XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 251 di martedì 24 novembre 2009

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 12,05.

GIACOMO STUCCHI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 19 novembre 2009.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Fassino, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Gibelli, Ginefra, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Iapicca, La Russa, Lo Monte, Lupi, Mantovano, Maran, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Milanato, Mura, Nucara, Leoluca Orlando, Pescante, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Scajola, Stefani, Tremonti, Urso, Valducci, Vegas, Vito e Volontè sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 23 novembre 2009, il deputato Bruno Cesario, già iscritto al gruppo parlamentare Partito Democratico, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto.

Sull'ordine dei lavori (ore 12,07).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le porterò via solo pochi minuti, ma credo che sia doveroso da parte mia - alla luce dell'ennesimo episodio di razzismo che si è verificato nella giornata di domenica nei confronti, in particolare, di un atleta, di un ragazzo, peraltro, italiano che risponde al nome di Balotelli - non solo sollevare la questione davanti a lei e, tramite lei, davanti al Presidente della Camera (che sappiamo bene che, anche nelle ultime ore, si è speso molto contro i fenomeni di razzismo, anche definendoli in un modo, a mio avviso, più che appropriato, per far capire bene anche ai giovani di cosa stiamo parlando), ma approfittare anche della presenza del Governo.
Signor Presidente, vi sono delle leggi approvate dal Parlamento che hanno il fine di intervenire proprio in determinate situazioni. Nella fattispecie, sappiamo che purtroppo il fenomeno è accompagnato di tanto in tanto da altri episodi, ma credo che raramente si sia visto un accanimento Pag. 2di questo tipo nei confronti di un giocatore. Ovviamente, penso che lei, con me, riterrà che, qualunque sia il comportamento del giocatore (che è un ragazzo di 19 anni che si può comportare in modo «bullesco» piuttosto che antipatico, come tanti nostri giocatori), nulla può mai consentire che avvenga in modo ripetuto ciò che sta accadendo ormai in quasi tutti gli stadi italiani.
L'ultimo fenomeno è avvenuto - e questo la dice lunga su qual è il livello a cui siamo arrivati - addirittura nel corso di una partita nella quale l'atleta neanche giocava. L'atleta era a Barcellona, aspettando la preparazione per un incontro internazionale, e nella partita Juventus-Udinese di domenica scorsa, oltre ai soliti cori razzisti, sono stati esposti anche delle affermazioni, degli slogan o delle canzoncine, che vorrebbero anche apparire simpatiche, del tipo «se saltelli, muore Balotelli».
Signor Presidente, ovviamente non stiamo parlando di un fenomeno sportivo, non stiamo parlando affatto di goliardia, ma stiamo parlando di un fenomeno, a mio avviso, molto preoccupante, che in qualche modo lascia intravedere che vi sono degli spazi nella nostra società, magari nei campi sportivi, per operare manifestamente in modo razzista nei confronti delle persone e sembra che noi non abbiamo degli strumenti per intervenire al riguardo.
La ragione - e ho concluso, signor Presidente - per cui mi rivolgo a lei, ma anche al Governo, è che in realtà gli strumenti li abbiamo: le leggi sugli stadi che sono state approvate prevedono anche norme specifiche con le quali si dispone che si possa intervenire per impedire che si manifestino queste forme di razzismo, per esempio, addirittura, sospendendo la partita.
Capisco che una decisione di questo tipo possa apparire spropositata e sproporzionata rispetto a cose che sentiamo e alle quali siamo probabilmente assuefatti da settimane, da mesi e da anni, ma credo che sia arrivato il momento che il Ministro dell'interno, attraverso gli organi di polizia, si ponga il problema di intervenire in maniera anche più pesante di quanto non sia stato fatto finora. Diversamente, l'abitudine ci porta a non renderci conto che dalle parole, magari, si potrebbe passare ai fatti, ossia a qualcosa che in questo Paese non è accettabile.
Signor Presidente, ovviamente non dipende dal Presidente della Camera, né dal sottosegretario Pizza, ma la mia sollecitazione è a far sì che vi sia da parte del Ministro dell'interno - e quindi la richiesta al Governo è questa - un intervento sugli organi di polizia che hanno il potere di intervenire nel corso degli incontri, per sospenderli nel caso in cui vi siano manifestazioni di questo tipo, e di avere un po' più di durezza e coraggio, perché credo che siamo arrivati a un livello, ammesso che vi sia mai un livello superabile in termini di razzismo, davvero intollerabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Giachetti, non solo per aver sollevato il problema, ma anche per averlo sottoposto alla Presidenza e al Governo, non omettendo di ricordarle, come lei ben sa, che vi sono strumenti di sindacato ispettivo che potrebbero, mai come in questo caso, essere ben utilizzati a tale scopo.

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni (ore 12,12)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

(Ritiro dell'interpellanza Garagnani n. 2-00362)

PRESIDENTE. Avverto che l'interpellanza Garagnani n. 2-00362 in data odierna è stata ritirata dal presentatore, che contestualmente ha presentato un'interrogazione a risposta scritta di analogo contenuto.

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(Rinvio dell'interpellanza De Biasi n. 2-00438)

PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta del presentatore e con l'accordo del Governo, lo svolgimento dell'interpellanza De Biasi n. 2-00438 è rinviato ad altra seduta.

(Interrogazione Nunzio Francesco Testa n. 3-00643)

PRESIDENTE. Avverto che l'interrogazione Nunzio Francesco Testa n. 3-00643 in data odierna è stata trasformata dal presentatore in interrogazione a risposta scritta.

(Iniziative volte a ridurre il peso degli zaini e delle cartelle utilizzati dagli studenti al fine di prevenire danni alla salute di bambini e adolescenti - n. 3-00692)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Romano n. 3-00692, concernente iniziative volte a ridurre il peso degli zaini e delle cartelle utilizzati dagli studenti al fine di prevenire danni alla salute di bambini e adolescenti (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, l'amministrazione da tempo ha richiamato l'attenzione delle istituzioni scolastiche affinché le medesime, con il coinvolgimento delle famiglie, adottino misure idonee ad evitare agli allievi un sovraccarico di materiale scolastico da trasportare.
Già in data 1o marzo 1995 è stato trasmesso alle istituzioni scolastiche un parere reso dal Consiglio superiore di sanità in data 14 dicembre 1994 e, successivamente, in data 30 dicembre 1999 è stato trasmesso l'ulteriore documento redatto dal Consiglio medesimo e al quale fa riferimento l'onorevole interrogante segnalando l'esigenza di informarne anche le famiglie.
Da ultimo il legislatore, con il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, nel dettare disposizioni sul costo dei libri scolastici, prevedendo la produzione di libri utilizzabili nelle versioni a stampa, nella versione on-line scaricabile da Internet e nella versione mista, demanda ad apposito decreto ministeriale, tra l'altro, la determinazione delle caratteristiche tecniche dei libri di testo nella versione a stampa, anche al fine di assicurarne il contenimento del peso.
In applicazione di questa disposizione è stato emanato il decreto ministeriale n. 41 del 2009 che, oltre a stabilire il numero di pagine dei libri di testo per le varie classi di scuola primaria, definisce le caratteristiche tecniche dei libri a stampa, anche al fine di assicurarne il contenimento del peso.
Con circolare n. 16 del 10 febbraio 2009 il Ministero, nel fornire indicazioni per l'adozione dei libri di testo delle scuole di ogni ordine e grado per l'anno scolastico 2009-2010, ha ricordato alle scuole che grazie a questi nuovi strumenti, quali i testi scaricabili da Internet o in versione mista, la questione riguardante il peso eccessivo dei libri di testo consente di essere affrontata, tanto più se accompagnata da adeguate misure quali la possibilità di lasciare i libri, o almeno una parte di essi, a scuola.

PRESIDENTE. Saluto gli allievi ed i docenti del Liceo ginnasio «Augusto di Roma», del Liceo scientifico «Arnaldi» di Azzano Lombardo, in provincia di Bergamo, e dell'ITI «Morano» di Caivano, Napoli, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune.
L'onorevole Romano ha facoltà di replicare.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, non sono soddisfatto della risposta.
Da qualche anno, all'inizio di ogni anno scolastico, si ricevono da parte dei genitori Pag. 4lamentele e proteste, perché chiedono alle istituzioni competenti di trovare una soluzione definitiva al problema degli zaini troppo pesanti.
Capisco che nel nostro Paese abbiamo tanti problemi importanti, però i tanti alunni che spesso occupano i tanti posti destinati al pubblico in questa sala vengono dimenticati rispetto alle note che vengono anche dal Consiglio superiore di sanità che ci dicono, con molta chiarezza, che i guai che riportano questi ragazzi (cioè scoliosi e malattie dell'apparato scheletrico) sono imputabili nel 90 per cento dei casi al sovraccarico al quale questi bambini sono sottoposti durante il trasporto dei libri a scuola.
I provvedimenti ai quali faceva cenno il sottosegretario sono ancora insufficienti. Abbiamo più volte chiesto che si disponga con chiarezza - non vorrei che poi le lobby degli editori condizionino anche in questo caso il Governo nel prendere una decisione di buon senso - di realizzare i libri che servono allo studio in dispense, in modo che i ragazzi potranno portare in classe solo ed esclusivamente le dispense che servono per quella giornata. Così come abbiamo chiesto la possibilità di dotare le nostre scuole di armadietti metallici dove poter depositare i libri scolastici degli alunni stessi.
Si tratta di provvedimenti semplici. Ci interroghiamo e non capiamo per quale ragione con una spesa pari a zero - perché si tratta soltanto di un modello organizzativo - il Governo ancora non dia risposta ad un problema così grave e che costa tanto anche alla nostra comunità, perché questi giovani, essendo affetti da tali patologie, devono ricorrere al Servizio sanitario nazionale con un aggravio di spese per il Servizio stesso.

(Iniziative per la messa in sicurezza degli edifici scolastici del comune di Orta Nova (Foggia) - n. 2-00287)

PRESIDENTE. L'onorevole Leoluca Orlando ha facoltà di illustrare, per quindici minuti, la sua interpellanza n. 2-00287, concernente iniziative per la messa in sicurezza degli edifici scolastici del comune di Orta Nova (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, signor sottosegretario, questa interpellanza nasce da un contingente accadimento nel gennaio di quest'anno: ad Orta Nova assistiamo ad una scuola che crolla e a un giornalista che faceva un'inchiesta sui medesimi crolli che dichiara di essere stato picchiato dal sindaco.
L'interpellanza in oggetto è un pretesto - se mi consentite - innanzitutto per affrontare il tema specifico che riguarda la situazione edilizia ad Orta Nova, ma è anche un'occasione per porre il tema della sicurezza degli edifici scolastici. Come è noto, infatti, l'assenza di un'anagrafe nazionale dell'edilizia scolastica che sia completa e che riguardi l'intero patrimonio scolastico del nostro Paese, ci fa assistere a drammatici episodi - quali la strage a San Giuliano di Puglia, in Molise, o quali la morte di un giovane presso il liceo Darwin di Rivoli - così come lo stesso Ministro ha avuto modo di constatare assumendo l'impegno che si sarebbe, entro il gennaio 2009, riusciti a rivelare agli italiani quante scuole presentino situazioni di rischio.
Attualmente - mi riferisco al caso specifico di Orta Nova - si registra la presenza, nel comune di Capitanata, in provincia di Foggia, con sismicità dichiarata medio-alta (si tratta cioè di una zona due), di scuole vecchie ed insicure. Queste gravi carenze risultano da verbali dei Vigili del fuoco di Capitanata, i cui estremi ho avuto modo di segnalare nella mia interpellanza e ai quali rinvio.
Nella notte del 6 gennaio 2009 è crollato un solaio nella scuola media statale Pertini; successivamente si sono registrate crepe vistose in alcune travi e in alcuni pilastri e si sono spalancate alcune voragini nelle pavimentazioni. Questa condizione non riguarda soltanto la scuola Pertini, ma anche la scuola elementare Papa Giovanni XXIII, il liceo classico Zingarelli e un'ala dell'istituto tecnico Olivetti. Trattasi Pag. 5di edifici costruiti irresponsabilmente con materiali poveri: sabbione, ciottoli di fiume e cemento scadente, che meriterebbero l'attenzione da parte di autorità giudiziarie competenti.
Nello specifico, l'amministrazione comunale di Orta Nova risulta aver ricevuto nel corso del tempo circa 2 milioni di euro per mettere in sicurezza le scuole pubbliche del comune.
Si tratta di una cifra sicuramente consistente ma, a fronte di ciò, non sono state rimosse le condizioni di pericolosità di questi edifici (probabilmente tali risorse hanno avuto una destinazione diversa da quelle per le quali sono state attribuite).
Un giornalista freelance, Gianni Lannes, che stava appunto svolgendo un'inchiesta sull'edilizia scolastica ad Orta Nova, si è trovato a dover denunciare il sindaco, che lo avrebbe picchiato - a detta dello stesso denunciante - all'inizio di un tentativo di intervista.
Successivamente, il 19 gennaio i genitori dei ragazzi frequentanti la scuola Pertini di Orta Nova hanno presentato un esposto a varie autorità evidenziando la pericolosità in cui versa l'edificio scolastico.
La mia richiesta è dunque quella di sapere se e quali interventi tempestivi siano stati effettuati presso le scuole del comune di Orta Nova, anche al fine di verificare se e come l'amministrazione comunale abbia utilizzato le risorse finanziarie ricevute, e come si intenda affrontare il tema più generale che riguarda appunto la pericolosità degli edifici scolastici a rischio sismico nel nostro Paese.
Chiedo di sapere, inoltre, quando si potrà fissare la data nella quale questi dati saranno disponibili, avendo il Ministro dichiarato che entro il gennaio del 2009 tali dati sarebbero stati disponibili (ma il 2009 si accinge a concludersi ed i dati non sono ancora pervenuti).
Vorrei fare un'ultima annotazione riferita alla condizione di pericolosità in cui si trovano non le scuole del nostro Paese o quelle di Orta Nova, ma il giornalista Gianni Lannes. Altre interpellanze rivolte al Governo riguardano infatti la situazione di pericolo in cui versano il giornalista Lannes ed i suoi familiari, se è vero - come è vero - che per ben tre volte egli ha subito attentati e le sue auto sono state distrutte.
Di recente, ho presentato un'altra interpellanza, anche se ovviamente trattasi di episodi che non voglio mettere in collegamento con lo scontro avuto con il sindaco, perché è chiaro che la dimensione dell'episodio fa più riferimento alle inchieste che Lannes ha condotto in relazione a deviazioni dei servizi, piuttosto che al narcotraffico o alle ecomafie, che, evidentemente, all'episodio citato. Mi permetto di fare questo chiarimento non volendo addossare al sindaco responsabilità ulteriori rispetto a quella di aver tentato di picchiare - che è già una grave responsabilità - un giornalista che voleva comunque intervistarlo.
Fatta questa premessa, chiedo anche di sapere se il sottosegretario non ritenga di sollecitare il Ministro dell'interno a fornire risposte per sapere se e come si stia garantendo la sicurezza di questo giornalista. Sono intervenuto presso gli organi competenti, nella specie il signor prefetto, che si è detto disponibile, ma non vi sono segnali di cambiamento rispetto a queste condizioni di sicurezza.
Vi prego di credere che nel corso di un'assemblea, domenica scorsa ad Orta Nova, centinaia e centinaia di cittadini e di sindaci del comprensorio sono scesi in piazza per esprimere solidarietà ad un giornalista che fa il suo mestiere, quello di dire cose forse scomode per qualcuno, ma che non giustificano certamente che venga messa a rischio la sua vita.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, ricordo preliminarmente che in materia di edilizia scolastica sono competenti le regioni, per quanto riguarda la programmazione, e gli Pag. 6enti locali (i comuni con riferimento alle scuole medie o secondarie di primo grado e le province per quanto riguarda le scuole superiori), per quel che concerne la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici pubblici statali, compresi l'adeguamento e la messa a norma in sicurezza degli stessi.
Ciò detto, il Governo considera il problema dell'edilizia scolastica e della sicurezza delle scuole una priorità cui bisogna dare risposte concrete.
Prime e significative risposte sono state date con l'articolo 7-bis del decreto-legge n. 137 del 2008, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge n. 169 del 2008, che ha destinato al piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, formulato ai sensi dell'articolo 80, comma 21, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, un importo non inferiore al 5 per cento delle risorse stanziate per il programma delle infrastrutture strategiche (in cui il piano stesso è ricompreso).
In adempimento di tali disposizioni normative, con la delibera n. 110 del 18 dicembre 2008 del Comitato interministeriale per la programmazione economica, per la prosecuzione dell'attuazione del piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, sono state accantonate una quota di 3 milioni di euro per 15 anni, decorrente dal 2009, una quota di 7 milioni e mezzo di euro per 15 anni, decorrente dal 2010. Ai tassi di interesse attuali, detti contributi svilupperebbero un capitale disponibile per investimenti stimabili in circa 115 milioni di euro l'anno.
Alla delibera suddetta è seguita la delibera del CIPE del 6 marzo scorso che ha assegnato un miliardo di euro ai sensi dell'articolo 18 del decreto-legge n. 185 del 2008 (il cosiddetto decreto anticrisi), convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2 del 2009. Sempre in questa direzione, un risultato molto importante, che ha richiesto, peraltro, un grosso impegno, è rappresentato dall'intesa raggiunta il 28 gennaio 2009 con le regioni in sede di Conferenza unificata, che ci ha permesso di procedere, sia pure con qualche lentezza, all'aggiornamento dell'anagrafe dell'edilizia scolastica mediante l'acquisizione di dati più dettagliati relativi ai rischi tanto strutturali, quanto, a seguito della nota tragedia della scuola di Rivoli, di carattere non strutturale. A tale scopo sono state costituite sul territorio apposite squadre formate da esponenti sia degli enti locali, sia del provveditorato alle opere pubbliche, dato che, come è noto, la competenza in questo ambito spetta al Ministero delle infrastrutture e trasporti con il quale vi è piena collaborazione.
Al momento, è in fase di elaborazione un primo prodotto di sintesi delle informazioni comunicate al sistema informativo del Ministero dalle competenti regioni ed enti locali in sede di anagrafe nazionale dell'edilizia scolastica, e sono a buon punto i sopralluoghi negli edifici scolastici svolti dalle suddette squadre tecniche. Si attende, inoltre, l'inserimento, nell'ordine del giorno di una prossima seduta della Conferenza unificata, del III piano stralcio per la messa in sicurezza delle scuole nelle zone a rischio sismico per un importo di circa 115 milioni di euro, a fronte del disposto dell'articolo 21 del suddetto decreto-legge n. 185 del 2008.
Per quanto attiene alla specifica situazione della provincia di Foggia, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con nota del 18 settembre 2009, nel ricordare che la regione Puglia è l'ente deputato alla programmazione, ha fatto presente che la stessa regione ha proposto, nei limiti delle risorse assegnate, gli interventi ritenuti prioritari, tra i quali risulta incluso l'intervento nel comune di Orta Nova per la messa in sicurezza della scuola media Pertini (primo lotto per un importo di 792.030 euro). Lo stesso Dicastero ha altresì comunicato che per tale lavoro è stato stipulato apposito documento di attuazione, e il comune, in adempimento delle proprie obbligazioni, con nota n. 19411 del 18 settembre del 2009, ha comunicato l'avvenuto inizio dei lavori sotto riserva di legge.
Il sindaco del comune di Orta Nova, da parte sua, in relazione all'atto in discussione, ha inviato a questo Ministero la Pag. 7nota del 25 marzo 2009, fornendo dettagliate informazioni circa l'edificio della scuola media Pertini e della scuola primaria Giovanni XXIII. Nella suddetta nota del 25 marzo scorso, il sindaco ha ritenuto preliminarmente di smentire che la notte del 6 gennaio 2009 si è avuto il crollo di un solaio presso la scuola media statale Pertini e ha, al riguardo, precisato che, in realtà, presso la stessa scuola media erano in corso i lavori di adeguamento strutturale inseriti nel II piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici, ai sensi della legge n. 289 del 2002, articolo 80, comma 21. Tali lavori prevedono la demolizione della parte centrale del corpo C e la successiva ricostruzione. Pertanto, il giorno 5 gennaio 2009 si è dato inizio ai suddetti lavori con appositi e idonei mezzi meccanici, con ovvia presenza al suolo dei materiali edili quali mattoni, intonaci, cemento e pavimento di risulta dell'attività di demolizione. Per l'intervento di demolizione sono stati effettuati dei tagli e/o distacchi delle strutture ancora evidenti sulle restanti parti del corpo C.
Quindi - prosegue il sindaco - la notte del 6 gennaio 2009 non si è trattato di un crollo casuale ma dell'intervento di demolizione previsto dal progetto esecutivo finanziato con la legge n. 289 del 2002.
Il sindaco ha precisato che l'intervento di cui sopra è stato effettuato in totale sicurezza in quanto le attività scolastiche alla data del 5 gennaio 2009 erano sospese per le festività natalizie e sono rimaste sospese fino al 10 gennaio 2009, con apposita ordinanza sindacale emessa il 5 gennaio, per consentire che i lavori di demolizione non interferissero con l'attività didattica.
Per quanto riguarda le altre scuole pubbliche di proprietà comunale, il sindaco ha evidenziato che la scuola media statale Sandro Pertini e la scuola elementare del II circolo Papa Giovanni XXIII sono state edificate negli anni Sessanta, altre sono state costruite intorno agli anni Settanta, come l'Istituto professionale Olivetti, ed altre ancora, come le scuole materne, il Liceo classico Zingarelli e la succursale dell'Olivetti, negli anni Ottanta.
Per la scuola media Pertini, realizzata negli anni Sessanta, sono stati reperiti agli atti d'ufficio il certificato di atto unico di collaudo relativo al corpo A (realizzato tra agli anni 1962 e 1965), rilasciato il 2 maggio 1967, ed al corpo B (realizzato tra gli anni 1968 e 1969) rilasciato il 16 settembre 1971. Il comune inoltre, a seguito dell'evento sismico del 2002, si è attivato a tutela della sicurezza della scuola facendo effettuare cinque prove di carico su altrettante strutture portanti, da cui emerge che non sono state riscontrate lesioni, deformazioni e dissesti che possano compromettere la sicurezza e la conservazione della struttura.
Inoltre, al fine di acquisire ulteriori elementi confortanti sull'aspetto strutturale dei corpi A e B costituenti il complesso scolastico così come richiesto dai vigili del fuoco che hanno svolto apposito sopralluogo il 12 gennaio 2009, è stato conferito un incarico professionale per la redazione del certificato di idoneità statica. Per la stessa scuola l'amministrazione comunale si è attivata nel corso degli anni con interventi di manutenzione straordinaria ed interventi di adeguamento tecnologico.
Proprio per adeguare la scuola media statale Sandro Pertini alle norme di prevenzione incendi in data 21 giugno 1997 e in data 17 gennaio 2001 si sono ottenuti dal comando provinciale dei vigili del fuoco di Foggia i pareri di conformità sui progetti di adeguamento dell'attività scolastica e del pertinente impianto termico alle disposizioni di legge.
Al fine di procedere all'adeguamento degli impianti sono stati eseguiti i seguenti interventi: realizzazione di impianto elettrico, ultimato il 10 agosto 2000, con certificato di regolare esecuzione e dichiarazione di conformità; realizzazione della rete idrica e del locale pompe, con certificato di regolare esecuzione; realizzazione gruppo antincendio con dichiarazione di conformità e certificato di collaudo dell'impianto antincendio; realizzazione dell'impianto termico per riscaldamento, con Pag. 8certificato di regolare esecuzione, dichiarazione di conformità, e omologazione delle apparecchiature di sicurezza; realizzazione delle scale di emergenza, ultimate il 9 agosto 2004.
Relativamente alla Scuola elementare del II circolo Papa Giovanni XXIII, edificata negli anni Sessanta, il sindaco ha comunicato che è stato reperito l'atto unico di collaudo dei due padiglioni, rilasciato il 29 gennaio 1965. Il secondo stralcio del progetto del secondo circolo didattico ha interessato la costruzione della palestra e del plesso a piano terra destinato ad attività collettive e all'alloggio del custode, ed è dotato di atto unico di collaudo come risulta alla pagina 6 della relazione generale presentata in data 31 marzo 1968 dall'ingegnere incaricato per la definizione dei rapporti tra Stato e comune.
La scuola è stata caratterizzata da interventi di ristrutturazione eseguiti tra il 1994 e il 1999 che hanno interessato il rifacimento dei bagni e degli impianti idrici e fognanti, la sistemazione dell'impermeabilizzazione delle terrazze, la sistemazione dei soffitti interni, il rifacimento della pavimentazione del locale per le attività collettive e la sistemazione esterna.
In seguito al sisma del 2002 si è provveduto a far eseguire delle prove di carico sulle strutture dei due padiglioni della scuola elementare. Sono state eseguite quattro prove di carico che hanno interessato le travi a livello del primo impalcato e i solai di calpestio del primo piano. Dalle prove di carico è risultato che non sono state riscontrate lesioni, deformazioni e dissesti che possano compromettere la sicurezza e la conservazione della struttura. A seguito di segnalazioni di eventuale pericolosità alla scuola elementare manifestati da alcuni genitori si è proceduto ad effettuare apposito sopralluogo da cui è emerso che non sono visibili elementi che possono dimostrare dissesti o deformazioni tali da precludere il prosieguo delle attività didattiche. Presso la scuola sono stati effettuati diversi interventi di adeguamento al fine di ottenere il certificato di prevenzione incendi.
I vigili del fuoco hanno rilasciato il parere favorevole sul progetto di adeguamento in data 13 giugno 1997 a condizione che, a lavori ultimati, unitamente all'istanza di sopralluogo venissero presentati: la dichiarazione di conformità degli impianti elettrici, il certificato inerente il collaudo dell'impianto antincendio, i certificati di omologazione delle apparecchiature di sicurezza relative alla centrale termica, la realizzazione delle vie di esodo e la predisposizione del piano di emergenza. Al fine di procedere all'adeguamento degli impianti sono stati eseguiti i seguenti interventi: realizzazione impianto elettrico eseguito da ditta appositamente incaricata che ha rilasciato dichiarazione di conformità; realizzazione della rete idrica antincendio con certificato di regolare esecuzione; realizzazione dell'impianto del gas con dichiarazione di conformità; realizzazione di lavori di adeguamento alle norme di sicurezza e manutenzione straordinaria compresa l'esecuzione del gruppo antincendio con certificato di regolare esecuzione; realizzazione della centrale termica dei padiglioni e certificazione di rispondenza dell'impianto termico alle norme di prevenzione incendi di cui al decreto ministeriale 12 aprile 1996 rilasciato dal comando dei vigili del fuoco di Foggia il 27 giugno 2006; realizzazione dell'impianto termico della palestra con dichiarazione di conformità dell'impianto termico ed elettrico della centrale termica, dichiarazione di conformità del gas e libretto matricolare di centrale con omologazione ISPESL; realizzazione di lavori di adeguamento alle norme di sicurezza, igiene ed agibilità - compresa la realizzazione delle scale di emergenza - ultimati l'11 agosto 1999.
Infine, il sindaco, nella suddetta nota, preannunciava il prossimo inizio dei lavori di manutenzione straordinaria delle facciate esterne della scuola, al fine di recuperare l'aspetto estetico con un intervento di risanamento attraverso la rimozione del graffiato, l'eliminazione dell'intonaco ammalorato. Pag. 9
Per completezza del quadro informativo, sempre relativamente alla suddetta scuola primaria, faccio anche presente che, con nota del 12 ottobre scorso, il dirigente scolastico del 2o circolo di Orta Nova, in riferimento all'atto in discussione, ha inviato al Ministero copia del verbale relativo al sopralluogo effettuato in data 7 agosto 2009 presso la sede centrale della direzione didattica in Via Scarabino, scuola primaria, dal direttore tecnico - rilevatore tecnico all'uopo incaricato.
Dal suddetto verbale risulta quanto segue: «Dal sopralluogo in data 7 agosto 2009, sono emerse situazioni di rischio correlate ai cornicioni d'ambito dell'edificio palestra, interessati da fenomeni di carbonatazione per infiltrazione d'acqua piovana. Durante la visita nell'intero compendio scolastico si è avuto modo di constatare che sono in corso di esecuzione, a cura dell'amministrazione comunale, interventi manutentivi delle facciate dei plessi scolastici. Non è noto se tali interventi saranno estesi anche all'edificio palestra ubicato in un corpo di fabbrica separato dai padiglioni "A" e "B", sedi della scuola primaria. Pertanto, accertata la condizione di potenziale pericolo per la pubblica incolumità per la possibile caduta dall'alto di intonaci e calcestruzzo (copriferro), si è prescritto il transennamento perimetrale dell'edificio palestra per l'interdizione al passaggio pedonale nelle aree sottostanti i cornicioni d'ambito. Si precisa che la palestra è utilizzabile per le attività didattiche poiché al suo interno non sono state rilevate, per quanto è possibile vedere, situazioni di rischio connesse alla vulnerabilità di elementi strutturali».
A seguito del suddetto sopralluogo, la direzione generale dell'ufficio scolastico regionale per la Puglia, con nota del 19 agosto scorso, ha invitato la competente Amministrazione comunale ad assumere in merito ogni ulteriore iniziativa atta a garantire alla comunità scolastica interessata strutture edilizie idonee e, soprattutto, sicure.
Per quel che riguarda poi gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado di Orta Nova citati nell'interpellanza, l'assessore alla cultura e alle politiche scolastiche della competente Provincia di Foggia, con nota del 6 aprile 2009, ha riferito che lo stabile che ospita il Liceo Classico «Zingarelli» e l'Istituto Professionale «A. Olivetti» non è interessato da problematiche di natura statica. L'assessore medesimo ha inoltre riferito che, per quanto attiene agli adeguamenti per la prevenzione incendi, nell'immobile sono assicurate le condizioni di sicurezza relativa alle vie di esodo e uscite di sicurezza, dimensionate in funzione del numero di utenti quotidianamente presenti nella scuola; mentre gli adeguamenti degli impianti idrici e antincendio ed elettrici speciali sono da programmare compatibilmente con le disponibilità finanziarie di questo Ente.
Lo stesso assessore ha comunicato, altresì, che è stata fatta richiesta alla regione Puglia di finanziamento degli interventi di adeguamento finalizzati alla sicurezza anche per l'immobile di cui trattasi e di avere anche richiesto al comune di Orta Nova, in quanto ente proprietario dell'immobile, tutta la documentazione riguardante l'uso ai fini scolastici dell'immobile.

PRESIDENTE. L'onorevole Leoluca Orlando ha facoltà di replicare.

