XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 280 di martedì 9 febbraio 2010

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 11,05.

DONATO LAMORTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 4 febbraio 2010.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Brancher, Brugger, Cirielli, Dozzo, Leone, Lo Monte, Mazzocchi, Melchiorre, Molgora, Nucara, Pescante, Sardelli, Scajola, Stucchi e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interrogazioni (ore 11,08).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Situazione occupazionale dello stabilimento della Lmt di Pignataro Interamna (Frosinone) - n. 3-00569)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Anna Teresa Formisano n. 3-00569, concernente la situazione occupazionale dello stabilimento della Lmt di Pignataro Interamna (Frosinone) (Vedi l'allegato A - Interrogazioni).

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, con riferimento all'atto parlamentare presentato dall'onorevole Formisano, inerente la situazione aziendale della società Lmt di Pignataro Interamna (Frosinone), passo ad illustrare i dati informativi trasmessi dai competenti uffici dell'amministrazione che rappresento, dall'INPS, dalla regione Lazio e dal Ministero dello sviluppo economico. La predetta società, che opera nel settore dei rimorchi e semirimorchi, è stata posta in liquidazione dal tribunale di Cassino, in data 1o dicembre 2008, e successivamente il 12 gennaio 2009, con provvedimento della stessa autorità giudiziaria, ne è stato dichiarato il fallimento con contestuale nomina del curatore fallimentare.
I lavoratori della società hanno fruito di cassa integrazione in deroga per il periodo 1o gennaio 2009-17 luglio 2009. Al riguardo l'INPS, da notizie assunte presso la propria sede di Cassino, ha comunicato che, dopo la conclusione dell'iter amministrativo dei vari procedimenti di riconoscimento dei trattamenti di integrazione salariale, i lavoratori risultano pagati regolarmente. I lavoratori risultano attualmente in cassa integrazione guadagni straordinari per procedura concorsuale, così come convenuto tra le parti, nell'ambito dell'accordo siglato presso la regione Lazio, lo scorso 4 agosto.
In particolare, il predetto trattamento di CIGS è stato concesso con decreto Pag. 2ministeriale 1o dicembre 2009 n. 48471, per il periodo dal 18 luglio 2009 al 17 luglio 2010. L'INPS è stata autorizzata ad erogare, direttamente ai lavoratori sospesi, il trattamento integrativo e gli assegni familiari, qualora dovuti.
In proposito, faccio presente, con riferimento a quanto accennato nell'atto ispettivo dall'onorevole interrogante, che, nel 2009, sono stati assegnati alla regione Lazio 90 milioni di euro ai fini della concessione, in deroga alla vigente normativa, di trattamenti di cassa integrazione guadagni, di mobilità e di disoccupazione speciale; sicché non vi erano problemi di risorse per il sostegno al reddito dei lavoratori. Aggiungo che non vi saranno problemi di risorse nel corso del 2010 allorché saranno assegnate alla regione Lazio risorse sicuramente congrue rispetto alle esigenze di interventi relativi alle crisi occupazionali e, quindi, anche alla vicenda che stiamo affrontando.
Nel corso del 2010, pertanto, sarà possibile, con l'attenzione dovuta nel seguire l'evoluzione della vicenda, affrontare sia i temi della prospettiva dell'area, sia la questione occupazionale, per verificare, nel caso non dovessero concretizzarsi iniziative utili alla ricollocazione dei lavoratori, la possibilità di intervenire con gli strumenti necessari per continuare, come è doveroso, a garantire il sostegno al reddito dei lavoratori stessi.
Sicché l'impegno che il Governo assume è quello di continuare ad intervenire nel settore anche attraverso un ampliamento degli incentivi rivolti ad altri settori del trasporto su gomma (oltre a quelli che già godono di questo beneficio) con le ricadute che auspicabilmente si potrebbero determinare anche sulla vicenda in questione. In ogni caso, il Governo si impegna a seguire la vicenda con la disponibilità, nel corso del 2010, se richiesto, ad aprire tavoli di confronto con le parti e con i soggetti interessati, comunque, con la certezza di poter garantire anche nel 2010 ammortizzatori sociali e strumenti di tutela per i lavoratori interessati.

PRESIDENTE. L'onorevole Anna Teresa Formisano ha facoltà di replicare.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Viespoli, ma vorrei fare alcune puntualizzazioni che ritengo utili. Intanto stiamo parlando di un'interrogazione che ho presentato nel lontano 24 giugno 2009. Credo che questo fatto si commenti da sé, perché quello era il momento in cui i lavoratori erano oggettivamente preoccupati, anche perché - come l'onorevole Viespoli ha appena affermato - la cassa integrazione è scattata dal mese di luglio 2009. Pertanto, se un parlamentare, che vive il territorio quotidianamente, si occupa di un problema, che in quel momento rappresenta un'emergenza, ma la risposta viene fornita dopo otto mesi, capite bene che poi non ci si può lamentare che vi sia distanza tra politici e cittadini. Se questi sono i tempi, vi sarà sempre molta più distanza.
Fatta questa parentesi, accolgo favorevolmente le osservazioni e le indicazioni del collega Viespoli e, se possibile, nel dichiararmi parzialmente soddisfatta, voglio lanciare una provocazione. Diamoci un appuntamento operativo, perché il mese di luglio è alle porte e non vorrei che poi ci trovassimo a correre in affanno, come al solito, arrivando così alle situazioni, cui assistiamo in questo periodo ogni giorno, riportate dalle televisioni e dalla stampa. Non credo che questa sia la mia volontà, tanto meno quella dei rappresentanti del Governo.
Diamoci un appuntamento a maggio per monitorare la reale situazione di questa azienda. Parliamo - la cosa mi sta particolarmente a cuore - di operai, di maestranze che sono fuori in termini di età rispetto a giovani in cerca di prima occupazione. Parliamo di padri di famiglia che hanno oltre 45, 50 anni e che non troverebbero una facile collocazione in altre aziende. Pertanto, se ho capito bene e credo di aver capito bene, mi pare che vi sia grande disponibilità da parte del collega Viespoli, al quale - approfittando anche della presenza del sottosegretario Pag. 3per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, che non è esente dall'interessarsi a queste problematiche - propongo un monitoraggio della situazione da effettuare insieme a maggio. Verifichiamo se vi è la possibilità di aprire un tavolo per individuare le criticità o gli interventi necessari per rilanciare questa struttura che vive un momento di crisi particolare, perché parliamo di un territorio - voi lo sapete meglio di me - dove troviamo la FIAT come prima azienda; ciò, anche per fornire una risposta a questi lavoratori che, ormai da due anni, non sanno come sarà il futuro per le loro famiglie e per loro stessi.
Quindi, ritenendomi parzialmente soddisfatta (e ringrazio i colleghi per la loro attenzione), propongo un monitoraggio più attento di tale situazione ai primi di maggio.

(Iniziative per completare la ricostruzione nei territori della provincia di Catania colpiti dall'evento sismico ed eruttivo del 29 ottobre 2002 - n. 3-00659)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Burtone n. 3-00659, concernente iniziative per completare la ricostruzione nei territori della provincia di Catania colpiti dall'evento sismico ed eruttivo del 29 ottobre 2002 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni).

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il 31 dicembre 2008 è cessato il periodo di vigenza della dichiarazione dello stato di emergenza sia per i gravi fenomeni eruttivi connessi all'attività vulcanica dell'Etna nel territorio della provincia di Catania, sia per gli eventi sismici verificatisi nella medesima area nel 2002. Tuttavia, a causa del permanere dello stato di criticità, è stata emanata l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3735 del 22 gennaio 2009, non derogatoria, finalizzata ad adottare ogni iniziativa utile per assicurare la continuità amministrativa, il monitoraggio sull'attuazione delle attività poste in essere in regime straordinario e il completamento degli interventi per il ritorno alla normalità, anche in un contesto di necessaria prevenzione da una possibile situazione di pericolo per la pubblica e privata incolumità.
Con tale provvedimento è stato conservato il regime commissariale al presidente della regione, fino al 31 dicembre 2009, mantenendo in servizio, tra i vari disposti dell'ordinanza, il personale precario assunto dai comuni e il finanziamento per l'autonoma sistemazione dei nuclei familiari non ancora rientrati nelle proprie abitazioni.
Successivamente, al fine di consentire al commissario delegato di proseguire, in regime ordinario, le iniziative volte a fronteggiare le conseguenze dell'evento calamitoso, con l'articolo 2 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3829 del 27 novembre 2009, il suddetto regime commissariale è stato prorogato al 31 dicembre 2010.
In particolare si evidenzia che l'importo complessivo finanziato dallo Stato per l'opera di ricostruzione è pari a 186.713.756 euro suddiviso nel modo seguente: 20 milioni di euro, come fondi diretti disposti con l'ordinanza n. 3254; 92.435.054 euro, tramite mutui accesi in base al disposto delle ordinanze n. 3277 e n. 3311; 22 milioni euro, sui fondi CIPE erogati in base all'accordo di programma quadro n. 17 del 2003; 45.773.390 euro, tramite mutuo acceso in base al disposto dell'ordinanza n. 3464; 4.505.311 euro, tramite attualizzazione su 15 anni dell'importo annuale erogato in base al disposto dell'ordinanza n. 3534; 2 milioni di euro, a valere sui fondi recati dalla legge n. 433 del 1991.
Per quanto riguarda il grado di realizzazione degli interventi, si fa presente che per il 93 per cento delle attività, ricadenti nel patrimonio edilizio privato in prima priorità - fabbricati oggetto di ordinanza di sgombero - i progetti sono stati approvati, con un sensibile progresso rispetto al Pag. 4dato di fine 2007 pari al 50 per cento circa, e il 90 per cento delle famiglie sono rientrate nelle proprie abitazioni.
Inoltre, entro il mese di dicembre 2010, tutte le pratiche ricadenti nella prima priorità - residenti con ordinanza di sgombero - saranno completamente evase.
Relativamente all'aspetto finanziario sono stati impegnati circa 50 milioni di euro per le opere pubbliche e, al 31 dicembre 2008, si è esaurita la quasi totalità dei finanziamenti a disposizione mentre, per la ricostruzione/riparazione del patrimonio edilizio privato in prima priorità, è stato previsto un importo di circa 126/130 milioni di euro.
Pertanto con nota del 10 marzo 2009 il Dipartimento della protezione civile ha invitato il commissario delegato a «(...) non procedere ad ulteriori impegni di spesa per le opere pubbliche, ponendo a rischio il completamento della ricostruzione del patrimonio edilizio privato, ricostruzione ormai giunta al 75 per cento per quanto riguarda le competenze finanziarie, con ben il 90 per cento delle famiglie rientrate nelle proprie abitazioni. Inoltre, il contenzioso che ne deriverebbe sarebbe certamente notevole e con esito probabilmente sfavorevole.»
Tale richiesta si è resa necessaria in quanto il commissario delegato, con propria rimodulazione del luglio 2008, ha trasferito alcuni interventi riguardanti le opere pubbliche dalle seconde priorità (ed in qualche caso dalle terze) alla prima, accettando anche interventi in comuni non dichiarati danneggiati dal sisma e aumentando l'importo necessario, per la prima priorità, da 60 milioni a oltre 100 milioni di euro.
Il Commissario delegato ha, comunque, proseguito parallelamente gli interventi, sia quelli relativi alle opere pubbliche che quelli attinenti alla prima priorità del patrimonio edilizio privato, impegnando circa 90 milioni di euro per le opere pubbliche. In tal modo si è reso necessario un ulteriore finanziamento di 32/35 milioni di euro per completare la riparazione degli interventi attinenti il patrimonio edilizio privato.
Al riguardo, è in corso di predisposizione, da parte del suddetto dipartimento, un'apposita nota finalizzata a richiedere, al competente Ministero dell'economia e delle finanze, l'integrazione del Fondo della Protezione civile con la somma suindicata, mediante corrispondente riduzione del Fondo per le spese impreviste del Ministero stesso, fermo restando che tale importo sarà destinato esclusivamente al completamento degli interventi relativi al patrimonio edilizio privato.

PRESIDENTE. L'onorevole Burtone ha facoltà di replicare.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, rimango insoddisfatto della risposta del sottosegretario rispetto alle esigenze e alle richieste che provengono dalle comunità che otto anni fa - lo voglio qui ricordare - vennero colpite da diverse calamità naturali.
Infatti, in un'area vasta, che ebbe come epicentro Santa Venerina ed Acireale, furono colpiti anche tanti altri comuni e, oltre all'evento sismico, subirono anche l'eruzione lavica e la caduta di cenere lavica, che portò grandi problemi soprattutto nella città di Catania, con il blocco di tante iniziative economiche. Vi fu un immobilismo per tanti giorni, per troppi giorni, tanto che arrivò il Presidente del Consiglio, allora l'onorevole Berlusconi, che fece la promessa di una legge di solidarietà per Catania. Di quella legge, signor Presidente, non abbiamo neanche l'ombra: mai presentata come disegno di legge e mai discussa, però promessa ai catanesi in quel dicembre in cui il Presidente del Consiglio venne a fare visita alle abitazioni che erano state colpite.
Ma non voglio ritornare a ciò, signor Presidente: voglio dire che vi furono danni notevoli e vennero colpiti anche settori produttivi. Si disse, quando questa Camera operò nella realizzazione della legge per la ricostruzione, che i fondi sarebbero stati sufficienti per la ricostruzione. Signor Presidente, questo però non è vero: vi è stata una gestione - e qui prendo atto delle cose gravi che il sottosegretario ha detto - Pag. 5discutibile dei fondi per la ricostruzione. Il commissario che ha operato, in questa fase il presidente della regione Lombardo, ha fatto alcune variazioni nell'utilizzazione di queste risorse certo non per completare le opere importanti che erano in quell'area, ma addirittura per spendere quelle risorse fuori dall'area che aveva subito danni.
Credo che il Governo dovrebbe fare una verifica attenta, anche perché, signor sottosegretario, attualmente vi sono 1.434 pratiche di ricostruzione di edifici privati per un importo di oltre 66 milioni di euro; vi sono altrettante opere pubbliche nel territorio interessato al sisma, non fuori da quell'area, e quindi vi è la necessità di avere queste risorse, anche perché per ragioni di equità, signor sottosegretario, non possono pagare i cittadini, specialmente quei cittadini onesti che non hanno presentato una condizione assai grave della propria abitazione. Sono quelli che non sono stati messi nella priorità 1, avevano la propria casa parzialmente agibile, ma lo era solo parzialmente. Vi sono perizie che sono state compiute dagli uffici che evidenziano che anche queste abitazioni necessitavano e necessitano degli interventi per la ricostruzione.
Ecco perché, signor Presidente, noi sollecitiamo il Governo affinché individui queste aree e richiami alla correttezza il presidente della regione, anche perché non possono subire sempre i siciliani. Noi abbiamo casi come il Friuli, in cui la ricostruzione è stata completata e non vorremmo avere un nuovo Belice. Lo Stato ha fatto una legge, i fondi si utilizzino correttamente. Vi sono dei Governi che sono chiamati alle proprie responsabilità: facciano il proprio dovere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Intendimenti del Governo in merito agli interventi di bonifica dei siti inquinati, con particolare riferimento ai siti di Torviscosa e Trieste - n. 3-00461)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Strizzolo n. 3-00461, riguardante intendimenti del Governo in merito agli interventi di bonifica dei siti inquinati, con particolare riferimento ai siti di Torviscosa e Trieste (Vedi l'allegato A - Interrogazioni).

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il decreto legislativo n. 152 del 2006 ha definito le procedure per l'attuazione di programmi di intervento di riconversione industriale e sviluppo economico e produttivo dei siti industriali inquinati.
Al fine di disporre di uno strumento di finanziamento e di attuazione della sopradetta normativa, la delibera CIPE n. 166 del 2007, relativa all'attuazione del quadro strategico nazionale 2007-2013, ha, tra l'altro, previsto la definizione del «programma straordinario nazionale per il recupero economico-produttivo dei siti industriali inquinati».
In particolare, per tale programma, la cui attuazione è affidata al Ministero dello sviluppo economico, d'intesa con il Ministero dell'ambiente, era stato previsto, dalla citata delibera del CIPE n. 166 del 2007, uno stanziamento complessivo di circa 3 miliardi di euro a valere sui fondi FAS 2007-2013. I fondi sarebbero stati necessari per l'attivazione degli interventi di riqualificazione ambientale e di rilancio economico produttivo dei territori del Paese che ricadono in aree di interesse sia nazionale che regionale.
Il comitato di sorveglianza e il comitato tecnico di coordinamento, sulla base delle anzidette risorse assegnate dal CIPE, condividendo i criteri di ammissibilità e di ripartizione territoriale definiti dal Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente, hanno individuato, tra i 60 siti risultati ammissibili al finanziamento - su complessivi 116 siti segnalati dalle Regioni - 26 siti prioritari, di cui 18 di interesse nazionale, nei quali rientrano la Laguna di Grado e Pag. 6Marano (ove è ubicato il complesso industriale chimico di Torviscosa) e il sito di Trieste.
Si aggiunge, tuttavia, che date le stringenti esigenze di bilancio pubblico e la grave situazione di crisi economico-finanziaria a livello mondiale, il CIPE, con successive delibere, adottate nella seduta del 6 marzo 2009, ha riprogrammato le risorse nazionali disponibili del FAS, in funzione anticrisi, assegnandole a tre Fondi: Fondo sociale per occupazione e formazione; Fondo infrastrutture; Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Quest'ultimo Fondo, in particolare, costituisce una riserva da utilizzare per una serie di interventi a sostegno dello sviluppo del Paese (ivi compresi gli interventi per la bonifica di siti industriali inquinati) e aveva, all'atto della sua istituzione, una dotazione complessiva pari a circa 9 miliardi di euro (in gran parte già preallocati da disposizioni di legge come, ad esempio, la ricostruzione de L'Aquila).
Con delibera n. 4 del 6 marzo 2009, il CIPE ha stabilito, in particolare, le procedure e i criteri da seguire nell'utilizzazione delle predette risorse.
In attuazione delle predette procedure, il Ministero dello sviluppo economico ha già fatto richiesta alla Presidenza del Consiglio, tra l'altro, di un'assegnazione di 50 milioni di euro per il progetto di bonifica di siti industriali inquinati, a valere su detto Fondo strategico per il Paese.
Tale richiesta, previo parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, dovrà essere, poi, portata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri all'esame del CIPE.
Riguardo alla particolare situazione di crisi della società Caffaro di Torviscosa, in amministrazione straordinaria, si fa presente che il Ministero dello sviluppo economico sta verificando la possibilità di proporre al Ministero dell'ambiente soluzioni tecniche capaci di contenere i costi della messa in sicurezza e della bonifica del sito Caffaro di Torviscosa, con l'obiettivo di favorire l'ingresso di possibili investitori e, quindi, la conservazione dei posti di lavoro.

PRESIDENTE. L'onorevole Strizzolo ha facoltà di replicare.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, devo dichiararmi totalmente insoddisfatto, perché quanto esposto dall'onorevole sottosegretario rappresenta un quadro già abbastanza noto. Infatti, la mia interrogazione risale al 31 marzo dell'anno scorso (quindi, è passato quasi un anno) e fa seguito a dichiarazioni ed impegni assunti dal Ministro dello sviluppo economico nel corso di una visita nella regione Friuli Venezia Giulia, con riferimento anche al problema della crisi dell'azienda chimica Caffaro di Torviscosa.
Nel ricordare che il polo chimico di Torviscosa, per l'importanza, è il terzo polo chimico italiano, sottolineo, ancora una volta, l'inadeguatezza e l'insufficienza degli indirizzi e delle politiche assunte, fino ad oggi, dal Governo per rilanciare l'intero settore chimico nel nostro Paese. Si tratta, infatti, di un settore strategico per il futuro del nostro Paese, non solo dal punto di vista dell'occupazione - e, quindi, con ricadute rilevanti dal punto di vista sociale - ma anche come scelta strategica di supporto alle attività industriali. Credo, infatti, che il Governo abbia il dovere di riconfermarsi ancora impegnato a sostenere politiche di sviluppo ed economico, che riguardino i settori più avanzati del comparto dell'industria.
Rispetto a questa risposta, non solo non vi è alcuna novità sostanziale e concreta, ma, addirittura, con un'impostazione sostanzialmente di tipo burocratico, non si dà risposta neppure alle iniziative intraprese da alcuni commissari - il commissario, dottor Cappelletto, che è stato nominato per la Caffaro in stato di crisi, e il commissario per la bonifica della Laguna di Grado, il dottor Menchini - i quali si stanno impegnando e stanno Pag. 7lavorando per portare avanti alcune proposte da sottoporre sia al Ministero dell'ambiente, sia al Ministero per lo sviluppo economico.
Mi sembra che, purtroppo, tali iniziative non troveranno grande attenzione né grande e concreta accoglienza da parte dei due Ministeri: ciò metterà ancora una volta in difficoltà una realtà che, tra diretto e indotto, alimenta circa mille posti di lavoro (tra l'altro, una parte di questi sono già in cassa integrazione).
Pertanto, ribadendo la mia totale insoddisfazione, rinnovo ancora una volta l'invito al Governo, al Ministero dell'ambiente e al Ministero per lo sviluppo economico, a riprendere l'iniziativa di intervento e di bonifica nei siti inquinati di interesse nazionale, di cui alle decisioni del Governo Prodi del 2006, in quanto, come abbiamo registrato in questo anno e mezzo, quasi due, di Governo Berlusconi, con il gioco delle «tre carte», molti fondi sono stati spostati da un capitolo ad un altro, cercando di tamponare situazioni di emergenza, appunto temporanee.
Tuttavia, con il gioco delle «tre carte» non si va da nessuna parte. Non si può continuare ad andare in giro per l'Italia a promettere e a dire che si risolverà tutto, mentre poi, in concreto, ripeto, si continua a fare il gioco delle «tre carte».
Dopo aver sottolineato ciò...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

IVANO STRIZZOLO. Concludo signor Presidente, ricordando che sul problema del recupero della crisi del complesso chimico Caffaro di Torviscosa, vi è un impegno congiunto dei diversi livelli istituzionali, dal comune, alla provincia, alla regione, al consorzio Aussa-Corno, ma anche del mondo del lavoro e dei sindacati, che hanno assunto fino ad oggi un atteggiamento di grande responsabilità. Mi auguro che, da parte del Governo, prossimamente, vi sia un'iniziativa concreta a favore della soluzione della crisi della Chimica Caffaro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative per contrastare lo stato di crisi finanziaria della società Nerviano medical sciences Srl e per la salvaguardia dei posti di lavoro - n. 3-00676)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Volontè n. 3-00676, concernente iniziative per contrastare lo stato di crisi finanziaria della società Nerviano medical sciences Srl e per la salvaguardia dei posti di lavoro (Vedi l'allegato A - Interrogazioni).

