ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00698

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 200 del 02/08/2007
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO
Data firma: 02/08/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA 02/08/2007
COMUNISTI ITALIANI 02/08/2007
COMUNISTI ITALIANI 02/08/2007
L'ULIVO 02/08/2007
RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA 02/08/2007
SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO 02/08/2007
RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA 02/08/2007
SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO 02/08/2007
L'ULIVO 02/08/2007
SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO 02/08/2007
SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO 02/08/2007
L'ULIVO 02/08/2007
SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO 02/08/2007
SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO 02/08/2007
SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO 02/08/2007
SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO 02/08/2007
COMUNISTI ITALIANI 02/08/2007
SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO 02/08/2007
SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO 02/08/2007
COMUNISTI ITALIANI 02/08/2007
COMUNISTI ITALIANI 02/08/2007
COMUNISTI ITALIANI 02/08/2007
COMUNISTI ITALIANI 02/08/2007
COMUNISTI ITALIANI 02/08/2007
COMUNISTI ITALIANI 02/08/2007
COMUNISTI ITALIANI 02/08/2007
COMUNISTI ITALIANI 02/08/2007
COMUNISTI ITALIANI 02/08/2007
COMUNISTI ITALIANI 02/08/2007
VERDI 02/08/2007
VERDI 02/08/2007
SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO 02/08/2007
POPOLARI-UDEUR 02/08/2007
RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA 02/08/2007
L'ULIVO 02/08/2007
L'ULIVO 02/08/2007
SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO 02/08/2007


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 02/08/2007
Stato iter:
20/09/2007
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/09/2007
Resoconto SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO
 
RISPOSTA GOVERNO 20/09/2007
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (RAPPORTI PARLAMENTO E RIFORME ISTITUZIONALI)
 
REPLICA 20/09/2007
Resoconto SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 20/09/2007

SVOLTO IL 20/09/2007

CONCLUSO IL 20/09/2007


Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00698
presentata da
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO
giovedì 2 agosto 2007 nella seduta n.200

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:

con l'ordinanza n. 2983 del 31 maggio 1999, della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Presidente della Regione siciliana è stato nominato Commissario delegato per la predisposizione e adozione del piano di gestione dei rifiuti e delle bonifiche delle aree inquinate di cui all'articolo 22 della legge 5 febbraio 1997, n. 22, per la realizzazione degli interventi necessari per far fronte alla situazione d'emergenza;

con le successive Ordinanze di protezione civile n. 3048 del 31 marzo 2000, n. 3072 del 21 luglio 2000, n. 3136 del 25 maggio 2001, n. 3190 del 23 marzo 2002 e n. 3334 del 23 gennaio 2004, sono state apportate modifiche ed integrazioni all'Ordinanza n. 2983 del 1999;

nella Regione siciliana lo stato d'emergenza è definitivamente cessato in data 30 giugno 2006;

la dichiarazione dello stato di emergenza era stata richiesta dal Presidente della Regione e dal Ministero dell'ambiente, in ragione della inadeguatezza infrastrutturale del sistema di smaltimento dei rifiuti urbani nella Regione, che avrebbe potuto creare una inquietante condizione di emergenza, impossibile da affrontare con strumenti e poteri ordinari;

con le ordinanze su citate, si è disposto che l'organizzazione e la gestione dei rifiuti urbani avvenisse in un «ambito

territoriale ottimale», individuato preferibilmente a livello provinciale, e si è stabilito che il Commissario definisse ed attuasse forme e modi di cooperazione tra Provincia e Comune in ciascun ambito, prevedendo che la mancata intesa tra i due livelli istituzionali, sarebbe stata oggetto di intervento sostitutivo del Commissario delegato, chiamato a porre in essere, in nome e per conto dei predetti enti, gli atti necessari alla costituzione della Società di ambito per la gestione integrata del servizio, cui affidare la proprietà e la gestione degli impianti;

