ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00022

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 205 del 17/09/2007
Abbinamenti
Atto 6/00021 abbinato in data 17/09/2007
Atto 6/00023 abbinato in data 17/09/2007
Atto 6/00024 abbinato in data 17/09/2007
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: DCA-DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE - PARTITO SOCIALISTA-NUOVO PSI
Data firma: 17/09/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DCA-DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE - PARTITO SOCIALISTA-NUOVO PSI 17/09/2007
DCA-DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE - PARTITO SOCIALISTA-NUOVO PSI 17/09/2007
DCA-DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE - PARTITO SOCIALISTA-NUOVO PSI 17/09/2007
DCA-DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE - PARTITO SOCIALISTA-NUOVO PSI 17/09/2007
DCA-DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE - PARTITO SOCIALISTA-NUOVO PSI 17/09/2007
MISTO-REPUBBLICANI, LIBERALI, RIFORMATORI 18/09/2007


Stato iter:
18/09/2007
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 17/09/2007
Resoconto MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 18/09/2007
Resoconto LA ROSA NEL PUGNO
Resoconto POPOLARI-UDEUR
Resoconto RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA
Resoconto ITALIA DEI VALORI
Resoconto SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO
Resoconto UDC (UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO)
Resoconto DCA-DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE - PARTITO SOCIALISTA-NUOVO PSI
Resoconto MISTO-REPUBBLICANI, LIBERALI, RIFORMATORI
Resoconto LEGA NORD PADANIA
Resoconto VERDI
Resoconto ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto FORZA ITALIA
Resoconto L'ULIVO
Resoconto UDC (UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO)
Resoconto L'ULIVO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/09/2007

NON ACCOLTO IL 17/09/2007

PARERE GOVERNO IL 17/09/2007

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 17/09/2007

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 18/09/2007

DISCUSSIONE IL 18/09/2007

RESPINTO IL 18/09/2007

CONCLUSO IL 18/09/2007


Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00022
presentata da
LUCIO BARANI
lunedì 17 settembre 2007 nella seduta n.205

