XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 346 di giovedì 1 luglio 2010

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 12,10.

GIUSEPPE FALLICA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Brugger, Caparini, Cicchitto, Colucci, Dal Lago, Evangelisti, Franceschini, Melchiorre, Meloni, Menia, Mura, Ravetto, Roccella, Sardelli, Tabacci, Urso, Vitali e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 12,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative a sostegno del settore aerospaziale, con particolare riferimento al progetto del velivolo M346 - n. 2-00774)

PRESIDENTE. L'onorevole Marantelli ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00774, concernente iniziative a sostegno del settore aerospaziale, con particolare riferimento al progetto del velivolo M346 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

DANIELE MARANTELLI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, l'obiettivo di questa interpellanza urgente è quello di spingere il Governo a risolvere positivamente i problemi che hanno finora impedito di esportare nel mondo l'M346, il velivolo d'addestramento realizzato da Alenia Aermacchi. Aermacchi è un'azienda che ha robuste radici nella storia dell'aeronautica italiana. «Chi laura a la Macchi, al ga el pan in vita», cioè chi lavora alla Aermacchi avrà il lavoro per tutta la vita; questo si diceva a Varese sin dagli anni Cinquanta.
Azienda privata, successivamente passata sotto l'orbita di Finmeccanica, in tutte le fasi della sua storia protagonista sempre nel realizzare prodotti di eccellenza, è nell'azienda varesina che si sono prodotti, tra l'altro, i velivoli delle Frecce tricolori, i famosi MB339 progettati dallo scomparso ingegner Bazzocchi. Questa eccellenza è stata conservata anche nel passaggio di proprietà dal privato al pubblico, eccellenza mantenuta al prezzo di dolorose ristrutturazioni avvenute negli anni Novanta. Quei sacrifici, sostenuti con la responsabilità del sindacato unito, permettono, oggi, a questa azienda, di trasformare disegni su fogli bianchi in prodotti di tecnologia avanzatissima. Guai se qualcuno pensasse di compromettere l'autonomia di questa realtà colpendone al cuore le risorse principali a partire dalla sua capacità di progettazione.
L'M346, un gioiello di tecnologia, è il frutto di tali capacità. Progettato e realizzato negli stabilimenti di Venegono Superiore, Pag. 2dove Aermacchi si trasferisce nei primissimi anni Novanta, lasciando la città di Varese, l'M346 è un prodotto talmente avanzato che, lo scorso anno, è stato selezionato dagli Emirati Arabi Uniti per la fornitura di 48 velivoli. Ha dovuto competere con concorrenti agguerriti: l'inglese Hawk e il T50 coreano-americano.
Nella primavera del 2009, gli Emirati Arabi Uniti dichiaravano che il velivolo prescelto era l'italiano M346, subordinatamente al buon esito del negoziato contrattuale da iniziare subito. Tutto sembrava procedere per il meglio, si pensava che l'accordo, perfezionato in occasione del salone aeronautico di Dubai, nel novembre 2009, fosse, appunto, completato. Proprio in quest'Aula, al termine di una seduta, mi permisi di far presente, informalmente, allo stesso Presidente del Consiglio l'enorme aspettativa che suscitava il suo viaggio nel Paese degli sceicchi previsto per lo scorso 22 novembre. Con apprezzabile correttezza il Presidente Berlusconi mi disse che il viaggio negli Emirati Arabi Uniti doveva essere rinviato a gennaio 2010, a causa di difficoltà intervenute, nel frattempo, nella definizione del contratto.
Chi le parla ha una certa conoscenza del problema, onorevole Craxi. Da oltre trent'anni ho avuto la possibilità, la fortuna di conoscere progettisti ed operai per i quali la passione, il senso di appartenenza alla famiglia aeronautica, venivano e vengono spesso prima di ogni pur importante e legittima aspettativa economica. Consiglio a chi non l'avesse mai fatto di provare l'emozione che trasmette una sala di simulazione. Mi rendo perfettamente conto, pertanto, che le trattative per un simile prodotto sono particolarmente complesse. Hanno a che fare, per l'appunto, con simulatori, supporti logistici, ricambi, modalità complesse e normali nello stesso tempo. Purtroppo, anche l'annunciata missione del Presidente Berlusconi negli Emirati Arabi Uniti dello scorso gennaio non è avvenuta.
Qualche settimana fa, in casella, ci è stato consegnato il bilancio consolidato 2009 di Finmeccanica. A pagina 50 si afferma che si conta di concludere l'accordo con gli Emirati Arabi Uniti entro fine 2010. Anch'io, come il Presidente del Consiglio, sono ottimista di natura, ma vi è chi ci ha insegnato a tenere insieme ottimismo della volontà e pessimismo dell'intelligenza. È un'analisi realistica dello scenario attuale che fa emergere concreti elementi di preoccupazione. Stiamo parlando di un'azienda che, nel 2008, ha fatturato più di 229 milioni di euro e, nel 2009, più di 332. I dati si riferiscono al venduto, ma se pensiamo anche al peso della progettazione e della ricerca, che costituiscono componente vitale della capitalizzazione dell'azienda, dobbiamo sicuramente aggiungere decine e decine di milioni di euro ai dati del fatturato.
È un'azienda che ha oltre duemila dipendenti e che, operando nella cosiddetta provincia delle ali, interagisce e collabora con tantissime aziende dell'indotto, impegnate sia nell'ala fissa sia nell'ala rotante.
Vorrei dire che il Partito Democratico respinge i giudizi sprezzanti che spesso circolano sul conto delle piccole imprese: chi ha la testa, oltre che le gambe, piantata nel suo territorio, sa perfettamente che piccole aziende dell'indotto aeronautico, sconosciute al grande pubblico, sono eccellenze che si aggiudicano nel loro campo primati e riconoscimenti europei. Queste realtà, di cui tutto il Paese dovrebbe andare orgoglioso, costituiscono una risorsa preziosa e indispensabile per l'Italia. A noi sta a cuore il futuro di migliaia di lavoratori e di tantissime aziende del settore, in Lombardia come nel resto del Paese.
La fornitura dell'M346 è per l'Alenia Aermacchi e per Finmeccanica decisiva per il definitivo successo commerciale dell'addestratore. La definizione del contratto permetterebbe un cospicuo rientro dei finanziamenti concessi dal Ministero dello sviluppo economico per la realizzazione di un progetto che è stato sostenuto da tutti i Governi che si sono succeduti in questi anni. Si è distinto per la consueta concretezza l'ex Ministro Bersani, che nella passata legislatura ha individuato le risorse Pag. 3necessarie che hanno consentito successivamente alla nostra aeronautica di acquistare sei velivoli, consapevole, con l'ex Ministro Parisi, che dovesse essere lo Stato italiano innanzitutto a riporre fiducia nella qualità del prodotto.
Lo stallo delle trattative ci risulta incomprensibile. Tutti sappiamo quanto sia importante definire al più presto un cliente di lancio. Perché questo stallo allora? Nei mesi scorsi si sono accavallate sulla stampa, specializzata e non, diverse spiegazioni. Recentemente anche una fonte solitamente autorevole come Il Sole 24 Ore ci fa sapere che gli italiani non avrebbero mantenuto precedenti impegni assunti con gli sceicchi. Vi è chi fantastica intorno a scenari che evocano complotti internazionali.
Noi non ci abbandoniamo a queste dietrologie: siamo consapevoli del ruolo rilevante che ha Finmeccanica nel nostro Paese e nel mondo. Essendo poi personalmente un pragmatico lombardo, meno che mai in questo caso mi abbandonerei a queste valutazioni e dietrologie e intendo quindi volare basso. Mi limito a chiedere al Governo spiegazioni convincenti: se le aspettano i lavoratori, se le aspettano le forze sociali ed economiche. La stessa presidente degli industriali italiani, Emma Marcegaglia, lo scorso lunedì, nel corso dell'assemblea degli industriali di Varese, ha assicurato il suo autorevole e gradito impegno per concorrere a trovare una soluzione.
Gentilissima onorevole Craxi, lei sa bene che qui non si tratta di esportare vongole. Prodotti come l'addestratore richiedono il sostegno del sistema-Paese. Per prodotti analoghi in Inghilterra si muovono in sintonia conservatori, liberali e laburisti e la stessa regina si dà da fare per assicurare il sostegno alle imprese del settore. Il Governo italiano ha fatto tutto quanto poteva? La crisi economica e finanziaria ci dimostra che dobbiamo percorrere strade nuove. Il 60 per cento del nostro export è destinato all'Europa. In Europa la domanda di molti prodotti si è ormai esaurita. Abbiamo la necessità dunque di aggredire con nuovi prodotti i nuovi mercati extraeuropei. L'M346 è un caso di scuola. La madre di tutte le nostre battaglie è il rilancio della crescita. Il «resto è noia», polemichetta provinciale. Rilanciare lo sviluppo, investire in ricerca è la priorità delle priorità. Può il Governo quindi sottovalutare l'importanza di una commessa che complessivamente vale intorno ai 2 miliardi di euro? Noi pensiamo di no.
Durante il roll-out dell'M346, nell'ottobre 2004, il Presidente Berlusconi si impegnò solennemente a svolgere il compito di commesso viaggiatore. Da allora sono trascorsi quasi sei anni: viaggi tanti, commesse da altri Paesi zero. Questi sono i dati purtroppo. È necessario allora cambiare passo. Lo chiediamo all'Esecutivo e alla sua maggioranza, al PdL e alla Lega, che occupano anche in questo campo posti di potere (tanti) inversamente proporzionali ai risultati ottenuti (finora modesti). Progettisti, tecnici e operai hanno fatto il loro dovere: la palla ora è in mano al Governo.
Naturalmente sappiamo che il mondo non finisce a Dubai: sono in corso gare in Asia e l'altro ieri abbiamo appreso con piacere che, nel recente viaggio in Brasile, il Presidente Lula pare abbia manifestato al nostro Capo del Governo interesse per l'addestratore italiano. A noi non importa il colore del gatto, l'importante è che prenda i topi. Mai come in questo caso ci auguriamo che Berlusconi metta il suo talento di venditore a disposizione del Paese, provando a risolvere con gli Emirati il problema dell'M346 e di altre trattative strategiche per l'Italia.
Nell'interpellanza chiediamo al Governo di conoscere anche cosa è stato fatto affinché l'M346 possa diventare addestratore europeo. Se contiamo in Europa è realistico, visti i titoli del nostro velivolo, puntare a questo obiettivo. Non ci permettiamo di dare consigli al Governo. Immagino che occorra muoverci seguendo criteri di reciprocità con altri Paesi europei con adeguate strategie di alleanza. In ogni caso desideriamo conoscere questa mattina quali iniziative sono state assunte per centrare l'importante risultato. Vogliamo Pag. 4infine conoscere - mi avvio alla conclusione - qual è la strategia che il Governo intende adottare per rilanciare nuove politiche industriali del settore aerospaziale. Ci chiediamo e chiediamo che senso abbiano le annunciate chiusure di importanti realtà come quelle di Brindisi e di Venezia.
Da molto tempo il Ministro Scajola si è dimesso. Si è materializzato ieri pomeriggio proprio qui in Aula dopo molto tempo. L'Italia, ricordiamo con orgoglio, nonostante le sue difficoltà è il quinto Paese più industrializzato al mondo. Di più: se utilizziamo il criterio pro capite siamo i secondi, battuti solo dalla Germania. Può un Paese così restare privo del Ministro dello sviluppo economico? Abbiamo bisogno di rilanciare le politiche industriali in generale, ma tanto più nel settore aerospaziale dove, lì soltanto, ci sono ormai le risorse per la ricerca, considerata la triste condizione della ricerca nelle nostre università.
Insieme ai colleghi Recchia e Boccia, che ringrazio per il loro prezioso contributo, mi aspetto che il Governo questa mattina nella sua risposta sia all'altezza delle professionalità, della passione di migliaia di dirigenti, tecnici, operai che hanno fatto e fanno dell'Italia un protagonista mondiale nel settore aerospaziale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Stefania Craxi, ha facoltà di rispondere.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Onorevole Marantelli, conosco la Aermacchi da molti anni. L'ingegnere Spairani era uno dei migliori amici di mio padre. Vorrei rassicurarla sul fatto che il Governo è fortemente impegnato nel sostenere le aziende italiane per i bandi di gara nel settore difesa degli Emirati Arabi Uniti e non solo. Nell'ottobre 2008 è stato firmato a Roma, presso la Presidenza del Consiglio, un Protocollo congiunto di cooperazione industriale tra Italia ed Emirati. L'accordo faceva stato di intese tra Finmeccanica e il gruppo pubblico emiratino Mubadala per lo sviluppo di una linea di assemblaggio finale per il velivolo M346 Alenia-Aermacchi; la produzione di materiale composito; lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un aereo senza pilota. L'anno scorso, il Ministro degli Esteri Frattini ha effettuato ben due visite negli Emirati, e in entrambe le occasioni ha avuto modo di sensibilizzare la controparte sull'eccellenza raggiunta dai sistemi di difesa italiani. Nel febbraio 2009, il Governo emiratino ha annunciato di aver scelto l'M346 quale nuovo aereo da addestramento avanzato.
La successiva trattativa finalizzata alla firma del contratto M346 con gli emiratini viene seguita da Finmeccanica nella necessaria autonomia, anche se nell'ambito di un regime autorizzativo. Il negoziato presenta evidenti complessità tecniche e riguarda una commessa da oltre un miliardo di euro. È quindi comprensibile che le parti si prendano tutti i tempi necessari ad un'attenta valutazione di ogni aspetto, compresi quelli finanziari.
Ribadito che si tratta ora di un negoziato di natura commerciale, va osservato, in linea generale, che l'entrata in vigore dell'Accordo di Cooperazione nel settore difesa tra Italia ed Emirati lo scorso marzo, per il quale il Ministero degli Esteri ha profuso ogni sforzo, fornisce comunque il quadro formale all'interno del quale la trattativa potrà proseguire in un clima di rafforzata fiducia reciproca. Il Ministro Franco Frattini ha inoltre recentemente invitato in Italia il suo omologo emiratino. L'incontro prospettato potrebbe offrire l'occasione per affrontare anche l'argomento delle commesse di prioritario interesse bilaterale, tra cui quella relativa all'M346. Un'importante opportunità di promozione del sistema industriale italiano, incluso ovviamente il settore difesa, sarà infine la missione di sistema che il prossimo novembre toccherà, dopo l'Arabia Saudita, anche Abu Dhabi e Dubai.
L'M346 è il risultato dell'importante sforzo di Finmeccanica nelle attività di ricerca e di sviluppo. Tuttavia, va sottolineato Pag. 5che il supporto finanziario pubblico ha svolto un ruolo decisivo nell'avvio e nella realizzazione di tale ambizioso programma, anche alla luce delle prospettive di crescita che potrà assicurare all'industria aeronautica italiana nel suo complesso. Il Ministero dello sviluppo economico ha, tra l'altro, sostenuto la nostra Aeronautica nell'acquisizione di un primo lotto di M346, precondizione fondamentale per l'internazionalizzazione del velivolo (la preventiva adozione dell'addestratore da parte dell'AMI era stata, infatti, richiesta dalle stesse Autorità emiratine per la finalizzazione della fornitura).
L'Italia, con altri otto Paesi europei, collabora al programma «Advanced European Jet Pilot Training», che si prefigge di realizzare, a partire dal 2015, un sistema avanzato di addestramento per piloti militari. Abbiamo sempre sostenuto chiaramente che l'M346 è l'unica soluzione perseguibile e che costituisce la condizione essenziale per la nostra piena partecipazione. L'obiettivo è che il nostro velivolo addestratore sia adottato dagli altri Paesi. In particolare, è in atto una sensibilizzazione verso la Francia, che con l'Italia è il primo partner del programma.
Alenia Aermacchi, con il supporto di Finmeccanica e della rete diplomatico-consolare, è in generale impegnata, su questo fronte, in un'intensa attività di promozione dell'M346 sui mercati esteri (oltre ai Paesi del Golfo, Australia, Brasile, Cile, Grecia, Singapore, Tunisia e Stati Uniti), interessati a nuovi addestratori avanzati per le proprie Aeronautiche militari.

