XV LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 8 di mercoledì 31 maggio 2006

[frontespizio]
[elenco e sigle dei gruppi parlamentari]
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[allegato A]
[allegato B]

[riferimenti normativi]
Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI

La seduta comincia alle 15.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, deputato Francesco Rutelli.

(Iniziative relative al disavanzo di gestione nel settore sanitario delle regioni Lazio e Campania - n. 3-00011)

PRESIDENTE. Il deputato Elio Vito ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00011 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1) per un minuto.

ELIO VITO. La ringrazio, deputato Presidente (Commenti)...
La nostra interrogazione verte su un tema di grande attualità. Si sta parlando, infatti, in questi giorni di «buchi», presunti o veri, della finanza pubblica, ereditati o - come noi riteniamo - creati dalla sinistra nei governi regionali.
In particolare, lei sa bene, vicepremier Rutelli, che, nell'ambito della manovra di finanza pubblica e del rigoroso rispetto dei conti pubblici, la legge finanziaria per l'anno 2005, dopo quella dell'anno 2006, hanno previsto precise misure di controllo, qualora si verifichino disavanzi nella gestione sanitaria, in specie per spese farmaceutiche da parte delle regioni. A noi risulta che questo si è verificato in particolare per Lazio e Campania e che il 20 aprile 2006 il ministro dell'economia e delle finanze pro tempore ha scritto al Presidente del Consiglio per segnalare la situazione di rilevante disavanzo. Chiediamo pertanto di sapere quali iniziative siano state adottate dal Governo in carica.

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere per tre minuti.

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. La ringrazio, Presidente e saluto i colleghi e le colleghe deputati presenti a questa seduta. Rispondo quindi alle domande poste dal collega Elio Vito.
Voi sapete che ci troviamo di fronte alla maturazione di alcune scadenze riguardanti il riequilibrio economico-finanziario del Servizio sanitario nazionale, come previste dalle leggi finanziarie 2005 e 2006, le cui procedure di attuazione risultano già attivate nei confronti delle regioni Lazio e Campania. È noto all'interrogante che la nomina del commissario ad acta è prevista all'articolo 1, comma 174, della legge finanziaria per il 2005 e all'articolo 1, comma 277, della legge finanziaria per il 2006.
La procedura del passato è nota, vorrei però far rilevare all'interrogante che si riferisce ad amministrazioni, come ha testè detto - lo dico tra virgolette - «della sinistra», che la norma in questione riguarda i disavanzi registrati e questo, quindi, comporta l'attivazione della procedura per le seguenti regioni: Piemonte, Veneto, Liguria, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia, Abruzzo, Molise. Con riferimento all'anno 2005, le seguenti regioni, Pag. 2onorevole Vito, risultavano governate dal centrodestra: l'Abruzzo, il Molise, il Piemonte, il Veneto, la Liguria, il Lazio e la Sicilia. Si tratta di regioni che hanno registrato, nell'esercizio 2005, un disavanzo di gestione. Anche a questo fine, vorrei ricordarle, uno dei problemi più seri con i quali ci misuriamo è che la determinazione del riparto sanitario per gli anni 2003, 2004 e 2005 non è stata fatta, da parte del precedente Governo, nella Conferenza Stato-Regioni. Questo è un altro dei seri problemi con i quali ci troviamo ad avere a che fare sin dai primi giorni nei quali si è insediato il Governo Prodi.
Al fine di affrontare temi di tale delicatezza, sulla base delle leggi che sono in vigore, proprio oggi pomeriggio il Presidente del Consiglio dei ministri incontrerà, a palazzo Chigi, i presidenti delle regioni, al fine di definire metodi di collaborazione e per affrontare - nel modo migliore e nell'interesse dei nostri concittadini, utenti del servizio sanitario nazionale e, naturalmente, tenendo conto delle esigenze di equilibrio della finanza pubblica - il problema della gestione della finanza regionale con riferimento specifico alla sanità.
Quindi, già oggi il Governo incontrerà i presidenti delle regioni per inserire immediatamente in agenda questo tema scottante e delicato.

PRESIDENTE. Il deputato Elio Vito ha facoltà di replicare per due minuti.

ELIO VITO. Onorevole Rutelli, pensavo avesse compreso che l'attività di Governo si distingue dalla propaganda politica. Qui non c'entrano le regioni che nel 2005 erano governate dal centrodestra; c'entra lo sfondamento del deficit che due regioni, Lazio e Campania, hanno fatto registrare nel 2006. E non c'entrano gli incontri pomeridiani che svolgete a Palazzo Chigi per prendervi un caffè; c'entrano le procedure di legge che, come lei ha confermato, non avete applicato!
Tali procedure prevedono che entro oggi - vale a dire entro il 31 maggio - debbano essere nominati i presidenti di regione, commissari ad acta per il deficit sanitario. Questo non è accaduto!
Ciò significa che quelle regioni registreranno un aumento del proprio deficit sanitario, a scapito delle prestazioni sanitarie da rendere alla cittadinanza. Infatti, il deficit è creato da un aumento senza controllo della spesa farmaceutica che danneggia le prestazioni sanitarie che le regioni, per obbligo di legge, debbono assicurare ai cittadini.
Quindi, invitiamo il Governo, nell'ambito della sua residua attività, a prendere meno caffè con i presidenti di regione, a svolgere meno incontri conviviali, a fare meno propaganda politica e a svolgere invece maggiore attività di controllo sulla spesa delle regioni e sull'applicazione delle leggi rigorose che il Parlamento ha approvato negli anni scorsi in ordine al controllo della finanza pubblica. Il «buco» non lo avete trovato, il «buco» lo state creando (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e della Lega Nord Padania)!

(Accordo relativo all'utilizzo dell'aeroporto militare Dal Molin di Vicenza da parte delle forze armate statunitensi - n. 3-00012)

PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-00012 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2), testé sottoscritta dal deputato Picano.

MAURO FABRIS. Signor Presidente, nell'annunciare il titolo della presente interrogazione lei stesso ha parlato di un accordo che, in verità, non sappiamo se esista.
Da un anno e mezzo l'opposizione, in sede di consiglio comunale a Vicenza, tenta di sapere se appunto vi sia stata un'intesa del precedente Governo Berlusconi con l'Amministrazione americana per raddoppiare sostanzialmente la presenza dei militari americani nella città di Vicenza.Pag. 3
A Vicenza sono presenti già duemila militari americani; dunque, se l'intenzione è quella di raddoppiarli, che fine farebbe l'aeroporto civile sul quale insiste anche un'attività di aviazione civile?
Visto che ad oggi l'amministrazione locale ha mantenuto un comportamento omertoso, chiediamo al Governo se tale intesa sia stata sottoscritta, affinché la comunità locale possa assumere le proprie decisioni anche in vista di una riunione dell'apposita commissione, che dovrebbe fornire un parere definitivo sulla questione.

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere per tre minuti.

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Il collega Fabris ha posto la questione in modo estremamente corretto.
Secondo le informazioni raccolte presso l'amministrazione della difesa, da tempo, in particolare da parte dell'Amministrazione degli Stati Uniti, è in corso un processo di trasformazione radicale e continua dello strumento militare.
Si tratta di un processo che comporta consultazioni con gli alleati e i partner per quanto riguarda, caso per caso, le decisioni operative da assumersi in sintonia con i paesi interessati, in questo caso con l'Italia.
Naturalmente, ogni modifica degli assetti si dovrà configurare nell'ambito degli accordi che regolano la materia che concerne l'utilizzo delle basi in Italia da parte delle forze alleate.
Dentro questo processo, gli Stati Uniti hanno avanzato al precedente Governo la richiesta di poter utilizzare l'intera area ad est della pista di volo, compresa quella su cui insiste l'aerostazione civile, dell'aeroporto Dal Molin di Vicenza, in previsione della rimodulazione della 173rd Airborne Brigade. L'area citata dovrebbe fornire un'idonea sistemazione logistica a tutta la brigata nella sua nuova configurazione e soddisfare le esigenze correlate di protezione delle forze.
Onorevole Fabris, l'ipotesi di concessione in uso dell'area in questione è stata portata avanti dopo un esame condotto dal Ministero della difesa che ha visto anche il coinvolgimento delle autorità locali, dalle quali risulta all'amministrazione non siano stati presentati particolari elementi ostativi alla realizzazione di una base.
Di conseguenza, nella precedente legislatura la difesa ha rappresentato al Governo degli Stati Uniti una disponibilità di massima a questa concessione a condizione che l'operazione venga formalizzata con un piano preciso di transizione sulla tempistica, le azioni da compiere e i costi; un piano - aggiungo - che si rende necessario, perché l'attività deve coinvolgere tutti i livelli, innanzitutto gli enti territoriali, perché ne sia informata ovviamente la popolazione locale, oltre che il Governo della Repubblica, perché si possa pervenire ad una soluzione condivisa sul progetto, consentendo la continuazione senza restrizioni delle attività di volo commerciale che insistono sull'aeroporto Dal Molin.

PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di replicare per due minuti.

MAURO FABRIS. Signor Presidente, finalmente una parola chiara. Si spezza il velo di silenzio presente su questa vicenda. Signor Vicepresidente del Consiglio, pensi che sino a giovedì scorso l'amministrazione locale negava che ci fosse qualsiasi tipo di iniziativa in corso, al punto che siamo arrivati nell'aula del consiglio comunale dove l'amministrazione è stata costretta a mostrare dei video, dei progetti, delle cose già definite, addirittura dei piani finanziari e delle previsioni di introiti e quant'altro per la realtà locale.
Vorrei essere chiaro su un punto: ovviamente, non c'è alcun pregiudizio ideologico da parte nostra circa la necessità di rispettare gli impegni internazionali del nostro paese. Quello che chiediamo (e che la città chiede) è che le popolazioni - come lei ha ben detto - siano coinvolte in questi percorsi che riguardano il rispetto degli impegni del nostro paese in ambito internazionale.Pag. 4
Non ha avuto senso, quindi, alla luce di quanto lei ha riferito finalmente in quest'aula e che verrà certamente riportato in quella città, tenere nascoste le cose, farle dietro le spalle dei cittadini e soprattutto continuare ad investire nello sviluppo del rapporto civile, senza nemmeno tener conto del fatto che, come lei oggi ha confermato, verrebbe cambiata la destinazione d'uso della parte destinata oggi all'aviazione civile.
È vergognoso che questo sia successo. Non è questo il modo di rapportarsi con la comunità che non è fatta di beoti che possano accettare all'ultimo minuto le decisioni prese fuori da qualsiasi sede.
Invito il Governo a tener conto nei rapporti futuri con questa amministrazione di tale atteggiamento e, se dovessero sorgere difficoltà, a considerare che le stesse nascono dal «mal cominciare» di un percorso che deve invece vedere la città, la provincia e l'intera regione coinvolte in questo tipo di progetti che vengono sviluppati nella città, con grave impatto ambientale oltre che logistico. Ringrazio, in ogni caso, il Governo, perché finalmente è stata detta una parola chiara.

