XV LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 79 di mercoledì 29 novembre 2006

[frontespizio]
[elenco e sigle dei gruppi parlamentari]
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[indice cronologico]
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[allegato A]
[allegato B]

[riferimenti normativi]
Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI

La seduta comincia alle 10,05.

GIACOMO STUCCHI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Boato, Brugger, Bruno, Buontempo, De Simone, Del Mese, Gozi, Levi, Maroni, Oliva, Pinotti, Realacci, Reina, Sgobio, Villetti e Elio Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono settantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1069 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania (Approvato dal Senato) (A.C. 1922) (ore 10,09).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato votato, da ultimo, l'emendamento Paolo Russo 1.26.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1922)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 1922 sezione 1), nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A - A.C. 1922 sezione 2).
Ricordo che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A - A.C. 1922 sezione 3).
Ricordo, altresì, che non sono state presentate proposte emendative riferite all'articolo unico del disegno di legge di conversione.
Dobbiamo ora passare alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 1.27, sul quale il parere della Commissione e del Governo è contrario.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.Pag. 2
Sospendo, quindi, la seduta, che riprenderà alle 10,30.

La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,30.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1922)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 1.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, penso che all'inizio della seduta non possiamo esimerci dal procedere, ovviamente con riferimento all'emendamento sul quale dovremo esprimere il voto, ad una valutazione complessiva del modo in cui si sono svolti i nostri lavori nel pomeriggio e nella serata di ieri, dal momento che la discussione è stata caratterizzata da uno scontro di elevato tenore tra i rappresentanti dei diversi gruppi della maggioranza e dell'opposizione.
Poiché dobbiamo cercare di mantenere la nostra discussione all'interno di modalità consone a questo Parlamento, vale anzitutto per noi stessi il richiamo a consentire di discutere nel merito, in maniera aperta, anche mostrando disponibilità ad accogliere i suggerimenti e le critiche dell'opposizione.
È al nostro esame un decreto-legge che il Governo ha adottato, e poi presentato all'esame del Parlamento, relativamente ad un'emergenza di grande rilievo, che interessa non una sola regione, ma l'intero territorio nazionale, molte regioni del nostro paese. Evidentemente si tratta di un'emergenza che non è circoscritta alla sola Campania, ma affligge un gran numero di regioni del nostro paese, anche altre regioni meridionali. In effetti, mediante il provvedimento in esame si sta definendo una strategia di uscita da un'emergenza, una strategia che mira all'uscita definitiva da una situazione che ovviamente tutti noi, in quest'aula, consideriamo inaccettabile.
Vorrei ricordare ai colleghi del centrodestra, i quali hanno mosso, ieri, critiche spesso ingiustificate, che in molte altre regioni si registra una situazione di gravità che in futuro non potrà non essere oggetto di valutazione non soltanto da parte delle Commissioni competenti e dell'Assemblea, ma anche da parte della Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.
In questa sede, dunque, ci stiamo occupando non di ciò che la Commissione bicamerale d'inchiesta dovrà appurare (spero che lo faccia in tempo utile per consegnare a quest'Assemblea ed al paese una relazione che consenta di disporre di ulteriori elementi di analisi e di giudizio in ordine ad una realtà complessiva che, relativamente all'emergenza rifiuti, riguarda molte regioni del paese), ma di un provvedimento d'urgenza avente ad oggetto una situazione grave, rispetto alla quale il Governo ha adottato misure che non possiamo non apprezzare. Penso innanzitutto al fatto che in Campania il Governo ha individuato nell'ingegner Bertolaso il commissario delegato per l'emergenza, conferendogli un mandato nel tempo e con obiettivi finalmente definiti relativamente ad impegni che sono imposti anche dall'Unione europea (mi riferisco agli obiettivi definiti di raccolta differenziata e di modifica significativa della gestione del ciclo dei rifiuti).
Nel momento in cui, quindi, il Parlamento e il Governo nazionale affrontano con serietà un'emergenza ormai giunta all'attenzione di tutto il paese, il Parlamento stesso deve assumersi la responsabilità di comprendere che questa situazione non va considerata alla stregua di un'esclusiva vicenda riguardante un ambito regionale e territoriale distaccato da altre realtà territoriali che si comportano in maniera esattamente difforme.
Ritengo che nel paese vi sia un problema complessivo su cui riflettere. Oggi affrontiamo un'emergenza specifica - Pag. 3quella della regione Campania - e, da questo punto di vista, deve essere apprezzata la posizione del Governo in quanto chiara, netta e volta a chiudere una fase per aprirne un'altra. Dobbiamo, cioè, uscire da una condizione di emergenza ed il Governo sta cercando di farlo. Il Parlamento dovrà fare la sua parte - stiamo tentando di fare ciò - mediante l'adozione di strumenti che sono contemplati nel decreto in discussione e che, a mio avviso, sono corretti ed efficaci.
Penso anche che non si possa considerare la discussione in atto al di fuori di quella più complessiva che dobbiamo svolgere nel paese. Tale discussione deve essere appropriata e relativizzata alla vicenda di cui oggi stiamo dibattendo e, ovviamente, non può prescindere dalla spinta, dalla richiesta, dalle attese proprie dell'opinione pubblica, dei cittadini di tutto il paese e, in particolare, della Campania (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).

PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 1.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Prendo atto che i deputati Falomi e Leddi Maiola non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Avverto che la Camera non è in numero legale per deliberare.
A norma dell'articolo 47, comma 2, del regolamento, rinvio la seduta di un'ora.

La seduta, sospesa alle 10,40, è ripresa alle 11,40.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, dobbiamo procedere nuovamente alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 1.27, nella quale è precedentemente mancato il numero legale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 1.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 316
Maggioranza 159
Hanno votato
75
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che i dispositivi di voto degli onorevoli Balducci Vico e Formisano non hanno funzionato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 1.28.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Siamo ad uno dei temi centrali del provvedimento in esame, quello relativo alla necessità di «asciugare» la struttura commissariale, rispetto al quale sono giunte da ogni parte più sollecitazioni volte a renderla adeguata al bisogno, al fine di ridurre le condizioni emergenziali in Campania. Come i colleghi sanno, il Dipartimento della protezione civile è composto da circa 500 unità e la struttura commissariale, peraltro ridotta negli ultimi anni, conta oltre 130 unità. Questo emendamento propone di dimezzare il numero degli addetti di questa struttura, provocando, come inevitabile ed importantissima conseguenza, la riduzione della spesa tout court. Ancora più rilevante è la necessità di qualificare e ottimizzare la spesa: con una struttura pletorica composta da uomini addetti all'emergenza rifiuti, è evidente che, talvolta, si possano registrare fenomeni di malcostume politico (imboscati o clientele elettorali e politiche) e ridurre della metà il numero degli addetti significa rendere ragione Pag. 4di coloro i quali sono assolutamente indispensabili al raggiungimento della fine dell'emergenza.
E soprattutto questo emendamento darebbe anche ragione ai valenti funzionari di quel commissariato che davvero operano al fronte e lavorano e che in questo modo sarebbero considerati utili, necessari e funzionali all'obiettivo. Lasciare le cose come stanno significa, di fatto, non consentire quel percorso virtuoso capace di produrre un risultato positivo e di dare indicazioni sul piano etico-politico.
Con l'approvazione di questo emendamento saremmo in una situazione virtuosa: da una parte miglioreremmo la performance della struttura e dall'altra indicheremmo con chiarezza la necessità di ridurre gli sprechi che, come presto vedremo con l'esame dei prossimi emendamenti, producono tali disastri. Essi sarebbero tali da moltiplicare la TARSU in quella regione per due o per tre, qualora non si riuscisse ad incidere in maniera significativa sul lato della spesa.
Inoltre, il mio emendamento produrrebbe anche un risultato positivo sul piano dei comportamenti e quindi indicherebbe un metodo di lavoro migliore per tutte le situazioni emergenziali. Per tali motivi, chiediamo di esprimere voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI. Signor Presidente, già i colleghi campani, che per ragioni di interesse territoriale sono intervenuti in più occasioni, hanno evidenziato che questo decreto-legge, se può forse rappresentare un momento di attenzione da parte del Governo nei confronti di un problema che ormai si reitera da anni, sicuramente non ne costituisce la soluzione. Peraltro, vorrei ricordare che la gestione commissariale ha già avuto la sua introduzione nel complesso legislativo ed attuativo di provvedimenti che sarebbero dovuti essere assunti negli anni precedenti, anche se così non è stato. Tuttavia, non sarà certo tale gestione che di per sé può risolvere il problema. Soprattutto, non può esserlo una gestione commissariale che implica la presenza di subcommissari e di una pletora di incaricati che, come dimostrato in una recente trasmissione televisiva, non sono neppure conosciuti nominativamente da chi è preposto a nominarli e a risolvere la questione.
Il gruppo di Alleanza Nazionale ritiene che mai come in questo momento sia importante non soltanto fissare termini ben precisi a tale gestione, ma anche e soprattutto evitare che la nuova gestione commissariale sia foriera di ulteriori ed inutili spese senza che si giunga minimamente ad alcun tipo di soluzione. Voglio qui ricordare che il collega Paolo Russo, che ha presieduto nel corso della passata legislatura l'importante Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, sa come esista e sia agli atti una vasta «bibliografia» (chiamiamola così!) di discariche abusive, tutte catalogate e segnalate, ma per le quali sovente si registrano pochi interventi decisi da parte delle autorità giudiziarie. Mi sento di poter dire che mai come in questo momento il fallimento di un sistema amministrativo, monopolizzato da una parte politica, emerge nella sua completezza.
Infatti, nella regione Campania, ormai da anni, il sindaco, il presidente della regione e della provincia più importante sono nelle mani delle stesse forze politiche che sono responsabili di non aver assunto determinate decisioni. Il fatto stesso che un Parlamento debba ancora fare auspici nell'anno 2007 perché venga adottato un piano regionale dei rifiuti già di per sé è uno scandalo e si commenta da solo.
Ritengo, pertanto, che la gestione commissariale debba essere breve; inoltre, occorre tornare ad un complesso normativo che valga per il futuro, che dia indirizzi precisi, che consenta scelte precise, che non lasci nelle mani di nessuno una materia inquinante non solo sotto il profilo ambientale, ma anche sotto quello politico.
Solo ritornando in tempi brevi ad una gestione politicamente corretta ed oculata sarà possibile soddisfare quei principi che Pag. 5il decreto-legge per il momento soltanto evoca (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signora Presidente, vorrei concludere un ragionamento che avevo iniziato ieri.
L'onorevole Dussin certamente non ha bisogno di un difensore, ma le stupidaggini, anche se urlate, restano sempre stupidaggini! L'onorevole Dussin ha parlato di infiltrazioni di carattere camorristico. Capisco che la lettura è una cosa complicata, ma al riguardo basterebbe leggere gli atti che sono stati votati nella scorsa legislatura all'unanimità, da destra a sinistra. Si afferma che vi è un aspetto che si ritiene doveroso porre in evidenza, accanto al mancato conseguimento degli obiettivi per i quali era stato istituito il commissariato: il costo della illegalità, della criminalità connessa al ciclo dei rifiuti che la società campana ha dovuto sopportare in misura rilevante. Le indagini della magistratura al riguardo hanno, pertanto, il sapore di un'amara conferma. Sui siti di smaltimento sono proseguite le attività con modalità illegali, con numerose e ripetute falsificazioni ideologiche dell'ex subcommissario. Quindi, non è un'invenzione di un leghista sprovveduto, ma è un fatto accertato da questo Parlamento.
Pertanto, è evidente che il costo e la prospettiva dell'illegalità all'interno della discussione in corso è un dato oggettivo.
Quando ci dicono di fare un nome della sinistra che è stato coinvolto, penso sia una provocazione, perché un nome per tutti è Greganti (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Se io non credessi, come credo, che la magistratura abbia applicato un intento fratricida all'interno della sinistra, quando una parte della stessa ha eliminato un partito politico, quale il PSI, usando la clava della magistratura, certamente non si potrebbe non dire che tutti quegli esponenti presenti in questo Parlamento non possono che essere considerati quegli elementi di sinistra cui si faceva cenno. In ogni caso, la magistratura di Palermo e quella di Napoli hanno accertato questi fatti.
Ciò detto, poiché sono convinto della bontà di quanto è stato affermato dai colleghi, vale a dire del fatto che tutti i napoletani sono persone che lavorano e pagano le tasse, devo dire ai colleghi della Lega di smettere con l'ipotesi di secessione. Il Nord non deve secedere dall'Italia (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...

PRESIDENTE. Vi prego...

MATTEO BRIGANDÌ. Il Nord non deve secedere dall'Italia. Aderiamo alla proposta che mi pare sia stata avanzata, vale a dire che il Sud seceda dal Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 1.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato
203
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Germanà non è riuscito ad esprimere il proprio voto e che avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
Passiamo all'emendamento Dussin 1.29.

GUIDO DUSSIN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, con l'emendamento in oggetto si chiede che alla scadenza del periodo di emergenza decadano le gestioni commissariali e si passi, conseguentemente, alla gestione ordinaria.
Su questo punto, credo che siamo tutti d'accordo. Se la posizione della maggioranza è di blindare il provvedimento in oggetto (mi rivolgo sia al relatore sia al Governo), lo comprendiamo e andremo al voto. Tuttavia, chiedo almeno che, in questa fase, sia il relatore sia il rappresentante del Governo siano disponibili ad accogliere un eventuale ordine del giorno nel quale venga trasfuso il contenuto dell'emendamento in oggetto. Chiedo che, in questo senso, venga espressa una disponibilità. A quel punto, noi o la Commissione presenteremo un ordine del giorno per dare tempi certi e sicuri.
Credo che tutti i gruppi parlamentari possano essere d'accordo su questo punto. Tredici anni di commissariamento sono serviti a scaricare qualcosa da altre parti.
Avanzo, dunque, questa proposta formale e constato che il presidente della VIII Commissione è disponibile all'accoglimento; di ciò lo ringrazio.

ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Signor Presidente, noi tutti sappiamo che quello che ci accingiamo ad approvare non è un provvedimento perfetto; prevede un commissariamento migliore di altri del passato, ma ha il difetto di prolungare uno strumento, il commissariamento, che è chiaramente fallito, perché dopo 13 anni è evidente che qualcosa non funziona di questo strumento.
Nella passata legislatura fui proprio io a presentare una proposta emendativa che introduceva un termine certo ai commissariamenti, per ridare la piena responsabilità alle istituzioni locali di tutti i colori, ai partiti politici di tutti i colori e ai cittadini sulla gestione dei rifiuti in Campania; perché di responsabilità, nel corso di questi anni, ne è mancata. È chiaro che questo grava sull'insieme delle forze politiche, ma in particolar modo sul centrosinistra, che ha svolto e svolge attività di Governo più rilevanti in questa regione.
Da questo punto di vista, lo spirito dell'emendamento presentato è assolutamente condivisibile, perché il nostro obiettivo è che questo sia effettivamente l'ultimo atto commissariale che si svolge in quella regione. In questo senso - lo ha detto anche il relatore -, riteniamo che la Commissione ed il Parlamento debbano continuare un monitoraggio, non aspettando di arrivare in «zona Cesarini», a due mesi dalla scadenza, quando sarà quasi inevitabile andare avanti. Occorre compiere passi intermedi di verifica sull'attività del commissariamento.
Ovviamente, il compito di accogliere l'ordine del giorno è del Governo e non della Commissione, ma, per quanto riguarda la Commissione che presiedo, anche alla luce del dibattito che si è sviluppato in tale sede, ritengo che lo spirito di questo ordine del giorno sia assolutamente da accogliere.

PRESIDENTE. Il Governo intende intervenire su questo punto?

GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, se l'ordine del giorno venisse formalizzato ora, potrei esprimere immediatamente il mio parere. Come lei ritiene...

PRESIDENTE. Potrà esprimere il parere a tempo debito. In questo momento, dovrebbe dichiarare se il Governo sia disponibile ad accogliere un eventuale ordine del giorno.

GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Sì. Peraltro, lo avevo già preannunciato: anche Pag. 7noi siamo disponibili all'accoglimento di un ordine del giorno, così come è stato illustrato dall'onorevole Dussin.

PRESIDENTE. Onorevole Dussin, alla luce di queste dichiarazioni, accede all'invito al ritiro del suo emendamento 1.29?

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento 1.29 e ne trasfonderò il contenuto in un ordine del giorno. Chiedo ai colleghi del mio gruppo di sottoscrivere tale ordine del giorno e di non intervenire ulteriormente sull'emendamento testè ritirato.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 2.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Questo emendamento è probabilmente il più indicativo di come il provvedimento in esame sia scritto male e portato avanti peggio. La Carta di Aalborg presenta pochi profili d'interesse rispetto alla specificità della questione. Tento sempre di utilizzare le utili sollecitazioni che vengono da autorevoli parlamentari della sinistra e mi sono permesso di invitare ad una riflessione che va proprio in questo senso. Credo che nella concitazione dei lavori parlamentari del Senato si sia fatto riferimento ad una carta diversa. La Carta di Aalborg, infatti, c'entra poco; il riferimento corretto è alla Carta di Aarhus ed alle disposizioni della direttiva comunitaria 2003/4/CE.
Ovviamente, arriva una sollecitazione in questo senso: l'abbiamo valutata e l'abbiamo considerata utile dal punto di vista dell'approfondimento critico. Immagino che la fantasia del Governo e della maggioranza ci suggerirà un ulteriore ordine del giorno che servirà a far considerare al Governo la Carta di Aalborg come principio di carattere immanente, mentre nella fattispecie bisogna fare riferimento ad altro accordo, alla Carta di Aarhus. Tutto questo perché il Senato ha sbagliato solo una parolina: iniziavano entrambe per la «A», ma non finivano con la stessa lettera. La Camera dei deputati si sottrae alla propria responsabilità di emendare in caso di palese errore perché la maggioranza ed il Governo a tutti i costi blindano questo provvedimento ed impediscono non dico modifiche di merito rispetto a valutazioni diverse dello stato di emergenza in Campania, ma modifiche rispetto a condizioni incontrovertibili: fate riferimento ad una cosa che c'entra poco con il decreto-legge in esame!
Sarebbe necessario un sussulto di buon senso, di ragionevolezza, di equilibrio. Abbiamo tutti la consapevolezza che il Senato ha commesso una leggerezza nel riferirsi a tutt'altra vicenda. Se non correggiamo questo, di cosa ragioniamo? Utilizziamo il Parlamento per fare cosa, quando abbiamo assolutamente la certezza che vi è un riferimento errato? Capisco che, nella fretta di concludere l'esame del provvedimento, il Senato, pur di fare riferimento ad astrusi ed astratti principi che costituissero, per così dire, una cortina, abbia adottato un testo scritto male che contiene un riferimento errato. Ma ora noi abbiamo la possibilità di modificare la disposizione evitando che il legislatore commetta un errore grave, significativo e, peraltro, ben individuato.
Per tale ragione, invito i colleghi ad esprimere un voto favorevole sull'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il mio intervento è a sostegno dell'emendamento, non soltanto per il suo contenuto e per l'esattezza del rilievo mosso, ma anche perché è sintomatico del sentimento, ormai fortemente avvertito dai partecipanti ai lavori di questa Assemblea, di non poter accettare supinamente, comunque e sempre, gli atti che provengono dall'altra Camera senza alcuna possibilità emendativa, anche quando contengano un evidente e palese errore tecnico.Pag. 8
Ricordo quanto recentemente accaduto in occasione dell'esame del provvedimento sull'ordinamento giudiziario; proprio questo «muro» assoluto opposto alla possibilità di conferire senso all'attività svolta da questa Camera è davvero profondamente frustrante per tutti noi.
Mi auguro sinceramente che questa volta da parte dei colleghi della maggioranza si presti attenzione alla necessità che la Camera dei deputati eserciti una funzione concreta e reale sempre, a prescindere dalla circostanza che essa si trovi ad esaminare atti trasmessi dall'altro ramo del Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, intervengo per sottolineare che l'emendamento a prima firma del collega Paolo Russo denuncia con evidenza quale sia il grado di approssimazione con il quale è stato scritto questo decreto-legge. Addirittura, con riferimento al nostro paese, per quanto riguarda la gestione dell'emergenza rifiuti in Campania e rispetto all'istituzione di una Consulta regionale per la gestione degli stessi, non si citano esattamente gli impegni internazionali; infatti, i riferimenti alle direttive nazionali ed alle direttive europee sono errati.
Inoltre, si persevera nell'errore. Vogliamo infatti esprimere anche talune perplessità sulla stessa esistenza di questa consulta ciò perché ci pare a dir poco ultroneo, e sicuramente persegue un disegno politico errato, il tentativo di operare una sorta di commissariamento politico del commissario. Da un lato, si indica come commissario delegato alla gestione dell'emergenza addirittura il responsabile nazionale della Protezione civile; dall'altro, lo si affianca ad una Consulta regionale che dovrebbe, seppure in maniera consultiva, adottare tutte le iniziative utili all'informazione ed alla partecipazione dei cittadini. Mentre nella formulazione originaria l'informazione e la partecipazione dei cittadini dovevano essere assicurate dall'intervento del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, ora, invece, si delega questa attività, delicata ed importante, ad una consulta presieduta dal presidente della regione Campania.
Si giunge al paradosso che si costituisce un organo politico a fianco di quello tecnico commissariale; organo che inevitabilmente eserciterà una pressione politica forte sul commissario delegato. Lo farà, evidentemente, solo per trarne eventuali benefici da un punto di vista comunicativo-propagandistico, non certo per contribuire alla soluzione del problema.
A tal punto, l'iniziativa emendativa dei colleghi sarà diretta ad arricchire la composizione di questa Consulta, soprattutto con la partecipazione degli amministratori di quei comuni che hanno problemi inerenti all'individuazione delle discariche, dei siti, degli stoccaggi, degli impianti di trattamento.
Si vuole avviare un processo di partecipazione dei cittadini che sia il più possibile completo. Ma non è questo il modo di operare, perché è evidente che l'informazione dei cittadini da parte delle istituzioni, a cominciare dalla regione Campania e dal presidente Bassolino, è fallita.
È evidente che coloro che hanno questa responsabilità politica non sono stati capaci di comunicare ai cittadini quale dovrebbe essere la costruzione di un sistema virtuoso nella realizzazione e nella gestione del ciclo dei rifiuti, ed è altrettanto evidente che questa Consulta avrà, invece, un peso politico, che cercherà di «soffiare sul collo» del commissario, che non lo lascerà lavorare con la serenità necessaria e rappresenterà un elemento di condizionamento politico che, francamente, in questo frangente avremmo preferito che fosse non solo evitato, ma scongiurato completamente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo solo - come ha fatto l'onorevole Pag. 9Paolo Russo - per spronare anche la maggioranza a verificare che errori palesi come questo non possano passare inosservati. Certo che al Senato sono stati sfortunati: pensare che Carta di Aa...Aalborg oppure Aa...Aarhus siano due cose diverse, era difficile, ma è successo...! Hanno preso una Carta in cui si dice al commissario straordinario, invece di occuparsi di rifiuti, di informare la popolazione sulla vivibilità nelle città, sui parchi, su come devono essere sistemate le scuole, su come bisogna vivere... Siamo in Campania, siamo a Napoli. Un comico napoletano, come Totò, avrebbe detto: virgola, punto, due punti, punto e a capo, punto esclamativo è la stessa cosa! Vivaddio, avete sbagliato il nome della Carta, correggetelo; non possiamo dire al commissario straordinario, dopo 30 giorni, di mandare ai cittadini un'informativa che non c'entra nulla con i rifiuti quando, come bene ha detto, e mi complimento, l'onorevole Paolo Russo, bisogna fare riferimento alle direttive comunitarie del 2003 e 2004 di Aarhus, e non di Aalborg! Vi è stato detto che è stato commesso tale errore: perché perseverare nell'errore? Vuol dire che a voi dell'emergenza rifiuti in Campania non ve ne frega niente (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato
224
Hanno votato
no 269).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 2.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, convinto come sono che non vi sia un atteggiamento preconcetto, offro sempre una seconda opportunità sulla medesima questione. Onorevoli colleghi, il Governo utilmente, in via informale, ci fa sapere che questo errore era stato commesso già nel provvedimento dell'inizio del 2006. Può darsi, allora? Vuol dire che, utilmente, va corretto e che, accortisi dell'errore, bisogna rapidamente procedere ad emendarlo. Non si comprende questa ostinazione nel voler, a tutti costi, non modificare nulla, rendendo, di fatto, il provvedimento complesso, disarticolato, difficile da leggere ed interpretare, probabilmente non funzionale ad un disegno di rientro dall'emergenza. Perché, dunque, questa ostinazione straordinaria? Perché questa condizione, che non consente a questo ramo del Parlamento di affrontare con serenità una questione così articolata e difficile? Perché non accogliere evidenti sollecitazioni positive, mirate non a vincere un'elezione, ma a ridurre il disagio di quelle popolazioni, a ridurre le condizioni di disastro ambientale, a ridurre, insomma, quel fastidio straordinario che si misura quotidianamente in Campania?
Colleghi della maggioranza, se ci consentiste di migliorare il testo in esame, ci assumeremmo una responsabilità largamente condivisa. Mi riferisco ad una responsabilità relativa non al passato - la quale, evidentemente, è in gran parte del centrosinistra -, ma ad oggi, poiché dobbiamo cercare di affrontare questa condizione emergenziale offrendo soluzioni condivise.
Voi, invece, non ci consentite di avviare un ragionamento ed un percorso comune e di approfondire nel merito le singole questioni. Pretendete, forse, che possiamo approvare riferimenti astratti ed inconferenti con tale materia? Vorrei addirittura rilevare che, così facendo, costringeremmo il commissario straordinario a fare riferimento a carte che nulla hanno a che Pag. 10vedere con i rifiuti; viceversa, il richiamo deve essere utilizzato per consentire non di persuadere i cittadini, ma di informarli correttamente!
L'elemento centrale (che probabilmente non è stato ancora colto) è che sinora si è tentato, attraverso l'esercizio di un'azione persuasiva, di convincere i cittadini che gli impianti fanno bene, che essi devono essere realizzati dove l'impresa privata ha previsto di installarli e via dicendo; bisogna, al contrario, informarli attraverso una loro partecipazione attiva ai percorsi. Vorrei rilevare che, in materia di rifiuti, ciò è contemplato, ovviamente, non dalla Carta di Aalborg, ma, piuttosto, dalla Carta di Aarhus!
Per tale ragione, vi chiediamo di provare a svolgere un lavoro comune. Nel prosieguo dell'esame tratteremo ulteriori proposte emendative di straordinario rilievo per quanto riguarda il merito della questione, tese a migliorare il provvedimento: infatti, esse consentiranno al dottor Bertolaso di essere ancora più incisivo ed efficace! Tali emendamenti, in altri termini, servono non solo a togliere i rifiuti dalla strada, ma anche a predisporre un meccanismo ordinato, che consenta di raggiungere convintamente l'obiettivo di avere un ciclo dei rifiuti che segua una dinamica industriale!
Per questi motivi, ci permettiamo di offrire una seconda opportunità in ordine alla questione trattata ed invitiamo l'Assemblea ad approvare l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato
229
Hanno votato
no 262).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Cosenza 2.41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cosenza. Ne ha facoltà.

GIULIA COSENZA. Signor Presidente, sottolineo che ho presentato la proposta emendativa in esame poiché ritengo importante sensibilizzare, nella maniera più ampia possibile, i cittadini su questa problematica. Pertanto, vorrei vi fosse la sensibilità adeguata per comprendere che è importante predisporre un piano di informazione e formazione in ordine alle tecnologie che possono essere alla base della realizzazione di un ciclo completo di smaltimento dei rifiuti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, preannuncio che il gruppo Lega Nord Padania voterà a favore dell'emendamento Cosenza 2.41 perché è di buonsenso e rappresenta un buon auspicio per il futuro della Campania.
Vorrei osservare che il settore dei rifiuti potrà essere sicuramente gestito meglio anche se riusciremo ad incoraggiare una cultura che veda nel rifiuto una risorsa. Pertanto, occorre favorire il recupero dei materiali attualmente considerati dei rifiuti poiché attraverso la raccolta differenziata, il riciclaggio ed i trattamenti successivi potrebbero creare ulteriore valore aggiunto.
Per tutti noi oggi ciò sembra facile da immaginare, poiché si tratta di esperienze già compiute; quindi, ritengo fondamentale informare i cittadini e, in particolare, le istituzioni. Le stesse istituzioni dovrebbero provvedere a ciò; tuttavia, in questo caso, sussiste l'opportunità che lo faccia il commissario delegato. Il commissario deve informare la cittadinanza, ma soprattutto queste istituzioni. Quindi, deve predisporre opuscoli, prevedere corsi e momenti Pag. 11d'incontro affinché si possa dare ogni strumento culturale e le nozioni cognitive con riferimento alla raccolta differenziata e al successivo smaltimento attraverso impianti e non più attraverso discariche.
In particolar modo, questa informazione deve far passare il concetto della raccolta differenziata. In Campania, attualmente, quest'ultima si aggira intorno al 6 per cento. Se vogliamo raggiungere gli obiettivi del 35 e 50 per cento citati in questo decreto-legge, dobbiamo informare. Peraltro, non sono d'accordo con il fatto che questi obiettivi siano citati nel provvedimento, in quanto ritengo che il livello di raccolta differenziata non vada stabilito per decreto. È chiaro che l'informazione nelle scuole e dentro le istituzioni, in modo particolare, ci aiuterebbe a raggiungere questi obiettivi e l'emendamento in esame punta proprio a questo.
Vi sono altri emendamenti successivi a firma mia e del gruppo Lega Nord sui quali sin d'ora dichiariamo il nostro voto favorevole - com'è ovvio -, ma chiediamo anche il voto favorevole degli altri gruppi. Al Governo chiediamo, per quanto riguarda l'emendamento in esame, una condivisione dell'indirizzo politico. Nell'esprimere il nostro voto favorevole, auspichiamo che quello tracciato possa essere un nuovo percorso che avviene attraverso il commissario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.

CESARE CAMPA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Cosenza 2.41 e, visto che ho la parola, anche il successivo Dussin 2.3. Essi trattano in maniera puntuale e precisa della necessità di un coinvolgimento della popolazione su una tematica, come quella dei rifiuti urbani, che ha assolutamente bisogno non solo di un decreto-legge, visti i tredici anni di inefficienza da parte delle amministrazioni locali di quella regione.
Credo che dovremmo soffermarci su quanto è necessario e non avere premura e correre, continuando a fare errori che poi pagheremo in maniera molto salata. Signor Presidente, e mi rivolgo ai colleghi della maggioranza, già Fasolino ricordava nel suo intervento sul complesso degli emendamenti che noi potremmo - anzi dovremmo - modificare e migliorare questo decreto. Di fronte alle preoccupazioni del Governo rispetto ai tempi, Fasolino ricordava che in questi giorni il Senato, di fatto, non sta lavorando; infatti, vi sono solamente due Commissioni riunite.
Abbiamo tutto il tempo per poter modificare questo decreto-legge e per fare in modo che esso risponda concretamente alle esigenze non solamente della Campania, ma dell'intero paese. Infatti, finché ci sarà un'emergenza rifiuti in Campania e fin quando dovremo intervenire con le risorse di tutto il paese per far fronte a questa emergenza, sarà l'Italia intera che soffre e che spende in maniera sbagliata.
Allora, perché non accogliere alcuni suggerimenti contenuti negli emendamenti presentati, che non sono di natura ostruzionistica, bensì di miglioramento di un testo nell'interesse complessivo? L'amico Paolo Russo prima ha sollecitato questa attenzione e con grande pathos ha chiesto una qualche forma di collaborazione, come quella che noi gli stiamo dando. Non vorremmo che questa maggioranza fosse chiusa in se stessa e non attenta ad ipotesi di miglioramento di un decreto-legge che ha bisogno di essere assolutamente modificato e noi abbiamo proprio il compito di fare questo.
Con gli emendamenti Cosenza 2.41 e Dussin 2.3, nella sostanza, si afferma che se non riusciremo a fare informazione e non coinvolgeremo i cittadini, se nel mondo della scuola non vi sarà partecipazione attiva riguardo a queste tematiche, il commissariamento non servirà a nulla. Vi sono stati ben tredici anni di commissariamento, anche a causa di un presidente della regione - prima commissario con pieni poteri - che non ha fatto assolutamente nulla, poiché si è arroccato all'interno delle stanze del palazzo e non ha coinvolto la gente. Noi siamo per coinvolgere i cittadini!Pag. 12
Allora, chiedo con forza alla maggioranza e al Governo di approvare questo emendamento. I tempi potrebbero essere certamente rispettati perché il Senato, come affermava l'onorevole Fasolino, ha la capacità ed il tempo necessari per approvare il disegno di legge di conversione di questo decreto-legge. In tal modo, avremo concorso alla redazione di un testo veramente risolutivo dei problemi che la Campania sta vivendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, intendo sottoscrivere l'emendamento Cosenza 2.41. La collega Cosenza, infatti, ha centrato in pieno il problema con un emendamento serio e di grande significato, rispetto al quale la maggioranza non può essere sorda; non può fingere di non sapere che ha sbagliato carta e che non si possono inviare ai cittadini informazioni di tutt'altro tenore. Come dice l'emendamento in esame, bisogna inviare loro, invece, un piano di informazione.
Inoltre, questa proposta emendativa si riferisce alla formazione, alle tecnologie applicate, alla valutazione ed accettazione delle tecnologie da adottare e alla attribuzione dei poteri soltanto al commissario straordinario Bertolaso. Questo è quanto l'emendamento in esame propone, diversamente da quanto previsto nel testo, cioè l'invio ai cittadini, in base alla Carta di Aalborg, di tutt'altre informazioni. Per attuare un serio ciclo di smaltimento dei rifiuti è necessario fornire la formazione e l'informazione necessarie.
Ho ascoltato gli interventi svolti anche da alcuni esponenti della maggioranza. L'onorevole Quartiani, all'inizio della seduta, in attesa che l'Assemblea fosse in numero legale, ha parlato per dieci minuti. Ebbene, la mancata approvazione di questo emendamento dimostrerebbe che Quartiani ha parlato in malafede, che ha detto cose tanto per dirle e che tutto quello che ha affermato è falso. Allora, bisogna verificare perché è falso e a cosa mira quella falsità. Anche l'onorevole Realacci non può fingere di non sapere che bisogna approvare questo emendamento e che se non si correggono gli errori si è in malafede. Se non si vogliono correggere gli errori vuol dire che c'è interesse a non correggerli e sappiamo che tipo di interessi ci sono in Campania. L'onorevole Brigandì ha ragione e condivido il suo intervento. La mancata approvazione di questo emendamento vorrebbe dire che tutto quello che Brigandì ha detto è vero. In Campania, voi non volete risolvere alcun tipo di emergenza rifiuti, la quale è fonte - soltanto, spero - di proselitismo elettorale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, intendo sottoscrivere l'emendamento Cosenza 2.41, che ha il merito di impegnare il commissario a studiare un programma di informazione e formazione soprattutto relativo alle nuove tecnologie. Questo aspetto è straordinariamente importante per cercare di uscire dalla ordinaria amministrazione in un settore così delicato, per il quale stanno emergendo nuove possibilità.
Ad esempio, esistono impianti che utilizzano una tecnologia denominata «arcoplasma», attualmente la tecnologia più avanzata, di provenienza aerospaziale, per lo smaltimento dei rifiuti. È assolutamente indispensabile che si esca dall'ordinarietà anche in questo. L'emendamento in esame va in tale direzione, nel senso, cioè, di impegnarsi seriamente nello studio di ciò che si può fare di nuovo, avendo cognizione di tutte le tecnologie esistenti, anche delle più avanzate.
In questo modo, rispondo anche all'osservazione precedentemente svolta: noi vogliamo risolvere l'emergenza rifiuti in Campania e non è vero che da parte nostra ci sia un intento dilatorio, per non andare incontro a questa esigenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.