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Ministero dello sviluppo economico, pur non essendo stato sin qui coinvolto nella questione illustrata nell'atto di sindacato in esame, segue gli sviluppi della situazione del centro di ricerche Nerviano medical sciences, nell'ambito delle attività del tavolo permanente per il settore farmaceutico, istituito presso lo stesso Ministero.
Nel maggio 2009 è stato ultimato l'iter di ricapitalizzazione della Nerviano medical sciences. Ciò è avvenuto mediante la cessione del credito, di 30 milioni di euro, di Unicredit verso NMS alla proprietà, Congregazione dei figli dell'immacolata concezione. Quest'ultima, a sua volta, ha provveduto a ricapitalizzare NMS per lo stesso importo.
La regione Lombardia, dove è stato istituito un tavolo di confronto, sta portando avanti gli impegni presi a favore della Nerviano medical sciences, a seguito della suddetta ricapitalizzazione, e sta promuovendo un percorso finalizzato allo sviluppo strategico del centro di ricerca. In particolare, è tuttora in corso lo svolgimento di una serie di incontri presso la regione con azienda, rappresentanze sindacali e istituzioni locali, per la condivisione del piano industriale che è stato presentato in data 10 novembre 2009.
Le organizzazioni sindacali hanno valutato positivamente il valore strategico del piano di sviluppo presentato, che da un lato non presenta alcun rischio di licenziamento Pag. 8per i lavoratori, poiché contiene i presupposti, alcuni dei quali dovranno essere consolidati, per un rilancio competitivo sul mercato del centro stesso, dall'altro non prevede l'attivazione di alcuna procedura di mobilità.
Tra i punti qualificanti del piano è prevista la nascita di un centro universitario che potrebbe garantire una partnership stabile con la regione, favorendo l'occupazione. I prossimi passaggi sono, quindi, relativi, da un lato, al proseguimento della trattativa con la Pfizer, che sta procedendo nei tempi programmati, e, dall'altro, all'attivazione di nuove partnership per le quali occorre, però, che sia definitivamente approvato il piano industriale.
Risulta, inoltre, che il centro NMS, proprio al fine di favorire, accanto agli aspetti scientifici e di business, anche l'ambito finanziario fortemente connesso ai programmi di rilancio del centro ricerche, ha recentemente rinnovato i propri organi sociali.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali comunica, infine, che allo stato attuale non risulta pervenuta alcuna domanda di cassa integrazione straordinaria relativa al Nerviano medical sciences.
Il Ministero dello sviluppo economico è totalmente a disposizione per ogni supporto possa essere necessario per la migliore definizione degli interventi del nuovo piano industriale, così come a convocare un tavolo di confronto con tutte le parti interessate, qualora fosse richiesto.

PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha facoltà di replicare.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, mi dichiaro parzialmente soddisfatto di questa risposta, che dimostra quanto anche al Governo stia a cuore, con attenzione, lo sviluppo di quello che è il più importante centro di ricerca farmaceutica del nostro Paese, il Nerviano medical sciences.
Nella sua risposta il sottosegretario ha ricordato anche gran parte delle premesse della nostra interrogazione, vale a dire che esiste un'attenzione - e di questo ci compiacciamo - da parte del Ministro del lavoro e delle politiche sociali; che la regione Lombardia ha attivato un percorso di sviluppo strategico con la proprietà e con i ricercatori, oltre che con le maestranze; che il piano di sviluppo è stato presentato all'attenzione delle parti sindacali e ha ottenuto un'importante condivisione, infine, che non ci sono pericoli per i ricercatori e per i dipendenti.
Tuttavia, la disponibilità del Governo e l'attenzione dimostrata dallo stesso sottosegretario e dal Ministero per lo sviluppo economico ritengo debbano essere proattive, perché il Nerviano medical sciences è una punta di diamante della ricerca italiana in campo farmacologico ed è tra i centri più importanti presenti nel nostro Paese.
È giusto ed è opportuno che si segua con attenzione la trattativa con la Pzifer e che venga approvato il piano industriale, ma ritengo opportuno anche che il Ministero dello sviluppo economico segua da vicino la prospettiva positiva che si può dare a questo importante centro di ricerca del nostro Paese, affinché, non essendo presenti nel nostro Paese molti centri di avanguardia in grado di dedicarsi ad una ricerca molto precisa e all'avanguardia anche in questo campo, si possa considerare il Nerviano medical sciences come un'opportunità non solo per la regione Lombardia, ma anche per l'intero sviluppo della ricerca sul piano nazionale.
Da questo punto di vista, con attenzione e con soddisfazione prendiamo atto che, anche in collaborazione con la regione, il piano prevede anche lo sviluppo di un centro universitario.
Accanto al Nerviano medical sciences, sono pochi i centri di ricerca così all'avanguardia nel nostro Paese, dove i giovani talenti italiani e internazionali possono compiere una ricerca applicata di altissimo valore, come dimostra la trattativa con la Pfizer. Per queste ragioni essi devono essere considerati positivamente e valorizzati il più possibile, non solo dalle strutture amministrative regionali, ma anche e soprattutto dal Governo nazionale. Pag. 9
L'attenzione che lei ha dimostrato, signor sottosegretario, e di cui ci ha parlato, così come l'attenzione dei Ministeri del lavoro e dello sviluppo economico, dal nostro punto di vista, va bene, ma deve essere ancora più indirizzata verso uno sviluppo positivo della situazione e del Nerviano medical sciences.

(Iniziative per impedire l'accesso al mercato italiano di prodotti pericolosi per la salute provenienti dai Paesi asiatici - n. 3-00766)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Mistrello Destro n. 3-00766, riguardante iniziative per impedire l'accesso al mercato italiano di prodotti pericolosi per la salute provenienti dai Paesi asiatici (Vedi l'allegato A - Interrogazioni).

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, gli interroganti chiedono verifiche sulle massicce importazioni di prodotti asiatici spesso contraffatti, che vengono immessi sul mercato senza alcun tipo di controllo.
L'azione del Ministero dello sviluppo economico è sempre improntata alla massima e costante vigilanza del mercato per monitorare il fenomeno della contraffazione. La cosiddetta legge sviluppo - la legge n. 99 del 2009 - ha introdotto nuove disposizioni, volte a rendere più efficace l'azione di prevenzione e di contrasto alla contraffazione.
In particolare, è stato previsto un inasprimento delle sanzioni penali in materia di contraffazione di prodotti industriali, di cui un'importante porzione del mercato è costituita dai materiali elettrici, l'introduzione del reato, procedibile a querela di parte, di usurpazione di titolo di proprietà industriale, nonché della fattispecie penalmente rilevante di contraffazione o alterazione di indicazione geografica o denominazione d'origine.
È stata anche riformulata la sanzione amministrativa per chi acquista beni contraffatti per favorirne l'applicazione generalizzata sul territorio, in un'ottica di contrasto alla domanda di tali prodotti.
Sono stati quindi attribuiti maggiori poteri alle forze di polizia, attraverso l'estensione delle cosiddette operazioni speciali (operazioni sotto copertura o acquisto simulato), oggi previste per i reati di mafia, nel caso di associazione per delinquere finalizzata a reati di contraffazione, oltre alla confisca dei beni provenienti dal compimento dei reati di contraffazione.
Per quanto riguarda l'invasione di prodotti asiatici, va detto che qualora il flusso di importazione da un Paese terzo sia talmente anomalo da causare un danno alla produzione nazionale o europea o qualora i prodotti importati vengano messi in vendita sui mercati a prezzi inferiori al prezzo di vendita sul mercato di origine della merce, è possibile far ricorso agli strumenti di difesa commerciale previsti dalla normativa comunitaria.
Il Ministero dello sviluppo economico si è, in più occasioni, attivato e continuerà ad adoperarsi a livello di Commissione europea, per richiedere l'introduzione di misure antidumping o di salvaguardia, in relazione a importazioni dai Paesi asiatici, specialmente dalla Cina, e tale azione ha portato, più volte, all'incisiva applicazione di misure a difesa dei nostri comparti produttivi.
Il problema della contraffazione della marcatura CE è certamente importantissimo. Il controllo alle frontiere da parte delle autorità competenti è, allo stato attuale, il mezzo più efficace per combattere tale pratica sleale.
Tuttavia, l'adozione di un'indicazione obbligatoria dell'origine - il cosiddetto made in - è il provvedimento che più di tutti potrebbe garantire il consumatore, soprattutto in caso di provenienza della merce da uno dei Paesi asiatici menzionati nell'interrogazione. Infatti, la presenza di un marchio made in metterebbe immediatamente l'utente finale a conoscenza della reale provenienza di un determinato prodotto. Pag. 10
L'adozione del decreto-legge n. 135 del 2009 rappresenta un importante passo in questa direzione, ma ancora più importante sarebbe l'introduzione di un regolamento comunitario ad hoc.
Al riguardo, si evidenzia che l'indicazione obbligatoria del marchio di origine per i prodotti importati da Paesi extraeuropei è uno dei temi cui il Ministero dello sviluppo economico si è dedicato con particolare impegno negli ultimi anni, sia nei confronti della Commissione europea sia mediante contatti diretti con quei Paesi dell'Unione europea ostili all'idea. Infatti, l'adozione di un qualsiasi regolamento da parte del Consiglio dell'Unione richiede una maggioranza di voti favorevoli che finora, come nel caso dell'etichettatura obbligatoria, è sempre mancata.
Sempre sul problema della contraffazione, si ricorda che sono attivi presso le sedi estere dell'Istituto del commercio con l'estero, i desk di assistenza alle imprese, per la tutela della proprietà intellettuale, con l'obiettivo di offrire alle imprese italiane all'estero un insieme di servizi di assistenza e consulenza in materia di proprietà intellettuale.
Attualmente tali desk sono undici e sono operativi presso quei Paesi nei quali più intensa è la diffusione del fenomeno della contraffazione, sia sotto il profilo della produzione di beni contraffatti, sia di quello della loro distribuzione (Cina, India, Corea del Sud, Vietnam, Emirati Arabi, Turchia, Russia, Stati Uniti e Brasile).
I prodotti contraffatti importati sono, spesso, anche pericolosi per la salute perché utilizzano anche sostanze, come, ad esempio, il biocida in uso nelle aree monsoniche come anti-muffa e che può determinare reazioni allergiche e dermatiti eczematose.
A tal proposito il Ministero della salute ha attivato, sul proprio sito istituzionale, una specifica pagina per i prodotti pericolosi sequestrati in Italia. Dal suddetto sito si accede alla pagina «RAPEX», sistema di allarme rapido per i prodotti pericolosi, con l'esclusione dei prodotti alimentari, farmaceutici e i dispositivi medici, coperti da altri meccanismi. Tale sistema agevola lo scambio rapido di informazioni tra gli Stati membri e la Commissione sulle misure adottate per prevenire o limitare la commercializzazione o l'uso di prodotti che presentano un rischio grave per la salute e la sicurezza dei consumatori.
Infine, nel Lazio e a Roma, il Ministero per lo sviluppo economico ha promosso, in collaborazione con il comune, una campagna di sensibilizzazione e di informazione rivolta a residenti e turisti, per contrastare il fenomeno del commercio illegale, con specifico riferimento alla vendita di prodotti contraffatti. La campagna, già avviata questa estate, con particolare attenzione alle località del litorale romano, è stata di recente ripresa, al fine di dare continuità di azione, in un periodo di particolare contrazione degli acquisti.
Infine, il Ministero per lo sviluppo economico si attiverà, come già in passato, affinché la Commissione europea riesca a far inserire nell'Accordo di partenariato e cooperazione attualmente in negoziazione con il Governo cinese specifiche disposizioni che tutelino adeguatamente i diritti di proprietà intellettuale.
Operativamente sulla materia in esame, il Ministero per lo sviluppo economico coordina una serie di tavoli di lavoro, che coinvolgono sia le istituzioni, sia le associazioni imprenditoriali e dei consumatori maggiormente rappresentative, in un'ottica di piena e fattiva collaborazione tra pubblico e privato.
Recentemente, inoltre, è stato definito un protocollo di intesa con l'università degli studi di Roma La Sapienza ed è di prossima sottoscrizione un ulteriore accordo con l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, al fine di individuare lo stato di applicazione delle norme sulla tracciabilità e rintracciabilità dell'origine dei prodotti e realizzare un progetto pilota volto a offrire alle imprese un nuovo strumento di tutela della proprietà industriale.
Infine, il prossimo avvio del Consiglio nazionale anticontraffazione, istituito con la legge n. 99 del 2009, consentirà di condurre ad unità l'elaborazione di indirizzi e strategie in materia di lotta alla Pag. 11contraffazione, con una azione tesa a ricercare le necessarie sinergie anche con le politiche e le azioni in materia di sicurezza dei prodotti e tutela del made in Italy.

PRESIDENTE. L'onorevole Mistrello Destro ha facoltà di replicare.

GIUSTINA MISTRELLO DESTRO. Signor Presidente, sono soddisfatta della risposta del sottosegretario e, in modo particolare, per l'impegno che il Ministero ha manifestato su un tema particolarmente importante per il sistema economico e soprattutto per quanto sta succedendo in alcune zone del Paese.
Voglio ricordare che, proprio per un'opera di sensibilizzazione su questa situazione, la prefettura di Padova, in collaborazione stretta con la Guardia di finanza e il sistema delle piccole imprese, sta sviluppando in maniera molto importante un controllo mirato sia sulla contraffazione, sia sui prodotti nocivi.
Sono soddisfatta in modo particolare per le iniziative relative alla Comunità europea, perché credo che dobbiamo particolarmente impegnarci e far sì che un regolamento comunitario sia portato avanti con determinazione proprio per salvaguardare i prodotti che vengono realizzati nel nostro Paese e che rispettano tutte le norme di sicurezza e per riconoscere l'impegno del sistema delle imprese italiane, nonostante la difficoltà del momento. Ringrazio, pertanto, il sottosegretario della risposta.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 11,50).

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, ho chiesto la parola per sollecitare il Governo a dare una risposta ad un'interrogazione che ho presentato da molto tempo e che riguarda la situazione dei rifiuti solidi in Sicilia. Vi è una grave crisi ambientale in Sicilia: per settimane non vengono raccolti i rifiuti ed è una condizione che si trascina ormai da tempo.
Soltanto per pochi giorni si risolve il problema, però ripetutamente si entra in una condizione di difficoltà, con i rifiuti che non vengono ritirati e una situazione grave in tutte le province siciliane, in modo particolare nella provincia di Catania, ma anche nella provincia di Palermo.
Nella città di Palermo stanno fallendo queste realtà «mangia-soldi», che sono state le ATO: esse hanno avuto il significato di fare un grande business sui rifiuti, nel contempo hanno portato clientela e consenso al centrodestra, ma lo stato di degrado ambientale è ormai evidente e grave in Sicilia.
Siamo stupiti, tra l'altro, perché su questa vicenda il Governo nazionale ha adottato due pesi e due misure: in Campania con grande enfasi è stato adottato l'intervento con la Protezione civile. In Sicilia, invece, c'è stata una omissione da parte del Governo, tra l'altro con un'aggravante. Infatti, il Ministro dell'ambiente Prestigiacomo è siciliana e non poteva non sapere che la situazione era grave in Sicilia. Finalmente, però, proprio stamattina da un quotidiano siciliano leggo che la Prestigiacomo prende posizione. Infatti, dice testualmente: «Sul problema dei rifiuti non siamo ancora ai livelli della Campania, però è urgente che il governatore siciliano Raffaele Lombardo dia presto delle risposte». Allora, vogliamo dire che il Ministro Prestigiacomo ha ragione: il presidente Lombardo, voluto da lei, deve fare la propria parte. La faccia presto per risolvere la grave crisi ambientale che è presente in Sicilia per lo stato di degrado delle nostre città, dal momento che non vengono ritirati i rifiuti.
Tuttavia, il Ministro dell'ambiente ha un ruolo non secondario. Faccia il proprio Pag. 12dovere: inviti il Governo ad intervenire e ad utilizzare la Protezione civile: come è stato fatto per la Campania si faccia per la Sicilia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 11,55, è ripresa alle 15,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Caparini, Casini, Evangelisti, Gregorio Fontana, Lombardo, Lusetti, Menia e Migliavacca sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 15,06).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. La ringrazio, signor Presidente. Intervengo a norma dell'articolo 10, comma 1, del Regolamento e in qualche modo con un richiamo anche all'articolo 8, comma 1. Nella giornata di ieri, ho appreso dalle agenzie di stampa, così come l'avranno appreso anche i colleghi che hanno potuto leggerle, che esiste in qualche modo un regime differenziato all'interno della Camera dei deputati riguardo agli accessi al Palazzo.
Nella fattispecie, nella giornata di ieri le agenzie riportavano la notizia, che poi è stata confermata da non ben identificati uffici della Camera, secondo la quale il signor Bruno Vespa avrebbe un accesso particolare, che non transita attraverso quel canale che normalmente usano tutti i giornalisti per intervenire, per partecipare ai lavori e anche per essere presenti alla Camera dei deputati, cioè quello degli accrediti stampa, ma che ha una sorta di permesso speciale che ha validità di due anni. Leggo testualmente quanto arriva da ambienti della Presidenza della Camera: «La tessera di accesso alla Camera a Bruno Vespa è stata rilasciata dal comitato per la sicurezza di Montecitorio "in base ad una norma che consente di rilasciare tesserini a personalità che ne facciano richiesta"».
Signor Presidente, non intendo in questo momento coinvolgere direttamente la Presidenza, anche se presumo che il Presidente della Camera, così come sovraintende in senso lato a tutta la buona amministrazione della Camera, probabilmente avrà una lontana competenza anche in questo; tuttavia, si legge ancora sulle agenzie di stampa che questa sarebbe attribuita ad un ufficio della Camera, che è il Servizio per la sicurezza, ma previa «liberatoria da parte del Vicepresidente delegato Maurizio Lupi e dei Questori, che danno il loro assenso al rilascio di questi permessi speciali».
Signor Presidente, innanzitutto vorrei sapere, e la pregherei di fare in modo che si abbiano notizie al riguardo nelle forme che lei riterrà possibili, quante sono queste «personalità» che hanno un diritto particolare per accedere ai Palazzi della Camera. È una mia curiosità, ma credo che probabilmente potrebbe abbracciare anche qualche altro collega. Vorrei sapere se esiste un registro di queste personalità particolari che usano, diciamo così, una procedura diversa da quella ordinaria. Inoltre, signor Presidente, sarebbe anche utile conoscere, credo anche in termini di trasparenza e di chiarezza, quali sono le motivazioni attraverso le quali vengono avanzate queste richieste, salvo il fatto di avere poi anche informazione - questo è particolarmente interessante - di quali sono i criteri attraverso i quali vengono Pag. 13individuate queste personalità. Signor Presidente, lei capirà, infatti, che è una strada impervia quella di trovare una forma, un modo e dei criteri attraverso i quali stabilire che un soggetto è una personalità che, in quanto tale, ha qualcosa in più rispetto ad altre persone per avere, diciamo, un vantaggio, una facilitazione, un qualcosa che dura anche nel tempo, perché questi tesserini durano due anni, a differenza degli altri, perciò sarebbe molto interessante saperlo.
Credo che sarebbe anche interessante sapere se esistono delle richieste formali, protocollate, registrate oppure se questo avviene in via amichevole, magari passando per strada o incontrandosi casualmente in una trasmissione che viene gestita in prima serata sulla televisione di Stato, quindi sapere come avviene questa richiesta. Vorrei dunque conoscere come avviene la richiesta, se le richieste sono registrate, se esiste un elenco e anche e soprattutto quali sono le motivazioni, perché lei capisce, signor Presidente, che ciò è particolarmente importante. Qui parlo ovviamente per me, non ho nessuna intenzione di entrare nel merito della mia personale valutazione nei confronti del signor Bruno Vespa perché preferisco farlo, come ho fatto in passato, fuori da quest'Aula e non al riparo dell'immunità parlamentare, ho una mia opinione, l'ho già espressa tante volte, tornerò ad esprimerla, ma preferisco farlo fuori di qui, così che non ci sia il problema di avere qualunque tipo di immunità.
Se noi pensiamo a tanti settori nei quali il nostro Paese produce personalità, probabilmente potremmo navigare in acque ben diverse da quelle in cui navighiamo. Il Presidente della Camera ha voluto realizzare tante iniziative meritorie di rapporto con il pubblico e di apertura del Palazzo alla conoscenza di tutti i cittadini e, addirittura, forme rivoluzionarie come il voto attraverso le impronte digitali. Credo, dunque, che non sarà difficile comunicare a tutti noi, in termini anche di trasparenza, da chi è formata questa friend list e, soprattutto, quali sono i criteri attraverso cui si definisce e si individua una personalità che ha uno status superiore rispetto a tanti altri che sono dei comuni disgraziati giornalisti, i quali si avvalgono di una procedura normale da anni in vigore alla Camera.

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Giachetti, le sue curiosità sono del tutto legittime, ma purtroppo io non sono in grado di soddisfarle. Provvederò a riferire agli organi competenti le sue domande in vista dei necessari approfondimenti.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 1o gennaio 2010, n. 1, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa (A.C. 3097-A) (ore 15,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 1o gennaio 2010, n. 1, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa.
Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed ha avuto luogo la replica del rappresentante del Governo, mentre il relatore vi ha rinunciato.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, non previamente presentate in Commissione, in quanto non strettamente attinenti Pag. 14rispetto al contenuto del provvedimento e degli emendamenti presentati e giudicati ammissibili in sede referente: Antonione 4.22, recante l'autorizzazione di spesa per l'attuazione di alcuni istituti connessi allo status giuridico ed economico del personale della carriera diplomatica al fine di rendere più efficace, tra l'altro, l'adempimento dei nuovi compiti connessi all'attuazione del Trattato di Lisbona (si tratta di interventi che non appaiano assolutamente connessi alla materia recata dal decreto-legge); Maurizio Turco 6.21, 9.31 e 9.32, in materia di proroga dei componenti degli organismi di rappresentanza militare; Maurizio Turco 7.25, 7.26, 7.27, 7.28 e 7.21, limitatamente alla parte consequenziale, volti ad abrogare, integralmente o limitatamente a singoli commi, l'articolo 4 del decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, recante disposizioni in materia di penale; Cicu 7.24, volto ad estendere la disposizione di cui all'articolo 7 del provvedimento, concernente l'applicazione alle missioni internazionali del codice penale militare di pace nonché di altre disposizioni in materia penale, anche alla missione per il soccorso alla popolazione della Repubblica di Haiti; Maurizio Turco 7.22, recante un'interpretazione autentica dell'articolo 223 del codice penale militare di pace in materia di violenza o persecuzione psicologica sui luoghi di lavoro; Ferranti 7.23, volto a novellare l'articolo 260 del codice penale militare di pace al fine di escludere per alcune fattispecie di reato la condizione di procedibilità dell'autorizzazione del Ministro competente; 9.100 del Governo, volto a istituire e disciplinare dei corsi di formazione i cui partecipanti assumono lo stato di militare; Holzmann 9.20, volto ad elevare di un anno l'età di collocamento a riposo dei generali di Corpo d'armata e del generale del ruolo normale delle armi di fanteria, cavalleria, artiglieria, genio, trasmissioni dell'esercito, nonché dei corrispondenti gradi della marina e dell'aeronautica; Maurizio Turco 9.26, volto a garantire vitto e alloggio gratuiti ai delegati del Consiglio centrale della rappresentanza militare; Maurizio Turco 9.27, volto a novellare il decreto del Presidente della Repubblica n. 691 del 1979, per individuare le categorie di personale ai fini della rappresentanza negli organismi militari.
Maurizio Turco 9.28, che detta disposizioni in materia di reclutamento nel ruolo dei marescialli; Cicu 9.47 e 9.48, in materia di reclutamento e transito di personale nei Corpi sanitari; Cicu 9.49, recante disposizioni concernenti il trasferimento nel ruolo del Corpo del genio navale della marina di ufficiali aventi specifiche professionalità; Cicu 9.50, volto ad estendere agli ufficiali con grado di tenente le disposizioni sul transito dai ruoli normali ai ruoli speciali delle Armi di fanteria, cavalleria, artiglieria, genio e trasmissioni; Maurizio Turco 9.29 e Maurizio Turco 9.30, volti ad abrogare le leggi n. 42 del 2000 e n. 365 del 2003 in materia rispettivamente di esodo dei piloti militari e del personale addetto al controllo del traffico aereo; Cicu 9.51, concernente le modalità di accesso ai corsi per il conseguimento del diploma di infermiera volontaria; Cicu 9.54, volto a prevedere che gli istituti di formazione dipendenti dal Ministero della difesa possano continuare ad avvalersi dei docenti civili; Cicu 9.55, che detta disposizioni in materia di Difesa Spa; Polledri 9.020, volto ad incrementare la dotazione di un fondo per il rilancio all'adeguamento degli arsenali militari, al fine di consentire, in particolare, assunzioni di personale presso il Polo di mantenimento pesante nord.
Avverto che la Presidenza non ritiene altresì ammissibile, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto non strettamente attinente al contenuto del decreto-legge, l'emendamento 6.100 del Governo, recante disposizioni concernenti le modalità di nomina e la durata del mandato del comandante generale e del comandante in seconda della Guardia di finanza, nonché in materia di dipendenza funzionale del Corpo della Guardia di finanza dal Ministero della difesa.

