ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00839

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 578 del 30/01/2012
Abbinamenti
Atto 1/00828 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00834 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00835 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00836 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00837 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00838 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00841 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00840 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00844 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00860 abbinato in data 15/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: DOZZO GIANPAOLO
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 30/01/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD PADANIA 30/01/2012
CROSIO JONNY LEGA NORD PADANIA 30/01/2012
PINI GIANLUCA LEGA NORD PADANIA 30/01/2012
MONTAGNOLI ALESSANDRO LEGA NORD PADANIA 30/01/2012
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA 30/01/2012
FOGLIATO SEBASTIANO LEGA NORD PADANIA 30/01/2012
LUSSANA CAROLINA LEGA NORD PADANIA 30/01/2012
DESIDERATI MARCO LEGA NORD PADANIA 30/01/2012
BUONANNO GIANLUCA LEGA NORD PADANIA 30/01/2012
DI VIZIA GIAN CARLO LEGA NORD PADANIA 30/01/2012
TORAZZI ALBERTO LEGA NORD PADANIA 30/01/2012
ALLASIA STEFANO LEGA NORD PADANIA 30/01/2012
MAGGIONI MARCO LEGA NORD PADANIA 30/01/2012
DAL LAGO MANUELA LEGA NORD PADANIA 30/01/2012


Stato iter:
15/02/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 31/01/2012
Resoconto CROSIO JONNY LEGA NORD PADANIA
 
PARERE GOVERNO 15/02/2012
Resoconto VARI MASSIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 15/02/2012
Resoconto GIULIETTI GIUSEPPE MISTO
Resoconto BELCASTRO ELIO VITTORIO MISTO-NOI PER IL PARTITO DEL SUD LEGA SUD AUSONIA
Resoconto LANZILLOTTA LINDA MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Resoconto MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI
Resoconto D'ANNA VINCENZO POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE)
Resoconto TOTO DANIELE FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Resoconto RAO ROBERTO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Resoconto CAPARINI DAVIDE LEGA NORD PADANIA
Resoconto VELO SILVIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto ZAMPA SANDRA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VALDUCCI MARIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 31/01/2012

DISCUSSIONE IL 31/01/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 31/01/2012

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/02/2012

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 15/02/2012

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 15/02/2012

PARERE GOVERNO IL 15/02/2012

VOTATO PER PARTI IL 15/02/2012

DISCUSSIONE IL 15/02/2012

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 15/02/2012

CONCLUSO IL 15/02/2012

Atto Camera

Mozione 1-00839
presentata da
GIANPAOLO DOZZO
testo di
lunedì 30 gennaio 2012, seduta n.578

