XV LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 239 di venerdì 9 novembre 2007

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[riferimenti normativi]
Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI

La seduta comincia alle 9,30.

ANTONIO MAZZOCCHI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Maroni è in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interrogazioni (ore 9,32).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Normativa riguardante il conferimento di incarichi dirigenziali di prima e seconda fascia a soggetti estranei alla pubblica amministrazione - nn. 3-00990 e 3-01184)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, Gian Piero Scanu, ha facoltà di rispondere alle interrogazioni Bocchino n. 3-00990 e Antonio Pepe n. 3-01184, concernenti la normativa riguardante il conferimento di incarichi dirigenziali di prima e seconda fascia a soggetti estranei alla pubblica amministrazione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni sezione 1), che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente.

GIAN PIERO SCANU, Sottosegretario di Stato per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. Signor Presidente, onorevoli deputati, gli atti di sindacato ispettivo in esame riguardano, in generale, la disciplina relativa al conferimento di incarichi dirigenziali a soggetti estranei alla pubblica amministrazione ai sensi dell'articolo 19 comma 6 del decreto legislativo n. 165 del 2001.
In particolare, rispondendo all'interrogazione dell'onorevole Bocchino - concernente, nello specifico, i dati numerici relativi agli incarichi dirigenziali di prima e seconda fascia attribuiti a soggetti estranei ai ruoli delle pubbliche amministrazioni - ai sensi della citata norma, si forniscono i seguenti elementi informativi.
In via preliminare, si fa presente che i dati in possesso del dipartimento della funzione pubblica - aggiornati al dicembre 2006 - attengono a tutte le amministrazioni statali ad esclusione del Consiglio di Stato (segretariato generale) e del Ministero dell'università e della ricerca, per i quali a tutt'oggi non è pervenuta alcuna informazione.
Da tali dati risulta il conferimento di 34 incarichi di livello dirigenziale generale, ai sensi dell'articolo 19, commi 4 e 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001 e di 209 incarichi di livello dirigenziale non generale, ex articolo 19, commi 5 e 6, del medesimo decreto.Pag. 2
Quanto alla possibilità, evidenziata dall'onorevole interrogante, di inquadrare nei ruoli delle amministrazioni i soggetti ai quali sono stati conferiti incarichi dirigenziali ai sensi della normativa citata, occorre chiarire che il Governo, consapevole che i suddetti incarichi siano da considerarsi di natura fiduciaria, non ritiene opportuno intraprendere alcuna iniziativa in tal senso.
Infatti, a conferma di ciò, l'articolo 2 del decreto-legge n. 262 del 2006, come modificato dalla legge di conversione, nel novellare il comma 8 dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 165 del 2001, ha stabilito che anche gli incarichi dirigenziali di cui al comma 6 cessano decorsi 90 giorni dal voto sulla fiducia al Governo.
Infine, l'interrogante chiede di sapere quali iniziative, finalizzate anche al contenimento dei costi della pubblica amministrazione, il Governo intenda intraprendere allo scopo di ridurre le ipotesi di affidamento di funzioni dirigenziali a soggetti che non sono pubblici dipendenti.
In relazione a tale ultimo profilo, si rammenta che la legge finanziaria 2007 ha già previsto alcune disposizioni volte, da un lato, a razionalizzare e ottimizzare l'organizzazione delle spese dei ministeri anche mediante la riduzione di uffici dirigenziali e, dall'altro, a fissare precisi limiti alle retribuzioni dei dirigenti nominati ex articolo 19 comma 6 del richiamato decreto legislativo.