Pag. 15

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,18).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Anche al fine di consentire al Comitato dei diciotto di concludere i propri lavori, sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,40.

La seduta, sospesa alle 15,20, è ripresa alle 15,40.

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3097-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 3097-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A - A.C. 3097-A).
Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A - A.C. 3097-A).
Avverto altresì che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 3097-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Nicco. Ne ha facoltà.

ROBERTO ROLANDO NICCO. Signor Presidente, colleghe e colleghi, signor Ministro, siamo al periodico rinnovo dei nostri impegni nelle missioni internazionali. Tra questi, certamente il più delicato, il più complesso è quello in Afghanistan: è necessario e doveroso, prima di procedere ad una conferma, verificare se vi è ancora coerenza tra gli obiettivi che ci siamo posti e la situazione attuale sul campo.
Gli obiettivi sono chiaramente richiamati, nella relazione che accompagna il disegno di legge di conversione del decreto-legge, in tre punti: assistere il Governo afgano nel mantenimento della sicurezza a Kabul e in tutto l'Afghanistan; favorire lo sviluppo delle strutture di governo e l'estensione del loro controllo su tutto il Paese; supportare gli sforzi umanitari di risanamento e di ricostruzione dell'Afghanistan. Si tratta di obiettivi assai impegnativi, che perseguiamo da gran tempo, dall'inizio dell'intervento, nell'ormai lontano agosto 2003 con ISAF, ed ancora prima li perseguono gli Stati Uniti con Enduring Freedom; obiettivi tutti lontanissimi, dopo oltre sei anni, non solo dalla loro piena realizzazione ma anche da un effettivo, sensibile avvicinamento.
Nel 2003, secondo un recente articolo comparso su La Stampa, i talebani controllavano 30 distretti su 364, e alla fine del 2008 ne controllavano 164, mentre gli attacchi sono aumentati del 60 per cento tra ottobre 2008 e aprile 2009. Pochi giorni prima della recente Conferenza di Londra, i talebani hanno dimostrato di poter colpire nel pieno centro di Kabul. Come ha sottolineato il relatore Stefani, la situazione è sempre più connotata da un deterioramento del quadro di sicurezza.
Nel contempo, il massacro di civili sotto le bombe sganciate dagli aerei della coalizione - i cosiddetti danni collaterali - è tragicamente proseguito nell'ultimo anno: dagli oltre 100 morti, tra cui moltissime donne e bambini, in due villaggi nella provincia di Farah, nel maggio scorso, ai drammatici fatti di Kunduz all'inizio di settembre; mentre nelle prigioni, come quella di Bagram, utilizzata dagli Stati Uniti, si torturano cittadini rapiti sulla base di un semplice sospetto, come raccontato in un recente dettagliato reportage da Kabul, per poi scoprire che si tratta di innocenti.
Dal canto suo, Hamid Karzai, scelto tra gli Stati Uniti quale traghettatore dell'Afghanistan verso la democrazia, alla prima Pag. 16prova, alle elezioni presidenziali del 20 agosto 2009, si è rivelato gran maestro più che di democrazia, nelle frodi elettorali, tanto estese - oltre un milione di voti - da indurre le stesse Nazioni Unite ad intervenire. In qualche modo confermato, Karzai si trova ora con un Governo dimezzato, non essendo riuscito neppure a far ottenere la fiducia in Parlamento a molti dei membri da lui proposti.
Tutto ciò non può che allontanare gli afgani da quella missione internazionale di cui facciamo parte ed accrescere, inevitabilmente, il favore verso i talebani. La guerra è stata e viene giustificata con la lotta al terrorismo. Ma le recenti cronache ci dicono che oggi le basi di Al Qaeda più che in Afghanistan sono situate nel Waziristan pakistano, sono in Yemen, sono in Somalia. Che facciamo allora? Con il prossimo decreto estendiamo il campo di azione di ISAF a quei Paesi? A noi pare che le due questioni debbano essere trattate in modo disgiunto. La lotta al terrorismo di Al Qaeda ha dato i migliori frutti non con la prolungata occupazione militare di un territorio, ma con azioni mirate frutto di intelligence e uso delle più avanzate tecnologie, come a metà settembre in Somalia, che hanno consentito di eliminare numerosi esponenti di spicco di quel movimento. Questa riteniamo sia la strada da perseguire e rafforzare.
La questione afgana, nel suo inestricabile, e per noi talvolta incomprensibile, intreccio di questioni etniche e religiose, segnata dall'ingombrante presenza dei signori della guerra e trafficanti di oppio, in un quadro regionale condizionato dall'atavico conflitto tra le potenze nucleari Pakistan e India, non può avere una soluzione esclusivamente militare. Francamente illusoria e contraddittoria ci sembra un'exit strategy fondata sul massiccio incremento delle forze militari in campo, quale quella delineata recentemente dal presidente Obama, che pure, nel suo primo discorso all'Assemblea generale delle Nazioni Unite aveva affermato: «Democracy cannot be imposed on any nation from the outside». Aggiungendo: «Ogni popolo deve tracciare una propria via, radicata nella propria cultura, e nessuna è esente da limiti». Forse è da quel punto che occorre ripartire. Augurandoci intanto che il «trust fund» deliberato nella Conferenza di Londra serva effettivamente al processo di riconciliazione nazionale in Afghanistan e non ad alimentare ulteriormente la corruzione in quel Paese.
Nel frattempo, contrastiamo qui da noi, con maggiore fermezza e determinazione, la penetrazione, palese o velata che sia, del fondamentalismo islamico, intriso da quelle che per noi sono aberrazioni ideologiche, a partire dal ruolo subalterno della donna nella società, ben simboleggiato dal burqa. E facciamolo prima che il fanatismo possa colpire, non solo i contingenti ISAF in Afghanistan, ma direttamente il nostro territorio.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore per la IV Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.

EDMONDO CIRIELLI, Relatore per la IV Commissione. Signor Presidente, le Commissioni invitano i presentatori al ritiro degli emendamenti Mogherini Rebesani 1.2 e 2.2, mentre esprimono parere favorevole sull'emendamento Antonione 2.20. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Maurizio Turco 3.20 e 3.21. Le Commissioni invitano i presentatori al ritiro degli emendamenti Maurizio Turco 4.20 e 4.21, mentre esprimono parere contrario sugli emendamenti Maurizio Turco 6.20 e 7.20. Le Commissioni esprimono parere favorevole sugli identici emendamenti Di Stanislao 9.22 e Rugghia 9.42.
Le Commissioni esprimono parere favorevole sugli identici emendamenti Di Stanislao 9.23 e Rugghia 9.43, mentre esprimono parere contrario sugli emendamenti Rugghia 9.44 e Maurizio Turco 9.33. Le Commissioni formulano un invito al ritiro sugli identici emendamenti Fallica 9.21 e Di Stanislao 9.24, nonché sull'emendamento Cicu 9.53. Le Commissioni formulano inoltre un invito al ritiro sugli identici emendamenti Di Stanislao 9.25 e Pag. 17Ferranti 9.35, nonché sugli emendamenti Maurizio Turco 9.36 e Rugghia 9.46. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento Cicu 9.55.

PRESIDENTE. Onorevole relatore, l'emendamento Cicu 9.55 è inammissibile.

EDMONDO CIRIELLI, Relatore per la IV Commissione. Sta bene, valuteremo però l'opportunità di una nuova convocazione del Comitato dei diciotto. Le Commissioni esprimono infine parere contrario sull'emendamento Miotto 10.20.

PRESIDENTE. Onorevole relatore, ancora una precisazione: l'emendamento Maurizio Turco 7.21 è inammissibile, salvo una parte residua. Qual è il parere delle Commissioni su questa parte residua ammissibile?

EDMONDO CIRIELLI, Relatore per la IV Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sulla parte residua ammissibile dell'emendamento Maurizio Turco 7.21.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTICA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Mogherini Rebesani 1.2. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mogherini Rebesani 1.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Maran... onorevole Calderisi... onorevole Minniti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 465
Votanti 464
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato
202
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che i deputati Distaso e Siliquini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati D'Antona e Barbato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Mogherini Rebesani 2.2. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mogherini Rebesani 2.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... l'onorevole Calearo Ciman ha votato... onorevole Siliquini... onorevole Migliori... onorevole Sardelli... onorevole Fugatti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 467
Votanti 465
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato
201
Hanno votato
no 264).

Pag. 18

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Antonione 2.20, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Sardelli, Calearo Ciman, Ravetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato
469).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 3.20, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Calearo Ciman, Sardelli, Volpi, Ravetto, Migliori, Palumbo, Samperi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 470
Votanti 253
Astenuti 217
Maggioranza 127
Hanno votato
11
Hanno votato
no 242).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 3.21, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Calearo Ciman, Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 468
Votanti 253
Astenuti 215
Maggioranza 127
Hanno votato
12
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

STEFANO STEFANI. Relatore per la III Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO STEFANI. Relatore per la III Commissione. Signor Presidente, chiederei una sospensione di cinque minuti per riunire il Comitato dei diciotto al fine di decidere sull'emendamento Antonione 4.22 che è stato dichiarato inammissibile.

PRESIDENTE. Onorevole Stefani, mi sento in vena di generosità, ne concedo dieci.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, senza nulla togliere, ovviamente, alla disponibilità del Comitato dei diciotto di riunirsi, vorrei sottolineare come normalmente il Comitato dei diciotto non può che prendere atto di un emendamento Pag. 19dichiarato inammissibile dalla Presidenza. Non credo che possa cambiare il parere espresso: se un emendamento è dichiarato inammissibile, non capisco bene di che cosa il Comitato dei diciotto debba discutere.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, per una prassi consolidata, è possibile riesaminare il parere su un emendamento quando ci sia l'unanimità dei gruppi. Immagino che si voglia fare un tentativo di convincere chi ancora è dissenziente rispetto all'ammissibilità dell'emendamento Antonione 4.22.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi rimetto ovviamente alla Presidenza, ma trovo abbastanza problematico che un ufficio, che ha un compito formale e tecnico come quello che assiste la Presidenza, che decide sull'ammissibilità di un emendamento, possa vedere in qualche modo modificato il suo parere da un soggetto politico che non ha alcun tipo di valutazione tecnico-formale sull'ammissibilità; ciò la trovo una cosa abbastanza strana. È vero che la prassi ci ha abituato a tutto, però inviterei a riflettere sul fatto che gli uffici della Camera sono apolitici, sono una garanzia per tutti quanti, ed è difficile pensare che prendano una decisione con leggerezza. Immagino che se hanno preso una decisione sull'inammissibilità è perché vi siano dei motivi; è ben singolare che un organo politico possa, in qualche modo, mutare quella decisione. Comunque, mi rimetto alla Presidenza.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, gli uffici della Camera hanno una funzione ausiliaria, ma la decisione della Camera è politica.
Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,15.

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta l'Assemblea aveva da ultimo respinto l'emendamento Maurizio Turco 3.21. Abbiamo sospeso la seduta su richiesta del presidente della III Commissione. Onorevole Stefani, vuole prendere la parola?

STEFANO STEFANI, Relatore per la III Commissione. No, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Maurizio Turco 4.20. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Maurizio Turco 4.20 lo ritirano.
Passiamo all'emendamento Maurizio Turco 4.21. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 4.21, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Caterina, onorevole Calearo Ciman, onorevole Madia, onorevole Lo Monte.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 457
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato
12
Hanno votato
no 445).

Prendo atto che il deputato Giovanelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 6.20, non accettato Pag. 20dalle Commissioni né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia, onorevole Calearo Ciman, onorevole Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 255
Astenuti 211
Maggioranza 128
Hanno votato
10
Hanno votato
no 245).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 7.20, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia, onorevole Vico, onorevole Goisis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 473
Votanti 245
Astenuti 228
Maggioranza 123
Hanno votato
6
Hanno votato
no 239).

Prendo atto che il deputato Antonino Russo ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Picchi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 7.21 nella parte ammissibile, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... l'onorevole Samperi ha votato... onorevole Palumbo... onorevole Nola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 479
Votanti 252
Astenuti 227
Maggioranza 127
Hanno votato
9
Hanno votato
no 243).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Stanislao 9.22 e Rugghia 9.42, accettati dalle Commissioni e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... onorevole Marco Carra... onorevole Ravetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
481).

Prendo atto che il deputato Realacci ha segnalato di essersi astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che la deputata Froner ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

EDMONDO CIRIELLI, Relatore per la IV Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola l'onorevole Cirielli? Ne ha facoltà.

Pag. 21

EDMONDO CIRIELLI, Relatore per la IV Commissione. Sì, Cirielli, signor Presidente, è un cognome di cui si parla molto e quindi è bene ricordarlo!
Signor Presidente, in merito ai due identici emendamenti che abbiamo appena approvato e quelli successivi, con il Governo e con i colleghi della Commissione ci siamo impegnati a presentare un ordine del giorno perché questi emendamenti consentono ai superstiti delle vittime del servizio del dovere del forze di polizia di partecipare ai concorsi delle Forze armate ma non è prevista la condizione di reciprocità vale a dire che i superstiti delle vittime delle Forze armate possano partecipare ai concorsi riservati alle forze di polizia. Quindi, ovviamente, ci sembrava giusto e presenteremo e abbiamo presentato un ordine del giorno in tal senso (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cirielli. Avrà notato la popolarità del suo ordine del giorno.

AUGUSTO DI STANISLAO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, intervengo solo per esprimere soddisfazione per l'accoglimento perché abbiamo fatto un buon lavoro in Commissione e vedere che l'Assemblea è disponibile e il presidente l'accoglie significa che diamo soddisfazione a tante persone che vogliono accedere ai concorsi.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Stanislao 9.23 e Rugghia 9.43, accettati dalle Commissioni e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... onorevole Jannuzzi... onorevole Samperi... onorevole Rossi Mariarosaria... onorevole Grassi... onorevole Zamparutti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato
481).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rugghia 9.44, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Portas?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
237
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 9.33, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca? Onorevole De Micheli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 262
Astenuti 221
Maggioranza 132
Hanno votato
15
Hanno votato
no 247).

Pag. 22

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Fallica 9.21 e Di Stanislao 9.24.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro degli identici emendamenti Fallica 9.21 e Di Stanislao 9.24 formulato dal relatore.

GIUSEPPE FALLICA. Lo ritiro signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Di Stanislao?

AUGUSTO DI STANISLAO. No signor Presidente, non lo ritiro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Stanislao 9.24, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Micheli? Onorevole Pugliese? Onorevole Calearo Ciman? Onorevole Vannucci? Onorevole Occhiuto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 480
Astenuti 3
Maggioranza 241
Hanno votato
235
Hanno votato
no 245).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Cicu 9.53.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Cicu 9.53 accedono all'invito al ritiro.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Di Stanislao 9.25 e Ferranti 9.35.
Prendo atto che i presentatori degli identici emendamenti Di Stanislao 9.25 e Ferranti 9.35 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Stanislao 9.25 e Ferranti 9.35, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli? Onorevole De Micheli? Onorevole Zacchera? Onorevole Gasbarra?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 483
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato
236
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che la deputata Zamparutti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Maurizio Turco 9.36.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Maurizio Turco 9.36 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 9.36, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Micheli? Onorevole Calearo Ciman? Onorevole Vico?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Pag. 23

(Presenti 485
Votanti 436
Astenuti 49
Maggioranza 219
Hanno votato sì 190
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che la deputata Miotto ha segnalato di essersi astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Rugghia 9.46.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Rugghia 9.46 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rugghia 9.46, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Sardelli... onorevole Compagnon... onorevole Lanzillotta... onorevole Gava... Ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato
240
Hanno votato
no 245).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Miotto 10.20, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole De Micheli... onorevole Calearo... Ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 488
Maggioranza 245
Hanno votato
240
Hanno votato
no 248).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3097-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 3097-A).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estranei rispetto alla materia trattata dal provvedimento in esame, gli ordini del giorno Maurizio Turco n. 9/3097-A/1, volto all'istituzione di una commissione ministeriale d'inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie, connessi all'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito, che hanno colpito il personale italiano che ha svolto il proprio servizio nelle Forze armate e nelle Forze di polizia; Mecacci n. 9/3097-A/2, che impegna il Governo ad attuare la riforma degli organi di rappresentanza militare e Farina Coscioni n. 9/3097-A/3, volto alla ridefinizione delle attività del comitato antimobbing del Ministero della difesa.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

ALFREDO MANTICA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo ha testé ricevuto gli ordini del giorno. Per esprimere un parere, devo avere il tempo di leggerli, altrimenti dovrei accoglierli come raccomandazione. Tuttavia, prima di esprimere un parere, vorrei almeno leggerli.

Pag. 24

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, non ho capito bene: chiede una sospensione dei lavori? Se la chiede, gliela accordo volentieri.

ALFREDO MANTICA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Sì, signor Presidente, chiedo una sospensione di cinque minuti.

PRESIDENTE. Gliene concedo addirittura dieci! Sospendo, quindi, la seduta, che riprenderà alle 16,45.

La seduta, sospesa alle 16,35 è ripresa alle 16,50.

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

ALFREDO MANTICA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Cirielli n. 9/3097-A/4 e accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Di Stanislao n. 9/3097-A/5 e Tempestini n. 9/3097-A/6.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cirielli n. 9/3097-A/4, accettato dal Governo e degli ordini del giorno Di Stanislao n. 9/3097-A/5 e Tempestini n. 9/3097-A/6, accolti dal Governo come raccomandazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3097-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vernetti. Ne ha facoltà.

GIANNI VERNETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima di iniziare il mio breve intervento in dichiarazione di voto e cogliendo l'occasione della presenza del sottosegretario Mantica, vorrei chiedere al Governo di relazionare alla Camera dei deputati in merito a quanto è accaduto poche ore fa a Teheran, cioè in merito al tentativo di assalto, da parte di due o trecento miliziani, dell'ambasciata italiana.
Da quello che si apprende dalle notizie di agenzia, trattasi di una provocazione che ha prodotto poche conseguenze alla nostra rappresentanza diplomatica, ma io ritengo importante che il Governo comunichi all'Assemblea le notizie in merito all'accaduto. Lo considero - e colgo qui l'occasione per affermarlo - un segno di indurimento e di violenza del regime, ma anche un segno di grande fragilità. Attaccare le ambasciate di un Paese democratico, come il nostro, è sempre un fatto di un'estrema gravità e quindi chiedo al Governo se può relazionare all'Aula.
Nel merito del provvedimento, signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che discutiamo oggi e che l'Assemblea si accinge a votare, con voto praticamente unanime, rappresenta l'occasione per fare il punto su uno degli aspetti più importanti della politica estera del nostro Paese, cioè il contributo alla stabilizzazione, alla pace e al contrasto del terrorismo internazionale.
Siamo particolarmente soddisfatti che il Parlamento giunga oggi al rinnovo della nostra più importante missione militare con un così ampio consenso. Per una volta, le Camere comprendono appieno il significato dell'interesse nazionale e le forze politiche tutte non compiono l'errore di leggere la politica internazionale attraverso la lente d'ingrandimento della politica nazionale, troppo sovente subordinata alle logiche del consenso del breve e brevissimo periodo.
Siamo un Paese importante, membro del G8 e dei più grandi consessi internazionali, e offriamo alla comunità internazionale un contributo di circa 10 mila uomini e donne in Afghanistan, nei Balcani, in Libano e in molte altre aree di crisi, dal Caucaso al Darfur al Corno d'Africa, per affrontare le nuove sfide globali, la lotta contro il terrorismo, la stabilizzazione e la sicurezza internazionale Pag. 25sempre minacciata dal terrorismo integralista e dalla proliferazione nucleare.
Con questi obiettivi chiari in mente dobbiamo essere in grado di promuovere una politica estera che inevitabilmente garantisca quella necessaria continuità tra un Governo e un altro sui pilastri fondamentali sui quali si regge la nostra politica internazionale. La nostra politica estera non può essere oggetto di scelte umorali e neanche essere condizionata esclusivamente dai sondaggi o da qualche manifestazione di piazza.
Pensiamo, quindi, che sia un fatto positivo la continuità che c'è stata in questi anni su questi provvedimenti e che le forze responsabili di questo Parlamento abbiano espresso un voto favorevole negli anni, a prescindere dai Governi che si alternavano.
Nel merito del provvedimento, signor Presidente, in Afghanistan credo che la scelta che ci aggiungiamo a compiere, cioè di potenziare la nostra missione militare con 170 nuovi uomini - ed entro l'anno giungere a un potenziamento di ulteriori mille unità -, sia coerente con le scelte dell'alleanza politico-militare di cui l'Italia fa parte, la NATO, e con la revisione strategica operata dalla nuova amministrazione americana di Barack Obama.
Come è noto, gli Stati Uniti d'America invieranno 30 mila uomini in più e il contributo degli alleati della NATO si attesterà fra i 10 e i 15 mila nuovi uomini. Avremo un quadro di maggiori risorse per lo sviluppo e apprezziamo anche la scelta contenuta in questo provvedimento di inserire 22 nuovi milioni di euro in questo semestre per la cooperazione allo sviluppo in delicatissimi settori di quel Paese. Inoltre, va sottolineato un aumento considerevole delle risorse della comunità internazionale per il contrasto del narcotraffico e le maggiori risorse per la formazione della polizia e dell'esercito afgano. Crediamo che ciò sia necessario per combattere con più decisione Al Qaeda e l'insorgenza talebana, ma soprattutto per controllare il territorio e permettere, quindi, a quei settori della politica e della società civile afgana, che hanno scelto la via della legalità e della democrazia, di avere il tempo per avviare concrete iniziative di sviluppo. In Afghanistan, più che altrove, si comprende appieno il nesso inscindibile fra sicurezza, democrazia e sviluppo. Senza condizioni minime basilari di sicurezza non è possibile consolidare istituzioni democratiche e senza credibili istituzioni democratiche affidabili e uno Stato di diritto non è possibile avviare una seria lotta alla corruzione e, quindi, conseguentemente non è possibile garantire un importante sviluppo.
Inoltre, credo che l'incremento dell'impegno in Afghanistan sia coerente con la riduzione negli altri teatri. Ricordo la riduzione di 180 unità nell'operazione UNIFIL e di 480 unità nella missione dei Balcani. Due considerazioni merita anche il contributo italiano in Libano. Credo che oggi l'Italia svolga ancora un ruolo importante in quel Paese. Oggi ci accingiamo ad approvare una leggera riduzione di quel contingente, legata anche al turnover e alla presa in carico della missione da parte del contingente spagnolo, ma non viene meno la strategicità di quella missione e qui ne vorrei richiamare gli aspetti salienti. Abbiamo in questi anni - vale a dire quando è stata avviata la missione UNIFIL Plus, nell'estate del 2006 - raggiunto a mio avviso un importante obiettivo. Il primo fra tutti è stato quello di garantire la sicurezza del confine nord di Israele, evitare l'infiltrazione di hezbollah, garantire la stabilizzazione di quel Paese e, ancora, dare un contributo importante alla sovranità libanese, che dopo anni di gravi difficoltà oggi finalmente ha un Governo democratico eletto e guidato da Hariri.
Certo la risoluzione 1701 delle Nazioni Unite che diede il via e che diede la legittimità alla missione militare a guida italiana non è stata compiutamente assolta. Oggi purtroppo c'è una parte di quella ...