La Camera,
premesso che:
l'evoluzione tecnologica determina gli sviluppi economici e sociali: il XIX secolo è stato caratterizzato dalle macchine a vapore, il XX secolo dall'elettricità, il XXI secolo è il secolo digitale. L'affermarsi della digital & networks economics rende improcrastinabili le trasformazioni radicali dei modelli di sviluppo dove cultura, conoscenza e spirito innovativo sono i volani che proiettano nel futuro: a livello globale la «internet economy» supera i 10.000 miliardi di dollari (presentazione National strategy for trusted identities in cyberspace - Nstic);
nel predisporre il piano delle liberalizzazioni il Governo deve tener conto che, in questi anni, il principale settore che ha generato valore nelle economie avanzate è l'economia di internet. Per la prima volta nella storia economica mondiale la prima azienda per capitalizzazione è un'azienda che ha, come principale fattore di produzione, la conoscenza. I campi d'azione sono molteplici: dai sistemi di pagamento ai servizi postali, dall'educazione ai lavori pubblici, dalla sanità al fisco;
porre il Paese nelle condizioni di sviluppare appieno le potenzialità di internet e delle nuove tecnologie vuol dire: a) creare centinaia di migliaia di posti di lavoro, ad alto valore aggiunto; consentire allo straordinario patrimonio rappresentato dalle piccole e medie imprese italiane di essere più competitive e generare nuova ricchezza; b) migliorare la trasparenza, semplificare e rendere efficiente la pubblica amministrazione con nuovi servizi ai cittadini; c) recuperare per il nostro Paese il ruolo storico come esempio di imprenditorialità e leadership nella produzione di ricerca, sapere e innovazione; d) generare un tessuto economico e sociale capace di valorizzare il talento, il merito, la competenza e il coraggio con maggiore equità nelle opportunità e nei diritti; e) non solo garantire a tutti i cittadini l'accesso alla rete, ma anche porre «realmente» gli individui nelle condizioni di sfruttare appieno il potenziale espressivo, formativo, creativo e lavorativo fornito dalle nuove tecnologie, individuando anche forme efficaci di tutela della persona;
in Italia, le conseguenze del mancato intervento si riflettono, sia per i cittadini che per le aziende, sugli indici di digitalizzazione, che si attestano su posizioni di retrovia: i dati di alfabetizzazione informatica, di copertura di rete fissa e di sviluppo dei servizi on line, sia sotto il profilo di utilizzo da parte dei consumatori che delle imprese, sono nettamente al di sotto della media europea. Non a caso il peso di internet nel prodotto interno lordo italiano è ancora al 2,5 per cento contro, ad esempio, il 7 per cento dell'economia inglese. Questo dato da solo spiega forse meglio di tutti il differenziale di crescita fra l'economia italiana e le economie occidentali che mantengono una prospettiva di sviluppo;
i principali Paesi europei si sono da tempo dotati di piani strategici di sviluppo delle reti di nuova generazione (ngn) in linea con gli obiettivi dell'agenda digitale europea che Neelie Kroes, il Commissario per la società dell'informazione e i media della Commissione europea, considera elemento base della sostenibilità socioeconomica. Tali piani mirano a creare condizioni favorevoli allo sviluppo degli investimenti privati, favorendo la collaborazione tra i vari operatori e tra questi e le amministrazioni pubbliche;
il Governo britannico ha sviluppato il «Digital Britain» per un settore che già oggi vale il 7,2 per cento del prodotto interno lordo, più della quota riservata alla spesa sanitaria;
il Governo tedesco ha un redatto il progetto «Digital Deutschland 2015», nel quale, tra le altre cose, si stima che la banda ultra larga genererà 1 milione di nuovi posti di lavoro in Europa.
il Governo francese ha assegnato allo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ict) 4,5 miliardi di euro, 500 milioni di euro in più di quanto raccomandato dal rapporto strategico «Investir pour l'avenir»;
il Governo spagnolo si è dato come obiettivo di investire in innovazione il 4 per cento del prodotto interno lordo entro il 2015 ed arrivare a 150 brevetti annui per milione di abitanti;
nel nostro Paese le risorse pubbliche destinate al superamento del digital divide sono esigue e certamente insufficienti a fronte di un fabbisogno stimato pari a 20 miliardi di euro per passare dall'attuale penetrazione della banda larga dall'attuale 17 per cento al 23 per cento della media europea;
l'assenza di un obbligo di fornitura del servizio universale, da parte delle compagnie di telecomunicazione, ha creato un ulteriore discrimine tra i cittadini e imprese che hanno accesso alla banda larga di prima generazione e coloro che ne sono esclusi ha aumentato il già ampio divario con l'Europa, dove sono già disponibili reti a 50 megabit al secondo presto ampliate da quelle di nuova generazione fino a 100 megabit al secondo;