PRESIDENTE. L'onorevole Marantelli ha facoltà di replicare.

DANIELE MARANTELLI. Signor Presidente, ringrazio naturalmente l'onorevole Craxi, alla quale voglio dire che conosco bene l'autorevolezza che suo padre si era guadagnato nel contesto internazionale, perché sono tra coloro che non hanno dimenticato l'episodio di Sigonella, né ignoro i rapporti che egli aveva con l'ingegner Spairani. Tuttavia, devo dire che il tenore della risposta non mi sembra all'altezza di quelle prestazioni.
Non ci attendevamo miracoli. Sappiamo che il bisogno di chiarezza e trasparenza va coniugato con la delicatezza che vicende come questa comportano. Tuttavia, mi lasci dire che dal Governo a maggior «trazione» lombarda della storia repubblicana (Berlusconi, Bossi, Tremonti, Maroni, Gelmini, Brambilla, La Russa, consideriamo lombardo anche lui) era lecito attendersi un tasso di efficienza maggiore.
L'interpellanza urgente in oggetto risponde a quella esigenza della cultura del controllo che, a differenza del mondo anglosassone, nel nostro Paese resta ancora molto fragile. Credo che abbiamo fatto bene ad esercitarla insieme ai colleghi ed amici Recchia e Boccia, che ringrazio per aver voluto praticare, nel lavoro parlamentare, lo stesso spirito che li caratterizza sul campo di calcio: il gioco di squadra. L'uno, un difensore difficilmente superabile, l'altro, un attaccante di peso con il fiuto del goal.
Signor sottosegretario, lei ha voluto stupirci con qualche effetto speciale, ma noi abbiamo la scorza dura, non siamo più - lo capisce - alla promozione del prodotto, siamo in un'altra fase: non ci ha detto perché si sono interrotte le trattative con gli arabi. Quindi, se vi sarà una prossima volta, chiederei un po' più di rispetto per la provincia che, in questo momento, mi sento di rappresentare. Pertanto, le fornirò anch'io qualche dato, pur consapevole che quel prodotto è stato finanziato con fondi pubblici.
Questa provincia è ai primi posti per peso dell'industria, del valore aggiunto totale e da sola produce un valore aggiunto industriale simile a quello di intere regioni (per esempio, la Liguria e il Friuli-Venezia Giulia); vi sono 64.021 imprese, di cui 10.507 manifatturiere; 53,4 imprese per chilometro quadrato, con una densità ben superiore rispetto a quella lombarda (che è di 34,5) e a quella italiana (che è di 17,5). Quindi, anche la densità delle sole Pag. 6imprese manifatturiere è elevatissima: 8,8 per chilometro quadrato, contro le 4,5 della Lombardia e l'1,8 nazionale.
Signor sottosegretario, non ho in funzione dei blog, non amo Facebook, ho solo un sito Internet un po' artigianale, ma in compenso - mi creda - conosco la mia provincia piuttosto bene. Non è solo impresa: vi sono due università (una pubblica e l'altra privata), il centro di ricerche di ISPRA e, appunto, il cuore dell'industria aerospaziale, con Augusta Westland e Alenia Aermacchi in testa.
La concorrenza politica per l'unico deputato del Partito Democratico in una provincia così è piuttosto agguerrita. Sono miei conterranei il Ministro Bossi, il Ministro Maroni, il presidente della Commissione bilancio Giorgetti, il capogruppo della Lega Nord Padania Reguzzoni. Questo mi costringe a studiare un po' di più, e comunque a fondo, i problemi, a stare sul territorio. Per queste ragioni, terminati i lavori d'Aula e di Commissione non resto a ciondolare a Roma, città bellissima che pur apprezzo, ma cerco di buttarmi a capofitto sui problemi della mia comunità.
Vede, carissima onorevole Craxi, ho la propensione personale a costruire il gioco, a cucire tra di loro i reparti quando sono in campo e gioco a pallone. Così cerco di fare anche in politica, dialogo e confronto anche con chi la pensa diversamente da me. Ciò mi induce a considerare con fastidio tutti quegli atteggiamenti aristocratici, da puzza sotto il naso, da maestrini, che qualche volta, si manifestano anche nel mio schieramento politico ma, e mi scuso per la perentorietà, questa mattina lei si è presentata - anche se capisco che questa informativa l'avranno preparata gli uffici - non del tutto preparata; naturalmente le sono grato per i dati forniti, ma il Governo deve fare molto di più. Immagino che lei avrà apprezzato la nostra decisione di non confondere politiche industriali con vicende giudiziarie, la complessità dei problemi deve però indurre il Governo a ben altro impegno. La crisi ci sta mettendo davanti a punti di non ritorno, ci troviamo di fronte alla necessità di profondi cambiamenti, di passo, di strategia, di visione, occorre sperimentare il nuovo. Occorre sapere che oggi nel mondo l'impresa è fatta dalla strategia, non dalla sua dimensione; la sfida è quella di unire la grande creatività italiana con la disciplina anglosassone. Non mi è parso di cogliere nella sua risposta questa consapevolezza. Faticheremo quest'anno a raggiungere una crescita dell'1 per cento. Nei paesi emergenti e non solo, ci si attende una crescita superiore all'8 per cento, negli stessi Stati Uniti si arriverà al 3,5 per cento. Stamattina il Governo di fronte alla sfida positiva che il Partito Democratico ha voluto rivolgergli, secondo me, posso sbagliarmi, ma ha eluso i problemi, come faceva Alberto Tomba con i paletti dello slalom; la differenza è che Tomba vinceva le gare a ripetizione, qui di gare purtroppo non ne abbiamo ancora vinte.
Ancora ieri a Panama, Berlusconi sottolineava che gli imprenditori a differenza dei politici mantengono la parola. Si riferiva a se stesso e al leader panamense. Nel caso del M346 questa parola, finora, non è stata mantenuta e nessuno meglio di Berlusconi sa che in economia, come nello sport, contano i fatti, i risultati. Saremo soddisfatti quando quella promessa sarà onorata. Quando il successo commerciale del velivolo sarà scandito da contratti firmati. Quando l'M346 diventerà l'addestratore europeo, tema del quale voi non avete fatto cenno; quando ci presenterete una convincente strategia delle politiche industriali nel settore aerospaziale che questa mattina non abbiamo sentito. Per adesso e da due anni a questa parte, mi sbaglierò, ma mi sembrate impantanati su lodi di diversa natura, intercettazioni, finti federalismi. Mi auguro che gli esponenti di punta della Lega Nord Padania, che hanno un peso rilevante in quella provincia ma non solo, si assumano le loro responsabilità. Hanno a disposizione strumenti potenti, nel Governo e nelle società interessate, si lascino alle spalle colpevoli e incomprensibili sottovalutazioni. Il Partito Democratico non mollerà la presa. Abbiamo la responsabilità di stare accanto ai lavoratori, alle loro famiglie, al talento di tanti Pag. 7nostri imprenditori. A Varese come a Venezia, a Brindisi piuttosto che a Napoli e lo farà perché siamo un partito popolare, che vuole contribuire ad uscire al più presto da una crisi che colpisce, prima di tutto, proprio i ceti popolari. Mi auguro che il Governo possa lavorare in questi mesi e farsi trovare pronto, quindi, a settembre. Noi apprezziamo chi opera con serietà e sobrietà, saremo i primi a riconoscere eventuali risultati concreti, oggi, spiace molto dirlo, si dimostra che le preoccupazioni manifestate nell'interpellanza purtroppo non erano per nulla infondate.

