XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 309 di martedì 20 aprile 2010

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 11.

DONATO LAMORTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 15 aprile 2010.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Bindi, Brancher, Brugger, Caparini, Cirielli, De Biasi, Donadi, Giancarlo Giorgetti, Lo Monte, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Molgora, Mura, Nucara, Pescante, Roccella, Sardelli, Scajola, Stucchi, Tabacci e Valducci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 11,05)

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo per richiamare l'attenzione su un fatto che tutti conoscono e che sta condizionando tutta l'Europa: parlo dell'eruzione del vulcano islandese che di fatto ha messo a terra tutti gli aerei, creando non poco disagio non solo nell'utenza ma soprattutto mettendo in grande difficoltà quella minima ripresa per le compagnie aeree. Per quanto mi riguarda da questi banchi sono stato più volte molto critico rispetto alla mancata funzionalità e al disservizio delle compagnie aeree, ma ora altrettanto chiaramente voglio richiamare la necessità che il Governo italiano ponga rimedio o prenda delle decisioni in merito ad un fatto, ovviamente non riconducibile a nessuno se non alla natura, certamente imprevedibile, ma che più del previsto sta allungando i tempi di un disagio che sicuramente nuoce molto anche alla nostra economia.
Pertanto, senza ovviamente individuare dei colpevoli, perché non è possibile, chiedo che il Governo venga il prima possibile a riferire in quest'Aula sulla situazione reale che si sta verificando a livello europeo e internazionale, per capire in che modo poter dare delle risposte. All'inizio sembrava un'eruzione limitata nel tempo, ma anche le notizie di oggi dimostrano che, purtroppo, i tempi si stanno allungando e il disagio sta aumentando. Pertanto, la mia non vuole essere nient'altro che una richiesta al Governo, signor Presidente, di venire a riferire in quest'Aula, dove ovviamente troverà tutta la nostra disponibilità, per cercare assieme di dare una risposta.

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PRESIDENTE. Onorevole Compagnon, riferirò al Presidente della sua richiesta e certamente ci attiveremo nel senso da lei indicato.

Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni (ore 11,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

(Iniziative del Governo in merito al pagamento del pedaggio autostradale da parte dei cittadini abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 - n. 3-00952)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, Giuseppe Cossiga, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Lolli n. 3-00952, concernente iniziative del Governo in merito al pagamento del pedaggio autostradale da parte dei cittadini abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, rispondo a nome della Presidenza del Consiglio dei ministri. In riferimento all'atto di sindacato ispettivo concernente l'esenzione per i residenti nei comuni colpiti dal sisma in Abruzzo del pedaggio autostradale, si fa presente che al fine di continuare a soddisfare le esigenze di mobilità della popolazione colpita dagli eventi sismici del 6 aprile 2009, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3857 del 10 marzo 2010, l'esenzione dal pagamento del pedaggio autostradale, prevista dall'articolo 4 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3771 del 19 maggio 2009, è stata prorogata fino al 31 marzo 2010. Questa proroga era rivolta agli utenti residenti nei comuni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito con modificazioni dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, non ancora rientrati nelle abitazioni occupate alla data del 6 aprile 2009 e senza una sistemazione alloggiativa alternativa, sia nel territorio del comune di residenza, sia nel territorio dei comuni limitrofi. Faccio inoltre presente che dal 13 maggio 2010 è ripresa la distribuzione delle cosiddette Viacard esenti sisma, destinate ai cittadini che dichiarino di possedere i requisiti previsti.

PRESIDENTE. L'onorevole Lolli ha facoltà di replicare, per cinque minuti.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, sarò molto breve. Ringrazio ovviamente il Governo nella persona del sottosegretario per la cortesia e la tempestività della risposta; tuttavia, non solo mi dichiaro insoddisfatto, ma anche un po' perplesso, perché ciò che afferma il Governo è che vi è stata la sospensione di un mese - fatto che d'altra parte conosco bene - e che oggi si torna di nuovo a pagare i pedaggi.
Vorrei solo far presente di chi stiamo parlando: ci riferiamo a seimila cittadini, i quali si trovano ancora dislocati anche ad oltre 100 chilometri di distanza dalla città e dal cratere, certo non per loro responsabilità, ma perché ancora, come ha detto il Governo nella risposta, non hanno a disposizione un'abitazione. Tenete presente che di questi seimila, quasi la metà, cioè duemilacinquecento, sono cittadini che hanno una casa distrutta, che hanno regolarmente risposto al questionario della Protezione civile e che dunque hanno regolare diritto ad avere una casa del cosiddetto Piano case, per intenderci: quelle che vedete sempre in televisione, quelle del miracolo!
Sennonché, il miracolo è avvenuto solo fino ad un certo punto giacché i conti sono stati drammaticamente sbagliati e il numero di abitazioni messe a disposizione si è rivelato molto inferiore alle richieste dei cittadini. È un errore che si può comprendere - intendiamoci bene - di fronte ad una questione così complessa come è stata quella del terremoto, ma non si capisce perché questo errore lo debbano pagare quei cittadini. Ormai vi è proprio una Pag. 3divisione tra cittadini di serie a e di serie b: con riferimento agli stessi cittadini che hanno l'abitazione distrutta, qualcuno già da mesi si trova in un'abitazione tutto sommato confortevole, di cui abbiamo più volte discusso e visto in televisione le magnifiche sorti, mentre tanti altri si trovano ancora non solo a 100 chilometri di distanza, in una stanza d'albergo, con tutti i disagi che vi dovete immaginare, ma tutti i giorni sono costretti a percorrere 100 chilometri all'andata e 100 chilometri al ritorno, pagando ovviamente la benzina e per di più anche il pedaggio autostradale: francamente è una cosa assolutamente insopportabile!
Tra l'altro - non voglio pensare che sia questo il motivo - quell'ulteriore sospensione fino alla fine del mese passato, quindi di un mese in più, purtroppo fa venire in mente che esattamente in quel mese si sono svolte le elezioni provinciali. Ora non voglio pensare che il Governo abbia voluto sospendere i pedaggi autostradali solo fino a dopo le elezioni, e poi passate le elezioni si è dimenticato del problema, non voglio arrivare a pensare questo, anche se la coincidenza qualche piccolo sospetto me lo fa venire in mente.
Quindi, mi dichiaro totalmente insoddisfatto e tornerò a segnalare questo problema. Ritengo, infatti, che non possiamo dimenticarci che vi sono ancora situazioni di disagio profondissimo e che noi dobbiamo obbligatoriamente, come Stato, trovare delle regole che siano uguali per tutti e che mettano tutti quei cittadini sullo stesso piano. Vi potete immaginare cosa pensano e quanto si sentono in qualche modo colpiti quei cittadini che vedono i loro parenti, i loro vicini, dotati degli stessi loro diritti, da tempo vivere in abitazioni confortevoli, mentre loro, invece, sono ancora costretti a questa situazione assurda.
Aggiungo un'ultima annotazione finale. Tenete presente, perché torneremo a parlare anche di questo, che nel mese di giugno i cittadini del cratere, oltre a continuare a pagare l'autostrada, dovranno adempiere ai seguenti obblighi: dovranno pagare di nuovo le tasse (e va bene), dovranno pagare gli arretrati, ossia un sessantesimo ogni mese del 2009 e, se non interviene una legge, dovranno pagare il doppio delle tasse per tutto il 2010 perché dovranno compensare, non essendo coperto da nessuna norma finanziaria, quanto non pagato nel 2010. Inoltre, dovranno ricominciare a pagare i mutui con tutti gli interessi che sono maturati e con Equitalia che sta per procedere con i protesti. Quindi tenete presente che tra qualche tempo ci troveremo in una situazione esplosiva.

PRESIDENTE. Saluto gli studenti della scuola media «Alessandro Magno» di Roma e della scuola media «Gherardo Ghirardini» di Badia Polesine (Rovigo), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Chiarimenti in merito all'invio di mezzi e contingenti militari ad Haiti - n. 3-00849)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, Giuseppe Cossiga, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Fava n. 3-00849, concernente chiarimenti in merito all'invio di mezzi e contingenti militari ad Haiti (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, prima di entrare nel merito della specifica questione affrontata con l'atto oggi in discussione, mi sia consentito di esprimere, ancora una volta, la solidarietà e la vicinanza del Governo alla popolazione di Haiti, così duramente e profondamente colpita da un dramma di dimensioni sconvolgenti.
Allo stesso tempo, mi preme evidenziare come in un momento di evidente necessità e dolore il Governo non abbia fatto mancare il proprio concreto e fattivo sostegno, unendosi tempestivamente al grande sforzo mondiale per aiutare quello sfortunato popolo; sforzo che non può non trovare concorde l'intero Parlamento. Pag. 4
Pur se superfluo sottolinearlo, ritengo che le ragioni del contributo italiano allo sforzo della comunità internazionale vadano individuate evidentemente nella necessità di non lasciare soli gli haitiani, in un momento drammatico, in cui si fondono sentimenti di dolore, paura, sgomento, incertezza, assicurando un'adeguata azione di assistenza alla popolazione colpita.
Ciò premesso, in relazione al preciso percorso da seguire nei casi di avvio delle missioni all'estero che la richiamata risoluzione n. 7-01007 dell'onorevole Ruffino aveva, all'epoca, previsto per il Governo pro tempore, debbo sottolineare che l'Esecutivo - e in particolare, per quanto di competenza, il Ministro della difesa - ha puntualmente adempiuto all'impegno di tenere costantemente informato il Parlamento sugli sviluppi delle missioni internazionali. L'Esecutivo è concretamente impegnato a farlo per il futuro, oltreché con l'invio delle relazioni previste a termini di legge, anche con numerosi interventi in occasione della presentazione di provvedimenti di proroga e in ogni altra circostanza nella quale tale esigenza si manifesti da parte dei Ministri competenti.
Ormai da diversi anni, infatti, l'avvio o la proroga delle missioni internazionali delle Forze armate sono determinati con provvedimenti di legge ad hoc (di legge o di natura decretizia), che seguono, ovviamente, il previsto iter con un preventivo vaglio e definitiva autorizzazione da parte del Parlamento.
Tuttavia, la prassi parlamentare relativa all'iter citato, che è normalmente seguita per le partecipazioni delle Forze armate a missioni internazionali di mantenimento o ristabilimento della pace all'estero, non trova applicazione nel caso in esame. Quest'ultimo, invece, configurandosi evidentemente come un intervento d'urgenza per ragioni umanitarie e di protezione civile, è assoggettato naturalmente ad un diverso regime procedurale o di prassi.
L'intervento della nave Cavour, infatti, si inserisce nell'ambito della tipologia degli interventi di soccorso umanitario per i quali è previsto, ai sensi dell'articolo 4, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2005, n. 90, l'esercizio del potere d'ordinanza da parte del Presidente del Consiglio dei ministri, di cui all'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225 e all'articolo 5-bis, comma 5, del decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito con modificazioni dalla legge 9 novembre 2001, n. 401.
In tale ambito, in esito alla deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella riunione del 13 gennaio scorso, è stato dichiarato lo stato d'emergenza a seguito del sisma verificatosi nella Repubblica di Haiti. Successivamente, sono state emanate l'ordinanza n. 3842/2010 con cui è stato incaricato, tra l'altro, il sottosegretario Guido Bertolaso del coordinamento delle attività adottate dalle amministrazioni ed enti statali in sostegno della popolazione haitiana, e l'ordinanza n. 3844/2010 concernente ulteriori disposizioni di protezione civile, il cui articolo 1 prevede le modalità per gli adempimenti amministrativi e contabili al fine di garantire lo svolgimento della missione del contingente di personale e mezzi delle Forze armate per il soccorso alla popolazione della Repubblica di Haiti, senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica, rispetto alle risorse disponibili per l'emergenza.
Chiarita la cornice giuridica all'interno della quale collocare l'intervento italiano, mi pare doveroso spendere alcune parole per esprimere, innanzitutto, la gratitudine ai militari italiani per la tempestività, l'impegno e lo spirito di sacrificio dimostrati, ancora una volta, per corrispondere ad un'emergenza umanitaria di così grande portata; ma anche per sottolineare le elevate e qualificate capacità operative che le nostre Forze armate hanno saputo esprimere in questo contesto.
È bene ricordare - per evitare il rischio che per il trascorrere del tempo e distratti dai problemi stringenti di tutti i giorni possa passare inosservato - il lavoro silenzioso, ma svolto con competenza, efficienza e serietà da migliaia di militari che Pag. 5ha permesso di affrontare efficacemente emergenze complesse come, per citarne soltanto una, il sisma dell'Abruzzo.
Per poter intervenire in situazioni come nella Repubblica di Haiti sono indispensabili: prontezza elevata; capacità di coordinarsi efficacemente a livello internazionale; possesso di capacità operative proiettabili a grande distanza.
Questo è quanto hanno dimostrato le Forze armate italiane, che hanno costituito l'elemento centrale dell'intervento in relazione all'emergenza haitiana, che era evidentemente caratterizzato da notevoli difficoltà e da una notevole complessità della macchina degli aiuti. Ciò, sia nella fase immediata, con la messa a disposizione di velivoli dell'aeronautica militare, che ha reso possibile lo schieramento degli assetti della Protezione civile (in particolare di quelli medico ospedalieri) ad appena ventiquattro ore dal sisma, sia nella fase successiva, con l'invio del dispositivo interforze a bordo della portaerei Cavour, in grado di esprimere capacità specialistiche di livello estremamente elevato, non esprimibili da organizzazioni di tipo diverso.
In relazione alla partecipazione alla missione cosiddetta White Crane, premesso che fra le missioni istituzionali delle Forze armate si annovera, tra l'altro, lo svolgimento di compiti specifici in circostanze di pubblica calamità, faccio rilevare che sono impiegate circa 900 unità imbarcate sulla nave Cavour di esercito, marina, aeronautica e carabinieri, e 8 unità della Croce rossa italiana. Il comando operativo delle forze nazionali impegnate nell'operazione è esercitato dal Capo di Stato maggiore della difesa.
Il controllo operativo è esercitato dal comandante del comando operativo di vertice interforze, che lo esercita sulla nave Cavour per il tramite del comando in capo della squadra navale.
Il comando tattico è esercitato dal comandante della nave Cavour, il capitano di vascello Gianluigi Reversi, per le fasi di trasferimento, mentre, durante la fase esecutiva della missione, dal comandante della nave Cavour per gli assetti navali e dal comandante della task force del genio per gli assetti a terra.
Infine, in merito alla paventata ipotesi di inviare un contingente di carabinieri sul suolo haitiano, si conferma la partecipazione di personale dell'Arma (per un massimo di centotrenta unità) a supporto della missione ONU «MINUSTAH», in virtù della relativa autorizzazione di spesa contemplata dall'ultimo provvedimento di proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace, nonché delle missioni internazionali, approvato dal Parlamento lo scorso 5 marzo 2010, per il tramite della legge n. 30 del 2010.

PRESIDENTE. L'onorevole Pini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, sottosegretario Cossiga, ci riteniamo parzialmente soddisfatti, posto che anche per noi è necessaria una premessa: per i risultati che si sono ottenuti con questo intervento immediato e urgente nella Repubblica di Haiti vi è il plauso di tutto il gruppo della Lega, ma penso anche di tutto il Parlamento. Però, nonostante la sua puntuale risposta, che ha richiamato tutta una serie di norme che danno la possibilità di non tener conto della famosa risoluzione Ruffino, non possiamo non considerare che, comunque sia, un contingente militare è stato inviato.
Quindi, probabilmente proporremo una nuova interrogazione per chiarire questa separazione netta tra interventi esclusivamente di natura umanitaria, che vanno messi in capo alla Protezione civile, nello specifico al dottor Bertolaso, e quelli che prevedono anche l'utilizzo di mezzi militari e di risorse umane dell'esercito, perché la prassi che ormai è in vigore, grazie alla risoluzione Ruffino, obbliga comunque preventivamente a seguire un iter.
Quindi, la nostra interrogazione non è assolutamente di natura polemica, ci mancherebbe altro, ma è volta capire se nel caso specifico, trattandosi prevalentemente Pag. 6di missione umanitaria, che però ha coinvolto, come ricordava lei, circa novecento uomini e un mezzo importante della nostra marina militare, si dovesse o meno fare riferimento a questa risoluzione.
Lei ha chiarito che per la parte della Protezione civile c'è tutto un altro iter, però rimane il coinvolgimento della parte militare. Quindi, ci dichiariamo soddisfatti - lo ripeto - in primis per i risultati ottenuti.
Ci dichiariamo soddisfatti per ciò che riguarda la spiegazione che lei ha dato, ripeto, in maniera tecnica e molto puntuale relativamente a tutti i riferimenti normativi che attengono alla Protezione civile, però non capiamo ancora come sia possibile coniugare la prassi della risoluzione Ruffino, che è attinente alla natura militare, con quella della Protezione civile.
Le anticipiamo già, quindi, che proporremo una nuova interrogazione, questa volta sicuramente solo a risposta scritta, per chiarire definitivamente la questione, in modo che non accadano più in futuro discrepanze nella valutazione delle prassi.

(Iniziative normative in merito ai procedimenti disciplinari nei confronti dei docenti universitari - n. 2-00504)

PRESIDENTE. L'onorevole Garagnani ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00504, concernente iniziative normative in merito ai procedimenti disciplinari nei confronti dei docenti universitari (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, intanto saluto il sottosegretario per l'istruzione, l'università e la ricerca Viceconte, perché è la prima occasione che ho di interloquire con lui in questa materia, e gli faccio gli auguri di buon lavoro, ma ho voluto illustrare l'interpellanza perché, al di là della risposta che darò, credo che occorra fare alcune precisazioni in merito all'interpellanza, stante anche la lontananza del tempo in cui ho presentato l'interpellanza medesima, il 7 ottobre 2009.
Da allora sono successi alcuni fatti che non fanno perdere di attualità il contenuto dei quesiti che ho posto al Governo, ma soprattutto vi è stato il decollo della riforma universitaria, che per alcuni aspetti affronta questo problema, anche se non in modo esaustivo, a mio modo di vedere.
Per cui, credo che parte delle risposte - non leggo nella mente del sottosegretario - faranno riferimento al nuovo testo di riforma universitaria all'esame del Senato. Detto questo, però, i problemi di fondo permangono: l'interpellanza scaturiva dalla denuncia di una situazione anomala. Intanto, vi è stato un atto di sindacato ispettivo, proposto dal sottoscritto nella precedente legislatura, al quale non è mai stata data risposta, vista anche la delicatezza dei problemi sollevati, che riguardavano - lo dico per spiegare al sottosegretario - precedenti atti di sindacato ispettivo che concernevano Ministri del Governo Prodi di allora, docenti all'Università di Bologna, e una situazione palesemente anomala dell'università, evidenziata in questa interpellanza dalla famosa vicenda di «concorsopoli», che interessava prevalentemente, ma non solo, la facoltà di medicina e chirurgia: 45 persone rinviate a giudizio e tutta una serie di atti conseguenti che descrivevano, anche con l'ammissione di responsabilità di alcuni dei docenti coinvolti, una situazione al limite della legalità, anzi, profondamente illegale.
Il punto fondamentale che ponevo, che ho posto ripetutamente e che ripropongo in queste condizioni è che, pur nel rispetto dell'autonomia universitaria, occorre definire in termini precisi le questioni sollevate, proprio perché siamo di fronte a due testi legislativi, quello del 1933 e quello del dicembre 1993, che sono lacunosi, laddove si individua la necessità di un potere sanzionatorio nei confronti di quegli organi accademici che sono venuti meno al loro ruolo di rispetto delle leggi, di educatori ed altro e laddove l'università è mancata nei suoi organi dirigenti, in particolare, in questo caso, il rettore, nel Pag. 7dovere di applicare, con le cautele e le garanzie previste dalla legge, le necessarie sanzioni.
Dico questo perché, successivamente a quei fatti, vi è stata una prima fase in cui il tribunale ha condannato alcuni dei docenti, che hanno, ovviamente, fatto appello. Noi siamo garantisti e aspettiamo la sentenza definitiva, però quella vicenda ha macchiato l'onore dell'Università di Bologna e di altre università per quanto riguarda, in questi casi, le facoltà di medicina e chirurgia, ma anche, per altri casi, la facoltà di agraria (parlo di Bologna) e altre facoltà.
Tanto è vero che l'Università e l'azienda ospedaliero-universitaria Sant'Orsola-Malpighi, nella prima fase dell'udienza civile, hanno chiesto di costituirsi parte civile, lamentando il danno d'immagine sofferto in seguito a questi fatti.
A questo si aggiunge che un noto cattedratico dell'università di Bologna, citato in questa sede, ha lamentato pesanti interferenze della giunta regionale emiliano-romagnola in una vicenda come questa; e se aggiungiamo - e concludo - come ultima ciliegina che (non voglio fare nomi) l'allora preside della facoltà di medicina e chirurgia è stata confermata nel Consiglio superiore di sanità, oggetto questo di una mia attuale polemica col Ministro della salute, si ha un'idea dell'impunità che certi settori del mondo accademico dimostrano di fronte a fatti comprovati gravemente lesivi della dignità dello stesso, della dignità dei cittadini e di quella, trattandosi di aziende e policlinici universitari, dei malati.
In conclusione cosa chiedo al Governo? Se, alla luce di questi fatti, alla luce di fatti molto estesi, che configurano anche (ovviamente non occorre generalizzare, né intendo farlo) rapporti anomali all'interno dell'università medesima, nei casi comprovati di violazioni delle leggi, o anche di violazione di codici di comportamento definiti dalle università, non si intendano adottare, anche come potere sostitutivo nei confronti dell'autonomia universitaria, le sanzioni indispensabili a rimarcare il doveroso rispetto delle leggi.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte, ha facoltà di rispondere.