(Ritiro del sostegno italiano alla proposta di una dichiarazione etica relativa alla ricerca sulle cellule staminali - n. 3-00013)

PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00013 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3) per un minuto.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevole Vicepresidente del Consiglio, onorevoli colleghi, il 30 maggio il ministro Mussi ha ritirato la firma dell'Italia dalla dichiarazione etica sulla ricerca sulle cellule staminali embrionali.
Ricordo che, il 12 giugno dello scorso anno, un referendum confermò, invece, con il 74,1 per cento dei voti, la bontà della legge n. 40 del 2004 - approvata dalla maggioranza e dall'opposizione, insieme, nella scorsa legislatura - che, all'articolo 14, comma 1, vieta questo tipo di sperimentazione sulle cellule embrionali. Lo stesso ministro Mussi, nella scorsa legislatura, si impegnò duramente per l'abrogazione di tale legge e questo suo ritiro, evidentemente, contrasta con la norma vigente in Italia. Inoltre, crea un pregiudizio nei confronti della vita umana - l'embrione è una vita umana -, danneggia i nostri ricercatori e diminuisce anche i finanziamenti per la ricerca sulle cellule staminali adulte, a nocumento non solo della nostra ricerca ma anche della soluzione di malattie per i malati italiani.
Vogliamo sapere se la posizione del ministro Mussi sia una posizione personale oppure del Governo e, nel caso sia una posizione personale, quali misure ella ed il Governo intendano intraprendere nei suoi confronti e se vogliano ratificare o meno quella posizione impropria e improvvida in sede di Consiglio dell'Unione europea.

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere per tre minuti.

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, se me lo consente, approfitto di questa interrogazione e della risposta ad essa per un piccolo supplemento metodologico.
Il Governo ha ricevuto grande parte delle interrogazioni oltre il termine stabilito. Mi rivolgo, quindi, al Presidente della Camera al fine di segnalare che, quando c'è una seduta così importante, cui partecipano anche - ed è bene che sia così - autorevoli esponenti del Parlamento, ci deve essere il tempo necessario per affrontare e predisporre adeguatamente - come si vedrà - le risposte, per rispetto della Camera dei deputati e degli interroganti (Commenti del deputato Stucchi).

CARLO GIOVANARDI. Si chiama question time!

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Vorrei sottolineare Pag. 5- poiché ricevo testè una interruzione dall'onorevole Giovanardi - che nella prima seduta sia presente, per rispondere, uno dei due Vicepresidenti del Consiglio dei ministri. Ciò dimostra, da parte nostra, rispetto per il Parlamento e una attenzione che si ripeterà nel corso della legislatura (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, dei Verdi, dei Comunisti Italiani-Sinistra Europea e de La Rosa nel Pugno).

CARLO GIOVANARDI. Non si fanno comizi!

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. A tal proposito, signor Presidente, voglio ricordare che per l'intera trascorsa legislatura la circostanza del question time è stata trasformata in una specie di «Giovanardi show»...

ELIO VITO. Presidente...

GIACOMO STUCCHI. Devi rispondere alle interrogazioni!

ELIO VITO. Presidente, lo richiami!

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ...poiché il ministro Giovanardi ha risposto 563 volte, mentre il Presidente del Consiglio dei ministri non è venuto mai e il Vicepresidente Fini è venuto quattro volte in cinque anni (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, dei Verdi, dei Comunisti Italiani-Sinistra Europea e de La Rosa nel Pugno)!

ELIO VITO. Se la canta e se la suona...!

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. È intenzione del Governo partecipare seriamente a questa seduta e la prego di considerare, signor Presidente, che dobbiamo essere messi in condizione di farlo seriamente.
Rispondo in tempi molto brevi, ma con precisione, alla questione che mi è stata posta. Voglio chiarire, innanzitutto, che non sta parlando il deputato Rutelli, che è molto sensibile al tema, naturalmente. Sto intervenendo, invece, a nome del Governo e, dunque, ciò che dirò è espressione di una valutazione che fa riferimento, innanzitutto, alla posizione di sintesi del Presidente del Consiglio dei ministri, Prodi. La legislazione italiana non cambia; la legislazione italiana è in vigore e, per quanto riguarda materie eticamente sensibili, la mia opinione è che sia sconsigliabile una posizione unitaria dell'Europa, proprio perché è evidente che le legislazioni nazionali sono differenti da paese a paese. La minoranza di paesi che finora ha bloccato gli sviluppi della ricerca riguardante le cellule embrionali staminali, sulla base delle proprie convinzioni e rispondendo alla propria filosofia e alla prevalente posizione politica - lo ricordo, oltre all'Italia erano la Germania, la Polonia, la Slovacchia, l'Austria e Malta -, si è trovata nella condizione di interferire con le opinioni diverse ed anzi opposte di altri 15 o 16 paesi europei.

PRESIDENTE. La prego...

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Si tratta, dunque, di una questione estremamente delicata che, a mio avviso, è sconsigliabile decidere a maggioranza e sulla quale voglio chiarire all'onorevole interrogante, innanzitutto, che la normativa italiana in vigore non cambia e, in secondo luogo, che su materie di tanta sensibilità, rilevanza e delicatezza etica...

PRESIDENTE. Vicepresidente, per favore...

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.. ..sarà l'orientamento collegiale ad esprimere la posizione della maggioranza e del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, dei Verdi, dei Comunisti Italiani, de La Rosa nel Pugno e dei Popolari-Udeur).

ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare.

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CARLO GIOVANARDI. La firma la mettete o no?

ITALO BOCCHINO. La ritirate o no?

PRESIDENTE. Il deputato Casini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, prendo atto che l'onorevole Rutelli non ha risposto. Ha fatto delle digressioni che sono sotto gli occhi di tutti gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Padania). La campagna elettorale - se non lo avesse saputo - è finita!
La nostra opposizione sarà fatta in Parlamento a partire dai temi veri che interessano gli italiani, come questi.
Sui valori è necessario un impegno comune - almeno io lo auspico - tra maggioranza ed opposizione che ha un precedente importante nella passata legislatura. L'approvazione della legge n. 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita fu approvata con i voti di maggioranza ed anche con gran parte dei voti del suo partito, onorevole Rutelli!
Il referendum confermò la scelta del legislatore, funzionale ad evitare il far west legislativo. Noi non intendiamo bloccare la ricerca, ma vogliamo una ricerca che rispetti la vita e si incanali su binari etici. La ricerca è uno strumento essenziale se è al servizio dell'uomo e ne rispetta l'essenza più profonda.
La scelta del ministro Mussi è molto grave. Prendo atto, onorevole Rutelli, che lei, nella sua veste di Vicepresidente del Consiglio, non l'ha difesa. Le convinzioni personali sono sempre rispettabili, ma non possono essere anteposte al rispetto delle leggi che uno Stato liberamente si dà. Il ministro Mussi vorrebbe cambiare la legge. È comprensibile! È un suo diritto, ma oggi deve solo applicarla!
Con questo atto i contribuenti italiani finanzieranno la ricerca europea sulle cellule embrionali alle quali si sono dichiarati contrari anche con il voto popolare.
Non serve il muro contro muro, ma una discussione libera e trasparente!
Su tale tema diamo appuntamento fin da oggi a cattolici e laici che militano nello schieramento del Governo, invitandoli ad un impegno comune, perché sui valori gli sconti non sono possibili e gli schieramenti partitici non sempre sono rappresentativi di questa opinione.
Onorevole Rutelli, è importante che lei sia presente; gliene do atto.

ROBERTO GIACHETTI. Tempo!

PIER FERDINANDO CASINI. Nella passata legislatura, come Presidente della Camera, richiamai per l'assenza perdurante il Presidente Berlusconi, ma è molto più importante che lei risponda nel merito (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Faccio notare che siamo nei tempi ristretti del question time. Per una questione di attenzione su un tema così sensibile, ho «largheggiato» nei tempi; vi prego, però, di collaborare. Lo dico anche al deputato Gibelli, che ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori.

MARCO BOATO. Ma si sta svolgendo il question time!

ROBERTO GIACHETTI. Non si può fare una cosa del genere!

PRESIDENTE. Faccio notare al deputato Gibelli che, ordinariamente, non viene concessa la parola... Quindi la pregherei di essere telegrafico. Prego, ha facoltà di parlare.

ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, ci sono dei precedenti in merito...

PRESIDENTE. La prego...

ANDREA GIBELLI. Interverrò per meno di venti secondi, invitandola - e so che lo farà, perché ha dato già prova di Pag. 7una rigorosa applicazione del regolamento in occasione delle riunioni dell'Ufficio di Presidenza, della Conferenza dei presidenti di gruppo e della Giunta per il regolamento - a far rispettare il regolamento in fase di svolgimento del question time, istituto che, oramai, ha una certa etica...

ROBERTO GIACHETTI. Presidente!

PRESIDENTE. La prego...

ANDREA GIBELLI. Non si può intervenire facendo dei comizi fuori dall'argomento oggetto delle interrogazioni a risposta immediata. La ringrazio (Commenti dell'onorevole Boato - Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania, di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!

PRESIDENTE. Grazie a lei.
Faccio notare che, anche in questo caso, abbiamo dato un'interpretazione «aperta» nei confronti di un rappresentante dell'opposizione. Ribadisco il fatto che il Presidente della Camera non ha titolo per intervenire nel merito degli interventi di chicchessia.

(Iniziative per contrastare la precarietà nel mondo del lavoro - n. 3-00014)

PRESIDENTE. Il deputato Pagliarini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00014 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4) per un minuto.