Pag. 13

MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, l'emendamento Cosenza 2.41 e i successivi emendamenti Dussin 2.3 e 2.4 pongono l'attenzione sulla formazione. Ebbene, da noi la formazione inizia non nelle scuole ma nella scuola materna; quindi, è davvero importante. Come esempio dell'importanza dell'informazione e della formazione, evidenzio che se si effettuasse la raccolta differenziata dei rifiuti inerti e ingombranti in Campania, la percentuale del 35 per cento sarebbe raggiunta in sei mesi. Basta fare informazione su questo. Certamente, gli enti locali dovrebbero avere gli ecocentri. Se così non è, la colpa è soltanto degli amministratori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, chiedo preliminarmente di poter sottoscrivere questo emendamento e domando ai colleghi della maggioranza per quale motivo intendono respingere tout court ogni emendamento, anche quando, come nella fattispecie, la proposta emendativa sembra degna di accoglimento.
È stato più volte affermato che i tempi per un successivo esame del provvedimento al Senato ci sono; tra l'altro, credo sia doveroso da parte nostra tenere conto del regime di bicameralismo perfetto, superando quella brutta abitudine secondo la quale quanto approvato al Senato non deve essere poi modificato alla Camera.
Invito pertanto tutti i colleghi ad esprimere un voto favorevole sull'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI. Signor Presidente, il collega Consolo è intervenuto sperando che la Camera non si faccia condizionare dal Senato. Peraltro, in Commissione il relatore ha precisato che si tratta di un decreto-legge quasi blindato, se non completamente blindato, al punto che le stesse modifiche sollecitate e condivise sono state poi riassunte in un ordine del giorno presentato anche dai colleghi della maggioranza.
Tuttavia, dato che la questione sottolineata dalla collega Cosenza e dal collega Dussin ha una logica che non merita la bocciatura da parte di questo ramo del Parlamento, chiedo al sottosegretario, qualora i presentatori fossero disposti a ritirare questi emendamenti, se il Governo intenda manifestare la sua disponibilità ad accettare un ordine del giorno di analogo contenuto. Ritengo che sarebbe un atto di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il Governo è disponibile ad accettare un ordine del giorno che recepisca il contenuto di questi due emendamenti, ritenendo la materia in essi trattata perfettamente coerente con il decreto-legge e, soprattutto, tipicamente oggetto di un ordine del giorno, in quanto incide sulle possibilità che il commissario, nell'esercizio delle proprie funzioni di informazione, ponga al centro anche la formazione attraverso campagne di educazione ambientale sulle nuove tecnologie che si possono adottare.

PRESIDENTE. Onorevole Cosenza, a seguito dell'intervento del Governo, accede all'invito al ritiro del suo emendamento 2.41?

GIULIA COSENZA. Sì, signor Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.Pag. 14
Onorevole Dussin, a seguito dell'intervento del Governo, accede all'invito al ritiro del suo emendamento 2.3?

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, apprezzo la disponibilità del Governo, dalla quale emerge anche il fatto che questo decreto-legge è stato scritto male. Importante è comunque la possibilità di raggiungere l'obiettivo dell'informazione degli enti locali e delle istituzioni da parte del commissario; pertanto invito l'onorevole Cosenza a predisporre un ordine del giorno condiviso che consenta di raggiungere tale risultato. Detto ciò, ritiro il mio emendamento 2.3.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 2.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Presidente, è inutile nascondere che la Consulta diventa un organo quasi ridicolo agli ordini del commissario delegato. L'istituzione della Consulta non ci vede favorevoli perché in linea con la logica perversa che impera su tale realtà, quella cioè di voler creare istituzioni su istituzioni anche nei momenti di emergenza.
Ciò che deve nascere in quelle realtà - a nostro avviso - è un'organizzazione come quella già esistente nelle altre regioni. Vi è una normativa che prevede l'esistenza di varie istituzioni che dovranno svilupparsi su quel territorio: è importante per noi che, invece di consentire la proliferazione di iniziative varie che offrono solo l'opportunità ad alcune persone di sedersi presso consigli di amministrazione o altri organi, si riesca ad organizzare la realtà dello smaltimento dei rifiuti.
Per questo motivo eravamo favorevoli in Commissione, e lo siamo ancora di più oggi in aula, all'avvio dei piani regionali e con essi, da subito, anche degli ambiti organizzativi. È ovvio che nella prima fase di emergenza questo non potrà avvenire e che ciò potrebbe andare avanti per due o tre mesi; successivamente però, visto che il periodo di durata del commissariamento è molto lungo - si parla di tredici mesi, arrivando fino alla fine del prossimo anno -, ritengo vi sia tutto il tempo necessario e utile per riuscire a organizzare la macchina che potrà approntare quanto è già avvenuto in tante realtà del nostro paese.
Per queste ragioni, oltre a manifestare la nostra contrarietà alla Consulta, siamo altresì impegnati a sostenere l'approvazione dell'emendamento in esame, constatando che non è stata una grande scelta da parte del Senato l'avere inserito tale norma nel testo.
Con questo spirito ci attiviamo affinché vi sia una gestione più oculata e perché possa partire al più presto la gestione ordinaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.

GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, prendo atto dell'ottimismo dell'onorevole Dussin, che nell'emendamento in esame da lui presentato prevede la fine dell'emergenza rifiuti in Campania: su questo ho molti dubbi. Certo, l'emergenza rifiuti finirà; come tutte le cose terrene avranno una fine, così anche l'emergenza rifiuti in Campania finirà: sul «quando» non sarei tanto tranquillo! Potrei rifugiarmi nella fede: Dio solo lo sa!
Perché esprimo questa mia preoccupazione? Sempre di più mi appare chiaro il quadro. Il Governo ha chiamato un grande pilota, uno «Schumacher», gli ha messo tra le mani una Ferrari, gli ha dato anche i soldi e un serbatoio pieno di benzina; però, sia il volante che i freni sono azionati da una cabina di regia che è fuori dell'abitacolo del guidatore.
Quando leggiamo di tre subcommissari, nominati uno d'intesa e due attraverso un meccanismo di cui non si ha conoscenza, e di una commissione «costituita» dal commissario, non comprendiamo bene cosa si intenda per «costituzione». Per non parlare poi della Consulta, la quale rappresenta, a mio avviso, un ulteriore freno all'azione del commissario!Pag. 15
Signor Presidente, cari colleghi, ritengo valide tutte le preoccupazioni da me esternate nei giorni scorsi, in particolare, che non sia, come sosteneva anche il collega Campa, la paura della maggioranza che il Senato non giunga in tempo a convertire il decreto prima della scadenza. Il Senato ha tutto il tempo per lavorare, per accogliere gli emendamenti da noi proposti e licenziare un provvedimento che soddisfi anche l'opposizione. Da parte mia, facevo propria la preoccupazione della maggioranza che, per l'esiguità dei rapporti numerici tra i due schieramenti, il Senato potesse determinare un vulnus nell'iter del provvedimento e, quindi, non consentire la conversione in legge del decreto. Alla fine, amici della maggioranza, mi sono reso conto che voi non avete voluto accettare alcun emendamento dell'opposizione solo per evitare che risultasse stravolto - come sarebbe invece opportuno - l'assetto burocratico e l'imbrigliamento della figura commissariale che si ritrova con una Consulta, con tre subcommissari e con una commissione non nominati da lui, e, soprattutto, con un piano regionale dei rifiuti che va predisposto d'intesa tra regione, Governo e commissario.
Concludo rivolgendo una preghiera al dottor Bertolaso, che riconosco persona seria. Se capirà fin dalle prime battute che il potere politico non gli consente di portare avanti la delega, allarghi le braccia e alzi bandiera bianca. La preghiera è che ce lo dica subito e non alla fine dell'esperienza commissariale, altrimenti avremo perso altro tempo prezioso per giungere ad una soluzione definitiva dell'emergenza rifiuti in Campania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.

ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, preannuncio fin d'ora il voto favorevole del gruppo dell'UDC sull'emendamento Dussin 2.4. Desidero, inoltre, far notare all'Assemblea che il suddetto emendamento pone in evidenza un errore grave, che cerca di correggere, contenuto all'interno del comma in questione. Chi tra le file dell'opposizione formula una proposta di adesione a tale proposta emendativa svolge anche un'attività nobile di autocritica, perché la riformulazione di questo comma dell'articolo 2 è opera di un emendamento presentato dalle forze di centrodestra al Senato.
Si tratta, pertanto, del riconoscimento di un errore che noi abbiamo commesso e che non vorremmo si aggiungesse ai tanti errori già contenuti nel testo del decreto così come formulato dal Governo. È, infatti, inaccettabile che al commissario straordinario si intenda affiancare un organo collegiale - la Consulta regionale - presieduto dal presidente della regione, il quale lo convoca su iniziativa del commissario delegato. Tutto ciò rappresenterebbe un gioco di passaggi di ruoli, di istanze e di sollecitazioni che ritengo renda ridicolo il meccanismo di consultazione e di partecipazione collegiale che noi volevamo realizzare attraverso la previsione dell'istituzione, entro la fine del 2006, della Consulta.
Vorrei aggiungere, rispetto al comportamento adottato dalla maggioranza in quest'aula, in particolare alla posizione di contrarietà assunta anche sugli emendamenti correttivi, come quelli sui quali ha appena votato contro, che pure comportano correzioni necessarie di rinvii normativi errati, che vi è un ennesimo dato di cui il relatore dovrebbe tenere conto. L'obiezione in base alla quale non vi sarebbero tempi sufficienti per trasmettere il testo al Senato, pena la decadenza del decreto-legge, non regge. Il decreto scade l'8 dicembre e, come avevo ipotizzato in Commissione - e oggi ne ho la conferma -, il Senato, fino al 12 dicembre, non sarà impegnato nei lavori di Assemblea ed avrebbe quindi tutto il tempo e la possibilità per approvare un testo modificato.
La posizione che la maggioranza ha tenuto rispetto al decreto-legge in esame, che ieri mi sono permessa di definire ostruzionistica rispetto alla Campania, avvilisce, peraltro, la funzione legislativa del Parlamento. Consegniamo la bontà degli emendamenti che stiamo discutendo agli Pag. 16ordini del giorno, ma non è questo il modo di legiferare. Se si vuole davvero prescrivere correttivi, questi ultimi vanno inseriti responsabilmente nel testo di legge. Ma la maggioranza ha evidenti difficoltà a garantirsi, difficoltà a rimanere insieme e non ha la possibilità di assumere, in questa sede, un impegno politico garantendo che tale impegno sia mantenuto anche al Senato.
Capisco che i dati delle ultime deliberazioni, come quella della Commissione difesa del Senato, che vedono la maggioranza divenire minoranza con l'espressione di voti contrari al testo del disegno di legge finanziaria, rendano difficile qualunque tipo di interlocuzione politica, anche su questioni estremamente serie, su cui si potrebbe raggiungere un'intesa di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.

MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, innanzitutto esprimo la contrarietà del gruppo della Lega Nord Padania all'istituzione della Consulta, perché riteniamo che in questa vicenda, oltre alla proliferazione dei rifiuti nella zona campana, proliferino posti, sottoposti, commissari, subcommissari, consulte e quant'altro. Consideriamo l'emendamento Dussin 2.4 una proposta di buonsenso, tanto che, ricordo, al Senato non è stato approvato per un solo voto. Tale emendamento prevede un correttivo molto semplice, cioè che debba essere il commissario delegato e non il presidente della regione Campania a convocare la Consulta.
Vista l'incapacità dimostrata da chi ha amministrato la regione Campania negli ultimi tredici anni, da quando esiste il commissariamento, riteniamo un errore attribuire al presidente della regione e non al commissario delegato la possibilità di esercitare questo potere rispetto alla Consulta. L'emendamento offre - ripeto - al commissario delegato la possibilità di istituire la Consulta; ci sembra un modo per investire delle proprie responsabilità il commissario delegato senza affidarle a chi ha dimostrato di non essere in grado di governare questa problematica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.

GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, vi sono paradossi evidenti che rendono l'emendamento in esame assolutamente condivisibile. Vi sono stati tempi eccezionalmente lunghi da parte delle amministrazioni che si sono succedute in Campania per cercare di risolvere il problema, che è tutt'altro che risolto. Oggi si chiedono al Parlamento tempi eccessivamente brevi per legiferare nella materia. È una contraddizione assoluta. Si intende, poi, legiferare con tempi decisionali che non sono quantificabili, visto il proliferare di organismi chiamati ad attuare una scelta compiuta.
Inoltre, signor sottosegretario - me lo permetta - non è accettabile la sua affermazione secondo cui questi emendamenti avrebbero ad oggetto materie da trattare prettamente in ordini del giorni perché questi ultimi, così come ricordava giustamente la collega intervenuta in precedenza, sono degli atti di indirizzo: qui, invece, stiamo parlando di meccanismi decisionali e legiferando su tali meccanismi bisogna arrivare a definire un meccanismo come tale, non a stabilire atti di indirizzo che a poco servono! Se continuiamo a legiferare per creare organismi aggiuntivi, ritengo che faremo ben poco in concreto per risolvere il problema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.

VINCENZO NESPOLI. Il dibattito sorto in merito a questo emendamento mi offre l'opportunità di riproporre alcune questioni al centro del decreto-legge in esame, che stanno caratterizzando il rapporto tra maggioranza ed opposizione. La disponibilità Pag. 17del presidente della Commissione, del relatore, del Governo ad accettare come ultima ratio che emendamenti legittimi nel merito, che migliorano il provvedimento, vengano riproposti come ordini del giorno è un piccolo pannicello caldo, perché la questione di fondo si rinviene nella necessità di modificare questo provvedimento che, come è stato dimostrato, è sbagliato nella forma, nella sostanza e nel merito.
Continuiamo, se volessimo usare un vecchio detto, a buttare l'acqua e a perdere tempo, perché a lavare la testa all'asino questo si fa. Continuiamo a parlare ai sordi perché questo Governo e questa maggioranza non sentono alcuna voce su questioni legittime: altro che tribunale, così come ricordava ieri il collega Villari, quasi volendo richiamare tutti quanti noi a fare presto!
Vi è il paradosso per cui si istituisce un organismo che deve sovraintendere alla necessaria concertazione con gli enti locali per la locazione degli impianti necessari a far funzionare il sistema dei rifiuti in Campania, e poi si affida il coordinamento della medesima alla stessa persona che ha determinato in questi anni il disastro ambientale e l'emergenza rifiuti in Campania. È come se noi volessimo affidare l'amministrazione straordinaria di una società che sta fallendo all'amministratore che ha determinato lo stato di fallimento. Chiamiamo Bassolino alla cabina di regia della concertazione quando già, in modo manifesto negli anni, egli ha dimostrato di essere incapace di avere questo tipo di atteggiamento rispetto al rapporto messo in campo con gli enti locali, trasformando la sua gestione commissariale dei rifiuti in un grandissimo carrozzone di sola gestione.
Finché, rispetto a queste argomentazioni di merito, la maggioranza non solo si blinda ma avanza simili argomentazioni, insistendo su una norma che, ancora di più, inciderà sul disastro ambientale in Campania, state sicuri che continueremo a parlare, perché il nostro ruolo ci impone di fare battaglie nel merito!
Sia chiaro: nessuno da quella maggioranza può venirci a dare in quest'aula insegnamenti sul modo in cui stiamo conducendo una battaglia legittima a favore della popolazione della Campania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Cominciamo ad affrontare questioni serie, di merito, di straordinario rilievo che ci fanno però comprendere quanto siate sulla strada sbagliata. Il pasticcio della Consulta deriva - una Consulta presieduta da un soggetto, convocata da un altro - dalla concezione che si vuole dare all'emergenza. La verità è che questo decreto non sceglie chi deve governare l'emergenza. La verità è che questo decreto «balla» continuamente tra due posizioni. Il tentativo da una parte di...

PRESIDENTE. Onorevole Russo, le ricordo che il suo intervento è a titolo personale. Il tempo ha sua disposizione è esaurito.

PAOLO RUSSO. La ringrazio, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 2.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato
230
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il deputato Calgaro non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto contrario.

Pag. 18

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 2.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Il tema in questione attiene alla definizione di cosa si vuole che faccia esattamente il commissario - peraltro, si tratta di uno dei migliori funzionari del nostro paese - e, soprattutto, se sarà posto nella condizione di poter operare o se invece sarà imbrigliato da meccanismi di pseudo-partecipazione assemblear-democratica. Quando vi è una condizione emergenziale, la gestione dipende dal buonsenso e dalla capacità di raccordo di un bravo funzionario, quale è Bertolaso. Peraltro, egli ci ha detto che sta utilizzando non i poteri e gli strumenti previsti nel decreto, bensì quei meccanismi di ragionamento e di coinvolgimento che provengono dalla natura e che, di certo, non possono essere dettati dalla norma; la norma deve indicare gli strumenti che diano certezza e che non imbriglino la struttura.
Il pasticcio è talmente evidente che si vuole considerare la Consulta quale un valore assoluto, il che fa scena da un punto di vista demagogico: finalmente le amministrazioni locali e periferiche potranno incidere di nuovo nelle scelte strategiche del commissario straordinario! Questo non è affatto vero. Dobbiamo dire con franchezza che la Consulta, così com'è composta, è una sorta di «pannicello» straordinariamente caldo, inutile e, peraltro, dannoso, andando a determinare una condizione di contrapposizione tra regione e province e tra province e comuni. Questi ultimi, che sono stati i più danneggiati e tartassati dalle condizioni emergenziali dei rifiuti, potranno, talvolta, partecipare a questa Consulta e solo se «faranno i bravi»; viceversa, la stessa Consulta potrà svolgere un ruolo di consulenza per tutto, proprio per tutto, tranne che - guardate un po' - per i termovalorizzatori. Leggetelo il testo, perché dice proprio così: la Consulta non si potrà occupare dei termovalorizzatori.
Ripeto, quindi, che si tratta di una sceneggiata, e, così come è composta la Consulta, essa appare uno strumento inutile. I cittadini campani devono sapere che serve soltanto ad ammantare talune scelte, ad imbrigliare il commissario straordinario e che è utile soltanto ai presidenti delle province, nel tentativo di contrapporsi alle esigenze delle realtà locali e alle sensibilità che vengono dai territori, le quali, al contrario, possono essere coinvolte soltanto dal buon senso, dall'equilibrio e dalla ragionevolezza di un bravo commissario quale è Bertolaso.
Inoltre, colleghi, stiamo attenti ai meccanismi di informazione - mi riferisco a quanto previsto dall'emendamento che verrà trasformato in ordine del giorno - perché, a furia di informare, si generano perversi meccanismi. L'ultima informazione sul tema dei rifiuti proviene da Napoli ed è diventata una gag da avanspettacolo: si chiama «Napulita», un milione di euro investiti dal Conai per rendere ragione e spiegare cosa fosse la raccolta differenziata! I poveri cittadini ci hanno provato, ma non avevano a disposizione nulla, né strutture, né piattaforme, nè luoghi di trasferenza, né filiere organizzate, ove fosse possibile effettuarla, proprio nulla, ma soltanto un meccanismo informativo!
È di queste ore la realizzazione di un altro opuscolo, un'altra brochure, stavolta a cura della regione. Tuttavia, non si tiene conto del fatto che le forme di raccolta non sono né ordinate né omogenee. Si offrono informazioni sui 150 diversi modelli di raccolta presenti nella regione. Si tratta di altri soldi buttati dalla finestra.
Per questa ragione, vi invito ad esprimere voto favorevole sul mio emendamento 2.5.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, mi dispiace per il collega Paolo Russo, ma in questo caso è giusto che portiamo le nostre esperienze che per il momento sono Pag. 19positive. In questa prima fase di emergenza, in cui interviene il commissario, è bene non aumentare il calderone che si sta creando con questa Consulta. Se al comma 1-bis, dopo le parole «presidenti di province», inseriamo anche un insieme di comuni - come fanno gli emendamenti simili tra di loro, ma diversificati nella elencazione dei comuni ora in votazione - non facciamo che rendere farraginosa tale struttura.
Noi vorremmo che questa Consulta non ci fosse, ma, in caso contrario, vorremmo che fosse presieduta dal commissario proprio perché sia lui a «dare il via» in maniera molto forte utilizzando i propri strumenti. L'inserimento esplicito del riferimento ai comuni ci sembra in questa fase sbagliato, perché si crea un meccanismo pesante che produce alla fine pochi risultati. È bene che invece prevalga un avvio snello ed efficiente, in grado di dare l'imprinting da noi voluto con questo decreto all'azione del commissario.
Come avevamo proposto con altri emendamenti, vorremmo che successivamente si arrivasse ad un regime di ordinarietà. Pertanto, si deve partire dall'approvazione del piano regionale dei rifiuti e poi arrivare agli ambiti specifici che verranno individuati per aree omogenee di dimensione analoga.
Per tali motivi, dichiaro che il mio gruppo esprimerà un voto non corrispondente a quanto richiesto perché esso sarà contrario all'emendamento in oggetto e a quelli successivi, per non creare in questa fase una macchina elefantiaca. Al contrario, occorre dare un imprinting molto rapido all'operato del commissario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 468
Votanti 464
Astenuti 4
Maggioranza 233
Hanno votato
199
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che il deputato Velo non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione all'emendamento Paolo Russo 2.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, vorrei riprendere lo stesso tema affrontato in precedenza. La presentazione di emendamenti sostanzialmente analoghi va nel senso di dare all'Assemblea un'offerta duale. Non sono pregiudizialmente contrario alla Consulta, ma il problema è di capire a cosa essa serva. Se serve davvero a svolgere un ruolo di compensazione, occorre chiarire nei confronti di chi. Tale ruolo è forse svolto nei confronti del commissario Bertolaso? Mi pare che lo stesso Bertolaso abbia già dimostrato in varie occasioni la propria capacità, il proprio buon senso, la propria sensibilità ed anche la propria managerialità nel coinvolgere non solo le amministrazione pubbliche, talvolta distratte, ma anche i territori, le sensibilità civiche, i comitati locali e le associazioni ambientaliste.
Credo che bisogna riconoscere al direttore Bertolaso questa capacità di coinvolgimento attiva.
Una Consulta così fatta a cosa serve? A dare la parvenza di una partecipazione democratica. In realtà, è uno strumento che imbriglia il commissario incaricato nelle scelte che dovrà assumere e vedremo, nell'esame dei successivi emendamenti, che queste briglie rappresentano vere e proprie catene di forza.
Peraltro, il direttore Bertolaso ha avuto l'onestà intellettuale di proporre in Commissione alcuni suggerimenti, svolgendo alcune riflessioni critiche in ordine ad un elemento centrale: quando vi è una condizione emergenziale, è un solo soggetto Pag. 20che deve assumere le decisioni, che deve avere la certezza del timone, che deve intervenire e agire; allo stesso compete la responsabilità del coinvolgimento. Altra cosa sono i comitati, le consulte, le varie partecipazioni!
Se ritenete che una consulta - tra l'altro fa moda - debba esistere, perdonatemi (ho grande rispetto per gli amministratori delle province) ma debbo chiedervi: dov'erano le province? In questi cinque anni di combattimento hanno lasciato i comuni soli! Dove erano le province quando Acerra cercava di far valere le proprie ragioni? Dove era la provincia di Napoli quando Giuliano tentava di far valere le proprie ragioni? Dove erano queste province (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)? Erano interessate a consulenze, a prebende, ad incarichi, a tutt'altro!
Oggi si recuperano le province e si abbandonano ancora una volta quei comuni che saranno individuati probabilmente in ragione di logiche politiche, clientelari e gestionali. Nulla a che vedere con un percorso, che può essere stabilito in Parlamento, teso ad individuare con chiarezza i comuni capofila, per aver subito, negli anni scorsi, straordinari disagi in ragione non solo del traffico illecito di rifiuti, ma anche delle emergenze continuamente generate da una disastrosa gestione del commissariato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, fermo restando che condivido le valutazioni del collega Russo, vorrei rilevare, anche se può sembrare in dissonanza con quanto egli ha dichiarato, che se la Consulta serve finalmente a far assumere le loro responsabilità ai presidenti delle province della nostra regione, al presidente della regione che è vergognosamente scappato, sepolto dall'immondizia qualche anno fa, allora non sarebbe un fatto grave, da contrastare con la decisione che l'Assemblea è chiamata ad assumere questa mattina.
Ovviamente, condivido le perplessità espresse e so bene che Bassolino e le amministrazioni provinciali di centrosinistra della mia regione sono unicamente interessate alla problematica dei rifiuti o quando le città sono sepolte dall'immondizia - e si vogliono salvare dall'ira giusta dei cittadini - oppure per i connessi, gli annessi e per quelle cose disadorne che hanno rovinato la vita politica in Campania!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, nel corso dei nostri interventi abbiamo sottolineato come l'emergenza della gestione dei rifiuti in Campania si sia istituzionalizzata e cronicizzata, partorendo un enorme carrozzone che è andato avanti tra polemiche, denunce ed avvisi di garanzia.
Abbiamo ricordato come la procura di Napoli abbia aperto numerose inchieste; una di esse, in particolare, coinvolge - tra i ventisette imputati celebri, tra cui anche il presidente della regione - anche il vicecommissario ai rifiuti, nominato alcuni anni fa, ed un commissario, tutti imputati di falso ideologico, abuso di ufficio, truffa e frode; si tratta, quindi, di capi di imputazione sicuramente gravi.
Al di là di questi aspetti, che sicuramente rivestono particolare importanza, ma in una sfera estranea a questo Parlamento, vorrei sottolineare come questo vero e proprio business dei rifiuti sia frutto di una mancata volontà, anche da parte degli enti locali e di una parte importante della popolazione, di risolvere il problema alla radice. Lo si evince dal comportamento degli enti locali in questi tredici anni e dalla documentazione delle Commissioni che si sono susseguite negli anni, nel tentativo disperato di individuare una soluzione a questa cronica vicenda.
La mancata volontà da parte degli enti locali è confermata anche da un documento che è stato sottoposto alla nostra attenzione il 9 gennaio 2001 (uno fra i Pag. 21tanti) che esamina l'operato del commissario, il quale ha dichiarato (cito le sue parole): ad oggi, malgrado le iniziative e i tentativi di costituire altre discariche per la ferma, rigida e preconcetta opposizione delle popolazioni locali, sostenute anche dagli enti locali, non sono riuscito a realizzare alcun progetto.
Tutto ciò denuncia una situazione ambientale che non consente in alcun modo un intervento che porti gli stessi enti locali all'interno di una Consulta, come viene chiesto, ed evidenzia l'inutilità stessa di una Consulta. Infatti - seguendo la vostra logica -, se è necessario istituire un commissariamento, nel momento in cui c'è un commissario con tutti i poteri del caso (ricordiamo il commissario prefettizio, che ha poteri straordinari e derogatori conferiti dalla delega che vi apprestate a dargli in questa sede), non capisco la ratio che sottende la necessità di costituire un ulteriore organismo che dovrebbe interloquire con chi - e lo dimostra la storia di questi tredici anni - non ha alcuna intenzione di interloquire.
Allora, delle due l'una: o puntiamo sulla scelta del commissario - abbiamo rilevato come questa scelta sia completamente evanescente e non abbia prodotto alcun effetto, se non quello di peggiorare la situazione - oppure puntiamo sulla responsabilizzazione degli enti locali, non certo attraverso la Consulta, non certo attraverso ulteriori finanziamenti, ma attraverso un semplice atto.
Mi riferisco al fatto di affidare loro, in toto, come la legge del nostro paese prevede, il compito di garantire l'autosufficienza della gestione rifiuti in Campania e sollevarci da questo onere. Non ci sono alternative, non ci sono vie di mezzo, non ci sono soluzioni ibride come quella che oggi state votando.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bricolo. Ne ha facoltà.

FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, per fare un piccolo riassunto sul provvedimento più volte oggetto dell'attenzione dell'Assemblea, lo Stato centrale, per cercare di risolvere il problema dei rifiuti in Campania, ha già versato più di 900 milioni di euro senza conseguire alcun risultato. Sono stati assunti più di 2.200 nuovi addetti - ripeto - senza nessun risultato. Sono stati previsti un nuovo commissario e tre sub-commissari, ed una nuova Consulta dovrebbe affiancare i commissari per riuscire a risolvere i problemi dell'emergenza rifiuti in Campania. In tale Consulta vi saranno il sindaco Jervolino, il presidente Bassolino ed amministratori locali del centrosinistra che fino ad ora non hanno fatto nulla per cercare di togliere alla camorra la gestione dei rifiuti in Campania. Ogni anno noi del Nord siamo costretti a pagare per cercare di risolvere il problema rifiuti. Credo che il Nord e la Padania siano stanchi di assistere ad amministrazioni di centrosinistra molto spesso colluse con la camorra, che non hanno fatto nulla per risolvere il problema, a spese dei contribuenti padani (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.

ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, vorrei motivare il voto di astensione che ho espresso sul precedente emendamento e che preannuncio anche sull'emendamento in esame e sui successivi Paolo Russo 2.7 e 2.8. Si tratta di un voto di astensione perché condivido la ratio dell'emendamento e la volontà del presentatore di coinvolgere anche le amministrazioni locali e, quindi, realizzare un meccanismo partecipato nelle scelte importanti relative all'attività di gestione e di smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, ho la preoccupazione che l'inserimento di un'elencazione tassativa di commi all'interno della norma possa rappresentare una forma di previsione ad excludendum: oggi, c'è la possibilità di riconoscere l'interesse diretto di alcune amministrazioni locali, in futuro potrebbe esservi un coinvolgimento di altre realtà territoriali. Pag. 22Quindi, questa norma potrebbe comprimere i diritti di eventuali altri cittadini. Annuncio, pertanto, il voto di astensione sull'emendamento in esame e sui due successivi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 470
Votanti 452
Astenuti 18
Maggioranza 227
Hanno votato
180
Hanno votato
no 272).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 2.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Così costruita, tale Consulta, da una parte, serve a poco, dall'altra diventa un tribunale speciale, un plotone di esecuzione per i comuni. I poveri comuni che saranno chiamati dalla Consulta sono quelli che devono essere colpiti. È il solito sistema di costruire un percorso ex post; non è certo il meccanismo di partecipazione alle scelte. Non è questo il meccanismo attraverso il quale si ragiona con le comunità locali, si partecipa, si discute, si individuano tecnologie e modalità operative. Viceversa, vi è una Consulta fatta dai presidenti di provincia e, quando c'è un sito da localizzare in quel comune, il sindaco interessato viene convocato innanzi al «plotone di esecuzione».
Onestamente, è un sistema abbastanza stravagante; devo aggiungere che è stato già utilizzato con risultati pressoché evidenti. Le comunità locali, pertanto, percepiscono che vi è la solita, consueta aggressione di un istituto commissariale distante, lontano dai cittadini, che non partecipa ai territori, che non ne comprende la storia e le ragioni. La Consulta può avere un senso se ha una capacità...

Una voce dai banchi del gruppo L'Ulivo: Basta!

PRESIDENTE. Prosegua, onorevole.

PAOLO RUSSO. Dicevo che la Consulta può avere un senso se ha la capacità di scegliere, di indirizzare e di indicare. Ma si torna così al punto di partenza: se la Consulta ha un potere significativamente incisivo, stiamo sottraendo al direttore Bertolaso la sua capacità di intervento.
Il provvedimento, dunque, è continuamente altalenante tra due posizioni che sono incompatibili. Voi, infatti, volete, da una parte, salvare l'efficienza del commissario e, dall'altra, il vostro tentativo, maldestro, di coinvolgere quelle amministrazioni che sono responsabili dello sfascio. Delle due, l'una: o vogliamo superare le condizioni emergenziali commissariando quelle amministrazioni oppure affidiamo loro le responsabilità e verifichiamo cosa sappiano fare, cosa abbiano messo in campo, quali iniziative, quali provvedimenti.
Inoltre, la Consulta si può occupare di tutto lo scibile dei rifiuti urbani, dei luoghi di trasferenza, di raccolta differenziata, persino delle discariche che non dovremo più riaprire; anche di ciò: evidentemente, le sensibilità ambientaliste, ogni tanto, chiudono gli occhi. Solo di un settore la Consulta non si può occupare: della termovalorizzazione. È evidente che quel sistema non deve essere prevalente ma, pure, esso deve rappresentare uno strumento essenziale per chiudere il ciclo integrato dei rifiuti in quella regione.
Dunque, a cosa serva questa Consulta? Serve, probabilmente, ad ammantare di percorsi democratici scelte effettuate altrove che, attraverso la Consulta, vengono partecipate al direttore Bertolaso il quale si troverà nella condizione difficile di Pag. 23dover affrontare problemi così complessi avendo continuamente le mani legate. Per tale ragione vi chiedo di votare a favore di questo emendamento, che coinvolge dal basso i comuni (Commenti)...

PRESIDENTE. Colleghi, non è tollerabile questo atteggiamento! Prosegua, pure, onorevole.