LEOLUCA ORLANDO. Onorevole Presidente e signor sottosegretario, mi sia consentito svolgere un'osservazione: era necessaria un'interpellanza parlamentare e l'impegno del Governo affinché si intervenisse in una delle migliaia di scuole, nel nostro Paese, che sono in condizioni di pericolosità? Questa osservazione mi porta a dichiarare l'insoddisfazione rispetto alla risposta, che potrebbe essere riferita alla non congruità delle somme investite rispetto alle somme necessarie, ma rischierebbe di essere un'osservazione di stile, perché potrebbe dirsi che è talmente vasto il patrimonio scolastico da mettere in sicurezza che qualunque cifra rischia di apparire inadeguata.
Il tema è un altro, signor sottosegretario: occorre chiedersi cosa fare per impedire la necessità da parte di un parlamentare Pag. 10di presentare, con riferimento ad ogni plesso scolastico, interpellanze in tutta Italia per poter garantire la sicurezza. Infatti, lei ha fornito una disamina assolutamente esauriente e completa degli interventi fin qui fatti, omettendo - e qui vi è la ragione della mia insoddisfazione - di parlare dei due plessi, lo «Zingarelli» e l'«Olivetti», che non sono menzionati nelle risposte, nelle quali peraltro si parla «volontà di» e di «intenzione di», ma non si parla di opere messe in atto. Scendo nel particolare non per accanimento nei confronti dell'amministrazione, ma perché credo che sia un caso emblematico di come tante volte anche le migliori intenzioni finiscano per essere frustrate: siamo in presenza di un'amministrazione, il cui sindaco è al suo terzo mandato e quindi non si può affermare, come normalmente si fa come clausola di stile, che la colpa è di chi lo ha preceduto rispetto alle condizioni che ha trovato. Siamo di fronte ad un terzo mandato e quindi ad una condizione che negli anni è stata lasciata assolutamente abbandonata.
La richiesta che inoltro al sottosegretario è di stabilire meccanismi di controllo e di monitoraggio, chiedendo all'amministrazione di informare se, ad esempio, i lavori che risultano iniziati con riserva nella data di settembre siano poi effettivamente continuati o si siano fermati; se il famoso transennamento sia stato poi seguito successivamente da opere conseguenti, così come peraltro indicato, richiesto e sollecitato con nota del dirigente scolastico regionale.
La seconda considerazione: quali provvedimenti - e questa è la ragione di insoddisfazione - il Ministero intende porre in essere affinché il monitoraggio continuo delle somme pure investite (insufficienti, ma comunque esistenti) poi siano effettivamente spese?
Da ultimo, mi permetto di richiamare ancora una volta le condizioni di sicurezza del giornalista Lannes e colgo l'occasione, perché non ho avuto ancora risposta all'interpellanza presentata al Governo, ancorché ad altro Ministero; sarebbe certamente apprezzabile se il sottosegretario volesse trasmettere questa sollecitazione al Ministro degli interni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Problematiche inerenti alla mancata copertura dei posti di dirigente scolastico in alcuni istituti del Nord Italia, con particolare riferimento al caso dell'istituto C. Gouthier di Perosa Argentina (Torino) - n. 3-00661)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare allo svolgimento dell'interrogazione Giorgio Merlo n. 3-00661.
Constato l'assenza dell'onorevole Giorgio Merlo: si intende che vi abbia rinunziato.
È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 12,45, è ripresa alle 15,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Evangelisti, Gregorio Fontana, Leo e Vitali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito l'onorevole segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

Pag. 11

GIACOMO STUCCHI, Segretario, legge:
STELVIO DAL PIAZ, da Arezzo, e altri cittadini chiedono l'abrogazione delle norme del comma 41 dell'articolo 1 della legge n. 335 del 1995 in materia di limiti di cumulo tra il trattamento pensionistico di reversibilità e i redditi del beneficiario (789) - alla XI Commissione (Lavoro);
LOREDANA LUPO, da Vicenza, e altri cittadini, chiedono l'unificazione delle classi di concorso relative agli insegnamenti della filosofia, della storia e delle scienze umane (790) - alla VII Commissione (Cultura);
MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede:
l'abolizione dei gettoni di presenza degli amministratori locali e della diaria dei parlamentari (791) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
norme per ridurre il volume e il peso degli imballaggi (792) - alla X Commissione (Attività produttive);
FRANCESCO STRIANESE, da Palermo, e numerosi altri cittadini chiedono l'esenzione delle pensioni privilegiate ordinarie da ogni imposizione fiscale (793) - alla VI Commissione (Finanze);
MATTEO LA CARA, da Vercelli, chiede la reintroduzione dell'immunità parlamentare (794) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
VINCENZO MARCHIONNE MATTEI, da Roma, e numerosissimi altri cittadini chiedono interventi per garantire che il crocifisso continui a essere esposto nelle scuole italiane (795) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
ALESSANDRO ROCCHI, da Roma, chiede:
che non vengano applicati sconti di pena e misure alternative al carcere ai responsabili di omicidi per finalità di terrorismo (796) - alla II Commissione (Giustizia);
misure per contrastare l'evasione fiscale tramite il rilascio di biglietti «gratta e vinci» al momento dell'emissione degli scontrini fiscali e degli assegni circolari (797) - alla VI Commissione (Finanze);
PAOLO CORSETTI, da Roma, e numerosissimi altri cittadini chiedono l'abrogazione delle norme contenute nel decreto-legge n. 135 del 2009, recentemente approvato dalle Camere, che prevedono l'affidamento della gestione del servizio idrico ai privati e interventi per garantire la gestione pubblica delle acque (798) - alla VIII Commissione (Ambiente);
SALVATORE GERMINARA, da Pistoia, chiede l'introduzione di norme per consentire alla parte offesa da un reato di chiedere l'interruzione dei termini di prescrizione nell'ambito del processo penale (799) - alla II Commissione (Giustizia);
GABRIELLA CUCCHIARA, da Roma, chiede misure a tutela delle dichiarazioni di volontà espresse dai cittadini italiani presso i consolati generali all'estero (800) - alle Commissioni riunite II (Giustizia) e III (Affari esteri).

Seguito della discussione delle mozioni Soro ed altri n. 1-00260, Di Pietro ed altri n. 1-00230, Pezzotta ed altri n. 1-00266 e Cicchitto, Cota, Lo Monte ed altri n. 1-00275 concernenti iniziative in materia di contrasto dell'immigrazione clandestina e per assicurare il rispetto delle norme costituzionali e internazionali, con particolare riferimento alle operazioni di respingimento (ore 15,07).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Soro ed altri n. 1-00260, Di Pietro ed altri n. 1-00230, Pezzotta ed altri n. 1-00266 e Cicchitto, Cota, Lo Monte ed altri n. 1-00275 concernenti iniziative in materia di contrasto dell'immigrazione clandestina e per assicurare il rispetto delle norme costituzionali Pag. 12e internazionali, con particolare riferimento alle operazioni di respingimento (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta del 13 novembre 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali.
Avverto che gli emendamenti Mecacci ed altri n. 1-00260/1 e Mecacci ed altri n. 1-00275/1 (Vedi l'allegato A - Mozioni) in distribuzione sono stati in data odierna ritirati dal presentatore.
Avverto, altresì, che è stata presentata in data odierna la risoluzione Mecacci ed altri n. 6-00035 (Vedi l'allegato A - Risoluzione), il cui testo è in distribuzione.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per l'interno, Nitto Francesco Palma, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni e sulla risoluzione presentata.

NITTO FRANCESCO PALMA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, le problematiche toccate nelle quattro mozioni di cui oggi prosegue la discussione, ed anche nella risoluzione n. 6-00035, a firma degli onorevoli Mecacci ed altri, attengono tutte al più complessivo tema che riguarda i fenomeni migratori nel Mediterraneo, che, ormai, rappresenta una delle principali porte d'ingresso all'Europa da parte di tutti coloro che provengono dall'Africa, regione che maggiormente produce emigrazione.
Il fenomeno, peraltro, presenta aspetti diversificati in relazione alle differenti motivazioni che spingono le persone a muoversi verso l'Europa.
Fermo restando, infatti, che esso, nella stragrande maggioranza dei casi in cui si manifesta, risulta gestito da organizzazioni criminali, ci sono indubbiamente persone alla ricerca di una vita migliore per sfuggire alle condizioni di povertà dei Paesi di origine, mentre altre cercano di sfuggire a situazioni di discriminazione.
È evidente che la posizione geografica dell'Italia, al centro del Mediterraneo, che ne fa uno dei principali luoghi di primo approdo, abbia finito con il far pesare sul nostro Paese la gran parte degli aspetti critici della problematica.
L'esigenza da parte dell'Unione europea di considerare i Paesi membri che si affacciano sul Mediterraneo come parti della più generale frontiera dell'Europa ha fatto lentamente, ma progressivamente maturare, anche in ambito europeo, la consapevolezza dell'ineludibilità di una gestione integrata e comune tra Europa e Stati membri di tale frontiera.
Con il Regolamento n. 2007 del 26 ottobre 2004 è stata istituita Frontex, l'Agenzia per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione. L'istituzione dell'Agenzia, tuttavia, non ha fatto venire meno e non ha sostituito la competenza degli Stati membri in materia di controllo e sorveglianza delle frontiere. I compiti che Frontex è stata sinora chiamata a svolgere, infatti, si sono limitati a forme di coordinamento e assistenza alla cooperazione operativa fra Stati, nonché ad attività di supporto conoscitivo all'attività degli Stati membri. In altri termini, allo stato, Frontex, al di là di talune esercitazioni, non disimpegna reali compiti di natura operativa che, al contrario, sono al momento tutti demandati agli Stati membri.
Come avrò modo di dire in prosieguo, proprio il rafforzamento delle capacità operative di Frontex è uno dei temi sui quali l'Unione europea, da ultimo nel Consiglio europeo del 29 e 30 ottobre scorso, sta tentando di fare passi in avanti, sulla base di una incessante azione di stimolo che da tempo stanno facendo i Paesi maggiormente esposti alla pressione migratoria, primo fra tutti l'Italia. Ciò dimostra anche come sinora l'Europa non si è impegnata direttamente nell'attività di contrasto all'immigrazione illegale.
Più in particolare, l'Italia ha recentemente ottenuto che l'Unione muovesse alcuni primi passi verso il formale riconoscimento dell'esistenza di un problema Pag. 13di immigrazione nel Mediterraneo e dell'esigenza di una maggiore solidarietà con i Paesi più esposti al problema.
La tematica è di particolare cogenza e dà luogo a comportamenti differenziati da parte dei vari Stati membri. La Spagna, ad esempio, già da alcuni anni effettua operazioni di riconsegna analoghe a quelle intraprese dall'Italia dal maggio di quest'anno e che hanno riguardato diverse migliaia di clandestini nel 2007 e nel 2008.
Con Malta, invece, si sono verificate in più di un'occasione difficoltà di coordinamento operativo proprio nell'applicazione della Convenzione internazionale per la salvaguardia delle vite umane in mare del 1974 e della Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo del 1979 a cui fanno riferimento i proponenti della mozione Soro ed altri n.1-00260.
Tali difficoltà di coordinamento operativo sono dovute ai mancati interventi da parte maltese nello spazio marittimo di propria competenza per le attività di soccorso e salvataggio, la cosiddetta zona di intervento SAR.
Di conseguenza, in assenza dei soccorsi delle autorità di Malta, l'Italia si è attivata nella zona di competenza maltese per fornire assistenza a migranti in condizioni di pericolo. Al riguardo, dal 1o gennaio 2007 ad oggi si sono rese necessarie 670 operazioni di soccorso in acque di competenza maltese, con le quali sono state tratte in salvo circa 43 mila persone. È stato calcolato che la complessiva attività con cui l'Italia ha dovuto sostituirsi a Malta è già costata oltre tre milioni di euro per gli interventi e ottanta milioni di euro circa per il vitto, l'alloggio, le cure mediche e l'assistenza di tutti gli stranieri che sono stati soccorsi.
Tutto questo risulta per l'Italia gravoso in sé e ancora più oneroso in considerazione del fatto che, a causa di una differente interpretazione dei criteri di determinazione della lunghezza dei rispettivi confini marittimi, l'Italia si è vista pesantemente decurtata dall'Unione europea, rispetto a Malta, della propria quota di ripartizione del Fondo per le frontiere esterne.
L'Italia, sia con le intese del 2007 sia con il Trattato di amicizia del 2008, ha ritenuto e ritiene di annettere valenza assolutamente strategica alla collaborazione avviata con la Libia con gli atti bilaterali, di cui evidenzierò i contenuti salienti in prosieguo, e ritiene che la Libia, al pari di tutti i Paesi terzi di principale provenienza dei flussi migratori del Mediterraneo, debba rappresentare un partner indispensabile per le prospettive di costruzione di un sistema europeo di gestione comune delle frontiere dell'Unione.
Tale impostazione italiana è strategica anche per l'Europa che, infatti, ha sottoscritto nel 2007 con la Libia il Memorandum of understanding per iniziativa del commissario Ferrero-Waldner. Con tale intesa l'Europa si era impegnata a finanziare un sistema di rilevamento satellitare dei flussi di migranti illegali provenienti dai confini a sud della Libia.
Per tale progetto l'Italia, proprio nell'ambito del Trattato di amicizia e cooperazione sottoscritto il 30 agosto del 2008, ha già previsto uno stanziamento di 150 milioni di euro, equivalente alla metà dell'importo complessivo, mentre si attende ancora il finanziamento europeo.
In buona sostanza, mentre l'Italia ha già sostenuto finanziariamente la collaborazione con la Libia, l'Europa non ha ancora adempiuto agli impegni assunti ed è particolarmente singolare che l'Europa stessa chieda ora al Governo italiano di favorire il dialogo con la Libia.
Anche per tali motivi quella delle riconsegne è una politica molto efficace di contrasto all'immigrazione clandestina che il Governo italiano intende proseguire senza tentennamenti. Essa costituisce un deterrente significativo nei confronti delle organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani, sta portando a una drastica riduzione negli sbarchi di clandestini sulle coste italiane - circa il 90 per cento in meno - e salva molte vite in mare. E ciò, a tacere dei numeri, rileva dai cadaveri rinvenuti a bordo dei natanti giunti sulle nostre coste, da quelli recuperati durante le operazioni di salvataggio o, Pag. 14ahimè, da tutti i casi che vengono riferiti nelle denunce da parte dei superstiti.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!

NITTO FRANCESCO PALMA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Inoltre, come avrò modo di illustrare - e con buona pace dei promotori delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-00230, Soro ed altri n. 1-00260 e Pezzotta ed altri n. 1-00266 - quella italiana è una politica che si colloca in un quadro di assoluta legalità nazionale ed internazionale e che è parte della più generale posizione italiana sulla questione dell'emergenza migratoria nel Mediterraneo verso la quale si sta progressivamente muovendo anche l'Unione europea.
Signor Presidente, è un caos!

PRESIDENTE. Senatore, deve avere pazienza.

NITTO FRANCESCO PALMA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Desidero poi sgomberare subito il campo dai dubbi espressi con le tre mozioni che ho citato circa il fatto che in occasione delle operazioni di riconsegna possano essersi determinate violazioni degli obblighi di assistenza di destinatari di protezione internazionale.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!

NITTO FRANCESCO PALMA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Nel corso delle operazioni, infatti, si è sempre agito in conformità del principio del non-refoulement poiché non è stata negata ad alcuno dei clandestini intercettati la possibilità di chiedere asilo, né alcuno tra gli stranieri intercettati e soccorsi, una volta saliti a bordo delle navi italiane, ha manifestato la volontà di chiedere asilo.
Come è stato ufficialmente riferito al direttorato generale giustizia, libertà e sicurezza della Commissione europea, con una dettagliata lettera del 10 settembre scorso con cui abbiamo risposto alle richieste di chiarimenti richiamate anche dall'onorevole Di Stanislao nel suo intervento di illustrazione della mozione di cui è firmatario, i responsabili delle forze intervenute hanno riferito che durante l'operazione di soccorso in alto mare, durata in media dieci ore, gli stranieri intercettati non hanno chiesto alcuna forma di protezione internazionale, né fatto sapere di essere perseguitati nel loro Paese.
Corrisponde pertanto a verità che l'Europa ci ha richiesto notizie il 15 luglio 2009, ma è altrettanto vero che alle precisazioni fornite il 10 settembre 2009 non è a tutt'oggi seguita alcuna ulteriore richiesta di chiarimenti sulle notizie fornite dall'Italia.
La questione, quindi, è da considerarsi chiusa, anche perché, dopo i chiarimenti forniti, la problematica non ha costituito oggetto né del Consiglio GAI del successivo 21 settembre, né dello specifico incontro cui il sottosegretario di Stato ha partecipato con il Commissario Barrot, a margine proprio di quel Consiglio.
Vanno respinte anche tutte le osservazioni espresse dagli onorevoli Zaccaria e Pezzotta riguardo all'asserita illegittimità della politica di contrasto all'immigrazione clandestina nel Mediterraneo che il Governo sta portando avanti.
Al contrario, le operazioni di riconsegna alla Libia sono avvenute in una cornice di legalità internazionale, anche per ciò che riguarda la possibilità stessa di effettuarle, e questo in risposta, come dirò in seguito, a una serie di censure pure evidenziate nel corso della precedente seduta di discussione delle mozioni.
Infatti, in applicazione del principio di cooperazione tra Stati internazionalmente riconosciuto, l'unità navale di uno Stato può fermare nelle acque internazionali un natante privo di nazionalità sospettato di essere utilizzato per il trasporto illegale di immigrati e ricondurre gli stranieri nel Paese dal quale sono partiti su richiesta del Paese cui appartiene, o si presume appartenga, l'unità navale.
Voglio evidenziare al riguardo che lo sviluppo di relazioni tra Stati è sancito dall'articolo 1 dello Statuto delle Nazioni Unite ed è presupposto anche della risoluzione Pag. 15dell'Assemblea delle Nazioni Unite n. 2625 del 24 ottobre 1970 che prevede il dovere degli Stati di cooperare tra loro.
Inoltre, il principio della cooperazione tra Stati è rafforzato dall'articolo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale e dall'articolo 2 del relativo Protocollo addizionale ratificati anche dalla Libia e dall'Italia che riconoscono allo Stato la facoltà di condurre gli stranieri nel Paese da cui sono partiti.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, faccio un richiamo, per l'ennesima volta, al nostro Regolamento e all'articolo 83, comma 3, per l'esattezza, innanzitutto perché (Commenti del sottosegretario di Stato per l'interno Palma)... No, poi avrà modo di fare quello per cui sta intervenendo.

NITTO FRANCESCO PALMA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Non ho finito! C'era rumore e mi sono spostato!

ROBERTO GIACHETTI. Cioè lei si sposta per parlare da un posto all'altro?

PRESIDENTE. Prego, signor sottosegretario.

NITTO FRANCESCO PALMA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Non ho un particolare desiderio peripatetico; mi sono semplicemente spostato per ragioni di comodità uditive.

ANGELO COMPAGNON. Si è allontanato dalla sua maggioranza!

NITTO FRANCESCO PALMA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Mi sono messo al centro com'è giusto che sia per il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro)...

PRESIDENTE. Va bene, dopo vi scrivete magari, prego signor sottosegretario, prosegue il suo intervento.

NITTO FRANCESCO PALMA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Allora, sottolineo in proposito che in ognuna delle operazioni effettuate a seguito dell'avvistamento e della segnalazione delle imbarcazioni alla deriva, i competenti organismi del nostro Paese (il comando generale della Capitaneria di porto e la direzione centrale dell'immigrazione della Polizia delle frontiere) sono stati immediatamente attivati affinché, d'intesa con le autorità maltesi e libiche e su richiesta di queste, venisse innanzitutto prestato soccorso e assistenza alle persone a bordo dei natanti intercettati.
In tutte le operazioni effettuate i clandestini sono stati soccorsi e rifocillati prima di essere riaccompagnati in Libia.
In una delle ultime occasioni, quella del 4 luglio 2009, su quaranta stranieri intercettati sette persone, a causa delle loro condizioni di salute, sono state in un primo momento visitate da un medico per poi essere successivamente portate in Italia e ricoverate presso l'ospedale di Catania.
Sempre riguardo alle riserve espresse dagli onorevoli Zaccaria e Pezzotta, circa la possibilità di effettuare le riconsegne oltre al pattugliamento del mare, voglio rimarcare in primo luogo che la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, ratificata dall'Italia nel 1994, all'articolo 110 attribuisce all'unità navale di uno Stato che intercetta una nave priva di nazionalità il potere di inseguirla, fermarla, abbordarla e condurla entro un porto nazionale, laddove vi sia il sospetto, tra l'altro, di tratta degli schiavi.
Ricordo ancora, inoltre, il protocollo addizionale della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale per combattere il traffico di migranti via terra, via mare e via aria del 2000, entrata in vigore in Italia il 1o settembre 2006 e in Libia il 24 ottobre 2004, che all'articolo 8 consente all'unità navale di uno Stato di fermare e ispezionare Pag. 16un natante privo di nazionalità e sospettato di trasportare illegalmente stranieri, nonché di adottare le misure ritenute opportune, conformemente al diritto interno e internazionale. Tale protocollo all'articolo 7 invita, altresì, gli Stati a cooperare nella maniera più ampia possibile per reprimere e prevenire il traffico dei migranti via mare ai sensi del diritto internazionale del mare.
È inutile dire, anche in ragione delle attività di polizia giudiziaria in atto, che non può essere messa in discussione l'ipotesi dell'esistenza di un vero e proprio traffico di migranti al quale si ricollegano, anche in termini di deterrenza, le operazioni di riconsegna che stiamo effettuando. A quanti hanno manifestato perplessità riguardo agli impegni assunti con la Libia, voglio invece rimarcare l'impostazione e l'importanza del dialogo e della cooperazione con un Paese che da anni costituisce la principale via di transito per gli immigrati e gli africani che tentano di raggiungere clandestinamente l'Italia attraverso il Mediterraneo.
Questa considerazione è stata tutt'altro che secondaria nella sottoscrizione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione con la Libia del 30 agosto 2008, ratificato con la legge 6 febbraio 2009, n. 7, laddove all'articolo 19 è stata prevista l'intensificazione della collaborazione in atto nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti, all'immigrazione clandestina, in attuazione peraltro del protocollo di cooperazione e del protocollo aggiuntivo tecnico-operativo già sottoscritti dal precedente Governo Prodi a Tripoli il 29 dicembre 2007 e dell'ulteriore protocollo aggiuntivo del 4 febbraio 2009.
Questi accordi - articolo 2 del protocollo del 2007 e articolo 2 del protocollo aggiuntivo del 2009 - prevedono la possibilità di organizzare, contrariamente a quanto sostenuto nella mozione dell'onorevole Soro ed altri n. 1-00260, non solo dispositivi di pattugliamento congiunto in mare, ma anche operazioni di controllo, ricerca e, voglio ancora sottolinearlo, salvataggio in acque territoriali libiche e in alto mare. È prevista, inoltre, l'istituzione in Libia di un comando operativo interforze italo-libico per raccogliere le informazioni acquisite dalle unità operative, impartire direttive di servizio necessarie in caso di avvistamento e/o fermo di natanti con clandestini a bordo, tra cui anche la riconsegna di stranieri, intensificare la collaborazione e la lotta all'immigrazione clandestina in conformità alle legislazioni nazionali ed internazionali, nonché agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
È altresì previsto il coinvolgimento dell'Agenzia europea per la gestione della cooperazione alle frontiere esterne dell'Unione (Frontex) in attività di pattugliamento, da svolgere nel rispetto delle convenzioni internazionali. Tra queste, voglio citare anche la Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare del 1974, alla quale il nostro Paese ha aderito con legge n. 313 del 1980, che - per l'amplissima adesione registrata - va ormai considerata fonte di diritto internazionale generale.
Tale Convenzione, richiamata nella mozione Soro ed altri n. 1-00260, invita tra l'altro, voglio sottolinearlo, gli Stati a contrastare le pratiche pericolose associate al trasporto di migranti via mare, impedendo la partenza dell'imbarcazione a rischio, anche di bandiera estera, dalle proprie coste e dai propri porti (cosiddetto principio dei controlli dello Stato del porto).
Le operazioni di pattugliamento congiunto finora attuate sono dirette a rafforzare proprio la responsabilità e la capacity building della Libia anche sotto questo aspetto e proprio per questo non costituiscono né ipotesi di respingimento alla frontiera italiana, né di mancato soccorso in mare.
Pertanto, contrariamente a quanto affermato dall'onorevole Zaccaria nella precedente seduta, l'Italia non ha effettuato respingimenti o espulsioni collettive e per l'effetto sono sicuramente errati tutti i richiami che sono stati fatti riguardo alla normativa italiana sui respingimenti alla frontiera e sulle espulsioni. L'Italia, in Pag. 17realtà, ha effettuato operazioni volte alla riconsegna di clandestini intercettati in acque internazionali a bordo di natanti coinvolti nel traffico illegale di migranti, il tutto come già sottolineato in un quadro di assoluta legalità internazionale. L'Italia inoltre, come già detto, nel riconsegnare gli stranieri alla Libia non ha recato pregiudizio ai loro diritti, avendo pienamente osservato il principio del non-refoulement, come è stato già comunicato a settembre alla Commissione in risposta ai chiarimenti richiesti.
Non è mai stata negata ai clandestini intercettati la possibilità di chiedere asilo; è stato infatti riferito dai responsabili delle forze intervenute durante le operazioni di soccorso, durate in media 10 ore, che nessuno ha mai chiesto alcuna forma di protezione internazionale, né ha riferito di essere perseguitato nel proprio Paese. Nessuno straniero intercettato risulta essere stato sottoposto a torture né a pene o trattamenti inumani o degradanti.
Gli onorevoli Zaccaria, Pezzotta e Di Stanislao hanno espresso perplessità anche riguardo all'opportunità di effettuare la riconsegna ad un Paese, la Libia, che non offrirebbe garanzie di rispetto dei diritti umani. Voglio puntualizzare che l'articolo 19 del Trattato di amicizia tra la Libia e l'Italia, che ha sancito l'intensificazione della collaborazione nella lotta all'immigrazione clandestina, va posto in connessione con l'articolo 6 dello stesso Trattato che, richiamando espressamente il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, impegna sia l'Italia che la Libia ad agire conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Le autorità di Tripoli si sono quindi impegnate formalmente al rispetto di norme e di standard internazionali in materia.
Gli onorevoli Zaccaria e Di Stanislao hanno poi rimarcato che la Libia non è parte della Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status di rifugiato. Voglio al riguardo rispondere che la Libia in compenso ha firmato e ratificato la Convenzione dell'Unione africana del 1969 relativa a specifici aspetti della problematica dei rifugiati in Africa. Questo Trattato, desidero sottolinearlo, non solo è complementare alla Convenzione di Ginevra, ma rispetto ad essa è di gran lunga più esteso in quanto impegna la Libia a garantire protezione non solo ai perseguitati ma anche alle vittime di invasioni, guerre civili ed altri eventi di ben più ampia portata rispetto addirittura a quelli previsti dalla Convenzione di Ginevra.
Ad integrazione di quanto riportato nelle premesse della mozione degli onorevoli Cicchitto ed altri, ove si richiama l'importante attuale presidenza da parte della Libia dell'Assemblea generale dell'ONU, voglio evidenziare che la Libia ha anche presieduto nel 2002 la Commissione delle Nazioni Unite per il rispetto dei diritti umani, il che denota che l'ONU ritiene la Libia un Paese sul tema affidabile. A Tripoli, inoltre, opera un ufficio dell'Alto Commissario dell'ONU per i rifugiati (ACNUR) autorizzato ad effettuare lo screening dei richiedenti asilo. L'obbligo di collaborazione con l'Alto Commissario discende, oltre che ovviamente dall'adesione della Libia all'ONU, anche dalla citata Convenzione dell'Unione Africana del 1969 e in particolare dall'articolo 8 di detta Convenzione.
La Libia inoltre, che ha ratificato la maggior parte degli strumenti internazionali per la tutela dei diritti umani, è membro dal 2004 dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), la principale organizzazione intergovernativa nel campo migratorio che è presente in Libia sin dal 2005 con uno specifico programma chiamato Trim teso a migliorare le capacità ricettive di quel Paese secondo gli standard internazionali sull'accoglienza e a svolgere operazioni di rimpatri volontari.
Sono operazioni che svolgiamo anche noi e molti altri Paesi europei, assistiti proprio dall'OIM, a favore degli immigrati clandestini sul suolo libico. Il progetto è finanziato con fondi dell'Unione europea e del Ministero dell'interno nell'ambito del Programma Aeneas. Pag. 18
La presenza in Libia dell'ACNUR e dell'OIM ha consentito operazioni di identificazione e riconoscimento dello status di rifugiato a cittadini eritrei irregolarmente presenti sul territorio libico e il loro successivo ristabilimento in diversi Paesi europei, tra cui l'Italia, dove dal 2007 ad oggi è stato accolto un considerevole numero di persone.
L'attività dell'ACNUR e dell'OIM in Libia testimonia la crescente sensibilità delle autorità libiche verso i rifugiati e la volontà di Tripoli di collaborare con le competenti organizzazioni internazionali per una migliore gestione del fenomeno.
Di ciò il Governo italiano è assolutamente consapevole, tanto che in sede europea, da ultimo in occasione del Consiglio GAI del 21 settembre scorso, ha sostenuto un maggiore impegno comunitario per supportare, in particolare, il Governo libico non solo nell'azione di prevenzione dei traffici di immigrazione clandestina, evitando così le tragedie in mare, ma anche nel raggiungimento di standard europei per quanto attiene alla politica di asilo. In questo quadro, un insostituibile ruolo di garanzia potrà essere svolto proprio dall'ACNUR, la cui azione di verifica del rispetto dei diritti umani dovrà essere fortemente sostenuta dall'Unione europea.
L'onorevole Santelli, nel corso dell'illustrazione della mozione che ha sottoscritto, ha invitato ad una maggiore responsabilizzazione dell'Europa sulle politiche di immigrazione.
Al riguardo, voglio sottolineare che la complessità e l'importanza degli sforzi che il nostro Paese sta sostenendo per contrastare l'immigrazione illegale nel Mediterraneo sono confermate dalla circostanza che l'intera problematica è ormai oggetto, anche proprio grazie alla tenace azione di stimolo dell'Italia, di discussione e approfondimento in ambito comunitario, anche in vista della prossima adozione del programma di azione quinquennale dell'Unione, e cioè il programma di Stoccolma.
Sin dal mese di gennaio dell'anno in corso, anche al fine di rappresentare in modo più forte il problema all'Europa, l'Italia ha avviato una serie di iniziative assieme a Cipro, Grecia e Malta affinché il tema della lotta all'immigrazione clandestina nel Mediterraneo venisse portato al centro di un rinnovato impegno dell'Unione europea e affrontato in un'ottica comunitaria, ispirata ai principi di solidarietà tra Stati membri e di cooperazione con i Paesi terzi.
L'emergenza migratoria nel Mediterraneo, infatti, richiede interventi concreti e urgenti e continua a rappresentare un banco di prova fondamentale della concreta volontà e della reale capacità dell'Unione europea di mettere in atto una politica migratoria veramente comune e, più in generale, una politica di sicurezza.
Il tutto, peraltro, è stato tenacemente proposto dall'Italia proprio in attuazione del patto europeo sull'immigrazione e sull'asilo approvato dal Consiglio europeo nell'ottobre del 2008. Nella prospettiva di responsabilizzare l'Unione a un approccio globale, le proposte di Italia, Cipro, Malta e Grecia sull'emergenza determinata dall'immigrazione illegale nel Mediterraneo sono state presentate agli altri partner europei sin dallo scorso 26 febbraio, in occasione della riunione del Consiglio Giustizia e Affari interni.
Il dibattito poi è proseguito nella successiva riunione del Consiglio GAI del 4 giugno 2009 e del Consiglio europeo del 18 giugno 2009. In tale ultima occasione, l'Europa ha formalmente preso atto dell'esistenza dell'emergenza migratoria nel Mediterraneo e delle particolari pressioni sofferte da alcuni Paesi.
Riconoscendo, pertanto, la dimensione comunitaria del fenomeno, sono state tenute in considerazione alcune proposte formulate dall'Italia, quali il principio del burden sharing per la gestione dei beneficiari di protezione internazionale ed il tema del rafforzamento delle relazioni con i Paesi terzi di origine e transito dei migranti.
Come detto, le questioni sono state oggetto anche del negoziato comunitario riguardante l'adozione del nuovo Programma pluriennale del settore giustizia, libertà e sicurezza, che si è sviluppato in Pag. 19occasione del Consiglio GAI del 17 e 18 luglio e del 21 settembre scorsi, e da ultimo del Consiglio europeo del 29 e 30 ottobre.
Proprio le conclusioni approvate in tale ultima circostanza hanno tenuto in buona considerazione le proposte che da tempo l'Italia porta avanti con gli Stati membri del Mediterraneo, e che sono state in quell'occasione ribadite anche con la posizione comune elaborata dal Presidente del Consiglio italiano e dal Presidente francese.
Il Consiglio europeo ha infatti richiesto un particolare impegno per il potenziamento delle capacità operative di Frontex, attraverso la definizione di regole operative comuni per le operazioni congiunte in mare, ed una maggiore cooperazione dell'Agenzia con i Paesi di origine e di transito dei flussi, invitando esplicitamente la Commissione a presentare proposte all'inizio del 2010. Inoltre, il Consiglio ha positivamente registrato l'avvio del progetto pilota per Malta, che costituisce una prima attuazione del principio fortemente sostenuto dall'Italia del burden sharing dei destinatari di protezione internazionale, nonché i progressi compiuti per l'istituzione dell'ufficio europeo di sostegno per l'asilo, auspicandone il completamento entro la fine del 2009, con ulteriori sforzi in direzione della realizzazione di un sistema europeo comune di asilo; e ciò attraverso la definizione di status, procedure e livelli di accoglienza unici, proprio al fine di una solidarietà tangibile ed efficace con gli Stati membri che subiscono una particolare pressione.
Va peraltro detto che la politica di relocation, cui si ispira il citato progetto pilota per Malta, può avere un senso per le specifiche caratteristiche di quel Paese, connotato da un limitato numero di abitanti rispetto ai quali esso chiede che venga mantenuta un'adeguata proporzione di popolazione di immigrati, ma non è ancora completamente in linea con le richieste italiane di addivenire ad un sistema europeo di accoglienza, riconoscimento e distribuzione di rifugiati sul territorio di Paesi terzi. Più precisamente, l'Italia va sostenendo da tempo, in ambito comunitario...