GIANNI PAGLIARINI. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, a quanto ci risulta fino ad ora nel programma dei primi cento giorni di Governo manca l'impegno a risolvere l'emergenza della precarietà nel mondo del lavoro e, dunque, non viene detto cosa si vuole fare della legge n. 30 del 2003, meglio conosciuta come legge Biagi.
Sappiamo tutti che nel programma dell'Unione e negli impegni assunti in campagna elettorale era ben chiara la volontà di rimettere il lavoro a tempo indeterminato come modalità normale di rapporto tra imprese e lavoratori. Non crede, signor Vicepresidente del Consiglio, che l'elettorato che ci ha dato fiducia si aspetti da un Governo di centrosinistra una netta inversione di marcia proprio sulle questioni del lavoro rispetto al Governo di centrodestra? Per noi Comunisti Italiani la parola «lavoro» si coniuga con stabilità, sicurezza e qualità. Crediamo sia cosa buona e giusta che questo aspetto diventi patrimonio di tutto il Governo (Applausi dei deputati del gruppo dei Comunisti Italiani).

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere per tre minuti.

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Pagliarini: le sue considerazioni sono largamente condivise dal Governo e lo saranno negli atti che esso assumerà sin dall'avvio del proprio lavoro. Mi sembra, anzi, che già le prime prese di posizione del ministro competente, il ministro Damiano, vadano ampiamente nella direzione che l'interrogante sollecitava. Si tratta di temi di indubbio rilievo e di analisi ampiamente condivisibili perché la qualità del lavoro, la crescita del tasso di occupazione, la crescita della produttività nel nostro paese sono elementi fondamentali sia per quanto riguarda la competitività del sistema economico, sia per quanto riguarda l'equità cui il nostro sistema deve guardare per risolvere differenze profonde, in particolare tra nord e sud del paese e tra aree nelle quali destinazioni di vita ed opportunità troppo largamente divergono.
Nel programma del Governo è chiaro l'obiettivo di un ripensamento di alcune parti della legge n. 30 del 2003 che permetta di armonizzare stabilità e buona flessibilità, in particolare una flessibilità d'ingresso nel mondo del lavoro, contrastando fortemente ciò che porta ad una Pag. 8precarizzazione avvertita da una parte crescente della cittadinanza come non sostenibile. Naturalmente, il ripensamento avverrà anche attraverso l'adozione di misure relative agli oneri contributivi e sarà presente nelle prime iniziative del Governo riguardanti il cosiddetto cuneo fiscale e contributivo, cioè le tasse sul lavoro.
Pensiamo che si debbano rimuovere le forme più precarizzanti (cito in particolare il lavoro a chiamata e lo staff leasing), e credo sia possibile e sia un nostro dovere che il Governo, sin dai primi giorni di attività, si misuri con le parti sociali, realizzi un confronto costruttivo con datori di lavoro, sindacato e tutte le forze produttive perché insieme si individuino urgenze e priorità, perché insieme si possa dare corpo a quello che lei giustamente definisce come uno degli obiettivi principali che abbiamo verso gli italiani: una migliore qualità del lavoro, una migliore qualità dell'occupazione, una crescita della nostra economia per distribuire più ricchezza e più coesione sociale.

PRESIDENTE. Il deputato Pagliarini ha facoltà di replicare.

GIANNI PAGLIARINI. A nome del gruppo dei Comunisti Italiani le dico che la risposta ci soddisfa e ci conforta sul fatto che il neonato Governo di centrosinistra ha davvero intenzione di cambiare rotta rispetto al precedente Governo, che in questi cinque anni ha dimostrato di essere insensibile rispetto alle tematiche del lavoro, delle condizioni materiali e dei diritti di milioni di lavoratori. La nostra soddisfazione è reale. Sono convinto che vi sia la volontà di tutto il Governo di impegnarsi contro gli effetti della precarizzazione del lavoro che condanna milioni di persone, soprattutto giovani e donne, a non poter disporre del proprio futuro, e questo influisce negativamente anche sulle aziende e sull'insieme del sistema paese.
A chi ci attacca voglio dire che la nostra non è affatto una posizione ideologica. Ideologico è chi finge di non vedere gli effetti devastanti dell'applicazione della legge n. 30 del 2003. Ideologico è chi finge di non vedere che in nessun altro paese d'Europa esiste un numero così elevato di tipologie di lavoro atipico e precario. Ideologico è chi crede di risolvere i problemi dell'economia facendo leva esclusivamente sull'abbassamento di diritti, tutele e salari dei lavoratori, anziché su qualità, innovazione e ricerca.
Non siamo appassionati ad una discussione nominalistica sulla legge n. 30 del 2003, se cioè essa vada abrogata, riscritta, parzialmente revisionata o superata. Lavoriamo sin d'ora per trovare una soluzione che permetta di ottenere risultati concreti, nell'interesse di coloro che sono stati sinora penalizzati da questa legge.
Per quanto mi è dato vedere, questo Governo è partito con il piede giusto, ha saputo ammettere e correggere una mancanza pesante, forse dovuta alla fretta, e reinserire la lotta alla precarietà negli obiettivi dei primi cento giorni di Governo.
Dati questi presupposti di estrema trasparenza, sono convinto che sarà possibile procedere al rilancio del paese all'insegna della giustizia sociale.

(Iniziative normative volte a rafforzare la tutela dei beni culturali e paesaggistici - n. 3-00015)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione n. 3-00015 dei deputati Francescato e Bonelli (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
Avverto che tale interrogazione è stata testé sottoscritta anche dai deputati Boato, Zanella, Cassola e Pellegrino.
La deputata Francescato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione per un minuto.

GRAZIA FRANCESCATO. La ringrazio, signor Presidente. Signor Vicepresidente del Consiglio, colleghi, negli ultimi cinque anni sono stati martellanti gli attacchi al nostro patrimonio storico, artistico e ambientale, che è stato ridotto ad una specie di San Sebastiano, trafitto da troppe frecce.Pag. 9
Particolarmente pericoloso è stato il varo del cosiddetto «codice Urbani», che erode l'enorme lavoro di salvaguardia compiuto nel passato. È preoccupante l'istituzione della società Patrimonio spa, che sancisce lo strapotere del principio economicistico: un bene vale solo se rende, alla faccia del suo valore intrinseco!
Alla vigilia dell'inaugurazione, domani a Roma, della mostra «Italia, paesaggio e territorio», segno non casuale della sua sensibilità a queste tematiche, noi Verdi le chiediamo se il Governo intende revisionare il «codice Urbani» e come pensa di garantire un'adeguata tutela dei beni culturali e paesaggistici, ridando spazio anche in Italia a quella che lo scrittore James Hillman definiva «la politica della bellezza».

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere per tre minuti.

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ringrazio molto i colleghi Francescato, Bonelli, Boato, Zanella, Cassola e Pellegrino, perché condivido le loro preoccupazioni.
Nella passata legislatura c'è stata sicuramente un'impostazione astrattamente economicistica del nostro patrimonio culturale. Non vi è nulla di tanto lontano dagli orientamenti dell'attuale nuovo Governo quanto l'idea di fare fronte alle esigenze del bilancio della cultura attraverso la commercializzazione del patrimonio culturale.
Noi siamo ispirati dall'articolo 9 della Costituzione, il cui secondo comma afferma che la Repubblica «tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione». Questo è il fondamento del lavoro che assieme intraprenderemo.
Non c'è dubbio che dovranno essere riviste anche le norme come il codice dei beni culturali. Peraltro, va sottolineato che i recentissimi decreti correttivi n. 156 e n. 157 del 2006 hanno apportato significativi miglioramenti.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 15,35)

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Mi permetto di dire che la prima decisione che ho assunto in qualità di ministro per i beni e le attività culturali è stata quella di indicare nella persona del professor Salvatore Settis il nuovo presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, ovvero una persona che rappresenta una garanzia di qualità scientifica, oltre che culturale, per tutti i temi che sono stati posti dagli interroganti.
Sottolineo che la Patrimonio spa è partecipata solo dal Ministero dell'economia e delle finanze. Non risulta all'ordine del giorno alcuna paventata cartolarizzazione dei beni culturali. Noi, comunque, vigileremo rispetto ad ogni tentativo di commercializzazione del patrimonio, che è indisponibile e rappresenta uno dei fondamenti della nostra comunità nazionale.
Ciò significa che dovremo naturalmente promuovere politiche che consentano l'ampliamento delle risorse. Confido, come ministro dei beni e delle attività culturali, di avere l'appoggio del Parlamento per un ripristino razionale e graduale di disponibilità sia per quanto concerne il nostro patrimonio, sia sull'altro fronte così critico riguardante le politiche dello spettacolo.
Sia chiaro: saranno politiche di integrazione, di ricorso ad energie private, di incentivazione nell'ambito di un'accorta politica di tutela, di salvaguardia, oltre che di promozione del nostro patrimonio. Solo l'uso corretto, la conservazione e la tutela di questi beni potranno consentire alle future generazioni di non perdere i valori che ci ha tramandato il talento della nostra nazione, che è il patrimonio culturale del paese.

PRESIDENTE. L'onorevole Francescato ha facoltà di replicare per due minuti.

GRAZIA FRANCESCATO. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, Pag. 10ci sentiamo veramente confortati dalle sue parole e vogliamo rivolgere i nostri migliori auguri di buon lavoro al professor Settis.
Vorrei ricordare anche che una rafforzata ed innovativa politica di salvaguardia ci permetterà di riavvicinarci all'Europa, da cui ci siamo troppo allontanati in questi anni. Dobbiamo ritornare nell'alveo tracciato dalla Convenzione europea del paesaggio, entrata in vigore il 1o marzo 2004.
Come sapete, proprio ieri, a Strasburgo, è nata una rete di enti locali e regionali dei 46 Stati membri del Consiglio d'Europa (capofila per l'Italia è la Campania), impegnati a dare attuazione alla Convenzione e ad adottarne lo statuto entro il 30 settembre 2006.
Gli effetti positivi di una tutela finalmente all'altezza di un patrimonio unico al mondo si faranno sentire anche sul piano economico. Penso, ad esempio, al turismo sostenibile che - badate bene - non è un settore di nicchia, ma un filone veramente promettente (il 12 per cento dei 366 mila ecolavori in Italia). Ciò significa far crescere l'albero dei lavori «verdi», delle nuove professioni del terzo millennio. Tale settore ha un tasso di crescita del 20 per cento l'anno ed un costo al cittadino inferiore di un terzo rispetto a qualunque altro pacchetto turistico, ragione non ultima del suo crescente successo.
Più importante ancora: una tutela competente ed amorevole sarà una carta vincente per frenare l'impoverimento culturale del «bel paese», per recuperare l'identità spesso appannata di tanti territori e per arginare la perdita di memoria storica, oggi più a rischio di estinzione del panda e della tigre.
Concludo con un ricordo di Antonio Cederna, grande paladino dei beni culturali ed ambientali, mai dimenticato maestro di tanti di noi: anche in suo nome condurremo queste battaglie (Applausi dei deputati dei gruppi dei Verdi, de L'Ulivo e de La Rosa nel Pugno - Congratulazioni).

