ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01456

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 246 del 20/11/2007
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: VERDI
Data firma: 20/11/2007


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 20/11/2007
Stato iter:
21/11/2007
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/11/2007
Resoconto VERDI
 
RISPOSTA GOVERNO 21/11/2007
Resoconto MINISTRO - (SALUTE)
 
REPLICA 21/11/2007
Resoconto VERDI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/11/2007

SVOLTO IL 21/11/2007

CONCLUSO IL 21/11/2007


Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01456
presentata da
MARCO LION
martedì 20 novembre 2007 nella seduta n.246

LION. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
con ordinanza del 14 novembre 2006, sono state stabilite misure straordinarie di polizia veterinaria in materia di tubercolosi, brucellosi bovina e bufalina, brucellosi ovi-caprina e leucosi in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia;

l'applicazione di tale ordinanza è risultata particolarmente difficoltosa in Campania riguardo alla brucellosi bufalina;

la problematica della brucellosi bufalina in Campania è forse l'elemento di crisi in materia sanitaria zootecnica più antico e controverso, che a vari livelli, comunitario, nazionale e regionale, a cadenze temporali ricorrenti si è costretti ad affrontare;

questa grave problematica sanitaria, soprattutto in specifiche aree della regione Campania, tra cui la provincia di Caserta, colpisce un numero molto consistente di aziende e di capi: già in sede di applicazione della citata ordinanza sono scaturiti dati e stime sui capi positivi da abbattere assai preoccupanti, avendo dovuto constatare che se si fossero adottate le misure di abbattimento immediato dei capi infetti, come previsto dalla disposizione ministeriale, nel territorio di Caserta si sarebbe corso il rischio di decimare, senza possibilità di sostituzione e di alternative, l'intero settore zootecnico di questa provincia, che, va ricordato, rappresenta in questo territorio più del 60 per cento della consistenza bufalina totale;

la problematica di cui si discute fosse e rimanga molto insidiosa e fitta di ripercussioni, soprattutto riguardo ai profili allevatoriali ed alle conseguenze di ordine occupazionale e di coesione sociale nelle aree agricole ed artigianali della provincia di Caserta, fu subito evidente anche all'interrogante, che per tali circostanze il 19 gennaio 2007 procedette ad effettuare un'audizione informale degli operatori della filiera bufalina campana e dei servizi competenti dei ministeri della salute e delle politiche agricole, alimentari e forestali, mentre il 3 aprile 2007 fu presentata, sempre dall'interrogante, una specifica risoluzione in Commissione XIII agricoltura della Camera dei deputati, poi approvata nella seduta del 18 aprile 2007, che prevedeva indirizzi per il Governo idonei ad una gestione equilibrata e risolutiva delle emergenze rilevate in ordine alla brucellosi bufalina campana;

molteplici sono state le iniziative ed i provvedimenti organizzativi che hanno accompagnato la gestione dell'ordinanza del 14 novembre 2006 in riferimento alla brucellosi bufalina in Campania, iniziando da incontri pertinenti in sede di task force presso il ministero della salute, passando per valutazioni di ordine normativo discusse in sede governativa, fino a giungere, il 9 agosto 2007, alla dichiarazione dello stato di emergenza nel territorio della provincia di Caserta e zone limitrofe, per fronteggiare il rischio sanitario connesso all'elevata diffusione della brucellosi negli allevamenti bufalini, avvenuta ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 agosto 2007;

purtroppo, nonostante la fitta attività politico-amministrativa messa in atto durante il corso del 2007, ad oggi la situazione di crisi connessa alla brucellosi bufalina in provincia di Caserta e zone limitrofe, non ha subito evoluzioni positive ed anzi si devono riscontrare elementi di acutizzazione della vicenda, soprattutto riguardo alle incertezze ed ai fermi delle attività nelle aziende di allevamento, nonché a fenomeni di turbative nel comparto della commercializzazione della mozzarella di bufala Campana dop;

con la parziale attuazione dell'ordinanza del 14 novembre 2006, si sono create anche situazioni difficili e disuguali per determinate aziende di allevamento, che, a differenza di altre, hanno dovuto abbattere le loro mandrie senza poter contare pienamente sulle misure di sostegno, che già le procedure in materia di profilassi zootecnica prevedevano. Si consta che qualche azienda abbia abbattuto i capi senza ricevere gli indennizzi previsti e, di conseguenza, abbia dovuto cessare le attività;

questa crisi sanitaria impone un'attenta e profonda riflessione, con l'adozione di specifiche misure atte a risolverla in via definitiva ed urgente;

se perdura questo stato di confusione e di incertezze operative in ordine al percorso di risanamento del comparto bufalino campano, si rischia di trascinare in una crisi di non ritorno anche il fiorente indotto della mozzarella di bufala campana dop;