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, come l'onorevole Garagnani ha ricordato, già nella precedente legislatura, con un analogo atto di sindacato ispettivo, aveva rilevato una presunta inerzia da parte dell'università degli studi di Bologna nei confronti di alcuni professori coinvolti in una vicenda di concorsi pilotati. In quella circostanza l'ateneo aveva riferito di aver appreso dell'esistenza delle relative indagini in modo del tutto informale, tramite notizie trapelate sui mass media; e pertanto, non potendo conoscere ufficialmente né l'esatto contenuto delle indagini in corso, né tutti i soggetti coinvolti (elementi evidentemente coperti dal segreto istruttorio), non poteva legittimamente avviare indagini interne (non volendo compromettere l'operato della procura), né adottare provvedimenti cautelari.
Soltanto nel dicembre 2008, con la ricezione della comunicazione, ai sensi dell'articolo 129 delle disposizioni attuative del codice di procedura penale, dell'esercizio dell'azione penale da parte del pubblico ministero, è stato possibile conoscere quali fossero le ipotesi accusatorie, nonché le singole posizioni dei soggetti coinvolti. Tuttavia l'ateneo non ha potuto avviare alcun procedimento disciplinare, sussistendone il preciso divieto in ossequio a quanto stabilito dall'articolo 117 del testo unico n. 3 del 1957, che così recita: «Qualora per il fatto addebitato all'impiegato sia stata iniziata azione penale il procedimento disciplinare non può essere promosso fino al termine di quello penale e, se già iniziato, deve essere sospeso».
In merito alla questione riguardante la costituzione di parte civile nel processo di cui trattasi, si evidenzia che, ricevuta la comunicazione ex articolo 129 delle disposizioni attuative del codice di procedura penale, si è provveduto, tramite l'avvocatura distrettuale dello Stato, ad acquisire il Pag. 8fascicolo penale che è risultato di notevole entità, trattandosi di complessivi 60 faldoni di documentazione; la sola fotocopiatura di un simile volume di atti ha richiesto molto tempo e, conseguentemente, l'ateneo ne è venuto in possesso soltanto nello scorso luglio.
Accertata dunque la singolare complessità dell'istruttoria, dovuta ai vari filoni di indagine, alla pluralità ed eterogeneità degli episodi evidenziati, all'elevato numero di soggetti coinvolti, come ha ricordato anche l'onorevole Garagnani, nonché alla peculiarità delle singole posizioni in relazione ai diversi reati contestati, l'università ha ritenuto opportuno presenziare quale parte offesa alle udienze preliminari, rinviando la costituzione di parte civile ad un momento immediatamente successivo alla loro conclusione.
Tale scelta, convalidata anche dal Ministero che ha condiviso con l'università lo stesso comportamento processuale, è stata assunta dopo aver sentito l'Avvocatura dello Stato e nella consapevolezza che non si sarebbero potuti tenere a breve riti alternativi, dato che lo stralcio delle posizioni avrebbe comportato una duplicazione di atti che la singolare voluminosità e complessità evidenziate non avrebbero reso possibile in tempi brevi.
Si riferisce che le udienze preliminari si sono concluse lo scorso 8 gennaio, e che la prima udienza della fase dibattimentale è fissata per il 22 settembre 2010. Si conferma, infine, la volontà dell'ateneo e del Ministero di esercitare nelle sedi processuali tutte le facoltà riconosciute alla parte offesa, nonché di intervenire con il massimo della severità e del rigore, avendo tuttavia piena cognizione dei fatti di causa ed evitando di assumere posizioni non concretamente giustificate dalla tutela degli interessi dell'amministrazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Garagnani ha facoltà di replicare.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, vorrei dichiararmi insoddisfatto ma mi rendo conto che il Governo è limitato dai regolamenti e dall'autonomia dell'università, per cui mi dichiaro parzialmente soddisfatto in quanto do atto al Governo della buona volontà di acquisire elementi.
Lamento però che l'università di Bologna, anche se ha cambiato recentemente rettore, di fatto ha avallato in modo diretto o indiretto - anche alla luce di alcuni fatti recenti - comportamenti passati giustificandoli o sanandoli, tant'è che alcuni dei protagonisti di quelle vicende sono stati promossi ad altri incarichi interni: ciò non fa onore all'ateneo bolognese.
Aggiungo ulteriormente che, anche in riferimento - e lo dico senza polemiche - all'affaire Delbono di cui si è occupata la stampa nazionale, ossia l'ex sindaco di Bologna costretto alle dimissioni per una serie di fatti particolarmente gravi che hanno danneggiato l'amministrazione di Bologna nel suo rapporto con i cittadini al punto che si è dovuto dimettere, egli è ritornato ad insegnare. Lungi da me fare la caccia alle streghe, ma anche aggravandosi la posizione processuale del sunnominato professore è chiaro che si porrà il problema e la necessità - che già si è posta alla luce di fatti gravissimi apparsi sulla stampa e non smentiti dal predetto professore - di un qualche provvedimento sanzionatorio che almeno, in attesa della definizione del processo, sospenda cautelarmente (ovviamente in riferimento a fatti particolarmente gravi) quei docenti che sono stati riconosciuti o sono stati rinviati a giudizio per fatti ben precisi.
Questo a me pare importante definire, mentre ciò non succede: anche recentemente ripeto, nel consiglio di amministrazione dell'università e nel senato accademico, sono accaduti fatti che si riferiscono a questo e agli episodi precedenti di «concorsopoli» che meritano particolare attenzione da parte del Governo.
Ritengo dunque che nel progetto di riforma dovremo definire in termini precisi le responsabilità degli organi accademici nel caso di fatti gravi acclarati e dimostrati (sia ben chiaro, dimostrati fino in fondo).
L'ultima considerazione che svolgo, caro sottosegretario, riguarda - al di là Pag. 9dell'università - la definizione di un potere sostitutivo del Governo che deve essere previsto, perché se l'autonomia universitaria serve a garantire posizioni di rendita e l'impunità di coloro che insegnano allora credo che occorra porre mano con la prossima legge (e ho già proposto un emendamento) ad una modifica dell'autonomia universitaria per quanto riguarda il potere sostitutivo, che deve ritornare al Governo (nel caso è previsto dalla legge del 1933 anche un potere di ispezione che credo, però, non sia mai stato esercitato).
L'ultima considerazione, e concludo, riguarda il problema delle facoltà di medicina e chirurgia. Anche questo è un problema, signor sottosegretario, che ho posto con le interpellanze e che si pone, in quanto quelle sono caratterizzate da un ruolo particolare nella misura in cui risultano inserite nella competenza amministrativa delle regioni in materia sanitaria.
Quando si tratta di definire gli organi accademici, il direttore delle aziende e dei policlinici universitari bisogna invertire l'attuale normativa che prevede una competenza primaria della regione ed una secondaria delle università: occorre stabilire cioè il primato dell'ateneo e della facoltà di medicina e chirurgia nell'individuazione dei principali responsabili e dei direttori delle cliniche ospedaliere e dei dipartimenti, d'intesa con la regione. Oggi accade tutto il contrario di modo che nella mia regione, l'Emilia-Romagna, chi è vicino o aderente ad una determinata ideologia (che è quella della sinistra, così faccio nome e cognome) ha la possibilità di accedere a determinati gradi accademici penalizzando altri che molto spesso hanno titoli accademici e pubblicazioni migliori, ma che vengono pesantemente boicottati.
Anche a tale riguardo, quindi, pur prima lamentando che l'eccessiva autonomia dell'università rischia di salvaguardare posizioni che non possono essere salvaguardate, riconoscendo tuttavia una scientificità per certi aspetti e il rispetto della professionalità dei docenti dell'università e dei policlinici, credo che debba essere rivista la legge che regola il rapporto fra le facoltà di medicina e chirurgia e le regioni, dando alle facoltà di medicina e chirurgia quel primato nell'individuazione dei responsabili scientifici (e non politici) che oggi non hanno e che ha creato tutte le disfunzioni che conosciamo in tutto il Paese. Detto questo, mi dichiaro parzialmente soddisfatto.

(Ritiro dell'interrogazione Negro n. 3-00651)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interrogazione Negro n. 3-00651 concernente iniziative in merito alla situazione di contrasto tra la dirigente scolastica, il corpo docente e le famiglie degli studenti presso l'istituto superiore «Guarino Veronese» di San Bonifacio (Verona).
Avverto che l'interrogazione in oggetto in data odierna è stata ritirata dal presentatore, che contestualmente ha presentato un'interrogazione a risposta scritta di analogo contenuto.

(Iniziative volte a ripristinare i fondi per le scuole paritarie - n. 3-00704)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Vietti n. 3-00704, concernente iniziative volte a ripristinare i fondi per le scuole paritarie (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, condividiamo quanto affermato nell'atto in discussione circa l'importante ruolo svolto dalle scuole paritarie nell'ambito del sistema nazionale di istruzione, istituito dalla legge n. 62 del 2000, nel quale convivono, in linea con la Costituzione, le scuole dello Stato, le scuole paritarie degli enti locali e le scuole paritarie private, che svolgono tutte un servizio ed una funzione pubblica in base Pag. 10alle norme del sistema legislativo. Riteniamo, inoltre, che, come già fatto presente dal Ministro Gelmini nell'audizione svoltasi in questa stessa sede il 10 giugno 2008 sulle linee programmatiche del Dicastero, un sistema pubblico di istruzione che fondi sul principio di sussidiarietà forme di pluralismo educativo sia la risposta alle esigenze di istruzione e formazione del cittadino.
Detto questo, vengo alla specifica richiesta contenuta nell'interrogazione: il ripristino del finanziamento delle scuole paritarie introdotto dal Governo con la manovra finanziaria per il 2009. La questione può ritenersi sostanzialmente superata. Infatti, proprio in considerazione dell'importante ruolo svolto dalle scuole paritarie, e nonostante le difficoltà derivanti dalla difficile situazione finanziaria ed economica internazionale che si riflettono anche nel nostro Paese ed impongono il rigoroso rispetto di vincoli di bilancio, nella legge n. 191 del 23 dicembre 2009 (legge finanziaria 2010) è previsto uno stanziamento di 130 milioni di euro, aggiuntivo rispetto alle somme già previste nei bilanci di previsione 2010. Trattasi precisamente della disposizione introdotta dall'articolo 2, comma 250, della stessa legge finanziaria 2010, la quale stabilisce che le disponibilità del Fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia delle finanze dall'articolo 7-quinquies, comma 1, del decreto-legge n. 5 del 10 febbraio 2009, convertito con modificazioni dalla legge n. 33 del 9 aprile 2009, siano destinate alle finalità di cui all'elenco 1 della medesima legge finanziaria; tra gli interventi ivi elencati figura anche il sostegno alle scuole non statali per il suddetto importo di 130 milioni di euro, come da richiesta formulata da questo Dicastero. Faccio presente che il sopracitato articolo 7-quinquies del decreto-legge n. 5 del 2009 prevede che l'assegnazione delle risorse è disposta con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previo conforme parere delle Commissioni parlamentari competenti per i profili finanziari. In data 4 marzo 2010, lo schema del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è stato trasmesso alle Camere per il parere delle competenti Commissioni parlamentari. Il prescritto parere è stato acquisito ed è ora in corso l'ulteriore iter del provvedimento.
Faccio, infine, presente che il 10 marzo scorso questo Ministero ha richiesto alla Presidenza del Consiglio dei ministri l'assegnazione della suddetta somma di 130 milioni di euro per il sostegno alle scuole non statali e si è in attesa della conseguenziale variazione del bilancio per l'anno 2010.

PRESIDENTE. L'onorevole Capitanio Santolini, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, sono parzialmente soddisfatta di questa risposta, perché vorrei innanzitutto sottolineare che il problema in oggetto concerne anche i tempi, nel senso che questa interrogazione è stata presentata esattamente l'8 ottobre del 2009 e, quindi, una risposta che arriva sei mesi dopo è chiaro che è giunta estremamente in ritardo. Questo vale sempre, perché vedo che anche le altre interrogazioni che abbiamo presentato ricevono delle risposte con dei ritardi incomprensibili.
Nel frattempo, signor sottosegretario, è cambiato il mondo: da ottobre ad oggi, è accaduto - o potrebbe essere accaduto - di tutto e potrebbero essere cambiate moltissime cose.
Mi rendo conto che la questione del rientro delle cifre e delle promesse fatte potrà essere onorato dal Governo, tuttavia il problema è che, per l'ennesima volta, a mio avviso, non ci si può ritenere soddisfatti. È impensabile che, ogni anno, si debba correre dietro alla situazione delle scuole paritarie, che ricevono finanziamenti che spettano di diritto. Non si tratta, infatti, di una gentile elargizione da parte del Governo o di una normale concessione per via amichevole: è un diritto di queste scuole. Invece, ogni anno, esse hanno il problema dei finanziamenti e vi sono, quindi, minacce, ricorsi, manifestazioni, Pag. 11comunicati stampa, prese di posizione da parte dei parlamentari e situazioni di disagio a livello locale.
Ritenere soddisfacente una risposta che cerca di sanare una situazione insostenibile, mi sembra un eccesso di ottimismo. È vergognoso rispondere dopo tanto tempo ed è vergognoso anche dare finanziamenti così in ritardo, facendo entrare in fibrillazione, ogni anno, migliaia di famiglie e milioni di ragazzi. È una situazione insostenibile.
Pertanto, prendo spunto dall'interrogazione in oggetto per chiedere, per l'ennesima volta (è stato fatto anche con ordini del giorno accettati qui in Aula), che il Governo si faccia parte diligente e si assuma la responsabilità di dare risposte serie a questi problemi. Infatti, ci si occupa di moltissime questioni ma, di fronte al disagio delle famiglie e di tanti bambini, di fronte alle preoccupazioni del personale e ad una situazione di difficoltà della scuola italiana, sembra che tutto sia marginale rispetto alle grandi questioni o, piuttosto, alle grandi riforme, che sono discusse all'interno dei partiti.
Le riforme saranno anche necessarie ma, francamente, preferirei una risposta puntuale e seria ai problemi quotidiani delle persone, delle famiglie e della gente, piuttosto che leggere sui giornali «paginate» di discussioni interne, o esterne, su questioni di «politichese», quando invece, le persone, hanno bisogno di avere risposte concrete.
Quindi, concludo, dicendo che, per le ragioni che ho esposto, non sono soddisfatta della risposta data.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Capitanio Santolini, anche la Presidenza condivide l'osservazione da lei fatta. Purtroppo, molte interrogazioni presentate dai colleghi parlamentari, che riportano la data di molti mesi fa, possono trovarsi superate, nei fatti, dalle decisioni del Governo o dalle leggi approvate da questo Parlamento. Dovremmo lavorare, perché la distanza tra il momento in cui i colleghi parlamentari pongono le interrogazioni e il Governo risponde sia sempre più breve e ridotta.

(Interrogazioni Costa nn. 3-01021 e 3-01022)

PRESIDENTE. Avverto che in data odierna l'onorevole Costa ha comunicato alla Presidenza la trasformazione delle sue interrogazioni nn. 3-01021 e 3-01022, concernenti iniziative di competenza del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca finalizzate ad evitare la chiusura di sedi decentrate del Politecnico di Torino, in interrogazioni a risposta scritta.

(Iniziative di competenza del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca finalizzate ad evitare la chiusura di sedi decentrate del Politecnico di Torino - n. 3-00797)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, onorevole Guido Viceconte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Delfino n. 3-00797, concernente iniziative di competenza del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca finalizzate ad evitare la chiusura di sedi decentrate del Politecnico di Torino (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il Politecnico di Torino, sin dagli anni Novanta, ha attivato poli universitari in sedi decentrate con l'obiettivo di fornire un servizio al territorio portando l'università verso l'utenza.
La creazione di poli decentrati era, all'epoca, peraltro favorita e spinta non solo da motivazioni e richieste forti sia dell'Ateneo che degli stakeholder locali, ma da condizioni di contesto particolarmente favorevoli, anche di carattere finanziario, che si sono tradotte in investimenti specifici Pag. 12il cui impegno, in funzione della loro destinazione, ha consentito di supportare le azioni dei poli stessi.
Il Politecnico di Torino deve, invece, ora - in una realtà sempre più tesa alla globalizzazione - evidentemente tener conto di un quadro di sostenibilità complessiva della propria offerta didattica, compresa quella dei poli decentrati, assai differente da quella del passato. Infatti, come è noto, il decreto ministeriale per il riordino dell'offerta didattica delle università e la recente nota del Ministro dell'istruzione, università e ricerca, riguardante «Ulteriori interventi per la razionalizzazione e qualificazione dell'offerta formativa nella prospettiva dell'accreditamento dei corsi di studio», hanno imposto limiti stringenti alle possibilità di progettazione dei percorsi formativi universitari.
In particolare, poi, tale ultimo provvedimento ha previsto espressamente che gli atenei, nel tener presente i tre obiettivi disposti dalla nota, possano valutare le implicazioni per quanto riguarda la prosecuzione dell'attività formativa nelle sedi decentrate. In questo senso il Politecnico ha, pertanto, avviato una riformulazione dell'offerta formativa, dovendo, però, tener anche conto del quadro di compatibilità gestionale ed economica derivante dalla riduzione degli organici, in conseguenza del blocco del turnover disposto dalla normativa nazionale.
Alla luce di tali circostanze e nell'ottica di mantenere ed accrescere la qualità dell'attività didattica offerta dal Politecnico, il consiglio di amministrazione di questo ateneo, nelle sedute del 15 luglio e del 9 settembre, ha stabilito di contenere significativamente l'ammontare delle ore retribuibili di didattica frontale svolte dai docenti, oltre a quanto a loro istituzionalmente richiesto per legge.
Nell'ambito, quindi, della revisione e razionalizzazione dell'offerta formativa, alla luce dei vincoli di sostenibilità sopra descritti, il senato accademico dell'ateneo, il 21 ottobre 2009, ha deliberato di ridurre, dall'anno accademico 2010-2011, di oltre 80.000, le ore di didattica erogate dall'ateneo a partire dalle attuali 180.000.
Nello specifico, è stata prevista la riduzione di 40.000 ore di didattica presso la sede centrale del Politecnico e la disattivazione dei corsi di laurea e laurea magistrale presso sedi non metropolitane, essendo tali percorsi intrinsecamente molto più costosi di quelli metropolitani e frequentemente repliche decentrate di tali corsi. Nella definizione dell'offerta formativa relativa ai corsi di laurea e laurea magistrale presso le sedi metropolitane, si terrà conto delle caratterizzazioni di tale offerta derivanti dalle peculiarità dei territori delle sedi decentrate.
Il senato accademico ha comunque stabilito, in ciò supportato dal consiglio di amministrazione nella seduta del 4 novembre 2009, di garantire in tutte le sedi non metropolitane il regolare completamento di tutti i corsi di studio, organizzati secondo l'ordinamento 509 del 1999, attivi nell'anno accademico 2009-2010.
In particolare, nell'anno accademico 2010-2011 saranno assicurate lezioni, esercitazioni e laboratori nelle forme tradizionali per il secondo e il terzo anno dei corsi di laurea triennali; nell'anno accademico 2011-2012 saranno assicurate lezioni, esercitazioni e laboratori per il terzo anno delle lauree triennali e gli studenti potranno sostenere gli esami in sede. Negli anni successivi al terzo, per gli studenti della laurea triennale, saranno individuate appropriate soluzioni di ateneo, per consentire agli studenti di sostenere eventuali esami arretrati e saranno, altresì, individuate modalità opportune per l'accesso dei laureati triennali alle lauree metropolitane di II livello.
Le sedi decentrate, pertanto, non verranno chiuse, bensì rafforzate, in linea con il piano strategico di ateneo e la sua caratterizzazione in termini di ricerca, trasferimento tecnologico, servizi al territorio, localizzazione di attività formative non istituzionali, di percorsi formativi professionalizzanti e di formazione continua e permanente, nonché di formazione istituzionale Pag. 13erogata con modalità diverse (tutorati, esercitazioni e laboratori in loco, lezioni in formato e-learning).
In quest'ultima direzione, il senato ha, infatti, dato mandato al rettore di avviare con la regione Piemonte un tavolo per la pianificazione e la progettazione degli istituti tecnici superiori, con il concorso del Ministero, di quello dello sviluppo economico e degli altri attori del sistema socio-economico, con l'obiettivo di adottare in Piemonte un nuovo sistema di alta formazione che preveda, accanto ai percorsi curriculari di primo, secondo e terzo livello, concentrati nella sede metropolitana, percorsi professionalizzanti post-secondari, prevalentemente localizzati sul territorio e specificamente presso i poli decentrati del Politecnico di Torino.

PRESIDENTE. L'onorevole Delfino ha facoltà di replicare.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, esprimo un profondo dissenso dalla risposta del Governo e dell'incolpevole sottosegretario. Assistiamo qui, oggi, ad un'inversione totale di quella che era la politica di decentramento universitario sul territorio, non solo della regione Piemonte, ma anche della regione Lombardia e di tutte quelle regioni che avevano creduto fortemente che avvicinare l'offerta formativa nei territori rappresentasse una risposta più adeguata e più completa anche rispetto alle vocazioni e alle sensibilità che il territorio esponeva, ma soprattutto nella prospettiva di investire sull'università, sull'alta formazione e su risorse fondamentali del nostro Paese quali la risorsa umana, lo studio, la ricerca e il sostegno ai giovani e agli studenti.
Le politiche sbagliate del Governo nazionale hanno prodotto le conseguenze che oggi vediamo sul territorio: in questo concordo con la risposta, ma solo limitatamente agli effetti finanziari delle scelte contrarie ad una crescita della formazione e del sostegno all'istruzione universitaria che il Governo ha compiuto. Nella risposta del sottosegretario emerge chiaramente che gli effetti che oggi gli atenei - il Politecnico di Torino, nella fattispecie - sono obbligati ad assumere derivano dal nuovo quadro normativo e finanziario determinatosi a seguito delle decisioni e degli interventi di carattere finanziario di questo Governo.
Si tratta, quindi, di una valutazione che può essere oggettiva, ma è altrettanto oggettivo che gli enti locali non possono sopportare una decisione che, come affermiamo nella presente interrogazione, è contraria ad un percorso e ad un processo decisionale che aveva visto coinvolti nel progetto il Politecnico di Torino, la regione, la provincia, l'associazione degli insediamenti universitari, il comune di Mondovì e la Fondazione Cassa di risparmio, per un impegno di oltre 20 milioni.
Oggi ci troviamo davanti ad una rivoluzione che nega un processo lungo oltre venti anni e che dice «non ci sono più i soldi, ci dispiace, cercheremo di portare, di accompagnare la transizione verso la chiusura, ma i soldi non ci sono». Tutto questo senza un esame, né un'assunzione di responsabilità da parte di chi ha fatto sì che questo processo ventennale di decentramento si interrompesse in modo così drastico e traumatico.
Mi auguro che il nuovo governo regionale, che quand'era all'opposizione si era fatto paladino di questo decentramento universitario, voglia rispondere duramente al Politecnico e al Governo nazionale, perché queste politiche ondivaghe, che hanno seguito per vent'anni una direzione e poi improvvisamente ne hanno presa un'altra, certamente non danno credibilità, ma soprattutto non danno risposte alle esigenze dei nostri giovani e dei nostri ragazzi.

PRESIDENTE. Saluto gli studenti del liceo classico Carducci di Nola, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Imposizione fiscale sul premio per gli studenti che conseguono la maturità con il massimo dei voti - n. 3-00738)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la Pag. 14ricerca, Guido Volontè... chiedo scusa, il sottosegretario Guido Viceconte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Volontè ed altri n. 3-00738, concernente imposizione fiscale sul premio per gli studenti che conseguono la maturità con il massimo dei voti (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, faccio presente preliminarmente che il decreto legislativo 29 dicembre 2007, n. 262, ha previsto che il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca definisca, prima dell'avvio di ogni anno scolastico, il programma nazionale delle eccellenze, che intende valorizzare, riguardante gli studenti dei corsi di istruzione secondaria superiore.
In particolare, l'articolo 3 dello stesso decreto legislativo stabilisce una procedura...

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, capisco l'emozione di averla chiamata Volontè ma deve parlare al microfono altrimenti non la sentiamo.

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. In particolare, l'articolo 3 dello stesso decreto legislativo stabilisce una procedura alla quale sono ammessi i soggetti interni ed esterni all'amministrazione per l'individuazione delle eccellenze relative a gare e competizioni nazionali ed internazionali, nonché olimpiadi e certamina, per dare riconoscimento ai risultati più elevati conseguiti dagli studenti che vi partecipano.
Inoltre, ai sensi dell'articolo 2 dello stesso decreto legislativo il Ministro, ai fini della valorizzazione delle eccellenze, può tener conto della votazione conseguita dagli studenti all'esame di Stato conclusivo del corso di studi superiore.
Il programma attuale sopra descritto, comprendente le varie tipologie di eccellenze da valorizzare, deve peraltro stabilire le risorse finanziarie dedicate e la quota pro capite da assegnare agli studenti eccellenti sulla base delle disponibilità di bilancio annualmente destinate al predetto fine. Per l'anno scolastico 2008-2009, il Ministro ha adottato il provvedimento con il quale è stato definito il programma di individuazione delle eccellenze comprendente i risultati delle gare e competizioni e la votazione di 100, con l'attribuzione della lode, conseguita dagli studenti all'esame di Stato dello stesso anno scolastico.
Sulla base delle disponibilità finanziarie assegnate al capitolo 1512 del bilancio del Ministero, pari a euro 3.862.000, è stata poi indicata la misura di un terzo e di due terzi dello stanziamento totale da destinare alle predette due tipologie di eccellenze. L'importo di 650 euro è stato determinato dalla ripartizione della quota dei due terzi dell'intero stanziamento per il numero degli studenti, circa 4 mila, che hanno conseguito la votazione di 100 e lode agli esami di Stato dell'anno scolastico 2008-2009. Tale quota pro capite non è pertanto stabilita per legge, ma dipende dalla disponibilità annuale prevista nell'apposito capitolo del bilancio del Ministero e dal numero degli studenti interessati. Ricordo che per gli anni scolastici 2006-2007 e 2007-2008 lo stanziamento per il predetto capitolo di bilancio è stato di 5 milioni di euro e, pertanto, è stato possibile stabilire in mille euro il premio per gli studenti diplomatisi con 100 e lode nei predetti anni.
Da ultimo, con decreto ministeriale dell'ottobre 2009, è stato definito il programma nazionale di promozione delle eccellenze degli studenti delle scuole di istruzione secondaria superiore statali e paritarie per l'anno scolastico 2009-2010 e con successiva circolare, del 16 dicembre 2009, sono state effettuate comunicazioni a tale riguardo. Per quanto riguarda l'attribuzione della lode, essendosi ravvisata la necessità di stabilire criteri uniformi per tutte le commissioni esaminatrici, è stato emanato il decreto ministeriale n. 99 del dicembre 2009.
Per quanto riguarda il problema relativo all'anticipazione da parte di alcune istituzioni scolastiche del premio spettante Pag. 15agli studenti più meritevoli, nella misura di mille euro per l'acquisto di libri e computer, si è trattato di decisioni autonomamente assunte da tali istituzioni scolastiche, senza alcuna indicazione ministeriale.
Quanto, infine, alla tassazione del predetto premio, corrisposto sotto forma di beneficio economico, la questione è superata nel senso auspicato dall'onorevole Vietti. Infatti, su indicazione del Ministro dell'economia e delle finanze l'Agenzia delle entrate, come si rileva dal comunicato stampa del 28 ottobre 2009, a seguito di un più approfondito esame ha ritenuto che detti incentivi economici non sono assimilabili alle borse di studio e, quindi, non tassabili, in quanto non finalizzati a sostenere la frequenza di specifici corsi di istruzione bensì a perseguire il fine di stimolare ed accrescere l'interesse degli studenti al conseguimento di un più elevato livello di formazione culturale e professionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Capitanio Santolini, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, sono assolutamente sconcertata da questa risposta. Mi consenta, ma sono costretta ad essere piuttosto pesante.

