ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00703

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 202 del 11/09/2007
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA
Data firma: 11/09/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA 11/09/2007


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 11/09/2007
Stato iter:
13/09/2007
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/09/2007
Resoconto RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA
 
RISPOSTA GOVERNO 13/09/2007
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
REPLICA 13/09/2007
Resoconto RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/09/2007

SVOLTO IL 13/09/2007

CONCLUSO IL 13/09/2007


Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00703
presentata da
ALBERTO BURGIO
martedì 11 settembre 2007 nella seduta n.202

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:

nel nostro Paese sono stati diversi, negli ultimi mesi, gli episodi di intolleranza e razzismo che hanno avuto per oggetto membri della comunità Rom;

l'Unione europea ha recentemente richiamato l'Italia per la mancata applicazione della «Direttiva contro la discriminazione basata sulla razza e le origini etniche» (2000/43/CE), segnalando che la presenza delle popolazioni Rom sul nostro territorio, e la loro stessa vita, sono a rischio;

il nostro Paese è stato in passato (durante il regime fascista), promotore di una feroce politica di discriminazione razzista del popolo Rom e, dal 1938, di una sistematica azione di persecuzione, deportazione e sterminio;

il numero dei Rom entro i nostri confini è andato aumentando negli ultimi anni a seguito della guerra che ha sconvolto nel 1999 la Jugoslavia e, segnatamente, a seguito della loro cacciata dai territori kosovari sotto controllo Nato (in cui operano tuttora anche le nostre Forze armate) da parte di milizie e gruppi legati alla mafia e alla grande criminalità kosovara e albanese;

a questa incontestabile realtà non pare corrispondere, a giudizio degli interpellanti, un proporzionato intervento delle istituzioni, come dimostrano due vicende, verificatesi a Livorno e a Pavia, davvero esemplari;

il 12 agosto quattro bambini di nazionalità rumena, tra i 4 e i 12 anni, che vivevano in una baracca di legno e lamiere nella periferia industriale di Livorno, sono morti carbonizzati in un rogo all'intento della propria abitazione;

a distanza di un mese non è stata fatta alcuna luce sulle cause dell'incendio e, da quanto si apprende da fonti di stampa, vi è il concreto rischio che le indagini, in assenza di elementi probatori, volgano all'archiviazione;

secondo quanto riportato il 9 settembre 2007 dal Corriere di Livorno, in seguito al sopralluogo effettuato sul luogo del rogo, il perito Roberto Tartarelli, ingegnere chimico dell'università di Pisa, sosterrebbe l'ipotesi di un incendio doloso, o addirittura di attentato («Il rogo - spiega Tartarelli - fu così violento da far ritenere plausibile l'ipotesi del dolo, o quantomeno che a provocare l'accelerazione di fuoco sia stato qualcosa dall'esterno delle baracche»);

i genitori dei bambini deceduti sono da allora detenuti perché indagati per abbandono di minori e, data l'assenza di un domicilio a norma, non hanno neppure ottenuto gli arresti domiciliari;

Rom Maud de Boer-Buquicchio, vicesegretario generale del Consiglio d'Europa, in seguito al rogo di Livorno, ha invitato «le autorità italiane ad attivare le misure necessarie per l'integrazione dei Rom, adottando un piano coordinato che preveda campagne d'informazione pubblica per contrastare la discriminazione e i radicati pregiudizi»;

anche Papa Benedetto XVI ha espresso la sua «solidarietà e vicinanza al popolo dei Rom» ed ha esortato la città a «reagire alla tragedia con la cultura dell'accoglienza e della solidarietà»;

il 30 agosto 2007 le forze dell'ordine hanno proceduto allo sgombero forzato di oltre 200 migranti (tra i quali decine di rom) alloggiati, in condizioni igieniche disastrose e in strutture fatiscenti, nell'area dismessa ex-Snia Viscosa di Pavia;

per mesi l'amministrazione comunale pavese, prima di procedere allo sgombero, ha tentato di ignorare il problema, arrivando a vietare agli assistenti sociali di prestare assistenza ai migranti, che venivano aiutati soltanto da associazioni di volontariato;

l'amministrazione comunale di Pavia, lungi dal prendere in considerazione la richiesta - avanzata da diverse forze politiche e sociali, nonché dalle associazioni di volontariato presenti sul territorio - di costruire un'area attrezzata ove collocare prefabbricati tali da ospitare temporaneamente i migranti, ha provveduto, a metà luglio, a demolire uno degli edifici dell'ex fabbrica abitata;

la stessa amministrazione comunale, peraltro, ha in più occasioni rifiutato di discutere attraverso tavoli politici e con il dovuto approfondimento del recupero dell'area dismessa ex-Snia stessa, sostenendo che il progetto di recupero sarebbe stato già sostanzialmente definito con la proprietà (privata) dell'area;

risulta agli interpellanti che tale progetto prevederebbe principalmente un centro commerciale (in un'area già ricca di negozi di vicinato e vicina ad altri supermercati) ed edilizia di pregio mentre la parte di interesse pubblico sarebbe limitata ad una scuola;