va sottolineato che nelle ordinanze venivano fissati i criteri e gli obiettivi della raccolta differenziata, stabilendo precisi obiettivi quantitativi e temporali: 15 per cento da realizzare entro il 2003 e 25 per cento da raggiungere entro il 2005. Le iniziative che dovevano essere intraprese dal Commissario delegato per riorganizzare in Sicilia il sistema di gestione dei rifiuti, alla luce dei decreti Ronchi ed in coerenza con le direttive comunitarie, riguardavano:

a) la realizzazione di impianti di selezione e preparazione di: carta, plastica, vetro, metalli ferrosi eccetera;

b) la creazione di piazzole di stoccaggio delle frazione di rifiuti raccolti separatamente;

c) la costruzione di impianti per la produzione di compost da frazione organica e per il recupero di inerti;

d) l'adozione di misure per prevenire la formazione di rifiuti;

e) la realizzazione di impianti di termovalorizzazione.

è particolarmente utile evidenziare, a tal proposito, che il Presidente della Regione, nella sua qualità di Commissario delegato, veniva autorizzato dall'Ordinanza della Presidenza del Consiglio n. 2983 del 31 maggio 1999, a stipulare, in base a procedure di evidenza pubblica ed in deroga alle procedure di gara comunitaria, convenzioni di durata massima ventennale con operatori industriali che si impegnassero a trattare in appositi impianti, già di loro proprietà o in gestione, la frazione residuale dei rifiuti avviati a smaltimento e utilizzati in impianti di termovalorizzazione con recupero di energia da vendere all'Enel. Ai Prefetti, invece, veniva affidata l'attività di vigilanza, e collaborazione con le Province, sull'attività di conferimento dei rifiuti e di gestione delle discariche. Tale disposizione, che consentiva la deroga generalizzata alle procedure previste dal diritto comunitario in materia di affidamento di appalti di servizi, è stata poi eliminata con l'Ordinanza n. 3334 del 2004;

con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 gennaio 2002, è stato ulteriormente prorogato lo stato d'emergenza, fissando la nuova scadenza al 31 dicembre 2004. Con l'Ordinanza n. 3334 del 2004, sono stati riconfermati i poteri già conferiti al Commissario delegato, Presidente della Regione Sicilia, fino alla cessazione dello stato d'emergenza, e si è disposto che, al fine di realizzare con la massima celerità gli interventi e le opere previste dal Piano regionale di gestione dei rifiuti, il Commissario potesse derogare alle pertinenti disposizioni della normativa regionale, applicando, in merito alla gestione delle discariche, il decreto legislativo n. 36 del 2003;

i decreti dichiarativi e reiterativi dello stato d'emergenza su citati, sono stati dapprima annullati dal giudice amministrativo, ma successivamente sanati dalla legge di conversione 8 aprile 2003, n. 62 del decreto legge 7 febbraio 2003, n. 15, norma che gli interroganti reputano di dubbia costituzionalità;

a fine 2004, si è proceduto alla proroga dello stato d'emergenza fino al 31 dicembre 2005, nuovamente prorogato con DPCM del 31 dicembre 2005 fino al 31 dicembre 2006. Infine, con un'ulteriore ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3537 del 28 luglio 2006, al solo fine di completare gli interventi necessari al definitivo rientro nell'ordinario, al Presidente della Regione - Commissario delegato, sono stati prorogati i poteri sugli interventi pendenti fino al 31 dicembre 2006;