PRESIDENTE. Chiedo scusa. Onorevole Baldelli, per cortesia, abbia pazienza! Prego, senatore Palma, prosegua pure.

NITTO FRANCESCO PALMA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Più precisamente, l'Italia va sostenendo da tempo in ambito comunitario la necessità di avviare progetti per il trattamento delle domande di protezione al di fuori del territorio dell'Unione europea, che consentirebbero di istituire canali dedicati all'ingresso dei richiedenti asilo nell'ambito dell'Unione.
La particolare forza delle posizioni italiane sull'argomento, del resto, è data dall'impegno italiano sul versante dell'accoglienza e dell'integrazione dei rifugiati, che non teme confronti con altri: nel solo anno 2008, il nostro Paese ha destinato al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo oltre 21 milioni 181 mila euro, a cui si sono aggiunti quasi 10 milioni di euro che provenivano dei fondi europei, mentre nel 2009 lo stanziamento italiano per il Fondo è stato di 29 milioni 429 mila euro, a cui vanno aggiunti altri 4 milioni e mezzo circa di euro di provenienza europea. Il complessivo stanziamento del Fondo nel 2009, pertanto, è superiore all'importo di 21 milioni di euro circa che l'Unione europea ha deciso di destinare all'Italia come proprio contributo nell'intero periodo dei sei anni dal 2008 al 2013.
Altrettanto eloquenti sono le dimensioni che hanno assunto negli ultimi anni i riconoscimenti delle politiche di rifugiato e quella di protezione internazionale sotto forma di protezione sussidiaria: nel solo anno 2008 sono state 8.895 le domande di protezione internazionale accolte in Italia, 1.964 rifugiati e 6.941 titolari di protezione sussidiaria, mentre nel 2009, ad oggi, le domande accolte sono 6.133, 1.652 rifugiati e 4.481 titolari di protezione sussidiaria.
Nei periodi citati, inoltre, sono state riconosciute rispettivamente a 2.223 persone nel 2008 e a 1.742 persone nel 2009 Pag. 20le condizioni per ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Infatti, la normativa del nostro Paese oltre a prevedere, al pari degli altri Paesi europei, la possibilità di riconoscimento dello status di rifugiato e la concessione di forme di protezione internazionale sussidiaria, contempla all'articolo 32, comma 3, del decreto legislativo n. 25 del 2008, la residuale possibilità di concedere la protezione umanitaria di cui all'articolo 5, comma 6, del Testo unico delle leggi sull'immigrazione a tutti coloro i quali, pur non riunendo tutti i requisiti per accedere alla protezione internazionale evidenzino, comunque, particolari condizioni di vulnerabilità.
Come ho già prima accennato, a margine del Consiglio GAI del 21 settembre scorso, il commissario Barrot ha chiesto all'Italia di intercedere con la Libia per migliorare le relazioni dell'Unione europea con quel Paese. Nella stessa occasione, il rappresentante del Governo italiano ha manifestato la piena disponibilità a favorire il dialogo tra la Libia e l'Europa, sottolineando però la necessità che l'Unione europea rispetti gli impegni finanziari in precedenza assunti con quel Paese e specificando, inoltre, che dopo aver facilitato l'avvio del dialogo, le relazioni proseguiranno direttamente tra la Libia e l'Unione europea. Anche in relazione a tali circostanze, il Governo italiano segue con grande interesse la richiesta che il Consiglio europeo, nella riunione del 29 e 30 ottobre scorso, ha rivolto alla Presidenza e alla Commissione di intensificare il dialogo con la Libia in termini di una maggiore collaborazione nel contrasto all'immigrazione illegale che ricomprenda anche la cooperazione nel controllo delle frontiere e la riammissione. Le deliberazioni del Consiglio, pertanto, vanno gradualmente allineandosi agli impegni assunti dall'Unione europea sin dall'approvazione del già citato patto europeo sull'immigrazione e il diritto d'asilo dell'ottobre 2008, sintesi della strategia migratoria europea degli ultimi anni vale a dire quelli diretti ad organizzare l'immigrazione legale tenendo conto della capacità di accoglienza di ciascun Stato membro e delle esigenze di integrazione; a combattere l'immigrazione clandestina assicurando il ritorno in patria degli stranieri in posizione irregolare; a rafforzare l'efficacia dei controlli alle frontiere; a costruire un'Europa dell'asilo e a creare un partenariato globale con i Paesi di origine e di transito degli stranieri.
In conclusione, avendo ampiamente argomentato - ciò a dimostrazione del particolare interesse che il Governo ha con riferimento alla materia - e dimostrata la piena legalità dell'azione del Governo, intendo evidenziare quanto segue. Dal 6 maggio di quest'anno, data in cui è entrato effettivamente in vigore l'accordo con la Libia ad oggi, c'è stata una riduzione di circa il 90 per cento degli sbarchi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: si è trattato di 104 sbarchi per un totale di 2.662 persone rispetto ai 484 sbarchi per complessive 25.227 persone. Sono state effettuate in sei mesi, dal 6 maggio al 6 novembre 2009, nove operazioni di riaccompagnamento in Libia, per un totale di 834 persone che, sommate alle 2.662 persone effettivamente sbarcate, comportano, rispetto ai dati dello scorso anno, una differenza di quasi 22 mila persone che non sono affatto partite dalla Libia.
Si tratta del dato maggiormente significativo e indicativo dell'efficacia che producono le politiche di riconsegna in termini di deterrenza con importanti riflessi anche sul versante della salvaguardia delle vite umane che le inumane condizioni di trasporto clandestino pongono a grave rischio rispetto al pericolo di tragedie in mare. Con la netta riduzione degli sbarchi lungo le coste meridionali del Paese, la situazione del centro di Lampedusa, in passato in situazione di forte sofferenza con punte sino a 2 mila persone, è andata progressivamente migliorando al punto che, attualmente, non vi sono più persone ospitate nella struttura. Questi dati sono la prova tangibile dell'efficacia della politica di contrasto all'immigrazione clandestina nel Mediterraneo che il Governo sta portando avanti con determinazione da mesi, Pag. 21in termini di lotta alle organizzazioni del traffico di migranti e di salvaguardia delle vite in mare.
Le conclusioni del Consiglio europeo del 29-30 ottobre scorso, inoltre, costituiscono concreta testimonianza dell'efficacia dell'azione che il Governo sta svolgendo con determinazione anche in ambito comunitario sui temi dell'immigrazione illegale e dell'asilo.
Pertanto, alla luce di tutte le considerazioni esposte è di tutta evidenza che il Governo italiano è già tenacemente impegnato nell'azione di contrasto all'immigrazione clandestina e di assistenza in una cornice di assoluta legalità internazionale, coniugando il rispetto delle regole con i doveri di solidarietà e di soccorso.
Quindi non può che esprimere parere contrario rispetto agli impegni richiesti con le mozioni Di Pietro ed altri n. 1-00230 e Soro ed altri n. 1-00260.
Quanto poi alla mozione Pezzotta ed altri n. 1-00266, il Governo prende atto con favore dei richiami ivi contenuti sulla necessità di trovare risposte comuni ed una solidarietà europea sulle richieste di asilo, unitamente ad un maggiore sostegno ai Paesi terzi per sviluppare i sistemi di asilo e protezione nel rispetto della dignità umana (questioni sulle quali, come ho diffusamente illustrato, l'Italia sta da tempo sollecitando l'Unione europea); tuttavia, le premesse nell'ambito delle quali vengono inquadrati questi impegni - che il Governo ritiene di aver ampiamente confutato - impongono anche in tal caso un parere contrario.
Così come parere contrario, per le argomentazioni sin qui esposte, deve essere espresso anche sulla risoluzione Mecacci ed altri n. 6-00035. Il Governo accetta pertanto gli impegni proposti con la mozione Cicchitto, Cota, Lo Monte ed altri n. 1-00275, esprimendo su di essa parere favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, capisco l'imbarazzo del sottosegretario, d'altra parte un po' tutti noi siamo vittime di questo clima e quindi purtroppo anche il Governo si deve abituare a ciò.
Non è però questo il problema, signor Presidente. Ho ascoltato con grande attenzione il sintetico intervento del sottosegretario Nitto Palma, che ci ha reso un'ampia relazione e sostanzialmente una dettagliata replica alla discussione generale che si è svolta due settimane fa: signor Presidente, il mio richiamo all'articolo 83, comma 3, del Regolamento - e non è la prima volta che lo faccio - nasce dal fatto che vi sono alcune questioni che rappresentano in qualche modo regole alle quali dovremmo attenerci.
Il sottosegretario doveva in questa sede esprimere dei pareri, mentre la replica è prevista dal nostro Regolamento a conclusione della discussione sulle linee generali: cosa accade invece ormai in maniera sempre più continua? Il Governo, in sede di discussione sulle linee generali, si presenta con sottosegretari non competenti in materia (all'economia, al turismo o quant'altro), non replica in sede di discussione sulle linee generali e poi «ci spara» interventi di 50 minuti come oggi (importantissimi sicuramente e molto dettagliati) in una sede impropria, perché in questa sede il Governo si deve limitare ad esprimere il parere (cioè, i due minuti e mezzo che sono stati occupati per esprimere il parere su queste mozioni rappresentavano il tempo che il Governo avrebbe dovuto impiegare per esprimerci il suo parere).
Siccome non è la prima volta che faccio questo richiamo al Regolamento (ovviamente in questo caso non c'entra nulla il senatore Nitto Palma, ma è un problema di abitudine del Governo), forse se la Presidenza della Camera inviasse una nota al Presidente del Consiglio, ai Ministri e ai sottosegretari spiegando come funziona il Regolamento della Camera, ciò consentirebbe di far sì che quando è prevista la discussione sulle linee generali si svolga un'importante replica (come quella che ha svolto ora il sottosegretario), mentre quando si tratta di esprimere i pareri si Pag. 22danno i pareri e non si sta cinquanta minuti ad ascoltare una replica che si dovrebbe ascoltare in un'altra sede.

PRESIDENTE. La ringrazio per aver sollevato il problema: ha ragione lei nel momento in cui dice che è da tempo che accade che in sede di discussione sulle linee generali il Governo si riservi di intervenire, tant'è che pure in questo caso - ho anche il resoconto stenografico della seduta relativa a questa mozione - si era riservato di farlo in questa sede.
È chiaro che la Presidenza non può sindacare né entrare nel merito, perché possono essere addotte motivazioni - anche se concise, come ha detto lei - a supporto dei pareri che vengono espressi; però lei ha ragione, ed è un problema che sottoporrò al Presidente per eventualmente assumere iniziative nel senso da lei auspicato.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, sono un po' esterrefatto delle risposte che sono state date alla mozione che abbiamo presentato. Ho il dubbio che il signor sottosegretario sia scarsamente informato della situazione e dei problemi reali. Signor sottosegretario, è inutile che allarghi le braccia così, lei dovrebbe informarsi meglio. Le dico per esperienza, essendo anche presidente di un comitato che segue i rifugiati, e con estrema chiarezza e puntualità, che le affermazioni contenute nella nostra mozione sono tutte reali e certificate. Probabilmente lei è informato male. Quello che sta avvenendo nei mari è una cosa indegna di uno Stato di diritto, non vi è rispetto delle regole, delle norme. Vi sono dei respingimenti che sono contro i diritti umani. Lo possiamo certificare: vi sono dei filmati apparsi in televisione. O noi non vediamo tutto ciò, oppure veramente siamo giustificando una politica sull'immigrazione che non ha senso, che non ha significato. Le cose che lei ha detto, signor sottosegretario, sono veramente fuori da ogni conoscenza.
Le voglio dire qualcosa in più, le voglio dire quello che sta succedendo in queste ore, e vediamo se smentisce anche questo. Vogliamo essere estremamente chiari, proprio in queste ore vi è una notizia di un'operazione innovativa - se mi consente - in termini negativi: motovedette libiche, presumibilmente su indicazione italiana, intervengono al largo di Lampedusa, in acque di soccorso maltese, per riportare indietro 80 persone. Ma le aggiungo altro, tanto per sottolineare quanto è coerente la politica che state perseguendo: la questura di Ragusa - e glielo posso documentare - ha diffuso nomi, date di nascita, nazionalità di richiedenti asilo e perfino le loro fotografie. Ricordo solo che si tratta di eritrei che scappano via da una dittatura e che facendo circolare quei nomi li si mette in pericolo. Questo è quello che state facendo, volete prenderne atto o no (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori)? È inutile che faccia questa aria di sufficienza: questo è quello che state facendo ed è qualcosa di indegno per un Paese come il nostro. Almeno dovreste avere la consapevolezza e l'attenzione alle misure che portiamo in Parlamento.
Continueremo su questa battaglia, perché abbiamo sperimentato, vediamo, e sappiamo quello che succede nei campi in Libia, vi sono dei nostri responsabili che seguono la vicenda giorno per giorno. Quello che lei ha detto è la dimostrazione di un modo di fare che non ci piace. È un modo di fare che mette in difficoltà il nostro Paese, che non rispetta le Convenzioni internazionali, che consegna le persone a non si sa chi, e le rimanda indietro non sapendo dove andranno. Si parla tanto del rispetto al Crocifisso, se rispettassimo i crocifissi dal mare, sarebbe meglio (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, onorevole colleghi, l'Italia dei Valori, nel promuovere la sua mozione, ha svolto un ulteriore approfondimento, credendo di consegnare al Governo e alla maggioranza, i necessari elementi di riflessione da cui auspicava potesse attingere per la determinazione di provvedimenti e ravvedimenti utili nel riorientamento delle sue azioni e delle sue politiche in tema di respingimenti. Ahimè devo dire, invece, che è successo qualcosa di veramente incomprensibile ed ingiustificabile. Abbiamo ascoltato dal Governo, e dal sottosegretario, che queste vite spezzate le avete fatte diventare una vuota formalità; avete dato veramente dei numeri inopportuni e inappropriati.
Devo dire che quella del sottosegretario è stata una relazione politicamente inconsistente, socialmente riprovevole e umanamente inaccettabile. Dico questo perché una serie di numeri - così come voi li intendete - dicono esattamente il contrario, dicono che voi avete messo in piedi da prima del 7 maggio 2009 ben 1.216 respingimenti (e non lo dice Italia dei Valori, lo dice l'agenzia Fortress Europe che si interessa da sempre delle vittime dell'immigrazione in quanto è un osservatore parte diretta e parte in causa). Non solo, noi volevamo ricordare con questa mozione senza far rimuovere nessuno di questi aspetti che si sono affastellati nel tempo; mentre voi avete una memoria a scatti noi vorremmo richiamarvi ad una memoria progressiva, dicendo che è successo qualcosa di più e anche di molto più grave di quello che dice lei. È il 7 maggio di quest'anno quando le autorità italiane danno inizio ai primi respingimenti: ben 238 rifugiati e migranti, tra i quali 41 donne di cui tre in stato di gravidanza, sono stati soccorsi in acque internazionali dalla nostra guardia di finanza, e sono stati ricondotti in Libia. Altri episodi di respingimento collettivo in Libia (Paese che - va ricordato - non ha aderito alla Convenzione di Ginevra del 1951 e che quindi non dispone ancora di un sistema di protezione e non risulta in grado di fornire alcuna garanzia che le persone, anche quelle bisognose di protezione internazionale, non vengano rimpatriate nel loro Paese di origine) si sono succeduti in questi ultimi mesi, senza che siano state accertate né l'identità né la nazionalità dei rifugiati, azioni fondamentali per stabilire se potevano ottenere lo status di rifugiato politico o di richiedenti asilo. Tali decisioni - lo ricordo al sottosegretario - urtano palesemente contro l'articolo 19 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, nella quale si dice che (glielo ricordo perché non lo possa rimuovere successivamente) nessuno può essere allontanato, espulso, estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura, o ad altre pene o a trattamenti inumani o degradanti. Mi riferisco altresì alle disposizioni della Convenzione di Ginevra che impongono il non-refoulement degli aventi diritto all'asilo politico che in pratica sono quasi il 30 per cento dei migranti che partono dalla Libia. Non le ricordo (non ricordo all'Aula, né alla maggioranza, né al Governo) quant'altre cose sono state messe in campo, ma la portavoce della sessione italiana dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, Laura Boldrini, ha ricordato che il principio del non respingimento vale anche in acque internazionali e non conosce limitazioni geografiche, ed è contenuto anche nella normativa europea e nell'ordinamento giuridico italiano. Ricordo anche un aspetto determinante. Abbiamo chiesto tre cose che sono - secondo me e secondo noi - lapalissiane. Abbiamo chiesto al Governo di impegnarsi ad attuare una rigorosa politica di contrasto all'immigrazione clandestina colpendo soprattutto ed esclusivamente le organizzazioni criminali che gestiscono questa inaccettabile tratta di esseri umani; a non proseguire la pratica dei respingimenti indiscriminati e collettivi degli emigranti più volte compiuti dalla guardia di finanza che si è trovata a soccorrere in mare e successivamente Pag. 24a trasferire in Libia oltre un migliaio di extracomunitari negli ultimi mesi; al rispetto delle normative internazionali relative al diritto di quanti si trovano nella condizione di chiedere asilo politico perché provenienti da Paesi in guerra, come è stato abbondantemente accertato per quanti fuggono soprattutto dalla guerra civile in Somalia. Rispetto a queste argomentazioni voglio solo richiamare l'attenzione del Governo, della maggioranza e dei colleghi parlamentari attingendo non alle vuote formalità ed ai numeri che voi indicate, ma ad un grande uomo di cultura, uno dei più grandi scrittori del mondo, Èdouard Glissant - e chiedo aiuto anche all'amico e collega Touadi -, discendente di schiavi, il quale afferma che bisogna amare l'uomo accettando di non capirlo fino in fondo; le radici non hanno da sprofondarsi nel buio atavico delle origini, alla ricerca di una pretesa purezza, si allargano in superficie come rami di una pianta ad incontrare altre radici e a stringerle come se fossero mani. Con tale immagine Glissant ci fornisce la giusta risposta all'equivoco e lacerante dilemma tra la paura della globalizzazione che omologa e cancella la diversità e l'esasperazione delle diversità stesse, ognuna delle quali si chiude regressivamente alle altre, in un gretto micronazionalismo.
E ancora cito Glissant dicendo e invitando soprattutto i colleghi e il sottosegretario a leggere un saggio dal titolo La poetica del diverso ma di un diverso che non si isola, non alza il ponte levatoio, né si va a trincerare dietro una muraglia cinese per escludere gli altri da sé, i cosiddetti «barbari». Glissant rivendica il diritto di ognuno all'opacità ossia a non essere compreso totalmente e a non comprendere totalmente l'altro. Bisogna vivere con l'altro e amarlo, accettando di non poterlo capire sino in fondo e di non poter essere capito a fondo da lui. Infatti caro sottosegretario, Governo e maggioranza, vivere significa migrare ed ogni identità è una relazione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Touadi. Ne ha facoltà.

JEAN LEONARD TOUADI. Signor Presidente, l'argomento oggetto di questa mozione riguarda un tema di grande rilevanza che tocca una delle sfide dell'era globale ossia il tema dell'immigrazione. Stiamo parlando del cosiddetto sesto continente formato da circa 200 milioni di persone nel mondo che solcano i mari e gli oceani alla ricerca di pane, di dignità, di protezione per la loro vita. È un tema questo che va affrontato con serietà, tenendo conto della sua complessità e della sua delicatezza. Complessità perché il tema dell'immigrazione rimanda ai grandi nodi irrisolti della nostra globalizzazione senza solidarietà, ai nodi irrisolti dell'allargamento dei mercati senza redistribuzione della ricchezza, ai nodi irrisolti di una pace mondiale costantemente minacciata dai conflitti tra Stati, dai conflitti interetnici e dalle guerre per accaparrarsi le materie prime. Delicatezza, signor Presidente, perché sui volti di ognuno degli immigrati che cercano asilo nel nostro Paese sono scolpite le tragedie dai quali fuggono: tragedie che parlano di genocidi, di dittature, di torture e arresti arbitrari, di pulizia etnica e la lista dei gironi infernali potrebbe continuare. Tutte le democrazie del mondo, ansiose tra l'altro di esportare manu militari la democrazia agli estremi confini del pianeta, hanno il dovere di garantire assistenza e protezione a questi immigrati che cercano da noi la protezione del loro diritto alla vita. Tali diritti all'assistenza e alla protezione sono sanciti dalla nostra Costituzione all'articolo 10, terzo comma, laddove statuisce che lo straniero al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Ricordo, inoltre, che all'articolo 117 della Costituzione la potestà legislativa ripartita tra Stato e regioni, come novellata dalla riforma costituzionale del 2001, Pag. 25deve tener conto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Il dovere di assistenza e di protezione dei richiedenti asilo non è solo un adempimento agli obblighi costituzionali, ma lo è anche in virtù degli obblighi pattuiti dal nostro Paese a livello internazionale.
Per quanto riguarda proprio il nostro Paese sarebbe un grave errore, signor Presidente, trattare la questione dei respingimenti come una mera disquisizione giuridica interpretativa sull'uno o l'altro articolo della Convenzione di Ginevra del 1951. I respingimenti utilizzati vergognosamente dalla maggioranza come vessillo elettorale durante l'ultima campagna europea sono una questione eminentemente politica e di civiltà giuridica: eminentemente politica perché dimostra il fallimento delle politiche migratorie di questa maggioranza, incapace di utilizzare gli strumenti moderni di governo di una sfida epocale come quella dell'immigrazione. A proposito, vorrei ricordare che noi del Partito Democratico non siamo il partito dell'anarchia, non siamo il partito del laissez-faire in tema di immigrazione; rivendichiamo come centrosinistra l'avere introdotto nel nostro Paese la pratica della gestione dei flussi, la stipula degli accordi bilaterali con i Paesi con maggiore flusso di immigrazione verso l'Italia, l'istituto delle quote con la finalità di far combaciare la domanda con l'offerta di lavoro.
La vostra gestione dell'immigrazione, invece, è tutta ideologica e gravemente lesiva dei diritti fondamentali delle persone. In tal senso, la politica dei respingimenti ne è l'esempio emblematico. Numerose sono le Convenzioni internazionali che sono state violate da questa maggioranza e da questo Governo. Cito l'articolo 33 della Convenzione relativa allo statuto del rifugiato del 1951, la Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, la Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita in mare del 1974, l'articolo 3 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, l'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, Convenzioni che in diversi momenti e con crescente puntualità, purtroppo, hanno riconosciuto il principio di non-refoulement, cioè implicitamente respingendo l'idea della pratica dei respingimenti e più in generale configurando un universo normativo stabilmente orientato alla tutela dei diritti umani, compatibilmente con le esigenze di sicurezza dei singoli Stati nazionali.
Con la nostra mozione intendiamo chiedere al Governo di impegnarsi a rivedere la scellerata politica dei respingimenti, tanto più che non stiamo denunciando ipotetiche conseguenze che potrebbero derivare da eventuali arbitrari respingimenti di migranti in mare, no: stiamo denunciando con forza e chiarezza fatti, episodi e circostanze, descritti in numerose inchieste giornalistiche, di decine di migranti a cui è stato materialmente negato il diritto di chiedere l'asilo politico e ancor più è stato negato il diritto di non vedersi respingere verso un Paese come la Libia, che non solo non rispetta i diritti umani, ma che non ha firmato nessuna delle Convenzioni internazionali che regolano la protezione e l'assistenza ai migranti.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Touadi.

JEAN LEONARD TOUADI. Inoltre non abbiamo nessuna garanzia - e concludo, signor Presidente - che la Libia non respinga a sua volta verso i Paesi di origine i migranti respinti in mare.
Le politiche dei respingimenti infine, signor Presidente, costituiscono una ferita mortale alla tradizione di accoglienza del nostro Paese. In un momento in cui si fa un gran parlare di difesa della vita è il caso di ricordare che la difesa della vita non può e non deve riguardare solo l'embrione e il malato terminale: anche quelli già nati, i troppi già nati che cercano protezione nel nostro Paese hanno diritto alla nostra solidarietà ed alla nostra difesa. Ecco perché dobbiamo monitorare ciò che succede in Libia, per garantire il Pag. 26diritto di questi migranti da noi respinti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,15).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, ritengo rassicurante la relazione che ci ha fornito il Governo. Riteniamo che sia perfettamente in linea con le direttive europee, che peraltro sono tendenti a trovare il giusto equilibrio fra i diritti e i doveri sul fenomeno dell'immigrazione. Servono regole e di questo c'è bisogno non solo nel nostro Paese, ma nell'intera Comunità europea. Non servono illusioni, perché quelle creano disastri, creano disagi umanitari, non si affrontano i problemi ed anzi si va verso l'anarchia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). È proprio quello che dobbiamo evitare nel nostro Paese e che per fortuna si sta cercando di evitare a livello di Comunità europea.
Cito due numeri, giusto per inquadrare un po' l'argomento di cui stiamo trattando: ad oggi nell'Unione europea abbiamo 22 milioni dei cittadini che non hanno lavoro, quindi sono disoccupati; abbiamo 28 milioni di cittadini immigrati che sono presenti nel continente a vario titolo, con i più svariati permessi.
Oltre a questi, vi sono anche 8 milioni di cittadini clandestini dei quali non si sa assolutamente nulla. Quindi, vi sono 28 milioni di immigrati, più 8 milioni di clandestini. In una contingenza economica assolutamente sfavorevole come questa, che vede i cittadini europei in cerca di lavoro - anzi, lo stiamo perdendo a piene mani - ciò significa, se non si affronta il problema, aumentare il disagio per chi ospitiamo - o per i clandestini stessi - e aumentare il disagio e le tensioni sociali anche per i nostri cittadini. È ciò che vogliamo evitare.
Ricordo che nel nostro Paese, nel 2002 (quindi, sette anni fa), i cittadini immigrati erano poco più di un milione (un milione e 200 o 300 mila), mentre nel 2009, siamo passati a 4 milioni e mezzo. Stiamo parlando di cittadini immigrati regolari.
Il fenomeno della globalizzazione evocato in precedenza, che ha bisogno di regole perché ha disastrato l'economia del vecchio e del nuovo continente, se non affrontato anche in termini di controllo del fenomeno dell'immigrazione, determinerà gli stessi sconquassi nella nostra società. Questo è ciò che - lo ripeto - vogliamo evitare, e lo eviteremo insistendo con le regole.
Attenzione: le regole servono non solo ai nostri cittadini, per evitare le conseguenze inevitabili del disagio, ma servono, soprattutto, ai cittadini immigrati regolari che hanno chiesto di entrare nei nostri Paesi rispettando le nostre condizioni, mettendosi in fila per ottenere un permesso in base a quote di ingresso che devono essere sostenibili secondo la domanda e l'offerta, e che si vedono, inevitabilmente, sorpassati da chi queste regole le ignora completamente. Infatti, vi è chi vende e propone illusioni, ma, poi, quando sono qui, in qualche modo, bisogna cercare di regolarizzarli: una volta si facevano le sanatorie senza regole, adesso vi sono le regolarizzazioni. Si tratta, comunque, di fenomeni che fanno male, per primi, ai cittadini immigrati che entrano nel Paese regolarmente e, quindi, a coloro che rispettano le condizioni. Pag. 27
Pertanto, è doveroso rispettare le esigenze di un vivere sociale e civile adeguato alle nostre necessità sia per i nostri cittadini, sia per chi proviene da altri Paesi ed entra nel nostro rispettando i nostri dettami. Per questo, è necessario arginare il fenomeno della clandestinità, altrimenti si produce anarchia, ed è ciò che non vogliamo.
La mozione che ha sottoscritto il gruppo della Lega Nord impegna il Governo su due o tre passaggi che è giusto ricordare, perché sono impegni animati solo dal buonsenso. A nostro avviso, anche per l'opposizione è difficile votare contro tali intenzioni.
Chiediamo al Governo di contrastare con determinazione ogni forma di immigrazione clandestina con lo scopo di attuare politiche attive capaci di contemperare i diritti dei popoli migranti con i diritti dei popoli residenti. Tale impegno manca nelle mozioni proposte dall'opposizione, che vive di diritti, ma non richiede i doveri.
Chiediamo, ancora, al Governo di proseguire nell'azione di difesa e garanzia dei necessari livelli di sicurezza nel nostro Paese, contrastando a questo fine l'immigrazione clandestina e promuovendo l'immigrazione legale.
Inoltre, si impegna il Governo ad intervenire nei confronti dell'Unione europea, affinché si definisca una politica comune di gestione e controllo dei flussi migratori a difesa degli equilibri sociali ed economici delle popolazioni europee, ed affinché l'Europa possa diventare la meta di un'immigrazione effettivamente sostenibile.
Le altre mozioni ignorano questi aspetti ed è questa la differenza rispetto a chi si sta dando da fare per governare questo problema, fornendo risposte ai cittadini nostri e a quelli che accogliamo in base a delle regole. Tale differenza è colta, ovviamente, anche dai cittadini elettori che premiano gli intenti e gli atti concreti che ci distinguono.
A proposito di alcune norme che abbiamo approvato nei cosiddetti pacchetti sicurezza, vi ricordo alcune regole che l'Unione europea sta introducendo per arginare il fenomeno della clandestinità. Ne ricordo solo alcune: l'introduzione del reato di clandestinità, che - guarda caso - già esiste in Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna e che è stata osteggiata dalla nostra magistratura (non si sa per quali motivi non succede altrettanto negli altri Paesi occidentali basati sulla democrazia partecipata); al fine di poter effettuare i controlli, abbiamo esteso la possibilità di trattenimento nei centri di identificazione a sei mesi, quando nella maggior parte dei Paesi europei si arriva a diciotto e anche a questo riguardo siamo stati sottoposti a critiche; abbiamo cercato di capire il fenomeno della clandestinità istituendo un registro dei cittadini senza documenti e senza dimora; si è agito sulle generalità al fine dell'efficienza dei controlli, per evitare che ogni volta che qualcuno viene fermato - magari perché è un delinquente abituale - non cambi nome e cognome per usufruire dei benefici di legge, come succedeva in passato. Al riguardo voglio anche ricordare quanto siamo stati criticati quando chiedevamo le fotografie e le impronte digitali per avere la certezza dell'identità della persona con la quale si doveva interloquire. Guarda caso, poco tempo fa l'Unione europea ha adottato un regolamento con il quale, per le stesse esigenze che avevamo noi, si impongono impronte e fotografie a chi entra nell'Unione europea, compresi i bambini che hanno più di sei anni; lo si fa per tutelarli, che è quanto l'opposizione qui non ha capito o ha travisato giusto per continuare a fare un'opposizione assolutamente sterile e non compresa dai nostri cittadini elettori.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Luciano Dussin.