(Iniziative a sostegno della cantieristica italiana e degli addetti del settore, con particolare riferimento ai cantieri liguri - n. 2-00773)

PRESIDENTE. L'onorevole Mondello ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00773, concernente iniziative a sostegno della cantieristica italiana e degli addetti del settore, con particolare riferimento ai cantieri liguri (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, membri del Governo e onorevoli colleghi, prima di illustrare la mia interpellanza vorrei sapere chi risponderà.

PRESIDENTE. Risponderà il sottosegretario alla difesa, Cossiga.

GABRIELLA MONDELLO. Sì, però è una risposta che potrà essere solo parziale, in quanto...

PRESIDENTE. Questo lo dica dopo aver sentito la risposta, nel senso che successivamente potrà dichiararsi soddisfatta o meno.

GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, le dico subito il motivo. Infatti, pur riconoscendo e apprezzando moltissimo le capacità del sottosegretario Francesco Cossiga (Commenti del sottosegretario Giuseppe Cossiga), la questione che andrò ad illustrare non riguarda soltanto commesse da parte della Difesa, ma riguarda anche tutta l'attività che Fincantieri ha negli stabilimenti in tutta Italia e comprende anche - anzi soprattutto - la parte commerciale.
Infatti, il cuore dell'interpellanza che andrò ad illustrare è proprio questo: il comparto militare, bene o male (diciamo più bene che male), ha fatto la propria parte, è il resto che manca, per cui non mi sembra corretto scaricare la risposta sulle spalle di una persona, la quale, tutto sommato, rappresenta un Ministero che, rispetto a Fincantieri, ha una parte marginale, anche se rilevante, in uno stabilimento della mia zona. In effetti, mi avevano detto che avrebbe risposto qualcun altro.
Ciò dimostra lo stato gravissimo in cui si trova il Governo per la mancanza e il vuoto che si è creato nel Ministero dello sviluppo economico. Noi non possiamo più andare avanti in questo modo perché, in presenza di una crisi economica mondiale di eccezionale rilevanza, come tutti sappiamo, anche se ricoperto ad interim dal Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministero dello sviluppo economico ha urgenza di una guida sicura che si occupi dei numerosissimi problemi che giacciono sul tappeto.
Per quanto riguarda Fincantieri, ho presentato questa interpellanza con i colleghi, che desidero ringraziare: essa è stata, infatti, firmata da una nutrita pattuglia - non parlerò di squadre di calcio come il collega - molto rappresentativa del gruppo di cui faccio parte, l'Unione di Centro. Io sono prima firmataria, ma, insieme a me, l'hanno sottoscritta l'onorevole Cesa, il presidente di gruppo Vietti e moltissimi altri colleghi che ringrazio per il sostegno che mi hanno dato.
La prima domanda è la seguente: vorremmo sapere quale seguito ha avuto la riunione che si è svolta il 18 dicembre 2009 presso il Ministero dello sviluppo economico. Vi fu un incontro presieduto dall'allora Ministro Claudio Scajola per Pag. 8esaminare le problematiche relative alla situazione di crisi della cantieristica navale italiana.
Parteciparono alcune società, in particolare Fincantieri, nella persona dell'amministratore delegato, dottor Giuseppe Bono (che conosco personalmente per la grande generosità con cui si batte e l'impegno che profonde), il quale proprio recentemente ha lanciato un appello: non possiamo farcela da soli, abbiamo assolutamente bisogno del Governo.
Naturalmente non leggerò tutti gli impegni - comunque sottoscritti in un verbale di riunione ufficiale - ma vado al cuore e alla sostanza dell'impegno. Innanzitutto, si diceva di accelerare la fornitura di un'unità di supporto logistico ed un'unità multiruolo per la Marina militare e per la Protezione civile. A tale proposito, il Governo si impegnava a stanziare 50 milioni di euro per l'avvio immediato del programma. Il Ministero dello sviluppo economico si impegnava a collocare il finanziamento nell'ambito di un provvedimento da emanare entro gennaio. Siamo a luglio e nulla di questo è stato mantenuto.
La situazione va sempre più degenerando. Come voi sapete, Fincantieri ha stabilimenti in varie parti d'Italia. Naturalmente li sosteniamo tutti, ma, in particolare, in qualità di eletta nel territorio ligure richiamo l'attenzione sulle tre grandi sedi di Fincantieri in Liguria: lo stabilimento di Riva Trigoso, nel comune di Sestri Levante, il cantiere del Muggiano, a La Spezia, e il cantiere di Sestri Ponente, a Genova.
La preoccupazione serpeggia sempre più fra i dipendenti, come si evince dai numerosi articoli di giornale che ormai si susseguono ininterrottamente: «11 giugno 2010, mobilitazione Fincantieri, il Governo deve ascoltarci. I sindacati: aprire al più presto il confronto a palazzo Chigi»; «Fincantieri a Muggiano, 190 lavoratori in cassa integrazione», «Fincantieri a Riva Trigoso, 80 operai a rischio cassa integrazione» (più che a rischio, inizierà prossimamente). È noto che chi è in cassa integrazione percepisce 700 euro al mese ed è vero che è stato proposto - a persone di una certa età - di frequentare corsi per «impiegare» il tempo della cassa integrazione, ma, di fronte alle difficoltà della vita e delle famiglie di oggi, ritengo che questo non sia assolutamente sufficiente.
Certo, in passato mi battei personalmente, ed ebbi risposte dal Ministero dello sviluppo economico quando, dopo mille e una difficoltà, si diede il via al programma delle Fremm (fregate multi missione in collaborazione con la Francia). Questo programma sta andando avanti ma è assolutamente insufficiente a coprire il fabbisogno lavorativo di Fincantieri.
Si era parlato, in quella riunione, anche della costruzione di imbarcazioni atte a risolvere la questione dell'emergenza delle carceri perché, in effetti, anche questa poteva essere una soluzione, ma sono state soltanto parole.
Se non si acquisiscono al più presto delle commesse ulteriori - per coprire comunque dei carichi di lavoro che esistono, grazie all'intraprendenza dei vertici dell'azienda e delle collaborazioni con l'estero, in parecchi Stati - sicuramente la situazione degenererà. In effetti, tutti concordi hanno detto che il 2011 si prospetta molto più difficile di quanto si era pensato. Noi crediamo (io in particolare) che il Governo debba rendersi conto di questa necessità e dell'importanza che questi stabilimenti hanno in una regione come la Liguria, colpita anch'essa dalla crisi al pari di altre regioni italiane. Auspico al più presto che si dia una risposta e una concretizzazione - soprattutto in riferimento a questo verbale di riunione sottoscritto in gennaio - perché, al di là delle persone che in politica, come in altri settori, possono andare e venire, le istituzioni restano.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, Giuseppe Cossiga, ha facoltà di rispondere.
Signor sottosegretario, ha ragione l'onorevole Mondello, nel senso che il Governo aveva delegato, per competenza, il sottosegretario per lo sviluppo economico, Saglia. Ovviamente il Governo ha tutto il diritto di far rispondere il sotto Pag. 9segretario di Stato Giuseppe Cossiga, ma è opportuno ed utile che quando vi siano questi cambiamenti sia informata, innanzitutto, la Presidenza.

GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, la ringrazio, anche per la tutela che, simpaticamente, ha voluto dare al mio nome, ma è una cosa che avviene - come si può immaginare - piuttosto spesso.
Rassicuro l'onorevole Mondello che il testo della risposta di cui do lettura è stato predisposto dagli uffici del Ministero dello sviluppo economico. Il Governo si scusa anche con la Presidenza, ma vi è stato soltanto un repentino cambiamento di programma dovuto a un impegno istituzionale che ha costretto il sottosegretario per lo sviluppo economico ad abbandonare la seduta. Per questo motivo sarò io a dare lettura della risposta, nella quale, evidentemente, vi è un contributo del Ministero della difesa, essendo lo stesso Ministro della difesa tra gli interpellati.
Il ministero dello sviluppo economico, in considerazione dell'importanza rivestita dal settore della navalmeccanica ha attivato un tavolo nazionale con lo scopo di contribuire a rafforzare il comparto.
La crisi economica mondiale e la contrazione dei mercati hanno avuto un ruolo determinante per le difficoltà del settore cantieristico navale. Infatti, dalle 19 imprese di costruzione navale iscritte, nel 2006, negli albi speciali delle imprese di costruzione, si è passati, nel 2009, a 12.
Questo è avvenuto perché nonostante la cantieristica italiana si sia affermata nel corso degli anni come leader nelle costruzioni a tecnologia avanzata, carenze di commesse e cancellazioni di ordini hanno ridefinito in negativo i carichi di lavoro al punto che molte aziende, tra le quali la Fincantieri, sono state costrette a fare ricorso alla cassa integrazione guadagni.
Come è noto, tuttavia, la Marina militare ha proceduto all'assegnazione di importanti ordini a Fincantieri e questa azienda per parte sua è riuscita ad acquisire significative commesse all'estero, quali quella relativa alla realizzazione della seconda parte del programma Fremm (fregata europea multimissione) per 4 unità, quella relativa alla realizzazione della seconda coppia di sommergibili classe U212A, quella relativa all'acquisizione di un contratto per una nave rifornitrice di squadra per la Marina indiana, con opzione per una seconda unità, nonché quella per il refitting di due navi veloci lancia missili per il Kenya e il contratto per una corvetta per gli Emirati Arabi Uniti. Ciò ha garantito un sostanziale equilibrio economico-finanziario per l'azienda Fincantieri.
Nell'audizione presso la Commissione industria del Senato l'amministratore delegato della società ha evidenziato la sostanziale solidità del bilancio societario, confermando, in casi di acquisizione di nuove commesse, l'impegno a mantenere l'attuale assetto produttivo e la volontà di ripartire i carichi di lavoro su tutti i cantieri nazionali.
Nello specifico si evidenzia che per quanto concerne i due pattugliatori si tratta di unità destinate alla guardia costiera di competenza, quindi, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Esse sono destinate - e cito - «a garantire la piena attuazione della normativa comunitaria in materia di monitoraggio del traffico navale e di informazione, nelle more dell'organico recepimento della direttiva 2009/17/CE nonché allo scopo di assicurare il rispetto delle previsioni comunitarie in materia di controllo e vigilanza sull'attività di pesca attraverso l'accrescimento, sul piano operativo, della capacità dell'attuale dispositivo di vigilanza e controllo a mare». Il programma pluriennale è stato autorizzato con la legge n. 244 del 2007 ed è stato rifinanziato con l'articolo 3-bis del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito dalla legge n. 166 del 2009.
Al riguardo si specifica che è stata avviata, dagli organi competenti, una procedura di individuazione del contraente per la realizzazione delle predette unità di pattugliatori, espletata mediante gara ad evidenza pubblica.
Per quanto concerne il decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, lo stesso prevede, tra l'altro, Pag. 10la realizzazione di piattaforme navali multiruolo da destinare prioritariamente ad operazioni di soccorso, costruite con avanzate tecnologie duali ed interventi per il settore dell'alta tecnologia.
Le risorse complessive, derivanti da tale provvedimento normativo, sono stimate nell'ordine di 50 milioni di euro ed è in corso di predisposizione il decreto che le assegna alle diverse finalità previste, secondo le modalità di utilizzo specifiche di ciascun obiettivo.
Inoltre, per effetto del definanziamento disposto della legge n. 166 del 2009 relativo al limite di impegno previsto dalla legge n. 149 del 1990, all'epoca gestita dal Ministero dello sviluppo economico, si è proceduto al trasferimento di fondi su un capitolo di entrata del Ministero dell'economia e delle finanze, secondo le ordinarie procedure di legge.
In relazione ad altri programmi di interesse di Fincantieri il Ministero della difesa, anche mediante la messa a disposizione di strutture della Marina militare per la formazione degli equipaggi e l'assicurazione di qualità, sta fornendo il massimo supporto all'industria nazionale per la definizione di un contratto di vendita all'Algeria di fregate tipo Fremm, di unità da sbarco e per la realizzazione di infrastrutture portuali nel Paese nordafricano. Il valore complessivo del contratto è stimato in circa 6 miliardi di euro.
Si fa presente, infine, che la produzione militare di Fincantieri è pressoché totalmente concentrata negli stabilimenti liguri di Riva Trigoso, Muggiano e Sestri Ponente, e che per ognuna di queste sedi produttive, al pari delle restanti sedi del territorio nazionale, il Governo ha già da tempo avviato le procedure previste per la gestione operativa di tali situazioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Mondello ha facoltà di replicare.

GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Francesco Cossiga e non dubitavo che la sua risposta sarebbe stata molto precisa e circostanziata per quanto riguarda l'aspetto militare.
Tuttavia, quello che in effetti ci preoccupa è l'altra parte cioè quella - lo ripeto - commerciale, perché se non vi fosse il settore militare dovremmo riconoscere che addirittura i cantieri potrebbero chiudere bottega. Il settore militare è quello che li fa andare avanti e soprattutto permette di utilizzare delle maestranze e dei dipendenti che sono altamente specializzati e che dovrebbero veramente essere, come in molti altri settori, un vanto del popolo italiano.
Rimangono però le perplessità per quel che riguarda il finanziamento dei 50 milioni di euro - sebbene li abbia sentiti citare come l'equivalente di un incarico di lavoro che forse dovrebbe arrivare (così mi è parso) - e quindi sollecito nuovamente, fidandomi ampiamente del sottosegretario Cossiga, ad avviare dei colloqui e a intrattenere un dialogo con il Ministero per lo sviluppo economico affinché anche quella parte vada a compensare il settore militare, che sicuramente è quello che regge attualmente Fincantieri.

PRESIDENTE. Onorevole Mondello, mi permetta di precisare nuovamente che so che lei deve essere molto affezionata e stimare la figura del presidente Francesco Cossiga, ma il sottosegretario di Stato è l'onorevole Giuseppe Cossiga, quindi a ognuno diamo almeno il suo nome.

(Iniziative per la smilitarizzazione della zona di Punta Bianca sulla costa agrigentina - n. 2-00764)

PRESIDENTE. L'onorevole Vincenzo Antonio Fontana ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00764, concernente iniziative per la smilitarizzazione della zona di Punta Bianca sulla costa agrigentina (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