(Posizione del Governo in ordine alla programmazione degli ingressi di extracomunitari in Italia - n. 3-00016)

PRESIDENTE. Il deputato Gibelli ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Maroni n. 3-00016 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), di cui è cofirmatario.

ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, da notizie di stampa abbiamo appreso che il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, avrebbe intenzione di procedere ad una sanatoria indifferenziata. Contrariamente, il ministro dell'interno dello stesso Governo, Giuliano Amato, ha più volte affermato l'intenzione dell'esecutivo di procedere ad un ampliamento degli ingressi di stranieri per il 2006.
Molto semplicemente, onorevole Rutelli, vorremmo capire qual è realmente la posizione del Governo in merito alla cosiddetta legge Bossi-Fini, che è l'unica barriera per impedire a questo paese di diventare una colonia del nord Africa (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevole Gibelli, le do una risposta il più possibile precisa.
Al termine delle procedure condotte dagli sportelli unici per l'immigrazione, istituiti presso le prefetture, saranno accolte unicamente le domande relative ai lavoratori che risulteranno in possesso di tutti i requisiti prescritti dalle norme in vigore.
Rispetto alla quota di 170 mila unità fissata nel decreto sui flussi, cui lei si è richiamato, risulta un'eccedenza di domande presentate pari a circa 315 mila. Dunque, è possibile (ma lo si saprà con certezza solo una volta che saranno concluse le procedure) che le domande in Pag. 11regola - e sottolineo: in regola - superino la quota inizialmente fissata. Anche in occasione di questa interrogazione, ribadisco che il Governo è tenuto ad applicare le leggi in vigore, anche quelle che non avesse condiviso nella fase in cui si trovava all'opposizione, poiché sono leggi della Repubblica italiana.
Dunque, è possibile che queste domande superino la quota inizialmente fissata. Comunque, noi non pensiamo ad una procedura di sanatoria di stranieri extracomunitari presenti illegalmente sul territorio italiano, ma a misure volte - nel rispetto, ripeto, della normativa vigente in materia - ad una ridefinizione delle quote di ingresso, al fine di accogliere le domande regolari, in possesso di tutti i requisiti prescritti, presentate dai datori di lavoro per l'ingresso di lavoratori extracomunitari. Anche se so di poter cadere nella polemica - come prima con il suo intervento -, le faccio notare che la più grande sanatoria della storia della Repubblica italiana è stata fatta dal precedente Governo.

ITALO BOCCHINO. Era una regolarizzazione del settore! Voi sanate, noi regolarizziamo!

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Oltre a questo, le faccio notare che esiste una larghissima spinta...

ITALO BOCCHINO. Regolarizzazione (Commenti del deputato Stucchi)...!

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Ho usato la stessa espressione... Siccome il collega Gibelli ha usato l'espressione «sanatoria», io gli ho spiegato che noi ci stiamo muovendo strettamente nel solco della legge approvata dal vostro Governo, che è in vigore. Quindi, se sanatoria è questa, sanatoria era anche quella di prima; anzi, con la differenza che era la sanatoria più grande della storia della Repubblica italiana (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo e dei Verdi).
In secondo luogo, per quanto riguarda le domande attuali, sono domande - come lei sa, onorevole Gibelli - largamente avanzate dal mondo produttivo. Gli imprenditori, veneti in particolare, che rischiano di chiudere aziende ed importanti attività economiche, sollecitano il Governo, così come gli imprenditori di varie parti del paese, ad attuare la legge, rivedere i flussi e permettere che le loro attività non si fermino: ripeto, senza sanare posizioni illegali ma nel rispetto della legge.

PRESIDENTE. Il deputato Gibelli ha facoltà di replicare per due minuti.

ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, ho la necessità di fare una precisazione al Vice premier Rutelli.
La legge Bossi-Fini è una legge civile, che ha dimostrato con il tempo non di sanare la situazione di persone presenti sul nostro territorio senza un posto di lavoro, ma di legare - come i paesi civili di questo continente - la presenza nel nostro paese di persone che avevano un regolare contratto di lavoro.
In merito alla posizione che lei ha assunto, evidentemente dobbiamo pensare che il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, è al di fuori del solco tracciato dalle parole che lei ha indicato. Questo non ci sorprende e politicamente ci dimostra ancora una volta la vostra posizione assolutamente equivoca in materia di immigrazione.
Per quanto riguarda le quote, la legge Bossi-Fini aveva indicato un numero di quote che aveva al proprio interno una filosofia di fondo. Voi, accettando di fatto tutte le richieste che verranno presentate, farete non un servizio a questo paese, ma un servizio a chi oggi verrà chiamato a lavorare in questo paese, abbassando progressivamente nei prossimi anni le prestazioni, i salari, gli stipendi. Soggetti che - aumentando la concorrenza, essendo persone con bassissime possibilità economiche - faranno uscire dal mondo del lavoro i nostri figli, persone di famiglie di questo paese che si sono consumate le mani per dare un'opportunità ai loro figli.Pag. 12
Voi, con gli ingressi indifferenziati, metterete in concorrenza i nostri giovani con persone che evidentemente hanno difficoltà economiche e, rispetto al fatto che noi non possiamo accettare che entri in questo paese chiunque, metterete i nostri giovani nelle condizioni di non poter accedere a posti di lavoro. Infatti, ci sarà sempre qualcun altro che si accontenterà delle prestazioni più basse, e con le leggi che volete demolire, sarà costretto ad accettare lavori che oggi sono svolti dai figli di questo paese (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e di Forza Italia).

(Orientamenti del Governo in materia di politica dell'immigrazione - n. 3-00017)

PRESIDENTE. L'onorevole Gasparri ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione La Russa n. 3-00017 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmatario.

MAURIZIO GASPARRI. Vi è una differenza, signor Presidente, tra sanatoria e regolarizzazione, in quanto la sanatoria è la possibilità di far permanere in un paese persone che vi si trovano entro una certa data, mentre la regolarizzazione presuppone l'esistenza di una posizione di lavoro che venga dimostrata e verificata.
Ciò premesso, intendiamo esprimere con l'interrogazione presentata una preoccupazione specifica. Il ministro della solidarietà sociale annuncia la fine dei centri di trattenimento temporaneo, voluti dal Governo Prodi con ministro dell'interno Napolitano, attuale Presidente della Repubblica, e un sottosegretario afferma che non si possono rimandare in Libia le persone da espellere, perché non si tratterebbe di un paese ammesso nel consesso democratico.
Qual è la procedura che si segue oggi se arriva un clandestino, senza un centro di trattenimento temporaneo? Dove, secondo il Governo, un clandestino che sbarca a Lampedusa o altrove dev'essere indirizzato? Forse viene respinto in mare, cosa certamente impossibile? Oppure viene fatto accedere in maniera indiscriminata sul territorio nazionale? Quali sono le procedure che in questo momento il Governo intende far rispettare? Quelle della legge vigente o quelle inventate da qualche ministro sedicente tale (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)?

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere per tre minuti.

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, per la prima parte dell'interrogazione richiamo quanto detto poco fa e ribadisco che si fa riferimento, per quanto riguarda il numero di domande degli immigrati eccedenti il tetto definito, alle persone presenti in Italia alla data stabilita come termine.
Quanto invece alle procedure che fanno seguito agli sbarchi di migranti, preciso che le Forze dell'ordine ed il personale dell'amministrazione del Ministero dell'interno operano nella più stretta osservanza delle leggi, delle convenzioni internazionali e degli inderogabili doveri di solidarietà e rispetto della persona umana sanciti dalla nostra Costituzione.
Alla fase di soccorso in mare, dunque, fanno seguito, onorevole Gasparri, le procedure di prima accoglienza, per assicurare a tutti gli sbarcati assistenza medica, vitto, vestiario, informazione in più lingue sui diritti previsti dalle leggi italiane e dalla Convenzione di Ginevra. Si provvede ad una prima identificazione ed alla ricongiunzione dei gruppi familiari, che vengono trasferiti in centri appositamente attrezzati, nel rispetto della Convenzione sui diritti del fanciullo. Sottolineo che il Governo presterà una grande attenzione - ripeto: una grande attenzione - alla qualità dell'accoglienza, al rispetto dei diritti fondamentali e ad un civile trattamento verso tutte le persone che si trovano in questa condizione.
I minori non accompagnati vengono immediatamente trasferiti, affidati ad enti locali di tutela ed assistenza. A tutti viene Pag. 13consentito di chiedere asilo politico, esponendo la propria situazione personale. Quanti manifestino l'intenzione di chiedere asilo politico o protezione umanitaria sono avviati ai centri di identificazione per il seguito di tali procedure, mentre gli altri migranti vengono respinti o trasferiti nei centri di permanenza temporanea per il successivo allontanamento.
Chiarisco anche che non vi è tema di rimpatrio verso il paese di provenienza quanto lo sforzo, la fatica, l'impegno da svolgersi con procedure estremamente attente e rispettose della persona umana verso il paese di origine, cioè di reale provenienza delle persone interessate.

PRESIDENTE. L'onorevole Gasparri ha facoltà di replicare per due minuti.

MAURIZIO GASPARRI. Nei giorni scorsi, le dichiarazioni di esponenti di Governo, che ho già menzionato, hanno indubbiamente creato confusione, con il rischio di incoraggiare gli sbarchi verso le nostre coste, nell'aspettativa di sbloccare le procedure di espulsione. D'altro canto si è detto, da parte di altri esponenti dello stesso Governo, che si continuerà ad applicare la cosiddetta legge Fini-Bossi, anche se con una concezione molto allargata ed estesa dei decreti sui flussi, che hanno un senso se rapportati alle esigenze reali del mercato del lavoro e se applicati con una misura limitata.
Resta il fatto che, come si è già visto con l'elusione della risposta all'interrogazione sul tema della fecondazione, si registra anche ora una contraddizione su una situazione altrettanto rilevante, cioè le politiche dell'immigrazione. Infatti, da un lato il Vicepresidente del Consiglio dice che viene applicata la legge vigente, anche sotto il profilo dell'uso dei centri di trattenimento temporaneo (la cui qualità tutti auspichiamo sia sempre migliorata), ma dall'altro lato leggiamo un programma che punta all'abolizione dei centri di trattenimento temporaneo senza indicare una procedura alternativa.
Non ci si spiega quale sia l'alternativa a questa struttura, a seconda che ci si trovi di fronte a dei profughi da accogliere per ragioni elementari o a clandestini da allontanare. Come ho ricordato, peraltro, questa struttura è stata introdotta non dalla legge Fini-Bossi, ma dalla legge Turco-Napolitano.
Quindi, credo che vi sia una contraddizione palese, una delle tante, all'interno dello schieramento che sorregge il Governo, tra chi dice di mantenere i centri di trattenimento temporaneo e colleghi appartenenti ad alcuni gruppi parlamentari che ne sostengono l'abolizione.
Sono insoddisfatto della risposta del Governo, perché sono insoddisfatto della politica lacunosa e contraddittoria che si ravvisa nei confronti di una immigrazione clandestina, che va combattuta e contrastata con una accoglienza limitata. Credo però che dovrebbero essere insoddisfatti anche coloro che a sinistra danno un voto a un Governo che invece, attraverso Rutelli, non annuncia la soppressione immediata dei centri di trattenimento temporaneo.
Non siete in grado di fare nessuna politica adeguata su questo tema (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!