è da notare come, attraverso lo sgombero, il progetto di recupero sopra descritto abbia subito, in singolare coincidenza con gli interessi della proprietà stessa, una forte accelerazione;

il giorno dello sgombero il comune di Pavia non ha predisposto alcuna struttura di accoglienza;

soltanto la Croce rossa provinciale e la Protezione civile di Milano hanno costruito nel tardo pomeriggio un tendone provvisorio per ospitare i migranti;

nel frattempo la proprietà dell'area ex-Snia, tramite intermediari, ha offerto una piccola somma di denaro ai migranti disposti a tornare immediatamente in Romania, alcuni dei quali (tra questi una mamma con un bambino appena nato) hanno accettato;

lunedì 1o settembre 2007, smontati i tendoni provvisori della protezione civile, i circa 115 migranti rimasti sono stati indirizzati prima verso una cascina a Marcignago, a torto ritenuta disabitata, poi verso un poligono in disuso privo dei requisiti minimi di abitabilità, per raggiungere il quale era necessario attraversare il comune di Torre d'Isola;

il sindaco di Torre d'Isola, Marco Bellaviti, ha di fatto, ad avviso degli interpellanti, aizzato la cittadinanza contro i migranti (i quali venivano accolti da frasi inqualificabili come: «Vi mandiamo nelle camere a gas, nei forni crematori»; «si sente già la puzza»; «noi siamo persone civili, fora di ball») e ha vietato il loro passaggio;

i migranti sono stati allora rispediti a Pavia e, dopo un soggiorno nel Palazzetto dello Sport, divisi in piccoli nuclei in quattro località diverse;

uno di questi nuclei, locato a Pieve Porto Morone, alla Cascina Gandina, si trova da diversi giorni materialmente assediato dai cittadini del paese che, fomentati dai proclami razzisti e xenofobi della Lega Nord e di Forza Nuova (che proprio grazie a questo clima si sta pericolosamente radicando), continuano a minacciare di morte i migranti (anche con ripetuti assalti con sassi e mattoni), a tentare spedizioni punitive che ricordano i pogrom antisemiti e ad insultare, sputare e ostacolare il lavoro dei volontari che prestano assistenza;

il Ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero, in una nota del 9 settembre 2007, ha definito l'ultimo, in ordine di tempo, attacco contro i rom «un pogrom degno della Germania nazista». «Siamo di fronte ad atti di intolleranza talmente gravi - ha detto Ferrero - che la coscienza di un Paese civile dovrebbe essere profondamente scossa» -:

quali siano le valutazioni dei Ministri interpellati sulle due paradigmatiche vicende in parola;

quali iniziative urgenti i Ministri interpellati, a fronte della recrudescenza di episodi ed attacchi razzisti, aventi di mira comunità religiose, nazionali o etniche, intendano porre in atto al fine di mettere fine al grave allarme determinato da questa forma odiosa di violenza che sta dilagando in tutto il Paese;

quali misure urgenti il Governo voglia approntare al fine di garantire la sicurezza e i diritti delle comunità rom prese di mira da numerose azioni terroristiche o intimidatorie e come intenda contrastare questo fenomeno criminale;

quali interventi di carattere progettuale il Governo intenda porre in essere al fine di dare attuazione alla direttiva europea contro la discriminazione razzista;

se il Ministro della giustizia ritenga possibile - alla luce dell'attuale normativa - che i genitori dei bambini Rom uccisi nel rogo di Livorno partecipino ai loro funerali, che si terranno presso il duomo di Livorno venerdì 14 settembre, e che ad essi venga concessa la misura degli arresti domiciliari, in attesa che l'autorità giudiziaria e di polizia riesca ad individuare l'esatta dinamica e le cause specifiche della morte dei quattro bambini;

quali iniziative urgenti i Ministri interpellati intendano porre in essere al fine di richiamare le amministrazioni comunali di Pavia e dei comuni del pavese ai propri obblighi di solidarietà ed accoglienza, anche in adempimento della citata Direttiva contro la discriminazione basata sulla razza e le origini etniche.

(2-00703) «Burgio, Migliore».
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
ARRESTI DOMICILIARI, ASSISTENZA SOCIALE, DIRETTIVE DELL'UNIONE EUROPEA, DOLO, FUNERALI, INCENDI, NOMADI, RAZZISMO
GEO-POLITICO:

LIVORNO, LIVORNO - Prov, TOSCANA, PAVIA, PAVIA - Prov, LOMBARDIA