PRESIDENTE. La prego di concludere. Ha superato di molto i termini consentiti.

GIANNI VERNETTI. Giungo alla conclusione. La risoluzione 1701 non è stata completamente assolta. Pag. 26
In conclusione, per tutti questi motivi riteniamo, come gruppo Misto-Alleanza per l'Italia, che i nostri soldati debbano avere un Paese unito per poter operare con serenità nei teatri di grave crisi del mondo. Per questo motivo, il gruppo Misto-Alleanza per l'Italia voterà convintamente...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vernetti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei fare uno sforzo per individuare alcuni elementi che ci sottraggono dal provincialismo delle riflessioni del confronto per far capire anche che le missioni che ci riguardano rientrano in un'ottica di carattere europeo. In tale sede vanno sviluppate tutte le nostre capacità e le nostre azioni, piuttosto che rinchiuderci in una nicchia tutta italiana per rivendicare dei primati che spesso non abbiamo e, se pure li abbiamo, li dobbiamo a tanti uomini coraggiosi che sono in missione a livello internazionale.
Voglio ricordare alcuni aspetti: negli ultimi dieci anni l'Unione europea si è affermata come protagonista politica su scala mondiale e si è assunta crescenti responsabilità, come attestano le operazioni civili e militari sempre più ambiziose e diversificate, al servizio del multilateralismo efficace e della pace.
Il documento sottoscritto dal Consiglio europeo con il Segretario generale, l'Alto rappresentante, in concertazione con la Commissione europea, dimostra il persistere delle minacce individuate nel 2003, ma anche l'emergere di nuovi rischi che potrebbero minacciare direttamente o indirettamente la sicurezza dell'Unione europea e che quest'ultima deve affrontare globalmente insieme a tutti i Paesi partner.
Il Parlamento europeo rileva che l'Unione europea ha bisogno di sviluppare la propria autonomia strategica mediante una politica estera di sicurezza e di difesa forte ed efficace per difendere i propri interessi nel mondo, proteggere la sicurezza dei propri cittadini, contribuire ad un multilateralismo efficace, promuovere il rispetto dei diritti dell'uomo e dei valori democratici in tutto il mondo e salvaguardare la pace del mondo stesso.
Sottolinea, inoltre, che la trasparenza, l'efficacia e l'efficienza in rapporto ai costi, come pure la responsabilità nei confronti delle istituzioni parlamentari, e il rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, sono di importanza cruciale per garantirsi il pubblico consenso alla difesa europea. A tal proposito, rileva la particolare importanza di un efficace controllo parlamentare - che qui non facciamo o facciamo «sonnecchiosamente» - sulla politica europea di sicurezza e difesa, sotto forma di stretta cooperazione fra il Parlamento europeo e i Parlamenti degli Stati membri di cui questo Parlamento fa parte, ma non ne vuole prendere atto in nessun modo.
Il Consiglio del 17 novembre 2009, in occasione del decimo anniversario della politica europea in materia di sicurezza e difesa, ha segnalato il successo di questa politica che ha dispiegato personale pari a circa 70 mila persone in 22 missioni ed operazioni, di cui 12 attualmente in corso a sostegno della pace e della sicurezza internazionali.
Secondo il Consiglio la PESD si è dimostrata uno strumento efficace per l'insieme dell'azione esterna dell'Unione europea. Nel corso della riunione il Consiglio ha effettuato la consueta verifica semestrale degli sviluppi in ambito PESD. In particolare, il Consiglio ha sottolineato il contributo fornito dalla missione EUNAVFOR-Atalanta; ha accolto con favore gli sforzi compiuti dall'EUPM in Bosnia-Erzegovina; ha accolto con favore l'avanzamento dei lavori preparatori per l'eventuale futura evoluzione di Althea; ha accolto con favore il contributo alle missioni EUMM in Georgia; ha espresso soddisfazione per il consolidamento delle priorità strategiche di Eupol in Afghanistan; ha accolto con favore il lavoro svolto dalla missione Eupol COPPS e, nel rallegrarsi Pag. 27per la proroga di altri sei mesi del mandato dell'EUBAM Rafah, nella striscia di confine tra Gaza ed Egitto, ha espresso soddisfazione per il lavoro compiuto da Eupol nel Congo.
Nella stessa occasione il Consiglio ha approvato una dichiarazione per i dieci anni dell'istituzione della PESD in cui assume impegni per progredire in una serie di settori cruciali. Vorrei che il Governo e i parlamentari della maggioranza mi stessero ad ascoltare, perché abbiamo a che fare con la politica europea di sicurezza e difesa e non con quella italiana, tutta chiusa nella propria dimensione provincialistica.
Tale politica dice di operare per assicurare al titolare della carica di Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza un ruolo dotato di forza, efficacia e visibilità adottando, se necessario, misure per applicare le disposizioni della PESD previste dal Trattato di Lisbona; di perfezionare la coerenza delle attività esterne, rafforzando la capacità di allarme rapido e la capacità di programmare e svolgere politiche coerenti, globali e mirate di intervento rapido di gestione della crisi e di sviluppo post-bellico in regioni dilaniate dai conflitti; di continuare a migliorare la capacità di intraprendere missioni ed operazioni efficaci nell'intera gamma di compiti attinenti alla prevenzione dei conflitti e alla gestione delle crisi per consentire all'Unione europea di svolgere missioni ed operazioni più flessibili, complesse e consistenti; di estendere il margine di impiego e la flessibilità dei gruppi tattici; di migliorare lo spiegamento dell'equipe di risposta civile e il sostegno logistico; di garantire maggiore disponibilità di personale civile e militare e di attrezzature, sondando ulteriori possibilità di mutualizzazione e condivisione delle risorse, specializzazione e magazzinaggio; di intensificare il coordinamento civile e militare, come precisa la dichiarazione, che deve consistere in un potenziamento degli aspetti civili e militari della pianificazione delle operazioni PESD nella promozione delle sinergie tra civili e militari e mezzi a doppio uso.
In materia di mezzi la dichiarazione riconosce l'importanza di un mercato delle attrezzature di difesa funzionale fondato sulla concorrenza, l'uguaglianza delle condizioni e la sicurezza di approvvigionamento. La dichiarazione raccomanda, inoltre, di sondare la possibilità di utilizzo della cooperazione strutturata e permanente iscritta nel Trattato di Lisbona che autorizza lo sviluppo della cooperazione in materia di difesa e di sicurezza tra gruppi ristretti di Stati membri.
La dichiarazione va a perorare anche: lo sviluppo di legami più stretti tra la PESD e la politica in materia di libertà, sicurezza e giustizia; la promozione del ruolo dell'Unione europea a sostegno dei processi di mediazione e di dialogo in situazioni di instabilità e di conflitto, proprio in quelle aree quali l'Afghanistan; il rafforzamento dell'ottica dei diritti umani in ambito PESD, ponendo l'accento sia su tematiche quali le donne e i principi di pace e sicurezza, sia sul ruolo delle donne quali attrici dell'agenda in materia di sicurezza internazionale; l'intensificazione della cooperazione con i partner principali (NATO, Nazioni unite, Unione africana e altri consessi regionali); il rafforzamento dei contatti con i soggetti non governativi. Nella stessa dichiarazione i ministri riconoscono anche il bilancio della politica estera e di sicurezza che dovrebbe essere adeguato per rispondere ai problemi attuali e futuri.
Voglio ricordare, peraltro, quando mi avvio a concludere, che il gruppo di Italia dei Valori, ogniqualvolta si è dovuto confrontare e ha dovuto affrontare il voto sulla proroga delle missioni internazionali, si è sempre responsabilmente assunto l'impegno di sostenerle votando a favore della conversione in legge dei relativi decreti-legge di volta in volta presentati dal Governo «senza se e senza ma», a sostegno dell'operato delle nostre Forze armate e dei tanti civili impegnati nei diversi scenari internazionali al fianco dei nostri militari e dei nostri civili.
Concludendo, voglio ricordare anche un aspetto importante sulla frammentazione di questo provvedimento che non aiuta ad Pag. 28avere un quadro unitario così come si ricordava attraverso il Comitato per la legislazione, e credo che questo sia un grave punto di debolezza, perché qualche settimana fa abbiamo approvato unanimemente in questo Parlamento le mozioni in cui si è parlato di contenuti, tempi e procedure che vengono, in questo provvedimento, totalmente svuotate.
Voglio ricordare un'ultima cosa ai colleghi della maggioranza con i quali stiamo lavorando con grandi concretezza e qualità nella messa in campo di una legge che assicuri finalmente la strutturazione definitiva delle missioni internazionali e le sottragga alle varie opportunità che di volta in volta si presentano, mettendole dentro ad altri provvedimenti, per cui a volte sono norme intruse, a volte diventano intruse anch'esse all'interno di queste norme.
Voglio da ultimo dire che non è più ammissibile l'applicazione di disposizioni inserite di volta in volta nell'ambito dei provvedimenti legislativi con cui si dispone il finanziamento per le missioni internazionali. È necessaria una legge di riferimento sul trattamento economico e normativo del personale militare impegnato sui molteplici e peculiari profili amministrativi che caratterizzano le mozioni stesse. Noi come gruppo di Italia dei Valori, nelle persone in questo caso dell'onorevole Donadi e del sottoscritto, abbiamo presentato un nostro contributo per quanto riguarda finalmente la realizzazione di una legge quadro che dia la possibilità di avere certezza di risorse, di contenuti e di opportunità nella costruzione di un percorso che - lo ricordo e chiudo - non può vedere l'Italia isolata come in una splendida isola felice, ma che deve contemperare ed entrare in un'ottica di livello europeo.

PRESIDENTE. Onorevole Di Stanislao, la prego di concludere.

AUGUSTO DI STANISLAO. Infatti, credo che la lente di ingrandimento sul dato regionale e nazionale possa essere utile, ma se noi non entriamo nell'ottica europea e della PESD siamo perdenti e alla lunga non riusciremo a dare quel contributo che, per qualità e sostanza, ci ha caratterizzato attraverso i nostri operatori di pace in tutto il mondo, soprattutto nelle situazioni di conflitto dove abbiamo dimostrato che siamo in grado di costruire e realizzare e anche di dare un contributo fondamentale per la ricostruzione e il rilancio di quelle comunità che hanno bisogno di pace, di economia e, soprattutto, di grande sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sardelli. Ne ha facoltà.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, nella giornata di ieri il Ministro della difesa Ignazio La Russa ha avuto modo di esprimere il suo compiacimento per l'alta qualità dell'impegno dei nostri militari impegnati in missione all'estero. Si tratta di un giudizio che il gruppo Misto-Noi Sud/Lega Sud Ausonia condivide in pieno, consapevole di tanti risultati positivi quotidianamente ottenuti in favore delle popolazioni del mondo martoriate da guerre e da conflitti civili.
La componente del gruppo Misto, Noi Sud/Lega Sud Ausonia, pertanto voterà a favore del decreto-legge che proroga da una parte la partecipazione del personale delle Forze armate e di polizia alle missioni internazionali per il periodo dal 1o gennaio al 30 giugno 2010 e che assicura, d'altro canto, la prosecuzione degli interventi di cooperazione allo sviluppo e di sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione.
In Medio Oriente i nostri uomini impegnati in missioni umanitarie hanno dimostrato di essere garanzia di sicurezza e di sviluppo per le popolazioni vessate dal terrorismo e dal fanatismo religioso che si ripercuotono sulle fasce sociali più deboli, su chi già vive il dramma della fame, della sete, della malattia e della povertà.
In questa sede vogliamo ribadire il nostro più sincero ringraziamento ed apprezzamento per il lavoro svolto dai nostri Pag. 29uomini in situazioni di grande difficoltà, molto spesso mettendo a rischio la vita. Solo pochi mesi fa il nostro Paese ha pagato con la vita del sergente maggiore Roberto Valente e del caporal maggiore scelto Massimiliano Randino la scelta di difendere la democrazia e la libertà in Afghanistan e la volontà di ridare una speranza ad un popolo profondamente umiliato da una teocrazia tanto ottusa quanto disumana.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, con questo decreto-legge si rinnova l'impegno dell'Italia che attraverso i suoi uomini continua a garantire la sicurezza e la salute di tante popolazioni. I nostri contingenti si sono distinti per la rapidità con la quale hanno garantito il funzionamento delle infrastrutture e la funzionalità delle strutture sanitarie; in particolare, la presenza italiana in Afghanistan rappresenta la garanzia che questo Paese non ritorni ad essere un territorio vittima del terrorismo talebano. La presenza italiana è richiesta proprio dalle popolazioni locali che hanno dimostrato di volere il consolidamento del sistema democratico, il rispetto dei diritti umani e il pluralismo politico. È il popolo afgano che chiede alla comunità internazionale di continuare a mantenere una presenza cospicua di militari e civili. Siamo convinti che occorra proseguire su questo sentiero non solo in Afghanistan, pertanto Autonomia e Libertà - Noi Sud sosterrà con convinzione l'approvazione di questo decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi Sud/Lega Sud Ausonia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, l'onorevole Di Stanislao ha già espresso la dichiarazione di voto per il nostro gruppo, dichiarando che voteremo a favore. Io vorrei segnalare che non sono certo che avremmo potuto farlo ove fosse stato approvato l'emendamento 9.100 del Governo che la Presidenza ha dichiarato inammissibile.
In quell'emendamento il Governo prevedeva che le Forze armate organizzassero corsi di formazione aperti a tutti i cittadini allo scopo di istruirli sulla difesa dello Stato. Ora, trattandosi di cittadini adulti, mi chiedo se una cosa di questo genere non assomigli tanto all'istituzione di corpi paramilitari e mi è venuto in mente che così venne fatto quando, novant'anni fa, fu istituita la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale che durante il Ventennio fu il primo passo per la fascistizzazione dello Stato (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Quando noi dell'Italia dei Valori parliamo di un Governo che ha una tendenza strisciante verso il fascismo non parliamo di azioni teoriche, ma di azioni pratiche come questa: l'idea cioè che si usino strumenti e soldi dello Stato - 6 milioni di euro per tre anni - per scopi come questo quando non ci sono soldi e ci viene detto che non ci sono risorse per le forze dell'ordine. È veramente un atto inaccettabile, soprattutto perché attraverso di esso si può andare davvero verso l'istituzione di corpi paramilitari o di quelli che con il progetto Gladio, che qualcuno fosse qui ricorderà, già si sono svolti in passato. Noi faremo tutta la nostra seria e forte opposizione ad un progetto di questo genere che forse molti nell'Aula non conoscono, ed anzi invitiamo il Governo a dare spiegazioni su una richiesta e su un emendamento di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, prendo la parola su questo provvedimento con un certo sconcerto. Sono esterrefatto dalla disattenzione generale su una materia come questa che ha appassionato l'Assemblea con momenti di tensione e di partecipazione comune negli ultimi dieci anni e che oggi purtroppo, vede, diciamo così, una disattenzione sufficientemente diffusa.
Tuttavia, la fase delicatissima dello scenario internazionale richiederebbe anche Pag. 30da parte dell'Aula e dei nostri colleghi una maggiore attenzione al provvedimento di cui stiamo discutendo. È una fase delicatissima, segnata da una ripresa della minaccia terroristica, dall'accendersi di nuovi focolai di tensione nel mondo: dallo Yemen al Maghreb e recentemente, in queste ore e in questi giorni, nella fascia di influenza dell'Iran.
L'Italia sta svolgendo un ruolo efficace anche sul terreno diplomatico della cooperazione allo sviluppo e dell'aiuto umanitario in ogni missione a cui sta partecipando, anche se occorre riconoscere che sono presenti elementi di rischi e di tensione e che i militari svolgono un ruolo essenziale per evitare che lo stato della sicurezza peggiori e precipiti. Non a caso, siamo il primo Paese dell'Unione europea fornitore di truppe all'ONU in operazioni di peacekeeping e la proroga delle missioni e della partecipazione italiana alle missioni internazionali è la proroga del nostro impegno in favore di tutti quei processi a sostegno della pace in regioni e territori straziati da guerre e terrorismo, che registrano, purtroppo, migliaia di vittime innocenti.
Da parte nostra, onorevole Presidente - che rimanga almeno agli atti della Camera -, vogliamo ancora una volta, come abbiamo fatto negli ultimi quindici anni, mettere in condizione i nostri ragazzi di assolvere al meglio al loro compito attraverso un sostegno pieno e incondizionato, fino a raggiungere il rafforzamento e il consolidamento delle istituzioni locali come, tra l'altro, auspicato, ad esempio, dallo stesso Governo di Kabul, che ha ribadito nella recente Conferenza di Londra di assumere il comando delle operazioni di sicurezza da qui a cinque anni. Si tratta di un processo comune a tutte le situazioni che vedono le nostre Forze armate e le forze di polizia impegnate quotidianamente in Afghanistan, in Pakistan, in Somalia, in Libano, in Sudan, in Kosovo e in tanti altri teatri di guerra.
Rimane ancora aperto il problema del meccanismo di finanziamento delle missioni, sollevato anche da altri colleghi. Non possiamo ogni sei mesi occuparci del finanziamento delle missioni all'estero, anche perché questo sistema crea tra i nostri militari una certa precarietà, insicurezza, instabilità, apprensione circa la nostra presenza nelle missioni. Dovremmo, quindi, procedere in tempi rapidi all'approvazione di una legge-quadro sulle missioni internazionali, che da tempo è all'esame della Commissione, per non ritrovarci ogni sei mesi a ripetere questa procedura.
In relazione all'Afghanistan, come è noto, a partire dal 2008 c'è un deterioramento del quadro della sicurezza, una più aggressiva azione della guerriglia talebana, la moltiplicazione di attentati e di scontri anche con l'aumento delle vittime. La nuova strategia statunitense per l'Afghanistan in Pakistan mira ad impedire il ritorno di Al Qaeda in Afghanistan e a prevenire che i talebani rovescino il governo di Kabul. Le forze USA, anche con il sostegno degli alleati della NATO e del nostro Paese, saranno affiancati da unità specifiche dell'esercito afgano in un nuovo sforzo di trasformare le forze locali in una vera e propria entità per combattere la forza talebana.
In Libano, il nuovo Governo di unità nazionale guidato da Saad Hariri, dopo la fine di un lungo periodo di crisi e di instabilità e a partire dall'assassinio dell'ex Premier e leader sunnita Rafik Hariri (padre di Saad) nel febbraio 2005, ha preso tutto il proprio potere. Purtroppo, sussistono ancora zone di forte influenza di hezbollah al quale è stato riconosciuto anche l'uso proprio di un arsenale militare.
In Kosovo, la nostra presenza delle forze internazionali parte dal 1999 e l'attuale situazione, purtroppo, non consente ancora di poter ipotizzare un prossimo ritiro delle forze. Dopo l'indipendenza dichiarata unilateralmente nel febbraio 2008 e mai accettata dalla Serbia, lo status internazionale del territorio rimane controverso, con il riconoscimento solo da parte di un terzo circa degli Stati membri delle Nazioni Unite.
In Bosnia-Erzegovina, la Comunità internazionale e, in particolare, l'Unione Pag. 31europea, appare divisa in ordine al mantenimento o meno dell'ufficio dell'Alto rappresentante. Le misure previste consentono al nostro Paese di mantenere una capacità di iniziativa e di dialogo fondamentale e che rimane cruciale per la stabilizzazione dei Balcani e presuppone un forte coinvolgimento della Serbia, che proprio il 22 dicembre scorso ha presentato la propria candidatura per l'adesione all'Unione europea.
È necessario altresì, come facciamo con questo provvedimento, sostenere l'impegno della comunità internazionale nelle aree di crisi africane (Sudan, Somalia e altre ancora), attraverso la massima assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche presenti in Parlamento, per stroncare ogni ipotesi e contrastare ogni minaccia terroristica che imperversa anche nel Maghreb.
Come noto, il contenuto del provvedimento prevede una proroga fino al 30 giugno 2010, con un finanziamento alla partecipazione italiana ai processi di pace e di stabilizzazione e alle missioni internazionali, e disposizioni in materia di amministrazione della difesa e per l'attivazione del Servizio europeo di azione esterna dell'Unione europea.
Vi sono alcune novità importanti sul trattamento economico del personale impiegato nelle missioni ed in materia di disposizioni penali, sono previste disposizioni intese a introdurre misure necessarie all'equiparazione tra le vittime del terrorismo e le vittime del dovere appartenenti alle Forze armate e alle forze di polizia ed è prevista anche una tutela del personale impiegato nelle missioni in caso di violazioni colpose delle disposizioni in materia.
Il numero complessivo di unità che prendono parte alle missioni internazionali, in coerenza con l'autorizzazione di spesa, risulta cresciuto a 8.619 componenti, a fronte di 8.288 di cui al decreto-legge n. 152 del 2009.
La missione di cooperazione in Iraq ha ulteriore importanza, con l'assistenza alla navigazione per il trasferimento dall'Italia in Iraq di unità di marina; vi è un aumento del contingente italiano impiegato in Afghanistan di circa 170 unità, che rappresenta la prima attuazione della decisione annunciata dal Consiglio dei ministri nel dicembre 2009 di aumentare fino a 1.000 unità il contingente italiano in quel territorio.
È diminuita la nostra presenza, altrettanto significativa, nella missione UNIFIL in Libano e vi è anche una diminuzione del nostro contingente impiegato nelle missioni nell'area dei Balcani. Vi è il significativo aumento, invece, delle unità impiegate nelle missioni navali Active Endeavour nel Mediterraneo di contrasto al terrorismo, che passano da 225 a 662 unità autorizzate, e Atalanta, al largo della Somalia, che passano da 2 a 257 unità, così come nella missione UNAMID in Darfur.
Pensiamo anche all'importanza di questi aumenti di dispositivi e di missioni in funzione delle recentissime minacce di queste ore nel Corno d'Africa e in quello stretto lembo di terra e di mare tra lo Yemen e la Somalia.
L'articolo 10 autorizza, poi, una spesa complessiva di 804 milioni di euro. Ricordiamo anche le altre missioni, più ridotte, ma altrettanto significative: quella ad Hebron, a Rafah, nella Repubblica del Congo, a Cipro, per la formazione delle Forze armate albanesi, in Georgia, nel Corno d'Africa, in Libia e in Palestina.
Questo per ribadire esclusivamente l'assoluta attualità e l'importanza fondamentale di discutere e di approvare consapevolmente lo sforzo che unanimemente da sempre il nostro gruppo parlamentare e il nostro partito hanno sostenuto nei confronti della proroga della partecipazione italiana alle missioni internazionali, ancora più importante in una fase, come dicevo prima, assolutamente delicata della crisi internazionale, che in queste ore si sta evolvendo in senso negativo.
Mi riferisco a ciò che sta accadendo e si sta percependo della volontà del regime iraniano nei confronti, non solo dell'arricchimento nucleare e della creazione di ordigni atomici, ma anche alla strategia, che deve essere in questo senso assolutamente ripensata, da parte dei Governi Pag. 32occidentali, oltre che dell'ONU, per contrastare questa volontà, che sembra inarrestabile, purtroppo drammaticamente inarrestabile, per i pericoli che la predominanza iraniana può portare nello scacchiere mediorientale e, a partire da questo, nel territorio di Israele.
Per queste ragioni, oltre che per un orgoglio di lealtà nei confronti dei nostri militari all'estero, come abbiamo dimostrato negli ultimi 15 anni, voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gidoni. Ne ha facoltà.