LUCIANO DUSSIN. Concludo, signor Presidente. Si tratta, quindi, di una serie di norme volta a tali esigenze.
Altra questione importantissima è la verifica sui richiedenti asilo. È inutile che attraverso le mozioni si chieda di far entrare tutti per poi verificare se hanno i Pag. 28requisiti per l'asilo, perché questo vuol dire aprire le porte a tre quarti dell'umanità che a casa propria non gode dei diritti e dei principi fondamentali che la Costituzione italiana garantisce ai cittadini italiani.
In conclusione, un conto è fare filosofia e sperare di vivere nel migliore dei mondi possibili, un conto è invece misurarsi con la realtà e per questo motivo abbiamo condiviso la relazione del Governo e annuncio che il nostro voto sarà favorevole solo alla mozione da noi presentata (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire dopo aver sentito la lunga e preoccupante relazione del Governo e devo dire anche il più breve, ma altrettanto preoccupante intervento dell'onorevole Luciano Dussin, della Lega Nord.
Sono veramente esterrefatto, perché di fronte a valori come la vita, l'accoglienza e il rispetto dei diritti fondamentali il Governo oggi ha risposto con un approccio contabile e ragionieristico, contando quanti non sono più a Lampedusa e senza dire quanti sono stati portati a Porto Empedocle o in altri centri. È qualcosa che da italiano mi fa vergognare.
Con il vostro approccio xenofobo ci state facendo mettere all'indice nelle sedi europee e internazionali. Vorreste accompagnare i respingimenti di massa all'esterno all'espulsione di massa all'interno.
Le operazioni che permettete e state facendo nel Mediterraneo, accanto a iniziative vergognose come quella chiamata White Christmas, fanno dell'Italia un Paese che è messo all'indice in tutte le sedi europee e internazionali. Cosa è, se non xenofobia e razzismo, fare finta che i diritti fondamentali nel Mediterraneo non siano violati? Che cos'è, se non xenofobia e razzismo, il negare lo scuolabus o la mensa a figli di immigrati marocchini che oggi sono senza lavoro? È il quadro generale ad essere preoccupante. Tra l'altro, voi della maggioranza siete sempre più divisi sull'immigrazione e continuate ad appaltarla per intero alla Lega Nord.
Abbiamo sentito dall'onorevole Luciano Dussin qual è l'approccio della Lega Nord in materia. Addirittura oggi si è tirata fuori la questione dei doveri quando si parla di diritto d'asilo. Onorevole Luciano Dussin, in questo caso il dovere di cui si parla è il dovere di uno Stato democratico di verificare almeno se vi sono dei rifugiati che hanno il diritto di chiedere asilo. È questo il dovere di cui parliamo oggi ed è questo il dovere cui l'Italia sta venendo meno.
Quello che ha detto il Governo è tanto insoddisfacente - lo ripeto - quanto preoccupante. Perché? Innanzitutto il Governo non ha ricordato che sta applicando il codice frontiere Schengen. Tuttavia, questo prevede l'obbligo di rispettare la Convenzione di Ginevra sui rifugiati, cosa che non è avvenuta - e il Governo non è riuscito a dimostrarlo in un lungo intervento di 50 minuti - nelle operazioni nel Mediterraneo. Non ha ricordato che il principio invocato non so quante volte nel suo intervento, almeno cinque o sei, del non-refoulement è una norma consuetudinaria che ormai si applica anche nelle acque internazionali. Non basta dire, caro rappresentante del Governo, che nelle acque territoriali italiane l'avete rispettata - cosa peraltro tutta da verificare - perché abbiamo ormai il dovere, a causa di norme consuetudinarie, di rispettarla anche nelle acque internazionali e anche in quella parte di mare che ci divide dalla Libia. Su questo punto non avete dato alcuna spiegazione soddisfacente.
Perché riteniamo e continuiamo a pensare, anche dopo l'intervento del Governo, che le norme europee e internazionali continuano ad essere violate? Perché c'è un particolare, che lei non ha ricordato, sui primi respingimenti a maggio. Quei respinti sono saliti sulle navi italiane, caro rappresentante del Governo. Quando si sale su una nave italiana, anche in acque Pag. 29internazionali, siamo in territorio italiano e vanno verificati tutti i requisiti e anche se vi siano dei richiedenti asilo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non lo avete fatto! Non lo avete fatto e li avete riportati in Libia.
A proposito di uno dei Consigli europei a cui si faceva riferimento, lei si è dimenticato di dire una cosa. In quell'ultimo Consiglio europeo in cui si è parlato di immigrazione l'Alto rappresentante dell'ONU per i rifugiati Guterres ha definito terrificanti...

NITTO FRANCESCO PALMA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Non è vero!

SANDRO GOZI. Come no! Legga le agenzie di stampa. Ha definito terrificanti le condizioni dei centri in Libia. Avete chiesto all'ambasciatore Trupiano di verificare quei centri da allora? Lo avete chiesto? Se non lo avete fatto state violando l'Accordo internazionale.
Lei ha ben ricordato gli articoli che ci legano alla Libia ma non ha ricordato una cosa, che anche il rispetto dei principi fondamentali è una norma consuetudinaria. Se, quindi, abbiamo dei sospetti che la parte contraente libica abbia violato quei principi fondamentali e anche se la Libia non ha aderito alla Convenzione di Ginevra - ma sarebbe sufficiente la Carta africana - voi del Governo avete l'obbligo di denunciare unilateralmente quell'accordo e di verificare se vi sono le condizioni per denunciarlo unilateralmente. Non lo avete fatto perché non volete farlo, perché vi nascondete dietro delle dichiarazioni politiche che non servono a nulla e che, tra l'altro, vanno nella direzione opposta a quella che lei ha ricordato.
Il Patto sull'immigrazione costituisce un passo indietro - e non uno in avanti - sulla politica del diritto d'asilo europeo. Mentre prima i programmi de l'Aja e di Tampere affermavano che entro il 2012 si deve avere un sistema integrato e comune del diritto d'asilo, quel Patto sull'immigrazione, voluto da Sarkozy per ragioni interne e che voi, per ragioni a noi ignote, avete accettato, afferma semplicemente che dobbiamo procedere verso una convergenza delle procedure in materia d'asilo. Non è questo che ci aspettiamo da un Governo democratico né da un Governo che vuole farsi rispettare a livello internazionale.
Lei non solo non ha risposto ai punti molto precisi della mozione Soro ed altri n. 1-00260, ma ci ha fornito ulteriori motivi di seria preoccupazione per una politica del Governo che viola i diritti fondamentali e che asseconda le politiche xenofobe e che crea, anche all'interno della società italiana, gli elementi per scontri sociali e tensioni di cui voi siete responsabili.
Infatti, sono dieci anni che le norme che fate in materia di immigrazione vigono in Italia e se da dieci, o quindici anni, con le vostre norme sull'immigrazione, continuiamo ad avere problemi a livello di sicurezza, volete capire che è il vostro approccio ad essere sbagliato? Volete capire che è inutile che voi diciate che è la sinistra che vuole spalancare le porte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SANDRO GOZI. Voi, con le vostre leggi e con le vostre azioni xenofobe, siete responsabili di questa situazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.

MATTEO MECACCI. Signor Presidente, non è la prima volta che accade in questo Parlamento, ma credo che oggi il Governo si sia assunto una responsabilità - con la relazione che abbiamo ascoltato del sottosegretario - di raccontare delle falsità e di raccontare una favola a questo Parlamento.
Il sottosegretario ci ha detto che negli intercettamenti che ci sono stati nel corso di questi mesi nel Mediterraneo non c'è stato un solo individuo che abbia chiesto Pag. 30il diritto d'asilo nel nostro Paese. Ora, signor sottosegretario, secondo i dati che il suo Ministero fornisce, nel 2008, dei 36 mila cittadini di altri Paesi che sono sbarcati sulle nostre coste, circa il 75 per cento ha fatto domanda di asilo. Lei ci vuole raccontare che delle oltre 800 persone che avete intercettato nessuna ha chiesto il diritto d'asilo nel nostro Paese? Questa è una falsità, signor sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È una falsità con la quale cercate di coprire quella che sarebbe una vera e propria responsabilità penale che mettete in capo ai rappresentanti delle nostre istituzioni che mandate a fare queste operazioni, che sono illegali. Queste persone dovrebbero essere sottoposte alla giurisdizione del nostro Paese, non di un altro, ossia di un Paese democratico che rispetta il principio del diritto di asilo sancito dall'articolo 10 della Costituzione italiana, oltre che dalle norme internazionali.
Questo è già accaduto in Commissione; rispetto ad atti di sindacato ispettivo il Ministero dell'interno continua a rispondere in questo modo. Credo che questo non sia accettabile per un Paese democratico e spero che ci siano anche dei colleghi della maggioranza che si rendano conto che quello che è stato fatto nei mesi scorsi con la ratifica del Trattato Italia-Libia ha costituito la premessa giuridica e politica per la realizzazione delle attività di respingimento.
Queste ultime sono state definite illegittime non dall'opposizione in Italia, bensì dall'Alto commissario ONU per i diritti umani, dall'Alto commissario ONU per i rifugiati, dal rappresentante del Consiglio d'Europa per i diritti umani, da decine e decine di organizzazioni che si occupano del rispetto del diritto umanitario internazionale e che hanno visto nel comportamento del Governo italiano delle chiarissime analogie con comportamenti nei confronti di rifugiati che (per fare solo un esempio) la Cina effettua nei confronti di rifugiati che scappano dalla Corea del Nord.
Infatti, questi rifugiati vengono presi sul territorio cinese, vengono riportati in Corea del nord e lì, come in Libia, non c'è nessuna presenza di monitoraggio internazionale della UNHCR, ossia dell'unica organizzazione internazionale che può verificare l'applicazione e il rispetto della Convenzione ONU sui rifugiati.
Allora, però, per comprendere quello che accade oggi, occorre fare un passo indietro e capire come siamo arrivati all'approvazione di questo Trattato Italia-Libia che, lo ripeto, è stata la premessa per queste attività illegali. L'attività di ostruzionismo parlamentare che in quella occasione in Parlamento, come delegazione radicale, abbiamo portato avanti con una parte dell'opposizione - mi rammarico del fatto che non tutta l'opposizione abbia votato contro quel Trattato - poneva esattamente questa questione.
Ci siamo apprestati a regalare 200 milioni di euro l'anno a Gheddafi e non abbiamo chiesto quello che tutte le organizzazioni internazionali e tutti gli Stati democratici fanno, quando stipulano accordi di cooperazione, ossia l'adeguamento agli standard internazionali che il nostro Paese applica o dovrebbe applicare, come non è invece avvenuto in questo caso.
Quindi, francamente ci sembra inappropriato che il Governo continui su questa strada. Sono positive le richieste che vengono dai gruppi dell'opposizione di mutare questo tipo di atteggiamento, ma credo che occorra fare di più: chiarire che esiste una politica estera del Governo che ormai si va delineando in uno shopping sfrenato in giro per il mondo a fianco ai dittatori di ogni genere e sorta. C'è una politica estera che mette il nostro Paese al di fuori delle istituzioni internazionali e dell'Unione europea.
Consentitemi anche di dire che, se poi si fanno candidature a importanti posizioni all'interno dell'Unione europea o di altre organizzazioni internazionali, come le Nazioni unite, e si parla di politica estera, se essa è contraria al diritto internazionale, se la scorsa settimana in occasione dell'arrivo in Italia del Dalai Lama (ricevuto in questa Camera) nemmeno un Pag. 31usciere di Palazzo Chigi o della Farnesina si degna di andare a parlarci, se questa è la politica estera che vogliamo portare in Europa e nel mondo, forse è il caso che certe candidature non abbiano il sostegno da parte delle organizzazioni internazionali ed europee (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, il tema dei respingimenti in mare, come abbiamo colto da questo dibattito, almeno da alcuni interventi, è uno dei più problematici e drammatici al centro delle problematiche complessive dell'immigrazione. Il Governo propone di cambiare nome al termine «respingimenti». Il sottosegretario Nitto Palma ha detto di non parlare più di «respingimenti», ma di «riconsegne al paese di provenienza». Ciò ha suscitato la giusta indignazione dell'onorevole Pezzotta, perché sono state citate anche fonti internazionali (la Convenzione dell'ONU) e si è parlato della schiavitù. Noi, di fronte a questi barconi di disperati, apprendiamo dal Governo che si fa un'opera meritoria di salvaguardia e di salvataggio, dal momento che si impacchetta il tutto, si guardano gli scafisti che sono dei delinquenti e non si tiene conto delle altre persone su questi scafi, dei disperati del mare e si parla addirittura che c'è il sospetto di ricondurli perché ci potrebbero essere operazioni di riconduzione in schiavitù. Credo che noi dobbiamo riflettere attentamente sul fondamento di questo indirizzo politico del quale chiediamo la verifica con queste mozioni.
Questo è un indirizzo politico realmente «clandestino». Se voi guardate le fonti di tale indirizzo politico, mai discusso prima d'ora in Parlamento, c'è chi lo fa risalire al Trattato con la Libia, laddove però non si parla di respingimenti e di riconsegne, ma di «pattugliamento congiunto». C'è sostanzialmente qualche accordo che viene citato, ma che non viene meglio evidenziato (Protocollo Maroni del febbraio 2009). Uno degli indirizzi più drammatici che caratterizzano la politica di questo Governo è, dunque, senza un fondamento preciso.
Intanto, cominciamo con il contestare i dati. Secondo il rapporto Caritas-Migrantes del 2009 (lo ha citato ora Mecacci), nel 2008 ci sono state 36.950 persone sbarcate sulle coste italiane. Quelli sono i dati corretti di riferimento: nel 2009 i dati sono ovviamente deformati da questa politica dei respingimenti collettivi. Tale numero, dice la Caritas, rappresenta circa il 10 per cento degli arrivi irregolari nel nostro Paese. Coloro che raggiungono l'Italia via mare non sono i cosiddetti «migranti economici», bensì persone costrette a fuggire per persecuzioni, violenze o guerre. In altre parole è più probabile che a fare richiesta di asilo e protezione sussidiaria sia un immigrato sbarcato a Lampedusa che non un immigrato che si trova in Italia con un visto turistico scaduto, tant'è vero che la Caritas parla del canale di Sicilia come «rotta dell'asilo» e, secondo i dati citati, il 70-75 per cento delle persone che sbarcano in questo modo chiedono asilo.
Ora vediamo i dati sui respingimenti di massa: 834 persone, 8 operazioni tra il mese di maggio e il mese di agosto, con il mare prevalentemente calmo e in condizioni relativamente tranquille. In questi respingimenti di massa ci sono donne incinte, bambini, ci sono persone che provengono da Paesi quali l'Eritrea dove sono negati i diritti fondamentali. Questo indirizzo politico che voi cercate di camuffare con la politica delle riconsegne - un termine che si adatta meglio ai pacchi che non alle persone - è sostanzialmente di dubbio fondamento, come hanno ricordato i colleghi Touadi, Gozi, Pezzotta e ora Mecacci. Non è fondato sul Trattato con la Libia, perché se lì fosse fondato questo indirizzo che contrasta con principi internazionali e costituzionali sarebbe profondamente illegittimo.
Noi vogliamo ricordare quelle operazioni, come ha fatto l'onorevole Pezzotta con quell'immagine straordinaria che ha identificato il crocifisso in quelle persone Pag. 32respinte in mare. Guardate questa foto (mostra una fotografia) che da sola dice più di tante cose, è pubblicata da Paris Match: è la foto di un migrante in ginocchio, lo guardi Ministro, di fronte ad un operatore della Marina militare con i guanti di lattice per evitare il contagio, mentre implora qualcosa. Anche questo è stato tenuto presente al fine del non riconoscimento dell'asilo?

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

ROBERTO ZACCARIA. Voglio dirvi che state facendo una politica di cui non avete neanche il coraggio di assumervi la responsabilità, perché ne cambiate perfino la denominazione. Penso che le stesse nostre Forze armate mostrano segni evidenti di preoccupazione per una politica di respingimenti indiscriminati in palese contrasto con le nostre tradizioni e con i nostri principi costituzionali, e non solo per le iniziative giudiziali che hanno investito la Corte di Strasburgo (ventiquattro di queste persone sono ricorse a quel giudice). Ma non sottovalutate il dato che citava l'onorevole Pezzotta: un'agenzia di stampa dice che il 21 novembre un barcone con circa 80 immigrati era diretto verso le acque italiane, al largo di Lampedusa, ed è stato respinto da autorità libiche e maltesi; la capitaneria di porto ha ricevuto la segnalazione, come citava l'onorevole Pezzotta, che è stata girata alle autorità competenti.
Abbiamo la sensazione che sia iniziata una nuova fase: le autorità militari italiane vengono tenute in disparte e il lavoro sporco viene fatto fare alla Libia. Anche questo forse è oggetto di una monetizzazione, quella di cui avete parlato? Dobbiamo costruire qualcosa, questo tema si inquadra in un contesto di fortissima drammatizzazione dei temi della sicurezza che impedisce di affrontare razionalmente la questione, ma immette costantemente nel ragionamento elementi di carattere emotivo, diciamo pure propagandistico. In questo anno e mezzo si sono susseguiti numerosi provvedimenti normativi, spesso gridati e accompagnati da parole d'ordine sommarie: il reato, le aggravanti, le ronde, il prolungamento di permanenza nei CIE, i medici-spia, i presidi-spia ed ora anche i cittadini-spia con il progetto White Christmas.
Non si è cercato in alcun modo di definire una politica organica, non si è voluto affrontare la revisione del Testo unico sull'immigrazione, sul quale saremmo stati disposti a riflettere e a collaborare. Si poteva discutere di come rendere più incisivi gli strumenti di contrasto all'immigrazione irregolare, si poteva chiarire quali fossero i principi di accoglienza e di integrazione, arrivando anche a definire regole più aggiornate in tema di cittadinanza. Vi ricordo che abbiamo 4 milioni di regolari e quarantamila cittadinanze all'anno: ci vorranno cent'anni per dare la cittadinanza a tutte queste persone!
Nessuna intenzione da parte vostra di rivedere il documento programmatico sull'immigrazione, nessuna intenzione di discutere seriamente sui flussi; solo provvedimenti di emergenza! Anche quando sono state disposte sanatorie - lo dico a chi lo ha negato - per colf e badanti, si sono circondate di mille limitazioni e sono rimaste fuori intere categorie di lavoratori.
Vi era la paura di ondate incontrollate e incontrollabili e invece i numeri sono stati molto più bassi. La nostra linea, la linea che noi proponiamo è questa: porre fine ai respingimenti collettivi in mare, contrari alla Costituzione e al diritto internazionale; chiarire che questi respingimenti non possono essere parte, accessorio, di una politica di pattugliamento; chiarire che questo tipo di respingimenti...

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, non sarebbe meglio se il sottosegretario facesse finta di ascoltare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Colleghi...

FURIO COLOMBO. Tiene salotto invece di ascoltare, in disprezzo del Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti del sottosegretario Nitto Francesco Palma)!

Pag. 33

PRESIDENTE. Prego, onorevole Zaccaria, prosegua.

FURIO COLOMBO. La prego, Presidente!

ROBERTO ZACCARIA. Chiarire...

FURIO COLOMBO. Collega Zaccaria, ti pregherei di smetterla, finché non ascolta!

ANTONELLO SORO. Presidente! Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Soro, non ho capito, deve interrompere il suo collega? Consenta al suo collega di concludere e poi interviene. Colleghi, per cortesia, volete sgombrare l'emiciclo?

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, il sottosegretario prima si è lamentato perché c'erano quattro persone, mentre adesso c'è un comizio!

PRESIDENTE. Prego, onorevole Zaccaria, prosegua pure.

ROBERTO ZACCARIA. Chiarire che questo tipo di respingimenti non può ricollegarsi ad alcun accordo internazionale, perché, se così fosse, sarebbe radicalmente inaccettabile; assicurare in ogni caso procedure di asilo eque e garantite, (che non hanno avuto le persone che sono rappresentate da quell'immagine implorante davanti alle autorità italiane); intervenire con procedure individuali e rispettose dei diritti fondamentali richiamati; non demandare in alcun caso né in alcun modo questi respingimenti a Stati che non rispettino i principi internazionali e costituzionali ai quali siamo tenuti; in sostanza, affrontare tutta la materia dell'immigrazione in un quadro più organico e bilanciato di diritti e di doveri.
Sicurezza ed accoglienza - e concludo qui - sono le nostre parole d'ordine. Non vogliamo, soprattutto in questa materia, qualcosa che, sia pure lontanamente, assomigli ad un Governo della paura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Boniver. Colleghi, vi prego, vi sembra possibile che si parli in queste condizioni? Prego, onorevole Boniver, ha facoltà di parlare.

MARGHERITA BONIVER. Signor Presidente, onorevoli colleghi, responsabilità! Questa è la parola chiave che dobbiamo tenere in mente quando si parla di immigrazione, di integrazione, di contrasto all'immigrazione clandestina, degli obblighi internazionali in materia umanitaria.
Responsabilità, innanzitutto, nel considerare il fenomeno dell'immigrazione razionalmente, ovvero nell'ottica del nostro interesse nazionale. Dobbiamo chiederci: l'immigrazione ci è utile?
La risposta ovvia è che l'immigrazione è addirittura indispensabile non solo da un punto di vista economico, che non è poca cosa, non solo dal punto di vista demografico (da questo punto di vista è addirittura necessaria), non solo dal punto di vista sociale (basti pensare al fenomeno sempre più esteso della cura dei nostri anziani), ma anche da un punto di vista di responsabilità umana.
Cinque milioni di immigrati extracomunitari che risiedono in Italia testimoniano la capacità di accoglienza del nostro Paese. Questa mozione tratta dei respingimenti, che più correttamente andrebbero chiamati riaccompagnamenti di flussi di immigrati illegali provenienti prevalentemente dai porti libici, che hanno rappresentato negli anni passati un fenomeno in crescita di difficile gestione, che gravavano sulle coste meridionali italiane e che hanno, purtroppo, causato la morte di centinaia e centinaia di disperati, che hanno trovato la loro fine nel Mar Mediterraneo.
Il fenomeno è stato grandemente diminuito, addirittura del 90 per cento, grazie ad una politica efficace, tenace e positiva, che trova le sue radici nella lunga trattativa condotta da diversi Governi italiani con la Libia, che è sfociata l'anno scorso nella Pag. 34ratifica dello storico Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione firmato a Bengasi, e ratificato nel febbraio di quest'anno.
Ma la questione libica va considerata anche sotto il profilo geografico: la Libia è grande sei volte l'Italia, ed è popolata da circa 6 milioni di cittadini libici. A questi si devono aggiungere circa un milione e mezzo di stranieri, affluiti nel Paese africano dai Paesi confinanti prevalentemente per motivi economici, mentre altri chiedono ad esso un passaggio illegale e criminale verso le coste europee: una cifra quindi notevolissima, se paragonata con i 6 milioni di abitanti libici.
La politica di riaccompagnamento non inizia propriamente con il Trattato di Bengasi, ma origina da un Accordo firmato dall'allora Ministro degli esteri, Dini, e dal suo omologo libico Shalgam: si trattava di un accordo ampio, che non riguardava solo l'immigrazione clandestina, ma anche la collaborazione nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata ed al traffico illegale della droga. Prosegue nel febbraio 2005 quando fu emanato un documento, sottoscritto dall'allora Ministro dell'interno Pisanu, e si arriva a dicembre 2007, quando venne firmato un altro accordo dall'allora Ministro dell'interno, Amato, e sempre dal collega libico Shalgam. Si tratta di un Protocollo ancora più dettagliato perché riguarda la cooperazione nella lotta contro le organizzazioni criminali, il traffico degli esseri umani e lo sfruttamento dell'immigrazione clandestina.
Si parla per la prima volta di pattugliamenti marittimi: grazie a sei unità navali cedute dall'Italia si cominciano le operazioni di controllo e di ricerca, di salvataggio delle imbarcazioni degli immigrati clandestini, sia in acque libiche che in quelle internazionali. Si arriva, infine, all'Accordo firmato dal Ministro Maroni il 4 gennaio di quest'anno, che meglio ancora definisce l'organizzazione dei pattugliamenti con equipaggi congiunti, di cui sono evidenti la finalità e l'utilità.
Qualche cifra relativa agli sbarchi: nel 2004, 16.594 immigrati arrivati in Italia dalla Libia; nel 2005, 22.824; nel 2006, 21.400. È interessante notare che nel 2004, di tutti questi sbarchi, più del 50 per cento erano di nazionalità egiziana; nel 2006, invece, la prima nazionalità, con oltre 8 mila arrivi, è marocchina: è ovvio che una volta chiusa la via di sfogo di Ceuta e Melilla i flussi avevano trovato un nuovo percorso.
Nel 2007 vi è un calo, con 16.875 unità, dovuto all'attività di sorveglianza da parte libica. Nel 2008 un nuovo picco, con 34.550 arrivi; nel 2008 si osserva che la prima nazionalità di arrivi era tunisina. Nel 2009, dopo l'entrata in vigore delle nuove procedure di controllo, fino al 25 settembre di quest'anno gli sbarchi sono stati 7.818; nella fattispecie, i riaccompagnamenti dal 6 maggio al 7 settembre sono stati 1.005 di cui 833 attraverso l'attività congiunta libico-italiana, e 172 hanno riguardato persone prese e riportate in Libia dagli stessi libici.
L'efficacia di queste iniziative è evidente, anche se sono state ingiustamente criticate molto spesso in modo del tutto strumentale e autolesionistico suscitando le critiche anche aspre attribuite, quasi sempre erroneamente, ad istanze europee ed internazionali sollecitate dall'opposizione in missione internazionale denigratoria a tempo pieno.
Addirittura, nel mese di agosto, dopo la tragica vicenda del gommone a bordo del quale i cinque cittadini eritrei sopravvissuti sono stati tratti in salvo e portati negli ospedali palermitani, si è urlato alla violazione del trattato internazionale.
Non entro in questa sede nelle difficoltà evidenti delle missioni di ricerca e soccorso spesso oggetto di irrigidimento da parte di altre nazioni mediterranee che hanno effettivamente ostacolato, in alcune occasioni, l'immediato e doveroso soccorso dei naufraghi che sono stati portati in salvo dalle nostre motovedette. È del tutto evidente la necessità della piena osservanza della Convenzione di Ginevra del 1951 e delle difficoltà, che non ci nascondiamo, che in taluni casi questo comporta, dal momento che la Libia non l'ha sottoscritta anche se essa è parte della Convenzione sui diritti dei rifugiati dell'allora Organizzazione dell'Unità africana. Pag. 35
Esistono, come è stato illustrato dal Governo, a Tripoli uffici dell'UNHCR, dell'OIM, del Labour migration che sono stati finanziati e supportati dal Governo italiano in ogni sua fase, ed è ancora più importante che abbiano messo in atto protocolli di reinsediamento in Italia di cittadini eritrei che si trovavano in Libia.
La responsabilità esiste anche di fronte alle esigenze di sicurezza dei cittadini italiani e questa responsabilità credo che sia stata fatta propria dall'intero Governo e il Presidente del Consiglio, il Ministro degli esteri e il Ministro dell'interno hanno sempre dimostrato una grande capacità di sollecitare le istituzioni europee, stringendo accordi quadro con nazioni quali Cipro, Malta, Grecia e Spagna che hanno e continuano ad avere problemi analoghi al nostro riguardo al respingimento di flussi di immigrati clandestini.
Vorrei concludere parlando anche della corresponsabilità che è questa volta esclusivamente europea...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Boniver.

