LOLLI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri.
- Per sapere - premesso che:
le vicende riguardanti il decreto-legge n. 195 del 2009 che prevedeva il varo della Protezione civile servizi SpA poi convertito, con lo stralcio proprio dell'articolo sulla Protezione Civile spa, dalla legge n. 26 del 2010 hanno coinvolto non solo il Parlamento, l'opinione pubblica, i mass media ma anche le organizzazioni sindacali della Presidenza Consiglio dei ministri all'interno della quale è incardinato il dipartimento protezione civile;
le organizzazioni sindacali che hanno espresso pareri fortemente negativi sulla costituzione della Protezione civile nazionale in SpA ed hanno intrapreso numerose iniziative di mobilitazione e di denuncia. In una di queste circostanze un rappresentante sindacale della CGIL, nel mese di gennaio 2010 ha rilasciato delle dichiarazioni alla web TV «Youdem» parlando di progetti politici legati alla costituzione della Spa. Sempre lo stesso rappresentante sindacale è intervenuto con gli stessi argomenti anche durante una trasmissione radiofonica sul palinsesto «Elleradio» aggiungendo quali sarebbero state le ricadute sui lavoratori;
questa attività dell'organizzazione sindacale e del suo rappresentante alla quale si affiancano manifestazioni e presidi sindacali anche in piazza Montecitorio accadeva prima dell'intervento della magistratura e prima che l'utilizzo delle ordinanze e del potere di deroga della protezione civile per eventi non emergenziali assumesse le dimensioni di uno scandalo politico finanziario e assurgesse a cronaca;
i recenti fatti, connessi anche all'iter parlamentare del decreto-legge n. 195 del 2009, hanno avviato una discussione politica sull'opportunità di rivedere la legge n. 401 del 2001 nella parte che assegna alla Protezione civile la gestione dei così detti «grandi eventi», non solo perché essi, trattandosi di eventi non calamitosi, possono essere pianificati per tempo e gestiti quindi con gli ordinari strumenti di governo del territorio, ma soprattutto perché è stato dimostrato che, data l'alta frequenza del loro verificarsi negli ultimi anni, essi hanno pesantemente distolto il dipartimento dalla sua primaria attività, volta alla tutela dei cittadini e del territorio dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali ed antropiche, così come dettato dalla legge n. 225 del 1992;
quanto detto in precedenza, in sostanza, rappresenta quanto denunciato dal dirigente sindacale; consta all'interrogante per tale denuncia risulta che il sindacalista sia stato destinatario di procedimenti disciplinari;
alcuni dei numerosi provvedimenti disciplinari a carico del sindacalista sono già stati oggetto di interrogazioni parlamentari alle quali il Governo ha risposto in maniera, secondo l'interrogante, evasiva e non esaustiva circa il lesivo comportamento intrapreso nei suoi confronti in relazione alle prerogative e normative vigenti in materia di libertà sindacali sancite dalla Costituzione;
il dirigente sindacale di cui sopra, insieme ad altri esponenti sempre della CGIL in seno al Dipartimento protezione civile, parrebbe sia considerato «non sindacalista» sia dal Dipartimento protezione civile sia dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e per questo destinatario di continue e ininterrotte note di contestazioni circa le sue prerogative di libertà sindacali e permessi sindacali tali da configurare, come del resto contestato dagli uffici del dipartimento, assenze ingiustificate dal servizio nonostante le reiterate chiarificazioni fornite sia dalla Funzione pubblica CGIL sia dalla CGIL confederale che, tramite comunicazioni scritte, hanno confermato la posizione del dirigente sindacale in questione in seno alla CGIL -:
se risulti vero quanto riportato in premessa;
se risulti vero che sia stato formalizzato al dirigente sindacale CGIL un «rimprovero scritto» ai sensi dell'articolo 64, comma 2, del vigente CCNL;
quali siano le motivazioni che portano a richiamare un esponente sindacale nell'espletazione delle sue funzioni;
cosa intenda fare il Presidente del Consiglio dei ministri nei confronti dell'emanazione di questi provvedimenti.
(3-01068)