ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00009

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 59 del 02/10/2008
Abbinamenti
Atto 6/00007 abbinato in data 02/10/2008
Firmatari
Primo firmatario: GALLETTI GIAN LUCA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO
Data firma: 02/10/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CICCANTI AMEDEO UNIONE DI CENTRO 02/10/2008


Stato iter:
02/10/2008
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 02/10/2008

DICHIARATO PRECLUSO IL 02/10/2008

CONCLUSO IL 02/10/2008

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00009
presentata da
GIAN LUCA GALLETTI
testo di
giovedì 2 ottobre 2008, seduta n.059

La Camera,
esaminata la Nota di aggiornamento al Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013;
considerato che la presentazione della Nota di aggiornamento si è resa necessaria per deteriorarsi della congiuntura economica internazionale che ha determinato effetti negativi sulle variabili di finanza pubblica;
tenuto conto che l'Italia ha risentito di questa forte tensione nei mercati internazionali e rilevati, in particolare, gli effetti negativi sulla crescita riconducibili alle drammatiche evoluzioni della crisi finanziaria americana, all'incremento del prezzo delle materie prime ed al conseguente acuirsi del livello inflazionistico, che ha inciso sui consumi delle famiglie, nonché al progressivo apprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro che ha indebolito la domanda estera;
premesso che, per quanto concerne il quadro macroeconomico, in conseguenza di questo scenario di notevole incertezza, la Nota di aggiornamento al DPEF 2009-2013 presenta una revisione al ribasso delle stime della crescita economica pari allo 0,4 per cento per l'anno in corso e per il 2009;
evidenziato che, sul piano degli andamenti tendenziali e programmatici, il livello dell'indebitamento netto, pur risultando invariato per il 2008, registra un peggioramento di 0,1 punti percentuali del PIL nel 2009 e 0,2 punti percentuali, nel 2010 e 2011; si rileva un aumento dell'avanzo primario determinato da un contenimento della spesa sia di parte corrente che di parte capitale in termini strutturali; il saldo di bilancio per il 2008 peggiora di 0,2 punti percentuali rispetto a quanto previsto dal DPEF per effetto del minor output gap e delle maggiori misure una tantum; le stime mostrano, rispetto alle previsioni del DPEF, una contrazione del gettito relativo alle imposte indirette causata dalla diminuzione del PIL e parzialmente compensata da un aumento delle imposte dirette e dei contributi sociali attribuibile ad una dinamica più positiva dei redditi da lavoro dipendente in alcuni comparti del settore privato; per quanto concerne le spese delle pubbliche amministrazioni si rileva una notevole riduzione delle spese per redditi da lavoro dipendente, dell'ordine di 1,35 miliardi di euro nel 2009, di oltre 1,5 miliardi di euro nel 2010 e 2011 e di superiore ai 2 miliardi di euro nel 2012 e 2013, tale riduzione delle spese è peraltro più che compensata da un aumento delle spese per consumi intermedi e per pensioni;
considerato che sulla scorta dei dati di bilancio a legislazione vigente 2009 il livello del saldo netto da finanziare programmatico è stato rideterminato in 33,6 miliardi rispetto ai 16,6 miliardi stimati per il 2009 dal DPEF;
rilevato che l'esame dei dati tendenziali contenuti nella nota di aggiornamento confermano che il decreto-legge n.112 del 2008 non ha avuto un effetto positivo sull'economia nazionale;
premesso che le critiche rivolte al DPEF, da ritenersi del tutto insufficiente ad aiutare la crescita Paese, valgono anche per la Nota di aggiornamento, anche in considerazione del peggioramento della crisi finanziaria internazionale;
osservato che l'Italia continua a registrare un tasso di crescita del PIL inferiore alla media europea e rispetto a tale dato risulta particolarmente preoccupante il contributo negativo della domanda interna, che dimostra le difficoltà del Paese dipendenti da una grave debolezza dei consumi e degli investimenti, a causa della riduzione del potere di acquisto dei redditi degli italiani, compressi tra inflazione e pressione fiscale;
constatato che a fronte di un impegno contenuto nel programma elettorale dell'attuale maggioranza che prevedeva una graduale e progressiva diminuzione della pressione fiscale sotto il 40 per cento del PIL, non risulta, invece, nel DPEF, prima, e nella Nota di aggiornamento, dopo, una previsione di riduzione della pressione fiscale capace di rilanciare il PIL, anzi nel Documento si preveda un taglio della spesa pubblica soprattutto quella in conto capitale che è fondamentale ai fini degli investimenti e quindi della crescita;
ritenuto che manca un approccio strutturale ai problemi della crescita del Paese e del potere di acquisto dei cittadini, data che nel momento in cui in altri Paesi i governi adottano rilevanti misure di sostegno all'economia, il Governo italiano si dimostra incapace di definire e attuare interventi volti a rilanciare i consumi e gli investimenti di cui il Paese avrebbe bisogno;