PRESIDENTE. Parole forti!

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, sono proprio costretta. Ricordo che anche questa interrogazione è stata presentata ad ottobre.
Ci viene risposto quasi a fine aprile, quando sono trascorsi sei mesi. Nel frattempo, sempre da documentazione acquisita, l'onorevole Ghizzoni in Commissione ha presentato un'analoga interrogazione a cui è stata fornita una risposta a dicembre.
La risposta del sottosegretario (che devo dire assolvo, nel senso che probabilmente non ne è a conoscenza, ma saranno stati gli uffici o coloro che si attrezzano per queste risposte), che mi è stata data in questo momento, è identica, parola per parola, a quella fornita all'onorevole Ghizzoni.
Allora, ci stiamo prendendo in giro? Che ragione c'è di dare una risposta a noi, quattro mesi dopo, dal momento che si tratta di una semplice fotocopia di quello che è stato detto all'onorevole Ghizzoni a dicembre? Sarebbe stata cortesia prendere questa stessa cosa, metterla insieme e risponderci a dicembre.
Questo è un problema di metodo, perché ci stiamo prendendo in giro, signor Presidente. Si tratta di una cosa seria: non posso accettare che questa risposta, data quattro mesi dopo, sia la fotocopia di quella che è stata resa in Commissione quattro mesi fa. Veramente non posso accettare di essere considerata la destinataria di una fotocopia ad un'interrogazione che era stata presentata da un'altra collega in Commissione cultura.
È un problema di serietà, di assunzione di responsabilità, di metodo, di uffici e di Governo: che controllino, che funzionino e che non ci diano delle risposte che io ritengo, mi scusi il termine, ridicole. Questo per quanto riguarda il metodo.
Per quanto riguarda il merito, anche in questo caso, non posso dichiararmi soddisfatta, perché poi ci si rifà anche a quello che è avvenuto per le scuole non statali, ossia al fatto che la scuola è una specie di sinecura per il Governo, il quale pensa a grandi riforme di facciata, ma poi alla fine davvero è una sinecura.
Speravo che in questi quattro mesi ci fosse stato un ripensamento del Governo - visto che il Ministero sta risparmiando dei soldi per i tagli di bilancio e di personale, visto quello che sta avvenendo nella scuola e che il risparmio è stato riconosciuto - e mi aspettavo che una piccola parte di questo risparmio potesse andare al merito, così tanto decantato dal nostro Governo e dal Primo ministro.
Ebbene, è inaccettabile che la quota che va ai ragazzi meritevoli non sia stabilita per legge, ma dipenda dalla disponibilità. Capisco che vi sono delle misure di salvaguardia, delle vie di uscita, delle scappatoie ai problemi di bilancio, ma non Pag. 16possiamo accettare che ogni anno (come per il discorso delle scuole paritarie la logica è sempre la stessa) bisogna fare una sorta di perenne contrattazione tra chi merita, chi non merita, sul quando, sul come, su chi ha i «titoli» e su quali sono i criteri per cui si può arrivare, per paradosso, ad un anno in cui i soldi non ci sono, oppure per il merito si erogano 50 euro, tanto per mantenere la regola.
Pertanto, mi aspettavo, visti i quattro mesi che sono passati dalla identica risposta data all'onorevole Ghizzoni, che vi fosse un ripensamento. È vero, lo sapevo già, che nel frattempo è cambiato il mondo e che l'Agenzia delle entrate ha rivisto la questione della tassazione, quindi è chiaro che, da questo punto di vista, la nostra interrogazione è superata, perché poi l'Agenzia delle entrate ha dato delle risposte.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Tuttavia, considerato il discorso del merito di cui si parla tanto, mi aspetto che non vi sia vincolatività alla disponibilità dei soldi, perché il Ministero in questo momento i soldi li sta risparmiando e aveva detto che avrebbe reinvestito almeno una rilevante parte dei soldi risparmiati su queste questioni della scuola: salvaguardiamo il merito!

PRESIDENTE. Saluto gli studenti dell'Istituto comprensivo statale Saonara di Padova che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune e gli studenti della scuola media Don Minzoni di Piedimonte San Germano di Frosinone (Applausi).

(Iniziative per la statizzazione dell'Istituto musicale «Gaetano Braga» (Teramo) - n. 3-00815)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ginoble n. 3-00815, concernente iniziative per la statizzazione dell'Istituto musicale «Gaetano Braga» (Teramo) (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il Governo riconosce pienamente un ruolo di primo piano nel panorama musicale cittadino, provinciale e regionale all'Istituto musicale «Gaetano Braga» di Teramo che da sempre ha svolto una importante opera educativa e formativa di alto livello culturale, che dagli anni '80 e '90 ha registrato un notevole incremento di utenza, con un trend che prosegue ancora oggi e con un livello artistico cresciuto notevolmente. Inoltre, attraverso l'attività di docenti ed allievi, è tornato ad essere un punto di riferimento di tutte le associazioni culturali della regione.
Come riferito dall'onorevole interrogante, in data 24 marzo 2005 è stato firmato un protocollo di intesa tra Ministero, regione Abruzzo, comune di Teramo, comune di Giulianova, Istituto musicale pareggiato «Gaetano Braga» di Teramo, propedeutico alla successiva statizzazione dell'Istituto in quanto, con l'articolo 3 del protocollo medesimo, il Ministero si impegna ad emanare il relativo provvedimento di statizzazione dopo l'approvazione del pertinente regolamento di cui all'articolo 2, comma 7, della legge 21 dicembre 1999, n. 508.
Al riguardo si fa presente che lo schema di regolamento attinente le procedure, i tempi e le modalità per la programmazione, il riequilibrio e lo sviluppo del sistema dell'AFAM, nonché per il reclutamento del personale, con il quale si intende concludere, in maniera esaustiva, l'esame delle materie oggetto di disciplina regolamentare ai sensi della citata legge n. 508 del 1999, non ha ancora concluso il suo iter.
Nell'ambito di tale regolamento, ai sensi dell'articolo 2, il Ministero potrà quindi concretamente operare per addivenire senza maggiori oneri per il bilancio dello Stato ad una graduale statizzazione degli istituti interessati. Pag. 17
Il protocollo di intesa citato si pone, quindi, come atto di impegno ad affrontare con urgenza, ma comunque successivamente all'emanazione del regolamento, l'iter procedimentale per la statizzazione dell'Istituto «Gaetano Braga» di Teramo. In tale contesto, rimarranno da affrontare gli aspetti di copertura finanziaria degli oneri conseguenti alla statizzazione, con particolar riferimento alle spese di personale che, allo stato attuale, ammontano per l'Istituto musicale in parola a circa 1.400.000 euro.

PRESIDENTE. L'onorevole Ginoble ha facoltà di replicare.

TOMMASO GINOBLE. Signor Presidente, vorrei esprimere la mia insoddisfazione, pur scusandomi per essermi perso la prima parte dell'intervento del sottosegretario. Anche questa è una risposta un po' datata (anche se non si tratta di una risposta); il problema non è superato ed è, quindi, ancora attuale. Lo scopo dell'interrogazione era richiamare l'interesse e risvegliare un po' l'attenzione sull'Istituto musicale Braga, di grande interesse per la nostra ragione Abruzzo.
Mi sembra di aver ascoltato che non vi sono risposte certe e puntuali. Signor sottosegretario, questa richiesta di statizzazione è datata 2005. Sono cinque anni e non è possibile che non vi siano riposte di fronte ad una richiesta, che io credo legittima, di un istituto fondato nel 1985 sulla nobile iniziativa del comune e della provincia di Teramo a cui nel 1998 si è poi aggiunta anche la ragione Abruzzo. È chiaro che queste tre istituzioni stanno sopportando gli oneri e il costo di un istituto che - mi permetto di dire - è motivo di vanto per l'intero Paese, per i rapporti che è riuscito a costruire in questi numerosi anni.
Nel 2005 vi è stata l'adozione dello statuto di autonomia e poi, sempre in quell'anno, fu redatto un protocollo d'intesa tra la regione Abruzzo, il comune e l'amministrazione di Teramo, il comune di Giulianova, l'Istituto e il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Non credo sia possibile ascoltare una risposta attraverso la quale il Ministero si tira fuori di fatto dalla responsabilità anche degli oneri finanziari, non si capisce ciò.
È una risposta che non è sopportabile nel momento in cui il nostro Paese dovrebbe utilizzare ogni possibilità di crescita sociale e culturale: l'Istituto musicale ne rappresenta una parte significativa. Mi permetto di dire che questa risposta, non per colpa sua sottosegretario, mi fa sorgere il sospetto che non si conosca benissimo la realtà della nostra regione e dell'Istituto, che ha 40 insegnanti e 500 ragazzi, e i tanti sacrifici che sono stati fatti; per la regione Abruzzo sarebbe il primo Istituto musicale statizzato. Questo dovrebbe presupporre una maggiore attenzione e sensibilità da parte del Ministero che lei rappresenta e io tornerò puntuale, fra un po' di tempo, a sollecitare di nuovo una risposta più certa, perché poi è questo il compito della politica, quello di dare, di fronte a problemi seri, delle risposte altrettanto serie.
In un momento così delicato per il nostro Paese dare una certezza di lavoro a 40 professori che da anni si sobbarcano sacrifici, precarietà e incertezze, e dare la possibilità a 500 studenti di seguire il profilo scolastico che sentono più vicino, credo sarebbe una cosa importante; permetterebbe inoltre che la politica non venga percepita sempre come una cosa lontana, con quel rapporto di cui tutti parliamo: se non concretizziamo in maniera pratica alcuni atti, ciò sarà sempre più evidente.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

TOMMASO GINOBLE. Come dicevo, sono insoddisfatto, non per sua responsabilità ma per una serie di circostanze che vengono da lontano. Speriamo che nel prossimo incontro, con la prossima interrogazione lei sarà in grado di dare risposte che potrò portare nel mio territorio con la certezza di tempi e, mi permetta di dire, anche di impegni finanziari. Se questi impegni vengono sostenuti da un comune, Pag. 18da una provincia e da una regione, non è possibile che un Ministero non li possa fare propri.

(Iniziative per la promozione nelle scuole di una campagna di informazione sulla prevenzione e sulla lotta all'AIDS - n. 3-00914)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Pedoto n. 3-00914, concernente iniziative per la promozione nelle scuole di una campagna di informazione sulla prevenzione e sulla lotta all'AIDS (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, la tematica sollevata dall'onorevole Pedoto per la sua rilevanza è da tempo al centro dell'attenzione del Ministero nella consapevolezza che gli adolescenti vivono un'età particolare in cui il bisogno d'amore, affetto e protezione diventa molto forte e si lega alla necessità di instaurare relazioni significative.
Le indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati nel primo ciclo di istruzione prevedono, tra gli obiettivi specifici di apprendimento, l'educazione alla convivenza civile che comprende, tra l'altro, l'educazione alla salute e all'affettività. Nell'ambito dell'educazione alla convivenza civile, l'educazione alla salute è una componente fondamentale ed è finalizzata anche all'adozione da parte degli allievi di comportamenti sani e corretti, alla realizzazione di progetti comuni di prevenzione, all'apprendimento di corrette posture, eccetera.
L'educazione alla salute si basa sul principio che si debba mettere ciascun individuo in grado di sviluppare la capacità di prendere decisioni coscienti nei riguardi del proprio benessere; tale principio chiama la scuola ad assumere una funzione di coordinamento tra le diverse agenzie e istituzioni su tutti i problemi relativi alla salute fisica, psichica e sociale dei suoi allievi, quale luogo di aggregazione e dibattito ideale per promuovere e consolidare modelli comportamentali adeguati. Nel quadro dell'educazione alla salute, le scuole, in autonomia, possono comunque attivare specifiche iniziative, anche con il contributo qualificato di esperti, finalizzato a promuovere corretti stili di vita. Di fatto, progetti in tal senso risultano diffusamente presenti nei piani dell'offerta formativa delle istituzioni scolastiche.
Al fine di promuovere nelle scuole un clima educativo attento al benessere dello studente, è stato sottoscritto il protocollo di intesa tra questo Ministero e il Ministero della sanità nel gennaio del 2007 con il quale si delinea un programma comune di collaborazione per la prevenzione di patologie croniche e per il contrasto di fenomeni negativi tipici dell'età giovanile, da realizzarsi attraverso progetti sperimentali, ricerche e programmi, nel sistema dell'istruzione.
Nell'ambito delle strategie delineate nel suddetto protocollo sono previste iniziative congiunte di informazione-educazione sulle tematiche dell'affettività e della sessualità e della prevenzione di patologie a trasmissione sessuale.
Tali interventi, oltre a prevedere una maggiore collaborazione e interazione tra scuola, genitori e strutture sanitarie locali, consentono anche di individuare le maggiori criticità sul versante del disagio, della salute psichica e relazionale e delle malattie sessualmente trasmissibili. Le attività previste mirano, inoltre, a favorire la creazione di un clima relazionale positivo volto al rispetto e alla tutela della persona e delle diversità.
In particolare, è in corso di avvio un programma di formazione congiunto di docenti e operatori sanitari sull'intero territorio nazionale mirato alla costruzione condivisa di competenze del sistema integrato scuola-salute nonché la predisposizione di linee di indirizzo congiunte in materia di educazione alla salute nelle scuole volte a favorire percorsi formativi, Pag. 19che prevedano il coinvolgimento di famiglie, specie su tematiche sensibili quali l'educazione all'affettività e alla sessualità.

PRESIDENTE. L'onorevole Pedoto ha facoltà di replicare.

LUCIANA PEDOTO. Signor Presidente, ringrazio il Governo per esserci venuto a raccontare ancora una bella storia. Prima ascoltavo le osservazioni dell'onorevole Capitanio Santolini che diceva che in alcuni casi sono passati molti mesi prima che venisse data risposta ad un'interrogazione; questo, invece, è un caso un po' diverso.
Un anno fa è stata approvata da questo Parlamento una mozione che prevedeva di favorire campagne informative nelle scuole secondarie di secondo grado. Quindi, faccio riferimento alla possibilità approvata da questo Parlamento e dal Governo di introdurre l'acquisizione di modelli comportamentali consapevoli per i nostri ragazzi.
Ebbene, se un anno fa, esattamente il 26 maggio, ciò fosse stato fatto, quest'anno avremmo risparmiato 1.200 nuovi casi di AIDS, 1.200 nuovi casi di contagio, di cui un terzo sono giovani che hanno meno di venticinque anni; quindi, io vorrei dire 1.200, ma parliamo pure di 300, 400 nuovi casi di contagio che noi avremmo risparmiato. Questi sono dati che vengono confermati annualmente da trent'anni; l'Italia si pone nella fascia medio-alta per contagio e ciò nonostante, dopo trent'anni e dopo un anno che abbiamo approvato questa mozione, ancora adesso, sento delle bellissime parole che sono: il tema è da tempo al centro dell'attenzione; nelle indicazioni nazionali è previsto il tema dell'educazione alla salute; le scuole, nel rispetto della loro autonomia, possono attivare dei corsi di educazione all'affettività, come se fossero dei corsi di ricamo o di pittura (con tutto il rispetto per le ricamatrici, per chi fa i tappeti e per la pittura).
A me sembra, visto che siamo in tema, se me lo concede signor Presidente, che noi siamo ancora ai preliminari, quando non è questa la circostanza di stare ancora ai preliminari. Dell'AIDS sappiamo tutto: è un flagello che, purtroppo, fa più vittime di una guerra; lo ripeto, l'Italia si pone nella fascia medio-alta di nuovi contagi, sappiamo tutto di questa malattia, conosciamo la sua pericolosità, conosciamo come avviene il contagio, tutto il mondo è impegnato nella lotta a questa terribile guerra e io sento qui dentro parole che mi fanno pensare ai preliminari.
Quindi, se dovessi svolgere un'osservazione a conclusione di questa mia replica di totale insoddisfazione, penso che bisognerebbe porsi sempre una domanda: i ragazzi che vanno alle superiori ricevono un'informazione adeguata su questo tema?
Se la risposta è «no», significa che non abbiamo fatto abbastanza. Se ancora, come ci confermano i dati del Ministero della salute, tra i ragazzi regna questa confusione, dopo 28 anni dal primo caso di contagio conosciuto, alla domanda se abbiamo fatto qualcosa la risposta è: «si» o «no». E la risposta è «no». Quindi, ribadisco che quello che stiamo facendo è poco e inadeguato e per questo motivo ancora non ci siamo.

(Iniziative in merito all'introduzione di tariffe per le tangenziali di Varese e Como, nonché per la realizzazione del sistema autostradale pedemontano lombardo - n. 2-00523)

PRESIDENTE. L'onorevole Marantelli ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00523, riguardante iniziative in merito all'introduzione di tariffe per le tangenziali di Varese e Como, nonché per la realizzazione del sistema autostradale pedemontano lombardo (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

DANIELE MARANTELLI. Signor Presidente, signor sottosegretario ringrazio anche lei perché sono passati solo 173 giorni da quando abbiamo presentato un'interpellanza che riguarda la più grande infrastruttura stradale del nord, la Pag. 20pedemontana lombarda: un soffio, niente di più per chi conosce la sua storia. Il 29 maggio 1990 ANAS e Società pedemontana lombarda sottoscrivono la prima convenzione di concessione per il collegamento dal valico del Gaggiolo a Dalmine. Sono trascorsi vent'anni e siamo ancora costretti - entrerò tra breve nel vivo ad illustrare l'interpellanza - a richiamare, a vent'anni di distanza, ambiguità e ritardi del Governo ma anche della regione. C'è abbondante materia di riflessione per il sistema politico. Di fronte alla manifesta inefficienza delle istituzioni, è normale che tra i cittadini crescano sfiducia e distacco, che fanno del partito del non voto largamente il primo partito italiano, come accaduto nelle ultime elezioni regionali, anche in Lombardia, la regione più ricca e popolosa del Paese.
Una classe dirigente matura dovrebbe concordare che le grandi infrastrutture, una volta decise, devono essere realizzate consapevoli che l'orizzonte temporale per portarle a termine è più lungo di una legislatura o di un mandato amministrativo. Una classe dirigente matura dovrebbe essere consapevole che realizzare un'autostrada di 67 chilometri, 20 chilometri di tangenziale, 70 di viabilità locale, nel cuore dell'area pedemontana, significa considerare il parametro della qualità del rispetto dell'ambiente un'assoluta priorità. La classe dirigente dovrebbe essere consapevole, inoltre, che la partecipazione dei cittadini alla trasparenza delle procedure non deve costituire un alibi per rifuggire dall'assunzione delle responsabilità. Dico che dovrebbe, ma sulla pedemontana spesso non è accaduto.
In quel maggio 1990 ero consigliere comunale a Varese, all'opposizione, e anche la Lega era all'opposizione. Ma dal 1993, da 17 anni, la Lega esprime il sindaco di Varese e dal 1995 Formigoni guida, avviandosi al ventennio, la regione Lombardia. Ho voluto richiamare questi dati perché, al di là di indubbie abilità mediatiche nel condurre il ruolo di partito di lotta e di governo, il PdL e la Lega portano sulle loro spalle la diretta e principale responsabilità. Ciò perché, dopo quattro lustri, mi trovo costretto ancora ad esercitare sulla pedemontana una marcatura ad uomo. È un ruolo che desidero, la rassicuro sottosegretario, svolgere con finalità costruttive, facendo tesoro degli insegnamenti della più importante civiltà degli ultimi tre secoli, ovvero quella contadina, non mi occupo in genere di temi che non conosco. Mi hanno insegnato che: «I murun fan minga l'uga» e la traduco per lei: le piante di gelso non fanno l'uva. Per chi, ad esempio, si è occupato di Malpensa senza nemmeno distinguere un cono di volo da una curva isofonica, provo più tristezza che invidia, infatti abbiamo visto i risultati.
Con la pedemontana infrastrutture, invece, abbiamo maturato una certa dimestichezza. Dal 1995, per dieci anni, sono stato in consiglio regionale occupandomi della commissione trasporti e territori. Nel 2006, ho chiesto di far parte della commissione lavori pubblici con l'obiettivo esplicito di provare ad ottenere risultati concreti sulla pedemontana. Nell'interpellanza la si definisce una delle principali opere di interesse nazionale. È così, perché inserita in una delle aree più sviluppate del Paese, ma anche meno dotate di moderne infrastrutture materiali. Da noi, su ogni chilometro di asfalto passa il triplo di tonnellate di merci trasportate rispetto alla media nazionale: la velocità di spostamento è al di sotto dei 30 chilometri orari; il congestionamento della viabilità costituisce una palla al piede per la competitività del sistema produttivo, ovvero una zavorra che paga l'intero Paese.
Nonostante ciò, in questi venti anni il contributo delle sei province dell'aria pedemontana, Varese, Como, Lecco, Sondrio, Bergamo e Brescia, è stato rilevantissimo nell'export italiano. I dati ci dicono che, al di là delle preoccupazioni sulla fragilità delle nostre imprese sottocapitalizzate o terziste, la cultura del lavoro e dell'innovazione ha fatto delle piccole imprese dell'area pedemontana un modello che forse varrebbe la pena studiare di più. Piccoli imprenditori, artigiani e i loro operai sono patrimonio da sostenere e che vogliamo sostenere. Pag. 21
Ed è per questa ragione, ma non solo, che ci siamo battuti affinché la prima finanziaria del Governo Prodi destinasse le necessarie risorse pubbliche per realizzare la pedemontana. Il centrosinistra destinò oltre 1 miliardo 200 milioni di euro. Non solo: affidando a CAL (Concessioni autostradali lombarde) la realizzazione della pedemontana si diede vita al primo concreto esperimento di federalismo infrastrutturale del nostro Paese. Approvammo la convenzione - ero relatore in Commissione - nonostante le riserve della sinistra radicale, come il Presidente Lupi sa, avendo anch'egli votato a favore dello stesso provvedimento.
La sottoscrizione della convenzione tra Governo, regione Lombardia e ANAS avviene il 20 marzo 2007, più di tre anni fa. Il finanziamento dei secondi lotti inizialmente non è contenuto. È chiaro che l'istituzione di CAL sposta il baricentro di molte decisioni al di sopra del Po. Considerato che la tangenziale è parte integrante del sistema autostradale pedemontano, il centrodestra e la Lega danno ampie rassicurazioni al riguardo, prima delle elezioni politiche di aprile 2008 e ripetutamente in seguito, dopo la vittoria in quelle consultazioni, con qualche confusione di troppo in verità. Formigoni afferma: «I fondi per i secondi lotti saranno individuati nella finanziaria, me lo ha garantito Berlusconi». Il Ministro Matteoli dice: «I fondi saranno contenuti nella legge-obiettivo». Il Viceministro Castelli riporta: «I fondi si troveranno nei finanziamenti dell'Expo 2015». Non posso trattenermi dal chiedere: qual è la busta giusta, la uno, la due o la tre? Ad oggi, nessuna delle tre mi risulta, come si evince dal piano finanziario approvato dalla delibera CIPE dello scorso 6 novembre: 4 miliardi 186 milioni di euro, con un contributo pubblico in conto investimento pari a 1.245 milioni di euro.
L'altro chiarimento riguarda il pedaggiamento delle tangenziali. Dopo che il centrodestra nel 2009 vince le elezioni provinciali di Milano cambia i vertici di Pedemontana e il nuovo CDA il 27 ottobre 2009 approva un nuovo piano finanziario che preveda il pedaggio sulle tangenziali. Ciò suscita la legittima levata di scudi delle comunità di Varese e di Como. Dopo decenni di attesa, la beffa del pedaggio in effetti pare eccessiva, fino a spingere il sindaco di Varese il 28 ottobre 2009 a dichiarare esterrefatto che ancora una volta il nord viene penalizzato.
La giunta lombarda corre ai ripari: si inventa una soluzione fantasiosa, che diventa una formula approvata dal CIPE. Se capisco bene, ma il sottosegretario probabilmente mi chiarirà meglio queste cose, si dice che i risparmi sulle opere saranno destinati ad eliminare i pedaggi sulle tangenziali. È anche questo il senso della risposta fornita dal presidente dell'ANAS ad una mia richiesta di chiarimenti presentata nell'audizione dello scorso 3 marzo 2010 in Commissione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 12,30)

DANIELE MARANTELLI. Sono ansioso di conoscere la posizione del Governo. Essendo passati sei mesi, spero di ascoltare novità positive. In sei mesi sono accaduti fatti nuovi. In marzo a Cassano Magnago è stata posata la prima pietra nel corso di una manifestazione non proprio all'insegna della sobrietà. La seconda novità risiede nell'annunciata intenzione della Lega di conquistare le banche del nord. Considerato che il pool di privati impegnato a realizzare la pedemontana comprende, con un ruolo decisivo, Banca Intesa, è lecito attendersi dal Governo qualche buona notizia sul contenuto del piano finanziario e anche una parola chiara sui tempi di ultimazione dell'opera. Ecco perché ascolterò con interesse la risposta del Governo all'interpellanza che, pur presentata con la collega Braga sei mesi fa, mantiene - mi pare - intatta tutta la sua validità.

