzazione dell'azienda che consenta un aumento di produttività e una maggiore competitività di costo; il secondo problema è il posizionamento Pag. 7sul mercato di Ansaldo Breda. Qui noi siamo convinti che ci sia bisogno di lavorare su una partnership internazionale che consenta ad Ansaldo Breda di collocarsi all'interno di un sistema in grado di stare sull'insieme dei mercati mondiali e di garantire il posizionamento di Ansaldo Breda sui mercati.
  In questa direzione stiamo seguendo le azioni del management di Finmeccanica circa l'individuazione di un partner forte e credibile, che dia un futuro ad Ansaldo Breda. Le stiamo seguendo esattamente con l'ottica che diceva l'onorevole Bini, cioè per noi è essenziale che Ansaldo Breda mantenga capacità direzionale di ricerca, sviluppo e produttiva e che, quindi, nel nostro Paese sia salvaguardata la capacità di quest'azienda chiave di essere protagonista sui mercati internazionali.
  È in questa direzione che lavoriamo nel seguire l'attività del management nell'individuazione di un partner credibile, sapendo – lo ripeto – che a fianco di questa operazione c’è, comunque, la necessità strategica di una riorganizzazione del gruppo, cioè la necessità di guadagnare competitività sui mercati internazionali.
  Veniamo alla vicenda Belgio-Olanda, citata al termine dell'interpellanza urgente. Naturalmente, stiamo seguendo, come Governo, in prima persona questa vicenda e stiamo anche attivando tutti i nostri canali diplomatici e politici per sostenere l'azione di Ansaldo Breda, azione che consiste essenzialmente nel chiarire, con gli interlocutori belgi e olandesi, che non c’è alcuna défaillance né sul piano tecnico, né dal punto di vista del rispetto delle clausole commerciali. L'azione dell'azienda è rivolta a recuperare un rapporto contrattuale normale con ambedue gli interlocutori.
  In quest'azione, che, quindi, si basa su una conoscenza dei fatti ben più articolata di quella giustamente denunciata, nella sua superficialità, dall'onorevole Bini quando ha citato, per esempio, gli interventi televisivi, e così via, l'azienda è fortemente supportata dal Governo italiano e abbiamo motivo di pensare che questa vicenda possa essere recuperata a una normale dialettica contrattuale, che vanifichi qualsiasi motivazione diversa da quella puramente commerciale e che, naturalmente, lede l'immagine non solo di Ansaldo Breda ma, come diceva l'onorevole Bini, anche del nostro Paese.
  Abbiamo ragione di pensare che ci siano spazi per recuperare la situazione e la normalità contrattuale e, quindi, di evitare che vengano meno le commesse in questione. L'azione è in corso in questo momento e, quindi, naturalmente non possiamo essere certi del risultato, però l'impegno del Governo è molto forte a supporto dell'azienda.

  PRESIDENTE. L'onorevole Impegno ha facoltà di replicare all'interpellanza Epifani n. 2-00096, di cui è cofirmatario.

  LEONARDO IMPEGNO. Signor Presidente, grazie signor sottosegretario, come lei ha testé illustrato, noi abbiamo posto alcune questioni di carattere generale, a mio giudizio, che non ripeterò perché, opportunamente e in maniera esaustiva, esposte in quest'Aula dall'onorevole Bini.
  Quindi, sui primi due punti di carattere generale, in particolare sulla necessaria riorganizzazione di Finmeccanica e sul fatto che, però, tale riorganizzazione sia legata ad Ansaldo Breda, forse riteniamo che sia necessario un approfondimento. Non pensiamo oggi di esaurire complessivamente il tema della riorganizzazione di Finmeccanica, rendendoci, appunto, conto che i temi della competitività e dell'aumento della produttività sono i fattori principali attraverso i quali si possa affrontare il tema complessivo di sviluppo e di crescita del sistema ferroviario.
  A tale proposito, forse sarà utile che in Commissione, sia con Finmeccanica sia con il Governo, su questo tema si facciano degli approfondimenti.
  Abbiamo posto, invece, con forza, la questione – l'ha posta l'onorevole Bini – di fare maggiore chiarezza sul fatto se il settore civile sia considerato o meno strategico per il nostro Paese e per il Governo. La sua risposta è stata: stiamo focalizzando e vi è spazio per il settore civile.Pag. 8
  Su questo, forse, noi pensiamo che vadano usati termini più spinti. Noi pensiamo che il settore civile sia strategico e lo è non solo per la tutela dei lavoratori, che sono, come ha detto l'onorevole Bini, compreso l'indotto, più di 3 mila persone, ma perché pensiamo che attraverso l'indagine di mercato – veniva ripetuto – il settore cresce del 3,5 per cento a livello mondiale.
  In quest'Aula il Governo ha affermato – anche il Presidente Letta lo ha detto – che bisogna premere l'acceleratore sul sistema industriale e quale migliore occasione, se non quella di rafforzare il settore dei trasporti e, in particolare, le nostre eccellenze, che si trovano, nel caso specifico, in Campania e in Toscana ?
  Poi, le abbiamo posto una questione specifica, che è la vicenda del contratto, sulla quale ci rendiamo conto essere in corso una trattativa. Qui non ci resta che dire: il Governo consideri l'intero Parlamento intorno a sé su questa vicenda. È l'intero Parlamento che spinge il Governo affinché si risolva una questione da un punto di vista contrattuale.
  A tale proposito, abbiamo considerato molto positive le parole del Presidente Letta, perché, ripeto, vi sia una soluzione tecnica, e non politica, tra Ansaldo Breda e le ferrovie di Belgio e Olanda, che hanno cancellato, purtroppo, l'ordine per l'acquisto dei treni ad alta velocità. Infatti, siamo preoccupati che la vicenda possa assumere un rilievo ancora più pesante rispetto alla rescissione del contratto stesso. Su questo, signor sottosegretario, bisogna fare presto. Forse abbiamo spinto all'inizio, ma, ad oggi, non abbiamo notizie sul rapporto che vi è tra il nostro Paese e gli altri due Paesi, perché è in discussione il made in Italy.
  Mentre noi usiamo il fioretto, siamo attenti, misuriamo le parole, dalle altre parti mettono in discussione il made in Italy e la nostra grande capacità tecnologica di produrre mezzi di alta qualità. Quindi, noi continueremo a giocare di fioretto, ma fino a un certo punto, perché anche noi siamo convinti che l'azienda possa dimostrare la bontà dei suoi prodotti – già lo ha fatto e lo faremo ancora – visto che, secondo Ansaldo Breda, i guasti verificatisi in gennaio su alcuni mezzi, a poche settimane dall'entrata in funzione, sono da imputare soltanto a un utilizzo sbagliato e non a problemi di progettazione e produzione.
  Si tratta di tesi di parte, ovviamente, ma a ciò si aggiunge che il treno in questione ha già ottenuto tutte le certificazioni internazionali per la messa in esercizio e che le autorizzazioni per la sua messa in esercizio sono state rilasciate in conformità alle regole e alle certificazioni previste dalla normativa, tra l'altro da agenzie completamente indipendenti.
  Quindi, crediamo che le reazioni di Belgio e Olanda siano, francamente, eccessive, come ha detto il presidente Rossi, e, forse, pretestuose. Ma noi siamo nel solco del dialogo che ha instaurato il Presidente Letta con il Presidente belga, e quindi ci riteniamo parzialmente soddisfatti della sua risposta in Aula per quanto riguarda la terza vicenda del contratto; quindi, senta vicino a lei l'interno Governo e l'intero Parlamento.
  Sulle altre due questioni, un po’ più strategiche, sui trasporti, crediamo che sia necessario un ulteriore confronto e un approfondimento con il Parlamento, magari nelle Commissioni competenti, perché vi è un tema enorme – ho concluso, signor Presidente – che riguarda le infrastrutture, che procedono, e i mezzi, che sono vecchi, alcuni dei quali degli anni Settanta e degli anni Ottanta.
  Penso – l'unica citazione; me ne scuseranno i miei colleghi – a Napoli, dove c’è una metropolitana straordinaria, ma non solo non ci sono i treni, ma non sono stati nemmeno ordinati e non sono stati ordinati in una regione nella quale abbiamo, non solo Ansaldo Breda, ma Ansaldo Sistemi e altre aziende a Caserta che sono una vera eccellenza. Insomma, in sintesi, c’è un mercato interno molto forte e c’è un mercato estero molto forte, abbiamo le eccellenza, mettiamoci a lavorare. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 9

(Iniziative volte ad una rimodulazione dei diversi trattamenti pensionistici, anche alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale sui contributi di solidarietà a carico delle pensioni di importo più elevato, al fine di evitare gravi disuguaglianze sostanziali – n. 2-00098)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Giorgis n. 2-00098, concernente iniziative volte ad una rimodulazione dei diversi trattamenti pensionistici, anche alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale sui contributi di solidarietà a carico delle pensioni di importo più elevato, al fine di evitare gravi disuguaglianze sostanziali (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo all'onorevole Giorgis se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  ANDREA GIORGIS. Signor Presidente, questa interpellanza pone in sostanza al Governo una questione di carattere generale, muovendo da due decisioni della Corte costituzionale che sono state ampiamente commentate e che hanno aperto, non soltanto in dottrina, ma anche nell'opinione pubblica, un acceso dibattito. Le ricordo brevemente. Da ultimo la sentenza n. 116 del 2013 con la quale è stato dichiarato incostituzionale il contributo di solidarietà che era stato predisposto nei confronti delle pensioni aventi un importo particolarmente significativo. Dice la Corte costituzionale: è illegittimo chiedere un contributo di solidarietà ai soli redditi da pensione, perché in questo modo si discrimina il reddito dei pensionati e quindi la posizione giuridica dei pensionati rispetto alla posizione giuridica di tutti gli altri cittadini che percepiscono redditi di importo sostanzialmente analogo. Con argomenti simili la Corte aveva, già nel 2012, dichiarato incostituzionale il contributo di solidarietà che era stato previsto nei confronti dei soli dipendenti pubblici. Anche in quel caso la Corte disse: è incostituzionale chiedere un sacrificio economico ad una sola categoria di cittadini.
  Ora, la ragione dell'interpellanza potrebbe essere riassunta in questi termini: la Corte ha dichiarato l'illegittimità di queste misure in nome del principio di uguaglianza perché, dice la Corte, occorre che i sacrifici siano ripartiti tra tutti i cittadini maniera uguale e soprattutto in maniera progressiva e ciò avrebbe consentito – queste sono sempre le parole della Corte, se, ovviamente, fosse così stato disposto, cioè fosse stato disposto un contributo di carattere universale – un risultato di bilancio ben più favorevole allo Stato, specie in un momento di particolare crisi economica. Insomma, la Corte dice che il legislatore deve rispettare di più il principio di uguaglianza e proprio perché deve rispettarlo di più, la Corte dichiara illegittime misure volte a reperire risorse e misure che si dirigono soltanto ad una platea ristretta. La Corte in sostanza presuppone – qui arrivo al punto della domanda – che, dopo le decisioni, ci sia un intervento normativo da parte del legislatore. Lo dà quasi per scontato. Perché ? Perché se non ci fosse un intervento legislativo che dia seguito alle decisioni, queste due decisioni, anziché produrre una situazione di maggiore uguaglianza nel Paese, avrebbero l'effetto di vanificare misure di solidarietà che, in fin dei conti, chiedevano un sacrificio ai redditi più consistenti, chiedevano un sacrificio alla popolazione più abbiente.
  Allora noi vorremmo sapere se il Governo ha in mente di rimediare a un effetto paradossale di queste sentenze e, quindi, se ha intenzione di dare seguito a quella che è la motivazione di queste due pronunce, ipotizzando contributi di solidarietà di carattere universale e, quindi, superando le ragioni di illegittimità così come la Corte suggerisce di superarle. Insisto: l'illegittimità dei contributi di solidarietà non sta nell'aver chiesto un contributo alle pensioni dei cittadini più abbienti, alle pensioni di importo più consistente, né nell'aver chiesto un contributo di solidarietà ai redditi dei dipendenti pubblici più abbienti. Non sta in questo l'illegittimità. L'illegittimità sta nel non averlo chiesto anche gli altri. Non è illegittimo Pag. 10il contributo di solidarietà, nella parte in cui chiede un sacrificio in un momento di particolare difficoltà economica, è illegittimo nella parte in cui non lo chiede anche ad altri.
  Allora – la Corte lo dice in maniera molto esplicita – queste due pronunce presuppongono un rapido intervento legislativo. E lo presuppongono sia dal punto di vista dell'estensione di questo sacrificio all'intero corpo dei cittadini che dispongono delle risorse per sopportare il sacrificio, sia – e questo è il secondo punto dell'interpellanza – intervenendo per rimodulare i diversi trattamenti pensionistici e per rimodulare quella che è la capacità economica dei cittadini italiani, perché – dice sempre la Corte – c’è, nel nostro Paese, un formidabile problema di disuguaglianza.
  Quindi, l'invito che la Corte fa al Parlamento è duplice: da un lato, se si deve intervenire in maniera eccezionale e urgente bisogna farlo estendendo il sacrificio all'intera platea dei cittadini che possono permettersi di sopportare il sacrificio, dall'altro, è necessario che ci sia un intervento per rimodulare e ridurre le disuguaglianze retributive che ci sono sia nel comparto pubblico sia nel comparto privato, ma soprattutto nel settore cosiddetto «pensionistico». La Corte su questo è molto chiara e noi crediamo che in un momento di particolare difficoltà economica per il nostro Paese, in un momento nel quale è particolarmente urgente reperire le risorse per rilanciare l'economia, per evitare un incremento delle imposte indirette, per assicurare servizi essenziali ai cittadini, intervenire come la Corte suggerisce sia particolarmente importante.
  Ecco perché vorremmo conoscere quali sono gli intendimenti del Governo e come, quindi, il Governo intenda porre rimedio, da un lato, al problema della disuguaglianza, dall'altro, alla necessità di reperire le risorse necessarie a garantire la fruizione di servizi essenziali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Carlo Dell'Aringa, ha facoltà di rispondere.

  CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Grazie signor Presidente e grazie all'onorevole Giorgis e agli altri interpellanti, per aver sollevato una questione di grande importanza. Io ho una relazione scritta, che consegno, di cui leggerò alcune parti; ma vorrei anche soffermarmi più in generale sul problema che è stato sollevato, con alcune riflessioni che ho svolto nel breve lasso di tempo che ho avuto a disposizione per raccogliere un po’...

  PRESIDENTE. Signor sottosegretario, scusi se la interrompo. Lei può consegnare la relazione brevi manu all'onorevole Giorgis, ma non la può lasciare agli atti perché nella fase delle interpellanze urgenti non è previsto questo.

  CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Benissimo. Leggerò alcune parti di questa relazione che lascerò agli interpellanti e farò alcune considerazioni di carattere più generale.
  Ora, sono stati ricordati i fatti nell'interpellanza, ancora più ricca nel ricordare le varie bocciature che la Corte costituzionale ha decretato in relazione a iniziative governative tese a ridurre le pensioni troppo elevate o gli stipendi troppo elevati dei pubblici dipendenti, sulla base di una considerazione di uguaglianza.
  La Corte costituzionale ha usato proprio lo stesso criterio dell'uguaglianza per bocciare misure che, di per sé, invece, erano dirette a ridurre le disuguaglianze e, quindi, a creare maggiore uguaglianza. Ma chiaramente si trattava di misure limitate, circoscritte ad alcune componenti di reddito, di pensioni del nostro Paese e, quindi, in quanto discriminanti, rischiavano di andare contro quel principio di uguaglianza che, invece, le misure e le proposte dai Governi volevano attuare.
  Ora ricordo che, per quanto riguarda gli interventi sulle pensioni per cercare di Pag. 11ridurre il grado di disuguaglianza esistente, quest'ultima è dovuta in parte a quel metodo retributivo che è stato seguito per molto tempo. Ricordo che il passaggio ad un sistema contributivo dovrebbe, nel corso del tempo, ridurre questo fenomeno, ma certamente in un tempo lungo e che, quindi, non risolve il problema di intervenire anche in tempi più brevi.
  Però alcuni provvedimenti sono stati adottati e non sono stati bocciati e, quindi magari altri potranno essere individuati per cercare di non incorrere nelle bocciature della Corte costituzionale. Ricordo il contributo di solidarietà posto a carico degli iscritti e dei pensionati dei fondi confluiti nell'assicurazione generale obbligatoria del Fondo volo, che è un caso limitato, ma che sta a indicare che qualcosa si è potuto fare senza andare incontro alla bocciatura della Corte costituzionale. E poi ricordo anche il blocco delle perequazioni automatiche per le pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo stabilito ogni anno: anche questa è una misura di perequazione e riduzione delle diseguaglianze, anche se non certamente dell'intensità di quella che, invece, c'era nelle misure governative che sono andate incontro alle bocciature della Corte costituzionale. Quindi senz'altro il Governo si impegnerà a trovare altre strade che cerchino di contemperare queste due diverse esigenze: le esigenze di creare più uguaglianza nel Paese perché tutti ci rendiamo conto che, accanto alla crisi economica, alla crisi occupazionale c’è questo problema di disuguaglianza dei redditi e della ricchezza nel Paese, cercando anche di intervenire nel campo, sia pur limitato, delle pensioni, all'interno delle quali ci sono forti sperequazioni.
  Quindi il Governo cercherà senz'altro di vedere quali strumenti adottare per non andare incontro a quel pericolo di discriminazione di cui parla la Corte costituzionale, ma non c’è dubbio che l'approccio ad una maggiore uguaglianza nel nostro Paese vada individuata nello strumento più generale della struttura del fisco, del prelievo fiscale. Qui, nell'interpellanza urgente, si accenna al fatto che non si può ridurre il tutto all'aumento delle imposte indirette, perché le imposte indirette hanno di per sé una natura regressiva nei confronti dei redditi della popolazione e, infatti, è quello che si sta tentando di fare col posticipo del pagamento dell'IVA ed eventualmente con la soppressione di questo aumento; ed è quello che si sta tentando, sia pure in mezzo a difficoltà e confronti anche all'interno del Governo, rimodulando l'IMU in modo tale che, anche la sua rimodulazione risponda a dei criteri di redistribuzione del reddito a favore di coloro che hanno reddito o ricchezza bassa. E lo stesso si cercherà di fare nel seguito di queste operazioni che riguarderanno anche altre imposte. Quindi penso che questa sia una preoccupazione fondamentale che il Governo ha fatto propria e che riguarda un po’ tutta la rimodulazione del prelievo fiscale. Non c’è dubbio che una forte disuguaglianza nella distribuzione del reddito, oltre ad essere socialmente poco tollerabile, è stato uno dei fattori anche che ha contribuito al peggioramento della situazione economica, perché ha limitato le disponibilità di reddito di coloro che magari avevano anche più possibilità di spendere questo reddito. C’è stato un avvitamento di un problema sociale con un problema economico. E tutta l'attenzione che c’è in questo momento per quanto riguarda l'aspetto fiscale, è improntato non solo all'idea di creare occupazione e di far riprendere il Paese, ma anche di caratterizzare questi interventi con un senso di maggiore redistribuzione. Poi nell'interpellanza si accenna anche alla necessità di dare occupazione, di provvedere alla carenza di lavoro soprattutto dei giovani.
  È quello che si è tentato di fare con quest'ultimo decreto a contrasto della disoccupazione giovanile: anche lì si è cercato di trovare delle risorse, in modo tale che non pesassero sulle categorie più svantaggiate, ma che favorissero le categorie più svantaggiate, come quelle dei giovani con particolare debolezza nel mondo del lavoro.
  Ecco, io con questo non voglio dire che il problema debba essere visto solo al Pag. 12livello generale di ristrutturazione del prelievo fiscale e anche degli interventi a favore dell'occupazione, ma debba essere – e giustamente l'interpellanza va soprattutto in questo senso – visto anche all'interno del sistema pensionistico, perché noi abbiamo ereditato dal passato una diversità nella distribuzione dei livelli delle pensioni fra le varie categorie di lavoratori che certamente sono forti, cioè il grado di diseguaglianza all'interno dei livelli di pensione è un livello di disuguaglianza elevato. Qualche tentativo è stato fatto, limitato, e molti tentativi sono stati bocciati. Io garantisco che è preoccupazione del Governo di procedere nella strada di trovare, diciamo così, interventi che possano incidere su questa sperequazione all'interno della spesa pensionistica, ma senza andare contro un principio che non è solo della Corte costituzionale: io penso che sia un principio giusto che per rimediare ad un problema non se ne crei un altro e cioè che si discriminino in modo eccessivo redditi da pensione con redditi di altra natura, che anch'essi potrebbero essere molto elevati e che anche questi dovrebbero essere limitati.
  I redditi di altra natura nel settore privato: non ci sono strumenti per porre dei tetti agli stipendi, se non in casi particolari in cui si può intervenire, ma generalmente è molto complicato ed io ritengo che come al solito, come in tutti i Paesi, lo strumento del prelievo fiscale sia uno dei più adatti per dare al sistema quella progressività che sola può garantire una maggiore uguaglianza dei redditi.