MARGHERITA BONIVER. ...che riguarda il rafforzamento di Frontex, il rimpatrio con voli europei, i rimpatri assistiti, gli accordi di riammissione finalmente europei e non soltanto bilaterali e soprattutto quella condivisione degli oneri dei richiedenti asilo che in questo momento gravano soprattutto sui Paesi piccoli e piccolissimi della sponda sud mediterranea (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Soro ed altri n. 1-00260, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Castagnetti, Grassi, Lo Monte, Di Pietro, Pecorella, Tanoni...per cortesia, ancora un attimo perché il collega Di Pietro non riesce a votare...onorevoli Crimi, Pionati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 518
Astenuti 3
Maggioranza 260
Hanno votato
251
Hanno votato
no 267).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Di Pietro ed altri n. 1-00230, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Cesario, Antonione, Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 517
Astenuti 3
Maggioranza 259
Hanno votato
251
Hanno votato
no 266).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pezzotta ed altri n. 1-00266, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione. Pag. 36
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Mazzuca, Moffa, Armosino, Girlanda, Vico, Zinzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 518
Votanti 513
Astenuti 5
Maggioranza 257
Hanno votato
250
Hanno votato
no 263).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cicchitto, Cota, Lo Monte ed altri n. 1-00275, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Franzoso, Girlanda, Zinzi, Mondello, Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 517
Astenuti 3
Maggioranza 259
Hanno votato
267
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che il deputato Genovese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Mecacci ed altri n. 6-00035, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Consolo, Cicchitto, Lunardi, Girlanda, Zinzi, Vico, Cenni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 515
Astenuti 6
Maggioranza 258
Hanno votato
251
Hanno votato
no 264).

Sull'ordine dei lavori (ore 17,05).

PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, intendo porre a lei, e all'Assemblea, una delicata questione che attiene ai nostri lavori di queste settimane. È già aperta la sessione di bilancio, le Commissioni competenti sono impegnate con gli emendamenti, e il termine per la presentazione degli stessi alla Commissione bilancio scade venerdì prossimo alle ore 12. Il presidente della Commissione bilancio, onorevole Giorgetti, nella seduta del 19 novembre, ha illustrato i criteri di valutazione dell'ammissibilità delle proposte emendative, facendo presente che tali criteri sono stati preventivamente illustrati al Presidente della Camera e con lui condivisi, ed ha rammentato che, stante la normativa vigente, la legge finanziaria non può contenere disposizioni finalizzate direttamente al sostegno e al rilancio, dell'economia, nonché di carattere ordinamentale, microsettoriale e localistico.
Rispetto al disegno di legge finanziaria per il 2010 presentato dal Governo al Senato, dopo la discussione in Aula, i commi sono più che raddoppiati. Questo ha fatto dire al presidente Giorgetti che il testo del Senato reca talune disposizioni nuove che non appaiono riconducibili al contenuto proprio della legge finanziaria quale precedentemente descritto e come definito dalle disposizioni di legge vigenti. Lo stesso Servizio studi della Camera ha rilevato che delle 27 norme nuove introdotte Pag. 37al Senato, a nove non sono ascritti effetti sui saldi di finanza pubblica, diciassette non sono considerate dalla relazione tecnica, una è priva persino di relazione tecnica, mentre per altre tre la relazione non aggiunge nulla al contenuto della norma. Ma ecco il punto: concludendo il suo intervento, il presidente Giorgetti ha fatto presente quali saranno, qui alla Camera, i criteri di valutazione ai fini dell'ammissibilità, riprendendo ovviamente l'interpretazione più rigorosa sopra accennata. Non posso non rilevare, signor Presidente, la palese contraddizione tra l'interpretazione rigorosa, e formalmente corretta, che il presidente Giorgetti ha presentato e quanto è accaduto al Senato. Possiamo dire in sostanza che ai deputati non sarà concesso di presentare emendamenti, o di fare proposte, dello stesso tenore di quanto è stato consentito ai senatori. O meglio, possiamo dire che al Senato si può derogare rispetto all'obiettività dei criteri. Ricordo che l'obiettività dei criteri è una garanzia per la maggioranza e per l'opposizione al contrario, invece, di una visione più lasca e soggettiva. La conclusione di questo fatto è che risulta chiara la limitazione delle possibilità di intervento nel procedimento legislativo della Camera dei deputati rispetto a quella del Senato. Non è un tema nuovo; già nella scorsa legislatura fu affrontato dalla Giunta per il Regolamento il tema dell'ammissibilità degli emendamenti dei disegni di legge di conversione. Ma vi è di più, il Presidente della Camera il 28 febbraio 2007 ha rilevato, in questa condizione di oggettiva disparità, una menomazione del diritto-dovere di piena rappresentanza del popolo da parte del singolo deputato rispetto al rappresentante dello stesso popolo presso l'altro ramo del Parlamento. Da tale situazione deriva un problema rilevante in termini di disparità del potere emendativo dei due rami del Parlamento, con conseguenti riflessi negativi sull'esercizio della rappresentanza da parte dei deputati e sullo stesso principio del bicameralismo perfetto.
Signor Presidente, non vi è nessuna competizione, né mettiamo in discussione l'autonomia delle singole Camere, però risulta del tutto evidente l'urgenza e la necessità, attraverso le strade che la Presidenza riterrà opportune, di affrontare questo tema e di giungere ad un chiarimento, anche alla luce della riforma di contabilità e di finanza pubblica recentemente approvata in quest'Aula.
È per questi motivi - molto seri, signor Presidente - che ho voluto porre oggi alla sua attenzione, ma anche a quella di tutta l'Assemblea, non un tema astratto, ma un tema che avrà nei prossimi giorni conseguenze. Questa anomalia potrà determinare in maniera distorta il corso degli eventi e la discussione del disegno di legge finanziaria e di bilancio che ci apprestiamo ad affrontare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Baretta, anzitutto la ringrazio per aver sollevato questo importante e delicato argomento e questo rilievo. Come lei sa, il presidente della V Commissione ha ampiamente illustrato in sede di Commissione - così come risulta dai relativi verbali e resoconti - i criteri di ammissibilità adottati anche alla luce delle modifiche apportate al Senato. Sarà comunque mia cura rappresentare le sue attente riflessioni al Presidente della Camera. Mi limito solo ad osservare che la Presidenza non può sindacare le decisioni adottate dall'altro ramo del Parlamento. Bisogna solo trovare - come dice lei - un momento di equilibrio.

Seguito della discussione delle mozioni Ciocchetti ed altri n. 1-00222, Zazzera ed altri n. 1-00274 e Pescante, Grimoldi, Iannaccone ed altri n. 1-00286 concernenti iniziative a favore delle associazioni sportive che promuovono le formazioni giovanili e per la tutela dei cosiddetti vivai nazionali (ore 17,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Ciocchetti ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione), Zazzera ed altri n. 1-00274 e Pag. 38Pescante, Grimoldi e Iannaccone ed altri n. 1-00286 concernenti iniziative a favore della associazioni sportive che promuovono le formazioni giovanili e per la tutela dei cosiddetti vivai nazionali (Vedi l'allegato A - Mozioni). Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta del 13 novembre 2009, è stata presentata la mozione Pescante, Grimoldi, Iannaccone ed altri n. 1-00286, che verte su identico argomento e che è già stata iscritta all'ordine del giorno.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni.

ROCCO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo ha avuto un ruolo di primo piano nel sostenere il riconoscimento della specificità dello sport in ambito europeo. A tal proposito ha già ratificato con legge parlamentare gli Accordi firmati a Lisbona modificativi dei Trattati che istituiscono le Comunità europee. Una volta divenuti operativi i Trattati di Lisbona, le azioni del Governo italiano (che è già presente nel gruppo di lavoro di supporto alla Commissione europea) saranno rivolte ad una piena e rapida attuazione della specificità per tutti gli aspetti che influiscono sulla pratica sportiva dilettantistica o professionistica, in primo luogo per quanto riguarda la tutela dello sport nazionale ed eventuali benefici in favore dello sport dilettantistico. Il Governo italiano si impegnerà a dare attuazione a quanto previsto dall'articolo 165 del Trattato di Lisbona mediante il quale si riconosce la specificità dello sport in ambito europeo. È previsto infatti lo sviluppo della dimensione europea dello sport attraverso la promozione dell'equità e l'apertura delle competizioni sportive e la cooperazione tra gli organismi responsabili dello sport, la tutela dell'integrità fisica e morale degli sportivi, in particolare dei più giovani tra essi. Al riguardo il Governo italiano ha già sostenuto il disegno di legge bipartisan n. 1813 assegnato alla Commissione Istruzione del Senato. Il testo prevede disposizioni per favorire le società e le associazioni sportive dilettantistiche anche al fine della costruzione e della ristrutturazione dell'impiantistica sportiva. In proposito, pur tenendo conto dell'attuale e non favorevole congiuntura economica, e condividendo l'opportunità di incentivare ulteriormente le associazioni sportive dilettantistiche, soprattutto quelle che investono nella formazione giovanile, ogni decisione in merito all'agevolazione fiscale e tributaria potrà essere presa di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e solo quando il risanamento economico e l'uscita dalla crisi che ha investito tutti i Paesi del mondo saranno avviati verso una soluzione positiva. Pur tuttavia le agevolazioni fiscali e tributarie in favore delle associazioni sportive dilettantistiche, costituite anche sotto forma di società di capitali senza fine di lucro, sono già state previste dalla legge 16 dicembre 1991 n. 398, nonché dall'articolo 90 della legge 27 dicembre 2002 n. 289, e successive modificazioni.
Per il riconoscimento della specificità in ambito sportivo, l'Italia ha sostenuto la necessità di avviare un accordo parziale allargato per lo sport nella compagine del Consiglio d'Europa. Obiettivo dell'accordo parziale allargato per lo sport è rafforzare il coordinamento delle politiche per la diffusione della pratica sportiva al fine di garantire il sistema di governance europeo e di istituire una cooperazione permanente ed istituzionale con la federazione internazionale. Ad oggi 28 Paesi hanno aderito all'accordo oltre ad altri organismi internazionali. L'Italia ha espresso il primo assenso all'avvio del negoziato e alla firma dell'accordo provvedendo ad un'apposita autorizzazione di spesa per consentire di far fronte all'erogazione della quota spettante. È stato quindi presentato uno specifico emendamento alla legge finanziaria per autorizzare il Governo italiano al pagamento del contributo annuale al Pag. 39Consiglio d'Europa per l'attuazione dell'accordo parziale allargato per lo sport adottato a Strasburgo l'11 maggio 2007, pari a 170 mila euro a decorrere dall'anno 2010. Il Governo potrebbe quindi accettare l'impegno a valutare nuovi incentivi fiscali in favore delle associazioni sportive dilettantistiche che promuovono la formazione dei giovani sportivi anche attraverso la creazione di vivai non appena le condizioni economiche del Paese saranno avviate verso una stabilizzazione e ripresa. Sarebbe auspicabile un superamento di quanto previsto dall'articolo 30 del decreto-legge n. 185 del 2008 convertito con modificazioni dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, per quanto riguarda gli adempimenti dovuti dalle associazioni dilettantistiche.
Si aggiunge infine che, pur concordando sulla necessità di limitare gli atleti stranieri nelle squadre, già oggetto di provvedimenti nei precedenti governi Berlusconi, eventuali modifiche ai regolamenti sportivi non sono di competenza del Governo, bensì degli organismi sportivi internazionali sui quali certamente il Governo si impegnerà ad intervenire allo scopo di raggiungere ogni possibile intesa atta a salvaguardare la tutela dei vivai negli sport di squadra.
Il Governo infine si impegnerà a sollecitare il CONI affinché, attraverso la propria funzione di indirizzo e vigilanza sulle federazioni sportive nazionali si pervenga ad una progressiva limitazione della presenza di giocatori extracomunitari nell'ambito degli sport di squadra privilegiando in tal modo la crescita e la tutela dei vivai giovanili nazionali.
In conclusione, considerato che le mozioni proposte impegnano in sostanza il Governo su questioni parzialmente coincidenti e, quindi: a favorire la tutela dei vivai nell'ambito della scuola e del mondo sportivo; ad attivarsi presso l'Unione europea affinché sia possibile trovare una soluzione di compromesso per la libera circolazione di atleti comunitari; a prevedere forme di incentivo anche di tipo fiscale in favore di quelle società o associazioni sportive che investono nelle formazioni giovanili; a sollecitare il CONI a ribadire ed intensificare la propria funzione di direttiva e di vigilanza nei confronti delle federazioni sportive nazionali affinché si pervenga ad un progressivo contenimento dell'utilizzo degli atleti extracomunitari negli sport di squadra, il Governo, pertanto, accetta la mozione Pescante ed altri n. 1-00286 purché sia riformulata sostituendo nelle premesse all'ottavo capoverso le parole «gli sport di squadra» con le parole: «alcuni sport di squadra».

PRESIDENTE. Questo per quanto riguarda la mozione Pescante ed altri n. 1-00286?

ROCCO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Vogliamo riepilogare anche il parere del Governo sulle prime due mozioni presentate, signor sottosegretario?

ROCCO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Non avevo ancora espresso il parere del Governo, signor Presidente. Il Governo accetta la mozione Ciocchetti ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione) limitatamente al primo e al terzo capoverso del dispositivo; mentre accetta il secondo capoverso del dispositivo purché sia riformulato nel senso di premettere le parole «a valutare l'opportunità di». Per quanto riguarda le premesse chiede di espungere i primi due capoversi...

PRESIDENTE. Parliamo sempre della mozione Ciocchetti n. 1-00222 (Nuova formulazione)?

ROCCO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì, signor Presidente. Il Governo esprime parere favorevole sugli altri capoversi delle premesse.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda la mozione Zazzera ed altri n. 1-00274?

Pag. 40

ROCCO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo accetta la mozione Zazzera ed altri n. 1-00274 limitatamente al primo capoverso del dispositivo; mentre accetta il secondo capoverso purché sia riformulato nel senso di sostituire le parole «ad adottare» con le parole «a valutare l'opportunità di adottare».
Per quanto riguarda le premesse, il Governo chiede di espungere l'ultimo capoverso. Sul resto il parere è favorevole.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciocchetti. Ne ha facoltà.

LUCIANO CIOCCHETTI. Signor Presidente e colleghi, credo che complessivamente il parere del Governo abbia preso atto del fatto che la situazione che abbiamo colto presentando la nostra mozione è una situazione reale, vera, è una questione da affrontare, al di là delle considerazioni sui risultati delle nostre rappresentative nazionali nelle ultime olimpiadi e negli ultimi campionati del mondo (non mi riferisco soltanto al calcio, parlo in senso generale). Mi pare quindi che il sottosegretario Crimi abbia colto lo spirito positivo della nostra mozione e non, come avevo sentito invece in sede di dibattito, le critiche anche un po' sgarbate dal punto di vista personale poste dall'onorevole Pescante.
Credo che la questione in esame si incanali in una vicenda che ritengo un Paese debba porsi, perché comunque lo sport svolge nella nostra società un ruolo fondamentale per quanto riguarda i giovani, per quanto riguarda lo sviluppo, per quanto riguarda lo sviluppo psicofisico, per quanto riguarda la possibilità di imparare ed insegnare regole di vita. Lo sport con la «s» maiuscola è questo e lo sport si può fare ed ha un senso se è collegato anche ad un'attività agonistica, ad una possibilità di poter avere opportunità.
Nel nostro Paese, in alcuni sport accade qualcosa di singolare: probabilmente il calcio in questo non è l'esempio peggiore, voglio fare riferimento al basket, in cui ormai giocano soltanto giocatori stranieri e gli italiani, quando va bene, sono al decimo o dodicesimo posto della panchina. Credo che la nazionale di basket italiana non potrà che continuare ad inanellare insuccessi, nell'impossibilità di competere a livello europeo e a livello mondiale. Eppure soltanto fino a poco tempo fa eravamo tra le prime nazionali del mondo.
Si tratta di questioni vere, che non sono barzellette come qualche giornale o qualche articolo di stampa ha riportato negli scorsi giorni, dicendo che sarebbe il caso che il Parlamento si occupasse di cose più importanti. Io credo che sia un fatto importante, perché l'attività sportiva riguarda 22 milioni di praticanti in questo Paese; il prodotto interno lordo che si muove intorno alle attività sportive è un prodotto interno lordo importante e significativo; inoltre, gli interessi dei cittadini sono ampi. Credo che tutelare i vivai e tutelare l'opportunità per i giovani italiani e per tutti gli iscritti provenienti dalle federazioni italiane sia un fatto importante, significativo e di cui questo Parlamento si deve occupare, tant'è che se ne è occupato il Parlamento europeo, con il Trattato di Lisbona; se ne è occupata la Corte di giustizia della Comunità europea, quando il 15 dicembre 1995, attraverso la cosiddetta sentenza Bosman, provocò quello che in qualche modo poi è il fenomeno di fronte al quale oggi ci troviamo, per cui la libera circolazione dei lavoratori della Comunità ha aperto anche nello sport l'impossibilità per gli Stati membri di porre limiti alla possibilità di tesseramento ed alla possibilità di far giocare come titolari durante lo svolgimento degli eventi e delle partite dei vari campionati. Si tratta di porre dei limiti.
Oggi ci aiuta il testo dell'articolo 2, punto 124, del Trattato di Lisbona, ratificato dal nostro Paese con la legge n. 130 Pag. 41del 2008, che stabilisce che «l'Unione contribuisce alla promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale ed educativa».
Credo che dobbiamo lavorare intorno alla cornice stabilita dal Trattato di Lisbona che, per la prima volta, consente, a livello europeo, che anche per lo sport sia possibile riconoscere la propria specificità e, quindi, anche la tutela dei vivai nazionali e delle nostre nazionali. Gli «azzurri» - intesi in senso lato - di tutti gli sport possono essere tutelati riscoprendo anche una logica che consenta ed obblighi le varie leghe dei vari sport - dal calcio, al basket, alla pallavolo, al rugby, alla pallanuoto - a garantire un minimo di giocatori provenienti dalle federazioni italiane e dai vivai delle squadre italiane, che devono necessariamente ed obbligatoriamente essere presenti nel referto dell'arbitro e in quello dello svolgimento della partita.
Da questo punto di vista, il CONI ha assunto, ormai da due, tre anni, una posizione molto chiara: ha previsto un provvedimento, riferito a tutte le federazioni e a tutte le leghe, secondo cui negli sport di squadra, almeno il 50 per cento dei giocatori iscritti nel referto arbitrale siano di formazione italiana, vale a dire si siano formati nell'ambito dei vivai nazionali, a prescindere dalla loro nazionalità. Si tratta di atleti - abbiamo usato termini della FIFA e del CIO, quindi, termini internazionali - cosiddetti local trained, che, quindi, abbiano potuto svolgere un'attività di crescita e di formazione, potendo espletare le proprie capacità tecniche ed agonistiche all'interno dei vivai che si sono svolti sul territorio nazionale. Da questo punto di vista, vogliamo rilanciare anche il made in Italy.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 17,30)