FRANCO GIDONI. Signor Presidente, la Lega Nord voterà a favore del disegno di legge di conversione del decreto-legge con il quale il Governo ha autorizzato la prosecuzione delle nostre missioni militari all'estero sino alla prossima estate, oltre, ovviamente, ad una serie di impegni nella cooperazione allo sviluppo sui teatri di crisi ed al contributo nazionale all'attivazione dell'atteso Servizio estero dell'Unione europea, anche se avremmo visto con estremo favore l'inizio di un deciso ridimensionamento di alcuni piccoli interventi che coinvolgono drappelli trascurabili di nostri uomini in uniforme, come nel caso di alcune operazioni in atto in Africa o nella striscia di Gaza, le quali non paiono avere un grande ritorno politico.
Venendo comunque al merito del decreto-legge, la missione più importante fra quelle di cui si propone la prosecuzione fino a fine giugno è certamente quella afgana, e non vogliamo nasconderci dietro un dito. La Lega, nel recente passato, ha più volte manifestato dei dubbi circa l'opportunità di mantenere un folto contingente di nostri ragazzi in quelle lande desolate. Il nostro segretario federale, in particolare, era stato criticato e biasimato per aver detto quanto tutti oggi riconoscono, ossia che in Afghanistan il tentativo di instaurare la democrazia all'occidentale era votato al fallimento.
Noi non intendiamo certamente rinnegare quanto abbiamo affermato; piuttosto, vogliamo rivendicarlo come un esercizio di preveggenza. Oggi infatti cosa vediamo? Anche gli Stati Uniti e la Gran Bretagna si sono convinti dell'impossibilità di modernizzare quello sfortunato Paese, al punto che sostanzialmente ci propongono di accettare il reinserimento dei talebani nella vita politica afgana, anzi addirittura di finanziarlo. Avevamo dunque ragione; non per questo, tuttavia, chiederemo adesso di ritirare i nostri soldati, perché gli obiettivi sono stati ridimensionati e si può ancora ottenere che gli afgani almeno separino i loro destini da quelli dei terroristi di Al Qaeda, che è il vero motivo per il quale dopo l'11 settembre l'Occidente intervenne militarmente in Afghanistan.
È in questo nuovo contesto che al nostro Paese è stato chiesto di fare un ultimo sforzo, prima di avviare il ritiro insieme ai nostri alleati e a queste condizioni abbiamo ritenuto giusto consentirlo, assicurando ancora una volta il nostro sostegno. Potremo lasciare l'Afghanistan senza averlo democratizzato, ma non sconfitti dagli integralisti e dai terroristi, e dovremmo poterci riuscire.
La Lega voterà dunque a favore del piccolo surge italiano, ma anche della prosecuzione a ranghi ridotti delle missioni in atto in Libano e nel Kosovo. Certo, specialmente in Libano la riduzione non sarà così sensibile come avremmo un tempo auspicato; però occorre anche riconoscere che oggi i nostri soldati della missione Leonte non seguono più la medesima politica in nome della quale vennero originariamente mandati laggiù: ne è prova il fatto che la nostra presenza sia oggi considerata preziosa dagli israeliani, che accolgono il Presidente del Consiglio alla Knesset, anziché dagli hezbollah, che vennero «corteggiati» tre anni fa dall'allora Ministro Massimo D'Alema.
In Kosovo, invece, la strada di un consistente ridimensionamento del nostro contingente sembra sia stata imboccata con maggior decisione. La sosteniamo, perché riteniamo che non incomba sulla neonata Repubblica balcanica alcuna minaccia serba, e che al contrario l'unico Pag. 33utilizzo ragionevole dei nostri militari in quel Paese sia nella difesa dei luoghi sacri all'ortodossia serba.
Per l'insieme di questi motivi preannuncio il voto favorevole della Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, signor sottosegretario, noi voteremo in modo convinto, naturalmente, il disegno di legge in esame, seguendo un orientamento che non è di oggi; lo facciamo perché abbiamo sempre scommesso - e intendiamo continuare a farlo - sul multilateralismo, il quale comporta naturalmente anche assunzione di responsabilità.
Le missioni sono uno strumento di pace: sono quindi uno strumento moderno per fare una politica internazionale degna di questo nome, adeguata alle nuove difficoltà e alle nuove crisi che si sono determinate e si determinano sullo scacchiere internazionale. Questo naturalmente però ci porta anche a dire che davvero è giunto il momento, se questa è la situazione, di ripensare lo strumento legislativo con il quale normiamo tale materia. Come lei sa, come sa il Governo, e come soprattutto sa il Parlamento, è stato dato mandato ad un comitato ristretto di «stringere» sulla questione di una legge-quadro per le missioni: mai come oggi, mai come al termine di questo dibattito possiamo uscirne con la conferma della necessità di tale iniziativa di carattere legislativo.
Abbiamo bisogno di un quadro di maggiore stabilità, abbiamo bisogno di un quadro che dia maggiori certezze, abbiamo insomma bisogno di dare allo strumento «missioni di pace dell'Italia» una configurazione degna di un Paese moderno, capace di essere sugli scenari internazionali con una maturità «vera». Penso che questo dibattito ci debba, da una parte, spingere in questa direzione, confermare la necessità di fare presto da questo punto di vista; dall'altra parte - e qui vengo più al merito politico della questione -, dobbiamo guardare al contenuto delle missioni senza alcuna retorica, senza alcuna indulgenza alla retorica, ma con un atteggiamento molto responsabile. Mi riferisco anzitutto alla prima missione, la più importante dal punto di vista politico e militare, quella afgana.
Quando tra sei mesi ci troveremo - io mi auguro - in un contesto legislativo diverso, ma ci troveremo comunque a riprendere questo tema, penso che sarà giunto il momento di una riflessione politica di carattere generale sull'argomento tale da dare alla tematica e al modo di essere della presenza internazionale in Afghanistan quella necessaria qualità. Oggi in Afghanistan vi sono molte difficoltà, noi siamo impegnati in un aumento del surge, in aumento della nostra presenza, e sempre più appare chiaro che l'exit strategy che gli americani hanno previsto di qui a due anni deve essere gestita con lungimiranza, intelligenza e guardando con molto senso di responsabilità le cose come stanno.
Io penso, quindi, che anche la nostra missione deve irrobustirsi di queste maggiori certezze strategiche sul suo sviluppo e sulla sua possibile e, per qualche verso, inevitabile conclusione. Noi dobbiamo fare in modo che l'exit strategy dall'Afghanistan sia di successo, ossia un'exit che consenta l'affermarsi di un Afghanistan più democratico, più libero e più stabile. Ma per fare questo non possiamo non guardare alle difficoltà di oggi e alle necessità che su queste difficoltà si corrisponda con un'iniziativa politico-militare adatta e degna di questo nome. È quindi uno sforzo in più che credo dobbiamo mettere tutti in campo per evitare ogni forma di «normalità» della situazione, che non si presenta così.
Penso che altrettanta attenzione e rifiuto di ogni forma di retorica dobbiamo dedicare all'altro comparto importante di queste missioni, che sono i Balcani. I Balcani sono in una situazione di chiaroscuro: per un verso ci sono elementi di Pag. 34positività e si possono registrare certamente dei miglioramenti, ma per altro verso, senza che io faccia riferimento a interviste, a dichiarazioni e a considerazioni di carattere generale che sono emerse anche sulla stampa nel corso di queste ultime settimane, non possiamo non vedere come ancora nei Balcani ci siano elementi di stabilizzazione che vanno conquistati con un'azione molto attenta e molto precisa.
Da questo punto di vista, do atto al Governo che in Kosovo l'uscita di una parte del contingente è avvenuta all'insegna di una ferrea disciplina multilaterale - se così posso dire -, cioè stando nell'ambito del contesto multilaterale. Questo è un buon segno. Noi dobbiamo rafforzare questa capacità dell'Italia di stare nei Balcani, nostri vicini di casa, in quella chiave e in quel contesto multilaterale, cioè all'interno di un'azione coordinata della comunità internazionale.
Quanto al Libano, anch'io mi associo alle richieste che tanti hanno formulato al Governo, e spero che il senatore Mantica ci potrà dire qualcosa di più preciso rispetto a quanto è accaduto qualche ora fa a Teheran davanti alla nostra ambasciata, dove - come sappiamo - un gruppo di basiji ha tentato un assalto o comunque c'è stata una manifestazione molto violenta e dai toni inequivocabilmente provocatori. Dico questo perché naturalmente, a parte la necessità di sapere, vi è qualcosa di più: ci deve essere, come sappiamo bene, la consapevolezza che la questione Iran si aggiunge ad un contesto di instabilità e di difficoltà di tutta quella regione.
Da questo punto di vista, quello cioè della nostra presenza nel Libano, vorrei dire al rappresentante della Lega, che qualche minuto fa ha espresso parole di segno molto diverso, che, grazie all'iniziativa di un Governo italiano, siamo oggi in Libano con una funzione di pace altamente e fortemente riconosciuta, anzitutto dal Governo israeliano.
Ma proprio perché quella missione continui ad avere un ruolo strategico (dal momento che essa copre un confine assolutamente delicato e sensibile, quello tra Libano e Israele), credo che al lavoro, per tanti versi egregio, della missione italiana di questi anni, dobbiamo aggiungere una conferma di vigilanza, di attenzione e di cura per l'attività dei nostri militari in quel contesto.
Concludo con una notazione non marginale: nel decreto-legge sul rifinanziamento delle missioni vi sono, come sappiamo, anche alcuni riferimenti alla questione del Corno d'Africa, la quale può diventare un elemento esplosivo in una situazione già per molti versi precaria e difficile di tutta la regione.

PRESIDENTE. Onorevole Tempestini, deve concludere.

FRANCESCO TEMPESTINI. Da questo punto di vista vi è non solo un augurio ma la ragionata speranza che, all'interno delle disponibilità e delle risorse stanziate dal decreto-legge, si possa fare di più e di meglio per poter garantire livelli di sorveglianza e di attenzione nella lotta contro Al Qaeda nella regione.
Con questo breve sommario e quadro di insieme - che conferma ad un tempo le preoccupazioni per una situazione fortemente instabile delle regioni nelle quali i nostri uomini sono impegnati e, contemporaneamente, la convinzione che occorre proseguire su una linea di multilateralismo responsabile - ribadiamo il nostro voto favorevole sul provvedimento in questione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicu. Ne ha facoltà.

SALVATORE CICU. Signor Presidente, una ventina di giorni fa abbiamo avuto modo di approfondire in Assemblea con la presentazione di alcune mozioni quale indirizzo, quale strategia, quali nuove esigenze dovessero avere le missioni di pace all'estero. Ne abbiamo anche sottolineato alcuni aspetti che costituiscono le linee direttrici che abbiamo seguito, anzitutto Pag. 35quella della ricerca del raggiungimento di una condivisione all'interno di quest'Aula che ci consentisse di portare un contributo, di individuare i contenuti e lo stato della situazione, di capire che cosa sta avvenendo in Afghanistan e negli altri teatri di guerra, di capire soprattutto i bisogni.
Abbiamo avuto modo di comprendere che l'Afghanistan soffre in maniera totale di una guerra che vede soprattutto vittime civili e dell'assenza di una strategia precisa rispetto alla cooperazione civile. Non può assolutamente essere sufficiente, infatti, che si guardi solo ed esclusivamente ad un percorso di ricostruzione: dobbiamo lasciare l'Afghanistan agli afghani, ci dobbiamo preoccupare di costruire un tessuto sociale che guardi alle istituzioni, al riconoscimento ed alla legittimazione di diritti che ancora oggi vengono calpestati.
Abbiamo la necessità di formare un esercito che sia in grado di difendersi, di difendere i confini della propria patria, di avere un'identità e di rapportarsi con il proprio popolo anche se diviso tra le diverse tribù e fazioni. Vi è la necessità cioè di un dialogo, di intelligenza politica e della capacità di costruire e superare gli steccati.
Abbiamo anche sottolineato un altro grande aspetto, quello della credibilità italiana nel contesto internazionale che, amici e colleghi, non è una credibilità di parte che deriva da uno o da un altro Governo. È una credibilità che proviene, soprattutto, dalla capacità di essere coerenti con la storia di questa Repubblica, con i nostri padri fondatori, con un percorso dell'Occidente che si inserisce all'interno di organismi riconosciuti come l'ONU e la NATO. Allora, è evidente che in seno a questo contesto abbiamo una credibilità che ci deriva soprattutto dalla capacità non dei ragazzi, così come ancora li sento chiamare, ma delle donne e degli uomini che sono formati, che hanno esperienza e competenza, che sono i nostri militari impegnati all'estero che quotidianamente rischiano la vita per garantire la sicurezza al di fuori dei nostri confini, ma anche e soprattutto, dentro i nostri confini.
A conclusione dell'esame di questo provvedimento, voglio sollevare anche alcune criticità che attengono, soprattutto, ancora al modo con cui si discute in questa Aula di un argomento così centrale ed importante. Non è più pensabile affrontare questo confronto attraverso lo schema del decreto-legge, perché questo esclude l'attività, la partecipazione del Parlamento e non consente sicuramente di superare quell'incongruenza, signor rappresentante del Governo, che risiede nel fatto che venti giorni fa si è discussa una mozione con il riconoscimento di un indirizzo unanime, mentre oggi discutiamo di un decreto-legge che si occupa solo di risorse finanziarie.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 17,40).

SALVATORE CICU. È evidente che tutto ciò può essere superato solo ed esclusivamente se tutti insieme condivideremo una legge quadro che consenta al Governo e al Parlamento di dare il proprio contributo e la propria impostazione.
Due aspetti significativi del provvedimento, certamente, vanno evidenziati. Il primo riguarda l'incremento delle risorse. Lo voglio sottolineare: questo decreto-legge, finalmente, contiene risorse che concretizzano quella fase che si rivolge soprattutto alla garanzia dei nostri militari, ma anche alla cooperazione civile, alla possibilità di un percorso di formazione, di costruzione di infrastrutture, di scuole, di ospedali, di elettricità, destinati soprattutto alla popolazione civile.
Il secondo aspetto che mi preme porre alla vostra attenzione riguarda la necessità di prevedere una nuova procedura per l'avvio e il rinnovo delle missioni che possa prescindere dai decreti di rifinanziamento. Si tratta di una procedura che considero ormai superata, perché non consente al Parlamento di svolgere il ruolo che in questa materia dovrebbe essere il più Pag. 36qualificante, ovvero quello di dare indirizzi al Governo sugli obiettivi delle missioni. Prova di questa inadeguatezza è il fatto che la Commissione difesa, che esamina in sede referente il contenuto di questo provvedimento, non ha avuto la possibilità di svolgere approfondimenti o di indicare effettivamente indirizzi e strategie. È evidente, amici, che tutti siamo e dobbiamo essere a sostegno di quello che è il nostro percorso nei teatri in cui siamo impegnati, ma è anche chiaro che vi è la necessità di una riforma che, in maniera concreta, faccia capire a quest'Aula e al nostro Paese che le missioni all'estero sono un punto centrale della nostra politica (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà per due minuti.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, proprio perché le missioni internazionali dovrebbero essere un punto centrale della nostra politica - e noi Radicali non siamo contrari alla partecipazione delle Forze armate italiane alle missioni internazionali - non possiamo però accettare, come in questo caso, che le missioni internazionali diventino una scusa per introdurre norme (come vengono introdotte all'articolo 9) che consentiranno alla Difesa di aggirare i suoi stessi decreti in materia di gestione degli organismi di protezione sociale, o che garantiranno la più completa immunità ai militari in tema di reati ambientali o per la mancata osservanza delle norme sulla tutela della salute e sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.
Per dirla in altri termini, stiamo parlando di quelle vittime del dovere e del servizio, che poi, in diversi casi, diventano vittime dello Stato; stiamo parlando di quelle vittime dei vaccini, dell'amianto, dell'uranio, delle polveri sottili, che spesso sono vittime o per incompetenza o per interesse di quei vertici militari che non abbiamo il coraggio di sanzionare, ma anzi adesso gli garantiamo anche l'impunità.
Noi non possiamo accettare tutto questo, e, proprio per il rispetto che portiamo alle vittime del dovere, del servizio, dello Stato, ai ragazzi che partecipano a queste missioni internazionali, noi ci asterremo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà per due minuti.

EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, oltre ovviamente a condividere le espressioni e le valutazioni politiche rappresentate dall'onorevole Cicu, sia in relazione all'incremento delle risorse per le missioni internazionali (e quindi il plauso va al Governo per aver colto l'occasione per adeguare concretamente i finanziamenti per missioni che diventano sempre più pericolose, segnatamente quella dell'Afghanistan), sia in relazione alla necessità di una riforma (da introdurre con una legge quadro che possa disciplinare le missioni internazionali), volevo rappresentare il mio disappunto per un importante emendamento presentato dal Governo volto a diffondere tra i giovani lo spirito militare, ma soprattutto l'importanza delle missioni internazionali; emendamento che è stato dichiarato inammissibile.
A tal proposito spero che al più presto il Governo possa intervenire con un diverso provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PIERLUIGI MANTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Mantini?

PIERLUIGI MANTINI. Per dichiarazione di voto a titolo personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, in queste ore provocazioni analoghe a quelle compiute nei confronti dell'ambasciata italiana a Teheran sono state Pag. 37compiute anche nei confronti dell'ambasciata dell'Olanda, della Francia e della Germania. Il regime di Teheran è un pericolo serio per tutta la comunità internazionale e non solo per Israele. Noi, nel momento in cui confermiamo l'impegno dell'Italia nelle missioni internazionali di pace, chiediamo al Governo di farsi promotore di una risposta a livello di Unione europea nei confronti dei gravi fatti che accadono a Teheran.

PRESIDENTE. Onorevole Mantini, il Governo è già stato, con il Ministro Frattini, audito dalle Commissioni e, quindi, si è soffermato ed ha approfondito proprio la questione da lei sollevata.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3097-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3097-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3097-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo Ciman, onorevole Fallica, onorevole Guido Dussin.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Conversione in legge del decreto-legge 1o gennaio 2010, n. 1, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa» (3097-A):

Presenti 487
Votanti 479
Astenuti 8
Maggioranza 240
Hanno votato 479

(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Bragantini, Barbato, Ciccanti e Fava hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i deputati Sarubbi, Gasbarra e Siragusa hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi.
Prendo atto che la deputata Bossa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

Inversione dell'ordine del giorno (ore 17,50).

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per chiedere alla Presidenza, ed evidentemente anche ai gruppi, un inversione dell'ordine del giorno nel senso di anticipare l'esame dei disegni di legge di ratifica e del provvedimento concernente la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma, ponendo, così, all'ultimo punto dell'ordine del giorno l'esame del provvedimento in materia di rafforzamento della competitività del settore agro-alimentare.

Pag. 38

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la proposta di inversione dell'ordine del giorno, testé avanzata dall'onorevole Baldelli, nel senso di passare all'esame dei disegni di legge di ratifica e successivamente al testo unificato delle proposte di legge n. 975-2513-A in materia di prodotti ortofrutticoli di quarta gamma si intende accolta.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese concernente la mutua assistenza in materia penale, fatto a Roma il 28 ottobre 1998 (A.C. 2934-A) (ore 17,51).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese concernente la mutua assistenza in materia penale, fatto a Roma il 28 ottobre 1998.
Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed ha avuto luogo la replica del relatore, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 2934-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2934-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Murer... Onorevoli Mecacci e De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
486).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2934-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... onorevole Vico... l'onorevole Sardelli e l'onorevole De Micheli hanno votato... onorevole Mario Pepe (PD)...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 489
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
489).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2934-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole De Micheli... onorevole Zazzera... l'onorevole De Micheli ha votato? Forza, onorevole De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 39
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato
486
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 2934-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rossi... onorevole Di Caterina riesce a votare? Va bene. Onorevole Pionati... onorevole Mecacci... onorevole Donadi... va bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
486).

Non ho visto assolutamente il presidente Conte. Le chiedo scusa.

(Dichiarazione di voto finale - A.C. 2934-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, credo che già facciamo poco: quello che facciamo però facciamolo bene (Commenti).

PRESIDENTE. Onorevole Di Stanislao, si rivolga alla Presidenza. Sarà certamente sintetico.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente e colleghi (per coloro i quali vogliono ascoltare), le crescenti esigenze di cooperazione nel campo giudiziario, determinate anche dal notevole e sempre crescente interscambio economico e commerciale con Hong Kong, hanno determinato la stipula nel 1998 di un accordo, quello che appunto ci apprestiamo a ratificare, tra il nostro Paese e la regione amministrativa speciale di Hong Kong, facente parte della Repubblica cinese. L'accordo si sofferma sulla necessità di sostenere la mutua assistenza giudiziaria in materia penale tra i due Paesi, tra i quali infatti è anche in vigore l'accordo sul trasferimento delle persone condannate fatto a Hong Kong il 18 dicembre del 1999 e ratificato l'11 luglio del 2002.
A seguito del passaggio di Hong Kong sotto la sovranità cinese si è reso naturalmente necessario ridefinire e perfezionare gli strumenti di cooperazione giudiziaria, anche per colmare il vuoto giuridico creatosi con la cessazione degli effetti, limitatamente al territorio di Hong Kong, dell'accordo italo-britannico fino ad allora vigente.
Quello in oggetto è un accordo che ci consente di migliorare l'efficacia della cooperazione tra Italia ed Hong Kong nelle procedure investigative, nell'identificazione e localizzazione di persone, nella convocazione di testimoni, nella notifica di atti giudiziari e nell'acquisizione di prove e documenti necessari alle indagini ed agli atti processuali, scambio che avverrà direttamente tra il Ministero della giustizia italiana ed il segretario per la giustizia di Hong Kong, indicati quali autorità centrali.
Il relatore già ieri ha avuto modo di illustrare pienamente le finalità e gli intenti di questo accordo e non ritengo vi sia altro da aggiungere, se non che lasciamo sempre passare troppo tempo tra la stipula di un accordo o di un trattato che sia e la sua ratifica. Quindi ne auspichiamo, Pag. 40garantendo il voto favorevole dell'Italia dei Valori, la più celere approvazione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, come ha già detto il collega Di Stanislao l'importanza di questo accordo tra il Governo della regione amministrativa di Hong Kong della Repubblica popolare cinese ed il nostro Paese si estende finalmente alla tutela penale reciproca ed all'assistenza giudiziaria tra l'Italia e la regione amministrativa speciale di Hong Kong. Si rende necessario tutto questo perché, dopo il passaggio della regione sotto la sovranità cinese, è venuta meno l'applicazione al territorio dell'accordo italo-britannico fino ad allora vigente in materia.
Con questo accordo si sancisce l'obbligo dell'assistenza reciproca, che si esplicherà tanto nelle indagini penali quanto nei procedimenti relativi a tali reati, attraverso una mutua assistenza nella quale sono ricomprese l'identificazione e la localizzazione di persone, la notifica di documenti e l'acquisizione di prove, l'esecuzione di perquisizioni e sequestri, la facilitazione della comparizione personale di testimoni - anche se detenuti - o di periti, la consegna ed il prestito di reperti e di corpi di reato, la confisca di proventi e strumenti di attività criminali. Anche i reati contro le leggi fiscali, tributarie e doganali, con esclusione dei correlati procedimenti di carattere non penale, fanno parte del provvedimento in esame.
È importante sottolineare che l'assistenza giudiziaria potrà essere rifiutata qualora gli atti richiesti siano contrari alla sovranità, alla sicurezza, all'ordine pubblico o ad altri interessi vitali per la parte richiesta. Mi sembra importante prestare attenzione a questi provvedimenti, nella disattenzione generale, salvo poi guardare sui titoli di giornale quando parliamo di scandali finanziari e ridestarci ad una preoccupazione del perché o del per come questi provvedimenti possono interessare anche l'attuazione e l'attivazione di queste procedure da parte del nostro Paese. Per queste ragioni ed anche per altre, che depositerò, il nostro gruppo parlamentare è assolutamente d'accordo e voterà favorevolmente questa ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Volontè, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo solo per annunciare il voto favorevole da parte del gruppo della Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Chiedo altresì che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbi. Ne ha facoltà.