La Camera,
considerati i contenuti della relazione della VIII Commissione sulle tematiche relative ai cambiamenti climatici;
considerata la stretta interconnessione tra cambiamenti climatici e politiche energetiche;
considerato che la ricerca sul nucleare sicuro non risulta tra le opzioni privilegiate dalla relazione;
premesso che:
l'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti, ha avvertito dei gravi rischi energetici che l'Italia corre per il prossimo inverno;
la crisi energetica scoppiata tra Russia e Ucraina nel mese di dicembre 2006, risolta solo grazie ad una complessa alchimia, dimostra che le vie del gas non sono infinite;
questa crisi energetica ci ha, inoltre, ricordato, se c'era bisogno, quanto siamo dipendenti dai Paesi esteri e quanto serio potrebbe diventare il problema nel prossimo futuro;
sempre per l'amministratore delegato di Enel, l'Italia oggi sarebbe più fragile rispetto al 2005 perché nel frattempo sono aumentati i consumi e viceversa si sarebbero ridotti gli stoccaggi, per un'errata interpretazione del Governo e, in particolare, del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
all'inizio del 2007 l'Unione europea ha rilanciato una nuova politica energetica, al servizio di un'economia a basso consumo di energia e di fonti energetiche più sicure, più competitive e più sostenibili e una politica unitaria da parte di tutti gli Stati membri rappresenta la risposta più efficace alle sfide energetiche attuali, che sono comuni a tutti gli Stati membri;
essa pone nuovamente l'energia al centro dell'azione europea, di cui é stata all'origine con i trattati che hanno istituito la Comunità europea del carbone e dell'acciaio (trattato CECA) e la Comunità europea dell'energia atomica (trattato Euratom), rispettivamente nel 1951 e nel 1957;
tra le risorse energetiche le centrali nucleari producono attualmente circa un terzo dell'elettricità e il 15 per cento dell'energia consumata nell'Unione europea. Il nucleare rappresenta una fonte di energia caratterizzata da basse emissioni di carbonio e costi relativamente stabili; ciò lo rende interessante sotto il profilo della sicurezza dell'approvvigionamento e della lotta ai cambiamenti climatici;
la Comunità europea dell'energia atomica (Euratom) ha creato, fin dal 1957, le condizioni per lo sviluppo dell'energia nucleare in Europa. Le sue finalità comprendevano, segnatamente, lo sviluppo della cooperazione nel settore della ricerca, la protezione delle popolazioni mediante l'introduzione di norme di sicurezza armonizzate, l'approvvigionamento sufficiente ed equo di minerali e combustibili nucleari, il controllo dell'utilizzo delle materie nucleari per scopi pacifici e la cooperazione con altri Paesi ed organizzazioni internazionali;
in particolare, sono state adottate misure specifiche a livello di Unione europea intese ad assicurare la tutela della salute delle persone che lavorano in questo settore e delle popolazioni, nonché a proteggere l'ambiente dai rischi collegati all'utilizzo del combustibile nucleare ed ai rifiuti che ne derivano;
siamo circondati da paesi che hanno centrali nucleari: la Francia, la Spagna, l'Austria, la Svizzera e, quindi, il livello di rischio del nostro Paese è simile a quello dei Paesi che ci circondano, ma paghiamo i prezzi più alti d'Europa. Le conseguenze sono gravissime per le famiglie, di cui si riduce consistentemente il potere di acquisto, e per le imprese, che pagano l'energia anche il 30 per cento in più rispetto alla concorrenza europea;
inoltre, il processo di allargamento dell'Unione europea ai Paesi del Centro-Est ha portato all'interno dei nuovi confini 26 nuovi impianti nucleari, includendo anche gli impianti dei Paesi di prossima adesione;
questi impianti potranno giocare un ruolo importante per il futuro energetico europeo, per sostenere lo sviluppo dell'economia e contribuire alla sicurezza energetica dell'Unione europea, aumentando la diversificazione delle fonti energetiche. L'energia nucleare si è dimostrata una risorsa fondamentale per il fabbisogno energetico dei Paesi dell'Europa centro-orientale, per i suoi bassi costi (in Ungheria si sono valutati 2.96 centesimi di dollaro per chilovattore contro i 3, 5-4 delle centrali a lignite) e per la valuta pregiata ricavata dall'esportazione nei Paesi limitrofi;
paesi centroeuropei come Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria, per la loro favorevole posizione geografica, intendono sfruttare il proprio potenziale nucleare con la prospettiva nel medio periodo di costituirsi come un efficiente hub energetico, capace di smistare e vendere elettricità nei mercati elettrici europei. Altri Paesi, come Romania e Bulgaria, hanno ripreso progetti di completamento di nuove centrali sospesi per mancanza di fondi negli anni `80, per diventare il riferimento energetico dell'Europa sud-orientale;
in questa prospettiva non solo l'Italia vedrà un'ulteriore dipendenza dai nuovi «arrivi», ma vedrà progressivamente ridotto il proprio ruolo di Stato fondatore;
l'Europa ci chiede, inoltre, di diversificare le fonti energetiche per avere meno dipendenza dal mercato. Noi non solo non procediamo con adeguata speditezza su questa via, ma soprattutto non affrontiamo alla radice il problema di un'adeguata indipendenza di approvvigionamento ed economicità. Anche il rafforzamento delle reti di trasporto dell'energia all'interno del Paese è ritardato ed ostacolato da una malintesa esigenza di salvaguardia dell'ambiente;
i ministri Bersani e Pecoraro Scanio hanno firmato, alcuni mesi fa, un decreto che consente l'installazione di centrali fotovoltaiche per una potenza complessiva installata di 1200 megawatt;
per rendere l'ipotesi praticabile gli italiani sono ulteriormente ricaricati con un contributo di 0,40 euro per ogni chilovattore prodotto per 20 anni;
il provvedimento, pur incamminandosi nella giusta diversificazione delle fonti energetiche, è marginale per la riduzione delle emissioni in atmosfera (per rispettare il protocollo di Kyoto dovremmo aumentare 30 volte la potenza fotovoltaica da installare);
un settore importante come quello energetico, dal quale dipende la vita, il benessere degli italiani e la stessa civiltà come la conosciamo oggi, non può essere lasciato a se stesso;
il governo della fase di transizione dalle energie fossili a quelle sostenibili, tra cui il nucleare, non può essere lasciato esclusivamente alle politiche locali, ai gruppi di interesse o a potenze geopolitiche straniere, che farebbero pagare cara la loro influenza sia in termini economici che in termini politici;
con il referendum abrogativo del 1987 è stato «di fatto» sancito l'abbandono, da parte dell'Italia, del ricorso al nucleare come fonte di approvvigionamento energetico;
impegna il Governo:
ad avviare un serio programma nazionale e internazionale coerente di politiche e strutture energetiche diversificate, un vero «piano Marshall», che sia in grado di affrontare la futura e ineludibile crisi, indicata imminente entro il 2015 da tutti gli esperti;
a valutare l'opportunità di riprendere la ricerca sul nucleare sicuro in Italia, per poter eventualmente considerare il nucleare, in questo programma di diversificazione, un beneficio per l'ambiente, un sistema di autonomia strategica delle fonti, un fattore di garanzia della ripresa, economica, un motivo di sicurezza nazionale, un'aspirazione di indipendenza politica.
(6-00022) «Barani, Cirino Pomicino, Catone, Del Bue, Nardi, Francesco De Luca».
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
AMBIENTE, ENERGIA, ENERGIA NUCLEARE, INQUINAMENTO ATMOSFERICO, STUDI E RICERCHE