(Realizzazione della TAV in Sicilia in relazione al progettato ponte sullo stretto di Messina - n. 3-00018)

PRESIDENTE. L'onorevole Reina ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Oliva n. 3-00018 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8), di cui è cofirmatario.

GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Presidente, onorevole Vicepresidente del Consiglio, noi, come parlamentari del Movimento per l'Autonomia, ci siamo chiesti e chiediamo al Governo in che modo lo stesso intenda realizzare sul territorio della regione siciliana la TAV, dal momento che il vettore ferroviario adibito allo scopo non può essere reso scomponibile per essere trasportato ordinariamente Pag. 14sui traghetti, come invece avviene per i treni, e, dunque, l'unica alternativa possibile appare quella dell'attraversamento sul progettato ponte sullo stretto di Messina.

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere per tre minuti.

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevole Reina, lei sa bene - lo sa anche l'Assemblea - che, allo stato attuale, non c'è alcun documento di programmazione che preveda la realizzazione di linee ad alta velocità ferroviaria nel territorio della regione Sicilia.
Il programma delle opere strategiche, che noi abbiamo ereditato dal precedente esecutivo, ha determinato esclusivamente l'introduzione della nuova linea ad alta velocità e alta capacità Battipaglia - Reggio Calabria e, nel territorio siciliano, due nuovi interventi ferroviari su linee ordinarie tra Palermo e Catania e tra Castelbuono e Patti.
La prosecuzione fino a Reggio Calabria della linea ad alta velocità tuttora si trova nelle primissime fasi di studio e gli stessi strumenti di programmazione stimano la sua realizzazione con un orizzonte temporale non a breve termine (oltre il 2015-2020).
Ovviamente, il tipo di materiale rotabile che potrà essere destinato per le future linee - anche le eventuali linee ad alta velocità - non potrà non tener conto delle infrastrutture ferroviarie disponibili.
Aggiungo un'assicurazione a lei e a tutti i parlamentari che hanno a cuore l'ammodernamento delle infrastrutture in Sicilia e, in generale, nel Mezzogiorno d'Italia. Questo rappresenta uno dei punti più importanti riguardanti le politiche di sviluppo, del ritorno alla crescita del nostro paese, non solo del Mezzogiorno e delle isole. In particolare, il miglioramento delle infrastrutture per la viabilità, per i collegamenti, per la navigazione, per la rete del cabotaggio, per la portualità turistica, così come, in generale, per i servizi relativi ad una migliore mobilità, decisivi - mi permetta di ricordare anche questo - anche per l'afflusso del turismo internazionale in Sicilia, rappresentano una priorità del nostro Governo.
Nel corso di questa legislatura ci confronteremo con gli organismi tecnici - il ministro delle infrastrutture provvederà a farlo -, ma anche con il Parlamento, per addivenire alle soluzioni più razionali. Non le sfugge certo la priorità assoluta di non chiudere i cantieri della Salerno - Reggio Calabria, che oggi rischiano di chiudere a causa della carenza di risorse che abbiamo ereditato (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).

PRESIDENTE. L'onorevole Reina ha facoltà di replicare per due minuti.

GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Vicepresidente del Consiglio, senza alcuna polemica, la risposta che lei fornisce - non a me, in quanto parlamentare, ma alle popolazioni che ritengo di dover rappresentare - è semplicemente terrorizzante.
Il sistema ferroviario siciliano non è ammodernato da quarant'anni e forse più. Lei dice, signor Vicepresidente del Consiglio, che sono in programma iniziative, riguardo ad alcune tratte, che sono di carattere non secondario, ma addirittura terziario, e sostiene che, nel sud, la TAV - in particolare il tratto che prevede il collegamento con Reggio Calabria - può essere prevedibile soltanto nel 2015 perché non ci sono risorse!
Quando parliamo di fiscalità di vantaggio, e precisiamo che intendiamo parlare di fiscalità compensativa, utilizziamo la locuzione proprio per dire che il gap che siamo costretti a pagare, in quanto popolazioni meridionali - siciliane, in particolare -, deve essere in qualche modo compensato. A questo Governo, nell'arco della sua durata (a noi non interessa che duri due anni, tre anni o quattro anni; per quanto ci riguarda, il Governo può durare anche cinque anni), chiediamo di governare, di governare anche i siciliani, i meridionali, e non soltanto il centro ed il nord del paese. Vogliamo concretamente Pag. 15capire in che modo sia possibile drenare risorse a favore del sud, per compensare, finalmente, quello che al sud manca da almeno 45 anni. Questo chiediamo!
A ciò aggiungiamo che nessun ragionamento sulle infrastrutture al sud può essere serio e valido ...

PRESIDENTE. Onorevole Reina...

GIUSEPPE MARIA REINA. ... a partire dalla intermodalità - concludo, signor Presidente -, per finire con il discorso relativo alla TAV, senza che si realizzi il ponte sullo stretto. Non lo diciamo noi: lo dicono i tecnici, gli ordinari dei nostri atenei ...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIUSEPPE MARIA REINA. ... che vi ostinate a non voler ascoltare!

(Misure per valorizzare il lavoro come indice della ripresa economica - n. 3-00019)

PRESIDENTE. L'onorevole Zipponi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00019 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9) per un minuto.

MAURIZIO ZIPPONI. Signor Vicepresidente del Consiglio, stante la priorità posta dal Presidente del Consiglio dei ministri sulla ripresa economica, pensando di sostenere attività industriali pubbliche e private capaci di investire e di innovare, ritengo importante partire anche da un forte segnale che questo nuovo Governo deve dare ai lavoratori ed alle lavoratrici che, in questi anni, hanno subito precarietà, cassa integrazione, mobilità e bassi salari. Il valore del lavoro, in questo paese, è ancora una risorsa fondamentale per evitare i due tempi tra risanamento e crescita.
Dalla più importante azienda italiana, la FIAT, vogliamo sapere se, oltre agli azionisti, alle banche ed alla famiglia Agnelli, i lavoratori possano considerare chiuso un periodo buio per le loro condizioni oppure no. In concreto, si tratta di chiedere a quell'azienda di smetterla con la cassa integrazione (che da anni utilizza), di riconoscere più salario ai lavoratori ...

PRESIDENTE. Concluda...

MAURIZIO ZIPPONI. ... e di dare ad essi un riconoscimento.
Chiediamo al Governo se intenda utilizzare la riduzione del cuneo fiscale per favorire quelle aziende che, in questi anni, hanno investito ...

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Zipponi.

MAURIZIO ZIPPONI. ... non hanno licenziato ed hanno creato lavoro a tempo indeterminato.

PRESIDENTE. Grazie. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere per tre minuti.

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, condivido l'impostazione del collega Zipponi: non soltanto all'avvio dell'attività del Governo, ma per tutta la legislatura, si tratta di evitare di creare un'antinomia, un'alternativa, tra risanamento economico e crescita.
Non può esserci una fase di «medicine amare» cui faccia seguito un'attesa di sviluppo: dobbiamo avere la capacità di mettere assieme, di conciliare e coordinare le politiche per la crescita con il risanamento dei conti pubblici. Dentro queste politiche, indubbiamente, il supporto a strategie credibili nei comparti industriali fondamentali è interesse del Governo, sia pure nell'ambito della chiara autonomia delle parti.
Sappiamo che tutta una serie di questioni presenti nell'interrogazione sono nella disponibilità esclusiva del rapporto tra l'azienda e le organizzazioni sindacali, Pag. 16anche se il Governo certamente, quando le trattative diventeranno più delicate, sarà attento al loro svolgimento.
Salutiamo come un fatto positivo che vi sia un inizio significativo di ripresa di prodotti - penso alla grande Punto - che consentono oggi alla FIAT di guardare ad una riduzione dell'utilizzo della cassa integrazione e che vi sia una riapertura del confronto con il sindacato per il rinnovo della contrattazione aziendale.
Lei conosce i dati: è in corso di registrazione presso la Corte dei conti un decreto su lavoro ed economia che dispone un trattamento straordinario di integrazione salariale per 1620 dipendenti di FIAT auto, Torino Purchasing e Arese, che scadrà il 31 dicembre 2006. È in corso di predisposizione una relazione per l'istanza di cassa integrazione per la ristrutturazione dello stabilimento di Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone, che comporterà un impegno economico di 230 milioni di euro e richiederà la sospensione di un massimo di 3400 unità lavorative, per le quali si prevede il totale rientro dalla cassa integrazione, che interesserà il biennio marzo 2006-marzo 2007.
Vi sono altri trattamenti di cassa integrazione in corso di erogazione per gli stabilimenti di Milano Arese (relativi a 394 unità lavorative), di Torino Mirafiori (relativi a 319 unità lavorative) e di Termoli (relativi a 850 unità lavorative). I dipendenti di Termoli sono tutti rientrati al lavoro, solo 241 rientreranno tra Milano e Torino.
Per gli anni 2003-2004, 900 lavoratori...

PRESIDENTE. Onorevole Vicepresidente del Consiglio...

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ... sono stati interessati da provvedimenti di cassa integrazione.
Concludo, signor Presidente, sottolineando che l'ultima parte dell'interrogazione in oggetto è quella più importante. Noi intendiamo utilizzare la politica di taglio del cuneo fiscale contributivo per favorire una buona occupazione, per disincentivare...

PRESIDENTE. Concluda...

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ... una crescente precarizzazione del lavoro ed incentivare, viceversa, una buona occupazione a tempo indeterminato.

PRESIDENTE. L'onorevole Zipponi ha facoltà di replicare per due minuti.

