TENAGLIA, FERRANTI, MINNITI, SERENI, BRESSA, QUARTIANI, GIACHETTI, CAPANO, CAVALLARO, CIRIELLO, CONCIA, CUPERLO, GIANNI FARINA, MELIS, ROSSOMANDO, SAMPERI, TIDEI, TOUADI e VACCARO. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
si è recentemente concluso, presso la III Commissione (Commissione per i trasferimenti) del Consiglio superiore della magistratura l'esame del cosiddetto «bollettone» per la copertura dei posti requirenti di I grado, dopo che, in precedenza, in data 14 gennaio 2009, il Consiglio superiore della magistratura aveva pubblicato il concorso per il trasferimento alle sedi vacanti di procura, invitando a parteciparvi i magistrati giudicanti ed inquirenti interessati, con esclusione di quelli di prima nomina;
l'esame del «bollettone» ha evidenziato, in maniera drammatica, la persistente difficoltà di copertura degli organici di numerose sedi giudiziarie (ubicate prevalentemente nelle regioni con più alto tasso di criminalità organizzata);
le cifre, ancor più delle parole, sottolineano l'oggettiva emergenza organizzativa in materia di funzionamento degli uffici giudiziari, un'emergenza che ha assunto i contorni di una vera e propria desertificazione delle procure italiane. Nel dettaglio, sono stati pubblicati 206 posti e, di questi, 132 rimarranno scoperti, poiché privi di aspiranti, e soltanto 74 saranno coperti (di questi ultimi soltanto 3 saranno attribuiti a magistrati che attualmente svolgono funzioni giudicanti). I dati disaggregati rappresentano una realtà particolarmente grave in alcune regioni:
a) in Sicilia, su 61 posti messi a concorso, 56 risultano senza aspiranti. Dei 5 posti che saranno coperti, solo uno sarà attribuito ad un magistrato proveniente da altra regione. Dagli uffici siciliani, invece, andranno via 9 colleghi, tutti pubblici ministeri, con l'effetto che le scoperture negli uffici requirenti saliranno da 61 a 69. L'indice di scopertura, alla fine del concorso, sarà in Sicilia del 30 per cento;
b) in Calabria, su 27 posti pubblicati, 25 sono senza aspiranti. I 2 soli posti che verranno coperti saranno attribuiti a colleghi già in servizio presso altri uffici calabresi. Dalla regione andranno via in 15, con l'effetto che da 27 scoperture si salirà a 42. L'indice di scopertura, alla fine del concorso, sarà del 39,6 per cento;
c) in Sardegna, la scopertura che si avrà negli uffici di procura sarà del 24 per cento (12 posti su 50 in pianta organica);
d) in Basilicata, dove molte delle sedi pubblicate sono rimaste prive di aspiranti, l'indice di scopertura sarà del 27,2 per cento;
disaggregando ulteriormente il dato, si rileva che ben 5 uffici avranno una scopertura del 100 per cento (Lanusei, Voghera, Saluzzo, le procure presso i tribunali per i minorenni di Caltanissetta e Reggio Calabria); 3 dell'80 per cento o più (Vibo Valentia, Gela, Palmi); 3 del 75 per cento (Enna, Patti, Locri); 9 del 60 per cento o più (Nicosia, Ragusa, Crotone, Termini Imerese, Biella, Nuoro, Lamezia Terme, Barcellona Pozzo di Gotto, Gorizia);
altri 19 uffici registreranno una scopertura del 50 per cento o più. Nel distretto di Brescia, per esempio, la procura e la procura presso il tribunale per i minorenni per la terza volta consecutiva resteranno senza aspiranti; anzi, la procura ordinaria perde un altro magistrato, con l'effetto che la scopertura finale sarà del 50 per cento alla procura presso il tribunale per i minorenni e del 47,6 per cento alla procura ordinaria;
nel complesso, le procure italiane continueranno a scontare rilevanti vuoti di organico: su 1.737 posti di procura (esclusi Bolzano e i posti di magistrato distrettuale), continueranno a rimanere scoperti 206 posti (l'indice di scopertura nazionale si attesterà intorno al 12 per cento);
salvo sporadiche eccezioni, non vi è un numero sufficiente di giudici interessati alle funzioni requirenti. Infatti, il numero delle domande avanzate da chi finora ha fatto il giudice per ricoprire posti di sostituto procuratore è ridottissimo: come già detto, dei 74 posti coperti, solo 3 saranno attribuiti a magistrati che attualmente svolgono funzioni giudicanti;
le domande per il trasferimento alle sedi vacanti di procura sono state avanzate solo da magistrati che già facevano i pubblici ministeri e, pertanto, non si è colmato alcun vuoto, ma si è operato soltanto uno spostamento territoriale di magistrati, che occupano un posto in una procura per lasciarne scoperto un altro in un'altra procura;
