DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 05/07/2011
DISCUSSIONE IL 05/07/2011
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 05/07/2011
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/07/2011
NON ACCOLTO IL 19/07/2011
PARERE GOVERNO IL 19/07/2011
DISCUSSIONE IL 19/07/2011
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 19/07/2011
IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 20/07/2011
PARERE GOVERNO IL 20/07/2011
DISCUSSIONE IL 20/07/2011
VOTATO PER PARTI IL 20/07/2011
IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 20/07/2011
CONCLUSO IL 20/07/2011
Atto Camera
Mozione 1-00677
presentata da
DONATO RENATO MOSELLA
testo di
martedì 5 luglio 2011, seduta n.495
La Camera,
premesso che:
il problema dei rifiuti a Napoli e in Campania è un problema mai risolto, dall'inizio degli anni 90; un lungo periodo nel quale si sono intrecciati ritardi, inadeguatezze, malaffare, cattiva amministrazione e camorra;
la questione dello smaltimento dei rifiuti è questione nazionale. Pur consapevoli delle gravi responsabilità delle classi dirigenti locali, Napoli, la sua provincia, la Campania, le altre città e regioni che potrebbero cadere nel medesimo dramma sociale sono l'Italia, una nella sua legittimazione democratica e nella sua personalità internazionale;
la logica dell'emergenza e degli interventi di emergenza, abusata e divenuta insopportabile, ha dimostrato tutta la sua inefficienza, dal momento che ha contribuito a nascondere le cause più profonde del fenomeno; ha contribuito a far scambiare gli effetti (mancanza di programmazione, mancanza di informazione, mancanza di impianti, mancanza di politiche collaterali per la difesa della salute, mancanza di trasparenza) per le cause della crisi. Queste sono costituite dalla crisi politico-amministrativa che travaglia la Campania, le sue province, i suoi comuni, le sue istituzioni, il personale pubblico, i suoi rapporti con i fornitori privati di servizi; a nulla sono serviti la decretazione d'urgenza, la Protezione civile, l'esercito, le deroghe a pioggia;
nel succedersi dei quadri di un dramma infinito, il malaffare, le incursioni camorristiche profonde ed emergenti, il fallimento di ogni iniziativa, l'uso scomposto del dolore della gente, la speranza civica degli italiani, la vigilanza politica degli organismi internazionali hanno, ciascuno per la propria parte, per il proprio interesse o per i propri doveri, potuto dolersi o rallegrarsi della sequela di promesse e bugie, di annunci e di nascondimenti e, infine, di egoismi e lacerazioni;
il Governo è risultato nella persona del suo Presidente, del suo Capo, il responsabile più visibile del fallimentare succedersi di iniziative, nessuna delle quali si è rivelata oggettivamente nell'interesse della Campania, di Napoli, dei loro cittadini; il 1o luglio 2008, il Presidente Berlusconi ha annunciato: «entro fine luglio non ci saranno più rifiuti per le strade» e che a gennaio avrebbe funzionato il termovalorizzatore di Acerra che ad aprile sarà finalmente a pieno regime; il 18 luglio 2008 ha annunciato: «dopo 58 giorni Napoli è tornata ad essere una città pulita, una città occidentale, dove non c'è più il disastro della spazzatura nelle strade (...) si tratta di un piano che avrà tempi anticipati rispetto al programma (...) e così si potrebbero dimezzare i tempi di costruzione dei termovalorizzatori»; il 1o ottobre 2008 ha annunciato: «è finita l'emergenza, la situazione è sotto controllo (...) verrò a Napoli tutti i mercoledì fin quando sarà necessario»; il 26 marzo 2009, ha dichiarato: «oggi è una data storica per la Campania e per Napoli perché si esce dall'emergenza definitivamente, non si tornerà più alla situazione e alla tragedia che ha angosciato i cittadini napoletani e campani per diversi anni, perché si entra in una fase di smaltimento dei rifiuti che possiamo definire industriale (...) spero che la televisione abbia il tempo di far vedere agli italiani come sono gli impianti di smaltimento dei rifiuti che si possono realizzare oggi e che realizzeremo in tante altre regioni, perché questo è un problema non soltanto della Campania ma di tutte le regioni italiane». Il 4 marzo 2010 la Corte europea di giustizia ha condannato l'Italia per il disastro rifiuti in Campania, perché ha messo in pericolo la salute umana e recato pregiudizio all'ambiente; il 15 marzo 2010 nuove avvisaglie dell'emergenza rifiuti a Napoli e a Caserta. Il 28 ottobre 2010, il Presidente del Consiglio dei ministri ha annunciato: «Napoli sarà pulita entro tre giorni»; il 26 novembre 2010, ha dichiarato: «Napoli può essere pulita in 15 giorni (...) e la Lega non dirà no ad una richiesta di aiuto per i rifiuti di Napoli»; il 29 dicembre 2010, ha detto: «penso di tornare ad assumere direttamente la responsabilità per l'immediato sgombero, ma anche per gli impianti futuri»;
la materia è stata interessata da numerosi decreti-legge, il n. 263 del 9 ottobre 2006, il n. 61 dell'11 maggio 2007, il n. 107 del 17 giugno 2008, intrecciato con il n. 90 del 23 maggio 2008, per arrivare al n. 94 del 1o luglio 2011;
l'emergenza, l'urgenza e la necessità sono divenute non più cause giustificatrici di un intervento, bensì il filo conduttore di politiche incapaci di ridurre e sconfiggere la crisi dello smaltimento dei rifiuti;
la ragionevolezza del principio comunitario della prossimità delle sedi di smaltimento dei rifiuti ai loro centri di produzione, sprovvista di una copertura razionale di tipo normativo e organizzativo, ha offerto un'apparente protezione a forze di Governo ignare dell'unità nazionale e dei sottesi principi di lealtà istituzionale e civile;
ancora oggi, nel testo di un decreto-legge, l'ultimo della serie, il n. 94 del 2011, il Governo sembra prendere atto della crisi anziché contrastarla, con l'affermazione di non autosufficienza del sistema di gestione dei rifiuti urbani non pericolosi prodotti nella regione Campania;
la condizione di emergenza in Campania non può essere fatta risalire alle sole ragioni tecniche e di cattiva amministrazione, sottostandovi una non contraddetta situazione di ingerenza di poteri criminali;
impegna il Governo:
ad abbandonare l'inefficiente logica delle emergenze e della straordinarietà;
a presentare in Parlamento con la massima urgenza un disegno di legge organico che, nell'ambito delle competenze stabilite dall'articolo 117, comma secondo e comma terzo, della Costituzione, nel rispetto delle autonomie e delle potestà normative vigenti, senza l'utilizzo di deroghe alle disposizioni in materia ambientale, igienico-sanitaria, di prevenzione degli incendi, di sicurezza sul lavoro, urbanistiche, di paesaggio e beni culturali, definisca il finanziamento e le norme per la messa a regime della raccolta differenziata, con la realizzazione di una rete integrata di trattamento dei rifiuti in Campania, per l'apertura delle discariche e l'esercizio degli impianti, e un sistema di benefici fiscali e contributivi e contenga un richiamo esplicito ed opportunamente sagomato alle vigenti disposizioni antifrode e antiriciclaggio;
ad indire una conferenza permanente sulla condizione dello smaltimento dei rifiuti in Italia, senza aggravi di costo sul bilancio dello Stato per il suo funzionamento e sulla cui attività sia periodicamente informato il Parlamento.
(1-00677)
«Mosella, Tabacci, Pisicchio, Brugger».