ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00480

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 85 del 12/12/2006
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: COMUNISTI ITALIANI
Data firma: 12/12/2006


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - POLITICHE PER LA FAMIGLIA
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - POLITICHE PER LA FAMIGLIA delegato in data 12/12/2006
Stato iter:
13/12/2006
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/12/2006
Resoconto COMUNISTI ITALIANI
 
RISPOSTA GOVERNO 13/12/2006
Resoconto MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (POLITICHE PER LA FAMIGLIA)
 
REPLICA 13/12/2006
Resoconto COMUNISTI ITALIANI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/12/2006

SVOLTO IL 13/12/2006

CONCLUSO IL 13/12/2006


Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00480

presentata da
KATIA BELLILLO
martedì 12 dicembre 2006 nella seduta n.085

BELLILLO. - Al Ministro delle politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:

nel mese di novembre del 2005 come molti ricorderanno, la signora Adele Parrillo, compagna del regista Stefano Rolla ucciso nel 2003 nell'attentato contro la base militare italiana di Nassiriya mentre si trovava in Iraq per girare un documentario, è stata protagonista del tutto involontaria di un caso lampante dell'ingiustizia che può derivare dalla mancanza di riconoscimento legale delle cosiddette «coppie di fatto»;

Adele Parrillo e Stefano Rolla non erano sposati ma vivevano insieme da anni ed erano in tutto e per tutto una famiglia, ma questo non ha impedito che lei, rimasta vedova, venisse esclusa dall'assistenza economica e psicologica prevista per i familiari delle vittime dell'attentato, e persino depennata dall'elenco degli invitati alle celebrazioni ufficiali per ricordare i morti, al punto che il giorno del secondo anniversario dell'attentato non l'è stata risparmiata l'inaudita umiliazione di vedersi negato l'accesso all'altare della Patria per presenziare alla cerimonia di suffragio delle vittime;

per tre anni, malgrado le sue denunce, la sua vicenda è stata quasi completamente ignorata. Così ha incominciato una crociata, una battaglia di civiltà, una denuncia che non cadrà nel vuoto: quella contro la discriminazione delle coppie di fatto, e così, con il semplice proporsi all'attenzione pubblica, ha segnalato un vuoto normativo;

in Italia, chi convive anche da molti anni fuori dal matrimonio non può chiedere permessi di lavoro per assistere il partner che si ammala gravemente, non può continuare a vivere nell'appartamento del convivente deceduto senza il permesso dei parenti più prossimi, non ha diritto alla pensione di reversibilità;

è paradossale che oggi invece, il nostro Paese riconosca la convivenza sotto il profilo legislativo soltanto in un'occasione, cioè quando si tratta di effettuare delle visite ad un detenuto da parte del convivente, cosa abbastanza singolare perché il legislatore sembra essersi preoccupato di riconoscere la convivenza soltanto sotto questo aspetto;

l'approvazione di una legge che riconosca le coppie di fatto può rappresentare un primo successo nel cammino e nel progresso della società civile, una prima risposta a quella richiesta di riforme attente ai diritti civili, che, sulla base dell'articolo 2 della Costituzione, prevede lo svolgimento e la realizzazione della personalità nelle formazioni sociali, dia riconoscimento giuridico alle coppie che lo vogliano, e che, sulla base dell'articolo 3 della Costituzione, relativo al divieto di discriminazione per le condizioni personali, colmi quel vuoto normativo, perché se è vero che la discriminazione delle coppie di fatto non è contenuta esplicitamente in nessuna norma, è anche vero che vi sono delle situazioni nelle quali l'assenza della norma si traduce, per tale tipo di coppia, in discriminazione;

il governo Berlusconi a testimonianza solenne del riconoscimento dovuto alle vittime del dovere, deceduti o feriti gravissimi, dell'apparato di difesa e sicurezza italiano impegnate nelle missioni militari internazionali ha manifestato, con l'approvazione della legge 10 ottobre 2005, n. 207, «Conferimento della Croce d'onore alle vittime di atti di terrorismo impegnate in operazioni militari a sostegno della pace», l'esigenza di conferire un segno distintivo, speciale e dal carattere morale, connesso all'estremo o comunque gravissimo sacrificio patito. Si tratta di un segno distintivo commemorativo che non esclude, ove ne sussistano i presupposti individuali, il conferimento di altre ricompense o decorazioni, di diversa ragione, in relazione allo stesso fatto;

la predetta legge non equipara però il convivente more uxorio al coniuge superstite generando la palese ed umiliante discriminazione patita dalla sig.a Adelina Parrillo -:

se non ritenga opportuno adottare un provvedimento legislativo che equipari il convivente more uxorio al coniuge superstite beneficiario della Croce d'onore alla memoria del congiunto caduto, provvedimento che rappresenterebbe da una parte il minimo e doveroso riconoscimento di uno Stato civile ad una donna già straziata dal dolore per la perdita del compagno, e dall'altra il primo passo verso la tutela di una realtà del paese, quella delle convivenze civili, priva di diritti e di sostegno. (3-00480)

Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
CONVIVENTI, DECORAZIONI MILITARI, REATI DI TERRORISMO E DI EVERSIONE, STATO GIURIDICO, VITTIME DI AZIONI CRIMINOSE
SIGLA O DENOMINAZIONE:

IRAQ