Atto Camera
Mozione 1-00536
presentata da
FRANCESCO TEMPESTINI
testo di
lunedì 24 gennaio 2011, seduta n.422
La Camera,
premesso che:
in occasione delle ultime elezioni presidenziali avvenute in Bielorussia il 19 dicembre 2010 l'Osce, insieme all'Unione europea e agli Stati Uniti, ha nuovamente denunciato la non democraticità delle procedure elettorali, che hanno portato alla rielezione del Presidente Lukashenko con l'80 per cento dei voti; tali organizzazioni, insieme a molte altre, hanno, inoltre, denunciato con forza l'arresto ingiustificato di centinaia di attivisti che manifestavano la sera del 19 dicembre 2010 per denunciare tali irregolarità;
a seguito delle critiche mosse dagli osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa circa le irregolarità del voto durante le ultime elezioni presidenziali, il Presidente bielorusso ha disposto il 31 dicembre 2010 l'immediata chiusura dell'ufficio dell'Osce a Minsk;
il 12 gennaio 2011, in una dichiarazione congiunta del Presidente del Parlamento europeo e dei Presidenti rispettivamente della Commissione affari esteri, della sottocommissione per i diritti umani e delle delegazioni per le relazioni con la Bielorussia e per l'Assemblea parlamentare Euronest - in seno al Parlamento europeo - è stata stigmatizzata la brutale repressione delle pacifiche dimostrazioni avvenute il 19 dicembre 2010; una repressione caratterizzata da una violenza sproporzionata e arresti di massa, nonché dal ferimento di centinaia di attivisti bielorussi, giornalisti e rappresentanti della società civile;
nella stessa dichiarazione, veniva messo in luce come le elezioni del 19 dicembre 2010 si fossero svolte senza un adeguato rispetto degli standard internazionali di elezioni libere, giuste e trasparenti e si poneva la necessità di ripensare le relazioni dell'Unione europea con la Bielorussia, in particolare prevedendo la sospensione dei visti verso l'Unione europea e il congelamento dei beni all'estero di esponenti del Governo e dell'apparato di sicurezza bielorusso coinvolti nei gravi fatti del 19 dicembre 2010, condizionando la futura attenuazione o sospensione di queste misure al rilascio di tutti i leader delle opposizioni detenuti dal 19 dicembre 2010;
tra gli arrestati vi sono anche sei candidati alla presidenza che, insieme ad altre decine di attivisti, sono stati maltrattati dalle forze di polizia durante la detenzione - come denunciato da numerose organizzazioni non governative indipendenti - e sono attualmente sotto processo, rischiando lunghe condanne detentive, mentre giungono notizie preoccupanti anche sulla sorte di minori con legami di parentela con alcuni degli oppositori arrestati;
secondo notizie a mezzo stampa, all'indomani dei gravi fatti avvenuti il 19 dicembre 2010, alcuni Paesi dell'Unione europea, come Germania e Polonia, ma anche Gran Bretagna, Francia, Svezia, Olanda e Repubblica ceca, si sarebbero espressi per la necessità di sanzioni ferme e chiare e misure restrittive per i membri dell'establishment di Lukashenko, mentre la posizione del Governo italiano sembrerebbe ai firmatari del presente atto di indirizzo, da alcune notizie a mezzo stampa, contraria ad una dura condanna politica di quanto avvenuto nel corso delle elezioni presidenziali del 2010;
del resto tale posizione sembrerebbe in linea con gli ottimi rapporti personali del Presidente del Consiglio dei ministri con il Presidente bielorusso, confermati dalle dichiarazioni rilasciate già in occasione del primo vertice bilaterale tra un Paese membro dell'Unione Europea e il Presidente bielorusso, che si tenne a Minsk il 30 novembre del 2009, nelle quali, secondo quanto riportato dagli organi di informazione, Berlusconi pubblicamente, rivolgendosi a Lukashenko, affermava che: «La sua gente la ama e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni, che sono sotto gli occhi di tutti, che noi apprezziamo e conosciamo»;
