XV LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 82 di martedì 5 dicembre 2006

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[allegato A]
[allegato B]

[riferimenti normativi]
Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI

La seduta comincia alle 9.

MARCO BOATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Airaghi, Aprea, Beltrandi, Castagnetti, Cicu, Cordoni, Deiana, Donadi, Franceschini, Monaco, Pagliarini, Piscitello, Pisicchio, Sasso, Sgobio, Vietti e Villetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono ottantatre, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Discussione della proposta di legge: Mazzoni: Modifica dell'articolo 15 della legge 3 agosto 2004, n. 206, in materia di benefici per le vittime del terrorismo (A.C. 616) (ore 9,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge di iniziativa del deputato Mazzoni: Modifica dell'articolo 15 della legge 3 agosto 2004, n. 206, in materia di benefìci per le vittime del terrorismo.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

(Discussione sulle linee generali - A.C. 616)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che il presidente del gruppo parlamentare di Forza Italia ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del regolamento.
Avverto, altresì, che la I Commissione (Affari costituzionali) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, deputato Giovanardi, ha facoltà di svolgere la relazione.

CARLO GIOVANARDI, Relatore. Signor Presidente, nel nostro ordinamento sono stati via via riconosciuti benefici per le persone rimaste vittime, nel tempo, di atti di terrorismo. La materia è molto dolorosa. Purtroppo, negli ultimi anni sia in Italia, sia al di fuori del nostro paese, numerose persone sono rimaste vittime di questi atti. A mano a mano che il Parlamento si occupava della questione, nasceva la consapevolezza della esistenza di numerosi problemi temporali e spaziali per cui, mentre si affrontava un problema, ne sorgevano altri in quanto taluni avvenimenti rimanevano esclusi dai benefici di legge. Ad esempio, nel corso della precedente legislatura - mi rivolgo agli onorevoli Boato e Violante - si è posto il problema dei familiari delle vittime dell'eccidio di Kindu, che erano rimasti esclusi dai benefici di legge. Il Parlamento Pag. 2ha provveduto a far fronte a questo problema con un provvedimento specifico. In base alla legislazione attualmente vigente, il riconoscimento dei benefici, salvo eccezioni, non è applicabile per fatti avvenuti in passato. Quindi, le vittime, o i familiari delle vittime, di atti di terrorismo verificatisi all'estero negli anni sessanta, settanta, ottanta e novanta rimanevano privi di tutela. Tuttavia, per poterla assicurare, si pongono alcuni problemi. Innanzitutto, vi è quello relativo alla individuazione del numero delle vittime di atti di terrorismo. Inoltre, si tratta di capire se lo stesso numero delle vittime di episodi avvenuti all'estero e dei quali ancora non vi è esatta conoscenza sia talmente ampio da creare difficoltà anche dal punto di vista economico, quanto alla copertura delle spese relative.
Questa proposta di legge dell'onorevole Mazzoni si propone proprio l'obiettivo di estendere i benefici anche per eventi verificatisi a decorrere dal 1o gennaio 1961. Il problema che è sorto è che, probabilmente, a partire dalla data menzionata, il numero di italiani vittime di atti di terrorismo all'estero, particolarmente in paesi che hanno conosciuto, negli anni settanta e ottanta, situazioni interne di grave tensione - basti pensare all'Argentina - può essere tale da costituire un problema, sia dal punto di vista della loro identificazione, sia dal punto di vista della quantificazione della copertura necessaria per i benefici di cui sono destinatari. Per soddisfare queste esigenze, con il provvedimento all'esame, che consta di tre articoli, si è trovato un contemperamento attraverso alcuni meccanismi. Innanzitutto, per avere un minimo di certezza nella identificazione, allo stato degli atti, dei beneficiari, si è precisato che questi ultimi, oltre ad essere vittime di atti di terrorismo avvenuti all'estero a decorrere dal 1o gennaio 1961, dovessero essere cittadini italiani residenti in Italia al momento dell'evento.
Quindi, il provvedimento non riguarda la categoria dei milioni degli italiani, con la cittadinanza e il passaporto italiani, residenti all'estero, ma i cittadini italiani residenti in Italia al momento dell'evento. Pertanto, anche la quantificazione economica delle spese derivanti dall'articolo 1 è stata parametrata ad una previsione di questo tipo.
All'articolo 2, si prevede che il Governo, entro un anno dalla data in vigore della presente legge, presenti al Parlamento una relazione concernente l'individuazione dei cittadini italiani vittime di atti di terrorismo e di stragi, compiuti fuori dal territorio nazionale, compresi i non residenti in Italia al momento di tali eventi, per verificare il numero complessivo delle vittime e se vi è la possibilità per lo Stato italiano di attribuire gli stessi benefici anche alle vittime rimaste lese da tali atti di terrorismo e ai loro familiari non residenti in Italia.
Naturalmente, si tratta di dare una risposta, di forma e di sostanza, ad esigenze che sono ampiamente sentite e di trattare in maniera uguale tutti coloro che sono state fatte vittime di questi eventi, nel nostro paese e all'estero, con tutte le leggi che si sono susseguite, tenendo presente, come un legislatore saggio deve fare, la possibilità di far corrispondere agli obiettivi la necessaria coperture economica, per rendere effettiva l'applicazione della legge.
Il provvedimento è stato approvato all'unanimità in Commissione affari costituzionali e ha ricevuto il parere favorevole della Commissione bilancio e, in questa veste, si presenta all'Assemblea.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

ETTORE ROSATO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il Governo si riconosce nel testo predisposto dalla Commissione affari costituzionali, che ringrazia per il grande lavoro svolto.
Si tratta di una legge utile e necessaria, anche per uniformare la legislazione in materia di vittime del terrorismo, normativa che presentava alcune lacune e che l'iniziativa della Commissione ha voluto colmare.
Si ritiene che il testo sia utile a tal fine e che il lavoro di copertura della spesa sia Pag. 3stato svolto in maniera adeguata. In questo senso, da parte del Governo non c'è che un invito ad approvare rapidamente questo testo, ringraziando tutte le forze parlamentari per la loro collaborazione. Questa è una materia sulla quale la sinergia che può essere raggiunta è assolutamente utile anche per dare un messaggio chiaro: il paese è unito su questi temi e la lotta al terrorismo è un fatto che riguarda completamente lo Stato, non solo una parte di esso.
Ritengo che si tratti di segnali importanti anche per i familiari di queste vittime, che finalmente ottengono una risposta da parte delle istituzioni. Questa risposta arriva rapidamente, dopo l'insediamento del nuovo Parlamento, e proprio con un provvedimento condiviso.
Quindi, non possiamo che essere soddisfatti del percorso svolto.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Filippi. Ne ha facoltà.

ALBERTO FILIPPI. Anche la Lega Nord ritiene che questo provvedimento sia equo, giusto e di buon senso. Infatti, pensiamo che con esso si aggiunga un ulteriore tassello e un nuovo mattone al completamento dell'articolata legislazione che prevede benefici per le vittime del terrorismo.
Si tratta di una disciplina che si è evoluta nel corso degli anni, che ha avuto numerose modifiche ed integrazioni e che si è adeguata nel tempo.
La disciplina generale si basa su un provvedimento del 1921. Nel 1980, con la legge n. 466, e nel 1981, con legge n. 308, si ha una prima importante integrazione ed una riorganizzazione della materia. Nel 1990, con la legge n. 302, e nel 1994, 1995 e 1998 si rende maggiore giustizia alle famiglie dei marittimi italiani vittime dell'eccidio in Algeria del 1994, ai componenti delle famiglie di coloro che hanno perso la vita nel famoso disastro aereo di Ustica del 1980, oltre che alle vittime della cosiddetta banda della Uno bianca. Nel 1999 vi è l'istituzione di un fondo per le vittime dei reati di tipo mafioso. Da segnalare, inoltre, quale contributo importante all'evoluzione in positivo della regolamentazione della materia in oggetto, oltre alla legge n. 206 del 2004, che agli articoli 15 e 16 viene novellata dalla proposta di legge in esame, la legge finanziaria del 2001 e la legge n. 266 del 2005. È stato ricordato anche dal relatore come il 20 febbraio di quest'anno, con la legge n. 91, sia stato legiferato a favore dei familiari superstiti delle vittime italiane dell'eccidio avvenuto nel 1961 a Kindu.
Torniamo all'esame del provvedimento che riteniamo, come ho detto prima, equo e giusto. Il provvedimento, che è composto da 3 articoli ed è stato ottimamente illustrato dal relatore, prevede che i benefici si applichino anche agli eventi verificatisi all'estero dei quali siano stati vittime i cittadini italiani residenti in Italia al momento dell'evento. Si è fatto, quindi, un ulteriore passo in avanti nel riconoscimento di una corretta e giusta attenzione per gli aventi diritto ed i familiari di chi, lontano dalla propria terra, dai propri cari, dai propri affetti, ha comunque pagato in prima persona per le azioni di coloro che rappresentano la pazzia, la logica assurda del terrore e la violenza estrema.
Oggi si spera, quindi, di approvare un provvedimento che ha lo scopo di recuperare una svista legislativa, e la Lega Nord è favorevole.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato La Forgia. Ne ha facoltà.

ANTONIO LA FORGIA. Signor Presidente, le motivazioni di questa proposta di legge modificativa della legge 3 agosto 2004, n. 206, sono già state illustrate dal relatore, sono del tutto evidenti e, dunque, non richiedono particolari argomentazioni. Con l'approvazione di questa proposta di legge si rafforza un principio di equità che dobbiamo sempre sentire imperativo e, se possibile, ancora più imperativo in relazione a norme che si rivolgono alle vittime di atti di terrorismo e di stragi di tale matrice.
La condizione umana è segnata da traumi, sofferenze e dolori ai quali non è Pag. 4possibile sottrarsi. Alcuni di essi, che pure sentiamo durissimi ed aspri, li riconosciamo come appartenenti all'ordine naturale delle cose, ma certo non appartiene all'ordine naturale delle cose la violenza inflitta a cittadini inermi ed a bambini dall'arma del terrorista o dall'esplosivo dell'eversore. È una violenza disumana e feroce quanto quella della guerra e, però, ancora più atroce ed intollerabile per la sua selettività assolutamente casuale o per la sua gelida produzione e distruzione di simboli. Di questa violenza, l'Italia, il popolo italiano, noi, abbiamo fatto un'esperienza lunga e durissima e nulla, purtroppo, ci autorizza ancora a considerarla definitivamente trascorsa. Anche per questo, ogni manifestazione di attenzione, di cura e di solidarietà pubblica, che esercitiamo nei confronti delle vittime di quelle violenze, così come facciamo con questa proposta di legge, e come fu fatto con la legge n. 206 del 2004, non è solo espressione dello spirito di coesione della comunità nazionale, ma è anche segno dell'assunzione di un impegno e di una responsabilità politica ed è anche espressione non di riconoscenza, ma di riconoscimento del ruolo svolto dalle associazioni dei familiari delle vittime. Esse, infatti, hanno costituito un elemento, e non marginale, di quello straordinario cemento che ha consentito la tenuta e la capacità di resistenza morale e politica del paese.
Ho vissuto quasi tutta la mia vita a Bologna e, forse, per questo, il gruppo dell'Ulivo ha affidato a me l'onore di intervenire in questa discussione. Come sapete, più e più volte, Bologna è stata attraversata da quella violenza: dal treno Italicus, dal DC9 decollato da Palermo ed abbattuto nelle acque di Ustica, dalla strage del 2 agosto del 1980 alla stazione centrale, dal treno della vigilia di Natale, dalle scorrerie assassine della Uno bianca, fino a quella notte, in cui corremmo a riempire le vie del vecchio ghetto di Bologna, laddove Marco Biagi era stato assassinato sul portone di casa. Non ci siamo certo abituati, ma abbiamo potuto vedere, in modo, forse, particolarmente vivido, come le vittime, le loro famiglie, le loro associazioni abbiano costituito il centro focale, al quale attingere le energie necessarie per resistere, per reagire e non dimenticare mai.
Ho voluto ripercorrere gli eventi, nominandoli, che hanno ferito Bologna, senza - vi prego di credere - alcun intento retorico e, ancor meno, per segnalare una peculiarità di Bologna, alla quale Bologna avrebbe ben volentieri rinunciato. L'ho fatto, perché penso debba essere sempre fatto, per Bologna, come per Milano, Brescia o Firenze ed anche perché - forse lo avrete notato - volevo esplicitamente ricordare, senza distinzione, tra quelle ferite, l'aereo abbattuto su Ustica e i caduti sotto i colpi impazziti della Uno bianca. Noi, a Bologna, non riusciamo a distinguerli e sono convinto che nessuno, in Italia, riesca a distinguerli. Però, come sapete, ad essi non si applicano la legge n. 206 del 2004. A ciò pose temporaneamente e parzialmente rimedio la legge finanziaria per l'anno 2006. Un emendamento, animato dallo stesso spirito, era stato approvato dalla I Commissione per la legge finanziaria 2007, ma non è giunto all'esame della Commissione referente e dell'Assemblea. Mi auguro che possa essere proposto, esaminato ed accolto, nel corso dell'esame della legge finanziaria al Senato.
In ogni caso, dobbiamo ora esaminare, e mi auguro approvare, questa proposta di legge. Tuttavia, desidero esprimere, in questa stessa occasione, la mia convinzione che quel principio di equità, che anima questa proposta e quello spirito di solidarietà, che si esprime nelle disposizioni della legge n. 206 del 2004, troveranno compimento pieno quando si applicheranno anche alle vittime di Ustica e della Uno bianca.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, signor presidente della I Commissione, collega relatore e colleghi presenti in aula, dal punto di vista del merito di questa meritoria Pag. 5- il bisticcio di parole non è casuale - proposta di legge ha ben riferito il collega Giovanardi. Credo che dal punto di vista tecnico-giuridico non sia necessario, è questa la mia idea, che ciascuno di noi illustri il testo, del resto molto breve, della proposta di legge al nostro esame.
Tuttavia, vorrei ricostruire questa vicenda, ma non sotto il profilo che, opportunamente, ha richiamato il collega La Forgia facendo riferimento a tutte le vicende del terrorismo interno; in particolare (egli ha ricordato i drammatici fatti che, a più riprese, hanno sconvolto la città di Bologna). Pur non essendo bolognese, condivido tutte le considerazioni del collega, anche se le riferisco alla realtà italiana nel suo complesso che, nell'arco di vari decenni, ha attraversato vicende drammatiche, tragiche, a cui il Parlamento ha cercato di rispondere tempestivamente e, a volte, anche in modo frammentario. In ogni caso, con l'andar del tempo, questa materia è stata normata e credo che, al riguardo, vi sia anche una vecchia delega prevista per l'elaborazione di un testo unico. Forse il collega Giovanardi se ne ricorderà, visto il ruolo che ha rivestito nel corso della precedente legislatura. Comunque, non so se questo testo unico sia stato previsto proprio per la superfetazione legislativa (positiva dal punto di vista del merito) accumulatasi negli anni e caratterizzata anche da qualche difficoltà interpretativa e di applicazione.
In ogni caso, tutto ciò riguarda - il collega La Forgia ne ha fatto principale oggetto del suo intervento - le vicende delle vittime del terrorismo e delle stragi sul territorio italiano. Lo ripeto, condivido tutto ciò che il collega ha detto - lo faccio mio, se egli me lo permette - e, anche in questo caso, mi sembra che non sia necessario tornare a ripeterlo.
Vorrei, invece, affinché resti traccia di queste vicende nella nostra memoria storico-parlamentare, ripercorrere le ragioni (lo faccio senza alcuna polemica, ma semplicemente per capire perché oggi ci troviamo di nuovo a discutere di questa materia) che ci hanno spinto a questa iniziativa.
Tutti sappiamo, alcuni di noi erano membri anche del precedente Parlamento, che dopo la terribile strage di Nassiriya in Iraq, il Governo dell'epoca ritenne opportuno sostenere, acconsentire a proposte di legge bipartisan, d'iniziativa parlamentare, per intervenire rispetto alle «provvidenze» - brutto termine che cito tra virgolette - a favore dei familiari delle vittime del terrorismo.
Ad ogni modo, la legge n. 206 del 3 agosto 2004, retrospettivamente, riconsiderava tutte queste vicende, a partire dal 1o gennaio 1961; quella, infatti, fu l'epoca delle vicende terroristiche in Alto Adige e della strategia della tensione. Quindi, già dall'inizio degli anni Sessanta si registrarono episodi - a quel tempo, per fortuna, limitati dal punto di vista delle vittime umane - che, all'epoca, non furono considerati; ciò, perché diverse erano la coscienza del paese, la sensibilità politico-istituzionale e l'attenzione a queste vicende. Il paese, forse, non pensava di trovarsi dinnanzi a decenni di sangue, di stragi e di terrorismo: centinaia furono le vittime.
E questa che prendemmo fu una scelta opportuna.
La maggioranza e l'opposizione della scorsa legislatura, a parti rovesciate, furono d'accordo nel predisporre quella che poi è conosciuta in gergo come «legge Nassiriya». Purtroppo, nel corso dell'esame parlamentare in sede referente alla Camera (ricordo esattamente la circostanza) avvenne un episodio che ormai voglio soltanto rievocare e non più stigmatizzare, perché le conseguenze furono evidenti tanto che non è un caso se stiamo discutendo questo progetto di legge. Quindi, all'ultimo momento in sede referente il rappresentante del Governo di allora (un sottosegretario per l'interno, così come oggi è presente l'amico e collega Rosato che rappresenta l'attuale Governo, ancora come sottosegretario per l'interno) presentò (non credo di sua iniziativa - ed è questo il motivo per cui non ne faccio il nome - ma forse su quella del Ministero del tesoro o di chissà chi, ma sicuramente non del singolo sottosegretario perché di Pag. 6solito non si assumono tale responsabilità) un emendamento francamente irragionevole, come direbbe il professor Zaccaria, o comunque politicamente irrazionale. In tale proposta emendativa si inseriva una data di sbarramento al 1o gennaio 2003 per le vittime italiane del terrorismo all'estero.
Ciò fu fatto irragionevolmente perché, ad eccezione dei problemi cui giustamente il collega Giovanardi ha accennato (e ne ho anch'io), gli episodi ben identificati e conosciuti di italiani vittime del terrorismo all'estero fortunatamente non sono molto numerosi, seppur gravissimi. Il più grave di questi era (ed è) quello avvenuto a Kindu l'11 novembre 1961, quando tredici appartenenti all'aeronautica militare italiana, ufficiali e sottufficiali (in questa sede non occorre ricordare le varie qualifiche), restarono vittime di un'imboscata portata da una banda irregolare. Allora vi era lo scontro tra il governo ufficiale e i secessionisti del Katanga nell'ambito di una vicenda tragica. Infatti, pochi mesi prima era stato assassinato il primo presidente eletto del Congo, Patrice Lumumba, e alcuni mesi dopo morì in uno strano incidente aereo addirittura l'allora Segretario generale dell'ONU - figura straordinaria e persona stupenda, ancora oggi ricordata come tale - Dag Hammarskjöld. Quindi, l'11 novembre in un'imboscata gli appartenenti all'areonautica militare italiana in missione ONU nel Congo caddero vittime disarmate e furono orribilmente trucidati. Ci vollero mesi di trattative per recuperare alcuni miseri resti. Lascio a voi immaginare quale completezza fisica essi potessero avere; tuttavia quei resti permisero di avere un posto su cui piangere questi morti, un sacello attualmente predisposto a Pisa.
La signora Sabrina Marcacci aveva un anno quando suo padre, di 27 anni, fu trucidato. A nome dei familiari, che poi via via ho anche imparato a conoscere, questa signora disse: «È come se lo Stato italiano avesse, se non ucciso, lasciato uccidere una seconda volta i nostri padri, i nostri fratelli, i nostri genitori. Ci avete cancellato». Purtroppo era così.
Sono convinto che l'intenzione di chi inserì quell'emendamento all'ultimo momento non fosse quella di compiere un atto così disgustoso. Vi erano mere ragioni di copertura finanziaria. Tuttavia, nel Parlamento della Repubblica a volte non ci rendiamo conto di quanto una cifra, una data, un nome, una virgola inserita o tolta da un disegno di legge possano avere impatti all'esterno che poi valutiamo con grande ritardo, dovendo correre a correggere.
Due parlamentari, uno dell'allora opposizione (me stesso) ed uno dell'allora maggioranza, (la collega Mazzoni, che non a caso è la proponente del disegno di legge all'esame) risposero - potremmo dire senza retorica - a questo grido di dolore.
La proposta della collega Mazzoni - che oggi stiamo esaminando nel testo modificato e opportunamente integrato dalla I Commissione - semplicemente, come si può verificare leggendo la colonna di sinistra dello stampato dell'atto camera, sopprimeva la data di decorrenza fissata per i fatti avvenuti all'estero dall'articolo 15 della legge n. 206 del 2004, data che, costituendo una sorta di sbarramento retroattivo, era stata inopinatamente introdotta; inoltre, la proposta della collega ipotizzava una copertura di spesa, come è ovvio riferita al 2004, francamente del tutto inadeguata, forse perché non era neppure in grado di poterla quantificare in quel momento.
Ebbene, con l'accordo dei colleghi di Commissione, di opposizione e di maggioranza - accordo unanime, dall'estrema sinistra all'estrema destra -, presentai una proposta di legge che varammo quindi, sempre all'unanimità, in sede legislativa (ed in prima lettura) alla Camera e poi, negli ultimissimi giorni della legislatura (erano i primi mesi del 2006), al Senato in sede deliberante. Si trattò di una legge del tipo di quelle che di solito il Parlamento farebbe meglio a non approvare, ovvero una «norma fotografia», una «legge provvedimento», riferita alle vittime di Kindu.
Era l'unica possibilità, però, in quel momento, nello scorcio della legislatura, di affrontare e risolvere la situazione veramente Pag. 7inaccettabile verificatasi. È così entrata in vigore la legge 20 febbraio 2006, n. 91, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 62 del 15 marzo 2006: sottosegretario Rosato, sa perché leggo queste date, oltre che per rievocazione storica? Perché chiedo a lei, come rappresentante del Governo, di farsi carico dell'attuazione di tale legge. Lei, infatti, ha poc'anzi svolto un intervento brevissimo che ho totalmente condiviso e che fa onore non solo al Governo pro tempore ma anche, come sempre, a lei personalmente, sempre molto attento a tali problematiche. Mi sono annotato il suo intervento, che peraltro risulterà anche dal resoconto stenografico; ebbene, lei ha dichiarato che la proposta di legge attualmente in discussione sarà un segnale importante anche per i familiari delle vittime. Condivido. Però, vorrei segnalare a questo Governo che all'inadempienza dell'Esecutivo precedente, per alcuni mesi - due mesi e mezzo, forse tre -, si sta aggiungendo l'inadempienza del Governo attuale. Io la prego di prendere nota; legge 20 febbraio 2006, n. 91: la data del 20 febbraio le dice qualcosa? Siamo al 5 dicembre, ma la legge non è stata attuata; eppure, si tratta di un provvedimento che ha la copertura finanziaria, anche per il 2006 e per gli anni successivi. È una copertura finanziaria individuata dal Tesoro e dalla Commissione bilancio della Camera, peraltro all'epoca del Governo precedente. La legge, però, non è stata attuata.
Nel mese di settembre scorso ho presentato un'interrogazione al riguardo, un'interrogazione a risposta scritta per evitare di fare polemiche in Assemblea e per non tornare sempre su tali argomenti; sembra, infatti, quasi una persecuzione mentale dovere, ogni volta, tornare sugli stessi aspetti. Tuttavia, non ho avuto risposta al mio atto di sindacato.
Non chiedo ora a lei una risposta immediata che non sarebbe in grado di darmi, neanche in sede di eventuale replica. Le chiedo però, considerato che ha prestato attenzione al mio intervento, di prendere nota di tutto ciò. La competenza su tali materie, dal punto di vista istituzionale, credo sia del Ministero della difesa e, per l'aspetto finanziario, del Ministero dell'economia e delle finanze; lei, però, è persona che valorizza la collegialità del Governo. Si faccia carico del problema senza che debba presentare un'altra interrogazione, in ipotesi in sede di question time: dovrei in tal caso dichiarare, di fronte a qualche milione di italiani, che il Parlamento ha approvato una legge, per la quale sono state anche stanziate le risorse, ma che poi non è stata applicata, a distanza di sette o otto mesi.
Ebbene, la ragione per la quale noi dobbiamo giustamente - ed il collega Giovanardi l'ha ricordato - ritornare su tali questioni non risiede soltanto nel fatto che meritoriamente la collega Mazzoni ha comunque ripresentato la proposta, sia pure non adeguandola tecnicamente. La collega ha comunque compiuto l'atto politico di riproporre in questa legislatura il progetto di legge di carattere generale volto ad estendere ai fatti avvenuti all'estero l'applicazione delle norme sui benefici delle vittime del terrorismo. Invero, però, la ragione di tornare sull'argomento risiede anche nella circostanza che in sede di Commissione affari costituzionali, e devo darne atto al presidente Violante ed a tutti i gruppi - e, peraltro, devo dare atto di tale atteggiamento anche al Presidente Bertinotti e ai presidenti di tutti i gruppi riuniti in sede di Conferenza dei capigruppo -, si è deciso di esaminare tempestivamente la materia. Devo riconoscere che, malgrado i ritardi del legislatore in tale ambito, la circostanza fa onore al Parlamento, al Governo ma anche a tutti i parlamentari di maggioranza e di opposizione.
Bene ha fatto, a mio avviso, il presidente della Commissione ad attribuire ad un parlamentare dell'opposizione, allora maggioranza, quando si votò la legge riguardante Nassiriya, il ruolo di relatore in questa materia, proprio per fare emergere con forza che il Parlamento si divide su mille temi, fisiologicamente e democraticamente, ma su determinate questioni è Pag. 8pressoché (ma credo di poter eliminare anche il termine «pressochè») unanime e convergente.
Il provvedimento in oggetto, che ci accingiamo ad approvare in prima lettura (mi auguro che anche il Senato possa approvarlo tempestivamente), supera il divieto di retroattività rispetto alle vicende avvenute all'estero e lo fa con una dizione necessariamente limitativa. Infatti, la proposta della I Commissione, giunta in Assemblea, ripristina la data del 1o gennaio 1961 anche per gli eventi verificatisi all'estero, ma dei quali siano state vittime i cittadini italiani residenti in Italia al momento dell'evento. Questo perché, altrimenti, ci troveremmo di fronte al rischio dell'impossibilità tecnica ed economica di calcolare una qualunque copertura di questa proposta di legge e alla possibilità di un'estensione indeterminata, in quanto (questo è un fatto molto bello, ma, quando si verificano le tragedie, diventa un fatto molto brutto), nel mondo, vi sono milioni di italiani residenti all'estero, iscritti all'AIRE.
Quindi, opportunamente, se non ricordo male, su suggerimento del presidente Violante, accolto dal relatore e dall'intera Commissione, è stato inserito un secondo articolo (oltre al terzo, riguardante l'entrata in vigore, che è immediata; la legge entra in vigore il giorno successivo a quello della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale), con il quale si prevede che il Governo presenti al Parlamento, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, una relazione concernente l'individuazione dei cittadini italiani vittime degli atti di terrorismo e delle stragi di tale matrice, compiuti fuori dal territorio nazionale dal 1o gennaio 1961, non residenti in Italia al momento di tali eventi.
Questa è una problematica che, nel dibattito, in I Commissione, il collega Zaccaria più volte ha sollevato. Il suggerimento del presidente Violante, accolto dal relatore Giovanardi ed inserito nel provvedimento e non semplicemente in un ordine del giorno, fa capire che il Parlamento è consapevole che vi sono aspetti più vasti e più complessi, che forse andranno affrontati, ma che, comunque, vanno valutati e conosciuti.
Se questo provvedimento, nel giro di poche settimane (pochi giorni o poche ore qui alla Camera e, mi auguro, poche settimane al Senato), entrerà in vigore, se il Governo ed i suoi apparati, tempestivamente, provvederanno, noi potremmo dare finalmente giustizia sotto questo profilo. Nessuno, infatti, restituisce la vita alle persone morte; nessuno restituisce pezzi del proprio corpo a persone vive che, però, hanno perso i propri cari in attentati (conosco personalmente alcune di queste persone), tuttavia, si potrà realizzare almeno un atto di equità nell'ambito dei benefici che lo Stato italiano prevede per le vittime del terrorismo, anche per quanti siano state vittime di attentati all'estero, ma residenti in Italia al momento dell'evento.
Non sarà facile, signor sottosegretario Rosato. Il Governo dovrà compiere un lavoro difficile, ma noi non staremo a contare un giorno in più o un giorno in meno. È un lavoro che occorre mettere in cantiere, almeno una sua ricognizione. Potrei citare gli eventi che il collega Giovanardi ha evocato soltanto allusivamente, i desaparecido, le vicende terribili che si sono verificate in America Latina e in altri paesi del mondo, che hanno visto vittime i cittadini italiani, ma residenti all'estero; nessuno è in grado di dire quante e dove siano. Non è detto che il Parlamento ed il Governo italiano debbano intervenire. Probabilmente, devono farlo il Parlamento ed il Governo dei paesi dove risiedevano questi cittadini e dei cui atti di terrorismo di Stato, in molti casi (pensiamo ai desaparecido), sono rimasti vittime. Chiediamo almeno che il Parlamento italiano ne possa avere consapevolezza, attraverso una relazione del Governo. Ciò sarà utile.
Concludo il mio intervento, augurandomi che questa proposta di legge, come sta emergendo anche nel corso del dibattito, possa essere approvata rapidamente ed in modo unanime.
Mi auguro, signor rappresentante del Governo - anzi ne sono certo perché la Pag. 9conosco bene anche personalmente -, che sia dato risalto alla straordinaria manifestazione militare, civile e della popolazione alla quale ho partecipato con molta emozione. Infatti, anche grazie ad una legge del febbraio scorso, relativa ad una vicenda limitata ma gravissima, la tragedia di Kindu (che ha riguardato il nostro paese in missione ONU), è stata rievocata due giorni fa - come ogni anno - a Montevarchi, in provincia di Arezzo, unico posto in Italia dove ciò avviene, salvo altri aspetti rituali. Raramente si vede una così straordinaria partecipazione della cittadinanza, dei carabinieri e delle amministrazioni comunali, oltre al sindaco di Montevarchi insieme a molti altri amministratori comunali. Insomma, si è trattato di una partecipazione popolare. Cerimonie di questo genere, come quella che si è tenuta domenica 3 dicembre a Montevarchi, sono dedicate a tutte le vittime italiane delle missioni umanitarie all'estero. In occasione di quell'incontro è arrivato un messaggio di umanità, di pace, di giustizia, di serenità, di rapporto fiducioso tra società e istituzioni. Mi auguro che tale fiducia possa essere ben riposta anche a questo riguardo.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI. Signor Presidente, intervengo innanzitutto per esprimere la posizione favorevole di Forza Italia a questa proposta di legge, già dalle prime battute della discussione generale, che mira a sottolineare - ancora una volta -, l'importanza in termini di valore civile della legge del 2004 relativa ai benefici per le vittime del terrorismo, che il provvedimento ora in discussione mira a modificare per colmare delle lacune che ha già evidenziato la stessa legge del 2004.
La discussione in Commissione è stata soprattutto caratterizzata non tanto da posizioni di diversità culturale o politica tra le forze, ma dalle disponibilità di risorse finanziarie destinate alla copertura stessa del provvedimento.
Il compromesso raggiunto allo stato è soddisfacente. Ovviamente, nei lavori d'aula occorre, in generale, tener conto delle legittime pretese da corrispondere per il dolore ed il risarcimento delle vittime del terrorismo in senso lato, ma anche delle esigenze di carattere finanziario. Per questi motivi, il compromesso che è stato raggiunto è importante. Pertanto, voglio rivolgere un ringraziamento al relatore e alla Commissione affari costituzionali.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dei deputati Bocchino e Adenti, iscritti a parlare. Per il carattere della discussione, la Presidenza sarebbe anche disponibile a non applicare rigidamente il criterio della decadenza, dopo la constatazione dell'assenza in aula del deputato iscritto a parlare; tuttavia non possiamo sospendere la seduta, considerato che i predetti deputati erano gli ultimi due iscritti a parlare.
Pertanto, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 616)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, deputato Giovanardi.