i finanziamenti pubblici devono essere destinati, nell'ambito delle aree sottoutilizzate, ai bacini territoriali caratterizzati da importanti insediamenti demografici ed industriali, come le aree nelle quali si collocano distretti industriali, in quanto maggiormente sollecitati nell'agone competitivo globale. In tali aree, l'assenza di un'adeguata capacità di banda costituisce un grave svantaggio competitivo che potrebbe essere colmato sviluppando una domanda di servizi innovativi che poggiano le basi sulle reti di nuova generazione a banda «ultra larga», anche per contrastare l'erosione della propria competitività attraverso innovazioni di processo;
su un universo di circa un milione di piccole e medie imprese, circa 300 mila sono dislocate in aree che necessitano di banda ultra larga, di queste, 100 mila si trovano in aree con la più elevata priorità, in quanto corrispondenti a zone ad alta densità di aziende. Sviluppare moderne infrastrutture di nuova generazione, con un'alta capacità di trasmissione nelle suddette aree, è tale da consentire l'interconnessione di tutte le 100 mila aziende in aree con una maggiore priorità mediante un'infrastruttura di rete di nuova generazione a banda ultra larga;
i distretti sono dislocati su tutto il territorio nazionale e concentrati principalmente nei centri e nelle province di media e piccola dimensione e nelle aree poste in prossimità dei grandi centri urbani. In particolare, le aree sono Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Campania, Puglia e Sicilia;
l'attuale situazione del mercato italiano vede la presenza di Telecom Italia come operatore incumbent, dominante in tutti i segmenti della catena del valore, proprietario dell'unica infrastruttura di accesso in rame necessaria a tutti gli operatori alternativi per offrire i propri servizi. In Italia, a differenza di altri Paesi europei, non esistono infrastrutture alternative, come, ad esempio, le reti via cavo, ad eccezione di Fastweb, che potrebbero consentire una competizione più efficace nella fornitura dei servizi ai clienti;
la delibera n. 731/09/CONS, in cui l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni aveva formulato alcune previsioni rivolte alle reti di nuova generazione ed alle infrastrutture atte ad ospitarle, riprende quanto previsto dagli impegni di Telecom Italia quali l'obbligo di fornire accesso alle infrastrutture civili ed alla fibra spenta (delibera 718/08/CONS) che sono stati ampiamente disattesi;
in tema di liberalizzazioni, quella sancita dalla Corte costituzionale trentacinque anni fa nel settore televisivo, ha reso possibile l'avvio dello sviluppo dell'emittenza privata consentendo alle piccole e medie imprese del Paese di accedere ai media per la promozione delle loro attività. La capacità delle televisioni locali di operare anche come aziende di telecomunicazione, oltre che editoriali, ha portato alla migliore ottimizzazione possibile nell'utilizzazione dello spettro radioelettrico dedicato alle trasmissioni televisive, consentendo lo sviluppo di una rete di aziende produttrici di apparati di trasmissione che, pur partendo da approcci spesso artigianali, costituiscono ancora oggi un comparto fra i primi cinque al mondo;
oggi come allora gli operatori di rete in ambito locale, partendo dalla migliore utilizzazione delle frequenze televisive a loro assegnate, potrebbero costituire un'importante risorsa per le centinaia di migliaia di piccole e medie imprese che, per la loro competitività, sono bisognose di accesso alla banda larga;
la recente gara per i servizi mobili di quarta generazione (4G) ha generato un introito di circa 4 miliardi di euro per le casse dello Stato. Tale incasso, principalmente dovuto alla messa a disposizione di frequenze pregiate (la cosiddetta banda Uhf) precedentemente destinate ad uso televisivo, sarà inevitabilmente destinato a salire nel caso di nuove aste, considerata la crescita esponenziale del mercato radiomobile trainato dall'introduzione degli smartphone e dai tablet, e visto il costante trend di crescita a livello mondiale del valore delle frequenze nell'ultimo decennio. Data l'imprescindibile necessità di broadband, il wireless broadband costituisce un'opportunità irrinunciabile per il Paese che, se negli anni Novanta poteva vantare una penetrazione dei servizi mobili di seconda generazione assai maggiore rispetto agli Stati Uniti, con l'avvento dei servizi mobili di terza generazione è stata ampiamente superata sia come penetrazione del servizio che come tasso di crescita. Il wireless broadband è, inoltre, di fondamentale importanza in quanto consente di fornire l'accesso ai servizi broadband, sia alle aziende che agli utenti consumer, in tempi molto più brevi rispetto alle rete fissa;
