XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 718 di mercoledì 14 novembre 2012

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 15.

LORENA MILANATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 6 novembre 2012.
(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro della salute e il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative per la revisione dello schema di decreto ministeriale che prevede l'accorpamento degli uffici scolastici di alcune regioni - n. 3-02602)

PRESIDENTE. L'onorevole Mondello ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02602 concernente iniziative per la revisione dello schema di decreto ministeriale che prevede l'accorpamento degli uffici scolastici di alcune regioni (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, signor Ministro, ho presentato questa interrogazione a risposta immediata perché nei giorni scorsi è stata presentata dal vicecapo di gabinetto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, una proposta di riforma che prevede l'accorpamento degli uffici scolastici regionali della Liguria con quelli del Piemonte, con la creazione di un unico ufficio regionale scolastico che avrebbe sede a Torino e con delle altre sedi, probabilmente succursali, in Liguria. Questo, naturalmente, rientra nello schema della spending review. Signor Ministro, mi permetto di dirle che faccio parte di una parte politica, l'Unione di Centro, che sostiene convintamente questo Governo nella sua politica di rigore ma in questo caso la prego di rivedere questa ipotesi di riforma in quanto è fondamentale mantenere la specificità delle regioni.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Francesco Profumo, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO PROFUMO, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, onorevoli deputati, buon pomeriggio, lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri cui fanno riferimento gli onorevoli interroganti reca la riorganizzazione dell'intera struttura del Ministero in attuazione dell'articolo 2 del decreto-legge n. 95 del 2012 che ha imposto a tutte le amministrazioni dello Stato una riduzione complessiva delle dotazioni organiche. Da un punto di vista quantitativo, a seguito di una riduzione della dotazione organica dirigenziale non inferiore al 20 per cento, gli uffici dirigenziali generali del MIUR scendono a ventisette con una riduzione di sette. Pertanto, a livello periferico, si è Pag. 2prevista una rideterminazione degli uffici su base interregionale e regionale, secondo quanto statuito dall'articolo 2, comma 10, lettera c), del citato decreto-legge.
La stessa direttiva del Ministero per la pubblica amministrazione e la semplificazione, la n. 10 del 2012, ricollegandosi alla necessità di procedere ad un ridimensionamento delle strutture dirigenziali, fa riferimento all'esigenza di intervenire mediante una riconsiderazione delle strutture non solo centrali ma anche periferiche in un quadro di riduzione e riprogrammazione delle stesse. Ciò in applicazione del metodo della concentrazione delle attività e dei servizi, garantendo una migliore allocazione delle risorse, nel rispetto del livello di qualità dei servizi resi. Tale scelta organizzativa, del resto, è in linea anche con i principi ispiratori della legislazione più recente in materia di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, basati sull'efficiente dimensionamento delle strutture in relazione ai corrispondenti bacini di utenza. Infatti, già l'articolo 1, comma 404, della legge n. 296 del 2006, e l'articolo 74, comma 3, del decreto-legge n. 112 del 2008 hanno previsto che al fine di razionalizzare e ottimizzare l'organizzazione delle spese e dei costi di funzionamento dei Ministeri si debba procedere ad una rideterminazione delle strutture periferiche anche su base interregionale per assicurare una ripartizione funzionale delle competenze sulla base dei principi di efficienza e di economicità. Pertanto, nello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è stato previsto l'accorpamento degli uffici scolastici delle regioni con il minor bacino di popolazione studentesca.
Si pensi, infatti, che in tutte le ipotesi di accorpamento la somma della popolazione studentesca delle due regioni interessate continua ad essere inferiore rispetto a quella di singole regioni come la Lombardia, la Campania e il Lazio. In ogni caso, voglio precisare che nelle regioni coinvolte dall'accorpamento degli uffici scolastici non cambierà il servizio prestato all'utenza sul territorio regionale.

PRESIDENTE. Ministro Profumo, la prego di concludere.

FRANCESCO PROFUMO, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Infatti, anche grazie all'utilizzo di nuove tecnologie - affiancate comunque ad una presenza amministrativa sul territorio - si sperimenterà un nuovo modello organizzativo che consentirà di coniugare l'esigenza di efficienza della struttura amministrativa con quella di contenimento della spesa, senza alcun depauperamento del funzionamento del sistema scolastico nei territori interessati.

PRESIDENTE. L'onorevole Mondello ha facoltà di replicare.

GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, signor Ministro, ho ascoltato con attenzione la sua risposta. Capisco i principi ispiratori dell'ipotesi di riforma, però non posso non rimarcare che regioni come la Liguria e anche altre sono state già duramente colpite con la eliminazione delle province e la soppressione dei tribunali e su ciò non abbiamo fatto molte obiezioni. Nel campo scolastico, che riguarda i giovani e il futuro, credo che si debba guardare anche alla qualità, come lei ha detto, del servizio reso e mi pare anche abbastanza in contrasto che, da un lato, si diceva di assegnare alle regioni, entro il marzo 2013, questi incarichi, mentre dall'altro questa ipotesi di riforma sembra andare in una direzione centralista.
Raccomando comunque caldamente che un servizio così importante, non solo per gli studenti e le loro famiglie, ma naturalmente per gestire quel campo difficile che è quello degli insegnanti, delle graduatorie, delle destinazioni e quant'altro, stia veramente a cuore e soprattutto non subisca dei contraccolpi. Vorrei concludere dicendo che non credo che questo sia poi un grandissimo risparmio e sono certa che nell'ambito del Ministero si potrebbero forse trovare altre forme che possano sostituirlo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

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(Intendimenti del Governo in ordine al rimpatrio degli immigrati clandestini giunti in Italia a seguito della cosiddetta «Primavera araba» - n. 3-02607)

