ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00575

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 164 del 05/06/2007
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: VERDI
Data firma: 05/06/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VERDI 05/06/2007


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 05/06/2007
Stato iter:
07/06/2007
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/06/2007
Resoconto VERDI
 
RISPOSTA GOVERNO 07/06/2007
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 07/06/2007
Resoconto VERDI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 07/06/2007

SVOLTO IL 07/06/2007

CONCLUSO IL 07/06/2007


Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00575
presentata da
PAOLA BALDUCCI
martedì 5 giugno 2007 nella seduta n.164

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che



nella notte tra il 28 e il 29 maggio 2007, secondo quanto si è appreso dalle agenzie di stampa, un cittadino polacco di 26 anni, detenuto nel carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso, si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella;


il suicida, il quale lavorava in Italia da cinque anni come imbianchino ed era padre di una bambina di sette anni (residente in Polonia), attendeva, da circa 13 mesi, di essere sottoposto a giudizio per rispondere di duplice omicidio;


l'uomo pare non avesse mostrato durante il trattamento penitenziario dei particolari segni di squilibrio mentale;


sembra, quindi, che il gesto del cittadino polacco - il quale, peraltro, si professava innocente - sia da mettere in relazione con lo stato di prostrazione psicologica derivato dalla detenzione, che ormai si protraeva da oltre un anno;


questo nuovo triste episodio riporta in primo piano la questione degli atti di autolesionismo che avvengono in carcere, dovendosi segnalare come - dall'inizio dell'anno - nel solo carcere romano di Rebibbia si sono già verificati tre suicidi: quello di una detenuta tossicodipendente di 33 anni, in carcere da circa tre mesi per reati minori (11 aprile 2007); quello di un detenuto romeno di 31 anni, Giorgiu D., che si è tolto la vita tagliandosi la carotide con un lametta (29 aprile 2007); e, infine, quello già citato del cittadino polacco di 26 anni;


nello stesso carcere romano, nel corso degli ultimi mesi del 2006, si erano registrati altri suicidi: si ricorda il caso di Giampiero Mariossi, di 56 anni, impiccatosi con una cinta di accappatoio nell'infermeria della prigione (29 novembre). E ancora: ad ottobre 2006, è stato trovato morto, apparentemente suicida, Mauro Bronchi di 39 anni; mentre nel mese di settembre 2006 il detenuto Ciro Vollaro, si era impiccato in una cella del medesimo Istituto;


tali episodi impongono una seria riflessione sulla condizione dei detenuti all'interno degli istituti di pena italiani;


è necessario rammentare, infatti, che - ai sensi dell'articolo 27, 3o comma della Costituzione - «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»;


questa esigenza di umanizzazione del carcere si traduce nel bisogno di salvaguardare la dignità della persona detenuta durante tutto il periodo di permanenza in carcere, il che impone non solo di assicurare un adeguato standard di vita nei luoghi di reclusione, ma anche di provvedere, attraverso il personale specializzato, ad una appropriata personalizzazione del trattamento;


a riprova dell'importanza e dell'attualità di questa tematica, basti pensare che in data odierna (4 giugno 2007), un giovane detenuto tunisino si é impiccato nella sua cella nella casa circondariale Don Bosco di Pisa (ANSA, ore 18:20, 4 giugno 2007). Una morte per suicidio che segue di soli due giorni quella verificatasi nel carcere dell'Aquila il 2 giugno -:


quali iniziative intenda intraprendere per tutelare la vita umana all'interno delle carceri italiane;

se conseguentemente, ritenga necessario assumere iniziative normative volte a modificare il regolamento sull'ordinamento penitenziario al fine di assicurare, attraverso una maggiore personalizzazione del trattamento, una «detenzione giusta», rispettosa del diritto alla vita e degli altri diritti fondamentali degli individui, se del caso, istituendo in ogni carcere degli appositi presidi specializzati per prevenire il rischio-suicidi e le altre emergenze legate ai disagi psicologici.

(2-00575)
«Balducci, Bonelli».
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
CARCERI, DETENUTI, SUICIDIO