PAOLO RUSSO. Ebbene, osservavo, Presidente, come sia evidente che l'approvazione di questo emendamento consentirebbe una partecipazione delle amministrazioni locali partendo dal basso, non imponendo alcunché e non ripetendo gli errori del passato. E di errori, nel passato, ve ne sono stati tanti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Intervengo per sensibilizzare i colleghi, anche l'onorevole Paolo Russo, i quali, forse per spirito di appartenenza - all'opposizione, in tal caso -, vogliono sostenere l'approvazione di questo emendamento. Infatti, farei loro osservare come si debba essere attenti a non commettere un doppio sbaglio. Come sappiamo, regioni e province sono deputate a far funzionare il meccanismo, in sede di pianificazione dapprima e nell'approntamento, quindi, della base operativa attraverso ed insieme ai comuni. Ebbene, si è giunti al commissariamento, più volte; tredici anni corrono su questo binario sbagliato.
Si sono adoperati, in questa fase, i consorzi, che hanno creato tutte le distonie e le azioni che tutti noi, in questi giorni, denunziamo. Tali consorzi hanno creato un'infinità di disfunzioni, non ultimi, sicuramente, tutti i doppi incarichi e gli incarichi intrecciati che ci segnalava anche il commissario Bertolaso, che egli ha individuato già in questi primi giorni e che sicuramente sarebbe stato bene che la magistratura avesse approfondito in modo ben più appropriato. Creare meccanismi mastodontici favorisce ovviamente questo sistema, quello delle parcelle, che incoraggia ulteriori incarichi. Il debito di 2.500 miliardi di vecchie lire - ripeto, 2.500 miliardi di vecchie lire! - è stato alimentato, in buona parte, da questo meccanismo contorto, che ovviamente offre benefici, a scapito del debito pubblico, a molti operatori all'interno ed all'esterno dei consorzi. Voler moltiplicare tale meccanismo, attraverso la Consulta, ci trova ovviamente contrari. Si tratta di una Consulta che vede già presenti presidenti di regioni e province. Volerla alimentare ancora, con altri amministratori locali, in questa fase, a nostro parere, crea una disfunzione. Noi siamo convinti che bisogna andare verso l'ordinarietà dopo il commissariamento, altrimenti ripeteremo gli errori compiuti nel passato.
Il coinvolgimento verso il basso non passa attraverso una Consulta, ma attraverso l'ordinarietà, e penso che anche i miei colleghi in Commissione possano essere favorevoli a questo modo di vedere le cose. Il coinvolgimento dal basso passa attraverso il senso civico, quindi, attraverso le scuole, e, come detto in precedenza, attraverso una responsabilizzazione ed una sensibilizzazione da parte degli enti locali. Ci vuole la forza e il coraggio, quando le cose non funzionano, di riuscire a far dimettere alcuni assessori, alcuni presidenti ed alcuni sindaci che non funzionano. Bisogna avere il coraggio, all'interno delle proprie forze politiche di appartenenza, di fare chiarezza e di dare certezza all'azione amministrativa della Campania e delle varie realtà provinciali e comunali. È chiaro che questo proliferare di iniziative per portare alcune persone all'interno, in questa fase - e ci tengo a sottolinearlo: in questa fase - delle varie consulte o delle varie organizzazioni che vorrebbero gestire i rifiuti diventa, a nostro parere, un intralcio all'azione del commissario. Il commissario ha bisogno di alcune certezze. Si sono già autonominati, con questo provvedimento, tre subcommissari, e ciò è già anomalo, perché un commissario è, appunto, un commissario. Avere subcommissari vuol dire già scaricare Pag. 24alcune responsabilità. È bene non creare una confusione dal basso. È bene offrire alcune certezze.
È per tale motivo che ribadisco, come ho già detto in precedenza, che il gruppo della Lega Nord Padania voterà contro l'emendamento Paolo Russo 2.7, ma siamo convinti comunque che l'iniziativa di miglioramento di questo provvedimento da parte delle forze di minoranza è sicuramente molto giusta e molto corretta. D'altronde, ciò è stato confermato anche con la disponibilità manifestata dal rappresentante del Governo ad accogliere un eventuale ordine del giorno di contenuto analogo a quello dell'emendamento Cosenza 2.41 e del mio emendamento 2.3.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 462
Votanti 453
Astenuti 9
Maggioranza 227
Hanno votato
188
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che il deputato Lomaglio non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Il seguito del dibattito è rinviato al prosieguo della seduta.
Come da intese intercorse, sospendo la seduta, che riprenderà alle 15, con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e, dalle 16,30, con il prosieguo dell'esame del disegno di legge di conversione n. 1922, con relative votazioni.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema.

(Questioni relative alla diffusione dei risultati delle elezioni politiche del 2006 - n. 3-00420)

PRESIDENTE. L'onorevole Licandro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00420 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1), per un minuto.

ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, oggi parliamo non di brogli, ma di ciò che accadde dopo l'ultimazione dello scrutinio, quando, a seguito dell'annuncio della vittoria dell'Unione per soli circa 25 mila voti, il Viminale rendeva nota l'esistenza di ben 43.028 schede contestate.
Ciò apriva il varco alla violentissima campagna mediatica e politica dell'allora Presidente del Consiglio, onorevole Silvio Berlusconi, il quale accusava l'Unione di «tanti brogli». «Il risultato deve cambiare», ripeteva egli ossessivamente, gettando, così, una grave ombra sulla legittimità del voto.
Ma quelle 43 mila schede non esistevano affatto, poiché era un dato falso, grossolano e statisticamente impossibile. Circa 38 mila di esse erano, infatti, concentrate a Catania, Enna, Como, Udine e Pisa: forse troppe per un mero errore?
Chiunque e con immediatezza avrebbe potuto rilevare l'errore: così, infatti, è avvenuto, grazie a due docenti di statistica di Pavia e Catania, che avvertivano già il 12 aprile le ignare prefetture.

Pag. 25

PRESIDENTE. La prego di concludere!

ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Tuttavia, il Viminale attendeva ancora due giorni e soltanto il 14 aprile correggeva quello che è stato definito «un errore materiale»...

PRESIDENTE. Grazie...

ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Chiediamo quindi...

PRESIDENTE. Grazie!
Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, naturalmente, su questa specifica vicenda, il Governo non ha svolto nessuna particolare indagine, per cui la mia risposta si limita a riportare la spiegazione di questo ritardo, a cui gli interroganti fanno riferimento, così come è stata data al Governo attuale dagli uffici del Ministero dell'interno.
Ora, come è noto, il totale delle ore impiegate dal Viminale per acquisire e diffondere tutti i risultati provvisori e ufficiosi - perché, come è noto, il Ministero dell'interno diffonde risultati provvisori e ufficiosi, dato che i risultati elettorali vengono diffusi dopo che essi sono stati vagliati dagli uffici elettorali competenti - è stato pari a dodici ore, vale a dire un tempo più rapido di quello che fu necessario per le elezioni del 2001.
I dati ufficiosi diffusi dal Ministero sono risultati, alla fine, sostanzialmente coincidenti con quelli ufficiali, proclamati dai competenti uffici elettorali.
Per quanto riguarda la questione relativa ai voti contestati e provvisoriamente non assegnati nella provincia di Catania, il Ministero dell'interno, ricevute le indicazioni che in questa sede sono state ricordate, e che risultavano effettivamente essere anomale per il numero veramente non credibile e sconcertante di schede contestate, segnalò tempestivamente a quella prefettura che, per l'appunto, il dato non appariva credibile.
Furono effettuate conseguenti verifiche e furono, nel frattempo, constatate analoghe anomalie, sia pure di diversa entità, in altre comunicazioni. Quindi, su disposizione del ministro, la verifica fu estesa a tutte le province sia per la Camera, sia per il Senato.
Pertanto, una verifica così ampia fece sì che la conclusione fu raggiunta soltanto nella tarda mattinata di venerdì 14 aprile. A quel punto, emerse che, «per mero errore materiale», alcune prefetture avevano sommato il dato delle schede nulle a quello delle schede contestate, che dunque risultava in modo anomalo elevato. I dati corretti furono, per l'appunto in data 14 aprile, immediatamente diffusi attraverso un comunicato stampa.

PRESIDENTE. L'onorevole Licandro ha facoltà di replicare.

ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Grazie, signor Vicepresidente, noi prendiamo atto della sua risposta ed è ovvio che non vi è responsabilità del Governo attuale. Tuttavia, restano ancora le ombre su quello che accadde in quei tre giorni. A noi risulta il contrario, e cioè che la prefettura di Catania allertò il Viminale già il 12 aprile stesso, ma il paese dovette attendere il 14 aprile per avere il dato corretto.
Comunque, continuò la campagna mediatica dell'onorevole Berlusconi, il quale non si dimetteva, rompendo così una prassi repubblicana, e anzi annunciava un decreto-legge che avrebbe rivisto i tempi e le procedure per la verifica. Noi temiamo che, se si fosse aggiunto ancora un ritardo, il paese sarebbe precipitato nel caos istituzionale.
Dunque osserviamo - e concludo - una singolare congiuntura: nel momento in cui perfezionavamo questa interrogazione, i Comunisti Italiani, nella persona del suo segretario Oliviero Diliberto, diventavano oggetto di una volgare e pesante aggressione mediatica e politica.Pag. 26
Con tutto ciò, noi oggi vogliamo offrire un saggio dell'affidabilità dei Comunisti Italiani, della nostra caratura democratica e del nostro attaccamento alla maggioranza, al Governo e al suo Presidente, ma soprattutto al paese, allo Stato, alle istituzioni democratiche, quelle riconosciute e disciplinate dalla Costituzione repubblicana antifascista del 1948 (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).

(Iniziative volte a sostenere l'istituzione di un tribunale internazionale sull'assassinio dell'ex primo ministro libanese Rafik Hariri - n. 3-00421)

PRESIDENTE. L'onorevole D'Elia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00421 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).

SERGIO D'ELIA. Come lei sa, signor ministro degli esteri, il governo libanese ha approvato il 25 novembre scorso l'istituzione del tribunale internazionale sull'assassinio dell'ex primo ministro Rafik Hariri. Sa anche che a questo tribunale si oppongono gli hezbollah e il presidente filosiriano Lahoud, con il conseguente tentativo di far cadere il Governo Siniora. È un tentativo nel quale si inserisce - a parer mio - anche il recente assassinio del ministro Pierre Gemayel.
Nel recente vertice italo-francese a Lucca, il Presidente Prodi ha affermato la necessità di avviare un dialogo con la Siria per trovare una soluzione politica alla crisi libanese.
La domanda è molto semplice, signor ministro. Le chiedo se non ritenga di dover esprimere il concreto sostegno italiano all'entrata in funzione del tribunale internazionale sul caso Hariri, annunciando da subito un forte aiuto economico alla sua messa in opera, perché rispetto alla soluzione politica della crisi libanese non si può fare economia sull'accertamento della verità e sull'affermazione della giustizia in Libano.

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO D'ALEMA. Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Io condivido pienamente il fatto che la soluzione della crisi libanese non possa prescindere dalla necessità di accertare la verità e di fare giustizia sull'assassinio di Hariri ed ora, aggiungerei, anche sull'omicidio di Pierre Gemayel. Per questo, noi abbiamo apprezzato il fatto che il primo ministro Siniora, al quale abbiamo espresso più volte, in termini politici e concreti, il nostro sostegno, nonostante l'assassinio di Pierre Gemayel e le polemiche e le precedenti minacce dell'opposizione parlamentare di ricorrere alla piazza, abbia deciso di continuare le procedure per avviare il progetto di legge di ratifica del tribunale internazionale.
Il progetto è stato approvato dal Consiglio dei ministri del Libano nel tardo pomeriggio del 25 novembre e trasmesso il 27, come previsto dalla Costituzione, al Presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato ha la possibilità di esaminare il progetto istitutivo per 15 giorni, entro i quali potrà approvarlo o rinviarlo al Consiglio dei ministri. Entro tali termini, o qualora il Consiglio dei ministri confermi la propria decisione, il progetto sarà trasmesso al Parlamento che potrà votarlo o respingerlo.
Spetta pertanto al Presidente dell'Assemblea nazionale Nabih Berry la decisione di fissare la data in cui esso dovrà essere messo all'ordine del giorno.
È un procedimento lungo, complesso, rischioso.
Tuttavia, noi sosteniamo questa scelta e lo facciamo sia attraverso i contatti politici, sia attraverso le dichiarazioni pubbliche. Siamo convinti che lo scopo dell'impegno internazionale debba essere quello di garantire la piena sovranità del Libano e di consolidare le istituzioni democratiche in tale paese. D'altro canto, l'UNIFIL è impegnata a collaborare con le forze armate libanesi proprio in questo senso, nei limiti del mandato stabilito dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 1701 del 2006.
Per quanto attiene alle questioni di carattere finanziario cui lei si è riferito, Pag. 27come è noto, il Segretariato generale delle Nazioni Unite ancora non ha valutato le esigenze finanziarie connesse al funzionamento del tribunale. Comunque, il Governo libanese ha chiesto che il 49 per cento delle spese del tribunale siano coperte dal Libano mentre il 51 per cento sarà finanziato da contributi volontari degli Stati membri. Nel momento in cui le Nazioni Unite lanceranno ufficialmente la raccolta di contributi, l'Italia non mancherà di esaminare la possibilità di partecipare, nel contesto della collaborazione con un paese amico come il Libano e della necessaria ricerca della verità e della affermazione della giustizia.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Elia ha facoltà di replicare.

SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, desidero ringraziare il signor ministro per questa risposta. La interpreto come un impegno preciso del Governo italiano a sostegno di questa istituzione fondamentale. Mi farò carico - questo sarà il mio impegno - di monitorare quanto il Governo italiano farà ed eventualmente di intervenire, nelle prossime settimane o nei prossimi mesi. Ritengo, infatti, che l'istituzione di questo tribunale sia importantissima. Non credo nel valore deterrente della pena: non è l'entità o la certezza della pena a impedire che si commettano crimini ma la certezza o, quanto meno, la probabilità che chi ha commesso gravi crimini ne risponda in un'aula di giustizia. Quindi, è il processo, non la pena, il vero deterrente. I tribunali internazionali istituiti dalle Nazioni Unite per giudicare i gravi crimini contro l'umanità commessi nella ex Jugoslavia, nel Ruanda e così via, hanno avuto un valore importantissimo perché non soltanto hanno risposto alla giusta esigenza di giustizia e di verità delle vittime di quei genocidi, di quegli stupri etnici e di quegli assassini politici, ma hanno costituito anche un argine contro la reiterazione di tali crimini. Soprattutto, hanno favorito e rafforzato il processo democratico e lo Stato di diritto nei paesi in cui sono stati istituiti e stabiliti. Come, ripeto, tali tribunali hanno costituito un deterrente al fine di impedire nuovi colpi di Stato, nuovi genocidi e nuovi crimini politici. Quindi, l'istituzione di un tribunale per il caso Hariri sarà anche garanzia che il processo democratico in Libano e la sua indipendenza siano assicurati e siano fondati, soprattutto, sul rispetto delle regole democratiche dello Stato di diritto, perché non ci può essere pace in quella terra se non vi è, innanzitutto, giustizia.

(Finanziamenti erogati all'organizzazione non governativa Movimondo - n. 3-00422)

PRESIDENTE. L'onorevole Bondi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00422 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).

SANDRO BONDI. Signor Presidente, l'ufficio europeo antifrode, come il signor ministro sa, ha aperto una serie di indagini nei confronti di organizzazioni non governative che ricevono finanziamenti da parte dell'Unione europea. Il signor ministro sa anche che, sulla base di indagini delle quali è stata oggetto una organizzazione non governativa italiana denominata Movimondo, della quale è stato presidente anche l'attuale sottosegretario di Stato per gli affari esteri Di Santo, l'Unione europea ha sospeso non soltanto un accordo di collaborazione già firmato ma anche tutti i pagamenti per le attività svolte e già approvate da questa organizzazione.
Le chiedo, signor ministro, anche tenendo conto di una indagine aperta dalla magistratura italiana, se Movimondo continui a ricevere finanziamenti da parte della direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri, a quanto ammontino tali finanziamenti, e se siano stati regolarmente rendicontati.

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.

Pag. 28

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Movimondo opera nel settore del volontariato da oltre 35 anni e da circa trent'anni è partner della cooperazione italiana, prima come Molisv e poi con l'attuale denominazione di Movimondo.
L'associazione è stata fondata nel 1970 ed ha ottenuto il primo riconoscimento di idoneità ad operare con la cooperazione italiana nel 1978. L'idoneità è stata rinnovata nel 1988, ai sensi della legge di riforma della cooperazione e, da ultimo, il 23 marzo 2001 con decreto ministeriale n. 1357.
Dal 2001 ad oggi, sono state approvate dal comitato direzionale del MAE oltre 30 iniziative presentate da Movimondo, 24 delle quali riguardano programmi di durata triennale da realizzarsi nei paesi in via di sviluppo, prevalentemente nei settori della sanità, della formazione professionale e della creazione di nuovo impiego.
La ONG ha operato in più di 25 paesi (in Africa, in America Latina e in Asia) ed ha sviluppato iniziative di educazione e sensibilizzazione allo sviluppo in Europa. La presidenza dell'attuale sottosegretario Di Santo riguarda solo il periodo aprile 2004-maggio 2006.
La rendicontazione di tali progetti, suddivisa per tranche progettuali, viene presentata al MAE e regolarmente approvata dagli organi di controllo del Ministero dell'economia. Ad oggi, dei 30 progetti approvati, sono state vagliate e liquidate 75 rendicontazioni parziali e totali.
I controlli OLAF riguardano esclusivamente i finanziamenti della Commissione europea e non comportano de iure alcuna sospensione automatica dei finanziamenti nazionali, i quali sono regolati dalla normativa italiana, che non prevede, tranne nei casi previsti dalla legge, la sospensione delle erogazioni finanziarie in atto derivanti da programmi già approvati. Inoltre, l'indagine dell'OLAF riguarda iniziative assunte da parte di amministratori di Movimondo che attualmente non sono più in carica e che sono stati allontanati da alcuni anni dalle funzioni che ricoprivano.
Movimondo, in questo periodo, continua a ricevere infatti finanziamenti dalle agenzie delle Nazioni Unite: dalla FAO, dall'IFAD, dall'UNDP e dall'UNICEF, nonché dalle agenzie di sviluppo locale.
Il contratto di Movimondo con l'organizzazione internazionale IMG a cui si fa riferimento è relativo alla realizzazione di una parte del progetto Promoting the euro mediterranean dialog, tendente a valorizzare e diffondere progetti di pace della cooperazione italiana nel bacino del Mediterraneo.
Il programma di educazione allo sviluppo e comunicazione multimediale sulla realtà del continente africano «Forse Dio è malato» è stato approvato dal comitato direzionale MAE il 9 ottobre 2006, con delibera n. 69, per un contributo pari a circa 230 mila euro.
Vorrei sottolineare che la cooperazione allo sviluppo ha finanziato negli ultimi anni circa cento iniziative di questo tipo, sull'informazione e l'educazione allo sviluppo. Vorrei anche sottolineare che, come risulta agli atti del nostro Ministero, il progetto «Forse Dio è malato» è stato segnalato al Ministero degli affari esteri dal Ministero dei beni culturali, come opera di interesse culturale nazionale, nell'ottobre del 2005.

PRESIDENTE. L'onorevole Bondi ha facoltà di replicare.

SANDRO BONDI. Prendo atto del fatto che lei, signor ministro, non ha risposto a nessuno dei quesiti contenuti nell'interrogazione. Capisco soltanto che il Governo intende mantenere un rapporto di collaborazione preferenziale con tale organizzazione non governativa, oggetto di un'indagine da parte dell'OLAF e della magistratura italiana.
Signor ministro, questo Governo ci ha abituato ad ascoltare dichiarazioni e parole di uomini di governo del tutto irresponsabili e, talvolta, persino sprezzanti ed offensive nei confronti degli avversari politici e, in particolare, del leader dell'opposizione. È il caso, ad esempio, del sottosegretario agli esteri, Di Santo, che si è Pag. 29distinto per una serie di offese gratuite nei confronti del leader dell'opposizione.
Una persona che ha l'impudenza, e in questo caso vorrei dire il «coraggio», di augurarsi che «l'Italia torni ad essere famosa per la pasta, per la pizza e magari anche per la mafia», ma non per la parola di Berlusconi, dovrebbe almeno avere una specchiata moralità e una posizione politica irreprensibile. Siccome l'onorevole Di Santo, in quanto presidente di Movimondo, per le ragioni che sono oggetto dell'interrogazione da me presentata, è un signore piuttosto «discusso», oltre a rilevare il fatto di non avere avuto risposta concreta sui punti della mia interrogazione, le chiedo se non sia opportuno da parte sua, in qualità di ministro degli esteri, revocare la fiducia e la delega di sottosegretario per gli esteri a questo signore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

(Ipotesi di privatizzazione della Fincantieri - n. 3-00423)

PRESIDENTE. L'onorevole Mario Ricci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Migliore n. 3-00423 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4), di cui è cofirmatario.

MARIO RICCI. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, la nostra interrogazione è volta a conoscere se e quando il Governo vorrà incontrare le organizzazioni sindacali allarmate quanto noi da una notizia che è stata avanzata, nel corso di una audizione presso la IX Commissione trasporti della Camera, dall'amministratore delegato, dottor Bono, circa l'ipotesi della quotazione in borsa di Fincantieri, che - come lei sa - è un gruppo industriale che vanta una sana e solida struttura produttiva finanziaria di mercato. Fincantieri è leader nel mondo della produzione di mega yacht: è in attivo, produce utili e può autonomamente, anche da un punto di vista finanziario, sostenere piani di sviluppo per allargare la sua attività a i nuovi segmenti di mercato. Annovera nel suo seno alte e significative professionalità, occupa direttamente e indirettamente 20 mila lavoratori e lavoratrici in diversi punti del territorio nazionale, da nord a sud, da Trieste a Palermo. Vorremmo conoscere le intenzioni del Governo e, possibilmente...

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, condivido anch'io l'opinione che gli interroganti hanno qui riportato, secondo la quale la società Fincantieri ha dimostrato una notevole capacità di posizionarsi in segmenti di mercato meno esposti alla concorrenza di paesi asiatici e che è una società che ha ottenuto grandi successi nei suoi segmenti di mercato perché ha acquisito competenze in termini di design, tecnologia, gestione di processi complessi, personalizzazione del prodotto. Essa è dunque oggi una società italiana il cui posizionamento strategico è particolarmente favorevole, che si riflette anche in un andamento economico solido e positivo con un fatturato in crescita e un margine operativo risultato superiore ai 100 milioni di euro in tutti gli ultimi esercizi.
Il Governo, allo stato attuale, non ha assunto alcuna decisione sulla possibilità di aprire al mercato il capitale di Fincantieri, né esistono orientamenti in proposito. Sono state formulate invece proposte ed ipotesi da parte di intermediari finanziari italiani ed esteri, la maggior parte delle quali prevedono una possibile quotazione in borsa di una società che, essendo positiva, potrebbe ottenere in borsa senza dubbio le risorse finanziarie di cui Fincantieri ha bisogno per il suo sviluppo. Tale operazione non preluderebbe necessariamente, nel caso in cui il Governo accedesse a tale ipotesi, ad una perdita di controllo da parte dello Stato, che potrebbe rimanere azionista di controllo, considerata la valenza strategica di Fincantieri per la nostra industria della difesa. Tuttavia, al momento nessun iter è stato avviato.Pag. 30
Al di là di teoriche ipotesi di privatizzazione, dunque, ciò che è fondamentale è che la società elabori un piano industriale.
In esso devono essere evidenziate sia le prospettive aziendali connesse all'innovazione e al rafforzamento del business esistente, sia nuove iniziative, in particolare legate alla rete di cantieri di ammodernamento e di riparazione, nonché un'attenta valutazione sotto il profilo dell'entità e della diversificazione delle risorse finanziarie necessarie.
Si aggiunge, infine, che il Governo ha convocato per domani alle 9,30 i sindacati di Fim, FIOM e UILM e i sindaci delle città cantieristiche interessate, al fine di poter congiuntamente analizzare le tematiche più rilevanti legate alle prospettive di sviluppo delle attività di Fincantieri.

PRESIDENTE. L'onorevole Mario Ricci ha facoltà di replicare.

MARIO RICCI. Signor Vicepresidente del Consiglio, prendiamo atto con soddisfazione, in primo luogo, dopo sei mesi, della convocazione delle organizzazioni sindacali e dei sindaci delle città cantieristiche proprio per domani presso la Presidenza del Consiglio.
Però, nello stesso tempo, vorremmo sottolineare la preoccupazione nostra e delle organizzazioni sindacali e delle città sedi della cantieristica del gruppo di Fincantieri. Noi non siamo pregiudizialmente contrari alla collocazione in Borsa anche di attività di gruppi industriali come Fincantieri, però riteniamo che la quotazione in Borsa non solo possa preludere alla privatizzazione di un gruppo industriale che ha, per noi, un valore strategico, che lei richiamava nella sua risposta, per la definizione di una diversa politica industriale di questo paese, ma non aiuti neanche il consolidamento stesso di Fincantieri.
Fincantieri, come già lei diceva, da alcuni anni produce un utile di circa 100 milioni di euro l'anno, che può essere sufficiente a sostenere autonomamente, anche da un punto di vista finanziario, strategie volte a penetrare nuovi e altri segmenti del settore e la cantieristica.
La Borsa, come lei sa, ha le sue regole e le sue dinamiche, proprie e sottoposte anche alle speculazioni finanziarie. Essa chiede, molto spesso, utili a due cifre, che non sono consentiti, come lei sa benissimo, in un settore così complesso quale la navalmeccanica.
Comunque, riteniamo necessario che il Parlamento torni ad essere il luogo nel quale eventuali modifiche degli assetti societari possano essere assunti in maniera trasparente con un voto dell'Assemblea, perché Fincantieri rappresenta per noi un importante segmento di politica industriale, in cui lo spazio pubblico può giocare un ruolo importante per la ridefinizione di nuove politiche industriali di cui il paese ha bisogno.

(Linea politica del Governo in materia di telecomunicazioni e di occupazione - n. 3-00424)

PRESIDENTE. L'onorevole Rao ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliva n. 3-00424 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5), di cui è cofirmatario.

PIETRO RAO. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, il motivo della nostra interrogazione è costituito dalla necessità di avere un quadro chiaro su quanto si vuole fare in ordine alla nuova organizzazione del servizio postale, che prevede in Sicilia la chiusura di uffici nei comuni più piccoli e la riduzione di oltre 200 zone di recapito, con conseguente concentramento del recapito nei cosiddetti centri primari di distribuzione, allontanando così i servizi di recapito dal comune stesso.
Considerato che già sono stati tagliati altri posti di lavoro, che il centro CUAS di Palermo è stato chiuso e, quindi, altri posti di lavoro sono stati soppressi e che parte della lavorazione delle merci viene fatta al Nord, vorremmo capire l'orientamento del Governo, dal momento che mi pare ci sia una discrepanza di opinioni tra il ministro Gentiloni e l'amministratore delegato di Poste Italiane Spa, Massimo Sarmi.

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PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, come loro sanno, il Ministero delle comunicazioni è legato alla società Poste Italiane Spa da un contratto di programma, che assicura al ministero una potestà di vigilanza per verificare il corretto espletamento del servizio universale, ma non consente al Governo di intervenire nella gestione aziendale.
L'azienda, quindi, organizza le proprie risorse secondo logiche imprenditoriali ritenute opportune, al fine di raggiungere un duplice risultato: offrire un servizio efficiente all'utenza ed avere una gestione economicamente equilibrata.
In tale ottica, la società Poste italiane ha introdotto nel tempo cambiamenti della propria struttura. D'altro canto, il Governo non può imporre alla società di mantenere invariata la propria organizzazione.
Le osservazioni critiche riguardanti scelte gestionali di Poste italiane, pertanto, non possono determinare interventi da parte del Governo, laddove non si verifichino effetti negativi sull'espletamento del servizio universale.
Ciò premesso, per quanto concerne la situazione siciliana, la società Poste italiane ha precisato che, a seguito di un accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali nel settembre ultimo scorso a livello nazionale, anche la regione siciliana è stata interessata, nel quadro di un più vasto programma di ristrutturazione del settore in ambito nazionale, da una riorganizzazione delle zone di recapito in una percentuale, peraltro, inferiore a quella di altre regioni. Si tratta di un generale processo di riorganizzazione in corso.
Sotto il profilo occupazionale, l'attuazione del nuovo assetto, secondo le Poste italiane, non dovrebbe produrre ripercussioni negative; come, del resto, nessun effetto negativo risulterebbe sia stato determinato da altri processi già realizzati, quali, ad esempio, la chiusura del centro unificato automazione servizi di Palermo, finalizzato al miglioramento della lavorazione dei bollettini di conto corrente.
Anche in tale occasione, infatti, il progetto di ristrutturazione ha formato oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali locali ed è terminato con la sottoscrizione di un accordo in base al quale si è proceduto alla ricollocazione delle unità interessate dal processo riorganizzativo nell'ambito della stessa città di Palermo.
Quindi, le Poste italiane intendono procedere alla loro ristrutturazione, ma offrono garanzie dal punto di vista dell'impatto occupazionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Rao ha facoltà di replicare.

PIETRO RAO. Signor Presidente, ci riteniamo in parte soddisfatti per la risposta e speriamo che, alle parole, seguano i fatti.
Oggi, purtroppo, dobbiamo rilevare che l'atteggiamento di Poste italiane nei confronti della regione Sicilia è stato sicuramente negativo sotto tutti i profili, a cominciare da un atteggiamento di mobbing tenuto dalla dirigenza nei confronti di alcuni direttori di filiale che, pur avendo maturato i 35 anni di servizio e non avendo compiuto i 65 anni di età, hanno deciso di non andare in pensione. Questa azione di mobbing, che si è concretizzata in trasferimenti ed atteggiamenti ritorsivi, sicuramente non ci fa ben sperare. Poco importa se le vittime si chiamano La Viola, Cicero, Mendolia o Puliafico. La cosa importante è capire se l'atteggiamento dell'amministratore delegato va solo nella direzione di penalizzare una regione e un settore delle Poste italiane che ha sicuramente i bilanci in attivo; mentre altre regioni mostrano bilanci in passivo, con un rapporto costi-benefici che sicuramente non è più positivo rispetto a quello della Sicilia.

(Posizione del Governo sulla realizzazione della tratta ad alta velocità Torino-Lione - n. 3-00425)

PRESIDENTE. L'onorevole Del Bue ha facoltà di illustrare la sua interrogazione Pag. 32n. 3-00425 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).

MAURO DEL BUE. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, un ordine del giorno da me presentato nel corso di un dibattito sulle mozioni che si riferivano alla realizzazione della tratta ad alta velocità Torino-Lione e che, riprendendo le parole del ministro dei lavori pubblici Di Pietro, auspicava semplicemente la realizzazione della stessa ferrovia, è stato respinto dalla Camera dei deputati per soli tre voti.
È evidente che, su questo tema, vi è una divisione della maggioranza, tant'è vero che nel programma dell'Unione questo argomento non viene minimamente citato.
Allora, signor Vicepresidente del Consiglio, le chiedo di sapere quando verrà definitivamente sciolto l'enigma da parte del Governo e, soprattutto se, alla luce delle recenti novità introdotte dal ministro Di Pietro, relative alla possibile alternativa del percorso ferroviario della Valle di Susa, il Governo possa garantire che il finanziamento europeo non verrà perso e, con esso, anche il corridoio 5, strategico per i trasporti e per l'economia italiana.

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. A nome del Governo, confermo che la realizzazione della nuova tratta ferroviaria Torino-Lione riveste per noi un carattere prioritario. Per quanto riguarda i finanziamenti europei destinati all'opera, si fa presente che il coordinatore europeo per il progetto, la signora Loyola de Palacio, nella propria relazione annuale di attività, ha affermato che l'opera in questione potrebbe beneficiare di un sostegno equivalente al 20 per cento del costo della sezione transfrontaliera franco-italiana, pari, per il periodo 2007-2013, a circa un miliardo di euro. Vorrei dire anche che, a conclusione del vertice italo-francese del 24 novembre scorso, è stata sottoscritta dai ministri delle infrastrutture dei due paesi una lettera congiunta di richiesta del contributo finanziario in esame. Quindi, per quanto riguarda i finanziamenti europei, abbiamo avviato le procedure per non perderli.
Condizione naturalmente di tale finanziamento è la garanzia delle autorità italiane di fare il tutto il possibile, nei tempi più rapidi, per trovare soluzione alle difficoltà incontrate nella Valle di Susa, oltre che la garanzia di un sussidio pari al 10 per cento del costo totale delle sezioni di accesso francese e italiana alle gallerie di base, circa 237 milioni di euro per la parte italiana. Su questi punti, sono in corso valutazioni e analisi, con l'obiettivo di definire tempi rapidi e, congiuntamente alla parte francese, una proposta comune per il finanziamento dell'opera.
Per quanto riguarda le preoccupazioni espresse in merito all'opposizione al progetto da parte di una parte della popolazione della Val di Susa, si conferma che, proprio allo scopo di corrispondere all'impegno richiesto relativamente ai tempi di conclusione, è già in corso di affidamento lo studio di impatto ambientale dell'intera opera da parte del promotore dell'opera stessa. Una volta conclusa la valutazione di impatto ambientale, la conferenza dei servizi, la cui ultima riunione si è tenuta lo scorso 12 ottobre, potrà pronunciarsi in via definitiva. A tale riguardo, preme evidenziare che il Ministero delle infrastrutture ha sempre ribadito l'assoluta rilevanza dell'opera, quale occasione di sviluppo economico e sociale dei territori interessati. Inoltre, anche al fine di valutare tutte le ipotesi e di ricercare le soluzioni condivise, nella conferenza dei servizi, tenutasi il 27 novembre scorso, si è deciso di indire per il 5 dicembre prossimo venturo una preconferenza per un primo esame dell'ipotesi alternativa di tracciato, denominata Destra Dora - Val Sangone, mentre i lavori della stessa conferenza sono stati aggiornati al 15 dicembre prossimo venturo, per l'avvio della Pag. 33discussione sulle opzioni di tracciato poste a base di uno studio di impatto ambientale.
Dunque, credo di poter dire che il Governo ha avviato tutte le procedure, perché, in tempi rapidi, si possa decidere sul tracciato, o procedere sul tracciato originariamente individuato, sulla base di un nuovo studio di impatto ambientale, oppure procedere nella direzione alternativa che oggi è all'esame dell'autorità competenti. Comunque, intendiamo rispettare i tempi necessari per non perdere i contributi europei.

PRESIDENTE. L'onorevole Del Bue ha facoltà di replicare.