il Parlamento ha impegnato il Governo ad annullare il bando di gara per l'assegnazione dei diritto d'uso di frequenze in banda televisiva ed il conseguente disciplinare di gara, il cosiddetto beauty contest, che avrebbe aumentato, a titolo gratuito, la già rilevante dotazione di frequenze dei soggetti già operanti nel mercato televisivo. L'impetuosa crescita del wireless broadband impone la liberazione di un ulteriore spettro elettromagnetico insieme a quello del beauty contest da destinarsi ai servizi mobili di quarta generazione;
proprio in questi giorni si sta svolgendo a Ginevra il World radiocommunication conference 2012 che fisserà l'agenda per la liberazione di ulteriori canali in banda Uhf (dal canale 50 al canale 60), oltre a quelli già messi a disposizione (dal canale 61 al canale 69), e di altre bande di frequenza da destinarsi al wireless broadband entro il 2015. Tali risorse dovranno essere oggetto di una nuova asta, da realizzarsi nel prossimo triennio, che dovrà essere orientata alla neutralità tecnologica, così come previsto dalla direttiva europea, in modo da riscuotere interessi anche di nuovi soggetti oltre a quelli già scontati degli operatori di telecomunicazioni mobili;
vista l'impossibilità del mercato italiano di remunerare gli investimenti necessari per la realizzazione di più reti a banda ultra larga, la via sostenibile per la realizzazione di una rete a banda larga ultra veloce, dunque, è l'identificazione di una Netco, come indicato nel memorandum of understanding firmato dagli operatori con il Ministero dello sviluppo economico nel novembre 2010, per la realizzazione di un'infrastruttura passiva, neutrale, aperta ed economica, che porti la rete in fibra al 50 per cento della popolazione italiana;
a seguito della comunicazione adottata il 20 settembre 2010 dalla Commissione europea, che presenta 16 azioni concrete intese a raddoppiare entro il 2015 la quota del commercio elettronico nelle vendite al dettaglio e quella dell'economia di internet nel prodotto interno lordo europeo, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha proposto una serie di interventi legislativi illustrati al Parlamento il 18 gennaio 2012. l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni chiede misure di semplificazione degli adempimenti burocratici e amministrativi nonché iniziative diverse dagli investimenti pubblici per facilitare la creazione di un ecosistema digitale e fluidificare il percorso di aziende e cittadini nella produzione e fruizione dei contenuti digitali. Tra i principali interventi puntuali da adottare: a) promozione delle reti di telecomunicazione di nuova generazione attraverso la semplificazione delle procedure amministrative con abolizione delle autorizzazioni, concessioni e di tutti gli altri atti amministrativi non indispensabili; b) condivisione dei lavori di scavo da parte di differenti fornitori di servizi a rete (elettricità, gas, acqua e altro); c) incentivi alla circolazione dei contenuti digitali per favorire un ambiente più concorrenziale nell'accesso alle risorse per i media; d) promozione delle transazioni on line attraverso norme pro digitalizzazione improntate alla riduzione dei costi e degli adempimenti, oltre che alla facilità di accesso ai contenuti digitali, che sono un diritto per il cittadino; e) lo sviluppo della moneta elettronica e dell'e-commerce attraverso la diffusione delle tecnologie near field communication per i pagamenti in mobilità; f) la possibilità di notifica degli atti giudiziari e delle infrazioni al codice della strada a mezzo di posta elettronica certificata; g) la nullità delle clausole contrattuali in accordi di distribuzione che vietino la vendita diretta su canale on line; h) l'alfabetizzazione digitale, utilizzando il canale scolastico e quello dei media; i) l'uso sociale della tecnologia nel mercato del lavoro e per una sanità digitale. Interventi che dovrebbero essere completati dall'adozione di una politica dello spettro radio coerente con i principi comunitari in cui siano valorizzate le risorse frequenziali, liberando più risorse per la larga banda;
è urgente e necessario prevedere un piano di migrazione completa dall'attuale rete in rame al fine di garantire una sostenibilità del progetto ed evitare l'aumento dei prezzi ai clienti finali;
le regole sui servizi di accesso delle reti di nuova generazione, che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni doveva definire, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo sono state un'occasione persa per creare le condizioni di sviluppo del mercato italiano della fibra ottica;
è necessario realizzare una rete aperta, senza sovrapposizioni, che preveda una suddivisione dei costi tra gli operatori. La presenza di un altro operatore in alcune aree non renderebbe il mercato concorrenziale, ma porterebbe ad uno sviluppo a diverse velocità della rete di nuova generazione con un aggravio di prezzi per i consumatori;