VINCENZO ANTONIO FONTANA. Signor Presidente, signor sottosegretario, il poligono a mare di Drasy, nonostante si trovi in uno dei tratti più suggestivi della Pag. 11nostra costa agrigentina, è sede di un'intensa attività di esercitazioni militari.
Nonostante la bellezza naturale del sito e la precaria rete viaria per avvicinarsi al mare, l'area in argomento è stata destinata alla funzione di isola addestrativa di secondo livello, con esercitazioni a fuoco a livello complesso minore.
Durante queste operazioni la zona è interdetta e in mare c'è sempre una motovedetta che inibisce l'uso di questo splendido tratto di mare e di costa. La regione siciliana già nel 2001 ha inserito tale area tra quelle da proteggere e l'intera zona non può essere riconosciuta, avendone tutte le caratteristiche, come parco naturale, come indicato dagli stessi strumenti urbanistici del comune di Agrigento.
Non è possibile infatti immaginare la coesistenza di un parco naturale in corrispondenza di un'area addestrativa, dove, peraltro, non è difficile ritrovare reperti di tutta l'attività svolta sul territorio dai militari.
Il problema è stato posto al Ministro della difesa già dal lontano 1994, quando fu soppresso il distretto militare di Agrigento, ma fu conservato il poligono di Drasy in una delle zone più belle della fascia costiera di Agrigento, dove insistono calanche gessose e dove non avviene alcuna operazione di pulizia di tutto quello che viene lasciato dopo le operazioni militari.
La spiaggia di Punta Bianca è in effetti uno sperone roccioso che si protende in mare, accogliendo nei suoi anfratti decine di splendide calette, sia sabbiose che di ciottoli, bagnate da un mare cristallino difficilmente ritrovabile in altre parti dell'area del Mediterraneo.
La particolarità di questa spiaggia è data sicuramente dalla trasparenza unica che questa roccia calcarea riesce a creare, degradando piano piano nell'acqua, rendendo ancora più suggestivo uno specchio d'acqua che da sempre è caratterizzato da colori sul verde e smeraldo, che assomigliano proprio ai colori esotici.
Anche la flora è particolarmente ricca di specie rare, come le palme nane e altre specie particolari, che rendono questa spiaggia ideale per coloro i quali amano un turismo fatto di relax e di contemplazione, così come vi sono anche alcune specie molto rare di volatili, tanto che la zona è una riserva per queste ultime.
Si rende, quindi, urgente preservare l'area dalle vibrazioni causate dalle esercitazioni, dall'inquinamento acustico (che disturba non solo i tanti visitatori della zona, ma anche coloro che abitano nelle vicinanze) e dal passaggio di mezzi militari, che mettono anche a repentaglio la solidità della strada che conduce a Punta Bianca, che ha un valore inestimabile dal punto di vista paesaggistico.
Pertanto, chiedo se il Governo non ritenga opportuno che questa zona venga smilitarizzata e che questo poligono di tiro venga spostato in un altro sito, come del resto è già avvenuto per altri siti, come l'arcipelago della Maddalena in Sardegna, al fine di rendere giustizia a questo angolo di paradiso, dove la natura è stata particolarmente generosa, facendone uno dei tratti più suggestivi dell'intera area del Mediterraneo.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, Giuseppe Cossiga, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, voglio precisare innanzitutto che il poligono a mare di Drasy riveste una notevole importanza per le attività addestrative e operative svolte dai reparti della Brigata Aosta, che peraltro è anche l'ente gestore del poligono, in particolare per quanto riguarda quelle connesse all'immissione nei vari teatri operativi. Quindi, la sua presenza è intimamente legata a quella della Brigata Aosta in Sicilia.
Questo accade perché, essendo il poligono stesso ben servito dalla rete viaria, è l'unica risorsa presente in Sicilia ove sia possibile utilizzare munizionamento ordinario e svolgere esercitazioni a fuoco fino a livello di plotone fucilieri.
Pertanto, l'eventuale dismissione dell'area comporterebbe l'impossibilità per le unità dipendenti dalla citata Brigata di Pag. 12svolgere l'attività addestrativa, con conseguente inaccettabile impatto negativo sull'operatività e sulla sicurezza del personale, impedendo di fatto l'impiegabilità nelle missioni internazionali e mettendo quindi a rischio la presenza stessa della Brigata nell'isola.
Ciò posto, desidero sottolineare che l'area è utilizzata anche da altre Forze armate e corpi armati dello Stato nazionali di stanza in zona. In particolare, l'infrastruttura è stata destinata, nell'ambito del progetto relativo alla riorganizzazione della struttura organizzativa per la gestione dei poligoni delle aree addestrative, alle funzioni di isola addestrativa di secondo livello, ovvero consente di svolgere esercitazioni a fuoco a livello complesso minore e attività addestrative di crisis response operations.
Chiarito quanto sopra, mi pare il caso di osservare che la presenza di un parco naturale in corrispondenza di un'area addestrativa non deve essere considerata motivo preclusivo per un'equilibrata convivenza, tanto meno motivo per richiedere la sospensione delle esercitazioni e lo spostamento in altro sito del poligono in esame.
Analoghe situazioni sono presenti già in altre zone del territorio nazionale (a titolo esemplificativo, cito il poligono di Ponticello nell'aria di Parco di Fanes, in provincia di Bolzano, il poligono di Carpegna nell'area del Parco «Simone Simoncello», in provincia di Pesaro-Urbino, i poligoni occasionali delle Puglie all'interno delle strutture dell'Ente Parco Nazionale dell'Alta Murgia).
A questo riguardo, in un'ottica più generale sulla base delle esperienze maturate presso altri poligoni militari, desidero porre in evidenza che la possibilità di costituire un parco naturale nell'area in argomento è una diretta conseguenza della pluriennale esistenza delle strutture militari che, con la loro presenza, hanno svolto funzione di controllo e tutela preventiva, salvaguardando l'ambiente naturale.
Attraverso procedure di coordinamento definite dalle autorità militari e civili nell'ambito dei comitati misti paritetici regionali, è stato sempre possibile conseguire un modus di convivenza tra le aree naturalistiche e quelle militari in grado di soddisfare sia le aspettative ambientalistiche e turistico-economiche degli enti locali, sia le esigenze addestrative delle unità, e questo verosimilmente potrebbe essere realizzato anche per il poligono in argomento.
L'utilizzo del poligono, infatti, è concordato ed approvato in sede di riunioni ordinarie semestrali del Comitato misto paritetico, in conformità alla legge 24 dicembre 1976, n. 898, e del decreto del Presidente della Repubblica 17 dicembre 1979, n. 780.
Per l'anno in corso, è stata approvata all'unanimità - e quindi con il voto conforme dei rappresentanti della regione - l'estensione del periodo di chiusura estivo (inizialmente previsto dal 1o luglio al 15 settembre) all'11 giugno-15 settembre, proprio per consentire le attività turistiche nel tratto di mare antistante il poligono.
In relazione alla possibilità invocata dagli interpellanti di spostare il poligono in altro sito, così come accaduto in altre regioni (nel caso della Maddalena vi era un poligono monobase, ma in altri casi si è provveduto ad identificare nuove locazioni per i poligoni), il Ministero della difesa è sicuramente pronto ad approfondire il tema, ma naturalmente è necessario che siano le stesse autorità locali a individuare e proporre aree alternative (in relazione al poligono da dismettere), le quali evidentemente dovranno avere le medesime caratteristiche e consentire lo svolgimento delle stesse attività addestrative, sia «in bianco» sia «a fuoco». Questo è un lungo processo sul quale, però, posso confermare la disponibilità del Ministero della difesa ad approfondire.
Con riferimento, infine, alla presenza della motovedetta, si specifica che, quando il poligono è in funzione, la stessa è chiamata a svolgere un'attività accessoria, circoscritta ai soli compiti di polizia della navigazione, volti ad assicurare il rispetto delle prescrizioni fissate con l'ordinanza del capo del circondario marittimo di Pag. 13Porto Empedocle, la cui emanazione è conseguente al calendario delle esercitazioni a fuoco, comunicato dal comando militare cui fa capo la gestione del sito.
Debbo, tuttavia, evidenziare che il tratto di costa in oggetto dell'attività di tiro è stato precluso alla balneazione, sin dal 1989, da una precedente ordinanza del competente circondario marittimo di Porto Empedocle, in ragione della pericolosità del soprastante costone roccioso, soggetto a continua erosione.

PRESIDENTE. L'onorevole Vincenzo Antonio Fontana ha facoltà di replicare.

VINCENZO ANTONIO FONTANA. Signor Presidente, signor sottosegretario, debbo essere sincero: non sono molto soddisfatto della risposta. Francamente non riesco a capire come si possano conciliare le due cose. Infatti, l'aspetto che mi ha colpito più di tutti è che lei ha asserito che è possibile conciliare un territorio destinato ad un turismo naturalistico ed ecocompatibile con le esercitazioni militari. Francamente questa affermazione non mi convince assolutamente. Quindi, è per questo che non sono molto soddisfatto della risposta. Peraltro, si tratta di un'area veramente di grande pregio, come ho avuto modo di dire durante l'illustrazione della mia interpellanza urgente. Francamente mi stupisce che le autorità competenti non pensino, invece, ad una soluzione diversa.
Invece, colgo il suggerimento che lei mi ha dato, cioè quello di concertare in qualche modo con le autorità locali (il sindaco, il presidente della provincia e tutte le autorità locali) se sia possibile trovare un sito alternativo per dare la possibilità alla Brigata Aosta - tra l'altro mi pare che questo sia l'unico sito disponibile in Sicilia - di trovare un'altra localizzazione, che abbia caratteristiche diverse e che possa meglio prestarsi a questo tipo di attività.
Colgo, quindi, questo suggerimento e mi attiverò come parlamentare, tra l'altro molto legato a quel territorio, e vedremo tutti assieme se è possibile trovare un sito alternativo da offrire alle autorità affinché possano in qualche modo continuare le loro esercitazioni. Infatti, credo sia assolutamente legittimo che siano messe nelle condizioni di continuare le loro esercitazioni, però in un sito diverso che non sia quello di Punta Bianca, che per noi è di particolare pregio (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle ulteriori interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15,15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che non vi sono ulteriori deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative per la bonifica delle aree della Calabria interessate dal dissesto ambientale, con particolare riferimento al «sito di interesse nazionale di Crotone, Cassano Ionio e Cerchiara di Calabria» - n. 2-00767)

PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00767, concernente iniziative per la bonifica delle aree della Calabria interessate dal dissesto ambientale, con particolare riferimento al «sito di interesse nazionale di Crotone, Cassano Ionio e Cerchiara di Calabria» (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

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MARIO TASSONE. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, gli interpellanti chiedono quali iniziative il Governo intenda intraprendere per procedere alla bonifica del sito di interesse nazionale «Crotone-Cassano-Cerchiara», al fine di dare soluzione alle forti criticità registrate, e non è una novità, nel territorio dei comuni ricompresi nel sito.
Il sito, come è noto, è stato incluso nell'elenco di quelli da bonificare dal decreto ministeriale n. 468 del 2001 ed è stato perimetrato successivamente con il decreto ministeriale 26 novembre 2002, ai sensi dell'articolo 1, comma 4, della legge n. 426 del 1998.
Le procedure per la bonifica, soprattutto per quanto concerne i depositi di ferriti di zinco in località Cassano e Cerchiara, sono tutt'altro che bloccate, tenuto conto che con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 19 aprile scorso, quindi due mesi fa, è stato autorizzato in via provvisoria l'avvio dei lavori del progetto di bonifica definitivo presentato dalla Syndial Spa.
In epoca precedente, tali attività hanno subito un rallentamento anche a causa dell'inosservanza delle disposizioni vigenti in materia da parte dei comuni di Cassano e Cerchiara. Il decreto legislativo n. 152 del 2006, all'articolo 252, prevede, infatti, che la procedura di bonifica dei siti di interesse nazionale è attribuita alla competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentito il Ministero delle attività produttive, e deve svolgersi secondo precise scansioni in forza delle quali un progetto di bonifica deve essere ritenuto approvabile da una conferenza di servizi decisoria ed approvato definitivamente con decreto ministeriale.
I comuni di Cassano allo Ionio e di Cerchiara di Calabria, disattendendo completamente i dettami normativi suesposti, non hanno mai presentato all'amministrazione statale procedente un progetto per la rimozione di depositi di ferriti di zinco da alcune aree (si tratta delle discariche in Contrada Capraro, Chidichimo e Tre Ponti) ubicate all'interno del SIN e, pertanto, hanno appaltato i suddetti lavori illegittimamente aggiudicandoli all'ATI, con capogruppo ECO.GE Srl, in data 16 dicembre 2008.
Solo successivamente, con nota del 12 febbraio 2009, e soltanto su sollecitazione del Ministero, il comune di Cassano allo Ionio ha trasmesso il «Progetto esecutivo», già appaltato, che peraltro, sulla base di un parere tecnico dell'ISPRA, è stato ritenuto mancante dei «requisiti progettuali minimi per un progetto di bonifica ai sensi della normativa vigente».
Viceversa, la Syndial Spa aveva già in precedenza presentato, come previsto dalla normativa vigente, un progetto per la rimozione completa dei depositi di ferriti di zinco ed il loro smaltimento in una discarica di nuova generazione da realizzarsi in località Giammiglione, progetto ritenuto approvabile dalla conferenza di servizi decisoria dell'8 gennaio 2009.
Successivamente, la stessa società ha richiesto di attivare la rimozione delle ferriti di zinco in via d'urgenza sulla base del progetto precedentemente presentato, ma prevedendo di smaltire i rifiuti suddetti in altra discarica esistente ed autorizzata in base alla normativa vigente, venendo meno in tal modo la necessità di attendere il giudizio di compatibilità ambientale regionale al fine di iniziare le operazioni di bonifica. L'avvio dei lavori in via di urgenza è stato autorizzato con il decreto ministeriale del 19 aprile 2010, richiamato in precedenza.
A tal riguardo, la direzione generale competente per materia del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha più volte evidenziato che la rimozione dei depositi di ferriti di zinco costituisce oggetto di un impegno assunto da un soggetto privato - ossia la Syndial Pag. 15- che intende procedervi a proprie spese e che, nella sostanza, ha manifestato la volontà di rinunciare al ricorso precedentemente avanzato al TAR chiedendo formalmente l'autorizzazione ad avviare i lavori in via di urgenza. A fronte di una siffatta iniziativa, è da ritenersi doveroso che la bonifica sia eseguita dal soggetto privato responsabile con fondi propri, anche in ossequio al principio comunitario «chi inquina paga», piuttosto che attraverso l'impiego di fondi pubblici, peraltro realizzato secondo modalità perlomeno discutibili.
In conclusione, si conferma che attualmente le attività di bonifica dei depositi di ferriti di zinco, come quelle riguardanti altre aree ricomprese nel SIN di «Crotone-Cassano-Cerchiara», stanno procedendo con oneri a carico del soggetto privato obbligato, sia pur con difficoltà riconducibili anche al comportamento poco rispettoso della normativa vigente tenuto dai comuni di Cassano e Cerchiara in precedenza illustrato che è stato oggetto di comunicazione alla procura della Repubblica di Castrovillari e alla procura regionale della Corte dei conti.
Si rappresenta, infine, che le procedure di bonifica dell'intero sito di Crotone potranno ricevere un'ulteriore accelerazione non appena la regione si pronuncerà definitivamente in ordine alla valutazione di impatto ambientale della predetta discarica di Giammiglione, a tutt'oggi non ancora intervenuta. Nell'eventualità che il suddetto giudizio dovesse essere negativo, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha già provveduto a sollecitare al soggetto obbligato la presentazione di progetti alternativi di bonifica per i quali risultano essere in corso le attività propedeutiche, ivi comprese quelle di indagine sul campo.

PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di replicare.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho ascoltato con il dovuto interesse e con molta attenzione la risposta alla mia interpellanza n. 2-00767, sottoscritta anche dai colleghi Occhiuto e Vietti.
Per dire la verità, signor sottosegretario, qualcosa le sfugge. Con lei abbiamo avuto anche confronti in quest'Aula: la ringrazio per la sua cortesia, ma le sfugge qualcosa, perché il tema che abbiamo affrontato in altre occasioni e che reiteriamo anche in questo momento, attraverso lo strumento del sindacato ispettivo, non riguarda un episodio o una vicenda isolabili o circoscrivibili. Intanto, è una vicenda un po' antica e datata, che risale ad oltre dieci anni, nella quale è contenuto un po' di tutto: la responsabilità dell'azienda - la Syndial - e lo sfruttamento e l'occultamento dei rifiuti da parte delle organizzazioni criminali. Abbiamo parlato dei rifiuti di Crotone trasferiti nelle aree di Cassano e di Cerchiara: sembra che questa regione sia diventata un ricettacolo di rifiuti tossici, di sostanze ad alto rischio (si fa tanto per dire), come l'arsenico, il cadmio, il piombo, il rame e lo zinco, che sono pericolosissimi; vi sono anche minacce per le falde acquifere.
Signor Presidente, con il sottosegretario abbiamo anche affrontato la vicenda di Serra D'Aiello e di altri siti: un'altra vicenda, non da minimizzare, riguarda i rifiuti tossici e le carrette del mare affondate nel Mediterraneo. La situazione, quindi, è di grande rischio e, soprattutto, di una pericolosità incredibile. Quando, ad esempio, abbiamo parlato di Crotone ed abbiamo detto che molta parte di quella città era stata costruita sui rifiuti tossici, certamente sono stati assunti impegni: lei richiama, correttamente, signor sottosegretario, provvedimenti normativi un po' datati, del 1998, del 2001 e del 2002, richiamando anche un decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 19 aprile di quest'anno.
Se noi ci mettiamo dalla parte delle popolazioni di cui siamo rappresentanti, non vi è dubbio che alcune spiegazioni non sono recepite e comprese o non sono colte nel loro giusto ed essenziale significato. Non vi è dubbio che si tratta di una vicenda drammatica, che è venuta fuori Pag. 16perché, guarda caso, si parla di tali vicende quando vi è un accadimento: l'ultimo accadimento è il sequestro, da parte della Guardia di finanza, di siti e di località, per circa sessantadue ettari, nell'area dei comuni di Cerchiara e di Cassano.
Questo ha fatto notizia, come allora la vicenda di Crotone, tuttavia se n'è parlato allora e ora non se ne parla più. Si continua ad andare avanti, la Calabria è diventata lo scarico generalizzato e lo ripeto perché credo che questo sia un passaggio fondamentale per comprendere l'attività e «l'impegno» delle organizzazioni criminali.
Non è vero che la Syndial ha avuto tutti questi grandi meriti, perché prima l'azienda nell'ambito di una conferenza di servizi si è assunta l'onere di effettuare un'azione di bonifica, poi invece è ricorsa alla magistratura ordinaria contro la decisione presa dalla conferenza dei servizi.
Lei ci viene a dire, signor sottosegretario, che adesso questa azienda si asterrebbe - se ho ben capito - dal dar seguito all'azione, presso l'autorità giudiziaria amministrativa, ed è quindi disponibile ad effettuare l'attività di bonifica.
Tra provvedimenti, decreti e atti di vario genere sicuramente ci sarà stato e c'è - non voglio escludere nulla - l'impegno e l'attenzione del suo Ministero e, in particolare, della direzione generale preposta, tuttavia quello che manca in questo momento è una grande presa di coscienza, così come è accaduto per quanto riguarda le cosiddette navi dei veleni. Qualcuno ne parla oggi nel Paese? Ogni tanto c'è qualche articolo, qualche servizio, tutti sanno che in quell'area del Mediterraneo, soprattutto del Tirreno, sono affondate navi, cariche di rifiuti tossici. Poi sono finiti i servizi, è cessata l'attivazione dei mass media e tutto è stato ricondotto ad una nebulosità inspiegabile e soprattutto irresponsabile.
Ci sono le Commissioni bicamerali, la Commissione sull'ecomafia, presieduta dall'onorevole Pecorella, che si è interessato certamente anche delle navi dei rifiuti, ma anche dei rifiuti in genere e dei problemi di cui stiamo parlando. C'è la Commissione antimafia che, con riferimento alle proprie competenze, si sta attivando in questa direzione, ma quello che vogliamo sapere è se c'è - al di là delle normative a cui si fa riferimento, che non hanno attivato nulla, che sono rimaste inapplicate - qualche presa di coscienza attraverso gli strumenti immediati, senza andare ad inseguire i pareri. Soprattutto, quello che proprio non riesco a capire, sottosegretario Menia, è ciò che lei ha detto tra le righe - o che dicono, tanto per intenderci, gli uffici del suo Ministero - ossia che le responsabilità quasi assorbenti ed esclusive, sarebbero dei sindaci di Cassano e di Cerchiara.
So che per quanto riguarda il comune di Cassano allo Ionio, guidato da un bravissimo sindaco, l'avvocato Gallo, questi si è attivato da tempo, attraverso una serie di impegni. Lei parla di inadempienze: queste inadempienze avrebbero portato a che cosa? Questo è tutto da verificare perché io ho un'altra verità. Non ci sono inadempienze da parte dei comuni; questi hanno denunciato, hanno indetto la conferenza dei servizi, hanno lanciato l'allarme. La questione non concerne una o due opere, ma una presa di coscienza, non soltanto da parte del suo Ministero, ma del Governo nel suo complesso.
Abbiamo fatto tante opere e tanti interventi giusti e legittimi per quanto riguarda la Protezione civile. Non voglio entrare nel merito, immettendomi su una strada molto sdrucciolevole in questo momento, ma non c'è dubbio che questo è un problema che merita più attenzione dei cosiddetti grandi eventi che ci siamo inventati, anche con i soldi della Protezione civile. Signor sottosegretario, siccome lei è un vecchio collega e conosco anche la sua sensibilità, credo che lei condivida in parte il mio ragionamento. Ci mettiamo - lo dicevo all'inizio - dalla parte delle popolazioni, delle famiglie, dei papà, delle mamme e dei bambini, che giocano sui rifiuti, perché a Crotone alcune scuole sono state costruite sui rifiuti. Ci sono aree impraticabili, che creano allarmi non in termini sincopati, quando c'è un intervento Pag. 17o un servizio dei mass media, ma che dovrebbero essere avvertiti da parte di tutti.
Signor Presidente, signor sottosegretario, tanto per arrivare ad una conclusione, non condivido affatto - lo ripeto per la seconda volta - questo scaricare le responsabilità nei confronti dei comuni. Su questo punto il collega Occhiuto ed io ritorneremo con altri strumenti che il Regolamento ci consente, anche per dare la possibilità al sottosegretario, signor Presidente, di lavorare anche con noi in termini positivi e di costruzione. Non c'è una controparte in questo momento, quando si parla di salute e di emergenza. Questa è una situazione di emergenza.
Il Ministero le ha fatto descrivere la situazione come se si trattasse di un'opera, un mercato coperto o un viadotto, e non di una situazione di emergenza. Ciò che più mi allarma è che non c'è la presa di coscienza che ci troviamo di fronte ad una situazione di emergenza, in cui certamente ci sono la competenza e la responsabilità da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ma c'è anche una responsabilità complessiva, come dicevo poc'anzi, del Governo e, quindi, della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Quello che le chiedo, signor sottosegretario, è se il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si fa parte attiva anche di un coinvolgimento da parte del Governo. È inutile procedere con le carte, se poi la pratica si blocca perché manca il parere. Ma quale parere? Su che cosa? Parliamo di vicende antiche, datate, come dicevo all'inizio. Sono situazioni che sono andate via via degenerando e che si amplificano sempre più, in cui vi è stata l'arroganza di un'azienda, la Pertusola Sud, che ha distribuito rifiuti dappertutto certamente con la complicità, la connivenza e le coperture di una certa classe dirigente e di certi responsabili anche locali, perché si sapeva cosa facevano queste aziende. Adesso l'azienda è disponibile a fare la bonifica, poi ritorna indietro, poi assume l'impegno. Signor Presidente, signor sottosegretario, ritengo che ci troviamo all'anno zero. Ecco perché le chiedo questa sua attenzione, ma certamente, come preannunciavo, ritorneremo anche su questo argomento, dando atto agli amministratori locali, che vivono in una situazione molto difficile, che non abbiamo avuto contezza di ciò in questo particolare momento.
Se, per uscire allo scoperto e individuare le responsabilità di questo blocco e di questa inanità rispetto a queste vicende così drammatiche, le responsabilità vengono attribuite agli amministratori e ai sindaci, ritengo che abbiamo fatto certamente un percorso molto scarso e limitato e non abbiamo certamente aiutato questa Calabria a risollevarsi. Soprattutto non abbiamo dato una risposta alle attese e alle esigenze avvertite.
Concludo dicendo che non sono assolutamente soddisfatto non certamente della cortesia dell'onorevole Menia - l'ho detto già all'inizio e so quali sono le difficoltà e i problemi di tutti - ma di questa risposta.
È una risposta di routine; una risposta, possiamo dire, per alcuni versi, anche burocratica. Oggi vi è bisogno di uno slancio e di una grande presa di coscienza, a meno che non diciamo che la vicenda è così, vissuta giorno per giorno, e che non vi è alcuna prospettiva e alcuna speranza di un mutamento radicale di un certo andazzo, per rompere una certa situazione e delle incrostazioni.
Ritengo che queste siano una valutazione e un giudizio che certamente non vogliono chiudere alcun rapporto, alcun colloquio e alcun dialogo con il Governo. Riprenderemo questo dialogo, perché da questa vicenda e dalla Calabria rileviamo una serie di situazioni molto complesse, a cui tutti quanti siamo interessati, maggioranza e opposizione.
Siamo interessati come rappresentanti del popolo e siamo interessati come coloro che hanno una responsabilità, anche morale, e, soprattutto, sono impegnati e si devono impegnare a dare delle risposte che siano plausibili, credibili e - mi scusi, Pag. 18signor sottosegretario - che siano anche, per alcuni versi, ovviamente affidabili.