MAURO DEL BUE. Mi auguro che lei abbia ragione e che tutto questo sia compatibile con i tempi previsti dalla Comunità economica europea, per ciò che riguarda il finanziamento accordato e da lei, giustamente e opportunamente, ricordato. Ho molte preoccupazioni che questo possa avvenire nei tempi prestabiliti, anche perché, una volta che il Governo ha deciso di superare le procedure della legge obiettivo e di rientrare nella procedura ordinaria (tra l'altro, ora si trova di fronte alla procedura ordinaria rispetto alla Valle di Susa e ad un'ipotesi alternativa, che andrebbe studiata, in contrapposizione al tracciato originario), lei capisce benissimo che, con questa metodologia, i tempi non sono certamente destinati ad accorciarsi, ma invece ad allungarsi pericolosamente.
Vorrei ricordare che la De Palacio è molto preoccupata per i ritardi dell'Italia e segnala che il corridoio n. 5 potrebbe essere definitivamente perso dal nord del nostro Paese per essere realizzato più a settentrione, passando attraverso la Svizzera e l'Austria e da lì congiungersi a Budapest per poi terminare a Kiev. L'allarme che lancio, onorevole D'Alema, non è tanto riferito ad interessi particolari di maggioranza o minoranza, ma ad interessi del Paese. Il corridoio n. 5 è una grande opportunità di transito ed economica per l'Italia e per il suo settentrione. Mi auguro davvero che il Governo, dopo aver rinunciato alla costruzione del ponte sullo stretto, non voglia essere identificato come quello che rinuncia alla ferrovia ad alta velocità e, con essa, al corridoio n. 5.

(Intendimenti del Governo circa l'impegno delle truppe italiane nelle missioni internazionali di pace, con particolare riferimento alla presenza italiana in Afghanistan - n. 3-00426)

PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00426 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, signor ministro, i principali scenari internazionali sui quali sono impegnate le nostre forze militari sono in evoluzione. Il Presidente del Consiglio, Prodi, ha dichiarato l'altro giorno che la prossima settimana non saremo più presenti con forze militari in Iraq. Tuttavia, in Libano la situazione si è aggravata e si è rotta la tregua con gli hezbollah. In Afghanistan la situazione appare addirittura più seria, perché dall'inizio dell'anno sono quattromila i morti, soprattutto tra i civili. Proprio questa è la situazione in cui il presidente Bush, intervenendo ieri a Riga, avrebbe sferzato i paesi della NATO richiedendo una maggiore presenza militare, riferendosi apparentemente all'Italia.
Chiediamo al ministro qual è l'orientamento in questo momento del Governo, in particolare per quanto riguarda l'Afghanistan, anche alla luce del fatto che a gennaio quest'aula sarà chiamata a deliberare in merito al rifinanziamento di quella missione.

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri Signor Presidente, credo che sia piuttosto semplice spiegare qual è l'orientamento del Governo. In Afghanistan abbiamo quasi 2 mila militari, Pag. 34per essere precisi 1.938 allo stato attuale. Tra i paesi della NATO siamo uno di quelli che contribuisce con il numero più alto di militari alla missione NATO in Afghanistan, su mandato delle Nazioni Unite. Tenderei ad escludere che il Presidente Bush o il Segretario generale della NATO volessero sferzare l'Italia. Mi sembra una polemica giornalistica dovuta ad un certo masochismo nazionale, secondo cui ci piace essere sferzati. Sinceramente non credo che vi sia alcun motivo di sferzare l'Italia che, a differenza di moltissimi altri paesi membri della NATO che in Afghanistan hanno una presenza puramente simbolica, si è impegnata e si impegna tuttora con un numero assai elevato di militari che garantiscono la sicurezza nella zona ovest di quel paese, nella provincia di Herat e in parte nella zona di Kabul.
Ritengo - e questa è l'opinione del Governo - che la presenza militare italiana in Afghanistan debba essere mantenuta. La mia opinione è che la comunità internazionale non può lasciare l'Afghanistan al controllo dei talebani, anche se questo richiederà una presenza significativa e per un tempo non breve in quel Paese.
A conclusione del vertice della NATO, proprio in queste ore, giunge la notizia che diversi paesi - che invece non avevano soldati in Afghanistan - sembrerebbero orientati ad inviare dei contingenti. È evidente che gli appelli hanno raggiunto i destinatari veri, che evidentemente non eravamo noi, ma quei paesi che i soldati non li hanno mandati.
Tuttavia, è anche evidente - lo dicono i dati, il deterioramento della situazione, l'aumento della violenza, del numero dei morti - che occorre un ripensamento della strategia complessiva; in particolare, appare evidente che in Afghanistan il risultato di stabilizzare il paese e le istituzioni democratiche di quel paese non può essere raggiunto soltanto attraverso l'azione militare e che occorre moltiplicare l'impegno civile, economico ed umanitario di tutta la comunità internazionale.
È un errore considerare l'Afghanistan una missione della NATO. La NATO svolge un'azione militare sotto mandato delle Nazioni unite, ma la stabilizzazione dell'Afghanistan è una missione dell'intera comunità internazionale. In questo senso, abbiamo avanzato la proposta di una conferenza internazionale per l'Afghanistan che coinvolga i paesi vicini e le istituzioni internazionali. Analogamente, il Presidente Chirac ha parlato di un gruppo di contatto che riprenda le fila di un'azione politica.
Dunque, permanenza del nostro contingente, ma rinnovata azione politica, perché solo con la forza delle armi non si ottiene né pacificazione né stabilità!

PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di replicare.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto della risposta del Vicepresidente del Consiglio. Vorrei soltanto ribadire la nostra richiesta di un costante monitoraggio sulla situazione che sembra volgere decisamente al peggio rispetto al passato.
È corretto immaginare che la forza delle armi non possa risolvere i problemi di quel paese. Quindi, ci auguriamo che il nostro paese svolga questo ruolo importante, come del resto abbiamo potuto dimostrare di saper fare in Libano, perché questi sforzi verso uno coinvolgimento, un intervento che sia più di natura politica che non di natura militare, possa giungere all'obiettivo che ci vogliamo prefiggere.

(Misure volte a garantire lo sviluppo dell'aeroporto di Malpensa - n. 3-00427)

PRESIDENTE. L'onorevole Giancarlo Giorgetti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-00427 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8), di cui è cofirmatario.

GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, Vicepresidente D'Alema, con questa interrogazione le chiediamo di fare chiarezza rispetto alla confusione generata da dichiarazioni estemporanee del Presidente del Consiglio e di alcuni ministri del Pag. 35Governo, cosa peraltro abbastanza frequente, sul futuro di Alitalia e dell'aeroporto di Malpensa.
Per quanto riguarda il primo aspetto, lo chiediamo soprattutto in qualità di contribuenti, vista la voragine di debiti, di questa azienda, che sono stati chiamati a coprire i contribuenti italiani ed i padani, in particolar modo.
Per quanto riguarda il futuro di Malpensa, per noi rappresenta la porta della più grande economia europea verso il mondo e la globalizzazione.

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, in effetti, credo che nessuno possa negare le difficoltà economiche della compagnia di bandiera che, d'altro canto, non sono un frutto recente delle dichiarazioni dell'attuale Governo, ma sono un frutto che si è venuto maturando nel corso degli anni, senza che vi si ponesse rimedio anche da parte di più brillanti precedenti amministrazioni.
Siamo alle prese con questa difficoltà ed è evidente che il Governo, nella sua qualità di azionista, si muova sia nel senso di incoraggiare la ricerca di alleanze internazionali strategiche sia nel senso di valutare la possibilità di ricorrere anche ad eventuali investitori o partner italiani, disponibili a ricapitalizzare, sulla base di un nuovo piano industriale, la società, dato che, come è evidente, non lo può fare l'azionista pubblico che incorrerebbe nelle sanzioni dovute all'inosservanza delle regole europee.
Il Governo ha chiesto anche alle organizzazioni sindacali tre mesi di tempo, che sostanzialmente scadono entro il 31 di gennaio, ed entro quella data dovranno essere assunte le scelte definitive riguardanti il futuro dell'Alitalia.
Fino a quel momento, è naturale che si facciano ipotesi, illazioni, ma credo che il Parlamento non sia il luogo per fare ipotesi o illazioni.
Il Governo, tuttavia, ha avviato una procedura per affrontare questo problema che, come diversi altri, non erano stati affrontati nel corso degli anni precedenti e che, invece, ora, come giustamente si incalza, bisogna affrontare al più presto.
In questo quadro, vorrei assicurare che una politica nazionale del trasporto aereo non può che riconoscere il ruolo di Malpensa. Ritengo che l'ipotesi più ragionevole sia quella di guardare a Malpensa e a Fiumicino e al loro possibile ruolo complementare di aeroporti internazionali. Penso, altresì, che si debba guardare alla necessità di potenziare i grandi aeroporti di interesse nazionale rispetto al quadro di sistemi aeroportuali nazionali, favorendo l'ottimizzazione del traffico sia nella logica degli hub sia in quella che sempre più si sta sviluppando di un trasporto point to point, come si dice.
Vorrei ricordare, inoltre, per rispondere ad una preoccupazione di fondo, che l'attuale Governo non ha alcuna volontà di penalizzare Malpensa o il nord. Mi sia consentito di ricordare che fu il Governo da me presieduto che destinò, nel marzo del 1999, l'ultimo grande finanziamento -5.280 miliardi di lire - per le opere necessarie per l'accessibilità di Malpensa.

PRESIDENTE. Onorevole D'Alema...

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Successivamente, in Governi molto più orientati al nord, simili finanziamenti non si sono ripetuti, mentre, invece, si dovrebbe riflettere sul modo in cui sono stati utilizzati quei fondi, al fine di risolvere i problemi che effettivamente hanno ostacolato la piena valorizzazione dell'aeroporto di Malpensa (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi).

PRESIDENTE. L'onorevole Giancarlo Giorgetti ha facoltà di replicare.

GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, presidente D'Alema, le faremo un busto all'aeroporto di Malpensa...

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Grazie, tra qualche anno...

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GIANCARLO GIORGETTI. ...per tutto quello che ha fatto per il Nord e la Padania, ad honorem!
Purtroppo, credo che lei debba confrontarsi con qualche suo collega, all'interno del Governo, che ha l'animo e la testa altrove.
Mi permetto semplicemente di darle un consiglio. Una compagnia aerea può sopravvivere senza gravare sul contribuente solo se va e si regge dove c'è mercato. Ed il mercato - mi dispiace per i colleghi di altre zone del paese - è al nord ed il 75 per cento dei biglietti che vende Alitalia è al nord.
Allora, il consiglio è quello di concepire un'Alitalia più vicina al mercato e molto più distante dai luoghi dove si prendono decisioni politiche per ripianare a piè di lista le perdite, ossia Roma. E, se mi permette, in modo amichevole, anche una diffida a lei, che segue le vicende di politica estera e gestisce i negoziati: quello che noi non possiamo e non potremmo mai accettare è che, per salvare il baraccone romano, si svenda la vera potenzialità di Alitalia, ossia che il mercato d'affari del nord, il mercato padano, lo si svenda come si svendeva una volta la colonia padana! Questo non lo potremo mai accettare! Non si potrà mai mettere sul tavolo la svendita del mercato aeroportuale del nord per salvare l'Alitalia di Roma (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

(Sicurezza dei voli Alitalia - n. 3-00428)

PRESIDENTE. L'onorevole Fabris ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00428 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).

MAURO FABRIS. Signor Presidente, purtroppo, devo riprendere il tema che poc'anzi ha trattato l'onorevole Giorgetti, con riferimento non tanto alla difficile situazione finanziaria, economica e gestionale della società, quanto alla sicurezza, una questione gravissima, molto seria, visto il ripetersi di gravi incidenti di cui non si ha notizia, perché la stampa non ne parla.
In particolare, nel testo della mia interrogazione ho segnalato gli episodi del 26 ottobre e del 20 novembre scorsi: uno riguardava il volo per Tirana e l'altro il volo proveniente da Atene.
In entrambi i casi gli aeromobili Alitalia sono rientrati in procedura di emergenza: per mancata pressurizzazione il volo da Atene, mentre un motore è saltato in fase di decollo nel volo per Tirana. Su tutto questo non abbiamo avuto risposte e sappiamo che vi sono problemi nella manutenzione ordinaria dei velivoli Alitalia dovuti alla situazione di tensione finanziaria e gestionale di cui prima si parlava.
Chiedo al Governo quali siano le proprie valutazioni e, soprattutto, se possa garantire in questo senso che la compagnia di bandiera è sicura per tutti coloro che la usano.

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Come è noto, l'Ente nazionale per l'aviazione civile svolge in Italia il ruolo di autorità dell'aviazione civile ed esegue il controllo costante e rigoroso sui comportamenti operativi di tutti i vettori sotto la propria vigilanza, in linea con quanto previsto dagli standard internazionali ed europei per la sicurezza aerea. L'ENAC interviene, quindi, nei confronti di tutte le compagnie italiane, senza nessuna distinzione, indirizzando, correggendo ed eventualmente sanzionando comportamenti non conformi a tali standard al fine di tutelare il trasporto dei passeggeri. Vorrei assicurare tutti gli utenti che tali controlli sono effettuati con un programma di vigilanza continua che garantisce la massima sicurezza del volo. Inoltre, non solo tutti i vettori sono tenuti alla più scrupolosa osservanza di quanto indicato dall'ENAC, ma risulta che l'Alitalia osservi in maniera molto attenta i suddetti criteri ed obblighi.Pag. 37
Anche l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, in posizione di terzietà rispetto al sistema dell'aviazione civile, è preposta dalla legge allo svolgimento di inchieste tecniche. Nei casi segnalati dall'onorevole Fabris l'Agenzia ha provveduto ad avviare le opportune procedure per lo svolgimento della propria attività investigativa.
Per quanto riguarda la mancata pubblicazione sulla stampa degli eventi di cui è cenno nell'atto, si fa presente che tale aspetto non rientra nella competenza del Ministero. Tuttavia, l'esito delle attività investigative viene reso noto periodicamente secondo procedure previste in un bollettino pubblicato su Internet e, quindi, accessibile a tutti gli organi di informazione. Pertanto, non vi è alcuna segretezza su tali controlli, ma anzi essi vengono per legge resi noti attraverso un sistema che li rende accessibili a tutti gli utenti ed a tutti gli organi di informazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Fabris ha facoltà di replicare.

MAURO FABRIS. Signor Vicepresidente del Consiglio, lei sa che mi fido di lei e del Governo per le rassicurazioni che ci ha dato. Sulle modalità operative di ENAC ed ENAV nulla quaestio. Rimane il fatto che lo stesso Ente nazionale per l'aviazione civile, con un rapporto pubblicato il 13 novembre 2006, ha parlato di una superficiale gestione dei controlli tecnici e di episodi di cattiva manutenzione riscontrati su velivoli Alitalia. Lo dico per sottolineare che la situazione di gravità è esistente e gli incidenti che ho segnalato sono solo due di una serie più ampia avvenuta negli ultimi tempi. Sicuramente è necessario tutelare la compagnia di bandiera, nessuno di noi pensa che si possa liquidare o mettere in difficoltà tale compagnia nazionale. Però, il tema della sicurezza deve essere assolutamente garantito.
L'ENAV e l'ENAC fanno sicuramente il loro dovere, ma vorrei che fossimo tutti rassicurati sul fatto che agli adempimenti cui sono preposti per legge si dia corso in maniera assoluta e che il Governo sia pronto a recepire le indicazioni che, di volta in volta, questi due enti suggeriscono. Insomma, deve prevalere sempre e comunque il tema della sicurezza degli utenti piuttosto che altre considerazioni di natura societaria o volte a tutelare la compagnia di bandiera.
Dico ciò anche con riferimento alla domanda che avevo posto al Governo ed alla quale so anch'io che il Governo non può rispondere: la mancata informazione al pubblico attraverso la stampa di tali gravissimi episodi. Lo so che il Governo non deve rispondere, ma è chiaro che vi è un embargo, gestito ovviamente non dal Governo ma immagino dalla stessa compagnia, perché gli episodi che si sono ripetuti nel tempo non siano resi noti. Questo, ovviamente, non depone a favore della trasparenza in ordine alla questione della sicurezza che ho posto.

(Misure volte a valorizzare la funzione dell'artigianato - n. 3-00429)

PRESIDENTE. L'onorevole Ruggeri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lulli n. 3-00429 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10), di cui è cofirmatario.

RUGGERO RUGGERI. Signor Presidente, Signor Vicepresidente del Consiglio dei ministri, nella storia italiana l'artigianato ha sempre svolto un ruolo strategico per la coesione sociale, promuovendo valori di appartenenza, civiltà, democrazia e anche di responsabilità fiscale. Gli artigiani non sono evasori; sono una grande realtà culturale, sociale e imprenditoriale.
Dopo cinque anni di totale disattenzione del Governo precedente, oggi gli artigiani attendono giustamente una politica di sviluppo. Burocrazia, credito, fisco, liberalizzazioni, innovazione, made in Italy: si chiede si conoscere quali ulteriori interventi, oltre quelli già previsti in finanziaria, il Governo intenda assumere a favore dell'artigianato.

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PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ringrazio gli interroganti che, nel testo scritto, hanno voluto puntualmente ricordare le misure contenute nella legge finanziaria a favore dell'artigianato; per così dire, li ringrazio anche a nome del ministro Padoa Schioppa.

GIANCARLO GIORGETTI. Visco, no? Anche Visco!

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Anche, ho detto!
Con riferimento alle misure ulteriori, il Governo intende procedere all'adozione dei seguenti criteri di priorità di selezione delle iniziative ammesse ai benefici per tutte le misure di sostegno delle attività produttive - ivi compresi i nuovi progetti di innovazione industriale previsti dalla finanziaria - sulla base del criterio che tende a premiare l'innovazione di prodotto e/o di processo, l'aggregazione tra imprese e tra reti, il sostegno alla crescita dimensionale della singola impresa, il potenziamento ed il miglioramento dei servizi di orientamento strategico e la formazione di risorse professionali per le imprese.
Il Governo intende assumere misure finalizzate a sostenere interventi per lo sviluppo e l'accrescimento dell'efficienza delle piccole e medie imprese operanti nei distretti produttivi, nelle aree che sono in relazione economica con esse, nelle reti di impresa, nei sistemi produttivi locali.
Il Governo intende individuare un nuovo strumento giuridico a sostegno delle reti di impresa; il Governo intende altresì promuovere specifici interventi per rimuovere gli ostacoli di ordine burocratico e altri elementi di distorsione della competitività attraverso la definizione di misure tese alla conservazione del patrimonio dell'impresa, l'adozione di provvedimenti che limitino l'indebitamento, l'individuazione di agevolazioni a tutela del patrimonio dell'impresa in sede di passaggio generazionale di attività, la definizione di criteri attuativi degli incentivi fiscali previsti dalla finanziaria per il 2007, l'introduzione di un meccanismo di perequazione del costo dell'energia gravante sui servizi acquisiti dalle imprese e la promozione del coordinamento per la semplificazione degli adempimenti burocratici anche in materia ambientale secondo linee guida di seguito indicate, l'abolizione di obblighi di invii, notifiche e comunicazioni alla pubblica amministrazione da ritenere superati o eccessivi, l'abolizione dell'obbligo di tenuta dei registri - che rappresenta una duplicazione di adempimenti - e annotazione di dati.
Come appare chiaro, noi intendiamo sostenere l'impresa minore, favorendo processi di innovazione ed economie di scala - anche assicurando il sostegno alle reti di impresa -, semplificando gli obblighi burocratici e attraverso specifiche misure in grado di aprire alle imprese minori i mercati finanziari, attraverso fondi di private equità e attraverso altri strumenti di sostegno pubblico.

PRESIDENTE. Deve concludere...

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Dunque, non si persegue la volontà di colpire l'impresa minore; semmai, si intende aiutare l'impresa minore come sistema ad affrontare le nuove sfide della competitività internazionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Lulli ha facoltà di replicare.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, ci riteniamo soddisfatti, non solo perché il presidente D'Alema ha confermato - come era ovvio - le misure contenute nel disegno di legge finanziaria, che affrontano temi importanti ed anche storici per le imprese artigiane. Vorrei ricordare che, per la prima volta, riduciamo i premi INAIL agli artigiani, soddisfacendo una richiesta storica e superando un'ingiustizia molto sentita nel mondo artigiano. È un primo, parziale intervento per il 2007, che Pag. 39aumenterà la propria consistenza nel 2008. Ringrazio il presidente D'Alema anche per aver dato una risposta di tipo generale alla questione dei nostri artigiani e del sistema produttivo fondato sulle piccole imprese e sulla subfornitura artigiana, che è anche il problema di recuperare un patto di fiducia con lo Stato, un patto di fiducia che è stato incrinato in modo molto pesante con cinque anni di Governo basati su condoni fiscali, sul non affrontare le semplificazioni amministrative - riguardo alle quali, invece lei, presidente D'Alema, ha dato risposte precise e ha assicurato impegni per quanto riguarda il futuro - e, se mi permettete, anche con blitz fatti nei confronti degli artigiani, così come quando sono stati obbligati a pagare un surplus di 300 l'anno sui 5 anni precedenti per avere in cambio la non effettuazione di verifiche sulla congruità degli studi di settore. Ci eravamo abituati, quindi, ad un rapporto con lo Stato non stabile e che ha creato difficoltà ed una sfiducia di cui oggi paghiamo le conseguenze. Come non ricordare, poi, il fatto che oggi è importante proseguire sulla strada che abbiamo cercato di iniziare a percorrere con l'attuale disegno di legge finanziaria, perché il disastro dei conti pubblici e l'incuranza dei rapporti con lo Stato nei confronti delle piccole imprese ha portato sfiducia e noi di sfiducia non abbiamo bisogno, ma abbiamo bisogno di recuperare fiducia per guardare, appunto, fiduciosi al futuro (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)?

(Contenuti di un'intervista rilasciata dall'ex agente del KGB Limarev - n. 3-00430)

PRESIDENTE. L'onorevole Bonelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-000430 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).

ANGELO BONELLI. Presidente D'Alema, lei avrà avuto modo di leggere, il 26 novembre, l'intervista, abbastanza dettagliata, che prima il quotidiano la Repubblica e successivamente altri quotidiani, hanno pubblicato relativa a due ex agenti del KGB, di cui uno drammaticamente deceduto a Londra, Litvinenko. Ebbene, un consulente della commissione Mitrokhin, allora presieduta dal senatore Guzzanti, ha candidamente affermato di aver richiesto a tali agenti notizie ed informazioni circa personalità politiche del nostro paese, tra cui il Presidente del Consiglio Prodi, allora leader dell'opposizione, lei, ministro D'Alema, e l'attuale ministro dell'ambiente, allora presidente dei Verdi. Tale Mario Scaramella, consulente della Commissione Mitrokhin, nominato dal senatore Guzzanti, ex presidente della stessa Commissione Mitrokhin, sembrava ossessionato dal ruolo dei Verdi e dall'attività di alcuni gruppi di opposizione. Quindi, le chiedo se il Governo sia a conoscenza di questi fatti e cosa intenda fare per riportare chiarezza su questa vicenda, veramente molto, molto torbida.

PRESIDENTE. Il vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, come possono immaginare i colleghi deputati, evidentemente la vicenda si presenta piuttosto sgradevole, anche dal punto di vista di chi risponde all'interrogazione, in quanto negli ultimi mesi abbiamo assistito al ripetersi di episodi che farebbero pensare che durante gli scorsi anni, tra controlli telefonici, predisposizione di dossier ed indagini non autorizzate sulla vita delle persone, sia avvenuta una serie di fatti piuttosto sgradevoli e che poco hanno a che fare con le abitudini di un paese democratico quale il nostro.
Detto questo, il Governo non intende indagare su queste vicende, non è nei suoi poteri, né nelle sue intenzioni, salvo che per un punto che è stato chiaramente indicato nell'interrogazione, ossia per accertare se Scaramella abbia - o abbia avuto - rapporti con i servizi segreti, i quali effettivamente dipendono dal Governo.
Risulta, sulla base degli accertamenti compiuti dai responsabili sia del SISDE, Pag. 40sia del SISMI, che lo Scaramella non ha avuto né ora, né nel passato alcun rapporto organico con i servizi segreti italiani, salvo che l'interessato ha, in due occasioni, contattato dirigenti del SISDE. Ma, in considerazione di elementi informativi precedentemente acquisiti, il SISDE stesso ha invitato lo Scaramella a desistere dal ricercare ulteriori contatti con tale servizio.
Perché mai, poi, questo soggetto - il quale, sulla base di elementi acquisiti, era stato invitato a desistere dall'avere contatti con i servizi segreti italiani - fosse il principale collaboratore del presidente di una Commissione parlamentare è cosa che lasciamo al giudizio popolare valutare.
Spetta al Parlamento, se lo vuole - ma io non sono qui per invitare nessuno -, promuovere eventuali approfondimenti di tali questioni, o alla magistratura, nella misura in cui essa ne è investita dai compiti che le competono. Il Governo non svolge indagini, ma cerca di governare il paese!

PRESIDENTE. L'onorevole Bonelli ha facoltà di replicare.

ANGELO BONELLI. Signor Vicepresidente del Consiglio, innanzitutto la ringraziamo, però ci riteniamo parzialmente soddisfatti. È evidente, infatti, che il Governo ha dato una sua risposta puntuale, ma siamo parzialmente insoddisfatti rispetto ad una questione che non riteniamo di dover lasciar cadere.
Ciò perché il ruolo di un consulente - nominato, come dicevo prima, dall'ex presidente della Commissione Mitrokhin - che va a chiedere informazioni su personalità politiche pone un serio quesito sia al Parlamento, sia al paese. Questo consulente ha effettivamente fornito alla Commissione parlamentare d'inchiesta concernente il «dossier Mitrokhin» tutte le informazioni che aveva acquisito, oppure tale soggetto è in possesso di informazioni che utilizza a proprio piacere?
Riteniamo si tratti di una questione di cui il Parlamento dovrà rapidamente occuparsi, perché non siamo stati colpiti solo noi, ma sono state coinvolte anche altre personalità. Nel ritenerci parzialmente soddisfatti e nel ringraziare comunque il Governo per la risposta puntuale, annuncio, ovviamente, che i Verdi presenteranno un esposto alla procura della Repubblica su tale vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).

(Posizione del Governo sulle misure da varare per risanare i conti pubblici e per ridurre il deficit - n. 3-00431)

PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00431 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12), testè sottoscritta dall'onorevole Casini.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevole Vicepresidente del Consiglio D'Alema, il commissario Almunia è preoccupato per una manovra finanziaria fatta di tasse e risanamento, ma che offusca i problemi strutturali come liberalizzazioni, pensioni e competitività. Le stesse preoccupazioni sono state espresse dall'OCSE, nel suo rapporto per il 2006.
Il suo collega, il Vicepresidente del Consiglio Rutelli, ha recentemente espresso la volontà di affrontare tali temi in una «fase due» del Governo. Appare dai giornali che lei, invece, non crede - riferisco testualmente le sue parole - che le riforme del Governo si misurino sulle liberalizzazioni e sulle pensioni.
A fronte di tali preoccupazioni, nonché di queste apparenti diversità all'interno del Governo, le chiediamo come, con quali misure e quando l'Esecutivo affronterà i temi della previdenza, delle liberalizzazioni e della competitività del paese.

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, sul tema della liberalizzazione dei mercati e della eliminazione delle rendite corporative, Pag. 41che danneggiano le nuove generazioni ed ostacolano anche lo sviluppo di un'economia maggiormente competitiva nel nostro paese, il Governo ha innanzitutto avviato il suo lavoro adottando le decisioni del cosiddetto decreto Bersani, varato l'estate scorsa, ed intende procedere con passo accelerato.
Ricordo che sono già all'esame del Parlamento numerosi provvedimenti che vanno in tal senso e sui quali contiamo di ottenere il più vasto consenso, oltre che, naturalmente, il sostegno della maggioranza.
Il disegno di legge in materia di energia, che è stato il primo atto importante del Governo, rappresenta un ulteriore passo per la liberalizzazione di un settore strategico per la competitività del paese.
Ricordo il disegno di legge sui servizi pubblici locali; il disegno di legge sul sistema radiotelevisivo che contiene norme finalmente volte a favorire la concorrenza e a combattere la concentrazione in questo delicato settore; il disegno di legge sulla semplificazione amministrativa; il disegno di legge sulla class action che introduce nel nostro ordinamento uno strumento di tutela collettiva. Quest'ultimo è certamente perfettibile, ma rappresenta una soluzione italiana, cioè non copiata da modelli anglosassoni, e dovrebbe consentire di tutelare i consumatori e di risarcirli di fronte a soprusi di piccola entità che oggi non hanno alcuna possibilità di rimedio.
Il Governo sta poi lavorando alla realizzazione di un'altra importante riforma, decisiva e a lungo rinviata: quella dei servizi professionali. Si tratta di una legge impegnativa che l'Europa ci sollecita e che richiederà un grande ed approfondito dibattito in Parlamento.
Dunque, per quanto riguarda il sistema previdenziale, il Governo ha annunciato, sulla base di un documento sottoscritto dai sindacati, l'apertura di un tavolo negoziale con l'obiettivo di arrivare, entro la primavera, ad una proposta per il completamento della riforma previdenziale. Per una maggiore precisione voglio tuttavia chiarire un aspetto, dati i riferimenti di carattere più politico che sono stati fatti. Io ho detto più volte - e l'ho ribadito anche nell'intervista alla quale lei fa riferimento - che liberalizzazioni e completamento della riforma delle pensioni sono necessità per il nostro paese. Infatti, ho detto - e nelle sue osservazioni vi è una piccola, ma fondamentale omissione - che non è solo su questo piano che si misura la capacità riformatrice del Governo. Credo che oltre alle liberalizzazioni e al completamento della riforma previdenziale, noi dobbiamo dare impulso a politiche attive, in particolar modo nel campo della ricerca, della formazione e nel campo del rafforzamento del sistema industriale del paese, che non sono meno necessarie delle politiche di liberalizzazioni e di riduzione dei costi del sistema previdenziale.
Dunque, in verità, non ravvedo questo contrasto strategico tra i due Vicepresidenti del Consiglio, né mi sento - e la ringrazio di questa accusa che mi fa tornare giovane di molti anni -, esponente della parte più radicale del paese. Tuttavia, non la considero un'offesa, ma una considerazione politica, a mio giudizio, inesatta (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).

PRESIDENTE. Il Presidente Casini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

PIER FERDINANDO CASINI. Non interessa a me né a tutti noi il presunto o reale contrasto tra i due Vicepresidenti. Ci interessa il contrasto non presunto, ma reale tra i due documenti fondamentali che il Governo ha portato in questa Assemblea: il Documento di programmazione economico-finanziaria e la legge finanziaria. Nel primo documento, vi erano impegni seri di risanamento per questo paese. Si parlava di liberalizzazioni, di pubblica amministrazione e di previdenza.
Si è persa per strada questa impostazione: nella legge finanziaria hanno prevalso quelle impostazioni ideologiche e classiste che hanno fatto della stessa un'oggettiva sconfitta per i riformatori ed un palese viatico di inizio legislatura per la Pag. 42parte più estremista ed ideologizzata del centrosinistra.
Non ci interessa fare opposizione all'Italia, bensì a questo Governo. Ci interessano le liberalizzazioni vere, quelle che servono ai cittadini e non certo quelle che scalfiscono gli interessi deboli ovvero che colpiscono i più deboli. In caso contrario tali liberalizzazioni avrebbero di per sé poco costrutto. Ci interessano piuttosto le liberalizzazioni in grado di colpire gli interessi forti, di scalfire quei monopoli privati che si sono sostituiti ai monopoli pubblici. Nella competizione e nell'apertura dei mercati vi è una migliore qualità del servizio per i cittadini, ma soprattutto vi sono tariffe più accessibili. Ora, noi chiediamo al Governo di tornare all'impostazione del Documento di programmazione economico-finanziaria e di lavorare per scalfire, soprattutto in sede locale, quei monopoli costituiti dalle tante piccole IRI che si sono formate attorno agli enti locali e che gli enti locali stessi detengono solo per interessi di potere. Liberalizzare nell'interesse dei cittadini è una cosa che in questo Parlamento deve riguardare tutti. Dunque, onorevole D'Alema, sfidiamo questa maggioranza ad andare avanti sulle liberalizzazioni e sulla previdenza ed a vincere i veti ideologici dell'estrema sinistra per realizzare le vere riforme. Ci auguriamo che, almeno in questo caso, i riformatori battano un colpo (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Alleanza Nazionale).

(Misure volte al risanamento ambientale dell'area del Clitunno e a garantire la sicurezza dei lavoratori - n. 3-00432)

PRESIDENTE. L'onorevole Benedetti Valentini ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00432 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è cofirmatario.

DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio dei ministri, cari colleghi, per la gravissima sciagura sul lavoro accaduta a Campello sul Clitunno naturalmente è infinita e profonda la solidarietà anche di Alleanza Nazionale alle famiglie delle vittime, all'impresa, alle maestranze ed alla popolazione intera. In attesa che siano accertate le responsabilità e le modalità del sinistro, senza premature criminalizzazioni, né la gente del luogo, né noi abbiamo bisogno di passerelle di uomini politici e sindacalisti, a principiare dal Presidente Bertinotti e da altri, che vanno a regalare luoghi comuni faziosi. Invece, abbiamo bisogno che il Governo ci dica quali concrete misure, anche di carattere finanziario, abbia deliberato o stia deliberando, innanzitutto, per la solidarietà concreta alle famiglie, in secondo luogo, per rimettere in moto l'attività delle imprese e dei lavoratori che vivono e operano in quell'area e, in terzo luogo, per bonificare efficacemente un ambiente di altissimo pregio naturalistico. Soprattutto, vogliamo sapere quali progetti il Governo intenda finalmente attuare perché enti, controllori, imprese e lavoratori stessi siano pervasi da una cultura della prevenzione. La gente, noi stessi, l'Italia e l'Umbria non vogliono continuare a perdere questa guerra, con morti e feriti...

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.

DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, non vedo perché lei debba interrompere soltanto me!

PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, l'ho lasciata parlare per un tempo quasi pari al doppio di quello che aveva a disposizione.

DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Protesto formalmente!

PRESIDENTE. Lei ha ancora a disposizione due minuti di tempo per la replica.
Prego, onorevole D'Alema.