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo linguistico della scuola media Santa Umiltà di Faenza, in provincia di Ravenna, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune. Pag. 22
Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte, ha facoltà di rispondere.

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, la convenzione unica sottoscritta in data 1o agosto 2007 dalla società Concessioni autostradali lombarde Spa, avente ad oggetto la progettazione, la costruzione e la gestione dell'autostrada pedemontana lombarda, all'articolo 2.2 prevede che le modalità di esazione del pedaggio, indicate nell'allegato J e E alla convenzione medesima, saranno specificate al termine della procedura prevista dal decreto legislativo n. 163 del 2006 nell'ambito del progetto definitivo.
L'articolo 4 dell'allegato E del piano economico e finanziario ha stabilito, fin dal 2007, che, per quanto riguarda le tangenziali di Como e di Varese, è stata ipotizzata l'applicazione di maggiorazioni tariffarie forfetarie alle barriere di Como Grandate e di Gallarate Nord poste sui tratti della A8 e della A9 in prossimità degli innesti alle stesse tangenziali.
Il sistema di esazione era ipotizzato come sovrapedaggio applicato in cifra fissa alle barriere gestite da Autostrade per l'Italia limitrofe ai primi lotti delle tangenziali di Como e di Varese, mentre il sistema di esazione veniva configurato quale sistema chiuso per tutte le tratte componenti l'infrastruttura autostradale A, B1, B2, C, D, 1o lotto tangenziale di Varese e 1o lotto tangenziale di Como, con pedaggiamento diretto su tutte le altre tratte con l'eliminazione del sovrapedaggio alle barriere limitrofe di Como Grandate e di Gallarate Nord.
Il piano economico e finanziario della CAL ha quindi proposto un sistema diretto di esazione del pedaggio dei primi lotti delle tangenziali di Como e di Varese. Tuttavia, nella proposta di approvazione del progetto definitivo dell'autostrada Pedemontana Lombarda fatta al CIPE dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, è stata accolta la prescrizione con la quale la regione Lombardia ha richiesto che i primi lotti delle tangenziali in questione dovranno essere esentati dal pedaggio in via prioritaria rispetto ad altre tratte, qualora, nelle fasi successive della procedura e prima dell'entrata in esercizio dell'autostrada, si verifichino eventi in grado di consentire un'ottimizzazione dei costi finanziari rispetto a quanto previsto nel piano economico e finanziario, pur nel rispetto delle condizioni di equilibrio del piano stesso.
Pertanto, i primi lotti delle tangenziali di Como e di Varese saranno esentati dal pedaggio una volta quantificate le economie derivanti dall'ottimizzazione dei costi finanziari rispetto a quanto previsto nel piano economico e finanziario.
Da ultimo, si riferisce che, in data 18 febbraio 2010, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana la delibera CIPE n. 97 del 6 novembre 2009 di approvazione del progetto definitivo dell'autostrada Pedemontana Lombarda. Il CIPE, accogliendo la proposta di approvazione del progetto definitivo, ha quindi confermato le modalità di esenzione dai pedaggi precedentemente evidenziate.

PRESIDENTE. L'onorevole Marantelli ha facoltà di replicare.

DANIELE MARANTELLI. Signor Presidente, avrei davvero voluto vivamente esprimere la mia soddisfazione, se vi fossero state risposte diverse. Capisco che lo sforzo del sottosegretario è stato notevole, ma il suo impegno mi sembra, oggettivamente, inversamente proporzionale ai risultati concreti che speravo ci comunicasse oggi, considerata anche la solennità del luogo in cui si sono svolte le sue comunicazioni.
Naturalmente conosco perfettamente il contenuto della delibera del CIPE, che ha richiamato il sottosegretario. Cosa dice testualmente? Prevede che i primi lotti delle tangenziali devono essere esentati da pedaggi in via prioritaria rispetto ad altre tratte, qualora nelle fasi successive della procedura si verifichino eventi in grado di consentire, come diceva il sottosegretario, un'ottimizzazione dei costi finanziari rispetto Pag. 23a quanto previsto nel piano economico-finanziario, pur nel rispetto delle condizioni di equilibrio del piano stesso.
Penso che l'azzeccagarbugli di Manzoni non avrebbe saputo fare di meglio. Sarà perché sono un pragmatico varesotto, ma mi sembra che qui il Governo si stia comportando un po' come faceva Alberto Tomba, impegnato a schivare i paletti nello slalom speciale. La differenza è che molto spesso Alberto Tomba vinceva medaglie olimpiche e mondiali; qui, invece, il risultato chiaro, che si evince da questa comunicazione, è che, per ora, i cittadini di Varese e di Como, che hanno sempre pagato le tasse, dovranno sicuramente pagare il pedaggio, a meno che vi siano risparmi, che non sono in grado di capire come potranno intervenire, considerato come le procedure, i lavori e gli appalti saranno condotti, con la massima serietà e il massimo rigore.
Non una parola - mi spiace doverlo rilevare - è stata infine spesa sul finanziamento dei secondi lotti delle tangenziali. Anche qui, signor sottosegretario, guardi che non è un problema che sta a cuore ai capricci del Partito Democratico.
Realizzare il collegamento tra Folla di Malnate e il Gaggiolo significa avere un tramite diretto col Canton Ticino, la Svizzera e il cuore dell'Europa; così come la strada statale di Como con Tavernerio. E mi lasci dire che non mi è sembrata nemmeno efficace, su questo secondo punto, la proposta avanzata qualche mese fa dal Ministro Bossi, che afferma di voler proporre per questo secondo lotto a Como un'unica corsia: penso che tale proposta davvero non corrisponda alle esigenze che si hanno non solo dell'applicazione di un moderno federalismo, ma di una moderna idea della mobilità in una realtà così importante - e bella, aggiungo - come quella di Como.
Con tutta la buona volontà, quindi, anche se da parte mia vi è l'intenzione di collaborare affinché questa opera faccia significativi passi avanti, non posso che considerarmi non solo insoddisfatto, ma davvero deluso per le comunicazioni che il Governo oggi ha ritenuto di fare. Capisco anche che il sottosegretario Viceconte abbia poco a cuore realtà come quelle di una delle aree più sviluppate del Paese, e non le segua con la necessaria attenzione; però, a malincuore devo rilevare che quanto ci è stato detto in questa occasione mi pare faccia emergere che più che con un Governo del «fare», noi abbiamo a che fare con un Governo del «dire».
Mi auguro vivamente di poter cambiare tale opinione al più presto; e la cambierò quando il Governo ci dirà una parola chiara sul pedaggiamento delle tangenziali di Varese e di Como, e su come intende reperire le risorse che riguardano i secondi lotti delle tangenziali di queste due città, Varese e Como, che - insisto - costituiscono parte integrante del sistema autostradale pedemontano lombardo. La ringrazio in ogni caso.

(Iniziative relative alla soppressione della Freccia adriatica e per garantire un adeguato servizio ferroviario al basso Piemonte, con particolare riferimento alla città di Voghera - n. 3-00882)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Compagnon n. 3-00882, concernente iniziative relative alla soppressione della Freccia adriatica e per garantire un adeguato servizio ferroviario al basso Piemonte, con particolare riferimento alla città di Voghera (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, in relazione a quanto rilevato circa i servizi ferroviari indicati nell'interrogazione presentata dall'onorevole Delfino, Ferrovie dello Stato fa conoscere che, a partire dall'orario invernale in vigore dal 13 dicembre scorso, con il completamento dell'Alta Velocità, è stato ridisegnato il sistema dei collegamenti ferroviari di media-lunga percorrenza su diverse direttrici, tenendo conto delle nuove Pag. 24opportunità offerte dal sistema Alta Velocità. Per quanto riguarda, in particolare, la coppia di treni Eurostar City 9766 e 9763 Lecce-Torino e viceversa, effettuata in regime di mercato, senza, cioè, alcuna contribuzione pubblica, questa non è stata confermata nella nuova programmazione in vigore dal 13 dicembre 2009.
Peraltro, come per altre direttrici, anche per i collegamenti tra Torino e la Puglia l'interscambio con l'Alta Velocità consente una considerevole riduzione dei tempi di percorrenza rispetto ai collegamenti diretti precedentemente previsti. I sistemi con interscambio, se da un lato comportano l'esigenza di cambiare treno, dall'altro consentono di estendere i benefici di velocizzazione dell'Alta Velocità anche a località che non sono direttamente interessate dai nuovi tracciati di essa.
Si rende noto, tuttavia, che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha incluso, nell'ambito dei treni ammessi al contributo statale e regolati dal nuovo contratto di servizio tra lo stesso Ministero e Trenitalia (servizio universale), un nuovo collegamento Intercity diretto Torino-Lecce e viceversa, che è stato attivato dal 1o marzo scorso.
Relativamente, invece, ai citati collegamenti verso la Francia, è presumibile che il riferimento sia alle due coppie di Eurocity Milano-Nizza e viceversa, che da dicembre scorso si è reso necessario sostituire con due coppie di Intercity Milano-Ventimiglia e viceversa, a seguito dell'indisponibilità delle ferrovie francesi a rinnovare il contratto con Trenitalia per il servizio di trazione sulla tratta francese. I locomotori e i macchinisti italiani, infatti, non possono circolare sulla rete francese e venivano sostituiti, al confine, da locomotori e macchinisti del sistema francese. Conseguentemente, non potendo più proseguire sulla tratta francese, i treni in questione sono stati mantenuti sul percorso nazionale e attestati a Ventimiglia, da dove si può arrivare a Nizza attraverso interscambio con i treni francesi.

PRESIDENTE. L'onorevole Delfino, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, voglio prima congratularmi con la versatilità del sottosegretario Viceconte che questa mattina spazia su tutti gli argomenti con molta disinvoltura e con attenzione ai problemi, ma la risposta che è stata fornita dal rappresentante del Governo testimonia veramente quello che già denunciavamo nella interrogazione. Abbiamo una conferma - ed è negativa - perché sostenere, signor sottosegretario, che la velocizzazione e l'ammodernamento delle nuove linee di alta velocità consente di recuperare anche i tempi di quelle linee soppresse, e quindi di quelle aree che erano più marginali e più lontane rispetto ai benefici, chi vive sul territorio, secondo me, non lo può confermare né accettare.
Pertanto riteniamo che le soppressioni a cui ella ha fatto riferimento sono proprio quelle che contestavamo, ma soprattutto contestavamo a Trenitalia la disinvoltura con cui ha superato i problemi delle aree marginali per investire totalmente e complessivamente solo sulle eccellenze. Siamo per l'ammodernamento, riteniamo che l'alta velocità debba essere estesa e migliorata nel nostro Paese ma questo non può generare ulteriori, gravi disagi per i viaggiatori al livello interregionale e locale, soprattutto nelle aree più marginali.
Risiede in queste riflessioni la nostra insoddisfazione circa la risposta del sottosegretario e rivolgo un ultimo appello e un'ultima considerazione sul rapporto con le ferrovie francesi. È chiaro che le difficoltà che lei ha qui ribadito erano già note; riteniamo però che come la Francia ha una forza e una determinazione nell'organizzare e nel sostenere le proprie priorità, noi dobbiamo, in questo rapporto bilaterale con le ferrovie francesi, fornire ampio sostegno a Trenitalia e trovare la possibilità di accordi più complessivi che consentano anche di dare una risposta ai disagi e alle questioni che abbiamo evidenziato. Pag. 25
Signor sottosegretario, in conclusione ritengo che in riferimento a Voghera e a tutto l'hinterland che era interessato dalla coppia di corse che lei ha citato (e alla zona sud del Piemonte essendo io di Cuneo, ma partendo da quelle linee che coinvolgevano anche Asti e Alessandria) veramente debba esservi una riflessione ed una richiesta di impegno al Governo e al Ministro competente affinché vi sia un cambio di passo, altrimenti avremo le aree marginali lontane dalle grandi reti di trasporto ferroviario e stradale che subiranno sempre di più una forte emarginazione con grave danno per la loro economia e per i loro cittadini.

(Chiarimenti in merito alla realizzazione della variante di Demonte (Cuneo) sulla strada statale n. 21 - 3-00965)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Delfino n. 3-00965 concernente chiarimenti in merito alla realizzazione della variante di Demonte (Cuneo) sulla strada statale n. 21 (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, l'intervento sulla strada statale n. 21 denominato «variante di Demonte» fa parte di un più complessivo progetto che prevede la realizzazione di una variante agli abitati di Demonte, Aisone e Vinadio.
Tale progetto sarà attuato mediante la realizzazione di tre lotti funzionali. In merito al lamentato ritardo dell'intervento di realizzazione della variante compresa tra Demonte e Vinadio luogo la strada statale n. 21 della Maddalena, l'ANAS ha fatto conoscere che il 27 maggio 2008 ha approvato il progetto preliminare della variante alla strada statale n. 21 da Demonte a Vinadio. Per la realizzazione della nuova infrastruttura, che ha un costo complessivo presunto di circa 260 milioni di euro, non è allo stato disponibile alcun finanziamento.
Si riporta di seguito il quadro della programmazione dell'intervento suddiviso in tre lotti: per quanto riguarda la Variante di Demonte e Vinadio (Aisone)-lotto 1o variante di Demonte, l'intervento inserito nella sezione Fondi ordinari dell'Allegato A, «Elenco opere infrastrutturali di nuova realizzazione per l'anno 2007 con proiezione programmatica fino al 2011» del piano degli investimenti ANAS, con costo complessivo pari a 56 milioni 959 mila euro, a seguito di aggiornamenti progettuali il costo attuale dell'intervento di circa 97,95 milioni di euro. L'intervento è stato inserito nella tabella 2 del contratto di programma 2009, «Ulteriori interventi». L'attivazione degli interventi era subordinata allo stanziamento di eventuali risorse aggiuntive rispetto a quelle inizialmente stanziate con la legge finanziaria 2009. La progettazione dell'intervento, pertanto, sarà attivata non appena saranno disponibili i relativi fondi.
Per quanto riguarda la Variante di Demonte e Vinadio (Aisone)-lotto 2o variante di Aisone, esso è previsto nella sezione area di inseribilità dell'Allegato A, «Elenco opere infrastrutturali di nuova realizzazione per l'anno 2007 con proiezione programmatica fino al 2011» del piano degli investimenti ANAS con un costo pari a 63 milioni 687 mila euro.
Ad oggi il costo aggiornato dell'intervento risulta di circa 100,58 milioni di euro. Per la variante di Demonte e Vinadio (Aisone)-lotto 3o variante di Vinadio, l'intervento è previsto nella sezione area di inseribilità dell'Allegato A, «Elenco opere infrastrutturali di nuova realizzazione per l'anno 2007 con proiezione programmatica fino al 2011» del piano degli investimenti ANAS con costo pari a 40 milioni 365 mila euro. Ad oggi il costo aggiornato dell'intervento risulta di circa 62,28 milioni di euro.

PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario Viceconte, a cui vanno i miei personali auguri di buon lavoro. L'onorevole Delfino ha facoltà di replicare.

Pag. 26

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, signor sottosegretario Viceconte, nella interrogazione avevamo posto una questione molto puntuale: «quali siano le ragioni che hanno impedito all'ANAS di dare corso alla progettazione definitiva dopo il provvedimento conclusivo della valutazione di impatto ambientale»; prendo atto che la risposta non c'è e, quindi, non posso esprimere a questo riguardo una qualsiasi considerazione.
La seconda domanda era: «quale sia la reale situazione degli stanziamenti per la predetta variante già previsti nell'accordo di programma ANAS-regione e se tali risorse siano state destinate alla copertura di altri interventi». Esaminerò la risposta meglio di quanto ho potuto fare ascoltando la sua lettura. Tuttavia, potrei portare qui una serie (dal 2007 ad oggi, e anche antecedenti) di interventi di autorevoli rappresentanti del Governo che dicevano che queste risorse erano presenti.
In ogni caso, anche in relazione ad un'iniziativa autonoma della presidente della provincia, la signora Gianna Gancia, che ha sostenuto, su indicazione dell'ANAS, a cui lei non fa assolutamente menzione nella risposta, che vi sarebbe l'esigenza di avviare una nuova proposta progettuale, la questione è quella di comprendere come stiano le cose, sapendo dall'esperienza parlamentare che mi ha portato qui in tanti anni ad affrontare l'iter complesso dell'impatto ambientale, della progettazione, della copertura finanziaria, che questo intervento avrebbe tempi oggi non definibili.
Pertanto, signor sottosegretario, riproporrò al Ministro questa questione: non si può giocare, infatti, con l'unico, vero, collegamento internazionale, rappresentato dalla strada statale n. 21 in discussione. Le varianti di Demonte, Aisone e Vinadio sono oggetto di richiesta, di indirizzi e di impegni rinnovati da parte di diversi Governi nazionali e regionali, e di insistenze fortissime da parte di tutto il territorio. Constatiamo che, con riferimento a questo unico percorso di carattere internazionale, oggi, non viene data alcuna risposta puntuale da parte del Governo.
In questa sede, oggi, non mi strapperò le vesti, tuttavia, ritengo che, stante anche un orientamento positivo del Governo in ordine alla realizzazione delle infrastrutture, non ci si possa accontentare di risposte che lasciano ancora nella nebbia più totale un intervento essenziale e fondamentale per l'economia della nostra grande provincia di Cuneo.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15, con il seguito della discussione del disegno di legge comunitaria 2009.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Buttiglione, Lombardo e Palumbo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 2449-C) (ore 15,06).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Disposizioni per Pag. 27l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali e che è intervenuto in sede di replica il relatore, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,07).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Poiché durante il decorso del preavviso dovranno riunirsi la Commissione bilancio e il Comitato dei nove, chiedo ai rispettivi presidenti se il termine di venti minuti costituisca un lasso di tempo sufficiente.

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, la ringrazio per questa richiesta, ma abbiamo un problema: la Commissione bilancio non ha terminato l'esame degli emendamenti. Quindi, in attesa del parere della Commissione bilancio, chiederemmo quaranta minuti di tempo, in quanto riteniamo che entro tale lasso di tempo possa concludersi il lavoro della Commissione bilancio e il nostro esame successivo.

PRESIDENTE. Sta bene. Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 16,05.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge comunitario, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato.

(Esame degli articoli - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge modificati dal Senato, nel testo della Commissione.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, (vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Avverto, in proposito, che la Commissione bilancio ha espresso sul testo un parere favorevole con talune condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Tali condizioni saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Avverto che non sono pubblicati nel fascicolo, a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, gli emendamenti presentati direttamente in Assemblea non riferiti a parti modificate dal Senato.
Non sono altresì pubblicati, a norma dell'articolo 126-ter, comma 4, ultimo periodo, gli emendamenti già dichiarati inammissibili in Commissione.
Avverto, inoltre, che non saranno posti in votazione gli articoli 2, 3, 4, 5, 11, 18, 30, 32, 35, 36 e 37, in quanto non modificati dal Senato.
Non sarà del pari posto in votazione l'articolo 55, atteso che l'unica modifica ivi prevista costituisce un mero rinvio interno ad un articolo che ha mutato numerazione a seguito delle modifiche introdotte dal Senato. In tal senso è la prassi costante. Si veda, da ultimo, il precedente relativo alla seduta del 2 luglio 2002.
Avverto che, per un mero errore materiale, non risulta pubblicato nel fascicolo n. 1 degli emendamenti l'emendamento Fluvi 25.53 che, invece, deve intendersi regolarmente presentato e che è distribuito in fotocopia.
Avverto che la Commissione politiche dell'Unione europea ha presentato gli Pag. 28emendamenti 16.100, 17.100, 43.100 e 43.101, con riferimento ai quali ricordo che il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 17.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prego i colleghi di affrettarsi.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato
471).

Prendo atto che i deputati Cavallaro, Granata, Misiti, Romano, Ascierto, Rigoni, Barbareschi, Gnecchi e Zampa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata De Girolamo ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Poiché come precisato dalla Presidenza gli articoli 2, 3, 4 e 5 risultano essere già stati oggetto di doppia deliberazione conforme da parte delle due Camere, passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento 6.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 6.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello della Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, sono più che sorpreso perché sull'articolo 6 vi era l'unanimità in Commissione. Esso mira a rafforzare gli strumenti di politica europea del Governo.
Mira a rafforzare un organo che si chiama CIACE, che è il Comitato di coordinamento di politica europea, un organo che si è ispirato al modello francese che conta duecentocinquanta funzionari, mentre noi in Italia ne abbiamo venticinque. C'era l'accordo unanime delle varie forze politiche, e mira a rafforzare gli strumenti del Governo.
Per questo non capisco perché il Governo esprima un parere conforme al parere contrario della Commissione bilancio; è una cosa veramente molto difficile da capire, come tanti altri aspetti di questo disegno di legge comunitaria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo. Pag. 29
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato? Onorevole Roccella, onorevole Compagnon.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 506
Astenuti 3
Maggioranza 254
Hanno votato
293
Hanno votato
no 213).

Prendo atto che i deputati Ascierto, Rigoni, Zinzi e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che la deputata De Girolamo ha segnalato che non è riuscita a votare.
ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo soltanto per far presente che il gruppo dell'UdC non ha un posto al tavolo dei nove e che ci diventa difficile poter gestire le votazioni; quindi se uno dei componenti attualmente seduti...

PRESIDENTE. L'ultima sedia a destra è libera.

ANGELO COMPAGNON. Questo vuol dire che ci volete proprio nella maggioranza...

PRESIDENTE. È alla mia destra...
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 512
Astenuti 2
Maggioranza 257
Hanno votato
511
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Sarubbi, La Loggia e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata De Girolamo ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Damiano, onorevole Costa, onorevole Frassinetti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 519
Maggioranza 260
Hanno votato
519).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata De Girolamo ha segnalato che non è riuscita a votare.

Pag. 30

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato
522).

Prendo atto che i deputati Barbareschi e D'Ippolito Vitale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata De Girolamo ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Farinone. Ne ha facoltà.