CARLO GIOVANARDI, Relatore. Rinunzio alla replica, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

ETTORE ROSATO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, ritengo di intervenire per dare alcune risposte. In particolare, sono stato breve all'inizio della discussione - come ha ricordato il collega Boato - anche perché il Parlamento aveva detto tutto sia in sede di Commissione, sia nella relazione del relatore, che ringrazio.
Vorrei riprendere un passaggio dell'onorevole La Forgia, laddove ha parlato di equità. Credo che al riguardo ci sia una linea su cui Governo e Parlamento si muovono con determinazione e decisione.
Pag. 10In questo senso, mi faccio carico dell'opportuna segnalazione del collega Boato - che ringrazio - su una legge che non ha ancora dato i suoi effetti. Credo che non vi sia niente di più fastidioso per un familiare dopo aver ottenuto dal Parlamento l'approvazione di una legge sulla quale vi è stata prontezza e immediatezza - anche in quel caso - da parte di tutte le forze politiche, di non vedere attuate oggi le disposizioni che contiene quel provvedimento.
È necessario che gli inconvenienti tecnici - chiamiamoli così - che ci sono stati vengano rimossi quanto prima. In tal senso, il Governo provvederà con grande urgenza. Aggiungo, riprendendo l'intervento del collega Boato, che il Governo ritiene di dover dare il suo contributo in maniera chiara, rapida e determinata sull'articolo 2, che personalmente condivido molto, che è stato inserito in Commissione, con il quale si cerca di ricostruire quanto è avvenuto all'estero in questi anni. È ben comprensibile la scelta che è stata fatta dal legislatore prevedendo un vincolo rispetto alla residenza, anche per poter fare una quantificazione della spesa. È altrettanto comprensibile la scelta del legislatore di voler chiedere una ricognizione di quanto accaduto all'estero.
Il Governo farà la sua parte, in collaborazione con la Commissione e il presidente Violante. Daremo tutta la nostra collaborazione per fornire al Parlamento gli strumenti per poter assumere le determinazioni che si riterranno utili per affrontare in maniera compiuta questa vicenda. Colgo inoltre l'occasione delle dichiarazioni forti e appassionante fatte dal collega La Forgia su due eventi che hanno caratterizzato la storia del nostro paese in maniera drammatica: la vicenda della Uno bianca e la strage di Ustica. Al riguardo, credo che questo Governo e questo Parlamento debbano avere la capacità di mettersi a lavorare per chiudere queste vicende, anche nel rispetto dei familiari, che si attendono da parte nostra un segnale chiaro.
Ci deve essere una scelta di fondo, che credo dobbiamo assumere e alla quale tengo molto. Occorre chiudere questa stagione delle stragi che hanno pesato sul nostro paese. Chiudere vuol dire non solo creare le condizioni perché ciò non avvenga più (quindi condurre la lotta al terrorismo in maniera efficace, sapendo delle difficoltà che ci sono ma con la determinazione di mantenere serenità per i cittadini nel nostro paese), ma anche chiudere questa stagione delle stragi, per le sofferenze prodotte ai familiari delle vittime. È chiaro che un provvedimento di carattere economico non toglie il dolore, ma dà un segnale evidente che c'è un'attenzione dello Stato, che riconosce che quella vittima è stata una vittima della collettività e per la collettività. Credo che tale norma sia stata fatta proprio con questo spirito, nel quale, ripeto, il Governo si riconosce in maniera forte.
Rivolgo infine un ringraziamento a chi vi ha contribuito. In particolare, consentitemi un ringraziamento al presidente Violante che so che ha seguito personalmente e direttamente con grande attenzione questo provvedimento. Ringrazio anche il Presidente della Camera che ha voluto calendarizzare l'esame della proposta di legge in maniera rapida. Infine, ringrazio il relatore e tutti coloro che vi hanno collaborato.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato al prosieguo della seduta.
Sospendo dunque la seduta, che riprenderà alle ore 11 con il seguito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania.

La seduta, sospesa alle 9,55, è ripresa alle 11.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1069 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania (Approvato dal Senato) (A.C. 1922).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di Pag. 11legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato votato, da ultimo, l'emendamento Dussin 5.17.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1922)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 1922 sezione 1) nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A - A.C. 1922 sezione 2).
Ricordo che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A - A.C. 1922 sezione 3).
Ricordo infine che non sono state presentate proposte emendative riferite all'articolo unico del disegno di legge di conversione.
Dovremmo ora procedere alla votazione dell'emendamento Dussin 5.18. Ricordo che su tale emendamento la Commissione e il Governo hanno espresso parere contrario.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Colgo l'occasione per salutare gli studenti e i docenti dell'Istituto Preziosissimo Sangue di Bari, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta avranno luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,25.

Sull'ordine dei lavori.

PAOLA GOISIS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, desidero riferire su un fatto. Ho appena ricevuto una notizia pubblicata dall'Ansa secondo la quale questa notte il consiglio comunale di Padova ha approvato l'introduzione del riconoscimento anagrafico delle coppie di fatto, sia etero sia omosessuali (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, La Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, applaude a questa notizia (Commenti) dicendo che quella di Padova gli sembra una buona idea e che è importante che iniziative simili si moltiplichino. Aggiunge, inoltre, che lo stimolo al Governo a iscrivere il prima possibile nella sua agenda il tema deve arrivare dal territorio.
Appresa questa notizia, noi della Lega Nord Padania che, come sapete bene, abbiamo degli ideali ben chiari e ben precisi per quanto riguarda la famiglia costituita da un uomo, da una donna e dai figli, chiediamo al Governo di svolgere su tale vicenda un'informativa urgente al fine di conoscere, visto che un ministro si è espresso in questi termini, il suo parere.
In campagna elettorale tutti i candidati dell'Unione hanno sempre affermato che nel loro programma non erano previsti interventi sulla famiglia omosessuale. Io, leggendo quel programma elettorale, avevo capito benissimo che invece tali interventi erano previsti. Noi non vogliamo giungere alla dissoluzione della nostra società occidentale che, come abbiamo visto, si sta Pag. 12man mano portando avanti, e quanto accaduto a Padova ne rappresenta il primo passo.
Chiediamo, lo ripeto, al Governo di svolgere un'informativa urgentissima su tale vicenda perché riteniamo che il problema che si è creato sia troppo grave e troppo pressante. Noi non possiamo tollerare che da questi banchi si applauda a queste notizie! In questo modo voi ci state dicendo che siete dei bugiardi perché in campagna elettorale avete sempre detto che non avreste mai accettato e che non era vero che avreste postulato la famiglia omosessuale! Le possibilità sono, quindi, due: o siete stati bugiardi allora, o siete bugiardi adesso; per me siete solo e sempre bugiardi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale )!

GIUSTINA MISTRELLO DESTRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSTINA MISTRELLO DESTRO. Signor Presidente, quanto accaduto ieri sera in consiglio comunale a Padova è certamente una cosa veramente vergognosa (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno). Sì, proprio vergognosa!
La mozione, presentata in consiglio comunale a Padova, deve essere esaminata partendo da lontano. L'idea che aveva il consigliere Zan, presidente dell'Arcigay del Veneto, era una proposta totalmente diversa. Essa è stata, infatti, modificata con l'intervento dei consiglieri della Margherita ed è stato trovato, con grande ambiguità, un punto di incontro. A tale proposito, ricordo all'Assemblea le dichiarazioni del consigliere Verlato che, pur dichiarando la sua cattolicità (cita il cardinale Tettamanzi), conclude il suo intervento sull'argomento su La Stampa dei giorni scorsi, sostenendo che è meglio essere cristiani senza dirlo che proclamarlo senza esserlo.
Signor Presidente, ritengo anch'io che il Governo, dopo le dichiarazioni rilasciate da un suo importante esponente, il ministro Ferrero, debba assumere una posizione e dare una sua chiara interpretazione su quanto sta avvenendo in quella città. Penso che la maggioranza dei padovani, senz'altro - sono convinta di ciò - riconosca ancora nella famiglia il nucleo della società, così come sancito dalla Costituzione; la famiglia, però, come la intendevano i padri costituenti, i quali ci hanno lasciato un modello di società che ci ha permesso di vivere in relativa concordia per oltre mezzo secolo. Ritengo che ogni modifica debba partire dal Parlamento nazionale: il compito di modificare la Costituzione deve essere assolutamente ricondotto al Parlamento.
La Costituzione deve valere per tutto il popolo italiano, senza pretendere che Padova possa avere il primato, fra tutti i comuni, nel dibattere dell'argomento. Cari colleghi, sono veramente preoccupata perché ritengo che una città come Padova possa vantare ben altri argomenti di primato. Penso alle sue punte di eccellenza, come la sanità, le categorie produttive e la sua università mentre oggi, invece, sembra che i problemi principali si debbano ricondurre ad un tema come questo o, addirittura, a quello degli spritz.
Chiedo fortemente, quale rappresentante di questo Parlamento - ma anche come ex sindaco della città - una posizione chiara del Governo su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, come è noto mi considero molto retrogrado su questa materia; tuttavia, penso che la richiesta dei colleghi possa - debba - essere valutata anche dalla Presidenza. Infatti, al di là di quanto anticipato dai colleghi di Forza Italia e della Lega, sarebbe utile che il ministro dell'interno facesse una «capatina» in quest'aula per Pag. 13chiarire che questa mozione non può avere alcun effetto, non perché lo dica l'opposizione ma perché è noto che, per quanto riguarda l'anagrafe, non basta una mozione o risoluzione di un consiglio comunale per modificare un provvedimento dello Stato. Questo, ad onor del vero, potrebbe anche indurre ad una migliore trasparenza nelle battaglie politiche ed evitare che si scambino, anche negli enti locali, battaglie politiche come grandi conquiste di cosiddetta civiltà che, invece, semmai, dovranno essere discusse con modifiche legislative all'interno del Parlamento italiano.

RICCARDO PEDRIZZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO PEDRIZZI. La mozione richiamata suscita anche in me una grande preoccupazione, così come approvata, a notte inoltrata, dal consiglio comunale di Padova. Oltretutto, si tratta di una mozione equivoca e contraddittoria perché nella prima parte si fa riferimento - probabilmente per attirare e captare il consenso dei cattolici dell'Ulivo - all'articolo 29 della Costituzione, laddove esso recita che la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Poi, però, si fa riferimento agli articoli 2 e 3 della Costituzione per i quali tutti quanti noi sappiamo che i costituenti non vollero assolutamente - in quei due articoli - fare riferimento ad alcuna tipologia di famiglia bensì alle cosiddette formazioni sociali (cioè, i sindacati, quelle che una volta erano le corporazioni; insomma, le cosiddette comunità intermedie e non la principale comunità o corpo sociale intermedio naturale che è la famiglia).
È evidente che si tratta di una strategia che parte dalla periferia per arrivare al centro. Una strategia scientifica, elaborata a tavolino che mette sotto attacco la famiglia naturale, tradizionale: non quella religiosa, bensì quella prevista dal diritto naturale secondo cui il nucleo famigliare deve essere costituito e formato da un maschio e da una femmina e non da due omosessuali (i quali possono avere diritti e riconoscimenti, in quanto persone, attraverso il diritto civile, privato, volontario così come previsto dal nostro ordinamento).
Tuttavia, io sono d'accordo con la parte finale della citata mozione, la quale afferma che si intende sollecitare il Parlamento, attraverso i Presidenti di Camera e Senato, ad affrontare il tema del riconoscimento giuridico dei diritti, dei doveri e delle facoltà delle persone che fanno parte delle unioni di fatto.
Non è possibile, allora, che un ministro della Repubblica esprima le proprie opinioni su un tema così importante, che il Governo non intervenga in quest'aula, in tutta la sua collegialità, a riferire qual è la sua linea politica, il suo atteggiamento ed il suo orientamento su questo tema!
Desidero rivolgermi, in particolare, ai cattolici dell'Ulivo, vale a dire ai cattolici «maturi» - come li definisce Prodi -, per conoscere la loro posizione su tale argomento. In questo momento, infatti, la famiglia, nell'ambito di un disegno «zapateriano» o «zapaterista», è messa sotto attacco da parte di forze sovversive, che vogliono annullare la tradizione culturale e religiosa sia di questo paese, sia dell'Europa cristiana (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!

FRANCO GRILLINI. Chiedo di parlare (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!
Prego, deputato Grillini, ha facoltà di parlare.

FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, credo che i colleghi finora intervenuti avrebbero fatto meglio a studiare l'atto di indirizzo approvato dal consiglio comunale di Padova ed a seguire meglio il dibattito che si è svolto in quella città. Si è trattato, infatti, di un dibattito ampio, appassionato e dettagliato, ed ha coinvolto la città prima ancora che il consiglio comunale.Pag. 14
Vorrei ricordare, colleghi, che non è la prima volta che un consiglio comunale è stato chiamato a discutere del problema delle coppie di fatto ed anche - perché no? - dei diritti delle coppie formate da persone dello stesso sesso. Hanno diritti anche loro, checché ne diciate!
Ciò perché la nostra Costituzione statuisce, innanzitutto, che tutti i cittadini sono uguali. Nella nostra Carta costituzionale, infatti, il principio di uguaglianza è contenuto nei suoi primissimi articoli, ed è per tale motivo che dobbiamo essere fieri di avere questa Costituzione (Applausi del deputato Ottone)!
Come già detto, non è la prima volta che un consiglio comunale discute di tali temi. Sono moltissimi, infatti, i comuni che hanno approvato la costituzione dei registri delle coppie di fatto, di cui cinquanta solo in Toscana: è strano che ve ne accorgiate soltanto adesso! Vorrei segnalare, inoltre, che più di duecento città hanno approvato mozioni che sollecitano il Parlamento ad intervenire su questo tema.
Sono moltissimi, infine, i comuni che hanno adottato la soluzione prescelta dal comune di Padova e, prima ancora, da quello di Bologna. Si tratta, in altri termini, dell'idea di fare riferimento a ciò che è previsto dalla legge in materia di anagrafe, risalente al 1954. Cari Volontè e Pedrizzi, quella legge fu voluta dall'allora Democrazia Cristiana ed essa stabilisce, quando si parla di famiglia, che, ai fini anagrafici, va considerato come una famiglia tutto ciò che rientra tra le mura domestiche (Commenti del deputato Volontè)! Vorrei evidenziare che «si fa famiglia» tra le mura domestiche per numerosi motivi, tra cui quelli affettivi. Il comune di Padova rilascerà, dunque, una certificazione di convivenza affettiva, la quale dichiarerà semplicemente che due persone stanno insieme!
Ricordo che vi è una giurisprudenza relativa ai conviventi e che sono già riconosciuti ad essi alcuni diritti. Uno di tali diritti l'avete approvato persino voi, con l'orrida legge n. 40 del 2004 sull'inseminazione assistita! L'avete votato tutti, tranne la Lega (Commenti del deputato Volontè)!
Perché meravigliarsi, allora, quando un comune stabilisce che, sul nostro territorio, esistono persone conviventi che godono di diritti, che costituiscono delle famiglie e che sono essere umani uguali a tutti gli altri?
Vorrei pertanto dire alla collega della Lega ed agli altri deputati che hanno fatto interventi un po' esagitati di stare tranquilli, perché, all'interno del programma dell'Unione, vi è un capitolo che si intitola «unioni civili». In tale capitolo si sostiene che bisogna riconoscere i diritti delle persone che costituiscono le unioni di fatto, senza discriminazione per orientamento sessuale.
Leggete bene il programma - mi rivolgo a chi sa leggere - e prendete atto del fatto che la nostra coalizione, cioè l'Unione, su questo punto ha un programma preciso, un programma al quale darà soddisfazione. In questo Parlamento se ne discuterà. È già stata calendarizzata, in sede di Commissione giustizia, la discussione sui PACS e sulle altre proposte di legge in materia ed è stata annunciata, da parte del Governo, la presentazione di un disegno di legge sulle unioni civili. Perciò, questo Parlamento ne discuterà. Dov'è la sorpresa, dov'è il problema? Evitiamo di utilizzare la Costituzione come una clava. Ho già avuto modo di intervenire in questo Parlamento per dire che la lettura discriminatoria dell'articolo 29 della Costituzione non è accettabile. Andate a leggere ciò che i costituenti hanno scritto: persino la allora responsabile del centro italiano femminile affermò che bisognava riconoscere anche le famiglie irregolari! Era il 1948: voi siete più arretrati dei costituenti democristiani del 1948 (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Commenti del deputato Volontè)! Persino Fanfani, a suo tempo, disse che bisognava occuparsi delle famiglie irregolari. L'articolo 29 della Costituzione fu scritto per difendere la famiglia dall'intromissione dello Stato, non certo per discriminare altre forme di famiglia. Leggete la Costituzione, Pag. 15leggete quel dibattito e studiate! Non dite stupidaggini (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!

PRESIDENTE. Onorevole Grillini, deve concludere.

FRANCO GRILLINI. Questa è la proposta del centrosinistra! Questa la proposta unitaria dell'Unione!

PRESIDENTE. Onorevole Grillini...

FRANCO GRILLINI. Su questo terreno non riuscirete a dividerci (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, La Rosa nel Pugno e Verdi)!

ANGELA NAPOLI. Vergognati!

KATIA BELLILLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

KATIA BELLILLO. Signor Presidente, è veramente incredibile che in questa Assemblea sia richiesta una informativa per censurare l'attività, il confronto e il dibattito che si sono svolti in un libero comune, sopratutto se la richiesta proviene da una forza come la Lega Nord Padania, che, da sempre, si impegna e lotta, almeno a parole, per avere il cosiddetto federalismo, per l'autonomia. Come affermava il collega Grillini, non vi siete accorti oggi del fatto che a Padova - la libera Padova, la civile Padova - finalmente si è svolto un grande dibattito e un confronto, che sicuramente non è iniziato ieri sera e che ha avuto il contributo delle associazioni, dei cittadini, degli abitanti di quella civile città. In questa città esiste una parte, sebbene minoritaria, della popolazione che è di diverso orientamento sessuale. Quale diritto avete voi di pretendere che questi cittadini, in quanto minoritari, debbano soffrire, non debbano avere gli stessi diritti dei cittadini eterosessuali? Questo comune, fortunatamente, è molto più avanti di voi. Ci sono comuni che da oltre dieci anni, ormai, operano e si impegnano per cercare di evitare il più possibile sofferenze a questi cittadini. Certamente, bisogna aprire un confronto in Parlamento. Nel suo programma, come ricordava Grillini, l'Unione è stata molto chiara. Abbiamo bisogno di trovare, finalmente, sintonia con il Parlamento europeo e con le direttive europee. Del resto, già dal 2000, queste direttive indicano...

ELISABETTA GARDINI. Non è materia di competenza europea! Ma che cosa dici?

LUCA VOLONTÈ. Non ci sono direttive!

KATIA BELLILLO. ...a tutti i paesi membri che bisogna intervenire per cancellare le odiose discriminazioni che, purtroppo, in Italia le minoranze omosessuali ed anche eterosessuali che non accedono all'istituto del matrimonio devono subire. Sono i cittadini a dover decidere come debbano relazionarsi tra di loro nell'ambito della famiglia. L'importante è che ci sia l'affetto e la solidarietà di intenti. Non può essere lo Stato, né, tanto meno, un partito a decidere come questi cittadini debbano vivere la vita affettiva e come debbano affrontare la vita insieme.
Abbiamo bisogno in questo paese di fare un salto di qualità. Abbiamo bisogno di raggiungere di nuovo il livello di civiltà che l'Europa ci indica. Siamo agli ultimi posti nella graduatoria dei paesi europei e, forse, in quella mondiale per quanto riguarda la garanzia dei diritti civili. I diritti delle persone di diverso orientamento sessuale oggi non possono più aspettare.
Voi vi riferite ai valori cristiani. Certo, non posso essere io a ricordare questi valori e a ridar loro forza, ma so perfettamente che il cristianesimo è soprattutto amore, accettazione delle persone e della loro diversità e, soprattutto, tolleranza.
Vorrei ricordare che la nostra Costituzione, al secondo comma dell'articolo 3, parla molto chiaramente: ogni cittadino italiano ha diritto all'uguaglianza. Quindi, dobbiamo operare per cancellare ogni tipo Pag. 16di discriminazione, che oggi veramente non è più sopportabile (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).

LUANA ZANELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA. Signor Presidente, è del tutto evidente che il dibattito, così com'è stato aperto questa mattina, è strumentale e anche un po' stravagante. Infatti, il tema delle unioni civili e dei PACS meriterebbe davvero un approccio più serio e, soprattutto, molta sincerità, care colleghe e cari colleghi.
È evidente che un provvedimento, un regolamento o una decisione assunta da un consiglio comunale non può che essere conforme alla normativa vigente e alla Costituzione, pena la sua totale inefficacia e l'impossibilità di regolare i rapporti.
Lo voglio dire guardando negli occhi, se possibile, le mie colleghe e i miei colleghi. Chi è che ha trasformato, travolto e stravolto le unioni familiari in Italia? Io sono una di quelle persone! Io mi denuncio come una persona che ha infranto il vincolo del matrimonio, perché, a 27 anni, mi sono separata legalmente dal primo coniuge e, a trent'anni, mi sono unita con un'altra persona. Sono stata unita per quattro anni con questo mio compagno e ho avuto da lui un secondo figlio.
Lo voglio denunciare, perché, insieme a tante donne, ho lottato per il divorzio e perché fosse legittimo abortire, senza morire e senza entrare in galera (Commenti della deputata Goisis).
Voi signori e lor signore, una volta tanto, abbiate il coraggio di dire la verità! Quante di noi vivono insieme ad un compagno senza essere sposate? Quante di noi hanno avuto figli? Quante persone manteniamo con la nostra assicurazione, anche se non siamo sposate? Abbiamo il coraggio di dire la verità in questo luogo, in cui vi è troppa falsità, troppa mistificazione, troppa doppia morale e doppia etica (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani)!
Qui, quando si parla di unioni o di PACS, facciamo dei distinguo, come Unione. Cosa chiediamo? Chiediamo che due persone, dello stesso sesso o di sesso diverso, possano avere una manciata di diritti! Sapete che adesso, per due persone che sono unite more uxorio, di sesso diverso, con figli, non vi è nemmeno una giurisprudenza sufficiente a garantire un giusto processo?
Non hanno regole per essere garantiti nel prosieguo della propria scelta. Ancora una volta, l'elemento più debole è spesso quello femminile che non ha la possibilità di difendersi nei luoghi deputati, nei processi: in questa sede ci sono fior fior di avvocati che lo sanno benissimo. Come mai a fronte di un atto di indirizzo, simbolicamente pregnante ma dal punto di vista degli effetti acqua fresca (perché questo è), facciamo tutto questo can can?
Cari colleghi e colleghe, guardiamoci negli occhi, diciamo la verità. Guardiamo noi stesse e noi stessi, cara collega Gardini, e partiamo dall'esperienza reale per proporre una legge degna di questo nome (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, La Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani).

WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, mi dispiace che si sia cominciato a parlare di tale argomento in maniera strumentale e spero che quando vi sarà il dibattito parlamentare sulle unioni civili possiamo tutti avere la giusta calma per discutere di un argomento così importante.
Non è la prima volta che un comune decide di rappresentare tutti i suoi cittadini, nessuno escluso: è avvenuto ad Empoli per la prima volta e Padova è solo l'ultimo esempio. Gli enti locali, i comuni e le regioni si sono contraddistinti fino adesso per essere stati più avanti rispetto Pag. 17al Parlamento nazionale e per aver fatto in modo di allargare i servizi sociali a tutte le forme di convivenza, senza alcuna discriminazione.
Credo a questo punto sia utile rileggere, perché molti lo usano a livello strumentale, l'articolo 29 della nostra Costituzione secondo cui «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare». Come vedete, non si parla neanche di uomo e donna (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)). Zapatero ha dovuto apporre una modifica costituzionale per cambiare i termini da «marito e moglie» a «coniugi». Nella nostra Costituzione non vi è questa specifica. Quello, invece, di cui si parla nell'articolo 29 è la società naturale. Per «naturale» cosa intendete? Intendete la capacità di procreare? Il fatto che debbano obbligatoriamente esservi un uomo ed una donna che procreino? Allora, voglio dare tutta la mia solidarietà non solo alle coppie di persone anziane, che non possono più fare figli e decidono comunque di sposarsi, ma anche a quelle coppie sterili che non possono procreare. Una legge assurda come quella sulla fecondazione medicalmente assistita, che vieta la fecondazione eterologa, fa in modo che oggi soltanto chi ha i soldi e può permettersi di pagare viaggio e cliniche private in Spagna possa procreare, denigrando e calpestando il diritto delle persone di essere genitori anche se naturalmente sterili (Commenti della deputata Gardini). Quello che è naturale, care colleghe e cari colleghi, è l'amore. È l'amore che oggi vedete come elemento sovversivo. Ciò che è innaturale è non riconoscere questo amore; ciò che è innaturale è non vedere in faccia la realtà.
I padri costituenti della nostra Costituzione hanno scritto che la Repubblica riconosce i diritti perché compito della Repubblica è riconoscere, non inventare fenomeni sociali. Nel 1948 gli omosessuali avevano addirittura paura di dichiararsi tali, pensate soltanto se potevano chiedere diritti per le proprie convivenze! Oggi, le cose sono cambiate: secondo i dati dell'Istat il 4 per cento della nostra popolazione è formata da coppie di fatto e non voler riconoscere questo dato, non voler affrontare questa realtà, fa in modo che la politica diventi come uno struzzo che cerca di nascondere la propria testa sotto terra per non vedere in faccia la realtà.
In questa realtà, care colleghe e cari colleghi, che avete così tanto osteggiato questa decisione del comune di Padova, ci sono anche le vittime di Nassiriya, c'è anche quella donna, vedova di Stefano Rolla, regista ucciso a Nassiriya, che si chiama Adele Parrillo, la quale, essendoci un vuoto legislativo che le vieta di sentirsi una compagna come le altre, non essendole riconosciuto il danno parentale, oggi si vede discriminata nel dolore rispetto alle altre vedove dei militari morti a Nassiriya. Tra queste coppie non riconosciute, c'è anche il convivente di Hina, la ragazza pakistana uccisa, il quale non può decidere nulla sul rito funebre di questa persona.
Care colleghe e cari colleghi, bisogna distinguere: fare politica per le famiglie, vuol dire aiutare le famiglie, vuol dire fare modo che le stesse possano arrivare a fine mese, vuol dire regolare i tempi del lavoro con i tempi necessari ad accudire i propri figli, ma non vuol dire familismo e non vuol dire agitare lo spettro e creare allarme e panico sociale. Le famiglie italiane non hanno paura dei PACS, ma hanno paura di non arrivare a fine mese.
Care colleghe e cari colleghi, vi invito a non usare il familismo come arma di distruzione di massa (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo, Verdi e Comunisti Italiani).