LUCIANO CIOCCHETTI. Vi è la necessità di ristringere un forte collegamento tra le società sportive dilettantistiche - la vera base dello sport italiano - e le centinaia di migliaia di società sportive che vivono sulle risorse, sulla sofferenza e sul più grande volontariato che esiste in questo Paese: quello dei dirigenti sportivi di base, che senza impianti, senza risorse, senza sponsor e senza pubblicità portano avanti questo vivaio immenso e questa opera di volontariato.
Signor sottosegretario, colleghi, se non ricollegheremo questo grande movimento con le società di vertice e con le società professionistiche, distruggeremo uno dei più grandi e più belli modelli dello sport che abbiamo avuto nel mondo. Noi, una piccola nazione, che è riuscita a competere sempre a livello internazionale in sport in cui, probabilmente, avendo un'organizzazione diversa, avremmo avuto difficoltà a competere concretamente. Ci siamo riusciti, ma dobbiamo ricostruire questo rapporto che si è rotto, perché non è possibile dare sbocco ai nostri vivai.
Oggi, vi sono sport che - come dicevo prima - prevedono la presenza in campo di quasi tutti i giocatori provenienti da federazioni straniere. Credo che questo non sia più accettabile e che vi sia bisogno di un pronunciamento dell'Assemblea che consenta di proseguire su una strada che il CONI italiano ha assunto ormai da un po' di tempo, volta a garantire questo discorso.
Ricordo che, per quanto riguarda il calcio, anche l'UEFA a livello europeo e la FIFA a livello mondiale hanno posto il tema della regola del «6+5», con sei giocatori provenienti dalle federazioni locali e cinque provenienti, invece, dalle federazioni estere. Credo che questo sia il modello sul quale dobbiamo lavorare, in modo da dare l'opportunità di far crescere e promuovere i vivai giovanili e il concetto di formazione sportiva nazionale.
Nel dispositivo della mozione in oggetto abbiamo chiesto al Governo tre impegni.
Il primo è quello di continuare a impegnarsi nei confronti delle istituzioni europee, affinché vengano adottate, a seguito del Trattato di Lisbona, misure volte a Pag. 42tutelare i vivai giovanili, mettendoli nelle condizioni di tornare ad essere il centro motore del movimento sportivo.
Sono d'accordo con la riformulazione proposta dal sottosegretario, però bisogna impegnarci seriamente a emanare norme di sostegno all'attività sportiva dilettantistica, perché le leggi hanno riguardato sempre gli sport professionistici e pochi sono stati gli interventi per le attività sportive dilettantistiche.
Infine, chiediamo di valutare l'opportunità di predisporre iniziative volte a valorizzare l'importanza e la specialità della formazione di giocatori all'interno delle società e delle associazioni sportive.
Credo che sia un fatto importante e credo anche che le tre mozioni al nostro esame portino tutte al proprio interno più o meno gli stessi argomenti. Per queste ragioni, per quanto ci riguarda, voteremo a favore di tutte e tre le mozioni presentate (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Ciocchetti accetta la riformulazione proposta dal Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, nell'esprimere il nostro invito al voto favorevole e ad accettare le indicazioni del sottosegretario Crimi e del Governo riguardo a questa mozione, vorrei riportare l'attenzione al primo punto, cioè alla valorizzazione dei vivai e dello sport dilettantistico, ma chiedo anche di prendere in considerazione con attenzione la defiscalizzazione a favore di chi si impegna in attività di questo genere.
Nel descrivere la nostra mozione partirei dallo spirito di De Coubertin, per il quale lo sport deve essere partecipare e non vincere a tutti i costi. In realtà, però, oggi lo sport in genere - non solo il calcio, ma anche l'atletica o il ciclismo - è purtroppo diventato mercato, è diventato competizione estrema. Lo sport è condizionato dagli orari televisivi, invece di condizionarli. In passato ci si sedeva davanti al televisore per guardare la partita di calcio, oggi accade il contrario: è la televisione che condiziona gli orari delle partite. Sono gli sponsor che condizionano le attività sportive e spesso prevalgono gli interessi societari rispetto alla volontà di praticare sport.
Di sport ce ne è rimasto davvero poco. Se leggiamo quello che accade oggi in Basilicata, qui a pochi chilometri, abbiamo ancora l'ennesimo scandalo sulle partite truccate, sul coinvolgimento e sul trucco dei risultati. La competizione estrema porta a privilegiare interessi commerciali, piuttosto che alla ricerca del risultato, alla competizione leale e a uno sport che dia il significato della salute e dell'essere sano.
Dobbiamo riportare lo sport a una dimensione vera. Quanto è accaduto in questi anni non ci ha aiutato. Al di là dell'importanza del fatto che chi viene in Italia da altre Nazioni apporta le proprie capacità e fa avvicinare tanti cittadini allo sport, in realtà poi, con la sentenza Bosman della Corte di giustizia europea siamo caduti nell'eccesso opposto: più calciatori stranieri e più competitori stranieri mettiamo e più riempiamo gli stadi e forse, riusciamo a ottenere abbonati.
Tutto questo significa aver mortificato e umiliato l'attività di chi, invece, sul territorio privilegia i vivai, privilegia quei giovani che oggi, purtroppo, non praticano più attività sportiva neppure nelle scuole, che invece dovrebbero essere il primo luogo di avvicinamento allo sport.
Penso a quanti direttori sportivi hanno girato per le strade, anche di quartieri periferici, per trovare i talenti e per far sì che nelle nostre comunità italiane potesse emergere l'uomo di qualità, che sia un calciatore, un ciclista o un atleta. Oggi non è più così. Si diventa talenti perché si fa uso di doping e perché si truccano le regole del gioco.
Pertanto, credo che con questa mozione davvero chiediamo - e ringraziamo per l'attenzione - la necessità di mettere al centro della nostra attenzione la necessità di riportare nello sport l'importanza Pag. 43del dilettantismo, dello sport vissuto come gioia e dello sport vissuto in maniera sana. Tuttavia, per fare questo si deve non solo dare a chi ha già tanto - e questi, in realtà, sono pochi, perché alla fine la competizione si riduce sempre a poche squadre o a pochi competitori - ma dobbiamo anche allargare la possibilità di competizione tra più soggetti, perché vi sono anche altri soggetti che possono disporre di pari opportunità anche cominciando da lontano, anche dalle categorie dilettantistiche, e per fare questo - e su questo punto dobbiamo lavorare insieme, sottosegretario - dobbiamo mettere nelle condizioni quelle forze, quelle persone e quei settori anche imprenditoriali che vogliono rischiare non sul professionismo ma sui vivai e che compiono degli investimenti, perché anche un campionato dilettantistico oggi costa tanto.
Dunque, è necessario aiutarli, privilegiando e indirizzando le risorse non solo ai pochi che hanno tanto ma anche ai tanti che hanno poco. Così facendo si migliorerà la concorrenza e la qualità dello sport, ottenendo non solo il risultato di far arrivare gli stranieri in Italia ma anche di portare i giovani italiani ad avvicinarsi e a praticare lo sport (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, innanzitutto volevo ringraziare il presidente Pescante per aver spinto per la presentazione di questa mozione che noi, come gruppo della Lega Nord Padania, abbiamo sottoscritto e condiviso. Vogliamo sottolineare che oggi si parla di sport e, quindi, di un tessuto capillare e radicato sul nostro territorio nazionale, che coinvolge circa 100 mila società sportive e 800 mila dirigenti sportivi.
Ma l'attività sportiva, nel nostro Paese, è fondamentale anche per altri aspetti, così come lo è in generale. È fondamentale per motivi educativi, visto che lo sport educa i giovani a valori quali il rispetto delle regole e degli avversari e, pertanto, è importantissima soprattutto per le nuove generazioni (e lo dico anche da giovane, evidentemente). Lo sport è volontariato, visto che tra gli 800 mila dirigenti che prima citavo vi sono medici, paramedici, fisioterapisti, giudici, cronometristi e quant'altro, tutta gente che si dedica, anima e corpo, allo sport dilettantistico sia sul nostro territorio sia a favore delle società sportive. Lo sport, tuttavia, è anche salute ed è inutile dirlo perché ritengo che chiunque, in quest'Aula, lo condivida. Ma lo sport rappresenta anche un valore sociale a favore dello sviluppo della nostra socializzazione sul territorio e anche sotto un altro profilo sociale, quello della crescita collettiva delle nostre comunità che, inevitabilmente, porta a un maggior senso di appartenenza alle comunità stesse. È ovvio che per noi della Lega Nord Padania il senso di appartenenza ad una comunità diventa una questione culturale fondamentale, da tutelare e da difendere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), mentre troppo spesso, in quest'Aula, sentiamo dall'altra parte chiacchiere e parole ma non vediamo i fatti.
E poi lo sport, come citano alcune mozioni di cui stiamo parlando, necessita di impianti sportivi che, ahimé, nel nostro Paese non sono spesso e volentieri in condizioni di fruibilità. Non mi riferisco soltanto ai campi da calcio, poiché in questa sede stiamo parlando di sport a 360 gradi e quindi di tutte le discipline sportive presenti nel nostro territorio.
Però, sulla fruibilità degli impianti sportivi, vorrei sottolineare che diventa fondamentale un'altra grande riforma che in quest'Aula stiamo portando avanti come maggioranza e di cui, come Lega, orgogliosamente facciamo il nostro cavallo di battaglia: il federalismo. Infatti, sono soprattutto i nostri enti locali ed i nostri sindaci che tutelano e perorano la causa delle società sportive dei campi, delle strutture sportive sul territorio; sono i nostri comuni ed i nostri enti locali che per primi finanziano e tirano fuori i soldi per mantenere, tutelare e difendere queste società sportive. Quindi, il federalismo Pag. 44va visto anche nell'ottica di aiutare lo sviluppo delle nostre comunità sportive locali.
Perché parliamo di queste mozioni? Perché c'è stata la sentenza Bosman sulla libera circolazione degli atleti professionisti che, evidentemente, danneggia i nostri vivai e la crescita dei nostri atleti, riducendo lo sport non soltanto a un senso di appartenenza, a una identità, a un aspetto emotivo e anche di cuore, ma a mera occupazione con finalità economicistiche, concetto che per lo sport rifiutiamo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Vogliamo sottolineare che gli strumenti già ci sono e sono contenuti nel Trattato di Lisbona, che riconosce una specificità allo sport che prescinde dal mero interesse economico come tutela a 360 gradi (educativa, sociale, di volontariato, di salute e, per l'appunto, di senso dell'appartenenza ad una comunità).
C'è anche un altro concetto che vorremmo far passare, ossia il fatto che lo Stato - o, se volete, l'ente pubblico - si occupa di sport finanziandolo e cercando di tutelarlo, ma questo deve far sì che lo stesso ente pubblico, lo stesso Parlamento, possano intervenire non soltanto economicamente, ma anche attraverso norme per tutelare lo sport stesso e la crescita dei nostri vivai che, nei decenni passati, hanno reso importante il nostro Paese sotto tutti i profili sportivi. Occorre quindi, a maggior ragione, intervenire per tutelare l'interesse non solo economico dello sport.
Allo stesso modo, occorre intervenire e - così come il sottosegretario Crimi ha voluto recepire la mozione del presidente Pescante - attivarsi presso la Presidenza di turno spagnola dell'Unione europea affinché questo benedetto Trattato di Lisbona (e, nello specifico, l'articolo 165, che riconosce la specificità dello sport), possa portarci a trovare una soluzione condivisa attraverso dei paletti, dei parametri, dei limiti magari dei giocatori in campo a seconda delle varie discipline sportive e dei tetti per poter tutelare il nostro sport.
Però lasciatemi anche fare una notazione di carattere politico più generale. Infatti, parlando prima con i colleghi in Aula, ma soprattutto leggendo le altre mozioni che sono state presentate, mi ha fatto estremamente piacere che oggi tutti - più o meno, anche se con delle sfumature - dicono che va tutelato lo sport del nostro Paese, che bisogna difendere i nostri vivai e tutelarli da questa sciagurata sentenza Bosman dell'Unione europea.
Tuttavia, vorrei ricordare che qualche anno fa, quando Umberto Bossi e la Lega Nord per primi posero il problema di questa sentenza e della tutela dei nostri vivai sportivi, si sono presi l'appellativo di razzisti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Oggi, invece, la pensano tutti allo stesso modo; siamo contenti che, una volta tanto, evidentemente, in questa Aula siamo tutti razzisti.
Però è troppo facile attaccare la Lega quando ha il merito di porre questioni prima degli altri e in modo evidentemente più pertinente. Faccio un'altra osservazione, sempre di questo tenore: è troppo facile criticare la Lega quando pone delle osservazioni su come la Comunità europea si intromette nelle nostre faccende, sicuramente non nella direzione del nostro interesse, nel caso specifico a livello sportivo.
Speriamo di non essere più i soli a denunciare che non rappresentano un interesse nazionale, o comunque generale del nostro Paese, alcuni interventi di carattere europeo come la sentenza sui crocefissi, piuttosto che gli interventi a livello economico che penalizzano il nostro Paese.
Quindi, non siamo solo penalizzati sullo sport, su cui oggi evidentemente, leggendo le mozioni, siamo tutti d'accordo, ma dovremmo condividere che ci sono ingerenze che ci penalizzano a 360 gradi sotto molti altri aspetti e di questo prenderne serenamente atto per cercare tutti assieme di tutelare l'interesse delle nostre comunità e dei nostri territori.
Quindi, invitiamo il sottosegretario Crimi ad attivarsi attraverso tutti gli strumenti legislativi e attraverso il nostro Governo per intervenire e attuare quanto il Trattato di Lisbona ci dà la possibilità di Pag. 45fare. Rivolgo, ancora, un ringraziamento al presidente Pescante e, soprattutto, a Umberto Bossi e alla Lega Nord Padania che hanno posto per primi questo problema che oggi l'Assemblea condivide (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Rivolgo il saluto, mio personale e dell'Assemblea, agli studenti e ai professori dell'Istituto tecnico commerciale Francesco Redi di Montepulciano, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, un grande protagonista della storia contemporanea che credeva nell'utilità dello sport per l'educazione delle nuove generazioni era Karol Wojtyla, che, prima di diventare Giovanni Paolo II, fu sacerdote e vescovo particolarmente attento alla formazione dei giovani.
Da Pontefice, Wojtyla ebbe in più di un'occasione parole di apprezzamento e, al tempo stesso, di condanna per l'attività agonistica. Infatti, oltre alle grandi potenzialità dello sport, il Papa ne vedeva anche le possibili devianze. Quindi, chiediamoci subito: non è forse vero che lo sport è ormai infettato dal denaro e dall'operato dei mass media che hanno trasformato gli atleti in divi sullo stile di artisti e cantanti? Non è nostra intenzione entrare nel merito, forse un po' demagogicamente e qualunquisticamente, degli ingaggi troppo elevati di alcuni calciatori e non è neanche nostra intenzione rapportarli ai miseri salari percepiti da chi, oggi, vive il dramma di una crisi finanziaria senza precedenti o ai sussidi dati a chi ha perso il posto di lavoro.
Però, in questa sede dovremmo tutti interrogarci se sia giusto che gli interessi economici delle multinazionali possano condizionare così tanto lo sport al punto da svuotarlo completamente della sua dimensione educativa. Se uno sport importante e diffusamente praticato dai nostri giovani come il calcio si riduce al solo perseguimento dell'utile, allora nessuno si deve scandalizzare se un qualche alto dirigente di una blasonata società sportiva italiana, durante l'agonia proprio di Papa Wojtyla, chiamò l'allora Ministro dell'interno per evitare la sospensione del campionato, visto che la sua squadra avrebbe dovuto incontrare una formazione in quel momento più debole e che l'eventuale rinvio avrebbe fatto perdere questo vantaggio.
Non siamo dinanzi ad un'esasperata commercializzazione dello sport? Non assistiamo sempre di più a manifestazioni sportive profondamente condizionate da sponsorizzazioni e dal vorticoso giro di affari che ruota intorno al mondo dello sport?
Signor Presidente, onorevoli colleghi, con la mozione attualmente in esame noi del Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud abbiamo inteso valorizzare i vivai di promozione e reclutamento degli atleti, troppo spesso abbandonati a loro stessi e considerati marginalmente dalle società sportive che preferiscono attingere dal mercato. Chiediamo, quindi, al Governo di porre in sede comunitaria l'esigenza di rivedere le norme che regolano la libera circolazione dei lavoratori e che hanno una rilevanza puramente economica per niente attinente alla realtà sportiva.
Si tratta di una normativa che mina l'autonomia dell'organizzazione sportiva e che ha indotto alcune società calcistiche a privilegiare la presenza non solo di atleti appartenenti ai Paesi membri dell'Unione europea ma soprattutto di campioni provenienti da Paesi extracomunitari. Questo ha determinato, specie nelle squadre più rappresentative del calcio italiano, la riduzione della presenza di atleti nazionali a poche unità.
Proprio i vivai possono rappresentare lo strumento migliore per riproporre lo sport come momento altamente educativo e formativo per i nostri giovani. In questo sforzo riteniamo che il Governo debba Pag. 46fare la sua parte coinvolgendo le scuole di ogni ordine e grado e favorendo l'attività sportiva degli studenti.
Con questa mozione, signor sottosegretario, chiediamo pertanto al Governo di impegnarsi a predisporre ogni iniziativa volta a favorire l'accesso alla pratica sportiva e ad evitare, in particolare in sede comunitaria, che lo sport sia ridotto a semplice merce di scambio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per le autonomie-Alleati per il Sud).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarubbi. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, quando in Aula discutiamo di questi temi all'esterno si ride del Parlamento. Le leggo il titolo de il Giornale di sabato 14 novembre: «Alla Camera lavorano in 4. Per parlare dell'Inter». E giù ironie, nell'articolo, sul fatto che io avessi affrontato il problema degli stranieri nel nostro sport di vertice citando appunto la formazione dell'Inter, con nessun italiano in campo e solo due in panchina. Ma avevo citato anche la Montepaschi Siena, attuale leader del basket italiano, e l'Itas Dialtec Trentino, capolista nella pallavolo: proprio a proposito del volley, non ho detto allora - e lo faccio oggi - che almeno in questo sport esiste una sorta di autoregolamentazione per quanto riguarda il nostro campionato: sui 7 giocatori in campo (6 più il libero a rotazione), almeno 3 devono essere italiani.
Ma il discorso non cambia, perché il problema sollevato da queste mozioni è quanto mai reale: l'avvenire sportivo dei nostri giovani è piuttosto difficile, perché dalla sentenza Bosman in poi le società hanno smesso di puntare sui vivai. Citavo l'altra volta il Milan di Baresi, Tassotti, Maldini, Albertini, che ad un certo punto si è ritrovato senza giovani. Ma non vorrei circoscrivere il discorso al calcio, se non altro per non dare ragione alle critiche mosse durante la discussione generale dall'onorevole Pescante che ci accusava di essere troppo concentrati sul calcio.
A proposito dell'onorevole Pescante - al quale vanno naturalmente gli auguri del Partito Democratico sia per la nomina di vicepresidente del CIO che per quella di membro permanente dell'Assemblea generale dell'ONU, proprio in rappresentanza del CIO (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà e Unione di Centro) - vorrei sottolineare alcuni passaggi del suo intervento durante la discussione sulle linee generali, perché da qui credo si possa partire per un dialogo fruttuoso.
In un primo passaggio, l'onorevole Pescante riconosceva alla mozione Ciocchetti il merito di aver sottolineato che lo sport non è una mera attività lavorativa e, dunque, non può seguire le regole valide per tutto il resto. D'altronde - e questo lo avevamo già ripetuto venerdì 13 - i meccanismi dell'Unione europea e le regole della libera circolazione dei lavoratori vennero pensati per l'economia, non per lo sport. E se il fantasma dell'idraulico polacco ha spaventato a lungo l'economia francese prima della ratifica della Costituzione europea, il fantasma della punta brasiliana (o del play americano, o dello schiacciatore bulgaro) non è certamente un incubo da poco per i nostri campioni in erba delle varie discipline. Sanno che, per quanto potranno impegnarsi e fare la trafila delle serie minori, difficilmente troveranno spazio ad altissimi livelli, perché la punta brasiliana è sempre in agguato. Con una differenza, rispetto all'idraulico polacco: che riparare un rubinetto non è ancora uno sport, dunque non ci saranno campionati mondiali o Giochi olimpici nei quali rappresentare la propria nazione e sfidare le altre. Né ci sono i mondiali di management industriale, o le olimpiadi di medicina: solo nello sport si vedono i Paesi competere tra di loro con rappresentanze nazionali, le cui vicende agonistiche hanno tra l'altro il merito di suscitare nella cittadinanza passioni condivise.
Ecco perché lo sport non è uguale al resto; ecco perché la mozione presentata dall'UdC, condivisa anche dal Partito Democratico, che voterà a favore, impegna il Governo a promuovere queste istanze in Pag. 47sede europea: d'altra parte, è un'esigenza condivisa anche dal Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, come lo stesso onorevole Pescante ci ricordava venerdì.
Del suo intervento riporto anche un altro passaggio, piuttosto significativo: quello in cui ci comunicava di avere già preso contatti con la Spagna per stabilire, durante il semestre di Presidenza spagnola dell'Unione europea, come definire il concetto di specificità dello sport. Un motivo in più, da parte nostra, per chiedere un impegno concreto anche al Governo, visto l'enorme prestigio internazionale di cui il nostro Presidente del Consiglio si vanta di godere.
Per quanto riguarda la libera circolazione dei lavoratori, dunque, mi pare che tutti siamo d'accordo sulla necessità di adattarla alle specificità dello sport: nella stessa mozione della maggioranza si impegna il Governo a «trovare una soluzione di compromesso - cito - per la libera circolazione di atleti comunitari, prevedendo il libero tesseramento, ma limitandone l'impiego sul terreno di gioco, come praticato già da alcune federazioni internazionali negli sport di squadra».
Ma se parliamo di limitare il numero di stranieri in campo, lo ripeto, lo facciamo con l'obiettivo di aprire una strada (o meglio: di non sbarrare la strada) ai nostri giovani, che oggi faticano ad emergere molto di più rispetto all'era pre-Bosman.
La mozione Ciocchetti prevede degli incentivi, anche di tipo fiscale, «per società o associazioni sportive che investono nelle formazioni giovanili». La maggioranza interpreta questi incentivi - almeno così ci è sembrato venerdì - come un regalo alle grandi società: io credo, invece, che la proposta verrebbe accolta con favore soprattutto nelle società medio-piccole, quelle che non possono contare sul merchandising o su una grande fetta della torta dei diritti televisivi.
Per non parlare di quelle non professionistiche: lo percepisce bene la mozione Zazzera ed altri, che infatti prevede espressamente agevolazioni fiscali e tributarie «a sostegno di tutto lo sport dilettantistico». E lo sa bene anche il sottosegretario allo sport, Rocco Crimi, che un anno e mezzo fa, nella sua prima audizione in Commissione cultura (non so se il sottosegretario la ricorda), parlò di supporto fiscale, di detassazione e di semplificazione degli oneri sociali.
La stessa maggioranza non può fare a meno di denunciare la crisi dei vivai, che «sono spesso - cito ancora le parole della mozione Pescante - abbandonati del tutto o costituiscono fenomeni residuali all'interno delle società sportive più economicamente dotate».
Non solo: il testo presentato dai colleghi del PdL ha anche il merito di riconoscere espressamente «la funzione dell'associazionismo sportivo, che vede impegnate oltre centomila società sportive e circa ottocentomila dirigenti sportivi volontari» e che «deve essere incoraggiata dalle istituzioni».
Il problema, allora, qual è? Il problema è cosa si intende per incoraggiare, perché probabilmente l'onorevole Pescante pensa ad una pacca sulla spalla, non so, o ad un convegno fra il sottosegretario Crimi ed i responsabili dell'associazionismo. Ma l'unico modo serio di incoraggiare lo sport non di vertice, sia quello giovanile sia quello dilettantistico, è mettere mano al portafoglio: allo sport di base servono soldi, non chiacchiere e distintivi.
Vuoi che una persona di grande esperienza come l'onorevole Pescante non lo sappia? Figuriamoci; certo che lo sa! Solo che non può dirlo, perché non solo il Governo non ha intenzione di mettere un euro sullo sport di cittadinanza, ma addirittura ha azzerato il fondo di 95 milioni di euro che già esisteva. Ecco perché il PdL fa finta di snobbare la richiesta di incentivi fiscali e confeziona una mozione a misura di Tremonti: un testo in cui si parla genericamente di iniziative da predisporre e di sostegno da garantire, ma non si ha il coraggio di dire le cose in faccia al Ministro dell'economia e delle finanze.
Ecco perché, pur condividendo molte delle riflessioni fatte dall'onorevole Pescante, non possiamo far altro che astenerci Pag. 48sulla sua mozione. Il Partito Democratico esprimerà, invece, voto favorevole sulle altre due mozioni, quella dell'Italia dei Valori e quella dell'Unione di Centro, che ha avuto il merito di aprire il dibattito su un argomento così significativo. E se Il Giornale non ne ha capito lo spirito, ironizzandoci sopra e prendendo in giro il Parlamento, ce ne faremo una ragione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pescante. Ne ha facoltà.

MARIO PESCANTE. Onorevole Sarubbi, la ringrazio molto per i suoi continui riferimenti. Ad un certo punto ho pensato che votasse a favore della mozione da me presentata: siccome tutto è terminato con un voto di astensione, la ringrazio solo in parte.
Vorrei dirle un'altra cosa, onorevole Sarubbi: se vi è qualcuno che ride fuori dalle aule del Parlamento perché oggi trattiamo un argomento così delicato, vuol dire che di sport non capisce niente, e noi dobbiamo essere ben contenti di trattare un argomento che riguarda finalmente non arbitraggi di partite di calcio o cose simili, ma un tema che sta molto a cuore al nostro movimento di base.
Ho percepito, dagli interventi che mi hanno preceduto, che sulle premesse siamo tutti d'accordo: che lo sport sia da considerare un'attività essenziale per lo svolgimento della vita civile, portatore di valori che educano i giovani all'osservanza delle regole, al rispetto degli avversari, alla tolleranza delle diversità; non solo, ma di fronte ai malesseri della nostra umanità, che vive momenti di coesistenza difficile che molto spesso dipendono dalla mancanza di incontro, di dialogo e conoscenza reciproca tra i popoli, lo sport, promuovendo incontri, facilitando il dialogo, abbattendo ogni barriera geografica, politica, di razza, lingua e religione, può dare un contributo determinante per rimuovere gli ostacoli che si frappongono ad una pacifica convivenza tra i popoli.
Gli atleti si incontrano sui campi di gara come avversari, ma mai come nemici, e una volta terminata la competizione, qualche secondo e qualche minuto più tardi, si ritrovano amici per tutta la vita, qualunque sia la loro nazionalità: questa è la motivazione per la quale l'ONU ha recentemente riconosciuto al Comitato olimpico internazionale lo status di osservatore permanente all'Assemblea delle Nazioni Unite. Ma questi sono anche i motivi per i quali tutto il mondo promuove lo sport tra i giovani, non solo per la loro salute fisica, ma soprattutto per formare cittadini migliori.
Anche il nostro Paese è impegnato a perseguire tali obiettivi. Purtroppo la nostra scuola non ha compreso appieno la funzione pedagogica e formativa dello sport, e pertanto il compito di supplenza è stato assunto dalle società sportive di base, costituite da oltre 80 mila club, che grazie ai loro vivai svolgono il compito di reclutare ed avviare allo sport milioni di giovani. Pertanto, il primo obiettivo della nostra mozione è quello di sollecitare il Governo ad una maggiore tutela dell'associazionismo di base, che sta attraversando momenti di grande difficoltà e, come avete fatto rilevare, sopravvive grazie all'opera meritoria di oltre 800 mila dirigenti volontari. Tale crisi dipende da fattori di carattere economico e strutturale, che rendono ineludibile un adeguamento della legge n. 289 del 2002 sulle società sportive dilettantistiche; ma, come tutti avete detto, è stato determinata anche dalla straripante presenza di atleti stranieri nei nostri campionati: basti pensare che nel basket, su 213 giocatori che partecipano al campionato nazionale, gli atleti italiani che scendono in campo sono 54, e molti di loro hanno un impiego inferiore a cinque minuti di gioco. Questa situazione sta facendo «terra bruciata» attorno ai nostri giovani talenti, con un danno rilevante non solo alla sopravvivenza dei vivai, ma come conseguenza diretta vi è una riduzione della loro attività di promozione dello sport e di reclutamento dei giovani atleti. Pag. 49
Nello stesso tempo i nostri giovani, non avendo possibilità di emergere, danneggiano la potenzialità tecnica delle nostre rappresentative nazionali, le cui vittorie sono sempre state trainanti per lo sviluppo delle rispettive discipline. Stiamo così assistendo ad una serie di risultati negativi nel basket, nella pallavolo maschile, nella pallanuoto, sport che in passato ci avevano visto primeggiare a livello mondiale olimpico. È indicativo che la pallavolo femminile, con la presenza in campionato assai circoscritta di giocatrici straniere, sta ottenendo risultati straordinari.
Per fronteggiare tale situazione, avete fatto tutti una disamina, un'analisi molto precisa: certamente le norme comunitarie hanno contribuito a dilatare il fenomeno perché, applicando al mondo dello sport regole previste per altri settori e non tenendo in alcun conto le caratteristiche di specificità, hanno aperto in maniera indiscriminata le frontiere agli atleti dei Paesi membri. A questo riguardo, però, dopo dieci anni di trattative e di confronti tra CIO, federazioni internazionali e Commissione europea, è stato inserito nel Trattato l'articolo 165, che riconosce finalmente la specificità dello sport.
La presente mozione dunque impegna il Governo ad attivarsi presso la Presidenza spagnola dell'Unione europea per sottoporre al Consiglio europeo un'interpretazione dell'articolo 165 del Trattato di Lisbona che consenta una soluzione di compromesso sulla libera circolazione degli atleti comunitari, prevedendo il libero tesseramento, ma limitando l'impiego sul terreno di gioco in favore di atleti provenienti da vivai internazionali.
Diverse invece, mi spiace che questo argomento sia stato solo sfiorato, sono le prospettive che riguardano l'impiego di atleti extracomunitari che rappresenta una realtà molto più preoccupante per l'entità della sua diffusione anche rispetto a quella dei giocatori comunitari. Generalmente si presta poca attenzione a questo aspetto nonostante sia facilmente riscontrabile, ad esempio nel calcio, che il numero degli atleti comunitari utilizzati dai nostri club sia irrilevante rispetto ai giocatori provenienti dal Sudamerica, dall'Africa e dall'est Europa. Ancor più indicativo è l'esempio - il pessimo esempio - del basket, che si avvale, nel massimo campionato, di 122 giocatori stranieri di 28 nazionalità diverse, con una preponderanza di atleti extracomunitari, tra i quali 68 professionisti statunitensi. Intanto, la nostra nazionale di basket è praticamente scomparsa dai vertici mondiali.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARIO PESCANTE. Ebbene, questo fenomeno potrebbe essere regolamentato e circoscritto agevolmente, perché l'eventuale condizionamento dipende unicamente dalle decisioni delle federazioni sportive, a loro volta però condizionate dalle leghe che hanno la responsabilità dei campionati e delle quali talune preferiscono lo sport spettacolo... Onorevole Giachetti, accetto il suo disturbo quando proviene dall'altra parte dell'Aula ma se viene qui, a mezzo metro da me, è boicottaggio bello e buono, le pare?

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARIO PESCANTE. Recupero i dieci secondi che ho perso, signor Presidente. A questo riguardo questa nostra mozione impegna il Governo a vigilare e sollecitare il CONI affinché intensifichi la sua funzione di direttiva allo scopo di tutelare il patrimonio atletico nazionale.
Concludo, onorevole Presidente, prendendo atto della convergenza di tutte le mozioni su questo obiettivo. Nutrivo delle perplessità significative, già espresse in sede di discussione sulle linee generali, in merito alle premesse. A tutto ciò è stato posto riparo con il compromesso che ha trovato il Governo. Pertanto, con maggiore convinzione, il Popolo della Libertà voterà favorevolmente sulle mozioni Ciocchetti ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione) e sulla mozione Zazzera ed altri n. 1-00274 (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

Pag. 50

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ciocchetti ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione), nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Zazzera... onorevole Zinzi... I colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 511
Astenuti 2
Maggioranza 256
Hanno votato
511).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zazzera ed altri n. 1-00274, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Lo Monte... onorevole Zinzi... onorevole Golfo... onorevole sottosegretario Martini. L'onorevole Vico ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 507
Astenuti 5
Maggioranza 254
Hanno votato
507).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Oliverio ha segnalato, che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pescante, Grimoldi, Iannaccone ed altri n. 1-00286, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Vico, D'Ippolito Vitale, Zazzera, Stagno D'Alcontres...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 515
Votanti 297
Astenuti 218
Maggioranza 149
Hanno votato
296
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

Seguito della discussione delle mozioni Donadi ed altri n. 1-00271, Cazzola, Commercio ed altri n. 1-00279, Pezzotta ed altri n. 1-00280 e Fluvi ed altri n. 1-00284 concernenti iniziative per il sostegno dei redditi da lavoro e da pensione (ore 18,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Donadi ed altri n. 1-00271 (Nuova formulazione), Cazzola, Commercio ed altri n. 1-00279, Pezzotta ed altri n. 1-00280 e Fluvi ed altri n. 1-00284, concernenti iniziative per il sostegno dei redditi da lavoro e da pensione (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta del 13 novembre 2009, sono state presentate le mozioni Cazzola, Commercio ed altri n. 1-00279, Pezzotta ed altri n. 1-00280 e Fluvi ed Pag. 51altri n. 1-00284, che vertono su identico argomento e che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
Avverto altresì che è stata presentata una nuova formulazione della mozione Cazzola, Commercio ed altri n. 1-00279, il cui testo è in distribuzione, che è stata sottoscritta, tra gli altri, anche dall'onorevole Caparini che, con l'accordo del primo e degli altri, diventa il secondo firmatario.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Daniele Molgora, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

DANIELE MOLGORA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, in relazione a queste mozioni si evidenzia che l'elevata incertezza delle prospettive economiche conseguente all'emergere della crisi nel 2008 ha motivato la definizione di una manovra di finanza pubblica improntata alla cautela ma, nel contempo, in grado di raccogliere nel prossimo triennio gli impulsi alla crescita.
Lo scenario attuale richiede di proseguire nell'opera di manutenzione dei conti pubblici in attesa di un più netto consolidarsi della ripresa economica. La correzione degli andamenti tendenziali, in linea con quanto già indicato nel DPEF, potrà riprendere a partire dal 2011, come confermato più di recente anche nella Relazione previsionale e programmatica per il 2010 presentata lo scorso 22 settembre.
Tale impostazione è in linea con gli orientamenti che stanno emergendo nel dibattito europeo, ove si richiede agli Stati membri una strategia concertata delle politiche di uscita dalla crisi economica.
Il mercato del lavoro ha registrato un indebolimento in conseguenza della crisi, con un aumento del tasso di disoccupazione del 7,4 per cento nel secondo trimestre del 2009 (occorre precisare che tale peggioramento è più contenuto rispetto a quanto si è registrato nell'area euro). L'utilizzo della cassa integrazione guadagni, pur rilevante su base storica se misurata in termini cumulati, ha registrato in ottobre una diminuzione rispetto al mese precedente (meno 9,7 per cento); il tasso di utilizzo effettivo delle ore di cassa integrazione da parte delle imprese (il cosiddetto «tiraggio») è inferiore rispetto alle richieste (pari al 65,6 per cento nei primi otto mesi dell'anno).
Per contrastare il deterioramento del mercato del lavoro numerose misure di contrasto sono state adottate dal Governo. In proposito il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali ha rappresentato che il decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito dalla legge n. 33 del 2009, all'articolo 7-ter, ha introdotto ulteriori misure urgenti a tutela dell'occupazione, che si vanno ad aggiungere a quelle già previste dall'articolo 19 del decreto-legge n. 185 del 29 novembre 2008, che reca interventi per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anticrisi il quadro strategico nazionale.
L'articolo 19 del predetto decreto-legge ha individuato interventi per il sostegno al reddito anche dei lavoratori, non rientranti nel campo di applicazione della normativa a regime, in cassa integrazione guadagni straordinaria, sospesi per crisi aziendali e occupazionali fino ad un massimo di 90 giornate, per i quali è stato previsto uno stanziamento di 289 milioni di euro per l'anno 2009, di 304 milioni, per ciascuno degli anni 2010 e 2011, e di 54, a decorrere dall'anno 2012. Inoltre, sempre nel decreto legge n. 185, sono stati previsti interventi mirati a favore dei lavoratori inquadrati con tipi di contratti atipici che, in precedenza, erano stati esclusi dalle forme di tutela del reddito de quo. In particolare, per i lavoratori cosiddetti precari, dunque con contratto di lavoro atipico rispetto a quelli con contratto a tempo indeterminato, sono espressamente previste misure di sostegno al reddito. Nello specifico si è disposto a favore dei lavoratori inquadrati con contratti di apprendisti, in via sperimentale per il triennio 2009-2011, e in caso di Pag. 52sospensione per crisi aziendali e occupazionali, ovvero in casi di licenziamento, un intervento di integrazione salariale pari all'indennità ordinaria di disoccupazione per requisiti normali nei lavoratori somministrati ed apprendisti, che possono essere indennizzati con il ricorso alle risorse finanziarie destinate agli ammortizzatori in deroga alla vigente normativa, e nei collaboratori coordinati e continuativi, per i quali è prevista la liquidazione di una somma in un'unica soluzione pari al 20 per cento del reddito dell'anno precedente se si trovano nelle condizioni espressamente indicate dalla norma.
In merito alla disponibilità di risorse per gli ammortizzatori sociali, l'articolo 18 del decreto-legge n. 185 dispone che, in considerazione dell'eccezionale crisi economica internazionale e delle conseguenti necessità della riprogrammazione nell'utilizzo delle risorse disponibili, fermi i criteri della ripartizione territoriale e le competenze regionali, si assegna una quota delle risorse nazionali disponibili del Fondo aree sottoutilizzate.
In attuazione di dette disposizioni, nel mese di febbraio 2009, è stato sottoscritto un accordo con le regioni per l'attuazione di interventi in sostegno al reddito e all'occupazione per un ammontare di risorse pari a circa 8 miliardi di euro, al lordo della contribuzione, per il biennio 2009-2010, mediante l'utilizzo di risorse nazionali per 5,35 miliardi per gran parte coperti tramite il Fondo aree sottoutilizzate, e 2,65 miliardi di fondi regionali a valere sul Fondo sociale europeo. Di pari passo sono state approvate disposizioni che prevedono un'accelerazione dei tempi di concessione ed erogazione degli ammortizzatori sociali.
Successivamente la delibera CIPE del 6 marzo 2009, a valere sullo risorse del FAS complessivamente disponibili, assegna per gli anni 2009 e 2010 risorse pari a 4 miliardi di euro a favore del Fondo sociale occupazione e formazione per gli ammortizzatori sociali in deroga di cui: 980 milioni per l'anno 2009, con la percentuale di ripartizione del 73-75 per cento per il centronord, e 26-25 per il Mezzogiorno; 3,20 miliardi per l'anno 2010 con la medesima percentuale (73-75 per il centronord e il 26-25 per il Mezzogiorno).
Nel rispetto delle percentuali sopra indicate, 895 milioni di euro sono stati assegnati alle regioni per gli ammortizzatori sociali in deroga. Inoltre, con delibera del 3 novembre 2009, sempre a valere del FAS, sono state assegnate ulteriori risorse pari a 500 milioni così divisi: 368 milioni 750 mila euro per il centronord e 131 milioni 250 mila euro per il sud, con le sopra citate percentuali del 73-75 e 26-25 per cento.
Il Ministero del lavoro ha, altresì, riferito che 85 milioni 980 mila euro destinati agli ammortizzatori sociali per l'anno 2009 sono stati destinati alla copertura prevista dall'articolo 1 del decreto-legge del 1o luglio 2009, n. 78, con la seguente ripartizione: 20 milioni per il premio di occupazione e potenziamento negli ammortizzatori sociali, 25 milioni per il finanziamento delle proroghe a 24 mesi della cassa integrazione guadagni straordinaria per cessazione attività, 40 milioni per il trattamento di integrazione salariale per i contratti di solidarietà, aumentati nella misura del 20 per cento del trattamento perso a seguito della riduzione di orario.
Il 1o luglio 2009 il Governo ha varato il decreto-legge n. 78, la cosiddetta manovra anticrisi, contenente misure per contrastare la crisi e stimolare la crescita. In particolare, al fine di incentivare la conservazione e la valorizzazione del capitale umano delle imprese, in via sperimentale per gli anni 2009-2010, i lavoratori percettori di assegni di cassa integrazione straordinaria, in costanza di rapporto di lavoro, possono essere utilizzati dall'impresa di appartenenza in progetti di formazione o riqualificazione che possono includere attività produttiva connessa all'apprendimento.
Ai lavoratori sarà riconosciuto, oltre al trattamento di cassa integrazione, cioè l'80 per cento dell'ultima retribuzione, anche la differenza tra l'assegno d'integrazione e la retribuzione, quest'ultima a carico dell'azienda. Il decreto-legge n. 78 ha previsto Pag. 53inoltre che i lavoratori, ai quali è stato ridotto, in forza di contratti di solidarietà difensivi, il proprio orario di lavoro con una retribuzione decurtata del 40 per cento, hanno diritto per gli anni 2009-2010 ad un'integrazione salariale finanziata dallo Stato a valere sulle risorse del Fondo sociale per l'occupazione e la formazione, che consenta loro di percepire un assegno pari all'80 per cento della retribuzione originaria. A seguito dell'autoimprenditorialità il lavoratore già percettore del trattamento di cassa integrazione ordinaria e straordinaria nonché dell'indennità di mobilità può chiedere la liquidazione in unica soluzione dell'ammontare non ancora goduto degli assegni al fine di intraprendere una attività autonoma, avviare una propria microimpresa o associarsi in cooperativa.
Il citato decreto-legge, inoltre, ha introdotto una procedura di regolarizzazione a fini fiscali e contributivi di lavoratori italiani, comunitari ed extracomunitari, adibiti alle funzioni di badanti e colf attraverso il contributo forfetario di 500 euro per ciascun lavoratore. Le domande effettivamente presentate entro la fine di settembre sono state in linea con la previsione ufficiale, cioè circa 300 mila. Il Dipartimento del tesoro ha fatto presente che in materia pensionistica il decreto-legge ha previsto il progressivo allineamento dell'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego al requisito di 65 anni di età, in attuazione della sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee del 13 novembre 2008. Inoltre, il disegno di legge finanziaria per il 2010, all'esame del Parlamento, ha recepito l'esigenza di sostegno ai redditi più bassi prevedendo che le maggiori disponibilità di finanza pubblica che si realizzassero nel 2010, rispetto alla previsione del Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2010-2013, al fine di fronteggiare la diminuzione di domanda interna, sono destinate alla riduzione della pressione fiscale nei confronti delle famiglie con figli e dei percettori di reddito medio-basso con priorità per lavoratori dipendenti e pensionati.
Per quanto concerne la problematica relativa al raddoppio dei tempi della cassa integrazione ordinaria, il Ministero del lavoro ha rappresentato quanto segue. Come è noto, l'articolo 6 della legge 20 maggio 1975, n. 164, stabilisce che l'integrazione salariale è corrisposta fino ad un periodo massimo di tre mesi continuativi; in casi eccezionali detto periodo può essere prorogato trimestralmente fino a un massimo complessivo di dodici mesi. I limiti temporali sopra indicati, computati alla stregua del calendario comune, hanno comportato - come anche rilevato dalla circolare INPS del 20 aprile 2009, n. 58 - un utilizzo temporale rigido del beneficio. In considerazione della contingente fase di rallentamento dell'attività produttiva, e in considerazione dell'urgenza di provvedere con un intervento tempestivo, ad avviso del Ministro del lavoro, è stata definita un'interpretazione evolutiva e più flessibile dei criteri di computo dei limiti temporali di concessione del trattamento di cassa integrazione ordinaria. Per quanto sopra esposto i limiti indicati nel citato articolo 6 della legge n. 164 del 1975 possono essere computati avuto riguardo non a un'intera settimana di calendario, ma alle singole giornate di sospensione di lavoro, considerando usufruita una settimana solo allorché la contrazione del lavoro abbia interessato sei giorni o cinque in caso di settimana corta.
Tale nuova interpretazione ha reso pertanto inattuale la richiesta di un intervento a carattere normativo che potesse portare ad un ampliamento delle previsioni dell'articolo 6 della legge 20 maggio 1975, n. 164, per un riconoscimento dell'integrazione oltre il biennio; intervento che avrebbe comportato inoltre una spesa di circa 1,5 milioni di euro. Infine il Dipartimento del tesoro, con riguardo all'evoluzione economica più recente, in linea con il miglioramento del clima congiunturale internazionale ha osservato che anche per l'Italia si sono registrate indicazioni di tono positivo a partire dall'estate, e gli ultimi dati lo dimostrano.
Nel complesso le iniziative adottate confermano pertanto la linea del Governo Pag. 54improntata a proseguire nell'azione di contrasto alla crisi attraverso misure di rilancio dell'economia, ma anche di rafforzamento di strumenti di supporto al reddito compatibilmente con l'impegno a preservare la stabilità finanziaria, contenendo l'impatto negativo degli interventi sui conti pubblici.
In conclusione, per quanto attiene agli specifici impegni rivolti al Governo dagli onorevoli proponenti ai fini dell'adozione di ulteriori misure a sostegno del reddito dei lavoratori quali la riduzione dell'imposta sulla tredicesima mensilità per redditi medio-bassi da lavoro e pensione e il raddoppio della durata del trattamento di integrazione salariale ordinaria per i prossimi due anni, non può non osservarsi che l'accoglimento di dette proposte determina consistenti oneri a carico del bilancio dello Stato.
Ciò detto, riguardo alle mozioni che sono state presentate, il Governo esprime parere contrario sulla mozione Donadi ed altri n. 1-00271 (Nuova formulazione), in particolar modo sull'ultimo dispositivo dell'impegno, la lettera b), che è già ricompreso nella mozione Pezzotta ed altri n. 1-00280 e, quindi, risulta già assorbito.
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Cazzola ed altri n. 1-00279 così come riformulata.
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Pezzotta ed altri n. 1-00280 purché sia riformulata nel modo seguente: il secondo capoverso del dispositivo si concluda con le parole «ad affrontare le questioni critiche del nostro mercato del lavoro» e, quindi, siano soppresse le parole da «in particolare» a «al lavoro».