ENRICO FARINONE. Signor Presidente, abbiamo discusso a lungo in Commissione e ieri qui in Assemblea, durante la discussione sulle linee generali, sull'utilizzo anomalo che si fa della legge comunitaria, trasformandola in una legge omnibus - lo ha riconosciuto anche il relatore - che concentra e fa concentrare l'attenzione esterna su interventi a volte in realtà marginali, quando non pretestuosi o addirittura estranei alla ratio e al ruolo del disegno di legge comunitaria.
Voglio ribadire, affinché ci si possa ricordare di questi nei prossimi mesi quando auspicabilmente si metterà mano alla riforma della legge n. 11 del 2005, al fine di rendere più incisivo ed efficace il ruolo della Camera così come previsto dal Trattato di Lisbona, che il ruolo e la ratio di tale disegno di legge è, come dicevo, la garanzia dell'adempimento degli obblighi normativi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea, non altro. Non è quello di veicolare per il suo tramite proposte di legge che debbono seguire l'iter parlamentare previsto e non quello accorciato costituito da emendamenti e nuovi articoli inseriti in una legge che si occupa di altro.
Oggi c'è qui grande fibrillazione sul tema della caccia. Sappiamo - lo abbiamo anche letto sui giornali questa mattina - che c'è grande fibrillazione anche all'interno della maggioranza, una parte della quale non accetta né il metodo né il merito dell'ormai famoso articolo 43 che modifica la legge n. 157 del 1992, non solo perché si tratta di un tema trasversale sul quale non può vigere la disciplina di partito, ma credo anche perché molti colleghi avvertono in modo intellettualmente onesto che non è questo il sistema corretto di procedere.
Colgo, quindi, l'occasione per chiedere al Ministro Ronchi, al relatore Formichella, alla maggioranza tutta: abbiamo ancora un po' di tempo, ritirate l'articolo 43, si discuta della eventuale revisione della legge n. 157 del 1992 nella sede opportuna. Sarebbe un bel modo per restituire centralità e prestigio al lavoro normativo dei parlamentari. In ogni caso, il nostro emendamento è molto semplice e coerente con le posizioni che abbiamo sempre espresso: si sopprima l'articolo 43.
Diranno meglio i miei colleghi della XIII Commissione (Agricoltura), ma insomma come si fa ad utilizzare i rilievi dell'Unione europea sulle eccessive deroghe alla chiusura della stagione venatoria decise da varie regioni italiane nel corso degli anni firmando così per mettere in atto un allungamento occulto del calendario venatorio? Si tratta di rilievi tesi a garantire la salvaguardia della biodiversità delle specie animali con una delega piena Pag. 31alle singole regioni nella gestione del calendario venatorio mitigata dalla sola validazione dell'analisi scientifica dell'ISPRA, il cui parere tra l'altro non è neppure vincolante (tema sul quale si è discusso a lungo) e, quindi, il lavoro scientifico può non avere un valore concreto a livello nazionale.
Ma la fauna è patrimonio di tutta la comunità nazionale. Oserei dire che è patrimonio di tutta la comunità planetaria e non può essere costretta entro gabbie regionali i cui confini gli uccelli - e non solo loro - evidentemente non conoscono.
Oltre ai confini geografici sono importanti anche quelli temporali e anche qui c'è un'ambiguità: si è utilizzato il termine «posticipare» frutto di un contributo in XIII Commissione (Agricoltura) del Partito Democratico che ha fatto - voglio qui dirlo - tutto il possibile per mediare una soluzione ragionevole in luogo dell'originale e più preoccupante mera modifica del calendario che praticamente conteneva la possibile anticipazione del calendario venatorio. Ma è al contempo scomparso ogni termine conclusivo di quel calendario.
Insomma, ci troviamo dinanzi ad un vero e proprio pasticcio, come lo ha definito ieri in una seduta la collega Cenni. L'ISPRA non viene investito di tutte le competenze che dovrebbe avere e non viene neppure utilizzato per quello che è dal punto di vista scientifico con l'abolizione della vincolatività - come dicevo prima - del suo parere. I non meglio precisati osservatori regionali non esistono e non si sa quando mai esisteranno: il calendario così come concepito produrrà - è facile previsione - ricorsi e controricorsi, generando, come temo, un certo caos.
Quindi, ribadisco: stralciamo questo articolo e affrontiamo la questione con calma nella sede sua propria. Liberiamo la legge comunitaria da questo fardello. Se non lo farete, sarà la prova provata, colleghi della maggioranza, che siete ostaggio delle lobby per di più minoritarie, come tutti i sondaggi ben dimostrano, che vi hanno imposto un intervento legislativo sbagliato nel merito e nel metodo. Quindi, vi invito a votare il nostro emendamento soppressivo.
Vi sono naturalmente altre questioni, vorrei cominciare da ciò di cui ha parlato poco fa il collega Gozi che testimoniava inoltre il senso di responsabilità del Partito Democratico nei confronti delle istituzioni: il rafforzamento del comitato interministeriale per gli affari comunitari europei in termini di ruoli e di organici al fine di potenziare la partecipazione del Governo italiano alla fase di formazione degli atti normativi dell'Unione europea, che è stato votato all'unanimità in Commissione sulla base di un nostro emendamento, è (anzi devo dire era dopo l'intervento della Commissione bilancio) un importante aiuto al Ministero per le politiche europee affinché possa migliorare qualità e quantità della nostra presenza in Europa. Così non ha voluto chi tiene i cordoni della borsa nel Governo, sappiamo chi è evidentemente.
Con questa medesima logica riteniamo opportuno rimediare alla parziale riforma apportata dal Senato alla legge n. 11 con l'introduzione di un comma che sostanzialmente limita le prerogative del Parlamento unicamente ad una valutazione del principio di sussidiarietà dal punto di vista dell'interesse nazionale. Ma capita invece che vi sono questioni che coinvolgono il nostro Paese per quanto concerne la sussidiarietà e la proporzionalità, pur senza direttamente riguardare l'interesse nazionale. In questo caso secondo il testo che andiamo a votare non dovremmo parlarne, ma questo è sbagliato. Sappiamo cosa c'è dietro dal punto di vista politico e sappiamo del peso crescente che sta assumendo la Lega all'interno della maggioranza, ma questo non giustifica, signori della maggioranza, il vostro silenzio.
Come lei ben sa, signor Ministro, esistono ben quattro proposte di legge qui alla Camera di revisione della legge n. 11 e c'è un'intesa in XIV Commissione per provare a renderle compatibili nell'interesse generale e non di questa o quella forza politica. Non capisco quindi perché al Senato la maggioranza abbia voluto Pag. 32intervenire sulla legge n. 11 in questo modo, errato nel metodo nonché parziale e insufficiente. O meglio lo capisco perfettamente, ma il motivo politico soverchia sbagliando quello che in questo caso è davvero un interesse nazionale, e cioè che questo Parlamento possa interagire al meglio con l'Unione europea, così come vuole il Trattato di Lisbona.
Il nostro emendamento pertanto pone in capo al Ministro per le politiche europee l'impegno a presentare alle Camere entro 15 giorni dalla trasmissione di un atto o di un progetto legislativo dell'Unione, una relazione che dia conto del fondamento della competenza dell'Unione, del rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, dello stato o delle prospettive dei negoziati, delle eventuali osservazioni espresse da soggetti già consultati, nonché dell'impatto sull'ordinamento, sull'organizzazione dell'amministrazione pubblica e sulle attività dei cittadini e delle imprese. Dopodiché il Ministro deve informare tempestivamente le Camere sull'andamento dell'esame presso le istituzioni dell'Unione di quei progetti e atti, sugli sviluppi del riesame dei progetti di atti normativi trasmessi in seno al Consiglio dell'Unione, sulle posizioni assunte dal Governo nell'ambito di consultazioni pubbliche avviate dalla Commissione europea, sulle altre iniziative o osservazioni indirizzate formalmente dal Governo a istituzioni dell'Unione, nonché sulle iniziative di altri Stati membri di cui il Governo abbia formale conoscenza.
Vi sono altre questioni che vado scorrendo rapidamente, non tutte naturalmente. Desidero però sottolineare, lo faranno meglio i colleghi della Commissione ambiente, il nostro emendamento all'articolo 16 che recepisce la direttiva 31 relativa allo stoccaggio geologico del biossido di carbonio, che è nell'allegato B di questa legge comunitaria. L'autorizzazione necessaria, che viene rilasciata dall'apposito comitato nazionale per la gestione della direttiva 87, deve avvenire a seguito di valutazione di impatto ambientale, così noi chiediamo; una dimenticanza del testo attuale invece preoccupante invero, se si vuole salvaguardare al meglio il territorio con gli strumenti di cui le istituzioni possono disporre.
Gli emendamenti del Partito Democratico all'articolo 25, con i quali voglio concludere, in materia di remunerazione degli amministratori delle società quotate, tendono al rispetto dei principi e dei criteri direttivi indicati nelle raccomandazioni della Commissione europea del 2004 e più ancora del 2009, come risposta ad uno degli aspetti nefasti e davvero discutibili emersi con la crisi finanziaria, ovvero l'esistenza di bonus e compensi di varia natura e di rilevante peso economico destinati ad amministratori di aziende assolutamente slegati dai risultati aziendali e assolutamente fuori dal controllo degli azionisti.
Qualunque buon libro di management e qualunque esperienza manageriale corretta ed efficace nel campo della compensation evidenziano e impongono l'indispensabilità di un legame stretto e vincolante tra risultati aziendali e individuali, meglio se non legati al breve periodo, superando l'endemica pressione delle quote di review e il sistema premiante. I nostri emendamenti vogliono esattamente andare in quella direzione, positiva dal punto di vista di una corretta gestione manageriale e, al tempo stesso, aderente al richiamo morale delle raccomandazioni comunitarie. Ciò allo scopo di evitare ingiustificati privilegi e prevenire conflitti di interesse mai utili alle aziende e, quindi, all'economia nel suo complesso.
Da qui la previsione di un comitato per le remunerazioni che presiede alle politiche aziendali in materia di incentivazioni e benefit, adeguatamente supportato da professionisti della materia esclusivamente dedicati alle figure degli amministratori aventi incarichi esecutivi o poteri di gestione. Si tratta di un comitato che riferisce del proprio operato all'assemblea generale annuale degli azionisti. Da qui la necessaria subordinazione delle componenti variabili delle retribuzioni a misurabili e predeterminati obiettivi verificabili in termini di risultato. Inoltre, l'indispensabilità che i criteri in materia di risultati Pag. 33promuovano la sostenibilità a lungo termine delle aziende, nel rispetto, al tempo stesso, delle norme e delle procedure in vigore. Di qui, e non vado oltre, il differimento triennale nell'acquisizione di azioni rispetto alla data di concessione. Così pure, per l'esercizio delle opzioni su azioni, o di altri diritti di acquisto di azioni in base alle variazioni di prezzo delle azioni medesime.
Bisogna favorire un comportamento manageriale che tenga, non tanto o non solo, alla fidelizzazione aziendale (questa è una scelta che ogni azienda decide di fare o meno), quanto il perseguimento del positivo andamento aziendale di medio e lungo periodo, nell'interesse degli azionisti, degli stessi amministratori, ma anche di tutti i dipendenti e degli stakeholder, ovvero della società nel suo insieme.
Signor Presidente, onorevole Ministro, onorevole relatore, in conclusione, con le nostre proposte emendative cerchiamo di migliorare ulteriormente il lavoro svolto fino qui nelle Commissioni di merito e nella XIV Commissione. Lo facciamo, signor Presidente, con lo spirito di chi ritiene che da questo nostro lavoro odierno debba e possa uscire un'Italia più vicina all'Europa e più autorevole e forte in Europa, nell'interesse di tutti: di tutte le forze politiche e, soprattutto, nell'interesse degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sulla proposta emendativa presentata, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gozi 9.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Saluto gli studenti della scuola media Palladio di Fratta Polesine in provincia di Rovigo, e agli studenti della scuola media statale Berrettini Pancrazi di Cortona, in provincia di Arezzo, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Gozi 9.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, l'emendamento presentato concerne l'articolo 9, così come riformulato al Senato con parere favorevole del Governo, relativo alla verifica e al controllo del principio di sussidiarietà sugli atti dell'Unione europea da parte delle Camere. Il nostro è un emendamento interamente sostitutivo, perché la norma introdotta dal Senato è profondamente sbagliata e che male interpreta il ruolo stesso del Parlamento nei processi decisionali. La norma restringe un potere di controllo e delle prerogative del Parlamento che, invece, andrebbero estese anche alla luce del nuovo Trattato di Lisbona, mentre esalta in maniera erronea e restrittiva dal punto di vista delle prerogative parlamentari un parametro che è quello dell'interesse nazionale.
Mentre, secondo la nostra interpretazione del trattato e delle leggi italiane in vigore, il Parlamento dovrebbe poter esercitare un potere di controllo che va al di là della valutazione, ovvia per un Parlamento della Repubblica, dell'interesse nazionale, l'emendamento che la maggioranza ha approvato al Senato restringe il potere di controllo del Parlamento unicamente al parametro dell'interesse nazionale. Esso, quindi, ribadisce una cosa ovvia, ma, ribadendola e mettendola nero su bianco, restringe i poteri di controllo del Parlamento, che dovrebbero, invece, essere ispirati a criteri di valutazione complessiva, ossia dovrebbero comprendere tutti gli aspetti rilevanti ai fini del principio di sussidiarietà e del principio di proporzionalità. Vi possono essere casi, infatti, in cui il Parlamento italiano ritenga Pag. 34non conforme al principio di sussidiarietà un provvedimento europeo senza che questo incida sull'interesse nazionale: in quel caso, seguendo la formulazione del Senato, non potremmo esercitare il nostro potere di controllo.
Non si capisce, veramente, il motivo di questa autolimitazione, impropria anche in considerazione del fatto che tutti i gruppi politici sono d'accordo nell'intervenire sulla legge n. 11 del 2005 e che quest'ultima abbia bisogno di un aggiornamento, alla luce del Trattato di Lisbona. Conoscendo, signor Presidente, anche la sua sensibilità in materia, sono sicuro che converrà con il fatto che un Parlamento non può dichiarare l'ovvio, ossia che pensa all'interesse nazionale: un Parlamento membro del sistema dell'Unione europea non può limitare i suoi poteri di controllo solo all'interesse nazionale, perché vi sono tanti altri aspetti.
Tra l'altro, questa norma parla di uso riservato delle informazioni. Se c'è qualcosa che, invece, va rivisto nel flusso di informazioni fra Consiglio dei ministri e Parlamenti nazionali e tra Commissione europea e Parlamenti nazionali, è proprio l'uso riservato. Noi dobbiamo rendere pubblico lo scambio di informazioni, perché solo se rendiamo pubblico lo scambio di informazioni tra le istituzioni comunitarie e le istituzioni nazionali, innanzitutto il Parlamento, potremmo aumentare l'attenzione dell'opinione pubblica su questioni fondamentali, ma che spesso, anche a causa della disattenzione del Parlamento, vengono trascurate.
Non si capisce, quindi, perché dobbiamo limitare il potere di controllo, quando potremmo avere un potere di controllo molto più ampio, e perché dobbiamo fare un uso riservato di informazioni che sono pubbliche, perché si tratta di atti legislativi. Il Consiglio dei ministri, quando delibera in via legislativa, tiene riunioni pubbliche (e noi parliamo di un uso riservato).
Per questo motivo noi abbiamo presentato un emendamento sostitutivo dell'articolo 9. Spero che la maggioranza, almeno in Aula (dato che so che condivide buona parte della nostra analisi), possa tornare sui suoi passi rispetto a quanto affermato in Commissione e, in ogni caso, ritengo che nella revisione della legge n. 11 del 2005 dovremo riprendere la questione, riaffrontarla e certamente disciplinare questi aspetti in maniera decisamente diversa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, il gruppo UdC condivide l'emendamento Gozi 9.1, che rafforza quella che usiamo definire la fase ascendente dei compiti dei Parlamenti nazionali nell'esame delle direttive europee, ossia il contributo che il Parlamento e i Parlamenti devono dare anche alla fase ascendente e alla valutazione esattamente dell'impatto. Mi pare che ormai ciò sia stabilito anche dal Trattato di Lisbona, che introduce, con l'articolo 8 C, un compito nuovo dei Parlamenti, proprio in fase di formazione delle decisioni.
Per queste ragioni, condividiamo gran parte degli argomenti già esposti dal collega Gozi. Vorrei sottolineare che l'esigenza di una revisione della legge n. 11 del 2005 è largamente condivisa e matura, anche nel dibattito politico. Con il Presidente Buttiglione, primo firmatario, abbiamo presentato una proposta di legge in questo senso, proprio perché, ormai, anche la natura delle direttive è un po' mutata: non siamo più dinanzi all'interrogativo se si tratti di direttive inequivoche, puntuali e precise e, quindi, immediatamente self executing nell'ordinamento.
Ormai le direttive nascono così e, dunque, dovremmo trovare un meccanismo diverso di recepimento, anche per evitare qualche ritardo nazionale, cosa che le classifiche, che tuttora ci vedono buoni penultimi nella graduatoria dei recepimenti delle direttive comunitarie, ci inducono a fare.
Dunque, questo emendamento, sostitutivo dell'articolo 9, è utile proprio per Pag. 35migliorare questa fase di partecipazione preventiva dei Parlamenti nazionali alle decisioni europee e credo che su questo tema davvero l'Assemblea non si dovrebbe dividere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gozi 9.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 529
Maggioranza 265
Hanno votato
252
Hanno votato
no 277).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 530
Votanti 527
Astenuti 3
Maggioranza 264
Hanno votato
273
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 532
Maggioranza 267
Hanno votato
532).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Damiano e Bernardini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 533
Maggioranza 267
Hanno votato
533).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita a votare.

Pag. 36

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dell'emendamento 13.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.200 della Commissione, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 539
Votanti 316
Astenuti 223
Maggioranza 159
Hanno votato
316).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 534
Votanti 322
Astenuti 212
Maggioranza 162
Hanno votato
321
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 540
Votanti 536
Astenuti 4
Maggioranza 269
Hanno votato
536).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti. Pag. 37
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 523
Maggioranza 262
Hanno votato
523).

Prendo atto che i deputati Servodio, Rugghia, D'Antona, De Torre e Pionati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata De Pasquale ha segnalato non è riuscita a votare.
Dovremmo ora passare all'esame dell'articolo 16.
Avverto che non sono ancora decorsi i termini per la presentazione dei subemendamenti riferiti all'emendamento 16.100 della Commissione. Avverto, inoltre, che la Commissione bilancio non ha ancora espresso il parere sul predetto emendamento della Commissione. Dobbiamo pertanto procedere all'accantonamento dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate fino al compimento di tali adempimenti.
Dovremmo ora passare all'articolo 17.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, chiedo di accantonare l'articolo 17 ed i relativi emendamenti.

PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, resta così stabilito.

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 2449-C )

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 527
Maggioranza 264
Hanno votato
527).

Prendo atto che i deputati Zaccaria e Lisi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Bratti 20.50, 20.2 e 20.3, nonché sull'emendamento Piffari 20.4.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Bratti 20.50. Pag. 38
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, tratterrò tutti e tre gli emendamenti a mia prima firma facendo alcune brevi considerazioni.
Penso che siamo di fronte non a un recepimento di qualche direttiva, ma a una modifica del decreto legislativo n. 117 del 2008, che riguarda i rifiuti da attività estrattive, e non la direttiva 2008/98/CE, rispetto alla quale è stato chiesto lo stralcio dell'articolo 21 in Commissione.
Credo che qui ci si trovi davanti, come al solito, a un tentativo di semplificare la normativa pensando di fare un favore agli operatori, per rendere, dal punto di vista dell'iter, più semplice ottenere le autorizzazioni.
In realtà, a mio parere, si sta facendo un pasticcio, con un'ulteriore modifica, quanto meno in maniera complementare, del testo unico in materia ambientale di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006. A questo proposito rilevo infatti (e tutti e tre gli emendamenti vanno in quella direzione) che il tentativo di introdurre allegati tecnici, che poi tali non sono, rischia di gettare il sistema ancor più nel caos: si parla di allegati tecnici di breve e lungo periodo, senza definire che cosa siano; si parla di polveri sottili e non si definisce come vengano classificate.
Credo quindi che il tentativo di inserire in una legge tutta una serie di chiarimenti rischi di fare più confusione che altro. Ci sembrava invece più opportuno (ed è questa la logica soprattutto del mio emendamento 20.3) rimandare la definizione di rifiuto inerte ad un allegato tecnico, che l'Istituto nazionale competente avrebbe dovuto preparare, e far sì che le regioni e gli operatori potessero poi seguire la definizione dell'allegato stesso.
Non ci stupisce tuttavia questo atteggiamento un po' dilettantesco: siamo ancora davanti a modifiche parziali, rispetto ad una materia come quella dei rifiuti che invece (come più volte abbiamo chiesto) dovrebbe essere regolamentata da un provvedimento di carattere organico. Tra l'altro - lo voglio ricordare - il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legislativo che recepirebbe la direttiva 2008/98/CE facendone un gran vanto: di tale decreto le Commissioni parlamentari non sono assolutamente a conoscenza. Dirò di più: mentre le Commissioni parlamentari stanno discutendo su tutta una serie di problemi che causa il sistema denominato SISTRI, in realtà notizie di stampa riportano, invece, che pare che il Consiglio dei ministri abbia adottato un regolamento creando delle difficoltà - e ne creerà sicuramente - agli operatori, bypassando in toto le Commissioni parlamentari.
Chiedo quindi un voto favorevole su tutti e tre gli emendamenti con una scalarità. Infatti il 20.50 tende a modificare, lievemente precisando (e crediamo di fare un favore anche al Governo) alcune questioni; gli altri due invece rigettano completamente la filosofia dell'articolo stesso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 20.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 527
Votanti 526
Astenuti 1
Maggioranza 264
Hanno votato
253
Hanno votato
no 273).

Prendo atto che i deputati Cesa e De Pasquale hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 20.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 39
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 530
Maggioranza 266
Hanno votato
257
Hanno votato
no 273).

Prendo atto che i deputati De Girolamo e Cesa hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 20.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 532
Maggioranza 267
Hanno votato
257
Hanno votato
no 275).

Prendo atto che i deputati Cesa e De Pasquale hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che la deputata Gatti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 20.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, in questo articolo si rischia di creare un po' di confusione anziché semplificare. Ci si riferisce comunque ad una materia ormai di competenza regionale, con delle direttive europee molto chiare: dunque intervenire così significa creare più confusione anziché semplificare il procedimento (in questo caso quello degli inerti prodotti nell'estrazione di minerali). L'emendamento chiede pertanto di aggiungere dopo le parole: «apposita lista» le parole: «predisposta in coerenza con la caratterizzazione dei rifiuti di cui alla decisione 2009/360/CE e alla definizione di rifiuto inerte di cui alla decisione 2009/359/CE».
Semplificare vuol dire a volte anche rispettare le autorità preposte per legge ad intervenire in questa materia, diversamente questo articolo - anziché rispettare serenamente le direttive CE e nello stesso tempo l'autonomia odierna delle regioni in materia - viene letto con molta confusione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 20.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Paglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 535
Votanti 533
Astenuti 2
Maggioranza 267
Hanno votato
257
Hanno votato
no 276).

Prendo atto che i deputati Cesa e De Pasquale hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 534
Votanti 501
Astenuti 33
Maggioranza 251 Pag. 40
Hanno votato
279
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che i deputati Cesa e De Pasquale hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Stralcio dell'articolo 21 - A.C. 2449-C)

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, ricordo che la Commissione ha deliberato di proporre lo stralcio di questo articolo.

PRESIDENTE. La Commissione propone lo stralcio dell'articolo 21. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Brugger 22.50.

PRESIDENTE. Il Governo?

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo quindi ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brugger 22.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 288
Astenuti 249
Maggioranza 145
Hanno votato
11
Hanno votato
no 277).

Prendo atto che i deputati De Pasquale e Cesa hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Colucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 534
Votanti 531
Astenuti 3
Maggioranza 266
Hanno votato
529
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati Cesa e De Pasquale hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 23 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Passiamo ai voti. Pag. 41
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 527
Astenuti 1
Maggioranza 264
Hanno votato
527).

Prendo atto che il deputato Laboccetta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata De Girolamo ha segnalato che non è riuscita a votare.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo Cimadoro 23.01

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Cimadoro 23.01.

PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, tra le direttive che sono state inserite nell'allegato B al Senato, vi è anche la direttiva 2009/71/EURATOM del 25 luglio del 2009, che istituisce un quadro comunitario per la sicurezza degli impianti nucleari nei Paesi in cui esistano o in cui si vogliano costruire.
Premesso che naturalmente la direttiva ben si guarda dall'imporre qualcosa, quindi non vi è alcun obbligo di introduzione, il problema è che essa è stata inserita senza fornire alcuna delega al Governo su come darle applicazione. Noi vogliamo, invece, che sia assicurato un recepimento integrale della direttiva e che si impegni il Governo ad individuare strumenti e procedure più rigorosi, seguendo il tenore della direttiva stessa (che è stata varata proprio per garantire elementi più rigorosi di sicurezza).
In particolare, chiediamo di assicurare e garantire che vi sia anche un referendum preventivo della popolazione nella regione in cui l'impianto debba essere costruito, perché la verità è che questo Governo e questa maggioranza, decidendo di perseguire la strada degli impianti nucleari, hanno anche deciso una sorta di militarizzazione dei siti.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONEINDIDEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 17).