Su tale punto si ricorda, inoltre, che la legge finanziaria per il 2007 prevede l'obbligo di pubblicazione sul sito web dell'amministrazione interessata dei dati relativi ai compensi e alle retribuzioni dei dirigenti titolari di incarico conferito ai sensi dell'articolo 19, comma 6, del già citato decreto legislativo n.165 del 2001. Inoltre, con la direttiva n. 1 del 2007, il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione ha precisato che tutte le pubbliche amministrazioni, oltre a verificare i presupposti di legittimità degli incarichi da esse conferiti o conferiti da altri soggetti a propri dipendenti, sono altresì chiamate ad ottemperare agli obblighi di pubblicità anche tramite la pubblicazione dei relativi dati sui propri siti istituzionali. Al riguardo non si può sottacere come il Governo abbia avuto modo di palesare in più occasioni la volontà di valorizzare l'attività del personale interno alla pubblica amministrazione: si ricordino a tal proposito i protocolli d'intesa siglati con le organizzazioni sindacali il 18 gennaio e il 6 aprile 2007, nell'ambito dei quali è previsto che nei concorsi per la dirigenza verranno individuati criteri adeguati a dare rilievo alle attività e ai risultati conseguiti dai candidati interni.
In generale, il Governo ha voluto fortemente sottolineare la necessità di valorizzare il ruolo della dirigenza pubblica assicurandone da un lato l'effettivo riconoscimento dell'autonomia gestionale, organizzativa e finanziaria e, dall'altro, la correzione delle disfunzioni conseguenti anche ad un improprio funzionamento del sistema dello spoil system che, in passato, hanno negativamente pesato sul funzionamento delle amministrazioni e, quindi, sul successo delle riforme.
In merito, poi, ad eventuali interventi di modifica dell'attuale disciplina prevista dal citato articolo 19, comma 6, sollecitati anche dagli onorevoli Pepe e Proietti Cosimi, si evidenzia che conformemente al programma di Governo si sta procedendo alla riforma della normativa in materia di pubblico impiego. L'adozione di un provvedimento integrativo e correttivo del decreto legislativo n. 165 del 2001, infatti, appare senz'altro opportuna al fine di risolvere i notevoli problemi di ordine interpretativo e le difficoltà e le incertezze sorte in sede di attuazione. A ciò si aggiunge la necessità di adeguare la disciplina medesima ai principi affermati da recenti decisioni della Corte costituzionale, al fine di valorizzare i principi di buon andamento dell'azione amministrativa e di esclusività del rapporto di servizio dei dirigenti rafforzando, al contempo, l'altrettanto rilevante principio di separazione tra politica e amministrazione.
Tra i criteri ai quali il Governo intende ispirarsi nell'elaborazione della proposta normativa vi è, appunto, anche quello di Pag. 3ridurre rigorosamente le ipotesi di affidamento di funzioni dirigenziali a soggetti non appartenenti ai ruoli dirigenziali dell'amministrazione, circoscrivendo tale possibilità ai soli casi in cui, in considerazione dell'impossibilità di reperire tali competenze nell'ambito della dirigenza di ruolo, essa si renda necessaria ai fini dell'acquisizione di specifiche competenze professionali in relazione ai compiti da svolgere.
Al contempo, sembra tuttavia opportuno salvaguardare una certa flessibilità nel reperimento delle risorse umane, sia all'interno delle medesime strutture pubbliche, sia mediante il ricorso al mercato del lavoro, al fine di avvalersi di professionalità di sicuro valore e prestigio; ciò, comunque, sempre nei limiti della reale necessità dell'amministrazione e secondo criteri di economicità e trasparenza. A quanto detto si accompagna l'intento di ottimizzare l'istituto del pubblico concorso; in tal senso si intende provvedere al riordino dei sistemi finalizzati al reclutamento del personale e dei dirigenti, in modo da assicurare la periodicità e la continuità, nonché l'accelerazione ed il decongestionamento delle procedure selettive.
In definitiva - come già ampiamente chiarito dal Ministro Chiti, rispondendo nel corso del question time del 19 settembre scorso sulla stessa tematica - risulta evidente che i suddetti principi e criteri, ai quali il Governo intende ispirarsi per riformare la normativa del pubblico impiego, sono sostanzialmente affini ai profili di interesse rappresentati dagli interroganti.
Il Governo pertanto auspica una convergenza di tutte le forze politiche, naturalmente anche quelle di opposizione, riguardo la necessità di aggiornare la disciplina del pubblico impiego con particolare interesse alla modifica dell'istituto previsto dall'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 in materia di conferimento di incarichi dirigenziali a soggetti estranei alla pubblica amministrazione.