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MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, vorrei unirmi, innanzitutto, alle parole dell'interrogante nell'esprimere il cordoglio del Governo - già lo hanno fatto altri colleghi - per il grave incidente sul lavoro avvenuto a Campello sul Clitunno, nel quale hanno perduto la vita il titolare di un oleificio e tre dipendenti dell'impresa. È evidente che questa ennesima tragedia del lavoro deve rappresentare l'occasione, non tanto per inutili passerelle - anche se, in momenti come questi, è giusto che le autorità dello Stato siano presenti ed esprimano la loro solidarietà ed il loro cordoglio -, ma per concreti impegni. Tali impegni non mancheranno da parte del Governo, insieme a tutte le amministrazioni coinvolte e alle autorità regionali, sia dal punto di vista del sostegno concreto ai familiari delle vittime, sia allo scopo di affrontare la specifica situazione che si è creata. Credo, soprattutto, che questa nuova tragedia richiami la nostra attenzione sulla necessità di una azione concreta ed efficace per prevenire e combattere il rischio di tragici incidenti sul lavoro e per combattere l'illegalità e lo sfruttamento in ogni forma, colpendo le molte elusioni che sono alla base di un ambiente di lavoro meno sicuro e maggiormente esposto agli infortuni.
Con il pacchetto sicurezza contenuto nelle cosiddette misure Visco-Bersani, sono state introdotte nell'ordinamento norme severe che rappresentano un vero e proprio punto di svolta nella gestione della sicurezza, in particolare nei settori più esposti. Nel codice degli appalti, i ministri Di Pietro e Damiano hanno concordato l'inserimento di specifiche norme che evitino le approssimazioni e le indebite economie che ricadono sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici. Con il disegno di legge finanziaria, in corso di approvazione, si stanno introducendo norme che combattono il lavoro nero, inaspriscono le sanzioni per chi è inadempiente rispetto alle misure di sicurezza previste e premiano, invece, il rispetto delle regole, mediante una riduzione degli oneri assicurativi INAIL per le imprese virtuose.
Sempre nel disegno di legge finanziaria si ridefiniranno i parametri di calcolo del cosiddetto danno biologico, per una più giusta valutazione degli effetti di malattie ed infortuni sulla salute delle vittime.
Nelle prossime settimane il Governo intende presentare un disegno di legge di delega per il riordino di tutta la disciplina sulla sicurezza e la salute dei lavoratori e i principi cardine saranno quelli europei, in quanto vogliamo che in Italia vi sia civiltà e legalità nei luoghi di lavoro.
A gennaio, infine, il Governo lancerà una grande iniziativa nazionale per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, con il sostegno della Presidenza della Repubblica che, in questi mesi, ha incessantemente incoraggiato le istituzioni per una più vigile ed efficace azione di prevenzione e di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.

PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti della Scuola media «Leonardo Sinisgalli» di Potenza (Applausi).
L'onorevole Benedetti Valentini ha facoltà di replicare.

DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, nel ribadire la protesta in quanto lei ha tolto la parola soltanto al nostro gruppo, mi avvalgo della facoltà di replica per far presente che il Vicepresidente del Consiglio non si è attenuto al tema specifico, ma a quello generico. In ordine a quest'ultimo tema, ci troviamo d'accordo per una parte minoritaria, con riferimento alle misure volte a punire le indebite economie, a perseguire il lavoro nero - cosa che abbiamo fatto in maniera intensa e circostanziata - e a stabilire misure premiali a favore delle imprese che rispettano le regole.
Ma lei, onorevole Vicepresidente, non ha risposto relativamente all'episodio. In particolare, ha ignorato che l'Umbria, regione a Governo «rosso» consolidato, ha il tristissimo primato degli incidenti sul lavoro. In tale regione si registrano 52,6 incidenti all'anno ogni mille persone occupate; la Toscana - ugualmente con un Governo di sinistra consolidato - è poco al Pag. 44di sotto, mentre nel Lazio siamo a circa il 22,8.
Ci dovete spiegare il perché di questa anomalia e di questa patologia. Evidentemente, si tratta di esigenze economiche, infatti è stata formulata al Governo l'esigenza di intervenire con 9 miliardi di euro - cifre provenienti dai vostri (in senso politico) amministratori locali - e lei, signor Vicepresidente, non ci ha risposto relativamente alla bonifica del sito e alle misure di sostegno alle famiglie e alle imprese che rischiano un fermo totale. Circa 500 famiglie di lavoratori - tra quelle direttamente interessate e l'indotto - rischiano di essere tagliate fuori!
Nulla ci ha detto anche di misure urgenti di sostegno e di solidarietà nei confronti delle quattro vittime dell'incidente. Vedo che non siete troppo informati, infatti il deceduto, insieme ai suoi dipendenti, non è il titolare dell'oleificio, ma della ditta appaltatrice del lavoro di manutenzione straordinaria.
Vogliamo dunque che l'intervento sia preciso e circostanziato e che si risponda con misure immediate, anche di carattere finanziario, alle emergenze del territorio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,35.

La seduta, sospesa alle 16,30, è ripresa alle 16,35.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Brugger, De Simone, Franceschini, Landolfi, Oliva, Leoluca Orlando, Pisicchio e Villetti sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono sessantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio della costituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse ha proceduto in data odierna alla propria costituzione.
Sono risultati eletti: presidente, il senatore Roberto Barbieri; vicepresidenti, il deputato Camillo Piazza e il deputato Pietro Franzoso; segretari, il senatore Donato Piglionica e il deputato Michele Tucci.

In morte dell'onorevole Saverio Monteleone.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Saverio Monteleone, già membro della Camera dei deputati nella VII e VIII legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1922)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato votato, da ultimo, l'emendamento Paolo Russo 2.7.
Dobbiamo ora passare alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 2.8, sul quale i pareri della Commissione e del Governo sono contrari.Pag. 45
Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. La vorrei pregare di rilevare alla ripresa della seduta, la concomitanza tra i lavori di Commissione e lo svolgersi delle votazioni in Assemblea. So perfettamente che la Presidenza è sempre molto attenta a far in modo che, come prevede il nostro regolamento, i lavori delle Commissioni si concludano nel momento in cui sono previsti i lavori dell'Assemblea, in particolare per le votazioni.
Come è facilmente riscontrabile, e come è assolutamente legittimo, l'opposizione ha ritenuto di uscire e di non contribuire quindi al mantenimento del numero legale - lo ripeto -, come è assolutamente legittimo fare. Si renderà ben conto, signor Presidente, che prima di porre in votazione l'emendamento all'esame sarebbe utile avere la certezza - provengo da una Commissione dove ancora fino a qualche minuto fa erano in corso i lavori -, proprio per consentire alla maggioranza di mantenere come suo dovere il numero legale, che i lavori delle Commissioni siano effettivamente e concretamente esauriti.
Siccome - lo ripeto - mi è arrivata qualche segnalazione, anche se forse non è così, la pregherei di fare gentilmente le verifiche necessarie e, qualora vi fosse qualche Commissione nella quale sono in corso i lavori, di non procedere ai lavori d'Assemblea, finché non vi sia la certezza che tutti i deputati impegnati nelle votazioni presso le Commissioni possano scendere in aula a votare.
Qualche volta accade, e qualche altra no, - e lei lo sa perfettamente, signor Presidente - che non si è presenti in aula a votare solo perché impegnati nel lavoro di Commissione, ed è una cosa che è necessario evitare.
La pregherei se non l'avesse fatto - e qualora l'abbia già fatto la ringrazio -, di verificare che effettivamente i lavori di tutte le Commissioni, comprese quelle bicamerali - lei sa che vi è sempre stato un problema, signor Presidente, tra Camera e Senato, quando lavorano le Commissioni bicamerali - che la Camera si trovi nella possibilità di procedere regolarmente alle proprie votazioni, tenendo conto della conclusione del lavoro delle Commissioni.

PRESIDENTE. In effetti, il suo dubbio era fondato fino a pochi minuti fa. In questo momento, siamo sicuri che non vi sono in corso lavori di Commissione, neppure di quelle bicamerali.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, chiedo scusa, ma è semplicemente per un fatto pratico!

BRUNO TABACCI. Basta ostruzionismo!

ROBERTO GIACHETTI. Fino a qualche minuto fa erano in corso i lavori di Commissione. Vedo ora entrare in aula alcuni colleghi, ma se la seduta della Commissione bicamerale a San Macuto si è conclusa pochi minuti fa è assai complicato, anche se si è bionici, giungere in aula in qualche secondo!
Pertanto, signor Presidente, la pregherei di tenere conto di questo fatto nel momento in cui si procederà alle votazioni.

EGIDIO ENRICO PEDRINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, sono arrivato trafelato in aula, perché le sedute di Commissione sono terminate pochi secondi fa. Quindi, si dia il tempo fisico di arrivare, soprattutto con riferimento alle Commissioni bicamerali! Io ho fatto una corsa. Magari, ho qualche anno in meno, ma un po' di tempo lo deve Pag. 46concedere (Commenti dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!

PRESIDENTE. La maggior parte dei parlamentari ha le sue risorse atletiche, onorevole Pedrini! Quindi, possiamo confidare nella possibilità da parte di tutti i membri delle Commissioni di raggiungere l'aula.

ANTONINO LO PRESTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, trovo assurdo il comportamento di alcuni colleghi della maggioranza che prendono a pretesto dei presunti ritardi delle Commissioni per impedire (Commenti del deputato Carbonella) all'Assemblea...

PRESIDENTE. Onorevole Carbonella, la prego di non reagire!

ANTONINO LO PRESTI. ... di procedere speditamente nei propri lavori.

GIOVANNI CARBONELLA. Tassone, diglielo tu!

ANTONINO LO PRESTI. Sarà un problema dei presidenti di queste Commissioni programmare i lavori in modo tale che le sedute finiscano prima dell'orario di inizio dei lavori dell'Assemblea.
Se voi fate opposizione, pregherei il Presidente di procedere nei nostri lavori!

ANTONELLO FALOMI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONELLO FALOMI. Signor Presidente, vorrei invitarla a verificare non solo la conclusione dei lavori delle Commissioni...

MARIO TASSONE. Ve lo ha detto!

ANTONELLO FALOMI. ...ma anche degli uffici di presidenza delle stesse, perché, molto spesso, dopo le sedute di Commissione, si riuniscono gli uffici di presidenza e ciò rende difficile ovviamente il nostro lavoro e la possibilità per tutti di essere presenti all'inizio della seduta dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Grazie per le sollecitazioni!

GIOVANNI CARBONELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

GIOVANNI CARBONELLA. Per fatto personale!

PRESIDENTE. Onorevole Carbonella, può intervenire per fatto personale al termine della seduta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 278
Votanti 274
Astenuti 4
Maggioranza 138
Hanno votato
15
Hanno votato
no 259
Missioni 66).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 2.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, deve essere una seduta equilibrata, come previsto nell'emendamento in esame!Pag. 47
Esso, si propone di sopprimere la parola «equilibrata» dal testo. Se la si mantiene, è ovvio che vi sarà l'opportunità di un'apertura con riferimento al testo dell'articolo 2 che non darà il senso di un lavoro effettivo a livello pratico.
Al comma 1-bis, capoverso comma 4... Presidente, non si può intervenire, c'è confusione...

PRESIDENTE. Proceda, onorevole Dussin, c'è un tasso di brusio abbastanza stabile, e non è eccezionale in questo momento. Prego, prosegua pure.

GUIDO DUSSIN. Presidente, capisco, ma sarebbe bene poter operare in condizioni migliori.

PRESIDENTE. Prego i colleghi, in particolare dei settori di destra, di rispettare il diritto dell'onorevole Dussin di svolgere il suo intervento ed il diritto degli altri colleghi di ascoltarlo.
Quindi, invito i colleghi a recarsi ai propri scranni in modo silenzioso.
Prego, onorevole Dussin.

GUIDO DUSSIN. Ci troviamo in una situazione di emergenza. Dobbiamo elaborare un testo per sbloccare la situazione riguardante sia la raccolta dei rifiuti nella regione Campania, in modo da ripristinare una situazione igienico-sanitaria, sia l'avvio degli impianti per un'ordinaria gestione nell'intera regione.
L'aggettivo «equilibrata» riferito alla localizzazione dei siti per le discariche e degli impianti, significa prevedere la possibilità di scelta da parte di tutti e quindi togliere il potere decisorio al commissario.
In questa situazione - ovviamente, si parla della consulta regionale -, l'espressione «equilibrata» offre agli enti locali l'ulteriore potere di bloccare le varie realtà che andranno ad ospitare gli stessi rifiuti.
Allora, credo sia giusto, importante e fondamentale compiere una scelta forte che possa individuare soluzioni per il lungo periodo. Al contrario, una debole decisione non risolverebbe il problema dello stoccaggio dei rifiuti.
Oggi, il problema è quello di avere siti approntati in maniera corretta e regolare. Se tornassimo alla situazione di tredici anni fa, non avremmo né siti né l'opportunità di disporre di altre discariche.
Non stiamo parlando, dunque, di una piccola modifica. L'espressione «equilibrata» potrebbe ancora offrire, magari, ai comuni limitrofi l'opportunità di bloccare azioni necessarie alla consulta, ma anche gli enti proposti per la decisione riguardanti siti stessi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, torniamo al tema della Consulta. A cosa serve questa specie di comitato di consulenza per il commissario straordinario? Serve davvero ad indicare e a suggerire elementi di novità?
Serve davvero a costruire un terreno migliore dal punto di vista delle «umoralità» territoriali? Serve davvero a rendere più praticabile il rapporto con i territori? Non credo, così come è composta. Soprattutto, non credo che essa sia nelle condizioni di rendere il percorso più agevole rispetto alla sensibilità e alla vivacità dei territori, né, paradossalmente, che renda più agevole il lavoro del commissario.
Insomma, come in altri punti di questo provvedimento, si registra una condizione permanente di indecisione, una permanente mancanza di scelta tra due soluzioni: da una parte, avete la necessità, che ritengo legittima, di affidare ad un solo uomo, un uomo capace, la responsabilità di uscire da questa emergenza; dall'altra parte, vi è la consapevolezza che più si assumono responsabilità in questa direzione, più sono evidenti le responsabilità politiche di chi avrebbe dovuto fare e non ha fatto.
Allora, con una rara dose di alchimia politica, tentate di rendere compatibili queste due scelte e inventate i comitati, le commissioni, la Consulta, indetta da uno e presieduta dall'altro. Immaginate questi organismi bicefali, convocati da uno e Pag. 48presieduti dall'altro? E non importa se sono in sintonia o meno, se le sensibilità sono diverse.
Immaginate tutto ciò per dare consulenza su cosa? Per individuare i siti dove si possano adottare soluzioni non straordinarie dal punto di vista dell'impatto ambientale. Infatti, appena si comincia a ragionare di cose serie, come di impianti con un notevole impatto ambientale che, soprattutto, creano una evidente condizione di vivacità territoriale - mi riferisco agli impianti di termovalorizzazione -, la consulta non serve più, non ha più competenza, non ha più valore, non ha più senso, non ha più funzioni: non serve.
Ritorniamo, così, in questa condizione altalenante permanente, stavolta immagino verso il commissario straordinario. Ma poi vediamo che non è così. Vedremo, nei prossimi articoli, che non è così, ma che vi è la solita condizione, ossia la drammatica scelta politica, che vi compete, rispetto alla quale non vi chiediamo di scegliere una soluzione in particolare. Fate pure! Vi chiediamo, però, di scegliere una soluzione chiara. L'unica cosa che non dovete fare è quella che state facendo: un pasticcio di competenze, di rimbalzi e di responsabilità, che produrrà nulla di diverso rispetto a quanto avete già prodotto finora.
Allora, è per questa ragione che ci permettiamo di sollecitare la vostra sensibilità alla ripresa dei lavori dell'Assemblea, avendo registrato che vi sono degli errori significativi in questo provvedimento. Non possiamo decidere, a prescindere, di abdicare al nostro ruolo di legislatori per consentire ad altri, non so per quale ragione, di non svolgere questa funzione nell'altro ramo del Parlamento. Per quale ragione dobbiamo licenziare un testo sbagliato nella forma e nel merito?
Per questa ragione vi chiedo di votare a favore dell'emendamento Dussin 2.9.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 2.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 457
Votanti 455
Astenuti 2
Maggioranza 228
Hanno votato
194
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che i deputati Greco e Mele non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 2.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, vorrei preannunciare che interverremo per dichiarazione di voto su tutti i miei emendamenti.
Il mio emendamento 2.10 riguarda il problema dello stoccaggio e propone di inserire al comma 1-bis dell'articolo 2 le parole «anche provvisorio».
È noto a tutti il problema dello stoccaggio provvisorio dei rifiuti in Campania, visto che provvisoriamente i rifiuti e le ecoballe si lasciano per strada. Questa è stata la realtà di questi anni; e, ovviamente, tali ecoballe non sono state neppure trattate.
Sappiamo che vi sono migliaia di tonnellate di ecoballe accatastate provvisoriamente. Pertanto, sarebbe utile che la consulta risolva anche la problematica dello stoccaggio provvisorio.
È ovvio che, a tal fine, si farà affidamento sulle capacità e sull'autorità del commissario. Si vuole fare in modo che il commissario risolva il problema delle ecoballe nelle discariche che si stanno individuando: tali ecoballe devono essere trattate ed inertizzate, non potendo essere accatastate tal quali, direttamente nello stato in cui si trovano.
L'inserimento dell'espressione che abbiano indicato all'articolo 2 è volto proprio Pag. 49a raggiungere un obiettivo che in altre regioni rappresenta una condizione di normalità, che si pretende dalla stessa norma nazionale. Il nostro spirito è quello di aggiungere all'articolo 2 le parole «anche provvisorio», per dare soluzione ad un problema contingente non indifferente, di una dimensione tale che si trova solo ed esclusivamente in questa realtà, in cui vi sono cinque milioni di tonnellate di ecoballe.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, sono convinto della straordinaria disponibilità e buona fede di tutti i colleghi dell'Assemblea; ma ho la sensazione che per molti di loro questo sia un fastidioso provvedimento che va licenziato quanto prima, per chiudere una vicenda non gloriosa dell'amministrazione regionale campana. Vorrei che proprio questi colleghi riflettessero. Stiamo blindando al massimo questo provvedimento, non consentendo alcun contributo di merito.
Eppure, in ordine a tale questione, due giorni fa la Repubblica ha pubblicato un articolo in cui si dice: «La camorra vendeva quei posti». Confessioni di un pentito ai giudici.
Si tratta dei 2.300 lavoratori assunti per la raccolta differenziata, che non svolgono questa attività e rispetto ai quali il provvedimento in esame si occupa di ogni fantasia: esso si occupa dei più vari trattati internazionali, si occupa delle più inutili consulte, si occupa di ogni più fantasiosa iniziativa tesa probabilmente a coprire quanto accade. Ma, purtroppo, quanto accade viene fuori da una serie di elementi talvolta completamente estranei anche alla politica.
Allora, vorrei suggerirvi di riflettere su come questi temi vadano affrontati attraverso un'azione di sensibilità comune.
Altrimenti, questo diventa un tema di parte che sembra governato da interessi che diventano di parte. Per questa ragione, mi permetto di sollecitare ancora ad una riflessione: non è pensabile che la Camera dei deputati si limiti a svolgere una funzione di assistenza al Senato della Repubblica, avendo riconosciuto, nella fase preliminare, che il provvedimento in esame è ricco di svarioni e necessita di essere modificato. Nella consapevolezza degli errori in esso contenuti, poi, si mettono in campo anche ordini del giorno talvolta contraddittori con il testo stesso. E non vorrei ancora ricevere suggerimenti, per cui saremo in condizione di modificare questo testo, mediante l'approvazione di proposte emendative alla legge finanziaria, ora all'esame del Senato.
Guardate, colleghi, che la strada più facile è quella che vi stiamo suggerendo: lavoriamo nel merito su singole, importanti e determinanti questioni e assumiamoci insieme la responsabilità di un recupero di credibilità della politica sulla questione. Viceversa, saremo costretti, nostro malgrado, ad individuare tutte le criticità che rappresenteranno una muraglia invalicabile per la risoluzione dei problemi della regione Campania e vi assumerete la responsabilità totale delle scelte politiche che mettete in campo. Si tratta, peraltro, di scelte che sono, dal punto di vista delle condizioni tecniche, sollecitate ad essere cambiate anche dallo stesso direttore Bertolaso. Per questa ragione, vi chiediamo di votare a favore dell'emendamento proposto, per iniziare un percorso che consenta, su poche e rilevanti questioni, di dare una sterzata ad un decreto-legge che, così come è redatto, è davvero lontano dai territori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, gli emendamenti della Lega, al solito, sono sempre pragmatici. Perciò auspichiamo che questo venga accolto. È infatti impensabile che si possano definire i siti per lo stoccaggio definitivi di 5 milioni di tonnellate di rifiuti, subito o in tempi brevi. Per tale ragione, aggiungere anche la possibilità di stoccaggio provvisorio, Pag. 50da un lato, è un'operazione di buon senso (perché si sa, in partenza, che non sarebbe possibile definire subito i siti definitivi) e, dall'altra, evita un enorme spreco di soldi pubblici, in quanto i rifiuti non vengono esportati fuori dalla regione (a costi triplicati), se prima non vengono definiti, comunque, dei passaggi transitori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI. Questo emendamento cerca di ampliare i compiti della Consulta, della quale, però, noi reputiamo inutile la costituzione, in quanto ne fanno parte esattamente quei soggetti istituzionali che non hanno minimamente adempiuto alle proprie funzioni e ai compiti istituzionali assegnati dalla legge. Paradossalmente, facciamo assistere il commissario nominato per l'inadempienza altrui proprio da quell'altrui. È uno strano modo non solo di legiferare, ma anche di creare pesi e contrappesi in una commedia che, indubbiamente, più che con l'arte, ha a che fare con la parte di coloro i quali non hanno mai fatto la propria parte istituzionale, ma vogliono riservarsi, invece, la possibilità di una parte politica.
Signor Presidente, colleghi, penso che questa legge avrebbe dovuto prevedere una norma che riservasse unicamente in capo al commissario, e, se proprio si volevano istituire, ai tre subcommissari i poteri che abitualmente vengono conferiti ad un commissario. Il commissariamento è un atto straordinario che presuppone un potere particolare posto in capo ad un soggetto in ragione della mancata adozione ed attivazione dei soggetti che vengono sostituiti e, quindi, commissariati. Invece, creiamo un comitato di consultazione che rassegna poteri di coordinamento, di ascolto, di indirizzo da parte di coloro i quali, avendo la possibilità non di indirizzare ma di fare le scelte, non solo non hanno indirizzato alcunché, ma non hanno fatto neppure alcuna scelta.
Quello rappresentato dal comma 1-bis è un'evidente svarione che dovrebbe farci riflettere. Nel testo originario del decreto-legge di questa Consulta non si parlava, di questa sovrastruttura non si sentiva alcuna necessità. Paradossalmente oggi, in un provvedimento che questa maggioranza vuole forzatamente tenere blindato, anche tale sovrastruttura viene mantenuta nonostante ne sia acclarata l'inutilità. Si tratta di una situazione kafkiana e paradossale che cozza, oltre tutto, con i provvedimenti inseriti sia nella finanziaria, sia nel decreto-legge recentemente convertito dal Parlamento che ha voluto sciogliere un numero cospicuo di commissioni ritenute inutili. Evidentemente, vi è un fondo di verità nel vostro agire: sciogliete una commissione inutile per moltiplicarla nel provvedimento successivo per dieci o per cento. Si tratta di un capolavoro di confusione politica, a tacere del capolavoro di inutilità legislativa di cui vi fate carico (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 2.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
228
Hanno votato
no 259).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 2.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, con l'emendamento in esame si chiede di aggiungere, al comma 1-bis, capoverso comma 4, dopo le parole «dei rifiuti trattati» le parole «o non trattati». Non Pag. 51tutti i rifiuti vengono trattati prima dello smaltimento: esistono rifiuti pericolosi catalogati nei codici CER che vanno smaltiti senza trattamento. La Consulta, che come diceva il collega Foti ha i suddetti poteri consultivi, è formata da amministratori e tecnici locali e può conoscere anche le realtà dei rifiuti non trattati. Se la Consulta deve esistere - e noi siamo contrari - per dare questo contributo rispetto ai rifiuti trattati, alla equilibrata localizzazione dei siti (visto che avete respinto il mio emendamento 2.9) e per lo stoccaggio dei rifiuti trattati è bene che dia un suo contributo anche per i rifiuti non trattati. Questi ultimi sono prodotti a livello locale e, quindi, li si conosce sicuramente.
I soggetti che hanno già operato in loco sanno benissimo dove si trovano questi rifiuti e che in tali realtà quelli non trattati vanno invece inseriti nel meccanismo di trattamento finale.
L'obiettivo di questo emendamento è quello di dare una giusta collocazione anche a questa tipologia di rifiuti per riportare la normalità ed eliminare le situazioni peggiori dove la «monnezza» è abbandonata in siti non noti e non viene trattata. A mio avviso è più importante trattare questi rifiuti piuttosto che non trattare gli altri, perché si potrebbero creare situazioni particolarmente pericolose con residui che rischiano di inquinare le falde, determinando una situazione ambientale molto spiacevole.
Se non si approva questa serie di emendamenti e si lascia inalterato il testo del decreto-legge, la localizzazione di questi siti avviene su base amministrativa. Sulla carta geografica si individuano i sindaci che li accettano e quelli che viceversa li rifiutano. Tuttavia, è ovvio che nessuno di loro vorrà accogliere il sito. Invece, i siti dovrebbero essere scelti in base a priorità di ordine geologico ed ambientale, compiendo scelte opportune, così come dovrebbe avvenire per l'individuazione delle località in cui costruire le discariche e gli impianti particolari che tuttavia in seguito possono provocare disagi. È chiaro che si tratta di impianti che nessuno gradisce fino a quando non si seguirà la strada del riciclaggio e del recupero, considerando il rifiuto come una risorsa dopo il trattamento tramite impianti di termovalorizzazione o tramite altre strutture particolari. Questo potrebbe avvenire anche con impianti di discarica, inertizzando le situazioni.
In una regione dove la percentuale di raccolta differenziata è bassa (tra il 4 e l'8 per cento), non è possibile collocare questi rifiuti in posti diversi che non siano le discariche. Il nostro emendamento invece segue la logica del giusto stoccaggio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.

GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, ritengo che l'emendamento Dussin 2.11 meriti l'attenzione dell'Assemblea. Al di là della dizione specifica, esso chiarisce la pericolosità di considerare soltanto i rifiuti trattati e non anche quelli non trattati. Da un punto di vista comportamentale è chiaro che l'articolato si riferisce ad una situazione ottimale, per la quale tutti lavoriamo, ovvero quella di avere di fronte soltanto rifiuti trattati. Tuttavia, sappiamo che in Campania l'emergenza rifiuti è tale a causa del notevole volume di rifiuti non trattati. Quindi, la maggioranza dovrebbe mostrare attenzione nei confronti di questo emendamento che non stravolge nulla e non è per nulla pericoloso.
Ritengo - queste argomentazioni le ripeto sempre - che il Senato abbia tutto il tempo per approvare un testo modificato dalla Camera dei deputati. Se vi preoccupate di «andare sotto» nelle votazioni poiché la vostra maggioranza al Senato è più risicata, vi dico che l'atteggiamento responsabile di Forza Italia salverà il decreto-legge e farà in modo che esso venga convertito in una giusta legge. Infatti, il nostro obiettivo è quello di licenziare un provvedimento che, finalmente, possa corrispondere agli interessi del popolo della regione Campania.
Desidero terminare il mio intervento con un'altra considerazione: anche questo Pag. 52articolo, questo comma fanno risaltare, in tutta la loro evidenza, le contraddizioni del provvedimento. Ai subcommissari e alla commissione si aggiunge anche una consulta, per cui i poteri del commissario sono ridotti al lumicino. Egli è imbrigliato da una serie di «ipoteche» - cosiddette legislative o di bassa politica - che ne intralceranno il cammino.
Lancio ancora un appello a questa maggioranza: o diamo vita ad un commissariamento veramente tale, oppure ritorniamo ai poteri legislativi ordinari. In questo modo, perpetueremo l'alibi che il potere legislativo, i sindacati e i partiti politici hanno avuto nei confronti della struttura commissariale. Infatti, la struttura commissariale definiva un provvedimento e i partiti vi si opponevano avendo ragione in sede istituzionale; era in questo modo che si salvava l'anima e la faccia. Ciò non deve più accadere: o i partiti, le istituzioni prendono in carica, in modo chiaro e definitivo, la potestà della risoluzione del provvedimento, o altrimenti va data al commissario Bertolaso la possibilità di svolgere realmente il suo compito per ciò che concerne l'emergenza rifiuti in Campania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, intervengo per sottolineare che l'emendamento presentato dal collega Dussin pone una vera questione.
Ci troviamo di fronte alla costituzione di una consulta che, per sua stessa definizione, dovrebbe avere poteri consultivi. In ogni caso, nel momento stesso in cui la norma, al comma 4, ne prevede l'istituzione, si definiscono nel dettaglio gli argomenti su cui tale consulta dovrebbe esprimere il proprio parere. Nello stesso tempo, però, si dimentica che vi è una platea - per così dire - di rifiuti a cui bisogna fare riferimento, quindi si definisce solo la questione dei rifiuti trattati.
Noi siamo sicuramente critici e perplessi riguardo alla funzionalità di questa consulta, ma nel momento in cui essa viene costituita e la norma individua le tipologie di rifiuti che costituiranno l'oggetto di questa consultazione, bisogna trattare tutti gli argomenti che provocano l'emergenza, compresi i rifiuti non trattati.
Comunque il problema è alla fonte: perché si decide di istituire una consulta regionale? Perché si decide di affiancare al commissario delegato un organismo prettamente politico con poteri consultivi che prevede, però, anche la presenza di tutti i soggetti istituzionali responsabili della mancata risposta all'emergenza?
In condizioni normali quale dovrebbe essere la procedura?
La regione dovrebbe individuare i siti dove realizzare gli impianti per il trattamento dei rifiuti. Si convocherebbero, quindi, le conferenze di servizi alle quali parteciperebbero i soggetti istituzionali deputati - dunque, il comune interessato dall'intervento, la provincia e la regione -; in quella sede, poi, i diversi livelli istituzionali esprimerebbero il proprio parere, con riferimento sia alle procedure di valutazione di impatto ambientale sia al parere tecnico per l'individuazione degli stessi siti.
Ma evidentemente non siamo in tale situazione in quanto ci troviamo in una condizione di emergenza; ma allora perché, assodata l'esistenza di un'emergenza e disposta con decreto la nomina di un commissario, si affianca a quest'ultimo una Consulta, che quindi, di fatto, si sovrappone alla sua attività e non secondo le procedure normali seguite dalla conferenza di servizi, bensì attraverso un'attività consultiva che si risolve solo ed esclusivamente in una forma di pressione politica? Peraltro, tale Consulta non opera su tutte le questioni esistenti ma è competente solo sui rifiuti trattati; ritengo che a tale riguardo l'emendamento del collega e la lettura del comma evidenzino con quale approssimazione si stia procedendo nell'affrontare un'emergenza così delicata e grave e come, soprattutto, non si vada né nella direzione di declinare effettivamente Pag. 53le tipologie di rifiuti sulle quali dover poi esaurire le attività istituzionali né in quella di un commissario che abbia pieni poteri per poter affrontare, a prescindere dalle pressioni politiche, l'emergenza medesima (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo solo per svolgere alcune precisazioni. Ci troviamo dinanzi ad un provvedimento urgente nel settore dei rifiuti; ma se non ci occupiamo dei rifiuti non trattati, ciò significa che una vera urgenza non si pone perché solo dinanzi ai rifiuti non trattati ci si può trovare in tale evenienza. Se, infatti, si ha il tempo di trattare i rifiuti, ciò significa che l'urgenza non sussiste e che, allora, gli stanziamenti fatti servono davvero a qualcosa. O si vuole lasciare la gestione dei rifiuti non trattati ad altre organizzazioni ad hoc?
Inoltre, alla parola «stoccaggio» non si vuole aggiungere la parola «provvisorio», che è determinante. Il commissario straordinario, come ho già osservato, non è tale in quanto dipende direttamente dalla Consulta, da Bassolino, dai presidenti delle province; non è vero, cari colleghi, che i tecnici individuano i siti: a farlo sono solamente gli amministratori, i politici, le istituzioni.
Se dunque non vogliamo aggiungere ai rifiuti trattati anche quelli non trattati, per quale ragione nominiamo un commissario straordinario? Già commissario straordinario non è, perché abbiamo visto che deve in qualsiasi momento soggiacere al presidente della Consulta, organo pletorico, composto da un certo numero di presidenti di province, dai vicari, dai subcommissari; subcommissari dei quali si ignora il profilo professionale, ma che devono essere sicuramente «amici degli amici».
Dunque, con 2 mila 200 dipendenti che non riescono a fare nulla - fuorché timbrare il cartellino al mattino -, con oltre un miliardo di euro di deficit, noi, in questo momento, abbiamo creato l'istituto della balia istituzionale per il Senato della Repubblica. Certo, i senatori a vita sono anziani e di una balia hanno forse bisogno: ma la Camera dei deputati non può restare inerte, senza poter apportare modifiche perché, altrimenti, si viola l'istituto del Senato, che non può riprendere in esame un decreto che «urla» in tutti i modi e che è un controsenso.
Come ribadisco, vi assumete la responsabilità di far gestire i rifiuti non trattati da organizzazioni criminali! Guardate che vi sarà chi ovviamente li gestirà, e non sarà il commissario straordinario: la Campania continua ad essere, dopo questo decreto, una fogna in tutti i sensi, grazie a voi!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 2.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 486
Votanti 483
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato
229
Hanno votato
no 254).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 2.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Onorevoli colleghi della maggioranza, se voi ritenete che questa Consulta debba avere un ruolo, non vedo per quale ragione la stessa di tutto debba trattare tranne che di impianti di incenerimento. Mi sembra un maldestro - devo dire - tentativo di sottrarvi ad uno Pag. 54strumento che voi avete indicato come strumento democratico. È evidente che non si tratta di uno strumento democratico, eppure questa «solfa» della Consulta tentate di farla passare come partecipazione. Se partecipazione è - e non è partecipazione - per quale ragione a questo straordinario percorso di partecipazione democratica non deve «partecipare» l'iter che consenta di addivenire ad una soluzione condivisa per l'individuazione dei siti sedi di impianto di incenerimento?
Allora, dalla sensazione che date viene fuori la verità: che questa Consulta serve per fare un po' di «moina», che questa Consulta serve per «vendere» sui territori la vostra presunta disponibilità democratica, ma che, in realtà, le cose serie non si decidono con i presidenti di provincia, e men che mai con i sindaci, si decidono in altra sede; poi vedremo, nel corso dell'esame degli articoli seguenti, in quale sede si decide: la sensazione è che non lo sapete nemmeno voi, con questo provvedimento. La sensazione è che ci sono «trilocali» che consentiranno decisioni multiple, il più delle volte decisioni che non produrranno risultato, perché saranno tutte decisioni in direzioni diverse e, quindi, capaci di determinare una condizione permanente di impasse.
Ed allora, se volete che questa Consulta abbia perlomeno un senso, nella vostra logica, nella logica sbagliata di questo provvedimento, consentite a questa Consulta di dare consulenza su tutta la filiera, che abbia un'azione di ridotta potestà, ma su tutta la filiera e che possa esprimersi non solo sui piccoli impianti di trasferenza, non solo sulle realtà che non determinano grande impatto ambientale, non solo su quegli impianti che talvolta sono graditi ai territori, non solo su piccoli pezzi quali le isole ecologiche ed altri giochini vari: consentite a questa Consulta di esprimersi, di valutare, di considerare anche il percorso che riguarda gli impianti a più alto impatto ambientale. Altrimenti, la sensazione è che quasi prendete in giro le amministrazioni locali. Quando vi è da trattare cose serie, via i presidenti di provincia, tornino a giocare con i lavori pubblici e le strade! Quando vi è da trattare, viceversa, di impiantini e magari di qualche festa o azione di marketing con festa compresa, allora coinvolgete subito i presidenti di provincia e qualche sindaco per giocare sul tema dei rifiuti! Questo è un errore, dal punto di vista strategico, grave, perché indicate una strada che non è quella del coinvolgimento territoriale, scindete completamente i due percorsi: quello della «ciccia» seria, degli impianti seri, da una parte, e quello della «solfa» di «bassa cucina», dall'altra.
Se non individuerete uno strumento unico - e ritengo la Consulta un mezzo sbagliato sotto questo profilo -, commetterete un errore che genererà una sorta di strabismo dal punto di vista dell'impianto normativo. Il cittadino leggerà tutto ciò e continuerà a nutrire scarsa fiducia rispetto alla possibilità che si ritorni a condizioni di ordinarietà!
Il risultato, quindi, sarà quello di generare un'ulteriore ostilità dei territori, altre «vivacità» ed incomprensioni aggiuntive. Si intraprenderanno, in altri termini, percorsi che genereranno...