(Iniziative del Governo in merito alla ristrutturazione e alla riconversione al carbone della centrale sita nel territorio di Rossano e Corigliano da parte di ENEL - n. 2-00769)

PRESIDENTE. L'onorevole Iannaccone ha facoltà di illustrare l'interpellanza Belcastro n. 2-00769, concernente iniziative del Governo in merito alla ristrutturazione e alla riconversione al carbone della centrale sita nel territorio di Rossano e Corigliano da parte di ENEL (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), che ha testé sottoscritto.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, mi riservo di intervenire dopo la risposta del sottosegretario, ma vorrei solo segnalare che intervengo al posto dell'onorevole Belcastro, che ha un impegno istituzionale concomitante presso il Ministero degli affari esteri.

PRESIDENTE. Onorevole Iannaccone, prendiamo atto della sua segnalazione.
Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, rimaniamo in Calabria; in questo caso, però, andiamo a Rossano Calabro e parliamo, in particolare, del progetto di riconversione al carbone della centrale ENEL. Partiamo da una considerazione di carattere generale, che è la seguente: la liberalizzazione del mercato elettrico è iniziata con l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 79 del 1999 (il cosiddetto decreto Bersani), che ha rivoluzionato l'assetto del settore energetico nazionale, liberalizzando le attività di produzione, importazione ed esportazione, acquisto e vendita di energia elettrica, e riservando allo Stato la gestione di quelle attività considerate di pubblico interesse, come la trasmissione e il dispacciamento.
Successivamente, è intervenuto il decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 7, cosiddetto sblocca centrali, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2002, n. 55, che ha disciplinato le procedure connesse all'autorizzazione per la costruzione di nuove centrali elettriche di potenza superiore ai 300 MW termici. La cosiddetta autorizzazione unica, di cui alla citata legge n. 55 del 2002, viene rilasciata dal Ministro dello sviluppo economico a seguito di un'istruttoria, che si conclude una volta acquisiti la positiva valutazione d'impatto ambientale (VIA) sul progetto presentato, rilasciata dal Ministero dell'ambiente, e i pareri del comune e della provincia nel cui territorio ricadono le opere.
Va, inoltre, precisato che l'autorizzazione è rilasciata d'intesa con la regione interessata, che, ai sensi dell'interpretazione fornita dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 6 del 13 gennaio 2004, è da intendersi come «intesa forte», e, pertanto, imprescindibile per il rilascio dell'autorizzazione unica.
Alla luce del predetto quadro normativo, ENEL Produzione Spa, nell'aprile del 2005, aveva presentato, ai sensi della citata legge n. 55 del 2002, istanza di autorizzazione alla trasformazione dell'esistente centrale termoelettrica di Rossano Calabro, funzionante ad olio combustibile e a gas naturale, in un impianto alimentato a carbone.
La centrale di Rossano Calabro, precedentemente autorizzata con decreto del Ministero delle attività produttive del 26 luglio 1991, attualmente è costituita da quattro sezioni da 320 MW ripotenziate con quattro turbogas da 115 MW e alimentate ad olio combustibile e gas naturale ed è stata anche oggetto di un progetto di trasformazione in ciclo combinato delle quattro sezioni ripotenziate, autorizzato con decreto del Ministero delle attività produttive del 4 luglio 2001.
Coerentemente, con nota del 29 aprile 2005, ENEL Produzione Spa aveva altresì Pag. 19avviato la procedura di VIA (valutazione di impatto ambientale) sul progetto di conversione a carbone della esistente centrale di Rossano Calabro, presentando istanza di pronuncia di compatibilità ambientale, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 349 dell'8 luglio 1986 e della legge n. 55 del 9 aprile 2002.
Successivamente alla presentazione dell'istanza, la società proponente, alla luce di ulteriori valutazioni, ha ritenuto di formulare un'ipotesi alternativa alla riconversione a carbone dell'impianto in questione, ovvero l'utilizzo dello stesso quale «riserva fredda».
I lavori della Conferenza dei servizi, nel frattempo indetta per la procedura di autorizzazione unica, non sono stati avviati al fine di consentire alla medesima società di acquisire elementi utili in ordine alla succitata ipotesi alternativa, nonché per consentire a tutte le amministrazioni interessate al procedimento unico di esprimere le proprie valutazioni sulla base di un quadro complessivo e definitivo dell'iniziativa proposta.
Intanto, a seguito della relativa istruttoria, la commissione tecnica per la verifica dell'impatto ambientale, cosiddetta VIA/VAS, ha emesso in data 8 aprile 2010 il parere interlocutorio negativo n. 438. Successivamente, solo in data 23 aprile 2010, quindi due settimane dopo, ovvero due mesi fa, ENEL Produzione Spa ha integrato e aggiornato il progetto, proponendo oggi di realizzare un «Progetto Integrato policombustibile», di cui mi sono fatto consegnare un dettaglio.
In particolare il nuovo progetto prevederebbe la riduzione della potenza complessiva da circa 1760 megawatt a 1280 megawatt. Di questa potenza, soltanto 760 megawatt, in un solo gruppo, sono previsti a carbone, mentre l'originario progetto del 2005 prevedeva due gruppi a carbone per una potenza di 1320 megawatt.
Il nuovo progetto prevede, inoltre, quattro gruppi a gas per una potenza complessiva di circa 460 megawatt. Prevede, ancora, circa 40 megawatt a biomasse vegetali, preferibilmente di origine locale, in cofiring con il carbone.
Il progetto è completato dalla previsione di un impianto solare termodinamico.
La stessa scheda di progetto che ho acquisito prevede l'installazione di sistemi di contenimento di emissioni - che derivano dagli impegni sulla riduzione di emissioni di gas aereo nell'atmosfera - in modo da minimizzarle e mantenerle al di sotto dei limiti normativi.
C'è da aggiungere, a proposito di utilizzo delle fonti rinnovabili, che nel nuovo Progetto integrato policombustibile presentato da ENEL, la percentuale del 5 per cento sarebbe in linea con gli obiettivi nazionali di sviluppo delle fonti rinnovabili.
Su tale progetto che ho per brevi linee illustrato, ENEL Produzione Spa, con una nota successiva del 23 aprile 2010, ha trasmesso anche alla Direzione generale competente del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare le integrazioni nelle quali, secondo quanto detto, si propone una modifica del progetto, per il quale era stata originariamente presentata la citata istanza di valutazione di impatto ambientale del 29 aprile 2005 e relativamente al quale la Commissione tecnica per la verifica dell'impatto ambientale VIA/VAS ha poi espresso il parere interlocutorio negativo di cui sopra.
Pertanto la Direzione competente, con una nota di due settimane fa, in data 14 giugno, ha provveduto ad inoltrare alla commissione tecnica VIA/VAS, competente per la verifica dell'impatto ambientale, la documentazione predisposta dalla società, richiedendo di verificare se, alla luce di tale aggiornamento, si ritenga necessario modificare o integrare il citato parere interlocutorio negativo n. 438 dello scorso mese di aprile.
A seguito della presentazione delle integrazioni progettuali da parte di ENEL Produzione Spa, secondo quanto disposto dalle citate norme di settore, il Ministero dello sviluppo economico potrà indire poi, ai sensi della legge n. 241 del 1990, la Conferenza dei servizi con le amministrazioni interessate per il rilascio della cosiddetta Pag. 20autorizzazione unica, di cui alla legge n. 55 del 2002 (attualmente si prevede di svolgere la prima riunione nel corrente mese di luglio).
Va considerato che l'iter autorizzativo si presenta comunque complesso in quanto, visti i tanti soggetti investiti di potere decisionale, il Ministero dello sviluppo economico dovrà tenere conto dei pareri resi da tutte le amministrazioni e tutti gli enti coinvolti. Relativamente alle modifiche progettuali sopra dette, la società ENEL Produzione Spa, con nota dell'11 maggio del 2010, ha trasmesso copia dell'avviso al pubblico sui quotidiani il Corriere della Sera e La Gazzetta del Sud.
Riguardo, invece, al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) per la centrale, la domanda era stata presentata dal gestore in data 30 marzo 2007 ed integrata in data 6 novembre 2008.
La commissione tecnica incaricata per lo svolgimento delle attività istruttorie per l'AIA, a seguito degli approfondimenti svolti dal gruppo istruttore istituito nel mese di agosto 2009, ha richiesto, con nota dell'11 marzo 2010, l'elenco delle integrazioni necessarie.
Tali integrazioni, utili per il prosieguo dell'istruttoria, sono state trasmesse dal gestore, in copia cartacea e su supporto informatico, con nota del 31 maggio 2010 e acquisite con protocollo n. 14876 del 9 giugno 2010. La documentazione citata è accessibile comunque attraverso Internet sul sito: www.aia.minambiente.it.
Ad ogni buon fine, si rappresenta che le criticità segnalate nell'atto di sindacato ispettivo saranno oggetto di valutazione da parte della commissione VIA ai fini della valutazione di impatto ambientale, ovvero dell'individuazione e valutazione di tutti gli impatti ambientali determinati dal progetto proposto, incluse le emissioni in atmosfera e la compatibilità con gli indirizzi e gli strumenti di pianificazione e programmazione regionale, provinciale e comunale, significando che l'esito favorevole della VIA sarà premessa indispensabile per l'ulteriore seguito del procedimento.
Alla luce di tutto quanto rappresentato, si può affermare che l'iter autorizzativo sia stato comunque condotto, allo stato attuale, in coerenza con il dettato normativo e che tutti gli aspetti territoriali segnalati come critici nell'interpellanza possono e debbono essere oggetto di una valutazione tecnico-amministrativa piuttosto che di un pregiudiziale blocco politico del progetto.