PRESIDENTE. Il deputato Bocchino ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00990.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, se fosse la prima volta che un membro dell'Esecutivo afferma queste cose in un'aula del Parlamento, la risposta del rappresentante del Governo potrebbe anche apparire soddisfacente. Considerato invece che sono ormai anni, in questa legislatura, che il gruppo di Alleanza Nazionale sia alla Camera sia al Senato pone la stessa questione, ottenendo sempre la stessa risposta, ovverosia che il Governo sta valutando e sta cercando di comprendere se è possibile in futuro adottare certe misure, senza tuttavia arrivare ad un provvedimento che risolva il problema, ci dobbiamo dichiarare fortemente insoddisfatti.
Il motivo è semplicissimo. Esiste un articolo della Costituzione molto chiaro in materia, ossia l'articolo 97 che, al terzo comma, dispone che ai vertici della pubblica amministrazione si accede tramite pubblico concorso, ed esiste altresì il decreto legislativo n. 165 del 2001, che ha aperto le maglie, anche alla luce della possibilità di deroga per legge prevista dalla Costituzione, prevedendo così la possibilità di conferire a soggetti esterni, non vincitori di concorso, la nomina di dirigenti di prima e di seconda fascia.
Quello che doveva essere un atto eccezionale, ovverosia la possibilità di accogliere dall'esterno professionalità non reperibili all'interno della pubblica amministrazione, è diventato invece un fatto ordinario, per cui i capi segreteria della politica sono diventati dirigenti di prima o di seconda fascia della pubblica amministrazione, per cui i trombati alle elezioni politiche regionali, provinciali e comunali sono stati portati a ricoprire il ruolo di dirigenti di prima e seconda fascia della pubblica amministrazione e, di proroga in proroga, di rinnovo in rinnovo, si sono, di fatto, stabilizzati all'interno della pubblica amministrazione seppur con dei contratti formalmente a scadenza. Tutto ciò ha provocato una serie di problemi, non uno solo. Il primo problema è che vi è una pletoraPag. 4 di dirigenti vincitori di concorso spesso inutilizzati. Il secondo è costituito dalla depressione professionale inevitabile dei dirigenti pubblici vincitori di concorso. Il terzo è rappresentato dal fatto che, anziché prendere persone altamente qualificate non reperibili all'interno della pubblica amministrazione, si sono reclutate persone altamente politicizzate, venendo meno al principio base costituzionale sull'indipendenza e la terzietà, che si concretizza attraverso il concorso pubblico, dei componenti della pubblica amministrazione.
Pertanto, vorremmo dal Governo qualche risposta molto, molto più seria. Riteniamo che si debba procedere all'abrogazione della norma contenuta nel decreto legislativo n. 165 del 2001, che i dirigenti di prima e di seconda fascia debbano essere esclusivamente vincitori di concorso e che il reperimento di energie dall'esterno possa avvenire solo per casi realmente straordinari, ossia per acquisire professionalità che non sono reperibili all'interno della pubblica amministrazione.
In tal senso, abbiamo anche rivolto al Governo un'interrogazione a risposta immediata qualche mese fa, qui nell'aula della Camera, e il Governo ci ha fornito più o meno le stesse informazioni che ci ha comunicato oggi. Tuttavia, ogni volta che abbiamo cercato, mediante proposte emendative, sia alla Camera sia al Senato, di intervenire al riguardo su vari provvedimenti relativi alla modernizzazione della pubblica amministrazione, il Governo non ha espresso parere favorevole su quelle proposte.
Pertanto, abbiamo l'impressione che il Governo, a parole, condivida il principio - è, infatti, difficile non condividere un principio che è basilare, oltre ad essere pienamente riconosciuto dalla Costituzione - ma, nei fatti, preferisca proseguire con la logica dell'ingresso dall'esterno di basse, anziché di alte, professionalità, le quali sono legate alla politica e quindi possono essere molto più utili alla gestione di parte della pubblica amministrazione, anziché ad una gestione corretta e terza, prevista dalla Costituzione.
Per queste ragioni, ci dichiariamo insoddisfatti e chiediamo al Governo di passare dalle buone parole e dai buoni propositi - che ogni tre o quattro mesi viene a rivolgere alle aule del Parlamento - ai fatti, inserendo in un provvedimento l'abrogazione della norma contenuta nel decreto legislativo n. 165 del 2001, che consente ciò che non dovrebbe essere consentito.