il giudizio della Corte dei conti, presente nella Relazione-stralcio sulla gestione commissariale in materia di rifiuti in Sicilia, ha rilevato come «i due mesi di vuoto normativo intercorrenti tra la scadenza dell'emergenza e la decisione di continuare la gestione commissariale, per l'attuazione ed il completamento di tutte le iniziative già programmate non hanno certo giovato alla continuità e certezza dell'agire amministrativo. Dalla corrispondenza analizzata fra il Commissario Delegato, il Dipartimento della Protezione Civile ed il Ministero dell'Ambiente, appare che un notevole numero di disposizioni, anche minute e di dettaglio, delle Ordinanze di protezione civile siano nate su iniziativa dello stesso Commissario, anche a sanatoria di inadempienze precedenti e di irregolarità varie»;
particolarmente significativi e critici appaiono ad oggi i giudizi della Corte dei conti sullo stato di attuazione del Piano regionale e sull'operato del Commissario delegato. A tal proposito si evince che «lo stato di attuazione del Piano è stato decisamente modesto. Né le autorità di riferimento (Dipartimento della protezione civile e Ministero dell'ambiente) si sono rese parte diligente nel monitorare la situazione dato che, per esempio, non si sono nemmeno attivate per ottenere le relazioni periodiche sullo stato dell'attuazione del programma, prescritte nelle stesse ordinanze per tutto il periodo fine 2001 - fine 2004, durante il quale il Commissario non ha inviato alcun rapporto. Tali ritardi hanno risentito, anche dell'incertezza nella definizione delle scelte strategiche, modificatesi rapidamente nel corso della gestione. Così, mentre nel Piano di emergenza (2000) si è prescritto il ricorso alla produzione di cdr in modo rilevante, già con il Piano di Gestione dei rifiuti (2002) si è puntato tutto sulla frazione secca; inoltre si sono ridotti gli obiettivi della raccolta differenziata dal 50 per cento al 35 per cento e si sono moltiplicati gli ATO»;

a conferma del giudizio negativo della Corte dei conti, è utile ricordare che il Piano di gestione predisposto dalla Regione siciliana prevedeva di promuovere ed attuare le aggregazioni di comuni e province in ambiti territoriali ottimali (ATO), che avevano come compito precipuo quello di incentivare la raccolta differenziata. Le società d'ambito costituite sono state 25 entro il mese di dicembre 2002, divenute poi 27 per soddisfare le richieste provenienti dalle isole Eolie e dalle alte Madonie. Dopo 8 anni di gestione commissariale, si deve costatare che la raccolta differenziata, che nel 2000 era pari al 1,9 per cento della produzione complessiva di rifiuti in Sicilia, ha ottenuto un incremento risibile, attestandosi nel dicembre 2005, al 5,5 per cento della produzione. Nello stesso periodo, la quantità di rifiuti smaltiti in discarica, è passata da una percentuale del 93,7 per cento nell'anno 2000 al 90,7 per cento del 2005, confermando il fallimento delle politiche volte a ridurre la quantità dei rifiuti prodotti e il loro conferimento in discarica;

nel frattempo iniziative assunte da Consigli comunali, organizzazioni sindacali, associazioni dei consumatori, e da Assindustria Sicilia, evidenziano la gravissima situazione di caos gestionale ed incertezza normativa in cui versano gli ATO siciliani. Afflitte, nella quasi totalità dei casi, da gravissime situazioni deficitarie, le società d'ambito non sono più in grado di garantire il regolare espletamento del servizio di raccolta e smaltimento dei RSU, ed il pagamento puntuale delle spettanze dovute al personale, sempre più spesso costretto allo sciopero ed all'interruzione del servizio. Le associazioni delle imprese del settore hanno calcolato in circa cinquecento milioni di euro l'ammontare dei crediti vantati dalle aziende, ormai da molti mesi, nei confronti delle società d'ambito. I movimenti rappresentativi dei consumatori, hanno inoltre fatto rilevare come in Sicilia, a fronte del generalizzato peggioramento della qualità del servizio prestato, i cittadini utenti abbiano ricevuto bollette per il pagamento della Tarsu e della Tia, con considerevoli aumenti, in tanti casi superiori al 200 per cento;

a fronte dell'evidente fallimento del sistema di gestione degli ATO, così come pianificato dalla struttura del Commissario delegato, l'Assemblea regionale siciliana, con l'articolo 45 della legge regionale n. 2 dell'8 febbraio 2007, ha, tra le altre disposizioni, previsto anche la riduzione del numero degli ATO dagli attuali 27 ad un massimo di 14. Tale diminuzione, che sarebbe dovuta avvenire, previa individuazione dei nuovi ambiti da parte dell'Agenzia regionale dei rifiuti e delle acque, entro 90 giorni dalla pubblicazione della legge, è tuttora rimasta lettera morta;