PRESIDENTE. L'onorevole Munerato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Dozzo n. 3-02607 concernente intendimenti del Governo in ordine al rimpatrio degli immigrati clandestini giunti in Italia a seguito della cosiddetta «Primavera araba» (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, il 31 dicembre 2012 cesserà la gestione commissariale «emergenza profughi» conseguente alla crisi nordafricana, che era stata affidata alla Protezione civile. Nei primi tre mesi del 2012, durante il perdurare dell'emergenza nordafricana, sono state respinte 5.365 istanze di asilo su 7.090 presentate. Si evidenzia la necessità di procedere al rimpatrio di coloro che si trovino ora sul territorio italiano senza titolo. Secondo gli organi di stampa, il Governo in accordo con le regioni intenderebbe varare un piano di rientro nei Paesi di origine di questi immigrati, attraverso il pagamento del viaggio e la corresponsione di 1.500 euro a carico dello Stato.
Tali intendimenti, se confermati, rappresenterebbero una scelta indifendibile nell'attuale situazione economica che vede tassi di disoccupazione giovanile ai massimi storici ed una situazione occupazionale generale drammatica per i lavoratori italiani. Chiediamo al Governo quali siano gli intendimenti in ordine alla necessità di provvedere tempestivamente al rimpatrio degli immigrati clandestini senza ulteriori aggravi per le finanze pubbliche.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Dino Piero Giarda, ha facoltà di rispondere.

DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, il Governo si è posto alla ricerca delle soluzioni per uscire dalla fase emergenziale conseguente alla crisi che ha interessato i Paesi del nord Africa. Lo scorso 26 settembre in sede di Conferenza unificata è stata sancita l'intesa tra Governo, regioni ed enti locali su un documento di indirizzo per il superamento dell'emergenza nord Africa. Tale documento individua, sulla base della normativa vigente, le strategie operative da attuare con particolare riferimento alla necessità di rimpatriare coloro che, giunti in Italia a seguito di tale emergenza, hanno visto negata la richiesta di protezione internazionale o si trovano in possesso di un permesso umanitario scaduto o in scadenza.
In tale contesto, rientra anche la rimodulazione dei programmi di rimpatrio volontario ed assistito già previsti dal decreto-legge n. 89 del giugno dello scorso anno.
A questo proposito si ricorda che tali programmi sono attuati attraverso l'apposito Fondo europeo per i rimpatri, alimentato con specifiche risorse messe a disposizione prevalentemente dall'Unione europea. Il Fondo, che prevede sussidi di prima sistemazione e indennità di reintegrazione nel Paese di origine, è stato oggetto di riprogrammazione al fine di rendere il ritorno volontario assistito uno strumento il più possibile efficace e funzionale. Tale linea di azione, che era prevista dal documento di indirizzo citato e che è condivisa con tutti i soggetti coinvolti nella programmazione e gestione degli interventi, rientra tra le misure raccomandate e incentivate dalla Commissione europea.
Ricordo, infine, che attraverso questo stesso Fondo vengono finanziate anche operazioni di rimpatrio forzato di cittadini extracomunitari irregolarmente presenti nel territorio nazionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Munerato ha facoltà di replicare.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, signor Ministro, ovviamente non ci riteniamo soddisfatti della risposta. Questo Governo non si rende conto o fa finta di Pag. 4niente della grave crisi del lavoro che stiamo attraversando. Non capiamo il rimpatrio assistito: dare 1.500 euro ad ogni profugo o regolarizzare con un permesso di soggiorno chi non ha occupazione andrà ad incidere negativamente sulle casse dello Stato, realizzando inoltre un'evidente discriminazione nei confronti dei nostri giovani, in cerca di occupazione che non hanno mai usufruito di forme di sostegno al reddito in quanto mai occupati, e dei disoccupati che non siano più beneficiari di ammortizzatori sociali.
In Italia 1.500 euro sarebbero poco più di uno stipendio medio mentre nei Paesi delle Primavere arabe la cifra equivale a circa un anno di lavoro. Ci chiediamo, vista l'alta percentuale di disoccupazione che abbiamo in Italia, come faranno queste persone senza soldi né sostegno a trovare lavoro. Genereremo solo potenziali autori di attività illecite.
È ora di finirla di pensare che servono queste persone per fare lavori che gli italiani non vogliono fare, ricordiamo che si è appena conclusa una sanatoria voluta da questo Governo con la quale si è dato un permesso di soggiorno quasi esclusivamente per lavoro domestico a stranieri dediti probabilmente ad altre occupazioni in nero, come testimoniato dalla nazionalità dei richiedenti - Marocco, Egitto, Bangladesh - tutti Paesi dai quali non provengono tradizionalmente quanti svolgono il lavoro di badanti nel nostro Paese.
Scendete dalle vostre cattedre e andate a fare un giro guardando negli occhi i nostri disoccupati, i padri di famiglia rimasti senza lavoro, disponibili a qualsiasi lavoro pur di guadagnare il pane per i propri figli. Questo Governo sta operando proprio in direzione opposta al bene del nostro Paese, a differenza di quello che ha fatto il nostro Roberto Maroni quando era Ministro dell'interno. Voi non state attuando politiche di fermezza per far rispettare le leggi e tutelare la nostra gente, noi riteniamo che prima debbano essere aiutati gli italiani e poi tutti gli altri.

PRESIDENTE. Come avrete notato, abbiamo dovuto alterare l'ordine degli interventi perché il Ministro Balduzzi è stato trattenuto da un blocco stradale. Adesso è arrivato, riprendiamo l'ordine precedente. Me ne scuso con i deputati che hanno visto posticipato lo svolgimento della loro interrogazione e anche con quelli che abbiamo avvisato chiedendo loro di venire urgentemente in Aula pensando di dar loro la parola prima del tempo previsto.