  PRESIDENTE. L'onorevole Giorgis ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  ANDREA GIORGIS. Signor Presidente, io ho molto apprezzato il riconoscimento, da parte del Governo, di una situazione nella quale – cito le parole del sottosegretario – vi sono forti sperequazioni nel sistema pensionistico. Sentire, dalla voce del Governo in quest'Aula, una tale analisi della situazione e quindi una tale consapevolezza della situazione che caratterizza oggi il sistema pensionistico, a me fa molto piacere, perché significa che intanto un primo passo viene fatto: si riconosce l'esistenza di un problema, di un serio problema e, mi sembra di aver capito, non si leggono le sentenze della Corte, come pure qualcuno ha cercato di leggerle, come se fossero un impedimento a successivi interventi legislativi, ma al contrario le si legge, da parte del Governo, giustamente, come uno sprone ad una rapida ridefinizione e ad una rapida riconsiderazione dell'intero comparto delle retribuzioni e del sistema pensionistico.
  Voglio concludere solo con una sottolineatura, alla quale tengo molto, perché in una materia così complessa è sempre facile trovare argomenti ad effetto, che giustificano lo status quo e tendono a presentare come difficili e complicati interventi di maggiore redistribuzione. Cito un passo della recente sentenza, quella del 2013, della Corte Costituzionale, nella quale la Corte in qualche modo prefigura il rischio che qualcuno possa immaginare che non è possibile nessun tipo di differenziazione nell'ambito delle diverse capacità contributive, come se bisognasse per forza applicare in maniera assoluta il principio di universalità. Dice la Corte: «La giurisprudenza di questa Corte ha precisato che la Costituzione non impone affatto una tassazione fiscale uniforme, con criteri assolutamente identici e proporzionali per tutte le tipologie di imposizioni tributarie, ma esige invece un indefettibile raccordo con la capacità contributiva, in un quadro di sistema informato a criteri di progressività».
  Principio che il sottosegretario ha giustamente ricordato e che nel nostro Paese ahimè è in molti casi disatteso. «Come svolgimento ulteriore, nello specifico campo tributario, del principio di uguaglianza, collegato al compito di rimozione degli ostacoli economico-sociali che limitano di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini». Dunque, la discrezionalità che la Corte esplicitamente riconosce al Governo è ampia – e questo è l'unico limite che la discrezionalità del Governo incontra e il legislatore, insieme al Governo, incontra Pag. 13– purché questa discrezionalità sia esercitata al fine di ridurre le disuguaglianze e non al fine di incrementarle.
  E da questo punto di vista io concludo chiedendo al Governo di predisporre celermente un intervento strutturale, per certi aspetti simile a quello che stiamo per approvare, che preveda, per esempio, la proroga del blocco dell'indicizzazione dei contratti del pubblico impiego dopo aver poco tempo fa chiesto un sacrificio a coloro che percepiscono pensioni non certo di importo significativo. Allora, non fosse altro perché si è chiesto un sacrificio ai cittadini meno abbienti e si continua a chiedere un sacrificio a tutti coloro che non riescono a ricevere quei servizi che pure sono considerati essenziali, allora non fosse altro perché il sacrificio lo si è appena chiesto, credo che sia doveroso, con altrettanta celerità, intervenire e chiedere un sacrificio anche ai cittadini che hanno capacità economica più consistente e, al contempo, intervenire in maniera strutturale, cosa che è possibile senza immaginare degli approfondimenti e delle analisi particolarmente complesse e, soprattutto, senza incontrare alcun limite di carattere costituzionale ad un intervento che inizi fin da subito a chiedere, a coloro che percepiscono pensioni ragguardevoli, un sacrificio che duri nel tempo e che abbia il profilo, appunto, della strutturalità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative per garantire un equo livello tariffario sulle rotte marittime da e per la Sardegna – n. 2-00099)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Brunetta n. 2-00099, concernente iniziative per garantire un equo livello tariffario sulle rotte marittime da e per la Sardegna (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo all'onorevole Pili se intenda illustrare l'interpellanza di cui è cofirmatario o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  MAURO PILI. Signor Presidente, intendo illustrarla richiamando a quest'Aula e al Governo il significato di continuità territoriale marittima e, cioè, il ruolo e il compito dello Stato di rendere possibile il collegamento e la connessione tra due parti dello stesso Stato, dello stesso Paese, in condizioni eque, in pari condizioni, che consentano alla Sardegna e al resto del Paese di essere connesse alla pari delle condizioni, sia tariffarie che di qualità, del resto del Paese. Tutto questo oggi non è assolutamente possibile. Registriamo, si registra, hanno registrato anche le autorità competenti una discriminazione palese, evidente e grave sulle rotte da e per la Sardegna sul piano marittimo.
  Ma c’è un tema molto più rilevante che riguarda la complicità – uso una parola forse forte, ma, secondo me, anche inadeguata – la connivenza tra soggetti privati con parti pubbliche che hanno compromesso in questi anni il rispetto di quel diritto costituzionale sacrosanto della Sardegna di poter essere connessa, di poter essere collegata, di essere messa alla pari delle altre regioni italiane ed europee. Ed un elemento, quello della connivenza, che emerge in tutto il suo elevato grado di compromissione nella decisione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato che richiama in maniera puntuale e precisa tutto quello che è avvenuto nel momento in cui lo Stato ha deciso, per indicazione dell'Unione europea, ma anche per propria determinazione, di privatizzare la Tirrenia.
  In quel momento si è scelto di favorire una cordata di imprenditori che hanno poi davvero registrato e fatto registrare la creazione di un monopolio ancora più grave rispetto al cartello precedente, che aveva già di per sé condizionato in maniera negativa il trasporto della Sardegna, sia per quanto riguarda i passeggeri, che per quanto riguarda le merci.
  Voglio citare soltanto un dato, che è quello relativo al 2010 e al 2011, quando la Sardegna ha perso 1 milione e 100 mila passeggeri su alcune rotte, che sono quelle più importanti dello sviluppo turistico, ma non solo, anche quelle dei servizi che devono essere dati alla Sardegna: 1 milione e 100 mila passeggeri in meno con le Pag. 14compagnie marittime che hanno guadagnato in quell'anno 33,5 milioni di euro in più rispetto all'anno precedente degli aumenti.
  È evidente che vi è stata una speculazione di chi, da una parte, le compagnie marittime, si candidava all'acquisto di Tirrenia e, dall'altra, da parte di chi ha consentito, vedi la Tirrenia, di perpetrare un danno economico alla Sardegna di questa portata. È una speculazione di chi sapeva che non vi erano alternative. Tutte le compagnie marittime hanno operato in maniera tale che la Sardegna fosse isolata e che l'unico soggetto che potesse, in qualche modo, concorrere al suo completamento fossero quelle compagnie che speculavano e che sostanzialmente mettevano in campo un cartello devastante sul piano economico, sul piano sociale e anche sul piano della dignità costituzionale della Sardegna.
  33,5 milioni di euro in più che sono state inseriti nelle tariffe da e per la Sardegna, facendo perdere 1 milione e 100 mila passeggeri: questo dato deve far riflettere, perché non è pensabile che in questi anni il Governo e lo Stato non abbiano fatto un proprio autorevole intervento per porre fine a questo tipo di situazione.
  E aggiungo: è dovuta intervenire l'Autorità garante della concorrenza e del mercato per sancire che vi era e che vi è, tuttora, un cartello sul fronte del collegamento marittimo da e per la Sardegna, senza che niente sia stato ancora fatto. La ratio di questa interpellanza è appunto questa: noi dobbiamo chiedere a un Governo che si dice autorevole, di intervenire autorevolmente, non con congelamenti di sorta delle tariffe marittime merci e tanto meno con il blocco di quelle passeggeri. A noi non interessano né il congelamento, né la sospensione degli aumenti, ci interessa tornare alla tariffa del 2009, perché l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha detto che in quel momento si è verificata la speculazione e il compito di un Governo autorevole è quello di ripristinare le condizioni di legalità, di equità e di giustizia verso la Sardegna.
  E allora questo è il motivo di questa interpellanza. Noi sappiamo che, oltre all'autorevolezza politica e istituzionale di un Governo, ci sono anche le procedure amministrative, e sappiamo che quella Convenzione sottoscritta con la Cin Tirrenia un anno fa è portatrice di vizi di forma che diventano sostanza, per esempio quello relativa all'intesa con la regione Sardegna. Non vi è stata, dalle dichiarazioni rese anche dalla stessa regione, alcuna intesa, anche se qualche volta qualche esponente del Governo in questa stessa Aula ha sostenuto il contrario. Noi vogliamo che, in base a quella mancata intesa, venga cancellata quella procedura che ha portato a una Convenzione capestro, una Convenzione che scippa, che ruba, che porta via dalle casse dello Stato 72 milioni di euro all'anno senza dare alcuna risposta in termini di servizi e di riscontro tra il denaro speso e il servizio reso.
  È questo il tema, il secondo: i 72 milioni di euro, la procedura di infrazione dell'Unione europea, che riguarda gli anni passati per la gestione della Tirrenia. Dice sostanzialmente l'Unione europea: noi vi mettiamo sotto osservazione, anzi andiamo verso la condanna dello Stato italiano perché avete erogato milioni di euro senza verificare che uso reale venisse fatto di quei soldi. E oggi noi vi chiediamo – e io con questa interpellanza vi chiedo – di dirci come la Tirrenia oggi, che è diventata privata ma che utilizza sempre danaro pubblico... di capire come quei 72 milioni di euro vengano utilizzati. Infatti, il quesito e la domanda sono lecite, visto che la Tirrenia ha le stesse tariffe e sostanzialmente anche gli stessi oneri di altre compagnie marittime private che svolgono a un costo inferiore lo stesso servizio ma senza ricevere il denaro pubblico.
  Come è possibile che, da una parte, una società privatizzata che riceve denaro pubblico prende 72 milioni all'anno per otto anni e, dall'altra parte, una compagnia privata che non prende niente applica gli stessi prezzi o anche inferiori ? È evidente, che c’è qualcosa che non funziona. In una ridicola deposizione – fatemela chiamare Pag. 15così –, l'amministratore delegato della Tirrenia, l'altro ieri in Commissione, ha detto: «ma noi siamo passati da 100 milioni del 2009 a 72 milioni di oggi». Quella è l'affermazione che dimostra come il grasso che cola poteva essere tagliato e può ancora essere assolutamente tagliato ed eliminato. Un Governo autorevole, un Governo responsabile che sta attento alle procedure, va sino in fondo per capire come sono avvenuti i noleggi delle navi, con compagnie che prima facevano parte della compagine per l'acquisto di Tirrenia e che, poi, stranamente, sono uscite, ma il giorno stesso in cui sono uscite, hanno avuto un noleggio importante delle due navi che sono state messe nella flotta di Tirrenia.
  Tutti questi elementi sono indispensabili per conoscere qual è la posizione del Governo. Io so soltanto – perché in questa interpellanza è anche tracciata la strada – che occorre che quei 72 milioni di euro vengano assegnati alla continuità territoriale marittima per la Sardegna e che, in base a una gara internazionale, si possano affidare quei contributi a chi svolge il servizio con le tariffe più basse, con la frequenza più assidua e con la qualità delle navi più eccelsa. Solo così può esserci trasparenza, solo così possiamo rimettere a correre un servizio che diventa fondamentale. Non c’è niente da inventare: si chiama onere del servizio pubblico.
  Ed è la regola aurea che l'Unione europea ha tracciato nelle sue direttive nazionali ed europee, in cui dice sostanzialmente: bisogna calcolare il costo effettivo della realizzazione del trasporto, incrementare di un ragionevole utile d'impresa, che ha un range del 4-8 per cento e, conseguentemente, calcolare il prezzo e la tariffa. Se ci fosse necessità di una compensazione, quella compensazione deve essere motivata, deve essere giustificata e deve essere, soprattutto, misurata.
  Questo noi chiediamo in questa interpellanza, chiedendo al Governo di non trascinare oltremodo questa vicenda. La data del 17 di luglio comunicata l'altro ieri è semplicemente ridicola, perché noi sappiamo che vi è una stagione che, ormai, è avviata; c’è bisogno, anche se con un tardivo e davvero grave ritardo, di intervenire con il ripristino autorevole di quelle convenzioni del 2009 e, cioè, con il ridimensionamento di quelle tariffe. È un dato eloquente, non mi si citi il costo del carburante, perché chiunque cita il costo del carburante è connivente con le compagnie marittime ed è connivente con questo sistema. Perché l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha detto in maniera chiara che il carburante ha avuto un incremento del 39 per cento e, invece, quello delle tariffe è stato del 70. È evidente – dice l'Autorità garante della concorrenza e del mercato –, che non vi è alcuna proporzionalità tra l'aumento del carburante e quello delle tariffe.
  Quindi, è per questa ragione, che io chiedo al Governo, in questa autorevole sede, di dare una risposta sensata, una risposta autorevole, come si chiede ad un Governo politico che ha l'autorevolezza, appunto, di imporre alla Tirrenia – alla Cin, in questo caso – risposte immediate, non a stagione ormai conclusa, ma oggi che la Sardegna sta affrontando una delle sue più gravi crisi economiche e ha bisogno di risposte compiute, che possano dare quella risposta che la Sardegna e non solo, si aspetta.
  Abbiamo detto più volte che la tariffa unica del costo tra residenti e non residenti è una clausola di salvaguardia sostanziale. Non è pensabile che un cittadino di Roma o di Milano debba pagare per venire in Sardegna quattro volte tanto o cinque volte tanto quanto paga un residente. Potremmo essere contenti noi come sardi e, invece, non lo siamo, perché sappiamo che quel muro che vieta agli altri cittadini italiani di venire in Sardegna e che devono esibire un certificato di residenza è un'ingiustizia e una discriminazione intollerabile.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Erasmo D'Angelis, ha facoltà di rispondere.

  ERASMO D'ANGELIS, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Pag. 16Signor Presidente, onorevole Pili, deputati, l'interpellanza in esame e la foga dell'onorevole Pili hanno posto all'attenzione del Governo una questione che è all'attenzione del Governo, oggi, e non a fine stagione.
  È il tema, abbastanza delicato, delle politiche tariffarie delle compagnie dei servizi di trasporto marittimo, e il tema della continuità territoriale marittima della Sardegna; un problema vero, serio, che ha suscitato e suscita preoccupazioni nell'opinione pubblica, nell'utenza, oltre che, ovviamente, nel Parlamento e al Governo. Sono numerose le segnalazioni che ci sono pervenute sugli abnormi, li definiamo abnormi, aumenti tariffari da parte dei vettori marittimi sulle rotte sarde. Naturalmente, non stiamo soltanto seguendo la vicenda, ma stiamo intervenendo, abbiamo attivato canali per trovare le soluzioni possibili, quelle più soddisfacenti e quelle più a portata di mano e l'impegno del Governo, ve lo assicuro, è molto forte. L'obiettivo è di rendere il servizio sempre più efficace, efficiente, di qualità, con un costo che, in tempi di crisi, deve essere uno stimolo per tornare a viaggiare e per tornare in Sardegna per le attività economiche, per il trasporto merci. Infatti, è impensabile pagare quasi meno per andare in altri continenti che per andare in Sardegna, e ciò in un periodo in cui il turismo è sempre più un volano industriale, di benessere, di ricchezza. Questi sono concetti espressi, fin dall'inizio di questa vicenda, anche dal Ministro Lupi nei vari confronti che ha avuto con tutti i soggetti coinvolti, con il presidente della regione e, per ultimo, anche con l'amministratore delegato Ettore Morace della Compagnia Italiana di Navigazione. Noi ci siamo mossi con efficacia e con l'urgenza che merita questa vicenda perché, tra l'altro, la Sardegna per diversi motivi, lo sappiamo bene, è una priorità e ovviamente non si può compromettere la stagione estiva con aumenti davvero senza precedenti.
  Allora, molto concretamente, intanto, respingo, onorevole, qualsiasi allusione a connivenze; sgombriamo il campo da queste allusioni perché, davvero, se c’è una cosa certa di questo Governo è che si lavora nella massima trasparenza, nel rispetto delle leggi e delle convenzioni vigenti per la tutela dei consumatori e le assicuro che questo Governo è responsabile, autorevole ed è intervenuto, come dicevo prima, decisamente.
  Intanto ricordo, ed è importante ricordarlo, che se siamo arrivati alle decisioni delle sanzioni dell'Antitrust alle compagnie di navigazione accusate di aver fatto cartello ci siamo arrivati perché è stato il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a segnalare le anomalie affiancando le denunce delle associazioni dei consumatori con tanto di denuncia del 15 febbraio 2011. Lei lo sa bene, c’è stata una denuncia all'Autorità garante della concorrenza e del mercato per i seguiti di competenza; la medesima Autorità, dopo aver avviato una procedura di indagine molto accurata al riguardo, preso atto, anche, che il Governo si è sempre espresso contro ogni forma possibile di cartello o accordo tra operatori a danno della concorrenza e dell'utenza, il 14 giugno scorso ha contestato gli aumenti dei prezzi praticati da quattro società: la Moby, la GNV, la SNAV e Marinvest ed ha comminato a queste società una sanzione pari a circa 8 miliardi di euro. Ha fatto il suo mestiere, prendendo atto, intanto, della gravità di una situazione e dando ragione al Ministero.
  Evidenzio, però, e qui rispondo alla domanda dell'interpellante, che la Compagnia Italiana di Navigazione non è stata oggetto di alcuna sanzione da parte dell'Autorità per aumenti giudicati ingiustificati: il passaggio dalla Tirrenia a CIN, oltre che a quello della Commissione europea, è stato preventivamente sottoposto al vaglio della stessa Antitrust.
  Al riguardo, ricordo che intervenire sulle tariffe non fa scattare alcun automatismo: non è che il Governo chiede di ridurre le tariffe e le tariffe si riducono. Non c’è questo automatismo, purtroppo, e tutto è complicato perché le tariffe sono regolate e derivano da una convenzione Pag. 17sulla quale il Ministero intende intervenire, intendiamo intervenire, con una revisione migliorativa.
  Si tratta di una convenzione che prevede criteri stabiliti da una delibera CIPE, la n. 111 del 2007, emanata ai sensi di quanto è previsto all'articolo 1, commi 998 e 999, della legge finanziaria del 2007. La convenzione prevede un meccanismo tariffario basato sul limite di una tariffa massima fissata per ogni linea e tipologia ed ancorata a livelli tariffari validati dalle amministrazioni competenti.
  Allo stato attuale il meccanismo prevede che la tariffa, nell'ambito della tariffa massima, possa essere aggiornata in funzione della variazione dei prezzi di combustibile – come spiegava bene lei –, come stabilito e delineato in una clausola convenzionale. L'aumento tariffario, in caso di rialzo dei prezzi, potrebbe essere dunque evitato solo se venissero decise misure compensative in termini di revisione degli assetti nautici, fatto salvo l'equilibrio economico finanziario determinato secondo i criteri fissati dalla delibera CIPE.
  Pertanto, ad oggi, la Compagnia italiana di navigazione può definire le proprie tariffe nel limite massimo consentito in convenzione. Su questo, però, come dicevo, sulla convenzione, il Governo intende intervenire con approfondimenti, insieme alle Commissioni parlamentari competenti, tenendo presente e ferma l'esigenza di calmierare le tariffe.
  In merito, poi, alla richiesta degli interpellanti sul monitoraggio del livello tariffario, informo che il monitoraggio ovviamente è permanente, in atto, nel quadro e nelle forme previste. In base all'articolo 6, comma 2, della convenzione, la società, dalla decorrenza del regime convenzionale vigente sino ad oggi, ha presentato bimestralmente proposte di aggiornamento di tariffe massime secondo i criteri previsti e fissati in convenzione, ha ottemperato alla pubblicazione delle tariffe massime applicabili, anche in seguito agli aggiornamenti operati. Quindi, da questo punto di vista, la procedura è corretta.
  L'articolo 7, comma 1, della convenzione prevede poi il versamento – come spiegava lei –, da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, alla società di un corrispettivo pari a 72.685.642 euro per lo svolgimento dei servizi a partire dall'anno 2012 e per ciascuno degli anni della durata della convenzione. C’è una riduzione notevole dell'importo – bisogna prendere atto che, insomma, l'importo non è quello di un tempo – e, nonostante la sua riduzione – siamo passati da circa 100 milioni di euro a 72 –, la compagnia continua ad assicurare lo stesso numero di rotte effettuate dalla ex Tirrenia anche se, appunto, alla stipula della nuova convenzione, lo stanziamento si è decurtato di diversi milioni di euro.
  Modificare la convenzione, come spiegavo prima, non è possibile solo con un atto del Ministero. La legge 7 agosto 2012 n. 135, di conversione con modificazione del decreto-legge n. 95 del 2012, prevede, all'articolo 6, comma 19, che le convenzioni stipulate con i soggetti aggiudicatari dei compendi aziendali, i cui schemi sono stati approvati con decreto ministeriale MIT e MEF e che sono stati successivamente oggetto del bando di gara per la privatizzazione dei servizi marittimi, si intendano approvate ope legis e producano effetti a far data dalla sottoscrizione delle convenzioni stesse.
  Inoltre, la stessa norma prevede che ogni successiva modificazione o integrazione delle suddette convenzioni venga approvata con decreto del MIT con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentite le regioni interessate. Stiamo valutando con tutti questi soggetti i miglioramenti opportuni e le revisioni opportune.
  Da ultimo evidenzio che il Ministero ovviamente non solo continuerà a seguire da vicino la problematica, ma che già lo scorso 12 giugno, viste le richieste di operatori del trasporto merci sardo per aggravi nei costi dovuti agli incrementi tariffari operati da Tirrenia, ha organizzato un apposito incontro con le rappresentanze istituzionali e degli operatori economici dell'isola. Da tale riunione è scaturita la volontà delle parti di andare ad Pag. 18un confronto con Tirrenia, per verificare tutti gli aspetti, ed ovviamente quelli tariffari, nel quadro di una possibile modifica alla convenzione alla scadenza del primo anno di esecuzione.
  Il 25 giugno scorso, poi, presso gli uffici del Ministero, il Ministro Lupi ha incontrato il governatore della regione Sardegna e l'amministratore delegato della compagnia per un esame congiunto delle questioni sollevate, nell'ottica di garantire un servizio efficiente e tariffe eque, chiarendo la necessità di una revisione della convenzione. Nel corso dell'incontro, su proposta del Ministro Lupi, si è convenuto di congelare l'aumento tariffario a far data da ieri e fino al 17 luglio prossimo, nelle more dei necessari approfondimenti da parte del tavolo tecnico istituito al Ministero, già all'opera, di cui fanno parte i rappresentanti di regione, compagnia, MIT e MEF.
  È un primo importante passo in avanti, il massimo che oggi, con la convenzione data, possiamo fare. È quindi intenzione del Governo, ovviamente – e concludo – proseguire nel monitoraggio di questa vicenda, cercando la soluzione più positiva.