SERGIO D'ELIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, manifesto tutta la mia perplessità, anzi, la Pag. 18mia contrarietà rispetto al nostro modo di procedere. Non è la prima volta che i lavori parlamentari si interrompono mentre si stanno discutendo provvedimenti di legge, inibendo o, in qualche modo, ritardando il procedimento legislativo, per parlare d'altro. Non voglio assolutamente, come hanno già fatto alcuni colleghi della maggioranza, entrare nel merito della questione delle unioni civili o delle coppie di fatto, che non dobbiamo assolutamente discutere in questo momento. È assolutamente legittimo che colleghi dell'opposizione, come la collega della Lega che è intervenuta, chiedano al Governo di riferire in aula, ma non possiamo assolutamente anticipare ora un dibattito, che ci sarà al momento opportuno, quando il Governo riferirà sul tema e quando le Commissioni competenti discuteranno il provvedimento ad esso attinente. È altrettanto legittimo che un consiglio comunale svolga le sue discussioni e presenti i suoi atti di indirizzo - ho letto attentamente la mozione del consiglio comunale di Padova - nel rispetto delle leggi dello Stato e della Costituzione, chiedendo, in un dispositivo, al Parlamento di occuparsene e al Governo di riferire in aula.
Chiederei, quindi, ai colleghi di non usare il tempo a disposizione, che, tra l'altro, è poco, per proseguire nell'esame dei provvedimenti all'ordine del giorno ed invito anche i colleghi dell'opposizione ad essere più coerenti con la richiesta di informazioni o di dibattito su questioni, quando esse vengono affrontate nelle Commissioni competenti. È accaduto, infatti, che, nella Commissione affari sociali, nel corso dell'indagine conoscitiva sulla famiglia, l'opposizione abbia abbandonato i lavori, solo perché tra i soggetti auditi vi era l'Associazione delle coppie di fatto. Coerenza e correttezza, anche questo è un invito ai colleghi dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).

PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole D'Elia e i colleghi intervenuti. Riferirò al Presidente della Camera sull'oggetto della discussione...

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Marinello, mi lasci concludere. Ho già dato la parola ad un deputato per gruppo.
Riferirò al Presidente della Camera sia in relazione ad eventuali iniziative del Governo, sia per ciò che riguarda l'attività legislativa vertente sul tema evocato, atteso che non poche sono le proposte di legge in materia assegnate alla II Commissione giustizia.
Però, vorrei anche interloquire con l'onorevole D'Elia, il quale all'inizio del suo intervento ha posto un problema di organizzazione dei lavori.
Penso che nell'ambito della Conferenza dei capigruppo si dovrà tornare a valutare la possibilità che dibattiti di questo tipo si svolgano conformemente a quanto fu deciso il 24 ottobre 1996, in maniera unanime, dalla Giunta per il regolamento ed a quanto fu indicato nella lettera del Presidente Casini del 14 novembre 2003. Tutti convenimmo cioè che discussioni di tal genere dovessero aver luogo a fine seduta.
La Presidenza è stata sollecitata da un intervento volto a richiedere un'informativa da parte del Governo; poi, come sempre accade in casi analoghi, vi sono state richieste di altri interventi, che abbiamo disciplinato dando la parola ad un deputato per ciascun gruppo e non accedendo alla possibilità di autorizzare altri interventi.
La Presidenza ritiene - sottoporrò, ovviamente, la questione al Presidente Bertinotti - che si debba tornare all'orientamento assunto ed alla prassi instaurata, secondo cui richiami e discussioni di questo tipo vanno svolti a fine seduta.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Se lei intende intervenire sul tema già affrontato, non posso darle la parola...

Pag. 19

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. No, si tratta di un problema tecnico. Volevo semplicemente segnalarle che nel corso del dibattito appena concluso si è riscontrato, a mio avviso, qualche problema concernente l'audio della seduta. Infatti, non si sono uditi gli interventi del gruppo parlamentare Popolari-Udeur e della Margherita, della parte cattolica...

ROLANDO NANNICINI. Fai ridere!

PRESIDENTE. Onorevole Marinello, le tolgo la parola.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame articolo unico - A.C. 1922)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 5.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fasolino.

GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, nella seduta di ieri avevo chiesto al Presidente di turno, onorevole Castagnetti, di farsi latore presso il Governo di una mia richiesta. Desideravo, infatti, che anche uno solo dei ministri presentatori di questo provvedimento si presentasse, almeno per una volta, in Parlamento, durante la discussione dello stesso.
Purtroppo noto che i banchi del Governo sono nuovamente e malinconicamente vuoti, anche se - l'ho ricordato anche ieri - riconosciamo la piena validità della presenza del sottosegretario D'Andrea, che ringraziamo. In ogni caso, la presenza di un ministro, specie per un provvedimento di così vitale importanza, sarebbe stata perlomeno auspicabile: mi riferisco, in particolare al ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio. Egli, nel corso di questi anni, si è reso protagonista in Campania di una lotta serrata contro i termovalorizzatori ed anche il suo movimento ha sempre ostacolato le scelte concernenti le ubicazioni delle discariche. Quindi, il mondo dei Verdi, pur appoggiando tesi degne di lode, si è comunque attestato negli anni passati su posizioni contrarie alla normale amministrazione dei rifiuti. Di conseguenza, la presenza del ministro sarebbe stata importante, anche perché nel corso del dibattito la maggioranza ha parlato poco; tranne l'intervento - per la verità, molto dignitoso - dell'onorevole Francescato, da parte dei Verdi e della restante maggioranza non è venuto alcun chiarimento circa i molti «perché» sollevati dall'opposizione.
Il problema dell'atteggiamento della maggioranza, che trova la sua significanza negli atti formali di questo provvedimento e nell'ambito del dibattito in aula, è secondo me importantissimo sotto il seguente aspetto: non vorrei che nei confronti della popolazione campana venisse messo in evidenza un atteggiamento dei deputati di maggioranza che sostanzialmente si estrinseca in maniera contraria al provvedimento di legge. Infatti, alcuni dei motivi per cui nella regione Campania non si è riusciti a portare avanti e a risolvere il problema dei rifiuti sono da ricercare nella continua lite tra partiti politici o tra correnti all'interno dello stesso partito e nell'incomprensione cronica tra sindacati, associazioni, istituzioni e forze politiche.
Il dibattito in aula, a mio avviso, sarebbe dovuto servire a favorire la comprensione reciproca e a rimettere insieme le fila delle istituzioni per finalmente voltare pagina. In merito a molte delle proposte da noi avanzate, ci saremmo aspettati da parte vostra la gratificazione di una risposta e di un chiarimento. Infatti, le nostre proposte emendative non devono restare una vox clamantis in deserto, ovvero una voce senza risposta, senza eco.

PRESIDENTE. Deputato Fasolino, deve concludere.

GAETANO FASOLINO. Invece, esse devono avere la giusta e necessaria interlocuzione con la maggioranza. Poi...

PRESIDENTE. Grazie, deputato Fasolino.Pag. 20
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fava. Ne ha facoltà.
Prego i colleghi di svolgere altrove la loro riunione...

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, a mio avviso la questione che stiamo trattando, attinente al comma 3 dell'articolo 5, non è irrilevante ai fini della valutazione dimensionale del problema di cui discutiamo. Dico questo perché continuare ad includere nel meccanismo di emergenza, che consente l'esportazione dei rifiuti speciali, al di fuori del territorio regionale della Campania verso altre regioni italiane credo sia un modo come un altro per favorire una condotta negativa che negli ultimi dodici anni ha caratterizzato l'intera vicenda del commissariamento.
In modo particolare, vorrei ricordare all'Assemblea che il ricorso massiccio e sistematico alla classificazione dei rifiuti urbani come speciali, in seguito ad una lavorazione o al cosiddetto pretrattamento, è consuetudine in questo paese. Di fatto si procede con una certa sistematicità a riclassificare i rifiuti dopo una prima operazione di semplice vagliatura, eludendo in sostanza la legge. In realtà, si modifica l'origine stessa dei rifiuti, trasformando quelli urbani in speciali e con tale meccanismo, da mesi, molte quantità di essi stanno lasciando il suolo campano per essere destinate ad impianti di secondario trattamento piuttosto che di destinazione finale, al nord in modo particolare.
Dico questo perché si tratta di un meccanismo che ha anche valenza finanziaria e tributaria; infatti, così facendo si elude la normativa in materia di applicazione della tassa sui rifiuti solidi urbani.
Voi sapete, infatti, che la riclassificazione del rifiuto stesso attraverso il semplice pretrattamento e la semplice lavorazione in sé implica anche la riduzione dell'ecotassa.
Ho già avuto modo nei giorni scorsi di intervenire sul tema; ebbene, valutando nel complesso l'incidenza degli oneri - non solo sociali, ma anche squisitamente finanziari - del provvedimento in discussione, dovremmo considerare con grande serenità non solo l'entità degli stanziamenti, ma anche la maniera implicita, a volte anche furbesca, in cui invalgono tali usanze - ad onor del vero molto applicata nel nostro paese - che riescono ad eludere la normativa fiscale e riescono, altresì, a fare in modo che i rifiuti giungano agli impianti finali con l'ecotassa ridotta.
Il fatto che si possa ridurre l'ecotassa non è elemento marginale; analogamente, ricordino i colleghi parlamentari che, quando parliamo di rifiuti speciali, qualsiasi sia l'accezione tecnica del termine - ovvero l'origine stessa dei rifiuti, da ascriversi ad attività industriali -, comprendiamo anche quei rifiuti solidi urbani che hanno già subito un trattamento preventivo. Quindi, nel caso di specie, la gran parte dei rifiuti prodotti sul suolo campano poi viene trasformata in rifiuti speciali, modificando - e, aggiungerei, mistificando - i dati complessivi sulla produzione degli stessi e sconvolgendo ancora una volta gli equilibri nell'ambito della stessa programmazione regionale. Oggi, non possiamo continuare a ritenere che, nell'ambito della programmazione - la quale dovrà necessariamente trovare uno sbocco nel piano rifiuti che dovrà essere redatto, a questo punto, dal commissario delegato -, i rifiuti pretrattati del ciclo dei rifiuti urbani vengano considerati speciali. Infatti, così facendo, si creerebbe un precedente - ad onor del vero, già prodottosi nel tempo più volte -, anzi, si ripeterebbe un precedente molto pericoloso perché alla stessa logica potrebbero essere tranquillamente assoggettabili tutti gli altri rifiuti prodotti sul territorio nazionale. Quindi, il problema non si estenderebbe solo al territorio della regione Campania, ma potrebbe riguardare anche altre regioni che in questo momento hanno una deficitaria strutturazione dal punto di vista dell'impiantistica dedicata allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

PRESIDENTE. Deve concludere...

GIOVANNI FAVA. Quindi, concludo il mio intervento chiedendo sostegno per l'approvazione dell'emendamento Dussin Pag. 215.18; si tratta di una proposta di buon senso, la quale potrebbe portare nelle casse dello Stato non pochi benefici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bocchino. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, dopo gli interventi di ieri, questa mattina, prima della ripresa dei lavori, taluni colleghi di centrodestra e di centrosinistra mi hanno chiesto se rispondessero al vero le due vicende da me raccontate, quella del figlio dell'assessore regionale alla sanità Angelo Montemarano e la vicenda della cosiddetta ambasciata della regione Campania a New York. Al riguardo, onesti deputati del centrosinistra raccontavano ai colleghi che, ahimè, purtroppo è vero.
Allora, per spiegarvi come vengano sprecate le risorse nella regione Campania, vi racconterò questa mattina altri due episodi; non so se riuscirò ad esaurire il racconto nel corso di un solo intervento o se dovrò intervenire ancora successivamente. A proposito della famosa ambasciata lungo la quinta strada di New York aperta dalla regione Campania all'interno di una boutique, bisogna chiedersi come questa venga gestita per capire a chi stiamo dando soldi, a quale realtà politico-istituzionale noi affidiamo le risorse pubbliche.
Ovviamente, una sede di rappresentanza ha bisogno di un funzionario che la diriga (mi sembra giusto). Dunque, a tale riguardo, possono essere due le ipotesi possibili: cercare un bravo napoletano, appena uscito dalla New York University, introdotto nell'ambiente newyorkese, e stipulare con questi un contratto a termine, leggero dal punto di vista economico, mettendolo a capo della rappresentanza di New York. La seconda ipotesi, invece, è prendere la compagna di un assessore della vostra maggioranza e incaricarla di dirigere la sede di New York (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale) facendole fare, per così dire, avanti e indietro tra Napoli e New York e strapagandola - penso alle spese per viaggi, alberghi e quant'altro - perché si rechi qualche giorno al mese sul posto per dirigere quella sede.
Allora vi chiedo: secondo voi, di queste due ipotesi, qual è quella che ha preferito la vostra regione Campania? Quello del bravo napoletano uscito dalla New York University o quella della moglie, o meglio, della compagna di un vostro assessore, che fa avanti e indietro pagata dai contribuenti? Ebbene, chi vuole saperne di più, si può informare e scoprirlo.
Seconda questione. Ovviamente, dopo aver aperto la sede di rappresentanza, si pone il problema di far sapere all'America quello che facciamo a New York. Quindi, ci vuole un addetto stampa. Ma come si prende l'addetto stampa della regione Campania a New York? Le ipotesi sono due: un bravo giornalista uscito dalla New York University, magari napoletano o campano di origine, o il figlio del corrispondente della RAI da New York, corrispondente che, quando Bassolino va a New York, è costretto a farlo rincorrere per la strada da una telecamera, altrimenti non viene pagato più lo stipendio a suo figlio (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania)?
Secondo voi, quale strada è stata scelta per prendere l'addetto stampa della regione Campania, alla Quinta strada, a New York? La strada di un bravo giornalista campano, che si è impegnato negli Stati Uniti...

LUCA VOLONTÈ. Sì, sì!

ITALO BOCCHINO. ... - Volontè grida «sì», perché lui è puro, come voi sapete! - oppure è stata scelta la strada di pagare, sottobanco, indirettamente, il corrispondente della RAI da New York, stipendiandone il figlio, che non ha alcun curriculum, per fare in modo che, quando la signora Mastella e Bassolino arrivano a New York, anche quando vanno a fare shopping, la telecamera della RAI li rincorra, perché, giustamente, ognuno tiene famiglia?
Dico questo perché nel centrosinistra campano vi sono persone serie! Qua dentro, Pag. 22vi sono uomini di straordinaria qualità che il centrosinistra ha mandato via dalla Campania! C'è il presidente Gerardo Bianco (Applausi di deputati del gruppo Alleanza Nazionale), c'è l'ex sindaco di Napoli Riccardo Marone, c'è Riccardo Villari, della Margherita!
Secondo voi, perché queste persone non sono state utilizzate nelle amministrazioni comunali, provinciali e regionali della Campania, ma sono state mandate in Parlamento, parcheggiate? Secondo voi, perché? Perché non rispondono all'identikit di chi usa fare queste cose!
Allora, anche nell'interesse della vostra coalizione, dovete evitare che si consumi un ulteriore scempio, dando altri soldi che vanno a rimpinguare le casse di un'emergenza...

PRESIDENTE. La prego...

ITALO BOCCHINO. ...che ha, come vero obiettivo, quello di arricchire qualche imprenditore spesso vicino alla criminalità organizzata, oltre che alla politica, nonché di creare altro insano clientelismo elettorale (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gerardo Bianco. Ne ha facoltà.

GERARDO BIANCO. Signor Presidente, vorrei ringraziare il collega Bocchino per la candidatura che mi ha offerto. Lo ringrazio e l'accetto, solo che ho l'impressione che sia destinata al fallimento.
Mi permetto di dire al collega Bocchino, come anche agli altri - e lo dico anche a lei, se mi permette, signor Presidente -, che stiamo discutendo di una questione abbastanza particolare e specifica.
Mescolare questioni di carattere generale, tematiche come quelle che sono state discusse precedentemente e che richiederebbero un dibattito più approfondito - anche perché vi sono sensibilità diverse e non sempre siamo d'accordo su determinati punti, anzi siamo in totale disaccordo -, non è un modo buono per procedere dal punto di vista procedurale e parlamentare.
Stiamo discutendo di una questione particolare: mescolare la famiglia con l'immondizia di Napoli, non credo sia una delle forme migliori per discutere su questo argomento.
Speravo che Bocchino invitasse il collega Dussin, perché stiamo discutendo sul suo emendamento, a ritirarlo. Infatti, posso capire che quelli della Lega (ed anch'io nutro delle perplessità) siano contro i PACS, ma non vedo come si possa essere contro i PACS fra regioni, per stringere accordi che consentano anche di smaltire, laddove non è possibile, nel futuro (e spero in maniera autonoma), le eccedenze presenti.
Vorrei chiedere all'inesausto Paolo Russo, che, a mio avviso, merita l'onore delle armi per la sua battaglia così densa e piena di speranze, ma che non sta ottenendo nulla (caro Paolo Russo, mi pare che il risultato sia questo), di invitare l'onorevole Dussin a ritirare l'emendamento in oggetto; non credo che farlo bocciare sia il sistema migliore per procedere.
Poi vorrei chiedere ai colleghi dell'opposizione che cosa si ripropongono. Qual è l'obiettivo? Mi pare che le ragioni siano già state esposte. Non è meglio allora accelerare l'approvazione del provvedimento e vedere poi cosa accadrà successivamente, a legge approvata (che certamente non tutti considerano il meglio della legislazione possibile)?
Dunque, l'invito è quello di accelerare i tempi, anche per il rispetto che noi tutti - è solidale questa responsabilità - dobbiamo nei confronti del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).

PRESIDENTE. Prima di passare ai voti, faccio mio il richiamo dell'onorevole Bianco, affinché il dibattito verta il più possibile, visto che siamo in sede di dichiarazioni di voto...

ITALO BOCCHINO. Dov'è scritto nel regolamento?

Pag. 23

PRESIDENTE. ...sul tema all'ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Volevo specificare che l'intervento della Lega era volto esclusivamente a fornire una spiegazione tecnica in riferimento all'emendamento proposto. Due sono le ragioni per cui decidiamo di mantenere l'emendamento. Il primo motivo è che non abbiamo fiducia nella possibilità di catalogare il tipo di rifiuti. Dunque, noi riteniamo che i rifiuti speciali debbano essere smaltiti nel posto in cui sono stati prodotti.
Il secondo motivo è che la regione Lombardia, così come altre regioni del nord, avanza una «barca» di soldi per interventi sulla sanità fatti per altre regioni.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MATTEO BRIGANDÌ. Non abbiamo quindi fiducia nel fatto che gli smaltimenti vengano poi pagati dalla regione Campania.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 5.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 430
Votanti 429
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato
185
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che i deputati Mele e Buontempo non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto altresì che il deputato Adolfo non è riuscito ad esprimere il proprio voto e che ne avrebbe voluto esprimere uno favorevole.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei sottoporle una questione che riguarda tanto la maggioranza quanto l'opposizione. Mi risulta che siano in corso riunioni di alcune Commissioni, ancorché bicamerali - nella fattispecie il cosiddetto Copaco - e che addirittura siano previste riunioni anche nella giornata di domani.
Al di là dell'esigenza che tutti possano partecipare ai lavori dell'Assemblea, tra l'altro su un argomento importante, sul quale è in corso un dibattito di un certo rilievo e sul quale si effettueranno delle votazioni, anche importanti, esiste un regolamento che precisa che mentre si svolgono sedute dell'Assemblea con votazioni non si possono riunire le Commissioni; ciò proprio perché i deputati, sia di maggioranza sia di opposizione, hanno diritto di partecipare al voto e all'esame dei provvedimenti in Assemblea.
Capisco che si tratta di una Commissione bicamerale, tuttavia la pregherei, Presidente, di intervenire, affinché il Copaco sia sconvocato, così come tutte le Commissioni bicamerali i cui lavori impediscono ai deputati di essere in aula. Questo anche perché, avendo davanti una giornata di votazioni che presumibilmente si interromperà nel corso del pomeriggio, vi sarebbe la possibilità di organizzare i lavori del Copaco nel tardo pomeriggio; ma anche domani, potendosi utilmente arrivare ad una conclusione del provvedimento, potrebbe rimanere libera una parte della giornata per affrontare argomenti in seno al Copaco.

PRESIDENTE. La Presidenza effettuerà l'intervento richiesto, tenendo conto che si tratta di Commissioni bicamerali.Pag. 24
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 5.19.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fasolino. Ne ha facoltà.

GAETANO FASOLINO. Signor Presidente sono d'accordo con l'emendamento presentato dall'onorevole Dussin e ritengo che l'Assemblea lo debba approvare. Colgo anche l'occasione dell'esame di questo emendamento per riproporre una domanda che ho posto a questa Assemblea, e soprattutto alla maggioranza, poco fa.
Il silenzio della maggioranza e la sua non partecipazione al dibattito hanno creato un vulnus. Molte nostre aspettative sono andate deluse, soprattutto in relazione a qualche chiarimento che ci poteva mettere in condizione di guardare a questo provvedimento in modo più sereno.
Ripropongo alcune domande, e in modo particolare tre di queste. La prima riguarda l'interpretazione che voi date all'articolo 3: si tratta dell'affidamento diretto delle centinaia e centinaia di miliardi di vecchie lire (che formeranno oggetto del servizio raccolta e smaltimento dei rifiuti)? Oppure, si farà una gara europea che dia ragione ad una partecipazione libera e democratica delle imprese? Capite bene che non è una domanda di poco conto. Anche se non rispondete in aula, siete comunque obbligati a sciogliere la questione. Avevo posto la stessa domanda anche all'Italia dei Valori, per chiedere se il ministro Di Pietro, quando ha letto il provvedimento e ha dato il suo voto in Consiglio dei ministri, avesse capito di che si trattasse e conseguentemente avesse dato il suo assenso. Quindi, vorrei sapere se il voto di Di Pietro è il via libera ad una procedura molto oscura e preoccupante.
L'altra questione riguarda il «mondo verde» e la sinistra: chiedo se essi siano d'accordo sul fatto che al recupero delle cave e delle discariche dismesse si debba far fronte non tanto caso per caso, attraverso la semplice ricomposizione morfologica, quanto piuttosto facendovi fronte con un piano ambientale che vincoli le procedure e restituisca la completezza di tutto l'ambiente precedentemente manomesso.
La terza domanda è la seguente: pare che ben 18 magistrati della procura di Napoli e di Santa Maria Capua Vetere siano impegnati nell'indagine sull'emergenza rifiuti, mentre finora vi è stato solo un rinvio a giudizio per fatti marginali e nient'altro. Il Governo ritiene che la Corte dei conti, dopo il documento del 2001 - sono ormai trascorsi vari anni -, debba far seguito con ulteriori provvedimenti o almeno con nuove informative? Credete che il Parlamento debba entrare in possesso di questi dati, ma soprattutto che la gente comune, quella che soffre e paga le tasse, debba sapere quali siano gli effetti cui va incontro e valutare così se avere fiducia o meno in questo provvedimento? Quest'ultimo, infatti, dovrebbe mettere insieme tutti, mentre invece separa le forze politiche non dando le risposte che ci si attendeva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, la ringrazio. Vorrei fare una precisazione: io, che ho una certa stima dell'onorevole Gerardo Bianco, non ho francamente capito il tenore e le motivazioni che lo hanno spinto a chiederci il ritiro del precedente emendamento che, sostanzialmente, l'emendamento Dussin 5.19 ripropone, con una formulazione più articolata.
Infatti, non ci si può dimenticare che in esso era contenuto un forte richiamo alla legalità e all'applicazione della legge. E noi ci preoccupiamo del fatto che qualcuno stia disapplicando la legge in questo momento. La nostra preoccupazione più forte nasceva dal fatto che il ricorso sistematico all'elusione, da una parte, della normativa che riguarda l'ecotassa e, dall'altra, di tutti i vincoli che attendono alla normativa specifica relativa ai rifiuti solidi urbani, potesse tranquillamente articolarsi nell'ambito della previsione normativa per il trattamento unico dei rifiuti solidi urbani e di quelli speciali.Pag. 25
Nessuno di noi ha inteso, con ciò, dimenticarsi che esiste anche una produzione di rifiuti industriali nella regione, così come nessuno di noi è così poco conoscente della materia da pensare che tali rifiuti possano trovare collocazione sul territorio campano. Tuttavia, sappiamo bene che a detti rifiuti dobbiamo normalmente assommare quantitativi impressionanti, importanti di rifiuti solidi urbani, che proprio in virtù del pretrattamento, cambiano sistematicamente codice e diventano rifiuti speciali. Onorevole Bianco, il famoso codice CER 19 12 12, che è passato alla storia perché è diventato un po' una barzelletta su tutta questa vicenda, è un codice di rifiuti speciali, e se lei va a verificare con quale codifica i rifiuti solidi urbani pretrattati negli impianti della FIBE e negli impianti della Campania in genere finiscono al nord o all'estero, si accorgerà che vi finiscono non come solidi urbani, ma come rifiuti speciali. Quindi, richiamavamo e richiamiamo fortemente l'Assemblea ad un'attenzione alla legalità, perché, in questo modo, si elude la norma.
Non possiamo dimenticare, noi che abbiamo funzioni e mansioni legislative, che spesso ci vengono ricordate dai parlamentari di maggioranza, che con l'applicazione delle norme serve maggiore attenzione rispetto alle violazioni della normativa vigente. Vi sono norme chiarissime che dicono che i rifiuti solidi urbani hanno un proprio ciclo, hanno una propria programmazione, che per i rifiuti solidi urbani sono previste necessariamente, con termini perentori, le predisposizioni e le approvazioni dei cosiddetti piani regionali, cosa che, invece, non risulta assolutamente indispensabile per i rifiuti speciali. Ci rendiamo conto che stiamo togliendo dal suo legittimo mercato materiali che vengono destinati ad un mercato che è altrettanto legittimo, ma non è il proprio, non è pertinente? Dobbiamo stare attenti, perché in questo momento stiamo ribadendo, lo ripeto, un precedente antipatico che aveva causato non poco nocumento rispetto alla visione generale di queste vicende e che ha determinato, anche tra gli operatori del settore, una certa difficoltà ad applicare la norma. Infatti, a questo punto, legittimamente, credo che - lo ripeto - molti impianti, al sud come al nord (ma soprattutto al nord dove in questo momento vi è maggiore autonomia) non trovando esatta corrispondenza rispetto all'impiantistica predisposta dai piani provinciali potranno seguire la stessa strada. Dappertutto si potranno fare questi bei «minestroni», per cui un rifiuto solido urbano entrerà in un impianto, verrà semplicemente trattato con una lavorazione che è al limite dell'offensivo pensare che si possa considerare realisticamente un trattamento e, poi, uscendo da tale impianto, come se vi fosse una bacchetta magica, d'incanto diventerà un rifiuto speciale di origine industriale, solo perché qualcuno ha teorizzato che la lavorazione del rifiuto in sé è un'attività industriale, cosa che nessuno nega...

PRESIDENTE. Onorevole Fava...

