ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00692

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 200 del 02/08/2007
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: UDC (UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO)
Data firma: 02/08/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
UDC (UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO) 02/08/2007


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 02/08/2007
Stato iter:
18/10/2007
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 18/10/2007
Resoconto UDC (UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO)
 
RISPOSTA GOVERNO 18/10/2007
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (RAPPORTI PARLAMENTO E RIFORME ISTITUZIONALI)
 
REPLICA 18/10/2007
Resoconto UDC (UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 18/10/2007

SVOLTO IL 18/10/2007

CONCLUSO IL 18/10/2007


Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00692
presentata da
GIANPIERO D'ALIA
giovedì 2 agosto 2007 nella seduta n.200

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:

con decreto assessoriale del 22 febbraio 2005, pubblicato su Gazzetta Ufficiale Regione Sicilia n. 42 del 7 ottobre 2005, l'assessore regionale al territorio e ambiente ha istituito la zona a protezione speciale cod. ITA 030042 denominata «Monti Peloritani, dorsale Curcuraci Antennammare e area marina dello Stretto», ai sensi della direttiva 79/409/CEE, al fine di evitare esose sanzioni da parte della Corte di giustizia europea nell'ambito della procedura di infrazione C. 378/01;

le Zps, con delibera del Ministero dell'ambiente del 2 dicembre 1996, sono state equiparate a Riserva naturale dello Stato e sottoposte a regime di tutela ai sensi della legge n. 394 del 1991;

nel formulario Natura 2000 del sito cod. ITA 030042, tra gli habitat segnalati vi è la prateria di posidonia oceanica, cod. 1120, considerato prioritario secondo la direttiva 92/43/CEE;

nel medesimo formulario Natura 2000 è segnalata la presenza della Laminaria ochroleuca, presente in tutto il mar Mediterraneo, solo in tre siti, tra i quali lo stretto di Messina;

nelle note scientifiche del formulario Natura 2000 viene segnalata la presenza di un importante posidionieto che si estende da Ganzirri a Messina centro;

la prateria di posidonia oceanica svolge la funzione importantissima di ridurre e rallentare l'energia delle onde, limitando e/o impedendo l'erosione costiera e che la stessa è habitat fondamentale per molte specie marine, anche di interesse commerciale, nei diversi periodi del ciclo vitale;

lo stretto di Messina è interessato da correnti marine estremamente forti e variabili, dovute al diverso gradiente termico tra le acque dello Ionio e quelle del Tirreno, nonché diversa salinità, che si incontrano inevitabilmente in modo costante;

sempre lo stretto di Messina, ed in particolare il versante siciliano, è soggetto anche all'azione del vento di scirocco che in diversi periodi dell'anno può soffiare a velocità estremamente elevate, a volte oltre i 100 kmh creando mareggiate particolarmente forti ed erosive;

la costa siciliana, compresa quella della città di Messina sia sul versante ionico che tirrenico, è soggetta a forte erosione, dovuta sia ad opere a mare realizzate senza alcuna particolare attenzione alle dinamiche delle masse d'acqua, sia alla cementificazione delle fiumare e delle colline a ridosso delle stesse, che hanno ridotto l'apporto di materiale terrigeno in mare e quindi diminuito il ripascimento naturale delle coste;

per arginare tale fenomeno, sono stati spesi e si continuano a spendere ingenti somme pubbliche, senza che ciò rallenti in alcun modo il fenomeno che spesso, a causa di questi interventi, si estende in altre località;

da diverso tempo è prevista, nell'ambito del Prusst di Messina, la realizzazione di un porto turistico di oltre 600 posti barca, in località Grotte (Messina), per il quale è stata già costituita una società, la «Nettuno spa» e a cui concorre anche un gruppo imprenditoriale privato;

le procedure amministrative fin qui seguite appaiono, peraltro, anomale e di dubbia legittimità con particolare riguardo ad atti posti in essere dal comune, dalla provincia regionale di Messina, e dal predetto gruppo imprenditoriale privato;

l'area in cui dovrebbe essere realizzato tale porticciolo ricade in Zps e nel tratto dove risulta presente la posidonia oceanica;

il progetto prevede anche opere a terra (un parco acquatico, un punto di ristoro, un centro commerciale; area rimessaggio barche e altro) da realizzarsi anche sulle ripide colline prospicienti la costa, a ridosso del centro abitato, intaccando peraltro habitat protetti dalla direttiva comunitaria 92/43/CEE (cod. 6220, habitat prioritario) e aggravando il carico antropico e infrastrutturale in un territorio a forte rischio di dissesto idrogeologico;

si tratta, peraltro, di un progetto di dubbia fattibilità tecnica e di fortissimo impatto ambientale e socio-economico;

la localizzazione ricade, peraltro, in area fortemente soggetta alle correnti marine e agli effetti del vento di scirocco e richiederebbe adeguate misure di protezione per evitare sia danni alla struttura che alle imbarcazioni e alle persone e prevede diverse dighe foranee;

da notizie di stampa il progetto sembrerebbe essere già esecutivo;

sempre da notizie stampa, la società privata che dovrebbe gestire la struttura ha già dichiarato che a settembre avrà lo studio di impatto ambientale e ad ottobre otterrà la concessione demaniale;

tale opera ha senza ombra di dubbio impatto negativo certo diretto e indiretto sugli habitat e sulle specie protette dalla direttiva comunitaria 92/43/CEE, 79/409/CEE sia terrestri che marine;

avrà altresì con certezza impatto negativo certo diretto e indiretto su specie marine di interesse anche commerciale che sostentano centinaia di famiglie su entrambe le sponde dello stretto di Messina;