  PRESIDENTE. Signor sottosegretario, mi scusi: lei durante il suo intervento ha parlato, riguardo alle sanzioni, di 8 miliardi. Presumo che sia un lapsus. Siccome rimane a verbale, vorrei che lei mi confermasse che si tratta di 8 milioni. Sta bene.
  L'onorevole Pili ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interpellanza Brunetta n. 2-00099, di cui è cofirmatario.

  MAURO PILI. Signor Presidente, com’è ovvio non posso in alcun modo ritenermi soddisfatto, perché mi sarei atteso dal Governo in Aula una risposta più puntuale. Quanto al congelamento, parlarne con questo caldo appare davvero inopportuno, considerato che la stagione è ormai avviata e quindi non vi è più tempo per discutere sull'atteggiamento del Governo stesso rispetto alle convenzioni.
  Vorrei per un attimo tentare puntualmente di utilizzare il tempo a mia disposizione per ripercorrere alcuni passaggi. Quando il Governo assume l'onere di difesa di Tirrenia, affermando che Tirrenia non è coinvolta nell'azione dell'Autorità garante, dice una inesattezza; anzi, mi permetto di eccedere: dice una cosa non vera. Perché è agli atti dell'Aula, nel novembre 2010, la denuncia che in maniera bipartisan veniva presentata, secondo la quale la Tirrenia cancellava dalle prenotazioni per circa sei mesi la rotta tra Genova ed Olbia: guarda caso l'unica rotta che non ha subito alterazioni sul piano tariffario ! Veniva cancellata per sei mesi, con addotte ragioni tecniche dell'armatore, e consentiva in quel momento lo scatto dell'aumento tariffario da cartello che in maniera congiunta le altre compagnie marittime hanno perpetrato ai danni della Sardegna.
  Non solo quindi la Tirrenia non è escludibile dalla sanzione: la Tirrenia è l'artefice, è il progettista del cartello stesso ! Ne è diventata artefice nel momento in cui ha tardato sino a maggio inoltrato del 2011 l'immissione sulla navigazione della rotta Genova-Olbia: quella che ha determinato, a detta dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, il cartello.
  L'intervento deciso, quello che lei, onorevole sottosegretario, ha richiamato, non c’è stato. Con tutta la possibile accondiscendenza nei confronti anche di un Governo autorevole, mi sarei aspettato un intervento realmente deciso.
  Nel momento in cui, infatti, si dice e si afferma che vi è un monitoraggio permanente verrebbe da dirsi: ma perché non è cambiato assolutamente niente ? È possibile che la Tirrenia non abbia omesso nessun tipo di rendicontazione ? È possibile che sia sfuggito che il giorno stesso in cui è avvenuto il trapasso societario, in quelle stesse ore, due navi del gruppo Grimaldi, società uscita dalla compagine di acquisto di Tirrenia, venissero noleggiate senza poter dichiarare alcunché, così come è avvenuto in Commissione avantieri, quando l'amministratore delegato ha detto che sono cifre secretate, cioè ha vietato alla Commissione trasporti di conoscere il Pag. 19costo della convenzione e della partita che ha portato queste due navi al noleggio da parte di CIN ?
  È un dato emblematico che lascia intendere come CIN sia protagonista del cartello, oggi più che mai. Perché ne è protagonista ? Perché, da una parte, c’è la Moby Lines e, dall'altra, c’è la CIN, che sono la stessa cosa, sono gli stessi soggetti che hanno la stessa partecipazione; svolgendo loro un'azione convergente, ciò porta a dare una risposta automatica all'aumento del costo dei trasporti da e per la Sardegna.
  Le soluzioni sono a portata di mano, l'ha detto lei. Ma, se sono a portata di mano, bisogna perseguirle ora e non dopo; e non con la clausola secondo la quale la Tirrenia ha annunciato avantieri in maniera irriguardosa anche verso il Ministro che il congelamento avviene in funzione del possibile ridimensionamento dei servizi di collegamento da e per la Sardegna.
  Allora, credo che sia questo l'elemento cardine. È stato detto ed è scritto nel suo intervento – io mi permetto di sottolineare che probabilmente non è lei responsabile di quella nota – che è stato decurtato di 30 milioni il costo del trasferimento della convenzione alla Tirrenia passando da 100 a 72 milioni di euro. Anche qui, chi l'ha scritto ? A me interesserebbe sapere chi materialmente e chi personalmente ha scritto quella gravità, perché è vero, si è passati da 100 a 72 milioni di euro, ma è anche vero che la Tirrenia è stata venduta a CIN per 560 milioni, cioè vengono dati 560 milioni in contributi in 8 anni a fronte di 380 milioni di euro per i quali è stata venduta. Se si fa la sottrazione tra 560 milioni di euro e 380, quelli che devono essere pagati da CIN per l'acquisto, si ottengono 180 milioni di euro, e se calcoliamo i sei anni che restano, sono 30 milioni di euro l'anno. Quindi, non soltanto non c’è il decurtamento, c’è l'inganno che passa attraverso vie traverse e che porta appunto a quella cifra, in maniera rispettata, ma con costi che sono assolutamente inaccettabili.
  Perché non è accettabile il costo e la giustificazione sul piano del costo del carburante ? È semplice: le quotazioni del bunker nel 2010 si sono incrementate del 29 per cento rispetto all'anno precedente, nel 2011 tale valore è cresciuto fino al 39 per cento, tuttavia le tariffe, in modo più che proporzionale, si sono incrementate del 65 per cento, non tenendo conto del fatto che quel costo, quell'incremento del 29 e del 39 per cento incide sul 40-45 per cento del costo del servizio, quindi con un abbattimento notevole, oltre il 50 per cento, di quel 29 e 39 per cento.
  Pertanto, vi è lì la truffa ai danni della Sardegna e dello Stato, ed è per questa ragione che ci sono gli elementi per incidere, perché se queste cifre sono uguali – quelle della Tirrenia con quelle di Grandi Navi Veloci e di Moby Lines – è evidente che ciò riguarda il doppio fronte, quello pubblico dei denari elargiti a Tirrenia e quello di Grandi Navi Veloci e di Moby Lines.
  È evidente che bisogna intervenire, la richiesta è intanto come vengono utilizzati quegli 8 milioni di euro, che diventano come ho detto prima molti di più, perché vi è un guadagno di 33,5 milioni di euro in quei due anni da parte delle compagnie e, quindi, dovrebbero essere risarciti tutti. Ma lo Stato come intende intervenire per restituire alla Sardegna, a coloro che hanno avuto quel gap ulteriore da quegli aumenti, quegli 8 milioni ?
  Abbiamo suggerito e abbiamo chiesto, nell'interpellanza urgente, di dirci se il Governo intenda attivare una procedura autonoma prima che scattino le class action per arrivare alla restituzione di quei fondi a coloro che, magari presentandosi all'Agenzia delle entrate con il biglietto della navigazione, possano ottenere una restituzione pro quota di quegli 8 milioni ripartiti, appunto, per il numero di passeggeri. Sarebbe un segnale, un gesto che darebbe a questo Governo quella credibilità che, purtroppo, sulla vicenda Tirrenia dal 2007 in poi è venuta meno, senza distinzioni di parti e senza distinzioni di Governi.
  Ed è evidente che questa partita non può essere risolta con un congelamento, perché se è vero, come è vero, che la Pag. 20Sardegna paga e pagherà, in queste ore e in questi giorni, il dramma del cartello imposto, non si può parlare di congelamento. E il congelamento, lo voglio ribadire e richiamare in quest'Aula, riguarderebbe solo le merci sino al 17 luglio e ci sarebbe un impegno, in quel tavolo, per non aumentare ulteriormente le tariffe per i passeggeri. È semplicemente scandaloso.
  Bisogna intervenire oggi, entro questo mese, con la definizione di tariffe passeggeri che ripristinino al 2009 il costo, considerato che vi è, appunto, da parte dell'Autorità garante un richiamo formale. Gli aumenti devono essere giustificati rispetto al costo del carburante e non, invece, liberi arbitri che il Governo, un Governo autorevole, ha l'obiettivo e l'obbligo di eliminare alla radice.

(Iniziative in ordine alla convenzione stipulata con la Compagnia italiana di navigazione relativa al collegamento marittimo da e per la Sardegna – n. 2-00103)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Mura n. 2-00103, concernente iniziative in ordine alla convenzione stipulata con la Compagnia italiana di navigazione relativa al collegamento marittimo da e per la Sardegna (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo all'onorevole Mura se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  ROMINA MURA. Signor Presidente, anche alla luce delle importanti e, auspichiamo, effettivamente decisive interlocuzioni di questi scorsi giorni fra il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Lupi, la regione Sardegna e la Commissione trasporti della Camera, vorremmo ancora – e cercherò di farlo tentando di non ripetermi – investire il Governo e anche i colleghi qui presenti della delicata e dirimente questione della continuità territoriale o, meglio, della mai realizzata continuità territoriale da e per la Sardegna, nonostante l'ampia, diffusa e articolata discussione che sul tema si è realizzata, anche in quest'Aula parlamentare, e nonostante le ingenti risorse finanziarie trasferite fino al 2012 alla compagnia di Stato e, a partire dal 2012, a seguito della privatizzazione di Tirrenia e della stipula della nuova convenzione. Si tratta di ingenti risorse finanziarie poiché stiamo parlando, come detto dal collega Pili, di oltre 72 milioni di euro annuali, per complessivi 576 milioni di euro per l'intera durata della convenzione, quale compensazione alla Compagnia di navigazione italiana per l'esercizio dei collegamenti marittimi in regime di servizio pubblico da e per la Sardegna.
  Nonostante ciò, appunto, non sfugge e non deve sfuggire che a oggi non risulta ancora attualizzato quel diritto alla mobilità e alla libera circolazione di persone e merci di cui agli articoli 16 della nostra Costituzione e 18 del Trattato dell'Unione europea e non risultano, pertanto, attenuati i divari e i ritardi determinati da una condizione geografica, l'insularità, che l'articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea individua come elemento giustificativo di interventi di riequilibrio puntuali e mirati, richiamando, in tal senso, la necessità di rivedere, quindi, nell'immediato alcuni aspetti gestionali della convenzione e in prospettiva il complessivo sistema di attuazione della continuità territoriale.
  Le restrizioni e le difficoltà di spostarsi da e verso la Sardegna sono tornate al centro della discussione a seguito della citata deliberazione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, deliberazione che, oltre all'affermazione e alla tutela del principio di cui all'articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, si concretizza in un'esplicita raccomandazione – questo è l'aspetto che noi vorremmo sottolineare – a tutti gli esercenti i servizi di collegamento marittimo da e per la Sardegna e, in modo poi non tanto implicito, anche a coloro che lo esercitano come servizio pubblico a praticare politiche tariffarie che non si trasformino in barriere d'accesso a un servizio essenziale quale è quello dei trasporti che per la Sardegna si Pag. 21configura, oltre che come diritto fondamentale alla mobilità, quale condizione essenziale per lo sviluppo.
  Il contenuto della raccomandazione contenuta nella pronuncia dell’Antitrust rafforza le nostre considerazioni circa la stretta relazione causa-effetto tra le difficoltà di alcuni settori produttivi regionali, quello turistico in particolare, e i continui rincari registrati rispetto alle tariffe merci e passeggeri, anche delle tratte in regime di servizio pubblico, oltre a quelle assoggettate alle ordinarie regole di mercato; politiche tariffarie, ma, più in generale, standard di servizio e gestione contabile e finanziaria che non ci appaiono rispettose di quegli assetti previsti in convenzione, ai sensi della delibera CIPE n. 111 del 2007.
  Fra gli strumenti previsti da quella convenzione ne cito alcuni, rispetto ai quali sarebbe utile capire se e in quale misura siano stati attuati e se e perché non abbiano funzionato. Mi riferisco, in particolare, alla previsione della convenzione circa l'obbligo per Cin di adottare un sistema di contabilità analitica da cui emergano con chiarezza i centri di costo e di ricavo relativamente a ciascuno dei collegamenti in regime di servizio pubblico, al fine di controllare la correttezza delle imputazioni relative ai servizi di collegamento in regime di continuità territoriale.
  Mi riferisco, ancora, alla specifica procedura che consente ai Ministeri vigilanti di verificare la congruità dell'aggiornamento delle tariffe rispetto ai vincoli di cui alla convenzione medesima; tale verifica, probabilmente, è stata fatta solo adesso, dopo le incentivazioni esterne affinché venisse fatta. E ancora, mi riferisco alla possibilità, che è quella definita nei giorni scorsi dal Ministro, di sospendere l'applicazione dell'aggiornamento delle tariffe, individuando, contestualmente, misure compensative.
  Ecco, su questo vorremmo capire e vorremmo conoscere gli intendimenti del Governo, per comprendere quali siano queste misure compensative che potrebbero indurre Cin a sospendere gli aggiornamenti tariffari.
  Inoltre, vorremmo capire se il Governo intenda verificare, ai sensi dell'articolo 9 della convenzione e attraverso la clausola di salvaguardia, che non vi siano scostamenti dei ricavi e dei costi da attività superiori al 3 per cento rispetto a quelli previsti nell'allegato B alla convenzione, e quindi verificare le condizioni di equilibrio economico-finanziario la mancanza delle quali consente alle parti di rivedere gli aspetti relativi.
  I dubbi circa l'insufficiente funzionamento di questo sistema di regole ci inducono, di fatto, a mettere in discussione lo stesso sistema di continuità territoriale attualmente in vigore, in particolare l'efficacia degli strumenti previsti dalla convenzione, rispetto ai quali chiediamo al sottosegretario elementi conoscitivi per valutare se, effettivamente, siano stati applicati, così come previsto dalla convenzione; tali strumenti – ricordiamolo – avrebbero dovuto garantire il rispetto degli oneri di servizio pubblico da parte dell'esercente, che – non guasta ricordarlo – percepisce, per svolgere questo servizio pubblico, una contropartita complessiva di oltre 570 milioni di euro.
  Il risultato economico-finanziario dell'esercente – è ancora bene ribadirlo – rispetto ai collegamenti in regime di servizio pubblico non deve discostarsi, in termini di costi e ricavi, dai valori previsti dalla convenzione stessa.
  E allora interpelliamo i ministri, nel loro ruolo di soggetti preposti alla vigilanza sul buon funzionamento della convenzione e, in definitiva, anche di soggetti titolari della funzione stessa di continuità territoriale, affinché intervengano nell'immediato, non solo per sospendere i rincari ultimi, quelli intervenuti il 1o giugno, ma anche per revocare, quanto meno, quelli intervenuti negli ultimi sei mesi, valutando se si siano verificati nel rispetto delle regole previste dalla convenzione.
  E ancora, nel lungo periodo e in prospettiva, auspichiamo e invitiamo il Governo a rivisitare urgentemente la convenzione stessa, avuto particolare riguardo alla funzione principale che essa persegue, Pag. 22cioè la riduzione degli squilibri derivanti dalla condizione geografica di insularità in cui viene a trovarsi la Sardegna.
  In prospettiva auspichiamo, inoltre, che ci sia la disponibilità del Governo a riscrivere le regole della continuità territoriale, considerati i disservizi e le storture emerse e ipotizzando a riguardo anche una ripresa di confronto nelle sedi europee.
  Ultima cosa: è emerso diverse volte, anche a mezzo stampa, che la ragione autonoma della Sardegna non è stata coinvolta, rispetto a tempi e modi, né nella fase istruttoria di definizione della convenzione né a convenzione avvenuta. Allora, vorremmo capire, una volta per tutte, da parte del rappresentante del Governo, se e in che modo – oppure come mai non sia accaduto – la regione Sardegna sia stata coinvolta.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Erasmo D'Angelis, ha facoltà di rispondere.

  ERASMO D'ANGELIS, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente, grazie, onorevole Mura. La problematica ovviamente è simile a quella appena discussa. Io torno a ribadire che il Governo è con la Sardegna. Abbiamo tutti lo stesso interesse ad evitare penalizzanti, abnormi aumenti di tariffe, a garantire maggiore qualità ai servizi marittimi da e verso la Sardegna; abbiamo attivato, noi, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato; vogliamo rivedere la convenzione. Quindi, questi sono impegni concreti, non sono parole, ma sono atti già – diciamo – all'ordine del giorno e già posti in essere.
  In merito alle questioni specifiche poste dall'onorevole Mura e da altri interpellanti, informo, come già del resto aveva rilevato l'onorevole Mura giustamente, che noi ci muoviamo ai sensi di una convenzione. Ai sensi dell'articolo 9, in particolare, della convenzione vigente con la Compagnia italiana di navigazione, ciascuna delle parti firmatarie della convenzione, in caso di scostamenti in eccesso o in difetto dei ricavi e dei costi, al netto dei costi per il carburante da attività, superiore al 3 per cento rispetto a quelli previsti nell'allegato B della convenzione, può proporre istanze per la verifica delle condizioni di equilibrio economico-finanziario. Tuttavia, devo precisare che il comma 4 del medesimo articolo 9 prevede che questa facoltà non è esercitabile nel primo anno del periodo regolatorio. Il periodo regolatorio scade il 18 luglio 2013, quindi scade tra poco. Inoltre, la decorrenza dell'accordo non può avere efficacia antecedente al primo giorno del secondo anno del periodo regolatorio, quindi 19 luglio 2013.
  In merito poi alla correttezza delle risultanze contabili, preciso che la Compagnia fornisce ai Ministeri vigilanti (noi, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, e Ministero dell'economia e delle finanze), tutta la documentazione richiesta, nei termini e nei tempi previsti. Inoltre, informo anche che è attiva e permanente la relativa attività di vigilanza contabile. Peraltro l'articolo 19-ter, comma 12, della legge n. 166 del 2009 prevede, tra l'altro, la presenza anche nel collegio sindacale delle singole società esercenti i servizi oggetto di convenzione o contratto di servizio di due rappresentanti designati, rispettivamente, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dal Ministero dell'economia e delle finanze.
  In merito poi a una rivisitazione della convenzione, che disciplina obblighi e diritti, in relazione ai continui aumenti – come dicevamo – intervenuti negli ultimi sei mesi, che sono oggetto di interventi da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ricordo che allo stato attuale l'articolo 6 della convenzione, in ottemperanza ai criteri stabiliti dalla delibera CIPE del 2007, emanata ai sensi della legge finanziaria del 2007, prevede il meccanismo tariffario basato sul limite di una tariffa massima fissata per ogni linea e tipologia dall'allegato A della convenzione medesima, ancorata ai livelli tariffari validati Pag. 23dalle amministrazioni competenti, cioè dal nostro Ministero e dal Ministero dell'economia e delle finanze.
  Questo meccanismo, allo stato attuale, prevede che la tariffa, nell'ambito della tariffa massima, possa essere aggiornata – come spiegavo anche prima – in funzione della variazione dei prezzi del combustibile accertati dalle amministrazioni statali vigilanti, secondo i parametri tecnici stabiliti e delineati da clausole convenzionali.
  L'aumento tariffario, in caso di rialzo dei prezzi, potrebbe essere evitato solo se venissero decise misure compensative in termini di revisione degli assetti nautici, di differenti articolazioni tariffarie o rideterminazioni in diminuzione degli oneri di servizio pubblico, che facciano salvo l'equilibrio economico-finanziario determinato secondo i criteri fissati dalla delibera CIPE del 2007. Comunque, è intenzione del Ministero – come ricordavo prima – procedere alla rivisitazione della convenzione, coinvolgendo, ovviamente, anche il Parlamento in questa opera.
  In ordine, poi, al rispetto dei termini di cui all'articolo 6, comma 2, della convenzione, comunico che la Compagnia italiana di navigazione, dalla decorrenza del regime convenzionale vigente fino ad oggi, ha presentato bimestralmente le proposte di aggiornamento delle tariffe massime, secondo i criteri previsti in convenzione, e ha ottemperato agli obblighi di pubblicazione delle tariffe massime applicabili, anche dopo gli aggiornamenti operati.
  Per quanto sopra, gli aumenti praticati dalla Compagnia negli ultimi sei mesi, sotto i limiti di tariffa massima stabiliti in convenzione, possono essere rivisti solo a seguito di una revisione della convenzione, sulla quale ci siamo impegnati.
  Evidenzio anche altri due elementi importanti, in parte già ricordati in precedenza. Il primo elemento è che la Compagnia italiana di navigazione non è stata oggetto di alcuna sanzione da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato per aumenti giudicati ingiustificati e – secondo punto – l'articolo 7, primo comma, della convenzione prevede il versamento da parte del Ministero di un corrispettivo di 72.685.642 euro per lo svolgimento dei servizi a partire dal 2012. Si può discutere all'infinito, si può ampliare la discussione su quanto è accaduto all'atto della formulazione della convenzione, il passaggio da Tirrenia a Compagnia, però fatto sta che alla stipula della convenzione lo stanziamento annuale dello Stato è passato e da circa 100 milioni agli attuali 72 milioni di euro e i servizi non sono diminuiti, sono garantiti gli stessi servizi.
  In conclusione, le giuste richieste degli operatori di trasporto merci sardi e della stessa regione di riduzione dei costi dovuti agli incrementi tariffari operati da Tirrenia hanno portato, in diversi momenti, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e lo stesso Ministro a intervenire, con convocazioni sia a Roma sia andando direttamente in Sardegna, per incontrare tutti i soggetti coinvolti, i soggetti istituzionali, i soggetti economici. Da questi incontri è scaturita la volontà, non solo di approfondire il tema della convenzione e di rivedere la convenzione, ma anche di trovare delle soluzioni, il più possibile a portata di mano, stante la convenzione.
  Quindi, si è convenuto intanto di congelare l'aumento tariffario fino al 17 luglio prossimo, nelle more dei necessari approfondimenti con la regione, con la Compagnia e con il Ministero dell'economia e delle finanze. È comunque questo un segnale importante. È comunque un primo passo e, ovviamente, poi sulle evoluzioni di questa vicenda continueremo ad informare il Parlamento.