PRESIDENTE. La prego di concludere!

PAOLO RUSSO. ...la solita impasse!
Per questa ragione, pertanto, vi chiediamo...

PRESIDENTE. Grazie!

PAOLO RUSSO. ... di votare a favore dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Pag. 55

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 477
Votanti 476
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato
223
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i deputati Rampelli e Casini non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 2.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, il mio emendamento è simile, ovviamente, a quello precedentemente votato. Esso propone di aggiungere al comma 1-bis, capoverso comma 4, secondo periodo, dell'articolo 2 del decreto-legge in esame, dopo la frase «degli impianti per il trattamento», l'espressione «e per la combustione».
In altri termini, si intende ribadire la necessità di realizzare dei termovalorizzatori per trasformare i rifiuti in energia ed in ricchezza per il paese. Ciò dopo aver promosso la raccolta differenziata ed averla portata a raggiungere, rispetto a quelli nazionali, valori perlomeno accettabili.
Vorrei segnalare che in altre realtà potremmo arrivare anche al «porta a porta» e ad effettuare una raccolta differenziata molto avanzata. In questo caso, proponiamo di stabilire che i termovalorizzatori rappresentino la chiusura di tale filiera. Porto ad esempio il caso del termovalorizzatore di Brescia, poiché tale comune è risultato primo, a livello mondiale, per l'energia derivante dalla combustione dei rifiuti, davanti a città come New York, Londra, Amsterdam e Vienna.
Il termovalorizzatore dell'azienda municipalizzata bresciana, controllata dallo stesso comune, infatti, ha ottenuto l'oscar per il migliore impianto a livello mondiale. A conferire tale riconoscimento è stato il Consiglio per la ricerca e la tecnologia della termovalorizzazione, un organismo dell'Earth Center della Columbia University. Ricordo che i criteri che hanno condotto ad assegnare a Brescia questo premio sono stati l'aspetto estetico dell'impianto, il livello di recupero di energia da rifiuti, quello relativo alle emissioni inquinanti, l'utilizzo dei residui di combustione e l'accettazione dell'impianto da parte della comunità locale.
È chiaro che tale accettazione deriva dalla cultura esistente nel Bresciano. In tale area, infatti, vi è la cultura di fare impresa sfruttando i rifiuti ed il materiale di risulta (pensiamo, ad esempio, al ferro). Se il rifiuto viene considerato una risorsa (e in quella zona è considerato tale), è evidente che esso viene facilmente recuperato, attraverso l'impiego di mezzi e di sistemi appositi. È giusto, quindi, che il trattamento riservato ai metalli venga esteso a tutti i materiali di risulta.
A monte, ovviamente, dovremmo selezionare le produzioni ed effettuare la raccolta differenziata. Siamo perfettamente d'accordo con quanto, in numerose altre occasioni, viene proposto da comitati di cittadini o da forze politiche; tuttavia, ritengo sicuramente importante tener sempre presente il concetto per cui il rifiuto deve costituire una risorsa.
Si ricorda allora che, nel 2005, il citato impianto di Brescia ha trattato 757 mila tonnellate di rifiuti, producendo 510 milioni di chilowattora di energia, equivalenti al fabbisogno di 170 mila famiglie. Sono stati prodotti, inoltre, 491 milioni di chilowattora di energia termica, rifornendo più del 40 per cento dei 130 mila cittadini bresciani serviti da teleriscaldamento.
Questi sono dati oggettivi che dobbiamo considerare e portare nell'ambito della discussione di questo decreto-legge e, soprattutto, all'interno delle problematiche della Campania e del sud in genere. Il rifiuto non può essere inteso nel senso letterale della parola, ma deve essere considerato una risorsa. Con l'azione preventiva della selezione dei prodotti di questa filiera, sicuramente noi potremo completare un percorso che tutti quanti auspichiamo. Pag. 56Quindi, all'articolo 2 del testo, secondo noi, va aggiunto in modo esplicito la parte appena detta.
Infatti, con i precedenti emendamenti 2.10 e 2.11 a mia firma - l'emendamento Dussin 2.13 può essere abbinato all'emendamento Paolo Russo 2.12 - si può dare un senso completo a ciò che intendiamo per filiera corretta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.

GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, ritengo che nell'impianto di questo decreto-legge e nel cammino che la maggioranza sta perseguendo in quest'aula, ci sia una forte contraddizione: da una parte, si cerca in ogni modo di coinvolgere i poteri istituzionali, dall'altra, si nomina un commissario e si limitano i suoi poteri. Anche la Consulta, secondo il mio parere, deve essere considerata non tanto come momento di ricerca di partecipazione democratica esasperata, quanto come un elemento per mettere le briglie al commissario.
Tuttavia, una volta che abbiamo deciso che si faccia la Consulta e che questa abbia giurisdizione su tutta la problematica dei rifiuti, mi sembra un controsenso sottrarre alla stessa la fase più importante e qualificante, vale a dire quella finale - come dicevano gli onorevoli Dussin e Paolo Russo - della filiera dei rifiuti. Per questo, secondo il mio parere, dobbiamo consentire che la Consulta possa discutere, programmare e decidere anche su questo importantissimo argomento. Del resto, vedendo ciò che è successo in Campania, il vero vulnus della raccolta dei rifiuti che ha creato l'emergenza dei rifiuti in quella regione è ascrivibile a tre momenti: il primo, la mancanza della raccolta differenziata o la quasi totale assenza di questo istituto; il secondo, la creazione di CDR che sono tutto fuorché dei centri per produrre combustile derivante dai rifiuti; in terzo luogo - e questo è l'aspetto più determinante nella creazione dell'emergenza -, la mancanza di un termovalorizzatore. Proprio qui è cascato l'asino! Infatti, proprio a causa di questa mancanza la regione Campania si è indebitata e, con il commissariato, presentano ancora debiti con l'Umbria, con la Lombardia, con la Germania: una serie infinita di insolvenze che fa gridare letteralmente allo scandalo.
Allora, democratizzazione fino alle estreme conseguenze e che lo sia realmente! Quindi rendiamo partecipe e responsabile della fase finale della filiera anche la Consulta, vale a dire la parte della combustione e della termovalorizzazione. Poi, sulle altre possibilità nei confronti della scelta del termovalorizzatore si può discutere all'infinito.
Credo che non possiamo più perdere tempo e, al pari di centri importanti quali Milano e Brescia, finalmente anche le città della Campania devono dotarsi dei termovalorizzatori per mettere in un angolo una emergenza che sta gettando discredito su tutto il sistema Campania, penalizzando tutte le sue attività, la legalità e la sua immagine in Italia e nel mondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, quello della termovalorizzazione - non chiamiamoli inceneritori, altrimenti la gente si arrabbia - è un tema serio. Però, tutte le grandi città hanno termovalorizzatori. A Montecarlo è ubicato, addirittura, nei pressi della reggia principesca. A Milano, che è una grande città, ci sono impianti di termovalorizzazione, ve ne sono anche a Brescia e così via. Se Napoli vuole diventare una grande città, è giusto che proceda alla termovalorizzazione dei rifiuti, altrimenti non lo sarà mai.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 57Dussin 2.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 486
Votanti 484
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato
231
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i deputati Giovanardi e Nicchi non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 2.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, in base alla lettera prevista dall'articolo 2, comma 1-ter, del decreto-legge in esame, che sta per essere approvato, il commissario delegato individua le modalità operative che assicurino il pieno coinvolgimento degli enti locali interessati dall'emergenza. Si tratta di un'altra consulta? Stiamo delegando al commissario la costruzione di altri percorsi? Quali sono gli enti locali interessati dall'emergenza, i circa 600 comuni della regione Campania? Oppure sono quelli interessati dagli impianti? O sono quelli nelle cui strade si trovano determinate quantità di rifiuti? Trovo qualche difficoltà a comprendere questa norma, rileggendola. Nella migliore delle ipotesi, nell'ipotesi più benevola, è inutile, superflua. Devo pensare, viceversa, che sia frutto di sollecitazioni, le più varie, per costruire in capo al commissario qualche altra modalità operativa. Ma quali modalità operative? Il commissario deve fare il commissario, come sa, e non bisogna coinvolgere alcun comune o ente locale in modo particolare. È necessario seguire un percorso che riguarda tutti. Che senso ha prevedere in norma qualcosa che è insita nella funzione del commissario? Lo chiedo al Governo che immagino abbia approfondito questo tema. La maggioranza di questa Camera, infatti, sta esaminando questo provvedimento non avendoci potuto mettere mano. Conoscendo la sensibilità di molti di voi, escludo che avreste mai immaginato di inserire un comma aggiuntivo in cui si chiede al commissario delegato di individuare le modalità operative per assicurare il pieno coinvolgimento degli enti locali interessati all'emergenza. Devono essere gli enti locali a mobilitarsi, a mettere in campo politiche serie e necessarie sul fronte della raccolta differenziata, investendo su questo fronte. Mi riferisco, in particolare, ai comuni, alle province e alla stessa regione.
Che senso ha una norma del genere, se è successiva all'istituzione di quella specie di organismo di compensazione che serve da consulenza? Una consulenza che, da una parte, viene svolta in consulta e, dall'altra, viene delegata ulteriormente al commissario per costruire ulteriori percorsi.
Sarebbe utile cominciare a ragionare nel merito, approfondendo questioni specifiche, ma in Commissione non ce n'è stata data la possibilità. Questa è la ragione per la quale sollecitiamo in aula un approfondimento di merito su questioni che ci sembrano rilevanti.
Siamo di fronte a norme superflue che si sommano ad altre altrettanto superflue, con il risultato di continuare a produrre una miriade di norme tutte il più delle volte inutili, quando non dannose. In questo caso, vi è anche un profilo di danno, perché il povero commissario delegato dovrà individuare modalità operative; chissà quale dovrà essere lo sforzo del povero commissario delegato nel mettere in campo modalità operative extra consulta, in quanto quest'ultima è una cosa e le modalità operative sono un'altra. Ma qual è l'ente territoriale in emergenza? Sarebbe utile operare anche questo chiarimento. Per questa ragione abbiamo proposto un emendamento soppressivo del comma 1-ter.

Pag. 58

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.

ROBERTO COTA. Presidente, capiamo lo spirito che ha motivato la presentazione di questo emendamento da parte dell'onorevole Paolo Russo, che insieme a noi sta sostenendo tesi che condividiamo, ma in questo caso non siamo d'accordo con il contenuto della presente proposta emendativa.
Infatti, non vorremmo che questo emendamento così come formulato perpetuasse quel gioco allo scaricabarile nel quale le amministrazioni locali della Campania, la regione in testa, si sono particolarmente distinte in questi anni.
È troppo comodo non risolvere i problemi, non operare scelte e poi scaricare tutto su qualcun altro: sul Governo di Roma o sul commissario in questo caso. Allora, se non sono capaci di risolvere i problemi, chiediamo di non coinvolgerli più o che siano coinvolti e che emerga tutta la loro incapacità di affrontare e di risolvere i problemi. Bisogna che questa classe politica cominci a responsabilizzarsi!
Come ricordato precedentemente da altri colleghi, operare scelte può anche comportare impopolarità; decidere di realizzare i termovalorizzatori può di certo scontrarsi contro vecchie logiche, contro la logica della camorra, che gestisce la partita dei rifiuti in Campania. Evidentemente, se non si ha il coraggio di farlo, è perché ci sono connivenze. Del resto, in Campania, esiste una questione morale che abbiamo cercato di portare in questo Parlamento, ma che assolutamente non si vuole affrontare; tale questione morale coinvolge a pieno titolo gli amministratori.
Ricordo, ad esempio, che qualche tempo fa pagine e pagine di giornali descrivevano uno scontro nella regione Campania tutto interno alla sinistra tra il sindaco di Salerno e il governatore della regione, Bassolino.
Erano scontri che denunciavano una logica inaccettabile di spartizione del potere e di gestione degli affari che era collegata ai rifiuti, così come ad altre gestioni di affari che attenevano al governo della cosa pubblica. Basta con lo scaricabarile...

ROSA SUPPA. Presidente, non è possibile!

ROBERTO COTA. ...noi non ci presteremo ancora una volta a queste pratiche!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 2.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 490
Votanti 487
Astenuti 3
Maggioranza 244
Hanno votato
212
Hanno votato
no 275).

Prendo atto che il deputato Giovanardi non è riuscito a votare. Prendo atto altresì che il deputato Pini ha erroneamente espresso un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cosenza 2.40.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cosenza. Ne ha facoltà.

GIULIA COSENZA. Colleghi, nell'emendamento in esame chiedo l'adozione di un meccanismo unificante per la raccolta differenziata perché in Campania succede anche questo, e cioè che il meccanismo non sia partito per la raccolta differenziata, ma in quei pochi comuni dove esso viene attuato si utilizzano criteri diversi, vanificando anche quella piccola azione positiva.Pag. 59
Pertanto, è una azione di buon senso quella che vi chiedo di fare per compiere un primo passo e avviare un meccanismo fondamentale che porti poi alla realizzazione del ciclo completo di smaltimento di rifiuti, ovverosia la raccolta differenziata.
Mi auguro che possiate accogliere la mia proposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Mi sento di sottoscrivere l'emendamento in esame che è assolutamente di buon senso e penso che possa essere considerato tale anche dalla stessa Commissione e dal Governo.
Chiedo quindi uno sforzo in più, come fatto in precedenza, per sottolineare che l'unico scopo che l'emendamento in esame ha è quello di apportare un certo buon senso alla norma, riscrivendone il testo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Devo dire che questo, come gli altri emendamenti della collega Cosenza, è di straordinario equilibrio e ragionevolezza. Esso pone un problema importante che riguarda il sistema di raccolte differenziate in Campania.
Si tratta di una regione che raggiunge poco meno del 9 per cento di raccolta differenziata, che è anche tale nelle realtà geografiche: vi sono due aree di picchi. Una è quella della provincia di Salerno, che è un pezzo importante, e l'altra è quella nolana. Sono due aree della Campania che realizzano una raccolta differenziata che supera largamente il 30-35 per cento.
Ebbene, la collega Cosenza pone un problema serio: il fallimento dell'istituto commissariale non è dovuto solo al mancato adempimento del compito principale, quello di evitare l'emergenza, e comunque di chiuderla; bensì quel fallimento è generato anche da un'altra valutazione evidente.
Si disse: nominiamo un commissario (tredici anni or sono!) perché la criminalità organizzata la fa da padrona. Purtroppo ciò ancora accade e quindi il fallimento viene registrato ancora una volta. È un motivo importante quello sollecitato dalla collega Cosenza. Il commissario non ha nemmeno messo in campo non dico le procedure unificanti, ma perlomeno quelle di buon senso che potessero consentire a valle della raccolta differenziata meccanismi unificanti: in Campania vi sono più o meno 150 modalità operative di raccolta differenziata diverse.
Escludo che la regione, impegnata in altro, si possa mai preoccupare di varare una norma che consenta una cornice di binario sulla raccolta differenziata.
Credo potrebbe essere questa l'occasione per suggerire un percorso omologante ed omogeneo, che consenta a coloro che operano la raccolta differenziata di sommare le condizioni ed i valori attraverso un'azione sinergica per ottenere un risultato superiore. Viceversa, alimentiamo la raccolta differenziata - chissà quando comincerà nei grandi centri urbani - ma, siccome la si fa attraverso filiere scomposte, tutto ciò che si raccoglie talvolta genera nel cittadino la sensazione che si raccoglie in modo differenziato per poi rimischiare tutto. L'obiettivo non deve essere quello di raccogliere in modo differenziato, deve semmai essere quello di riutilizzare ciò che si raccoglie e siccome le filiere sono disarticolate ed i modelli organizzativi ed operativi sono i più diversi, talvolta anche incompatibili, è evidente che il risultato, anche quando c'è entusiasmo e una pubblica amministrazione che pone la raccolta differenziata nell'agenda della politica, tra le priorità - sono poche a dire la verità - il risultato talvolta è inferiore all'attesa proprio perché le modalità operative, al contrario di quanto accade in altre regioni, dove vi sono dei protocolli e dei binari da seguire, sono lasciate alla fantasia, al caso, alla vivacità o alla passione. Ovviamente, i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Consentite di introdurre in norma uno strumento, una sollecitazione forte a rendere Pag. 60unitari i percorsi per migliorare la performance della raccolta differenziata. Per questa ragione, voteremo a favore dell'emendamento presentato dalla collega Cosenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI. Signor Presidente, in tutta questa discussione stupisce il silenzio quasi tombale dei colleghi del centrosinistra, quasi che il tema dei rifiuti in Campania non li tocchi. Mi permetto, però, di rivolgere un invito al relatore e al rappresentante del Governo. Stante l'indubbia utilità di questo emendamento, li inviterei a modificare il parere espresso da contrario in favorevole o quantomeno che il Governo si impegni ad accogliere - se i proponenti sono d'accordo nel ritirare l'emendamento - un ordine del giorno che recepisca tale principio.

SALVATORE MARGIOTTA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA, Relatore. Grazie, Presidente. Le misure sulla raccolta differenziata sono ampiamente illustrate all'articolo 4. In ogni caso, se vi è la volontà di trasfondere i contenuti di questo emendamento in un ordine del giorno, anch'io chiederei al Governo di accoglierlo, data la sensatezza e la ragionevolezza del principio contenuto.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il Governo aderisce alla segnalazione del relatore e dichiara la disponibilità ad accogliere l'eventuale ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Elio Vito. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Presidente, non so cosa riterrà di fare l'onorevole Cosenza, ma la vicenda di questo emendamento mi pare utile per chiarire ai colleghi che hanno avuto la ventura di seguire il dibattito a partire da ieri cosa stia accadendo. Non è che ci troviamo di fronte a qualcosa di insensato, ma ad una questione da noi posta già all'inizio della legislatura, che pare non interessare la Presidenza della Camera, la maggioranza e men che meno il Governo: il ruolo della Camera dei deputati.
Stiamo esaminando un decreto-legge sull'emergenza rifiuti in Campania, questione che ha visto tradizionalmente convergere da anni maggioranza ed opposizione, un decreto che ha subito alcune modifiche nell'altro ramo del Parlamento e scade l'8 dicembre, data che lascia ancora un certo margine operativo. Abbiamo presentato un numero relativamente limitato di emendamenti, che hanno tra l'altro raccolto tra i colleghi della maggioranza, se non altro informalmente, un giudizio, se non favorevole, quantomeno di buon senso.
Solo che qui aleggia lo spettro dell'impossibilità fisica che qualunque provvedimento, che sia stato già esaminato dall'altro ramo del Parlamento, possa tornare al Senato. Così, l'onorevole Russo, gli onorevoli Dussin, l'onorevole Foti, stanno parlando letteralmente al vento, perché, per quanto ci si dica che abbiamo ragione, che sono questioni fondate, il provvedimento non può essere modificato. Abbiamo dato la nostra disponibilità a licenziarlo immediatamente, pur di mandarlo al Senato, invece esiste questa impossibilità, che ormai riguarda il funzionamento e il ruolo della Camera. A dimostrazione ancora della situazione di frustrazione che stiamo vivendo, vi è l'atteggiamento del Governo: non abbiamo avuto la ventura di vedere da ieri nessun membro del Governo che si sia interessato del merito del provvedimento. Abbiamo la generosità un po' distratta del sottosegretario D'Andrea, delegato ai rapporti con il Parlamento, che ora ci dice che, per generosità, accoglierebbe un ordine del giorno che recepisse il contenuto Pag. 61di un emendamento, che, come gli altri, è di buonsenso. Presidente, dico questo per spiegare anche ai colleghi quello che sta accadendo; forse ci vorrebbe qualcuno - non so se vi sia un capogruppo di maggioranza, non so se vi sia un ministro, non so se vi sia un presidente di Commissione, che avesse un po' di orgoglio e di dignità del proprio ruolo - che dicesse che questo è un ramo del Parlamento, che ha tutto il diritto e il dovere di funzionare e di esaminare provvedimenti, che, se c'è un emendamento dell'opposizione o, perché no, della maggioranza, meritevole di approvazione, lo si approva (dopo evidentemente avrà strada libera al Senato, essendo un emendamento dell'opposizione). Questo consentirebbe anche di conseguire un risultato politico, che dovrebbe stare a cuore al Governo e alla maggioranza, trattandosi di una materia così delicata: per la prima volta, il Governo non andrebbe da solo su una strada, quella della gestione straordinaria dei rifiuti in Campania, che a nostro giudizio è molto difficile da percorrere. Ecco perché, Presidente, ho colto l'occasione di questo emendamento per una riflessione di carattere più generale, per sollecitare ancora una volta un minimo di attenzione da parte della maggioranza e del Governo e per ringraziare, se permette, l'onorevole Paolo Russo e gli altri colleghi, che testardamente invece sembrano essere gli unici intenzionati a non rinunciare ad esercitare il proprio ruolo, che è quello di fare il parlamentare con dignità, con orgoglio, con professionalità, difendendo le proprie tesi nel momento in cui questo sembra non interessare più a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Evidentemente le sue sono considerazioni politiche che la Presidenza può solo ascoltare, cosa che ha fatto diligentemente. Gli eventuali interlocutori, giustamente, lei li ha evocati.
Chiedo all'onorevole Cosenza se acceda all'invito a ritirare il suo emendamento 2.40.

GIULIA COSENZA. Sì, signor Presidente, però vorrei condividere quanto detto dall'onorevole Vito. Effettivamente, la sensazione è frustrante. Ritiro l'emendamento e proporrò l'ordine del giorno esclusivamente per lasciare traccia di quanto detto, perché siamo tutti consapevoli che è un atto necessario per un obiettivo comune.

PRESIDENTE. Sta bene. C'è quindi un impegno della proponente a presentare un ordine del giorno dello stesso contenuto, dell'emendamento testè ritirato, che il Governo ha dichiarato essere disponibile ad accettare.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Aurisicchio.

RAFFAELE AURISICCHIO. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché voglio informare l'Assemblea del fatto che oggi il bollettino delle sciagure relative agli incidenti sul lavoro, delle morti di operai sui luoghi di lavoro, si è arricchito di due nuovi tragici episodi. Ad Avellino, per lo scoppio di una caldaia sono morti due operai in un cantiere...

PRESIDENTE. Onorevole Aurisicchio, queste informazioni dovrebbero essere date a fine seduta, ma poiché ha iniziato l'intervento e l'argomento è serio, la prego di proseguire, concludendo in tempi rapidi.

RAFFAELE AURISICCHIO. Ad Avellino vi sono stati due morti e due feriti; a Salerno, sempre in un cantiere, vi è stato un morto.
Credo che la Presidenza debba farsi interprete, presso il Governo, di questa tragica situazione, che non è consona ad un paese civile, per chiedere di riferire urgentemente in aula circa le circostanze in cui sono maturati gli incidenti e, soprattutto, sui provvedimenti che il Governo intenderà adottare per bloccare questa tragica sequenza di morti e di lutti.
Nel frattempo, vorrei esprimere la mia partecipazione e il mio vivo cordoglio al lutto delle famiglie, nonché rivolgere un augurio di pronto ristabilimento agli operai che sono rimasti feriti (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).

Pag. 62

PRESIDENTE. La ringrazio. L'ho lasciata completare perché l'argomento era molto serio. Credo di interpretare il pensiero di tutta l'Assemblea nell'associarmi al cordoglio delle famiglie delle vittime e agli auguri di pronta guarigione ai feriti.
Sicuramente, la Camera dei deputati partecipa al dramma di queste situazioni, che si moltiplicano giorno dopo giorno. Ancora oggi pomeriggio, questa materia è stata oggetto di una interrogazione a risposta immediata durante il question time, cui ha risposto il Vicepresidente del Consiglio.
La Presidenza, comunque, parteciperà immediatamente al Governo la richiesta di riferire in aula.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 3.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento e segnalarne l'importanza, perché esso si distingue sotto due aspetti. Innanzitutto, esso sottolinea la necessità di utilizzare, nel miglior modo possibile e con immediatezza, le opportunità tecniche ed operative, che sono tante e che vanno al di là di quello che è di immediata conoscenza.
In secondo luogo, tale emendamento è importante in riferimento al fatto che la regione Campania si avvale esclusivamente delle strutture operative nazionali del servizio della protezione civile. Si tratta di un riferimento a strutture di carattere nazionale che spersonalizza non poco la responsabilità e il potere decisionale a livello regionale, che ha dimostrato tante carenze in questi anni.
Si tratta pertanto di un emendamento che mi auguro i colleghi della maggioranza vorranno approvare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI. Signor Presidente, a questo punto chiedo veramente un attimo di riflessione al relatore e al Governo, perché, con l'articolo 3, stiamo affrontando una parte molto significativa di questo decreto-legge, rispetto al quale nessuno può dire che si sta facendo una qualsiasi forma di ostruzionismo. Noi stiamo intervenendo nel merito, laddove in Commissione - dobbiamo dirlo sinceramente - il Comitato dei nove ha svolto un esame molto veloce.
Quindi, invito il relatore e il Governo ad esprimersi in ordine alla chiusura totale su qualsiasi possibile modificazione di questo decreto-legge. In primo luogo, non si tratta di un decreto-legge con una scadenza immediata, ma vi è la possibilità, da parte del Senato, di valutare le modifiche che possono essere apportate in questa sede.
In secondo luogo, diversamente saremmo davvero di fronte alla commedia degli inganni, perché stiamo cercando di porre delle argomentazioni per migliorare un provvedimento nella chiusura più totale della maggioranza, che però preannuncia la presentazione di un ordine del giorno nel quale tutte le nostre riserve troverebbero comunque un qualche accoglimento.
Ovviamente se il Governo si impegna oggi a modificare un domani questo provvedimento, quale miglior momento di questo vi può essere - non è un gioco di parole - per modificare in questa sede e in questa fase, con tutte le possibilità di arrivare alla conversione del decreto-legge, la normativa al nostro esame?
A me pare una questione politica di rilevante importanza. È una questione che fatalmente, in una fase successiva, determinerà un atteggiamento diverso da parte nostra. Se, di fronte ad un'opposizione costruttiva, si oppone un muro - null'altro che un muro! - non resta altra scelta che passare ad altre forme di opposizione.
Penso di essere stato sufficientemente chiaro sul punto, e penso di aver detto chiaramente tra le righe (anzi, nemmeno tanto tra le righe!) che un atteggiamento responsabile ha senso nel momento in cui la controparte dimostra un atteggiamento responsabile.Pag. 63
Infatti, laddove vi sia soltanto chiusura, da parte nostra dovrà seguire un atteggiamento diverso in ordine al provvedimento in esame. A questo punto, non ci sentiremo più vincolati ad intervenire soltanto nel merito dei singoli emendamenti, ma interverremo in modo più diffuso, emendamento per emendamento, così come ci consente di fare il regolamento della Camera.
Pertanto, gradirei una risposta politica ad una motivazione che è politica, ma che riguarda anche il corretto svolgimento dei lavori di questa Camera (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
Mi scuso con l'onorevole Volontè per non avergli consentito di intervenire in precedenza, non essendo pervenuta tempestivamente la sua richiesta di parola. Prego, onorevole Volontè.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, non vi è alcun problema.
Vorrei riprendere il discorso svolto dal presidente Elio Vito. Abbiamo parlato di questo tema fin dall'inizio della legislatura, nel mese di luglio. Nel corso dell'esame di altri provvedimenti «ordinari» del Governo ci era stato detto che molti emendamenti, pur essendo ritenuti molto positivi, sarebbero stati approvati al Senato per ragioni esclusivamente politiche.
In sede di Conferenza dei presidenti di gruppo - per questa ragione mi rivolgo a lei e la prego di far presente la questione al Presidente della Camera - era stato chiesto esplicitamente al Governo di non tenere più tale atteggiamento e di mostrare un maggiore rispetto nei confronti di questo ramo del Parlamento. Ciò affinché non accadesse più che, nonostante si riconoscesse molto positivo un contributo proveniente dalla maggioranza o dalla stessa opposizione, nonostante si ritenesse positivo un determinato emendamento da approvare in questa sede, si decidesse comunque di approvarlo nell'altro ramo del Parlamento, perché più comodo.
Lo dico in buona fede e con grande rispetto: il Governo ha svolto la stessa riflessione con riferimento all'emendamento della collega di Alleanza Nazionale, il cui contenuto verrà trasfuso in un ordine del giorno.
Il mio intervento non vuole essere, in alcun modo, paternalistico. Però, vorrei si chiarisse una volta per tutte tale questione. Colgo l'occasione per rammentarlo a lei e per rivolgere un invito al sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali D'Andrea che, pur non essendo competente in questa materia specifica, può dare una risposta in virtù del ruolo che ricopre. Mi chiedo se questo sia l'atteggiamento che il Governo intende tenere ordinariamente nei rapporti con la Camera dei deputati.
Considero positivo il fatto che sia presente il sottosegretario D'Andrea e intervengo senza alcuna polemica. Vorrei capire (immagino che questa sia stata la ragione che ha mosso l'intelligente intervento dell'onorevole Vito), senza sollevare polemiche, se l'atteggiamento del Governo vuole essere la prosecuzione di quello tenuto a luglio, e che ritroviamo oggi solo perché, nella seduta odierna, stiamo esaminando il primo provvedimento dopo il disegno di legge finanziaria. In tal caso, il procedimento non si sarebbe mai interrotto, se non per l'esame del disegno di legge finanziaria. Se questo è l'atteggiamento che intende adottare il Governo, ne prenderemo atto e protesteremo, non in questa sede, ma in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo. Però, sapremo che l'Assemblea della Camera, anche qualora si trovasse di fronte ad un parere favorevole dell'esecutivo su uno o più emendamenti, sarà tenuta (seguendo una procedura ordinaria) ad aspettare la loro approvazione da parte dei colleghi del Senato, perché è più consono agire in tal senso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, anzitutto, vorrei associarmi a Pag. 64quanto detto dal relatore nonché alla richiesta espressa con riferimento al problema degli infortuni sul lavoro. È un argomento al quale io ed il movimento cui ho l'onore di appartenere siamo molto sensibili. Auspico quindi che, il più presto possibile, il Governo riferisca su tali fatti, che negli ultimi tempi si sono davvero incrementati.
Vorrei poi porre alla Presidenza una questione. Come tutti sanno, la nostra struttura delle fonti normative è abbastanza rigida e gerarchica. Assistiamo alla presentazione di emendamenti che sono in contrasto con una norma giuridica. Vorrei che il Governo - che pur di togliersi di dosso questa patata bollente appare disponibile ad accogliere qualsiasi tipo di proposta - si esprimesse su come intende attuare gli impegni contenuti negli ordini del giorno quando essi siano in contrasto con una norma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. L'articolo 3 di questo provvedimento è molto importante, occupandosi dell'affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti sulla base delle migliori tecnologie disponibili, e l'emendamento 3.2, alla nostra attenzione, sostituendo la prima parte di tale articolo, permette che si rielabori, sulla base di nuovi ambiti territoriali, il piano regionale del ciclo integrato dei rifiuti urbani e speciali, utilizzando le migliori opportunità tecniche e operative disponibili. Sosteniamo quindi anche noi questo emendamento che è volto a migliorare il provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Vorrei anzitutto rispondere all'onorevole Brigandì, per quanto di competenza della Presidenza. Gli ordini del giorno verranno valutati dalla Presidenza, quando saranno presentati, ed è del tutto evidente che, ove fossero tecnicamente in contrasto con il testo della legge, non sarebbero ritenuti ammissibili.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Perché a titolo personale, signor Presidente?

PRESIDENTE. Per il suo gruppo ha già parlato l'onorevole Laurini.

PAOLO RUSSO. Interverrò a titolo personale, allora, e parlerò più compiutamente sull'emendamento successivo.

PRESIDENTE. Non le mancano le occasioni, onorevole Russo...