la rete è un patrimonio che va mantenuto ed implementato e l'organizzazione dei lavori non può prescindere dal coinvolgimento sistematico e strutturato degli stakeholder per garantire l'apporto delle intelligenze operative multidisciplinari necessarie e garantire il volume degli investimenti necessari a migliorare il servizio e la qualità dei contenuti;
le tecnologie digitali non sono solo un importante mezzo di comunicazione interpersonale sul quale focalizzarsi per evidenziare gli usi distorti che ne possono conseguire, ma sono anche una grande occasione, estesa ad ogni settore dell'economia e della società, per favorire profonde trasformazioni mediante la digitalizzazione;
è compito precipuo dei media, in particolare del servizio pubblico, impegnarsi in una equilibrata opera divulgativa nei confronti delle tecnologie digitali, orientando aziende e cittadini verso un loro corretto utilizzo. Solo attraverso una corretta informazione si potrà beneficiare al massimo delle grandi possibilità offerte dal mutare del contesto tecnologico,
impegna il Governo:
ad attuare un piano di infrastrutturazione tecnologica in fibra ottica per massimizzare la penetrazione dei servizi broadband per restare allineati alle principali economie, assicurando la competitività delle aziende, la continuità operativa dei servizi essenziali e l'offerta di servizi sempre più evoluti;
a perseguire l'obiettivo della creazione di un'infrastruttura di telecomunicazione capace di fronteggiare le sfide dell'innovazione idonea a permettere sempre più elevate prestazioni, vale a dire far fronte alle crescenti esigenze di nuovi e più evoluti servizi nel settore dell'informatica e delle telecomunicazioni;
a promuovere una strategia che si dimostri adeguata a permettere ai cittadini ed alle imprese di sviluppare rapidamente una domanda di accesso a servizi innovativi, per contrastare l'erosione della propria competitività attraverso innovazioni di processo;
a prevedere interventi per opere di modernizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione strategiche per la crescita economica, civile e culturale con la realizzazione di una rete in fibra ottica che possa essere efficacemente strutturata negli anni, in funzione anche di significativi cambiamenti della pianificazione, delle esigenze e dell'effettiva disponibilità delle risorse;
a riservare un adeguato ruolo agli operatori di rete in ambito locale valorizzando la cospicua esperienza acquisita quali aziende di telecomunicazione in ambito televisivo e consentendo di estendere la loro capacità di impresa sul territorio, a beneficio di centinaia di migliaia di piccole e medie imprese, alla fornitura - in neutralità tecnologica - dei nuovi servizi in banda larga nell'ambito delle frequenze a loro assegnate;
ad incentivare la ricerca e le applicazioni alternative come, ad esempio, la power line communication (plc) per le aree rurali o le nuove tecnologie fotoniche studiate, tra gli altri, dal Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa per quanto riguarda le reti di trasmissione dati ultra veloci via cavo e via etere;
a ritenere prioritaria, in relazione al complesso di interventi volti a sostenere il rilancio dell'economia del Paese, la finalità di assicurare, attraverso il piano di sviluppo delle nuove reti, un'alta capacità di trasmissione alle principali città ed ai distretti industriali che ancora scontano un forte divario di connettività;
a promuovere la realizzazione di one network, un'unica infrastruttura di rete a banda larga, aperta, efficiente, neutrale, economica e già pronta per evoluzioni future, garantendo il rispetto delle regole di libero mercato e concorrenza nella fornitura di accesso e servizi agli utenti finali privati ed imprese con un'unica rete all'ingrosso e concorrenza al dettaglio;
a promuovere ed incentivare una tempestiva migrazione dalla rete in rame a quella in fibra ottica alla cui realizzazione dovranno partecipare e contribuire tutti gli operatori;
a dotare con urgenza l'Italia di un'organica agenda digitale che preveda interventi nell'ambito delle infrastrutture tecnologiche, dei servizi finali e infrastrutturali, includendo i necessari standard per l'e-business e per i beni digitali (o «neobeni puri», secondo la definizione del Cnel) e di una più organica regolamentazione;
a promuovere ogni iniziativa volta alla massima diffusione dell'utilizzo delle tecnologie digitali e alla sperimentazione dei relativi vantaggi, anche con riferimento alla disciplina dei rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini;
a prevedere la neutralità tecnologica per tutti gli operatori di rete, anche quelli televisivi, al fine di ottimizzare l'utilizzo dello spettro elettromagnetico oltre che renderlo remunerativo per lo Stato.
(1-00839) «Dozzo, Caparini, Crosio, Pini, Montagnoli, Fedriga, Fogliato, Lussana, Desiderati, Buonanno, Di Vizia, Torazzi, Allasia, Maggioni, Dal Lago».