(Iniziative normative per l'abolizione o la rimodulazione dei ticket sanitari, con particolare riferimento ai cittadini residenti nelle regioni soggette ai piani di rientro - n. 3-02603)

PRESIDENTE. L'onorevole Gianni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02603, concernente iniziative normative per l'abolizione o la rimodulazione dei ticket sanitari, con particolare riferimento ai cittadini residenti nelle regioni soggette ai piani di rientro (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

PIPPO GIANNI. Signor Presidente, signor Ministro, in un atto di sindacato ispettivo del giugno 2012 presentato dall'interrogante si denunciava quanto fosse difficile per i cittadini, in un contesto di grave crisi economica e di insostenibile tassazione, a cui questo Governo ci ha ormai abituati, subire gli aumenti dei ticket sanitari. Tale situazione si manifesta ancora più pesantemente nelle regioni soggette ai piani di rientro della spesa sanitaria, cioè Sicilia, Lazio, Puglia, Campania e Calabria, dove le famiglie e le imprese, in tali regioni residenti, sono costrette a subire addizionali IRAP e Irpef maggiorate. Nella regione Sicilia poi, in particolare, si è aumentata la compartecipazione al 49,11 per cento della spesa sanitaria, stabilendo, tra l'altro, un'operazione di grave lesione dello statuto speciale agli articoli 36 e 37.
Con questa operazione, si sono fatti perdere alla regione Sicilia circa 600 milioni di euro per quest'anno.
Il Governo Monti, dallo stesso giorno in cui si è insediato ha parlato di politiche di Pag. 5rigore, ma anche di crescita e di equità sociale. È un assunto che in questo momento appare veramente strano che si parli di rimodulazione dei ticket in una fase in cui bisogna aumentare la tassazione a più non posso.
Concludo, signor Presidente: il Ministro interrogato, nella risposta scritta, ebbe a dichiarare che stava attentamente valutando gli interventi. Poi ha detto che era indispensabile individuare i meccanismi con i quali abolire o comunque diminuire i ticket.

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Renato Balduzzi, ha facoltà di rispondere.

RENATO BALDUZZI, Ministro della salute. Signor Presidente, i ticket a cui fa riferimento l'interrogante sono quelli aggiuntivi, decisi nella manovra del luglio del 2011 dal precedente Governo. Prevedevano che, se non ci fosse stata, tramite un'intesa Stato-regioni una diversa decisione, si sarebbero applicati ticket aggiuntivi dal 1o gennaio 2014 secondo le indicazioni della legge.
Recentemente, la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale un aspetto procedurale perché, in assenza di intesa, la legge prevedeva un regolamento interministeriale, secondo la Corte costituzionale, quindi, in violazione del riparto di competenze tra Stato e regioni in materia, mantenendo, peraltro, salvi il principio della compartecipazione ed evidentemente il meccanismo complessivo.
È questa situazione di ticket aggiuntivi, non decisi da questo Governo, dal 1o gennaio 2014, che ha spinto il Ministro della salute a promuovere una riflessione in quanto la sostenibilità di 2 miliardi di ticket aggiuntivi è assai dubbia, farebbe venir meno, o inclinerebbe fortemente il principio della gratuità delle prestazioni sanitarie, certamente riferito costituzionalmente agli indigenti. Tuttavia, un malato cronico, anche se non indigente, se non fosse malato, lo potrebbe diventare per il fatto di essere costretto a cure magari costose. Dall'altra parte, significherebbe una incentivazione a una sorta di fuoriuscita dal Servizio sanitario nazionale per una serie di prestazioni e, in particolare, per quanto riguarda la specialistica ambulatoriale, dove andrebbe a radicarsi l'incidenza dei nuovi ticket.
Ecco perché ho proposto di ragionare e studiare altri sistemi, come quello della cosiddetta franchigia, che, di per sé, tecnicamente sarebbe un sistema di ticket con esenzioni basate su un tetto cumulativo massimo annuo, cioè su una quota massima di partecipazione alla spesa oltre la quale non si chiederebbe un'ulteriore compartecipazione ai cittadini in proporzione al reddito.
Si sta studiando questa soluzione, ci sono anche ipotesi di modularla in modo diverso e ciò anche in relazione al coordinamento con la revisione dell'ISEE.
Nel merito della questione relativa alla regione Sicilia, leggo quello che i tavoli tecnici avevano verificato, cioè che non fosse sufficiente il livello di compartecipazione, che è stato poi, nella riunione di verifica del luglio scorso, ritenuto superato e, dunque, dal punto di vista del rapporto tra regione Sicilia e sistema generale della compartecipazione quella situazione è risultata poi superata.

PRESIDENTE. L'onorevole Gianni ha facoltà di replicare.

PIPPO GIANNI. Signor Presidente, francamente sono stupefatto. C'è una strana sensazione in questo Governo, di imbrogliare le carte. L'abbiamo fatto già con il Ministro Fornero, quando ha applicato la riforma delle pensioni al ceto medio-basso. Ora, il Ministro della salute non sa che pesci pigliare e, mentre il paziente sta male, il medico studia la situazione ed il paziente muore.
Quindi, credo che, signor Ministro, debba dare qualche risposta certa, che oggi dalle sue parole non abbiamo sentito. Lei sta studiando, sta riflettendo; mi ha dato la stessa risposta già a giugno.
Vorrei capire quando sarà possibile dare una risposta ai cittadini, che sono ormai tartassati da queste tasse incredibili, tasse che non potranno pagare perché non Pag. 6hanno il lavoro e, quindi, se non lavorano non guadagnano e non possono pagare e non possono nemmeno comprare le medicine - altro che ticket - perché non hanno i soldi. Credo che sarebbe opportuno un intervento sugli stipendi medio-alti e, magari, eliminare il ticket - anche il primo, non il secondo, e il terzo è quello che metterete - per dare la possibilità a questo Paese di ritornare un Paese normale. Non la normalizzazione, ma normale, signor Ministro.
Spero che lei possa dire al Governo e al suo Presidente che sarebbe opportuno liberare un po' di risorse per «fare» un po' di lavoro e per fare respirare, magari senza pagamento, un po' di cittadini.