ANTONIO BORGHESI. A me farebbe piacere capire come si concili questo fatto con le prese di posizione di alcuni neopresidenti di regioni, che non si sono opposti all'idea di avere impianti nucleari ma che dicono: non ci siamo opposti - mi riferisco al presidente della regione Veneto Zaia - ma in Veneto non si faranno mai (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Signor Presidente, i casi sono due: o è vero che i cittadini sono con voi, e allora non dovreste avere paura di permettere che prima di insediare un impianto nucleare si chieda alla popolazione se lo accetti (e quindi dovreste votare a favore di questo articolo aggiuntivo), oppure state prendendo in giro i cittadini. Li prendono in giro ancora di più i presidenti eletti, che dichiarano il contrario di quello che dichiara il Ministro dello sviluppo economico il quale, di fronte ad un presidente che dice che in quella regione non si faranno mai, dice che lì in quella regione ci saranno siti nucleari.
Allora accogliete la nostra proposta, che è quella di chiedere e di ottenere il parere favorevole delle parti interessate, prima di tutto dei cittadini delle regioni in Pag. 42cui volete insediare gli impianti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, tale questione naturalmente è molto cospicua ed è posta anche in una sede che non ci consente di affrontarla interamente.
Non condividiamo l'impostazione di questo articolo aggiuntivo nella parte in cui affida al referendum tra le popolazioni locali la sicurezza e la tutela della salute, perché non basta una consultazione locale in materie scientificamente controverse per risolvere e tutelare questioni e diritti di così grande importanza e valore.
Non ci convince del tutto il criterio del referendum con valore decisionale, perché l'effetto NIMBY - come normalmente è definito - è chiaramente diventato un elemento ormai consolidato in tutte le realizzazioni di opere pubbliche che creano un certo impatto ambientale, figuriamoci certamente in occasione di impianti nucleari. Dunque non ci convince la sede e neanche buona parte della formulazione di questo emendamento, anche se la questione della disciplina del procedimento decisionale in relazione all'installazione di impianti nucleari, e anche al tema della partecipazione dei cittadini a questo procedimento, è questione che merita certamente un suo rilievo, una sua attenzione. Pertanto il gruppo dell'Unione di Centro si asterrà sull'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 23.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gatti, onorevole Pili, onorevole Barbareschi, onorevole Bianconi, onorevole Pisacane...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 529
Votanti 487
Astenuti 42
Maggioranza 244
Hanno votato
213
Hanno votato
no 274).

Prendo atto che il deputato Ruben ha segnalato che non riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 24 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Fluvi 24.2 e 24.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato della Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Fluvi 24.2. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fluvi. Ne ha facoltà.

ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, intendo riferirmi ad entrambi gli emendamenti Pag. 43a mia prima firma, 24.2 e 24.3 in modo tale da accelerare i lavori. L'articolo 24 è una disposizione molto tecnica. Con la direttiva n. 2009/44/CE si introducono alcune correzioni ad una precedente direttiva, la n. 1998/26/CE, con la quale si è costruito un regime che garantisce il carattere definitivo degli ordini di trasferimento. Inoltre si introducono norme per tutelare l'efficacia delle garanzie finanziarie nei confronti dei partecipanti nazionali ed esteri nel regolamento dei sistemi di pagamento e nei sistemi di regolamento titoli. Infine si interviene sul quadro giuridico per l'uso transfrontaliero delle garanzie finanziarie. Lo dicevo prima, è un articolo molto tecnico, ma a nostro avviso i criteri per l'attuazione della direttiva n. 2009/44/CE sono troppo generici. Da qui i due emendamenti che abbiamo presentato (il 24.2 e il 24.3). Con il primo la disposizione che vorremmo introdurre precisa che la deroga all'ordinario regime dell'inopponibilità degli atti inefficaci non impedisce, appunto, di far valere i diritti risultanti dall'operazione sottostante all'ordine di trasferimento. È una chiara previsione che è contenuta nel Considerando 13 della direttiva n. 1998/26/CE. Inoltre, con l'altro emendamento (il 24.3) intendiamo inserire questi ulteriori obblighi nella delega; in altre parole, l'insieme dei beni, le cosiddette attività finanziarie che possono essere oggetto di un contratto di garanzia, è più ampio di quello previsto nella versione originaria della direttiva. È quindi opportuno, a nostro avviso, che il Governo, nel recepire le modifiche alla direttiva stessa, conservi tale estensione.
Inoltre prevediamo, alla lettera c-ter), proprio l'indicazione al Governo della necessità di non esercitare l'opzione che consente agli Stati membri di subordinare ad un atto formale l'efficacia verso terzi della costituzione di crediti di garanzia.
Infine la modifica che proponiamo alla lettera c-quinquies) è diretta a semplificare e a rendere certi i requisiti formali necessari per la costituzione della garanzia finanziaria dalle parti. Queste sono le modifiche che proponiamo all'articolo 24 per rendere la direttiva più pungente ed evitare che i criteri di delega al Governo siano eccessivamente generici.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fluvi 24.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Galati, l'aspettiamo... onorevole Sposetti... onorevole Gatti... onorevole Leone, che ringrazio ancora della cortesia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 531
Astenuti 1
Maggioranza 266
Hanno votato
255
Hanno votato
no 276).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fluvi 24.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Orlando, l'aspettiamo... onorevole Mazzuca... onorevole Gatti... onorevole Migliori... onorevole Ria... onorevole Vico... onorevole Lo Monte... onorevole Sardelli... onorevole Pili... l'onorevole Barani ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 535
Votanti 534 Pag. 44
Astenuti 1
Maggioranza 268
Hanno votato
257
Hanno votato
no 277).

Prendo atto che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... onorevole Vico... onorevole Lo Monte... onorevole Fassino... onorevole Madia... il sottosegretario Bonaiuti ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 285
Astenuti 252
Maggioranza 143
Hanno votato
285).

(Esame dell'articolo 25 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Zeller 25.50, Zeller 25.51, Borghesi 25.2, Borghesi 25.52, Gozi 25.4, Gozi 25.5 e Fluvi 25.53.

PRESIDENTE. Il Governo?

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Zeller 25.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà.

KARL ZELLER. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi su questi nostri emendamenti. Si tratta di un problema delicato in merito alla trasparenza dei compensi dei manager. Come ci ricordiamo tutti, in piena crisi finanziaria abbiamo visto emolumenti scandalosi di fronte a società che stavano per fallire.
Il Senato aveva introdotto un tetto a questi compensi e ciò sicuramente rappresentava la via sbagliata: giustamente la Camera ha cancellato tale tetto, pari all'indennità parlamentare, che avrebbe portato l'Italia fuori dai mercati internazionali. Tuttavia, ciò che mi sembrerebbe giusto è una maggiore trasparenza, come è stata introdotta anche nella Repubblica federale tedesca: mi riferisco al fatto che almeno i soci devono sapere qual è lo stipendio di un amministratore di una società quotata in borsa e di una banca (e questo richiede anche la raccomandazione della Commissione europea). Perciò noi abbiamo presentato gli emendamenti in esame: per far decidere i soci sugli emolumenti e sui compensi degli amministratori di queste grandi società. Diciamo «no» ai tetti, ma una maggiore trasparenza gioverebbe sicuramente al buon andamento di queste società. Invitiamo i colleghi a votare a favore dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 25.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cota? Onorevole Sardelli? Onorevole Granata? Onorevole Torazzi? Pag. 45Onorevole Cesario? Onorevole Migliori? Onorevole D'Ippolito? Onorevole Angeli? Onorevole Dozzo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 535
Maggioranza 268
Hanno votato
261
Hanno votato
no 274).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 25.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli? Onorevole Renato Farina? Onorevole Vico? Onorevole Lo Monte? Onorevole Albonetti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 542
Maggioranza 272
Hanno votato
263
Hanno votato
no 279).

Prendo atto che il deputato Romano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 25.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, qui abbiamo un altro esempio eclatante di come quando vi fa comodo le direttive europee dicono determinate cose, anzi forzate l'interpretazione per far dire cose che magari non dicono, mentre quando vi sono raccomandazioni precise dell'Unione europea fate finta di non vederle. Sulla questione dei compensi ai manager noi pensiamo e vorremmo che tutti fossero capaci di ricordare quanto hanno pesato in tutto quello che è capitato in questi due anni e che il nostro Paese sta ancora pagando e pagherà fortemente ancora nei prossimi mesi. Infatti, quando la remunerazione dei manager viene fissata con metodi e modalità che incentivano a qualunque costo l'uso di strumenti che hanno alta redditività ma alto rischio, come noi ben sappiamo questo ha portato addirittura al fatto che vi siano società finanziarie che hanno frodato i cittadini e i risparmiatori non dicendo a quali rischi andavano incontro.
Vorrei ricordare quello che sta succedendo negli Stati Uniti, dove la SEC sta indagando per frode alcune istituzioni di grandissimo nome e di grande rilevanza, proprio per aver omesso di dire ai risparmiatori i rischi che stavano correndo. Tutto questo perché? Perché è proprio grazie alla vendita di prodotti così rischiosi (e, quindi, inevitabilmente, ad alto rendimento), che i manager hanno potuto incassare compensi di straordinario significato e di entità inimmaginabile.
Vogliamo, dunque, porre un argine a questa situazione? Non diciamo che si debbano per forza costringere dei manager a percepire somme al di fuori del mercato, però, quanto meno sulle stock option e sui compensi di tipo variabile, bisogna imporre una qualche cautela a tutela dei risparmiatori e dei cittadini.
Fondamentalmente, la nostra proposta non è rivoluzionaria, ma prevede soltanto che, laddove vi sia un compenso legato ai risultati, essi non debbano essere valutati nel breve termine (dove, evidentemente, può prevalere un'ottica di profitto alto, ma a rischio alto), ma in base alla capacità di quel manager di far crescere il valore dell'impresa per la quale lavora. Pertanto, proponiamo che tali compensi debbano essere riferiti ad un arco di tempo sufficientemente lungo, per evitare di trovarci di nuovo di fronte ad una crisi di proporzioni gigantesche, come quella a cui abbiamo assistito.
Pertanto, sia con riferimento all'emendamento Borghesi 25.2, che all'emendamento Borghesi 25.52 (sul quale poi, ovviamente, Pag. 46non interverrò perché simile), proponiamo che sia fissato a cinque anni il riferimento sulla base del quale attribuire eventuali compensi di natura variabile ai manager delle imprese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, i temi alla nostra attenzione sono assai importanti, esulano persino dal mero recepimento della direttiva, in quanto in realtà si tratta dei correttivi, dei legal standard, delle misure che vorremmo adottare per regolare meglio l'economia sul piano globale e per non ricadere - come direbbe Carlo Maria Martini - nei peccati della globalizzazione.
Soprattutto, ora abbiamo dinanzi un tema molto concreto che gli italiani ben intendono: la disciplina delle remunerazioni dei manager nelle società quotate in borsa e non solo. Più che interventi parziali, ci convince poco il criterio che prevede di legare la remunerazione alla valutazione quinquennale dei risultati. Tuttavia, il tema è assai presente e necessario.
In tal senso, forse, possiamo già annunciare che una disciplina più organica è quella che intravediamo negli emendamenti Gozi 25.4 e 25.5, che il gruppo dell'Unione di Centro voterà con convinzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 25.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... onorevole Lusetti... onorevole Pili... onorevole D'Ippolito Vitale... onorevole Vico... onorevole Ruvolo... onorevole Cesa... onorevole Corsaro... onorevole Colucci... aspettiamo il questore... bene.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 530
Votanti 299
Astenuti 231
Maggioranza 150
Hanno votato
31
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che il deputato Piso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata D'Incecco ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 25.52, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Laboccetta... onorevole Cesa... onorevole Cota... l'onorevole Cesa ha votato... onorevole Sardelli... onorevole Capitanio Santolini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 531
Votanti 294
Astenuti 237
Maggioranza 148
Hanno votato
22
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che la deputata Boniver ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Gozi 25.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, questo è un punto su cui è opportuno soffermarsi perché certamente, su un tema del genere e in un periodo del genere, vanno evitati qualsiasi tipo di propaganda Pag. 47ma anche qualsiasi tipo di intervento che sembra utile, ma in realtà non incide.
È evidente che il richiamo - così come è fatto - del Governo alle raccomandazioni della Commissione europea, in materia di remunerazione del management delle società quotate, è perfettamente inutile. È vero che le raccomandazioni non hanno un valore vincolante, ma è anche vero che, dal punto di vista politico e anche da quello etico - e alla luce dei recenti scandali finanziari emersi con il manifestarsi delle rischiose politiche dei derivati attuate dagli istituti di credito ed esplose nella recente crisi economica e finanziaria - occorre veramente fare di tutto e, quindi, recepire in maniera più dettagliata e con deleghe più dettagliate le raccomandazioni e gli orientamenti concordati in sede europea, per evitare il cosiddetto azzardo morale delle società quotate. Si tratta, cioè, di recepire, con i criteri e i principi di delega che proponiamo, le raccomandazioni della Commissione europea e di evitare che i meccanismi dei bonus, delle stock option e delle liquidazioni garantite spingano i dirigenti delle società finanziarie quotate in borsa ad assumere rischi eccessivi a scapito degli azionisti.
Si tratta, dunque, di recepire in modo inequivocabile uno dei principi fondamentali contenuti nella raccomandazione, secondo il quale la struttura della remunerazione deve essere fondata sui risultati conseguiti dalla società e che questi risultati siano misurabili su una strategia di lungo periodo.
Certamente riteniamo che la legge comunitaria non sia la sede idonea per disciplinare in via legislativa e in modo specifico la materia, ma è importante ed è necessario orientare il nostro ordinamento ad alcuni principi chiave contenuti, appunto, nelle raccomandazioni approvate nell'aprile 2009 in sede europea.
Questi principi, così come sono richiamati dal Governo nel testo, rischiano di rimanere solo richiami generici se non vengono ancorati a criteri maggiormente determinati, proprio come previsto nella raccomandazione.
Occorre, dunque, sostanziare l'affermazione generale contenuta nell'articolo 25, secondo cui i sistemi retributivi degli amministratori delle società quotate non devono essere in contrasto con le politiche di prudente gestione e di lungo periodo e, quindi, con principi e criteri direttivi maggiormente stringenti.
È a questo obiettivo che mirano i nostri emendamenti, ossia ad ancorare i principi generali a precisi criteri di definizione delle remunerazioni, in piena aderenza con le politiche comunitarie, prevedendo anche un codice etico delle remunerazioni.
Si mira, inoltre, a porre vincoli e limiti, sia per quanto riguarda la componente fissa sia per quella variabile delle retribuzioni e ad ancorare le stesse e il trattamento di fine rapporto agli effettivi risultati raggiunti e misurabili sulle strategie di lungo periodo, in particolare allo scopo di evitare ingiustificati privilegi e prevenire conflitti di interesse anche mediante la previsione esplicita di un comitato per le remunerazioni ad hoc, che vigili periodicamente e riesamini la politica attuata in materia di remunerazioni.
Lo voglio ripetere, perché anche su questo punto non capiamo l'atteggiamento della maggioranza. Così facendo esplicitiamo e definiamo meglio dei criteri direttivi che si riferiscono a principi ai quali il Governo dichiara, in questo testo, di volersi ispirare. Principi così generici non servono a nulla, mentre i nostri criteri direttivi possono fare la differenza in questo settore oggetto del provvedimento.

PRESIDENTE. Saluto gli studenti del Collegio Universitario Don Bosco dei Salesiani di Pavia e gli studenti della Scuola media Duca D'Aosta di Novara, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gozi 25.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 48

Onorevole Lo Monte, sottosegretario Ravetto, onorevole Frassinetti, onorevole Gatti, onorevole Antonino Foti, onorevole Rampelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 512
Astenuti 20
Maggioranza 257
Hanno votato
242
Hanno votato
no 270).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Gozi 25.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, il Comitato per le remunerazioni potrebbe seguire alcuni criteri che qui vengono indicati in modo sufficientemente preciso e direi anche utile. Il Comitato delle remunerazioni è già previsto dalla sezione III della raccomandazione n. 385 del 2009.
Con questo emendamento, che condividiamo, si precisano alcuni compiti, non solo quelli già ricordati (cioè legare la remunerazione ai risultati e alla produttività), ma anche quello assai importante, attraverso figure indipendenti (come l'amministratore indipendente, tema che ricorre in occasione della riflessione sulla riforma delle autorità indipendenti, ma che si affaccia in molti campi ed anche, per esempio, nella partecipazione alle nomine nelle società pubbliche locali), di controllare che le remunerazioni siano adeguate in relazione anche agli altri incarichi esecutivi svolti e, soprattutto, non vi sia conflitto di interesse.
Dovremmo utilizzare tutte le occasioni - questa è un'occasione legislativa assai opportuna - per promuovere (non per imporre in modo schematico o rigido) un'etica degli affari e negli affari e, soprattutto, per limitare le possibilità di abusi nelle remunerazioni attraverso i conflitti di interesse contro i cittadini e le imprese. Dunque, invito davvero senza distinzioni l'Assemblea ad esprimere un voto favorevole su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, francamente è incomprensibile il parere contrario del Governo e invito davvero il ministro Ronchi e il Governo a valutare con attenzione questa proposta del Partito Democratico.
Signor Ministro, abbiamo tentato di dare un senso al Comitato per le remunerazioni provando a legare, nel testo di questo emendamento, due o tre concetti che lei stesso ed il Governo avete ripetuto nei momenti più critici della crisi finanziaria che abbiamo vissuto e che abbiamo in qualche modo tentato di arginare.
Nel Comitato per le remunerazioni, così come è costruito questo emendamento, non facciamo altro che sintetizzare temi che lo stesso Ministro Tremonti in quest'Aula ha richiamato più volte.
Chiediamo trasparenza e indipendenza legate alle dinamiche dei bilanci delle aziende delle quali stiamo parlando, che sono quotate. È bene ricordarlo anche gli amici dell'Italia dei Valori. Essendo aziende quotate, da questo deriva la distinzione che il Partito Democratico ha fatto anche nel lavoro svolto dalle Commissioni rispetto ad altri tetti che in altre epoche erano stati oggetto di battaglie dello stesso Partito Democratico, quando ci si riferiva ad aziende pubbliche o miste pubblico-privato a maggioranza pubblica o ad aziende private, ma che avevano ottenuto interventi pubblici (penso a quelle in amministrazione straordinaria).
Ma siccome non stiamo discutendo di questo - lo dico al collega Borghesi - ma di società quotate, sarebbe oggettivamente curioso che questo Governo, che ha fatto più volte richiamo ai meccanismi di trasparenza che debbono regolare i rapporti tra mercato, meccanismi di controllo, ruolo dei controllati e dei controllori, Pag. 49respingesse un emendamento che parla della strutturazione e del funzionamento del Comitato per le remunerazioni.
Questo è un emendamento per la trasparenza che non ha colore politico, non ha una maglietta, che tenta di interpretare ancora più correttamente i principi comunitari dentro questa direttiva e - mi permetto di dire - dovrebbe andare nella direzione che più volte il Ministro Tremonti ha richiamato in Italia e in giro per l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gozi 25.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... Onorevole Cicu... Onorevole Iapicca... Onorevole De Angelis... Onorevole Scandroglio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 523
Maggioranza 262
Hanno votato
259
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che il deputato Berruti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Rao ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fluvi 25.53.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, per far capire alle colleghe e ai colleghi: poco fa abbiamo parlato dei sistemi di remunerazione dei manager di tutte le società quotate, poi abbiamo parlato dei sistemi da applicare alle sole imprese di credito; la maggioranza finora ha respinto le proposte del Partito Democratico per migliorare questi sistemi, mentre con questo emendamento ci occupiamo invece delle sole società quotate, direttamente o indirettamente partecipate dallo Stato. Ci occupiamo cioè delle società pubbliche quotate. Proponiamo in questo emendamento di applicare alle imprese pubbliche quotate strumenti di controllo delle remunerazioni dei manager del tutto compatibili con le regole del mercato e, in particolare, delle stesse quotate.
Si tratta di strumenti che, però, secondo noi, sono necessari quando l'azionista non è uno qualsiasi, ma lo Stato. Lo Stato deve chiedere agli amministratori delle imprese pubbliche di applicare regole stringenti di trasparenza e di eticità dei comportamenti. Le regole che proponiamo sono quattro.
In primo luogo, la fissazione di limiti quantitativi ai trattamenti di fine rapporto di lavoro per i manager delle imprese pubbliche quotate. In secondo luogo, chiediamo la definizione di un equilibrio tra componente fissa e variabile della retribuzione.
Ma soprattutto il collegamento della componente variabile ad indicatori di natura non finanziaria: le imprese pubbliche producono servizi, i manager vanno valutati in relazione alla qualità dei servizi che le imprese offrono e non soltanto in base a dati finanziari.
In terzo luogo, proponiamo che le componenti delle retribuzioni legate ad azioni, stock option ed altro siano legate al conseguimento di risultati di lungo periodo.
Infine, proponiamo anche in questo caso naturalmente la costituzione di un Comitato per le remunerazioni all'interno del consiglio di amministrazione che poi possa riferire all'assemblea dei soci, esattamente come è previsto che qualcuno riferisca all'assemblea dei soci per tutte le quotate nella norma che ci accingiamo ad approvare.
Colleghe e colleghi, Presidente, l'opinione pubblica è molto sensibile alla trasparenza dei comportamenti e all'equità dei sistemi retributivi all'interno delle imprese Pag. 50pubbliche. L'opinione pubblica non ha torto, si muove sulla base di una norma sociale in base a cui differenze di remunerazione così siderali come quelle che si sono accumulate negli ultimi quindici anni non sono accettate socialmente e sono ancora meno accettate socialmente quando l'impresa è pubblica.
In passato questo Parlamento ha cercato di rispondere a questa esigenza con norme pubblicistiche e autoritative, ma appunto per questo non applicabili alle società quotate.
Con la proposta emendativa che invece verrà posta in votazione questo Parlamento può introdurre un'importante innovazione che non ricorre a imposizioni amministrative, ma utilizza gli strumenti del controllo societario stabiliti nel diritto civile per qualsiasi azionista.
Con questa norma si dice però che se l'azionista è lo Stato, quest'ultimo, quando esercita i poteri di azionista, deve farlo in un modo particolare: deve stare attento nel suo controllo societario alla dimensione etica verso i comportamenti manageriali e garantire così ai cittadini trasparenza di comportamenti ed equità nei sistemi di remunerazione dei manager pubblici.
Sarebbe davvero un peccato, e concludo, che questa occasione possa andare persa per l'oscillare delle precedenti incertezze normative.
Approvando l'emendamento in esame questo Parlamento si muoverebbe nel pieno alveo del diritto civile, negli orientamenti comunitari e fornirebbe un bel segnale da parte della politica ad un'opinione pubblica che proprio su questioni come queste, che hanno a che fare con l'etica pubblica, ha bisogno di rinsaldare la sua fiducia nelle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, in questo momento del dibattito vorrei rivolgermi soprattutto al Ministro per i rapporti con il Parlamento e al Ministro delegato a seguire la materia, se ho la possibilità di farmi sentire, altrimenti basta il Ministro Vito che gli riferirà.
Stiamo discutendo da alcuni minuti su un articolo assai importante che concerne la delega al Governo per recepire una raccomandazione della Comunità europea in materia di remunerazione degli amministratori delle società quotate.
Credo che questo sia un tema che in tutti i Parlamenti degli Stati e delle società occidentali trova una modalità comune di essere affrontato, in modo bipartisan spesso, nel momento in cui si formulano norme che peraltro intervengono in una situazione particolare come quella della crisi finanziaria. Si tratta di strumenti che sono stati adottati anche dal nostro Governo rispetto ai quali occorre anche un comportamento etico dettato da norme di autoregolamentazione per quanto riguarda gli amministratori e i dirigenti, soprattutto delle società pubbliche ma anche evidentemente di quelle private che beneficiano di un intervento dello Stato in questa materia, e anche una concordia la più ampia possibile sulla normativa che relativamente a questo punto può essere data dal Parlamento e dal Governo.
Più volte anche il Ministro dell'economia e delle finanze giustamente ha insistito sulla relazione tra la crisi e il rapporto che deve esistere tra le banche e tra tutte le società, anche pubbliche, che beneficiano di un intervento pubblico in una situazione come questa. Quindi, fare una proposta e avere un atteggiamento collaborativo per quanto riguarda il Governo e la maggioranza su una serie di proposte molto concrete e precise - che vengono dall'opposizione e che non possono rappresentare un momento di ostacolo al confronto parlamentare - esigerebbe, almeno prima di arrivare all'ultimo voto sull'ultimo emendamento utile e al voto finale, che il Governo rendesse chiara la sua posizione. Infatti, almeno da parte del mio gruppo ci deve essere una consapevolezza nel voto relativamente a questo Pag. 51pesante articolo del provvedimento, di modo che sia chiaro se, da parte nostra, si possa esprimere eventualmente sull'articolo anche un voto conclusivo favorevole.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 17,45)

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Ovviamente ciò dipende dal fatto se il Governo ritiene opportuno - e credo che sarebbe opportuno almeno dal punto di vista del bon ton parlamentare e dei rapporti che devono esistere tra Parlamento, Governo e opposizione - far sapere quale sia la sua posizione, in maniera sufficientemente articolata, sulle proposte contenute anche in quest'ultimo emendamento. In questo modo sarà possibile poi giungere ad una decisione il più possibile unanime e ad un orientamento comune del Parlamento. Comunque, sarà possibile arrivare, almeno da parte del nostro gruppo e da parte dell'opposizione, ad un atteggiamento consapevolmente dato, anche in relazione all'orientamento del Governo, che può esser espresso nella sede più alta, ovvero quella parlamentare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fluvi 25.53, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Vico, Sposetti, Lupi, Barbaro, Pionati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 535
Maggioranza 268
Hanno votato
260
Hanno votato
no 275).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Moles, Vico, Sposetti, Lo Monte, Laboccetta, Minasso ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 536
Votanti 278
Astenuti 258
Maggioranza 140
Hanno votato
276
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 26 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Mazzuca, Traversa, Sardelli, Vico, Sposetti, Servodio, Calvisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 529
Votanti 526
Astenuti 3
Maggioranza 264
Hanno votato
525
Hanno votato
no 1).