MARIO BARBI. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico è favorevole alla ratifica dell'accordo. Ieri ne abbiamo illustrato nei dettagli le ragioni.
È inspiegabile - lo ricordo sommariamente - che la ratifica in oggetto avvenga con dodici anni di ritardo dal momento della stipula, avendo lasciato praticamente scoperto il campo della cooperazione giudiziaria per tutto questo tempo, dopo il passaggio della sovranità dalla Gran Bretagna alla Repubblica popolare cinese, ancorché nello statuto della regione amministrativa speciale.
Questa collaborazione, invece, è assolutamente necessaria, in ragione dell'importanza Pag. 41e del rilievo di Hong Kong come piazza economica e commerciale, nella quale - ricordo soltanto la realtà italiana - operano oltre 300 imprese in modo stabile (tra di esse, vi sono dieci istituti finanziari ed anche un istituto assicurativo).
I colleghi hanno ricordato le modalità di tale cooperazione, che si estende - com'è stato, giustamente, segnalato - anche ai reati di tipo finanziario e tributario. L'Accordo è necessario e utile e poteva essere ratificato prima. Poteva essere scelto diversamente anche il fondo al quale si attinge per la ratifica, visto che, per reperire i circa 30 mila euro identificati per la copertura, si attinge ad un fondo destinato alla lotta contro la desertificazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boniver. Ne ha facoltà.

MARGHERITA BONIVER. Signor Presidente, vorrei soltanto dire che sono contraria ad una certa ritualità. Infatti, i provvedimenti al nostro esame sono stati già discussi in Commissione e ieri in Assemblea durante i nostri lavori (che sono durati due ore e mezzo) e su di essi - per fortuna, e com'è dovuto - vi è unanimità di voto. Pertanto, prendo la parola questa volta e, poi, non più, per preannunciare il voto favorevole del mio gruppo su tutti i provvedimenti in esame (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2934-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2934-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2934-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Casero... onorevole Sardelli... onorevole Goisis... onorevole Ria...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

«Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese concernente la mutua assistenza in materia penale, fatto a Roma il 28 ottobre 1998» (2934-A):

(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato
487).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativo alla non imponibilità dell'imposta sul valore aggiunto dei pedaggi riscossi al traforo del Gran San Bernardo, fatto a Roma il 31 ottobre 2006 (A.C. 2935-A); e dell'abbinata proposta di legge: Nicco ed altri (A.C. 1608) (ore 18).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativo alla non imponibilità dell'imposta sul valore aggiunto dei pedaggi riscossi al traforo del Gran San Bernardo, fatto a Roma il 31 Pag. 42ottobre 2006 e dell'abbinata proposta di legge di iniziativa dei deputati Nicco ed altri.
Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato alla replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2935-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2935-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Casero... onorevole De Micheli... onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato
483).

Prendo atto che il deputato Borghesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2935-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ravetto... onorevole Casero... onorevole Farina... onorevole Migliori... onorevole Saltamartini... onorevole Pionati... onorevole Sardelli... onorevole Gianfranco Conte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato
485).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2935-A) al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ravetto, ha votato? Onorevole Traversa... onorevole Migliori... onorevole Casero, ha votato? Onorevole Sardelli... onorevole Sposetti... onorevole De Camillis, provi, adesso ce la fa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato
484).

Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 2935-A) al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rossi... onorevole Mazzuca, ha votato? Onorevole Paolo Russo... onorevole Pelino... onorevole Ghiglia... onorevole Migliori... onorevole De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 488
Maggioranza 245
Hanno votato
488). Pag. 43

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2935-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2935-A).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, l'ordine del giorno Zacchera n. 9/2935-A/2, volto al miglioramento delle condizioni del trasporto ferroviario tra Italia e Svizzera, in quanto estraneo rispetto al contenuto del provvedimento in esame che, invece, riguarda la non imponibilità dell'IVA dei pedaggi riscossi al traforo del Gran San Bernardo.
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ALFREDO MANTICA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, se l'ultima formulazione dell'ordine del giorno Di Biagio n. 9/2935-A/1 è quella che recita «impegna il Governo a valutare l'opportunità di predisporre eventuali iniziative al fine di evitare ulteriori disparità di trattamento sul piano fiscale che discendono dalla mancata armonizzazione delle discipline fiscali tra i due Paesi», il Governo esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Quella è la formulazione dell'ordine del giorno, quindi il parere s'intende favorevole.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Biagio n. 9/2935-A/1, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2935-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, in questo caso sono d'accordo con la collega Boniver, perché si tratta di un atto dovuto e dobbiamo equiparare i due ordinamenti, quello italiano e quello svizzero. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo delle mie dichiarazioni di voto.

PRESIDENTE. La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, anche noi siamo favorevoli, perché questo accordo con il Consiglio federale svizzero sulla non imponibilità dell'imposta IVA è un grande vantaggio anche per i nostri commercianti.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Volontè, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole su questo e su tutti gli altri provvedimenti di ratifica. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. La presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente Pag. 44seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA. Signor Presidente, esprimo il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico a questo provvedimento ed anche sui successivi disegni di legge di ratifica, sottolineando la nostra censura al fatto che vengano attinte risorse dal fondo per la desertificazione, rispetto al quale dovremmo destinare un capitolo apposito.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2935-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2935-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2935-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Conte... onorevole Sardelli... onorevole Pepe, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativo alla non imponibilità dell'imposta sul valore aggiunto dei pedaggi riscossi al traforo del Gran San Bernardo, fatto a Roma il 31 ottobre 2006» (2935-A):

Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato 484
Hanno votato no 1
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

È così assorbita la proposta di legge n. 1608.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1828 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di mutua assistenza amministrativa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno di Norvegia, per la prevenzione, l'accertamento e la repressione delle infrazioni doganali, con Allegato, fatto a Oslo il 16 giugno 2004 (Approvato dal Senato) (A.C. 3071) (ore 18,08).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di mutua assistenza amministrativa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno di Norvegia, per la prevenzione, l'accertamento e la repressione delle infrazioni doganali, con Allegato, fatto a Oslo il 16 giugno 2004.
Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato alla replica.

(Esame degli articoli - A.C. 3071)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 3071), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti. Pag. 45
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gozi, anche se corre può votare... stanno votando tutti? Onorevole Traversa... onorevole Ravetto... onorevole Pionati, ce la fa? Onorevole Golfo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato
484).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 3071), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ravetto, se non telefona riesce a votare... onorevole Traversa... onorevole Stagno D'Alcontres... onorevole Pionati... onorevole Sardelli... onorevole Samperi... ancora l'onorevole Stagno D'Alcontres, ha votato... onorevole Madia, provi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
486).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 3071), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Conte... onorevole Sardelli... onorevole Misiani... ancora l'onorevole Sardelli... onorevole Migliori... onorevole Palumbo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato
482).

Prendo atto che i deputati Nizzi e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 3071), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nizzi, voti per cortesia, non ascolti l'onorevole Leone... onorevole Rosso... onorevole Conte... onorevole Rosso, ha votato? Fate votare l'onorevole Nizzi... onorevole Samperi... onorevole Sardelli, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
486).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3071)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
La Presidenza autorizza sulla base dei consueti criteri la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo delle dichiarazioni di voto degli onorevoli Di Stanislao e Volontè, che ne hanno fatto richiesta. Pag. 46
Prendo atto che gli onorevoli Pini e Porta hanno già espresso la propria dichiarazione di voto finale nell'intervento precedente.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3071)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3071, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda... onorevole Ravetto... onorevole Traversa... onorevole Migliori... onorevole De Micheli... onorevole Pionati... onorevole Fogliardi, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1828 - «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di mutua assistenza amministrativa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno di Norvegia, per la prevenzione, l'accertamento e la repressione delle infrazioni doganali, con Allegato, fatto a Oslo il 16 giugno 2004» (Approvato dal Senato) (3071):

Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato 485

(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo che i deputati Di Stanislao e Duilio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1829 - Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dominicana, fatto a Santo Domingo il 14 agosto 2002 (Approvato dal Senato) (A.C. 3072) (ore 18,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dominicana, fatto a Santo Domingo il 14 agosto 2002.
Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato alla replica.

(Esame degli articoli - A.C. 3072)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 3072), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Micheli, voti... onorevole Vella... l'onorevole Misiani ha votato? L'onorevole Samperi ha votato... onorevole De Micheli... hanno votato tutti? Onorevole Tidei... onorevole Pecorella.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato
485).

Prendo atto che il deputato Proietti Cosimi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 3072), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti. Pag. 47
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Golfo, onorevole Rosso, onorevole Proietti, onorevole Lorenzin, onorevole De Micheli, onorevole Codurelli, onorevole Lolli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato
485).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 3072), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Golfo, onorevole Simeoni, onorevole Strizzolo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato
483).

Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 3072), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lorenzin, onorevole Ravetto, onorevole Vella, onorevole Calearo Ciman, onorevole Gatti, onorevole Occhiuto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato
485).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3072)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Prendo atto che l'onorevole Pini ha già espresso la sua dichiarazione di voto nel precedente intervento e che gli onorevoli Di Stanislao e Volontè hanno chiesto che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della loro dichiarazione di voto. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbi. Ne ha facoltà.

MARIO BARBI. Signor Presidente, confermo il voto favorevole per le ragioni che ho spiegato ieri e non mi soffermo ulteriormente.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3072)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3072, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ravetto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1829 - «Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica Pag. 48italiana ed il Governo della Repubblica dominicana, fatto a Santo Domingo il 14 agosto 2002» (Approvato dal Senato) (3072):

Presenti e votanti 488
Maggioranza 245
Hanno votato 487
Hanno votato no 1
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1830 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova sulla collaborazione nel settore del turismo, fatto a Roma il 7 dicembre 2006 (Approvato dal Senato) (A.C. 3073) (ore 18,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova sulla collaborazione nel settore del turismo, fatto a Roma il 7 dicembre 2006.
Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato alla replica.

(Esame degli articoli - A.C. 3073)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 3073), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
485
Hanno votato
no 1).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 3073), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 470
Votanti 469
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato
468
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che l'onorevole Ravetto ha segnalato che non è riuscita a votare e che i deputati Misiti, Sardelli e Malgieri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 3073), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ravetto... Onorevole Rossi... Onorevole Latteri... Onorevole De Micheli... Onorevole Pionati... Onorevole Razzi... Onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 49
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato
483).

Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 3073), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gioacchino Alfano... Onorevole Rossi... Onorevole Vella... Onorevole Ravetto... Onorevole Traverso... Onorevole Ghiglia... Onorevole Samperi... Onorevole Pionati... Onorevole Calearo Ciman... Onorevole Lo Monte... Onorevole De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato
481).

Prendo atto che il deputato Sisto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Dichiarazione di voto finale - A.C. 3073)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ricordo che hanno già svolto dichiarazioni di voto finale complessive gli onorevoli Di Stanislao, Volontè, Pini, Porta e Boniver.
Prendo atto che gli onorevoli Di Stanislao, Volontè e Pini chiedono che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale delle loro dichiarazioni di voto. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3073)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3073, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... Onorevole Ravetto... Onorevole Toccafondi... Onorevole Latteri... Onorevole Armosino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1830 - «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova sulla collaborazione nel settore del turismo, fatto a Roma il 7 dicembre 2006» (Approvato dal Senato) (3073):

Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato 486
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Brandolini ed altri; Rainieri ed altri: Disposizioni concernenti la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma (A.C. 975-2513-A) (ore 18,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge di iniziativa dei deputati Brandolini ed altri; Rainieri ed altri: Disposizioni concernenti la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma. Pag. 50
Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato alla replica.

(Esame degli articoli - A.C. 975-2513-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato della Commissione.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 975-2513-A).
Avverto che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Fogliato 3.1 e 4.2 e Di Giuseppe 4.1.
Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.100, 3.100, 3.101, 3.102, 4.100 e 4.101, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 975-2513-A).

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 975-2513-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 975-2513-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.100.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANTONIO BUONFIGLIO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento presentato dalla Commissione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo dunque ai voti. Chiedo ai colleghi di prendere posto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Beccalossi, Dima, Malgieri, Capodicasa ... hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato
474).

Prendo atto che i deputati Cera, Ruggeri e Piso hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Samperi, Sardelli, De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 478
Maggioranza 240
Hanno votato
477
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Cera, Ruggeri e Calderisi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 975-2513-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 975-2513-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti. Pag. 51
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ravetto, Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato
476).

Prendo atto che i deputati Ruggeri, Cera, Mondello, Strizzolo, Fogliardi e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 975-2513-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 975-2513-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 3.100, 3.101 e 3.102.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANTONIO BUONFIGLIO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sugli emendamenti presentati dalla Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Rosso, Sardelli, Vico, De Micheli, Capodicasa, Pionati ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato
477).

Prendo atto che i deputati Monai, Galletti, Cera e Ruggeri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Rosso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato
479).

Prendo atto che i deputati Cera, Ruggeri, Zinzi e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.102 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rainieri. Ne ha facoltà.

FABIO RAINIERI. Signor Presidente, il gruppo delle Lega Nord voterà contro questo emendamento perché secondo noi è sbagliato eliminare questo comma. Siamo convinti, infatti, che, soprattutto nelle scuole, ai giovani vada data un'educazione sull'alimentazione e che vadano aiutati i produttori di beni italiani. In questo caso, noi non possiamo permetterci, secondo la linea del Ministero, di votare contro un provvedimento che elimina un aiuto diretto agli agricoltori italiani rispetto alle Pag. 52multinazionali che importerebbero prodotti dall'estero sicuramente di scarsa qualità e non di aiuto alle nostre aziende agricole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Alfano, Vico, Ria, Migliori, Girlanda, Pionati, Sbrollini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 473
Votanti 469
Astenuti 4
Maggioranza 235
Hanno votato
417
Hanno votato
no 52).

Prendo atto che i deputati Cera, Ruggeri e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Sardelli, Simeoni, Vignali, Palumbo, Pisicchio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 477
Votanti 476
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato
476).

Prendo atto che i deputati Cera, Ruggeri e La Loggia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 975-2513-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 975-2513-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 4.100 e 4.101.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANTONIO BUONFIGLIO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole su entrambi gli emendamenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Calearo Ciman, Tommaso Foti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 479
Votanti 478
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato
478).

Prendo atto che i deputati Cera e Ruggeri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Pag. 53
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.101 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Simeoni, De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato
479).

Prendo atto che i deputati Ruggeri e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Sardelli, De Micheli, Barani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 479
Votanti 478
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato
478).

Prendo atto che i deputati Cera, Ruggeri e Barani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 975-2513-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 975-2513-A). Qual è il parere del Governo?

ANTONIO BUONFIGLIO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Nastri n. 9/975-2513-A/1.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nastri n. 9/975-2513-A/1, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 975-2513-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, questo testo unificato è stato concordato in Commissione ed è scaturito da due proposte di legge, la n. 975 dell'onorevole Brandolini e la n. 2513 dell'onorevole Rainieri.
È un testo nato dalla necessità di produrre una norma che disciplinasse la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma, perché il mercato dei prodotti di quarta gamma negli ultimi tempi, soprattutto negli ultimi dieci anni, è considerevolmente aumentato. La stessa Italia, quanto a fatturato, è diventata il secondo mercato in Europa.
Questi prodotti comunque presentano dei punti di forza ed altri di debolezza: infatti, sono pronti al consumo e rispondono al bisogno del consumatore di ridurre i tempi di preparazione dei pasti; inoltre si può facilmente ricorrere ai mix, che includono diverse varietà.
Vi sono, però, dei consumatori che non ricorrono all'utilizzo di questi prodotti, sia per il timore che le verdure vengano trattate con scarsa igiene, sia per il timore che non riescano a trattenere le vitamine contenute nei prodotti stessi. Si lamenta, Pag. 54inoltre, il costo di questi prodotti, che sicuramente è maggiore di quello dei prodotti tradizionali.
È certo, però, che oggi i prodotti di quarta gamma raggiungono un fatturato consistente; infatti, secondo l'ISMEA, la vendita di questi prodotti negli ultimi anni è aumentata del 14 per cento. Per questo motivo, vi è l'urgenza di norme che ne garantiscano la qualità...

PRESIDENTE. Onorevole di Giuseppe, neanche il Presidente riesce a sentirla. Chiedo ai colleghi di fare un po' di silenzio.

ANITA DI GIUSEPPE. ...soprattutto per evitare l'utilizzo di prodotti che abbiano un'origine incerta e per assicurare e garantire la qualità nutrizionale dei prodotti di quarta gamma e i requisiti igienici del prodotto confezionato.
Così com'è stato comunque predisposto e approvato dalla Commissione stessa, questo provvedimento definisce i prodotti di quarta gamma, ne sottolinea le pratiche di lavorazione e ne regola la commercializzazione. L'obiettivo è quindi sicuramente quello di tutelare il consumatore.
Il consumo di questi prodotti costituisce anche un modo nuovo di mangiare frutta e verdura, e ne sono la prova - questo è importante - i primi risultati del progetto «Frutta Snack». Infatti, in cima ai consumi nelle scuole dove si è sperimentato tale progetto, un progetto di educazione al gusto e contro l'obesità dei giovani, che è stato gestito nelle scuole di Roma, Bologna e Bari dal Ministero della salute, vi sono state proprio le merendine dei distributori automatici, che sono proprio un'autentica espressione di questi prodotti di quarta gamma.
Vale, quindi, la pena investire - lo vorrei ricordare al sottosegretario, che ascolta poco - per far conoscere ai ragazzi l'importanza di un'alimentazione corretta, basata proprio sul consumo regolare di frutta e verdura.
I prodotti di quarta gamma favoriscono proprio l'utilizzo di frutta e verdura. Il nostro voto sarà sicuramente favorevole, come lo è stato in Commissione agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo dell'UdC e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Ruvolo, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Negro. Ne ha facoltà.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, preannunzio il voto favorevole del mio gruppo. Seguo il mio collega Ruvolo e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Negro, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brandolini. Ne ha facoltà.

SANDRO BRANDOLINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il cambiamento delle abitudini e degli stili di vita sta influenzando anche la definizione di nuove procedure riguardanti l'organizzazione della vita domestica e del lavoro di cura. In particolare, per ragioni di praticità e di risparmio nei tempi di preparazione del cibo si sta diffondendo l'uso di prodotti appartenenti alla sfera dell'ortofrutta, che vengono preselezionati, mondati, lavati e immessi sul mercato in confezioni mono o pluridose. Spesso questi prodotti sono ulteriormente valorizzati dalle caratteristiche del prodotto-base (provenienza geografica, coltivazione a lotta integrata, coltivazione biologica, specie Pag. 55vegetale scelta e quant'altro), o dalle miscele in cui vengono confezionati: insalate miste, macedonie e così via.
Di grande rilievo è il fatto che questi prodotti, oltre alla distribuzione attraverso le grandi catene organizzative, arrivano al consumatore anche attraverso i servizi di ristorazione e le mense scolastiche, in particolare delle scuole per l'infanzia, perciò in condizioni di particolare vigilanza qualitativa in considerazione delle caratteristiche dell'utente.
Più di recente, inoltre, si va diffondendo la somministrazione mediante distributori automatici collocati nelle scuole primarie e secondarie, nelle università e nei luoghi di lavoro in genere, che offrono prodotti sostitutivi delle ipercaloriche merendine, anche al fine di riequilibrare le diete e di combattere l'obesità.
In merito alla progressiva diffusione di prodotti ortofrutticoli di quarta gamma, è molto importante la definizione di corretti processi di produzione, sia per quanto riguarda il rispetto delle regole della catena del freddo per la conservazione, sia per quanto riguarda la mondatura ed anche, soprattutto, la lavatura, cioè il lavaggio; così come è da segnalare l'importanza della corretta informazione all'utente.
Queste sono le motivazioni che mi hanno indotto, assieme ad altri colleghi, alla presentazione della mia proposta di legge A.C. 975, che va appunto nella direzione di un'armonizzazione delle normative ed insieme risponde al bisogno generale del settore ortofrutticolo di definire regole comuni a livello nazionale. Noi, in Commissione, abbiamo preparato questo testo unificato, che è il risultato del mio testo iniziale e di quello del collega Rainieri ed altri. Abbiamo sentito tutto il mondo agricolo e della distribuzione, che ha confermato l'esigenza di una regolamentazione precisa, così come abbiamo ascoltato anche i pareri delle Commissioni e dei Ministeri competenti, che sono stati raccolti attraverso gli emendamenti.
Per quanto riguarda il problema che è stato sollevato nel dibattito che ha portato all'unico voto contrario su un emendamento da parte dei rappresentanti della Lega Nord, teniamo a sottolineare e a precisare che la tracciabilità e la provenienza del prodotto saranno oggetto del provvedimento A.C. 2260, che affronteremo domani. In quella sede tali aspetti troveranno (anzi, noi riteniamo che quel provvedimento vada migliorato) la giusta attenzione: noi infatti siamo acché si valorizzino fino in fondo il prodotto e le produzioni locali, e in questo senso vi sia un percorso di tracciabilità che assicuri i consumatori circa la provenienza dello stesso.
Nel caso specifico, parliamo di prodotti freschi pronti al consumo e, in quanto tali, sono prodotti a filiera corta, a filiera brevissima: non possono arrivare dall'estero, perché i tempi non consentirebbero il loro consumo.
La tipicità del prodotto non richiede in sé una tracciabilità, un'indicazione di provenienza, che è insita nella qualità del prodotto, e quindi, in quanto tale, riteniamo che non fosse necessario quel comma, che peraltro non era nella nostra proposta di legge, che poi il Ministero ha richiesto di cassare per non incorrere in infrazioni comunitarie.
Voglio concludere ringraziando, prima di tutto, la relatrice onorevole Beccalossi, il personale della Commissione agricoltura e tutti i colleghi che hanno consentito di arrivare alla definizione e all'approvazione di una piccola legge per il mondo agricolo e per i consumatori, ma uno strumento importante per tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dima. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DIMA. Voglio ricordare all'Aula che questo provvedimento sarà approvato dall'intera Aula di Montecitorio ed è un provvedimento finalmente utile per il mondo agricolo (ogni tanto arriva qualche provvedimento per l'agricoltura). Voglio soltanto ricordare che la sintesi di questo provvedimento coglie in modo positivo sia il mondo produttivo, sia i consumatori. Pertanto questo nostro grande Paese agricolo questa volta avrà una grande soddisfazione Pag. 56ed annuncio quindi il voto favorevole del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Son così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Vorrei testimoniare che, quando in Commissione si lavora per tempo, i provvedimenti giungono in Aula nel modo più sereno possibile.