PRESIDENTE. La deputata Germontani ha facoltà di replicare per l'interrogazione Antonio Pepe n. 3-01184, di cui è cofirmataria.

MARIA IDA GERMONTANI. Signor Presidente, mi rivolgo al signor rappresentante del Governo: ritengo che oggi ci troviamo davanti ad un nuovo esempio di politica degli annunci da parte sua. Abbiamo sentito che il Governo ha la ferma intenzione di separare politica e amministrazione. Tuttavia, purtroppo, quanto sta accadendo a livello centrale in tutte le pubbliche amministrazioni è lesivo della dignità professionale dei dirigenti di ruolo e non si traduce affatto in un valore aggiunto per il sistema Paese, dal momento che i destinatari degli incarichi sono quasi sempre scelti sulla base di criteri politici. Per mia impostazione, ho sempre avuto un approccio economico verso i problemi, analizzando costi e benefici, ossia verificando se i costi che sosteniamo producono i risultati attesi. La domanda che oggi, ancora una volta, ci dobbiamo porre e le poniamo non è quanto la politica debba costare, ma se i costi - proprio con riferimento alle amministrazioni centrali - siano giustificati da benefici e servizi a favore dei cittadini.
In tutte le amministrazioni centrali dello Stato, nonché in tutti gli enti territoriali, si continuano a conferire, sulla base delle vigenti normative, lucrosi incarichi dirigenziali a persone che non sono pubblici dipendenti di ruolo e che, quindi, non hanno mai vinto un concorso pubblico per accedere a quella qualifica di dirigente.
Il gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale ha già assunto diverse iniziative, Pag. 5di natura legislativa e a livello di sindacato ispettivo, ed ha più volte, come oggi, richiamato l'attenzione del Governo su questa specifica problematica.
Oggi voglio far presente che Alleanza Nazionale è contraria alle norme contenute nella manovra finanziaria in corso di discussione al Senato, che riguardano la stabilizzazione dei cosiddetti precari, i quali con riferimento agli enti locali (quindi, non si tratta di una politica di annunci, ma mi riferisco a qualcosa che sta accadendo e state facendo oggi), vengono assunti a tempo indeterminato senza adeguate procedure concorsuali.
Ci riferiamo, più precisamente, a quel personale non dirigenziale che, avendo ricoperto negli ultimi cinque anni determinati incarichi, viene successivamente inquadrato nei ruoli delle rispettive amministrazioni di appartenenza.
Allo stesso modo, fin dall'inizio di questa legislatura, ci stiamo battendo per limitare le ipotesi di conferimento degli incarichi dirigenziali all'interno dei ministeri e della Presidenza del Consiglio a persone estranee ai ruoli della pubblica amministrazione.
Riteniamo che all'interno delle amministrazioni centrali si debbano valorizzare la meritocrazia e le professionalità di ruolo che in molti casi abbondano e costituiscono risorse in larga misura inutilizzate.
Pertanto, invochiamo il rispetto della Costituzione - la quale prevede che solo attraverso il concorso pubblico si possa accedere alla pubblica amministrazione - e mediante la nostra interrogazione, nel rispetto dei principi costituzionali in materia di concorso pubblico, chiediamo che si superi la normativa contenuta nell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, della cui applicazione si è molto abusato e si continua ad abusare a danno degli stessi servizi resi dalla pubblica amministrazione in termini di qualità ed efficienza.
Ci auguriamo che avvenga quanto afferma il Governo - e quanto lei stesso ha ribadito oggi, coerentemente a quanto annunciato in precedenza - e che si proceda urgentemente a revisionare, in senso restrittivo, la normativa che ho richiamato. Infatti, signor sottosegretario, oggi, in questa sede, credo di poter dichiarare che, se ciò dovesse avvenire, lei, che ha chiesto il sostegno delle forze di opposizione, troverà il sostegno da parte di Alleanza Nazionale.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sull'ordine dei lavori (ore 9,54).

PRESIDENTE. Avverto che in calce al resoconto della seduta odierna sarà pubblicato lo schema recante l'organizzazione dei tempi relativi all'esame del disegno di legge di ratifica n. 3082, che sarà inserito nell'ordine del giorno della seduta di lunedì 12 novembre 2007.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 12 novembre 2007, alle 15:

1. - Discussione delle mozioni Leone e Garagnani n. 1-00233 e Germontani ed altri n. 1-00227 recanti disciplina fiscale applicabile alle società cooperative, anche in relazione agli effetti prodotti nei mercati di riferimento.

2. - Discussione del disegno di legge:
S. 1682 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale contro il doping nello sport, con Allegati, adottata a Parigi dalla XXXIII Conferenza generale UNESCO il 19 ottobre 2005 (Approvato dal Senato) (3082).
- Relatore: Giorgetti Giancarlo.

La seduta termina alle 9,55.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 3082

Ddl di ratifica n. 3082 - Convenzione internazionale contro il doping nello sport

Tempo complessivo: 2 ore.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 11 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora 29 minuti
Partito Democratico-L'Ulivo 12 minuti
Forza Italia 14 minuti
Alleanza Nazionale 9 minuti
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea 5 minuti
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) 7 minuti
Lega Nord Padania 6 minuti
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo 4 minuti
La Rosa nel Pugno 4 minuti
Comunisti Italiani 4 minuti
Italia dei Valori 4 minuti
Verdi 4 minuti
Popolari-Udeur 4 minuti
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI 4 minuti
Misto 8 minuti
(Movimento per l'Autonomia: 2 minuti;
Minoranze linguistiche: 2 minuti;
Repubblicani, Liberali, Riformatori: 2 minuti;
La Destra: 2 minuti)