ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00250

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 79 del 29/11/2006
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: VERDI
Data firma: 29/11/2006
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VERDI 29/11/2006


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 29/11/2006
Stato iter:
14/12/2006
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 14/12/2006
Resoconto VERDI
 
RISPOSTA GOVERNO 14/12/2006
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 14/12/2006
Resoconto VERDI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 14/12/2006

SVOLTO IL 14/12/2006

CONCLUSO IL 14/12/2006


Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00250

presentata da
ANGELO BONELLI
mercoledì 29 novembre 2006 nella seduta n.079

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:

ogni anno la magistratura pone sotto sequestro conti correnti, beni mobili e immobili frutto di attività illecite, accumulando così ingenti risorse che diventano proprietà disponibili dello Stato;

grazie a questi sequestri un sistema giudiziario efficiente potrebbe far entrare nelle casse dello Stato ingenti somme di denaro, presumibilmente tali da coprire in larga parte i costi di gestione del sistema giudiziario stesso e forse anche di generare un avanzo netto;

la gestione di questi patrimoni, che in certi casi, come quella degli immobili, comporta una certa manutenzione, è in molti casi problematica. Assegni e bonifici posti sotto sequestro vengono depositati in banca, il contante in posta su un libretto giudiziario intestato al procedimento. In pratica, però, si determina, dal momento del sequestro all'incasso dello stato, un lasso di tempo «burocratico» assai rischioso;

un esempio, è costituito dai 621 milioni di lire sequestrati dalla magistratura italiana il 6 ottobre del 1993 da un conto svizzero e trasferiti sul conto corrente della BNL del tribunale di Milano. Quei soldi, oggi equivalenti a 390 mila euro, si trovano ancora sul conto della banca. Secondo Paolo Ielo, Pubblico mistero nel processo di primo grado, ciò è dovuto a molteplici intoppi burocratici e, in particolare, al troppo tempo che passa tra il momento in cui si celebra un processo, il momento in cui si giunge ad una sentenza di condanna di primo grado e il momento in cui la sentenza di condanna diventa definitiva;

secondo la testimonianza della puntata di Report del 5 novembre 2006, soltanto pochi giorni prima della messa in onda trasmissione gli organi competenti si sono attivati per acquisire una sentenza di confisca del 2000 di immobili per ingente valore. Dentro fascicoli depositati in archivio, sono stati rinvenuti tre libretti che contenevano complessivamente circa 23 mila euro, soldi che lo Stato avrebbe potuto incassare dieci anni fa e che invece, per un errore di cancelleria, sono stati archiviati. Quei soldi ovviamente sono rimasti nella disponibilità di Poste italiane a lungo, fino a quando «qualcuno» se n'è accorto ed ha provveduto a riscuotere;

la puntata della trasmissione Report citata documenta altresì il caso-tipo di una «mazzetta» di 10 mila euro. Il magistrato ha disposto che il denaro venga depositato sul libretto di deposito giudiziario infruttifero presso le poste. La tangente viene depositata nell'ufficio postale che si trova all'interno del palazzo di giustizia di Milano. In caso di condanna definitiva, i soldi congelati diventano dello Stato, che avrebbe tutto l'interesse ad intascare denaro il più presto possibile piuttosto che lasciarli alle poste; invece, nel caso documentato, anche se solo pochi metri separano l'ufficio postale dall'ufficio depositi giudiziari, questa somma resta a lungo alle Poste;