la necessità di rivedere le relazioni europee e bilaterali con la Bielorussia e di introdurre nuove sanzioni è finalizzata all'obiettivo di ripristinare quanto prima una situazione di normalità democratica sotto il profilo del rispetto dei diritti umani, della libertà di espressione e manifestazione, nonché dalla necessità di ottenere in via immediata il rilascio degli oppositori politici e di tutti i giornalisti ed esponenti della società civile, che hanno espresso il legittimo dissenso sulle modalità in cui sono state tenute le ultime elezioni;
il dialogo con la Bielorussia, il suo coinvolgimento stabile in un'area di democrazia e il suo ingresso nel novero dei Paesi che rispettano i diritti umani e i principi dello stato di diritto resta l'obiettivo principale nell'interesse strategico, tanto dell'Italia quanto dell'Unione europea;
tuttavia, solo a fronte del riaprirsi di un dialogo politico e di una disponibilità del Governo bielorusso a conformarsi al rispetto degli standard europei e internazionali in materia di tutela dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, le sanzioni potrebbero essere attenuate o tolte, come già avvenuto nel recente passato quando l'Unione europea a seguito delle elezioni del 2006 approvò sanzioni nei confronti del medesimo Presidente bielorusso per le modalità con cui erano state gestite le elezioni nel 2006 e successivamente represse le conseguenti manifestazioni di protesta,
impegna il Governo:
ad assumere una dura presa di posizione politica, sia a livello europeo che a livello bilaterale, nei confronti dei comportamenti del Governo bielorusso contro le opposizioni democratiche di quel Paese e ad adottare ogni iniziativa utile volta ad ottenere l'immediata scarcerazione di quanti siano stati arrestati a seguito degli avvenimenti del 19 dicembre 2010, per motivi di natura politica;
ad adottare - in seno alla riunione del Consiglio dei Ministri degli esteri prevista per il 31 gennaio 2011 - ogni iniziativa utile volta a sostenere, in linea con la dichiarazione congiunta del 12 gennaio 2011 dei Presidenti del Parlamento europeo e di importanti Commissioni, l'introduzione di sanzioni personali, come la sospensione dei visti verso l'Unione europea, nei confronti degli esponenti del Governo e dell'apparato di sicurezza bielorusso che si sono resi responsabili delle gravissime violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani in occasione delle ultime elezioni presidenziali;
ad adottare ogni iniziativa utile a livello europeo volta a sostenere l'introduzione di sanzioni personali, come il congelamento dei beni all'estero di esponenti del Governo e dell'apparato di sicurezza bielorusso coinvolti nei gravi fatti del 19 dicembre 2010, condizionando il loro eventuale futuro ritiro al rilascio di tutti i leader dell'opposizione detenuti dal 19 dicembre 2010;
a farsi sostenitore della necessità di aumentare il sostegno finanziario alla società civile bielorussa, ai media indipendenti e alle organizzazioni non governative, anche prevedendo il rilascio di borse di studio e di visti di viaggio a favore degli studenti, molti dei quali sono stati espulsi dall'università a causa della loro partecipazione alle manifestazioni del 19 dicembre 2010;
ad adottare ogni iniziativa utile a livello europeo volta ad introdurre una riduzione delle tasse per il rilascio di visti a favore dei cittadini bielorussi, anche valutando l'opportunità di abolirle del tutto nei confronti di studenti, scienziati e artisti di cittadinanza bielorussa, in particolare nell'ambito di un accordo tra l'Unione europea e la Bielorussia per la facilitazione dei visti;
ad adottare ogni iniziativa utile, sia nelle sedi europee che a livello bilaterale, volta a favorire l'immediata riapertura dell'ufficio dell'Osce a Minsk.
(1-00536) «Tempestini, Mecacci, Maran, Amici, Barbi, Beltrandi, Bernardini, Colombo, Corsini, Farina Coscioni, Losacco, Narducci, Pistelli, Porta, Maurizio Turco, Zamparutti».