  PRESIDENTE. L'onorevole Sanna ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interpellanza Mura n. 2-00103, di cui è cofirmatario.

  FRANCESCO SANNA. Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, è una rappresentazione di opinioni sulle comunicazioni del Governo del tutto interlocutoria. Registriamo certamente un'attenzione nuova e non solamente, per così dire, di carattere economico-finanziario alla questione dei trasporti con le isole del nostro Paese.Pag. 24
  L'errore fu immaginare che un problema che attiene a un diritto costituzionale, il diritto alla libera circolazione delle persone, dovesse soccombere rispetto ad un tema, certo importante ma che io ritengo che dovesse venire dopo, che è la cessione di uno degli ultimi carrozzoni delle partecipazioni statali, cioè la Tirrenia Navigazione spa che, a mia conoscenza, unica tra le società interamente partecipate del settore pubblico fu messa anche in amministrazione straordinaria.
  L'errore, la colpa, il peccato originale, ai tempi di Matteoli e Tremonti, fu dire che per soddisfare condizioni accettabili dal mercato di vendita di Tirrenia Navigazione bisognava vendere in un intero e unico pacchetto le navi e le rotte sovvenzionate. E per questo motivo non si è potuta fare, sbagliando, una gara internazionale per affidare il servizio, non si è potuto rivedere lo standard di qualità. Dico una sola cosa: la velocità, la capienza delle navi, la loro prestazione ambientale, di cui parlerò dopo, tutti questi aspetti non si sono potuti migliorare perché semplicemente dovevamo far riferimento al servizio che quella determinata flotta della Tirrenia poteva rendere.
  Ometto qualsiasi ragionamento su cosa significa vendere, poi, oltre alla flotta, una società con uno stock di dipendenti fortemente sbilanciato su funzioni che hanno poco a che fare con la navigazione. Questo oggi è un problema della Tirrenia privatizzata, ma è del tutto noto, ad esempio, il dato di un fortissimo appesantimento amministrativo sulla compagnia di navigazione.
  Vede, se domenica prossima qualcuno dovesse prendere il mezzo che collega Civitavecchia a Cagliari, con una macchina di medie dimensioni al seguito, due persone pagherebbero poco più di 200 euro per arrivare in Sardegna o partire dalla Sardegna. Di questi poco più di 200 euro, 77 euro sono di spese amministrative. E sono danari che incidono, quindi, per oltre il 30 per cento sui costi e che vanno a remunerare l'autorità portuale di Cagliari, vanno a remunerare tasse esatte dallo Stato e vanno a remunerare servizi che però oggi non si capiscono più.
  Ai tempi dei portali Internet di prenotazione, è possibile che una prenotazione debba costare 6 euro a passeggero o 7,5 euro per una vettura, quando il costo amministrativo è pari quasi a zero per il sistema della compagnia di navigazione ?
  Quindi, nella revisione della convenzione, signor sottosegretario, bisognerà fare un lavoro anche su questi oneri e balzelli impropri, con buona pace di chi li riceve in silenzio ed è in qualche modo un pezzo anche del sistema pubblico.
  Io credo che si tratti di dire anche una cosa molto chiara sul ruolo della regione Sardegna, che è stata sempre il convitato di pietra. Inizialmente si è pietrificata da sola, la regione, rimanendo fuori e subendo per anni un'iniziativa che ha visto semplicemente il Ministro dell'economia e delle finanze vero dominus di questa vicenda ed il Ministero dei trasporti e delle infrastrutture in funzioni, mi consenta, del tutto ancillari; pertanto apprezziamo il tentativo suo e del Ministro Lupi di un ricoinvolgimento, di un protagonismo. Ma questa regione ha fatto delle operazioni che sono sotto osservazione da parte della Corte dei conti perché, invece di imporre un ruolo di tipo regolatorio del sistema pubblico regionale, è rimasta fuori nella scrittura delle convenzioni e ha detto, per bocca del suo presidente, fino all'altro giorno, che nemmeno ne conosceva il contenuto ed ha inventato un sistema parallelo di contrasto, diciamo così, di questo meccanismo di continuità territoriale, che secondo la relazione della Corte dei conti di ieri, è costato oltre 19 milioni di euro aggiuntivi, per un valore di 41 euro a passeggero trasportato per l'operazione flotta sarda. Se lo vedete, dite al presidente della regione Sardegna che sarebbero stati soldi meglio spesi se destinati ad abbattere veramente le tariffe, cosa che non è avvenuta nella più tragica delle stagioni estive.
  C’è però una responsabilità che riguarda anche il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (sottosegretario, glielo Pag. 25riferisca): dal 15 giugno al 15 settembre, sulle principali tratte del nord Sardegna, con un decreto del Ministro, da anni si sospende l'applicazione del sistema che impone alla società di navigazione che gestisce i trasporti onerati da servizio pubblico, di sospendere, cioè, la tariffa massima, il sistema tariffario. Questo è stato detto con molta chiarezza anche dal nuovo amministratore della Compagnia italiana di navigazione CIN, nell'indagine conoscitiva del Senato dell'anno scorso. Ha detto l'amministratore delegato: certo, se io devo tenere delle rotte che d'inverno fanno viaggiare le navi vuote, d'estate devo mettere fieno in cascina, ha usato più o meno questa espressione. Ciò è sbagliato.
  Rifletta, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, se sia il caso invece di riportare a trasparenza totale il sistema e di rimetterlo in una condizione per cui, se esiste la necessità, come esiste, per la Sardegna di vedere un servizio pubblico onerato e remunerato per chi è diventato il suo concessionario, questo deve valere tutto l'anno e massimamente per l'estate, perché altrimenti ricadiamo in questi meccanismi distorti e distorcenti del mercato.
  Voglio semplicemente dire che Tirrenia, la nuova Tirrena, ha dichiarato l'anno scorso che mettendo sulla rotta del sud, dove invece l'imposizione del servizio pubblico rimane, durante i mesi estivi una nave più veloce e quindi anche più capace di soddisfare la qualità del trasporto dei passeggeri, su quella rotta ha registrato un incremento di persone trasportate del 64 per cento. E quindi riportare trasparenza, capire, dei 72,6 milioni all'anno che Tirrenia percepisce come massimo di sovvenzione, quanto di questa quota di sovvenzione finanzia le rotte per la Sardegna, posto che nei 72 milioni e mezzo noi abbiamo anche la rotta Napoli-Palermo, abbiamo i collegamenti con le Tremiti, abbiamo Ravenna-Catania. Quindi tutto questo va fatto in un'ottica di una revisione complessiva della concessione e della convenzione che regola l'aspetto finanziario.
  Vorrei dire che si potrebbe fare molto di più sul versante dei parametri che determinano il risultato economico e di qualità dei servizi che, come ho detto all'inizio, è una qualità che incide su un diritto costituzionale alla libertà dei trasporti. Voglio darvi un suggerimento per abbattere i costi del carburante: nel nord dell'Europa, nel mare del nord – e ho concluso, Presidente – è stato adottato un sistema che, con attenzione al profilo ambientale, impone alle navi di viaggiare utilizzando il gas metano liquido. Parliamo di un sistema che forse l'Italia ha interesse ad adottare anche per il Mediterraneo.
  Perché non poniamo in essere una sperimentazione tecnologica ambientale che faccia di questo tipo di servizi la prima sperimentazione nel Mediterraneo di un Paese europeo di prestazioni di diverso tipo che possano incidere, non solo sotto il profilo ambientale, ma anche sotto quello tecnologico e dei costi, radicalmente abbattuti con questi sistemi ? Seguiremo nei prossimi giorni il lavoro del Governo con la massima attenzione.

(Elementi ed iniziative in merito alla condivisione nell'ambito delle pubbliche amministrazioni dei programmi di telerilevamento ambientale – n. 2-00101)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Cozzolino n. 2-00101, concernente elementi ed iniziative in merito alla condivisione nell'ambito delle pubbliche amministrazioni dei programmi di telerilevamento ambientale (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo all'onorevole Cozzolino se intenda illustrare la sua interpellanza.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, gentile sottosegretario, l'interpellanza che abbiamo presentato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e che mi accingo qui ad illustrare è uno di quegli atti di sindacato ispettivo che, quando ti imbatti in certe situazioni, non puoi esimerti dal presentare. Ci troviamo di fronte ad uno spaccato tipico della disfunzione amministrativa e dell'incomunicabilità tra diversi soggetti della Pag. 26pubblica amministrazione che, finché non verranno eliminati, condanneranno al fallimento totale qualsiasi provvedimento legislativo in tema di spending review, creando una sorta di fortino inaccessibile intorno a quei 90 miliardi di euro di cui si compone la spesa della pubblica amministrazione e che dovrebbe essere oggetto di razionalizzazione.
  Veniamo ai fatti e partiamo dalle leggi che, per definizione, sono certe o almeno dovrebbero esserlo. Una legge del 2002, la n. 179, ha dato vita ad un accordo di programma, denominato Piano straordinario di telerilevamento ambientale, tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Dipartimento della protezione civile e il Ministero della difesa, previo consenso in sede di Conferenza Stato-regioni, che ha come obiettivo quello di produrre e rendere condivisi a tutti i soggetti della pubblica amministrazione informazioni sul territorio, la sicurezza e l'ambiente. Queste informazioni debbono essere acquisite attraverso processi di telerilevamento o con acquisizioni in loco. Il fine è quello di dare vita ad un patrimonio di informazioni da utilizzare, sia in fase di prevenzione dei rischi, come quello rappresentato dal rischio idrogeologico, sia per attività a qualsiasi livello volte a valorizzare o a gestire il territorio nazionale.
  A questa norma si affianca poi una direttiva europea del 2007 che è stata recepita nel nostro ordinamento con il decreto legislativo n. 32 del 27 gennaio 2010. Stiamo parlando della cosiddetta direttiva Inspire, la quale definisce le norme e le regole per creare un'infrastruttura dell'informazione territoriale dell'Unione europea. Un obiettivo per la cui realizzazione ogni Stato membro – e l'Italia tra questi – si è impegnato a realizzare un'infrastruttura per l'informazione territoriale e il monitoraggio ambientale accessibile a tutti i soggetti pubblici.
  Da ultimo è poi intervenuto il decreto sulla cosiddetta spending review che, all'articolo 23, comma 12-quaterdecies, ha stabilito che tutti i dati su territorio e ambiente acquisiti dal suolo, dal cielo o da piattaforma satellitare attraverso strumenti finanziati con soldi pubblici, debbono essere resi disponibili a tutti i possibili fruitori nazionali proprio al fine, tra l'altro, di favorire la tutela ambientale e la mitigazione dei rischi. A fronte di un'impalcatura normativa abbastanza ampia, esaustiva ed anche, una volta tanto, estremamente chiara nelle finalità da raggiungere, vi è una situazione applicativa di tali norme da parte di soggetti pubblici direttamente interessati che ricorda una maionese impazzita.
  Proviamo a ricostruire il mosaico tessera per tessera al fine di fare chiarezza. La Protezione civile da diversi anni ha sviluppato un programma di condivisione dei dati geospaziali che opera coinvolgendo tutti gli enti coinvolti. Un sistema che ha dato una buona prova di sé proprio in occasione di grandi emergenze come il terremoto de L'Aquila e quello più recente dell'Emilia-Romagna. L'AGEA, ente vigilato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ha in gestione il sistema di telerilevamento Telaer che garantisce al sistema di controllo in agricoltura velivoli ed attrezzature utili all'acquisizione di dati telerilevati da piattaforma aerea tramite sensori ottici, radar, scanner multispettrali con un costo di investimento di circa 70 milioni di euro. Terzo elemento del mosaico è costituito dai dati del programma Cosmo Skymed, un sistema di satelliti radar di osservazione terrestre promosso dall'Agenzia spaziale italiana e dal Ministero della difesa, per il quale sono stati spesi circa 900 milioni di euro per la realizzazione di quattro radar.
  Poiché, sia per la Protezione civile, sia per il sistema Telaer gestito dall'AGEA, sia per il programma Cosmo Skymed, stiamo parlando di strumenti e di un patrimonio di informazioni finanziate con fondi pubblici, tali strumenti e tali dati dovrebbero essere a disposizione di tutta la pubblica amministrazione, dando vita ad unica grande banca dati facilmente accessibile e ad un sistema di condivisione degli stessi che metta tutti i cittadini – tutti, anche i cittadini – in grado di poterli all'occorrenza utilizzare, così come accaduto proprio durante le prime citate emergenze.Pag. 27
  A fronte di questo scenario, apprendere che in data 13 maggio 2013 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha bandito una gara pubblica di appalto, l'ennesima di una lunghissima serie, per un importo di circa 12 milioni e 300 mila euro, e che questa gara ha come oggetto la fornitura di dati e servizi per il potenziamento del sistema informativo del piano straordinario ambientale, è un qualcosa che non riusciamo a comprendere. A questo punto speriamo vivamente che ci possa illuminare lei, signor sottosegretario, con la sua risposta.
  Non comprendiamo il senso di spendere 12 milioni di euro per acquisire all'esterno servizi e strumentazioni che sono già in possesso della pubblica amministrazione, come abbiamo illustrato poco fa, e quindi basterebbe utilizzare una semplice telefonata tra i due enti per coordinare i lavori. È come se una persona che ha la dispensa di casa piena di cibo vada a comprarne dell'altro al supermercato per preparare il pranzo, in questo caso delle due l'una, signor sottosegretario: o quella persona non sa o non ricorda di avere la dispensa piena – e questo è molto grave perché nella crisi in cui versiamo attualmente non possiamo permetterci costi ed inefficienze – oppure quella persona per qualche motivo non vuole usare le risorse che ha già acquisito e ritiene di spendere altri soldi, nel nostro caso dei contribuenti, per comprarne delle nuove. Questa seconda ipotesi, se non viene spiegata punto per punto, con carte alle mani, è ben peggiore e più preoccupante della precedente.
  Di fronte a questo quadro più sconfortante che sconcertante, che con qualche fatica siamo venuti ricostruendo, le domande che poniamo al Governo, in specie al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono tanto obbligate quanto semplici e ci auguriamo che gli uffici del Ministero le abbiano preparato risposte altrettanto puntuali, invece di farla trincerare dietro al solito elenco di numeri, citazioni, norme e codicilli.
  Primo: il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, prima di effettuare gare per acquisire dati all'esterno, come nel caso di quella da ultimo bandita a maggio scorso e scaduta qualche giorno fa, ha verificato se quegli stessi dati non fossero disponibili in house e gratuitamente all'interno della pubblica amministrazione ? E perché fino ad oggi il Ministero non ha preso in alcuna considerazione forme di collaborazione con gli enti e le istituzioni che abbiamo già citato prima ?
  Secondo: per quali motivi il portale cartografico nazionale non è completamente conforme alle specifiche della direttiva Inspire di cui è un focal point nazionale verso l'Unione europea e per quali motivi si limitano gli accessi e gli utilizzi del portale agli altri soggetti della pubblica amministrazione ?
  Terzo: per quali motivi i dati oggi acquisiti all'interno del piano straordinario ambientale non sono resi disponibili in forma nativa a richiesta delle strutture della pubblica amministrazione contravvenendo alle norme sull'uso dei dati e delle informazioni della pubblica amministrazione ?
  Quarto ed ultimo quesito: per quali motivi il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non ha ancora attivato una collaborazione con l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura Agea, volta a condividere l'utilizzo del sistema Telaer e a quanto ammontano gli importi spesi negli ultimi anni dal Ministero per collaborazioni, gare ed appalti esterni, al fine di ottenere i servizi di cui si è detto in premessa ?
  Signor sottosegretario, il Governo ha varato pochi giorni fa un decreto che interviene in molti settori e tra questi detta nuove norme in termini di spending review e digitalizzazione della pubblica amministrazione; ha deciso semanticamente di seguire la strategia del precedente Governo Monti: di dare nomi altisonanti e di immediatezza comunicativa e provvedimenti pachidermici la cui caratteristica è la farraginosità... insomma la complicatezza.
  Vi facciamo gli auguri, perché questa strategia non ha portato bene. Comunque Pag. 28il Governo ha voluto battezzare questo provvedimento con il nome «decreto fare». Aspettiamo di leggerlo nelle Commissioni per esprimere un giudizio di merito. Quello che però è certo, è che, se non si chiariscono prima, e poi prontamente non si rimuovono situazioni come quelle illustrate in questa interpellanza, il Governo più che provvedimenti del fare, si condannerà, e soprattutto condannerà il Paese, a varare provvedimenti del fare finta e del lasciare intatte, o addirittura sconosciute, le disfunzioni che producono vere emorragie di risorse pubbliche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Erasmo D'Angelis, ha facoltà di rispondere.