PRESIDENTE. La ringrazio, presidente Paolo Russo, ritengo di poter condividere questa sua affermazione.

(Coordinamento formale - A.C. 975-2513-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 975-2513-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 975-2513-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli De Micheli, Rosso, Ravetto, Cicu e Stracquadanio.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Brandolini ed altri; Rainieri ed altri: Disposizioni concernenti la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma» (975-2513-A):

Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato 465.

(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Cera e Ruggeri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame del disegno di legge n. 2260-A in materia di competitività del settore agroalimentare è rinviato alla seduta di domani.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 10 febbraio 2010, alle 10:

(ore 10 e ore 16)

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare (2260-A)
e delle abbinate proposte di legge: COSENZA ed altri; D'INIZIATIVA DEI SENATORI: SCARPA BONAZZA BUORA ed altri (Approvata dal Senato) (2646-2743).
- Relatore: Beccalossi.

(ore 15)

2. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 18,50.

Pag. 57

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI LUCA VOLONTÈ E GIANLUCA PINI SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 2934-A

LUCA VOLONTÈ. L'Accordo in esame ha lo scopo di estendere a tutta la materia penale la reciproca assistenza giudiziaria fra l'Italia e la Regione amministrativa speciale cinese di Hong Kong, già in atto limitatamente alla materia del trasferimento di persone condannate sulla scorta dell'Accordo del dicembre 1999, in vigore dal dicembre 2002 (ratificato dall'Italia con la legge 11 luglio 2002, n. 149).
L'accordo con Hong Kong sull'assistenza giudiziaria in materia penale si rende necessario poiché, dopo il passaggio della regione sotto sovranità cinese, è venuta meno l'applicazione al territorio dell'Accordo italo-britannico in materia, fino ad allora vigente.
L'Accordo, stipulato a Roma il 28 ottobre 1998, si compone di diciannove articoli.
Si sancisce l'obbligo dell'assistenza reciproca che si esplicherà tanto nelle indagini penali quanto nei procedimenti relativi a tali reati. Nella mutua assistenza oggetto dell'Accordo in esame sono ricomprese l'identificazione e localizzazione di persone, la notifica di documenti, l'acquisizione di prove, l'esecuzione di perquisizioni e sequestri, la facilitazione della comparizione personale di testimoni, anche se detenuti, o periti , la consegna o il prestito di reperti e di corpi di reato, la confisca dei proventi e strumenti di attività criminali. Sarà inoltre possibile prestare ogni altra forma di assistenza giudiziaria compatibile con la legge della Parte richiesta, e inoltre l'ambito dell'Accordo in esame si riferisce anche ai reati contro leggi fiscali, tributarie e doganali, con esclusione dei correlati procedimenti di carattere penale. D'altra parte, l'assistenza giudiziaria non comprenderà la consegna di persone ricercate, né l'esecuzione nella Parte richiesta di sentenze penali pronunciate nella Parte richiedente, e neppure il trasferimento di persone detenute per l'esecuzione di pene.
L'assistenza giudiziaria può essere rifiutata qualora gli atti richiesti siano contrari alla sovranità, alla sicurezza, all'ordine pubblico o ad altri interessi vitali della parte richiesta; se quest'ultima considera il tatto per cui si procede alla stregua di reato politico o mero reato militare; se vi è il sospetto di pregiudizi politici, razziali, di sesso, di nazionalità o di religione verso le persone accusate; se l'accusato è già stato giudicato, e ha eventualmente scontato la pena, per lo stesso reato nel territorio della Parte richiesta; se la richiesta di assistenza riguarda un reato punito dalla legge della Parte richiedente con la pena di morte. L'assistenza richiesta potrà inoltre essere meramente differita, qualora l'esecuzione di essa possa interferire con indagini o procedimenti in corso nel territorio della Parte richiesta.
Le modalità per le richieste di assistenza giudiziaria, devono essere accompagnate da una traduzione in una lingua ufficiale della Parte richiesta, salvo diverso avviso di quest'ultima.
L'esecuzione delle rogatorie avviene secondo la legge della Parte richiesta. La richiesta deve essere evasa prontamente: delle eventuali difficoltà deve essere immediatamente informata la Parte richiedente.
Le spese sostenute nella prestazione di assistenza giudiziaria sono di norma a carico della Parte richiesta, salvo che per i compensi dei periti, le spese di traduzione, le indennità e rimborsi dovuti per comparizioni a vario titolo nel territorio dell'altra Parte. Per l'acquisizione di prove, oggetti e documenti in relazione a reati o a procedimenti penali in corso nella Parte richiedente è previsto in particolare che la Parte richiedente specifichi le questioni da porre agli eventuali testimoni.
La richiesta di notificazione di atti relativi a comparizioni (articolo X) deve essere inoltrata dalla Parte richiedente almeno quaranta giorni prima della prevista comparizione.
Chiunque non accetti di comparire in qualità di testimone o perito nel territorio Pag. 58della Parte richiedente non sarà soggetto alle sanzioni o misure coercitive previste negli ordinamenti delle due Parti. In ogni caso, poi, la persona che abbia dato il proprio consenso a comparire - sia essa detenuta o in libertà - non potrà essere perseguita o detenuta dalla Parte richiedente per reati commessi prima di lasciare il territorio della Parte richiesta, né potrà essere soggetta ad azioni civili intentabili solo in ragione della sua presenza nel territorio della Parte richiedente - tali salvaguardie non saranno tuttavia operative se la persona si trattenesse indebitamente oltre 15 giorni nel territorio della parte richiedente, ovvero vi facesse ritorno in seguito. Infine, nessuna conseguenza potrà derivare dalla sua deposizione alla persona intervenuta in procedimenti penali nel territorio della Parte richiedente, salvo il caso di imputazione di falsa testimonianza (o figure di reato affini in base alla legge della Parte richiedente).
Per le richieste di perquisizione, sequestro o consegna di oggetti che si trovano presuntivamente nel territorio della Parte richiesta, e che siano collegati a reati per i quali l'ordinamento della Parte richiedente prevede una pena detentiva massima non inferiore a due anni. La Parte richiedente, se riceve in consegna tali oggetti, deve osservare le condizioni eventualmente poste dalla Parte richiesta per la loro utilizzazione.
Eventuali controversie sull'interpretazione o l'applicazione dell'Accordo in esame, in mancanza di un'intesa tra le Autorità centrali delle due Parti, verranno risolte per via diplomatica.
Contenuto del disegno di legge di ratifica. Il disegno di legge in esame è composto di quattro articoli. I primi due contengono l'autorizzazione alla ratifica dell'Accordo per l'assistenza giudiziaria in materia penale con Hong Kong e il relativo ordine di esecuzione.
L'articolo 3, comma 1, contiene la norma di copertura finanziaria. All'onere, valutato in 34.880 euro annui a partire dal 2010, si farà fronte mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 1, della legge 4 giugno 1997, n. 170, riguardante la ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione nei Paesi gravemente colpiti dalla siccità e/o dalla desertificazione, in particolare in Africa, con allegati, fatta a Parigi il 14 ottobre 1994.
L'articolo 4 dispone l'entrata in vigore della legge per il giorno successivo a quello della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Si segnala che in merito alla copertura finanziaria essa riguarda, come già avvenuto in passato, non già gli stanziamenti destinati alla cooperazione italiana per la lotta contro la desertificazione ma i soli costi di gestione della Convenzione.

GIANLUCA PINI. Il precedente Governo Berlusconi, sostenuto dalla Lega Nord, ha già ratificato nel luglio 2002 un accordo bilaterale con Hong Kong sul trasferimento di persone condannate.
Come allora, riteniamo che questo tipo di accordo sia utile e necessario sia per il buon funzionamento della giustizia e del sistema carcerario, che, naturalmente, nell'ottica del recupero e del reinserimento di chi ha scontato la sua pena.
L'Accordo che oggi ratifichiamo prende le mosse e completa il percorso iniziato allora, estendendo a tutta la materia penale la reciproca assistenza giudiziaria fra l'Italia e la Regione amministrativa speciale cinese di Hong Kong.
Sottolineo che questo è un tipo di accordo che riguarda le parti contraenti, cioè gli Stati nelle loro istituzioni e nei loro organi operativi, ma non comporta alcun obbligo e alcun ruolo in capo ai privati cittadini. Inoltre, voglio che sia chiaro che l'assistenza giudiziaria non attiene alla consegna di persone ricercate, e che l'Italia può sempre rifiutare la collaborazione qualora gli atti richiesti siano contrari alla sovranità, alla sicurezza, all'ordine pubblico o ad altri interessi vitali.
Fatte queste doverose precisazioni a garanzia della tutela dei diritti dei cittadini del nostro paese, non posso che annunciare, in coerenza con i precedenti Pag. 59atti che agiscono sulla stessa linea di intervento, il voto favorevole del mio gruppo.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI AUGUSTO DI STANISLAO, LUCA VOLONTÈ E GIANLUCA PINI SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 2935-A

AUGUSTO DI STANISLAO. Nella sessione del 21 ottobre 2004 il Consiglio dell'Unione europea - economia e finanze - sulla base della direttiva 77/388/CEE del Consiglio, del 17 maggio 1977, ha autorizzato il nostro Paese e quello svizzero, in deroga all'articolo 2, paragrafo 1, della medesima direttiva, a convenire di non assoggettare all'imposta sul valore aggiunto (IVA) i corrispettivi relativi ai pedaggi per il transito nel traforo del Gran San Bernardo.
La deroga si è resa necessaria al fine di eliminare le distorsioni alla libera concorrenza nel settore degli abbonamenti, causata dall'introduzione dell'IVA in Italia, a decorrere dal 1o gennaio 2003, sui pedaggi del traforo del Gran San Bernardo, a seguito dell'abrogazione di alcune disposizioni dal nostro ordinamento mentre in Svizzera sui predetti pedaggi non si applica né IVA né altra analoga imposta. Come sappiamo, gli introiti del pedaggio sono attualmente divisi e distribuiti secondo criteri economici di concorrenza alle spese di gestione e di manutenzione del traforo, comprensive, tra l'altro, anche dei costi dell'autostrada che lo collega alla rete stradale italiana e conoscibili solo a posteriori. L'applicazione dell'imposta secondo i princìpi di territorialità sul solo tratto italiano comporterebbe notevoli costi amministrativi e, comunque, determinerebbe la riscossione non immediata dell'IVA.
Considerando dunque che tale Accordo va incontro alla necessità di semplificare considerevolmente l'attività della società a partecipazione mista italo-svizzera e delle due società concessionarie (italiana e svizzera) che gestiscono il tunnel transfrontaliero del Gran San Bernardo, il gruppo di Italia dei valori annuncia fin da ora che non farà mancare il proprio voto favorevole.

LUCA VOLONTÈ. L'Accordo con il Consiglio federale elvetico, fatto a Roma il 31 ottobre 2006, fa seguito alla decisione del Consiglio dei ministri dell'economia e delle finanze (ECOFIN) dell'Unione europea del 21 ottobre 2004, che ha autorizzato l'Italia ad applicare una misura in deroga alla direttiva 77/388/CEE relativa alle imposte sulla cifra di affari. L'autorizzazione, richiesta dal Governo italiano, ha lo scopo di stabilire la non imponibilità dell'imposta sul valore aggiunto (IVA) sul pagamento dei pedaggi dovuti per il transito del traforo del Gran San Bernardo: non essendo prevista in Svizzera l'IVA sui pedaggi, infatti, si era venuta a creare una disparità dei costi per gli utenti, nonché una distorsione nel settore della concorrenza degli abbonamenti (per il minor costo di quelli acquistati in Svizzera) accanto a difficoltà amministrative nella gestione congiunta italo-elvetica del traffico del Gran San Bernardo e della ripartizione degli introiti connessi.
Il problema è insorto a partire dal 1o gennaio 2003, quando la legge finanziaria per il 2003 ha stabilito che il transito nei trafori internazionali - fino ad allora considerato alla stregua dei servizi internazionali che erano esentati dall'applicazione dell'IVA - è stato assoggettato al medesimo regime di imposizione cui sono sottoposte le cessioni di beni e le prestazioni di servizi, previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972.
La direttiva 77/388/CEE cui si riferisce la Decisione del Consiglio citata, è stata in seguito abrogata dalla direttiva 2006/112/CE che, tuttavia, all'articolo 396, ripropone la norma che consente agli Stati membri la possibilità di concludere accordi con Paesi terzi o con organizzazioni internazionali, in deroga alla medesima direttiva 112, previa autorizzazione del Consiglio. Pag. 60
Le Parti si sono quindi accordate per non sottoporre ad imposta sul valore aggiunto, od altra analoga, gli importi dei pedaggi dovuti per il transito nella galleria del Gran San Bernardo. L'Accordo entrerà in vigore alla data di ricezione della seconda notifica e, se denunciato, resterà in vigore ancora per i dodici mesi successivi al preavviso di denuncia.
Contenuto del disegno di legge di ratifica. Il disegno di legge in esame si compone di quattro articoli. I primi due recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo tra Italia e Svizzera del 31 ottobre 2006, in materia di non imponibilità dell'imposta sul valore aggiunto dei pedaggi riscossi al traforo del San Bernardo.
L'articolo 3 quantifica gli oneri derivanti dall'applicazione dell'Accordo: nella relazione tecnica viene stimata una perdita di gettito IVA pari a 547.000 euro per il 2010, 568.000 euro per il 2011 e 589.000 euro per il 2012, mentre l'articolo 3 del disegno di legge prevede un onere pari a 589.000 euro già a partire dal 2011.

GIANLUCA PINI. Questo accordo è stato fortemente voluto dal nostro Paese, al fine di ottenere un'eccezione rispetto a quanto previsto dall'Unione Europea con la direttiva relativa alla cifra d'affari, per stabilire la non imponibilità dell'imposta sul valore aggiunto sul pagamento dei pedaggi dovuti per il transito del traforo del Gran San Bernardo.
L'Accordo risolve una concreta problematica originata semplicemente dal fatto che, non essendo prevista l'IVA nella vicina confederazione elvetica, il prezzo dei biglietti e degli abbonamenti comprati in Italia è maggiore di quelli acquistati in Svizzera relativi alla stessa tratta, oltre ai problemi di ripartizione degli introiti dei pedaggi tra i due paesi.
Si tratta quindi di un atto che concretizza una soluzione di assoluto buonsenso, senza implicazioni di altro genere se non quello di semplificare la gestione del Traforo e di fatto favorire la mobilità in quel tratto di strada.
Dovuto quindi il voto favorevole del mio gruppo sul disegno di legge oggi in Ratifica da parte di questa Assemblea.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI AUGUSTO DI STANISLAO E LUCA VOLONTÈ SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 3071

AUGUSTO DI STANISLAO. L'Accordo che ci apprestiamo a ratificare muove dalla necessità di avviare spazi di cooperazione doganale con Paesi non aderenti all'Unione europea, ricordando che la Norvegia fa parte tuttavia dello Spazio economico europeo e ha già stipulato con numerosi altri Paesi europei accordi analoghi a quello oggi al nostro esame.
Va ricordato anche che tali accordi di cooperazione doganale, come è accaduto anche a quelli per evitare le doppie imposizioni che abbiamo in questa legislatura già più volte ratificato, sono finalizzati a incentivare e incrementare i rapporti commerciali.
Questo Accordo, oltre al contenuto, convince anche per la procedura che si è deciso di adottare per la sua stesura. Non si è fatto ricorso, infatti, alla tecnica della novella legislativa, decidendo invece di interpellare e di coinvolgere direttamente le amministrazioni doganali dei due Paesi vincolandoli, però, al rispetto del testo standard precedentemente redatto dall'Organizzazione mondiale delle dogane.
Armonizzare e portare chiarezza nelle legislazioni doganali del nostro Paese e del Regno di Norvegia non può che contribuire a delineare un quadro giuridico più chiaro in grado di guidare l'agire delle autorità preposte al controllo delle frontiere. Un'azione più decisa può garantire un migliore e più incisivo contrasto verso atteggiamenti fraudolenti quali traffici illeciti, ad esempio, di stupefacenti. Non bisogna inoltre sottovalutare gli effetti positivi che tali controlli più serrati e coordinati potrebbero apportare sull'economia dei nostri due Paesi. Sarebbero infatti tutelate e rese ancora più trasparenti le Pag. 61transazioni commerciali legali a scapito di altre tipologie di interscambi meno cristalline.
Per questi motivi e nella convinzione che un confronto e uno scambio tra autorità di diverse Nazioni preposte allo stesso scopo possa solo essere positivo, preannuncio, a nome del mio gruppo, il voto favorevole alla ratifica di questo Accordo con il Regno di Norvegia.

LUCA VOLONTÈ. L'Accordo con la Norvegia per la prevenzione, l'accertamento e la repressione delle infrazioni doganali, firmato il 16 giugno 2004 a Oslo evidenzia, tra i vari aspetti e motivi della cooperazione doganale, quello della lotta ai traffici illeciti di stupefacenti, con un esplicito richiamo alla Convenzione ONU del 20 dicembre 1988 e relativi allegati ed emendamenti.
I Governi italiano e norvegese si impegnano a fornirsi, attraverso le rispettive Autorità doganali, assistenza e cooperazione reciproca, al fine di assicurare il pieno rispetto della legislazione doganale e di realizzare un'efficace azione di prevenzione, investigazione e repressione delle violazioni a tale normativa, per rendere maggiormente trasparente l'interscambio commerciale tra i due Paesi.
L'Accordo si limita esclusivamente alla mutua assistenza amministrativa tra le Parti escludendo l'assistenza in campo penale. L'assistenza è scambiata direttamente tra le Amministrazioni doganali le quali, su richiesta o di propria iniziativa, si forniscono reciprocamente informazioni, documenti e intelligence utili ad assicurare la corretta applicazione della legge doganale.
Lo scambio di informazioni riguarda anche la legislazione e le procedure doganali nazionali nonché le tecniche di applicazione di tale legislazione e i metodi impiegati per commettere infrazioni doganali e l'esatta percezione di diritti e tasse doganali.
Le Amministrazioni doganali si prestano mutua assistenza per applicare misure temporanee o avviare procedimenti, compresi il sequestro, il blocco e la confisca dei beni; dispongono dei beni, proventi o mezzi strumentali confiscati in seguito all'assistenza fornita nel quadro dell'Accordo, conformemente alle disposizioni legislative e amministrative della Parte contraente che ne esercita il controllo.
Sono dettate le norme che le Amministrazioni doganali sono tenute ad osservare in ordine all'utilizzo e alla diffusione delle informazioni e dei documenti ricevuti dall'articolo e le procedure e le formalità da rispettare, da parte delle Amministrazioni doganali, nella formulazione delle richieste di assistenza.
L'Amministrazione doganale adita, quando non disponga dei documenti o delle informazioni richieste dall'altra Parte, avvia indagini atte al loro conseguimento, oppure trasmette la richiesta all'autorità competente, oppure indica quale sia tale autorità.
Sono previste la possibilità e le modalità di invio di funzionari dell'Amministrazione doganale di una Parte a deporre in qualità di esperti o testimoni in giudizi instaurati davanti le competenti Autorità dell'altra Parte.
Contenuto del disegno di legge di ratifica. Gli articoli 1 e 2 recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo.
L'articolo 3 autorizza, per l'attuazione della legge, la spesa di 28.455 euro l'anno a decorrere dal 2009 L'articolo 4, infine, reca la data di entrata in vigore della legge, fissata per il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI AUGUSTO DI STANISLAO E LUCA VOLONTÈ SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 3072

AUGUSTO DI STANISLAO. Il Trattato che ci apprestiamo a ratificare conferma la bontà di un accordo tra il nostro Paese e il Governo della Repubblica dominicana per ciò che concerne il trattamento e la detenzione delle persone condannate, specialmente Pag. 62alla luce della mancata adesione di quest'ultimo Paese alla Convenzione europea sottoscritta a Strasburgo nel marzo 1983.
L'Accordo è finalizzato a istituire una migliore cooperazione nel campo giudiziario fra questi due Paesi, e stabilisce che il trasferimento dei detenuti possa avvenire, conformemente agli accordi internazionali in materia, assicurando che la sentenza di condanna sia passata in giudicato, che la parte della condanna ancora da espiare sia almeno di un anno, che l'infrazione penale sia considerata tale anche per la legge dello Stato in cui il detenuto deve essere trasferito e che entrambi gli Stati siano d'accordo sul trasferimento. L'Accordo riveste una particolare importanza per il nostro Paese, proprio perché salvaguarda i cittadini italiani attualmente detenuti nelle carceri dominicane, infatti non va dimenticato che il numero di persone potenzialmente soggette a condanne e pene detentive è in continuo aumento, vista soprattutto la sempre più grande affluenza di turisti italiani nell'isola. Si tratta certamente di una questione che riveste una grande delicatezza data la situazione delle carceri del paese centramericano, dove tra l'altro non sempre ci si trova dinanzi a forze dell'ordine che incarnano un sistema democratico; notevoli, infatti, sono le prevaricazioni e l'indifferenza verso detenuti costretti a vivere in condizioni pessime di vita all'interno delle celle, in mancanza di igiene e rispetto dei diritti umani.
Posso quindi a nome del mio gruppo anticipare il parere favorevole all'adozione di questo disegno di legge e quindi alla ratifica del Trattato.