significativa, a tal proposito, la ricostruzione fatta dalla corte dei conti, sulle modalità di affidamento scelte dal Commissario delegato per chiudere il ciclo dei rifiuti con la realizzazione di 4 grandi impianti di termovalorizzazione, che possono tranquillamente essere definiti «inceneritori» perché, stante la ridotta quantità di raccolta differenziata effettuata, in realtà bruciano il rifiuto «tal quale»: «l'attività del Commissario delegato si è incentrata nella predisposizione delle convenzioni aventi ad oggetto la chiusura del ciclo dei rifiuti, con esito ancor oggi del tutto insoddisfacente. L'avviso pubblico per la stipula di convenzioni riguardanti il sistema di gestione integrato per l'utilizzo della frazione residua dei rifiuti urbani al netto della raccolta differenziata, in ottemperanza alle ordinanze nn. 2983/1999 e 3190/2002, è stato pubblicato in data 9 agosto 2002, imponendo, peraltro, un termine assai breve di 80 giorni (il minimo previsto dalla legislazione nazionale vigente) per la presentazione della proposta di partecipazione alla gara, sul presupposto dell'urgenza. Il bando si rivolgeva ad «operatori industriali che si impegnino, a far tempo dal 31 marzo 2004, a trattare in appositi impianti la frazione residuale dei rifiuti ed a utilizzarla in impianti di termovalorizzazione con recupero di energia da realizzarsi in siti idonei ovvero in propri impianti industriali, o di cui abbiano la disponibilità gestionale, esistenti nel territorio della Regione, ivi compresi quelli per la produzione di energia elettrica in sostituzione totale o parziale di combustibili ora impiegati». A prescindere da ogni valutazione di legittimità riguardante i termini e soprattutto l'anomala procedura che, per importi superiori alla soglia comunitaria, non ha previsto una gara conforme alle direttive europee in materia di appalti pubblici, si rileva che tale modo di procedere ha, di fatto, favorito coloro che, perla loro presenza sul luogo, erano a conoscenza della situazione fattuale prima della pubblicazione dei bandi e chi era già in possesso di impianti e studi di fattibilità tecnico-economico- finanziaria»;

appaiono gravissime le denunce della Corte dei conti che segnalano il concreto pericolo che le procedure di affidamento seguite dal Commissario delegato siano state particolarmente imprudenti, in un contesto in cui è assai rilevante l'interesse della criminalità mafiosa al controllo delle attività economiche collegate al ciclo dei rifiuti: «La presunta imperiosa urgenza nella conclusione delle convenzioni ha comportato, inoltre, la stipula delle stesse a prescindere dall'acquisizione dell'informativa antimafia. Tale comportamento è da ritenersi particolarmente imprudente, nella considerazione dei noti interessi della criminalità organizzata nel campo dei rifiuti e del contesto ambientale siciliano. Puntualmente, una delle società riunite in associazione temporanea d'imprese aggiudicataria di 2 dei 4 sistemi integrati è risultata infiltrata dalla criminalità mafiosa. Il Commissario non poteva certo ignorare la circostanza, dal momento che la stessa impresa era coinvolta nell'esperienza sulla raccolta dei rifiuti nel Comune di Messina»;

allo stesso modo appare inquietante l'affermazione, ancora presente nella relazione della Corte la quale afferma che «la discutibile opzione di attribuire agli operatori privati la facoltà di scegliere i siti dove ubicare i vari impianti, stante la delicatezza della determinazione, per le sue implicazioni ambientali, sociali ed economiche e che, quindi, dovrebbe essere assunta dalla pubblica autorità, può indubbiamente aver indotto a percepire tali scelte come quelle più vantaggiose per le imprese, piuttosto che quelle più idonee sotto il profilo ambientale e di utilità generale. Sul punto, va segnalata anche l'ampia riserva formulata dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti, nella considerazione delle possibili infiltrazioni mafiose in questo campo. Tuttavia, il contenzioso più rilevante è quello che oppone il Commissario delegato alla Commissione europea, che ha presentato ricorso alla Corte di giustizia delle Comunità europee contro la Repubblica italiana per violazione della direttiva 92/50/Cee sugli appalti pubblici di servizi, per avere, in particolare, il Commissario stipulato le convenzioni senza la idonea pubblicazione dei bandi di gara»;