infatti, venendo meno un tratto di posidonieto di notevole importanza, la sua scomparsa sarà causa principale di impoverimento e di destabilizzazione dello stesso anche a distanza dal luogo di intervento;

vi saranno, pertanto, con certezza assoluta, effetti negativi anche sul resto della costa anche calabrese, grazie alla complessa dinamica delle masse d'acqua dello stretto di Messina, poiché l'energia dell'onda andrà inevitabilmente ad abbattersi altrove, trovando imponenti ostacoli in un tratto di costa fortemente soggetto alle correnti e all'azione del vento di scirocco e di grecale;

l'erosione costiera che verrà determinata dalle imponenti opere previste graverà sull'erario pubblico, creando con certezza danni a cose e persone non appena le condizioni meteorologiche si aggiungeranno al regolare e gravoso movimento delle masse d'acqua dello stretto di Messina;

vi saranno altresì gravi conseguenze sulle parti terrestri interessate dal progetto con copertura di superfici naturali, alterazione dei pendii e possibili fenomeni franosi che già duramente hanno colpito la città di Messina, causando anche la perdita di vite umane (28 settembre 1998 ultima alluvione con vittime, più numerose altre con danni gravi), il tutto in area ad elevato rischio idrogeologico e sismico -:

se abbia notizia dello studio di impatto ambientale e della valutazione di incidenza - atti propedeutici ed obbligatori questi in virtù dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 - presentati dalla società che intende realizzare il progetto;

se e quali provvedimenti abbia adottato nei confronti degli enti locali per il rispetto delle norme di tutela ambientale - considerato che l'opera prevista non può essere realizzata in deroga alle norme comunitarie - visto l'indubbio impatto negativo sulla posidonia specie vegetale protetta che svolge una naturale funzione di difesa all'erosione costiera ed i cui effetti si riverserebbero anche sul versante calabrese dello stretto;

se e quali provvedimenti abbia adottato nei confronti degli enti locali per le inadempienze a oggi perpetrate nello Zps cod. ITA 030042 fortemente alterato dalle previsioni urbanistiche che non tengono conto degli obblighi comunitari;

come sia possibile che siano stati compiuti importanti atti amministrativi (approvazione di progetto, concessione demaniale eccetera), pur essendo quest'opera, secondo gli interroganti, palesemente in contrasto con le Direttive comunitarie 92/43/CEE, 79/409/CEE e con il decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, pur incidendo la stessa negativamente su habitat e specie prioritarie, come recita la Direttiva 92/43/CEE all'articolo 6 e il decreto del Presidente della Repubblica 357 del 1997 e all'articolo 5 comma 3, e pur non avendo ancora effettuato alcuno studio di incidenza né di impatto ambientale;

come: possa accadere che la società privata che dovrebbe gestire l'opera dichiari con assoluta certezza che ad ottobre si avrà la concessione demaniale e che la stessa, a studio di impatto ambientale non ancora redatto, abbia la certezza che nulla accadrà alle specie e agli habitat protetti, alla costa e alle colline e alla sicurezza pubblica anche a distanza dai luoghi;

quali provvedimenti intenda adottare il Ministero interpellato affinché venga garantita la severa applicazione delle Direttive comunitarie sopra citate le quali prevedono la rigorosa applicazione del principio di precauzione, e cioè la non realizzazione dell'opera anche nel caso in cui il danno ambientale o l'impatto negativo non sia certo ma solo possibile e, in presenza di specie e/o habitat prioritari, l'autorizzazione di opere strettamente necessarie per la tutela dell'ambiente, per la salute e la sicurezza pubblica, tra le quali non rientra certamente un porto da 600 posti barca;

se risulti vero, e quali provvedimenti il Ministero interpellato intenda assumere in tal caso, che ad oggi il comune di Messina non ha in alcun modo ottemperato alle disposizioni delle Direttive comunitarie - pur essendo stato sollecitato dalle associazioni ambientaliste dal marzo del 2006 e dal suo stesso dicastero (settembre 2006) - posto che la Zps cod. ITA 030042 risulta costantemente alterata in molte aree da previsioni urbanistiche che non hanno tenuto in debito conto gli obblighi comunitari e le precauzioni logiche che la elevata fragilità idrogeologica e il grave rischio sismico, pure avrebbero dovuto rendere prioritarie in qualsivoglia pianificazione urbanistica, per evitare tragedie umane che già hanno duramente colpito la città di Messina;

quali siano le determinazioni che il Ministero interpellato intenda assumere in generale per il rispetto degli obblighi comunitari per i quali la stessa Italia è stata ripetutamente richiamata al rispetto, inclusa la regione Sicilia che pure, per evitare una nuova multa, ha recentemente ampliato due ZPS (cod. ITA 020048 e cod. ITA 010029 dopo le sollecitazioni del Ministero degli affari esteri, del 14 febbraio 2007) senza però realmente applicare le norme comunitarie in tutti i siti della Rete Natura 2000 sin dal momento della loro individuazione autorizzando ad oggi opere completamente incompatibili con l'obbligo di risultato di conservazione.

(2-00692) «D'Alia, Volontè».
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
DIRETTIVE DELL'UNIONE EUROPEA, PROGETTI E PROGETTAZIONE, SORVEGLIANZA SISMICA E IDROGEOLOGICA, ZONE E AREE PROTETTE
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DPR 1997 0357, L 1991 0394, STRETTO DI MESSINA

GEO-POLITICO:

MESSINA, MESSINA - Prov, SICILIA