LUCA VOLONTÈ. Il Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra Italia e Repubblica dominicana, firmato il 14 agosto 2002 contiene anzitutto l'impegno delle Parti a render possibile che una persona condannata nel territorio di una delle due Parti possa essere trasferita nel territorio dell'altra per scontare la condanna inflittale. Sono previste una serie di condizioni, in mancanza delle quali non si applicherà il Trattato in esame. Tali condizioni consistono nell'essere la persona condannata cittadino dello Stato di esecuzione; nel carattere definitivo della sentenza; nel rimanere alla persona condannata, al momento del ricevimento della richiesta, ancora almeno un anno di pena da scontare; nel consenso della persona condannata o da suo rappresentante legale al trasferimento; nel costituire il reato alla base della condanna fattispecie penale anche per lo Stato di esecuzione; nel non essere la persona interessata stata condannata a morte, salvo commutazione della pena; nell'intesa sul trasferimento tra lo Stato di condanna e lo Stato di esecuzione.
Ogni persona interessata può richiedere di essere trasferita ai sensi del Trattato in esame mediante domanda rivolta per iscritto alle competenti Autorità dello Stato di condanna, le quali trasmettono conseguentemente allo Stato di esecuzione sia la richiesta della persona condannata, sia una dettagliata documentazione dei fatti che hanno provocato la condanna, della sentenza, di tutti gli elementi relativi all'esecuzione della condanna, e, se necessario, informazioni sullo stato di salute e di socializzazione del condannato, nonché sul trattamento nello Stato di condanna e sulla prosecuzione di esso nello Stato di esecuzione.
Una delle principali motivazioni del Trattato in esame è quella di favorire il reinserimento sociale del condannato: a tale scopo, prima di decidere sul trasferimento, le Autorità di entrambe le Parti prendono in considerazione la gravità del reato, i precedenti penali del condannato, le sue condizioni di salute e i rapporti socio-familiari eventualmente conservati con l'ambiente di provenienza.
Relativamente all'esecuzione della pena, si prevede anzitutto che l'esecuzione della condanna sia regolata dalla legge dello Stato di esecuzione e che, qualora quest'ultimo consideri la pena pienamente scontata, essa non potrà ulteriormente essere eseguita nello Stato di condanna. La natura e la durata della pena dovranno comunque corrispondere per quanto possibile a quelle inflitte dallo Stato di condanna: se tuttavia la natura o la durata Pag. 63della pena siano incompatibili con la legge dello Stato di esecuzione, esse potranno essere modificate in via giudiziaria o amministrativa, sì da non superare il massimo edittale previsto per lo stesso reato dalla legge dello Stato di esecuzione.
In nessun caso potrà divenire operante il trasferimento previsto dal Trattato in oggetto se a carico dell'interessato, e relativamente agli stessi fatti che hanno portato alla condanna, esiste nello Stato di esecuzione un procedimento penale o una sentenza di condanna definitiva.
Per quanto concerne la possibilità di revisione delle sentenze, la competenza appartiene in via esclusiva allo Stato di condanna. Peraltro, ciascuno dei due Stati potrà accordare la grazia, l'amnistia o l'indulto, con immediata comunicazione all'altro Stato: se il provvedimento di clemenza viene adottato nello Stato di condanna, esso dovrà essere immediatamente attuato nello Stato di esecuzione conformemente alle leggi di quest'ultimo.
Lo Stato di esecuzione informa inoltre lo Stato di condanna dell'eventuale cessazione dell'esecuzione in base alle proprie leggi, dell'eventuale evasione del detenuto prima della fine della pena e, comunque, su richiesta di un rapporto speciale da parte dello Stato di condanna.
Contenuto del disegno di legge di ratifica. Il disegno di legge in esame - approvato dal Senato il 16 dicembre 2009 - consta di quattro articoli, dei quali i primi due contengono l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra Italia e Repubblica dominicana, firmato il 14 agosto 2002.
L'articolo 3 è dedicato alla copertura finanziaria del provvedimento: la relazione tecnica che accompagna il disegno di legge A.S. 1829, prevede che il numero dei detenuti trasferibili in Italia dalla Repubblica dominicana non dovrebbe superare le cinque unità annue; quantifica i relativi oneri, in rapporto alle spese di viaggio per il trasferimento dei detenuti, nonché alle spese di missione di viaggio dei relativi accompagnatori, nella misura di 29.260 euro annui, da iscrivere nello stato di previsione del Ministero della giustizia a decorrere dal 2009.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI AUGUSTO DI STANISLAO, LUCA VOLONTÈ E GIANLUCA PINI SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 3073

AUGUSTO DI STANISLAO. Il disegno di legge concernente questo Accordo di collaborazione nel campo del turismo tra Italia e Moldova si inquadra nell'ambito delle relazioni internazionali tra i due Paesi, creando le premesse per l'instaurazione di una serie di rapporti commerciali questa Repubblica e favorirne così l'incremento delle relazioni economiche.
Il gruppo di Italia dei valori vede con favore l'approvazione di questo Accordo perché riteniamo infatti utile che, anche con la Moldova, il nostro Paese possa sviluppare sinergie volte, in particolar modo alla preparazione degli operatori del turismo, soprattutto da quando abbiamo ricreato addirittura il Ministero del turismo. Nel caso in questione si tratta di un Accordo siglato dal Governo Prodi, e ci auguriamo che l'attuale Ministero, e quindi l'attuale Ministro, possa assicurarne l'applicazione e l'esecuzione nel migliore dei modi.
Tale Accordo mi sembra peraltro giustificato dall'apertura della ambasciata di Italia in Moldavia, mentre in precedenza occorreva fare riferimento, per ogni esigenza, a quella italiana in Romania.
Ritengo che l'Accordo vada ratificato celermente e soprattutto che si dia luogo a quelli che vengono definiti nel Trattato «eventuale apertura di uffici del turismo» «le possibili collaborazioni nel settore di imprese private». Questo perché agli accordi internazionali devono fare seguito serie attività pratiche di cui la politica ha il dovere di farsi carico. Anche perché diversamente, ovvero se i privati non investono nel settore e se dopo la formazione congiunta dei nostri funzionari non segue l'apertura di sportelli dove rendere Pag. 64fruibili queste competenze acquisite, non si comprenderebbe il motivo della sottoscrizione e promozione di detto Accordo.
Concludo con l'auspicio che questo Accordo porti davvero giovamento al nostro Paese e a quello della Moldavia e che effettivamente si tragga beneficio dall'invio di nostri funzionari al fine di preparare al lavoro gli omologhi moldavi, così come speriamo che questa sinergia possa svilupparsi presto nel senso opposto e quindi poter attivare importanti flussi turistici anche verso il nostro Paese.

LUCA VOLONTÈ. L'Accordo tra l'Italia e la Repubblica di Moldova sulla cooperazione nel settore del turismo, di contenuto analogo a numerose altre intese siglate in materia con altri Paesi, è finalizzato ad ampliare le relazioni economiche e commerciali tra Italia e Moldova.
Si stabilisce l'impegno delle Parti contraenti a incoraggiare lo sviluppo delle attività turistiche tra i due Paesi nelle diverse forme (turismo culturale, d'affari, accademico, balneare, eccetera) e ci si impegna a realizzare la cooperazione tra istituzioni pubbliche e agenti economici mediante una serie di azioni - ivi elencate - che comprendono, ad esempio, il sostegno alle aziende che operano nel campo del turismo, gli scambi di esperti e informazioni del settore turistico, eccetera.
È prevista l'istituzione di Uffici di informazione turistica nei rispettivi territori, che opereranno in base alla legislazione nazionale di ciascuno dei Paesi e ci si impegna alla realizzazione della semplificazione delle reciproche formalità di controllo per l'ingresso nei due Paesi facendo menzione, per quanto riguarda l'Italia, degli Accordi di Schengen dei quali essa è cofirmataria, oltre a favorire lo sviluppo della cooperazione tra imprese private.
Sono elencate le attività destinate allo sviluppo della reciproca collaborazione in materia di turismo; fra di esse la realizzazione di fiere e mostre e lo scambio di informazioni ed esperienze riguardanti vari aspetti che compongono il settore del turismo.
È prevista altresì l'istituzione di un gruppo misto di lavoro con il compito di provvedere al funzionamento dell'Accordo, e sono definite le autorità responsabili della realizzazione dell'Accordo (per l'Italia il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri).
L'Accordo è concluso per un periodo di cinque anni con proroga tacita quinquennale, salvo denuncia di una delle due Parti contraenti.
Contenuto del disegno di legge di ratifica. Il disegno di legge, approvato dal Senato il 16 dicembre scorso, consta di quattro articoli. I primi due recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica dell'Accordo e l'ordine di esecuzione.
L'articolo 3 quantifica gli oneri derivanti dall'applicazione dell'Accordo (3.360 euro annui a partire dal 2011), alla cui copertura si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 1, della legge 4 giugno 1997, n. 170 (Ratifica ed esecuzione della convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione nei Paesi gravemente colpiti dalla siccità e/o dalla desertificazione, in particolare in Africa, con allegati, fatta a Parigi il 14 ottobre 1994).
L'articolo 4 contiene la norma sull'entrata in vigore, prevista per il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

GIANLUCA PINI. Il provvedimento in esame si inserisce in un dialogo bilaterale con la Moldova in costante ampliamento negli ultimi anni, fatto che non può che essere considerato positivamente, anche alla luce dello sforzo veramente significativo che Chisinau sta compiendo per rafforzare le sue istituzioni e la sua economia dopo l'ottenimento dell'indipendenza e nonostante i rapporti non sempre ottimali con i Paesi confinanti, in particolare con la Romania.
Questo percorso è stato per la Moldova molto faticoso e tutt'ora il livello di sviluppo viene classificato tra i più bassi. Ciò non toglie che si stia affermando un sistema democratico dopo decenni di regimi Pag. 65autoritari, che va sostenuto da parte nostra.
L'accordo in ratifica è un tassello di questo percorso, con il quale ci impegniamo con Chisinau ad incoraggiare lo sviluppo delle attività turistiche tra i due Paesi nelle diverse forme - turismo culturale, d'affari, accademico, balneare, attraverso il sostegno concreto alle aziende che operano in questo campo.
L'Accordo porterà anche ad una semplificazione delle reciproche formalità di controllo per l'ingresso nei due Paesi, con conseguenti sgravio di oneri burocratici e costi per gli operatori che si muovono tra i due paesi.
Mi sembrano piccoli passi concreti e significativi. Devo dire che oltre ad un accordo bilaterale sul turismo, in cui credo ci sarà più che altro un flusso verso l'Italia piuttosto che viceversa, sarà utile pensare ad accordi più mirati agli operatori economici e commerciali in senso più ampio. Sono sicuro che ciò è perfettamente chiaro al nostro ministero degli Esteri, e annuncio quindi il voto favorevole del gruppo della Lega Nord sul provvedimento.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI GIUSEPPE RUVOLO E GIOVANNA NEGRO SUL TESTO UNIFICATO DELLE PROPOSTE DI LEGGE N. 975 - 2513-A

GIUSEPPE RUVOLO. La proposta di legge è finalizzata a migliorare le garanzie igienico sanitarie e l'informazione dei consumatori per quanto riguarda i cosiddetti prodotti ortofrutticoli di quarta gamma, cioè i prodotti ortofrutticoli freschi, confezionati pronti per il consumo. Si tratta di prodotti che hanno trovato un loro mercato a causa del cambiamento delle abitudini alimentari legate, da una parte, ai mutamenti delle abitudini di lavoro e ad una accresciuta educazione alimentare degli adulti, e, dall'altra, alla necessità di combattere la tendenza sempre più marcata al sovrappeso e all'obesità negli adolescenti e nei bambini. Ciò ha dato luogo a numerose esperienze pilota, ad esempio in Lombardia, nelle mense scolastiche ed universitarie fino addirittura alla scuola di danza della Scala di Milano, esperienze che successivamente hanno trovato un riverbero in sede europea.
Si tratta di un segmento di mercato in forte crescita: secondo i dati contenuti nel Rapporto ISMEA «gli acquisti alimentari in Italia: tendenze recenti e nuovi profili di consumo» (ottobre 2007), che peraltro si riferiscono anche ai prodotti cosiddetti di quinta gamma (cioè confezionati previa cottura), il grado di penetrazione tra le famiglie dei prodotti in questione ha raggiunto nel 2006 il 65 per cento, con una crescita, rispetto al 2002, di circa 18 punti percentuali, mentre il consumo medio per famiglia acquirente è raddoppiato nello stesso periodo. Questo processo di crescita si è peraltro svolto senza uno specifico quadro normativo di riferimento. Si tratta infatti di una fattispecie che non trova puntuale riscontro nella normativa comunitaria sui prodotti ortofrutticoli per quanto riguarda proprio la caratteristica saliente di tali prodotti, cioè quella di essere «pronti per il consumo».
Allo stato dovrebbero pertanto applicarsi le disposizioni generali sui prodotti ortofrutticoli freschi e quindi, tra l'altro, l'articolo 6 del regolamento (CE) n. 1580/2007, del 21 dicembre 2007, relativo alla OCM ortofrutta, che disciplina la confezione e l'etichettatura di imballaggi di vendita degli ortofrutticoli freschi che, ove di peso non superiore a tre chilogrammi, possono contenere, alle condizioni specificate nell'articolo, «miscugli di ortofrutticoli freschi di specie diverse». Dal punto di vista igienico sanitario si rendono invece applicabili le disposizioni del Regolamento (CE) n. 852/2004, del 29 aprile 2004, sull'igiene dei prodotti alimentari, ed in particolare l'allegato II, nonché il regolamento (CE) n. 2073/2005, relativo ai criteri microbiologici applicabili ai prodotti alimentari.
La proposta di legge, considerata la rilevanza del fenomeno, intende invece apprestare una normativa specifica, in grado di aumentare le garanzie per i Pag. 66consumatori e dare nel contempo certezza di riferimenti anche per gli operatori del settore.
In particolare, la proposta di legge introduce una puntuale disciplina per la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli «i quarta gamma», definendo come tali (articolo 2) «i prodotti ortofrutticoli freschi, confezionati, pronti per il consumo tal quali o previa cottura». La definizione è integrata altresì con la descrizione delle fasi del processo di trasformazione cui sono sottoposti i prodotti, dalla raccolta e sino al confezionamento. Tali fasi sono: selezione, cernita, eventuale monda e taglio, lavaggio, asciugatura e confezionamento in buste o in vaschette sigillate, con eventuale utilizzo di atmosfera protettiva.
I principi generali della disciplina che si intende introduttore, sono indicati all'articolo 3 e riguardano sia il confezionamento (comma 1), sia la distribuzione (comma 2) dei prodotti in questione. In particolare, il confezionamento può essere effettuato per prodotti singoli o in miscela, con l'eventuale aggiunta di ingredienti di origine vegetale non freschi o secchi; la distribuzione può avvenire nelle catene commerciali tradizionali o mediante distributori automatici.
L'articolo 4 rinvia quindi ad un decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con i Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e dello sviluppo economico, la definizione della disciplina di dettaglio, per quanto concerne in particolare i parametri igienico-sanitari del ciclo produttivo, delle acque di lavaggio, del confezionamento e della distribuzione, nonché le informazioni da riportare sulle confezioni.

GIOVANNA NEGRO. Nell'ultimo biennio e, in specie nell'anno appena trascorso, la situazione di oggettiva difficoltà generale ha inevitabilmente inciso sui comportamenti dei consumatori che, sia per necessità, sia per indotta prudenza, hanno modificato, al ribasso, i loro piani di acquisto.
Ci riferiamo, in particolare, ai prodotti alimentari ad alto contenuto di servizi e, tra questi, alla cosiddetta «quarta gamma» che, come noto, include la frutta e gli ortaggi freschi, pronti per il consumo, ossia lavati, asciugati, tagliati e confezionati; pronti, quindi, per essere messi in tavola.
Ebbene, il consumo di questi prodotti, anche in un anno di crisi come il 2009, dopo anni di rilevante crescita, ha fatto segnare nuovi incrementi, con volumi produttivi superiori alle 90.000 tonnellate; che hanno ampiamente superato i 700 milioni di euro in valore.
Un settore, dunque, in espansione come dimostrano anche i dati dell'ultimo decennio, dai quali si evince una crescita aggregata di entità superiore al 200 per cento.
Dati, quelli appena esposti, il cui interesse non è tanto da ricercare nel processo di crescita di cui rendono conto, quanto nel fenomeno socio-economico che rappresentano.
In particolare, le caratteristiche dei prodotti della quarta gamma intercettano i bisogni di quelle fasce di popolazione di reddito medio alto, con decrescente possibilità e disponibilità a dedicare tempo alla preparazione dei pasti, ma che, nel contempo, presta crescente attenzione agli aspetti legati alla salubrità ed alla freschezza dei prodotti che consuma.
Si tratta, dunque, di una tipologia di prodotti che potremmo definire calibrata in funzione dei bisogni di determinate categorie (giovani, singles, famiglie con 3 componenti ed entrambi i genitori che lavorano), concentrate nelle fasce di popolazione, maggiormente vicine ai modelli sociali contemporanei dei Paesi più avanzati.
Al riguardo, non è, infatti, un caso che l'83 per cento delle imprese produttrici si trovino in Lombardia e che il 65 per cento dei consumi dei prodotti di quarta gamma si concentrino nelle regioni del Nord Italia.
Tali dati, sebbene possano essere considerati espressione di un fenomeno territorialmente e socialmente concentrato e, Pag. 67quindi, limitato, sono, invece, principalmente, da valutare in riferimento alle potenzialità di espansione alle altre realtà produttive e di consumo che sono, o potranno essere, presenti nel resto del Paese.
Ed è proprio in relazione alla rilevanza assunta in questi anni ed alle prospettive di crescita della cosiddetta quarta gamma che riteniamo indispensabile il presente provvedimento, il cui obiettivo è principalmente, quello di fornire un quadro normativo minimo in riferimento al quale il settore possa proseguire nel proprio percorso di espansione.
Un percorso di espansione che deve procedere senza mai perdere di vista quelli che, a nostro giudizio, sono i due principali punti di riferimento, ossia la valorizzazione del prodotto agricolo e la tutela del consumatore.
I prodotti di quarta gamma, sebbene per essere realizzati richiedano l'applicazione di processi produttivi ad alto contenuto tecnologico, sono imprescindibilmente legati alla qualità della materia prima agricola che, nonostante le trasformazioni cui è sottoposta, è immessa fresca al consumo.
Ciò considerato, la valorizzazione della materia prima agricola deve essere ricercata, sia garantendo riguardo alla sua provenienza, sia - soprattutto - favorendo l'integrazione tra le diverse componenti delle filiere interessate.
È quindi necessario che il valore aggiunto che si realizza, a seguito dei servizi forniti con il prodotto, non si concentri tutto nella fasi successive a quella agricola, ma che si distribuisca il più possibile tra i componenti della filiera.
Occorre pertanto che il futuro sviluppo del settore si fondi, in primo luogo, sull'integrazione tra le diverse componenti la filiera e, quindi, è anche importante che, nel quadro normativo che andiamo a definire, siano presenti i riferimenti necessari, affinché il settore possa avere l'opportunità di crescere in questo senso.
In caso contrario, si rischia di determinare fratture tra l'industria di trasformazione ed il territorio, fino a compromettere il carattere peculiare dei prodotti di quarta gamma, ossia la freschezza che, a sua volta, trova la sua migliore garanzia nella provenienza della materia prima e quindi nell'integrazione e nella vicinanza, anche spaziale, tra la fase produttiva agricola e la trasformazione industriale.
Questa considerazione ci porta, inevitabilmente, al secondo riferimento di cui dicevamo, ossia la tutela del consumatore che, evidentemente, nel caso di prodotti freschi, è, in primo luogo, assicurata dall'esistenza di garanzie riguardo all'origine dei prodotti medesimi.
Poiché riteniamo che il presente provvedimento abbia in sé tutti gli elementi necessari per costituire il riferimento in base al quale favorire lo sviluppo del settore della quarta gamma nel senso ora esposto, dichiariamo il voto favorevole da parte del gruppo Lega Nord Padania.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3097-A - em. 1.2 465 464 1 233 202 262 63 Resp.
2 Nom. em. 2.2 467 465 2 233 201 264 62 Resp.
3 Nom. em. 2.20 469 469 235 469 62 Appr.
4 Nom. em. 3.20 470 253 217 127 11 242 62 Resp.
5 Nom. em. 3.21 468 253 215 127 12 241 62 Resp.
6 Nom. em. 4.21 458 457 1 229 12 445 61 Resp.
7 Nom. em. 6.20 466 255 211 128 10 245 61 Resp.
8 Nom. em. 7.20 473 245 228 123 6 239 61 Resp.
9 Nom. em. 7.21 parte amm. 479 252 227 127 9 243 60 Resp.
10 Nom. em. 9.22, 9.42 482 481 1 241 481 60 Appr.
11 Nom. em. 9.23, 9.43 481 481 241 481 59 Appr.
12 Nom. em. 9.44 482 481 1 241 237 244 59 Resp.
13 Nom. em. 9.33 483 262 221 132 15 247 58 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 9.24 483 480 3 241 235 245 58 Resp.
15 Nom. em. 9.25, 9.35 485 483 2 242 236 247 58 Resp.
16 Nom. em. 9.36 485 436 49 219 190 246 58 Resp.
17 Nom. em. 9.46 486 485 1 243 240 245 58 Resp.
18 Nom. em. 10.20 488 488 245 240 248 58 Resp.
19 Nom. Ddl 3097-A - voto finale 487 479 8 240 479 56 Appr.
20 Nom. Ddl 2934-A - articolo 1 486 486 244 486 55 Appr.
21 Nom. articolo 2 490 489 1 245 489 55 Appr.
22 Nom. articolo 3 487 487 244 486 1 55 Appr.
23 Nom. articolo 4 486 486 244 486 55 Appr.
24 Nom. Ddl 2934-A - voto finale 487 487 244 487 55 Appr.
25 Nom. Ddl 2935-A ed abb. - articolo 1 483 483 242 483 55 Appr.
26 Nom. articolo 2 485 485 243 485 55 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo 3 484 484 243 484 55 Appr.
28 Nom. articolo 4 488 488 245 488 55 Appr.
29 Nom. Ddl 2935-A ed abb. - voto finale 486 485 1 243 484 1 55 Appr.
30 Nom. Ddl 3071 - articolo 1 484 484 243 484 55 Appr.
31 Nom. articolo 2 486 486 244 486 55 Appr.
32 Nom. articolo 3 482 482 242 482 55 Appr.
33 Nom. articolo 4 486 486 244 486 55 Appr.
34 Nom. Ddl 3071 - voto finale 485 485 243 485 55 Appr.
35 Nom. ddl 3072 - articolo 1 485 485 243 485 55 Appr.
36 Nom. articolo 2 485 485 243 485 55 Appr.
37 Nom. articolo 3 483 483 242 483 55 Appr.
38 Nom. articolo 4 485 485 243 485 55 Appr.
39 Nom. ddl 3072 - voto finale 488 488 245 487 1 55 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. ddl 3073 - articolo 1 486 486 244 485 1 55 Appr.
41 Nom. articolo 2 470 469 1 235 468 1 55 Appr.
42 Nom. articolo 3 483 483 242 483 55 Appr.
43 Nom. articolo 4 481 481 241 481 55 Appr.
44 Nom. ddl 3073 - voto finale 486 486 244 486 55 Appr.
45 Nom. Pdl 975-2513/A - em. 1.100 474 474 238 474 55 Appr.
46 Nom. articolo 1 478 478 240 477 1 55 Appr.
47 Nom. articolo 2 476 476 239 476 55 Appr.
48 Nom. em. 3.100 477 477 239 477 55 Appr.
49 Nom. em. 3.101 479 479 240 479 55 Appr.
50 Nom. em. 3.102 473 469 4 235 417 52 55 Appr.
51 Nom. articolo 3 477 476 1 239 476 55 Appr.
52 Nom. em. 4.100 479 478 1 240 478 55 Appr.
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 55)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 4.101 480 479 1 240 479 55 Appr.
54 Nom. articolo 4 479 478 1 240 478 55 Appr.
55 Nom. Pdl 975-2513/A - voto finale 466 465 1 233 465 55 Appr.