ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00526

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 176 del 13/05/2009
Firmatari
Primo firmatario: ORLANDO LEOLUCA
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 13/05/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 13/05/2009
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 13/05/2009
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 13/05/2009


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 13/05/2009
Stato iter:
14/05/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 14/05/2009
Resoconto ORLANDO LEOLUCA ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 14/05/2009
Resoconto VITO ELIO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 14/05/2009
Resoconto ORLANDO LEOLUCA ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 14/05/2009

SVOLTO IL 14/05/2009

CONCLUSO IL 14/05/2009

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00526
presentata da
LEOLUCA ORLANDO
mercoledì 13 maggio 2009, seduta n.176

LEOLUCA ORLANDO, DONADI, EVANGELISTI e BORGHESI. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:

la guerra contro l'estremismo islamico è oramai caratterizzata dalla presenza di più fronti: tra questi uno dei più importanti e strategici è quello del Pakistan;

alla frontiera tra Pakistan ed Afghanistan si trovano le principali basi di Al Qaeda e Osama Bin Laden: in queste aree i jihadisti addestrano i kamikaze;

il Pakistan è il secondo Paese musulmano più popolato del mondo;

fino a poco tempo fa veniva considerato estraneo alla minaccia fondamentalista ed anzi rappresentava uno dei principali alleati per gli occidentali, ora è invece direttamente minacciato dall'espansionismo talebano, in particolare, dopo l'assassinio di Benazir Bhutto, che è stata due volte Premier, nessuno può più sottovalutare la minaccia talebana nel Paese;

non si deve dimenticare che il Pakistan possiede armamenti atomici, voluti, negli anni settanta, dal padre di Benazir, Zulikar Ali Bhutto, all'epoca Primo ministro;

in Pakistan molti ritengono che aree dei servizi interni non siano estranei all'escalation di violenza portata nel Paese dai talebani e questo renderebbe particolarmente difficile la gestione delle molte crisi in cui si dibatte il Paese: la divisione tra sunniti e sciiti, le tensioni etniche tra punjabi, sindhi, pashtun e immigrati indiani mohair;

la crisi dei principali partiti politici ha favorito la crescita dell'influenza dell'esercito, sia sul piano economico che sul quello politico, e aiutato i partiti islamisti, sostenuti dai militari che li preferiscono ai partiti tradizionali;

in questo contesto si è abbattuta la crisi provocata dall'ondata di profughi in fuga dalle regioni di Swat, Dir, Bruner, dove da diversi giorni l'esercito pakistano ha lanciato una massiccia offensiva contro i talebani;

il Presidente Asif Ali Zardari ha definito questa operazione come «la battaglia decisiva per la sopravvivenza del nostro Paese»;

l'Onu riferisce di oltre mezzo milione di profughi: a «Jalala camp», il principale centro raccolta dei profughi. sono state allestite oltre 200 mila tende;

non si hanno notizie certe ed attendibili dei risultati che questa offensiva militare sta ottenendo, poiché nella zona dei combattimenti non può arrivare nessun osservatore o giornalista. Fonti locali riportano del consenso che attualmente l'offensiva militare sta ottenendo in larghi strati dell'opinione pubblica, ma anche il pericolo rappresentato dalla crescita delle vittime civili, che potrebbe rapidamente annullare questo sostegno;

le truppe americane continuano nella zona il loro impegno bellico. Il Pentagono ha avvertito che non fermerà i suoi attacchi, anche se ha specificato il consigliere per la sicurezza nazionale Jones: «raddoppieremo i nostri sforzi per impedire che degli innocenti siano uccisi». Il generale Petreus sulla stessa linea ha avvertito che «le nostre tattiche non devono compromettere gli obiettivi strategici»;

Richard Perle, ex stratega del presidente Bush, ha invocato l'intervento dell'Europa: «sembrate non capire», ha dichiarato, «che questa è la crisi più grave di tutte, che l'arsenale atomico pachistano potrebbe cadere nelle mani dei fondamentalisti islamici». Secondo Perle bisogna rifornire il Pakistan di massicci aiuti economici e militari;

si è di fronte ad una situazione estremamente critica, esiste oggi il rischio che lo Stato pakistano, uno dei principali alleati del «fronte occidentale», collassi sotto il peso dell'emergenza causata dai profughi a vantaggio del radicamento dei talebani, che già controllano buona parte del territorio afgano;

la campagna militare lanciata dall'amministrazione Bush e sostenuta allora dal nostro Governo si sta rivelando come uno dei peggiori errori commessi a livello internazionale, l'escalation militare non ha prodotto alcun risultato: l'Afghanistan è ancora per buona parte controllato dai talebani, non si hanno prove della morte di Bin Laden, l'Iraq dal canto suo è ancora lontano da una concreta stabilizzazione ed ora anche il Pakistan, lasciato forse troppo solo, rischia il collasso;

la linea del dialogo diplomatico intrapreso dall'amministrazione Obama con l'Iran, invece, apre alla speranza di migliori risultati -:

quale sia al momento lo stato di impegno e coinvolgimento delle truppe italiane presenti sul territorio e se il Governo non ritenga utile promuovere l'affiancamento all'impegno militare di programmi di cooperazione internazionale specifici per l'area, come, ad esempio, la riconversione sistematica dei campi di papaveri, facendo proprio della cooperazione, oltre al necessario intervento militare, lo strumento principale per contribuire a normalizzare l'area. (3-00526)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

aiuto economico

capo di Stato

esercito

guerra

intervento militare

mortalita'

omicidio

pianificazione economica

profugo

servizio

sicurezza pubblica

vittima civile