ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00006

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 7 del 30/05/2006
Abbinamenti
Atto 2/00006 abbinato in data 19/09/2006
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: LA ROSA NEL PUGNO
Data firma: 30/05/2006


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 29/05/2006
Stato iter:
19/09/2006
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/09/2006
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 19/09/2006
Resoconto LA ROSA NEL PUGNO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/09/2006

DISCUSSIONE IL 19/09/2006

SVOLTO IL 19/09/2006

CONCLUSO IL 19/09/2006


Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00006

presentata da
SERGIO D'ELIA
martedì 30 maggio 2006 nella seduta n.007

D'ELIA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:

il 24 maggio 2006, cento detenuti del carcere di via Pilati a Trento, fatto per al massimo cento e che ne «ospita» invece centosettanta, hanno intrapreso uno sciopero della fame per denunciare le condizioni in cui sono costretti a vivere;

in una lettera firmata da più di cinquanta ospiti della casa circondariale e pubblicata il 24 maggio dal quotidiano trentino L'Adige, i detenuti hanno parlato tra l'altro di escrementi in cucina, visite degli assistenti sociali del Sert ogni tre o quattro mesi, cucina che sforna piatti immangiabili, condizioni igienico-sanitarie allarmanti e strutture fatiscenti;

in particolare, si legge nella lettera che «gli assistenti sociali del Sert e per l'alcologia vengono dentro ogni tre o quattro mesi per i colloqui con quei detenuti che hanno deciso di cambiare vita»;

i detenuti si lamentano anche dei tempi lunghi nei giudizi degli educatori, indispensabili per chiedere di poter usufruire dei benefici penitenziari, e della lentezza anche del Tribunale di Sorveglianza dove secondo i detenuti «i tempi d'attesa partono dai sei mesi, come minimo», con casi di detenuti che non avrebbero mai ricevuto risposta alla richiesta di liberazione anticipata, fino al punto che alcuni di loro sarebbero usciti dal carcere a fine pena senza aver ricevuto i giorni di sconto per buona condotta;

i detenuti si lamentano anche per i tempi dell'assistenza medica: «Quando uno di noi sta male, prima di essere chiamato dal medico passa, come minimo, un'ora», hanno scritto i detenuti;

i detenuti parlano anche di una situazione impressionante per quanto riguarda l'assistenza odontoiatrica: «Il dentista lavora in condizioni disastrose sia per mancanza di igiene che di strumenti. Non ci sono le macchine che aspirano sangue e saliva. Per mettere i punti, il dentista va a casaccio perché non vede dove prende. Spesso ci tolgono i denti anche se non è indispensabile, così, solo per risolvere il problema»;

i detenuti descrivono le condizioni igieniche del carcere con frasi di questo tenore: «Ci troviamo a vivere in condizioni che offendono la dignità umana, con docce fatiscenti e scrostate, passaggi sporchi dove i topi la fanno da padroni. Il mangiare è immangiabile perché usano gli scarti. Manca il controllo igienico minimo in cucina. Ci sono escrementi ovunque, i fornelli causano numerosi infortuni. Gli impianti elettrici sono sempre guasti»;

i detenuti stranieri non potrebbero telefonare all'estero da più di un mese perché il sistema di registrazione è guasto;

gli stessi agenti di custodia sarebbero costretti a vivere come i detenuti e a operare in maniera del tutto precaria -:

se corrisponda al vero la su descritta situazione nel carcere di Trento e, nel caso, quali iniziative si intendano adottare per impedire che a persone già private della libertà sia inflitta la pena supplementare del degrado di luoghi e condizioni di detenzione che offendono la dignità umana.(3-00006)

Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
ALIMENTAZIONE, ASSISTENZA SANITARIA, CARCERI, DETENUTI, IGIENE
GEO-POLITICO:

TRENTO, TRENTO - Prov, TRENTINO-ALTO ADIGE