GIOVANNI FAVA. Però, qui ci stiamo prendendo in giro. Credo sia importante porre attenzione su questo punto. Ribadiamo, pertanto, con convinzione, la necessità che questo emendamento venga approvato, così come avevamo chiesto per l'emendamento precedente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 5.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 437
Votanti 436
Astenuti 1
Maggioranza 219
Hanno votato
187
Hanno votato
no 249).Pag. 26

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 5.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, questo emendamento è teso a sollecitare un intervento normativo che obblighi il commissario delegato ad individuare tutte le misure di concerto con l'Istituto superiore di sanità, per valutare tutti i parametri epidemiologici e consentire, quindi, una più appropriata conoscenza dello stato dell'arte delle patologie di chi abita in quei territori. Questo emendamento serve, quindi, a dare lo strumento - rimane il tema delle risorse, per la verità sempre incerto in questo provvedimento - al commissario straordinario, per mettere in campo un'azione straordinaria che la regione Campania, come ormai tutti sanno, non è in grado di compiere, per misurare la condizione, lo stato dell'arte dal punto di vista epidemiologico di quanti abitano quelle zone, con particolare riferimento alle aree nelle o sulle quali insistono o impianti dismessi o anche impianti in esercizio.
Non si tratta, quindi, di un emendamento ad alto tasso ideologico, ma di uno ad alto tasso di buonsenso. Con esso si vuole fare il tentativo di mettere in campo politiche ragionevoli, equilibrate e funzionali per ottenere il massimo della conoscenza, in modo da intraprendere iniziative dirette a tutelare la salute dei cittadini di quelle aree. Il registro dei tumori della ASL Napoli-4 della regione Campania rileva picchi straordinari di tumori sia liquidi sia solidi, così come uno studio dell'Istituto superiore di sanità rileva come il numero delle malformazione neonatali sia elevatissimo proprio nelle aree nelle quali vi è stata una maggiore concentrazione di impianti, oggetto di numerose iniziative da parte delle organizzazioni criminali, e che oggi, paradossalmente, diventano oggetto, non avendo noi approvato nei giorni scorsi emendamenti utili a diversificare quelle aree, di ulteriori interventi sul piano dell'impatto ambientale da parte del commissario straordinario.
In questo senso, un'opera mitigante, capace di comprendere esattamente qual è lo stato dell'arte, sarebbe doverosa rispetto alla materia sulla quale si discute. Sarebbe, inoltre, assolutamente necessario che, a prescindere da questa norma, fosse intrapresa anche un'iniziativa forte con la quale si studino davvero le cause e gli effetti di quelle importanti patologie che stanno falcidiando quelle popolazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bocchino. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, avevo in mente di raccontare di una splendida collezione d'arte contemporanea ma lo farò dopo, intervenendo sul prossimo emendamento. La proposta emendativa al nostro esame, Paolo Russo 5.21, riguarda una questione che considero importante e delicata.
Colleghi, vi prego di prestare molta attenzione perché se voi direte «no» anche a questo emendamento finirete per preoccuparci ancora di più per questo vostro atteggiamento. Cosa chiede il collega Paolo Russo con tale emendamento? Chiede che il commissario delegato individui, nel contesto delle attività che è tenuto a svolgere, di concerto con l'Istituto superiore di sanità, quello che, in pratica, sta accadendo in Campania.
Mi rifaccio sempre alla citazione di ieri, cioè al libro Gomorra di Saviano, uno dei libri più venduti in questo momento in Italia, dove è ben spiegato quello che è accaduto e quello che sta accadendo in Campania. A questo proposito, desidero rivolgermi ai tanti colleghi campani del centrosinistra che, come me, purtroppo, conoscono l'incremento delle incidenze tumorali nella nostra regione e i danni che questo disastro ambientale, che ha colpito anche le falde acquifere, sta provocando sulla salute dei cittadini soprattutto - come ha detto poc'anzi il collega Paolo Russo - in termini di malformazioni neonatali. Pag. 27Colleghi, qui ci troviamo di fronte, con riferimento alla salute dei cittadini di quei luoghi, a dati da cui si evince una crescita del numero dei tumori superiore a quella registrata in altre parti dell'Italia. È una crescita causata da quanto avvenuto negli anni passati quando, con la complicità di alcune amministrazioni e con l'interesse della criminalità organizzata, la Campania, in particolare l'area fra Napoli e la provincia di Caserta, è divenuta lo sversatoio di rifiuti tossici e pericolosi di tutta Italia i quali illegalmente sono stati sotterrati in quel territorio. Oggi, conseguentemente, ci troviamo di fronte al rischio di esplosione di alcune malattie. C'è bisogno, quindi, che chi è preposto all'emergenza rifiuti in Campania si occupi, insieme all'Istituto superiore di sanità, di quanto sta avvenendo al fine di cercare di trovare delle soluzioni e per individuare le linee guida da inserire anche all'interno del piano sanitario nazionale.
Noi vi stiamo chiedendo una cosa logica destinata a tutelare la salute di quei cittadini. Voi, pertanto, non potete votare contro questo emendamento! Se voterete contro significa che non siete interessati a far sì che il commissario delegato, che è anche il capo della protezione civile di questo paese, valuti, insieme all'Istituto superiore della sanità, gli effetti sulla salute dei cittadini campani di quanto è accaduto negli anni passati.
Stiamo parlando di una regione dove la sanità è disastrata, appunto perché l'assessore alla sanità si occupa delle preferenze del figlio piuttosto che dei problemi sanitari! Stiamo parlando della regione italiana, forse europea, con la più alta migrazione sanitaria. Oggi, il cittadino campano ammalato ha un solo sogno: andare a farsi curare fuori della propria regione! Ci troviamo di fronte a questa situazione: vi chiediamo solamente di studiare il rapporto che c'è tra la gestione illegale, verificatasi negli anni, dei rifiuti tossici e i problemi sanitari dei cittadini. Voi, invece, avete il coraggio di votare contro questo emendamento: sarebbe vergognoso se ciò accadesse! Significherebbe che non avete a cuore la salute dei cittadini! Andate a vedere i dati dei reparti di neonatologia dei policlinici napoletani, quelli della neonatologia campana, confrontateli con quelli delle altre regioni, dopodiché mettetevi una mano sulla coscienza e fateci vedere se avete addirittura il coraggio di votare contro questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 5.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 427
Votanti 425
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato
190
Hanno votato
no 235).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 5.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 424
Maggioranza 213
Hanno votato
189
Hanno votato
no 235).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 5.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 28

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 434
Maggioranza 218
Hanno votato
193
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 5.24.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bocchino. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, ritengo che non vi siano parole per commentare l'atteggiamento dei colleghi della maggioranza. Peraltro, sono molto deluso da alcuni di loro - campani - che conoscono queste problematiche e addirittura sono contrari a studiare le questioni che questa emergenza ha creato.
Ma perché siamo arrivati a tutto questo? Permettetemi di spiegare le ragioni politiche e personali che hanno portato a questa situazione, che ha un nome e cognome. Il nome e cognome è quello del commissario straordinario per l'emergenza rifiuti Antonio Bassolino.
Perché Bassolino ci ha portato a questa situazione? Ciò è avvenuto perché egli aveva pensato, dopo il doppio incarico tra sindaco e ministro del lavoro, che la sua carica di presidente della regione Campania avrebbe rappresentato per un breve periodo un trampolino di lancio per assumere la leadership nazionale del suo partito, per fare il vice premier in nome del Mezzogiorno: abbiamo letto di tutto sulle ambizioni dell'onorevole Bassolino. Quindi, avendo egli dinnanzi a sé una strategia non di lungo periodo, bensì di breve periodo, perché doveva utilizzare quella istituzione per cercare di raggiungere altri obiettivi, non si è posto il problema della risoluzione della questione rifiuti, perché tale risoluzione avrebbe richiesto tempi lunghi e coraggio: il coraggio di fare il termovalorizzatore, di dialogare con gli enti locali, di spiegare sul territorio i vantaggi che quest'ultimo poteva portare e, da ultimo, di rompere con le logiche criminali delle discariche! Quando manca questo coraggio, non si va avanti! In seguito, cosa è successo? È accaduto che in politica non si sa mai quali scenari si aprono, e Bassolino è rimasto incastrato per dieci anni a fare il presidente della regione finché il problema non gli è scoppiato fra le mani. Ormai, lui è deluso e adesso vi spiego come passa le giornate il vostro presidente della regione Campania perché è interessante che capiscano ciò da un punto di vista psicologico i colleghi della sinistra più radicale.
Infatti, il vostro presidente della regione Campania ha preso tutti i vizi del classico «borghese meridionale» (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Comunisti Italiani e Verdi)...!

PRESIDENTE. Rinnovo l'invito, onorevole Bocchino, ad attenersi al merito dell'emendamento in esame!

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, comprendo le sue ragioni politiche, ma le ricordo che, in qualità di Presidente di turno dell'Assemblea, lei deve chiedere a chi mi disturba di far silenzio e deve consentirmi di parlare; invece, lei richiama all'ordine me!
Allora, lei deve ricordarsi che è lì a presiedere l'Assemblea e non a rappresentare il suo partito politico (Applausi dei deputati del gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Io questo lo so benissimo e un analogo...

ITALO BOCCHINO. No, è...

PRESIDENTE. ...invito lo avrei fatto a qualunque collega!

ITALO BOCCHINO. Lei lo sa, ma poi ogni tanto lo dimentica! Quindi, io sto Pag. 29parlando, e lei deve permettermi di parlare senza essere disturbato! E la prego di farmi recuperare il tempo che mi hanno fatto perdere i colleghi!
Come stavo dicendo, soprattutto la sinistra più radicale deve capire che la situazione non si può risolvere andando la mattina a giocare due ore al circolo del tennis, e credo che ciò non faccia parte del vostro bagaglio socioculturale (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!

FRANCESCO TOLOTTI. Piantala!

ITALO BOCCHINO. Un'ora viene impiegata per fare footing, e poi si va in regione per occuparsi delle mostre di arte contemporanea (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!

FRANCESCO TOLOTTI. Tu che fai?

ITALO BOCCHINO. Ma di arte contemporanea ci occuperemo in occasione dell'esame del prossimo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!

FRANCESCO TOLOTTI. Tu che fai?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Incostante. Ne ha facoltà.

MARIA FORTUNA INCOSTANTE. Signor Presidente, in un mio brevissimo intervento ebbi modo di dire che un conto è parlare del ciclo dei rifiuti ed un altro è discutere della gestione commissariale e delle eventuali critiche, anche legittime, che ad essa si possano rivolgere.
Ma la cifra dell'opposizione e la qualità degli interventi dell'onorevole Bocchino sono sconcertanti (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani e Verdi)! Ciò significa che non si ha la capacità di leggere, di studiare e di vedere! I comizi, onorevole Bocchino, lei già li ha fatti, ed il popolo campano non l'ha premiata e non l'ha votata (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)!
Pensi ai suoi fatti personali! Noi non avremmo mai il cattivo gusto di rivelare se lei va giocare a tennis o di dire che cosa fa della sua vita privata! Questa non è una cifra della politica! Si parli nei termini delle questioni affrontate! Siamo disposti ad accettare le critiche, ma non a farci dare lezioni né sugli intrecci criminali, né sulla scarsa o cattiva amministrazione!
Ciò perché il governo di centrodestra, nella regione Campania, ha prodotto non pochi guasti, ma questo non mi interessa! Badi bene a mantenere un comportamento che rispetti la dignità di quest'Assemblea, anche nell'ambito delle sue esposizioni (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Guardate, colleghi della maggioranza, che il vostro diniego ad un precedente emendamento procurerà guasti significativi. Infatti, vorrei tornare per un attimo al merito delle questioni trattate.
Vorrei segnalare che voi, con spirito «neoverdista», avete respinto una proposta emendativa che mirava a sopprimere una disposizione, introdotta nel corso dell'esame da parte del Senato, che contemplava l'opportunità di evitare che i rifiuti speciali entrassero nella regione Campania.
Ad una prima valutazione, sembra un'idea brillante e straordinariamente efficace, soprattutto ai fini del contrasto al crimine organizzato. Credo che la norma aggiunta dal Senato nasca da questa filosofia: se è vero che la criminalità organizzata la fa da padrone in questo settore, soprattutto nel traffico illecito di rifiuti speciali, allora si deve approvare una disposizione che impedisca il transito di tali rifiuti.Pag. 30
È evidente che il fine è questo, è nobile, va rispettato e considerato. Tuttavia, è altrettanto evidente, per chi abbia un minimo di dimestichezza con le questioni che appartengono ai fenomeni dei flussi criminali, che più si pongono condizioni di divieto per i rifiuti che sono tracciabili - conoscendo da dove partono e dove arrivano -, più si pongono condizioni di difficoltà per quel transito di rifiuti, più aumenterà la quota del flusso di traffico illecito di rifiuto. Insomma, la norma, così come approvata dal Senato ed emendata rispetto al decreto originario, produrrà il paradossale risultato dell'aumento del fatturato delle ecomafie in Campania. Ci siamo permessi di sostenere in quest'aula l'esatto contrario: senza divieti, ma con i controlli, si impedisce che il traffico di rifiuti speciali continui ad essere una condizione permanente della vita di quella regione. In questa norma avete scritto il contrario e, grazie a questa norma, in queste ore brinda chi fa affari con i rifiuti illeciti. Sono convinto che la vostra idea sia diversa e che il fine sia giusto, ma vi dovete accorgere che, con una norma così fatta, il risultato è esattamente opposto al fine che vi siete prefissi. Voi generate una condizione di aumento del fatturato delle ecomafie in Campania (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intendo sottoscrivere l'emendamento Paolo Russo 5.24, ma prima dell'intervento vorrei fare una piccola precisazione all'onorevole Incostante. Mi riferisco a quando genericamente si contesta la cosiddetta cifra politica dell'opposizione (Commenti dell'onorevole Incostante)... Lei ha parlato di minoranze in modo molto generalizzato. Credo che all'interno di quest'aula ognuno possa assumere consciamente e legittimamente qualsiasi atteggiamento che sia confacente al tema in esame ed, eventualmente, intervenire con il suo stile, a prescindere da quanto si sostiene, ma non esiste uno stile unico. In questi giorni, abbiamo dimostrato di voler discutere nel merito il provvedimento, ma, signor Presidente, onorevole Incostante, ciò è stato impedito da una chiusura sistematica su tutti i temi che abbiamo cercato di affrontare anche con spirito collaborativo. Dico ciò in premessa, parlando dell'emendamento Paolo Russo 5.24, perché credo che sia importante anche in questo caso focalizzare i temi di cui discutiamo. Non si capisce per quale motivo rispetto ad un commissario che è provvisto di superpoteri - che noi, peraltro, abbiamo contestato in quanto tale perché può decidere di tutto e di più, compreso di aggiudicare e di assegnare a proprio piacimento lavori, completamenti di opere, il tutto al di fuori di qualsiasi schema democratico e trasparente di gara pubblica -, ad una persona di siffatto potere cui vengono assegnate così tante competenze, si applichi un principio di grande rilievo dal punto di vista dell'autonomia e del federalismo, in termini di rispetto nei confronti dell'organismo regionale, per quanto attiene al piano cave.
Non si capisce per quale motivo il commissario, in quel caso, debba semplicemente proporre alla regione, quando impone ovunque e a pieno titolo di tutto e di più. Non si capisce per quale motivo, quando si parla di cave, si limita il potere del commissario. Probabilmente, sulle cave ci sono interessi diversi, che nemmeno voi avete il coraggio di toccare, interessi che sono addirittura più forti rispetto a quelli dello smaltimento dei rifiuti: visto quello che si è detto in quest'aula in questi quattro giorni, vi lascio immaginare di cosa stiamo parlando. Allora, sottoscrivo l'emendamento Paolo Russo 5.24 - mi auguro che qualcuno della maggioranza abbia del buon senso e faccia altrettanto - non perché improvvisamente un rappresentante della Lega è impazzito e non riconosce all'ente locale l'autonomia che le compete, ma perché ormai all'ente locale di cui stiamo parlando l'autonomia è già stata tolta in tutte le sue competenze.
Non c'è più alcuna competenza specifica della regione, eccezion fatta per le Pag. 31cave. In questo caso, usate due pesi e due misure. Infatti, per questo caso, nel decreto-legge non si «dispone», come per tutti gli altri casi e come sarebbe più corretto, ma si «propone», quasi come se i due mondi, delle cave dismesse e delle discariche dei rifiuti campani, fossero disgiunti e non avessero nulla a che fare l'uno con l'altro e come se si volesse fare un torto alla nostra intelligenza, affermando che laddove, attualmente, si smaltiscono i rifiuti prima non c'erano cave e che non esiste alcuna continuità di fatto tra le due attività. Allo stesso modo, non si vuole riconoscere che, molto spesso, i cavatori e i gestori degli impianti, in quella regione, sono gli stessi soggetti. Allora, se così è, non si capisce per quale motivo siano a rischio malavitoso quando si tratta di discariche e non lo siano quando si tratta di cave. Si adottano due pesi e due misure che dimostrano come questo Governo, probabilmente, non abbia la forza e il coraggio di imporre alla regione Campania scelte a 360 gradi. Delle due l'una: o questa regione è capace di avere una propria autonomia impositiva, è capace di legiferare ed è capace di dotarsi di strutture adeguate, oppure non lo è. Se non lo è, i poteri straordinari devono essere ampliati e non possono essere limitati alla semplice applicazione di quanto attiene al problema del ciclo dei rifiuti solidi urbani.

PRESIDENTE. Onorevole Fava...

GIOVANNI FAVA. Concludo, ribadendo la mia totale adesione, anche a nome del mio gruppo, all'emendamento Paolo Russo 5.24 (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Paroli. Ne ha facoltà.

ADRIANO PAROLI. Signor Presidente, intervengo per rispondere alla collega, che a mio avviso dovrebbe capire che fuori dalla regione Campania molti cittadini, non soltanto i deputati, si pongono numerose domande che non hanno avuto risposta. Le argomentazioni tecniche, in questa Assemblea, in questi giorni, credo non siano mancate. Se qualcosa è mancato, è mancato da parte del centrosinistra, che ancora non ha portato argomentazioni a sostegno del provvedimento in esame. Bassolino è stato sindaco per otto anni e, poi, presidente della regione. Anche da noi esiste la regione: io sono lombardo e mi risulta che questo ente territoriale, la regione, debba occuparsi, in prevalenza, di questioni ambientali, di questioni legate alla politica del lavoro e di problemi sanitari. In Lombardia, vediamo arrivare persone malate che vengono a curarsi ed anche i rifiuti della Campania.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Paroli.

ADRIANO PAROLI. È chiaro che, trovandoci di fronte ad una politica disastrosa da parte del presidente Bassolino, le domande che hanno trovato risposta anche nell'intervento dell'onorevole Bocchino continuano a porsi. Evidentemente, gli interventi del collega ci possono delucidare su tante situazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 5.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 434
Maggioranza 218
Hanno votato
190
Hanno votato
no 244).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 5.25.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bocchino. Ne ha facoltà.

Pag. 32

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, ho sempre avuto molta stima e ammirazione nei confronti dell'onorevole Incostante, alla quale desidero rinnovare la mia stima e la mia ammirazione, oltre alla mia simpatia. Credo che tra le migliori qualità di un uomo politico ci siano la lealtà e la gratitudine. È molto bello l'intervento svolto dall'onorevole Incostante: non ne sono affatto dispiaciuto ma, anzi, ne sono lusingato. La realtà meridionale è difficile; in particolare, la realtà campana e napoletana sono politicamente difficilissime. Una donna come la Incostante, che è una creatura di Bassolino, il quale l'ha fatta diventare assessore della regione Campania (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...

MARISA NICCHI. Smettila!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per favore...

ITALO BOCCHINO. Perché vergognarsene? Io sono una creatura di Tatarella e sono orgogliosissimo di questo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)! Capisco che lei non è stata fortunata quanto me (Commenti)... Signor Presidente, perché non mi consente di parlare?

PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, ho fatto un richiamo. Prego, può continuare.

ITALO BOCCHINO. Dicevo che sono grato all'onorevole Incostante perché ha dimostrato, quale ex assessore di Bassolino ed ex segretario provinciale del partito di Bassolino in Campania, voluta dallo stesso Bassolino, di avere due qualità, importantissime in politica.
Esse sono la lealtà, perché difende l'indifendibile, e la gratitudine, che, nel caso dell'onorevole Incostante, nei confronti di Bassolino non è il sentimento del giorno prima. Lei lo difende anche di fronte a un'evidenza diversa ed io la ringrazio di questo, perché il suo è un grande esempio di correttezza politica.
Lei parla della cifra politica dell'opposizione. Ha ragione: l'opposizione ha una cifra politica di basso livello, a suo giudizio, perché chiede di studiare l'incidenza sui tumori, soprattutto in neonatologia, dell'emergenza ambientale in Campania. Questa è cifra di bassissimo livello, rispetto alla vostra altissima cifra. È cifra di basso livello chiedere che ci sia un termine. È cifra di basso livello ricordare come avete speso i soldi.
Collega Incostante, lei ha fatto parte di una giunta che - racconto un altro episodio e ascoltate bene, cari colleghi - doveva scegliere a quale banca d'affari affidare la ristrutturazione del debito della sanità campana. Secondo voi, a trattativa privata, ha scelto una banca d'affari italiana, capace di ristrutturare il debito, o una merchant bank londinese, in cui lavorava il figlio della presidente della regione Campania?
La risposta datevela da soli (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!

LUCA VOLONTÈ. Che vergogna!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, è singolare che questo provvedimento sia continuamente altalenante tra due posizioni: da una parte, si vuole dare la sensazione che il commissario potrà intervenire per mitigare i disastri ambientali e, dall'altra parte, lo si frena.
Non consentire al commissario straordinario di mettere mano al «piano cave» - in sostanza, la norma, così come è fatta, significa non consentirglielo -, vuol dire fare l'ennesima cortesia a chi governa questi settori (e potete immaginare da chi siano governati questi settori). Soprattutto, significa che ciò che andate dicendo nel territorio (per esempio, alle cave di Casa Marciano e di Tufino), ossia che ci sarà una mitigazione ambientale, che le cave saranno chiuse e l'estrazione non potrà Pag. 33essere continuata a causa di un impatto ambientale straordinario e storico, è tutto falso.
È gravissimo che voi inseriate nella norma una serie di procedure inutilizzabili e, di fatto, tutte strumentali ad un'attività assolutamente inedita del commissario straordinario. Da una parte, vi è un'azione misurata nell'intervenire sui rifiuti per strada e, dall'altra, vi è una immobilità assoluta del piano nella sua interezza.
Voi state immobilizzando il direttore Bertolaso. Lo state immobilizzando con una tenaglia straordinaria. Da una parte, gli imponente un concerto impossibile con il presidente della regione e con il ministro dell'ambiente e, dall'altra, gli sottraete le risorse necessarie, che servirebbero per far uscire la regione dall'emergenza rifiuti.
State approvando un provvedimento inutile e dannoso. State approvando un provvedimento del quale dovrete vergognarvi nei confronti dei territori.
Mi rivolgo a tutti i parlamentari, soprattutto a quelli più attenti a questi temi: dovrete, da qui a qualche mese, tornare su questo tema. Il Governo stesso ci richiamerà alla necessità di tornare su questo argomento per rifinanziare il provvedimento ed anche per riempirlo di norme efficaci.
Questa disposizione, in modo particolare, costringe, per l'ennesima volta, il commissario straordinario a non potersi muovere liberamente nell'ambito del «piano cave» e a dover chiedere pietosamente, a quanti hanno errato su questo fronte, un improbabile consenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA. Il collega Fava ha messo il dito nella piaga. Il problema dei rifiuti nella regione Campania è dovuto essenzialmente al fatto che non si fa la raccolta differenziata e, quindi, i rifiuti vanno a finire tutti in cava.
Ebbene, se i rifiuti vanno a finire in cava bisogna decidere dove sono le cave. Se non si ha la capacità e la volontà di farlo, ciò vuol dire lasciare ancora mano libera alla camorra. Questo, evidentemente, non è un gran bel provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 5.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 425
Votanti 424
Astenuti 1
Maggioranza 213
Hanno votato
195
Hanno votato
no 229).

Prendo atto che l'onorevole Viola non è riuscito ad esprimere il proprio voto e che avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 5.26.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bocchino. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, colgo l'occasione di questo ulteriore emendamento per scusarmi ancora con la collega Incostante. Non volevo affatto offendere Bassolino quando ho detto che passa la mattinata a giocare tennis. D'altronde, se uno dice che Bush gioca a golf, o che Putin fa judo, o che Blair gioca a tennis non li offende, anzi, tende ad umanizzare i leader politici che spesso sono visti dai cittadini come persone lontane e diverse. Dunque, ho semplicemente parlato delle abitudini di Bassolino. Mi meraviglia un percorso che parte dall'essere un capo della sinistra operaista, cha ha guidato le manifestazioni dei caschi gialli all'Italsider a Bagnoli, e finisce al circolo del tennis nella villa comunale, ma è una constatazione di tipo politico, non è un'offesa di Pag. 34tipo personale. Le evoluzioni ci hanno abituato alla sinistra in cashmere, e a noi ciò fa piacere perché, per certi versi, ci dà ragione.

KATIA ZANOTTI. Che statista...!

ITALO BOCCHINO. Ha ragione l'onorevole Incostante, di cui apprezzo sempre più la lealtà e la lucidità negli interventi, a dire che io ho già fatto i miei comizi in campagna elettorale e ho perso. Onorevole Incostante, mentre facevo i comizi in campagna elettorale e spiegavo quello che era successo in regione Campania e quello che si poteva fare, qualcuno spendeva 1.300 milioni di euro per l'emergenza ambientale portando la regione Campania in questa situazione! Tali soldi sono stati spesi assumendo direttamente quelle 2.400 persone che, come Report ci ha fatto vedere, giocano a carte nei capannoni. Considerando che le famiglie al sud sono allargate, non portano solo due-tre voti, ma almeno dieci, faccia lei il calcolo di quanti voti avete prodotto con quei 1.300 milioni di euro dei cittadini.
Il più grande debito sanitario europeo è della regione Campania. Tale debito è stato prodotto nominando tutti primari: non abbiamo più un medico e non abbiamo tanti reparti per quanti primari abbiamo. Però, ogni primario ha prodotto voti: ecco perché, poi, i conti non tornano.
Avete dato vita a 55 società miste che non esistono: avete società miste che fanno qualsiasi cosa con mega-consigli di amministrazione e bellissime sedi. Ovviamente, i soldi vengono spesi non per produrre qualcosa ai fini dell'interesse pubblico, ma solo per generare clientelismo elettorale. Ecco perché le denunce non hanno sortito effetto: da una parte si diceva che le cose non andavano e bisognava invertire la tendenza; dall'altra si distribuivano nomine a primario, appalti per lo stoccaggio dei rifiuti, per creare ecoballe e poi spostarle da un terreno all'altro, poi riportarle indietro, poi spostarle in un altro sito, e così via. Quindi, si è fatta leva sull'egoismo e sul bisogno del singolo.
Voi avete inventato il voto a pagamento dando vita, in campagna elettorale, al reddito di cittadinanza. Avete detto ai cittadini: solo perché sei cittadino ti diamo dei soldi. Così avete legato quelle famiglie a voi.
Ecco perché, onorevole Incostante, siete stati premiati: perché avete fatto leva sul bisogno e sull'egoismo. Siete stati premiati elettoralmente perché avete sperperato miliardi di euro dei contribuenti, mentre noi avevamo offerto alla regione Campania soltanto una nuova missione: se le pare poco, si accontenti pure del risultato (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le chiedo scusa, potrei intervenire per un richiamo al regolamento, ma lo faccio, invece, per dichiarazione di voto a titolo personale.
Senza chiederle di valutare - lo farà lei, signor Presidente - anche i dettami del nostro regolamento, in base ai quali, comunque, si dovrebbe intervenire nel merito della materia che si discute, vorrei rivolgermi ai colleghi della Lega e a quelli di Forza Italia. Dobbiamo ammettere, signor Presidente - e lo dico responsabilmente - trovandoci qui, da alcuni giorni, a discutere di questo provvedimento, che tutto si può dire al collega Paolo Russo o ai colleghi della Lega, ma non che non ci abbiano tenuti in quest'aula a discutere, intervenendo emendamento su emendamento, nel merito di quanto hanno proposto al fine di modificare il testo del decreto-legge. Si potrà non essere d'accordo con loro. La stessa maggioranza ha spiegato, ancorché avendo dei dubbi, che vuole portare a casa questo decreto-legge, che, altrimenti, non sarebbe convertito. Ma, non c'è dubbio che va dato atto che sia il collega Paolo Russo sia i colleghi della Lega, non solo hanno studiato il provvedimento, ma hanno anche presentato proposte di merito, intervenendo costantemente e sempre nel merito.
Quando la collega Incostante parlava della cifra, non dell'opposizione, ma, in Pag. 35particolare, degli interventi del collega Bocchino, voleva semplicemente stigmatizzare il fatto che il collega Bocchino non abbia un solo argomento di merito. Sta parlando del tennis, dei primari, dei bilanci, delle banche. Sta parlando di tutto, perché, evidentemente, non avendo un tema, che sia uno, su questo argomento, deve prendere la parola, per dare il suo contributo a questo dibattito con gli argomenti di cui dispone. Però, vivaddio! Visto che stiamo discutendo di un provvedimento importante, lasci dire anche noi - credo che questo fosse ciò che voleva dire la collega Incostante - che, ovviamente, da una parte e dall'altra, ci potranno essere considerazioni riguardo a come si fa l'opposizione o a come si governa in ogni regione, per il prima e per il dopo, ma occorre usare argomenti politici e di merito, come si sta facendo da tante parti (e non argomenti speciosi e assolutamente fuori luogo che, a mio avviso, anche la Presidenza dovrebbe apprezzare in ragione del regolamento).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, come avrà notato, la Presidenza lo ha fatto, rivolgendo a chi interviene l'invito ad attenersi al merito dell'emendamento, sul quale si svolge la dichiarazione di voto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 5.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 441
Maggioranza 221
Hanno votato
198
Hanno votato
no 243).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 5.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Mentre, da una parte, chiedete, sbagliando, che si impedisca il flusso dei rifiuti speciali in ingresso in Campania, dall'altra, la regione - e veniamo alla questione di merito che riguarda la Campania, senza urtare la suscettibilità di alcuno - continua ad autorizzare impianti per lo smaltimento e il trattamento di rifiuti speciali, sia liquidi che solidi. L'assessorato regionale all'ambiente continua a sfornare autorizzazioni «a go go», casualmente, e sempre negli stessi ambiti territoriali. Infatti, sono sempre le stesse aree interessate, così tanto fortunate, ad avere una storicità di impatto ambientale, la fortuna di un'iniziativa del commissario straordinario, il supporto della maggioranza di centrosinistra, l'azione della criminalità organizzata. Inoltre, anche la regione Campania, in questi giorni, chiede di convocare conferenze di servizi in quei comuni dove l'emergenza rifiuti ha raggiunto livelli straordinari. Si pretende, in più, che, in quei medesimi comuni, si autorizzino impianti che trattano e smaltiscono rifiuti speciali pericolosi, liquidi e solidi. Credo che l'unica cosa di buon senso sia chiedere, indicare o imporre alla regione Campania, fin quando c'è questa condizione emergenziale, di astenersi dall'autorizzare, chissà come, questa frenesia, questo entusiasmo, questa passione e questa straordinaria necessità di autorizzare altri impianti, sempre nelle medesime aree.
Probabilmente, sarebbe più utile una condizione moratoria per evitare di caricare straordinariamente impianti che trattano rifiuti speciali, troppo spesso collegati ad ambienti particolarmente sensibili a questo fronte.
Ecco perché non approvare questo emendamento significa, come avete ipotizzato, non far più arrivare rifiuti speciali utilizzando la via ordinaria. Essi verrebbero, infatti, orientati verso il traffico illecito, il quale verrebbe ulteriormente facilitato aumentando la capacità degli impianti di quella regione di trattare rifiuti speciali. Debbo dire che in questo caso non si tratta di strabismo, ma di assoluta incomprensione della vicenda.Pag. 36
Credetemi, comprendo la blindatura del testo di legge, ma rendetevi conto di cosa stia producendo sul piano normativo questa scelta scellerata, assunta da qualcuno. Siamo, infatti, di fronte ad un obbrobrio, ad una condizione permanentemente incapace di produrre un solo danno, bensì sempre due.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bocchino. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Accolgo il suo invito - in particolare, quello rivoltomi dall'avvocato Giachetti - ad occuparmi dell'emendamento in questione. Mi scuso con l'avvocato Giachetti perché egli mai è intervenuto per ragioni politiche, discostandosi così dall'argomento in discussione; non è mai accaduto, gliene do atto, che egli abbia colto un'occasione per porre questioni politiche e non di merito. Quindi, accolgo il suo invito e quello della sua assistita, onorevole Incostante, anch'essa non intervenuta nel merito dell'emendamento (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).