Pag. 52

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 27 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Laboccetta, Crimi, Sposetti, Lo Monte, Lupi, Razzi, Sardelli, Ruben...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 535
Maggioranza 268
Hanno votato
535).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 28 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, Sardelli, Bersani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 535
Maggioranza 268
Hanno votato
535).

Prendo atto che i deputati Scilipoti e Berardi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 29 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Di Giuseppe 29.50 e 29.1, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 29.200 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Prendo atto, altresì, che i presentatori degli emendamenti Di Giuseppe 29.50 e 29.1 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Giuseppe 29.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, l'articolo 29 riguarda la delega al Governo per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura. Si tratta, sicuramente, di un mandato importante, perché c'è bisogno di fare chiarezza e, soprattutto, di raggiungere gli obiettivi previsti dal regolamento della Comunità europea. Si tratta non solo di criteri che riguardano i nuovi ordinamenti concernenti gli aiuti di Stato, ma anche di regolamenti riguardanti un regime comunitario Pag. 53uguale, che possa prevenire e scoraggiare la pesca illegale e non regolamentata: a tal fine, il Governo deve adottare, entro il termine di diciotto mesi dall'entrata in vigore del provvedimento che stiamo esaminando, un decreto legislativo che ponga mano alla normativa nazionale in materia di pesca e acquacoltura, anche attraverso un unico testo normativo.
I miei emendamenti 29.50 e 29.1 vogliono fare soltanto chiarezza, ossia rendere più preciso il testo in esame. Il gruppo Italia dei Valori, infatti, propone di sostituire, al comma 1, lettera d), dell'articolo 29, le parole: «eliminare gli ostacoli al commercio» con le seguenti: «aiutare il commercio regolare». È chiaro, infatti, che, se si assicura il commercio regolare si tutela, di conseguenza, il consumatore.
Chiediamo, inoltre, di aggiungere al comma 1, dopo le parole: «unico testo normativo», le seguenti: «che contenga l'indicazione espressa delle disposizioni oggetto di soppressione». Ciò al fine di migliorare la tecnica legislativa con riferimento al testo unico normativo, che il Governo dovrà adottare entro diciotto mesi dall'entrata in vigore del provvedimento in esame.
L'argomento della pesca illegale è un argomento molto serio che riguarda anche lo Stato italiano. È per questo che merita la dovuta attenzione ed è per questo motivo che noi abbiamo proposto questi emendamenti. Il gruppo dell'Italia dei Valori vuole che sia più chiaro questo testo unico normativo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 29.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Vico, Sposetti, Lo Monte, Gatti e Perina...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 531
Votanti 530
Astenuti 1
Maggioranza 266
Hanno votato
257
Hanno votato
no 273).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 29.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Moffa, Tommaso Foti, Lo Monte, Calearo Ciman, Traversa e Bongiorno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 533
Votanti 529
Astenuti 4
Maggioranza 265
Hanno votato
257
Hanno votato
no 272).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 29.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Migliori, Girlanda e Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 54
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 531
Votanti 529
Astenuti 2
Maggioranza 265
Hanno votato
277
Hanno votato
no 252).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Lo Monte, Calearo Ciman, Occhiuto e Fassino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 527
Astenuti 1
Maggioranza 264
Hanno votato
525
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati Duilio e Lehner hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 31 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Di Giuseppe 31.2.

PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento di Giuseppe 31.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, l'articolo 31 contiene disposizioni per quanto riguarda l'applicazione dei regolamenti dell'Unione europea relativi alla commercializzazione di uova da cova e di pulcini di volatili da cortile. Noi del gruppo dell'Italia dei Valori chiediamo di inserire il comma 1-bis, che prevede, proprio ai sensi del regolamento della Comunità europea n. 617 del 2008, che sia il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali a trasmettere alla Commissione un prospetto riepilogativo dei dati previsti proprio dal comma 1 di questo provvedimento e che questo prospetto sia poi trasmesso tra il giorno 16 e la fine di ogni mese.
Con il nostro emendamento chiediamo anche che, entro il 30 gennaio di ogni anno, debba essere inviato un prospetto statistico che riporti la struttura e l'attività dei centri di incubazione. Questo prospetto deve essere elaborato in base al modello allegato al regolamento stesso ed è importante, a nostro avviso, che sia proprio il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ad eseguire queste comunicazioni.
È per questo che, a nostro avviso, l'emendamento che proponiamo è importante, individuando nell'autorità nazionale l'autorità che deve comunicare alla Commissione europea tutti i dati riepilogativi e statistici, come d'altronde è poi previsto dalla stessa Comunità europea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 31.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo e su quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Pag. 55
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pionati, Sardelli, Moles, Mazzuca, Bruno, Razzi, Viola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 532
Maggioranza 267
Hanno votato
258
Hanno votato
no 274).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Laboccetta, Mazzuca, Granata, Lo Monte, Barbareschi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 527
Maggioranza 264
Hanno votato
524
Hanno votato
no 3).

(Esame dell'articolo 33 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Buonanno, Pionati, Veltroni, Ravetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 533
Maggioranza 267
Hanno votato
533).

(Esame dell'articolo 34 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Di Giuseppe 34.50, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 34.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Giuseppe 34.50. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, questo articolo prevede una delega per il Governo. In questo caso, la delega occorre per modificare il decreto legislativo n. 214 del 19 agosto 2005, di attuazione della direttiva 2002/89/CE della Comunità europea.
Quest'ultima direttiva riguarda le misure di protezione contro l'introduzione nella Comunità europea di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali e contro la diffusione di questi prodotti all'interno della Comunità stessa.
Con il nostro emendamento 34.50 interveniamo sul comma 1, che delega il Governo, anche qui entro 18 mesi dall'entrata Pag. 56in vigore di questo decreto, a mettere in atto tutte le disposizioni che riguardano questo problema.
Noi chiediamo però che l'ultimo periodo del comma 1 venga sostituito con il seguente: tali disposizioni devono contenere misure efficaci per evitare che siano messe in commercio sostanze pericolose, con particolare riferimento alla fase dell'importazione e della conservazione in deposito, anche tramite l'adozione di etichettature che possano consentire la tracciabilità di questi prodotti sin dalla loro produzione.
Questa in effetti non è che la vecchia dicitura, che a nostro avviso è però più completa ed anche più restrittiva. Con la modifica che è stata apportata in Commissione non si prevede più il controllo sull'immissione in commercio di sostanze pericolose, in particolare nella fase dell'importazione; come non è prevista, inoltre, l'adozione di etichettature, che servono proprio per consentire la tracciabilità dei prodotti, che garantisce poi la provenienza dei prodotti stessi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 34.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bianconi, Lanzillotta, Sanga, Gatti, Sardelli e Mariarosaria Rossi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 528
Maggioranza 265
Hanno votato
258
Hanno votato
no 270).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Sardelli, Vico, Mondello e D'Ippolito Vitale.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 531
Maggioranza 266
Hanno votato
274
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Cesaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Gatti, Lanzillotta, Servodio, Pionati.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 530
Maggioranza 266
Hanno votato
526
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che il deputato Cesaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 38 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 57

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Lovelli 38.2, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 38.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Lovelli 38.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, l'emendamento che viene presentato all'attenzione dell'Assemblea ha avuto una discussione approfondita, per ragioni di competenza e di materia, in IX Commissione. Vorrei però sottolinearne la portata generale per quanto riguarda il tema della regolazione della concorrenza e dei mercati: è una materia su cui si continua ad intervenire con «emendamenti-spot», come è stato nel caso dell'intervento sui trasporti ferroviari regionali attuato in occasione del decreto-legge n. 185 del 2008, o del servizio idrico integrato e più in generale dei servizi pubblici locali, inseriti a novembre nel decreto sugli obblighi comunitari, e in entrambi i casi approvati con voto di fiducia.
In questa occasione, nel passaggio dalla Camera al Senato si è introdotta, in tutta fretta e senza una discussione adeguata, la direttiva per il completamento del mercato interno dei servizi postali, di cui l'articolo 38 detta i principi e i criteri direttivi per il recepimento, su cui non siamo certo in linea generale contrari, ma riteniamo che si tratti di un passaggio tardivo, già sollecitato da tempo in Commissione (addirittura nella passata legislatura era stata approvata una risoluzione unanime). Perciò adesso tale direttiva è sottoposta ad una procedura forzata di approvazione e poi di attuazione; ricordo che parliamo della direttiva 2008/6/CE - che entra in vigore il 1o gennaio 2011 - e che in materia è aperta una procedura di infrazione - la n. 2149 del 2009 in materia di autorità regolatoria -, di cui adesso anche il Governo ha preso atto della necessità, pur fornendo una soluzione insufficiente e sbagliata, dopo che al Senato la sua maggioranza non è stata in grado di affrontare il problema.
Siamo perciò di fronte a due ordini di questioni: per quanto riguarda l'articolo 38, di come il Parlamento possa ancora dire la sua su una materia di grande rilevanza, come la liberalizzazione del mercato postale, esaminando a tempo debito i decreti legislativi attuativi; e di come possa essere portato all'attenzione dell'Assemblea, in modo organico e completo, il tema della regolazione dei servizi di pubblica utilità, che è rimasto a metà strada (a partire dall'istituzione nel 1995 dell'Autorità per l'energia elettrica ed il gas e di quella per le garanzie nelle comunicazioni), con interi settori come i trasporti, le poste, i servizi idrici e l'igiene ambientale regolati - come si rileva in letteratura - come un'appendice delle funzioni di Governo.
Il Governo, insomma, manifesta in questo campo timidezza ed incertezza, dimostrando di non avere una linea coerente, e finisce per rimanere schiacciato, da un lato, dalle continue e puntuali sollecitazioni delle Autorità di garanzia (ancora recentemente portate all'attenzione del Governo e del Parlamento in vista della legge annuale sulla concorrenza e il mercato), dall'altro, dalle proposte di legge che come PD abbiamo puntualmente presentato e che costituiscono lo sviluppo coerente di un'iniziativa portata avanti nella passata legislatura dal Governo Prodi, che voleva dare al sistema un'organizzazione complessiva. Si tratta delle due proposte di legge sull'Autorità dei trasporti e per trasferire le competenze in materia postale all'Agcom, di cui sono primo firmatario, Pag. 58l'una incardinata presso la IX Commissione e l'altra assorbita nell'emendamento oggi all'attenzione dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Onorevole Lovelli, la invito a concludere.

MARIO LOVELLI. Conosco le obiezioni del Governo ed anche della Commissione bilancio sia sul versante della spesa (e cioè il punto del «senza oneri e costi aggiuntivi») sia sul versante dello strumento legislativo (tenuto conto che è prossimo il varo del disegno di legge annuale sul mercato e la concorrenza), ma non le condivido. Penso che quella di oggi sia un'occasione mancata perché in tale circostanza era possibile, affrontando una questione specifica, quale quella dell'Autorità regolatoria in materia postale, inquadrarla in un disegno più organico per il regolamento del mercato e della concorrenza, che poteva essere affrontato opportunamente nel disegno di legge comunitaria.

PRESIDENTE. Onorevole Lovelli, deve concludere.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, in conclusione, ritengo che adesso perdiamo un'occasione che dovremo sicuramente recuperare in futuro, anche perché rischiamo di non risolvere la questione dell'infrazione posta dalla Commissione europea e che trova qui una risposta debole, inefficace e che - temo - verrà ancora volta alla nostra attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, con questo emendamento, che anche il gruppo dell'UdC sostiene, si intendono trasferire le funzioni previste dal decreto legislativo n. 261 del 1999, in materia di Autorità nazionale di regolamentazione postale, all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Naturalmente si sarebbe potuto individuare anche un altro modello ma questo è quello più pronto, più a portata di mano, anche perché presso l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni opera già un'apposita commissione.
È appena il caso di ricordare che il servizio postale fu il primo grande servizio pubblico nazionale ad opera di Cavour. Ora che siamo in una fase di liberalizzazione, e non di privatizzazione, dei servizi postali, dovrebbe cogliersi ogni occasione utile per istituire un'Autorità con funzione di regolazione di un mercato più libero e competitivo dei servizi.
È lo stesso tema che ci siamo trovati dinanzi, e che non abbiamo risolto, a proposito della parziale privatizzazione dei servizi idrici e dell'acqua. È un tema su cui veniamo richiamati e condannati dall'Europa e, sebbene ci troviamo di fronte ad un emendamento che individua una soluzione ragionevole (perché viene mantenuta in capo al Ministero dello sviluppo economico la competenza in ordine al programma di servizio con il gestore principale e vengono individuate alcune soluzioni organizzative relative alle risorse funzionali da impiegare), vi è una «distrazione» o peggio il voto contrario, e non ci si fa carico neanche di eventuali lacune che questo emendamento pur presenta (per esempio, in ordine ad una non perfetta copertura delle spese).
Su questi temi si dovrebbe sviluppare un confronto costruttivo e si dovrebbero individuare davvero soluzioni condivise. Sarebbe bello che ciò accadesse su questo tema, come su altri, ma purtroppo ciò non avviene.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lovelli 38.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 59

Onorevoli Bruno, Nannicini, Saltamartini, Galati, Ruben, Lo Presti, Romano, De Micheli, Giro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 531
Maggioranza 266
Hanno votato
256
Hanno votato
no 275).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 38.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mario Pepe (PdL), Cesa, Lo Monte, Gatti, Veltroni, Proietti Cosimi, Zamparutti, Sereni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 530
Astenuti 2
Maggioranza 266
Hanno votato
276
Hanno votato
no 254).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, Lo Monte, Buonanno, Mario Pepe (PdL), Ravetto, Girlanda, Gasbarra, Madia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 533
Votanti 531
Astenuti 2
Maggioranza 266
Hanno votato
305
Hanno votato
no 226).

(Esame dell'articolo 39 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39. Avverto che l'unica proposta emendativa ad esso presentata è stata ritirata (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Madia e Mattesini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 534
Votanti 533
Astenuti 1
Maggioranza 267
Hanno votato
532
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 40 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 40 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 40.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bianconi, Della Vedova, Girlanda, Antonino Russo e Piso...

Pag. 60

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 533
Maggioranza 267
Hanno votato
533).

(Esame dell'articolo 41 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 41 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Zaccaria 41.3.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccaria 41.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, mi aspettavo da parte del relatore un atteggiamento diverso rispetto a questo emendamento e a quello riferito all'articolo 42, che non sono farina del mio sacco, ma il prodotto del Comitato per la legislazione.
C'è una prassi per la quale i relatori e il Comitato per la legislazione portano in Aula alcune osservazioni che hanno un carattere prevalentemente tecnico. Quello relativo all'articolo 41 è un emendamento che attribuisce un ruolo più rilevante al Parlamento, perché impone al Governo di sottoporre al Parlamento stesso una relazione sui temi che in esso vengono sottolineati. Quindi, non parlerò sull'articolo successivo. Volevo spiegare semplicemente la ratio di questo intervento e ritengo che probabilmente non sia stato soggetto di un'attenta considerazione. Non parlerò sull'articolo seguente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 41.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Stradella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 525
Maggioranza 263
Hanno votato
256
Hanno votato
no 269).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti... onorevole Damiano... onorevole Lo Monte... onorevole Cenni... onorevole Pepe Mario (PD)...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 530
Votanti 529
Astenuti 1
Maggioranza 265
Hanno votato
529).

(Esame dell'articolo 42 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 42 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C). Pag. 61
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Zaccaria 42.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 42.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ronchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 526
Astenuti 2
Maggioranza 264
Hanno votato
259
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 42.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ravetto... onorevole Barani... onorevole Damiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 524
Maggioranza 263
Hanno votato
524).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Dovremmo ora passare all'esame dell'articolo 43. Avverto che la Commissione bilancio e la Commissione affari costituzionali non hanno ancora espresso il parere sugli emendamenti 43.100 e 43.101 della Commissione e sui relativi subemendamenti. Chiedo al presidente della Commissione politiche dell'Unione europea, onorevole Pescante, quale indicazione intenda dare all'Assemblea circa la prosecuzione dei nostri lavori.

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, tenuto conto che vi è già stato l'accantonamento dell'articolo 17, vi è qualche problema sull'articolo 16, in più la Commissione bilancio si deve esprimere sugli emendamenti presentati all'articolo 43, direi di andare avanti per quanto riguarda l'esame degli articoli residui, poi sospendere la seduta e riprenderla domattina.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le chiedo scusa perché è bene che ognuno di noi faccia il suo mestiere.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!

ROBERTO GIACHETTI. Vorrei semplicemente sottoporre alla sua attenzione un punto, anche perché stiamo affrontando una questione delicata e complessa, che ci ha visti impegnati tutti quanti, quindi pregherei di fare un po' di ordine. Noi abbiamo effettivamente già accantonato un articolo; mi par di capire che vi è la richiesta di un accantonamento anche dell'articolo 43, perché vi sono stati emendamenti approvati in Commissione questa Pag. 62mattina all'ora di pranzo, che necessitano di un parere della Commissione bilancio. Abbiamo una seduta che dovrebbe andare avanti fino alle 20. È del tutto evidente che per quanto ci riguarda il problema è semplicemente legato alla quantità di tempo di cui la Commissione bilancio da una parte, la Commissione affari costituzionali dall'altra ed eventualmente la Commissione competente necessitano per fare l'esame di ciò che rimane.
Alla luce di questo, credo che sia giusto valutare se rinviare o non rinviare la seduta, perché diversamente possiamo anche sospendere per mezz'ora e riprenderla. Forse la valutazione più appropriata ce la possono dare un rappresentante, il presidente o chi c'è della Commissione bilancio e magari anche qualcuno della Commissione affari costituzionali. In altre parole, legherei un'ipotesi di rinvio ad un fatto obiettivo, perché altrimenti non si capisce perché dobbiamo rinviare.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, credo che certamente sia da accogliere l'ipotesi formulata dal presidente Pescante in ordine all'accantonamento dell'articolo 43, visto che vi sono altri articoli che sono già stati accantonati. Poi, in ordine alla prosecuzione dei lavori, vi sono altre votazioni che possono essere svolte riguardo al provvedimento in esame. Quindi, per adesso accantoniamo l'articolo 43, facciamo alcune altre votazioni che abbiamo di fronte in questo momento e poi, poiché vi è la necessità di attendere il parere della Commissione bilancio al quale eventualmente, farà seguito anche la riunione del Comitato dei nove, credo che potremmo svolgere una valutazione successiva.
Signor Presidente, ricordo anche da questo punto di vista che per la giornata di oggi abbiamo comunque in calendario un ulteriore punto all'ordine del giorno riguardante una deliberazione in ordine al cosiddetto collegato lavoro, che è stato rinviato dal Capo dello Stato alle Camere. Quindi, credo che sull'accantonamento potremmo registrare un accordo generale e attendiamo anche di capire di quanto tempo necessita la Commissione bilancio ed eventualmente se vi è anche l'esigenza di una riunione del Comitato dei nove.
Quindi signor Presidente, da questo punto di vista credo che possiamo proseguire con le votazioni per quanto riguarda la parte rimanente del provvedimento e poi procedere, una volta terminato l'esame degli articoli e degli emendamenti non accantonati alla deliberazione prevista in calendario; poi sospendere la seduta, anche a seguito di quello che ci diranno la presidenza della Commissione bilancio e la presidenza della XIV Commissione. A fronte di questo poi, a fronte del tempo che è necessario a queste Commissioni per il lavoro ed i pareri che devono esprimere, la Presidenza valuterà se vi è la possibilità effettivamente di riprendere stasera o se i tempi si allungheranno.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, pur rendendomi conto che vi saranno sicuramente difficoltà per quanto attiene a tutti gli articoli e gli emendamenti sospesi, credo che sia opportuno adesso sospendere l'esame dell'articolo 43. Tuttavia, vi sono ancora 13 articoli che si possono tranquillamente esaminare: si può andare fino in fondo e vedere a che ora si completerà questa votazione. Non trovo nulla di strano se poi tutto il resto verrà ripreso domani.

PRESIDENTE. Una cosa è certa: l'accantonamento di questo articolo. Abbiamo ancora altre votazioni da effettuare. Ho chiamato il presidente della Commissione bilancio affinché venga in Aula a riferire. Pertanto, direi di accantonare l'articolo 43 e proseguire con i nostri lavori in attesa dell'arrivo del presidente della V Commissione. Pag. 63
Prenderemo la decisione definitiva - ossia, se accantonare solamente, se sospendere o rinviare a domani le votazioni delle proposte emendative per le quali non vi sono i pareri - dopo aver ascoltato il presidente della Commissione bilancio. Pertanto, accantoniamo l'articolo 43.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, giacché nel suo intervento l'onorevole Giachetti faceva riferimento sia alla Commissione bilancio, sia alla Commissione affari costituzionali circa i pareri da esprimere sugli emendamenti che sono stati presentati oggi, vorrei far presente che noi già abbiamo convocato per questa sera il comitato pareri, affinché possa dare risposta. Lo abbiamo convocato sia questa sera, che domani mattina, anche se credo che occorrerà un po' di tempo.
Pertanto, in linea con quanto da lei stabilito, questa sera, previa interruzione, noi saremo in condizione di esprimere il parere non solo su questi emendamenti, ma anche su quelli che già sono stati accantonati precedentemente.

PRESIDENTE. La ringrazio, presidente Bruno.

(Esame dell'articolo 44 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 44 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 44.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Barani... onorevole Barbareschi... onorevole Gasbarra... onorevole Cimadoro... onorevole Sposetti... onorevole Servodio... onorevole Cimadoro... onorevole Gasbarra, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 517
Maggioranza 259
Hanno votato
517).

Prendo atto che i deputati Delfino e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 45 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 45 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 45.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Craxi... onorevole Calearo Ciman... onorevole Vico... onorevole Berruti... onorevole Vico, ha votato?... Onorevole Castagnetti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato
521).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.

Pag. 64

(Esame dell'articolo 46 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 46 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 46.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Caterina... onorevole Carlucci... la pregherei di trovare una posizione più consona... abbiamo votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato
522).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, la Commissione bilancio ha espresso oggi un parere molto articolato sul provvedimento in esame, ponendo numerose condizioni. Inoltre, dobbiamo ritornare su alcuni aspetti per gli ulteriori elementi e passaggi che ha chiesto la Commissione politiche dell'Unione europea.
Credo, signor Presidente, che si debba valutare l'opportunità di attendere questa revisione dei pareri da parte della Commissione bilancio che richiede chiaramente un po' di tempo per essere espletata. Pertanto, mi rimetto alla sua decisione facendo presente, tuttavia, che potrebbe essere opportuno poterci esprimere domani mattina intorno alle ore 9.

PRESIDENTE. Sta bene. Se posso riepilogare, chiudendo così questa fase, ritengo che possiamo votare domani mattina gli articoli accantonati, dopo avere acquisito i pareri prescritti delle Commissioni. Nel frattempo, possiamo andare avanti con quello che è rimasto e che è possibile esaminare in ordine al provvedimento in esame e poi passare al punto successivo - si tratta di un voto procedurale - previsto all'ordine del giorno. Se siete d'accordo, procederei in questa maniera.

(Esame dell'articolo 47 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 47 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 47.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... onorevole Luciano Rossi... onorevole Pianetta... onorevole Gatti... onorevole Cenni... onorevole Damiano... onorevole D'Ippolito Vitale... gli onorevoli Pianetta e Cenni hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato
522).