(Problematiche riguardanti le vaccinazioni pediatriche obbligatorie - n. 3-02604)

PRESIDENTE. L'onorevole Savino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02604, concernente problematiche riguardanti le vaccinazioni pediatriche obbligatorie (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ELVIRA SAVINO. Signor Presidente, signor Ministro, il vaccino esavalente è il vaccino usato in Italia per vaccinare i neonati a partire dal terzo mese di vita e contiene sei antigeni, che proteggono i nostri figli da difterite, tetano, poliomielite, epatite B, pertosse ed emofilo tipo B.
In Italia le vaccinazioni pediatriche obbligatorie sono quattro: contro la difterite, il tetano, la poliomielite e l'epatite B. A partire dal 2001 è stato messo in commercio il vaccino esavalente, ossia un'unica fiala vaccinale contro sei germi che ha sostituito i quattro vaccini prima disponibili e oggi difficilmente reperibili singolarmente. Di conseguenza, i genitori sono, di fatto, obbligati a somministrare ai loro figli sei vaccini contemporaneamente, invece dei quattro previsti per legge. Secondo alcuni dati questa situazione comporta un aggravio di spesa di circa 100 milioni di euro l'anno.
Signor Ministro, non ritiene opportuno garantire la libertà dei genitori di somministrare ai propri figli unicamente i quattro vaccini obbligatori, assicurandone la disponibilità singolarmente o sotto forma di quadrivalente?

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Renato Balduzzi, ha facoltà di rispondere.

RENATO BALDUZZI, Ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio l'interrogante, che mi dà l'opportunità di precisare alcuni aspetti importanti della campagna vaccinale e del sistema delle vaccinazioni.
Innanzitutto, vorrei dire che grazie all'introduzione della vaccinazione universale dei nuovi nati contro infezioni di batteri che causano meningite e polmonite batterica, in Italia si sono verificati solo quattro casi di malattia invasiva nel 2011, nella fascia di età da 0 a 4 anni, mentre negli anni Novanta se ne registravano 100 e l'80 per cento dei quali proprio in questa fascia di età. Lo stesso vale per gli oltre 13 mila casi di pertosse che venivano registrati ogni anno e che, con la graduale diffusione della vaccinazione, hanno registrato un progressivo calo, attualmente nell'ordine di qualche migliaio l'anno, prevalentemente nei bambini piccoli non vaccinati o che non abbiano completato il ciclo vaccinale o in adolescenti e adulti non vaccinati.
La distinzione tra vaccinazioni obbligatorie e vaccinazioni facoltative resta, ma l'esavalente è una prima scelta per l'immunizzazione dei nuovi nati. Ha indubbi vantaggi, con una sola iniezione rende possibile somministrare contemporaneamente più sostanze, evitando così di dover sottoporre il bambino a più iniezioni nel corso della stessa seduta. Non vi sono evidenze scientifiche che questo causi danni. Peraltro, invece, vi sono, anche intuitivamente, motivi per favorirlo. Quanto, poi, alla tesi secondo cui vi sarebbe un aggravio per il Servizio sanitario nazionale, questo non corrisponde alla realtà, in quanto il vantaggio della vaccinazione - con effetti diretti e indiretti - Pag. 7è tale da sicuramente avere un esito, anche economico, positivo, anche evitando la riemergenza di malattie attualmente sotto controllo e con la crescita evidentemente dei costi.
Aggiungo, infine, che il costo stimato per la vaccinazione dei nuovi nati, per un ciclo completo di tre dosi, è pari a 60 milioni di euro. Si tratta di un valore nettamente inferiore rispetto a quanto immaginato nel dato riportato nell'interrogazione come, in un certo senso, ulteriore spreco. Quindi, da questo punto di vista vorrei concludere dicendo che la campagna vaccinale, per quanto riguarda la prima infanzia e l'infanzia, ha dato buoni risultati, va incentivata e l'esavalente, da questo punto di vista, costituisce un passo avanti e non un passo indietro.

PRESIDENTE. L'onorevole Savino ha facoltà di replicare.

ELVIRA SAVINO. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio della sua risposta, della quale però non posso ritenermi pienamente soddisfatta. Lo sono, anche a nome del mio gruppo, solo parzialmente, nel senso che l'atto di sindacato rispettivo non mirava a chiedere precisazioni in merito all'efficacia o meno della vaccinazione o sulla necessità di proseguire in questo senso. Questo non è in discussione rispetto al mantenimento di uno stato di buona salute per la collettività. L'interrogazione verteva sulla libertà di scelta, cioè su come si tutela concretamente il diritto di scelta dei genitori di poter eventualmente effettuare solo le quattro vaccinazioni obbligatorie.
Lei ci ha detto che questo diritto sarebbe garantito previa richiesta alle ASL. Lei, Ministro, sa bene che di ciò non è data alcuna comunicazione, in nessun caso. I genitori si recano presso le ASL per effettuare i vaccini ai propri figli, sanno che devono fargli l'esavalente e quella gli fanno, non hanno informazioni ulteriori. Credo che, affinché un diritto sia concreto, fruibile e garantito, sia necessario che venga conosciuto. Per questo, a mio avviso, sarebbe auspicabile che le istituzioni mettessero i genitori in condizione di conoscere qual è l'alternativa al vaccino esavalente, fornendo loro prima della vaccinazione eventualmente un vademecum o facendo firmare un consenso informato. Credo che su questo tema, essendoci appunto il diritto di poter fare solo quattro vaccinazioni, che sono quelle obbligatorie, ci debba essere maggiore informazione e quella, allo stato attuale, non c'è.
Per quanto riguarda l'aspetto economico, le ho fornito i dati del Codacons. Anche se fossero sovrastimati, mi pare un fatto oggettivo che quattro vaccini costino meno di sei. Detto questo, mi auguro che magari presto i genitori, insieme alle convocazioni per le vaccinazioni, ricevano anche ulteriori informazioni sull'attuale disciplina, sulle possibilità di potere effettuare solo le quattro vaccinazioni obbligatorie, in modo che queste siano reperibili facilmente, affinché la loro scelta e la loro adesione siano libere e consapevoli.