PRESIDENTE. Scusi, signor sottosegretario. Non hanno sentito la riformulazione, forse sarebbe opportuno ripeterla. In ogni caso chiedo un po' di silenzio in Aula dal momento che il Governo sta esprimendo il parere e chiedendo una riformulazione.

DANIELE MOLGORA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Pezzotta ed altri n. 1-00280 purché il secondo capoverso del dispositivo sia riformulato concludendolo con le parole «ad affrontare le questioni critiche del nostro mercato del lavoro» e sopprimendo quindi il resto.
Inoltre il Governo esprime parere favorevole sul terzo capoverso del dispositivo purché sia riformulato nel modo seguente: «ad avviare una riforma degli ammortizzatori sociali ed a portare a sistema la bilateralità», lasciando identico tutto il resto.
Infine il Governo esprime favorevole sul sesto capoverso del dispositivo purché sia riformulato nel modo seguente: «a disporre misure urgenti finalizzate ad ampliare il grado di copertura degli ammortizzatori sociali ed a valutare di prolungare il sistema della cassa integrazione».
Il Governo esprime parere favorevole sul successivo settimo capoverso del dispositivo purché sia riformulato nel modo seguente: «a valutare compatibilmente con le risorse disponibili di prorogare l'indennità di disoccupazione nelle situazioni in cui si sia già pervenuti agli 8/12 mesi».
Il Governo esprime parere favorevole sugli altri capoversi del dispositivo. È chiaro?
Il Governo esprime parere contrario sulle premesse della mozione Fluvi n. 1-00284; il Governo esprime altresì parere contrario sul primo capoverso del dispositivo; mentre il parere è favorevole sul secondo capoverso purché sia riformulato nel modo seguente: «a valutare compatibilmente con le risorse disponibili un incremento dell'importo degli assegni familiari», fermo restando il resto del dispositivo.
Il Governo esprime parere favorevole sul terzo capoverso del dispositivo purché sia riformulato sostituendo le parole «ad adottare immediatamente ulteriori misure» con le parole «a valutare ulteriori misure».

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

DANIELE MOLGORA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Pag. 55Governo esprime parere favorevole sul quarto capoverso del dispositivo della mozione Fluvi n. 1-00284 purché sia riformulato nel modo seguente: «a valutare compatibilmente con le risorse disponibili una misura straordinaria volta a riconoscere un aumento» - non il raddoppio - «dei periodi di cassa integrazione ordinaria».
Il Governo esprime favorevole sul quinto capoverso del dispositivo purché sia riformulato nel modo seguente: «a valutare degli adeguamenti degli attuali assegni pensionistici al tasso di inflazione reale e ad avviare un confronto con le parti sociali», sopprimendo il resto sino alla fine della mozione.
Sin qui le riformulazioni chieste dal Governo sulle mozioni presentate; resta inteso che nel caso in cui le riformulazioni non fossero accettate, il Governo esprimerebbe parere contrario.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, credo che la prima cosa che bisogna sottolineare è che la situazione occupazionale in tutto il Paese sta peggiorando e che pertanto la mozione che abbiamo presentato serve da sollecito al Governo, anche in previsione dei provvedimenti che dovrà prendere con la legge finanziaria. Proprio in quest'ottica accetto le proposte del sottosegretario rispetto alle riformulazioni che ha avanzato, proprio nella prospettiva di vederle attuate nella legge finanziaria, altrimenti dovremmo lì riproporle in modo estremamente chiaro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, fra poco saremo chiamati a votare le mozioni che sono state presentate da vari gruppi, fra i quali il nostro, e mi dispiace molto che il sottosegretario Molgora abbia dato parere negativo con riguardo alla mozione Donadi ed altri n. 1-00271. Se pensiamo al merito di quello che ha detto il sottosegretario si commenta da solo il parere espresso, perché dare un parere di contrarietà a proposte che vanno nella direzione di sostenere i redditi da lavoro e dei pensionati la dice lunga su quale sia l'attenzione di questo Governo verso i problemi drammatici del lavoro e dei redditi da lavoro.
Siamo chiamati a discutere di questi argomenti nel giorno in cui in questo ramo del Parlamento inizia l'iter parlamentare della legge finanziaria 2010. È una finanziaria definita light dallo stesso Ministro Tremonti, talmente light e talmente leggera che non c'è, non esiste, forse ci sarà ma non siamo sicuri, perché dipende dalle risorse che si renderanno disponibili con lo scudo fiscale, cioè da quanto denaro arriverà nelle casse dello Stato da coloro che negli anni passati avevano esportato clandestinamente all'estero i loro quattrini, frutto di attività illecite, mafiose, di traffico d'armi, di esseri umani, frutto di bilanci falsificati, frutto di lavoro nero. Ecco, noi attendiamo di sapere quanti saranno i miliardi a disposizione rinvenuti dallo scudo fiscale per decidere che fare.
Dunque chiedo subito al sottosegretario Molgora: perché il suo Governo, il Governo che qui lei rappresenta, non è disponibile a sostenere le nostre proposte, a ridurre l'imposta sulla tredicesima, sui redditi bassi e medi da lavoro e da pensione? Perché non è disponibile a riconoscere detrazioni per carichi familiari e da lavoro, per i lavoratori subordinati ed assimilati che non hanno diritto alla tredicesima? Perché il Governo non è d'accordo a sostenere i redditi dei lavoratori di aziende in difficoltà, che hanno difficoltà produttive in questi mesi, onde evitare che vi sia una dispersione di preziose professionalità, raddoppiando la cassa integrazione guadagni ordinaria passando dalle 52 alle 104 settimane? Perché tanta chiusura? Semplicemente perché la vostra attenzione Pag. 56sul problema dei redditi da lavoro dipendente e da pensione non è mai esistita.
Negli ultimi 9 anni infatti, di cui ben 7 governati dal centrodestra, i lavoratori dipendenti hanno perso dagli otto ai dieci punti percentuali nella capacità di reddito rispetto alle altre categorie. Si tratta di decine di miliardi di euro, che sono passati dalle tasche dei lavoratori - o meglio non sono entrati nelle tasche dei lavoratori e dei pensionati - ma in compenso sono andati ad altre classi sociali e questo proprio nel momento in cui la forbice tra la povertà, per i redditi medio-bassi, ed i ricchi si va ampliando.
La riprova di questo sta nel fatto che, da una parte, abbiamo avuto un incremento mostruoso dell'acquisto di beni costosissimi come i SUV, le barche, le Ferrari o le Porsche e, dall'altra parte, abbiamo avuto, invece, un incremento della povertà e una perdita di capacità di reddito dei lavoratori.
Questo è avvenuto grazie alla vostra politica di questi anni: i ricchi sono diventati sempre più ricchi, perché con il change over, cioè con il cambio lira-euro, avete arricchito chi ha sfruttato il cambio della lira, facendo sì che il denaro passasse dalle tasche dei lavoratori alle tasche dei ricchi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Avete attuato condoni fiscali, favorendo le categorie degli evasori storici e avete realizzato tre scudi fiscali, favorendo il rientro di capitali esportati clandestinamente all'estero, facendo pagare ridicole cifre (il 2,5 per cento nelle due versioni precedenti e adesso dall'1 al 5 per cento). Questa volta vorrei dirlo in un'Aula piena, rispetto a quando lo dissi durante la discussione sulle linee generali concernente lo scudo fiscale - come ripreso da una nota trasmissione televisiva domenica scorsa - in un'Aula totalmente vuota.
Cittadini e colleghi che mi ascoltate: voi cittadini pagate il 12,50 per cento. Sui titoli di Stato voi cittadini pagate il 27 per cento, mentre sui depositi bancari i ladri di Stato hanno pagato l'1 o il 5 per cento. Adesso, restituite questi soldi a chi non ne ha bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Dall'altra parte, invece, vi sono state politiche che hanno penalizzato i lavoratori.
Avete fatto promesse e avete speso parole in relazione al mancato recupero, per ben sette anni, del fiscal drag, ma non è stato mai recuperato. Ecco perché vi chiediamo risorse aggiuntive. Ciò se vogliamo che i consumi riprendano e se vogliamo evitare, amici e colleghi, di ritrovare i lavoratori che perdono - o che rischiano di perdere - il lavoro in via del Corso a manifestare, come i lavoratori di Eutelia, di Agile, di Phonemedia, di Omega, come i lavoratori della Alcoa che hanno spento la centrale elettrica, o come i lavoratori che sono saliti sul Colosseo e sulle gru, minacciando di lanciarsi dall'alto per difendere il lavoro e la loro dignità di uomini. Colleghi, ecco perché vi chiedo di ripensarci: perché la dignità dell'uomo non può essere cancellata semplicemente con un colpo di spugna.
Voi Governo, voi maggioranza non potete far finta di nulla come avete fatto in questi mesi. A dirlo, caro collega rappresentante del Governo, non è Renato Cambursano è l'OCSE. L'OCSE ha detto che le risorse messe a disposizione per combattere la crisi, prima finanziaria, poi produttiva, e adesso sociale, sono pari a zero, mentre, invece, nei Paesi OCSE ammontano al 3,9 per cento del prodotto interno lordo dell'insieme dei Paesi stessi. Ecco la differenza delle politiche che avete sostenuto, che vanno contro i lavoratori e contro le imprese in difficoltà.
Pertanto, abbiate il coraggio di assumervi le vostre responsabilità. Non venite, poi, a raccontarci che vi sono finanziarie teoriche, come quelle messe in campo da Baldassarri al Senato della Repubblica che, sicuramente, qualcuno qui avrà il coraggio e la sfacciataggine di riprendere per prendere in giro gli italiani. Infatti, la vera Finanziaria è quella che fa il Ministro Tremonti, quella che fa il Governo Berlusconi, che dai Paesi arabi ha difeso la politica economica di Tremonti, che va nella direzione di rendere sempre più ricchi i ricchi e di rendere sempre più Pag. 57poveri i lavoratori dipendenti e i pensionati (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, prima di entrare nel vivo dell'intervento, vorrei ricollegarmi a quanto è stato dichiarato dal collega dell'Italia dei Valori. Ormai l'Italia dei Valori ad ogni intervento va sempre fuori tema. Adesso parla dello scudo fiscale per incentrare l'attenzione sui lavoratori: mi sorprende che non abbia parlato di magistratura, di camorra e di mafia, come fa in ogni intervento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Credo che l'importanza del tema trattato, la delicatezza e l'attenzione che dobbiamo dimostrare verso i nostri lavoratori, specialmente in un periodo di crisi, debbano anche portare in quest'Aula un clima di serietà che affronti direttamente il problema. Parlo di serietà perché, sentito l'intervento, la mia opinione è che le altre mozioni non siano state nemmeno lette, così come i pareri espressi dal Governo, il quale in altre mozioni - e ringrazio per questo il sottosegretario Molgora - si è dichiarato disponibile a valutare l'aumento del periodo di cassa integrazione. Il sottosegretario Molgora nel proprio intervento ha infatti dichiarato che l'ultimo capoverso dell'impegno della mozione dell'Italia dei Valori veniva assorbito, ma questo si vede che non è stato recepito, ho l'impressione strumentalmente (Commenti del deputato Cambursano).
Allo stesso tempo, vorrei sottolineare la demagogia dell'Italia dei Valori: capisco che cerchi di accaparrare qualche voto, ma non crediate che i cittadini siano così ingenui. Sapete quanto costa la detassazione della tredicesima? Costa 29 miliardi di euro, quindi o in quest'Aula facciamo una politica seria e delle promesse serie ai nostri lavoratori, oppure continueremo a prenderli in giro, esattamente come fate su questi ed altri temi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Signor Presidente, non voglio perdere altro tempo su questo, perché penso di averne perso già troppo, e voglio entrare nel vivo della nostra mozione. Essa parte dalle basi che questo Governo e questa maggioranza hanno messo in un anno e mezzo di Governo, delle basi che hanno affrontato con concretezza e decisione la crisi, stanziando otto miliardi di euro - che vuol dire dieci volte quanto fatto dal Governo precedente - per gli ammortizzatori sociali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati dei gruppo Partito Democratico e Italia dei Valori). È stato fatto insieme alle regioni, è vero, perché noi siamo un movimento federale e vogliamo coinvolgere le regioni nelle decisioni del Paese.
Allo stesso tempo, abbiamo individuato una misura come la social card, abbiamo previsto un bonus per le famiglie, abbiamo garantito il sostegno economico (Commenti dei deputati dei gruppo Partito Democratico e Italia dei Valori) per le primarie necessità delle nostre famiglie, quali acqua e luce; abbiamo trattato anche con la distribuzione per il contenimento dei costi dei beni di prima necessità e abbiamo rinegoziato i mutui con garanzia pubblica. Signor Presidente, potrei andare avanti: che l'opposizione dichiari di non condividere le misure possiamo accettarlo e possiamo portare avanti le nostre posizioni, ma dire che non abbiamo fatto nulla mi sembra assolutamente fuori luogo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dell'onorevole Colombo).
Ringrazio l'onorevole Colombo, che è sempre caloroso durante i miei interventi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Signor Presidente, avviandomi alla conclusione e senza rubare troppo tempo all'Assemblea, vorrei sottolineare due punti fondamentali della nostra mozione. Il primo sta nelle premesse e riguarda gli studi di settore. Nelle premesse della mozione di maggioranza abbiamo sottolineato l'importanza che questa maggioranza e questo Governo vadano ad intervenire finalmente sugli studi di settore, perché, Pag. 58soprattutto in un periodo di crisi, dobbiamo salvaguardare la nostra piccola e media impresa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Tengo a dire che non si tratta soltanto di un aiuto all'impresa, ma anche ai lavoratori, perché possano mantenere il proprio lavoro e perché si possano creare nuove occasioni occupazionali.
Nel dispositivo è stato inserito anche un altro punto che per la Lega nord, ormai da diverso tempo, è diventato un punto fondamentale per cercare di far sì che tutti i lavoratori che operano sul territorio nazionale siano posti allo stesso livello. Questo vuol dire finalmente riuscire a garantire dei salari che siano equiparabili e quindi commisurati al costo della vita.
Infatti l'uguaglianza, come ho avuto modo di dire altre volte in quest'Aula, non sta nel valore assoluto dello stipendio percepito, ma nel potere d'acquisto per i nostri lavoratori e per i nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
È per questo, signor Presidente, che preannunzio il voto favorevole della Lega Nord Padania sulla mozione Cazzola, Caparini, Commercio ed altri n. 1-00279 (nuova formulazione) ringraziando oltretutto il Governo per l'attenzione dimostrata, cosa che non avviene sempre nei confronti delle mozioni presentate da tutti i gruppi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ceccuzzi. Ne ha facoltà.

FRANCO CECCUZZI. Signor Presidente, credo che il parere che ha espresso il sottosegretario Molgora sulla nostra mozione confermi il frenetico immobilismo che sta caratterizzando questa maggioranza e questo Governo in materia di politica economica. Uso questo ossimoro perché al termine «frenetico» corrisponde un numero ormai molto alto di provvedimenti, di decreti-legge soprattutto, tutti quanti con misure che hanno un impatto assolutamente neutrale e «immobilismo» perché nessuno di questi provvedimenti, ormai da 18 mesi, è in grado di contrastare efficacemente la situazione economica in cui versa il nostro Paese, che è immerso in una durissima recessione e che presenta degli indicatori di bilancio assolutamente negativi che si stanno nel corso del tempo deteriorando.
La maggioranza e il Governo dovrebbero prendere atto che l'errore principale sta nel decreto-legge n. 112 del 2008, quello che ha aperto la politica economica di questa legislatura nel luglio dell'anno scorso e che ha sbagliato completamente le previsioni. Non si è rivelata una manovra anticiclica ma, al contrario, una manovra depressiva che non ha avuto l'effetto di stimolare l'economia in una fase difficilissima ma, addirittura, ha prodotto un risultato depressivo. Allo stesso modo un effetto depressivo presentano i provvedimenti annuncio e le norme manifesto che dovrebbero andare in soccorso delle famiglie e delle imprese e a cui, invece, ogni volta non si fanno seguire fatti concreti.
Chi mi ha proceduto è uscito anch'egli fuori tema perché ha parlato degli studi di settore che non sono all'attenzione dei dispositivi di queste mozioni. Ebbene sugli studi di settore, dopo 18 mesi, non vi sono provvedimenti di nessun tipo. Siamo fermi all'annuncio del decreto-legge n. 185 del 2008 che all'articolo 8 preannunziava un intervento, con decreto ministeriale che, però, non è mai stato emanato. Le associazioni di categoria sono intervenute unitariamente, al riparo da pronunciamenti politici anche la scorsa settimana, per chiedere una moratoria sugli studi che attenui le aspettative del fisco, che sono ancora troppo alte rispetto a fatturati che, purtroppo, non ci sono, che non ci sono stati nel 2008, che non ci saranno nel 2009 e che speriamo possano essere rialzati nel 2010.
Il sottosegretario ha fatto riferimento, con una frase lapidaria, al fatto che non si possono accogliere i punti - nella nostra mozione è il primo - anche delle altre mozioni che riguardano le detrazioni fiscali per i lavoratori dipendenti e per i pensionati. Ha detto, in modo lapidario e Pag. 59sbrigativo, che tale misura costerebbe troppo. Eppure, forse è possibile anche quantificare la cifra con la quale questo provvedimento dovrebbe essere assunto. Tuttavia, è sufficiente ricordare che i mancati introiti delle entrate tributarie ammontano, quest'anno, a 32 miliardi di euro e sfido a dimostrare che con 32 miliardi di euro non sarebbero stati finanziati anche questi provvedimenti. Questi 32 miliardi di euro sono il frutto di una politica fiscale che ha incentivato l'evasione, che ha allentato i controlli e che sembra essere tornata sui suoi passi con l'idea dello scontrino fiscale abbinato al «gratta e vinci» che, oltre che essere un modo per incentivare il gioco, forse è anche un modo per tornare alla tracciabilità dei pagamenti e alla trasmissione telematica dei corrispettivi, misura che era stata portata avanti dal Governo Prodi e che aveva dato ottimi risultati dal punto di vista della lotta all'evasione fiscale.
Perché proponiamo questo intervento e perché riteniamo che esso sia centrale? Questa mozione non è la prima né l'ultima e ad essa faranno seguito anche emendamenti nel corso della sessione di bilancio perché riteniamo, innanzitutto, che si tratti di una manovra di equità. In 15 anni l'Italia è cresciuta soltanto di 17 punti di PIL. Si tratta di una cifra molto bassa rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea. Ma questi 17 punti di ricchezza nazionale che si sono depositati nel nostro Paese sono andati soltanto per due punti percentuale ai redditi da lavoro dipendente.
Si tratta, quindi, di una distribuzione assolutamente iniqua e inaccettabile che produce per di più inefficienze nella nostra economia. Infatti, un'economia che produce iniquità è un'economia più debole, che non è in grado di stimolare la domanda in una fase come questa in cui dobbiamo rilanciare i consumi e rimettere al centro l'attenzione verso le famiglie.
Il 30 per cento delle famiglie non riesce a far fronte agli impegni mensili, il 10 per cento non riscalda adeguatamente la casa, il 5 per cento non ha i soldi per fare la spesa alimentare, il 10 per cento non riesce a coprire le spese mediche. Per questo abbiamo proposto questa misura, con la quale si andrebbe incontro ai redditi più bassi che hanno sofferto più di altri l'erosione del potere di acquisto, una preoccupazione che questa maggioranza e questo Governo non sembrano avere.
Quindi voteremo la nostra mozione, voteremo la mozione dell'Italia dei Valori, voteremo la mozione dell'Unione di Centro, ma voteremo contro la mozione del Popolo della Libertà, che è antitetica rispetto alla nostra nelle premesse, perché continua a negare la crisi economica, e perché non dispone negli atti concreti impegni per il Governo che siano in grado di correggere la politica economica che, per quanto ci riguarda, continua ad essere inadeguata.
Accettiamo le riformulazioni che sono state indicate dal sottosegretario, anche se naturalmente riteniamo che il primo punto, quello delle detrazioni, rimanga un elemento centrale della politica economica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cazzola. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, signor sottosegretario, ha fatto bene il Governo a cercare un dialogo con l'opposizione sui temi affrontati nelle mozioni che stiamo discutendo e che voteremo. Mi pare anche di poter riscontrare che questa apertura del Governo abbia prodotto dei risultati, come ricordava poco fa l'onorevole Fedriga, come ha testimoniato il collega del Partito Democratico che è intervenuto e, ancor prima, l'onorevole Pezzotta.
Quindi, mi pare che il lavoro su questa mozione sia positivo e vada in una direzione giusta, nonostante i contrasti che permangono. Tuttavia, signora Presidente, credo che alcuni interventi meritino una risposta pacata, serena e documentata. Questo Paese ha tanti problemi, non solo alle sue spalle, ma anche davanti a sé, nonostante i dati positivi che tutti gli osservatori internazionali ci riconoscono. Pag. 60
Voglio dire al collega dell'Italia dei Valori, che ha fatto una requisitoria invero generosa, che l'OCSE ha detto tante cose, ma anche che stiamo crescendo più della media dei Paesi europei - dello 0,6 per cento, contro una media dello 0,2 per cento - e più della media degli stessi Paesi dell'area dell'euro.
Questo dovrebbe porci qualche interrogativo. Per esempio: che senso ha - ho letto tutte le mozioni ed anche le premesse - denunciare un peggioramento dei salari reali citando dati internazionali e sorvolando su quelli che l'ISTAT fornisce per il nostro Paese? Cosa si certifica l'ISTAT per l'Italia? Lo cito testualmente: nel mese di agosto 2009 l'indice delle retribuzioni orarie contrattuali ha presentato un incremento dello 0,3 per cento rispetto al mese precedente e del 2,4 per cento rispetto ad agosto del 2008. L'aumento registrato nel periodo gennaio-agosto 2009, in confronto al corrispondente periodo dell'anno precedente, è del 3,1 per cento.
Per quanto riguarda le pensioni è bene che ricordiamo - anche questo è un dato assolutamente preciso e dimostrabile - la loro rivalutazione automatica per l'anno in corso, che sarà del 3,2 per cento e l'inflazione, onorevoli colleghi, presenta il seguente andamento: l'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati - che è lo stesso che si prende a riferimento per le pensioni - è aumentato nel luglio 2009, rispetto al luglio 2008, dello 0,1 per cento.
Mi pare di poter constatare - i numeri hanno la testa dura - che c'è una forte differenza tra l'inflazione, l'evoluzione della dinamica salariale e gli stessi criteri di rivalutazione delle pensioni. Quindi, diciamoci la verità, colleghi, abbiamo alle spalle dei mesi terribili e davanti un periodo di grande difficoltà, però in questo anno centinaia di migliaia di lavoratori hanno rinnovato i contratti di lavoro in modo fisiologico (il caso della FIOM è un'eccezione non la regola), tanto che le ore di sciopero nei primi nove mesi dell'anno sono diminuite - ovviamente anche per altre ragioni - del 71,4 per cento.
Quindi, in tutto questo tempo, quanti hanno potuto contare su un reddito sicuro da lavoro o da pensione sono stati difesi. Per altri soggetti, invece, è stato più difficile. Torniamo di nuovo alle statistiche dell'ISTAT dei primi sei mesi dell'anno, non ce ne sono di più recenti. L'occupazione da dipendenze è diminuita dello 0,3 per cento. All'interno di questo dato, troviamo che l'occupazione permanente è cresciuta dello 0,9 per cento, mentre l'occupazione a termine è diminuita dell'8,3 per cento e il 75 cento di questi sono giovani fino a 34 anni. Il 60 per cento delle perdite complessive sono state nel Mezzogiorno.
Questi primi cenni, signora Presidente, onorevoli colleghi, spiegano le indicazioni della nostra mozione. Noi non chiediamo al Governo di compiere operazioni di carattere generale sul versante fiscale, come richiesto in altre mozioni, e non lo facciamo non solo per motivi di disponibilità finanziarie. Noi chiediamo il rifinanziamento delle misure di detassazione e di decontribuzione delle voci retributive erogate in azienda, magari migliorandole, se sarà possibile, nei criteri e nelle modalità di erogazione.
Siamo, infatti, convinti che questa è la politica salariale che serve alle imprese che sono in grado di ripartire (e ce ne sono, anche se altre hanno grande difficoltà). Con questa politica salariale, per queste imprese in grado di ripartire, tante o poche che siano, la ripartenza sarà più agevole e pronta. L'altro filone di intervento riguarda quei settori più a rischio di emarginazione, sia che si tratti di lavoratori esclusi dai circuiti delle tutele - mi fa piacere che il Governo abbia accettato le indicazioni contenute nella nostra come in altre mozioni su questo punto - sapendo però che la migliore tutela è quella di difendere il lavoro con il lavoro e non solo con l'assistenza e non solo con gli ammortizzatori sociali, sia che si tratti di famiglie a rischio di povertà.
Non a caso nel disegno di legge finanziaria è previsto che eventuali maggiori disponibilità di finanza pubblica saranno destinate a fronteggiare la diminuzione Pag. 61della domanda interna mediante la riduzione della pressione fiscale nei confronti delle famiglie con figli e dei percettori di reddito medio-basso, con specifica priorità per lavoratori dipendenti e pensionati.
Questi, onorevoli colleghi, signora Presidente, sono i fatti contenuti nella mozione che la maggioranza voterà. Sono fatti che il Governo si è impegnato a portare avanti in quest'Aula. Sono fatti che la maggioranza verificherà nella loro concreta attuazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, signor sottosegretario, ha fatto bene il Governo a cercare un dialogo con l'opposizione sui temi affrontati nelle mozioni che stiamo discutendo e che voteremo. Mi pare anche di poter riscontrare che questa apertura del Governo abbia prodotto dei risultati, come ricordava poco fa l'onorevole Fedriga, come ha testimoniato il collega del Partito Democratico che è intervenuto e, ancor prima, l'onorevole Pezzotta.
Quindi, mi pare che il lavoro su questa mozione sia positivo e vada in una direzione giusta, nonostante i contrasti che permangono. Tuttavia, signora Presidente, credo che alcuni interventi meritino una risposta pacata, serena e documentata. Questo Paese ha tanti problemi, non solo alle sue spalle, ma anche davanti a sé, nonostante i dati positivi che tutti gli osservatori internazionali ci riconoscono. Pag. 60
Voglio dire al collega dell'Italia dei Valori, che ha fatto una requisitoria invero ingenerosa, che l'OCSE ha detto tante cose, ma anche che stiamo crescendo più della media dei Paesi europei - dello 0,6 per cento, contro una media dello 0,2 per cento - e più della media degli stessi Paesi dell'area dell'euro.
Questo dovrebbe porci qualche interrogativo. Per esempio: che senso ha - ho letto tutte le mozioni ed anche le premesse - denunciare un peggioramento dei salari reali citando dati internazionali e sorvolando su quelli che l'ISTAT fornisce per il nostro Paese? Cosa certifica l'ISTAT per l'Italia? Lo cito testualmente: nel mese di agosto 2009 l'indice delle retribuzioni orarie contrattuali ha presentato un incremento dello 0,3 per cento rispetto al mese precedente e del 2,4 per cento rispetto ad agosto del 2008. L'aumento registrato nel periodo gennaio-agosto 2009, in confronto al corrispondente periodo dell'anno precedente, è del 3,1 per cento.
Per quanto riguarda le pensioni è bene che ricordiamo - anche questo è un dato assolutamente preciso e dimostrabile - la loro rivalutazione automatica per l'anno in corso, che sarà del 3,2 per cento e l'inflazione, onorevoli colleghi, presenta il seguente andamento: l'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati - che è lo stesso che si prende a riferimento per le pensioni - è aumentato nel luglio 2009, rispetto al luglio 2008, dello 0,1 per cento.
Mi pare di poter constatare - i numeri hanno la testa dura - che c'è una forte differenza tra l'inflazione, l'evoluzione della dinamica salariale e gli stessi criteri di rivalutazione delle pensioni. Quindi, diciamoci la verità, colleghi, abbiamo alle spalle dei mesi terribili e davanti un periodo di grande difficoltà, però in questo anno centinaia di migliaia di lavoratori hanno rinnovato i contratti di lavoro in modo fisiologico (il caso della FIOM è un'eccezione non la regola), tanto che le ore di sciopero nei primi nove mesi dell'anno sono diminuite - ovviamente anche per altre ragioni - del 71,4 per cento.
Quindi, in tutto questo tempo, quanti hanno potuto contare su un reddito sicuro da lavoro o da pensione sono stati difesi. Per altri soggetti, invece, è stato più difficile. Torniamo di nuovo alle statistiche dell'ISTAT dei primi sei mesi dell'anno, non ce ne sono di più recenti. L'occupazione da dipendenze è diminuita dello 0,3 per cento. All'interno di questo dato, troviamo che l'occupazione permanente è cresciuta dello 0,9 per cento, mentre l'occupazione a termine è diminuita dell'8,3 per cento e il 75 cento di questi sono giovani fino a 34 anni. Il 60 per cento delle perdite complessive sono state nel Mezzogiorno.
Questi primi cenni, signora Presidente, onorevoli colleghi, spiegano le indicazioni della nostra mozione. Noi non chiediamo al Governo di compiere operazioni di carattere generale sul versante fiscale, come richiesto in altre mozioni, e non lo facciamo non solo per motivi di disponibilità finanziarie. Noi chiediamo il rifinanziamento delle misure di detassazione e di decontribuzione delle voci retributive erogate in azienda, magari migliorandole, se sarà possibile, nei criteri e nelle modalità di erogazione.
Siamo, infatti, convinti che questa è la politica salariale che serve alle imprese che sono in grado di ripartire (e ce ne sono, anche se altre hanno grande difficoltà). Con questa politica salariale, per queste imprese in grado di ripartire, tante o poche che siano, la ripartenza sarà più agevole e pronta. L'altro filone di intervento riguarda quei settori più a rischio di emarginazione, sia che si tratti di lavoratori esclusi dai circuiti delle tutele - mi fa piacere che il Governo abbia accettato le indicazioni contenute nella nostra come in altre mozioni su questo punto - sapendo però che la migliore tutela è quella di difendere il lavoro con il lavoro e non solo con l'assistenza e non solo con gli ammortizzatori sociali; sia che si tratti di famiglie a rischio di povertà.
Non a caso nel disegno di legge finanziaria è previsto che eventuali maggiori disponibilità di finanza pubblica saranno destinate a fronteggiare la diminuzione Pag. 61della domanda interna mediante la riduzione della pressione fiscale nei confronti delle famiglie con figli e dei percettori di reddito medio-basso, con specifica priorità per lavoratori dipendenti e pensionati.
Questi, onorevoli colleghi, signora Presidente, sono i fatti contenuti nella mozione che la maggioranza voterà. Sono fatti che il Governo si è impegnato a portare avanti in quest'Aula. Sono fatti che la maggioranza verificherà nella loro concreta attuazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, le chiedo di poter procedere alla votazione per parti separate - secondo quanto previsto dall'articolo 114, comma 5, del Regolamento - delle mozioni Cazzola, Commercio ed altri n. 1-00279, nel testo riformulato, e Fluvi ed altri n. 1-00284.
In particolare per quanto riguarda la mozione Cazzola, Caparini, Commercio ed altri n. 1-00279 le chiedo di votare separatamente la parte motiva e ciascun paragrafo della parte dispositiva.
Per quanto riguarda la mozione Fluvi, Franceschini, Bersani ed altri n. 1-00284 le chiedo di votare distintamente le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole da quelle su cui ha pronunciato parere negativo.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Donadi ed altri n. 1-00271 (Nuova formulazione), non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Miglioli... onorevole Pecorella... onorevole Zinzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 466
Astenuti 31
Maggioranza 234
Hanno votato
215
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Biasotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione della mozione Cazzola, Caparini, Commercio ed altri n. 1-00279 (Nuova formulazione). Avverto che è stata chiesta da parte del gruppo del Partito Democratico la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente la premessa e i singoli capoversi del dispositivo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cazzola, Caparini, Commercio ed altri n. 1-00279 (Nuova formulazione), limitatamente alla premessa accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Coscia... onorevole Lo Monte... onorevole Zinzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 464
Astenuti 36
Maggioranza 233
Hanno votato
252
Hanno votato
no 212).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. Pag. 62
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cazzola, Caparini, Commercio ed altri n. 1-00279 (Nuova formulazione), limitatamente al primo capoverso del dispositivo accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Coscia... onorevole Miglioli... onorevole Pecorella... onorevole Lo Monte... onorevole Pizzolante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 500
Maggioranza 251
Hanno votato
500).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cazzola, Caparini, Commercio ed altri n. 1-00279 (Nuova formulazione), limitatamente al secondo capoverso del dispositivo accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Coscia... onorevole De Camillis... onorevole Cesario... Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 465
Astenuti 31
Maggioranza 233
Hanno votato
253
Hanno votato
no 212).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cazzola, Caparini, Commercio ed altri n. 1-00279 (Nuova formulazione), limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Coscia, Miglioli, Boniver, Simeoni, De Camillis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 495
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato
494
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cazzola, Caparini, Commercio ed altri n. 1-00279 (Nuova formulazione), limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 466
Astenuti 33
Maggioranza 234
Hanno votato
254
Hanno votato
no 212).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cazzola, Caparini, Commercio ed altri n. 1-00279 (Nuova formulazione), limitatamente al quinto capoverso del dispositivo, accettato dal Governo. Pag. 63
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Cuperlo, Consolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 494
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
494).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cazzola, Caparini, Commercio ed altri n. 1-00279 (Nuova formulazione), limitatamente al sesto capoverso del dispositivo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Coscia, Pecorella, Zinzi, Sanga...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 465
Astenuti 34
Maggioranza 233
Hanno votato
253
Hanno votato
no 212).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Nannicini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pezzotta ed altri n. 1-00280, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli D'Ippolito Vitale, Pizzolante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 479
Astenuti 20
Maggioranza 240
Hanno votato
479).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione della mozione Fluvi ed altri n. 1-00284.
Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate nel senso di votare distintamente le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole da quelle su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fluvi ed altri n. 1-00284, limitatamente alla premessa e al primo e al sesto capoverso del dispositivo, non accettati dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
246
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fluvi ed altri n. 1-00284, limitatamente al Pag. 64secondo, al terzo, al quarto e al quinto capoverso del dispositivo nel testo riformulato, accettati dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Castagnetti, onorevole Lo Monte, onorevole Zinzi, onorevole Bruno? I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 495
Astenuti 4
Maggioranza 248
Hanno votato
495).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che la deputata Carlucci ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame degli altri argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di proposte di legge (ore 19,12).