Prendo atti che i deputati Capitanio Santolini e Zinzi hanno segnalato che non Pag. 65sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 48 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 48 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 48.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cossiga... onorevole Di Caterina... onorevole Damiano... onorevole Marrocu... onorevole Vico... onorevole Abrignani... l'onorevole Marrocu ha votato... onorevole Raisi... onorevole Palmieri... onorevole Baldelli, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato
521).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 49 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 49 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Zeller 49.50.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo esprime parere conforme a quello del relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 49.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Laboccetta... onorevole Pittelli... onorevole Sposetti, ha votato... l'onorevole Realacci ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 525
Votanti 286
Astenuti 239
Maggioranza 144
Hanno votato
18
Hanno votato
no 268).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 49.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Laboccetta... onorevole Trappolino... onorevole Grassi... onorevole Berruti... l'onorevole Grassi ha votato? L'onorevole Berruti ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 524
Votanti 518
Astenuti 6
Maggioranza 260
Hanno votato
516
Hanno votato
no 2). Pag. 66

(Esame dell'articolo 50 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 50 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 50.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Calearo, onorevole Damiano, onorevole Gatti, onorevole Cesaro, onorevole Ravetto, onorevole Briguglio.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato
521).

(Esame dell'articolo 51 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 51 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 51.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Foti, onorevole Concia, onorevole Trappolino, onorevole Lo Monte, onorevole Damiano, onorevole Di Pietro, onorevole Barbareschi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 517
Maggioranza 259
Hanno votato
517).

(Esame dell'articolo 52 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 52 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, voglio approfittare della presenza del Ministro Ronchi per motivare il nostro voto favorevole, ma anche per ribadire alcuni punti relativi al Servizio europeo di azione esterna. È evidente che siamo favorevoli a questo articolo, che permette all'Italia di mettersi in condizione di partecipare, con i suoi funzionari, al Servizio europeo di azione esterna, però vorremmo ribadire anche alcuni punti che ancora non ci convincono con riguardo a quanto sta accadendo al Consiglio dei ministri.
Infatti, questo Servizio doveva permettere una semplificazione operativa e amministrativa di quanto succede nel sistema comunitario in materia di politica estera. L'inizio non è confortante: ci sono ancora rischi di duplicazioni burocratiche, siamo molto lontani dalla riduzione della frammentazione amministrativa che, invece, doveva essere uno dei punti da risolvere.
Inoltre, il Servizio è completamente distaccato dalla Commissione europea, ponendo problemi operativi in certi settori - penso, ad esempio, alla politica di sviluppo o ai progetti in materia di diritti umani - ed inoltre il ruolo che si vuole attribuire al Parlamento europeo strettamente e unicamente consultivo non è soddisfacente, né sufficiente per una vera politica estera di sicurezza comune, così come tutti, a parole, auspichiamo.
Quindi, certamente esprimo il voto favorevole sull'articolo, ma faccio un richiamo al Governo a continuare ad impegnarsi su questi punti in sede comunitaria ed, inoltre, ad impegnarsi a tutelare l'interesse nazionale per avere i nostri connazionali ai vertici dei posti amministrativi Pag. 67che si creeranno nel Servizio europeo di azione esterna. Siamo molto preoccupati dall'eccessiva influenza francese, tedesca e inglese in questa partita e vediamo per il momento ancora un'assenza dell'Italia che ci preoccupa e sulla quale vogliamo richiamare l'attenzione ed invitare il Governo ad attivarsi ancora di più.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 52.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sposetti, c'è qualche problema? Onorevole Ravetto, onorevole Bruno, onorevole Laffranco, onorevole D'Ippolito Vitale, onorevole Minasso.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 519
Maggioranza 260
Hanno votato
519).

(Esame dell'articolo 53 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 53 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 53.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scandroglio, onorevole Traversa, onorevole Ciccioli, onorevole Vico, onorevole Simeoni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato
516).

(Esame dell'articolo 54 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 54 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 54.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Simeoni... Onorevole Moffa... Onorevole Traversa... Onorevole Calvisi... Onorevole Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato
513).

Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 56 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 56 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 56.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo Ciman... Onorevole Giachetti... Onorevole Sardelli... Onorevole Moffa... Onorevole Madia... Onorevole Consiglio... Onorevole Trappolino...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 68
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 520
Maggioranza 261
Hanno votato
520).

Prendo atto che il deputato Viola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Si è così concluso l'esame degli emendamenti riferiti agli articoli non accantonati.
Come preannunziato, gli articoli 16, 17 e 43, accantonati nella seduta odierna, saranno esaminati nella seduta di domani.
Il seguito del dibattito è, quindi, rinviato alla seduta di domani.

Deliberazione ai sensi dell'articolo 71, comma 2, del Regolamento in relazione al testo del disegno di legge recante Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica) (1441-quater-D) (ore 18,50).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la deliberazione ai sensi dell'articolo 71, comma 2, del Regolamento in relazione al testo del disegno di legge recante deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro, rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica per una nuova deliberazione con messaggio motivato a norma dell'articolo 74 della Costituzione.
Ricordo, a tal fine, che l'articolo 71, comma 2, del Regolamento prevede che l'Assemblea, in relazione all'esame di progetti di legge rinviati dal Presidente della Repubblica, possa limitare la discussione alle parti che formano oggetto del messaggio di rinvio.
Conformemente ai precedenti, nel corso dell'esame in sede referente del predetto disegno di legge, la XI Commissione (Lavoro) ha assunto, nella seduta del 14 aprile, una deliberazione di limitazione dell'esame alle parti che formano oggetto del messaggio di rinvio, specificando contestualmente tali parti.
In particolare, la XI Commissione (Lavoro) ha deliberato di limitare l'esame ai soli articoli 20, 30, 31, 32 e 50.
Su tale proposta della XI Commissione (Lavoro) darò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ad un deputato contro e ad uno a favore.
Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Cazzola, che illustrerà la proposta. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, chiedo la conferma del voto intervenuto a maggioranza nell'XI Commissione (Lavoro), volto a delimitare l'esame del disegno di legge agli articoli che lei ha citato aprendo i lavori su questo punto all'ordine del giorno. Il fatto è che nel messaggio di rinvio del Presidente della Repubblica è ben evidenziata, anche in ordine logico, la richiesta del Presidente di revisione degli articoli 20, 30, 31, 32 e 50.
È vero, in premessa il Presidente fa alcune considerazioni di carattere generale per quanto riguarda la legge nel suo insieme, che è composta di 50 articoli, spesso afferenti anche a materie disomogenee tra loro; però è fisicamente evidente come il messaggio faccia chiaramente una premessa, dove si dice che per il futuro non si devono più fare leggi così o si devono fare leggi migliori, e poi focalizza subito il ragionamento sugli articoli 31 e 20, in particolare, facendo poi un riferimento per relationem agli altri tre articoli che lei ha ricordato. Pag. 69
Quindi, credo che non possiamo che confermare il voto espresso in Commissione a maggioranza, ricordando peraltro che negli articoli sui generis, quelli che presentano un maggior tasso di disomogeneità, la Camera nella seconda lettura (che è stata fondamentale per questo progetto di legge) ha ampiamente discusso e modificato spesso anche in modo unitario e bipartisan almeno una decina degli articoli aggiunti dal Senato. Infatti, in molti di quegli articoli la maggioranza è venuta incontro ad una serie di considerazioni, di elementi e di riflessioni che sono state fatte dall'opposizione. Pertanto credo che si debba ascoltare il messaggio del Presidente della Repubblica, si debbano fare le modifiche che il Presidente della Repubblica chiede, ma limitatamente agli articoli che vengono chiaramente individuati nel messaggio stesso (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, come ha ricordato l'onorevole Cazzola, in Commissione lavoro c'è stato un voto assunto a maggioranza. Noi insistiamo sulla posizione di non esaminare solo alcuni articoli, ma l'insieme del provvedimento. Infatti, come lei sa, signor Presidente, il 31 marzo il Presidente della Repubblica, in forza dei poteri conferitegli dall'articolo 74 della Costituzione, ha chiesto alle Camere una nuova deliberazione in ordine a questo disegno di legge, recante la delega al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di aspettative e permessi e quant'altro. Il titolo indica l'estrema eterogeneità del provvedimento in questione, che ha subito una profonda trasformazione nel corso del suo iter.
Il provvedimento, infatti - si legge nel messaggio presidenziale -, nasce come stralcio di un disegno di legge collegato alla legge finanziaria del 2009 ed ha avuto un travagliato iter: è iniziato con 9 articoli ed è finito con 50 articoli e 140 commi. Ancora una volta dunque - lo dice il Presidente della Repubblica - il modo di legiferare di questo Governo è caratterizzato da provvedimenti omnibus, all'interno dei quali collocare argomenti del tutto eterogenei. Non a caso il Presidente afferma di avere già avuto altre occasioni per sottolineare gli effetti negativi di questo modo di legiferare sulla conoscibilità e comprensibilità delle disposizioni.
In questo senso, noi pensiamo che il messaggio presidenziale investa l'intero provvedimento e che sia sbagliato - come hanno fatto il Governo e la maggioranza e come ha detto più volte il Ministro Sacconi - limitare i lavori ai soli articoli esplicitamente citati dal messaggio presidenziale.
Come ho già detto, il provvedimento contiene numerose disposizioni al suo interno. In questo senso, è di particolare gravità la disposizione contenuta in articoli che non si vogliono discutere, come l'articolo 48, relativo alla possibilità di assolvere il diritto-dovere all'istruzione anche nei percorsi di apprendistato; come l'articolo 4, che contiene misure contro il sommerso che sono state sensibilmente ridotte; o come l'articolo 7 sull'orario di lavoro, che stabilisce una norma sulla fruizione di periodi di riposo più frequenti e più lunghi, con la possibilità di allungare dalla settimana ai 15 giorni.
Vi è, poi, il continuo balletto che il Governo ha operato sull'età pensionabile dei dirigenti medici del Servizio sanitario nazionale. Per quanto riguarda altre norme, penso a quella relativa alla disciplina in materia di permessi per l'assistenza ai portatori di handicap in situazioni di gravità, abbiamo denunciato con forza, nel corso della prima lettura, il tentativo di penalizzare i lavoratori che usufruiscono di questa legge.
I provvedimenti, infine, previsti dall'articolo 21 cercano di smantellare il comitato di pari opportunità che ha svolto un ruolo importante nei luoghi di lavoro. Si tratta, in conclusione, di un complesso di norme diverse tra loro, che investono delicati aspetti della vita dei cittadini e sui quali non si è potuto esercitare il necessario approfondimento anche da parte delle Commissioni competenti per materia, Pag. 70sulle quali sarebbe auspicabile una maggiore riflessione da parte del Parlamento.
In conclusione, questa galleria di norme parla da sola e ci stupisce come voi possiate ancora continuare ad affermare che volete proteggere il lavoro e lo stato sociale, quando le norme in questo provvedimento omnibus vanno esattamente nella direzione di depotenziare le tutele e di colpire aspetti fondamentali del diritto del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, sarò brevissimo nello svolgere due considerazioni. Ritengo che questo voto dell'Assemblea debba confermare - in questo senso ovviamente preannuncio già il voto favorevole del mio gruppo alla proposta del relatore che, a sua volta, è portavoce di un voto espresso dalla Commissione - la scelta della Commissione lavoro in ordine all'esame degli articoli del disegno di legge collegato e rinviato con messaggio motivato alle Camere dal Capo dello Stato. Ritengo, inoltre, che l'Assemblea debba ratificare questa decisione, perché non è stata una decisione di maggioranza (nel senso che non è stata una decisione politica), bensì è stata una decisione che aderisce ai rilievi posti dal Capo dello Stato.
Mi spiego meglio, Presidente. Oggi andiamo ad affrontare il provvedimento in esame in questa votazione procedurale nella parte relativa alla delimitazione degli articoli che saranno oggetto dell'esame prima della Commissione e, successivamente, dell'Assemblea. È un provvedimento che ha affrontato già quattro letture parlamentari, sul quale il Capo dello Stato ha inteso manifestare al Parlamento delle perplessità e per questo lo ha rinviato all'attenzione delle Camere. Attualmente il provvedimento è all'esame della XI Commissione e credo che sia anche doveroso affrontare questo provvedimento non solo con una compiutezza e con una serietà nel merito del testo e dei rilievi formulati dal Capo dello Stato sul provvedimento stesso, ma anche con la debita celerità. Ciò proprio in ottemperanza e in ossequio al rispetto che si deve al Capo dello Stato. Credo che la delimitazione degli articoli oggetto dell'esame sia un modo per entrare nel merito dei rilievi formulati dal Capo allo Stato, rispetto ai quali il Governo ha avuto modo di dare la propria opinione con delle indicazioni chiare da parte del Ministro Sacconi, su cui la maggioranza e le opposizioni si confrontano nella sede propria, ovvero quella della Commissione lavoro e anche di questa Assemblea. Credo che per questo motivo sia necessario, utile e anche opportuno votare a favore della proposta del relatore Cazzola, che in Commissione ha spiegato, così come lo ha fatto qualche minuto fa in quest'Aula, le motivazioni di questa scelta, sostenuta dalla maggioranza e con l'astensione e del gruppo dell'UdC (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di limitazione della discussione approvata dalla XI Commissione (Lavoro), testé illustrata dal relatore.
(È approvata).

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,05).

STEFANO GRAZIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO GRAZIANO. Signor Presidente, chiedo di parlare per sollecitare la risposta a due interrogazioni alle quali il Governo non ha ancora risposto.
La prima è l'interrogazione a risposta scritta n. 4-01772, presentata il 1o dicembre 2008, concernente l'imponibilità fiscale del contributo degli aderenti ai fondi pensione residenti nelle regioni che hanno Pag. 71disciplinato con proprie leggi tale materia. La seconda è l'interrogazione a risposta scritta n. 4-02387, presentata il 24 febbraio 2009, sull'incidenza o meno sul reddito da lavoro dipendente dell'utilizzo del servizio di trasporto aziendale a disposizione dei lavoratori da parte dei propri datori di lavoro.
Chiedo che la Presidenza, con la sua sensibilità istituzionale, si faccia interprete nei confronti del Governo di queste sollecitazioni. In questa sede, intendo ribadire l'importanza degli atti del sindacato ispettivo, che, per non essere espressione di una funzione meramente formale, necessitano di una risposta sostanziale, che finora purtroppo non è ancora arrivata da parte del Governo, dimostrando a mio avviso anche una scarsa sensibilità nei confronti dei lavoratori dipendenti.

Sull'ordine dei lavori (ore 19,07).

GIUSEPPE GIULIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, pongo una questione che è stata sollevata da colleghi di diversi schieramenti e riguarda il «no» all'abrogazione delle tariffe agevolate sulle poste. È un provvedimento che sta mettendo in crisi centinaia di piccole aziende editoriali italiane.
Signor Presidente, sollevo il problema perché in quest'Aula, qualche settimana fa, abbiamo votato decine di ordini del giorno che chiedevano al Governo di ripristinare i fondi per l'editoria e ci impegnavano ad un confronto sulla riforma del settore. Durante le vacanze di Pasqua, saltando persino l'interlocutore, il sottosegretario Bonaiuti, è stata assunta la decisione di abrogare tutte le tariffe agevolate, e ciò sta portando al caos più assoluto il mondo dell'editoria e della piccola e media editoria, anche libraria.
Signor Presidente, se i colleghi mi consentono, visto che la questione è stata sollevata in diverse Commissioni, le rivolgo un appello che viene dalle voci più diverse, dalle comunità religiose, dalle grandi riviste religiose italiane, dai francescani, dai valdesi, dalle riviste aderenti alla comunità e alla federazione delle chiese evangeliche, dai missionari, da case editrici molto distanti da me, come la Tilgher, o grandi case editrici della destra italiana.
So che può non interessare, ma riguarda tanta parte della cultura e la possibilità di espressione delle voci delle diverse comunità di questo Paese. Abbiamo già tagliato i fondi per i giornali italiani all'estero e sono state colpite alle spalle le radio. Era stato assunto un impegno a non colpire ulteriormente questi mondi vitali.
Domani alle 13, alla sala stampa della Camera, tutte queste riviste del mondo laico e religioso presenteranno un appello al Presidente della Repubblica e ai Presidenti delle Camere. Voglio solo leggerlo: dal 1o aprile tutte le tariffe agevolate in favore dell'editoria sono state abrogate, con particolare riferimento alle spedizioni degli abbonamenti. Il decreto del 31 marzo ha soppresso una norma fondamentale per la sopravvivenza di giornali, riviste e case editrici. Un nuovo colpo all'editoria, dopo quelli che si erano consumati.
Riteniamo questo provvedimento - dicono voci diverse - inaccettabile, perché non è possibile cambiare dall'oggi al domani le regole in corso senza preavviso e senza confronto, portando probabilmente alla fine diversi editori, operatori e abbonati, sui quali si agisce retroattivamente. Chiediamo un intervento urgente della Presidenza della Repubblica e delle Camere, Presidente Leone, perché le ricordo un'espressione del Presidente Napolitano: a proposito del pluralismo editoriale civile e religioso - disse Napolitano - salviamo il pluralismo dell'informazione, evitando allarmismi, ma impedendo che siano chiuse voci, magari piccole, ma ricche di passione civile. Questo disse il Presidente Napolitano in una sua presa di posizione al Quirinale nell'ottobre del 2008. Presidente Leone, capisco che guardiamo tutti a quello che sta accadendo altrove; domani Pag. 72qui si riuniranno tutte queste voci dell'editoria italiana non per parlare a un partito, ma per parlare alla Presidenza della Camera con una richiesta: gli ordini del giorno votati non possono essere definiti con disprezzo «un sigaro che non si nega a nessuno».
Abbiamo preso impegni comuni: faccia anche lei, con la Presidenza, una verifica, perché gli ordini del giorno sono stati ridotti a carta straccia per quanto riguarda il settore dell'editoria italiana (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).

RENZO CARELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENZO CARELLA. Signor Presidente, questa mattina alle 11,30 nell'isola di Ventotene, in provincia di Latina, per la caduta di un pezzo di costone tufaceo sulla spiaggia di Cala Rossano sono morte due ragazze di 13 e 14 anni, Francesca Colonnello e Sara Panuccio, mentre un'altra ragazza, Atena Raco, di 16 anni, è ricoverata presso l'ospedale di Latina insieme ad altri due ragazzi. Le due ragazze facevano parte della III A e della III E della scuola Anna Magnani di Roma, località Morena: si erano recate a Ventotene per fare, come ogni anno, una settimana azzurra, e una tragica fatalità ne ha stroncato le giovani vite. Noi vorremmo esprimere il cordoglio ai genitori, la nostra vicinanza agli insegnanti, a tutta la comunità scolastica, alla comunità di Ventotene, profondamente colpita da questa tragedia, al suo sindaco, che peraltro è un medico che ha tentato di rianimare una delle ragazze, che purtroppo è deceduta. Mi auguro e ci auguriamo che in questo momento di lutto e di dolore si mettano da parte le polemiche, sia garantito sostegno alle famiglie colpite; e all'isola di Ventotene, che è un pezzo della nostra storia, siano garantiti interventi per mettere in sicurezza la sua fragilità geologica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 21 aprile 2010, alle 10:

(ore 10 e ore 16)

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 2449-C).
- Relatore: Formichella.

2. - Discussione della relazione della Giunta delle elezioni sulla elezione contestata del deputato Paolo Corsini per la IV Circoscrizione Lombardia 2. (Doc. III, n. 1).
- Relatore: Orsini.

3. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
DAMIANO ed altri; MIGLIOLI ed altri; MIGLIOLI ed altri; BELLANOVA ed altri; LETTA ed altri; DONADI ed altri: Misure straordinarie per il sostegno del reddito e per la tutela di determinate categorie di lavoratori (C. 2100-2157-2158-2452-2890-3102-A).
- Relatore: Cazzola.

(ore 15)

4. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 19,15.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2449-C - articolo 1 471 471 236 471 52 Appr.
2 Nom. em. 6.200 509 506 3 254 293 213 47 Appr.
3 Nom. articolo 6 514 512 2 257 511 1 47 Appr.
4 Nom. articolo 7 519 519 260 519 47 Appr.
5 Nom. articolo 8 522 522 262 522 47 Appr.
6 Nom. em. 9.1 529 529 265 252 277 40 Resp.
7 Nom. articolo 9 530 527 3 264 273 254 40 Appr.
8 Nom. articolo 10 532 532 267 532 40 Appr.
9 Nom. articolo 12 533 533 267 533 40 Appr.
10 Nom. em. 13.200 539 316 223 159 316 40 Appr.
11 Nom. articolo 13 534 322 212 162 321 1 40 Appr.
12 Nom. articolo 14 540 536 4 269 536 40 Appr.
13 Nom. articolo 15 523 523 262 523 40 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 19 527 527 264 527 40 Appr.
15 Nom. em. 20.50 527 526 1 264 253 273 39 Resp.
16 Nom. em. 20.2 530 530 266 257 273 39 Resp.
17 Nom. em. 20.3 532 532 267 257 275 39 Resp.
18 Nom. em. 20.4 535 533 2 267 257 276 39 Resp.
19 Nom. articolo 20 534 501 33 251 279 222 39 Appr.
20 Nom. em. 22.50 537 288 249 145 11 277 39 Resp.
21 Nom. articolo 22 534 531 3 266 529 2 39 Appr.
22 Nom. articolo 23 528 527 1 264 527 39 Appr.
23 Nom. articolo agg. 23.01 529 487 42 244 213 274 39 Resp.
24 Nom. em. 24.2 532 531 1 266 255 276 38 Resp.
25 Nom. em. 24.3 535 534 1 268 257 277 38 Resp.
26 Nom. articolo 24 537 285 252 143 285 38 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 25.50 535 535 268 261 274 38 Resp.
28 Nom. em. 25.51 542 542 272 263 279 38 Resp.
29 Nom. em. 25.2 530 299 231 150 31 268 38 Resp.
30 Nom. em. 25.52 531 294 237 148 22 272 38 Resp.
31 Nom. em. 25.4 532 512 20 257 242 270 38 Resp.
32 Nom. em. 25.5 523 523 262 259 264 38 Resp.
33 Nom. em. 25.53 535 535 268 260 275 36 Resp.
34 Nom. articolo 25 536 278 258 140 276 2 36 Appr.
35 Nom. articolo 26 529 526 3 264 525 1 36 Appr.
36 Nom. articolo 27 535 535 268 535 36 Appr.
37 Nom. articolo 28 535 535 268 535 36 Appr.
38 Nom. em. 29.50 531 530 1 266 257 273 36 Resp.
39 Nom. em. 29.1 533 529 4 265 257 272 36 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 29.200 531 529 2 265 277 252 36 Appr.
41 Nom. articolo 29 528 527 1 264 525 2 36 Appr.
42 Nom. em. 31.2 532 532 267 258 274 36 Resp.
43 Nom. articolo 31 527 527 264 524 3 37 Appr.
44 Nom. articolo 33 533 533 267 533 37 Appr.
45 Nom. em. 34.50 528 528 265 258 270 37 Resp.
46 Nom. em. 34.200 531 531 266 274 257 37 Appr.
47 Nom. articolo 34 530 530 266 526 4 37 Appr.
48 Nom. em. 38.2 531 531 266 256 275 37 Resp.
49 Nom. em. 38.200 532 530 2 266 276 254 37 Appr.
50 Nom. articolo 38 533 531 2 266 305 226 37 Appr.
51 Nom. articolo 39 534 533 1 267 532 1 37 Appr.
52 Nom. articolo 40 533 533 267 533 37 Appr.
INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 41.3 525 525 263 256 269 37 Resp.
54 Nom. articolo 41 530 529 1 265 529 37 Appr.
55 Nom. em. 42.3 528 526 2 264 259 267 37 Resp.
56 Nom. articolo 42 524 524 263 524 37 Appr.
57 Nom. articolo 44 517 517 259 517 37 Appr.
58 Nom. articolo 45 521 521 261 521 37 Appr.
59 Nom. articolo 46 522 522 262 522 37 Appr.
60 Nom. articolo 47 522 522 262 522 37 Appr.
61 Nom. articolo 48 521 521 261 521 37 Appr.
62 Nom. em. 49.50 525 286 239 144 18 268 37 Resp.
63 Nom. articolo 49 524 518 6 260 516 2 37 Appr.
64 Nom. articolo 50 521 521 261 521 37 Appr.
65 Nom. articolo 51 517 517 259 517 37 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 69)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. articolo 52 519 519 260 519 37 Appr.
67 Nom. articolo 53 516 516 259 516 37 Appr.
68 Nom. articolo 54 513 513 257 513 37 Appr.
69 Nom. articolo 56 520 520 261 520 37 Appr.