ANTONIO SATTA. Ma smettila!

LALLA TRUPIA. Basta!

ITALO BOCCHINO. L'emendamento presentato dai colleghi Paolo Russo e Fasolino è importante poiché dall'atteggiamento che ognuno di noi ha nei suoi confronti si dimostra se s'intenda realmente mettere la parola «fine» - la data non la conosciamo anche se, probabilmente, qualcuno l'ha depositata nel retrobottega del suo cervello - all'emergenza rifiuti.
È indubbio che uno degli atti preliminari al percorso da promuovere consiste nel non rilasciare più autorizzazioni al trattamento dei rifiuti speciali. Qual è il rischio che corriamo in caso di mancata approvazione di questo emendamento? Da una parte si lavora anche grazie ad un importante investimento di soldi pubblici e alle energie della protezione civile - a capo della quale vi è il suo responsabile nazionale, Bertolaso - dall'altra, nel frattempo, vengono autorizzate altre strutture per il trattamento dei rifiuti speciali.
Quindi, avendo accolto l'invito rivoltomi dall'avvocato Giachetti, visto che la nostra proposta è ragionevole nel merito e siamo usciti dalla logica dello scontro politico, siamo certi la maggioranza si esprimerà a favore di questo emendamento, ritenendolo ragionevole (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento Paolo Russo 5.27 a seguito di una serie di considerazioni svolte in conseguenza di ciò che è accaduto in questi anni.
In modo particolare, andrebbe chiarito un concetto che molto spesso è oggetto di fraintendimenti. Nella storia recente si è verificato un paradosso secondo cui la maggior parte dei crimini ambientali più efferati sono stati commessi in questa regione da aziende autorizzate allo smaltimento dei rifiuti.
Che si trattasse poi di aziende autorizzate con procedura ordinaria, ai sensi degli articoli 27 e 28 della cosiddetta legge Ronchi, o più semplicemente degli articoli 32 e 33, e quindi di procedure semplificate, poco cambia nella sostanza perché anche queste ultime sono assoggettate comunque all'attività di controllo da parte degli enti locali. Pertanto, credo che continuare a nascondersi dietro un dito e negare la realtà, facendo finta di non sapere quanto accade fuori, sia un altro schiaffo all'intelligenza di chi siede in quest'aula.
Noi riteniamo che il ragionamento sia corretto anche per queste considerazioni, ma non solo. Infatti, riteniamo che si sia di fronte ad un meccanismo che sovrappone competenze. Se è stato conferito al commissario il potere di intervenire e di concedere direttamente, attraverso i meccanismi di ordinanza, nuove autorizzazioni Pag. 37di fatto, non si vede come esse possano coesistere in termini di controllo e di programmazione sul territorio stesso, in materia di rifiuti solidi urbani in particolare e in materia di rifiuti speciali in subordine, in considerazione degli interventi svolti precedentemente e dei ragionamenti ad essi connessi e correlati. Allora, non si capisce il motivo per cui ci debba essere, da un lato, un regime autorizzativo gestito dal commissario straordinario e dall'altro le amministrazioni locali - in merito alle quali con questo documento una volta per tutte si stabilisca che non hanno dimostrato fino ad ora capacità, efficienza e soprattutto rigore nel rilascio delle concessioni e delle autorizzazioni - possano proseguire in tal senso. Saremmo di fronte alla situazione paradossale in cui la gran parte dei rifiuti, che provengono dal ciclo dei rifiuti urbani e finiscono nel ciclo dei rifiuti speciali, può essere trattata da impianti che non hanno avuto né una preventiva né una successiva autorizzazione da parte del commissario stesso. È un meccanismo paradossale che rischia di creare un corto circuito!
Quindi, se nelle intenzioni del provvedimento vi è l'impegno da parte del Governo e della maggioranza che lo ha sostenuto, a far sì che esso sia l'ultimo in ordine di tempo ad occuparsi di questa materia, nella speranza che una volta per tutte si metta fine ad una vicenda che ormai ha raggiunto i limiti del grottesco, credo che l'argomento vada inquadrato e dibattuto con altra attenzione.
Quanti soggetti potranno autorizzare? E i soggetti che in questo caso autorizzano, hanno dimostrato di averlo fatto con le necessarie precauzioni e cautele? Hanno dimostrato finora di essere assolutamente indenni dal circuito vizioso della malavita organizzata? Non ci sembra, altrimenti non staremmo a discutere di questo provvedimento. Quindi, se si conferiscono poteri al commissario - e forse mi ripeto perché credo di averlo detto anche in occasione del mio precedente intervento -, si devono in qualche modo inertizzare i poteri degli enti locali che sulla stessa materia potrebbero creare conflitti di interesse e generare confusione.
Su questo territorio dobbiamo una volta per tutte pianificare con serietà lo smaltimento dei rifiuti e redigere piani che prendano atto delle valutazioni oggettive, a prescindere dai poteri che vengono attribuiti e che, pur ritenuti eccessivi, diamo ormai per buoni, dato che abbiamo superato ampiamente questo punto nel corso della discussione. Quindi, o riteniamo che quell'azione sia in grado di portarci fuori dall'emergenza, permettendoci di superarla, oppure diversamente prendiamo atto del fatto che ancora una volta, così come abbiamo registrato per le cave, non si vuole sottrarre potere al giro vizioso che ruota intorno alla concessione delle autorizzazioni e che attiene alla scarsa serietà di funzionari pubblici, di politici corrotti e di soggetti che operano su quel territorio, fianco a fianco con la malavita (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 5.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 443
Maggioranza 222
Hanno votato
192
Hanno votato
no 251).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 5.28.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, l'emendamento in questione è uno dei più importanti da noi presentati. Esso, tra Pag. 38l'altro, è il frutto di decine di anni di battaglie ambientaliste svolte su quei territori.
Non vi è alcuna associazione ambientalista degna di questo nome, nessun comitato locale, nessuna struttura nazionale che non abbia sollecitato quanto previsto in questo emendamento, ovvero che bisogna intraprendere e modulare un'azione sul tipo di quella svolta qualche lustro fa in Puglia quando, con una straordinaria operazione di polizia, l'operazione «primavera», fu sconfitto il contrabbando di sigarette. Per sette, otto mesi fu messa a soqquadro quella terra attraverso un'azione congiunta di tutte le forze dell'ordine. Lo Stato non soltanto diede la sensazione di un maggiore impegno ma fece davvero sul serio e sconfisse quel traffico.
Da più parti giunge una sollecitazione nel senso di compiere un analogo sforzo con un'analoga iniziativa; chiamate tale azione come volete - «militare interna» o di ordine pubblico -, ma è necessaria un'iniziativa che consenta di impedire il traffico (questo, sì, illecito) di rifiuti che dal nord giunge nelle terre campane, soprattutto a cavallo tra la provincia di Caserta e la provincia di Napoli.
Perciò, non votando questa proposta emendativa, vi mettete dall'altra parte; vi mettete contro chi vuole tutelare e difendere quelle terre; vi mettete contro chi vuole difendere le cosiddette «terre dei fuochi»; vi mettete contro chi vuole difendere i cosiddetti «triangoli della morte»; vi mettete contro chi, da anni, sta combattendo le ecomafie; vi mettete contro quanti, sui territori, cercano disperatamente di trovare e di ricercare segnali di solidarietà e di disponibilità per una battaglia comune.
Esprimendo un voto contrario su questa proposta emendativa, impedite che si disponga un'azione coordinata di forze di polizia; impedite la costituzione di una task force intelligente, che coinvolga le polizie municipali, le polizie provinciali, tutte le forze dell'ordine; impedite che si realizzi un pattugliamento che consentirebbe davvero di evitare a TIR carichi di veleno di scaricare ogni notte sostanze tossiche nelle viscere delle nostre terre.
Respingere questa proposta emendativa significa mettere fine alla speranza di quei territori.
Vi invito, dunque, a riflettere; noi non chiediamo null'altro che si metta in campo un'azione coordinata di forze di polizia sollecitata e coordinata dal direttore Bertolaso, un'azione sinergica per affrontare la condizione emergenziale sul fronte dei rifiuti urbani. Insomma, vogliamo uno Stato che faccia sul serio, intervenendo per evitare che i territori continuino a restare nelle condizioni in cui attualmente si trovano.
Per tale ragione, vi invito caldamente a considerare la proposta emendativa in esame; consentitemi di metterne in risalto l'alto contenuto ideologico sul fronte ambientalista! Istituire una task force equivarrebbe a dare una svolta a quelle zone, suscitando l'impressione che, insomma, vi è la speranza che l'ecomafia possa essere battuta, che insieme si possa condurre la battaglia di cui hanno bisogno i territori in questione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marinello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, mi rendo conto che su un tema così delicato quale quello affrontato stamattina circa i PACS, si possono avere sensibilità e anche valutazioni diverse. Mi rendo conto che su un tema così delicato come quello dibattuto questa mattina non abbiamo ascoltato né «margheritini» né «pipini» e nemmeno l'autorevole voce dell'Udeur.
Ma votare contro questo emendamento, Presidente, è di fatto essere implicitamente contrari ad una misura atta ad impedire il traffico illecito di rifiuti. Dunque, se votate contro questo emendamento, implicitamente...

PRESIDENTE. Deve concludere...

Pag. 39

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. ...Ebbene, significherebbe che state dalla parte di coloro i quali - evidentemente appartenenti alla malavita organizzata - proprio da questo traffico illecito di rifiuti ricavano i loro mezzi di sostentamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, intervengo brevemente per annunciare il voto favorevole sull'emendamento dell'onorevole Paolo Russo, che appare di estrema importanza, anche se un po' ridondante, nel senso che contrastare ed impedire ogni traffico illecito di rifiuti non è una novità, ma è un dovere istituzionale da parte delle forze di polizia presenti in Campania e dello Stato.
Dunque, chiedo all'Assemblea di esprimere un voto favorevole sull'emendamento in oggetto, perché non si può non pensare che una task force possa intervenire ad adiuvandum al fine della reprimenda del traffico illecito dei rifiuti. Si tratta di un segnale politico e di posizione estremamente importante con riferimento alla liceità.
Vista la folta presenza di rappresentanti del Governo in quest'aula, chiedo al Governo di esprimersi anche sui profili istituzionali che emergono dal dibattito. Chiedo: c'è un giudice a Napoli? Oltre ai suoi 45 giorni di ferie all'anno e agli stipendi, che sono collegati in alto a quelli dei parlamentari, che fa? Va a reprimere questo tipo di reati, sì o no? Il Ministero della giustizia si occupa della vicenda? Sollecita una reprimenda istituzionale di questi fatti?
Credo che il Governo dovrebbe occuparsene, per far sì che questi provvedimenti cessino di avere carattere d'urgenza e comincino ad essere fisiologici, legati alla quotidianità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bocchino. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, intervengo per sostenere la proposta testè avanzata dal collega della Lega, perché credo sia opportuno conoscere dal Governo e dal relatore le ragioni del parere contrario a questo emendamento del collega Paolo Russo.
L'onorevole Russo chiede che sia istituita una task force, al fine di promuovere un'azione di monitoraggio e di polizia preventiva per contrastare ed impedire ogni traffico illecito di rifiuti. Non si comprende per quale motivo il relatore ed il Governo siano contrari. Vorremmo che il rappresentante del Governo, tra la lettura di un giornale e di una mail, ci spiegasse la sua posizione, solo per saperlo. Posso capire che vi sia un'esigenza legata alla tempistica ed al rischio che un decreto-legge decada, ma un Governo serio ed un relatore serio dovrebbero alzarsi e dire: questo argomento è giusto, solo che, se approviamo l'emendamento, decade il decreto-legge; vi preghiamo pertanto di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno, per poi approvarlo tutti insieme.
Parlate! Diteci che esistete! Fateci sapere come la pensate! Invece, dite «no» all'istituzione di una task force che svolga un'azione di prevenzione sul traffico illecito dei rifiuti! Perché? Perché volete che vi sia il traffico illecito dei rifiuti? Perché il Governo non parla? Perché il relatore non parla? Ci dicano se sono a favore o contro; poi, dopo che avranno dichiarato se sono favorevoli o contrari, individueremo lo strumento! Capiamo il problema!
L'alternanza fa sì che ognuno di noi abbia vissuto tali questioni. Voi non potete far decadere il decreto-legge? Benissimo; però salviamo il principio, che credo sia sacrosanto e possa essere condiviso dall'intera Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo ai...

ITALO BOCCHINO. Presidente, abbiamo chiesto che il Governo ed il relatore ci dicano cosa pensano!

PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, lei sa che il Governo e il relatore possono intervenire quando vogliono.Pag. 40
Ha chiesto di parlare il presidente dell'VIII Commissione. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Signor Presidente, colleghi, cerchiamo di essere seri. Come potete immaginare, le argomentazioni che sono state addotte negli ultimi interventi sono ovviamente condivise.
Peraltro, il collega Paolo Russo, per cinque anni, è stato presidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sui rifiuti, che doveva occuparsi proprio di questo tema. L'ha fatto bene, con il sostegno generale. È arrivato alla conclusione dei lavori con un provvedimento di legge che troppo tardi è stato portato all'attenzione del Parlamento e che è stato poi ripresentato. La Commissione che presiedo ci sta già lavorando, con l'accordo di maggioranza e opposizione.
Come potete immaginare, la battaglia contro le ecomafie in questa sede è stata condotta da molti e penso che pochi possano dare a me lezioni in questa direzione.
Conoscete tutti il problema. Ormai siamo arrivati ad un punto - ma era già così quando abbiamo iniziato -, in cui qualsiasi modifica di questo provvedimento comporterebbe un ritorno al Senato, rendendo problematica la sua approvazione, con tutto quello che da ciò ne conseguirebbe. Questo decreto-legge, che potrebbe essere migliorato, è in ogni caso migliore rispetto a tutti i provvedimenti di commissariamento che sono stati prodotti nella passata legislatura.
Voglio rispondere alla domanda specifica del collega Bocchino, esprimendo peraltro il mio punto di vista, giacchè compete al Governo pronunciarsi in tal senso. Se il collega chiede se, una volta trasfuso lo spirito di questo emendamento (al di là del problema del coordinamento delle forze di polizia che mi pare un argomento delicato, dal momento che non si può, da un lato, cercare di rendere accettabili democraticamente i poteri del commissario e poi, dall'altro, attribuirgli poteri di coordinamento delle forze dell'ordine, che in qualche maniera esulano dal potere del commissariamento), in un ordine del giorno, questo possa essere accettato dal Governo, la mia risposta è: assolutamente sì! Tutti gli ordini del giorno che vanno nella direzione di rafforzare la lotta contro l'ecomafia, contro la criminalità organizzata e contro lo smaltimento illegale dei rifiuti non possono che essere condivisi, non solo dalla maggioranza, ma credo da tutta l'Assemblea (Applausi).

GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Premesso che il Governo, accogliendo una proposta del relatore, aveva formulato un invito al ritiro di tutte le proposte emendative ed una disponibilità a concordare ordini del giorno corrispondenti, nel merito ho già anticipato - me ne può dare atto l'onorevole Paolo Russo - la volontà del Governo di accettare un ordine del giorno più o meno corrispondente a questo emendamento, anche dicendogli - a questo punto lo dichiaro pubblicamente - che preferivamo l'impianto di questo emendamento da trasformare in ordine del giorno.
Rinnovo quindi l'invito al ritiro dell'emendamento e alla trasposizione del suo contenuto in un ordine del giorno. Il Governo è disposto ad accettare tale ordine del giorno - tranne il riferimento al rapporto tra il commissario delegato e i poteri di polizia, per ovvi motivi -, in direzione di una più efficace lotta alle forme di organizzazione criminale, riconducibili ai fenomeni evidenziati in quest'aula. Credo che non ci sia nessuna reticenza e che anche l'onorevole Paolo Russo mi possa dare atto che gli avevo anticipato per le vie brevi la disponibilità e la volontà del Governo ad accettare un ordine del giorno su questa materia.

Pag. 41

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. La prima notizia positiva è l'esistenza in aula del Governo. Ringraziamo il presidente della Commissione, di cui sono note l'onestà intellettuale e la sensibilità di fronte a questi argomenti, almeno per averci fatto sentire dalla Commissione e dal Governo che sono a favore di un monitoraggio preventivo per evitare il traffico illecito dei rifiuti.
Però, onorevole Realacci, ringraziandola ancora, lei ha posto una questione che è istituzionale più che politica. La ringrazio anche perché questo ci consente di far notare la cifra dell'opposizione all'onorevole Giachetti e all'onorevole Incostante. Quale il problema? Lei dice che c'è grande disponibilità sugli argomenti, che sostanzialmente siete d'accordo e che tuttavia non è possibile accoglierli, perché siamo di fronte ad un'iniziativa legislativa del Governo che arriva in aula blindata. Qui si pone un problema istituzionale, collega Realacci, che è delicatissimo, riguardante il ruolo del Parlamento e, in questa fase politica del paese, il ruolo della Camera dei deputati, nell'ambito di quel bicameralismo così come disegnato dalla nostra Costituzione. Comprendo la sua esigenza politica di esponente della maggioranza, però lei deve capire anche che siamo preoccupati da quello che lei dice come esponente di un istituzione. Quando il presidente di una Commissione afferma che abbiamo ragione ma che il provvedimento non può essere modificato, perché poi in sostanza al Senato non siete in condizione di garantirne l'approvazione in quattro e quattr'otto, con i numeri che ci sono, ci dice che i limiti della vostra maggioranza hanno trasformato nella sostanza il bicameralismo previsto dalla Costituzione in un monocameralismo!
Questa realtà rischia di apparire come un esercizio circense, dove ognuno di noi parla costantemente, cita dei numeri, ma non si può toccare nulla perché altrimenti la maggioranza non è in condizione di discutere il provvedimento al Senato. Dunque, volendo alzare la cifra dell'opposizione, mi rivolgo al Presidente di questa Assemblea affinché si faccia carico del problema.
È umiliante ed è addirittura un'offesa al Parlamento sostenere che l'emendamento è giusto ma che non è possibile approvarlo perché il Governo non è in grado di gestirlo nuovamente al Senato. Siamo in un ramo del Parlamento, in un'Assemblea che ha il diritto, costituzionalmente sancito, di emendare i testi delle proposte di legge di iniziativa parlamentare e dei decreti-legge di iniziativa governativa.
Si evidenzia uno strappo costituzionale ed istituzionale di cui voi vi state facendo carico. Per questo, rivolgiamo un appello alla Presidenza di questa Assemblea affinché muova un richiamo a questo atteggiamento del Governo. Credo che un Presidente di questa Assemblea, qualora sentisse i suoi vertici funzionali sostenere che il provvedimento è giusto nel merito ma non è possibile modificarlo in quanto il Governo potrebbe non «spuntarla» al Senato, dovrebbe rivendicare il sacrosanto e costituzionale diritto dell'Assemblea ad emendare con norme ritenute giuste da tutti.
Signor Presidente, ci troviamo di fronte ad una situazione drammatica e kafkiana, davanti ad un'Assemblea che giudica una norma giusta sostanzialmente all'unanimità, ma che non può modificarla perché un altro organo costituzionale, il Governo, ha difficoltà a sostenere il suo decreto-legge presso l'altro ramo del Parlamento. E lei, Presidente, cosa fa? Scampanella e dice di andare avanti! È in questo modo che rispondete ad un problema istituzionale così delicato?
Qual è il ruolo della Camera dei deputati? È un ramo di ratifica delle decisioni governative approvate dal Senato della Repubblica o, come dice la Costituzione, nell'ambito del bicameralismo perfetto, è uno dei due rami del Parlamento che può intervenire, emendare e modificare le leggi? È questo il grande tema da affrontare!Pag. 42
Noi ringraziamo il collega Realacci per aver aderito nel merito alla nostra sollecitazione - e questo ovviamente gli rende onore -, ma siamo molto preoccupati per lo strappo istituzionale e costituzionale che state nuovamente consumando (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Naturalmente un tema come quello testè prospettato può essere sottoposto, e lo sarà - per quanto mi riguarda -, all'attenzione del Presidente della Camera.
Per quanto concerne il ruolo di chi in questo momento presiede l'Assemblea, è evidente che questi non può far altro che sottoporre al voto gli emendamenti e disciplinare la relativa discussione.
Prendo atto che il deputato Paolo Russo non accede alla richiesta di ritiro del suo emendamento 5.28.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 5.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 442
Votanti 438
Astenuti 4
Maggioranza 220
Hanno votato
194
Hanno votato
no 244).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 5.30.

LUCA VOLONTÈ. Presidente, a che ora saranno sospesi i nostri lavori?

PRESIDENTE. Abbia iniziato le votazioni alle 12,20; dunque, possiamo sospendere la seduta alle 14.

LUCA VOLONTÈ. A che ora riprendiamo?

PRESIDENTE. La seduta riprenderà alle 15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, intervengo su questo emendamento, ma vorrei anche svolgere una riflessione su quelli successivi, in modo tale da rendere più agevole il lavoro di questa Assemblea.
Uno dei temi centrali di forte ed aspra critica, che con molto garbo - lo devo dire - è stata ripresa anche dal collega Bocchino, è il riconoscere la validità di alcuni argomenti portati all'attenzione dell'Assemblea attraverso emendamenti la cui necessità e bontà è stata ammessa sul piano del principio, senza con questo voler utilizzare questo elemento positivo e distintivo come una valutazione propria del merito dei problemi. Qui veniamo ad uno dei temi centrali, che potremmo semplicisticamente compendiare dicendo che è difficile fare le nozze con i fichi secchi.
Il commissario Bertolaso ci dice che la spesa necessaria, le risorse necessarie, mese per mese, sono all'incirca 5-6 milioni di euro. Voi avete previsto una copertura, più o meno, dell'ordine di 20 milioni di euro. Quindi, la struttura può funzionare, più o meno, fino a dicembre, questo dicembre, non quello dell'anno prossimo. Dal 1o gennaio come funzionerà il meccanismo? Con quali risorse verranno attivate le procedure e le iniziative di gara? Con quali risorse verranno affidati i nuovi incarichi progettuali? Con quali risorse verranno messe in sicurezza quelle aree per cui è previsto un apposito articolo del provvedimento? Con quali risorse si faranno le bonifiche? Con quali risorse si pagheranno i 2.316 lavoratori, presuntivamente lavoratori della presuntiva raccolta, anche questa differenziata? Con quali risorse saranno pagati i lavori che la Fibe sta continuando a svolgere, più o meno 100 milioni di euro l'anno? Con quali risorse si pagheranno, dice Bertolaso, i 520 Pag. 43milioni di debiti che ha il commissariato? Questo è il tema.
Ora, voi fate come gli struzzi: mettete la testa sotto la sabbia e se ne parla l'anno nuovo. Ma l'anno nuovo inizia il 1o gennaio, ciè tra qualche giorno. Il Governo dovrà trovare un'adeguata copertura, escludendo un'ulteriore tassazione. Per ora, tale ulteriore tassazione non è esclusa, anzi la norma prevede che tutta questa straordinaria massa di sperperi, di sprechi e di inefficienze sia caricata sulla TARSU. Se ciò fosse vero, ossia se la follia giungesse fino a tale punto, la TARSU in Campania schizzerebbe in alto, moltiplicata per 4 o per 5 e, peraltro, determinerebbe la fuoriuscita dal Patto di stabilità di tutti i comuni campani. Gran parte di tali comuni sarebbero addirittura dissestati. È evidente, infatti, che si determinerebbe anche una condizione di squilibrio tra cassa e competenza, perché se è vero, come è vero, che probabilmente a maggio dell'anno prossimo...

PRESIDENTE. Onorevole Paolo Russo...

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, un attimo soltanto. Se è vero, come è vero, che a maggio dell'anno prossimo, o a marzo, o a settembre, il commissario informerà i comuni che costa di più il conferimento in impianto, in quello stesso momento il comune dovrà mettere a ruolo una TARSU aumentata, tale aumento andrà a ruolo ovviamente per il 2008 e la tassa verrà incassata nel 2009. Insomma, da oggi al 2009 come si riuscirà a fare fronte alle necessità di competenza e di cassa relative, più o meno, a 200 milioni di euro l'anno, più il pregresso?
Obiettivamente, il tentativo operato attraverso questi emendamenti è proprio nella direzione di evitare che i comuni si dissestino, di consentire ai comuni stessi di considerare tale differenziale nel Patto di stabilità, di evitare, insomma, che all'emergenza rifiuti si aggiunga un'altra emergenza, quella della stabilità economica di tutti comuni della Campania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, preannunzio, a nome del gruppo Lega Nord Padania, il voto contrario sull'emendamento Paolo Russo 5.30, per una serie di ragioni esattamente speculari ed opposte rispetto a quelle denunziate dal presentatore dell'emendamento stesso. Noi riteniamo che esista un principio per il quale chi sbaglia paga e qui a sbagliare sono quei cittadini campani che continuano a darsi questa classe dirigente. Quindi, credo che non si possa transigere da questo principio, perché altrimenti si creerebbero vulnus, ahimè, difficili da recuperare. Non intendiamo che questa nostra posizione venga strumentalizzata dall'Assemblea, ma ci teniamo a ribadire un concetto.
La tassa sui rifiuti solidi urbani, così come le risorse disponibili sia nel bilancio sia nella contabilità della regione Campania, (che peraltro sono oggetto dell'emendamento successivo), debbono essere impiegate per far fronte alle emergenze ambientali sul territorio così come succede in tutto il resto del paese; infatti, non si può continuare a considerare questa regione come un territorio a sé stante, dal momento che la legge vale e vale per tutti. A tal proposito, quindi, o noi consideriamo l'emergenza ambientale campana nell'ambito dei parametri individuati per i siti da bonificare - parlo in modo specifico delle bonifiche, in questo momento - con il meccanismo dei siti di interesse nazionale (ma non mi sembra che per la maggior parte di questi siti sussistano i requisiti), oppure, diversamente, le risorse devono provenire direttamente dalla fiscalità locale. Mi dispiace, perché capisco che il contraccolpo per i cittadini campani potrebbe essere durissimo e sarà durissimo, ma non si può transigere da un principio per il quale chi è causa del suo mal pianga se stesso. Siamo di fronte ad una situazione nell'ambito della quale la tassa sui rifiuti solidi urbani dovrà necessariamente essere Pag. 44incrementata per far fronte alle esigenze sul territorio, così come dovranno essere implementati i capitoli di bilancio della regione Campania dedicati al reperimento delle risorse necessarie alle bonifiche.
Non si può pensare - come prevede questo emendamento - che si stabilisca un meccanismo per cui il 50 per cento degli oneri sia a carico dei cittadini, quindi della fiscalità locale, e il restante 50 per cento a carico dello Stato. In questo caso, infatti, le risorse proprie del commissario sarebbero a carico dello Stato, creando, ancora una volta, un meccanismo tale da aggravare la situazione in base al principio che, per colpa di qualcuno, pagano tutti.
Noi crediamo fermamente nel principio della responsabilità e, quindi, riteniamo necessario che i cittadini campani prendano atto della propria responsabilità e si facciano carico anche degli oneri finanziari che ne derivano (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Taglialatela. Ne ha facoltà.

MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, io comprendo le valutazioni del collega Fava, ma ritengo che sbagli perché non si rende conto che stiamo affrontando l'esame di un disegno di legge statale ed è quindi il Parlamento che si sta facendo carico - altrimenti non ci sarebbe motivo di approvarlo - di una situazione eccezionale, che certamente è stata determinata da anni e anni di cattiva gestione, di sprechi e di inefficienze.
In quest'aula, pur in presenza di parlamentari che certamente non hanno una responsabilità specifica, vi è comunque un «olezzo tremendo», che è determinato dalla condizione che vivono ogni giorno i cittadini della nostra regione, i quali non hanno colpa alcuna se la raccolta differenziata non viene assicurata, né ne hanno colpa se per molti anni i governanti hanno fatto finta di rinunciare alla tecnologia della termovalorizzazione, sostenendo che esistevano tecnologie migliori per poi ritornare sui loro passi, perdendo tempo prezioso, il che li ha costretti all'apertura delle discariche.
Vi è un principio di carattere fondamentale sul quale dobbiamo stare molto attenti; infatti, se la valutazione negativa e le conseguenze nefaste dovessero ricadere solo nei confronti dei cittadini della Campania, tutto ciò alimenterebbe spinte a mio giudizio assolutamente controproducenti. Nel momento in cui si mette mano ad un provvedimento nazionale, ritengo sia compito anche del Parlamento trovare il modo di colmare il deficit connesso al ciclo dei rifiuti nella nostra regione. È per questo motivo che voteremo a favore dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, l'onorevole Fava, di cui vanto l'amicizia, non sbaglia e soprattutto capisce; infatti, se qualcuno afferma che non capisce è stupido. Egli non solo capisce, ma ha riportato pari pari il pensiero del gruppo al quale ho l'onore di appartenere che - se anche capisse poco - ha comunque un pensiero estremamente semplice e chiaro.
Il pensiero è il seguente: noi non abbiamo intenzione di pagare per gli altri!
Per questo motivo, esprimeremo un voto contrario sull'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 5.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 45
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 420
Votanti 418
Astenuti 2
Maggioranza 210
Hanno votato
167
Hanno votato
no 251).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Adolfo 5.29.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Adolfo. Ne ha facoltà.

VITTORIO ADOLFO. Signor Presidente, sul decreto-legge in esame avremo modo di esprimerci in sede di dichiarazione di voto finale, puntualizzando tutti gli aspetti negativi e le contraddizioni emerse in questo dibattito.
Invece, per quanto concerne il mio emendamento 5.29, riteniamo che i campani non debbano, ancora una volta, corrispondere ulteriori ingenti risorse per far fronte ad una amministrazione incapace, che in questi anni ha prodotto una simile situazione di disagio e di passività.
Con l'emendamento in esame proponiamo che le spese debbano essere poste, da una parte, a carico del bilancio della regione Campania e, dall'altra, a carico delle risorse finanziarie messe a disposizione del commissario di Governo.
È chiaro che, al riguardo, nutriamo molte perplessità. Di fronte a una disponibilità attuale di 20 milioni di euro, ci chiediamo come si configureranno i bilanci futuri e quali saranno i programmi che potranno far fronte a questa situazione (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zinzi. Ne ha facoltà.

DOMENICO ZINZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ritengo che l'emendamento Adolfo 5.29 meriti una particolare attenzione, poiché, nell'esaminare il decreto-legge, abbiamo constatato che si tratta di un provvedimento dall'incerta copertura finanziaria. Esso affida il meccanismo dell'individuazione delle risorse ad aumenti tariffari, oppure all'introduzione di nuovi strumenti di fiscalità locale, «ribaltando» a carico dei cittadini e dei contribuenti campani le onerosissime conseguenze del malgoverno della regione Campania.
Si tratta, inoltre, di rilevanti...

PRESIDENTE. La prego di concludere...

DOMENICO ZINZI. ...quantificazioni, le quali sono incerte...

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole!

DOMENICO ZINZI. ...sotto il profilo della previsione finanziaria.

PRESIDENTE. Sì, ma deve concludere, onorevole!

DOMENICO ZINZI. Guardi, Presidente, io...

PRESIDENTE. Le ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione, perché ha già parlato un suo collega di gruppo.

DOMENICO ZINZI. Annuncio, allora, che voterò a favore dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Adolfo 5.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 46
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 393
Maggioranza 197
Hanno votato
170
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che il deputato Zinzi non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
A questo punto, sospendo la seduta, che riprenderà alle 15, con la deliberazione sulla dichiarazione di urgenza del disegno di legge in materia di disagio abitativo. Il seguito del dibattito proseguirà dopo l'esaurimento del suddetto punto all'ordine del giorno.
La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Colucci, Cordoni, De Simone, Donadi, Oliva, Realacci, Rigoni, Sgobio, Villetti e Violante sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono ottantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 1955.

PRESIDENTE. Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del regolamento, è stata richiesta la dichiarazione di urgenza per il seguente disegno di legge: «Interventi per la riduzione del disagio abitativo per particolari categorie sociali».
Su questa richiesta, a norma dell'articolo 69, comma 2, del regolamento, non essendo stata raggiunta in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo la maggioranza dei tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.
Sulla dichiarazione d'urgenza, a norma dell'articolo 41 del regolamento, darò la parola - ove ne venga fatta richiesta - ad un oratore a favore e ad uno contro per cinque minuti.
Ha chiesto di parlare contro il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI. Signor Presidente, se vi fosse il rappresentante del Governo, il ministro Ferrero, ad ascoltare - vedo che sta prendendo posizione -, mi permetterei di fare un appello perché questa decisione venga posticipata al giorno 14 dicembre, e spiego le motivazioni. A me pare che la richiesta di procedere a norma dell'articolo 69, comma 2, con la dichiarazione di urgenza in questo preciso momento costituisca un «autogol» rispetto all'iter e al procedimento che la Commissione ambiente ha attivato. Dico ciò perché, come è noto, l'articolo 69, comma 2, disciplina la dichiarazione di urgenza e alla stessa poi bisogna rifarsi per quanto riguarda i tempi. Sappiamo che la Commissione ha due mesi di tempo per esaminare un provvedimento, ma, nel caso in cui ne sia dichiarata l'urgenza, tale periodo viene dimezzato e, quindi, diventa un mese a partire dal momento in cui la Commissione ne ha iniziato l'esame.
La discussione di questo provvedimento è iniziata in Commissione il 29 novembre, il che significa che, a termini di regolamento, la Commissione avrebbe la possibilità di esaurire l'iter del provvedimento stesso entro il 29 dicembre. Francamente, non capisco la richiesta della dichiarazione di urgenza in questo momento, quando, signor Presidente, la Commissione ambiente ha stabilito un calendario dei suoi lavori in ragione del quale entro il 13 dicembre avrebbe licenziato il provvedimento per l'aula, dando il mandato al relatore.Pag. 47
A fronte di un impegno della Commissione ambiente, che tutti ci siamo assunti in sede di ufficio di presidenza, come si può pensare di far dichiarare oggi l'urgenza che differisce i termini già stabiliti dalla Commissione ambiente - nel senso non di restringerli ma di allargarli -, il che, paradossalmente, parrebbe quasi significare che da parte dell'Esecutivo non vi sia la volontà di esaminare il provvedimento in aula entro la fine dell'anno? Posso anche capire che, a volte, il suggerimento che viene dalla «buca» sia un suggerimento che «manda in buca», ma, signor Presidente, signor ministro, in questa precisa fase la dichiarazione di urgenza rappresenta un «autogol». Se il 13 dicembre la Commissione ambiente non avesse ultimato i suoi lavori, comunque potreste chiedere l'urgenza il 14 dicembre, nulla rilevando ai fini del termine dell'esame da parte della Commissione perché, ai sensi del regolamento, esso rimarrebbe comunque fissato per il 29 dicembre.
Mi pare di essere stato sufficientemente chiaro. Mi sembra anche che la richiesta si manifesti, almeno allo stato, come illogica. Questa è la motivazione per la quale, se saremo chiamati a votare, noi esprimeremo voto contrario. Mi auguro che, nel frattempo, qualcuno illumini chi, evidentemente in modo non illuminato, ha pensato di seguire questa strada che, sotto il profilo regolamentare, rappresenta quanto meno un differimento dei termini rispetto a quelli che la Commissione ambiente aveva accettato e stabilito in buon ordine.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore la deputata Fasciani. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA FASCIANI. Signor Presidente, a nome di tutti i gruppi parlamentari dell'Unione, dichiaro il voto favorevole sull'adozione della dichiarazione di urgenza del disegno di legge recante interventi per la riduzione del disagio abitativo per particolari categorie sociali. A nostro parere, l'urgenza risponde alla forte incertezza esistente - dopo la scadenza, lo scorso 3 agosto, del termine di proroga degli sfratti - tra quei soggetti deboli e quelle famiglie che attendono con apprensione una nostra decisione. L'urgenza risponde a questa impellente necessità e mette il Parlamento in condizione di cominciare subito un percorso di confronto per tentare di dare risposte strutturali al disagio abitativo esistente nel nostro paese.
La dichiarazione di urgenza ci convince ancora di più, in questo caso, perché il testo proposto supera le questioni pregiudiziali di costituzionalità sollevate al Senato e introduce elementi di novità rispetto ai diritti del locatore e del conduttore, novità ampiamente attese e ampiamente sollecitate dalla stessa Corte europea. Questo provvedimento è fortemente richiesto e, se non sarà approvato in tempi brevi, vi sarà il rischio che si producano effetti sociali incontrollabili, soprattutto nelle aree metropolitane, dove più forti sono la tensione e il disagio abitativo.
Pertanto, nella consapevolezza che debba essere superata la politica delle proroghe e che debba essere rilanciata una seria politica sull'edilizia residenziale pubblica, nel convincimento che ai soggetti deboli debbano essere fornite risposte immediate e concrete per restituire loro serenità e tranquillità, siamo assolutamente certi che la deliberazione dell'urgenza ci ponga nelle condizioni sia di superare le difficoltà immediate, sia di iniziare con impegno la discussione sul rilancio delle politiche abitative.
D'altra parte, onorevole Foti, in sede di VIII Commissione già avevamo stabilito un calendario che ci avrebbe consentito di discutere gli emendamenti entro il 12 dicembre prossimo. Alla luce dell'urgenza di fornire risposte e atteso che nel calendario dei lavori di dicembre già è stato riservato uno spazio per svolgere in Assemblea la discussione prima della pausa natalizia, stiamo cercando di individuare, in sede di VIII Commissione, soluzioni condivise tra tutti i gruppi.
Per tutti questi motivi, l'Unione esprimerà voto favorevole sulla dichiarazione Pag. 48di urgenza (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei chiedere alla Presidenza di verificare che siano state sconvocate le Commissioni. Naturalmente, faccio riferimento anche a quanto oggi già è stato sollecitato da parte del gruppo parlamentare cui appartengo. Sono in corso le sedute di alcune Commissioni bicamerali, oltre a quella del Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato. Queste Commissioni sono riunite mentre sono in corso votazioni in Assemblea. Mi rendo conto del fatto che al Senato si sta riunendo soltanto la Commissione bilancio per la discussione del disegno di legge finanziaria, però mi pare evidente che, trattandosi di Commissioni bicamerali e rispondendo al regolamento del Senato, in quanto il presidente sia un senatore, o al regolamento della Camera, in quanto il presidente sia un deputato - sappiamo che le sedute delle Commissioni bicamerali sono disciplinate dal regolamento del ramo del Parlamento di appartenenza del presidente -, si tratti di una condizione che non si può protrarre oltre, indipendentemente da chi le presieda.
La prego quindi, signor Presidente, di farsi tramite con il Presidente della Camera affinché la vicenda delle Commissioni bicamerali e del Copaco che si riuniscono mentre si svolgono i nostri lavori non debba continuamente ripetersi.
Come ripeto, vi è anche una situazione specifica relativa alle Commissioni della Camera, i cui lavori, purtroppo, mi risulta siano ancora in corso. Chiedo, se possibile, di compiere una verifica per permettere ai colleghi di raggiungere l'aula e votare.

PRESIDENTE. Abbiamo effettuato una verifica, onorevole Quartiani: in questo momento, sono sconvocate le Commissioni permanenti e non sono in corso le attività delle Commissioni bicamerali.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 1955.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 355
Votanti 353
Astenuti 2
Maggioranza 177
Hanno votato
245
Hanno votato
no 108).

Prendo atto che l'onorevole Formisano avrebbe voluto esprimere un voto contrario mentre si è erroneamente astenuta.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione A.C. 1922 (ore 15,12).

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1922)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato votato, da ultimo, l'emendamento Adolfo 5.29.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 5.31, sul quale - lo ricordo - il parere della Commissione e del Governo è contrario.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, avevo chiesto la parola prima perché abbiamo rilevato che nel calendario dei nostri lavori non è stato inserito il disegno di legge di conversione del decreto-legge sulla Pag. 49previdenza complementare a seguito di quanto deciso nella riunione della Conferenza dei capigruppo che si è svolta giovedì scorso.
Proprio nella giornata di giovedì, la Commissione lavoro ha terminato l'esame del provvedimento, dando mandato al relatore a riferire in Assemblea. Nel corso dei lavori della Commissione, che ha esaminato questo provvedimento per oltre una settimana, si era raggiunto una sorta di accordo su un emendamento, approvato all'unanimità, relativo al termine per l'adeguamento degli statuti dei fondi per la previdenza complementare e dei fondi privati.
Non sto qui a tediarvi nel merito, però è curioso, Presidente, che il Governo lasci decadere questo decreto-legge con l'impegno di inserire la normativa nella legge finanziaria. Credo che questo tema vi sia stato inserito senza le modifiche approvate all'unanimità dalla Commissione lavoro.
Faccio quindi appello alla Presidenza affinché ci sia un maggiore rispetto non solo dell'attività della Commissione lavoro, in questo caso, e delle Commissioni permanenti in generale, ma anche del Parlamento. Infatti, se le Commissioni vengono impegnate per intere settimane su provvedimenti che il Governo decide di lasciar decadere e di non calendarizzare in Aula, credo che questo genere di atteggiamento da parte del Governo sia mortificante per i colleghi che lavorano, per i presidenti delle Commissioni e per tutti i parlamentari che vogliono dare il loro contributo alla discussione di temi così rilevanti.
Aggiungo, inoltre, che si tratta di un tema assai delicato. Come molti colleghi sanno, il tema della previdenza complementare comprende scadenze, opzioni ed una quantità di adempimenti che vanno nell'interesse dei lavoratori, sui quali deve esservi una grande chiarezza.
Capisco che rientri nella responsabilità politica del Governo la scelta di lasciar decadere un decreto-legge per inserirne le norme nel disegno di legge finanziaria: il mio non è un richiamo di carattere squisitamente formale. Tuttavia, faccio appello alla sua sensibilità, signor Presidente, per portare in Ufficio di Presidenza - non so se quella di oggi può essere l'occasione adatta - una lamentela formale, questa sì, per il comportamento del ministro Chiti e del Governo, che considerano questa una Camera di compensazione e non fanno discutere i provvedimenti.
Probabilmente, neanche al Senato si discuterà di un argomento così importante come la previdenza complementare, perché quasi certamente verrà posta la questione di fiducia. Alla Camera non ne abbiamo discusso e chissà se verrà posta la questione di fiducia anche in questa sede, quando il provvedimento tornerà al nostro esame. Insomma, il Parlamento non discute dell'anticipo della previdenza complementare. Si tratta di un tema che riguarda gli interessi dei cittadini, su cui è necessario fare chiarezza e su cui il Parlamento credo abbia il dovere di esprimersi.
Signor Presidente, faccio appello alla sua sensibilità, alla sensibilità dell'Ufficio di Presidenza e della Presidenza della Camera per invitare il Governo a trattare con rispetto e con dignità il Parlamento ed i suoi membri.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, il tema da lei sollevato sarà portato all'attenzione del Presidente della Camera e potrà essere, quindi, esaminato dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, più che dall'Ufficio di Presidenza.

CESARE CAMPA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Mi pare che questa mattina ci fossimo intesi, richiamando anche i precedenti della scorsa legislatura, che gli interventi sull'ordine dei lavori, per sollevare nuove questioni, sarebbe bene si svolgessero al termine della seduta.
Prego, deputato Campa, ha facoltà di parlare.

CESARE CAMPA. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare a me stesso, a lei ed all'Assemblea che il numero legale forse non si sarebbe raggiunto se non vi Pag. 50fosse stata la presenza dei deputati dei gruppi di minoranza. Questo va registrato, visto che ci accusate sempre di ostruzionismo. Anche nella votazione precedente sulla dichiarazione di urgenza del provvedimento sugli sfratti senza di noi non ci sarebbe stato il numero legale in aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 5.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 379
Votanti 378
Astenuti 1
Maggioranza 190
Hanno votato
125
Hanno votato
no 253).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 5.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 389
Votanti 388
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato
153
Hanno votato
no 235).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 5.32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, l'emendamento in esame è teso a salvaguardare la stabilità dei comuni. Non sto a ricordarvi che l'83 per cento dei comuni campani sono amministrati da giunte di centrosinistra, vorrei soltanto che quei sindaci sapessero che noi ci abbiamo provato. Quei cittadini devono sapere tutti che noi, fino alla fine, abbiamo tentato di ricondurvi sulla strada del rispetto dei territori.
Non prevedere di scomputare le spese dell'emergenza che i comuni sono costretti a sobbarcarsi dal calcolo del patto di stabilità interno significa, di fatto, spingere tutti i comuni verso una condizione di dissesto finanziario. La vicenda riguarda soprattutto i piccoli comuni. I grandi comuni troveranno ragioni politiche per resistere, i grandi comuni troveranno la simpatia del Governo a metterci una «pezza». Salteranno tantissimi piccoli comuni perché non sono posti nella condizione di rispettare il patto di stabilità. Peraltro, saranno costretti ad anticipare cifre consistenti per la norma ivi prevista secondo cui tutto si copre attraverso la TARSU, cioè attraverso l'incremento di una tassa sulla raccolta dei rifiuti le cui entrate sono differite da lì a due anni. Vi pregherei, colleghi, per questo motivo, di riflettere sull'opportunità di votare a favore di questo emendamento e di rendere così giustizia a quei comuni, talvolta anche a quelli che fanno raccolta differenziata, che sono posti in una situazione di straordinaria emergenza, derivante dalla non possibilità, a valle, di conferire rifiuti negli impianti industriali indicati. Per tali ragioni, mi permetto di sollecitarvi ad una serena e attenta riflessione, tesa soltanto ad una compiuta valutazione di merito di questo emendamento e non a considerazioni che, talvolta, sono più di parte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.

Pag. 51

GIOVANNI FAVA. Vorrei ribadire un concetto già espresso nel corso della seduta antimeridiana, nelle considerazioni svolte in sede di votazione dell'emendamento Paolo Russo 5.31. Intendiamo votare contro anche in questo caso, perché crediamo che il meccanismo sia sempre lo stesso: i computi dei rifiuti devono essere fatti con una parametrazione che non può prescindere dalle norme dello Stato. Il patto di stabilità deve essere rispettato e, qualora non lo fosse, è ovvio che le amministrazioni comunali devono prendere le conseguenti decisioni, anche attraverso l'aumento della tariffazione della TARSU o delle imposte locali. Preannuncio, quindi, a nome del gruppo Lega Nord, che voteremo contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 5.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato
149
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i deputati Fava, Farinone e Suppa non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Avverto che i sei emendamenti successivi costituiscono una serie a scalare. Come prassi, pertanto, procederemo alla votazione del primo, l'emendamento Paolo Russo 5.33, di un mediano, l'emendamento Paolo Russo 5.35 e dell'ultimo, l'emendamento Paolo Russo 5.38.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 5.33. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Non approvare questo emendamento, che riguarda uno degli elementi centrali della vicenda, significa lasciare le cose come stanno e non voler uscire dall'emergenza. È la storia dei 2.316 lavoratori che sono stati cancellati dal provvedimento al nostro esame. Si fa finta di non conoscere la loro storia e di non sapere che questa storia costa 60 milioni di euro all'anno. Più propriamente, si nasconde che questi 60 milioni di euro all'anno sono pagati, in larga parte, dai contribuenti italiani. Sarebbe invece utile cominciare a prevedere una sorta di definizione di questa vicenda e chiudere la partita, avendo il coraggio di mettere in campo una politica saggia, che sia capace di contemperare l'esigenza di chi ormai fa parte della pubblica amministrazione con la considerazione che chi è dipendente della pubblica amministrazione deve pur fare un servizio. L'ipotesi da noi formulata prevede la possibilità, che tra l'altro rientra già tra le idee del commissario straordinario, di trasferire questi dipendenti ai comuni. Ovviamente, nessun comune desidererà questo dono e bisognerà trovare delle forme incentivanti che consentano tale passaggio.
Bisognerà trovare delle forme che consentano a questi lavoratori di essere trasferiti e realmente utilizzati, magari per la raccolta differenziata.
Non affrontare il problema dei 2.316 lavoratori in questione significa far finta di ritenere marginale questa vicenda rispetto alla sostanza, ma non è così! Infatti, in questa materia la questione dei costi, degli sperperi è centrale. Uno degli elementi costituenti l'emergenza rifiuti è rappresentato dalla condizione in cui si sono venuti a trovare i lavoratori di cui sopra, nei confronti dei quali nessuno si vuole sobbarcare uno straccio di piano industriale d'impiego. Di contro, essi potrebbero essere impiegati in comuni aventi la necessità di attivare la raccolta differenziata.
Attraverso gli emendamenti in oggetto si propone una soluzione compensativa rispetto ai debiti dei comuni nei confronti del commissariato, con la quale si stabilizzerebbero Pag. 52gli enti locali, anche attraverso una sorta di acquisizione di responsabilità.
Insomma, per alcuni aspetti si tratta di emendamenti etici che tendono a far uscire da una situazione d'emergenza. Sarebbe davvero incomprensibile non aderire anche a queste proposte emendative poiché, in seguito, risulterebbe difficile sostenere che si opera per uscire dall'emergenza e dalle condizioni di illegalità in cui ci si è venuti a trovare. Tutta l'Italia, infatti, è a conoscenza del fatto - anche grazie a trasmissioni televisive - che vi sono circa 2.400 lavoratori assunti per operare la raccolta differenziata, talvolta anche tramite interessamento delle organizzazioni criminali. Ebbene, questi 2.400 lavoratori, ancora oggi, si intende lasciarli in un limbo, pagati dal sistema complessivo dello Stato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bocchino. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, gli emendamenti del collega Paolo Russo potrebbero risolvere il problema riguardante centinaia, anzi migliaia di dipendenti che oggi, praticamente, non fanno nulla tutto il giorno, come documentato da inchieste giornalistiche trasmesse dalla televisione nelle scorse settimane.
Dirò di più: gli emendamenti in oggetto, se approvati, presenterebbero un duplice vantaggio. I circa 2 mila dipendenti non sanno cosa fare; in un'intervista, infatti, hanno spiegato che rimangono qualche ora all'interno di capannoni, ma non possono contare né su mezzi né su direttive. In particolare, a un dipendente è stato chiesto perché non avesse meglio posizionato una serie di contenitori di pile scariche, ed egli, per tutta risposta, ha obiettato che nessuno gli aveva detto niente al riguardo e che mancava un piano di lavoro.
Quindi, vi sono oltre 2 mila dipendenti che, sostanzialmente, non vengono utilizzati. Questi emendamenti prevedono trasferimenti agli enti locali, strategia contemplata anche dal commissario straordinario Bertolaso; in questo modo si impiegherebbero soggetti pagati con denaro pubblico, mentre i comuni potrebbero risolvere alcune questioni economiche legate ai propri bilanci. Questi ultimi, infatti, vedrebbero diminuire il debito nei confronti della struttura di ben 150 mila euro per ogni lavoratore assunto, trasferito dal suddetto elenco.
Anche in questo caso ci rivolgiamo al presidente della Commissione Realacci ed al rappresentante del Governo per sapere se essi, nel merito, condividano o meno quanto previsto dagli emendamenti del collega Paolo Russo. Se la risposta fosse affermativa, si potrebbe trovare una formula che consenta di trasfondere il contenuto delle proposte emendative in oggetto in ordini del giorno, andando così incontro anche alle richieste del commissario Bertolaso.
Se invece il Governo non è d'accordo, prendiamo atto che non volete aiutare né il commissario ad impiegare questi soggetti né i comuni ad ottenere un beneficio economico per coloro che si fanno carico di questi lavoratori.
Quindi, al presidente della Commissione Realacci e al rappresentante del Governo chiediamo un parere sul merito della nostra proposta. Nel caso in cui, come avvenuto precedentemente, tale parere fosse favorevole, chiediamo al collega Paolo Russo di ritirare l'emendamento e di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il collega Paolo Russo ha parlato di emendamento etico, considerando il suo contenuto. Aggiungerei che si tratta di un emendamento basato sul senso civico, sul rispetto della legge, su quello che in un paese civile si deve fare e su quello che invece non si deve fare. Non è immaginabile, per chi appena conosce questa situazione, che vi siano migliaia di addetti Pag. 53pagati inutilmente, senza svolgere alcuna attività. Sono stati fatti investimenti per centinaia di migliaia di euro in attrezzature, in una situazione diventata assolutamente intollerabile. Credo che la proposta, avanzata anche dal collega Bocchino, di richiamare l'attenzione della Commissione sul parere relativo all'emendamento in oggetto, per trasfonderne eventualmente il contenuto in un ordine del giorno, sia assolutamente ragionevole e vada nella direzione di dare un senso al nostro dibattito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

PIETRO ARMANI. Facci sognare, Dussin!

GUIDO DUSSIN. Caro presidente Armani, vorrei farvi sognare, ma bisognerebbe pensarla in modo diverso dai tre oratori che sono intervenuti. Esiste una mentalità diversa tra sud e nord. Ovviamente, si tratta di una battuta.
In questo caso, mi rivolgo all'Assemblea piuttosto che al Presidente e vorrei anche fare una richiesta. Si dice che l'emendamento in questione abbia senso civico e che il suo contenuto possa addirittura essere trasfuso in un ordine del giorno, qualora ritirato. Quindi, si attribuisce a questa proposta emendativa valenza fondamentale. Mi rivolgo ai parlamentari del nord: sapete cosa recita questo emendamento, secondo lo spirito che anima i parlamentari campani o del sud? Esso afferma che vi sono lavoratori che non lavorano, secondo quanto risulta da un'inchiesta giornalistica. Questi lavoratori sono in esubero e devono essere trasferiti negli enti locali, che, a loro volta, hanno personale in esubero rispetto alle piante organiche delle nostre realtà e dei nostri comuni.
All'interno del movimento della Lega vi sono sindaci e amministratori locali che sono anche deputati. Questi colleghi sanno benissimo come la pensiamo in merito alle spese correnti e al rapporto tra il lavoro in-house e le esternalizzazioni. Cerchiamo sempre di razionalizzare tale problema, mentre invece la vecchia mentalità - che passa da sinistra a destra - è quella di creare occupazione con posti pubblici. È una follia! Se si vuole gestire bene il settore dei rifiuti, così come quello dell'amministrazione pubblica, bisogna far sì che esista produttività e non solo occupazione. Allora sì che le cose andranno bene e potremo fare opere pubbliche ed impegnarci con senso civico per la cittadinanza e per le persone. Non è così che funzionano i bilanci degli enti locali o delle aziende municipalizzate, pensando di trasferire 2.316 persone da una parte all'altra.
Chi è a capo di una municipalizzata - e in tal caso non sarà il commissario -, deve perseguire l'interesse di quella municipalizzata, che rappresenta il prolungamento del servizio reso al cittadino. Le municipalizzate, come gli enti locali - come, quindi, anche i comuni -, devono essere gestite al meglio; non possiamo immaginare trasferimenti dallo Stato giustificati dalla considerazione che, tanto, con la mano pubblica, creiamo occupazione. L'ente pubblico deve gestire i servizi al meglio e sappiamo come, quando sono troppi, i servizi vengano gestiti al peggio.
Mi riferisco, ovviamente, alla serie di emendamenti a scalare che giunge fino all'emendamento Paolo Russo 5.38. Tali proposte hanno tutte quante lo stesso senso e, a nostro avviso, devono essere respinte. Tutt'al più, le persone considerate in esubero devono essere messe nelle condizioni di prestare il loro servizio ed essere obbligate in tal senso. Il senso di responsabilità di ognuno dovrebbe indurli a ciò, ma soprattutto dovrebbe farlo l'organizzazione. Quindi, a capo, dovrebbero esserci persone in grado di organizzare il lavoro in modo che i rifiuti non restino per strada. Noi abbiamo invece un esubero di personale ed i rifiuti restano per strada. Spiegatemi tale situazione...

PRESIDENTE. Deve concludere...