MAURIZIO ZIPPONI. La ringrazio, signor Presidente.
Signor Vicepresidente del Consiglio, apprezzo la sua risposta per quanto riguarda le intenzioni e l'azione del Governo, che deve durare tutta la legislatura, contro la precarietà.
È importante che i lavoratori italiani capiscano cosa stia cambiando per le loro condizioni tra prima e dopo, tra il Governo Berlusconi e quello di oggi. Il primo atto è quello di fare subito ciò che è stato promesso a milioni di lavoratori, ossia dare un impiego sicuro.
Così come ritengo importante che i lavoratori della FIAT abbiano finalmente, dopo anni di sacrifici, il riconoscimento salariale che hanno chiesto e votato e la cancellazione della cassa integrazione. Esistono in questo paese strumenti alternativi ad essa e il Governo lo sa. È però ancora timido il messaggio ai lavoratori e agli imprenditori.
Non esiste una questione del nord produttivo e del sud assistito: esiste per tutto il paese la questione del lavoro e dell'impresa, lavoro che deve essere ancora riconosciuto e valorizzato (l'aumento salariale sarà un indice che indica o meno la ripresa), impresa che deve essere sostenuta e crescere con infrastrutture, accesso al credito e sburocratizzazione.
Il Governo dovrà scegliere quali imprese verranno sostenute: quelle che da anni attingono alle casse dello Stato con cassa integrazione, mobilità, licenziamenti vari, finanziamenti o quelle che non si sono fatte coinvolgere da speculazioni finanziarie, hanno investito sul prodotto e sul processo, assumendo a tempo indeterminato e garantendo così una tenuta alla Pag. 17dignità industriale del paese? La FIAT fino ad oggi non rientra certo in questo secondo caso, mentre vi sono migliaia di piccole e medie imprese che devono essere messe nelle condizioni di potere crescere, accompagnate da utili strumenti di natura fiscale da parte del Governo, i cui ovvi riflessi positivi sulla condizione di lavoro vi saranno abolendo in concreto la precarietà (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

(Priorità del Governo in merito alle misure per sostenere la ripresa economica e alle grandi opere infrastrutturali da realizzare - n. 3-00020)

PRESIDENTE. L'onorevole Bianchi ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Amici n. 3-00020 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10), di cui è cofirmataria.

DORINA BIANCHI. Signor Presidente, colleghi, signor Vicepresidente del Consiglio, è in atto in Europa la ripresa economica, che vede anche una crescita, sia pure contenuta, del PIL del nostro paese.
Il Governo, che da poco ha avuto la fiducia del Parlamento, deve mettere rapidamente in atto politiche capaci di agganciare tale ripresa e di irrobustirla, con particolare riguardo alla competitività delle nostre imprese, alle riforme necessarie sul terreno economico e sociale ed alla realizzazione di grandi infrastrutture.
Soprattutto per quanto concerne quest'ultimo punto, dobbiamo ricordare come ANAS e Ferrovie dello Stato siano in grandissime difficoltà, anche grazie ai tagli operati dal precedente Governo. Si tratta, infatti, di riduzioni rilevanti, effettuate anche con riferimento agli investimenti ed alle opere pubbliche.
Vorremmo conoscere, pertanto, quali siano le priorità del Governo in merito a tali misure...

PRESIDENTE. Onorevole Bianchi...

DORINA BIANCHI. ... e, in particolare, quali siano le priorità dell'esecutivo per quanto concerne le grandi opere infrastrutturali da realizzare.

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere per tre minuti.

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, desidero innanzitutto ringraziare gli onorevoli Bianchi, Amici, Quartiani e Giachetti, nonché gli altri colleghi del gruppo dell'Ulivo presenti in Assemblea.
Già prima, rispondendo al collega Zipponi, ho affermato che non dobbiamo distinguere il momento del risanamento da quello del ritorno alla crescita economica: è il ritorno alla crescita, infatti, la nostra grande priorità. Vede, onorevole Bianchi, se è vero che in Europa si registra una certa ripresa economica, il nostro problema è esattamente quello di individuare il modo per intercettarla.
Non dimentichiamo, infatti, che, se rivediamo le previsioni sulla crescita economica formulate dal precedente Governo in questa stessa stagione, nei cinque anni trascorsi, queste indicavano tassi di sviluppo dell'economia che, successivamente, non si sono mai rivelati reali. Ricordo che ogni anno iniziava con una previsione in base alla quale, anche se la crescita dell'anno precedente era stata pari allo zero, o allo zero virgola qualcosa per cento, l'anno in corso l'avrebbe portata all'1, all'1,2, all'1,5 o all'1,8 per cento; alla fine, tuttavia, ci si ritrovava ugualmente in una condizione di stallo e di crescita zero.
Noi, dunque, sentiamo fortemente la responsabilità - ed il Governo, assieme alla maggioranza parlamentare, la avverte come assolutamente vitale - di cogliere questi «spunti» di ripresa, al fine di renderla durevole, per restituire fiducia alle famiglie e agli operatori economici, nonché per rafforzare la coesione sociale.
La crescita economica sarà certamente influenzata anche dalla valutazione dello stato dei conti pubblici, e le sue richieste riguardanti le opere strategiche programmate, onorevole Bianchi, sono particolarmente opportune. Sappiamo, infatti (come è già emerso nei giorni scorsi), che dovremo letteralmente fare i conti con una situazione per cui l'ANAS ha già esaurito Pag. 18le risorse finanziarie disponibili. Stiamo altresì analizzando bene i dati riguardanti le Ferrovie dello Stato, che suscitano gravi preoccupazioni, poiché vi sarebbero rischi concernenti non solo la realizzazione delle opere, ma lo stesso servizio da prestare a milioni di cittadini: mi riferisco ai pendolari ed a tutti gli utenti del trasporto ferroviario.
Vorrei aggiungere che le cosiddette cartolarizzazioni, nonché una serie di impegni assunti in sede europea negli anni passati, rischiano di lasciarci «scoperti» dal punto di vista dell'effettivo adempimento di tali impegni e del conseguimento degli obiettivi economico-finanziari stabiliti.
Il Governo, quindi, conta su una stretta collaborazione con la maggioranza parlamentare, in tutte le sue articolazioni - oggi emerse utilmente, anche attraverso le diverse sensibilità politiche e culturali -, per affrontare tale sfida, per farcela, per riportare il paese alla crescita, per far crescere l'occupazione...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ... e per migliorare la fiducia di un paese che, sicuramente, ce la può fare.

PRESIDENTE. L'onorevole Amici ha facoltà di replicare per due minuti.

SESA AMICI. Signor Vicepresidente del Consiglio dei ministri, credo che lei, con grande acutezza politica, abbia colto il punto nodale della nostra interrogazione: si tratta di intercettare la crescita economica europea e di far sì che il nuovo Governo metta a fuoco una linea strategica intorno a due assi fondamentali.
Non esistono, infatti, né competitività dell'impresa, né sviluppo economico se, insieme a questi, non si possiede un'idea molto chiara dei progetti strategici e dell'impegno intorno a politiche pubbliche. Ciò concerne sia l'ANAS, sia le Ferrovie dello Stato: nodi importanti che interessano la mobilità dei cittadini, la loro sicurezza e la loro idea di vivere in una dimensione di sviluppo economico che riguardi anche, e molto, l'essenza stessa della cosiddetta buona occupazione.
La sua risposta dà sicurezza alla maggioranza. Insieme, con molta attenzione, decifreremo questo intreccio, ne verificheremo la fattibilità e, soprattutto, dimostreremo che si può passare da interventi a pioggia, a volte sbagliati, all'importante nesso di sistema tra competitività dell'impresa, sviluppo ed infrastrutture. Stiamo parlando del vero strumento attraverso cui si può rilanciare un'idea di politica pubblica e, soprattutto, un'idea di sviluppo.
Per questo la maggioranza guarderà con grande attenzione alle scelte strategiche del Governo e, su queste, misureremo anche la nostra capacità di consolidare i consensi che abbiamo ricevuto (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo e dei Verdi).

(Iniziative volte a consentire la liberalizzazione del mercato dei farmaci - n. 3-00021)

PRESIDENTE. L'onorevole Poretti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00021 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11) per un minuto.

DONATELLA PORETTI. Signor Vicepresidente del Consiglio dei ministri, onorevoli colleghi, il programma del Governo prevede la liberalizzazione dei prodotti e dei servizi in attuazione delle direttive comunitarie.
Particolare rilevanza assume il mercato dei farmaci che, attualmente, è gestito in condizioni di monopolio dal sistema farmaceutico, anche per quanto riguarda la vendita dei farmaci senza obbligo di ricetta e di quelli da banco che - ricordiamolo - rappresentano poco più del 10 per cento del mercato.
Questo monopolio impedisce, di fatto, la concorrenza fra più distributori, con riflessi negativi sui prezzi; basti, ad esempio, il raffronto con il mercato degli Stati Uniti dove, da anni, questi farmaci si possono acquistare pressoché ovunque. Pag. 19Negli Stati Uniti un'aspirina costa 0,016 euro, mentre in Italia la stessa aspirina costa 0,45 euro, circa il 2.700 per cento in più.
Si chiede perciò come il Governo intenda affrontare la questione, anche in risposta alle segnalazioni dell'antitrust, al fine di consentire l'acquisto di tali farmaci in altri canali, a tutto vantaggio del consumatore sia per un miglior servizio sia per un prezzo più basso.

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere per un minuto.

