ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01366

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 229 del 23/10/2007
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA
Data firma: 23/10/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA 23/10/2007
RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA 23/10/2007
RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA 23/10/2007


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 23/10/2007
Stato iter:
24/10/2007
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/10/2007
Resoconto RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA
 
RISPOSTA GOVERNO 24/10/2007
Resoconto MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 24/10/2007
Resoconto RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/10/2007

SVOLTO IL 24/10/2007

CONCLUSO IL 24/10/2007


Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01366
presentata da
DONATELLA MUNGO
martedì 23 ottobre 2007 nella seduta n.229

MUNGO, MIGLIORE, ANDREA RICCI e MASCIA. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

nella puntata di domenica 14 ottobre 2007 della trasmissione televisiva Report, dal titolo «Il Banco vince sempre», è stato affrontato, con dovizia di testimonianze e documentazione, il problema, dai contorni talora drammatici, dell'esposizione finanziaria di comuni, province e regioni italiane - oltre che di cittadini e imprenditori - causata dal diffondersi della cosiddetta finanza derivata strutturata;

tale problema non è nuovo alle cronache e, di recente, Il Sole 24 ore, in un'inchiesta del 7 settembre 2007, dal titolo «Enti Locali, un macigno chiamato derivati», aveva lanciato l'allarme per le conseguenze pesanti cui stava dando luogo il ricorso massiccio e poco oculato da parte degli enti locali e delle regioni degli strumenti finanziari derivati (swap, contratto cap, contratto floor, collar), il cui meccanismo, che può rivelarsi utile per far fronte al riequilibrio del debito, è diventato invece un modo per fare «cassa» a breve termine, scontando poi effetti disastrosi, a medio e lungo termine, a spese della collettività;

tali operazioni finanziarie, per loro natura rischiose, possono essere utilizzate dagli enti locali e dalle regioni a partire dall'anno 2002, a ciò autorizzati dall'articolo 41 della legge finanziaria 28 dicembre 2001, n. 448, prima manovra finanziaria del Governo Berlusconi;

già negli anni immediatamente successivi, visto che già si vedevano gli effetti distorsivi del ricorso a questi strumenti finanziari, si sono cercati correttivi, rivelatisi però inefficaci, attraverso il decreto 1o dicembre 2005, n. 389, e con la circolare interpretativa del ministero dell'economia e delle finanze del giugno 2004;

la legge finanziaria per il 2007, prima manovra finanziaria del Governo Prodi, ai commi 736-738, introduceva la comunicazione obbligatoria al ministero dell'economia e delle finanze ai fini della validità dell'operazione e limitava sia le fattispecie possibili, sia la durata, così come specificato anche nella successiva circolare interpretativa del luglio 2007;

nonostante la presa d'atto del Governo e del Parlamento dell'importanza del problema e della necessità di intervenire per evitare pesanti ripercussioni sulla finanza locale, le previsioni della legge finanziaria per il 2007, per quanto utili, non si sono rivelate risolutive per arginare il problema in oggetto;

il sistema bancario non è «innocente» rispetto alla situazione che si è venuta a creare, essendo la condizione degli amministratori per lo più squilibrata quanto a conoscenze e competenze sullo strumento, al punto che nella maggior parte dei casi si assiste ad una pressoché totale inconsapevolezza del rischio da parte degli amministratori, a ciò spesso condotti dalla spregiudicatezza e dalla scorrettezza degli operatori finanziari, che si sono occupati delle operazioni in veste di contraenti «forti»;

tale squilibrio tra i contraenti ha già comportato in taluni casi il dissesto finanziario di amministrazioni locali e, in ogni caso, di consistenti perdite di denaro pubblico, reali o potenziali, mentre d'altro canto ha garantito elevati guadagni agli istituti di credito che hanno gestito tali operazioni;

naturalmente, gli amministratori pubblici che hanno fatto un uso incauto di tali strumenti finanziari non sono esenti da responsabilità, in quanto obbligati dalla loro funzione istituzionale ad adoperare il massimo dell'oculatezza nell'utilizzo del denaro pubblico;

tuttavia, occorre valutare la situazione in cui si sono trovati ad operare regioni ed enti locali dall'inizio degli anni 2000, rispetto alla mancanza di risorse per investimenti, al forte indebitamento, ai limiti per l'assunzione di nuovi mutui, e, dunque, occorre ripensare al rapporto con gli enti locali, con l'obiettivo di meglio tutelare i cittadini e l'interesse generale;

la complessità tecnico-finanziaria dei derivati e, soprattutto, delle loro conseguenze induce a ritenere che l'introduzione della norma della legge finanziaria per il 2001 sia stata, ex post, un elemento che ha contribuito a destabilizzare i bilanci degli enti locali e che, qualora la si fosse valutata correttamente ex ante, avrebbe dovuto far pensare all'inopportunità di consentire a regioni ed enti locali l'accesso a questo mercato;

da qualche tempo Abi ha costituito un gruppo di lavoro che sta elaborando, con Anci e Upi, un libro bianco su questo tema, che dovrebbe costituire da una parte una sorta di codice etico per gli intermediari finanziari, dall'altra un manuale d'uso per la gestione cauta e consapevole dei derivati;

al Senato della Repubblica, nella discussione del disegno di legge finanziaria per il 2008, si stanno discutendo emendamenti al testo per introdurre ulteriori «paletti», a partire dalla attribuzione al ministero dell'economia e delle finanze di un ruolo di supervisione sulla «rischiosità» delle operazioni: una sorta di valutazione di impatto finanziario che dovrebbe servire agli amministratori per decidere o meno se concludere quel tipo di contratti e a quali condizioni;

probabilmente questo potrebbe essere il primo passo per una «normalizzazione» della situazione in essere, ma ad esso si devono accompagnare ulteriori correttivi per un controllo più stringente, e comunque è necessaria l'istituzione di una cabina di regia, cui partecipino tutti i soggetti interessati, al fine di tutelare i cittadini amministrati dalle mire di profitto degli intermediari e dall'ansia di fare cassa degli amministratori -:

quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato rispetto al problema complessivamente inteso e, in particolare, rispetto alla discussione in atto sulla manovra finanziaria e alle azioni da intraprendere nei confronti del sistema bancario, alla luce anche del lavoro che Abi sta svolgendo, di concerto con le associazioni degli enti locali, per una «moralizzazione» dei suoi associati e per un'alfabetizzazione finanziaria degli amministratori.
(3-01366)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
DEBITI, ENTI LOCALI, FINANZA LOCALE
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 2001 0448