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sottoindicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento: alla VII Commissione (Cultura):
S. 572. - Senatori CAFORIO ed altri: «Abrogazione dell'articolo 1-septies del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, in materia di equipollenza di diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia» (Approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato) (2131).

(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

A tale proposta di legge è abbinata la proposta di legge: EVANGELISTI ed altri: «Abrogazione dell'articolo 1-septies del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, in materia di equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia» (2317).

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente (ore 19,13).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VI Commissione (Finanze):
«Conversione in legge del decreto-legge 23 novembre 2009, n. 168, recante disposizioni urgenti in materia di acconti di imposta, nonché di trasferimenti erariali ai comuni» (2975) - Parere delle Commissioni I e V.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Modifica nella costituzione di una Commissione permanente (ore 19,14).

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta odierna la IV Commissione permanente (Difesa) ha proceduto all'elezione del deputato Giovanni Fava a vicepresidente, in sostituzione del deputato Ettore Pirovano, dimissionario dalla carica.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,15).

ALESSANDRO BRATTI. Chiedo di parlare.

Pag. 65

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, come gruppo del Partito Democratico vogliamo esprimere solidarietà ai lavoratori precari di ISPRA che da oggi, da questa mattina protestano sui tetti della sede in via Casalotti 300, a Roma. Si tratta di oltre 15 lavoratori, che stanno protestando perché sono prossimi ad un licenziamento corposo. Tale solidarietà noi la diamo anche ai 250 lavoratori che sono stati licenziati nel luglio scorso, e a questi 150 che, se il Governo non prenderà un provvedimento immediato, saranno licenziati a fine dicembre.
Si tratta di lavoratori precari con varie tipologie di contratto ma con altissime professionalità, che stanno protestando in maniera civile e ci sembra francamente che il forte dispiegamento delle forze dell'ordine che c'è stato in queste ore sia stato eccessivo. Siamo in presenza di persone perbene, persone - lo dicevo prima - altamente qualificate da un punto di vista professionale che abbiamo magnificato in parte, solo qualche giorno fa, perché hanno contribuito a risolvere il mistero della nave dei veleni a Cetraro, in Calabria, dato che parte dell'equipaggio che ha lavorato giù in Calabria era costituito da alcuni di questi lavoratori.
Ricordo che ISPRA, l'Istituto superiore per la ricerca ambientale, è nato nei primi mesi dell'attività del Governo Berlusconi, attraverso la fusione di altri tre importanti enti tecnici e di ricerca, APAT, ICRAM e INFS. Dopo circa due anni non vi è ancora alcun progetto di sviluppo per questo ente. Siamo ancora in una fase di commissariamento e il regolamento che era stato proposto al Consiglio di Stato dai commissari è stato rigettato per ulteriori chiarimenti. Sono in corso sulle questioni ambientali molte esternalizzazioni da parte del Ministero dell'ambiente che mortificano la professionalità di questi importantissimi enti.
Chiediamo, signor Presidente, che lei si faccia parte attiva verso il Governo al fine di avere al più presto informazioni in quest'Aula circa la situazione attuale dell'istituto e dei suoi lavoratori.

PRESIDENTE. Onorevole Bratti, sarà mia cura riferire al Presidente per gli atti conseguenti.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per complimentarmi per il lavoro svolto dai carabinieri di Somma Lombardo (in provincia di Varese) che hanno portato alla luce il più grande laboratorio clandestino mai registrato nel nostro Paese nel quale vivevano in stato di schiavitù decine e decine di cinesi, con ottanta postazioni di lavoro assolutamente e sempre al buio, per nascondere il lavoro nero che veniva svolto. Il lavoro nero è una piaga che sfrutta l'immigrazione clandestina e capita «a fagiolo» citarlo proprio oggi, al termine di questo dibattito.
Credo che il Governo vada avanti nella direzione giusta, quindi ai carabinieri di Somma Lombardo, che hanno coordinato le indagini in collaborazione con il nucleo ispettivo della Direzione provinciale del lavoro e con la Polizia locale, va senz'altro il nostro plauso e al Governo il plauso per l'impegno profuso nella lotta alla clandestinità.

PRESIDENTE. Anche da parte nostra un complimento alle forze dell'ordine.

LINO DUILIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, intervengo al termine dei lavori per rappresentare a lei e ai colleghi una questione che ritengo di particolare rilevanza. Di essa abbiamo parlato nel corso della discussione svoltasi in riferimento alla istituzione di nuovo del Ministero per la Pag. 66salute quando, in via incidentale, abbiamo sottoposto al Ministro per la salute la necessità, ormai improcrastinabile, che venga affrontato il problema dei livelli essenziali di assistenza nel nostro Paese. Esso, peraltro, si trascina dietro una questione ancor più annosa e odiosa, se così posso definirla, perché è contemplata dentro il tema dei livelli essenziali di assistenza e cioè quella che riguarda il nomenclatore tariffario per le protesi dei portatori di handicap gravi, che sono in difficoltà, le cui tariffe sono ferme al 1999. Sono passati ormai dieci anni e quel nomenclatore non è mai stato rinnovato nonostante la revisione dovesse avvenire entro l'anno successivo, ovvero entro il 2000. La conseguenza pratica è che ci sono persone che hanno bisogno di ausilio, di strumenti, protesi o supporti che consentano loro una vita di relazione, come si dice nei convegni, molto retoricamente, «valorizzando ciò che resta rispetto a quello che non si ha».
Si continuano a fare convegni, si continuano a fare chiacchiere, ma - signor Presidente, lo segnalo alla sua sensibilità - il nomenclatore è fermo a dieci anni fa e, se un cittadino che si trova in queste condizioni deve risolvere il suo problema (stiamo parlando dei cittadini più deboli), alla fine deve mettere di tasca propria le risorse per potersi procurare gli strumenti di cui parlavo.
Abbiamo addirittura il paradosso - anche questo lo abbiamo segnalato al Ministro - di avere già disposto, come Parlamento, degli stanziamenti (parlo di 20 milioni di euro in due tranche, una prima di 10 milioni ed una seconda di altri 10 milioni) per quanto riguarda alcuni ausili dedicati a persone che possano utilizzare i sofisticati strumenti che oggi l'evoluzione tecnologica mette a disposizione attraverso il video, i computer, il web e così via per poter entrare in contatto con il mondo; anche a tale riguardo i soldi ci sono, ma non si riesce a sapere se in Italia un cittadino (ormai sono passati più di tre anni) è riuscito ad avere qualche euro per potersi dotare di questi strumenti.
Segnalo questa situazione a lei, perché rimanga almeno agli atti e qualcuno in quest'Aula così distratta se ne possa occupare, affinché il Governo venga chiamato a dirci la ragione per cui non viene emanato il decreto sui livelli essenziali di assistenza che, vorrei farlo presente, nella precedente legislatura era già stato preparato ed approvato e doveva essere semplicemente emanato, ma poi è stato bloccato e si è detto che bisognava studiare ed approfondire. Adesso ho sentito dire in un conciliabolo - e concludo, signor Presidente - che non c'è nessuna ragione per cui il decreto sui livelli essenziali di assistenza non possa essere emanato. Di ciò è stato reso edotto il Ministro del Welfare, Sacconi, prima che venisse istituito il Ministero della salute, ed è stato reso edotto il Ministro dell'economia e delle finanze, però viviamo nel campo delle cento pertiche con un paradosso, come dicevo prima, odioso, perché siamo tutti bravi a fare retorica nella convegnistica, ma per i cittadini più deboli (cioè per i portatori di handicap, per quelli che hanno bisogno che si definiscano i livelli essenziali di assistenza e che tirano fuori i soldi molto spesso in nero per pagare la fisioterapista che va casa per curare le piaghe da decubito) non si riesce ad affrontare questo problema in Parlamento che si dice «non ha tempo per» - e, al contrario, si dice «non ha materia per» - fare qualcosa: viviamo in una situazione che ormai è diventata kafkiana, direi insopportabile!
Chiedo scusa per questa passione, ma oramai la misura è colma e la affido alla sua sensibilità affinché il Ministro della salute (visto che da poco è stato insediato con la istituzione del Ministero) venga in Parlamento almeno a spiegarci le ragioni per le quali non viene emanato il decreto sui livelli essenziali di assistenza che, come ho detto, si trascina dietro la problematica del nomenclatore tariffario e degli ausili per cui i soldi sono già stati stanziati (ma a causa della cosiddetta competenza delle regioni non si sa nulla circa il fatto che un solo cittadino abbia potuto avere quelle risorse che peraltro, come ho detto, sono state già messe a disposizione dal Parlamento con le leggi finanziarie degli anni precedenti). Pag. 67
Affido tale questione alla sua sensibilità e spero che la Presidenza della Camera voglia rendersi interprete di questo stato di disagio dei parlamentari, ovviamente a nome di cittadini che sono inermi e non possono fare nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, volevo solo sollecitare la risposta ad una serie di interrogazioni che ho presentato prima della sosta estiva relative ai criteri con cui vengono determinati gli studi di settore. Si tratta di elementi misteriosi che però poi legano i risultati a seconda dei luoghi dove vengono esercitate le attività: sovente questi parametri, a mio giudizio, sono abbastanza discutibili.
Nelle interrogazioni chiedevo appunto di conoscere il rapporto tra le pratiche esaminate e quelle che risultavano scoordinate o comunque non in linea con gli studi di settore. Siccome la risposta è interessante, dopo qualche mese credo sia opportuno avere una risposta. Più in generale, insisto con una mia proposta: perché la Presidenza della Camera non si fa parte dirigente per sollecitare tutte le interrogazioni presentate da tutti i parlamentari a tutti i Ministeri passato un certo periodo dalla loro presentazione? Mi sembra abbastanza ridicolo che noi si sia qui, a fine seduta, a sollecitare risposte che non arrivano mai o arrivano in piccola parte. Oltretutto vi sono Ministeri che sono obiettivamente solleciti nel dare le risposte, altri che, con licenza parlando, se ne fregano: questo non è, a mio avviso, corretto. Il caso del Ministero dell'economia e delle finanze, purtroppo, è quello di un Ministero da cui le risposte arrivano molto, molto lentamente, quando arrivano (Applausi del deputato Maurizio Turco).

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, intervengo per richiamare una vicenda che già è stata sollevata in quest'Aula, e per la quale dal 6 novembre alcuni malati di sclerosi laterale amiotrofica hanno intrapreso uno sciopero - al quale dal 7 novembre ci siamo associati insieme alla collega Farina Coscioni, a centinaia di malati, e a diversi parlamentari di un po' tutti i gruppi politici - per chiedere alcune cose dovute. Gli obiettivi che citava prima il collega Duilio rappresentano un qualcosa di davvero increscioso e incredibile: è possibile che il Governo non senta il dovere di rendere pubblici dei dati relativi a delle spese autorizzate dal Parlamento per gli anni 2007 e 2008? È possibile che il Parlamento non si renda conto cosa vogliano dire questi comunicatori per delle persone che sono praticamente rese mute dalla malattia? Abbiamo visto il caso di quella signora di Brindisi che per 15 anni è rimasta chiusa in una struttura senza poter comunicare, se non dicendo sì o no con gli occhi, e che stava rifiutando la tracheotomia, rischiando di morire da lì a poco. Ebbene, è arrivato il perito del tribunale, portando la macchinetta per poter parlare con gli occhi. Quando la signora ha scoperto che poteva comunicare con il mondo ha detto: voglio vivere. Perché queste questioni non possono trovare una risposta del Governo in termini chiari e urgenti? Dobbiamo continuare questa lotta non violenta per delle cose così scontate e dovute? Malgrado che i soldi sono stati versati, che il Parlamento è d'accordo, che siamo tutti d'accordo (immagino anche il Governo), abbiamo silenzio, omertà. Noi non vorremmo che poi i soldi destinati agli ammalati venissero, invece, utilizzati da coloro che vendono macchinette, da coloro che devono decidere che questi malati possono avere macchinette, per fare convegni: ne abbiamo fatti abbastanza, ce ne sono anche troppi. La questione è già risolta di per sé.
Si continua a tenere un elenco di macchinari aggiornati al 1990, quando questi apparecchi ancora non esistevano. Quindi, anche quelle malattie sono diventate delle malattie di classe: se hai i soldi Pag. 68puoi continuare a comunicare col mondo esterno, e quindi a vivere, se non ha i soldi, non puoi avere quell'apparecchiatura, e sei costretto a cercare delle scorciatoie. Vorremmo che quanta più gente possibile potesse evitare la scorciatoia di restare rinchiusa in qualche reparto di terapia intensiva per 10 o 15 anni, per poi decidere sostanzialmente di suicidarsi perché non ha alternative (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

AUGUSTO DI STANISLAO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, intervengo per affidare a lei un grido di dolore che proviene dal mondo dall'Abruzzo, e segnatamente dalle zone colpite dal sisma. Nello specifico, il mio intervento riguarda i tagli che, da qui a breve, andranno a colpire i tribunali de L'Aquila, Avezzano e Sulmona. Questo sta a significare che, mentre noi stiamo attivando una serie di meccanismi, non ultima la mozione che abbiamo approvato all'unanimità in questo Parlamento, per dare sfogo e opportunità, risorse e prospettive a questo territorio martoriato dal sisma, abbiamo a che fare col Ministro del giustizia che comincia ad attivare, tra gli effetti speciali, una serie di tagli reali.
Questo evidentemente va a colpire l'organizzazione di quel territorio che attraverso i tribunali esprime anche una propria economia importante, ma non solo, in quanto offre servizi, perché in questo senso L'Aquila, Avezzano e Sulmona rappresentano alcuni terminali e alcuni elementi di coordinamento e di raccordo della giustizia e dell'attività giudiziaria in tutta la regione Abruzzo. Se a questo aggiungiamo una serie di annunci fatti dal Governo nazionale e dal governo regionale, nei quali si diceva apertamente che da lì a breve, per L'Aquila per esempio, si sarebbe creata la cittadella, ritengo che noi siamo nel pieno dell'ingiustizia e della presa in giro di quelle popolazioni di quella organizzazione giudiziaria che in questo modo viene privata di una parte importante del personale che in questi anni ha contribuito a dare lustro e servizio a quella collettività. Nello specifico voglio dire che molto probabilmente quello a cui mira il Ministro Alfano con una nuova proposta - è una vecchia ricetta presentata anche negli anni scorsi - è di andare a produrre tagli all'interno del comparto giustizia, che in questo caso sarebbe paradossale nella zona dell'aquilano, considerato che noi in quel territorio andiamo ad intervenire con la zona franca urbana e ragioniamo su un'uscita dal Patto di stabilità per i comuni, andando invece a deprivare quell'organizzazione di figure centrali che svolgono un'attività irrinunciabile.
Tutto questo è sotteso a cosa? A mirare in maniera molto forte e determinata senza tener conto della storia e delle prospettive di quel comparto, delle persone, delle professionalità e delle famiglie che vivono di questo, e senza tener conto del fatto che il comparto giustizia non può esser affidato a mani esterne. Perché la volontà del Ministro Alfano è quella di esternalizzare i servizi della giustizia in questi tre tribunali e di affidare a società esterne tuta questa massa di lavoro che viene svolta all'interno in maniera encomiabile da queste persone. Credo che su questo noi ci dobbiamo anche chiedere dove vogliamo arrivare, non solo nel senso dell'esternalizzazione, ma anche nel senso di mettere in campo una giustizia che è sempre più privata e sempre più deprivata delle potenzialità che ne hanno fatto la storia nei comparti e all'interno nella pubblica amministrazione. Vorrei che se ne prendesse atto. Visto che la gran parte se non la quasi la totalità delle mie interrogazioni rivolte ai Ministri del Governo non ottiene risposta, mi auguro che lei possa avere la possibilità di interloquire con il Ministro Alfano per rappresentare questa diversità di questo territorio che non può essere assolutamente messo alla stregua degli altri territori nazionali, sopratutto in questa fase. E auspico che si lavori su quello che si è fatto perché ancora queste persone garantiscono la giustizia, non quella privata, quella che passa Pag. 69attraverso le mani pubbliche che ha sempre garantito efficienza, efficacia e ottimi risultati.

DOMENICO SCILIPOTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi riallaccio per un attimo a quanto detto all'interno di quest'Aula da alcuni parlamentari, in particolare dal collega Duilio e da altri per quanto riguarda la situazione delle gravi patologie del sistema neuromuscolare e di molti malati che sono afflitti da questa patologia, e al fatto che molte volte all'interno di quest'Aula e anche fuori sono state denunciate delle situazioni veramente incresciose. Oltre alle denunce vi è stata anche alla presa di posizione di alcuni cittadini e anche di parlamentari con azioni come lo sciopero della fame per sensibilizzare coloro i quali dovrebbero prendere in seria considerazione questo argomento e far sì che si risolva definitivamente. Tuttavia la riflessione che mi viene è semplice e non riesco a capire come mai un Viceministro che viene a riferire all'interno del Parlamento e a parlare di tante cose non riesce ad essere sensibile su tale argomento. Il fatto più grave è che, in mancanza di un Ministero e del fatto che dovrebbe legiferare questo Viceministro, ci aspettavamo che lo stesso rappresentante del Governo legiferasse e venisse immediatamente a capo della situazione.
Questa situazione è veramente incresciosa, perciò ci rivolgiamo a lei, Presidente, come è già stato detto da altri parlamentari e dai parlamentari che stanno facendo questa opera di sensibilizzazione, attraverso il digiuno, per interessare il più possibile il Governo affinché intervenga.
Un'altra riflessione che mi permetto di fare a lei, Presidente, è una riflessione che molti colleghi all'interno di quest'Aula e fuori dell'Aula fanno. Non è vero quello che si dice o che riportano molti giornali che il lavoro che si svolge è poco, in quanto spesso i parlamentari lavorano, e lavorano molto più di quanto dovrebbero lavorare. Chi vi parla in un anno e mezzo di attività parlamentare ha presentato quasi oltre 50 interrogazioni parlamentari e di queste interrogazioni parlamentari soltanto il 50 per cento ha avuto risposta.
Ma il fatto più grave riguarda non solo l'argomento interrogazioni parlamentari, ma un argomento molto più delicato e su questo forse vi sono alcuni passaggi che a me non sono ben chiari e per tale ragione rivolgo la domanda in Aula affinché la sentano sia i colleghi parlamentari sia la Presidenza e anche i cittadini che ci ascoltano. Io ho presentato otto proposte di legge e nessuna di esse, allo stato attuale, è stata inserita all'ordine del giorno vale a dire che non è stato nominato alcun relatore. Cosa significa questo? Il Presidente della Camera non fa altro che assegnare alla Commissione una proposta di legge; tali proposte di legge arrivano in Commissione dove tuttavia non vengono mai prese in considerazione né vengono nominati dei relatori per portarle avanti e in discussione. Dunque il lavoro del parlamentare che significato ha?
Dunque rivolgo a me stesso una riflessione, la rivolgo ai colleghi e alla Presidenza e mi rivolgo anche a coloro i quali sono competenti per fornire risposte in merito chiedendo: perché critichiamo ampiamente i parlamentari che poi nel momento in cui svolgono il loro lavoro, in particolare attività di sindacato ispettivo, molte volte non ottengono risposta? Chi vi parla sino ad oggi, in un anno e mezzo dall'inizio della legislatura, ha presentato otto proposte di legge e su queste otto proposte di legge, pur sollecitate sotto tutti i profili, non ce n'è una che sia stata ancora assegnata ad un relatore. Questo veramente ci mette in grande difficoltà. Dunque, da parte nostra c'è la volontà di lavorare ma la soddisfazione è anche quella di vedere le nostre proposte di legge poste all'esame, con la nomina di un relatore, messe in discussione e, nel più breve tempo possibile, approvate o respinte, seguendo tutto il percorso e l'iter burocratico previsto. Pag. 70
Tuttavia non è concepibile dare giudizi sommari affermando che i parlamentari non sono attivi e non sono pronti a esercitare il ruolo di parlamentare. Noi lo esercitiamo nel migliore dei modi, facciamo quanto dobbiamo fare. Il nostro lavoro, in modo particolare per quanto riguarda coloro i quali stanno all'opposizione, è attività di sindacato ispettivo e la predisposizione di proposte di legge per migliorare qualcosa che in questo momento in Italia non è come dovrebbe essere. Dunque mi auguro che questa mia chiacchierata all'interno di quest'Aula e la mia riflessione a lei rivolta possano avere una risposta quanto meno soddisfacente per far sì che noi parlamentari, quando ci mettiamo in movimento, abbiamo almeno la soddisfazione di ottenere un risultato e di vedere che ciò che noi facciamo giornalmente ha un seguito.

PRESIDENTE. Onorevole Scilipoti, le ricordo che il compito di organizzare i lavori delle Commissioni è affidato alla presidenza delle Commissioni stesse.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 25 novembre 2009, alle 10:

(ore 10 e ore 16)

1. - Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2131 ed abbinata.

2. - Seguito della discussione delle mozioni Casini ed altri n. 1-00264, Ghiglia, Alessandri, Iannaccone ed altri n. 1-00270, Realacci ed altri n. 1-00272, Piffari ed altri n. 1-00273 e Zamparutti ed altri n. 1-00278 sui cambiamenti climatici e sulle connesse politiche pubbliche.

3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Nuova disciplina del commercio interno del riso (1991-A).
- Relatore: Rosso.

4. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (2836-A/R).
- Relatori: Rossi Mariarosaria, per la II Commissione; Antonione, per la III Commissione.

(ore 15)

5. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PROPOSTA DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

alla VII Commissione (Cultura):
S. 572. - Senatori CAFORIO ed altri: «Abrogazione dell'articolo 1-septies del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, in materia di equipollenza di diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia» (approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato) (2131).

(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

A tale proposta di legge è abbinata la proposta di legge: EVANGELISTI ed altri: «Abrogazione dell'articolo 1-septies del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, in materia di equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia» (2317).

La seduta termina alle 19,40.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Soro ed a. n.1-260 521 518 3 260 251 267 48 Resp.
2 Nom. Moz. Di Pietro ed a. n.1-230 520 517 3 259 251 266 48 Resp.
3 Nom. Moz. Pezzotta ed a. n.1-266 518 513 5 257 250 263 48 Resp.
4 Nom. Moz. Cicchito, Cota ed a. n.1-275 520 517 3 259 267 250 48 Appr.
5 Nom. Ris. Meccaci ed a. n. 6-35 521 515 6 258 251 264 48 Resp.
6 Nom. Moz. Ciocchetti ed a. n.1-222 n.f. 513 511 2 256 511 46 Appr.
7 Nom. Moz. Zazzera ed a. n.1-274 512 507 5 254 507 46 Appr.
8 Nom. Moz. Pescante ed a. n.1-286 515 297 218 149 296 1 46 Appr.
9 Nom. Moz. Donadi ed a. n.1-271 n.f. 497 466 31 234 215 251 46 Resp.
10 Nom. Moz. Cazzola ed a. n.1-279 n.f. 500 464 36 233 252 212 45 Appr.
11 Nom. Moz. Cazzola ed a n.1-279 n.f.- II 500 500 251 500 45 Appr.
12 Nom. Moz.Cazzola ed a n.1-279 n.f.- III 496 465 31 233 253 212 45 Appr.
13 Nom. Moz. Cazzola ed a n.1-279 n.f.- IV 497 495 2 248 494 1 45 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 19)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. Moz. Cazzola ed a n.1-279 n.f.- V 499 466 33 234 254 212 45 Appr.
15 Nom. Moz. Cazzola ed a n.1-279 n.f.- VI 497 494 3 248 494 45 Appr.
16 Nom. Moz.Cazzola ed a n.1-279 n.f.- VII 499 465 34 233 253 212 45 Appr.
17 Nom. Moz. Pezzotta ed a. n.1-280 n.f. 499 479 20 240 479 45 Appr.
18 Nom. Moz. Fluvi ed a. n.1-284 - I 500 499 1 250 246 253 45 Resp.
19 Nom. Moz. Fluvi ed a. n.1-284 - II 499 495 4 248 495 45 Appr.