(Iniziative urgenti volte ad evitare che i provvedimenti di riorganizzazione della rete ospedaliera compromettano i livelli essenziali di assistenza sul territorio nazionale - n. 3-02605)

PRESIDENTE. L'onorevole Miotto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02605, concernente iniziative urgenti volte ad evitare che i provvedimenti di riorganizzazione della rete ospedaliera compromettano i livelli essenziali di assistenza sul territorio nazionale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, signor Ministro, noi siamo molto preoccupati per il decreto-legge che è stato recentemente convertito, che riguarda gli standard organizzativi degli ospedali. Siamo preoccupati per tre ordini di ragioni. Si possono ridurre i posti letto se contestualmente c'è la programmazione e l'attivazione di servizi territoriali, altrimenti si rischia di impoverire l'offerta di servizi. Pag. 8
In secondo luogo, siamo preoccupati perché viene cambiata la struttura della rete ospedaliera, secondo noi peggiorandola in qualità e in quantità, perché al pronto soccorso si può accedere - sorprendentemente debbo dire - elevando a sessanta minuti il tempo dal momento della chiamata all'accesso. Questo è pericoloso, signor Ministro.
In terzo luogo, non c'è la terapia intensiva, la cardiologia. Per trovare una cardiologia con emodinamica occorre trovare un ospedale che ha un bacino di un milione di abitanti. Questo nemmeno le società scientifiche lo hanno sancito. Nella gerarchizzazione degli ospedali su quattro livelli che è stata proposta noi vediamo un peggioramento persino degli standard previsti per gli ospedali in regioni con piani di rientro. Siamo quindi preoccupati per la riduzione in quantità e in qualità e per la riduzione nell'accesso alle cure.

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Renato Balduzzi, ha facoltà di rispondere.

RENATO BALDUZZI, Ministro della salute. Signor Presidente, spero di poter fugare all'onorevole Miotto queste preoccupazioni, nel senso che avere predisposto la bozza di standard per quanto riguarda l'assistenza ospedaliera, sia quantitativi, sia qualitativi, è un grosso passo avanti nel cammino di aggiornamento e manutenzione del nostro Servizio sanitario nazionale, che si collega al riordino dell'assistenza territoriale, in particolare della medicina generale, contenuta nel decreto-legge convertito recentemente.
Questi standard sono da adottarsi d'intesa con la Conferenza Stato-regioni. Non è solo un ossequio ad una decisione di qualche anno fa della Corte costituzionale, ma è la consapevolezza che soltanto attraverso una condivisione forte di standard non soltanto orientativi, ma, almeno la maggior parte di essi, direttivi, sia possibile riuscire a riorganizzare il sistema delle reti ospedaliera, territoriale e di emergenza-urgenza. Circa quest'ultima, le vorrei dire che ho avuto proprio recentemente un incontro con la società scientifica che si riferisce all'emergenza-urgenza dove è stato riconosciuto che in questo schema di regolamento vi è una forte valorizzazione dell'emergenza e dell'urgenza. Rimane l'idea di primo livello, l'idea di secondo livello, ma il decreto recepisce i risultati della riflessione più recente.
Non mi pare che nel provvedimento vi sia alcuna, diciamo, caduta su forme di gigantismo di grandi ospedali e neanche di soppressione di rianimazione terapia intensiva, non è stata operata alcuna soppressione.
Quello che volevo dire in conclusione riguarda proprio il meccanismo dell'intesa. Vengo, tra l'altro, da una riunione proprio insieme con alcuni rappresentanti delle regioni per riuscire a capirci sul senso di questi standard da cui poter arrivare, in sede di Conferenza Stato-regioni, ad una condivisione del provvedimento piena, non solo una condivisione così, perché qualcosa bisogna pur fare visto che c'è una legge che lo chiede, ma una condivisione perché attraverso una riorganizzazione della rete ospedaliera le regioni possano avere in un periodo molto difficile le risorse per poter riorganizzare l'intera rete, compresa, evidentemente, la rete dell'assistenza territoriale. Sotto questo profilo, allora, ciò che la spending review chiede, di adottare un regolamento di questo genere, fa sistema con le altre scelte che sono state fatte in quest'anno per un più alto livello di tutela della salute.

PRESIDENTE. L'onorevole Lenzi, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

DONATA LENZI. Signor Presidente, signor Ministro, nessuno di noi vuole contestare l'utilità di dare dei parametri validi a livello nazionale, perché uno dei difetti della nostra sanità è la grande diversità che esiste, di livello e di tutela, su tutto il territorio nazionale. Però, mi permetta, la rigidità dell'impianto, almeno per quello che è a nostra conoscenza, ha delle conseguenze sulle regioni che sono più avanti Pag. 9e portate all'innovazione - quelle che ormai sono sugli ospedali ad intensità di cura, parola che neanche ricorre all'interno del provvedimento e che è in contraddizione con l'impianto vecchia maniera, diviso per specialità, che ha il suo provvedimento - e su quelle che d'altra parte, invece - penso a molte delle regioni di cui abbiamo già parlato -, sono in difficoltà, nelle quali forse occorrerebbe investire perché se richiedi certi criteri sugli ospedali, giusti, hai però bisogno, penso anche strutturale, di poterli finanziare con almeno un nuovo piano legato all'articolo 20. Quindi, vi sono delle grandi diversità che rischiano di essere entrambe non comprese all'interno di un provvedimento rigido.
L'ultima battuta, me la permetta di fare, riguarda tutto l'impianto del Governo, non soltanto il suo, ed è la logica numerica, che è totalmente avulsa da qualsiasi considerazione sull'orografia, sulla demografia, sulla viabilità, sulla capacità dei centri di attrazione. Penso a come si è fatto il lavoro sulle province. Allora, un milione di abitanti può essere sparso su un territorio molto vasto e quindi avere delle conseguenze di un certo tipo. Non si tiene conto della storia, dell'insediamento, della capacità attrattiva, di alcune città. Nel dare i numeri, che pure sono necessari e servono come indicazione, dovremmo anche tener conto che poi la gente si sposta, si muove e le strade, le ferrovie ci vogliono, a maggior ragione se interveniamo con una drastica riduzione del livello dei servizi.
Mi auguro che sia possibile un'interlocuzione con la Commissione anche nel merito del provvedimento.