PRESIDENTE. L'onorevole Iannaccone ha facoltà di replicare.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole sottosegretario per la sua risposta sulla quale esprimerò alcune riflessioni. Nella premessa della nostra interpellanza, onorevole sottosegretario, si faceva comunque riferimento ad una serie di impegni che erano stati assunti al momento della individuazione dei territori di Rossano e Corigliano come sede di una centrale di produzione elettrica per favorire lo sviluppo di quel territorio.
In base alle notizie che le abbiamo comunicato attraverso la nostra interpellanza, se non fosse stata realizzata questa centrale elettrica in quel territorio si sarebbe insediata un'iniziativa di tipo turistico che avrebbe creato circa un migliaio di posti di lavoro. Vi era stato un impegno di industrializzazione della piana di Sibari che prevedeva, con il cosiddetto «pacchetto Colombo», la realizzazione di circa 20 mila posti di lavoro che si sarebbero dovuti ottenere con: il porto di Sibari (ora porto di Corigliano); la Liquichimica, con l'Egam (acciaierie speciali); l'istituzione della prima università in Calabria che si sarebbe dovuta chiamare «università della Sibaritide»; la realizzazione dell'autostrada Taranto-Sibari e Sibari-Catanzaro, che avrebbe dovuto chiudere l'anello autostradale italiano da nord a sud; la realizzazione dell'aeroporto della Sibaritide; il raccordo ferroviario SS 106 Centrale, a carico dell'ENEL, per ridurre il carico del trasporto del combustibile su gomma.
Nulla di quanto promesso è stato realizzato nella piana di Sibari e nell'area Pag. 21urbana Corigliano-Rossano in quanto: il porto di Corigliano tuttora non è terminato e fatica a decollare; non vi è stato alcun insediamento industriale di quelli previsti e nemmeno di altri; la sede universitaria prese la via di Cosenza e fu realizzata ad Arcavacata, comune di Rende; le autostrade non furono mai realizzate; nulla si è fatto di concreto per l'aeroporto e le ferrovie sono impraticabili. Questo per dire che, comunque, rispetto ad impegni che furono assunti dal Governo dell'epoca, vi è un'assenza di risposte. Onorevole sottosegretario, la invitiamo, quindi, a verificare anche quali siano stati gli impegni assunti all'epoca dal Governo e quali risposte l'attuale Governo - che sappiamo essere molto attento alle questioni che riguardano lo sviluppo del sud - può dare rispetto agli impegni che vennero assunti.
La preoccupazione che abbiamo rappresentato è che la conversione a carbone tout court, come era previsto nel primo progetto che è stato bloccato, che ha avuto un parere interlocutorio contrario, determinasse un'ulteriore carico di inquinamento in un'area a forte vocazione turistica e con un patrimonio ambientale e naturale da difendere e non da inquinare attraverso manovre spericolate, se non spregiudicate, da parte dell'ENEL.
Proprio in virtù della sua risposta - per la quale la ringraziamo - ci permettiamo, quindi, di chiedere al Governo un impegno forte per far sì che anche quella componente minima di produzione a carbone venga defalcata dal progetto, anche perché riteniamo che - e in una parte del progetto che lei ha illustrato c'è questo aspetto - bisogna insistere, in modo particolare al sud, sulle fonti energetiche rinnovabili.
Riteniamo, inoltre, che proprio lo sviluppo di queste energie alternative possa rappresentare una reale opportunità di crescita delle aree meridionali, perché la produzione di energie alternative non entra in contrasto con la vocazione di un territorio, come quello del sud, che può privilegiare, soprattutto, lo sviluppo turistico. Anzi, come componente politica del gruppo Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia-Partito Liberale Italiano, chiediamo al Governo - e avanzeremo una proposta in tal senso - di insediare, proprio al sud, nelle regioni meridionali, centri di ricerca, coinvolgendo il CNR, le università, l'imprenditoria locale, per individuare fonti di produzione di energia rinnovabile a costi più bassi rispetto a quelli attuali. Signor sottosegretario, la ringraziamo, quindi, per la risposta che ci ha fornito, perché si percepisce che vi è una forte attenzione da parte del Governo.
Vi è una grande apertura nei confronti dei soggetti istituzionali locali (comune, provincia e regione) e ciò vuol dire una grande attenzione nei confronti delle istanze e delle esigenze della popolazione, prestando attenzione, come lei diceva, al fatto che, quando si tratta di produrre energia, che è un bene assolutamente prezioso per lo sviluppo del Paese, bisogna non fare demagogia, ma fornire risposte concrete.
Ritorno - e concludo - alla premessa che ho fatto: non vorremmo che il sud venisse individuato solo come territorio dove insediare le centrali e che quindi l'energia prodotta prendesse la strada del nord per andare ad alimentare i nuclei industriali e gli opifici del nord: non essendovi chiaramente una forte industrializzazione al sud, la produzione energetica prende altre strade, un po' com'è accaduto per le banche, che hanno praticamente abbandonato il sud e i depositi ed i risparmi dei meridionali servono ad alimentare lo sviluppo di altre aree del Paese.
Quindi, invitiamo il Governo a venire incontro alle istanze che abbiamo rappresentato attraverso la nostra interpellanza urgente, ringraziandola e ringraziando tutto il Governo per l'impegno, che ha assunto in quest'Aula, a seguire con molta attenzione la questione che abbiamo posto e per dare garanzia alla sicurezza della salute di quelle popolazioni, favorendo al tempo stesso lo sviluppo di quell'area del sud.

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PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Sull'ordine dei lavori (ore 15,55).

SEBASTIANO FOGLIATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, intervengo soltanto per avanzare una richiesta di informativa urgente. Come lei ben sa, il mondo dell'ippica è in crisi ed aspetta molti arretrati dall'UNIRE, l'ente che dovrebbe occuparsi di questo. A più riprese è stato annunciato un risanamento di tale ente, non ultimo nella giornata di ieri: qui alla Camera, presso la Commissione agricoltura, il Ministro delle politiche agricole, Giancarlo Galan, ci ha rassicurato sul nuovo corso dell'UNIRE, che porterà ad un risanamento. Intanto, nella manovra economico-finanziaria in discussione al Senato è prevista l'abolizione di tale ente.
Apprendo oggi dal giornale Libero (pagina 47) che dall'ente, martedì, una giornata di festa per Roma, sono state fatte 14 nuove assunzioni e promossi a dirigenti tre funzionari. È un ente che, come è stato annunciato, si deve chiudere, è in crisi ed ha messo in ginocchio il settore dell'ippica: chiedo, pertanto, che, anche in seguito alle dichiarazioni rese ieri nella Commissione agricoltura della Camera dal Ministro Galan, che ci ha rassicurato di questo nuovo corso, il Ministro venga a riferire in quest'Aula, a fronte della commedia che si sta verificando nel settore dell'ippica e in particolare nell'UNIRE.

PRESIDENTE. Onorevole Fogliato, sarà premura della Presidenza della Camera riferire quanto da lei richiesto anche al Governo; tuttavia, devo sottolineare due aspetti.
In primo luogo - come a lei è noto - attraverso gli atti di sindacato ispettivo, se vuole, potrà approfondire nel merito tutte le problematiche che ha sollecitato con il suo intervento sull'ordine dei lavori. In secondo luogo, come lei sa, la manovra finanziaria è all'esame del Senato. Credo che in quel ramo del Parlamento, oggi, si stia discutendo anche del provvedimento da lei richiamato nel suo intervento. Pertanto, quando esso giungerà all'esame della Camera, lei stesso - insieme a tutta l'Assemblea - potrà discutere e confrontarsi, prima in Commissione e poi in Assemblea, nell'ordine e nel merito di tale provvedimento.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 5 luglio 2010, alle 16:

1. - Discussione della mozione Franceschini ed altri n. 1-00395 sulle risorse destinate al settore della difesa.

2. - Discussione del disegno di legge:
Disposizioni relative all'esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori ad un anno (Testo risultante dallo stralcio degli articoli da 3 a 9 del disegno di legge n. 3291, deliberato dall'Assemblea il 12 maggio 2010) (C. 3291-bis-A).
- Relatore: Papa.

3. - Discussione dei disegni di legge:
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Sudan sulla promozione e reciproca protezione degli investimenti, con Protocollo, fatto a Khartoum il 19 novembre 2005 (C. 2252).
- Relatore: Renato Farina.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e Pag. 23il Governo della Repubblica di Belarus sulla cooperazione e la mutua assistenza amministrativa in materia doganale, con allegato, fatto a Minsk il 18 aprile 2003 (C. 3498-A).
- Relatore: Renato Farina.
Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Slovenia per la manutenzione del confine di Stato, fatta a Roma il 7 marzo 2007 (C. 3499-A).
- Relatore: Antonione.

La seduta termina alle 16.