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, è utile riassumere, a beneficio dell'Assemblea di Montecitorio e anche dei cittadini che ascoltano questo confronto in sede parlamentare, il quadro, i numeri del mercato farmaceutico, che in Italia è pari a circa 18 miliardi di euro; ciò, sulla base dei dati forniti dall'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali, dell'AIFA, relativi all'esercizio 2005.
Di questi danari complessivi, tredici miliardi sono pagati dal Servizio sanitario nazionale per i farmaci di fascia A ed erogati tramite le farmacie. Tre miliardi di euro sono spesi dal cittadino per i farmaci di fascia C, che possono essere acquistati in farmacia con l'obbligo della ricetta medica, e 2 miliardi di euro derivano dai farmaci di automedicazione che il cittadino può liberamente acquistare in farmacia senza obbligo di prescrizione. Di conseguenza, quando si parla di consentire la distribuzione dei medicinali nei supermercati - per favorire l'abbattimento dei prezzi ed una maggiore concorrenza - ci si riferisce, nei fatti, solo al segmento dell'automedicazione.
Colleghi, in altri termini il Servizio sanitario nazionale garantisce la copertura di oltre il 70 per cento della spesa farmaceutica, una copertura che risulta la più elevata in Europa e che assicura l'accesso e la gratuità di tutti i farmaci necessari per il trattamento delle malattie gravi e croniche.
I farmaci di automedicazione, invece, si riferiscono a condizioni lievi e transitorie, al di fuori delle patologie gravi e croniche. È necessario allora affrontare questo problema in una logica complessiva, coniugare rigore nei controlli, appropriatezza delle prescrizioni, contenimento della spesa pubblica e dei costi a carico dei cittadini, miglioramento delle condizioni concorrenziali. Per questo il Governo si impegna, onorevole Poretti, ad aprire al più presto un luogo di confronto congiunto con il ministro della salute e il ministro dello sviluppo economico, prevedendo altresì la partecipazione di tutti gli attori del sistema farmaceutico: regioni, operatori sanitari, industrie, farmacie, distributori farmaceutici intermedi e finali e grande distribuzione, oltreché - e credo che questo debba essere un impegno che il Governo deve assumere per tutti i negoziati sociali ed economici - le associazioni che rappresentano consumatori e cittadinanza.
In questo senso, lavoreremo in collaborazione con il Parlamento per migliorare le condizioni concorrenziali e, allo stesso tempo, per garantire la certezza della qualità e della tutela del cittadino in quanto utente del Servizio sanitario nazionale, specialmente degli ammalati e di chi si trova in una condizione di difficoltà.

PRESIDENTE. L'onorevole Poretti ha facoltà di replicare per due minuti.

DONATELLA PORETTI. Signor Vicepresidente, mi dichiaro soddisfatta per metà, per il principio espresso, cioè quello che va nella dimensione auspicata. Temo infatti che quanto da lei prospettato sposti una soluzione molto semplice a tempi indefiniti, il che di fatto si tradurrebbe poi in un tentativo di «narcotizzare» la questione: s'ingarbuglia, vi sono pastoie burocratiche, tavoli infiniti, dove poi, alla fine, gli unici penalizzati potrebbero essere i consumatori. Penalizzati sia nel prezzo - come ricordavamo poc'anzi -, primo effetto in mancanza di concorrenza, sia nel servizio, costretti cioè a rincorrere farmacie di turno, in particolare nei giorni festivi.Pag. 20
Ricordo che in Gran Bretagna, dopo quattro anni dall'apertura del mercato, il prezzo dei farmaci da banco è diminuito del 30 per cento. Nella segnalazione che aveva fatto l'autorità antitrust, relativa a possibili distorsioni della concorrenza, si era fra l'altro ritenuta «improcrastinabile» la liberalizzazione della vendita dei farmaci di automedicazione, consentendone la commercializzazione anche presso i punti vendita della distribuzione organizzata. Questa è una soluzione che ci si augura venga adottata nei tempi più rapidi possibili, come fortemente auspicato dai deputati del gruppo de La Rosa nel Pugno.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,30 con lo svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta, sospesa alle 16,15, è ripresa alle 16,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Cordoni e Galati sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono dodici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Opportunità che il ministro della giustizia si astenga da iniziative concernenti il rapporto tra procure, intercettazioni e personaggi del mondo del calcio - n. 2-00003)

PRESIDENTE. Il deputato Giovanardi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00003 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 1).

CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, intendo illustrare la presente interpellanza in quanto ritengo che l'argomento sia importante, avendo coinvolto milioni di appassionati dello sport nel nostro paese, nonché un'opinione pubblica più vasta che, se non altro per curiosità, si è domandata cosa stia accadendo nel mondo del calcio e dello sport in generale.
Come in ogni altro caso nel quale improvvisamente esplode uno scandalo di dimensioni gigantesche, ci si è chiesti: è mai possibile che nessuno prima sapesse nulla? È mai possibile che quello che poi è emerso dalle intercettazioni fosse sconosciuto al mondo dello sport, ai giornalisti, ai politici? Inoltre, se vi erano stati segnali di denuncia di tale malcostume, perché la politica non è intervenuta? Perché i partiti non sono intervenuti? Perché chi sapeva non ha fatto il possibile per evitare che poi tutto lo sport italiano e milioni di appassionati di calcio rimanessero delusi nelle loro aspettative ed aspirazioni ad un campionato giusto, che esaltasse i valori dello sport?
Mi sono posto tali domande quando, lo scorso 23 maggio, su La Stampa è apparsa l'intercettazione di una telefonata dell'addetto stampa dell'onorevole Mastella - De Angelis - e Luciano Moggi, risalente al 9 febbraio 2005. In tale telefonata, De Angelis affermava: l'onorevole Mastella mi diceva che aveva preparato - su richiesta di Moggi - un comunicato stampa, chiedendo a Moggi di leggerlo per sapere sostanzialmente se lo stesso andasse bene o meno. Quindi, chiedeva a Luciano Moggi se poteva diffondere tale dichiarazione e se i contenuti della stessa fossero esatti. Pag. 21
La dichiarazione riguardava una polemica svolta nei confronti del presidente dell'Ancona calcio, Pieroni - a sua volta travolto da vicende giudiziarie e arrestato -, che il giorno prima su la Repubblica aveva reso una singolare intervista della quale successivamente darò lettura.
De Angelis legge a Moggi la seguente dichiarazione: trovo poco corretto - è Mastella che parla - lanciare accuse, peraltro senza l'onere della prova, attraverso interviste ai giornali. Così Clemente Mastella commenta la polemica di Pieroni, secondo il quale il calcio sta vivendo una stagione di gravi crisi e le insinuazioni contro il direttore generale della Juventus rappresentano un altro colpo mortale ad uno sport sull'orlo del tracollo.
Si tratta di affermazioni molto gravi che avrebbero meritato da parte di Pieroni un momento di maggiore riflessione ed è sospetto che vengano rilasciate mentre è in corso un'inchiesta giudiziaria che riguarda proprio l'Ancona calcio.
Poi vi è un gustoso duetto tra Moggi e De Angelis, nel quale Moggi dice: modifica qua, togli via quello, aggiungi quell'altro, questo non lo posso aggiungere.
E come finisce la telefonata? La telefonata termina con De Angelis che dice: d'accordo, va bene. E Moggi: mi raccomando, la faccia subito la dichiarazione, poi magari avvisi anche i giornali. Certamente, certamente - dice De Angelis - grazie, va bene, arrivederci.
Erano le ore 18,19 del 9 febbraio 2005. Un'ora dopo (ho controllato, naturalmente), le agenzie di stampa, l'Ansa, battono una dichiarazione del vicepresidente della Camera, onorevole Clemente Mastella, che diffonde esattamente il testo concordato con Moggi. Ma perché Moggi ha chiesto l'aiuto dell'onorevole Mastella? Perché il giorno prima, l'8 febbraio 2005, Pieroni aveva rilasciato un'intervista su la Repubblica in cui diceva testualmente: Luciano Moggi riesce a controllare attraverso i suoi uomini otto squadre di serie A? Ha uomini - non sono rapporti stretti, uomini - in 20 club tra serie B e C. Attraverso la Gea, presieduta dal figlio, duecento tra giocatori e allenatori sotto contratto; condiziona nemici e amici, calciatori, dirigenti, qualche presidente. E ancora: nel calcio, Luciano Moggi fa quello che vuole. Con me si è vantato di suggerire soluzioni all'attuale presidente federale, Carraro, tutti i giorni; dal suo periodo trascorso a Torino ha ereditato amici decisivi: uno è il veterinario Pierluigi Pairetto, designatore degli arbitri. Oggi Moggi ha amicizie in tutti i gradi della Federcalcio. Infine, non viene mai interrogato, deferito, punito. È un uomo vendicativo e ha contribuito a rovinare questo bel calcio e a distruggere Ermanno Pieroni.
Si dice che la politica non sapesse, che i partiti non sapessero. Qui abbiamo il caso di chi, un anno prima che scoppiassero i fatti che sono scoppiati, racconta esattamente come stanno le cose. Io penso che un esponente politico, chi è a conoscenza di questi fatti, la prima cosa che dovrebbe fare è verificare se le accuse siano o meno fondate. Mi sembra poi singolare che un esponente politico, Vicepresidente della Camera, per prima cosa corra a difendere Moggi e concordi con lo stesso i comunicati stampa a difesa dello stesso e di attacco di chi denuncia questo malcostume.
Ma facciamo un passo in avanti, affrontando quello che è anche il merito dell'interpellanza. L'onorevole Mastella diventa ministro della giustizia e, nella stessa pagina de La Stampa in cui appaiono le intercettazioni, si legge: Mastella minaccia gli ispettori in procura a Napoli. I giudici ora individuano il responsabile della fuga di notizie sugli intercettati. Il Vicepresidente della Camera Mastella, che si fa dettare le dichiarazioni da Moggi, diventa, come ministro della giustizia, quello che interviene sul caso Moggi e sul caso del calcio.
Allora credo che il minimo che si possa chiedere all'onorevole Mastella sia quello di astenersi dall'interessarsi di questa vicenda e di delegare un qualche sottosegretario. Tuttavia, spero di non leggere nuovamente sui giornali che si sta interessando di una vicenda della quale, purtroppo, si è già interessato e nel modo che abbiamo visto.Pag. 22
Quindi, chiedo al Governo una parola chiara (e mi aspetto una parola chiara) sia sugli aspetti morali che emergono da queste vicende, che sono agli atti, sia sulle conseguenze che ne possono derivare nel prosieguo di questa vicenda che, evidentemente, se non è ancora conosciuta dall'opinione pubblica, è perché è vero quello che diceva Pieroni, ossia che Moggi ha amicizie dappertutto, ha complicità a tutti i livelli, come recentemente la documentazione che ho illustrato sta qui a testimoniare.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, dottor Paolo Naccarato, ha facoltà di rispondere.

PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevoli deputati, gli articoli apparsi di recente sui giornali, cui fa riferimento l'interpellante onorevole Giovanardi, inducono erroneamente i lettori a ritenere che il ministro della giustizia, nel proporre modifiche all'attuale normativa in materia di intercettazioni telefoniche, sia stato determinato da un interesse personale, posto che una telefonata tra le migliaia intercettate nei confronti del signor Luciano Moggi riguarderebbe, ancorché solo indirettamente, il ministro medesimo.
Deve preliminarmente evidenziarsi che la telefonata in questione non vede il ministro diretto interlocutore ed appare assolutamente trasparente e sotto nessun profilo sospetta.
Quanto richiesto dall'allora direttore generale della Juventus, infatti, non venne poi recepito nel testo della dichiarazione resa all'Ansa dall'onorevole Mastella in data 9 febbraio 2005.