a conferma delle valutazioni espresse dalla Corte dei conti, il 18 luglio 2007, la Corte di giustizia delle Comunitàeuropee ha dichiarato inadempiente lo Stato italiano infliggendo allo stesso una sanzione pecuniaria con la seguente motivazione «Dato che la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per la protezione civile - Ufficio del Commissario delegato per l'emergenza rifiuti e la tutela delle acque in Sicilia, ha indetto la procedura per la stipula delle convenzioni per l'utilizzo della frazione residua dei rifiuti urbani, al netto della raccolta differenziata, prodotta nei comuni della Regione Siciliana e ha concluso le dette convenzioni senza applicare le procedure previste dalla direttiva del Consiglio 18 giugno 1992, 92/50/Cee, che coordina le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di servizi, come modificata dalla direttiva della Commissione 13 settembre 2001, 2001/78/CE, e, in particolare, senza la pubblicazione dell'apposito bando di gara d'appalto nella Gazzetta Ufficiale della Comunità europee, la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza della predetta direttiva e, in particolare, dei suoi articoli 11, 15 e 17». Una condanna grave che impone al Governo di attivarsi nei confronti del Commissario che ha agito su delega della Presidenza del Consiglio - Dipartimento per la protezione civile, esprimendo una risoluta censura e sanzioni conseguenti per le gravi irregolarità che hanno condotto alla pronuncia della Corte di giustizia europea;

a tal proposito è particolarmente significativo rilevare che soltanto in data 21 ottobre 2002, con delibera di Giunta n. 336, l'amministrazione comunale di Palermo ha provveduto ad offrire la piena disponibilità dell'area di Bellolampo all'AMIA (Azienda Municipalizzata di Igiene Ambientale) con la finalità di consentire «la partecipazione alla gara pubblica indetta dal Commissario delegato per l'emergenza rifiuti, con bando pubblicato dalla GURS del 9 agosto 2002». Risulta quindi evidente che all'atto della partecipazione alla gara pubblica, il raggruppamento d'imprese denominato PEA (Palermo Energia Ambiente), non avesse la disponibilità dell'area, ancora nella disponibilità del Ministero degli interni, dove era funzionante un poligono di tiro dell'Esercito italiano;

un'attenta analisi della gestione del Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Sicilia, rende ancora più chiara ed allarmante la vicenda relativa ai provvedimenti sanzionatori assunti dai vertici dell'Assessorato Ambiente della Regione Sicilia per intralciare e bloccare il lavoro di alcuni dirigenti e funzionari capaci e competenti;

nel settembre 2005, infatti, il dottor Gioacchino Genchi e il dottor Alessandro Pellerito, rispettivamente responsabili del servizio 3 «tutela dall'inquinamento atmosferico» e dell'Unità operativa S3.I «autorizzazioni alle emissioni in atmosfera» dell'Assessorato territorio e ambiente della Regione siciliana, hanno concluso l'iter istruttorio sui quattro sistemi previsti dal Piano di gestione dei rifiuti della Regione Sicilia che individua quattro impianti destinati alla chiusura del ciclo dei rifiuti: il termovalorizzatore di Palermo per la Sicilia occidentale; il termovalorizzatore di Augusta (Siracusa) per la Sicilia sud-orientale; il termovalorizzatore di Paternò (Catania) per la Sicilia nord-orientale; il termovalorizzatore di Casteltermini (Agrigento) per la Sicilia sud-occidentale. L'istruttoria, predisposta dai dirigenti dell'Assessorato, prospettava il rigetto dell'autorizzazione alle emissioni in atmosfera;