rilevato che l'Italia continua a perdere competitività in termini di quota delle nostre esportazioni sul commercio mondiale, a causa dell'alto costo di produttività dei nostri prodotti e del basso valore aggiunto che spinge verso mercati tradizionali, dove i paesi emergenti praticano prezzi più competitivi perché privi di clausole sociali ed ambientali;
constatato che il DPEF e la sua Nota di aggiornamento non incidono in alcun modo sul potere di acquisto delle famiglie, che costituisce il vero motore dello sviluppo e che facendo riferimento ai più recenti dati dell'ISTAT circa il 34,7 per cento ha forti difficoltà finanziarie, mentre il 59,5 per cento ha una certa difficoltà a giungere alla fine del mese;
evidenziato altresì che il Documento non contiene misure effettivamente capaci di ovviare alla bassa produttività del lavoro, una delle principali cause del rallentamento della crescita del PIL;
rilevato che la Nota di aggiornamento così come il DPEF non contiene misure in grado di fare fronte al basso tasso di occupazione (rapporto tra occupati e popolazione di età compresa tra i 15 ed i 64 anni) italiano, che era nel 2006 uno dei più bassi dell'area OCSE;
considerato che il Documento non risolve i problemi posti dalla raccomandazione del Consiglio UE 14 maggio 2008 (2008/399/CE), adottata nel quadro della strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione, la quale, nell'aggiornare al 2008 gli indirizzi di massima per le politiche economiche e sull'attuazione delle politiche per l'occupazione, ha formulato, nei confronti dell'Italia, per quanto riguarda l'occupazione, i seguenti orientamenti: «Continuare a potenziare i servizi per l'infanzia e le persone anziane, onde conciliare vita professionale e vita familiare e incentivare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro; definire una strategia coerente per l'invecchiamento attivo onde aumentare l'occupazione a livello dei lavoratori più anziani e migliorare l'adeguatezza delle pensioni,
impegna il Governo:
a definire ed adottare efficaci misure di sostegno all'economia, volte a rilanciare i consumi e gli investimenti necessari ai fini di una reale crescita del Paese;
ad operare una radicale correzione degli indirizzi di politica economica, finalizzandola al rinnovamento del Paese, nel senso del rafforzamento della sua posizione competitiva, e di liberalizzazione di settori e comparti sinora caratterizzati da protezioni e limiti all'accesso di nuovi operatori, prescindendo da interventi microsettoriali di stampo punitivo e concentrando l'azione sui grandi servizi a rete nonché intervenendo sui conglomerati industriali di proprietà statale che spesso operano in regime di monopolio e che quasi sempre determinano maggiori oneri a carico della finanza pubblica;
posto che esiste una relazione inversa tra la pressione fiscale e la crescita economica, ad attuare ogni efficace azione mirata alla riduzione della pressione fiscale e al contenimento della spesa pubblica corrente mediante una efficace e costante azione di riduzione di quella improduttiva e degli sprechi, responsabilizzando i centri di spesa ma evitando di operare tagli indiscriminati «orizzontali» quali quelli previsti dal decreto-legge n. 112 del 2008;
ad adottare efficaci azioni volte ad incrementare la produttività attraverso misure tali da accrescere la produttività dei servizi pubblici aprendoli al mercato, abbattere le rendite improduttive, rafforzare la concorrenza a livello nazionale e locale, investire nell'università e nella scuola, adeguare le infrastrutture, moderare la tassazione e semplificare il quadro legislativo;
a prevedere la possibilità di applicare, per periodi transitori, forme di fiscalità di vantaggio per il sud valutando altresì la possibilità di ridurre le aliquote di imposta al sud rispetto al nord e la rideterminazione degli studi di settore per le imprese meridionali, nel senso di escludere tassativamente qualsiasi generico ed acritico aggiornamento ISTAT provvedendo altresì ad una interpretazione autentica in tema di crediti d'imposta tesa ad escludere qualsiasi decadenza dovuta a semplici irregolarità formali;
a privilegiare una politica sociale di sostegno alla famiglia proseguendo un percorso nel quale, sulla base del principio di sussidiarietà, sia affermato il primato sociale della famiglia, come nucleo fondamentale della società e a ciò siano finalizzate le politiche sociali e fiscali, anche attraverso lo strumento del quoziente familiare, ovvero l'indicazione come soggetto imponibile, non più dell'individuo, ma del nucleo familiare in quanto tale;
a introdurre criteri di federalismo negli investimenti per opere infrastrutturali in accordo con la Conferenza Stato-regioni, affinché vi sia una equa distribuzione sul territorio nazionale di risorse per opere strategiche indicate nella «legge obiettivo».
(6-00009) «Galletti, Ciccanti».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

congiuntura economica

contributo sociale

crescita economica

crisi monetaria

finanze pubbliche

fiscalita'

lavoratore anziano

lavoro femminile

liberalizzazione del mercato

politica di sostegno

politica sociale

prodotto interno lordo