CARLO GIOVANARDI. Non è vero!

PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Proprio al fine di contemperare le esigenze di giustizia con il diritto di riservatezza del singolo, è intendimento del ministro della giustizia proporre al Governo una regolamentazione della diffusione delle intercettazioni telefoniche, al fine di permettere che le stesse debbano essere usate unicamente come strumento di indagine e non in maniera scandalistica, con indebite pubblicazioni sui giornali di stralci di conversazioni che possono ledere la privacy e la dignità di tutti i cittadini, talvolta neppure interessati dal procedimento penale, nel cui ambito sono state autorizzate le suddette intercettazioni, come bene potrebbe insegnarmi l'onorevole Giovanardi.
Il Ministero della giustizia evidenzia come i tempi di diffusione di atti di indagine che riguardano il personaggio oggi più esposto ai media generano inevitabilmente il sospetto di strumentalizzazione dell'intera vicenda, al fine di fare notizia sul nuovo ministro della giustizia e di ledere la reputazione dello stesso.
Ritenendo, in conclusione, che nella condotta del ministro della giustizia non sia ravvisabile alcuna irregolarità, non vi sono i presupposti per dar seguito alla richiesta degli onorevoli interpellanti in relazione all'opportunità di delegare ad un sottosegretario il compito di seguire la materia delle intercettazioni telefoniche.

PRESIDENTE. L'onorevole Giovanardi ha facoltà di replicare.

CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, sono insoddisfatto della risposta. Quando un Governo risponde il primo giorno di svolgimento delle interpellanze urgenti raccontando bugie, non su opinioni ma su alcuni fatti, partiamo molto male! Infatti, l'Ansa, un'ora più tardi, riporta esattamente il testo concordato con Moggi (è testuale, parola per parola).
Certo, Moggi aveva chiesto anche di aggiungere qualcosa in più, ma è stato concordato un testo che l'addetto stampa dell'onorevole Mastella ha sottoposto a Moggi per il placet: va bene se l'onorevole Mastella dà alle agenzie questa dichiarazione? Te la leggo. Mastella rende certe affermazioni, mentre Moggi sostiene di Pag. 23voler aggiungere alcune cose e di volerne togliere altre. Allora, è stato concordato questo testo, che è stato dato alle agenzie e firmato dall'onorevole Mastella (ma si legga Moggi).
Questo qualifica anche il livello morale del modo in cui inizia ad operare l'attuale Governo. È normale, plausibile che un parlamentare si presti a fare da cassa di risonanza di una persona a cui vengono addebitate cose che oggi sono diventate di pubblico dominio, svolgendo attività di questo tipo?
Ricordo che, nella scorsa legislatura - forse lo ricorderanno anche i colleghi -, alcuni ministri si sono dimessi perché, in un colloquio personale con i giornalisti, hanno espresso una valutazione personale e, a gran voce, tutti dal centrosinistra hanno chiesto le loro dimissioni (e loro si sono dimessi!). Ricordo che un sottosegretario aveva espresso una valutazione sui tedeschi e successivamente si è dimesso. Erano parole dette privatamente!
In questo caso, l'attuale Governo avalla la situazione e afferma di non vedere niente di strano e di singolare in questo tipo di comportamento. Succede sempre nel mondo! Quando qualcuno ha un problema, si rivolge ad un parlamentare amico ed autorevole ed il parlamentare si presta a concedergli il favore, rendendo un comunicato stampa in sua difesa. È una cosa normalissima, o no? In vent'anni di politica non mi era mai capitato di vedere una cosa di questo genere. Mai! Poi, il Governo ci viene a dire in questa sede che non è vero che è stato concordato! Mente! Io ho fatto una collazione degli atti al riguardo; invito i colleghi parlamentari a leggere la registrazione pubblicata su La Stampa del 23 maggio 2006. Si può vedere l'agenzia ANSA del 9 febbraio scorso, alle ore 19, che fa riferimento a quel colloquio, avvenuto lo stesso giorno alle ore 18, e si trova, firmata Clemente Mastella, la dichiarazione concordata e avallata da Moggi.
Allora, caro sottosegretario, partiamo da questo e diciamo la verità, non le bugie. Non tentiamo di mistificare i fatti, raccontando al Parlamento cose false. Racconti al Parlamento cose vere o, altrimenti, se è in grado, dica che non è vero quello che dico io; ma non lo può fare, perché è tutto agli atti! Allora, mi dica che per questo Governo il fatto che un ministro attualmente in carica concordi un testo con Luciano Moggi e si presti a fare dichiarazioni in conto terzi su La Stampa è una cosa normale, morale, tranquilla! Dov'è il problema? C'è un problema? Ci mancherebbe altro! E questo è il Governo dei «morali», di quelli che hanno una moralità superiore, come ci hanno sempre raccontato. Questa è la maggioranza di quelli che hanno una moralità superiore: complimenti! Questa è la partenza di un Governo che avalla, giustifica e dice che tutto ciò è normale!
Io non sono un giustizialista, non ho chiesto le dimissioni di Mastella: non ho fatto come il centrosinistra, che ha chiesto per molto meno le dimissioni di ministri e sottosegretari. Ho visto che oggi l'Olanda decide anche per il partito per la pedofilia, dopo l'eutanasia per i bambini. Ebbene, il centrosinistra ha chiesto le mie dimissioni perché mi sono permesso di criticare l'Olanda in quanto fa cose che io non condivido: dovevo dimettermi perché ho un'opinione diversa dalla loro. In questo caso, invece, tutto bene! Dunque, non sono un giustizialista, non ho chiesto le dimissioni, come ha fatto mille volte il centrosinistra rispetto ad esponenti del centrodestra. Ho chiesto non di astenersi sulla questione delle intercettazioni, di astenersi dal caso specifico delle dichiarazioni che riguardano Moggi ed il mondo del calcio e che coinvolgono direttamente il ministro della giustizia in carica. Lo coinvolgono per degli atti! Che il Governo venga a dire che neanche sotto questo profilo rileva una qualche opportunità, viste le cose che oggi sappiamo, di non interessarsi di questa vicenda, signor Presidente, mi lascia assolutamente insoddisfatto. Se il buongiorno di un Governo si vede dal mattino, partiamo davvero molto male!

Pag. 24

(Iniziative per la messa in sicurezza della statale 52 bis in corrispondenza della galleria Zuglio nel comune di Arta Terme (Udine) - n. 2-00005)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Centa, alla quale ricordo che ha quindici minuti a disposizione, ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00005 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).

MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, signor sottosegretario Meduri, onorevoli colleghi, il giro ciclistico d'Italia doveva passare sotto la galleria di Zuglio il 25 maggio 2006, ma in quel giorno si è verificata lungo la statale 52 bis, in corrispondenza della galleria di Zuglio nel comune di Arta Terme, in provincia di Udine, una frana che ha fatto crollare la galleria stessa e compromesso la viabilità della statale 52 bis, con deviazione della viabilità.
Le chiedo di sapere in quali tempi, che devono essere strettamente brevi, sia previsto il ripristino del collegamento viario e la successiva messa in sicurezza della statale 52 bis, tenendo presente che la chiusura della statale penalizza fortemente non solo la viabilità pendolare e locale, ma soprattutto le aziende situate a monte dell'interruzione stradale, aziende che operano nel comparto del legno e nel settore turistico, nonché il collegamento internazionale tra Italia e Austria via Passo Monte Croce Carnico.
L'interruzione è avvenuta nella valle alpina della Carnia, valle del But, nel Friuli-Venezia Giulia, dove gli abitanti, con grandi sacrifici, cercano di mantenere vivi i piccoli paesi e le piccole frazioni montane, anche se molto scomode da raggiungere. Chiaramente, l'interruzione della statale 52 bis offre un ulteriore motivo per abbandonare la comunità ed i paesi montani e trasferirsi in pianura. Soprattutto per questo è urgente un segno di forte ed immediata risposta per il ripristino della strada e, di conseguenza, della viabilità per gli abitanti della valle del But e della Carnia.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture, dottor Meduri, ha facoltà di rispondere.

LUIGI GIUSEPPE MEDURI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture. Signor Presidente, l'evento franoso rilevato dagli onorevoli interpellanti, che ha danneggiato la galleria naturale di Zuglio, il 25 maggio scorso, alle ore 11, al chilometro 7 + 200 della strada statale 52 bis Carnica, in comune di Arta Terme, è seguito ad un periodo invernale caratterizzato da forti precipitazioni meteorologiche e da cicli di gelo e disgelo.
L'ANAS ha fatto conoscere che il compartimento per il Friuli-Venezia Giulia è prontamente intervenuto, realizzando una pianificazione del traffico sui medesimi standard funzionali che ha consentito di mantenere la continuità del collegamento internazionale con l'Austria e di quello pendolare locale. Nessuna località è rimasta isolata.
In data 30 maggio 2006, ossia ieri, è stato dato l'avvio ai lavori di ripristino del piano viabile, previa completa messa in sicurezza del fronte franoso.
L'ANAS riferisce che i lavori attualmente in corso di esecuzione procedono con mezzi e manodopera adeguati a garantire il ripristino della viabilità entro 30 giorni lavorativi.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Centa ha facoltà di replicare.

MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Meduri per la risposta.
Io mi dichiaro parzialmente soddisfatta. Infatti, da un lato, sono soddisfatta per il fatto che vi siate interessati velocemente a questa materia, dimostrando attenzione per la gente di montagna. Dall'altro lato, mi auguro che siate in grado di mantenere questo impegno. Vigilerò comunque che ciò avvenga nei 30 giorni che avete stabilito (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti.

Pag. 25

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, la deputata Laura Froner, iscritta al gruppo parlamentare Misto, ha chiesto di voler aderire al gruppo parlamentare L'Ulivo.
La presidenza di tale gruppo ha comunicato di aver accolto la richiesta.
Sospendo brevemente la seduta, che riprenderà con la lettura dell'ordine del giorno.

La seduta, sospesa alle 16,55, è ripresa alle 17.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 6 giugno 2006, alle 16,30:

1. - Deliberazioni per la ratifica della costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione a conflitti di attribuzione sollevati innanzi alla Corte Costituzionale rispettivamente dal Tribunale di Catania - sezione distaccata di Giarre e dal Tribunale di Roma - sezione prima civile.

2. - Deliberazione per la costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte Costituzionale dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano.

La seduta termina alle 17,05.