Vincenzo De Peppo, Capo ufficio depositi giudiziari di Milano, attribuisce nel corso della trasmissione questi ritardi ai grandi arretrati: i depositi giudiziari più vecchi potrebbero risalire a più di dieci anni fa. Si tratta, secondo il De Peppo di milioni di euro, tanti milioni: se dovessimo sommare tutti i tribunali - concordano il De Peppo e la conduttrice Sabrina Giannini - si arriverebbe a una manovrina finanziaria «perché sicuramente nei grossi tribunali la giacenza di arretrato è analoga a quella di Milano»;

i libretti giudiziari sul territorio nazionale sono circa 680 mila e hanno una giacenza media di circa 2.500 euro per libretto giudiziario; quindi il totale dei libretti sul territorio è di un miliardo e 700 milioni di euro;

gli uffici depositi giudiziari non sono collegati in rete con le poste, il che rende lente, costose e macchinose, molteplici operazioni inerenti, ad esempio, il computo degli interessi maturati, necessarie a chiudere le pratiche di riscossione depositi;

gli uffici depositi giudiziari hanno scarsissime dotazioni di personale, quello di Milano, ad esempio, attualmente ha tre impiegati, fino a poco tempo fa c'era solo l'attuale capo ufficio, poi affiancato ad un altro operatore a part time senza la possibilità finanziaria di ricorrere significativamente a straordinari;

un ufficio analogo a quello dei depositi giudiziari in un'azienda privata sarebbe il motore economico e quindi gestito con efficienza, in questo caso invece, l'amministrazione pubblica sembra disinteressata ad incassare denaro già pronto per essere riscosso. Ovviamente Cassa depositi e prestiti, per il 30 per cento in mano alle banche private, quei soldi li usa per le proprie operazioni. Paga solamente l'1 per cento di interessi al Ministero delle finanze, che quando ha bisogno di soldi ovviamente, li chiede a Cassa depositi e prestiti a tassi decisamente più elevati;

come è noto, la giustizia italiana è stata sacrificata dal punto di vista delle spese e della gestione proprio per mancanza di fondi, consulenti, traduttori, gente che vive con queste attività, i Vice Procuratori Onorari, hanno spesso faticato a ricevere le dovute retribuzioni; mancano pure i soldi per le fotocopiatrici, per i toner, per l'acquisto di codici, mancano per la carta, per le spese di benzina e manutenzione, eccetera non avendo disponibilità monetarie il Ministero della giustizia ha contratto numerosi debiti, circa 250 milioni di euro;

non essendo le procure collegate ad una banca dati centrale, l'ammontare del denaro congelato e depositato sui conti della Bnl o delle Poste non è noto. Verosimilmente si tratta di diversi milioni, forse miliardi di euro;

da tempo dalla magistratura giunge la richiesta di rivedere la normativa in materia e si propone di istituire un'agenzia o un fondo unico che gestisca queste ricchezze;

anche le automobili sotto sequestro in Italia sono milioni, auto che restano spesso nei depositi con ingenti costi per la collettività. Recente è la tragedia che ha visto come protagonista il signor Rocco Agostino, titolare e custode di questo deposito giudiziario, vantava crediti inevasi per 200 mila euro con le autorità giudiziarie. Lunedì 23 ottobre 2006 si è tolto la vita con un colpo di pistola alla tempia di fronte al palazzo di giustizia di Torino -:

se non si reputi necessario rivedere l'assetto normativo relativo alla gestione dei beni mobili e immobili, registrati e non, sequestrati dalle autorità giudiziarie, per permettere un migliore funzionamento della burocrazia giudiziaria e, più in generale, per recuperare risorse che appartengono allo Stato;

quali provvedimenti si intendano assumere a questo scopo;

se nella futura gestione di questo patrimonio non si ritenga di dover prioritariamente onorare i debiti maturati dal Ministero della Giustizia e quali provvedimenti si intendano assumere nell'immediato a tal fine;

se non si reputi improrogabile una quantificazione puntuale degli importi dei depositi giudiziari e se non si stimi utile selezionare i depositi giacenti di importo più alto stabilendo così una priorità del lavoro a venire;

se non si reputi necessario rinforzare gli uffici depositi giudiziari e creare una banca dati centralizzata delle stesse collegata alle poste italiane.
(2-00250)«Bonelli, Pellegrino».

Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA, BASI DI DATI, DEPOSITI BANCARI, SEQUESTRO GIUDIZIARIO