Pag. 54

GUIDO DUSSIN. Abbiamo un esubero di personale e riescono a rubare i camion della nettezza urbana.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 5.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 440
Maggioranza 221
Hanno votato
176
Hanno votato
no 264).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 5.35.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, proverò ancora a diffondermi sull'argomento, anche per mostrare apprezzamento per l'intervento del collega Dussin; intervento che, nel modo in cui è stato articolato, mi sembra largamente condivisibile. Solo su un elemento riferito dal collega mi sento di dissentire. Costoro non sono dipendenti di consorzi privati ma sono invece dipendenti pubblici assunti con contratto a tempo indeterminato dal commissario straordinario per l'emergenza rifiuti. Quindi, in buona sostanza, i comuni sono le vittime di questa vicenda; tanto ne sono le vittime che non hanno alcuna intenzione o desiderio né di essere gravati da questo onere né di farsi carico di queste unità.
Il fine cui tende l'emendamento in esame è il tentativo di superare l'indisponibilità dei comuni a farsi carico del problema. Se nulla accade - ma comprendo che questo provvedimento serve a quieta non movere, e quindi a lasciare che le cose vadano come stanno andando -, ebbene, se nulla accade, è evidente che questi 2 mila 400 lavoratori continueranno ad essere dipendenti del commissariato straordinario di Governo. Continueranno perciò a non essere inseriti in un piano industriale e a restare in tale situazione; qualcuno, in Italia, in qualche modo, con ordinanze di protezione civile, con ordinanze di fantasia, con ordinanze di qualsivoglia natura, troverà quindi le ragioni per pagarli.
Invece, il tentativo che si compie in questa sede - ma comprendo che vi è solo una sorda attenzione - e che si vorrebbe perseguire è esattamente quello opposto, tentare di sgravare questa sacca di 2.400 persone di un po' di lavoratori che diventino così dipendenti dei comuni in modo da essere, quindi, posti all'attenzione di piccole comunità e in modo da poter anche, così, essere impiegati nel lavoro. Peraltro, i debiti che questi comuni hanno nei confronti del commissariato, difficilmente sono esigibili. Il direttore Bertolaso ha ricordato che il comune di Napoli ha 60 milioni di euro di debiti nei confronti del commissariato di Governo. Il comune di Napoli è nelle condizioni di pagare domani queste risorse? Non sarebbe meglio trovare una soluzione che consenta anche al comune di Napoli, persino al comune di Napoli, lo ripeto, financo al comune di Napoli, di farsi carico di un po' di lavoratori, per metterli a lavorare, a fare la raccolta differenziate, ad alimentare un circuito positivo in questo senso?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo per affermare, per l'ennesima volta, la totale contrarietà da parte del gruppo Lega Nord rispetto all'impostazione filosofica che sta alla base di tutti i ragionamenti che sono stati sviluppati nel corso dell'ultima ora di dibattito, vale a dire la tendenza, sempre più esplicita con il passare del tempo e con l'ampliamento Pag. 55del dibattito, a scegliere strade che noi riteniamo scorciatoie rispetto alle situazioni di legalità.
Di fatto, questi provvedimenti contengono una classica vocazione, se la riconduciamo ad una certa parte del nostro paese, ossia che la sanatoria è sempre dietro l'angolo. Si cerca addirittura di contemplare contestualmente due sanatorie: si va alla ricerca della soluzione di un problema occupazionale. Ci viene detto che quando Fibe Spa abbandonerà (credo definitivamente) i cantieri della Campania, lascerà alle proprie spalle uno dei più grandi disastri del punto di vista della gestione della cosa pubblica degli ultimi cento anni, ma anche duemila e più lavoratori, assunti a vario titolo (molti di essi sono lavoratori socialmente utili), difficili da collocare in un mercato che, già di per sé, è saturo, quale quello della Campania.
Partendo, quindi, da una considerazione che ha un fondamento nobile, ossia la salvaguardia e la tutela del lavoratore (nobile in senso astratto, per chi, come noi, sa come sono andate le cose da quelle parti; anche la nobiltà dell'intervento in sé rischia di essere estremamente ridimensionata dal peso degli eventi), si compie un gesto aggiuntivo (lo ritengo una specie di strappo), ossia si va ad istituzionalizzare un meccanismo per il quale tutti coloro che non hanno pagato possono ovviare al mantenimento dei propri impegni (preso atto della loro incapacità a far fronte agli stessi in tempi rapidi), semplicemente, assumendo personale.
È un meccanismo per il quale, per ogni dipendente assunto (ammesso e non concesso che di questi 2.300 e passa qualcuno abbia veramente lavorato), si trova un'occupazione stabile nell'ambito della pubblica amministrazione e se ne beneficia in termini di riduzione del debito nei confronti del commissario.
Bene, noi rappresentiamo una parte del paese dove siamo stati cresciuti con principi diversi, pensando che i debiti si onorano e che gli impegni si mantengono. Chi ha contratto questo tipo di debiti è tenuto al rispetto degli stessi e al mantenimento degli impegni che si è assunto. Che il comune di Napoli abbia o meno i 60 milioni necessari, a noi poco importa. Noi riteniamo che, a questo punto, sia prioritario mettere il comune di Napoli nelle condizioni di scucire i quattrini, perché, alla fine, molti degli imprenditori delle amministrazioni pubbliche, che hanno cercato, in modo più o meno solidale, anche al centro-nord, di aiutare la regione Campania (penso al Piemonte piuttosto che all'Emilia-Romagna, in questi mesi), subiranno, oltre al danno, la beffa; non solo hanno ricevuto i rifiuti da quel territorio, ma dovranno anche far fronte ad un'evidente indisponibilità a pagare per i servizi che sono stati resi.
Qui torniamo a situazioni già viste; conosciamo la vicenda dei debiti sanitari e altre ancora. Non vogliamo che si ripetano questi errori e questi orrori. Continuiamo insistentemente a ribadire il principio per cui, se questi dipendenti non trovano ora una collocazione, a farsi carico di ciò non deve essere lo Stato, ne tanto meno il commissariato delegato, che dello Stato è il braccio operativo; allo stesso modo, non possono essere istituzionalizzati meccanismi di riduzione del debito, perché i debiti vanno saldati! Dalle nostre parti i debiti si pagano: è una questione di onore, di onorabilità e di serietà! Per questo motivo voteremo contro questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA. Il collega Fava ha ribadito un concetto cardine per noi della Lega Nord, il concetto di legalità e di serietà dell'azione. Non vorrei che passasse il messaggio che la Lega è contro i lavoratori. Semplicemente, la Lega non pensa di tutelare i posti di lavoro, bensì pensa di tutelare il lavoro. Un posto di lavoro non è necessariamente utile; deve esserci dietro una redditività. Il problema della Campania purtroppo sta tutto qui: invece di far lavorare in maniera corretta Pag. 56e seria queste persone gli si dà solo lo stipendio, tanto poi c'è qualcun altro che paga!
Finché non ci sarà il federalismo fiscale - con la responsabilizzazione degli amministratori sull'uso delle risorse -, non risolveremo mai il problema: ci sarà sempre l'assistenzialismo. Purtroppo, i conti dello Stato non permettono più questo modo di agire e quindi è sempre più necessario ed obbligatorio andare verso il federalismo fiscale. Faccio un esempio banale: non possiamo avere in Calabria tanti forestali quanti in Canada! È infatti evidente a tutti che il Canada è un po' più grosso della Calabria. Però, fin tanto che li paghiamo tutti, sarà sempre così (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.

MAURIZIO FUGATTI. Il fatto che il paese fosse spaccato, lo abbiamo capito con questo provvedimento sui rifiuti, dove abbiamo visto che la gestione dei rifiuti in una parte d'Italia si fa con una coscienza civica, mentre in Campania si fa in un modo completamente diverso! Con questo emendamento, con il quale addirittura si vogliono pagare i debiti del comune, assumendo a tempo indeterminato personale per i comuni, siamo di fronte ad una visione che è completamente diversa fra due parti del paese. Pensare di sanare un debito con l'assunzione a tempo indeterminato di personale è una cosa pazzesca! Ciò peraltro, influisce ancora sulle tasche dei contribuenti. Prevedere questi emendamenti da parte di chi si professa liberale nelle piazze è francamente disgustoso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Vale la pena rimarcare questo concetto, ben sviluppato dai miei colleghi. Credo che la produttività di un comune passi attraverso una programmazione, che è stata impostata negli anni precedenti. Rimpinguare una pianta organica, che sicuramente era già stata definita con altre logiche, con personale che arriva da un settore come questo, vuol dire creare sicuramente una difficoltà di rapporti non indifferente all'interno dell'ente locale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LAURINI. La ringrazio, Presidente, ma rinunzio ad intervenire perché si tratterebbe di argomentazioni già svolte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. I miei colleghi della Lega hanno precedentemente espresso alcune considerazioni di merito. Io vorrei soffermarmi brevemente su alcune questioni di forma. Chiedo all'onorevole Paolo Russo di ritirare l'emendamento in cui si dice che il commissario delegato redige un elenco di lavoratori. Al riguardo, vorrei sapere in base a quali criteri il commissario delegato redige l'elenco: all'appartenenza politica, all'anzianità? Questo è un fatto molto serio, per il quale non c'è risposta nell'emendamento.
Inoltre, nell'emendamento si parla di comuni debitori, quindi, si vogliono addirittura privilegiare i comuni debitori rispetto a quelli non debitori! Chiedo dunque che l'emendamento in esame sia ritirato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico...
Vedo che ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nespoli. Pag. 57Ne ha facoltà. Pregherei i colleghi deputati di segnalare per tempo la loro intenzione di intervenire.

VINCENZO NESPOLI. Grazie, signor Presidente, avevo segnalato già da qualche intervento precedente la mia richiesta di parlare per dichiarazione di voto sull'emendamento Paolo Russo 5.35.
L'onorevole Russo si riferisce alla situazione della raccolta differenziata in Campania: come già detto nei precedenti interventi, migliaia di addetti assunti anni fa da parte della regione tra i lavoratori socialmente utili non sono attualmente utilizzati. Questi ultimi, in un momento successivo, sono stati collocati nei consorzi obbligatori tra i comuni per effettuare la raccolta differenziata e mai utilizzati - ovvero utilizzati parzialmente, sporadicamente e marginalmente - per questo compito. Nel frattempo i consorzi, i comuni o il commissariato stesso affidavano ad altri o alle società specializzate - che poi non hanno raggiunto alcun obiettivo sulla raccolta differenziata - lo stesso tipo di servizio. Infatti, in questi anni, molte cronache riportate dalla grande stampa e dai sistemi d'informazione hanno evidenziato che gli addetti alla raccolta differenziata venivano pagati di fatto per leggere i giornali.
Nel provvedimento in esame vi sono una serie di meccanismi che trasferiscono i compiti al commissario delegato in ordine alle direttive per la raccolta differenziata, stabilendo gli obiettivi percentuali da consolidare nel tempo per ottenere una raccolta sostenuta e non ai minimi termini, come avviene attualmente. Verifichiamo che, in tale contesto, vi è un problema che riguarda l'utilizzo di queste maestranze, quasi tremila lavoratori. All'epoca essi furono orientati ad un lavoro specializzato, ma non sono stati mai utilizzati. Per poter funzionare, la raccolta differenziata deve essere trasferita ai comuni, ma è tuttora in corso un contenzioso che non si sa in che modo si possa ripianare. Molti comuni, non avendo saputo in passato quale fosse l'onere da versare al commissariato circa i servizi prestati, non hanno iscritto in bilancio la partita dovuta al commissariato medesimo per lo smaltimento.
In questo modo, avremo una serie di contenziosi per debiti fuori bilancio che, in qualche modo, dovrebbero essere riconosciuti al termine del contenzioso tra l'ente locale ed il commissariato deputato alla gestione dei rifiuti. Occorre prevedere un meccanismo analogo - che già in passato funzionava nel sistema delle autonomie locali e soprattutto in Campania - per l'assorbimento, come avvenne all'epoca, dei lavoratori socialmente utili e per stabilizzarne il loro utilizzo attraverso progetti finanziati ad hoc.
In questo modo, si possono raggiungere due obiettivi: da una parte, dare risposta al sistema delle autonomie rispetto alle rivendicazioni di tipo economico che il commissariato mette in campo e, dall'altra, dare risorse umane ai comuni anche per affrontare la raccolta differenziata.
Queste sono le valutazioni sintetiche che comportano il nostro voto favorevole a quanto propone il collega Paolo Russo nel suo emendamento 5.35. Infatti, riteniamo che questa possa essere una strada che risponda al meglio alle esigenze sia della raccolta differenziata, sia del riconoscimento a carico del comune di tutta una serie di inadempienze. In passato, queste ultime erano in capo al commissariato dei rifiuti e ora, secondo il nostro modo di vedere, non possono finire sui comuni. Essi pertanto vengono considerati - anche impropriamente - morosi per un servizio che non hanno mai ricevuto.

PRESIDENTE. Sono presenti in tribuna, e li saluto a nome dell'Assemblea, i sei sindaci ed il presidente della Comunità montana Val Sangone, di Torino (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 5.35, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul Pag. 58quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 446
Votanti 440
Astenuti 6
Maggioranza 221
Hanno votato
181
Hanno votato
no 259).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 5.38.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà (Commenti).

PAOLO RUSSO. La parte finale è più dura, eh...? Un po' di pazienza (Commenti)...!
Ci troveremo, tra qualche mese a dover riaffrontare per norma questa vicenda ed è singolare che, mentre stiamo convertendo in legge un decreto-legge che tratta questa materia, già sappiamo che di qui a qualche settimana dovremo tornare sulla medesima materia. Guardate, è davvero stupefacente questo dibattito, con continue sollecitazioni, con continue riflessioni, peraltro largamente condivise, su questioni riguardo alle quali si potrebbe ragionevolmente trovare un percorso di concordia, tuttavia, si è deciso qualche settimana fa che questo provvedimento fosse «blindato», per evitare che la Camera intervenisse a fare il proprio mestiere, ad approvare le leggi e a modificarle, quando le ritenesse sbagliate.
Avete voluto seguire questa strada e puntualmente, su ogni articolo, su ogni comma di ogni articolo, vi è un rilievo di sostanza, talvolta persino di forma, teso a modificare la norma per renderla efficiente: e voi vi chiudete in modo impermeabile ad ogni sollecitazione utile. Guardate, le registrazioni in video delle sedute di questi giorni andrebbero fatte vedere a tutti i ragazzi, in tutte le scuole della Campania, perché si rendano conto del motivo per cui l'emergenza rifiuti, sorta 13 anni or sono, ancora continui. Continua perché vi è una pervicace volontà di lasciare che le cose vadano in questo modo, perché ad ogni utile sollecitazione voi rispondete con un voto contrario, perché quando siete convinti che ho ragione, che abbiamo ragione, che abbiamo sollecitato la vostra attenzione nel merito su questioni eclatanti, chinate il capo e votate comunque contro la proposta di modifica, per ragioni di parte. Abbandonate la Campania ancora in una condizione emergenziale e la lasciate anche sul fronte dei 2.316 lavoratori già ricordati. Essi ci hanno scritto, ci hanno detto che sono stufi di non lavorare, che la mancanza di un progetto industriale li costringe ogni giorno a giocare a carte, per trascorrere il tempo. Ebbene, di fronte alla necessità di mettere mano a questa vicenda, vi offriamo una ciambella di salvataggio, un'opportunità, una condizione che salvi i vostri comuni dal dissesto finanziario e tuteli anche i lavoratori, dando loro una dignità che non consiste solo nello stipendio, ma nell'esercizio di un'attività. Nonostante tutte queste sollecitazioni e nonostante i vostri dinieghi, è mio dovere invocare una vostra sensibilità nel votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti del Liceo classico e della scuola media Istituto Marsilio Ficino di Figline Valdarno, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, io ho seguito fin qui il collega Paolo Russo, ma quello che propone con quest'ultimo emendamento non fa onore alla logica con cui ha cercato inutilmente di emendare tutto il provvedimento. Con questo emendamento, che si occupa di ricollocare dei lavoratori, non siamo di fronte ad un provvedimento emergenziale, ma ad una scelta che va contro quella che Pag. 59è tutta la logica portata avanti per lunghissimo tempo sia dalla Lega sia dalla Casa delle libertà. Non possiamo pensare, infatti, che con questo provvedimento emergenziale che nasce per risolvere il problema dei rifiuti a Napoli si debba cercare di risolvere i problemi della disoccupazione in quel territorio. È evidente che il lavoro è un'attività che la gente deve svolgere per produrre, per mettere a disposizione la propria forza lavoro in cambio di retribuzione e non per giocare a carte; quindi, se sono costretti a giocare a carte è evidente che la colpa non è loro, ma di quelle persone che hanno utilizzato fondi pubblici al fine - come diceva l'onorevole Bocchino - di recuperare un elettorato convincente e dipendente soprattutto dal posto di lavoro. Questa è una cosa totalmente inaccettabile in generale e ancor più inaccettabile dalla mia parte politica.
L'onorevole Russo propone anche un meccanismo abbastanza strano ed in contrasto con tutti i criteri che ha suggerito per paura che questo fenomeno sia condizionato dalla malavita: si tratterebbe di fare un elenco oggettivo di tutti i lavoratori e fin qui ci siamo; l'elenco verrebbe messo a disposizione dei comuni e la cifra di cui si parla verrebbe accreditata addirittura ai comuni indebitati e non agli altri e questo sarebbe già un fatto di per sé grave perché si premierebbe chi non è da premiare e così via; però, quello che è peggio è che si vuol fare ciò in deroga al divieto e ai limiti delle nuove assunzioni nella pubblica amministrazione. Questo significa che se un sindaco è condizionato da affari mafiosi o dalla propria moglie assumerà il mafioso o il raccomandato del mafioso o, peggio, il cugino della propria moglie. Ritengo che questo sia un discorso apodittico, che deve essere respinto con serietà e fermezza.
Penso, quindi, che questo emendamento - come quello precedente - non sia in sintonia con tutto il sistema degli emendamenti formulati negli ultimi giorni e, per di più, credo che non sia soprattutto in sintonia con la logica sottesa all'opposizione che si sta conducendo nei confronti di questo provvedimento, che è basata su un assioma abbastanza semplice: i rifiuti del sud se li «smazzi» il sud, se li paghi il sud, senza che essi vadano ad interferire su una situazione nazionale, perché questo non è un evento emergenziale, ma è un elemento fisiologico che deve essere fisiologicamente normato.
Non possiamo, infatti, pensare che, a fronte di un meccanismo impazzito, tutti dobbiamo mettere - le popolazioni del nord in particolare - le mani nel portafoglio per risolvere il problema. Questa è la filosofia con cui si è contrastata questa legge; però, se a questa filosofia si controbatte proponendo assunzioni di favore, è evidente che ci troviamo di fronte ad un discorso apodittico che non può essere preso in considerazione.
Per tali motivi, la Lega voterà contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per far notare una piccola contraddizione, sperando che poi la coerenza sia una virtù dei deputati presenti in aula oggi.
Nel fascicolo degli ordini del giorno presentati, infatti, è contenuto l'ordine del giorno Caruso n. 9/1922/3 (Nuova formulazione), che contiene le stesse richieste avanzate con gli emendamenti del collega Paolo Russo. In altri termini, si auspica che gli enti locali assorbano il personale in esubero.
Allora, visto che, coerentemente, la maggioranza esprimerà un voto contrario su tali emendamenti, ci auguriamo che lo faccia anche rispetto all'ordine del giorno citato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.

VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, credo che si stia ingenerando un equivoco. Ritengo che il collega Paolo Russo nella sua esposizione sia stato abbastanza Pag. 60chiaro, avendo riferito una cifra puntuale. Egli ha parlato di 2.316 ex lavoratori LSU assunti attraverso la regione e destinati ai consorzi di bacino per la raccolta differenziata. Stiamo parlando di lavoratori che in questi anni (nessuno si è scandalizzato per questo) sono stati avviati al lavoro per occuparsi della raccolta differenziata. A tal fine, sono stati formati e sono state investite risorse umane per far funzionare la raccolta differenziata in Campania. Tuttavia, essi non sono mai stati destinati alla raccolta differenziata. Noi ci auguriamo che in questi anni si siano acculturati leggendo i giornali (speriamo non solo quelli sportivi) e che qualcuno abbia propinato loro anche qualche rivista particolare, soprattutto in materia ambientale.
Oggi, nel decreto-legge in esame emerge una questione che non viene affrontata: si conferisce al commissario delegato, giustamente, il compito di rivedere il piano regionale dei rifiuti, di intesa con il consiglio regionale, il presidente della regione, la Consulta, i subcommissari, gli enti locali, i consigli provinciali e i presidenti delle province: un organismo pletorico, un'intesa oceanica, che ovviamente svelerà la necessità di rivedere il piano dei rifiuti. Ma chi rivedrà l'attuale organizzazione degli enti che, sul territorio, sono deputati alla gestione della filiera dei rifiuti?
In Campania, una legge regionale ha istituito i consorzi obbligatori dei comuni che avrebbero dovuto organizzare la filiera in questo settore. Tali consorzi avrebbero dovuto preoccuparsi di raccordare tra i comuni la raccolta differenziata, e non lo hanno fatto. Avrebbero dovuto preoccuparsi di organizzare al meglio la raccolta e il contenimento dei rifiuti, e non lo hanno fatto. Alcuni di questi consorzi hanno provveduto unicamente a costituire società di scopo, che oggi sono diventate le maggiori società operanti in tale settore. Addirittura, talune società pubbliche sono state sciolte per ingerenza camorristica! Vorrei dirlo a qualche tribuno dell'Italia dei Valori che, pur non conoscendo non la storia, bensì la cronaca degli ultimi mesi della regione Campania, si permette di contestare le accuse che lanciamo da questi banchi all'indirizzo di chi, in questi anni, ha gestito in modo vergognoso la filiera dei rifiuti. Ciò anche facendo sì che aziende pubbliche al 100 per cento, possedute da enti locali sempre governati dal centrosinistra, fossero sciolte per ingerenza con la criminalità organizzata! Sono notizie riferite dalla cronaca di questi mesi: noi non spariamo nel mucchio. Si tratta di situazioni reali, che non vengono contrastate da nessuno.
In questo momento, porre la questione dell'utilizzo di 2.316 persone (che in questi anni non hanno lavorato) e destinarle alla raccolta differenziata significa porre una questione di merito, che il decreto-legge non affronta e che nessuno vuole affrontare, dimenticandosi dei guasti che negli ultimi anni sono stati prodotti su questo terreno.
Ecco perché riteniamo che la questione dei lavoratori destinati alla raccolta differenziata debba essere ripresa, anche al di fuori del decreto-legge in esame, perché è un problema che permane. Questa Assemblea, il governo regionale e tutti noi impegnati in quel territorio dobbiamo dare una risposta a questi lavoratori, che oggi, con grande dignità, chiedono di essere utilizzati. Poniamoci questo problema!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.

MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, come ha precedentemente ricordato il collega Garavaglia, l'ordine del giorno Caruso n. 9/1922/3 (Nuova formulazione) è sostanzialmente identico all'emendamento Paolo Russo 5.38. La contraddizione dell'onorevole Caruso sta nel fatto che ha votato contro la proposta emendativa presentata dal collega Paolo Russo, ma adesso propone un ordine del giorno in tal senso!
Tutti sappiamo che un ordine del giorno non rappresenta nulla rispetto all'approvazione di un emendamento. Se il Pag. 61collega Caruso, che è il paladino degli LSU mondiali e di tutto il precariato italiano, avesse avuto una coscienza «corretta», avrebbe dovuto votare a favore di tale emendamento (il quale sarebbe stato incisivo), anziché presentare un ordine del giorno. Esso, infatti, rappresenta un palliativo, perché sappiamo che non avrà alcun valore e che si tratta soltanto di un fuoco di paglia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, torno ad affrontare il merito dell'emendamento in esame, poiché intendo evidenziare la contraddizione mostrata dal collega Paolo Russo. Si tratta, infatti, del modo di operare tipico nei confronti del problema che ci ha afflitti in questi ultimi tredici anni. Quindi, coerentemente con questi tredici anni, si propone il trasferimento ai comuni del personale addetto alla raccolta differenziata dei rifiuti, concedendo, in questo caso, una riduzione del debito di 100 mila euro...

PRESIDENTE. La prego di concludere!

GUIDO DUSSIN. ...all'ente locale che accetti una tale operazione. Noi, tuttavia, non condividiamo questa scelta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 5.38, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 448
Votanti 446
Astenuti 2
Maggioranza 224
Hanno votato
182
Hanno votato
no 264).

Passiamo ora all'esame di tre emendamenti che costituiscono una serie a scalare. Come da prassi, pertanto, procederemo alla votazione del primo, l'emendamento Paolo Russo 6.3, e dell'ultimo, l'emendamento Paolo Russo 6.1.
Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 6.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, ricordo che l'articolo 6 del decreto-legge in esame stabilisce l'impignorabilità delle somme in dotazione al commissariato straordinario. A parte la considerazione di carattere politico, vorrei evidenziare che quando sussiste la necessità di rendere impignorabile una somma, è evidente che lo Stato, debitore riconosciuto di importi consistenti, come il peggiore dei debitori scappa di fronte alle proprie responsabilità!
Comprendo la logica del testo in esame; tuttavia, non capisco fino a quando si voglia mantenere tale condizione di impignorabilità. Infatti, per avviare un percorso virtuoso, è assolutamente indispensabile stabilire un limite temporale rispetto a tale percorso. Per questa ragione, con l'emendamento in esame proponiamo di fissare un limite all'insuscettibilità di pignoramento di tali risorse.
Vorrei ricordare che l'impignorabilità riguarda quei poveri operatori che hanno creduto nello Stato ed hanno offerto di svolgere la loro attività, magari trasferendo i rifiuti in Germania. Si tratta diPag. 62società, peraltro pubbliche, che hanno creduto nella necessità di compiere un'operazione del genere, nonché nella solvibilità dello Stato.
Evidentemente, bisogna ricredersi! Lo Stato, infatti, che cosa fa? Anziché risolvere il problema «a monte», individuando fonti di finanziamento, rende insuscettibili di pignoramento e sequestro le già esigue somme.
È evidente che si tratta di un atteggiamento assolutamente non corretto, ma soprattutto incomprensibile. Diventerebbe comprensibile solo se durasse uno, due o tre mesi, il tempo di organizzarsi; ma sarebbe la fine del mondo se si pretendesse che la condizione emergenziale possa costituire di per sé un dato per il quale si può procedere nell'attività facendo debiti a valanga, tanto poi, gli stessi non vengono onorati e le somme del commissariato sono impignorabili. Mi pare che si vada in questo senso e che, viceversa, il buonsenso suggerisca di limitare nel tempo l'impignorabilità, in modo tale da consentire al commissario di lavorare con date risorse - ma questo è il tema di cui sopra, cioè porre risorse - e nel frattempo, nel lavorare con risorse certe, prevedere anche dei piani di rientro rispetto alle condizioni straordinarie di debito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, riteniamo che la fissazione di un termine perentorio entro il quale limitare il beneficio dell'impignorabilità sia un elemento di garanzia e di tutela nei confronti di quei soggetti che in questi anni, come ha ricordato giustamente l'onorevole Paolo Russo, hanno inteso, per fiducia nelle istituzioni o nello Stato, operare in assenza di garanzie. Forse non è ben nota all'Aula la regola che governa ormai da un po' di anni il mercato dei rifiuti in questo paese, ma, di norma, tutte le attività di commercializzazione piuttosto che di smaltimento dei rifiuti stessi sono organizzate sulla base di meccanismi di garanzia. Le fideiussioni sono all'ordine del giorno e gli stessi enti pubblici molto spesso sono chiamati a corrispondere adeguate garanzie all'atto della sottoscrizione di accordi commerciali e di contratti.
In questo caso, il commissariato non ha mai rilasciato fideiussioni a favore di nessuno, non ha mai dato garanzie di pagamento; e con il meccanismo che è inserito nel provvedimento - che il collega Paolo Russo cerca di emendare - si va ad incrementare quella sorta di franchigia che pone ancora una volta il meccanismo commissariale al di fuori di qualsiasi logica di mercato. In questo caso, dobbiamo entrare nel clima che si respira nelle aziende e nelle società anche pubbliche, come giustamente ricordava l'onorevole Paolo Russo. In realtà, la gran parte dei rifiuti sono stati smaltiti da una società che fa capo a Trenitalia, alle Ferrovie dello Stato e, probabilmente, con questo meccanismo non si sono arricchite aziende private ma, forse, aziende pubbliche (o, comunque, queste ultime pensavano di arricchirsi). Ad onor del vero, quando non si è pagati, diventa difficile trovare convenienza nel fare qualsiasi servizio, anche laddove sulla carta esistono dei margini di un certo tipo. Non si può pensare che, laddove non vengano onorati degli impegni finanziari importanti, in qualche modo, con un provvedimento legislativo lo Stato continui a tutelare i soggetti insolventi. Questo è il contenuto del provvedimento che è stato licenziato dal Senato e, per contro, è chiara la finalità dell'emendamento presentato dall'onorevole Paolo Russo, che consideriamo valido e credo vada valutato con serietà perché si tratta soprattutto di una questione di diritto. Ponendo un termine, si trova una soluzione un po' all'italiana di una vicenda che è grottesca anche in questo caso.
Dal nostro punto di vista, già è assolutamente ingiusta la cosiddetta insuscettibilità di pignoramento o sequestro perché la riteniamo una misura assolutamente illiberale e illegittima. Prendiamo atto della volontà del Governo di perseguire questo tipo di filosofia; tuttavia, Pag. 63crediamo però che, quanto meno, ponendo un termine certo abbastanza ravvicinato, come può essere quello del 31 marzo di cui stiamo discutendo, si faccia onore e giustizia alla realtà delle cose e, soprattutto, si possa dare un po' di certezza a tutti gli operatori che, prima o poi, dovranno rivalersi nei confronti dei soggetti che hanno operato e che non hanno mantenuto i propri impegni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nespoli. Ne ha facoltà.

VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, bello Stato di diritto è il nostro, nel quale, di tanto in tanto, con qualche provvedimento legislativo si inseriscono nell'ordinamento norme che, di fatto, limitano a posteriori i diritti dei singoli, delle società o di altri. In questo caso, mi riferisco a coloro che vantano crediti nei confronti del commissariato per i rifiuti nella regione Campania. Si tratta dello stesso meccanismo che, in passato, è stato introdotto per la gestione dei dissesti comunali e che, tuttora, è in vigore nella regione Campania per fronteggiare l'alto debito del settore sanitario. A tale scopo, infatti, è stata costituita una società di scopo, la SO.RE.SA., che ha alimentato grandi aspettative in coloro che avrebbero dovuto ricevere denaro dalla regione per aver fornito prestazioni. Tali debiti sono stati riconosciuti ma sono stati attribuiti a quella società di scopo che, in qualche modo, avrebbe dovuto farvi fronte con le provviste economiche scaturite da un mutuo che la regione Campania ha sottoscritto con primari istituti - a seguito, mi sembra, di una gara internazionale o in base a rapporti preferenziali con determinati istituti di credito - imponendo al bilancio della stessa regione un debito trentennale di svariate centinaia di milioni all'anno. Ebbene, sono passati mesi e trascorreranno ancora anni ma, nel frattempo, le richieste derivanti dai debiti accumulati sono state congelate.
Allo stesso modo, ci troviamo in una situazione paradossale a causa del fatto che, come sappiamo, si è consolidata una situazione debitoria del commissariato per i rifiuti della regione Campania nei confronti degli enti locali, dei fornitori di servizi e della stessa regione Campania, che ha anticipato impropriamente fondi al commissariato. Oggi, con questa norma, noi vanifichiamo e cristallizziamo qualsiasi procedura prevista dal codice civile, prevedendo la impossibilità di procedere al pignoramento dei fondi che saranno assegnati al commissariato. È una norma che intende mettere sotto tutela e salvaguardare le iniziative che il commissario delegato deve intraprendere di qui ai prossimi mesi. Si afferma, infatti, che le risorse assegnate debbono essere finalizzate allo svolgimento del programma che è stato previsto. È anche vero, però, che non si può pensare ad assegnare risorse - in verità, molto poche, poiché devono trovare copertura finanziaria attraverso la TARSU - di fronte ai ritardi e alla indecifrabilità delle somme a disposizione di cui abbiamo detto precedentemente. Questo meccanismo, da una parte, non assegna le risorse disponibili al commissario delegato e, dall'altra, non dà certezza di diritto a chi, in questi anni, ha fornito servizi alla regione Campania, al commissariato e a quant'altri li hanno richiesti, perché non si sa quando le somme pattuite saranno riconosciute.
Se questo è un provvedimento legislativo di uno Stato di diritto, credo che tutti dovremmo riflettere sulla validità di queste norme anche rispetto al dettato costituzionale. Si mettono in discussione i principi fondamentali dello Stato di diritto su cui si basano, non soltanto la Costituzione italiana, ma anche la convivenza all'interno della nostra nazione.
Per queste motivazioni, riteniamo condivisibile l'emendamento proposto dall'onorevole Paolo Russo che, almeno, cerca di limitare nel tempo l'avvio di questa nuova procedura di gestione da parte del commissario delegato. Riteniamo che questo emendamento introduca una norma che, da una parte, può consentire il raggiungimento degli obiettivi del piano che si intende realizzare e, dall'altra, garantisce i Pag. 64crediti legittimamente vantati da molti soggetti nei confronti del commissario delegato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 6.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato
198
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che i deputati Dussin, Adolfo e Leoluca Orlando non sono riusciti a votare e che quest'ultimo avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 6.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Colleghi, questa vicenda è davvero singolare. Quando c'è da occuparsi di sprechi e di mani bloccate per il commissariato, nessuno si occupa di intervenire normativamente. Lo dimostrano le vicende di cui abbiamo ragionato in questi giorni: PAN, Sirenetta, i dipartimenti universitari, le 800 consulenze complessive, i 400 dipendenti della struttura, oggi ridotti a 130-140, eccetera. Quando c'è da ragionare su come migliorare, qualificare e ottimizzare la spesa e su come evitare i disastri fin qui prodotti, nessuna norma viene richiesta e invocata. Nessuna norma serviva.
Non appena c'è da «fregare» il mercato, si interviene evitando che si vanti un legittimo credito. Chi ha lavorato per il commissariato e vanta un legittimo credito, oggi è posto nella condizione di non poter pignorare le risorse che spettano a quell'azienda, che, magari, è sull'orlo del fallimento e si trova in una condizione di difficoltà per il solo fatto di aver lavorato per un commissariato «baro», un commissariato che bara perfino su questo. Da una parte, infatti, era committente di importanti opere e lavori, dall'altra, «fregava» i più piccoli e meno forti, i meno protetti politicamente e meno tutelati dal sistema, offrendo loro null'altro che una speranza, che, alla luce dell'assenza di finanziamento e di una quota certa, diventa sempre più labile e flebile.
È evidente che un provvedimento siffatto non consente al commissariato di compiere nessuna operazione di rientro dal punto di vista debitorio. Non ha risorse: non è nelle condizioni neanche di accendere la luce dal 1o gennaio prossimo, figuriamoci come possa adottare una politica seria di rientro del debito!
Lo Stato è serio quando, con una serie di atti e comportamenti, assume un impegno sul territorio e lo mantiene. Non lo sta facendo con questo provvedimento, perché aveva assunto l'impegno di non tornare in quelle aree dove era alto l'impatto ambientale. Lo Stato ha anche assunto l'impegno di pagare chi vanta crediti, ma, con questo provvedimento, fugge a gambe levate, come il peggiore truffatore e nel modo più ridicolo possibile, con una norma che impedisce qualunque forma di pignoramento.
Stabiliamo una data, attraverso la quale risolveremmo due problemi: da una parte, tuteleremmo il sistema pubblico, ponendo fine all'incapacità gestionale del sistema pubblico e, dall'altra, offriremmo certezze a quanti vantano crediti nei confronti del commissariato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, purtroppo in quest'aula, su questo Pag. 65provvedimento, il dialogo avviene tra sordi e, quindi, anche le cose più logiche rimangono lettera morta. Questo è un vero peccato, anche perché si svilisce di molto l'attività di tutti coloro che sono seduti in quest'aula.
Venendo al merito e sperando di non parlare al vento, come al solito, qui si pone un problema serio. Da un lato, vi è l'interesse legittimo delle aziende che hanno lavorato e che, giustamente, hanno diritto ad essere pagate per il lavoro svolto; dall'altro lato, vi è l'interesse della pubblica amministrazione di completare il lavoro, cosa che i pignoramenti impedirebbero.
Bisogna, quindi, contemperare i due diritti, entrambi legittimi, anche se, onestamente, il diritto dell'impresa è un po' più legittimo, perché è normale che, quando si lavora, si debba essere pagati per il lavoro svolto.
Il fatto di prevedere un termine responsabilizza, da un lato, ulteriormente gli enti locali, che non devono mettere i bastoni tra le ruote, dall'altro, lo stesso commissariato perché comunque non è corretto non pagare per le prestazioni effettuate. Quindi, riteniamo assolutamente sensato dare un termine (in questo caso leggermente più lungo: la fine di maggio) più che congruo per arrivare a completare quanto è in itinere pagando le aziende che hanno reso le prestazioni. In questo modo, si riescono a contemperare in maniera corretta i due diritti entrambi legittimi, anche se ribadiamo che è più legittimo quello di chi i soldi li deve ricevere.
Riteniamo non si possa fare altro che votare a favore dell'emendamento in esame. Purtroppo, sappiamo che probabilmente così non avverrà per i motivi detti e ripetuti in quest'aula: il testo è blindato. Ci auguriamo che sia l'ultima volta che arriva in aula un testo blindato. Peraltro, mi metto nei panni dei rappresentanti di forze politiche responsabili che durante la discussione vedono proposte ragionevoli e non possono fare niente, hanno le mani legate, semplicemente perché nel Consiglio dei ministri si è andati di fretta e non tutti hanno avuto il tempo di approfondire. In ogni caso, è proprio sbagliato il concetto: non si può lavorare solo decretando d'urgenza. Il Parlamento è il Parlamento: se le sedute hanno solo il senso di rispettare il rito perché c'è un termine entro il quale deve avvenire la conversione in legge allora cambiamo le regole, eliminiamo anche questo rito bizantino e smettiamola di prenderci in giro. Ci auguriamo, dunque, che sia davvero l'ultima volta che avviene un dibattito così sterile ed inutile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco...

GUIDO DUSSIN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Dussin, ho già aperto la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 6.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato
199
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Adolfo 7.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 66
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 457
Votanti 456
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato
205
Hanno votato
no 251).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 7.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, non mi togliete il gusto dell'ultimo emendamento, che è teso a chiudere l'efficacia dell'articolo 1 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio Prodi, del 30 giugno 2006, per due ragioni. In primo luogo, per evitare di lasciare su carta stampata un errore macroscopico di quell'articolo 1: bisognerebbe dire a qualcuno che accelerare ancora si scrive con una «elle», ma questa è vicenda marginale, ho capito che non appartiene alla sensibilità di chi scrive la norma.
Il suddetto articolo 1 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio Prodi del 30 giugno (ormai siamo a dicembre!) per il completamento delle procedure necessarie alla chiusura degli stati di emergenza in materia ambientale e per favorire il conseguimento degli obiettivi di raccolta differenziata prevedeva quanto si fa in Italia di solito in questi casi, e devo dire che il centrosinistra in questo è più bravo: un'apposita struttura con funzione di coordinamento e di supporto delle attività svolte dai commissari delegati. Insomma, mancavano i consulenti, mancavano le strutture, mancavano le clientele.
Pertanto, alla predetta struttura - prevede sempre l'articolo 1 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio, Prodi - sono assegnate 20 unità di personale. Inoltre, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio può avvalersi, per le attività connesse all'operatività della predetta struttura, di altre 40 unità. Sono 20 e 40, quindi 60, ma non è finita. Per le medesime finalità, il predetto dicastero può avvalersi ancora fino ad un massimo di 20 esperti nelle materie tecniche, giuridiche ed amministrative. Una marchetta - pardon, una commissione - di 80 ulteriori pseudoesperti, che serve ad uscire dall'emergenza e ad aumentare le performance di raccolta differenziata.
L'emendamento è dunque orientato ad evitare che vi siano queste strutture, che nulla hanno a che vedere con la sensibilità ambientale. Mi sembrano vicende delle quali, in questo Parlamento, ognuno di noi dovrebbe vergognarsi!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nespoli. Ne ha facoltà.

VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, rifacendomi alle considerazioni testé svolte dall'onorevole Paolo Russo e salutando il fatto che ci troviamo di fronte all'ultimo emendamento riferito a questo decreto-legge, registriamo l'assoluta chiusura della maggioranza, che da parte vostra sarà letta come una tenuta della maggioranza rispetto alle questioni di merito sollevate in questi giorni, che hanno dimostrato la necessità di interventi migliorativi.
Infatti, come affermava il collega Russo, di comitati, di commissioni e quant'altro, all'insegna di un rientro nell'ordinario, sono lastricate le strade dei provvedimenti legislativi e ministeriali nonché della regione Campania.
Il collega Russo non ha avuto il tempo di aggiungere un'ultima grande iniziativa dell'assessorato all'ambiente della regione Campania che, dimostrando tutta la propria incompetenza rispetto alla gestione dei rifiuti, ha nominato un comitato di rientro all'ordinario per i rifiuti urbani. Un assessorato che da 13 anni non ha competenze su questa materia si nomina un comitato per il rientro all'ordinario, non si capisce con quali funzioni, visto che non si rientra nell'ordinario e che il termine previsto da questo decreto per l'azione del commissario delegato (31 dicembre Pag. 672007) a nostro avviso non produrrà alcun effetto! Sarà necessario un atto complessivo di tutta l'Assemblea per costringere la regione Campania, gli enti locali, i consigli provinciali e gli enti competenti ad agire in proprio, perché siamo stanchi di tutte queste strutture!
L'emendamento in esame, che in maniera goliardica il collega Russo ha voluto presentare per evidenziare le contraddizioni anche sul piano legislativo che caratterizzano il comportamento di questo Governo, dimostra il modo con il quale state affrontando questa emergenza, che rimane unicamente un'emergenza delle popolazioni campane.
Noi, in questi giorni, abbiamo sollevato in quest'aula un grido dolore - al pari di quello che sta sollevando in questo momento l'onorevole Gasparri - per sottolineare la condizione di una regione che ormai mal sopporta interventi non in grado di risolvere il problema. Deve rimanere agli atti la responsabile posizione assunta da un'opposizione che, inutilmente, ha tentato di modificare in meglio questo provvedimento.
Inoltre, vi avvertiamo: saremo di nuovo richiamati in quest'aula per intervenire sulle lacune messe in evidenza in questi giorni. La colpa, come sempre, sarà solo vostra.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 7.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 452
Votanti 451
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato
203
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il deputato Realacci non è riuscito a votare.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1922)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1922 sezione 4).
Qual è il parere del Governo?

GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il Governo accetta gli ordini del giorno Turco n. 9/1922/1, Margiotta n. 9/1922/2 e Caruso n. 9/1922/3 (Nuova formulazione).
L'ordine del giorno Stucchi n. 9/1922/4 è accettato a condizione che il dispositivo sia riformulato in questi termini: «a verificare la possibilità di adottare le opportune iniziative, anche normative, al fine di attribuire specifici riconoscimenti di natura economica agli enti locali virtuosi, anche agendo sulla TARSU». Non possiamo infatti disporre, attraverso un ordine del giorno, un intervento diretto di riduzione della TARSU.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Dussin n. 9/1922/5 ma con una piccola riformulazione, consistente nell'eliminazione dei riferimenti alle norme in base alle quali sono state nominate le gestioni commissariali. Pertanto, il dispositivo dovrebbe recitare così: «a promuovere ogni possibile iniziativa affinché, alla scadenza del periodo di emergenza, la responsabilità dello svolgimento del servizio della raccolta» - altra aggiunta - «e dello smaltimento dei rifiuti possa essere ripristinata in capo agli enti locali competenti.». Si tratta, praticamente, della stessa cosa, salvo il riferimento intermedio.
Pag. 68
Riguardo l'ordine del giorno Foti n. 9/1922/6, credo manchi qualcosa nel testo che mi è pervenuto; infatti, non riesco a comprendere una parte del dispositivo. Probabilmente si tratta di un errore materiale, quindi il Governo rinvia l'espressione del parere nell'attesa che ci venga fornito un testo più completo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Cosenza n. 9/1922/7, a condizione che l'ultima parte del dispostivo sia riformulata in questi termini: «ad adottare le opportune iniziative di coordinamento delle diverse forme di raccolta differenziata dei rifiuti nella regione Campania».
Anche l'ordine del giorno Pini n. 9/1922/8 è accettato dal Governo, se riformulato nel senso di aggiungere, dopo la parola: «vengano» la seguente: «prioritariamente» e di sopprimere le parole: «evitando il trasferimento, anche in forme modificate, in altre regioni italiane». Queste ultime, infatti, contrasterebbero con quanto disposto dal testo del provvedimento. Quindi, per questa parte l'ordine del giorno potrebbe risultare inammissibile.
Il Governo invita il presentatore a riformulare l'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/1922/9, riportandolo, per quanto possibile, vicino alla formulazione dell'emendamento Paolo Russo 5.28, che sembrava articolato in maniera migliore. Quindi, proporrei la seguente riformulazione, accettando conseguentemente l'ordine del giorno. La parte dispositiva dovrebbe essere modificata come segue: «impegna il Governo ad assumere le opportune iniziative finalizzate a rafforzare gli strumenti e le strutture di contrasto del traffico illecito di rifiuti, di concerto con i Comitati per l'ordine e la sicurezza delle cinque province campane e di intesa» - così come era scritto - «anche con i comandi di polizia municipale e provinciale». Invece, consiglierei di evitare il riferimento al comandante regionale dell'esercito. Infatti, facendo egli capo al comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, ritengo più equilibrato modificare il testo nel senso indicato. Ripeto quindi che il Governo accetta l'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/1922/9 se riformulato secondo quanto suggerito, oppure con formule similari che lo stesso presentatore potrà proporre.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bodega n. 9/1922/10. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1922/11, esso appare persino superfluo. Il Governo lo accetta se riformulato nella parte dispositiva sostituendo alle parole «delle convenzioni» le seguenti: «di intesa». Infatti, il decreto-legge che ci accingiamo a licenziare parla di intesa con le regioni interessate allo smaltimento dei rifiuti fuori regione. Quindi, tale circostanza è già prevista nel testo del decreto-legge.
Gli ordini del giorno Cota n. 9/1922/12 e Fava n. 9/1922/13 fanno riferimento alle procedure di svolgimento degli affidamenti diretti. È noto che la materia su cui abbiamo a lungo discusso è regolata dall'articolo 3 del decreto-legge, in cui si disciplinano le modalità attraverso le quali si dovrà pervenire allo svolgimento della gara di affidamento del servizio. Inoltre, esso al comma 2 dispone affidamenti diretti, nel caso in cui sia necessario procedere ad altri interventi di questo tipo in attesa dello svolgimento delle gare. Se tramite gli ordini del giorno in questione si stabilisce di provvedere a tali affidamenti diretti con procedure farraginose o lunghe di cui al comma al comma 1, è inutile prevedere l'affidamento transitorio.

GIOVANNI FAVA. Sono gare pubbliche!

GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Quindi, in questo caso il Governo non può accettare gli ordini del giorno così come formulati. Pertanto, invito i firmatari al ritiro oppure a proporre una riformulazione in cui si affermi che ci si impegna il più possibile a tenere conto delle regole dell'evidenza pubblica, in modo tale che l'affidamento diretto possa essere fatto anche attraverso forme di maggiore pubblicità della gara, con un numero di inviti pari all'evidenza pubblica.Pag. 69
L'ordine del giorno Lussana n. 9/1922/14, come qualcun altro ordine del giorno successivo, invita ad allargare le competenze della Consulta fino a ricomprendere le materie relative allo stoccaggio dei rifiuti o alla localizzazione degli impianti e così via. È evidente tuttavia che la Consulta non può esprimere parere decisionale. Il testo dell'ordine del giorno recita nella parte dispositiva: «impegna il Governo ad adoperarsi, in sede di attuazione dell'articolo 2, comma 1-bis, capoverso 4, affinché la Consulta risolva anche la situazione problematica dello stoccaggio provvisorio dei rifiuti nella regione Campania». Il Governo propone una riformulazione nel senso che la Consulta sia «sentita per risolvere». Se la presentatrice accetta tale riformulazione, il Governo può prevedere di sentire la Consulta anche nei passaggi relativi allo stoccaggio dei rifiuti. A questo ordine del giorno ne seguirà a breve un altro quasi simile.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Filippi n. 9/1922/15, anche perché di contenuto molto simile ad un precedente ordine del giorno già accettato.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Brigandì n. 9/1922/16; il contenuto di questa prescrizione di carattere puramente ambientale è parso, infatti, corrispondere anche alle nostre intenzioni.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Goisis n. 9/1922/17, trattandosi, se sussistenti, di riduzioni di trasferimenti erariali già disposti e che peraltro mettono capo alla responsabilità del Governo precedente; quindi, verificati gli atti relativi, riferiremo al Parlamento sulla materia.
Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Fugatti n. 9/1922/18, per il quale non si pongono problemi perché nel testo stesso del decreto-legge queste spese si compensano. Quindi, noi siamo favorevoli anche per il futuro a mantenere questo tipo di modello.
Il Governo accetta, inoltre, l'ordine del giorno Garavaglia n. 9/1922/19, in quanto di contenuto analogo ad altro ordine del giorno sul quale il Governo ha già espresso la propria posizione poc'anzi.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Montani n. 9/1922/20 e Pottino n. 9/1922/21 a condizione che - analogamente a quanto già segnalato con riferimento all'ordine del giorno Lussana n. 9/1922/14 - si accetti la riformulazione nel senso di impegnare il Governo a sentire il parere della Consulta o a proporre alla Consulta le materie oggetto di questi ordini del giorno.
Il Governo accetta, infine, l'ordine del giorno Foti n. 9/1922/6.

PRESIDENTE. Procediamo con ordine...
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Turco n. 9/1922/1, accettato dal Governo, non insiste per la votazione. Prendo, altresì, atto che i presentatori degli ordini del giorno Margiotta n. 9/1922/2 e Caruso n. 9/1922/3 (Nuova formulazione), accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Constato l'assenza dell'onorevole Stucchi: s'intende che non insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1922/4.
Onorevole Dussin, accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/1922/5?

GUIDO DUSSIN. Sì, signor Presidente, e non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Foti n. 9/1922/6, accettato dal Governo, non insiste per la votazione.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Cosenza n. 9/1922/7 (Nuova formulazione).

GIULIA COSENZA. Sì, signor Presidente, e non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene.Pag. 70
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Pini n. 9/1922/8 accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione. Prendo, altresì, atto che il presentatore dell'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/1922/9 accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Bodega n. 9/1922/10, accolto dal Governo come raccomandazione, non insiste per la votazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1922/11 accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Cota n. 9/1922/12 non accetta la riformulazione proposta ed insiste per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cota n. 9/1922/12, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 459
Maggioranza 230
Hanno votato
211
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione proposta e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fava n. 9/1922/13.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fava n. 9/1922/13, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato
215
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lussana n. 9/1922/14.
Prendo atto, altresì, che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Filippi n. 9/1922/15.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Brigandì n. 9/1922/16, accolto come raccomandazione dal Governo.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, insisto per la votazione di questo ordine del giorno, proprio perché non è stato accettato. Il Governo ha ritenuto di non accettarlo inserendo nel suo ragionamento un anacoluto. Infatti, da una parte lo accoglie come raccomandazione, ritenendolo, dunque, un ordine del giorno giusto, dall'altra non lo accetta.
A me sembra che l'ordine del giorno chieda cose sacrosante. Vorrei leggerlo, affinché l'Assemblea ne possa avere contezza e possa votarlo. L'ordine del giorno impegna il Governo «a garantire che la scelta dei siti per la localizzazione delle discariche della regione Campania tenga conto della composizione geologica e stratigrafica del terreno, della profondità della falda idrica e, qualora si tratti di impianto di combustione, della qualità dell'aria della zona e del regime dei venti, piuttosto che della distanza da altri impianti autorizzati o realizzati».
Mi pare che più tranquillo e più ecologico di così non si possa pensare! Fate quello che volete, come disse Galerio.

GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Chiedo di parlare.

Pag. 71

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, modificando il precedente avviso, il Governo può accettare integralmente l'ordine del giorno dell'onorevole Brigandì; non c'è problema.

MATTEO BRIGANDÌ. Si voti, Presidente!

PRESIDENTE. Ma il Governo ha accettato l'ordine del giorno. Gli altri ordini del giorno accettati dal Governo non sono stati posti in votazione!

MATTEO BRIGANDÌ. Vorrei che fosse posto in votazione!

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brigandì n. 9/1922/16, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

(Presenti 474
Votanti 461
Astenuti 13
Maggioranza 231
Hanno votato
314
Hanno votato
no 147).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Goisis n. 9/1922/17, Fugatti n. 9/1922/18 e Garavaglia n. 9/1922/19, accettati dal Governo.
Prendo atto, altresì, che il presentatore accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Montani n. 9/1922/20.
Infine, prendo atto che il deputato Pottino non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1922/21, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, anche la trattazione dei successivi punti all'ordine del giorno è rinviata ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

FRANCA BIMBI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCA BIMBI. Intervengo perché questa mattina c'è stata una confusione da parte di colleghe e colleghi del centrodestra, che hanno interpretato erroneamente la mozione del comune di Padova come riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. Non è così! Pochi minuti fa il capogruppo della Margherita a Padova, Antonino Pipitone, lo ha sottolineato.
Poiché ho introdotto nel dibattito pubblico il tema dell'utilizzo del regolamento anagrafico per dare riconoscimento, in quanto famiglia anagrafica, alle convivenze non matrimoniali, mi preme chiarire che dal 1989 l'ISTAT suggerì all'anagrafe di cambiare il regolamento anagrafico, definendo come famiglia esclusivamente anagrafica un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o anche da vincoli affettivi, coabitanti e aventi dimora abituale nel comune.
Non solo, ma niente osta, in base all'articolo 33 dello stesso regolamento, ad attestare o a certificare il legame affettivo. Credo sia molto importante e per nientePag. 72eversivo della legislazione vigente e dell'ordine costituzionale il fatto di poter attestare in un semplice certificato anagrafico l'esistenza di un vincolo affettivo a tutti gli effetti della definizione di famiglia anagrafica.
Certo che questo apre una via al riconoscimento di diritti esattamente all'interno del contesto degli articoli 2, 3 e 29 della Costituzione! Niente di eversivo, ma nello stesso tempo anche la possibilità di potere esibire, rispetto a bandi pubblici o in ospedale o in situazioni che lo si volesse, la trasparenza di una situazione che del resto dà più stabilità e più responsabilità ai legami che esistono e che fanno parte anche essi, come quelli della famiglia fondata sul matrimonio, del sistema di solidarietà e di affettività della nostra società.
Quindi, un sostegno sostanzialmente ad una società in cui i legami sociali si rafforzano e un contrasto alla frammentazione dei legami sociali fondamentali e del senso di responsabilità. Questo mi premeva di chiarire (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bimbi.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 6 dicembre 2006, alle 9:

1. - Informativa urgente del Governo sui tragici incidenti sul lavoro verificatisi recentemente e sulle iniziative che il Governo intende assumere per contrastare tale fenomeno.

(al termine dell'informativa urgente e al termine dello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata)

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1069 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania (Approvato dal Senato) (1922).
- Relatore: Margiotta.

3. - Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte Costituzionale dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano.

4. - Seguito della discussione delle mozioni Maroni ed altri n. 1-00043, Airaghi ed altri n. 1-00047, Sanza ed altri n. 1-00064, Attili ed altri n. 1-00065 e Volontè ed altri n. 1-00066 sulle iniziative volte a prevedere il trasferimento della compagnia aerea Alitalia a Milano e sul ruolo dell'aeroporto di Malpensa.

5. - Seguito della discussione delle mozioni Rampelli ed altri n. 1-00026, Pedrizzi ed altri n. 1-00027, Paoletti Tangheroni ed altri n. 1-00033, Volontè ed altri n. 1-00052, D'Elia ed altri n. 1-00053, Bonelli ed altri n. 1-00054, Venier ed altri n. 1-00057, Maroni ed altri n. 1-00059 e Sereni ed altri n. 1-00063 sulle iniziative volte a sostenere il rispetto dei diritti umani in Cina.

6. - Seguito della discussione della mozione Bandoli ed altri n. 1-00041 sulle iniziative volte a sostenere l'approvazione, da parte dell'Assemblea generale dell'ONU, della Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni.

Pag. 73

7. - Seguito della discussione della proposta di legge:
MAZZONI: Modifica degli articoli 15 e 16 della legge 3 agosto 2004, n. 206, in materia di benefìci per le vittime del terrorismo (616-A).
- Relatore: Giovanardi.

8. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
PECORELLA*; FORGIONE e DANIELE FARINA; DE ZULUETA ed altri; SUPPA ed altri: Introduzione dell'articolo 613-bis del codice penale in materia di tortura (915-1206-1272-1279-A).
- Relatore: Pisicchio.
*In data 5 ottobre 2006 il deputato ha ritirato la propria sottoscrizione alla proposta di legge.

(ore 15)

9. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(al termine delle votazioni)

10. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 17,05.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1922 - em. 5.18 430 429 1 215 185 244 76 Resp.
2 Nom. em. 5.19 437 436 1 219 187 249 75 Resp.
3 Nom. em. 5.21 427 425 2 213 190 235 75 Resp.
4 Nom. em. 5.22 424 424 213 189 235 75 Resp.
5 Nom. em. 5.23 434 434 218 193 241 75 Resp.
6 Nom. em. 5.24 434 434 218 190 244 75 Resp.
7 Nom. em. 5.25 425 424 1 213 195 229 75 Resp.
8 Nom. em. 5.26 441 441 221 198 243 75 Resp.
9 Nom. em. 5.27 443 443 222 192 251 75 Resp.
10 Nom. em. 5.28 442 438 4 220 194 244 75 Resp.
11 Nom. em. 5.30 420 418 2 210 167 251 75 Resp.
12 Nom. em. 5.29 393 393 197 170 223 75 Resp.
13 Nom. Dichiarazione di urgenza ddl 1955 355 353 2 177 245 108 80 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. Ddl 1922 - em. 5.31 379 378 1 190 125 253 79 Resp.
15 Nom. em. 5.40 389 388 1 195 153 235 79 Resp.
16 Nom. em. 5.32 402 402 202 149 253 79 Resp.
17 Nom. em. 5.33 440 440 221 176 264 78 Resp.
18 Nom. em. 5.35 446 440 6 221 181 259 77 Resp.
19 Nom. em. 5.38 448 446 2 224 182 264 77 Resp.
20 Nom. em. 6.3 448 448 225 198 250 77 Resp.
21 Nom. em. 6.1 452 452 227 199 253 77 Resp.
22 Nom. em. 7.1 457 456 1 229 205 251 77 Resp.
23 Nom. em. 7.2 452 451 1 226 203 248 77 Resp.
24 Nom. odg 9/1922/12 459 459 230 211 248 77 Resp.
25 Nom. odg 9/1922/13 464 464 233 215 249 77 Resp.
26 Nom. odg 9/1922/16 474 461 13 231 314 147 76 Appr.