(Chiarimenti in merito agli oneri previsti per l'attuazione delle disposizioni relative ai lavoratori cosiddetti esodati - n. 3-02606)

PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02606, concernente chiarimenti in merito agli oneri previsti per l'attuazione delle disposizioni relative ai lavoratori cosiddetti esodati (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, signor Ministro, ancora una volta parliamo di esodati.
Com'è noto, c'è stata una serie di provvedimenti di legge che hanno previsto la soddisfazione delle problematiche relative a circa 120 mila esodati. È stata accantonata la copertura per questo intervento ed è stata prevista in quasi 10 miliardi di euro.
Ora, da fonti della Ragioneria generale, anche diramate e discusse nelle Commissione competenti, da ultimo anche la Commissione bilancio, che è tornata su questo argomento, emergerebbe che questa somma sia assolutamente esorbitante rispetto alle effettive necessità e che addirittura possano essere risparmiati 4 o 5 miliardi di euro.
Noi vorremmo chiederle e sapere da lei finalmente una precisazione su questo aspetto, che riguarda le somme che sono state messe a copertura.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Dino Piero Giarda, ha facoltà di rispondere.

DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli interroganti, rispondo su una domanda così circostanziata, avente contenuto finanziario, sulla base di elementi che mi sono stati forniti dall'ufficio legislativo del Ministero dell'economia e delle finanze.
Gli oneri citati dagli onorevoli interroganti, che ammontano a circa 9,7 miliardi di euro, sono relativi a due diversi blocchi di provvedimenti con i quali è stata trattata la materia.
Il primo riguarda gli interventi adottati in materia di salvaguardia dei lavoratori, in applicazione dei nuovi requisiti di accesso al pensionamento che risultano dai diversi articoli del decreto-legge n. 201 del 2011, dal decreto-legge n. 216, sempre del 2011, e infine, dal decreto-legge n. 95 del 2012 e dalle rispettive leggi di conversione. Pag. 10Questi provvedimenti hanno dato origine a due decreti ministeriali di attuazione, del 1o giugno 2012 e del 5 ottobre 2012.
Il secondo blocco di provvedimenti riguarda gli oneri che deriverebbero dall'estensione della salvaguardia prevista dall'emendamento 8.500 presentato dai relatori alla legge di stabilità, che è attualmente all'esame di questa Camera.
La parte più importante della cifra di 9,7 miliardi è naturalmente associata ai tre decreti-legge che ho ricordato.
Sulla base degli elementi che sono attualmente a disposizione della Ragioneria generale dello Stato, non risulta alcuna eccedenza di risorse rispetto alle esigenze di finanziamento degli oneri derivanti dalle tutele previste dalle predette disposizioni.
Le eventuali economie, se mai ce ne fossero, potranno essere accertate solo in fase di consuntivo.

PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di replicare.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, signor Ministro, è proprio il caso di dire che su questo tema il Governo sembra brancolare nel buio, perché se, dopo quasi un anno da quando i provvedimenti sono stati presi, ancora non siamo in grado di fornire numeri, non semplicemente dichiarazioni di carattere qualitativo, vuol dire che la Ragioneria generale dello Stato, l'INPS, tutti coloro che devono concorrere a definire questi numeri non sono in grado di farlo e questo è gravissimo.
Su questo tema abbiamo impiegato mesi per sapere i numeri degli esodati ed ho la sensazione che ci vorranno anni per sapere esattamente quanto costano: questo, mi permetta di dirlo, è assolutamente inaccettabile. Lo stesso sottosegretario Polillo in Commissione bilancio, in sede di votazione dell'ultimo provvedimento che provvede semplicemente ad aggiungere altre 10 mila persone, numero ancora assolutamente insufficiente rispetto alle necessità e ai bisogni di coloro che sono senza pensione, senza lavoro e senza entrate con le quali provvedere alla loro vita in questo momento, alla fine non è riuscito a dare neanche un numero. È, signor Ministro, inaccettabile. La Ragioneria dello Stato deve essere in grado, dopo questi mesi, dopo che una Commissione ha esaminato tutta la situazione, deve essere in grado di dirci con certezza quante sono le persone, e quanto costeranno, perché ove fosse vero che c'è un esubero, anche fosse soltanto di 100 milioni, quei 100 milioni sono stati richiesti a persone che hanno difficoltà oggi ad andare avanti e a sopravvivere in una situazione economica gravissima come quella l'attuale (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Iniziative per garantire alle persone con disabilità motorie piena accessibilità ai luoghi di interesse culturale nella città di Pompei - n. 3-02608)

PRESIDENTE. L'onorevole Paglia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02608, concernente iniziative per garantire alle persone con disabilità motorie piena accessibilità ai luoghi di interesse culturale nella città di Pompei (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

GIANFRANCO PAGLIA. Signor Presidente, vorrei capire come mai un disabile non abbia la possibilità di poter accedere in maniera libera nel sito archeologico di Pompei, vista la grande importanza che hanno questi scavi non solo per la città di Pompei, ma per tutta l'Italia.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Dino Piero Giarda, ha facoltà di rispondere.

DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, la sovraintendenza di Pompei si è posta da tempo il problema della creazione di percorsi facilitati per la visita agli scavi da parte di persone diversamente abili ed in genere da parte di visitatori con difficoltà motoria. A tale scopo è stata fatta una progettazione preliminare che Pag. 11prevede un'accessibilità facilitata ad alcuni settori della città antica, atteso che è ovviamente impossibile adeguare alle normative attuali un'intera città edificata oltre 2.600 anni fa. Il primo lotto già attivato prevede l'accesso dedicato a persone diversamente abili da Piazza Anfiteatro. Il percorso si snoda lungo le mura di fortificazione e permette la vista della necropoli di Porta Nocera, raggiunge la Regio I, Vicolo dei fuggiaschi, permette anche l'accesso all'Orto dei fuggiaschi recentemente aperto alla fruizione, attraversa inoltre via di Castricio per consentire la visita alla Domus del Menandro. A tale proposito va precisato che il corridoio definito «molto stretto» dall'onorevole interrogante non potrà mai essere adeguato alle normative vigenti se non al prezzo di un'estesa asportazione o modificazione delle antiche strutture. Inoltre, oltre alla Casa del Menandro e alla Casa di Polibio, sono state rese accessibili anche la Domus della Nave Europa, la Casa dei Quattro Stili oltre al già citato Orto dei fuggiaschi. È poi in corso di realizzazione un percorso che dall'ingresso agli scavi di Piazza Esedra, attraversando l'Antiquarium, consentirà di accedere al Santuario di Venere e di lì al Foro con i monumenti circostanti. L'adeguamento dei servizi per i visitatori e l'implementazione di strumenti di comunicazione si porterà a compimento nell'ambito del grande progetto «Pompei» finanziato dalla Commissione europea con risorse per oltre 7 milioni di euro. Per quanto concerne le altre osservazioni dell'interrogante relative alle carenze di parcheggi riservati e la condizione del manto stradale e dei marciapiedi, si fa presente che esse riguardano le competenze del comune di Pompei con il quale in questi mesi è stata intrapreso un dialogo costruttivo al fine di avviare iniziative comuni destinate alla valorizzazione del sito archeologico anche per corrispondere compiutamente alle richieste che sono giunte in tal senso dall'Unesco.

PRESIDENTE. L'onorevole Paglia ha facoltà di replicare.

GIANFRANCO PAGLIA. Signor Presidente, io mi auguro che quanto è stato detto poc'anzi dal Ministro si possa realmente realizzare. Mi permetto, comunque, di evidenziare che, visto che questo Governo ha fatto una battaglia per quanto riguarda gli scontrini - e, quindi, abbiamo mandato i nostri finanzieri a fare questo tipo di controllo -, molto probabilmente si potrebbe effettuare un'ulteriore battaglia con tutti quei comuni, province e regioni che non si adeguano ad una legge vigente dal 1984. Questa potrebbe essere una bella iniziativa.

(Elementi ed iniziative in relazione a notizie riguardanti la contestazione, da parte del Commissario europeo per la concorrenza, delle modalità di assegnazione delle frequenze digitali - n. 3-02609)

PRESIDENTE. L'onorevole Giulietti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02609, concernente elementi ed iniziative in relazione a notizie riguardanti la contestazione, da parte del Commissario europeo per la concorrenza, delle modalità di assegnazione delle frequenze digitali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, il Governo Berlusconi, a suo tempo, aveva indetto una gara per regalare, letteralmente, le frequenze televisive anche a se medesimo. Il nuovo Governo, accogliendo un ordine del giorno di questa Camera, ha annunciato, invece, un'asta a pagamento per l'assegnazione delle frequenze entro il mese di dicembre. Ora leggiamo - perché nulla sappiamo - che la Commissione europea avrebbe duramente contestato le modalità di questa gara. Le Camere non hanno ricevuto comunicazione. Domanda: le lettere esistono? Cosa dicono? Dove sono? Come intendete rispondere a queste argomentatissime nove contestazioni?

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Dino Piero Giarda, ha facoltà di rispondere.

Pag. 12

DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, rispondo sulla base degli elementi che mi sono stati forniti dal Ministero dello sviluppo economico. Il decreto-legge n. 16 del 2012 ha individuato il meccanismo d'asta quale strumento per l'assegnazione dei diritti d'uso delle frequenze radiotelevisive del digitale terrestre ancora disponibili.
Le regole e le procedure per l'avvio della gara vanno stabilite, come previsto dalla legge, dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni: solo dopo la pubblicazione del regolamento dell'Autorità, la gara potrà essere indetta dal Ministero dello sviluppo economico. La stessa Autorità aggiunge che, già nella prima riunione di insediamento del 25 luglio passato, ha esaminato, tra gli argomenti più urgenti, quello relativo all'attuazione della legge n. 44 del 2012 ed ha avviato il provvedimento della definizione delle regole d'asta, inviando successivamente al MiSE una lettera in cui comunicava l'iter del procedimento.
Il procedimento per la definizione delle regole di gara propedeutico all'avvio dell'asta, infatti, è composto da fasi intermedie, i cui tempi non sono comprimibili ed in alcuni casi non sono direttamente imputabili all'azione dell'Autorità o del Ministero dello sviluppo economico. Ciò in quanto vengono chiamati in causa organismi terzi - nel caso specifico, è prevista dalla legge l'interlocuzione con gli uffici della Commissione europea - e perché necessita di tempi consoni alle procedure amministrative, quali la consultazione pubblica, così come previsto dalla legge n. 44 del 2012 di conversione del decreto-legge citato.
L'Autorità, considerando che la stessa procedura di gara è funzionale alla possibile risoluzione della procedura d'infrazione n. 2005/5086, avviata dalla Commissione contro la Repubblica italiana, ha ritenuto opportuno acquisire l'orientamento della Commissione attraverso due diverse fase interlocutorie: la prima, durante l'elaborazione dello schema di provvedimento da sottoporre a consultazione pubblica; la seconda, nella fase di adozione del provvedimento finale. La stessa Autorità aggiunge che i contatti con la Commissione europea nella fase di predisposizione dello schema di provvedimento sono da considerarsi come atti interni funzionali ad una decisione che compete all'Autorità, di cui si conosceranno gli esiti solo nel momento della pubblicizzazione.
La decisione sarà, inoltre, sottoposta a consultazione pubblica e ciò consentirà di valutarne gli effetti ad ampio raggio, ivi inclusi gli aspetti riguardanti i proventi dell'asta e l'eventualità di utilizzarli per riequilibrare distorsioni nel mercato televisivo.