  ERASMO D'ANGELIS, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevole Cozzolino, io rispondo, per conto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, su un tema importante. In questo modo possiamo chiarire, il Governo può chiarire, rassicurare ed evitare di alimentare equivoci. Nella risposta, punto per punto, cercheremo di essere più esaurienti e chiari possibile.
  Il Piano straordinario di telerilevamento è stato istituito ai sensi dell'articolo 27 della legge del 31 luglio 2012, n. 179, e per la sua attuazione, nel gennaio 2006, è stato sottoscritto un accordo di programma tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero della difesa, la Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento della protezione civile, d'intesa con le regioni e le province autonome.
  Tale accordo ha previsto anche l'istituzione di un tavolo paritetico, al quale sono demandate tutte le scelte di attuazione del Piano, ed è composto da un rappresentante del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, da due rappresentanti del Dipartimento della protezione civile, da un rappresentante della Difesa e da cinque rappresentanti delle regioni. Pertanto, tutte le scelte strategiche di acquisizione dati e tecniche di telerilevamento sono state definite ed approvate dai tavoli del tavolo paritetico e, come stabilito dall'articolo 8 del decreto legislativo n. 32 del 2010, tutti i dati del tavolo straordinario confluiscono nel patrimonio informativo del Geoportale nazionale.
  Detto ciò, in merito alla contestata mancata sinergia con altre amministrazioni, intanto, va detto che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha supportato ed ampliato i rapporti di collaborazione con numerosi enti che, quotidianamente, accedono all'intero patrimonio informativo sia del Piano straordinario di telerilevamento che del Geoportale nazionale, non solo per l'acquisizione di dati, ma anche per l'attuazione di iniziative congiunte. Ricordo, ad esempio, il comando generale dell'Arma dei carabinieri, la Croce rossa italiana, l'Agenzia spaziale italiana e molti altri.
  Tali collaborazioni hanno promosso lo scambio non solo di dati, ma anche di buone pratiche, nell'interesse collettivo di accrescere le rispettive competenze tecniche e professionali in un'ottica di economia di scala e di scopo. Un esempio di tale fattiva collaborazione è dato, ad esempio, dal fatto che la provincia autonoma di Trento, al fine di completare la mappatura dell'intero territorio provinciale con risorse proprie, ha cofinanziato l'ultimo lotto del Piano straordinario di telerilevamento recentemente pubblicato.
  Va aggiunto anche che, ad oggi, hanno aderito al network del Geoportale nazionale oltre 200 enti cooperanti, ai quali vanno aggiunti anche quelli che, sempre con modalità gratuita, accedono solo alle informazioni pubblicate, con una consultazione media annuale di circa un milione e 200 mila servizi cartografici.
  Anche la contestata indizione di gare esterne, invece di ricorrere a collaborazione con altri enti, merita qualche osservazione o chiarimento, in quanto il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel corso degli anni, mediante la centralità dell'azione sia del Geoportale nazionale che del Piano nazionale Pag. 29di telerilevamento, ha consentito all'apparato amministrativo nazionale di raggiungere un notevole risparmio economico, sfruttando la leva del maggiore potere d'acquisto. Difatti, laddove precedentemente ogni singola realtà procedeva indipendentemente all'acquisizione di dati con il duplice effetto di duplicare la spesa o moltiplicarla a livello locale e centrale, la centralizzazione dell'acquisto dei dati e la loro messa a disposizione gratuita a tutti gli enti mediante il Geoportale nazionale, ha prodotto effetti importanti in termini di economie di scala e di scopo. Peraltro, la condivisione degli stessi nel medesimo dataset informativo consente l'immediata verifica dell'informazione esistente e, pertanto, previene la duplice acquisizione degli stessi dati.
  Appare alquanto imprecisa anche la contestata mancata sinergia tecnica specifica con il Dipartimento di protezione civile, in quanto il Dipartimento, oltre ad essere uno dei firmatari del Piano straordinario di telerilevamento, da anni, presso il centro elaborazione dati del Geoportale nazionale, ha un server dedicato di sua proprietà e una linea Internet per l'interscambio di dati cartografici in modalità esclusiva h24 – come si dice in Protezione civile –, cioè 24 ore su 24, sette giorni su sette. Particolare attenzione da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è data anche ai dati Cosmo Skymed dell'Agenzia spaziale italiana: infatti, si sta cercando di farli confluire nel patrimonio del sistema del Geoportale nazionale.
  Poiché tali dati sono di pertinenza dell'Agenzia spaziale italiana, che dipende funzionalmente dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, la contestata mancata gratuità di questi dati non può essere ricondotta in capo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Anche l'adozione di sistemi informativi tecnologici e la condivisione della banca dati con l'AGEA, nonostante sia stata attentamente vagliata con scambio di note e incontri nel corso del 2010, non è stata possibile, in quanto esisteva una netta difformità sui dati trattati.
  Infatti, la tipologia dei dati acquisiti dall'Agea (ortofoto) sono difformi da quella dei dati ottenuti mediante il piano straordinario di telerilevamento (dati Lidar e Interferometrici). Anche per l'utilizzo della tecnologia dell'Agea fu proposta la sottoscrizione a titolo oneroso di un protocollo di intesa tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, l'Agea e la società SIN Srl. Il Ministero ha ritenuto di non procedere in tal senso visto anche che l'acquisizione da parte dell'Agea dei dati delle ortofoto era svolto da società private che si costituiscono proprio nel consorzio TELAER, ma ha adottato una procedura aperta, ritenendo che garantisse un maggiore ossequio ai principi di trasparenza e concorrenza richiesti dalla Comunità europea nelle direttive del settore degli appalti pubblici.
  Riguardo alle somme spese per l'attuazione del piano per l'acquisizione dati Lidar e Interferometria, le stesse sono state a valere sui fondi stanziati dalla legge n. 179 del 31 luglio 2002, all'articolo 27, nonché dall'articolo 1 comma 327, della legge finanziaria n. 224 del 2007 e le procedure seguite sono state tutte gare di appalto europeo ad evidenza pubblica, secondo il vigente codice degli appalti pubblici. In merito alle collaborazioni effettuate, sempre a valere sui citati fondi, gli importi delle stesse, voce per voce, sono pubblicati sin dall'anno 2008 sul sito istituzionale www.minambiente.it, alla sezione trasparenza. I criteri adottati sono stati sempre quelli dell'economicità, della trasparenza dell'azione amministrativa, della garanzia del libero mercato e del buon operato della pubblica amministrazione.
  In merito alla contestata difformità dell'infrastruttura di condivisione dati ai dettami previsti dalla direttiva Inspire, si rappresenta che ai sensi della direttiva 2007/2/CE, recepita nell'ordinamento italiano con il decreto legislativo n. 32 del 27 gennaio 2010, è stata istituita in Italia Pag. 30l'infrastruttura nazionale per l'informazione territoriale e del monitoraggio ambientale di cui il Geoportale nazionale costituisce il punto di accesso nazionale ai dati e ai servizi per l'infrastruttura dati territoriali europea e italiana. La stessa ha l'obiettivo di rendere interoperabili le informazioni territoriali affinché queste siano utilizzate a supporto alle politiche ambientali nazionali ed europee o per ogni altra attività che possa avere una qualsiasi ripercussione sull'ambiente. Il Geoportale nazionale, in conformità alla citata direttiva, consente i servizi di ricerca, scaricamento, trasformazione e invocazione dati, nonché l'elaborazione della gestione dei metadati conformi alla normativa EN ISO 19115 e EN ISO 19119. Le informazioni così pubblicate possono essere fruite sia tramite i visualizzatori 2D e 3D del Geoportale, sia tramite i servizi esposti sempre dal Geoportale, utilizzando la maggior parte dei software in commercio o open source per la gestione dei sistemi informativi geografici.
  Riguardo, poi, alla contestata infruibilità di tutti i servizi da parte delle amministrazioni e alla indisponibilità dei dati del piano in forma nativa, è utile ricordare che la maggior parte dei dati fruibili attraverso il Geoportale nazionale, compresi quelli del Piano straordinario di telerilevamento ambientale, sono accessibili via Internet e disponibili gratuitamente per tutti gli utenti pubblici e privati. Alcune banche dati, invece, non sono accessibili per ovvi motivi di tutela della sicurezza nazionale mentre altre ancora, soprattutto quelle contenenti i dati Lidar, acquisiti con il piano straordinario di telerilevamento, a causa del loro peso, sono accessibili alle pubbliche amministrazioni e ad altri enti solo seguendo un iter che prevede una formale richiesta al Ministero e a cui poi segue l'accesso. Comunque, al di là della modalità di accesso, tutti i dati sono disponibili gratuitamente, con eccezione del pagamento delle spese di riproduzione dei dati, come nel caso dell'invio di cd.
  Inoltre, e mi avvio a concludere, in merito alla richiesta se il Ministero dell'Ambiente abbia provveduto a verificare, prima di acquisire i dati del piano di telerilevamento, se gli stessi fossero già disponibili presso altre amministrazioni, secondo il principio basilare di buona amministrazione, si è provveduto a verificare la disponibilità dei dati da acquisire sia tramite la consultazione dell'esistente patrimonio del Geoportale nazionale, sia tramite un confronto metodico e periodico con le istituzioni regionali attraverso il tavolo tecnico paritetico previsto dal regolamento attuativo del Piano straordinario di telerilevamento, sia con metodici confronti con gli enti territoriali, anche in fase di esecuzione delle campagne di rilievo.
  Si è così ottenuto, non solo l'ottimizzazione delle risorse, ma anche la condivisione dei dati omologhi già acquisiti dalle amministrazioni interpellate. In aggiunta a ciò, in sede di predisposizione di tutte le gare, il Ministero ha sottoposto il bando e la documentazione di gara, per la prescritta valutazione, all'Agenzia per l'Italia Digitale (ex DigitPA), autorità competente in materia di informatizzazione, ottenendone in tutti i casi il parere favorevole. In merito, poi, all'asserito mancato rispetto delle normative tecniche di settore, si precisa che, rispetto alle prescrizioni del decreto-legge n. 179 del 2012 i dati vengono già resi disponibili alle pubbliche amministrazioni interessate a titolo gratuito, previo pagamento solo dei diritti di ricerca e riproduzione, così come disposto dal decreto del Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare n. 121 del 28/6/2012.
  Da ultimo, e concludo davvero, come già precedentemente detto, in generale, tutti i dati del Geoportale nazionale, sono fruibili ed utilizzabili mediante tecnologie disponibili a normativa vigente. Le modalità di accesso e consultazione variano a seconda della tipologia del dato; la tipologia può consentire o meno il trasferimento materiale del dato medesimo.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Toninelli per la replica, saluto gli studenti dell'American University Pag. 31of Rome, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  L'onorevole Toninelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interpellanza Cozzolino n. 2-00101, di cui è cofirmatario.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, rappresentante del Governo, evidentemente non possiamo ritenerci soddisfatti delle sue risposte. Nella nostra illustrazione abbiamo cercato di essere il più semplici e comprensibili possibile: volevamo farci capire dai cittadini in un settore tanto tecnico e complicato e che comporta una quantità di spesa veramente notevole. Purtroppo, signor sottosegretario, abbiamo riscontrato nella sua risposta una enunciazione di articolati uno in fila all'altro, che hanno reso difficile la comprensione ma che, soprattutto, sembrano disegnare un quadro interno strutturale ed organizzativo quasi idilliaco, ma, purtroppo, con le nostre ricerche che hanno portato a questa interpellanza, di idilliaco c’è ben poco. Eravamo presenti, signor sottosegretario, il 25 giugno, l'altro ieri, alla conferenza dell'Inspire a Firenze, che verrà ospitata nuovamente in Italia addirittura fra 26 anni. Erano presenti tutti i membri europei ed anche il suo Ministero. Si tratta, quindi, di un evento di enorme importanza. Eravamo presenti perché fortunatamente il MoVimento 5 Stelle ha grande interesse in materia. Il MoVimento 5 Stelle è presente un po’ ovunque, è presente negli uffici del Ministero dove lei lavora e grazie a queste presenze e a queste informazioni oggi – le ripeto – possiamo ritenerci per nulla soddisfatti delle sue risposte. E glielo spieghiamo oggettivamente, andando a riprendere nel dettaglio, nel virgolettato, quello che alla conferenza di Firenze – che è tuttora in corso e che, come ben saprà, finirà domani, e alla quale il Ministro dell'ambiente non ha partecipato – il direttore generale del Ministero da cui lei arriva ha affermato cose ben diverse da quanto lei ha affermato. Ci viene anche da dire, a questo punto, come mai il Ministro non si è coordinato anche con quanto si è affermato nell'apertura di un importante evento come quello dell'Inspire di Firenze. Queste sono le parole virgolettate del direttore generale del Ministero dell'ambiente: «Il portale cartografico nazionale vive l’impasse di essere gestito da due autorità che ne dovrebbero gestire i risultati, ma che non si riescono a coordinare tra loro. Seppur dovendo coordinare tutto ISPRA, la gara in oggetto è stata fatta da un'altra direzione del Ministero».
  Continua il direttore generale: «Vogliamo integrare le informazioni utili per i responsabili politici e i cittadini, per gli interventi di emergenza e di crisi, per le valutazioni ambientali, per la pianificazione, il monitoraggio e il reporting. Abbiamo bisogno di collegare le informazioni, non solo i server». Queste parole, se non ho capito male (mi scusi, ma non penso di aver capito male) stridono fortemente con l'impianto idilliaco che lei ci ha appena descritto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Queste parole significano che due ministri non riescono a parlarsi.
  Continua ancora il direttore: «In Italia abbiamo una legge che prevede una piattaforma nazionale per dare accesso a tutti i dati geospaziali acquisiti tramite fondi pubblici o fondi privati e pubblici misti. Esso è destinato altresì a sostenere lo sviluppo di applicazioni e servizi basati sull'osservazione della terra per proteggere l'ambiente, per ridurre i rischi e promuovere la ricerca. È piuttosto una rivoluzione: la sfida su cui stiamo lavorando è quella di trasformarla in un decreto operativo». Queste risposte sì che invece bene si accordano con le affermazioni presenti nella nostra interpellanza e nell'illustrazione; e sembrerebbero segnare un punto di rottura col passato, nel riconoscere che tutti i bandi che si sono succeduti in questi anni, e che sono costati decine di milioni, se non addirittura centinaia di milioni di euro, con una maggiore organizzazione, condivisione dei contenuti e del risultato del lavoro delle varie pubbliche amministrazioni sarebbero in realtà costati molto meno.Pag. 32
  Signor sottosegretario, stiamo parlando di 12 milioni di euro in questo bando, stiamo parlando di altri bandi che sono stati indetti per le medesime materie, e stiamo parlando di qualcosa che può essere già fatto da asset della pubblica amministrazione, con delle piccole modifiche e con dei costi infinitamente minori. L'obiettivo è quello di rendere davvero obbligatorio il riuso di tutti gli open data che la legge già ci obbliga a raccogliere, e fare in modo che non solo lo Stato, ma anche i cittadini possano addivenire a tutti questi dati. L'obiettivo, ancora, non solo è quello di rendere efficienti e tra loro coordinati gli asset della pubblica amministrazione, ma di dare un servizio ai cittadini che possa far risparmiare miliardi di euro: perché sono davvero i cittadini che stanno subendo questa crisi, e anche solo un euro speso male è un euro preso dalle tasche di questa gente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative per sviluppare l'informatizzazione e la digitalizzazione e per l'attuazione dell'Agenda digitale, con particolare riferimento all'individuazione di un forte centro di coordinamento politico e all'emanazione dello statuto dell'Agenzia per l'Italia digitale – n. 2-00088)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Coppola n. 2-00088, concernente iniziative per sviluppare l'informatizzazione e la digitalizzazione e per l'attuazione dell'Agenda digitale, con particolare riferimento all'individuazione di un forte centro di coordinamento politico e all'emanazione dello statuto dell'Agenzia per l'Italia digitale (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo all'onorevole Bonaccorsi se intenda illustrare l'interpellanza di cui è cofirmataria o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  LORENZA BONACCORSI. Signor Presidente, i decreti-legge n. 5 del 2012, n. 83 del 2012 e n. 179 del 2012 hanno dato avvio alla realizzazione dell'Agenda digitale italiana, in coerenza con le indicazioni della Commissione europea relativa all'Agenda digitale europea.
  Il processo di attuazione dell'impianto normativo sopra richiamato, però, si sta rivelando molto faticoso: nessuna iniziativa è stata infatti ancora presa, a partire dai decreti attuativi. I decreti attuativi ci risultano essere 47, e ad oggi ne sono stati emanati solo 4; in molti casi sono scaduti anche i relativi termini. Noi riteniamo invece che l'attuazione dell'Agenda digitale mantenga intatto il suo valore di priorità strategica per il nostro Paese.
  Il Commissario europeo per l'agenda digitale Neelie Kroes parla e lavora ad un mercato unico digitale, e ci dice (ce l'ha ricordato qualche giorno fa) che l'Europa non può più aspettare, che l'Europa è più lenta rispetto al resto del mondo. Noi crediamo che neanche l'Italia possa aspettare. Infatti le rilevazioni di numerose istituzioni internazionali confermano il potenziale impatto economico dello sviluppo delle misure previste dall'Agenda digitale: gli studi della Banca Mondiale evidenziano come un aumento della percentuale di diffusione della banda larga di dieci punti possa generare un aumento di 1,2 punti percentuali del prodotto interno lordo nell'economia dei Paesi sviluppati.
  Nel nostro contesto, nel contesto italiano, infatti, ci appare particolarmente urgente una politica di promozione della banda larga: della banda ultralarga, non della banda larga.
  Infatti sappiamo bene che nella banda larga mobile il nostro Paese è messo abbastanza bene, supera più o meno di 11 punti la media europea, nella banda larga di base, quella di 2 mega, arriviamo quasi ad una copertura del 100 per cento, siamo al 95-96 per cento di copertura del territorio nazionale, tant’è vero che anche gli ultimi bandi regionali che sono stati emanati qualche settimana fa, quelli di Lazio, Marche e Liguria, comunque prevedono i lavori per la banda larga di 2 mega, noi invece parliamo e richiamiamo l'attenzione Pag. 33del Governo sullo sviluppo della banda ultralarga, quella che arriva ai 30 mega.
  Il direttore del Dipartimento delle comunicazioni, il dottor Sambuco, qualche giorno fa in un'intervista ci parlava appunto di una copertura della banda larga a 2 mega per la totalità del territorio nazionale alla fine del 2014, su questo però riteniamo che si debba concentrare l'attenzione sullo sviluppo della banca ultralarga, che però deve avere a fianco la realizzazione anche delle reti in fibra ottica e dei sistemi di trasmissione wireless, a partire dal sistema che appare ovviamente oggi più promettente, quello LTE, che dovrebbe essere agevolato fondamentalmente da una razionalizzazione dello spettro frequenziale, dobbiamo infatti da quel punto di vista sollecitare il Governo in questo senso perché si debba porre definitivamente ordine allo spettro frequenziale italiano per aprire all'uso di quelle frequenze della banda 700 UHF, cioè i canali 57-60, che sono quelli preziosi per l'LTE, per liberare le frequenze UHF e destinare al broadband mobile e non alle frequenze televisive queste frequenze, tant’è vero che da questo ne dovrebbe appunto derivare la sistematizzazione invece delle frequenze VHF da destinare a quelle televisive.
  Da questo ne consegue anche la preparazione della buona partecipazione accurata alla Conferenza mondiale dell'agenzia internazionale del 2015, quella che pianifica le politiche future dello spettro, sempre in armonizzazione con le politiche europee, altrimenti ci ritroveremo per l'ennesima volta come il Paese che non è credibile rispetto agli impegni internazionali che vengono presi sulle politiche future dello spettro internazionale.
  Riteniamo poi anche fondamentale la promozione dei sistemi wireless, che richiede un ripensamento della disciplina legislativa in materia di tutto quello che è il sistema wireless, la soppressione fondamentalmente per gli esercizi pubblici e i circoli privati dell'obbligo di licenza da parte della questura per l'installazione di zone wifi e dell'obbligo di monitoraggio dell'accesso alla rete, obblighi che come sappiamo erano previsti nel decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, cioè il cosiddetto «decreto Pisanu», e soppressi con il decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, ma che non sembra aver prodotto in termini di diffusione di tale tecnologia i risultati sperati e soprattutto i risultati comparati con quelli che si sono avuti nel resto del mondo.
  D'altra parte, l'ampia diffusione del wifi libero è un valore aggiunto per tanti settori strategici del nostro Paese, a cominciare da quello dell'offerta turistica ovviamente, quindi chiediamo davvero che si attuino tutte le misure necessarie a far sì che diventi fondamentale e operativa la diffusione del wifi libero.
  Inoltre, un altro aspetto dell'Agenda digitale suscettibile di notevoli sviluppi è rappresentato dalla messa a disposizione da parte dell'amministrazione pubblica dei propri dati in formato aperto e del loro riutilizzo, sviluppando le misure già previste dall'articolo 9 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179.
  In particolare, anche qui è di fondamentale importanza prevedere che gli stessi sistemi informativi che elaborano i dati all'interno delle pubbliche amministrazioni vengano modificati per aggiungere la funzionalità di esportazione automatica su Internet, in modo da evitare che l'obbligo alla trasparenza dei dati in formato aperto si trasformi in un enorme sovraccarico per i dipendenti della pubblica amministrazione. Ad oggi, infatti, assistiamo a banche dati, nel nostro Paese, che non si parlano, a complicatissime procedure informatiche e a principi di open source che sono oggettivamente sconosciuti e all'alba del terzo millennio siamo ancora un Paese in cui non facciamo altro che fare file e file.
  Quindi, per tutte queste considerazioni, chiediamo quali siano le iniziative urgenti del Governo per assicurare una più rapida attuazione dell'Agenda digitale, a partire dall'emanazione dello statuto dell'Agenzia per l'Italia digitale e, soprattutto, per la sua definitiva operatività e quali siano i motivi, a parere del Governo, per cui, Pag. 34nonostante da molti anni le forze politiche siano tutte concordi nell'affermare che l'informatizzazione e la digitalizzazione siano di fondamentale importanza per il nostro Paese, questo abbia accumulato, però, un enorme ritardo rispetto agli altri Paesi europei. Cerchiamo di fare, quindi, dell'Agenda digitale uno strumento davvero operativo e strategico, capace di far davvero cambiare passo al digitale nel nostro Paese. Se davvero, come dice la già citata Commissaria europea Kroes, la banda larga è la spina dorsale dell'economia del domani ma, soprattutto, è l'infrastruttura essenziale per il futuro, chiediamo al Governo di essere determinato a costruire un Paese che vada davvero in questa direzione.
  Infine, chiediamo se il Governo non intenda individuare, a fronte dell'organismo tecnico dell'Agenzia, un forte centro di coordinamento politico per l'attuazione dell'Agenda digitale, superando il coordinamento debole rappresentato dalla cabina di regia e se non si ritenga che, in considerazione del carattere strategico e trasversale rispetto alla competenza dei singoli ministeri dell'Agenda digitale, tale centro di coordinamento debba essere individuato in apposite strutture della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giovanni Legnini, ha facoltà di rispondere.

  GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, in relazione all'atto di sindacato ispettivo presentato dall'onorevole Coppola ed esposto dall'onorevole Bonaccorsi, concernente, tra l'altro, le urgenti iniziative per la rapida attuazione dell'Agenda digitale, rispondo con quanto segue.
  Già con il decreto-legge n. 5 del 2012 era stata istituita, come sappiamo, una cabina di regia per lo sviluppo dei servizi digitali innovativi, per potenziare l'offerta di connettività a larga banda, per incentivare cittadini e imprese all'utilizzo di servizi digitali e per promuovere, presso le industrie italiane, lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi.
  Successivamente, per la realizzazione degli obiettivi dell'Agenda digitale italiana, con il decreto «crescita» n. 83 del 2012 è stata istituita l'Agenzia per l'Italia digitale, che esercita la sue funzioni nei confronti delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di promuovere la diffusione delle tecnologie digitali nel Paese e di razionalizzare la spesa pubblica.
  L'Agenzia incorpora e svolge le funzioni del DigitPa, del Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l'innovazione tecnologica della Presidenza del Consiglio dei ministri, nonché dell'Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell'informazione in materia di sicurezza delle reti. Le competenze iniziali sono state integrate dal decreto-legge n. 179 del 2012, che ha affidato all'Agenzia anche lo sviluppo di grandi progetti strategici di ricerca e innovazione connessi alla realizzazione dell'Agenda digitale italiana, in conformità al programma europeo Horizon2020, con l'obiettivo di favorire lo sviluppo delle comunità intelligenti, la produzione di beni pubblici rilevanti, la rete a banda ultralarga, fissa e mobile, la valorizzazione digitale dei beni culturali e paesaggistici, la sostenibilità ambientale, i trasporti e la logistica, la difesa e la sicurezza, nonché al fine di mantenere e incrementare la presenza sul territorio nazionale di significative competenze di ricerca e innovazione industriale.
  Il Governo Letta ha posto tra i propri obiettivi prioritari la modernizzazione dei rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese, nel quadro dell'Agenda digitale europea: in tale ottica, il recentissimo decreto-legge n. 69 del 2013, cosiddetto decreto del fare, ha inteso snellire la governance dell'Agenda digitale nel suo complesso, rafforzando il ruolo di impulso e coordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri. Nel senso indicato dall'onorevole Bonaccorsi, il provvedimento interviene a vari livelli per favorire una più rapida attuazione dell'Agenda digitale.Pag. 35
  Il nuovo impianto normativo ridisegna i compiti e la struttura organizzativa della cabina di regia, che ora è presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri, e viene rafforzata con l'istituzione di un tavolo permanente per l'innovazione e l'Agenda digitale, composto da esperti in materia ed esponenti delle imprese e dell'università, e presieduto da un Commissario del Governo, denominato Mister Agenda digitale. In secondo luogo, il decreto semplifica la disciplina, prevista dal decreto-legge n. 83, in tema di vigilanza e funzionamento dell'Agenzia per l'Italia digitale. Inoltre, il provvedimento approvato intensifica, ulteriormente, gli interventi di digitalizzazione della pubblica amministrazione per la razionalizzazione e la riduzione della spesa pubblica. In particolare, si accelera la realizzazione e diffusione del fascicolo sanitario elettronico del cittadino, dando un ruolo più operativo all'Agenzia, e del domicilio digitale che consente al cittadino di ricevere ogni comunicazione da parte delle pubbliche amministrazioni esclusivamente per via telematica, nonché la razionalizzazione dei centri di elaborazione dati della pubblica amministrazione.
  Come auspicato dall'onorevole Bonaccorsi, la nuova disciplina liberalizza l'accesso ad Internet: per favorire la maggiore diffusione, come avviene in molti Paesi europei, non è più richiesta la identificazione personale degli utilizzatori, fermo restando l'obbligo del gestore di garantire la tracciabilità del collegamento. Si tratta di una semplificazione importante che agevola non solo gli utenti italiani, ma anche i tanti turisti che sono presenti sul territorio nazionale.
  Si sottolinea che l'Agenda digitale italiana raccoglie gli indirizzi dell'Agenda digitale europea, che è uno dei sette pilastri della strategia «Europa 2020», volta alla maggiore diffusione di Internet ad alta velocità e allo sfruttamento dei vantaggi di un mercato unico del digitale per famiglie e imprese. In conclusione, l'azione dell'Esecutivo è fortemente improntata allo sviluppo dei contenuti dell'Agenda digitale italiana, che è ritenuta lo strumento decisivo per migliorare la performance tecnologica e sostenere la crescita economica del Paese. Sono di tutta evidenza, infatti, i positivi risvolti commerciali derivanti dall'apertura di nuovi mercati e dall'allargamento delle frontiere nazionali consentiti dall'uso di Internet, così come dallo sviluppo e dalla diffusione delle ICT nel Paese possono nascere nuove opportunità imprenditoriali e occupazionali soprattutto per i giovani, così come lei stessa, prima, riferiva.

  PRESIDENTE. L'onorevole Coppola ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

Testo sostituito con errata corrige volante   PAOLO COPPOLA. Signor Presidente, possiamo dire che siamo parzialmente soddisfatti. Sicuramente ci fa piacere che la Presidenza del Consiglio dei ministri abbia preso sotto la sua ala il coordinamento della cabina di regia. Ci lascia un po’ perplessi il fatto che dopo avere avuto una cabina e un'Agenzia, adesso, con il decreto-legge n. 69 del 2013, abbiamo aggiunto anche un tavolo e un commissario. Speriamo che questo realmente renda più incisiva l'azione del Governo per quanto riguarda l'attuazione dell'Agenda digitale.
  Vorremmo sottolineare che quello che è stato fatto finora non è sufficiente e un po’ ci lascia perplessi il fatto che anche gli ultimi interventi rendano non chiarissimo il livello di conoscenza di chi sta portando avanti le azioni per l'attuazione dell'Agenda digitale.
  Le faccio solo un esempio: lei ha citato la liberalizzazione ulteriore dell'accesso a Internet con il wi-fi libero, ma nel decreto-legge n. 69 del 2013 vi è un riferimento al login del MAC Address, che è un riferimento del tutto inutile. È inutile perché il MAC Address è un numero che può essere facilmente falsificato e non si capisce perché questo tecnicismo sia stato inserito in norma; un tecnicismo che, però, è stato inserito in maniera errata.
  Detto questo, l'auspicio è che il Governo insista nell'attuare tutti gli interventi necessari per raggiungere gli obiettivi dell'Agenda digitale europea e vada anche Pag. 36oltre, perché noi siamo fortemente convinti che lo sviluppo del nostro Paese passi soprattutto dal potenziamento dell'infrastruttura di connessione e soprattutto dalla possibilità di digitalizzare seriamente e rendere più moderno il nostro Paese, a partire della pubblica amministrazione.
  Infatti, signor sottosegretario, non è un problema di tecnologia, ma è un problema soprattutto culturale. Quello che abbiamo visto negli ultimi anni è che, evidentemente, non vi è la sufficiente conoscenza, all'interno della pubblica amministrazione, di cosa voglia dire una vera informatizzazione. L'informatizzazione cambia completamente i processi, li rivoluziona, e purtroppo non sono sufficienti le norme finora emanate, se non vengono accompagnate da una forte, chiara e determinata volontà politica di modificare i processi all'interno della pubblica amministrazione, per trarre pieno vantaggio dalla rivoluzione digitale. Questo deve essere fatto e su questo noi chiediamo il massimo impegno al Governo, perché noi siamo convinti che da una forte digitalizzazione della pubblica amministrazione noi possiamo recuperare risorse, risorse importanti, che studi, ad esempio, del Politecnico di Torino stimano intorno a decine di miliardi di euro l'anno, che possono essere di nuovo investite per aumentare lo sviluppo e rendere più competitivo il nostro Paese.
  Vi è da operare ad amplissimo raggio nell'ambito dell'Agenda digitale per quanto riguarda la scuola, per quanto riguarda lo sviluppo dell’e-commerce. Vi sono temi assai semplici da risolvere. Uno – so che lei, sottosegretario, è particolarmente attento – è l'assurda differenza tra l'applicazione dell'IVA nell'editoria elettronica e quella dell'editoria tradizionale, ma ve ne sono molti altri di interventi da fare, come, per esempio, lo spingere sull'utilizzo dell’e-procurement all'interno della pubblica amministrazione, come gli open data, che sono, da un certo punto di vista, uno strumento tramite il quale aumentare la trasparenza, e quindi aumentare l'efficienza e l'efficacia della lotta alla corruzione nel nostro Paese, e, dall'altro, sono un enorme veicolo di conoscenza, e nell'economia della conoscenza questo permette di aumentare ulteriormente lo sviluppo economico nel nostro Paese.
  Concludo con un auspicio, l'auspicio ad un maggior coraggio nell'azione del Governo. Non limitiamoci agli impegni assunti finora, puntiamo più in alto. Infine, signor Presidente, signor sottosegretario, permettetemi di concludere citando il Machiavelli, per sottolineare quello che, a mio parere, dovremmo fare. Dovremmo «fare come gli arcieri prudenti, a’ quali parendo el loco dove disegnano ferire troppo lontano (...) pongono la mira assai più alta che il loco destinato (...) per poter con l'aiuto di sì alta mira pervenire al disegno loro» (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
  PAOLO COPPOLA. Signor Presidente, possiamo dire che siamo parzialmente soddisfatti. Sicuramente ci fa piacere che la Presidenza del Consiglio dei ministri abbia preso sotto la sua ala il coordinamento della cabina di regia. Ci lascia un po’ perplessi il fatto che dopo avere avuto una cabina e un'Agenzia, adesso, con il decreto-legge n. 69 del 2013, abbiamo aggiunto anche un tavolo e un commissario. Speriamo che questo realmente renda più incisiva l'azione del Governo per quanto riguarda l'attuazione dell'Agenda digitale.
  Vorremmo sottolineare che quello che è stato fatto finora non è sufficiente e un po’ ci lascia perplessi il fatto che anche gli ultimi interventi rendano non chiarissimo il livello di conoscenza di chi sta portando avanti le azioni per l'attuazione dell'Agenda digitale.
  Le faccio solo un esempio: lei ha citato la liberalizzazione ulteriore dell'accesso a Internet con il wi-fi libero, ma nel decreto-legge n. 69 del 2013 vi è un riferimento al logging del MAC Address, che è un riferimento del tutto inutile. È inutile perché il MAC Address è un numero che può essere facilmente falsificato e non si capisce perché questo tecnicismo sia stato inserito in norma; un tecnicismo che, però, è stato inserito in maniera errata.
  Detto questo, l'auspicio è che il Governo insista nell'attuare tutti gli interventi necessari per raggiungere gli obiettivi dell'Agenda digitale europea e vada anche oltre, perché noi siamo fortemente convinti che lo sviluppo del nostro Paese passi soprattutto dal potenziamento dell'infrastruttura di connessione e soprattutto dalla possibilità di digitalizzare seriamente e rendere più moderno il nostro Paese, a partire della pubblica amministrazione.
  Infatti, signor sottosegretario, non è un problema di tecnologia, ma è un problema soprattutto culturale. Quello che abbiamo visto negli ultimi anni è che, evidentemente, non vi è la sufficiente conoscenza, all'interno della pubblica amministrazione, di cosa voglia dire una vera informatizzazione. L'informatizzazione cambia completamente i processi, li rivoluziona, e purtroppo non sono sufficienti le norme finora emanate, se non vengono accompagnate da una forte, chiara e determinata volontà politica di modificare i processi all'interno della pubblica amministrazione, per trarre pieno vantaggio dalla rivoluzione digitale. Questo deve essere fatto e su questo noi chiediamo il massimo impegno al Governo, perché noi siamo convinti che da una forte digitalizzazione della pubblica amministrazione noi possiamo recuperare risorse, risorse importanti, che studi, ad esempio, del Politecnico di Torino stimano intorno a decine di miliardi di euro l'anno, che possono essere di nuovo investite per aumentare lo sviluppo e rendere più competitivo il nostro Paese.
  Vi è da operare ad amplissimo raggio nell'ambito dell'Agenda digitale per quanto riguarda la scuola, per quanto riguarda lo sviluppo dell’e-commerce. Vi sono temi assai semplici da risolvere. Uno – so che lei, sottosegretario, è particolarmente attento – è l'assurda differenza tra l'applicazione dell'IVA nell'editoria elettronica e quella dell'editoria tradizionale, ma ve ne sono molti altri di interventi da fare, come, per esempio, lo spingere sull'utilizzo dell’e-procurement all'interno della pubblica amministrazione, come gli open data, che sono, da un certo punto di vista, uno strumento tramite il quale aumentare la trasparenza, e quindi aumentare l'efficienza e l'efficacia della lotta alla corruzione nel nostro Paese, e, dall'altro, sono un enorme veicolo di conoscenza, e nell'economia della conoscenza questo permette di aumentare ulteriormente lo sviluppo economico nel nostro Paese.
  Concludo con un auspicio, l'auspicio ad un maggior coraggio nell'azione del Governo. Non limitiamoci agli impegni assunti finora, puntiamo più in alto. Infine, signor Presidente, signor sottosegretario, permettetemi di concludere citando il Machiavelli, per sottolineare quello che, a mio parere, dovremmo fare. Dovremmo «fare come gli arcieri prudenti, a’ quali parendo el loco dove disegnano ferire troppo lontano (...) pongono la mira assai più alta che il loco destinato (...) per poter con l'aiuto di sì alta mira pervenire al disegno loro» (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

(Iniziative per rilanciare il ruolo dell'Agenzia per l'Italia digitale e per dotare la stessa di un management che risponda a criteri di professionalità, merito e trasparenza – n. 2-00097)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Migliore n. 2-00097, concernente iniziative per rilanciare il ruolo dell'Agenzia per l'Italia digitale e per dotare la stessa di un management che risponda a criteri di professionalità, merito e trasparenza (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo all'onorevole Migliore se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  GENNARO MIGLIORE. Presidente, signor sottosegretario, devo dire che nella precedente interpellanza sono stati sollevati molti dubbi e anche molte considerazioni che mi agevolano il compito e soprattutto in relazione a quello che è l'oggetto che è più riguardante la capacità di funzionamento di questa Agenzia digitale, nel corso degli anni a venire.
  Io penso che sia sotto gli occhi di tutti che la crisi finanziaria ha messo in evidenza la necessità per il nostro Paese di investire su quelle carenze strutturali che Pag. 37vengono ricomprese ampiamente sotto il nome di «digital divide», anche perché è evidente che è l'Agenda digitale europea potrebbe rappresentare un importante moltiplicatore – come veniva già detto – dello sviluppo dell'economia continentale.
  In questo senso – lo ha ricordato anche lei – l'Unione europea, in risposta a questo scenario economico, ha elaborato una strategia vera e propria, politica e istituzionale, che desse un nuovo abbrivio per il rilancio dell'economia stessa dell'Europa, cercando di allentare questo gap tecnologico, anche intraeuropeo e non solamente dell'Europa con il resto del mondo. Si sono fissati obiettivi in materia di occupazione, produttività e coesione sociale che non vanno mai disgiunti dagli obiettivi di carattere tecnologico, che pure fanno parte dei nostri intendimenti.
  L'azione politica della Commissione europea è stata quella di elaborare la Strategia «Europa 2020», che fissa quegli obiettivi che ben conosciamo, da raggiungere entro i prossimi anni. L'Europa ha individuato le 7 iniziative prioritarie: l’«Agenda digitale europea», l’«Unione dell'innovazione» e la «Gioventù in movimento» (il cosiddetto pacchetto «Crescita intelligente»), «Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse» e «Una politica industriale per l'era della globalizzazione» (il cosiddetto pacchetto «Crescita sostenibile»), «Un'agenda per le nuove competenze e i nuovi lavori» e la «Piattaforma europea contro la povertà» (ovvero il pacchetto della «Crescita solidale»). Tutte queste linee programmatiche sono state riassunte nella comunicazione del 19 maggio 2010, il cui titolo è «Un'Agenda digitale europea», che ha come obiettivo quello di voler sviluppare un mercato unico digitale, con cui condurre l'Europa verso una crescita intelligente e sostenibile.
  Il Governo ha emanato due provvedimenti distinti, legislativi, urgenti, per la crescita del Paese: il cosiddetto «Decreto sviluppo» e il «Decreto crescita 2.0», al fine di dare attuazione alla comunicazione della Commissione europea. Con il primo decreto, all'articolo 19 è stata istituita l'Agenzia per l'Italia digitale. Con il secondo decreto è stata approvata l'Agenda digitale.
  L'Agenzia per l'Italia digitale, sin dalla sua nascita, è stata oggetto di una serie di riserve sulla modalità del selezione del commissario straordinario. E qui veniamo all'oggetto più specifico della nostra interpellanza urgente, che fa seguito anche ad una interrogazione scritta presentata il 5 giugno scorso. Il commissario straordinario si chiama così perché manca a tutt'oggi lo statuto, che, come abbiamo osservato nella precedente interrogazione a risposta scritta, è stato oggetto di ritiro in data 24 aprile 2013 da parte della Presidenza del Consiglio, dalla Corte dei conti, perché presentava non poche criticità rispetto alla dotazione organica del personale (centoventi unità provenienti dalla soppressa Digit PA e due unità dalla Agenzia per la diffusione delle tecnologie e per l'innovazione della Presidenza del Consiglio), e alla distribuzione dei poteri di controllo all'interno dell'Agenzia.
  In sostanza, l'ingegner Agostino Ragosa era il controllore e il controllato, contemporaneamente, partendo dall'avviso pubblico di selezione, di cui non è stato dato sapere quali sono stati i criteri e le modalità che hanno portato alla scelta dell'ingegner Agostino Ragosa, il quale a tutt'oggi, non ha operato in nessuna direzione nell'elaborare azioni concrete e urgenti – la legge glielo consente in qualità di commissario straordinario – per cominciare a far uscire il nostro Paese dal divario digitale in cui giace da troppo tempo rispetto agli altri partner europei.
  In questo senso richiamiamo l'attenzione del Governo, perché se è vero che c’è un intendimento generale sul far funzionare i processi di innovazione – sono assolutamente convinto ed è un'interpellanza, in questo senso, a sostegno e a sollecitazione dell'intervento del Governo –, sappiamo anche che spesso gli intralci, gli intoppi o le resistenze della burocrazia possono fare molto male a questi processi.
  Noi abbiamo intenzione di sollecitare quanto ha sottolineato la Commissione europea nel suo ultimo rapporto annuale, Pag. 38il Digital Agenda Scoreboard del 2013, sullo stato di avanzamento dell'Agenda digitale europea, presentato il 12 giugno 2013, dove si è stigmatizzato il ritardo dell'Italia nell'adozione delle nuove tecnologie di rete, sia nell'uso medio di Internet che del web, e colmare in questo senso il digital divide.
  Il Governo Letta, nel «decreto fare», ha ridefinito la governance – come lei ricordava – dell'Agenda digitale europea e ha nominato il dottor Francesco Caio, noto anche perché, con il cosiddetto «Piano Caio», denunciò l'inadeguatezza dell'Italia sulla banda larga, attualmente amministratore delegato di Avio, presidente dell'istituenda cabina di regia dell'Agenda digitale italiana. Potrei definirlo un super controllore dell'operato del commissario straordinario, il quale è stato oggetto di un esposto-denuncia – come immagino voi sappiate –, inviato al Segretario generale della Presidenza del Consiglio, dottor Garofoli, alla procura della Repubblica e anche al sottoscritto, in quanto probabilmente estensore della precedente interrogazione, in cui si mette in discussione l'operato dell'ingegnere Agostino Ragosa per presunti, eventuali illeciti di natura penale e amministrativa.
  Di fronte alla presente illustrazione ritengo, signor Ministro, che sia impellente e non più rinviabile per il rilancio dell'Agenzia per l'Italia digitale, partendo dalla scelta pubblica di un management che sia all'altezza dei digital champion europei – che in qualche modo rappresentano anche la garanzia per un investimento pubblico in questo settore – che si possano fare degli interventi che diano il senso di quale possa essere l'eventuale capacità di moltiplicatore economico e che non siano paralizzati da interessi di natura diversa.
  Come vede, non mi sono molto soffermato sulla parte tecnologica perché, appunto, i colleghi precedenti l'hanno brillantemente illustrata, però ci teniamo molto a rappresentare al Governo quelli che sono, dal nostro punto di vista, gli elementi che potrebbero avvalersi di un più completo sviluppo di questa iniziativa: il digital divide, il fisco elettronico, l’open data, l'identità digitale per i servizi della pubblica amministrazione e, soprattutto – ha ragione il collega che mi ha preceduto –, il monitoraggio sull'adeguatezza dei progetti di ammodernamento della pubblica amministrazione.
  Ma siccome una macchina deve essere non solo in perfetto funzionamento per poter procedere, ma deve avere anche un buon guidatore, io penso che, a questo punto, sia da verificare con la più approfondita azione, anche di eventuale monitoraggio e auditing interno, quali siano stati anche gli eventuali ritardi, che hanno generato anche dei danni dal punto di vista erariale per il mancato sviluppo dell'Agenda digitale, peraltro, per una nomina che è stata fatta molti mesi fa.
  Infine – aggiungo questo tema sul quale dovremo ulteriormente riflettere –, dovremo avere la capacità di affrontare il tema dello scorporo della rete fissa da Telecom, perché riteniamo che solo in questo modo le reti di nuova generazione possano realmente essere parte integrante del progetto di digitalizzazione e di ammodernamento del nostro Paese.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, ha facoltà di rispondere.

  GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, rispondo all'onorevole Migliore precisando che alcuni temi – come lui stesso diceva – si sovrappongono a quelli della precedente interpellanza e, quindi, vi è qualche elemento di ripetitività. Infatti, come si è già avuto modo di osservare con la risposta resa poco fa all'interpellanza dell'onorevole Coppola, la modernizzazione dei rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese è posta – lo ripeto – tra gli obiettivi prioritari del Governo Letta.
  Proprio in questa ottica, nel decreto-legge n. 69 del 2013, il Governo ha inserito alcune disposizioni relative all'Agenda digitale con l'obiettivo di snellire la governance della stessa agenda, riconducendo Pag. 39alla Presidenza del Consiglio la funzione di impulso e coordinamento, in modo da rendere più incisiva l'azione di Governo in questo importantissimo settore, considerato strategico dall'attuale Esecutivo.
  Proprio nel senso auspicato dall'onorevole Migliore, il decreto provvede anche a riorganizzare e rendere più snello e operativo il management dell'Agenda digitale. Anzitutto si ridefiniscono i compiti della cabina di regia, che sarà presieduta dal Presidente del Consiglio o da un suo delegato, la quale presenterà al Parlamento un quadro complessivo delle norme vigenti, dei programmi avviati e del loro stato di avanzamento, nonché delle risorse disponibili che costituiscono nel loro insieme l'Agenda digitale medesima. Mi auguro che in questo documento, che sarà presentato al Parlamento, si possa dare risposta più dettagliata a molti temi che lei poneva e che meritano la massima attenzione.
  La cabina di regia si avvarrà anche di un tavolo permanente, composto da esperti e rappresentanti delle imprese e delle università, che sarà presieduto – come diceva – dal dottor Francesco Caio.
  Sempre nell'ottica di snellire le procedure e rafforzare l'azione nel settore si è provveduto nel medesimo decreto a ricondurre in capo al Presidente del Consiglio la nomina del direttore, la vigilanza e l'approvazione dello statuto dell'Agenzia.
  Si auspica che con i recenti interventi normativi si possano accelerare i processi decisionali così da velocizzare, con il coinvolgimento dei diversi livelli di Governo (Stato, regioni ed enti locali in primis), la fase attuativa, permettendo all'Agenzia di operare con la massima efficienza per la realizzazione dei progetti dell'Agenda digitale.
  Inoltre, per quanto riguarda l’e-government, la pubblica amministrazione è impegnata in azioni di digitalizzazione e modernizzazione per migliorare l'interazione via Internet con i cittadini e sviluppare l'offerta di servizi online.
  L'onorevole Migliore cita, altresì, il rapporto annuale della Commissione europea nella parte relativa al ritardo italiano nell'adozione delle nuove tecnologie di rete e nell'uso medio di Internet. In realtà, da un'attenta lettura del rapporto si evince che, sebbene permanga il digital divide per coloro che non hanno mai utilizzato Internet, la percentuale degli utenti italiani che fanno un uso regolare del web, ossia almeno una volta alla settimana, è in progressivo aumento e che la percentuale degli italiani che accedono alla rete almeno una volta al giorno, quindi con uso frequente di Internet, è vicina alla media europea. Inoltre, se l'uso di Internet da parte dei privati cittadini presenta ancora indubbie difficoltà, l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione da parte delle aziende italiane, anche di piccole e piccolissime dimensioni, è in linea con la media europea.
  In merito allo sviluppo delle infrastrutture tecnologiche per la comunicazione digitale, sebbene il dato relativo alla diffusione delle nuove tecnologie e delle connessioni ad alta velocità nelle utenze domestiche non sia ancora allineato alla media europea, la copertura della banda larga di base è ampiamente assicurata. Per la diffusione della tecnologia wireless l'Italia è nella media europea e, comunque, attraverso il vasto mercato dei telefoni cellulari il tasso di utilizzo della rete mobile è molto elevato.
  Concludo dicendo che credo di poter dichiarare che le recenti misure adottate dal Governo, volte a dare un ruolo decisamente più operativo all'Agenzia, dimostrino l'attenzione che l'Esecutivo ripone verso questo importante e strategico settore per modernizzare il nostro Paese, migliorarne le performance e contribuire a sostenerne la crescita, in linea con gli altri Paesi europei, anche per tutte le ragioni che lei puntualmente disponeva.

