Atto Camera
Risoluzione in Assemblea 6-00023
presentata da
ANTONIO LEONE
lunedì 17 settembre 2007 nella seduta n.205
La Camera,
considerato che la relazione della VIII Commissione, senza dubbio opportuna in quanto affronta un problema reale e sotto gli occhi di tutti come quello dei mutamenti climatici a livello planetario, ha però il limite di dare per scontato che tali mutamenti stiano avvenendo esclusivamente per effetto delle attività umane, conclusione che non vede affatto concorde la comunità scientifica internazionale;
rilevato il fatto che fortissime oscillazioni climatiche si sono da sempre verificate sulla terra per cause esclusivamente naturali per cui è necessario partire dalla constatazione che occorre preliminarmente accertare se e in quale misura, le attività antropiche stiano incidendo sui mutamenti climatici in atto, o se siamo solo di fronte ad uno dei tanti fenomeni naturali che si sono verificati nel nostro pianeta;
rilevato che le conclusioni della recente conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, che per scelta eminentemente politica hanno sposato la tesi dell'esclusiva responsabilità delle attività umane per i cambiamenti climatici, sono state contestate da eminenti climatologi fra cui il fratello del Presidente del Consiglio in carica;
ricordato che tale conferenza è stata caratterizzata da un estremismo ecologista ed ha dato luogo a valutazioni contrarie e a polemiche anche all'interno del Governo in carica;
sottolineato che le azioni per contenere le emissioni di gas serra, che comunque sono opportune anche per ragioni sanitarie, hanno un forte impatto economico e potrebbero comportare oneri molto pesanti per il nostro sistema industriale già fortemente penalizzato da costi dell'energia elettrica molto superiori a quelli sostenuti negli altri paesi industrializzati ed in particolare negli altri paesi dell'Unione europea, a causa soprattutto della mancanza della componente nucleare della produzione di energia elettrica;
ricordato che nel solo 2006 il gestore del sistema elettrico ha speso quasi 6,5 miliardi di curo per acquistare a prezzo politico (e cioè a tariffa incentivata) l'energia elettrica prodotta dalle fonti rinnovabili e assimilate, a fronte di un valore di mercato della stessa energia pari a 2,7 miliardi in quanto la differenza (3,7 miliardi) è stata addebitata sulle bollette elettriche dei cittadini e delle imprese sotto la voce «oneri di sistema» e che tutto questo dimostra quanto sia costoso il ricorso alle fonti rinnovabili e come il loro contributo quantitativo sia comunque marginale;
impegna il Governo:
a considerare i contenuti del documento XVI, n. 1, anche in relazione alla conferenza nazionale sui cambiamenti climatici ed alle conseguenti valutazioni critiche della maggior parte dei mondo scientifico sulle sue indicazioni conclusive considerate semplicistiche e improntate ad un catastrofismo di maniera;
a valutare con metodo scientifico gli eventuali effetti delle attività umane sui cambiamenti climatici in atto tenendo conto che oscillazioni fortissime del clima si sono sempre verificate anche prima della comparsa dell'uomo sulla terra;
ad individuare con razionalità gli interventi più opportuni ed economicamente praticabili per ridurre le emissioni di gas serra nel nostro Paese, azione senza dubbio necessaria ed auspicabile anche per ragioni sanitarie, tenendo però conto che si rischia in ogni caso di non rispettare gli impegni del protocollo di Kyoto i cui obiettivi appaiono oggi fuori della nostra portata;
ad evitare per l'economia italiana in genere e in particolare per il sistema produttivo nazionale, nuovi oneri aggiuntivi sul versante energetico in quanto in Italia famiglie ed imprese sostengono già oggi costi per l'energia elettrica superiori a quelli degli altri paesi industrializzati a causa di una struttura squilibrata della produzione elettrica fondata quasi esclusivamente sul petrolio e sul metano e senza il ricorso alla meno costosa fonte nucleare che inoltre è ad emissioni zero nell'atmosfera;
a riconsiderare il sistema di incentivazione, a spese delle bollette elettriche, della realizzazione di impianti fotovoltaici ed eolici caratterizzati da costi reali di produzione dell'energia elettrica che sono da tre a dieci volte superiori rispetto a quello già molto elevato degli impianti termoelettrici alimentati con gas od olio combustibile;
a varare un nuovo piano energetico nazionale che tenga conto delle esigenze prioritarie di: portare avanti con determinazione la politica di risparmio energetico; ridurre la dipendenza dal petrolio e dal gas per la produzione di energia elettrica; affrontare il problema serio e complesso della mobilità e dei trasporti pubblici e privati per il quale occorre una concreta politica di rinnovamento della logistica, dei consumi auto, dell'efficienza dei servizi pubblici locali, del trasporto delle merci via mare o via ferrovia; considerare con realismo la realtà marginale rappresentata, per ora, delle fonti rinnovabili; ridurre le emissioni dei gas serra sia attraverso un miglioramento dell'efficienza delle centrali termoelettriche tradizionali, sia riconsiderando l'opzione nucleare, sia pure con tutte le necessarie garanzie di sicurezza, tenendo conto che si tratta di una fonte ad emissione zero di gas serra.
(6-00023) «Leone, Tortoli, Stradella, Di Cagno Abbrescia, Fasolino, Germanà, Lupi, Mondello, Osvaldo Napoli, Paroli, Simeoni».