PAOLO RUSSO. Voglio solo far presente che questo emendamento e quello successivo sono alternativi, essendo volti a definire la competenza del soggetto che rielabora il piano regionale del ciclo dei rifiuti. Questo è l'elemento centrale della norma che farà cadere questo provvedimento sul piano dell'efficacia. In Commissione, Bertolaso ha detto che ovviamente non potrà fare un nuovo piano di concerto con regione, ministro e quant'altro. L'emendamento 3.2 indica con chiarezza che il soggetto competente è la regione, mentre il successivo attribuisce la competenza al commissario straordinario. È evidente che la norma, così come è scritta, è errata e non produrrà risultati, in quanto affida tale competenza ad un improbabile concerto: se vi fosse stato, il piano sarebbe già stato rielaborato dall'ex commissario Catenacci.
Per questa ragione vi chiediamo di votare a favore o del primo emendamento o del secondo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 3.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Pag. 65

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 478
Votanti 476
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato
214
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che il deputato Ciro Alfano non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 3.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Avete votato contro la proposta di affidare la responsabilità alla regione Campania. Evidentemente, avete qualche ragione. Voi conoscete meglio le cose governate a sinistra e quindi avete ragione ad aver votato contro l'affidamento alla regione Campania di queste responsabilità. Scientemente - e probabilmente avevate ragione - avete ritenuto che la regione Campania fosse incapace di fare questo. Avete detto che la regione Campania non poteva rielaborare il piano. Non so per quale ragione - poi forse lo direte in altra sede - voi ritenete incapace quella regione: lo avete detto voi con questo voto.
Se avete detto questo, buonsenso vorrebbe che diceste anche chi allora deve rielaborare il piano. Chi può essere a rielaborare il piano, se voi avete detto che non deve essere la regione Campania, visto che voi avete indicato la regione Campania come la regione delle incapacità? Probabilmente, il commissario straordinario. L'emendamento da me proposto indica esattamente questo: il piano deve essere rielaborato dal commissario straordinario. Qual è la differenza rispetto alla norma da voi proposta? La norma da voi proposta prevede il concerto, nel senso della condivisione di un percorso. Il direttore Bertolaso ci ha detto che questa condivisione è evidente che non c'è, perché, se ci fosse stata, il commissario Catenacci avrebbe già risolto questo problema e fatto il nuovo piano.
È evidente quindi che state commettendo un errore. Avete ora scelto bene di non affidare il piano alla regione, ma poi commettete l'errore di imporre al povero Bertolaso il concerto con la regione Campania. È un concerto improbabile, incerto, impossibile! Però non vi siete fermati a questo. Ne avete fatta un'altra, perché la vostra fantasia non si ferma quando c'è da fare pasticci! Avete preteso il concerto anche del ministro dell'ambiente. Vi pare mai possibile che la predisposizione di un piano, che non è stato fatto negli ultimi dieci anni - e non è stato fatto quando Bassolino era contemporaneamente presidente della regione e commissario -, sia ora da voi affidata a Bertolaso, ma con l'obbligo di un concerto triplice? Questa è una follia!
Se perseguite questa strada, ciò significa che voi volete che non si faccia il piano. I cittadini campani devono sapere che questo provvedimento non serve a fare il nuovo piano. Serve a lasciare le cose come stanno. Poi, ognuno farà le proprie valutazioni: chi ci guadagna e chi ci perde. Non mi riferisco a chi ci guadagna euro. Lontano da me questo pensiero. Fate voi queste valutazioni (e mi rivolgo agli attenti parlamentari del centrosinistra). Guardate, così com'è la norma, non può farsi un nuovo piano. Non solo perché ce lo dice Bertolaso, ma per una questione di buon senso. Pensate mai che si possa generare una condizione di concerto tra quanti - qui peraltro c'è un'ampia presenza di campani - hanno sinora avuto idee diametralmente opposte?
È evidente quindi che questa norma da voi proposta serve a imbrigliare, a frenare, a bloccare, di fatto a rendere neutra l'azione del commissario Bertolaso. Se non viene predisposto il nuovo piano, non si possono fare i nuovi affidamenti né nuove gare, non si possono definire i nuovi ambiti né i nuovi siti. A che serve questo provvedimento se non si affida ad una sola responsabilità la gestione ed il governo del nuovo piano regionale dei rifiuti?Pag. 66
È certamente utile che Bertolaso senta la regione con le sue inefficienze e poi i comuni, ma poi deve poter decidere. Per tali ragioni, vi chiedo di riflettere su questo emendamento. Riflettete perché...

PRESIDENTE. Onorevole Paolo Russo...

PAOLO RUSSO. Perdonatemi.
Riflettete perché l'emendamento in oggetto è tra quelli centrali, dal momento che la norma del testo è tra quelle che porterà allo sfascio la regione Campania.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paolo Russo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.

VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, credo che questa accorata riflessione, oltre alle altre svolte in questi giorni dal collega Paolo Russo, metta al centro di questo confronto, al di là delle battute dell'onorevole Bocchino, l'urgenza di definire - come la norma recita in maniera forte e chiara - il nuovo piano dei rifiuti. Tutti sono consapevoli del fatto che quanto attuato fino ad ora, anche nel modo in cui è stato messo in campo (tanto che si conferma la risoluzione e l'annullamento della procedura di gara precedentemente indetta) è stato sbagliato, come questa norma afferma in maniera chiara e netta. La procedura, l'aggiudicazione e il piano non funzionano.
Ieri ho ricordato, intervenendo nel merito di alcune riflessioni svolte dalla collega Francescato, la genesi del piano rifiuti della regione Campania, conseguenza della furia ideologica presente in un certo periodo in Italia. Ahimè, tale furia si ripropone in questo frangente, con il Ministero dell'ambiente gestito in maniera appunto ideologica e non in maniera da diventare il ministero «del fare». Come ricordavo ieri e voglio puntualizzare adesso, quando fu proposto il piano rifiuti della regione Campania, erano previsti impianti diversi, articolati sul territorio in bacini di dimensioni completamente diverse da quelle attuali. Ebbene, l'allora ministro dell'ambiente Ronchi (verde come quello di oggi e non solo di rabbia) impose l'attuale sistema di due megainceneritori.
Oggi, noi poniamo al centro della riflessione le seguenti domande. Chi è il soggetto deputato a ridisegnare l'intervento nella regione Campania? Come diceva qualcuno questa mattina, abbiamo assoldato Schumacher. Ma allora perché non gli affidiamo una macchina adeguata e lo facciamo correre? Perché vengono messi tutti questi lacci e laccioli? Perché ci deve essere questa condivisione e questa supervisione del Ministero dell'ambiente? Tuttavia, l'aspetto più sconcertante è che bisogna fare tutto in base non - come sarebbe giusto - alle migliori tecnologie disponibili, ma a quelle «immediatamente disponibili». Cosa significa questo? Che qualcuno ha già verificato quali sono le soluzioni tecniche immediatamente disponibili? Domani chi si assumerà la responsabilità di definire tale immediatezza? Chi deciderà se siano migliori e più immediatamente disponibili le celle a combustione chiusa oppure altri tipi di intervento?
Nel prosieguo del dibattito dovremo anche iniziare a parlare di alcuni aspetti, come la tipologia, la dimensione e la pericolosità degli impianti. Chi definirà valide ed immediatamente disponibili le varie tecnologie? Colui che sta dietro alla porta se ne assumerà la responsabilità? Chi sarà a decidere che tutto questo è immediatamente disponibile? Il commissario delegato, il ministro che deve sovrintendere o la commissione a latere che deve contestare? Stiamo mettendo in moto procedure che generano diversi livelli di intervento che non faranno altro che bloccare qualsiasi soluzione.
È lo stesso meccanismo che si ripete a distanza di dieci anni; oggi, come allora, vi è qualcun altro, non il commissario delegato, che si deve assumere la responsabilità di fare ciò che va fatto in quattordici mesi; si va a proporre, mentre sono altri i soggetti che poi debbono andare a verificare.
Noi riteniamo che da parte del Governo, della maggioranza, vi dovrebbe essere Pag. 67maggiore attenzione nei confronti di questa tematica; in ogni caso, il povero sottosegretario - come già hanno avuto modo di sottolineare i colleghi Elio Vito e Volonté - è stato abbandonato in quest'aula e si limita a presenziare alla seduta, in nome e per conto del Governo. Egli sta facendo la guardia al bidone, ma ricordatevi che in questo modo state condannando la Campania ad una perpetua emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, partirei da un esempio per spiegare questo emendamento, che condividiamo, e l'eresia compiuta attraverso la stesura dell'articolo 3.
Quando una persona si sente male ha bisogno di chiamare il 118: si tratta, infatti, di un'emergenza alla quale si deve rispondere immediatamente.
In Campania vi è un'emergenza, per questo si individua un commissario delegato straordinario, il quale (leggo testualmente) agisce d'intesa con il suo staff - tre subcommissari e cinque membri del comitato fanno un totale di nove (sembra di parlare del Comitato dei nove) -, con la Consulta della regione presieduta da Bassolino, con la regione Campania (il consiglio regionale campano, per intenderci), con il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le province ed i comuni interessati all'emergenza, avvalendosi delle strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile, nonché del concorso degli enti pubblici e delle amministrazioni dello Stato, che sono oltre cinquanta. Ma dove andate? Questo è un labirinto: vi ho citato dieci tappe una dopo l'altra. È ridicolo! Su questo articolo 3, Totò ci avrebbe fatto un film. E poi si parla di urgenza, di emergenza: per completare tutto questo iter procedimentale, per sentire tutti questi enti occorreranno uno, due o tre mesi.
Quando gli onorevoli Elio Vito - che non vedo - e Volonté hanno sostenuto che non siamo più legittimati, lo hanno fatto riprendendo una mia battuta: noi siamo la balia del Senato! Queste porcherie non piacciono a nessuno e ci ridicolizzano di fronte alla nazione; in questo modo non si risolve nessun problema in Campania. Per affidare il servizio urgente di smaltimento rifiuti, basato su moderne tecnologie, bisogna sentire 250 mila persone!
Signor Presidente, visto che sto per concludere il mio intervento mi permetta solo un'ultima considerazione. Invito i colleghi, che sono intervenuti alzandosi e solidarizzando riguardo alle morti sul lavoro, ad alzarsi tutti i giorni, poiché tutti i giorni - noi specialisti in medicina del lavoro lo sappiamo - vi sono cinque morti, tutti gli anni circa 1.800, comprese 36.000 grandi lesioni che portano ad invalidità permanente. Quindi, per l'amor di Dio, non sentiamo solo quello che ci dicono i mass media o le agenzie, ma alziamoci per tutte le vittime bianche sul lavoro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 3.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere negativo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 473
Votanti 470
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato
219
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che il deputato Suppa non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 3.3.Pag. 68
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Con quest'ultimo voto, avete condannato una regione, sei milioni di abitanti, a continuare a vivere in una condizione di emergenza rifiuti. Lo avete fatto per disciplina di partito; lo avete fatto per rigore imposto dalle logiche di appartenenza; lo avete fatto assolutamente non convinti sul merito della questione. È, infatti, impensabile che possiate credere che possa funzionare una norma costruita attraverso la superfetazione di consulte, consultori, consulenze, commissioni, legacci e strumenti che imbrigliano il commissario (e di quant'altro sia immaginabile per rendere difficile la vita a quest'ultimo). Quindi, ben sapete che la norma non è fattibile.
Sicuramente, se avessi chiesto al Governo la disponibilità ad accettare un ordine del giorno recante il contenuto trasfuso di questo emendamento - emendamento che prevede il contrario di quanto previsto dalla norma -, la fantasia straordinaria del Governo, nell'imbarazzo ordinario della Commissione circa questo provvedimento, ci avrebbe consentito di trovare una soluzione. Avete determinato una situazione nella quale Bertolaso, per varare un piano, per mettere in campo nuovi ambiti territoriali, nuove localizzazioni, nuovi sistemi, dovrà chiedere il permesso al consiglio regionale, alla giunta regionale, al presidente della regione ed al ministro dell'ambiente. Persino per raccogliere la sollecitazione venuta dall'onorevole Cosenza, il povero Bertolaso sarà costretto a questa via crucis dei rifiuti. Si tratta di una via crucis attraverso i luoghi dove si incontrano i responsabili di questa situazione critica; evidentemente, proprio per tale motivo, diventa assolutamente impraticabile una soluzione condivisa o, meglio, se pure vi fosse una soluzione condivisa, difficilmente sarebbe praticata, sapendo che vi è la necessità dell'intesa. Paradossalmente, se non aveste inserito nella disposizione l'espressione «d'intesa», sarebbe stato più facile accedere ad un percorso di condivisione; infatti, si sarebbe preso atto dell'esistenza di un decisore.
Così come l'avete costruita, la norma è invece un «papocchio» che serve solo a non rendere efficiente il sistema e a non varare un nuovo piano.
Ribadisco che ignoro chi si avvantaggerà del fatto che non si metta mano ad un nuovo piano in Campania; non so se si tratterà di imprenditori privati o di strutture pubbliche; non so saranno organizzazioni della criminalità organizzata od altri soggetti. So per certo, però, che nulla cambierà se non si procederà ad approvare un nuovo piano; risulta evidente - non solo dalla norma, ma anche da quanto riferito in Commissione dal direttore Bertolaso - che, così come è costruito, questo comma dell'articolo mette, per così dire, le manette al commissario.
Avete insomma costretto e limitato l'azione del commissario. Da una parte, dunque, avete indicato una strada forte, il commissario; dall'altra, avete individuato due strumenti per frenare l'azione dello stesso commissario. Uno, è lo strumento delle intese, le più improbabili possibili.
Ma non è bastato (e lo constateremo in seguito)! Utilizzate infatti un altro legaccio, utilizzate ancora un'altra palude, sottraendo risorse al commissario, in modo tale da costruirgli intorno una condizione di «tenaglia», che lo renda fermo ed immobile: da una parte, gli si impone la necessità di un'intesa, che significa, di fatto, sottostare alle volontà politiche, clientelari e gestionali della regione Campania e del Ministero dell'ambiente e, dall'altra parte, gli si sottraggono risorse, di fatto «imbalsamandolo».

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 3.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 69

(Presenti 460
Votanti 459
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato
204
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che i deputati Balducci e Zanella non sono riuscite ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, questo è un emendamento importante, importantissimo, anzi fondamentale. La Commissione bilancio ha espresso su di esso parere favorevole, quindi credo opportuno che si consideri in modo positivo questo emendamento. Se la Commissione bilancio ha espresso parere positivo, al comma 1, primo periodo, quando noi proponiamo l'aggiunta: «prevedendo comunque, lo svolgimento di una gara pubblica, con procedure ordinarie, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria», credo abbia fatto il suo dovere e ritengo importante, importantissimo, prevedere una gara per l'affidamento della gestione dei rifiuti della regione, evitando l'affidamento diretto previsto dall'articolo 3. Questa previsione contenuta nella prima parte dell'articolo 3, sicuramente è molto negativa. La mancanza della trasparenza potrebbe compromettere, infatti, la procedura dell'affidamento del servizio, creare nuovi contenziosi e permettere l'infiltrazione della criminalità organizzata nella trattativa. Questo è ovvio.
Dunque, la V Commissione ha espresso parere favorevole e spero e mi auguro che questo indirizzo sia recepito dall'Assemblea e l'aver scritto regolarmente una norma per quanto riguarda il nostro comportamento a livello nazionale. Non si possono, infatti, creare condizioni che sappiamo essere favorevoli all'emergere di forme delinquenziali, camorristiche e quant'altro. Credo che scrivere cose di buonsenso come queste, come nel mio emendamento 3.4, prevedendo lo svolgimento di gara pubblica con procedure ordinarie sia la cosa più normale che potremmo e dovremmo fare.
Dunque, faccio affidamento allo spirito del parlamentare per riuscire a considerare la norma tal qual è, per riuscire a trasferirla nella realtà locali e per non creare situazioni che possono determinare, e sicuramente determineranno, danni all'erario ed anche all'immagine del nostro paese e, nel caso specifico, della regione Campania. Ma ciò che è più grave è che si determinerebbe un danno all'immagine del nostro paese e, soprattutto, si altererebbe una norma in modo significativo, creando un percorso ed un precedente che sono molto, molto pericolosi. Il mio emendamento 3.4, ripeto, è fondamentale. Da parte mia, sarei disposto a ritirare tutti gli altri emendamenti che ho presentato, proprio perché ho anche il conforto della Commissione bilancio, che, lo ripeto, ha espresso un parere favorevole su detto emendamento. Chiedo pertanto che anche i componenti della stessa Commissione bilancio possano esprimersi in aula in coerenza con quanto detto - in modo corretto e giusto - in Commissione e che non sia solamente un modo di fare, quello per cui in Commissione si dà un indirizzo secondo correttezza e, poi, in aula si esprime un voto diverso, tanto ciò che dobbiamo perseguire è un risultato anomalo per i comportamenti che dovremmo avere nel paese!
Ritengo che di fronte a tutto il paese, a tutte le altre regioni ed all'Unione europea, si debba dare forza a questo testo, così scritto, per avere una norma che sia solo ed esclusivamente coerente con se stessa, con quanto già stabilito e con i giusti comportamenti che dovremmo tenere, a livello nazionale ed a livello comunitario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.

GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, in quanto a sorprese, il provvedimento Pag. 70in esame mi sembra un vero e proprio pozzo di San Patrizio! Se esaminassimo bene l'articolo 3, infatti, noteremmo qualcosa di raccapricciante.
Ciò perché, a seguito della lettura di tale articolo, balza evidentemente agli occhi una certa «fumosità» nelle indicazioni del soggetto che dovrà sostituirsi ai vecchi titolari dell'appalto, o comunque della concessione. In tal modo, si stabilisce qualcosa che, alla mia attenzione di vecchio amministratore pubblico, non suona in maniera corretta ed edificante.
Ciò perché il primo comma dell'articolo 3 recita che «In relazione al sopravvenuto aggravamento del contesto emergenziale nel territorio della regione Campania, per l'attuazione degli obiettivi di cui al presente decreto, relativi smaltimento dei rifiuti sulla base delle migliori tecnologie immediatamente disponibili (...)».
È chiaro che una gara d'appalto debba rivolgersi alle migliori tecnologie disponibili ed utilizzarle. Quindi, non si indica lo strumento dell'affidamento, ma si prevede che il commissario delegato, con l'esclusiva assistenza dell'Avvocatura generale dello Stato, definisca le condizioni per l'affidamento del servizio ad una ditta.
Mi sembra che tutto ciò dia al commissario ed alle sue strutture la possibilità di eludere la normativa nazionale e comunitaria in materia di gare d'appalto. Pertanto, bene diceva l'onorevole Dussin: noi deputati della minoranza, infatti, saremmo anche disposti a chiudere qui la discussione, purché si faccia chiarezza in ordine a tale aspetto.
Non vorrei che si debba rendere complice di un meccanismo perverso di affidamento dei lavori proprio l'Assemblea che esercita il potere legislativo maggiore. Quindi, cari amici e cari colleghi, non voglio criminalizzare nessuno, tuttavia inviterei, per la nostra dignità, a stare attenti per non offrire la possibilità (remota o meno che sia) di eludere la normativa fondamentale sulle gare d'appalto, che richiede il ricorso alle procedure ordinarie, così come prescritto e definito dalla disciplina vigente.
Si tratta, dunque, di una proposta emendativa che ritengo di fondamentale importanza: pertanto, prego sia tutti i gruppi parlamentari, sia i singoli deputati di essere veramente molto attenti, e li invito ad approvare l'emendamento Dussin 3.4.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.

VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, vorrei rilevare che, come è stato già ricordato, l'emendamento presentato dal collega Dussin ha ricevuto il parere favorevole anche della Commissione bilancio.
Mi piacerebbe che fossimo in presenza del ministro competente, ma, ahimè, il provvedimento in esame non gli interessa: egli, infatti, vive altrove, non è campano e non ha mai espresso un giudizio sull'emergenza ambientale e su quella nel settore dei rifiuti. Pertanto, non può esprimersi neanche in ordine alla questione posta dal collega Dussin.
Infatti, pretendere che si svolga una procedura di gara ad evidenza pubblica ed europea è la richiesta più naturale ed ovvia.
Tuttavia, se stiamo nei tempi, che poi dettano i commi successivi all'articolo 3, e nelle procedure per risolvere l'emergenza e guardiamo alla durata di questo commissario delegato, allora i tredici mesi che restano appaiono davvero pochi in base all'esperienza passata: bisogna fare un nuovo piano e occorre mettersi d'accordo su quale sia la tecnologia immediatamente disponibile.
Già vedo contrasti, non tanto sulla tecnologia, quanto sull'avverbio «immediatamente». Il problema non sarà, infatti, sulla migliore tecnologia, ma su chi ha a portata di mano quella che è subito disponibile. Infatti, in Campania, tra regione e organismi vari, tutti avranno qualcosa di immediato da proporre, in quanto si tratta di appalti milionari, vale a dire centinaia di milioni di euro.
Allora, la procedura evocata cozza con i tempi che questo articolo dà alla soluzione Pag. 71del problema. Mi rendo conto che il povero sottosegretario, presente ora in aula, è deputato ad un compito certamente di grande dignità, quale fare la guardia al bidone. Quando si sta in un contesto come questo, vale a dire quando si parla di rifiuti, è una cosa veramente nobile e pertanto esaltiamo la grande abnegazione del sottosegretario. Tuttavia, sarebbe stata molto più utile la presenza di qualcuno che poteva assumere impegni seri e spiegarci come si conciliano i tempi delle procedure previste con la necessaria trasparenza e l'emergenza. Sarebbe stato molto più semplice dire - visto che già una norma lo prevede -, che si andava alla risoluzione del rapporto con l'attuale concessionario, trasferendo a chi subentrerà la valutazione degli impianti e le decisioni sui tempi; ma di questo ne parleremo nei prossimi emendamenti. Tuttavia, per fare quanto è stato detto, che termini vi siete dati? Tutti i termini coincidono con il 31 dicembre 2007, quando il commissariamento dovrebbe finire. Allora, - direbbe Totò - questo è un grande «pacco» che state consegnando alla regione Campania (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA. Intervengo rapidamente per evidenziare come, al solito, la Lega Nord pone questioni concrete e serie. Questa è probabilmente la più importante: non è ammissibile pensare di risolvere il problema con un affido diretto, superando le procedure normali di gara. Infatti, la Commissione bilancio ha giustamente dato parere favorevole su questo emendamento, e non poteva essere diversamente. Come si può pensare di fare un affido del genere, bypassando la normativa italiana e comunitaria? Pertanto - e mi rivolgo alle forze di maggioranza sempre attente anche alle questioni di trasparenza e di etica - è inammissibile che una cosa del genere venga risolta non facendo una gara pubblica. Siamo convinti che chiunque sia dotato di un buonsenso e - non solo a parole - tenga alla trasparenza etica e alla correttezza, voterà a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 467
Votanti 465
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato
219
Hanno votato
no 246).

I prossimi tre emendamenti costituiscono una serie a scalare, come definita dall'articolo 85, comma 8, del regolamento. In base a tale norma, secondo la relativa consolidatissima prassi applicativa, voteremo il primo e l'ultimo emendamento della serie. Il primo della serie è l'emendamento Dussin 3.5.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Dussin 3.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, il mio emendamento 3.5 e i successivi emendamenti Paolo Russo 3.6 e 3.7 sono emendamenti a scalare, ma è sufficiente approvare il primo di essi per risolvere il problema dei successivi. Se è vero, com'è vero, che possiamo indire gare scegliendo chi vogliamo - sarà pure a causa dell'emergenza - sicuramente in tal modo ci mettiamo nella condizione di operare in un mercato alterato. La nostra domanda è: per quanto tempo? È stata compiuta la scelta di individuare, come soggetto incaricato dello smaltimento, l'impresa che si preferiva, oltretutto in una situazione di Pag. 72emergenza in cui sono intervenute anche interferenze malavitose. Mi riferisco a questi ultimi 13 anni, o anche di più. Noi chiediamo di anticipare al 31 maggio 2007 la fine di questa situazione e di concedere un anno in più per svolgere la gara. Chiediamo che questa situazione di comodo, basata su una particolare scelta da parte del commissario, che si intende protrarre per un anno, sia sospesa anticipatamente, cioè qualche mese dopo aver dato avvio in modo effettivo, con questo decreto-legge, all'azione del commissario, azione che, peraltro, è già iniziata da qualche tempo, da oltre un mese. Un termine significativo come quello del 31 maggio 2007 o, al più, del 30 giugno 2007, come suggerisce l'emendamento successivo, credo sia sufficiente per chiunque voglia e debba operare, come in questo caso, in situazione di emergenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.

VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, come affermavo in precedenza, questi emendamenti sembrano marginali perché chiedono di modificare la data entro la quale provvedere al passaggio di tutte le strutture che oggi fanno parte del sistema di smaltimento rifiuti dall'attuale concessionario al nuovo, ossia a quello che dovrebbe aggiudicarsi una gara ancora da ipotizzare. Infatti, è necessario un nuovo piano dei rifiuti, poi l'espletamento della gara e soltanto dopo si conoscerà il nuovo aggiudicatario. L'articolo 3, comma 1-bis del decreto-legge in esame, introdotto al Senato, prevede le modalità di valutazione degli impianti, del passaggio del personale e quant'altro, ma pone anche un obbligo abbastanza strano. L'articolo 3, comma 1, infatti, dispone l'annullamento della procedura di gara indetta precentemente. Tuttavia, pur essendo stato risolto il contratto, l'attuale concessionario è obbligato a mantenere il servizio, nonostante le inadempienze che si sono accumulate nel tempo. Infatti, l'articolo 3, comma 1-bis, inserito al Senato, prevede sia l'obbligo di prosecuzione del servizio per l'attuale concessionario, sia la definizione della procedura per il passaggio dal sistema attuale al concessionario che dovrà subentrare. Indicare una data diversa da quella del 31 dicembre 2007, anticipandola di sette mesi, come si chiede con l'emendamento Dussin 3.5, significa avere il senso del realismo rispetto agli obiettivi che il provvedimento legislativo si pone. Se vogliamo uscire dall'emergenza entro il 31 dicembre 2007, infatti, è evidente che dobbiamo assegnare precedentemente il servizio di smaltimento al nuovo concessionario ed è evidente che dobbiamo passare a quest'ultimo tutte le strutture, i mezzi, i macchinari e il personale un certo tempo prima del termine ultimo entro il quale il provvedimento legislativo ipotizza la scadenza del regime commissariale. Sembra chiaro che questo non è vero e tutte le assicurazioni che state dando - in realtà, il ministro non c'è - nel senso di voler superare l'emergenza entro il 31 dicembre 2007 sono contraddette dal provvedimento, che indica procedure e obiettivi completamente diversi.
Allora, approvare questo emendamento significa, da parte vostra, dimostrare che non state bleffando e che quel pacco che volete consegnare alla regione Campania non è un pacco di Affari tuoi che contiene qualche milione di euro, ma è un pacco che tuttalpiù contiene un rifiuto tossico ad alta pericolosità. Stiamo parlando della diossina che tutti i giorni cade sulle teste e nei polmoni dei campani. Con questa scelta state prolungando tale agonia!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.

GAETANO FASOLINO. Finora la discussione poteva apparire di tipo semantico o ideologico. C'è chi preferisce il ricorso alla straordinarietà, c'è chi preferisce il ricorso all'ordinario.
All'inizio, mi stupiva che la sinistra, che fin dall'epoca dei padri fondatori ha sempre Pag. 73predicato il ricorso all'ordinarietà, questa volta avesse preferito invece il ricorso alla straordinarietà. Poi, leggendo bene il provvedimento e osservando il comportamento della maggioranza, mi sono accorto che in realtà, con questo testo, la sinistra fa solo un'operazione: pone un paravento dietro il quale nasconde le sue responsabilità, facendo accollare al commissario le apparenze della regolazione di tutto il mondo della raccolta dei rifiuti in Campania. In realtà, attraverso i partiti e le istituzioni, detta quelle regole che in prima persona avrebbe avuto paura di far proprie e di indicare ai cittadini e agli elettori.
Così, in questo caso, al commissario vengono impartiti indirizzi attraverso i quali può superare le fasi ordinarie degli appalti, può realizzare appalti mascherati con un'indicazione pura e semplice, dando vita ad un'operazione miliardaria di altissimo significato e di gravissime implicazioni.
Con questo emendamento entriamo nella contraddittorietà del provvedimento governativo in maniera ancora più chiara e precisa. Infatti, si attribuisce a questo commissariamento una scadenza al 31 dicembre 2007 e, al tempo stesso, si prevede che il commissario dovrà appaltare il servizio della raccolta e dello smaltimento ad una ditta, secondo le modalità che gli vengono impartite e con l'alibi dell'Avvocatura dello Stato. Nel frattempo, però, mentre questo nuovo gruppo di soggetti entra nella piena potestà dell'appalto, continuano a prosperare le vecchie ditte, fino al 31 dicembre 2007.
Pertanto, appare sempre più chiaro un Bertolaso che fa da paravento ad un passaggio di consegne tra vecchie e nuove ditte; infatti, è impensabile che il commissario debba lavorare fino al 2007 con i vecchi appalti e che, nel momento in cui dovessero subentrare i nuovi appalti, andasse via.
Allora, delle due l'una: o tutto ciò rappresenta una pantomima, oppure si intende licenziare Bertolaso dopo che si è occupato della parte più rozza e disadorna di questa operazione.
Amici della sinistra, qui non ci sono più alibi: o voi siete per l'ordinarietà degli appalti e per la legge o, altrimenti, diventerete responsabili dell'ulteriore precipitazione nel degrado dell'immagine e della realtà della regione Campania. Lo diremo ai cittadini della Campania; vi abbiamo offerto l'aiuto, l'usbergo di una nostra collaborazione: l'avete rifiutata e ora capiamo il perché! Vi sono cose gravissime e disadorne dietro questo provvedimento e l'assenza del ministro ci inquieta ancora di più.
Dunque, cercate di fare vostri i nostri emendamenti...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato
213
Hanno votato
no 255).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 3.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
Colleghi vi pregherei di segnalare in anticipo l'intenzione di intervenire.

PAOLO RUSSO. Presidente, mi perdoni per questa distrazione, ma può comunque considerare un mio eventuale intervento su tutti gli emendamenti. Quindi, il problema è risolto in questo modo...

PRESIDENTE. Non dia questa notizia all'Assemblea, così, senza preparare le condizioni...!

Pag. 74

PAOLO RUSSO. Presidente, la Commissione è già preparata a questo, quindi immagino che avrà trasferito il messaggio!

PRESIDENTE. Va bene, chiedo scusa per l'interruzione. La prego di proseguire, onorevole Russo.

PAOLO RUSSO. Ci riproviamo con un emendamento che può rappresentare un mutamento di marcia, indicando in che modo sia possibile uscire dall'emergenza, senza indicare numeretti e date che consentano una valutazione obiettivamente negativa. Mi spiace che il collega Nespoli non abbia voluto intendere che si tratta di una conseguenza naturale della norma precedente. In particolare, se il piano non può essere aggiornato, redatto, ridisegnato, è ovvio che qualunque affidamento successivo diventa obiettivamente improbabile.
Ecco perché la data del 31 dicembre diventa una data corretta nella vostra sbagliata filosofia, perché quella data è giustificata dal fatto che in realtà nulla deve cambiare, perché dopo il 31 dicembre arriverà - immagino - un decreto «milleproroghe» o la legge finanziaria o un altro provvedimento, che allungheranno ulteriormente i tempi, lasciando di fatto le sensibilità ambientaliste, tanto spiccate a sinistra, con le pive nel sacco, ma soprattutto (ma è poca cosa - come dire? - che appartiene alla politica) lasciando ancora 6 milioni di abitanti in balìa di una gestione emergenziale critica, incapace, una gestione offensiva per la dignità umana.
Pertanto, provare a cogliere l'importanza dell'emendamento, sta proprio in questo: nella necessità di indicare una inversione di tendenza, per chiarire in modo inequivoco che quella indicata non è la data più lontana per evitare di affrontare presto il problema, che quella del 31 dicembre non è una data scelta a caso, quanto più lontano possibile, per evitare di far capire che nulla cambierà sul piano dell'emergenza rifiuti, e che, viceversa, vi è la disponibilità ad anticipare quelle necessarie procedure che possono consentire davvero di uscire non solo dall'emergenza, ma dal commissariamento.
Sino ad ora le due cose, emergenza e commissariamento, sono state inscindibilmente legate, tanto che troppo spesso l'emergenza produceva il commissariamento e quest'ultimo, perdurando, alimentava l'emergenza. Il non modificare quella data rappresenta un segnale inequivoco, chiaro, che serve ad alimentare l'emergenza e i commissariamenti, per generare una condizione permanente di criticità, in modo da continuare a governare il sistema dei rifiuti con un taglio più di tipo clientelare e gestionale che non di servizio.
Ecco perché è necessario modificare quella data, perché solo così possiamo cominciare a credere veramente che vi sia una disponibilità concreta a ragionare di tempi, di merito, per avere un percorso datato e circoscritto, non ulteriormente dilazionabile. Serve una condizione di certezza per dare una speranza a questa regione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Visto che questo emendamento si ricollega con il mio precedente emendamento 3.4, respinto poco fa, intervengo per porre una domanda. È ovvio che sarò provocatorio, ma voglio mettere sul tappeto alcune argomentazioni che provengono da certe forze politiche. Il gruppo dell'Italia dei Valori e Antonio Di Pietro cosa ne pensano di questo modo di agire del tutto straordinario? Mi riferisco a quanto si ricollega con i miei emendamenti 3.4 e, ovviamente, 3.7. I deputati che rappresentano l'Italia dei Valori in questa aula cosa ne pensano? E cosa ne pensa il ministro delle infrastrutture sul merito della questione?
A me sembra che si voglia giocare con la trasparenza delle gare di appalto. Mi pare che questo partito non sia rappresentato nella maggioranza del governo regionale e possa quindi esprimersi in modo corretto, visto che in questo caso si tratta di una eccezionalità: fare gare d'appalto a Pag. 75soggetto. Penso che una manifestazione in tal senso non potrebbe che far bene e dimostrerebbe una certa coerenza, altrimenti si è soggiogati dal sistema parlamentare. Quando si è fuori da queste aule si fa la parte dei paladini dell'onestà, della trasparenza e dei grandi valori e quando si entra in Aula ci si adatta invece al teatro o al cinema che si recita qua dentro, accettando supinamente queste iniziative che sono sicuramente deformanti e devianti della vita pubblica amministrativa di un decente paese civile (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LAURINI. Ascoltando gli interventi che mi hanno preceduto, mi sono chiesto: di fronte alle motivazioni addotte, quale può essere la ragione in senso contrario per non votare questo emendamento, per non cercare di anticipare, anche da questo punto di vista, i tempi dell'uscita dall'emergenza? In quest'aula abbiamo sentito rivolgere l'accusa che non si vogliono cambiare le cose in questo settore così delicato per la nostra regione; tuttavia, di fronte a tutte le proposte che sono state fatte, alle quantità di emendamenti volti a migliorare e accelerare le procedure, a renderle più trasparenti ed efficienti, ci troviamo a doverci confrontare sistematicamente con un atteggiamento negativo. Perché tutto ciò? Bisogna che l'Assemblea se lo chieda! Occorre uscire da questa logica del non mutare nulla perché si deve evitare di ritornare all'altra Camera!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 3.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 479
Votanti 477
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato
220
Hanno votato
no 257).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, al comma 1-bis vorremmo sostituire le parole: «nel puntuale rispetto dell'azione di coordinamento svolta dal commissario delegato», con le seguenti: «secondo le determinazioni del commissario delegato», per rendere più incisivo il lavoro del commissario stesso. Andiamo verso quell'indirizzo che abbiamo manifestato sia ieri che oggi: se vi è un'emergenza, che essa sia risolta - perlomeno si spera venga risolta - dall'azione commissariale (in questo caso, dal capo della Protezione civile).
Vista anche l'autorevolezza dell'intervento dell'ingegner Bertolaso, cerchiamo di sostenere, dandole forza, l'iniziativa commissariale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

ANDREA GIBELLI. Presidente!