  PRESIDENTE. L'onorevole Migliore ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, signor sottosegretario, devo dire che sono abbastanza esterrefatto dalla sua risposta, perché l'oggetto della nostra interpellanza Pag. 40urgente non era, a differenza di quella ottima che è stata fatta prima, quali erano gli interventi che intendeva mettere in campo il Governo. Non era questo.
  Non so se chi ha preparato la risposta insieme a lei – ovviamente non mi permetto di intervenire su questo punto – abbia ben chiaro qual era la domanda dell'interpellanza. Lei non ha risposto. Noi abbiamo fatto un'interpellanza sul ruolo del management e dell'attuale commissario straordinario, non genericamente. Se il Parlamento non può rivolgere al Governo neppure una domanda diretta, perché si dice che c’è un'attenzione con i nuovi provvedimenti... Mi creda, io ne sono convinto. Ho fatto questa interpellanza perché sono convinto che il Governo abbia a cuore questa vicenda e sono anche convinto, come ho detto in premessa, che il dottor Caio e gli altri rappresentanti – Sacco, De Biase e Rizzo – della cabina di regia che lo affiancheranno, sono stati chiamati esattamente per mettere nelle condizioni di far funzionare meglio l'Agenzia digitale, in relazione alla sua attuale direzione.
  Però il punto è che noi nell'interpellanza avevamo chiesto: se è dato di sapere se il collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia digitale sia stato interpellato; se ci sono stati danni di natura reale sulla base di inadempienze; se ci sono state, anche nella formulazione dell'Agenzia e della dotazione di personale, stabilite peraltro nello statuto impugnato, delle mancanze oppure delle forzature. Adesso io non voglio usare parole più profonde. C’è un esposto-denuncia, ci sono delle iniziative, stiamo chiedendo qual è l'intenzione rispetto a quel manager e credo che su questo il Governo una risposta ce la debba dare, anche dicendo: no, lo lasciamo lì; oppure dicendo che abbiamo intenzione di selezionare un altro digital champion dal punto di vista internazionale su criteri innovativi, che possa avere in qualche modo un criterio di professionalità, buona gestione, merito, esattamente come richiesto dai nostri partner europei.
  Io più di dirle che sono perfettamente d'accordo con quello che lei ha dichiarato, ma che non ha risposto alla mia domanda, non so che cosa dirle, perché effettivamente noi avevamo chiesto altro: avevamo chiesto qual è l'intenzione del Governo sulla vicenda che riguarda l'ingegner Ragosa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

(Elementi ed iniziative in merito ad eventuali violazioni della privacy di cittadini italiani, a seguito della recente vicenda sulle intercettazioni negli Stati Uniti d'America – n. 2-00104)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Quintarelli ed altri n. 2-00104, concernente elementi ed iniziative in merito ad eventuali violazioni della privacy di cittadini italiani, a seguito della recente vicenda sulle intercettazioni negli Stati Uniti d'America (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo al deputato Marazziti se intenda illustrare l'interpellanza di cui è cofirmatario.

  MARIO MARAZZITI. Signor Presidente, con il collega Quintarelli ed altri – Quintarelli è assente per motivi di salute – abbiamo lavorato ad un'interpellanza su un tema che ci preoccupa molto, perché è un tema che, quando abbiamo proposto la nostra interpellanza, era appena agli inizi ma è diventato di grande attualità nei media internazionali sotto la parola sintetica datagate.
  È il problema delle conseguenze, per i cittadini italiani ed europei – ma italiani in questo caso per noi in particolare – del cosiddetto scandalo Prism, così battezzato dal nome di uno dei programmi di acquisizione di dati online operato dalla National Security Agency negli Stati Uniti, nello specifico a partire dal 2007, ma che è venuto alla luce delle cronache e del mondo, poiché rivelato il 6 giugno 2013, in maniera – diciamo così – non autorizzata, dai giornali Guardian e Washington Post, in seguito alle dichiarazioni di un ex consulente della NCA, Edward Snowden.Pag. 41
  Il signor Snowden, il suo nome, è oggi sulle pagine di tutti i giornali del mondo perché in questo momento sarebbe a Mosca e c’è il problema di dove andrebbe, dove potrebbe risiedere, a causa del fatto che sarebbe all'origine in possesso di dati che potrebbero essere destabilizzanti per molti Paesi del mondo.
  Ma il problema che sta dietro questa sigla e dietro questa interpellanza è quello che è accaduto da quando abbiamo conosciuto che esistono questi programmi di intercettazione e ascolto. Noi non sappiamo esattamente quali conseguenze questo può avere avuto ed può avere sulla privacy e, quindi, sulla protezione di dati personali, ma anche aziendali, legati a cittadini italiani che potrebbero, per esempio, essere stati intercettati quando si trovavano all'estero. Né sappiamo se i grandi colossi del mondo del web, in qualche forma che noi ancora non conosciamo, abbiano avuto o abbiano degli accordi o siano tenuti – anche se non possono ammetterlo in base agli accordi che avrebbero avuto – a dare accesso ad alcuni dati, per motivi di sicurezza o di lotta al terrorismo internazionale – per esempio all'amministrazione statunitense o ad altri Paesi.
  Riassumo rapidamente la storia di questo ultimo mese e di quello che sappiamo allo stato attuale. Intanto, l'interpellanza chiede quali iniziative il Governo italiano abbia messo in atto e intenda mettere in atto per accertare la verità a maggiore tutela della sicurezza, anche informatica, e, quindi, personale, dei cittadini italiani ed europei o se abbia già messo in atto iniziative di cui non siamo a conoscenza e il suo parere su come affrontare questa complessa questione.
  Snowden ha rivelato informazioni coperte da segreto relativamente ai programmi che consentono al Governo statunitense di monitorare i contenuti veicolati su Internet e i dati del traffico telematico e telefonico di utenti statunitensi, ma non solo. Sappiamo che c’è stata una risposta, in questa fase di discussione internazionale, da parte dell'amministrazione statunitense, secondo cui i cittadini statunitensi in realtà possono stare tranquilli, perché non loro erano al centro di questa attenzione telematica. Questo, però, per converso, aprirebbe preoccupazioni maggiori per noi o per altri cittadini non americani.
  La raccolta di dati è operata dalla NSA per prevenire e contrastare gli atti di terrorismo, previa approvazione di una Corte speciale che agisce, coperta da segreto, nel rispetto della normativa vigente negli Stati Uniti d'America, la United States Foreign Intelligence Surveillance Court e si limita già alla fine degli anni Settanta, con il Foreign Intelligence Surveillance Act e poi aggiornato e modificato.
  La National Security Agency e la Corte speciale hanno visto poi i propri poteri fortemente ampliati nei primi anni del Duemila, dopo gli attentati dell'11 settembre, e nel 2001 con il noto Patriot Act e nel 2006 con il Terrorist Surveillance Act e nel 2007-2008 con il Protect America Act, che poi è decaduto, e con il FISA Amendments Act.
  In tutto il mondo, la notizia del super controllo, seppure motivato da necessità o fini nobili, come la sicurezza e la lotta al terrorismo, ha destato polemiche e proteste dovute a due ordini di ragioni. In primo luogo, la sproporzione massiva, a detta di molti, dei controlli generalizzati; in secondo luogo, la sottoposizione a controllo di soggetti anche al di fuori degli Stati Uniti d'America.
  Non è mancato chi, per evidenziare come alcuni controlli simili si operino anche in Italia, abbia rammentato le facoltà di intercettazione preventiva per contrasto a gravi reati, anche terroristici, come riconosciuto dall'articolo 226 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale al Ministro dell'interno, a questori o a comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza.
  Non continuo su questo, ma la dimensione è molto vasta. E a questo si sono unite le notizie successive, da parte britannica, sul problema cosiddetto dei Five Eyes, dell'accordo che ci sarebbe tra Stati Uniti d'America, Australia, Canada, Nuova Zelanda e Gran Bretagna per cui ci sarebbero stati dei dati tra questi Paesi.Pag. 42
  E questo, paradossalmente, potrebbe prefigurare, ma non ne sappiamo abbastanza, che un Paese, alla richiesta di notizie riguardo al fatto che stia raccogliendo dati su quei cittadini interessati e preoccupati alla loro privacy, potrebbe rispondere seriamente «no», quando magari lo sta facendo un altro Paese e lo scambio di dati permette di conoscere queste notizie.
  Allora, noi sappiamo che questo ha suscitato delle reazioni anche da parte dei Governi europei: la cancelleria tedesca Merkel e la commissaria europea Viviane Reding hanno richiesto spiegazioni e approfondimenti, ne hanno dato notizia pubblica, al Presidente statunitense Barack Obama nel corso dell'ultima riunione del G8 in Irlanda.
  Lo stesso Garante per la protezione dei dati personali italiano, Antonello Soro, ha pubblicamente rimarcato come sistemi analoghi a quelli di Prism in Italia sarebbero considerati illegali per mancanza di idonee garanzie a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini. Il Ministro della giustizia tedesco, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, ha inviato due lettere al Segretario di Stato alla Giustizia e al Segretario di Stato per gli affari interni inglesi, chiedendo spiegazioni sul programma di sorveglianza «Tempora» e, soprattutto, se siano coinvolti cittadini tedeschi.
  Negli ultimi giorni noi abbiamo assistito anche a richieste da parte italiana di maggiori informazioni: penso all'alleanza per internet, che è stata richiesta in più sedi, lanciando un allarme e chiedendo informazioni.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MARIO MARAZZITI. Ecco, di fronte ad una situazione – e concludo – in cui noi sappiamo che il Governo australiano ha detto che indagherà sull'impatto del programma Prism e sull'uso della sorveglianza Pan gap sulla privacy dei cittadini australiani, e di fronte al fatto che abbiamo notizie da giornali israeliani per cui ci potrebbe essere un coinvolgimento di tecnologie di due compagnie israeliane – la Verint systems e la Narus – al programma Prism, mentre sappiamo che in Nuova Zelanda sembra stato dichiarato dal professor Hank Wolfe, del dipartimento di scienza informatica dell'università di Otago, che quello che ufficialmente è conosciuto come Five Eyes program – che concludo davvero – potrebbe permettere, come accennato, il fatto che ogni partner del programma con serietà e sincerità potrebbe smentire di cercare di entrare nella privacy di cittadini perché tanto riceve informazioni da altri Paesi, ecco, in questa situazione io credo che il Governo italiano per noi è un interlocutore, un elemento di fiducia, nella misura in cui riesce oggi, in un tempo così complesso, a dare segnali forti in questa direzione per rassicurare i cittadini italiani e per dire quali iniziative intenda intraprendere.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giovanni Legnini, ha facoltà di rispondere.

  GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il così detto Datagate scaturisce, come sappiamo dalle rivelazioni al Guardian e al Washington Post, di un giovane contractor, che ha lavorato per quindici mesi presso l’operations center della National Security Agency, nelle Hawaii.
  Le attività di tale agenzia hanno suscitato forti critiche ed allarmate reazioni in molti Paesi. In Europa il «caso Prism», ha destato forti perplessità anche (e soprattutto) in relazione al negoziato sull'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti.
  Sul piano dell'azione governativa in ambito europeo, segnalo che la Vicepresidente della Commissione europea e commissaria alla giustizia, Viviane Reding, preoccupata per le possibili ripercussioni della vicenda sulla tutela dei dati dei cittadini europei, ha già richiesto risposte rapide e concrete agli Stati Uniti.
  Sul tema, la Commissione europea ha presentato, nel gennaio 2012, un vero e Pag. 43proprio pacchetto sulla protezione dei dati personali in sostituzione della precedente normativa affidata alla direttiva 95/46/CE sulla tutela delle persone fisiche e con riguardo al trattamento dei dati personali, sulla protezione dei dati personali trattati nell'ambito della cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale.
  In sede di Consiglio giustizia e affari interni, lo scorso 6 giugno, in Lussemburgo, è stata esaminata per la prima volta la proposta di regolamento, alla cui sorte è legata la proposta di direttiva (la proposta si articola, appunto, in un regolamento, in una direttiva). Il nostro Paese difende il merito della proposta legislativa, che è ancora in fase preliminare di dibattito tra i 27 Stati membri, ponendo l'accento sulla necessità che la nuova normativa tuteli adeguatamente il principio della protezione dei dati dei cittadini europei.
  Quanto all'ambito nazionale, nell'immediatezza della diffusione delle notizie sulla vicenda oggetto dell'interpellanza, l'Autorità garante per la protezione dei dati personali ha espresso viva preoccupazione in merito all'azione della NSA statunitense, che avrebbe raccolto tabulati telefonici di milioni di cittadini, probabilmente, non solo statunitensi. Tali forti perplessità sono state recentemente riaffermate dal presidente Soro in sede di presentazione al Parlamento della relazione annuale dell'attività del Garante, tenutasi alla Camera dei deputati l'11 giugno scorso.
  Sul piano del diritto sostanziale interno, va evidenziato che il nostro ordinamento prevede al massimo livello possibile – quello della tutela penale – le misure idonee a proteggere la libertà delle comunicazioni di tutti i cittadini in un contesto costituzionalmente garantito di segretezza della corrispondenza, anche telematica. Va notato, peraltro, che le disposizioni richiamate trovano applicazione sensi dell'articolo 10 del codice penale per le ipotesi – quale sembra essere quella di specie – del delitto comune dello straniero all'estero, sempre che ne sussistano i presupposti.
  Con l'obiettivo di promuovere un'azione congiunta, l'Autorità garante per la protezione dei dati personali ha immediatamente avviato contatti con le altre autorità per la protezione dei dati personali europee, al fine di ottenere chiarimenti sulla vicenda dalle autorità USA.
  Al riguardo, il «Gruppo articolo 29», con una nota a firma del suo presidente, ha rivolto alla Vicepresidente della Commissione europea l'invito a chiedere chiarimenti sulla vicenda agli omologhi organi statunitensi. In particolare, è stato richiesto di chiarire se il programma PRISM è diretto soltanto ai dati dei cittadini e dei residenti americani o anche a cittadini non americani e, in particolare, europei, nonché se l'accesso a tali dati è limitato a casi specifici e individuali, sulla base di sospetti concreti, ovvero è effettuato in maniera indiscriminata e massiva.
  L'orientamento dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali è quello di chiarire se le attività di controllo in esame abbiano coinvolto – legittimamente o meno – anche cittadini europei, appunto, in quanto interlocutori di cittadini americani, ovvero a seguito di richieste di cooperazione giudiziaria o di polizia avanzate da autorità statunitensi.
  Ad oggi, le disposizioni previste dal FISA (Foreign Intelligente Surveillance Act) consentono un trattamento rilevante di dati personali da parte delle competenti autorità federali, per motivi di sicurezza dello Stato, a prescindere dalla presenza fisica del soggetto sul territorio USA e, quindi, producono effetti di ultrattività della normativa americana in altri ordinamenti.
  Sul piano della tutela dei diritti e della conseguente azione giurisdizionale, la disciplina vigente consente al soggetto che si ritenga leso da simili attività investigative di adire l'autorità giudiziaria, al fine di verificare la legittimità delle operazioni effettuate e la sussistenza dei presupposti normativi necessari allo svolgimento di tale particolare tipo di intercettazioni, a tutela del diritto alla protezione dei dati personali della persona.Pag. 44
  Tali norme non contemplano, tra i presupposti soggettivi idonei a fondare la legittimazione ad agire, anche la cittadinanza statunitense, in conformità a un indirizzo consolidato della giurisprudenza della Corte suprema, che ha da tempo ribadito come i diritti fondamentali e le loro garanzie processuali abbiano carattere universale e non possano, quindi, essere negati ai non cittadini, essendo riconosciuti alla persona in quanto tale, a prescindere dalla sua cittadinanza.
  Resta, ovviamente, da verificare se il diritto di azione in giudizio del cittadino non statunitense, non presente nel territorio USA, possa ritenersi effettivo in ragione delle difficoltà inevitabilmente connesse alla necessità di adire un giudice straniero in assenza, peraltro, degli elementi probatori indispensabili ai fini di una efficace tutela giurisdizionale dei propri diritti. Merita, altresì, di essere evidenziata la materia del trasferimento dei dati tra Unione Europea e Stati Uniti, che è regolata da strumenti normativi ben precisi, nella cui definizione l'Italia ha svolto un ruolo importante.
  In conclusione, conformemente a quanto comunicato dal segretariato generale della segreteria speciale della Presidenza del Consiglio dei ministri, si ribadisce che non sussiste alcun interessamento degli organismi di informazione italiani nel cosiddetto Programma Prism. Appare comunque opportuno richiamare i principali contenuti della normativa nazionale vigente in materia di acquisizione dei dati relativi alle comunicazioni da parte dei servizi di informazione per la sicurezza.
  Ai sensi del decreto-legge n. 144 del 2005 convertito, con modificazioni, nella legge n. 155 del 2005, dal 2005 i Servizi hanno la facoltà – originariamente prevista solo in materia di contrasto del terrorismo o di eversione dell'ordinamento costituzionale e, dal luglio 2012, estesa all'ambito complessivo delle attività istituzionali – di effettuare intercettazioni di conversazioni o comunicazioni in funzione preventiva.
  La disciplina legislativa prevede, al momento, che l'autorizzazione promani dal procuratore generale della Corte d'appello di Roma che provvede, al termine dell'attività, alla verifica della conformità delle attività compiute all'autorizzazione rilasciata, disponendo poi l'immediata distruzione dei supporti e verbali.
  Delle intercettazioni effettuate è previsto l'obbligo di informazione al COPASIR, oltre che in sede di relazione semestrale, anche al termine delle operazioni compiute; per tale via, quindi, il controllo parlamentare si aggiunge a quello giurisdizionale.
  Per completezza di informazione, si aggiunge che gli organismi sono inoltre soggetti alle disposizioni in materia di trattamento di dati personali, per quanto riguarda il rispetto dei principi generali e delle misure di sicurezza e sono per questo soggetti al controllo del Garante per la protezione dei dati personali.
  L'articolo 26 della legge n. 124 del 2007, nel prevedere che la raccolta ed il trattamento siano finalizzati esclusivamente al perseguimento degli scopi istituzionali, dispone anche che il DIS, l'AISE e l'AISI non possono istituire archivi al di fuori di quelli che siano ufficialmente comunicati al COPASIR.

  PRESIDENTE. L'onorevole Marazziti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interpellanza Quintarelli n. 2-00104, di cui è cofirmatario.

  MARIO MARAZZITI. Signor Presidente, ringrazio il Governo per la risposta, e devo dire che sotto il profilo della difesa della privacy sicuramente è stata data una risposta esauriente, anche se suggerisco un'azione coordinata europea per capire come l'altro programma, il Five Eyes, l'alleanza tra i cinque Paesi che ho appena nominato, possa incidere a integrazione del problema dello scandalo Prism. Tuttavia volevo anche dire che c’è un secondo problema a cui forse non è stata, oggi, data risposta e che è il problema della difesa della segretezza della corrispondenza; questo, penso sia un tema abbastanza Pag. 45problematico che forse richiederà prossimamente per l'Italia e per l'Europa un'azione incisiva e coordinata.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
  Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

  La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 16,50.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che non vi sono ulteriori deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di luglio 2013 e conseguente aggiornamento del programma.

Testo sostituito con errata corrige volante   PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di luglio 2013:
  Lunedì 1o luglio (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
   Discussione sulle linee generali delle mozioni Zaccagnini ed altri n. 1-00019 e Cenni ed altri n. 1-00015 concernenti iniziative in merito alla diffusione in agricoltura di organismi geneticamente modificati, con particolare riferimento all'esercizio della clausola di salvaguardia.
  Martedì 2 (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 3 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), giovedì 4 luglio (antimeridiana, con eventuale prosecuzione pomeridiana e nella mattina di venerdì 5 luglio) (con votazioni):
   Votazione per l'elezione di un Vicepresidente e di un Segretario di Presidenza.