PRESIDENTE. L'onorevole Giulietti ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, signor Ministro, lei ci ha chiesto tante volte la fiducia in quest'Aula e talvolta gliel'ho data, ma questa volta la mia sarà una dichiarazione di sfiducia, non nei suoi confronti, ma del modo e del metodo della risposta del Ministero e del Ministro Passera. Le contestazioni della Commissione europea, non scherziamo, non sono marginali: riguardano i mercati chiusi, il rischio di premiare i soliti noti, di rafforzare i conflitti di interesse, di riaprire una grave procedura di infrazione che pagherebbe l'Italia, anche economicamente. Un Governo tecnico - e mi dispiace dirlo - si rivela in questo campo in linea con il trascorso ventennio, con le tendenze peggiori nel settore delle comunicazioni: si ferma, alza bandiera bianca davanti ai santuari della comunicazione, come è accaduto con la «legge Gasparri» e con la normativa antitrust. Per questo chiedo alla Presidenza della Camera, in modo formale, di chiedere al Governo: la consegna di questi atti, che non sono atti interni; la lettura in Aula di questa documentazione di interesse pubblico già pubblicata dai principali quotidiani; la discussione nelle Commissioni di merito, perché non si tratta di una piccola cosa, perché il Parlamento non è stato ancora soppresso, come lei sa, Presidente. Su questo non si Pag. 13può continuare a scherzare. Vi ricordo, tra l'altro, che una parte di quei proventi previsti dall'asta sarebbero stati proprio destinati a coprire i settori sociali e le aree di emergenza. Si parla di esodati, di fondo per i malati di SLA: questi fondi li avremmo potuti utilizzare in modo immediato. Ecco perché vi chiedo, senza alcuna polemica e con grandissimo rispetto per il Ministro qui presente, di avere tuttavia meno rispetto per i soliti noti e più rispetto per i milioni di cittadini ignoti che hanno il solo torto di non avere conflitti di interessi plateali (Applausi di deputati dei gruppi Misto, Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Giulietti, come vede il Governo è presente in Aula e ha diligentemente preso nota della sua richiesta.
È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Brugger, Bruno, Caparini, Cicchitto, Colucci, Gianfranco Conte, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Dozzo, Ferranti, Giancarlo Giorgetti, Jannone, La Loggia, Lucà, Lupi, Lusetti, Mantini, Migliavacca, Misiti, Moffa, Nucara, Pisicchio, e Zaccaria sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Saluto i docenti e gli studenti del Liceo classico «Quinto Ennio» di Taranto, che sono oggi venuti in visita a questa casa della democrazia italiana. Benvenuti (Applausi).

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 15,55).

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere, attraverso di lei, un sollecito al Governo, perché risponda a tutta una serie di interrogazioni che nel tempo ho presentato sui disservizi, sulle disfunzioni e sulla carenza nell'erogazione di un servizio puntuale e di un minimo di qualità da parte di Trenitalia nella regione Friuli Venezia Giulia. In questi giorni vi è un'ulteriore notizia apparsa sulla stampa locale circa la probabile soppressione di un ulteriore collegamento ferroviario sulla linea Venezia-Trieste, che andrebbe ulteriormente a penalizzare i collegamenti della regione Friuli Venezia Giulia verso il resto dell'Italia da una parte e verso i Paesi dell'area centro-est europea. Signor Presidente, mi rivolgo formalmente a lei per sollecitare una risposta, anche se vi è qualche rappresentante del Governo in questo momento in Aula, come il Ministro per i rapporti con il Parlamento e, accanto a lui, il sottosegretario D'Andrea.
Aggiungo, signor Presidente, che non è pensabile che Trenitalia, che fa parte di un gruppo societario che fa capo a Ferrovie dello Stato, che è di intera proprietà dello Stato italiano attraverso il Ministero dell'economia e delle finanze, possa continuare a fare investimenti solo su alcune linee ad alta specializzazione, tipo i treni ad alta velocità o comunque a collegamenti rapidi, penalizzando i trasporti ferroviari che vengono usati praticamente quotidianamente da lavoratori, studenti e da normali cittadini che appartengono a fasce sociali che non fanno parte di classi benestanti.
Questo è inaccettabile, perché c'è un diffuso disservizio di Trenitalia che focalizza i suoi obiettivi solo - lo dico tra virgolette - sui collegamenti e sulle linee più ricche, mentre il servizio ha una Pag. 14funzione sociale, perché fin quando Ferrovie dello Stato e Trenitalia non sono private - io mi auguro che non lo siano mai - devono rispondere ad una funzione pubblica.

PRESIDENTE. La Presidenza provvederà a sollecitare una risposta alla sua interrogazione, ma il Governo comunque è presente in Aula e ha direttamente ascoltato.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 15 novembre 2012, alle 9,30:

1. - Informativa urgente del Governo sui recenti eventi alluvionali che hanno colpito numerose aree del Paese.

2. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

(ore 15)

3. - Discussione congiunta dei disegni di legge (per la discussione sulle linee generali):
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013) (C. 5534-bis).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015 (C. 5535).

ERRATA CORRIGE

Nel resoconto stenografico della seduta del 13 novembre 2012, a pagina 40, prima colonna, quart'ultima riga, le parole «(Approvato dal Senato)» si intendono sostituite dalle seguenti: «(Approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato)»

La seduta termina alle 16.