dal momento in cui appare chiaro il contenuto dell'istruttoria predisposta dai due dirigenti Genchi e Pellerito, inizia un ungo contenzioso che impegna i vertici politici e dirigenziali dell'Assessorato regionale territorio e ambiente, e che ha come esito la revoca, disposta dall'architetto Pietro Tolomeo, nuovo Dirigente generale del Dipartimento, dei contratti di lavoro dei due funzionari. Revoca che, va ricordato, poteva essere disposta, in forza della normativa vigente, soltanto dalla Giunta di Governo;

non può che apparire inquietante la strana e ripetuta «coincidenza», con la quale si è tentato di evitare la partecipazione di chimici del servizio 3, al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale sui quattro termovalorizzatori (inceneritori) previsti dal piano di gestione dei rifiuti della Regione Sicilia;

in conclusione va segnalato il giudizio espresso dalla Corte dei conti sull'attività di vigilanza e di controllo sulla gestione del Commissario delegato per la Regione Sicilia da parte del Dipartimento della protezione civile e del ministero dell'ambiente che viene considerata «praticamente inesistente». La Corte dei conti aggiunge inoltre che «la stessa rendicontazione annuale, sottoposta al controllo della Ragioneria provinciale, ha prodotto, nel corso del commissariamento, un solo rilievo, di scarso significato, nonostante le notevoli problematiche amministrative che la gestione ha sollevato, testimoniate da una lunga serie di pendenze giudiziarie in corso»-:

se il Presidente del Consiglio, in considerazione della recente sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee del 18 luglio 2007, che ha dichiarato inadempiente lo Stato italiano infliggendo allo stesso una sanzione pecuniaria, per gravi violazioni di norme comunitarie operate dal Presidente della Regione Siciliana nella sua qualità di Commissario delegato del Presidente del Consiglio, non ritenga di doversi attivare per verificare le responsabilità del Commissario delegato e l'opportunità di attivare le procedure previste nei casi di evidenti violazioni da parte del delegato rispetto agli obiettivi fissati dal delegante;

se il Presidente del Consiglio alla luce di quanto esposto in premessa, non ritenga di dover verificare la lunga serie di violazioni delle normative comunitarie e delle leggi nazionali denunciate, ognuno per la propria competenza, dalla magistratura contabile della Corte dei conti, e dalla Corte di giustizia delle Comunità europee e se ritenga di doversi attivare per procedere, nelle forme che verranno ritenute più opportune, contro il Commissario delegato a tutela dell'interesse dello Stato italiano;

se il Presidente del Consiglio - nell'ambito delle proprie competenze - ritenga che esistano ancora le condizioni perché abbia attuazione il Piano regionale di gestione dei rifiuti della Regione siciliana, e con esso se ritenga di non dover assumere iniziative volte a sospendere le autorizzazioni dei quattro sistemi impiantistici destinati alla chiusura del ciclo dei rifiuti in Sicilia, per la violazione delle norme nazionali e comunitarie in materia di affidamento dei pubblici appalti e per le

irregolarità contenute negli iter autorizzativi connessi alle emissioni in atmosfera.

(2-00698)

«Lomaglio, Dioguardi, De Angelis, Cesini, Piro, Acerbo, Rotondo, Cacciari, Attili, Allam, Aurisicchio, Scotto, Gianni Farina, Trupia, Fumagalli, Nicchi, Sasso, Longhi, Pettinari, Maderloni, Napoletano, Cancrini, Ferdinando Benito Pignataro, Tranfaglia, Bellillo, Soffritti, Sgobio, Vacca, Licandro, Pagliarini, Pellegrino, Francescato, Zanotti, Giuditta, De Cristofaro, Bordo, Cesario, D'Antona».
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
APPALTO, COMMISSARIO STRAORDINARIO, CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, PROGRAMMI E PIANI, REGIONI A STATUTO SPECIALE, SMALTIMENTO DI RIFIUTI
GEO-POLITICO:

SICILIA