   Seguito dell'esame della proposta di legge n. 331 ed abbinata – Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili.

   Seguito dell'esame delle mozioni Zaccagnini ed altri n. 1-00019 e Cenni ed altri n. 1-00015 concernenti iniziative in merito alla diffusione in agricoltura di organismi geneticamente modificati, con particolare riferimento all'esercizio della clausola di salvaguardia.

  Lunedì 8 luglio (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
   Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1139 – Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 61, recante nuove disposizioni urgenti a tutela dell'ambiente, della salute e del lavoro nell'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale (da inviare al Senato – scadenza: 3 agosto 2013).
   Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 67 ed abbinate – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
   Discussione sulle linee generali della mozione Giorgia Meloni ed altri n. 1-00071 concernente iniziative a salvaguardia del bilinguismo nella toponomastica della provincia autonoma di Bolzano.

  Martedì 9 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 10 e giovedì 11 luglio (antimeridiana e pomeridiana, Pag. 46con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 12 luglio) (con votazioni):
   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1139 – Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 61, recante nuove disposizioni urgenti a tutela dell'ambiente, della salute e del lavoro nell'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale (da inviare al Senato – scadenza: 3 agosto 2013).
  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 67 ed abbinate – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
   Seguito dell'esame della mozione Giorgia Meloni ed altri n. 1-00071 concernente iniziative a salvaguardia del bilinguismo nella toponomastica della provincia autonoma di Bolzano.

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lunedì 15 luglio (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
   Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1248 – Conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia (da inviare al Senato – scadenza: 20 agosto 2013).
   Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 251 ed abbinate – Modifica all'articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso (ove concluso dalla Commissione).
   Discussione sulle linee generali della mozione Cozzolino ed altri n. 1-00110 concernente iniziative normative per la sospensione del pagamento della rata relativa al 2013 del finanziamento pubblico ai partiti.

  Martedì 16 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 17 e giovedì 18 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 19 luglio) (con votazioni):
   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1248 – Conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia (da inviare al Senato – scadenza: 20 agosto 2013).
   Seguito dell'esame della proposta di legge n. 251 ed abbinate – Modifica all'articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso (ove concluso dalla Commissione).
   Seguito dell'esame della mozione Cozzolino ed altri n. 1-00110 concernente iniziative normative per la sospensione del pagamento della rata relativa al 2013 del finanziamento pubblico ai partiti.

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lunedì 22 luglio (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
   Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
    n. 1260 – Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2013, n. 72, recante misure urgenti per i pagamenti dei debiti degli enti del Servizio sanitario nazionale (da inviare al Senato – scadenza: 24 agosto 2013);
    S. 783 – Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, recante disposizioni urgenti per il recepimento della direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea, Pag. 47nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 4 agosto 2013).
  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di luglio 2013:
  Lunedì 1o luglio (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
   Discussione sulle linee generali delle mozioni Zaccagnini ed altri n. 1-00019 e Cenni ed altri n. 1-00015 concernenti iniziative in merito alla diffusione in agricoltura di organismi geneticamente modificati, con particolare riferimento all'esercizio della clausola di salvaguardia.

  Martedì 2 (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 3 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), giovedì 4 luglio (antimeridiana, con eventuale prosecuzione pomeridiana e nella mattina di venerdì 5 luglio) (con votazioni):
   Votazione per l'elezione di un Vicepresidente e di un Segretario di Presidenza.

   Seguito dell'esame della proposta di legge n. 331 ed abbinata – Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili.

   Seguito dell'esame delle mozioni Zaccagnini ed altri n. 1-00019 e Cenni ed altri n. 1-00015 concernenti iniziative in merito alla diffusione in agricoltura di organismi geneticamente modificati, con particolare riferimento all'esercizio della clausola di salvaguardia.

  Nel corso della settimana avrà luogo l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge n. 1248 - Conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia (da inviare al Senato - scadenza: 20 agosto 2013), già preannunciate in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo).

  Lunedì 8 luglio (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
   Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1139 – Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 61, recante nuove disposizioni urgenti a tutela dell'ambiente, della salute e del lavoro nell'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale (da inviare al Senato – scadenza: 3 agosto 2013).
   Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 67 ed abbinate – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
   Discussione sulle linee generali della mozione Giorgia Meloni ed altri n. 1-00071 concernente iniziative a salvaguardia del bilinguismo nella toponomastica della provincia autonoma di Bolzano.

  Martedì 9 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 10 e giovedì 11 luglio (antimeridiana e pomeridiana, Pag. 46con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 12 luglio) (con votazioni):
   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1139 – Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 61, recante nuove disposizioni urgenti a tutela dell'ambiente, della salute e del lavoro nell'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale (da inviare al Senato – scadenza: 3 agosto 2013).
  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 67 ed abbinate – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
   Seguito dell'esame della mozione Giorgia Meloni ed altri n. 1-00071 concernente iniziative a salvaguardia del bilinguismo nella toponomastica della provincia autonoma di Bolzano.

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lunedì 15 luglio (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
   Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1248 – Conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia (da inviare al Senato – scadenza: 20 agosto 2013).
   Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 251 ed abbinate – Modifica all'articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso (ove concluso dalla Commissione).
   Discussione sulle linee generali della mozione Cozzolino ed altri n. 1-00110 concernente iniziative normative per la sospensione del pagamento della rata relativa al 2013 del finanziamento pubblico ai partiti.

  Martedì 16 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 17 e giovedì 18 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 19 luglio) (con votazioni):
   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1248 – Conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia (da inviare al Senato – scadenza: 20 agosto 2013).
   Seguito dell'esame della proposta di legge n. 251 ed abbinate – Modifica all'articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso (ove concluso dalla Commissione).
   Seguito dell'esame della mozione Cozzolino ed altri n. 1-00110 concernente iniziative normative per la sospensione del pagamento della rata relativa al 2013 del finanziamento pubblico ai partiti.

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lunedì 22 luglio (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
   Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
    n. 1260 – Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2013, n. 72, recante misure urgenti per i pagamenti dei debiti degli enti del Servizio sanitario nazionale (da inviare al Senato – scadenza: 24 agosto 2013);
    S. 783 – Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, recante disposizioni urgenti per il recepimento della direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea, Pag. 47nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione – scadenza: 4 agosto 2013).

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali delle proposte di legge:
   n. 245 ed abbinata – Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, e al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, per il contrasto dell'omofobia e della transfobia (ove concluso dalla Commissione);
   n. 750 ed abbinate – Modifica all'articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e altre disposizioni in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali (ove concluso dalla Commissione).
  Discussione sulle linee generali delle proposte di legge:
   n. 245 ed abbinata – Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, e al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, per il contrasto dell'omofobia e della transfobia (ove concluso dalla Commissione);
   n. 750 ed abbinate – Modifica all'articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e altre disposizioni in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali (ove concluso dalla Commissione).

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali delle mozioni Fiorio ed altri n. 1-00052 e Gagnarli ed altri n. 1-00088 concernenti iniziative volte a ridurre gli sprechi alimentari.
  Martedì 23 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 24 e giovedì 25 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 26 luglio) (con votazioni):
  Discussione sulle linee generali delle mozioni Fiorio ed altri n. 1-00052 e Gagnarli ed altri n. 1-00088 concernenti iniziative volte a ridurre gli sprechi alimentari.

  Martedì 23 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 24 e giovedì 25 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 26 luglio) (con votazioni):

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame dei disegni di legge:
   n. 1260 – Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2013, n. 72, recante misure urgenti per i pagamenti dei debiti degli enti del Servizio sanitario nazionale (da inviare al Senato – scadenza: 24 agosto 2013);
   S. 783 – Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, recante disposizioni urgenti per il recepimento della direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 4 agosto 2013).
  Seguito dell'esame dei disegni di legge:
   n. 1260 – Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2013, n. 72, recante misure urgenti per i pagamenti dei debiti degli enti del Servizio sanitario nazionale (da inviare al Senato – scadenza: 24 agosto 2013);
   S. 783 – Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, recante disposizioni urgenti per il recepimento della direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione – scadenza: 4 agosto 2013).

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame delle proposte di legge:
   n. 245 ed abbinata – Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, e al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, per il contrasto dell'omofobia e della transfobia (ove concluso dalla Commissione);
   n. 750 ed abbinate – Modifica all'articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e altre disposizioni in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali (ove concluso dalla Commissione).
  Seguito dell'esame delle proposte di legge:
   n. 245 ed abbinata – Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, e al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, per il contrasto dell'omofobia e della transfobia (ove concluso dalla Commissione);
   n. 750 ed abbinate – Modifica all'articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e altre disposizioni in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali (ove concluso dalla Commissione).

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame delle mozioni Fiorio ed altri n. 1-00052 e Gagnarli ed altri n. 1-00088 concernenti iniziative volte a ridurre gli sprechi alimentari.
  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Venerdì 26 luglio (antimeridiana/pomeridiana, comunque al termine delle eventuali votazioni, con prosecuzione notturna):
   Discussione sulle linee generali dei progetti di legge n. 15 ed abbinati – Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (deliberata l'urgenza);
   Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 925 ed abbinate – Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della Pag. 48stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante (ove concluso dalla Commissione).

  Lunedì 29 luglio (antimeridiana, fino all'inizio delle votazioni):
   Discussione sulle linee generali del disegno di legge costituzionale S. 813 – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione).
   Discussione sulle linee generali del disegno di legge di ratifica n. 1247 – Protocollo d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura relativo al funzionamento in Italia, a Perugia, dell'UNESCO Programme Office on Global Water Assessment, che ospita il Segretariato del World Water Assessment Programme, fatto a Parigi il 12 settembre 2012 (Approvato dal Senato – ove concluso dalla Commissione).
  Seguito dell'esame delle mozioni Fiorio ed altri n. 1-00052 e Gagnarli ed altri n. 1-00088 concernenti iniziative volte a ridurre gli sprechi alimentari.

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Venerdì 26 luglio (antimeridiana/pomeridiana, comunque al termine delle eventuali votazioni, con prosecuzione notturna):
   Discussione sulle linee generali dei progetti di legge nn. 664, 1154 e abbinate – Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (deliberata l'urgenza);
   Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 925 ed abbinate – Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della Pag. 48stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante (ove concluso dalla Commissione).

  Lunedì 29 luglio (antimeridiana, fino all'inizio delle votazioni):
   Discussione sulle linee generali del disegno di legge costituzionale S. 813 – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione).
   Discussione sulle linee generali del disegno di legge di ratifica n. 1247 – Protocollo d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura relativo al funzionamento in Italia, a Perugia, dell'UNESCO Programme Office on Global Water Assessment, che ospita il Segretariato del World Water Assessment Programme, fatto a Parigi il 12 settembre 2012 (Approvato dal Senato – ove concluso dalla Commissione).

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali delle mozioni:
   Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00109 concernente iniziative per una moratoria in ordine alla libera circolazione dei lavoratori croati a seguito dell'ingresso della Croazia nell'Unione europea;
   Giancarlo Giordano, De Mita, Famiglietti ed altri n. 1-00119 concernente iniziative in ordine alla crisi di Irisbus e di BredaMenariniBus, anche in relazione alla situazione del trasporto pubblico locale.
  Lunedì 29 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), martedì 30 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e mercoledì 31 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni):
   Seguito dell'esame dei progetti di legge n. 15 ed abbinati – Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (deliberata l'urgenza).
   Seguito dell'esame del disegno di legge costituzionale S. 813 – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione).
   Seguito dell'esame della proposta di legge n. 925 ed abbinate – Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante (ove concluso dalla Commissione).
   Seguito dell'esame del disegno di legge di ratifica n. 1247 – Protocollo d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura relativo al funzionamento in Italia, a Perugia, dell'UNESCO Programme Office on Global Water Assessment, che ospita il Segretariato del World Water Assessment Programme, fatto a Parigi il 12 settembre 2012 (Approvato dal Senato – ove concluso dalla Commissione).
  Discussione sulle linee generali delle mozioni:
   Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00109 concernente iniziative per una moratoria in ordine alla libera circolazione dei lavoratori croati a seguito dell'ingresso della Croazia nell'Unione europea;
   Giancarlo Giordano, De Mita, Famiglietti ed altri n. 1-00119 concernente iniziative in ordine alla crisi di Irisbus e di BredaMenariniBus, anche in relazione alla situazione del trasporto pubblico locale.

  Lunedì 29 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), martedì 30 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e mercoledì 31 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni):
   Seguito dell'esame dei progetti di legge nn. 664, 1154 e abbinate – Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (deliberata l'urgenza).
   Seguito dell'esame del disegno di legge costituzionale S. 813 – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione).
   Seguito dell'esame della proposta di legge n. 925 ed abbinate – Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante (ove concluso dalla Commissione).
   Seguito dell'esame del disegno di legge di ratifica n. 1247 – Protocollo d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura relativo al funzionamento in Italia, a Perugia, dell'UNESCO Programme Office on Global Water Assessment, che ospita il Segretariato del World Water Assessment Programme, fatto a Parigi il 12 settembre 2012 (Approvato dal Senato – ove concluso dalla Commissione).

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame delle mozioni:
   Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00109 concernente iniziative per una moratoria in ordine alla libera circolazione dei lavoratori croati a seguito dell'ingresso della Croazia nell'Unione europea;
   Giancarlo Giordano, De Mita, Famiglietti ed altri n. 1-00119 concernente iniziative in ordine alla crisi di Irisbus e di BredaMenariniBus, anche in relazione alla situazione del trasporto pubblico locale.
  Potrà altresì avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
  Seguito dell'esame delle mozioni:
   Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00109 concernente iniziative per una moratoria in ordine alla libera circolazione dei lavoratori croati a seguito dell'ingresso della Croazia nell'Unione europea;
   Giancarlo Giordano, De Mita, Famiglietti ed altri n. 1-00119 concernente iniziative in ordine alla crisi di Irisbus e di BredaMenariniBus, anche in relazione alla situazione del trasporto pubblico locale.

  Potrà altresì avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Testo sostituito con errata corrige volante   Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).Pag. 49
  Nelle prime due settimane del mese di luglio lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo, in via sperimentale, il martedì alle ore 9 e lo svolgimento di interpellanze urgenti il venerdì alle ore 9.
  Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Per quanto riguarda la discussione dei progetti di legge n. 245 ed abbinata e n. 925 ed abbinate, l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalla Commissione di merito.
  Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).Pag. 49
  Nelle prime due settimane del mese di luglio lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo, in via sperimentale, il martedì alle ore 9 e lo svolgimento di interpellanze urgenti il venerdì alle ore 9.
  Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Per quanto riguarda la discussione dei progetti di legge n. 245 ed abbinata e n. 925 ed abbinate, l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalla Commissione di merito.

Testo sostituito con errata corrige volante   Il programma si intende conseguentemente aggiornato.   Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Lunedì 1o luglio 2013, alle 16:

  Discussione delle mozioni Zaccagnini ed altri n. 1-00019 e Cenni ed altri n. 1-00015 concernenti iniziative in merito alla diffusione in agricoltura di organismi geneticamente modificati, con particolare riferimento all'esercizio della clausola di salvaguardia.

  La seduta termina alle 16,55.

Pag. 50

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Mozioni nn. 1-00019 e 1-00015 – Organismi geneticamente modificati

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
 MoVimento 5 Stelle 38 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
36 minuti
 Scelta civica per l'Italia 26 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
 Lega Nord e Autonomie 21 minuti
 Fratelli d'Italia 19 minuti
 Misto: 20 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  Minoranze linguistiche 6 minuti
  Socialisti italiani 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Pag. 51

Pdl n. 331 – Pene detentive non carcerarie e messa alla prova

Seguito dell'esame: 11 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 40 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 7 ore e 30 minuti
 Partito Democratico 2 ora e 8 minuti
 MoVimento 5 Stelle 1 ora e 5 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
1 ora e 2 minuti
 Scelta civica per l'Italia 46 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 42 minuti
 Lega Nord e Autonomie 40 minuti
 Fratelli d'Italia 33 minuti
 Misto: 34 minuti
  Centro Democratico 9 minuti
  Minoranze linguistiche 9 minuti
  Socialisti italiani 8 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero 8 minuti

Pdl n. 67 e abb. – Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Discussione generale: 6 ore e 30 minuti.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 3 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 47 minuti
 Partito Democratico 52 minuti
 MoVimento 5 Stelle 38 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
37 minuti
 Scelta civica per l'Italia 34 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 33 minuti
 Lega Nord e Autonomie 32 minuti
 Fratelli d'Italia 31 minuti
 Misto: 30 minuti
  Centro Democratico 8 minuti
  Minoranze linguistiche 8 minuti
  Socialisti italiani 7 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero 7 minuti
Pag. 52

Mozione n. 1-00071 – Conservazione del bilinguismo nella Provincia di Bolzano

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
 MoVimento 5 Stelle 38 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
36 minuti
 Scelta civica per l'Italia 26 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
 Lega Nord e Autonomie 21 minuti
 Fratelli d'Italia 19 minuti
 Misto: 20 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  Minoranze linguistiche 6 minuti
  Socialisti italiani 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 53

Pdl n. 251 e abb. – Scambio elettorale politico-mafioso

Discussione generale: 7 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 9 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 11 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 4 minuti
 MoVimento 5 Stelle 42 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
41 minuti
 Scelta civica per l'Italia 35 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 34 minuti
 Lega Nord e Autonomie 32 minuti
 Fratelli d'Italia 31 minuti
 Misto: 32 minuti
  Centro Democratico 9 minuti
  Minoranze linguistiche 9 minuti
  Socialisti italiani 7 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero 7 minuti

Mozione n. 1-00110 – Sospensione del pagamento della rata relativa al 2013 del finanziamento pubblico ai partiti

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
 MoVimento 5 Stelle 38 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
36 minuti
 Scelta civica per l'Italia 26 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
 Lega Nord e Autonomie 21 minuti
 Fratelli d'Italia 19 minuti
 Misto: 20 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  Minoranze linguistiche 6 minuti
  Socialisti italiani 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 54

Pdl n. 750 e abb. – Orari di apertura degli esercizi commerciali

Tempo complessivo: 13 ore di cui:
• discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
• seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.

Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 45 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 3 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 55 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 47 minuti 4 ore
 Partito Democratico 52 minuti 1 ora e 7 minuti
 MoVimento 5 Stelle 38 minuti 35 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
37 minuti 33 minuti
 Scelta civica per l'Italia 34 minuti 24 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 33 minuti 23 minuti
 Lega Nord e Autonomie 32 minuti 20 minuti
 Fratelli d'Italia 31 minuti 18 minuti
 Misto: 30 minuti 20 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 6 minuti
  Minoranze linguistiche 8 minuti 6 minuti
  Socialisti italiani 7 minuti 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero 7 minuti 4 minuti
Pag. 55

Mozioni nn. 1-00052 e 1-00088 – Sprechi alimentari

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
 MoVimento 5 Stelle 38 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
36 minuti
 Scelta civica per l'Italia 26 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
 Lega Nord e Autonomie 21 minuti
 Fratelli d'Italia 19 minuti
 Misto: 20 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  Minoranze linguistiche 6 minuti
  Socialisti italiani 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Pag. 56

Pdl nn. 664, 1154 e abb. – Finanziamento pubblico dei partiti

Tempo complessivo: 18 ore di cui:
• discussione generale: 7 ore;
• seguito dell'esame: 11 ore.

Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 45 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 10 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 47 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 10 minuti 7 ore e 38 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 2 minuti 1 ora e 45 minuti
 MoVimento 5 Stelle 44 minuti 1 ora e 35 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 40 minuti 58 minuti
 Scelta civica per l'Italia 35 minuti 46 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 35 minuti 51 minuti
 Lega Nord e Autonomie 33 minuti 40 minuti
 Fratelli d'Italia 31 minuti 33 minuti
 Misto: 30 minuti 30 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 8 minuti
  Minoranze linguistiche 8 minuti 8 minuti
  Socialisti italiani 7 minuti 7 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero 7 minuti 7 minuti
Pag. 57

Ddl di ratifica n. 1247

Tempo complessivo: 2 ore.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 18 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 22 minuti
 Partito Democratico 18 minuti
 MoVimento 5 Stelle 16 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
10 minuti
 Scelta civica per l'Italia 8 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 9 minuti
 Lega Nord e Autonomie 7 minuti
 Fratelli d'Italia 6 minuti
 Misto: 8 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  Minoranze linguistiche 2 minuti
  Socialisti italiani 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero 2 minuti
Pag. 58

Mozione n. 1-00109 – Moratoria libera circolazione dei lavoratori croati a seguito dell'ingresso della Croazia nell'Unione europea

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
 MoVimento 5 Stelle 38 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
36 minuti
 Scelta civica per l'Italia 26 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
 Lega Nord e Autonomie 21 minuti
 Fratelli d'Italia 19 minuti
 Misto: 20 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  Minoranze linguistiche 6 minuti
  Socialisti italiani 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 59

Mozione n. 1-00119 – Crisi di Irisbus e di BredaMenariniBus

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
 MoVimento 5 Stelle 38 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
36 minuti
 Scelta civica per l'Italia 26 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
 Lega Nord e Autonomie 21 minuti
 Fratelli d'Italia 19 minuti
 Misto: 20 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  Minoranze linguistiche 6 minuti
  Socialisti italiani 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Per quanto riguarda la discussione dei progetti di legge n. 245 e abbinate e n. 925 ed abbinate, l’organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalla Commissione di merito.