i vuoti nella copertura degli organici delle procure si concentrano in talune regioni e distretti, che presentano un indice di scopertura di gran lunga superiore a quello nazionale. Dal momento che queste aree sono caratterizzate dai più consistenti movimenti di magistrati «in uscita», è innegabile affermare che il trend è quello della «desertificazione» degli uffici di procura;
i consistenti e progressivi vuoti di organico delle procure riguardano, soprattutto, anche se non esclusivamente, regioni e distretti con i più elevati indici di diffusione della criminalità organizzata;
spesso i magistrati che hanno funzioni giudicanti non sono propensi a diventare pubblici ministeri perché, in caso di ripensamento, non possono tornare sui propri passi, se non dopo cinque anni trascorsi in una regione diversa da quella di provenienza professionale e talvolta neppure confinante. Per di più, la mobilità trasversale e territoriale dei magistrati è penalizzata dalla carenza di mezzi tecnici e investigativi in molte aree del Sud e dalla recente norma approvata in sede di riforma dell'ordinamento giudiziario, che impedisce di assegnare alla procura della Repubblica magistrati di prima nomina, un tempo vero bacino a cui attingevano le procure meridionali per far fronte alle carenze di organico;
quindi, ad aggravare il problema della copertura delle sedi vacanti ha concorso in modo rilevante il divieto di destinazione al termine del tirocinio ed anteriormente al conseguimento della prima valutazione di professionalità (id est, prima di quattro anni dalla data di nomina) di nuovi magistrati ordinari allo svolgimento di funzioni inquirenti (oltre che di funzioni giudicanti monocratiche penali e funzioni di giudice per le indagini preliminari- giudice per l'udienza preliminare); tale soluzione in passato ha assicurato una costante immissione di nuovi magistrati negli uffici di procura, consentendo la trattazione degli affari ordinari e garantendo che i magistrati con maggiore esperienza, nell'ambito delle direzioni distrettuali antimafia, alleggeriti dall'onere di gestire i procedimenti per reati ordinari, potessero dedicare le proprie energie professionali alla trattazione dei reati più gravi, soprattutto quelli collegati alla criminalità organizzata;
il decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, ha determinato una serie di parametri oggettivi, al fine di rendere immediatamente operativo il trasferimento d'ufficio dei magistrati per la copertura immediata delle sedi disagiate, da realizzarsi attraverso incentivi economici e di carriera, rivolti a magistrati più anziani. Sulla base di questa recente normativa, alle sedi disagiate potranno essere destinati d'ufficio al massimo un centinaio di magistrati provenienti da sedi non disagiate, i quali abbiano conseguito almeno la prima valutazione di professionalità;
il recente rimedio legislativo, che, peraltro, non ha avuto ancora attuazione come ampiamente dimostrato dai dati, non sarà risolutivo. In primo luogo, i posti vacanti sono ben più di cento e basterebbero a stento a soddisfare le esigenze di copertura delle regioni meridionali;
sulla base dei dati e delle considerazioni esposte, è incontrovertibile che la combinazione di limiti al passaggio e divieto di assegnazione dei nuovi magistrati alle procure stia portando verso un'intollerabile paralisi dell'attività d'indagine, a partire dalle sedi del Sud e delle Isole, ma anche di alcune del Nord. Si è sostanzialmente in presenza di carriere di fatto;
proprio in ragione della consapevolezza della drammaticità della situazione degli organici e dell'inidoneità della soluzione rappresentata dalla nuova disciplina del trasferimento d'ufficio dei magistrati contenuta nel decreto-legge n. 143 del 2008, il Partito democratico ha presentato e sostenuto in Commissione giustizia e in Aula uno specifico emendamento, che non è stato approvato, secondo cui l'efficacia delle disposizioni di cui all'articolo 13, comma 2, del decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109, è sospesa fino alla riforma di riordino della geografia giudiziaria e comunque non oltre il 31 dicembre 2010 -:
quali provvedimenti di competenza ad effetto immediato intenda adottare al fine di fronteggiare la situazione di persistente difficoltà nella copertura dei posti di magistrato inquirente e per contrastare la profonda crisi della mobilità trasversale dei magistrati (passaggio dalla funzione giudicante alla requirente), che sta azzerando gli organici di interi uffici giudiziari requirenti, anche attraverso l'adozione di iniziative per la sospensione del divieto di destinazione dei magistrati in tirocinio alle funzioni monocratiche giudicanti penali e requirenti, nonché attraverso l'indifferibile revisione delle circoscrizioni giudiziarie.
(3-00516)