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 477
Votanti 476Pag. 76
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato
216
Hanno votato
no 260).

ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, le volevo segnalare un fatto che si sta ripetendo da qualche minuto. Se lei nota o ha notato, apparendo sul display il risultato delle votazioni, pare che l'attuale maggioranza che sostiene il Governo sia presente in maniera sensibile; invece, basta un colpo d'occhio per vedere che costantemente un numero rilevante di parlamentari del centrosinistra vota doppio!

GIOVANNI CARBONELLA. Guarda di là!

LUIGI COGODI. Anche il centrodestra!

ANDREA GIBELLI. Proviamo a fare la verifica delle schede, poi vediamo! Ci contiamo!
La inviterei a disporre una seria verifica della schede, perché altrimenti, per quanto ci riguarda, non continueremo a sostenere una iniziativa che comunque delegittima il Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia).

PRESIDENTE. Invito i deputati segretari a procedere al controllo delle tessere di votazione (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).

Una voce: Seria!

PRESIDENTE. Una verifica seria! Non è il caso di precisarlo, perché la verifica è sicuramente seria, essendo seri i segretari. Ovviamente, la verifica interesserà entrambi gli schieramenti.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 3.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.

VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, il collega Paolo Russo in precedenza ha sottolineato un dato che già era emerso nel dibattito. La scadenza del 31 dicembre 2007 è un dato obiettivamente falso e ci ritroveremo certamente prorogato nel tempo - altro che 13 anni! - il commissario delegato.
L'emendamento proposto costituisce un elemento di ragionevolezza, poiché nella norma inserita al Senato non è indicato niente, se non l'obbligo, da parte dell'attuale concessionario, di continuare il servizio, senza indicare le modalità di svolgimento o il livello di retribuzione del servizio attualmente svolto.
Non vorremmo ritrovarci di fronte a un dato che abbiamo già verificato in passato: la gestione della filiera dello smaltimento dei rifiuti in Campania è stata contestata, il contratto è stato risolto ed è in atto un contenzioso. Non si riesce a capire in che modo viene pagato questo tipo di servizio.
In passato, abbiamo dovuto assistere a sprechi che non hanno nessuna ragion d'essere. Con questo emendamento, si vuole inserire una norma che vada nel senso e nel segno del risparmio, una norma di buon senso. Si vuole indicare una via. Rispetto a questa impostazione, si fa «spalluccia», non si dice niente e, fra qualche mese o fra qualche anno, ci troveremo di fronte alla ripetizione dello stesso scenario, in cui i conti della gestione non tornano e non si riesce a capire in che modo i servizi vengano pagati o, meglio, lo si capirà quando arriveremo all'articolo che prevede la copertura dei costi dei servizi, che sono posti tutti quanti sulle spalle dei cittadini campani.
Le istituzioni non fanno funzionare i servizi che gestiscono e a pagare sono i cittadini, che non ricevono i servizi stessi, anzi, sono penalizzati, e pagano soprattutto sulla loro pelle, da questo tipo di gestione.Pag. 77
Approvare questo emendamento significa dare un segnale di attenzione rispetto al disastro che avete procurato in Campania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.

ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, con questo emendamento l'onorevole Paolo Russo ha sottoposto all'attenzione dell'Assemblea una situazione molto imbarazzante per l'ultima gestione commissariale e per quella precedente. Infatti, tale emendamento propone di ridurre, contenere e controllare l'importo dei compensi e delle spese da riconoscere alle attuali società affidatarie del servizio.
Cosa è accaduto negli ultimi dieci mesi, in particolare? Nonostante sia stato revocato l'incarico alla società affidataria, nonostante siano state evidenziate numerose e gravi irregolarità nella gestione, nonostante ci sia ancora la necessità di far luce su pericolose ombre che si sono evidenziate nella gestione dei rifiuti da parte di questa società, si è dato spazio a un procedimento di corresponsione delle spese e di pagamento che potremmo definire a piè di lista. Tant'è vero che questa società, negli ultimi dieci mesi, ha incassato una cifra pari a circa 85 milioni di euro.
Credo che un simile dato sia ingiustificato, considerato che parliamo di una società che non avrebbe dovuto svolgere questo lavoro e che già aveva dato dimostrazione di irregolarità nell'esecuzione del mandato affidatole. Invece, le si è consentito di lavorare in assoluta libertà, con un'assoluta mancanza di controllo dell'amministrazione e delle spese necessarie all'effettuazione del servizio, che, peraltro, non risulta svolto, vista la situazione con la quale ci confrontiamo.
Quindi, alla luce delle disposizioni contenute nella prima parte dell'articolo 3 (che si è ritenuto di non modificare, respingendo gli emendamenti ad esso riferiti), credo sia indispensabile che, nel confermare la gestione in affidamento alle attuali società per un periodo che, peraltro, non si è voluto ridurre (e che, quindi, arriverà perlomeno fino al 31 dicembre 2007), almeno si imponga una regola di maggiore serietà nel controllo della spesa. Ciò, visto anche il problema dell'incerta copertura finanziaria che accompagna questo decreto-legge e che verrà discusso in relazione al successivo articolo 5.
Credo sia poco serio e, tra l'altro, molto pericoloso consentire di agire in maniera indiscriminata a chi ha già dimostrato di non saper operare con correttezza nel momento in cui amministra finanze pubbliche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, mi rivolgo ai colleghi della maggioranza: non essendo stato approvato l'emendamento che poteva consentire la realizzazione del nuovo piano di smaltimento, ora siete costretti ad approvare il mio emendamento 3.9, e vi spiego il motivo.
Conosco le vostre sensibilità e ricordo anche le grandi battaglie di molti dei vostri partiti su questo tema. Abbiamo ritenuto che quella riguardante il soggetto affidatario fosse una delle questioni nodali dell'emergenza in Campania. In più occasioni ed a più riprese, abbiamo sempre detto, in modo unanime, che il contratto con il soggetto affidatario avrebbe dovuto essere rescisso in qualche modo, che a tal proposito si sarebbe dovuto trovare una soluzione, perché si tratta di un nodo di incapacità gestionale e tecnica, un vulnus.
Lo abbiamo ribadito a più riprese, sino a quando, nel 2006, è stato assunto un provvedimento che consentiva la rescissione di tale contratto viziato da condizioni sostanzialmente monopoliste e post sovietiche. Abbiamo ottenuto che quel contratto fosse rescisso, ritenendo tale vicenda la madre di tutte le battaglie.
Tuttavia, emerse una necessità determinata dalla condizione di esercizio degli impianti e, pertanto, alla medesima azienda fu affidato l'esercizio dell'attività Pag. 78impiantistica, per quanto concerneva sia l'ulteriore realizzazione del termovalorizzatore di Acerra, sia l'attività di esercizio dei presunti impianti di CDR. Ciò ha generato per quella società un fatturato dell'ordine di poco meno di 100 milioni di euro, da gennaio a ottobre scorso.
In buona sostanza, con le più nobili intenzioni, ciò che era uscito dalla porta è rientrato dalla finestra. E ciò che era uscito dalla porta aveva anche una responsabilità di sistema; mentre la medesima società è rientrata dalla finestra, non avendo più una responsabilità di sistema, ma di fatto operando a fattura, essendo pagata a piè di lista, lavorando su commissione. È la migliore opportunità per un'azienda, che si trova a lavorare su un cantiere che ha già realizzato e che conosce la migliore condizione di utile.
Questa condizione, ovviamente, permarrà sin quando non ci sarà un nuovo affidamento. Ma il nuovo affidamento lo avete legato alla nuova gara che, a sua volta, è legata al nuovo piano di smaltimento! E quest'ultimo non si potrà realizzare, perché avete inserito nel testo il riferimento all'intesa.
Il risultato finale è che, con questo provvedimento, stiamo alimentando, in regime di privativa, un meccanismo perverso, non solo consentendo, ma anche alimentando che quanto è uscito dalla porta rientri prepotentemente dalla finestra.
Questo emendamento, che spero sia letto come proposta di buon senso, recita: «alle attuali imprese affidatarie è riconosciuto esclusivamente il rimborso delle spese documentate per l'espletamento del servizio e, comunque, con un onere di spesa che comporti almeno la riduzione del 10 per cento del costo fino ad ora sostenuto». Si tratta di un tentativo di limitare la spesa, di migliorare l'efficienza, ma anche di incidere sulle necessità del nuovo piano.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, da una nostra stima e da un calcolo effettuato a vista, ci risulta che, sui banchi della maggioranza, siano presenti più o meno 175-180 deputati. Essendo stata formulata la richiesta di controllo delle schede di votazione, le chiedo che tale controllo avvenga nel corso della votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 3.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Chiedo ai deputati segretari di procedere al controllo delle tessere di votazione (I deputati Segretari ottemperano all'invito del Presidente - Segue la votazione).

ELIO VITO. Secondo settore (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani)!

GUIDO DUSSIN. Guardi lì! Guardi lì (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani)!

FULVIA BANDOLI. È qui la collega!

PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di consentire alla Presidenza ed in particolare ai deputati segretari di svolgere il proprio lavoro (Commenti).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

(Presenti 368
Votanti 367
Astenuti 1
Maggioranza 184
Hanno votato
150
Hanno votato
no 217).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 3.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

Pag. 79

PAOLO RUSSO. Sono certo che una serena azione di resipiscenza potrà consentire a quest'aula di evitare ulteriori errori. L'approvazione di questo emendamento, volto a sopprimere il comma 1-ter, consentirebbe di evitare la pantomima dell'intesa tra il povero commissario, il consiglio regionale, la giunta regionale, il presidente della regione e il ministro dell'ambiente e di rendere, quindi, agevole il lavoro del commissario. Guardate, delle due l'una: o vi sono buon senso, equilibrio e convinta adesione ad un percorso che consenta alla regione di uscire dall'emergenza o, viceversa, se non vi è tutto questo, immagino vi sia dell'altro, che sarà utile comprendere. Vi invitiamo ad evitare l'intesa, il concerto, le pastoie burocratiche e le sollecitazioni straordinarie, che arriveranno da Palazzo Santa Lucia. Vi invitiamo a considerare come sia disastroso questo ipotetico piano di intesa. Considerate come sia possibile mettere in campo oggi ciò che non si è potuto fare negli ultimi tredici anni; ed oggi poi dovrebbe esserlo con l'aggravante dell'intesa, dell'accordo, della concordia!
Il direttore Bertolaso ci ha detto con molta franchezza che questa concordia non c'era e non c'è. Se vi fosse stata, probabilmente avremmo affrontato questo tema già con il commissario Catenacci. Evidentemente si vuole pervicacemente costringere ad una necessitata intesa, per non raggiungere l'intesa. In questo modo si produrrà il risultato che non si potrà mettere mano al nuovo piano, così sarà improbabile qualunque procedura di gara, qualunque necessità di affidamenti.
Insomma si lasceranno le cose come stanno, con quell'operazione per cui che ciò che è uscito dalla porta rientra prepotentemente dalla finestra! Escludo che sia questo l'obiettivo, perché sarebbe non solo grave, ma dannoso per l'intera regione Campania. In questa regione è necessario un piano ordinato; dopo tredici anni di incapacità gestionale, di inefficienze politiche, di prevalenze clientelari, si ha il diritto di avere un commissario che possa scegliere, che possa indicare una strada certa, che possa avere il timone del comando di questo percorso!
Credo sia legittimo per una regione avere una possibilità, una chance: diamo a questa regione un'opportunità! Non consegnamola ancora alle inefficienze di ciò che c'è, alle incapacità di quanti hanno operato, alla mala gestione di quanti hanno lavorato in questo settore! Per questa ragione vi chiediamo un atto di disponibilità. Approvare questo emendamento significherebbe davvero dare una svolta dal punto di vista delle prospettive di quella regione. Non smetterò mai di sperare in un atto di resipiscenza da parte di ognuno di voi. Non tanto per una condizione di natura politica, ma per dare una speranza a quel territorio. Non approvare questo emendamento significa costringere ancora quei territori in una condizione di emergenza e di marginalità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.

VINCENZO NESPOLI. L'intento di questo emendamento, oltre a quanto diceva il collega Paolo Russo, è quello di ripristinare la formulazione originaria del testo, perché il comma di cui si tratta è stato introdotto al Senato. Chi ha avuto modo di leggere i giornali in questi mesi, dall'avvento del commissario delegato a Napoli - certo, sui giornali vengono riferite in questi giorni le notizie più strane: ci sono morti per legionella, aumenta l'incidenza dei tumori in certe zone, le albicocche a Natale non si troveranno perché sono state tutte quante distrutte in precedenza dalla diossina, o cose del genere. Sono falsi scoop giornalistici, non è vero che tutto ciò è conseguenza della situazione in corso; avrà visto che Bertolaso dichiara, un giorno sì e l'altro pure, che se ne vuole andare, perché non ha la collaborazione degli enti locali. È stato lasciato solo! E voi volete che egli risolva l'emergenza, con tutta questa cornice di situazioni che gli avete precostituito? Da una parte, nominate l'imperatore, il dittatore romano. Si Pag. 80doveva andare in guerra, per affrontare l'emergenza e il Senato si riuniva per indicare il condottiero, che avrebbe dovuto affrontare il nemico. Ebbene, in Campania abbiamo la guerra contro l'emergenza dell'immondizia.
Avete scelto e confermato questa strada, ma in precedenza vi sono stati condottieri che hanno fallito. Avete preso il meglio, o così avete detto al popolo campano. Qualcuno è giunto perfino ad affermare che con Bertolaso combatteremo, debelleremo e cacceremo fuori dal ciclo dei rifiuti la camorra, quasi a dire che chi è venuto prima era connivente. Questo vorrei dire al tribuno dell'Italia dei Valori che ieri ha parlato. Lo hanno detto anche i signori del centrosinistra. Con il mantenimento del comma 1-ter, non fate altro che commissariare e depotenziare chi dovrebbe risolvere l'emergenza.
Vi preghiamo di fare in modo che questa regione possa tornare all'ordinario in modo che qualcuno a Natale possa regalarci albicocche mangiabili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.

ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, su questo emendamento vorrei rappresentare una posizione diversa, riconducibile anche ad una differente scelta di procedura tanto che il successivo emendamento Adolfo 3.11 - dove si indica un percorso diverso - è stato firmato anche dall'onorevole Mereu e da me stessa. Fin dall'inizio abbiamo detto di ritenere opportuno indirizzare da subito le attività in questo settore così delicato verso un ritorno alla gestione ordinaria. La gestione ordinaria implica la partecipazione diretta degli enti pubblici locali e della regione; quindi, in questa fase, abbiamo pensato che fosse opportuno non lasciare solo il commissario. Sicuramente è necessario dotarlo dei poteri straordinari necessari ad affrontare questa situazione di disastrosa emergenza, ma al contempo cercare di realizzare quella concertazione con gli enti locali (comuni e province) che possa costituire il presupposto su cui costruire la pianificazione necessaria alla gestione ordinaria del settore dei rifiuti anche nella nostra regione.
Infatti, con l'emendamento Adolfo 3.11 (su cui chiaramente non interverrò in seguito), al contrario di quanto si prefigge l'onorevole Paolo Russo con l'emendamento soppressivo in oggetto, addirittura chiediamo che vengano sentite anche le province, nel momento in cui il commissario procede all'attività di redazione del piano sul quale si dovrà strutturare l'attività di gestione ordinaria del settore dei rifiuti. In base a tale impostazione non posso che annunciare il voto contrario sull'emendamento Paolo Russo 3.10, in quanto coerentemente sosterremo quello successivo, che va in direzione opposta (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 3.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

ELIO VITO. Signor Presidente, di nuovo...

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 463
Votanti 460
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato
205
Hanno votato
no 255).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Adolfo 3.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 81

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 455
Maggioranza 228
Hanno votato
219
Hanno votato
no 236).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, nel desiderio di apportare elementi positivi per migliorare il testo del decreto sentiamo la necessità e nutriamo la convinzione, suggerita anche dall'esperienza maturata al nord a livello locale, che al comma 1-ter vadano aggiunte alla fine le parole «e i piani provinciali».
Mi riferisco ai piani d'ambito, emanazioni del piano regionale, che contribuiscono a completare la programmazione e che, fin da subito, contribuiscono anche, attraverso una concreta soluzione, all'elaborazione dell'intero piano.
Quindi, ci sembra positivo cercare di definire tutti i piani, compreso il piano d'ambito, individuando le aree omogenee e gestendo univocamente i territori della Campania, come avviene per altre realtà.
Poiché il commissario ha pieni poteri, può usufruire dell'intera protezione civile - o, perlomeno, della gran parte - e dell'Avvocatura dello Stato; credo sia importante beneficiare di questa opportunità ed approntare, una volta per tutte, la programmazione. Per ottenere quest'ultimo risultato si sono fatte scelte fondamentali relative all'individuazione dei siti per gli impianti, al tipo di raccolta e di informazione; insomma, mi riferisco all'intero pacchetto utile alla corretta gestione di questo settore.
Fermarsi solamente al piano regionale credo sia sbagliato perché nell'arco di questo lungo periodo superiore ad un anno, il commissario assieme ai subcommissari può benissimo approvare una programmazione a livello territoriale provinciale.
La conclusione della programmazione rappresenterebbe anche un vantaggio per le incapaci amministrazioni campane; esse avrebbero l'opportunità di potersi concertare, poiché rappresentate all'interno della consulta stessa, alleviando così la pressione fiscale nei confronti delle regioni del nord, costrette attraverso questo provvedimento a contribuire, viste le richieste che ci vengono rivolte.
Da un lato, con i nostri emendamenti, intendiamo favorire le amministrazioni campane e, dall'altro, vogliamo autotutelarci, cercando di evitare ulteriori richieste di finanziamento da parte dello Stato. Credo, quindi, che lo strumento del piano provinciale costituisca un'opportunità, una comodità anche per le stesse amministrazioni.
Il decreto-legge comunque è «blindato», non si vogliono apportare delle modifiche, quindi esprimo anche il nostro rammarico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.

GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, ritengo che la maggiore iniquità di questo provvedimento risieda nell'articolo 3.
Un articolo tale che consiglierei a Bertolaso di volare meno con l'elicottero e guardarsi di più le carte e, più che consultare l'Avvocatura dello Stato, sentire un suo avvocato di fiducia che gli consigli di seguire gli ordinamenti ed i codici ordinari, come fa un buon sindaco, come fa un buon amministratore locale; eviterebbe dei guai grossi.
L'altro aspetto che l'emendamento ha posto in risalto riguarda i piani. Ma, amici della maggioranza e amici del Governo, ve lo immaginate questo commissario che, per definire i siti delle discariche, l'organizzazione della «differenziata», i termovalorizzatori, più che fare ricorso ad una sua struttura tecnologica adeguatamente preparata alla bisogna, deve varare un piano, sentiti i comuni - e va bene: li sente, e basta! - ma anche «di intesa» Pag. 82con la regione e con il Governo? Tutti coloro i quali saranno colpiti dalla scure commissariale si rivolgeranno alle province e, soprattutto, alla regione ed al Governo e verificheranno il piano. Sono certo che quest'ultimo non vedrà la luce neanche per il 31 dicembre 2007, quando Bertolaso dovrà rassegnare l'allontanamento dai lavori.
Quindi, rivolgo un ulteriore consiglio alla maggioranza; perlomeno il piano, lo stabilisca un solo ente: o il commissario o la regione, e basta! Se lo vara la regione, è meglio ancora in quanto si assume le responsabilità ordinarie e perché i partiti politici ed i sindacati, che protesteranno sicuramente contro le scelte del commissario, non potranno protestare anche contro le scelte di una regione la quale, comunque, incarna un potere politico.
Noi in questa sede diciamo con grande serenità che si deve esercitare un ruolo di componimento anche con l'opposizione; siamo pronti a dare un contributo perché si tratta della Campania. Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità; anche se un sito penalizzerà un'amministrazione di centrodestra, saremo con le istituzioni e saremo d'accordo con il piano che avrà portato avanti la regione. Raccogliete questo nostro invito e questa nostra profferta e sicuramente riusciremo a realizzare qualcosa di positivo per la regione Campania (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, anziché chiedere a Bertolaso di volare meno con l'elicottero, gli chiederei di non accettare proprio l'incarico di commissario straordinario alle condizioni stabilite da questo articolo 3. Sarebbe una battaglia persa in partenza e lui, il 31 dicembre del 2007, dovrebbe certificare di non essere riuscito a risolvere l'emergenza rifiuti in Campania.
Anzi, i miliardi di euro che il Governo centrale ed il Parlamento dovranno stanziare si saranno raddoppiati, se non triplicati. E non pagheranno solo le popolazioni del Nord: pagheranno tutti gli italiani, i pensionati, le famiglie monoreddito.
Vedete, amici colleghi, questo silenzio, il mutismo, la disciplina di partito che regna nell'Unione ci fanno sospettare che loro già sanno che si tratta di un piano fallimentare. L'onorevole Mazzoni ha cercato, a mo' di Cappuccetto rosso, di portare nel dibattito, con l'emendamento precedente, dei buoni consigli; ma sono stati respinti: non li hanno voluti neanche sentire, perché devono andare avanti con il paraocchi, come i cavalli!
È questo il vero problema; ma quando il prossimo anno dovremo intervenire nuovamente per fronteggiare l'emergenza rifiuti, stanziando però un ammontare di risorse triplo, ebbene, allora, a mio avviso, per così dire, non vi sarà processo di Norimberga che tenga per quanto riguarda le responsabilità di questa Unione sorda e cieca su un problema così importante quale quello dei rifiuti in Campania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, questa volta sarò telegrafico. Come sempre, cerchiamo di capire cosa è scritto, con qualche difficoltà. Ed allora, la norma recita (mi piace rendervi edotti anche sul lessico): «Fino all'individuazione dell'affidatario per lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato, con le necessarie garanzie ambientali e sanitarie» - quindi, lo deve fare con le garanzie - «individua in termini di somma urgenza...

PRESIDENTE. Onorevole Paolo Russo, lei sta leggendo l'emendamento successivo. Le ricordo che stiamo esaminando l'emendamento Dussin 3.12.

PAOLO RUSSO. No, signor Presidente, mi perdoni, sto leggendo il testo dell'articolo 3.

Pag. 83

PRESIDENTE. Chiedo scusa, siamo tutti stanchi...

PAOLO RUSSO. No, non deve chiedere scusa, non pretendo questo...

PRESIDENTE. Prego, onorevole Paolo Russo. Prosegua pure.

PAOLO RUSSO. Dicevo «(...) individua, in termini di somma urgenza, fatta salva la normativa antimafia, anche mediante affidamenti diretti a soggetti diversi dalle attuali società affidatarie del servizio, garantendo in ogni caso l'affidabilità di tali soggetti in ordine alla regolare ed efficace gestione del servizio, le soluzioni ottimali per lo smaltimento dei rifiuti e per l'eventuale smaltimento (...)». Onorevoli colleghi, è una norma scritta male e che profila, peraltro, un'azione epocale. Sono 5 milioni le balle - non quelle dette, quelle sul territorio campano -, ma ne tratteremo nel corso della discussione dell'emendamento successivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato
213
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Adolfo non è riuscito ad esprimere il proprio voto. Prendo altresì atto che il deputato Pini non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 3.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà (Commenti).

PAOLO RUSSO. Chiedo scusa, ma questa confusione da dove nasce? Per quale ragione?

PRESIDENTE. Prego l'onorevole Miglioli di aiutarmi a mantenere un po' la calma in quel lato dell'aula! Prego, onorevole Paolo Russo, prosegua pure il suo intervento.

PAOLO RUSSO. Grazie, signor Presidente. Si tratta di attività epocale: 5 milioni di balle sono stoccate più o meno in 500 siti in Campania. È un calcolo approssimativo quello di 5 milioni! Se le si vogliono, come prevede la norma e come suggeriscono anche le indicazioni provenienti dalla sede europea, inertizzare, esse vanno movimentate. A nessuno di voi sfugge come nella movimentazione di tali merci vi è la capacità invasiva e pervasiva delle organizzazioni criminali, più che in ogni altra attività, ma immagino che in questo caso detta attività sarà svolta dai militari. Se domani si iniziasse tale attività di movimentazione merci - ripeto, si tratta di 5 milioni di balle - occorrerebbero più o meno 300-350 mila automezzi; ripeto, 300-350 mila automezzi!
Dico questo non per farvi comprendere l'epocale disastro governato dalla regione Campania, ma per farvi capire come questa norma non solo è improduttiva ed inefficace, ma genererà il più grande appalto della storia: un'azienda che deve inertizzare 5 milioni di balle, quante ne deve inertizzare al giorno? Quante ne deve lavorare al giorno? Quanti lavoratori devono operare in questa azienda? Con quali tecnologie? Con quali strumenti? Ove deve essere localizzata? Qual è l'azione che si sta pensando?
Devo dire che, ormai, siamo al delirio pseudoambientalista! Vorrei capire quali sono le cave individuate, perché tali cave possono essere utilizzate soltanto successivamente Pag. 84alla realizzazione di un'operazione del genere! Quanto costa, per ogni tonnellata, un'operazione di questo tipo e, soprattutto, chi la paga? Chi paga un'operazione del genere?
Nell'ambito del decreto-legge in esame è forse previsto chi pagherà la movimentazione di 5 milioni di ecoballe, che immagino debbano raggiungere un'impresa, essere lavorate, essere trasportate ed essere collocate, eventualmente, in queste cave dismesse (che ritengo debbano essere anche requisite)? Chi sopporterà i costi di un'operazione del genere?
Se non è previsto chi pagherà e non si comprende quanto costerà un'operazione del genere, allora la norma in esame non solo è inefficace ed improduttiva, ma è anche foriera di speranze che saranno puntualmente disattese da qui a dopodomani!
State creando una nuova emergenza socio-ambientale! Nessuno, infatti, crederà più che, su questo fronte, vi è qualcuno che intenda fare sul serio! Ciò perché state creando un mostro normativo, dal momento che state realizzando un'opportunità unica dal punto di vista dell'impossibilità di esecuzione!
Come farà il povero Bertolaso a movimentare 5 milioni di tonnellate? Le caricherà forse su 350 mila autoarticolati? Con quali strumenti? In quali aree si svolgeranno questi lavori? A quali ditte verranno affidati? Oppure questo è stato già stabilito?
Se è stato già deciso, immagino che ciò sia avvenuto non nelle sedi proprie, ma, probabilmente, ove è stato deciso sinora. Fino ad oggi, infatti, nelle stanze di compensazione tra la criminalità organizzata ed il resto si sono assunte decisioni che, in Campania, hanno inciso in maniera straordinaria in questo settore! Per questa ragione, mi permetto di sottoporre alla vostra valutazione l'emendamento da me presentato (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.

VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, ritengo che le questioni affrontate dal collega Paolo Russo meritino attenzione da parte dell'intera Assemblea. Ciò perché, al di là dei colleghi parlamentari campani, i deputati delle altre regioni forse non hanno contezza (se non per qualche articolo o qualche foto) del fatto che, in questi anni, hanno potuto conoscere solo una parte marginale del disastro che si è consumato in Campania.
L'azione di commissariamento da parte del Governo, negli anni precedenti, è partita dall'impegno di non utilizzare più discariche; ricordo che, in passato, gran parte delle discariche erano cave dismesse. Oggi, invece, per legge si stabilisce di tornare ad utilizzare proprio tali cave, ma non per gestire l'ordinario; forse, un giorno si farà così, perché l'Espresso mette in prima pagina l'immondizia per segnalare l'inefficienza e l'incapacità del sindaco Jervolino, del presidente Bassolino e degli amministratori della regione Campania!
Non si ricorrerà alle cave dismesse per togliere quelle montagne di sacchetti di spazzatura che si trovano in giro, che stanno là per fare bella mostra di fronte ai turisti (che arrivano sempre di meno a Napoli) e le cui immagini rimbalzano sulle televisioni di tutto il mondo: no! Le cave serviranno per smaltire ciò che doveva essere una potenziale fonte di energia, poiché si tratta del combustibile dei termovalorizzatori!
Le ecoballe di cui parliamo, infatti, non sono altro che il CDR che è stato accumulato in questi anni ed al quale abbiamo attribuito un valore con l'appalto che si afferma non esistere più, perché è stato risolto!
Era un valore che è stato monetizzato ed è stato pagato, dal momento che la filiera ha funzionato. Come? Si sta indagando. Male? È stato già detto. Infatti, i rifiuti risultanti dal processo non erano CDR e quindi non poteva essere bruciato, ma che abbiamo pagato ugualmente.
La collega Mazzoni ricordava che in questi ultimi giorni quella stessa ditta che ha prodotto il CDR non utilizzabile ha Pag. 85ricevuto decine di milioni di lire per un servizio che continua a svolgere per produrre combustibile non utilizzabile.

LUCA VOLONTÈ. È una vergogna!

VINCENZO NESPOLI. Ebbene, tutto questo combustibile, che non è quindi CDR ma immondizia imballata - e vedo il presidente della Commissione annuire da lontano -, si sta allargando sempre più perché ha un'alta consistenza ed è in continuo deperimento organico. Vi sono milioni di ecoballe che sono state depositate sino a ieri, ma che continuano ad aumentare tutti i giorni ed aumenteranno sempre più sino a quando non si costruiranno i termovalorizzatori.
Vogliamo fare una riflessione? Ammesso che domani mattina il supercommissario Bertolaso riuscisse a costruire i due termovalorizzatori previsti, che servirebbero - semmai bastassero - per l'ordinario, mentre è presente tutta questa massa di immondizia accumulata di «ecoballe» nei depositi - per così dire - autorizzati, questo ci farà dimenticare forse le migliaia di discariche abusive in giro per la Campania? Ne parleremo forse quando passeremo all'esame degli altri emendamenti. Che fine faranno, chi se ne interesserà, come si smaltiranno, chi eliminerà queste bombe ecologiche che sono in giro? Si dice, anche in maniera autoritaria, che si adotteranno procedure d'urgenza, meccanismi veloci, utilizzando alla bisogna cave dimesse, siti sequestrati a qualcuno, e mi auguro alla camorra. Ma queste cave dismesse in che modo vengono utilizzate?
Mi avvio alla conclusione, signor Presidente, ma questo è un discorso appassionato che continuerò a riproporre nei prossimi interventi. In che modo verranno utilizzate queste cave? Una cava dismessa forse non produce più inerti? Si dovrà raccogliere l'immondizia, ma chi paga questo servizio?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LAURINI. Rinunzio, signor Presidente, in quanto sono già state affrontate le questioni che intendevo trattare.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 3.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato
203
Hanno votato
no 254).

Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 30 novembre 2006, alle 9,30:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1069 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania (Approvato dal Senato) (1922).
- Relatore: Margiotta.

2. - Seguito della discussione delle mozioni Maroni ed altri n. 1-00043, Airaghi ed altri n. 1-00047, Sanza ed altri n. 1-00064, Attili ed altri n. 1-00065 e Pag. 86Volontè ed altri n. 1-00066 sulle iniziative volte a prevedere il trasferimento della compagnia aerea Alitalia a Milano e sul ruolo dell'aeroporto di Malpensa.

3. - Seguito della discussione delle mozioni Rampelli ed altri n. 1-00026, Pedrizzi ed altri n. 1-00027, Paoletti Tangheroni ed altri n. 1-00033, Volontè ed altri n. 1-00052, D'Elia ed altri n. 1-00053, Bonelli ed altri n. 1-00054, Venier ed altri n. 1-00057, Maroni ed altri n. 1-00059 e Sereni ed altri n. 1-00063 sulle iniziative volte a sostenere il rispetto dei diritti umani in Cina.

4. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti di trasmissione, comunicazione e messa a disposizione al pubblico, in sede radiotelevisiva e su altre reti di comunicazione elettronica, degli eventi sportivi dei campionati professionistici e delle altre competizioni professionistiche organizzate a livello nazionale (1496-A).

e delle abbinate proposte di legge: Ciocchetti ed altri; Giancarlo Giorgetti e Caparini; Ronchi ed altri; Pescante ed altri; Del Bue (587-711-1195-1803-1840).
- Relatore: Folena.

5. - Seguito della discussione della mozione Bandoli ed altri n. 1-00041 sulle iniziative volte a sostenere l'approvazione, da parte dell'Assemblea generale dell'ONU, della Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni.

(al termine delle votazioni)

6. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 20,10.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. ddl 1922 - em. 1.27 Mancanza numero legale NO
2 Nom. ddl 1922 - em. 1.27 316 316 159 75 241 66 Resp.
3 Nom. em. 1.28 462 462 232 203 259 66 Resp.
4 Nom. em. 2.1 493 493 247 224 269 64 Resp.
5 Nom. em. 2.2 491 491 246 229 262 63 Resp.
6 Nom. em. 2.4 483 483 242 230 253 63 Resp.
7 Nom. em. 2.5 468 464 4 233 199 265 63 Resp.
8 Nom. em. 2.6 470 452 18 227 180 272 63 Resp.
9 Nom. em. 2.7 462 453 9 227 188 265 63 Resp.
10 Nom. em. 2.8 278 274 4 138 15 259 66 Resp.
11 Nom. em. 2.9 457 455 2 228 194 261 63 Resp.
12 Nom. em. 2.10 488 487 1 244 228 259 63 Resp.
13 Nom. em. 2.11 486 483 3 242 229 254 63 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.12 477 476 1 239 223 253 62 Resp.
15 Nom. em. 2.13 486 484 2 243 231 253 62 Resp.
16 Nom. em. 2.15 490 487 3 244 212 275 61 Resp.
17 Nom. em. 3.2 478 476 2 239 214 262 61 Resp.
18 Nom. em. 3.1 473 470 3 236 219 251 61 Resp.
19 Nom. em. 3.3 460 459 1 230 204 255 61 Resp.
20 Nom. em. 3.4 467 465 2 233 219 246 61 Resp.
21 Nom. em. 3.5 469 468 1 235 213 255 61 Resp.
22 Nom. em. 3.7 479 477 2 239 220 257 61 Resp.
23 Nom. em. 3.8 477 476 1 239 216 260 61 Resp.
24 Nom. em. 3.9 368 367 1 184 150 217 61 Resp.
25 Nom. em. 3.10 463 460 3 231 205 255 61 Resp.
26 Nom. em. 3.11 455 455 228 219 236 61 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 3.12 466 465 1 233 213 252 61 Resp.
28 Nom. em. 3.13 457 457 229 203 254 61 Resp.