negli ultimi giorni sono balzati alle cronache fatti negativi circa la produzione della mozzarella di bufala campana dop, spesso troppo enfatizzati e non del tutto corrispondenti alla realtà, che prendendo spunto dai ferrei e puntigliosi controlli effettuati dalle autorità sanitarie in ambito allevatoriale e caseario, hanno poi interessato, anche in maniera ingiustificata e strumentale, il settore della commercializzazione della mozzarella di bufala, dipingendo un quadro fosco ed allarmante di questo latticino, tanto che i consumi sono crollati in maniera verticale;

ciò appare molto contraddittorio e se del caso ingiusto, perché sono state date anche informazioni deviate al consumatore, provocando in esso sfiducia e incertezza, proprio quando avrebbe dovuto ritenere di essere più garantito e tutelato, perché sono stati e continuano ad essere applicati in maniera più incisiva, severa e ripetuta i controlli sanitari e commerciali nel comparto della mozzarella di bufala. Tali controlli, infatti, hanno permesso di accertare anche i più improbabili e complessi casi di frode o di illecito merceologico nella filiera bufalina ed hanno conseguito il risultato di escludere dal commercio le produzioni irregolari;

per cercare di dare tranquillità e fiducia al consumatore e di ripristinare nell'opinione pubblica il corretto stato dei fatti riguardo alla qualità della mozzarella di bufala campana dop, è da ultimo intervenuto il competente Consorzio per la tutela della mozzarella di bufala campana dop, precisamente su Rai tre venerdì 16 novembre 2007, in occasione della trasmissione Cominciamo bene, evidenziando, tra l'altro, che nell'anno 2006 il corpo ispettivo del Consorzio ha prelevato dal commercio circa 300 campioni di mozzarella dop. Di questi, circa il 9 per cento è risultato non conforme al disciplinare dop per presenza di latte vaccino;

nell'anno 2007 il Consorzio ha quasi raddoppiato i controlli, prelevando dal commercio più di 500 campioni di mozzarella dop. Di questi solo il 3 per cento è risultato non conforme, quindi con una diminuizione di un terzo delle frodi, raddoppiando i controlli;

d'altro canto, nel latte, dalle verifiche effettuate in ambito sanitario, non sono risultate presenze di brucella, ma solo e parzialmente di anticorpi, ma mai la brucella;

il settore della zootecnia bufalina in Campania e nel territorio più vasto del comprensorio della dop rappresenta l'unico comparto dell'agroalimentare campano e di altre importanti aree centromeridionali, in grado di assicurare soddisfazioni economiche all'intera filiera ed all'economia di un vasto territorio. Esso rappresenta uno dei pochi settori zootecnici che può ancora espandersi, ma solo a condizione di mettere in atto azioni compatibili con l'ambiente ed in genere con il territorio;

purtroppo siamo in presenza di un sistema produttivo caratterizzato da un'estrema vulnerabilità, in quanto poggia, al momento, solo sulla caseificazione e la commercializzazione del prodotto principale, vale a dire la mozzarella di bufala campana, e quindi di destino esclusivo industriale e non alimentare del latte, così come da normativa;

è ormai improcrastinabile un'azione concreta, soprattutto da parte del Governo centrale, che provveda a dare soluzioni definitive all'annosa vicenda della brucellosi bufalina in Campania, allo scopo, però, mettendo al primo posto la necessità di salvaguardare l'attività delle aziende bufaline e l'integrità del relativo patrimonio zootecnico -:
quale sia lo stato dei fatti in ordine all'applicazione dell'ordinanza del 14 novembre 2006 nel territorio campano, e in particolare in provincia di Caserta relativamente alla brucellosi bufalina, in particolare quali provvedimenti intenda mettere in atto per fare sì che sia evidenziata la brucellosi negli animali risultanti positivi alle analisi sierologiche sul sangue, dal momento che dagli animali portati alla macellazione sembra che non vengono riscontrate presenze del batterio ed in tal senso dare maggiori trasparenze e certezze delle stesse analisi, e, conseguentemente, come intenda da un lato procedere per fare sì che si fornisca agli allevatori un quadro certo e cautelativo per poter continuare ad allevare bufali e produrre latte e dall'altro lato per fare sì che al pubblico sia fornita una rappresentazione di questo scenario che sia pienamente corrispondente alla realtà e lo rassicuri sui controlli effettuati e sulla qualità della mozzarella di bufala rientrante nel circuito della certificazione della dop. (3-01456)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
ABBATTIMENTO DI ANIMALI, DENOMINAZIONE DI ORIGINE DI PRODOTTI, MALATTIE INFETTIVE DEGLI ANIMALI, ORDINANZE, PRODOTTI LATTIERO CASEARI, ZOOTECNIA E ALLEVAMENTO
GEO-POLITICO:

CAMPANIA